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ADOLFO PANARELLO Castrum Marzanelli (secoli IX - XVIII)

ADOLFO PANARELLO Castrum Marzanelli · cevuta al Giustiziero di Terra di Lavoro e Contado di Molise del quaderno in cui sono notate tutte le terre di quelle province, tassate per

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ADOLFO PANARELLO

Castrum Marzanelli(secoli IX - XVIII)

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Ad ‘Castrum Marzanelli’ addenda

Quando il presente volume, intitolato Castrum Marzanelli, eragià stampato ed allestito, ma, fortunatamente, non ancora dif-

fuso, ho avuto la possibilità di leggere il testo integrale delMandatum pro reparatione Castrorum Imperialium* emanato dal-l’imperatore Federico II di Svevia nel 1231 nell’edizione critica diEduard Sthamer**, con il titolo Das Statut über die Reparatur derKastelle e ho constatato che, nello spazio riservato ai castelli TerraLaboris et comitatus Molisii, è presente il seguente passo (p. 96): «20.Item castrum Suesse reparari potest per homines ipsius terre et casaliumet per homines Marzani, Conce, Rocce Mifini, Cayani et Marciani,qui sunt sibi vicini».

È evidente, e lo nota anche lo Sthamer***, che il Marcianonominato nel passo è proprio Marzanello della Terra di Lavoro. Ciòconsente di affermare che il Castrum Marzanelli esisteva certamen-te già in epoca federiciana e di rafforzare l’ipotesi proposta nel pre-sente libro circa la probabile esistenza di un torrione a base quadra-ta di epoca normanno-sveva sulla cima 420 (cioè sul Monteforte).

Naturalmente restano valide tutte le perpressità sollevate circal’individuazione, l’identificazione, il significato e la datazione origi-naria dei due insediamenti vicini della cima 323 (Marzanello vec-chio) e della cima 420 (Monteforte).Vairano Scalo, 10 maggio 1999

Adolfo Panarello

* Cfr. RICCARDO DI S. GERMANO, Chronicon, edizione a cura di G. Sperduti, Cassino 1995, a.MCCXXXI.** Cfr. E. STHAMER, Die Bauten der Hohenstaufen in Unteritalien, Ergänzungband I, Die Verwaltungder Kastelle im Königreich Sizilien unter Kaiser Friedrich II. und Karl I. von Anjou, Leipzig 1914, pp.94-127. Ringrazio il dott. Alfredo M. Morelli, ricercatore dell’Università degli Studi di Cassino, peravermi aiutato a reperirne una copia.*** Cfr. E. STHAMER, Die Bauten cit., p. 96, nota 44: «Marciano nö. Sessa auf der Karte der Terra diLavoro bei Pacichelli I; jetz Marzanello».

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Ai miei genitori,Luigi Panarello ed Ernesta Civilotti,che tanto hanno amato Marzanello.

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ADOLFO PANARELLO

Castrum MarzanelliSTORIA DI UN BORGO FORTIFICATO

DELLA TERRA DI LAVORO

(SECC. IX - XVIII)

- Proprietà letteraria riservata -

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Desidero citare e ringraziare, con fraterno affetto, tutti coloro chemi hanno aiutato nella realizzazione del presente lavoro e, in par-ticolare, il rev. Arc. D. Emilio Calce, il dott. Marco De Angelis, ilsig. Giuseppe Angelone, il prof. Luigi Cortellessa, il prof. MicheleDe Cesare, la dott.ssa Maria Zompa, l’architetto Olindo D’Alvito,il dott. Pietro Menditto, il Rev. D. Gregorio De Francesco, l’archi-tetto Patrizia Zanfagna, il prof. Luigi Vallante Cirelli e suo figlioGuglielmo, il geom. Mario Campopiano, il geom. Michele Di Be-nedetto, il prof. Silvano Russo, il sig. Mario Zompa, il sig. PasqualeD’Andrea, l’ins. Rita Zompa, il dott. Domenico Di Sano, il sig.Olindo Gambardella, il sig. Amerigo Gambardella, il sig. Tomma-so Bianco, il sig. Gerardo Cortellessa, il sig. Albino Di Benedetto, ilsig. Luigi Calierno.

Un ringraziamento particolare va al dott. Giovanni Robbio,Sindaco di Vairano Patenora e alla Civica Amministrazione cheegli presiede; al sig. Salvatore Cerbo, Presidente della sede diVairano Patenora dell’Archeoclub d’Italia; ai sigg. Mario e AntonioIannotta, proprietari del Ristorante del Sole di Caianello, per averreso possibile, con i loro contributi finanziari, la pubblicazione delpresente volume.

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ABBREVIAZIONI

ASN: Archivio di Stato di Napoli

ASC: Archivio Storico Campano, a cura di ANGELO BROCCOLI, (6 volumi) Caserta1889-1900.

ASPN: Archivio Storico per le Provincie Napoletane, varie annate.

CRBM: LUCIO GEREMIA DE’ GEREMEI, Capitoli regii e baronali di Marzano, inASC, Vol. II, parte II, fascicolo IV, Caserta 1899-1900, pp. 881-891.

MARMAR: ANGELO BROCCOLI, Marzano e Marzanello studiati nella successionefeudale all’epoca angioina (1272-1432), in ASC, vol. II, parte II, fascicolo IV,Caserta 1899-1900, pp. 946-960.

MS1: Manoscritto busta 109 Museo Provinciale Campano di Capua intitolatoApprezzo del Feudo di Marzanello. 1725.

MS2: Lettera manoscritta, datata 9 novembre 1872 e firmata da D. AngeloCortellessa, fornitami dal Rev. Arc. D. Emilio Calce di Marzanello.

MS3: Manoscritto, datato 31.10.1872 e firmato da Angelo Broccoli, del pacchetto“Carte Varie” (collocazione attuale: Sala top. - Scaf. 3 - Sport. 31 - Rep.Vairano - Palch. 4 - n. 396) dell’Archivio del Museo Provinciale Campano diCapua, intitolato Cenni storico-tradizionali di Marzanello.

MS4: Manoscritto anonimo della prima metà del sec. XIX, fornitomi dal Rev.Arc. D. Emilio Calce di Marzanello.

MSACO86: Il Mezzogiorno settecentesco attraverso i catasti onciari. Territorio esocietà (Atti del Convegno di studi, Salerno 10-12 aprile 1984), a cura di M.MAFRICI, Napoli 1986.

Reg. Ang.: I Registri della Cancelleria Angioina ricostruiti da R. Filangieri con lacollaborazione degli Archivisti Napoletani, varie annate.

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Prefazione

Nell’anno 1986 il Reverendo D. Emilio Calce, Arciprete di Marzanello,mio maestro ed amico, spinto dall’amore per la cittadina sede della sua missionepastorale, compose la prima storia di Marzanello dal titolo Marzanello nellapolicroma sinfonia dei secoli con memorie di Vairano Patenora. La sua one-stà intellettuale lo portò, però, ad auspicare un approfondimento del suo lavoro,in modo da poter avere un quadro sempre più completo delle vicende che interes-sarono il centro.

Dopo circa tredici anni di ricerche e sopralluoghi ho consegnato alle stampe ilpresente volume senza la pretesa di chiudere tutti i discorsi e di fornire risposte atutti i quesiti, ma con la piena consapevolezza di avere riportato alla luce moltadocumentazione obliata o dispersa, in gran parte inedita, tracciando, sulla base diessa, un profilo, mi sia consentito, veramente storico di Marzanello della Terra diLavoro nel periodo dal secolo IX al secolo XVIII.

Alla successione feudale fanno seguito un capitolo in cui vengono propostipreziosi testi inediti e, in appendice, un interessante studio del catasto onciariodi Marzanello del 1743 effettuato dall’amico dott. Marco De Angelis, che rin-grazio molto. Segue un capitolo interamente dedicato allo studio dello statusreale superficiale del castrum Marzanelli propriamente detto, cioè diMarzanello Vecchio, con una ricca dotazione iconografica.

Ulteriori documenti e scoperte arricchiranno certamente domani quanto iopropongo oggi. Intanto, spero che i lettori di qualsiasi tipo: studiosi, studenti,semplici interessati, vogliano giudicare con benevolenza il mio modesto lavoro,sapendo che esso altro non è se non il frutto dello sviscerato amore che nutro peril mio paesello natìo.

Adolfo Panarello

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Cartina del territorio(Rielaborazione da F. FASOLO, Carta della Provincia di Caserta, Caserta s.d.)

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Capitolo I

Profilo storico e successione feudale

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Non si conoscono, al momento, documenti contenenti il toponimodi Marzanello (o Marcianello, o Marcianiello, o Marczanello) chesiano anteriori alla II metà del sec. XIII. Neppure tra i baroni, che

furono censiti per volontà del re normanno Guglielmo II verso la fine delsec. XII, è annoverato un possessore di detta terra. Solo in un privilegio diFederico II di Svevia, datato Ottobre 1220, 11a Indizione, concesso all’Ab-bazia della Ferrara, in tenimento di Vairano, compaiono, fra gli altri, manello stesso contesto, i due toponimi Marzanno e Marcano1, uno dei qualipuò essere verosimilmente riferito al Marzanello in esame.

Nell’epoca angioina, invece, si può collocare il seguente documento,che è il primo, a me noto, che riporta il toponimo di Marzanello e il nume-ro dei suoi fuochi: «1. - Cedula de focularibus que inveniuntur diminuta percollationem factam de quaternis particularibus generalis subventionis ad quater-nos de focularibus, pro quibus subscripte terre et loca tenentur ad rationem deaugustale uno pro quolibet foculare, pro primo et secundo mense, sub magistratoBonifacii de Galiberto Iustitiarii Terre Laboris et Comitatus Molisii, anno XIIindictionis. (...)

Marzanello, pro focul. XXXIII, unc. VIII et med. (...)»2.Sempre nell’epoca angioina va collocato il primo possessore “certo”

della Terra di Marzanello, in virtù del seguente documento: «InstrumentumMagnum de mense Januarii de anno 1272, 15a ind. - Inquisitio facta Neap. defeudatarijs qui sunt in d.a Civit.e pro servitio prestando in Romania. (...)Raymundus de Bussone tenet Marzanellum, an. val. unc. 20 (...) Quod scripsiego Joannes de Aymone pub.cus Neap.s Not.rius Adest signum notarij predicti etsubscriptio Joannis Buczuti Judicis Neapoli et testium»3.

Lo stesso Raimondo di Bussone, annoverato fra i baroni, fu chiamatonel 1278 dal re Carlo I d’Angiò a fornire due imbarcazioni (una terida e unavaccetta) per la spedizione contro l’imperatore di Costantinopoli4.

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1 Cfr. A. GAUDENZI, Ignoti Monachi Cisterciensis S. Mariae de Ferraria Chronica, Napoli 1888, pp. 7-9.2 Cfr. Reg. Ang. II (1265-1281), pp. 217-219, n. 1, Reg. IX (Napoli MCMLI).3 Cfr. MARMAR, p. 946, documento I.4 Cfr. Reg. Ang. XX (1277-1279), pp. 89-91, n. 61, Reg. LXXXVI (Napoli MCMLXXVI): «(Mandatum directum

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Ancora nella Cancelleria Angioina5 è annotato che «Re Carlo accusa ri-cevuta al Giustiziero di Terra di Lavoro e Contado di Molise del quaderno incui sono notate tutte le terre di quelle province, tassate per le paghe delle miliziedi un solo anno. Queste terre sono: (...) S. Angelo di Rupe Canina, Alife, (...),Piedimonte presso Alife, Formicola, Rocca Romana, (...), Marzanello, CastelRiardo, (...), Vairano, Cingola, (...), Ailano, (...), Pietra Mellara, Castel S.Felice, (...), Pratella, (...), Presenzano, Marzano, (...), Tora, Mignano, (...),Teano (...). Dat. ap. Sanctum Gervasum, XXVII iunii VIII ind. (1280). (Reg.8, f. 172 e t.)».

È probabile, come sembra dalla lettura dei documenti, che la figlia diRaimondo di Bussone, Avenia o Venia, sposò Roberto di Marzano, fratellodi Riccardo, portando in dote o in eredità il castrum Marzanelli. Dal sud-detto matrimonio nacque Raymondo, a favore del quale fu venduta metàdella Terra di Marzanello. L’altra metà fu assegnata a Tommaso, forse cugi-no di Raymondo e figlio di Riccardo6.

La metà del castrum Marzanelli che fu messa in vendita fu acquistatada Berardo di Gambatesa nel 13037, che la trasmise al figlio (?) Riccardo diGambatesa l’anno successivo (1304)8.

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omnibus Iustitiariis Regni pro faciendis et consignandis a feudatariis et baronibus infrascriptis teridis vaccettis eis impo-sitis pro expeditione contra Imperatorem Constantinopolitanum. Nomina baronum sunt haec vid.: (...), Andreas deRocca Romana, (...), Raynaldus de Aquino, Thomas f. qd. Aymonis de Aquino pro terida I et vaccetta I, (...), Rogeriusde Galluccio cum filiis, Iacobus de Caianello dominus Conce, (...), Raymundus, qui tenet castrum Marzanelli, (...),Riccardus de Marzano, Robertus de Caiano, (...) pro vaccetta I et terida I, (...) Iordanes de Sancto Felice, Guillelmusde Sancto Felice, (...) pro I vaccetta et I terida, (...). Dat. VIII iulii MCCLXXVIII. (Reg. 33, f. 26-27)».5 Cfr. Reg. Ang. XXII (1279-1280), pp. 111-112, n. 50, Reg. 93°.6 Cfr. MARMAR, p. 947, documento IV: «Ex Reg.° 1284 lit. C - Raymundo de Marzano, prov. pro reintegrationemembror. distractor. Castri sui Marzani - fol. 81 t»; documento V: «Ex Reg.° 1291 et 1292 lit. A - De MarzanoThomasius, dominus Marzani - fol. 110 »; documento VIII: «Ex eodem registro [Reg.° 1292 lit. E, n.d.A. (Cfr.anche documento VII)] - Mag.ro Philippo de Theano, ass. sup. concess.ne bonor. ei facta per Veniam de Bussono etRaymundum de Marzano filium eius, domino d.i castri Marzani - fol. 334 »; documento IX: «Idem Idem. -Bernardo Artus militi, ass. sup. vendit.ne medietatis Castri Marzanelli ei facienda per Raymundum de Marzano,filium q.m Federici de Urbe et Avenie de Bussone, nam reliqua medietas d.i castri assignavit Thomasio de Marzanofilius eius pro vita et substentatione sua - fol. 324 t°».7 Cfr. MARMAR, p. 950, documento XXIV: «Ex Registro 1303 lit. 13. Primae Ind.s - Berardus miles ComitatuumProv.e e forcalquerij Senescallus, emit a Bertrando Artus medietatem Castri Maczarelli (sic., ma è Marzanello) - fol. 9».8 Cfr. MARMAR, pp. 950-951, documento XXV: «Ex Registro 1304 lit. D - Riccardus de Gambatesa milesSenescallus Provincie, D.nus Castri Marzanelli - fol. 205»; documento XXVI: «Ex Registro 1305 lit. A - Riccardo de

Capitolo primo

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Il feudo di Marzanello, diviso in due parti uguali, appartenne, dunque,fino al 1314 a Tommaso Marzano e Riccardo di Gambatesa. In tale anno,però, esso fu riunificato sotto Tommaso Marzano, il quale ne recepì la metàmancante dando in cambio il castrum Tufarie in Capitanata9.

Egli ne fu proprietario fino al 133510, anno in cui lo lasciò in eredità alsuo primogenito Goffredo Marzano11.

Costui, nel periodo dal 1337 al 1339, lo cedette a Tommaso di Dragone,milite, in cambio del Castrum Vatrasselli12 .

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Gambatesa militi senescallo Prov.e etc. assecuratio vassallorum medietatis Castri Marzani ei vendite a Bertrando Artusmilite balistariorum Regni magistro - fol. 175 t°»; documento XXVIII: «Riccardo de Gambatesa militi, Mag.ro host.rio

Cons.rio fam.ri, cui concessimus ann. prov.nem unc. 60, cui fuit concessa medietas Castri Marzanelli in T.ra Lab.s pro an.val. unc. 10 in excompotum d.e prov.nis; Nunc conceditur ei Castrum Montorij in Cap. pro an. val. unc. 15 venditumCurie ab Elisiasio de Alamagnano Cam.e n.re Vallicto pro pretio unc. 400 - fol. 58 t°»; documento XXIX: «Ex Arca F. -In anno 1308 - Lapsus Turdus miles Just.s T.re Lab.s et Com. Molis. submonere facit certos barones ad prestandum servi-tium et sunt: (omissis) D.nus Thomasius de Marzano tenet Formiculam, Castrum Dragonis, S. Angelum de Ripa Caninaet Bayas, ex successione materna an. val. unc. 80. D.nus Ricardo Gambatisa tenet Marzanellum - Mazzo 6°. n. 20 ».9 Cfr. MARMAR, p. 951, documento XXX: «Ex Registro 1314 lit. A. - Nobili Tomasio de Marzano ComitiSquillacij Regno Sicilie Marescallo, et Riccardo de Gambatesa militi Cambellano, Cons.rijs fam.bus, ass.s super concordiainter eos, et dictus Comes cessit d.° Riccardo Castrum Tufarie in Capit.ta ob vicinitatem (in excambio) CastriGambatese in T.ra Laboris quod est dicti Riccardi, et Castrum montis Rotarij in d.a Prov.a et d. Riccardus cessit d.°Comiti terram Marzanelli in T.ra Laboris - fol. 75 e 76 ».10 Cfr. MARMAR, p. 952, documento XXXIV: «Ex Arca F. Mazzo 62 - In anno 1319 - M.s D.nus Guillelmus deSabrano Comes Apicij capitaneus gen.lis et Just.s T.re Lab.s et Com. Molis., submonere facit Infra.ptos barones ad compa-rendum in mostra Averse per totum mensem maij et sunt: (omissis) M.s D.nus Comes Squillacij Reg. Sicil. marescallus[Tommaso Marzano, n.d.A.] tenet Marzanellum, S. Angelum de Rupe Canina, Bayas, Dragonum, Squillas,Pontelatronum et Formiculam - Mazzo 62 n.° 2 ».11 Cfr. MARMAR, pp. 954-955, documento XLIV: «Ex registro 1335 lit.D. - Nobili Thomasio de MarzanoComiti Squillacij con.rio fam.ri, reassumptio priv.ij in quod prestatum ei R.s assens. sup. testam.° seu dispositione factaper eum in beneficium Goffridi de Marzano Marescalli eius primogeniti ex 2a uxore, et Marie neptis sue filie q.m

Riccardi de Marzano, d.i Comitis primog.ti vd.: d.° Goffrido Legavit titulum Comitatis Squillacis cum ipsa civitateSquillacij, castro Subarina, et Castro Cuculi in Calab.a nec non castra Nove, Johe, Rocce de Aspero in Princ. cit., castraMarzanelli, casale S.ti Arcangeli, et medietatem partis contingentis eamdem Comitem in Castris Marzani, et RocceMifini in T.ra lab.s et an. prov.nes unc. 100 sup. Juribus solis Principatus et castrum Milazzani - Marie vero predictelegavit Baroniam Dragonis vd: Castra Dragonis, Baiarum, Squillarum, Saxum, Pontislatronis, formiculae, nec nonCastrum S. Angeli de Rupecanina, et reliquam medietatem partis contingentis eumdem Comitem in d.is CastrisMarzani, et Rocce Mifini in T.ra Laboris substituendam unam alteri ad invicem, verum si alios filios procreaverit d.e

Comes ex Simona de filijs nati eius tertia uxore possis eis legare an. val. unc. 200. - fol. 5, 12».12 Cfr. MARMAR, p. 955, documento XLVI: «Ex eodem Registro [Reg.° 1337.1338 et 1339, n.d.A., cfr. infra,documento XLV]. Nobili Goffrido de Marzano Comiti Squillacij Marescallo Camb.no Cons.rio fam.ri, et Thomasio deDragono militi, ass.s super permutatione feudalium v.d. d.s Goffrido cessit ei Castrum Marczanelli sub adhoa tt. 29 gr.1 e 1/4 et d.s Thomasius in excambium cessit Castrum Vatrasselli sub adhoa tt. 7 gran. 10 et Castrum Pay cum molen-

PROFILO STORICO E SUCCESSIONE FEUDALE

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Dal 1339 al 1416-17 non si hanno notizie. Solo Angelo Broccoli, propo-nendo schematicamente i contenuti dei Notamenti di Giovan GiacomoTranso, parla di una «famiglia Gattola di Gaeta, signora di Caianello eMarzanello per compra fattane nel 1404 dal Duca di Sessa Gio: Ant.°Marzano»13.

La concessione della terra di Marzanello a Giovanni Antonio Marzanoebbe luogo il 15 maggio 1416, come prova un documento presente nell’ar-chivio della famiglia Aragona Pignatelli Cortes et alii presso l’Archivio diStato di Napoli, il cui sunto, pubblicato da A. Gentile negli Studi in onoredi Riccardo Filangieri14, contiene il seguente testo: «16. - 1416, 15 maggio,IX - Napoli - Giacomo e Giovanna concedono a Giovanni Antonio deMarzano la città di Sessa, col titolo di Duca, e le terre di Marzano, Rocca-monfina, Caianello e Marzanello in Terra di Lavoro, la baronia di Novi, Gioj,Rocca d’Aspide e Torre Magna in Principato Citra, la città di Squillace contutta la contea e il titolo di conte e la terra di Satriano, in Calabria, che eranogià state del quondam Giacomo de Marzano, padre di Giovanni Antonio, non-ché la città di Teano, che era stata del q. Goffredo de Marzano conte di Alife,zio di Giovanni Antonio. - Dipl. n. 80» (p. 388).

Nel 1417, la terra Marczanelli risulta essere ancora di proprietà diGiovanni Antonio Marzano, figlio di Giacomo e nipote di Goffredo15.

Nel 1418, per ordine della regina Giovanna II, le terre di Caianello eMarzanello, passarono al magnifico Petrillo de Aurilia16.

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dino sito in flumaria Jamari de Territorio Petra Mayonis sub adhoa tt. 24 - fol. 160».13 Cfr. ASC, vol. II, parte II, fasc. IV, Caserta 1899-1900, p. 836.14 Cfr. A. GENTILE, Diplomi del periodo angioino in un archivio gentilizio, pp. 385-389, in AA.VV., Studi in onoredi Riccardo Filangieri, Napoli 1959.15 Cfr. MARMAR, p. 956, documento L: «Ex Registro Joanne 2° An. 1417. - Sp.li et M.° Jo. Ant.° de MarczanoDuci Suesse Squillacij Comiti Cons.rio, confirmatio omnium Civitatum, terrarum, Castrorum et locorum suorum, vd.:Civitatum Suesse, Theani, et Caleni in T.ra Lab.s cum titulo Ducatus, terrarum Marczani, Rocce Montisfini, Conce,Thore, Cayanelli, Marczanelli, Castri S.ti Angeli Ravis Canine, et Baronie formicule Pontislatroni, et Sassi in Terra Lab.s;Civitatis Squillacji cum titulo Comitatus et toto eius Comitatu, et t.re Sarriani in Calab.a, baronie et terrarum Novi etRocce de Aspro in Princ. Cit. olim concessarum, et possessarum per suos predecessores presertim per q.m Sp.lem et Mag.cum

Jacobum de Marczano Ducem Suesse Comitem Squillacij filium q.m Goffridi de Marczano Comitis Alife Reg. Sic. MagniCam.rij eius patris. Confirmatio cum adiunctione meri et mixti Imp.ij seu officij Ca.ei in perpetuum - fol. 436».16 Cfr. MARMAR, p. 957, documento LI: «Ex Registro Joanne 2.e Ann. 1418 - Privilegium Regine Joanne 2. in quo

Capitolo primo

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Prima di continuare la successione feudale, apro una breve parentesiper segnalare la presenza a Marzanello, nel 1422, di Braccio da Montone,celebre condottiero che parteggiava per il re Alfonso V d’Aragona control’altro pretendente al trono Luigi III d’Angiò, il quale era sostenuto dall’al-tro celebre capitano di ventura Muzio Attendolo Sforza.

La presenza a Marzanello di Braccio da Montone, di cui sopra, è attesta-ta nei Diurnali del Duca di Monteleone per l’anno 1422. Il passo che ne famenzione è il seguente: «(...) Et sforza stando il Benivento povero con pocogente si indusse à parlare con Brazo de Morcone (Montone), lo quale era all’ho-ra gran Condestabile a marchianello (...) loro doi soli, che innante erano statigrandissimi nemici ma partuti dalla foro in concordia, il ditto Brazo mando loditto sforza alla Regina, et à Rè de Rahona in Gaeta, lo quale sforza con granpaura ando ponendosi in mano à Dio, et alla fortuna, et lla stette circa giorni 18con grandissima sblendidenzia, fando conviti ogni giorno à tutti quelli signoricatalani, et ad ogni maniera de gente, et era male veduto da Rè de Rahona et dala Regina, et gran senescalco per la supradetta occulta de la Regina à Rè deRahona e lo gran senescalco secretamente mandavano confortando sforza che sidesse bogna voglia che (...) lo volea fare venire ad tutto quello desiderava, Etintro questo Rè de Rahona andò à cacciare verso Tranchino (Terracina) et menoseco lo detto signore sforza et intro lo più bello della caccia che tirava quaglie loRè de Rahona et casualiter Rè de Rahona casco con tutto lo cavallo, dove presta-mente sforza scavalco, et ayutollo per la qual cosa l’animo de Rè de Rahona seapplicò verso sforza. (...)»17.

Nel 1423 il castrum Marzanelli appare di nuovo fra le proprietà dellafamiglia Marzano, precisamente di Angelella Marzano, la quale sposò Loysiode Camponischy di Aquila, conte di Montorio, ma certamente il feudo eraritornato al casato dei Marzano già da tempo18.

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asserit quod in Capitulis inhitis inter ipsam Reginam, et Mag.cum Magnum Comestabulum Regni Sicilie CollateralemConsiliarium fuit conventum quod restituantur Mag.is Dominis de domo Aurilia omnes eorum terras occupate per quoscumquedetemptores, et precipue mandatur m.° Jo. Antonio de Marzano Duci Suesse, Squillacijque Comiti Regni Sicilie AdmiratoCollaterali Consiliario quod restituat M.° Petrillo de Aurilia Comiti Caiacie Cons.rio Terras Caianelli et Marzanelli in TerraLab. Sub die 22 oct. 12.e Ind.s - fol... (manca*)», ma si riferisce al «Notamentum ex Processu Pauli Aurilie cum Constantinade Aquaviva et alijs in S. R.° C.°, de anno 1495 (vol. 6° de’ Processi del S.R.C. della Collezione De Lellis-Bonito, pag. 644».17 Cfr. Diurnali detti del Duca di Monteleone, ed. NUNZIO FEDERICO FARAGLIA, Napoli 1895, pp. 76-77, a. 1422.18 Cfr. MARMAR, p. 957, documento LIII: «Ex Reg. Regine Joanne 2. de Anno 1423, M.coLoysio de Camponischy

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Nell’anno 1449, Joannes de Marzano vendette il castrum Marzanelli aBuonomolo di Transo di Gaeta19.

Alcuni documenti del 145620 parlano di un terribile terremoto che il 4dicembre del medesimo anno devastò tutto il Regno di Napoli. Se, come reci-ta il suo testo, «(...) Sergua (Isernia) tutta in terra e morte circha persone MCC.Liffe (Alife) è in terra e lo Castello, et manchatoli circha persone C.Cerretto (Cerreto-Sannita) tuto in terra e morti circha persone CCCC che pocopiù gli erano (...)»21, è lecito supporre che anche la Terra di Marzanello nesentì i funesti effetti, anche se non è possibile, ovviamente, azzardare ipotesicirca l’entità dei danni subiti dalle strutture e dalla popolazione.

Il Volpicella sostiene che, nel 1480, la Terra di Marzanello fu di pro-prietà del celebre Antonello Petrucci, mentre, prima di lui, per un certoperiodo di tempo non precisabile, essa deve aver fatto parte del Regio dema-nio della Corona d’Aragona22.

Il 5 luglio 1484, il feudo “Marzanellese”, insieme a Marzano eCarinola, fu confermato a Francesco Petrucci, figlio di Antonello, al qualeera stato donato dal padre23.

Dai sunti di Angelo Broccoli, riferentisi alle Istruzioni del Re

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de Aquila Comiti Montorj Consi ass. super assignat.ne Castrorum Traguni (Dragoni) Baye et Marzanelli in T.ra Lab.s

ei facta per spl.lem et Mag.cum Jo. Ant.m de Marzano Ducem Suesse, Squillacij, Alifie et Montisalti Comite, ac Reg.Sicilie Ammiratum Col.lem Cons.rium Affinem, pro ducatis 11 m.a de resta dotium ducatorum 12 m.a M.e Angelelle deMarzano sororis carnalis d.i Ducis Suesse uxoris d.i Comitis Montorij - fol. 220»; documento LIV: «Ex eodem Registro.M.ris Loysio de Camponischis Comiti Montorij, et Angelelle de Marczano Comitisse Montorij eius uxori socie nostre uti-libus D.nis Castrorum Dragoni, Bayarum, et Marczanelli in T.ra Lab.s provisio super confect.ne inventarij corporumfeudalium d.rum Castrorum, et dirigitur Amico de Aquila Jur. Pr. Not.io, Abbatello de Surrento habitatori CastriBayarum, et Not.° Antonello de Novellis de Aquila - fol. 401. - Eisdem prov.° super reintegrat.ne corporum distracto-rum d.rum - fol. 401 t.°».19 Cfr. CRBM, p. 885: «Repertorio dei Quinternioni, v. 1°, ff. 111 e s. - In anno 1449 Joannes de Marzano DuxSuessae, et Regni Admiratus vendé a Buonomulo di Transo di Gaieta il Castello di Marzanello cum omnibus suisJuribus cum pacto redimendi per ducati 900 - Assenso in Quint. Primus fol. 120.184 a t.° ».20 Cfr. E. MOTTA, I terremoti di Napoli negli anni 1456 e 1466, in “Archivio Storico per le Provincie Napoletane”(=ASPN), Anno XII, Fasc. I, Napoli 1887, pp. 151-155. Cfr. anche G. ROMANO, Il terremoto del 1456, in ASPN,Anno XIII, Fasc. IV, Napoli 1888, pp. 782-787.21 Cfr. G. ROMANO, Il terremoto cit., p. 786.22 Cfr. L. VOLPICELLA, Note storiche e biografiche, in Regis Ferdinandi primi Instructionum liber. 10 maggio 1486 -10 maggio 1488, Napoli 1916, p. 399.23 Cfr. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI. Regesto della Cancelleria Aragonese, a cura di JOLE MAZZOLENI, volume

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Ferdinando I d’Aragona, relative agli anni 1486-1487-1488, risulta che intale periodo Marzanello appartenne al Conte di Sarno24.

«In anno 1496 Re Ferrante Secondo donò a D. Giovanni Borges Duca diCannia il Ducato di Sessa con li pagamenti fiscali delle Terre di Castell’amaredi Volturno, Rocca di Mondragone etc. Et inter eas di detti Marzano e Marza-nello. In Q. 1. fol. 32»25.

Dai Notamenti di Camillo Minieri Riccio relativi al Repertorio di Terradi Lavoro nell’Archivio di Stato di Napoli, si rileva che «In anno 1507 ReCattolico asserendo li servitii grandissimi dello Illustre e Magnanimo ConsalvoFernandez de Corduba suo Gran Capitano, (...) li dona pro se et suis heredibuset successoribus etc. la città di Sessa con titolo di Duca, lo feudo di Montalto, lacittà di Teano e di Carinola con le terre di Torrefrancolise, Rocca Monfina,Marzano, Marzanello, Galluccio, Petra prope Vayranum (Pietravairano),Petra Molare et Cayanello in Terra di Lavoro (...) cum omnibus dictarum ter-rarum Castrorum Civitatum, et locorum hominibus vassallis, vassallorumqueredditibus, Juribus, et Jurisditionibus mero, mixtoque Imperio, et gladii pote-state, banco Justitie, et cognitione primarum, secundarum, et tertiarum causa-rum etiam Contra viduas pupillos Ecclesiasticos et miserabiles persones ac privi-legiatas, cumque Juribus Portulanie, Mercature, ponderum, et mensurarum,Juribus Patronatus, Gabellis, Dohanisque amplissime cum omnibus prout tenue-runt Marinus, et Joannes Antonius de Marzano Dux Gandie, et Pirrus deBautio, et Franciscus de Bautio cum clausula etiam quod feudatarij tenentesfeuda in territorio dictarum civitatum, et terrarum, qui primitus recognoscebant

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unico, Napoli 1951, p. 48: «288). 1484, 5 luglio. Napoli (Castelnuovo). Ferdinando I re.Conferma a Francesco de Petruciis la donazione fattagli dal padre Antonello dei feudi di Carinola, Marzano eMarzanello e casale di Aprano in Terra di Lavoro, col titolo di conte sulla terra di Carinola, e ordina che i vas-salli delle terre suddette prestino il giuramento di fedeltà al nuovo signore. (II, 169 a)» (Ex Privilegiorum I-VII- Arch. di Stato di Napoli).

Cfr. anche L. VOLPICELLA, Regis Ferdinandi primi Instructionum liber cit., p. 139: «LXXXII - Similes instructionesexpeditae fuerunt IN PERSONA JACOBI SERRÆ in subscriptis terris provinciæ Terræ Laboris: est duplicatum. In septimo capi-tulo fuerunt positæ terræ subscriptæ; videlicet: Marzanello, lo pheudo del Conte de Sarno, Aprano, la torre di Francolise,Pomigliano de Atella, San Joanne, lo Pico, li pesuni di Napoli, stanze et pheudi in lo districto de Napoli».24 Cfr. A. BROCCOLI, in ASC, Anno I, fasc. I, Caserta 1889, p. 137: «In persona Jacobi Serre (...) in subscriptisProvincie Terre Laboris que divise fuerunt hoc modo videlicet in sexto capitulo: Carinoli - Marzano - Sarno (...) In sep-timo Capitulo fuerunt posite Terre subscripte videlicet: Marzanello del Conte di Sarno (...)».25 CRBM, p. 885.

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a Regia Curia quod teneantur ex inde in antea recognoscere a dicto Duce eiusqueheredibus et successoribus come appare in QUINTERNIONEM 9.m fol. 93. (...)»26.

Il possesso del Feudo e del Castrum Marzanelli da parte del “GranCapitano” è anche attestato in un importante documento conservatonell’Archivio di Stato di Napoli, nel fascio 12 di Casa Reale Antico, riporta-to per la prima volta da Claudio Cipriano nel 198227, ove, tra l’altro, silegge: «Nos Ferdinandus Dei Gratia Rex Aragonum Sicilie Citra, et ultraPharum, Hierusalem etc. Illustri consaluo Ferrandez de Corbuta Duci SuesseTerre Nove, et Sancti Angeli Domino, Magno Armorum Capitaneo, et RegniSiciliae Comestabulo, Affini, Collaterali Consiliario, Nobis dilectissimo. (...)

Tibi Illustri Consaluo, tuis heredibus, et Successoribus, utriusque Sexus ininfinitum ex tuo Corpore descendentibus, remuneratorie nostre donationis tituloirreuocabilitèr, et in perpetuum ex nostra Scientia, et proprio nostro motu, etcum deliberatione assistentis nostri Consilij damus, concedimus, et (...) elargi-mus, ac tradimus, et assignamus Civitatem Suesse, et Feudum Montialti cumtitulo, et honore Ducatus, Civitatem Theani, Civitatem Caleni, Castrum TurrisFrancolisij, Castrum Rocce Montisfinis, Castrum Marzani, CastrumMarzanelli, Castrum Gallucij, Castrum Petre propè Bayranum, Castrum PetreMolarie, Castrum Cayanelli Terre Laboris, Terrarum Montisfusculi, cumCasalibus suis, et functionibus fiscalibus tàm ordinarijs, quam extraordinarijs,dicte Terre Montisfucoli (sic), et Casalium predictorum; (...)

Datum in Castello Nouo Civitatis Nostre Neapoli Die 1° mensis Jaluarijsanno à Nativitate Domini Millesimoquingentesimoseptimo (1507), regnorum-que nostrorum uidelicet Siciliae Ultra Pharum anno quadragesimo; Aragonum,et aliorum uigesimonono, Siciliae autem Citra Pharum, et Hierusalem quinto:Yo El Rey etc. (...)

Extracta est presens Copia a Registro Quinternionum (...) VIIII. fol 93,

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26 Cfr. ASC, Anno I, fasc. 2°-3°, Caserta 1890, pp. 319-321. A tal proposito, cfr. anche CRBM, p. 885: «In anno1507 Re Cattolico donò all’Ill.e Consalvo Fernando de Corduba suo Gran Capitano il detto Ducato di Sessa, e moltealtre Terre in remunerationem suorum servitiorum, e tra quelle le dette Terre di Marzano e Marzanello cum omnibusearum Juribus et Jurisdictionibus, mero, mixtoque Imperio et gladij potestate, banco Justitiae, cognitione primarum etsecondarum et terziarum Causarum, Portulania, ponderibus et mensuris, Juribus Patronatus Ecclesiarum, et cum inte-gro statu amplissime et amplior chiarezza vide in Tractatu Suessae fol. 169 a t.°».27 Cfr. C. CIPRIANO, Teano, S. Nicola la Strada 1982, pp. 181-194, documento IV.

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cum quo facta collatione Concordat, meliori Semper Salua. Et in fidem etc.Datum Neapoli ex Regia Camera Summarie die 22 mensis Augusti 1750

= Joannes Caselli di Conservator».Negli anni 1507-1508, Marzanello e Caianello risultano tra le pro-

prietà di un certo Benigno di Francesco Egidio28.Filiberto Campanile29 riferisce, poi, che Giovan Battista Marzano

«prima che morisse nell’anno 1508. [sic] ritroviamo lui haver fatta vna dona-tione del Principato di Squillace con tutte le Terre appartenenti a quello, e dellaPietra di Vairano, e Marzanello site in Terra di Lauore a Gismondo diMarzano, per esser (com’egli dice) figliuol legitimo, e naturale di GiannantonioMarzano suo parente, e del suo proprio sangue (...)».

Come il «Castello di Marzanello» sia tornato al Duca di Sessa non è, almomento, possibile dire. Tuttavia, è certo lo stesso Duca, nell’anno 1509,con quelli di Caianello e Galluccio, lo vendette ad un certo Angelo Galiota.

Circa cinque anni dopo, nel 1514, lo stesso Consalvo de Cordova, riac-quistò i Castelli di Caianello, Marzanello e Galluccio. Quanto suddettorisulta dai Notamenti inediti di Camillo Minieri Riccio relativi al Repertoriodi Terra di Lavoro nell’Archivio di Stato di Napoli30.

Dei castelli predetti, Marzanello e Galluccio furono subito venduti dalDuca di Sessa ad un certo Margaritono de Loffredo31, il quale, verosimil-mente, gli rivendette Marzanello poco dopo. Alla sua morte, infatti,Marzano e Marzanello furono acquisiti per successione da sua figlia D.

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28 Cfr. A. BROCCOLI, Cancelleria spagnuola. Il Primo Privilegio del Gran Capitano 1503 in Regia Cancellaria, inASC, anno I, fasc. I, Caserta 1889, pp. 145-153: «Quest’Egidio ha, qui, meritato una più lunga menzione, inquanto che appartiene alla nostra provincia come feudatario dei castelli di Caianello e Marzanello prope Theanum,che acquistò, quattro anni più tardi, sotto il governo del Viceré conte di Ripacorsa» come risulta «Ex Reg.°Privilegiorum 4. Viceregis Ripacorsie, ann. 1507-1508, in R.a Cancellaria» (p. 149).29 Cfr. F. CAMPANILE, L’Armi overo insegne de’ nobili, Napoli 1610 (rist. an. A. Forni, Bologna 1986), p. 287.30 Cfr. ASC, vol. II, parte II, fasc. 3°, Caserta 1893-1894, p. 685: «(...) In anno 1509 Il d.° Duca di Sessa vendio conpatto di revend.° ad Angelo Galiota le Castelle di Galluccio, Caynello, e Marc.llo (sic) come app.e in COMUNI X fol. 112.In anno 1514 lo d.° Duca per ricomprare dal d.° Angelo Galiota le d.e Castelle di Galluccio quello vendio aMargaritono de Loffredo. Ass. in QUINT. 29 f. 102. (...)».31 Cfr. la nota precedente e ASC, vol. II, parte II, fasc. IV, Caserta 1899-1900, p. 819: «EX REG. PRIV.RUM XII DE

VILLAMAT - an. 1514 et 1515 (...) - Ill. Duci Terrae novae Magno Capitanio, ass. super promissione retrovendendi CastrumGallucii et Marzanelli in terra laboris, qua intendit vendere M.co Margaritonno (sic) de loffredis - fol. 221 t.° e 222».32 Cfr. CRBM, p. 885: «In anno 1515 l’Ill.e D. Chiara (Elvira) de Corduba (Duchessa di Terranova, n.d.A.) figlia

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Chiara (Elvira) de Cordova32.Nel 1516 Ludovico Abenavolo da Teano, figlio di Troilo e nipote di

Monaco, acquistò la Terra di Marzanello33 che ritornò a D. Chiara deCordova certamente prima del 152234.

«In anno 1529 l’Ill.e D. Consalvo Fernandez de Corduba Duca diSessa successe all’Ill.e q.m Chiara sua Madre, qui denunciavit ejus mortem:obtulitque relevium inter alia pro dictis Terris Marzani, et Marzanelli. Inpetit. relevior. 3.°»35.

«Dallo Spoglio dei Cedolari, v. I, f. 208 risulta che Marzanello nel 1536passò dal Duca di Sessa (D. Consalvo Fernandez de Cordova, n.d.A.) aGentile de Albertino, e nel 1549 da Giovan Geronimo, figlio ed erede di que-sto, a Giovan Geronimo de Gennaro per compra. Costui, il concessore deiCapitoli, per tale acquisto dovette avere dall’Università di Marzano ch’egliaveva ereditato dal padre Tiberio, i ducati seicento ex causa terrae Martianelliaccennati in quelli. Sicché egli riunì di nuovo sotto un solo dominioMarzanello e Marzano (...)»36.

Da quanto riportato, si evince che per un lasso di tempo le Terre diMarzano e di Marzanello erano state separate. Infatti, la terra di Marzano fuvenduta, insieme ai suoi casali, a Tiberio di Gennaro, al quale, dopo la sua

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del predetto Gran Capitano denunciò la morte di esso Gran Capitano suo Padre, offerendo il debito Relevio per lo dettoDucato di Sessa, e tutto lo Stato di detto Suo Padre, e tra l’altre le dette Terre di Marzano e Marzanello. In Petitionumreleviorum 2. fol. p.°».33 Cfr. A. BROCCOLI, Ludovico degli Abenavoli di Teano ed i suoi Maggiori, Caserta 1888, p. 16 e documento LIValle pp. 58-59: «Quinternione 19, anno 1505, fol. 73 - Ioanna et Carolus etc. - Raymundus de Cardona etc. (...) sanefuit nobis expositum quemadmodum Ill. Ducissa Terre nove emit a Mag.co Margaritonno de loffredo castrum seu terramMarczanelli de provintia Terre laboris quam tenebat titulo venditionis cum pacto de retrovendendo, et dictum castrum seuterram vendidit M.co Ludovico de Abenabulo (...) Datum in castello novo neap. die 29 mensis Octobris 1516».34 Cfr. A. BROCCOLI, Ludovico cit., p. 16 e documento LVII a p. 61: «Cedolario antico di Terra di Lavoro del 1500,fol. 208. - Ill. Duca di Candia in anno ??? N. ° 121 - Per Marzanello - In anno 1504 n.° 197 vide notam.° fol. 201. -

In anno 1508 N.° p.° Ill. Consalvo Ferrando Duca di Terranova per detta di Marzanello ecc. per la terra di Marzano.In precede.e plana d. 45-15.In anno 1522 N.° p.° Erede dell’Ill. Consalvo Ferrando Duca di Terranova per dette terra ut s.a. d. 22.2 1/2.Nel margine si nota Heres Gentilis Albertini.In anno 1525 N.° 3. Ill. Duca di Sessa per le terre di Marzano et Marzanello come se nota in precedente plana d. 22.2 1/2.In anno 1536 N.° 4. Idem ut supra et N.° 6 Gentile de Albertino per detta Terra di Marzaniello d. 11.1 1/4».

35 Dal Repertorio dei Quinternioni, v. 1°, ff. 111 e s., cfr. CRBM, p. 885.36 CRBM, p. 885, nota 1 a seguire.37 Cfr. CRBM, p. 885.

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38 Dal Repertorio dei Quinternioni, v. 1°, ff. 111 e s., cfr. CRBM, p. 886.39 Cfr. CRBM, p. 886: «Il quale Giovan Geronimo deinde tentavit litem contra dictum Joannem supra dictis Castrisdiversis ex causis, et tandem obtinuit, et si ripigliò dette Castella, et demum quelle refutò a Tiberio suo figlio contempla-tione Matrimonij, come appare in Refutationum p° fol. 154».40 CRBM, p. 886, n. 1 - Cfr. anche CRBM, p. 886: «In anno 1584 lo detto Tiberio vendio dette Castelle all’Ill.eAnsaldo Grimaldo Marchese di Modugno cum omnibus (juribus) prout ad eum spectabant. Assensus in Q. 110, fol.152. Quae venditio deinde per Sacrum Consilium fuit annullata, prout patet in dicto Regesto.

Et taxatur in Cedolare Adohae dictus Marzanus in d. 11.1.6 1/2, et Marzanellus in ...In anno 1589 le dette Terre di Marzano e Marzanello de ordine Sacri Consilij ad instantiam creditorum dicti

Magnifici Tiberij de Januario fuerunt expositae venales, et remanserunt Magnifico Antonio Mormili. Assensus in Q. 9.fol. p.°» - Cfr. anche L. GEREMIA DE’ GEREMEI, Vairano e i suoi dinasti, Napoli 1888, pp. 16-17.41 Cfr. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Refute dei Quinternioni, vol. 196 I, ff. 327r-333r; cfr. anche L. GEREMIA

morte, avvenuta nel 1548, successe Giovan Geronimo suo figlio37.«In anno 1562 lo detto Giovan Geronimo [de Gennaro] vendette

dette castella [Marzano e Marzanello] ad Alfonso de Soto, il quale nel1563 quelle refutò a Giovanne de Soto suo figlio primogenito. Assensus inQ. 61 fol. 38»38.

Nel periodo dal 1563 al 1581 il suddetto Giovan Geronimo diGennaro fece causa a Giovanni de Soto diversis ex causis ed ottenne la resti-tuzione di Marzano e Marzanello39.

Dallo «Spoglio f. 207, appare che nel 19 agosto 1581 Giovan Ge[ro]-nimo di Gennaro refutò Marzano e Marzanello a Tiberio suo primogenito pelcostui matrimonio contratto con Camilla Egidio; che nel 20 ottobre 1583 que-sti vendette tali terre ad Ansaldo Grimaldo Marchese di Modugno per duc.46.500; che nel 18 febbraio 1588 annullata tale vendita esse ritornarono aldetto Tiberio; e che poscia espropriategli rimasero nel 1590 per duc. 56.100 adAntonio Mormile, cui nel medesimo anno rimase per ducati 41.020 Vairanoespropriato a Fabrizio Cossa. Queste due compre del Mormile furono stipulatenel 22 gennaio e 17 novembre 1590 (...)»40.

La successione feudale di Marzanello e Marzano dal 1507 al 1589 èanche annotata in un promemoria (f. 326r) allegato al vol. 196 I delle Re-fute dei Quinternioni conservate nell’Archivio di Stato di Napoli. Il suotesto è il seguente:

«Marzani, et Marzanelli Terre.In anno 1507 Re catt. donò inter alia le dette Terre a Consalvo Fernandez

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de Corduba suo Gran Capitano (...)In anno 1515 al detto Gran Capitano successe Elvira sua figlia.In anno 1529 alla detta Elvira successe D. Consalvo Fernandez de

Corduba Duca di Sessa suo figlio.In anno 1544 lo detto Duca vendé detta Terra de Marzano cum Casalibus

a Tiberio de Gen.ro (...)In Anno 1548 al detto Tiberio successe Gio. Ge.mo suo figlio.In anno 156[2] lo detto Gio. Ger.° vendé le dette Castella ad Alfonso de

Soto il quale [le In.e] Terre refutò a Giovanne de Soto suo figlio (...)Il quale Gio. Ger.° deinde movit litem contra dictum Joannem et obtinuit, et

se repigliò le dette terre et quelle refutò a Tiberio suo figlio contemplat.e matr.ij (...)In anno 1584 lo detto Tiberio vendé d.te terre ad Ansaldo Grimaldo (...)La quale vendita deinde per S. C. fu annullata, et le dette terre [...] [...] ad

[Inst.a] delli creditori di detto Tiberio [...] et remanserunt Ant.° Mormili (...)».

Antonio Mormile morì il 22 novembre 1603 e lasciò l’amministrazionedei suoi feudi di Marzano, Marzanello e Vairano alla moglie Laura Capece ea Vincenzo Capece (vescovo di Gallipoli) «ed il loro valore di duc. 97.000 aifigli ultrogeniti Marcello, Carlo, Ascanio, Cesarantonio e Vincenzo»41.

«Muzio Mormile, primogenito di Antonio e di Laura, successe nelle baro-nie paterne, ma non avendo depositati i duc. 97.000 in favore dei fratelli, ai 5dicembre 1603 cedette a costoro Marzano, Marzanello e Vairano giusta ledisposizioni del padre; e nel gennaio seguente li refutò in ispecie a Marcello suoimmediato successore in feudalibus»42 .

«In anno 1604 Marcello Mormile refuta a Carlo Mormile suo Fratello leTerre di Marzano e Marzanello con consenso di Mutio Mormile suo Fratelloprimogenito. Assensus in Q. 31 fol. 144»43 conservando il possesso della Terra

DE’ GEREMEI, Vairano cit., pp. 16-17.42 Cfr. L. GEREMIA DE’ GEREMEI, Vairano cit., p. 17. Cfr. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Refute dei Quinternioni,vol. 196 I, ff. 327r-333r.43 Dal Repertorio dei Quinternioni, v. 2°, f. 31, cfr. CRBM, p. 887. Cfr. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Refute deiQuinternioni, vol. 196 I, ff. 327r-333r. Cfr. anche ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Fondo Cedolari, vol. 1, f. 148.44 Cfr. GEREMIA DE’ GEREMEI L., Vairano cit., p. 18. - Cfr. CRBM, p. 887: «Repertorio dei Quinternioni, v. 2°, f.31 - (...) Nell’anno 1604 a’ 7 di Gennaro si presta il Regio Assenso alla donatione e refutatione delle Terre di Marzano,

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di Vairano. Nel 1617 Carlo Mormile vendette al fratello Marcello le Terre diMarzano e Marzanello per la cifra di 51.200 ducati, rivendendole, rispetti-vamente nei giorni 20 e 27 ottobre 1629 e per le somme di 44.010 ducati e14.000 ducati, ad Andrea Agostino Laudati, Cavaliere di Calatrava44.

Nei Cedolari conservati presso l’Archivio di Stato di Napoli (f. 31v) èregistrata la suddetta permutazione: «In d.° precedenti cedulario d.ae Prov.ae al6 [a t.] notatur ut [infram.]

Marcellus Mormilis tenetur vt. ProMarzano in D. 11.1.6 1/2Marzanello in D. 11.1. 6 1/2

D. 22.2.13In quo p.tto Ced.rio al 20 notatur Permutatio in persona D. Andreæ Laudati

ad pñs vocatus D. Augostinus Laudatus Miles ordinis Calatrane (sic) ut [infram.]Super permutatione taxæ D. 22.2.13 in quibus [...] al 6 [...] taxabatur Marcellus

Mormilis Mi. pro Marzano in D. 11.1.6 1/2 et Marzanello in D. 11.1.6 1/2.Per fidem Vincentÿ [Sergÿ] Regÿ Conservatoris Regalium Regrõr. quinter-

nionum Regiæ Cameræ Summariæ constat qual[e] in quinternionum 80. al 55reperitur reg[ist]ratum Privileggium Regÿ assensus expeditum per Ill.m et Ex.mDucem de Alcala ad pñs in pñtis Regni Suaæ Regieæ, et Captolicæ M.tis Vice

25

Vairano e Marzanello fatta per Mutio Mormile figlio primogenito del q.m Antonio a Marcello Mormile suo Fratellosecondogenito prossimo et immediato successore. Q. 31. fol. 151.

A 13 novembre 1604 Carlo Mormile denuncia la morte di Antonio suo Padre morto a’ 23 Novembre 1603 perle Terre di Marzano e Marzanello. In petit. relevior. 2. fol. 32 - Et a 3 Decembre 1604 fu significatoriato salva infor-matione capienda in d. 504.4.17. In Significatoriarum relevior. 38. fol. 74.

In anno 1609 a’ 12 di Agosto si presta il R. Assenso alla refutazione fatta per Marcello Mormile figlio secondo-genito del q.m Antonio a Carlo Mormile suo Fratello con il consenso di Mutio figlio primogenito delle Terre diMarzano, Vairano, e Marzanello in Terra di Lavore. Q. 40. fol. 215 a t°.

A’ 24 di luglio 1609 si presta il R. Assenso alla donatione fatta per Mutio Mormile a Marcello Mormile suo fra-tello prossimo et immediato successore delle Terre di Marzano, e Marzanello, et Vairano, atteso Antonio loro comunePadre che le Terre di Marzano, (Marzanello) e Vairano per esso comprate per d. 97 mila Muzio suo primogenito nonhavesse possuto pigliare possessione di quelle se prima non havesse fatto deposito di detti d. 97 mila, e perché non vollefare detto deposito, perciò fece la detta renuntia. In Q. 41. fol. 24.

In anno 1617 si presta il R. Assenso alla vendita facienda della Terra di Marzano per Carlo Mormile a MarcelloMormile suo Fratello. Q. 57. fol. 77. a t°.

In anno 1629 Marcello Mormile intende vendere la detta Terra di Marzano a D. Andrea Laudato per d. 44010.1.10,e se li presta il R. Assenso supra contractu faciendo. Q. 80. fol. 155 - per Marzanello detto Q. 80. fol. 171 a t°».45 Cfr. CRBM, p. 888: «Repertorio dei Quinternioni, v. 3°, f. 81 - In anno 1635 Sua Maestà Cattolica del Ser.moRè (sic) Filippo IV concede all’Ill.e D. Augustino Laudato, et suoi heredi, et successori, ec. titolo di Duca sopra la suaTerra di Marzano della Provincia di Terra Lavore exequtoriato in Napoli per l’Ill.mo Conte de Monte Reij all’hora

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Regem, Locum.tem et Cap.m Gñalem, sub datum in Regio Palatio Neap. Diedecimo Sep.mo men’. 8bris 1629, prestiti nomine p.ttæ Suæ M.tis super libera ven-ditione facienda per Marcellum Mormilem D. Andreæ Laudati Militi Ord.nis

Calatrane [sic] ordinato vocari in Maiorasco Instituto Augostinum Laudatumvirtute In.stri Fundationis ditti Maioraschi rogati manu Notarÿ, seu in Curiaq.m Notarÿ Anelli de Marini ut asseritur, Terre Marzani, Prov.æ terræ Laboris,cum [...] villis, seu casalibus habitatis, et inhabitatis, castro seu fortellitio,vaxallaggio, redditibus vaxallorum, pheudis subpheudis, decimis, servitiis,bonis, membris, et [...] banco Justiciæ, et cognitione primarum causarum (...)».

Nel 1685 fu fatta una convenzione tra gli eredi di D. Andrea AgostinoLaudati (che nel 1635 era stato nominato Duca di Marzano dal Re FilippoIV), Giovanna Laudati e D. Francesco Agostino Laudati, in seguito allaquale alla prima toccò “in beneficio” la Terra di Marzanello e al secondo laTerra di Marzano con tutti i privilegi connessi e con il titolo di Duca45.

In tal modo, Marzanello passò ai Mariconda, essendo la predetta D.Giovanna Laudati vedova di D. Tommaso Mariconda. Alla di lei morte, ilfeudo passò al figlio D. Domenico Mariconda e, alla sua morte, avvenutanel 1720, alla figlia Vittoria Mariconda de Sangro, Duchessa di Marzanelloe Baronessa di Bugnara, Frattura e Chiarano, la quale, vedova senza figlidello zio paterno Nicola, sposò Michele Mormile, Duca di Carinari,Cavaliere Gerosolimitano e Barone di Vairano46. Dal loro matrimonio nac-

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Viceré del Regno sotto li 20 di Decembre 1631 (sic), et sotto li 30 d’Aprile 1676, vista la copia extratta dalla R.Cancelleria per l’Exc.mo Marchese delos Velez nel presente Regno Viceré fu spedito il duplicato di R. exequatur ut in Q.143. fol. 238.

In anno 1685 se presta il R. Assenso alla conventione, et concordia fatta tra D. Giovanna Laudati vidua del q.m D.Tomase Mariconda, ed D. Domenico Mariconda matre et figlio con D. Francesco Agustino Laudati, et alla renunza fattaper detti D. Giovanna et D. Domenico matre et figlio della lite, et pretentioni nella successione della heredità del q.m Ill.eDuca D. Andrea Agostino Laudati, et alla acceptatione, omologatione, ratificatione, et approbatione del testamento dell’i-stesso Duca giusta la sua serie, continenza, et tenore, all’interpositione del preambulo in beneficio d’esso D. Francesco, etalla consequtione de tutti li beni in vigore d’esso per il medesimo D. Francesco da farsi tanto delli beni burgensatici, quantodelli feudali anco decorati di titulo, et in specie della Terra di Marzano con il suo integro stato, con il titulo di Duca, conla retentione della Terra di Marzanello in beneficio di detta D. Giovanna ut in Q. 148. fol. 113».46 Cfr. L. GEREMIA DE’ GEREMEI, Vairano cit., pp. 23-24. Cfr. ultra, ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Intestazionifeudali, vol. 71, Inc. 1047.47 Cfr. L. GEREMIA DE’ GEREMEI, Vairano cit., p. 24. Per il possesso del feudo da parte di Vincenzo Mormile, cfr.anche ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Fondo Cedolari, vol. 9, f. 914v.

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que Vincenzo Mormile, il quale «il 18 marzo 1759 successe nei feudi mater-ni e due anni dopo ne’ paterni»47. La successione feudale dal 1639 al 1760 èregistrata in un prezioso documento facente parte dell’incartamento perl’intestazione del Feudo di Marzanello a Vincenzo Mormile. Il suo testo è ilseguente:

«||f. 12r|| Allo [Sp.le] [Consult.e] del Regno di SiciliaSig. D. Domenico Cardillo[Pres.te] della Reg.a [Cam.a, e Com.lis]

Il Proc.re dell’Ill.re Duca di Marzanello D. Vincenzo Mormile espone a V.S.doversi intestare d° Feudo al suo Ill.re [Pnpãle], onde mi commette con decreta-zione de q. al Corr.[te], che riconosciute le cose opportune riferissi l’occorrente d.q. di questi atti presso dell’Attuario Domenico Dominco Paziente.

Riferisco perciò a V.S., qualmente dal Cedolario di Terra di Lavoro, che vadal 1639 in 1695 al 696 a t° appare, che il d.° Feudo di Marzanello stia tut-tavia in testa della fu Ill.re D. Giovanna Laudati con tassa di D. 11.1.6 1/2;ed ottenne d.a intestazione unitamente colla Terra di Marzano per significat.aspedita a’ 27 9bre 1675 di D. 325.3.9 per lo Relevio dovuto alla Reg.a Corte,stante la morte di D. Agostino Laudati suo padre seguita a’ 22 9bre 167[1] perli feudali delle Terre di Marzano, e Marzaniello, ut in regestro Signif.m Relev.m75 al 211; et riconosciuto d.° regestro, da quello appare, che d.i D. 325, tt.s 3.9di Relevio si composero cioè D. 318.19 per lo [sempio], e li restanti D. 7.2.10per [pena] dopo presa l’informazione di detto Relevio, de’ quali duc.ti 318.19di [sempio] Relevio, ne spettarono cioè duc.ti 121.1.9 1/2 per Marzanello, e D.196.4.9 1/2 per Marzano.

Detta D. Giovanna Laudati per Regio Assenso de 8 9bre ||f. 12v|| 1685cedé la Terra di Marzano, unitamente con D. Domenico Mariconda suo figlioin benefido di D. Francesco Agostino Laudati, come dal d.° Cedolario f. 831 at°, dal quale D. Francesco Agostino Laudati è passata detta Terra di Marzanoin testa di altri, come da susseguenti Cedolarii. Essendo rimasta detta Terra di

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48 ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Intestazioni feudali, vol. 71, inc. 1047, ff. 12r-15r.49 ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Intestazioni feudali, vol. 71, inc. 1047, f. 18v.

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Marzaniello, come di sopra ho detto, in testa della sud.a D. Giovanna Laudati,per sua morte seguita a 13 Xbre 1706 li successe il sud.° D. DomenicoMariconda suo figlio, ed a’ 29 marzo 1719 fu spedita Significat.a di D. 8.2.9 acomplimento di duc.ti 128.2.9 contro d.° Ill.re D. Domenico Mariconda Ducadi Marzanello per tanti fu provisto significarsi nella discussionedell’Informazione del Relevio presentato per morte della sud.a Ill.e D. GiovannaLaudati sua Madre per li feudali di d.a Terra di Marzanello, ut in RegestroSignif.m Relev.m Provinciae Terrae Laboris [pmo] al 267, dal quale appare, ched.° Relevio di duc.ti 128.2.9 fu per [sempio] in duc.ti 124.1.5, e l’altri duc.ti4.1.4 per [pena] dopo presa l’informazione di detto Relevio. Si è prodotta Copiaestratta per il Mastro d’atti del S.R.C. Bonaventura Buonocore, ScrivanoFrancesco Lavitrano dalli fogli 558, e 783 del Processo di D. Pirro Pagano, edaltri d’Albito coll’Ill.re Duchessa di Marzano D. Giovanna Carafa, di fede fattaa 5 ott.re 1707 dal Notar d’allora della Reg.a Corte Pietro Colacino, e dal Notaredi questa fedelis.ma Città Nicola Antonio de Monte, qualm.te a 21 Agosto 1707nella [Rl] Cappella D. Nicola Mariconda Proc.re di D. Domenico MaricondaDuca di Marzanello tanto in proprio nome come Duca di detta Terra, quantoPadre, Balio, e legitimo Amm.re di D. Vittoria Mariconda de Sangro sua figliaBaronessa di Bugnara, Frattura, e Chiarano, ||f. 13r|| prestò il giuramento difedeltà, e Ligio Omaggio al Ser.mo Regnante di allora al 2 di questi Atti.

Se ne morì d.° D. Domenico Mariconda nell’anno 1720, essendosi per docu-mento prodotta fede dal Mastro d’atti della G.C. della Vic.a D. Michele Crispo,nella quale attesta, qualmente negli Atti del Preambolo del fu Duca di MarzanelloD. Domenico Mariconda esiste il suo Testamento estratto per Notar Gregoriod’Avantino di Napoli, chiuso a 30Gen.ro 1720, e dopo sua seguita morte aperto epubblicato nel dì [pmo] Agosto del med.mo anno 1720 al 10, e 11 di questi Atti. Eper fede del med.mo Mastro d’atti al 6 [costa] qualmente per Decreto di Preambolointerposto dalla d.a G.C. a 24 9bre passato l’Ill.re Duca di Marzanello perVincenzo Mormile fu dichiarato Nipote del fu Ill.re Duca di Marzanello D.Domenico Mariconda, come figlio primogenito della q.m Ill.re Duchessa D. VittoriaMaria Mariconda sua figlia ed erede del med.mo q.m Ill.re Duca D. Domenico ne’beni feudali vigore Legis investiturae, et cum beneficis legis, et inventarii.

Riconosciuto il Cedolario della Provincia di Apruzzo Citra, che va dal1732 avanti, in quello al 564 apparve che la sudetta Ill.re D. Maria Vittoria

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Mariconda de Sangro se ne morì a 18 marzo del passato anno 1759 e dalla G.C. della Vic.a ne fu dichiarato figlio primogenito, ed erede ne’ feudali vigore legisInvestiturae D. Vincenzo Mormile, il quale, con detta successione ottenne l’inte-stazione de’ Feudi di Bugnara, Frattura, e Chiarano in d.° Cedolario al 566.

Detta fu Ill.re D. Maria Vittoria Mariconda Duchessa di Marzanello, ed’altri Feudi, nel dì 19 Maggio 1734 per mezzo di D. Michele Mormile Ducadi Carinari suo Proc.re diede il giuram.to di fedeltà, obbedienza, Liggio (sic)omaggio, Ricogniz.ne di sovranità, ||f. 13v||ed ossequio alla Maestà del Re Carlo,oggi Monarca della Spagna, che Iddio guardi, come dalla fede fattane dal fuNotare della Regia Corte Fabio de Simone, e dal Notare di questa fedelissimaCittà di Napoli estratta dal sud.° Processo del G.C. di Pirro Pagano al 2 a t.°di questi Atti; Ed il sud.° Ill.re D. Vincenzo Mormile Duca di Marzanello permezzo del suo Proc.re [D.r] D. Mattia Guida sotto il di 25 Aprile del corr.teanno ha dato simile giuramento alla Maestà del Re nostro Sovrano, che Dioguardi, giusta la fede fattane dal [D.r] D. Giovanni Ranucci [Sec.lis] di S.M., eNotare della Reg.a Corte, e dal Notare di questa fedelissima Città di NapoliNicola Capone al 5.

Sicché dunque stando intestata detta Terra di Marzanello alla fu D.Giovanna Laudati come figlia ed erede del fu D. Agostino Laudati, col paga-mento del Relevio [sempio] in duc.ti 318.19, i quali furono ciè duc.ti 121.1.91/2 per Marzanello e [D.] 196, [tt.s] 4.9 1/2 per Marzano essendo passatadetta Terra di Marzano ad altri Possessori, succedé in d.a Terra di Marzanello ad.a D. Giovanna D. Domenico Mariconda suo figlio, col pagamento del Relevio[sempio] in summa di duc.ti 124.1.5.

A detto D. Domenico Duca di Marzanello si è giustificato, che sia succe-duto l’Ill.re Duca D. Vincenzo Mormile suo Nipote come figlio primogenitodella fu Ill.re Duchessa di Marzanello D. Vittoria Maria Mariconda figlia did.° D. Domenico, il quale D. Vincenzo è successore ancora ne’ feudali di dettasua Madre, il quale D. Vincenzo è successore ancora ne’ feudali di detta suaMadre, onde per d.a Terra di Marzanello devonsi in beneficio della Regia Cortedue Relevii, uno per morte di d.° D. Domenico seguita nel 1720, e l’altro permorte di detta D. Vittoria seguita nel 1759, e sopra questo ultimo Relevio sideve ancora lo ius [Tapeti], stante l’incorporaz.ne fatta in benef.° ||f. 14r|| dellaRegia Corte di detto deritto dal 1736 a questa parte atteso simile deritto sopra

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il sud.° Relevio del 1720 spetta all’Ill.re Gran Camerario di quel tempo, giustail determinato dal Tribunale con decreto del 18 Sett.re 1755 presso dell’Att.ioGennaro Albano.

Per morte del sud.° D. Domenico Mariconda seguita nel 1720 si dovriabonificare il Relevio anticipato del 1708 pagato per d.a Terra di Marzanello insomma di duc.ti 121.1.9 1/2, giusta la fede fattane per il m.° Razionale dellaReg.a Cam.a D. Nicola D’Aÿello al 7, ma comecché detto carico fu regalato anorma di Relevio pagato da D. Giovanna Giovanna Laudati per morte di D.Agostino suo Padre seguita nel 1671, quando dovea regolarsi a norma delRelevio pagato da D. Domenico Mariconda per morte di D. Giovanna suamadre seguita nel 1706, che importò per Marzanello duc.ti 124.1.5, e perciòessendosi per d.° Relevio anticipato pagati li sud.ti duc.ti 121.1.9 1/2, si restanoperciò dovendo per complimento di detto Relevio [D.] 2 [tt.s] 4. 15 [1/2], iquali pagati, che saranno, potrà bonificarsi d.° Relevio per morte di d.° fuDuca D. Domenico Mariconda.

Altro Relevio anticipato fu imposto nel 1743, 1746, e 1747, e quello fuesatto per la summa di D. 318.19 da Possessori di Marzano, e Marzanello, g.ala Certificat.a fattane dal M.co [Ra.le] D. Paolo Conti all’8; dallocché si crede,che tale carico per Marzano, e Marzanello fu regolato col sud.° Relevio del1671, e d.i D. 318.19 furono cioè D. 121.1.9 1/2 per Marzanello, e D.196.4.9 1/2 per Marzano, quando per Marzanello dovea farsi il carico anorma del sud.° Relevio del 1706 in summa de’ sud.ti D. 124.1.5, onde manca-no altri duc.ti 2.[2].15 1/2 per complimento di d.° Relevio anticipato dal 1743,1746 e 1747. Li quali devonsi sodisfare in beneficio della Regia Corte, qualesodisfaz.ne ||f. 14v|| fatta, potrà bonificarsi il med.mo Relevio per morte dellasud.a Ill.re Duchessa D. Vittoria Maria Mariconda de Sangro seguita a 18Marzo 1759; Per lo quale Relevio si deve in beneficio della Reg.a Corte lo jus[Tapeti] in summa di duc.ti 18.3.6 quale deritto per che dovea pagarsi a 19Marzo di corr.te anno 1760, anno e giorno dopo la morte della sud.a fu Ill.reDuchessa D. Vittoria Maria Mariconda de Sangro, partorisce perciò l’interessedi altre [g.na] 97; cosicché l’intiero debito dovuto dal sud.° Ill.re Duca diMarzanello D. Vincenzo Mormile per complimento di Relevio per morte di D.Domenico Mariconda suo Avo materno, e per complimento del Relevio permorte di D. Vittoria Maria Mariconda sua Madre, una col jus [Tapeti], e suo

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Capitolo primo

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interesse sop.a d.° ultimo Relevio ascende a duc.ti 25.2.14, i quali pagati, chesaranno in beneficio della Reg.a Corte, non incontro difficoltà alla domandafatta per parte di esso Ill.re Duca di Marzanello D. Vincenzo Mormile, ad inte-stargli la sud.a Terra di Marzanello, e colla med.ma sud.a tassa colla quale stadescritta la med.ma Terra in testa della fu Ill.re D. Giovanna Laudati; stantecchési è giustificato, che a d.a D. Giovanna nel 1706, col pagamento del Relevio perd.a Terra di Marzanello, succedé l’Ill.re Duca D. Domenico Mariconda suofiglio, al quale nel 1720 succedé l’Ill.re Duchessa D. Vittoria Maria Maricondade Sangro sua figlia, e per questa morte si deve discontare il Relevio anticipatodel 1708, per complimento del quale si restano dovendo li sud.ti duc.ti 2.[4].151/2, e lo jus [Tapeti] spetterebbe all’Ill.re Gran Camerario del tempo di dettamorte; alla quale Ill.re Duchessa D. Vittoria Maria nel 1759 è venuto a succe-dere l’Ill.re Duca di Marzanello D. Vincenzo Mormile suo figlio, al quale permorte di detta sua Madre si deve escomputare ||f. 15r|| il sud.° Relevio antici-pato del 1743, 1746, e 1747, il quale per che per d.a Terra di Marzanello fupagato in summa di duc.ti 121.1.9 1/2, quando dovea essere in summa di duc.ti124.1.5, si restano perciò dovendo i sud.ti duc.ti 2.4.15 1/2, una con duc.ti18.3.6 di jus [Tapeti] sopra il med.mo Relevio, e [g.na] 97 d’interesse spettantealla Reg.a Corte; onde ascendendo l’intiero debito ai d.° Ill.re Duca diMarzanello D. Vincenzo Mormile alli sud.ti duc.ti 25.2.14, questi pagati, chesaranno, se li potrà fare l’intestazione sudetta.

Chè quanto ho potuto riferire a V.S. alla quale resto facendo di[vot.]ma riv.a.Dalla Reg.a Cam.a della Sum.ria li 12.XI[...].1760

Die 17 Xbris 1760 Il R.le Gio. BrunoD.no Fisci Prõ. Die 18 decemb. 1760 Cardillo [...]»48.

L’intestazione feudale a Vincenzo Mormile ebbe luogo il 22 dicembredel 1760, come è registrato al f. 18v dello stesso incartamento dal quale hotrascritto il testo del documento appena riportato. Il passo saliente di taleintestazione è il seguente:

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50 L. GEREMIA DE’ GEREMEI, Vairano cit., p. 24.

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«Die 22 Xbris 1760.Visis Actis, Relationes Mag.ci Rationalis Commissarij R.i Cedolarij a’ fol.

12 ad 15, ac Instantia R.i Fisci d.° fol. 15. Intestatur Terra Marzanelli inbeneficium Ill.tris Ducis ejusdem terrae D. Vincentij Mormili (...)»49.

Il Duca Vincenzo Mormile sposò «Margherita de Guevara de’ Duchi diBovino e morì ai 28 aprile 1800 lasciando un patrimonio di duc. 484260»50

al figlio Michele, che fu l’ultimo Barone di Vairano e l’ultimo Duca diMarzanello.

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Capitolo primo

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Capitolo II

Marzanello moderna

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La buona sorte ha voluto che l’aspetto di Marzanello e il suo stato sociale,a partire dalla prima metà del secolo XVII, non siano ipotetici. Esistono,

infatti, numerosi manoscritti che ne contengono approfondite descrizioni. Traessi spiccano il manoscritto MS1 (Apprezzo del Feudo di Marzanello del 1725conservato nella busta 109 del Museo Provinciale Campano di Capua1) e i trevolumi (Atti preliminari e Apprezzo, Rivele e Onciario) che compongono ilCatasto Onciario di Marzanello degli anni 1741-1743 e che sono conservatinell’Archivio di Stato di Napoli (voll. nn. 590, 591 e 592), oltre, naturalmen-te ai registri conservati nell’Archivio Parrocchiale di Maria SS. del Monte chesi sono salvati grazie alla sensibilità culturale dell’attuale reggente, il Rev. Arc.D. Emilio Calce.

Il primo dei suddetti manoscritti, ossia quello definito MS1, è una copia,datata 22 giugno 1865 e redatta a Pietravairano, di un originale di ignota ubi-cazione.

Le notizie contenute nel documento, estremamente chiare e precise, ren-dono inutile e pretestuoso ogni ulteriore commento sulle evidenze del tempo.Mi sembra logico, pertanto, riportarne integralmente il testo, lasciando al let-tore le proprie conclusioni.

«||1|| APPREZZO DEL FEUDO DI MARZANELLO

||2||Copia dell’apprezzo della Terra di Marzanellocavata dal Processo intitolato:

Acta originalia accessus facti in TerraMarzanelli pro appretio ejusdem Terrae.

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1 Alcuni brevi stralci del MS1 sono stati già pubblicati da E. CALCE nel 1986, nell’opera Marzanello nella poli-croma sinfonia dei secoli con memorie di Vairano Patenora, pp. 87-97.

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Dominus Causae Commissarius Ill. Marchio Vallettae et Ioseph Lucini Regius Consiliarius

Imbrognus ScribaMagnificus Ioseph Carolus Custolus Actorum Magister

||3|| Pietravairano li 22 GiugnoMilleottocento sessanta cinque

All’Ill.e Marchese di Valletta Regio Cons.roSig.re D. Giuseppe Lucini Commissario

Die 9 m.e Ianuarii 1725 per M.cum I. N. D. Onofrium Parascandolo per meTabularium S. R. Cons.i.

Con Decreto del S.R.C. a relazione di V.S. in data de’ 3 di luglio 1722ritrovasi ordinato fra gli altri capi contenuti nel medesimo, procedersi alla ven-dita dei beni tanto burgensatici, quanto feudali ereditarii del quondam Ill.Duca di Marzanello D. Domenico Mariconda praevio appretio faciendo per unTavolario del S.R.C. eligendo praevia bussola ut fol. 466. Il detto decreto notifi-catosi a tutti gl’interessati fol. 472 a t.°, si procede alla elezione del Tavolario utfol. 473. Il Decreto suddetto poi dal S. R. C. a relazione di V. S. fu confirmato,ed ordinante (sic), che l’apprezzo sud.° si faccia con l’intervento del SignorCommis° in data delli 5 di Marzo 1723 ut fol. 520 e poi di nuovo confirmatoa 5 maggio del corrente anno 1724 ut fol. 695 - e procedutosi all’elezione suda

sortì la sorte a me sottoscritto e ne feci monizione, e quella notificata agli Maggi

Procuratori, e Curatore ut fol. 698. riferisco a V.S. come mi sono portato pressola persona di V. S. nella ||4|| Terra di Marzanello sita in Provincia di Terra diLavoro con l’intervento de magnifici Curatore e Procuratore nomine omniumcreditorum, ed altri, come dagli atti, e partitici da questa città, giunsimo perdistanza di miglia 32 nella detta Terra di Marzanello, e proprio nel PalazzoDucale da sotto. da Fraone dimorassimo per molti giorni.

Si conta detta Terra di Marzanello per fuochi diecidotto (sic) secondo l’ul-tima numerazione.

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Capitolo secondo

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La Terra suddetta si ritrova situata in una cima di montagna, e si ascendein essa per due strade, una, che circonda la montagna larga ed [agevola], e l’al-tra più commoda a salire a piedi, ed a cavallo, e viene la medesima Terra adesser quasi di figura rotonda, senza mura attorno, ed è situata verso mezzogior-no in da cima di monte in luogo alquanto pendinoso, tenendo dalla parte disotto tutti i territorii piani seminatorii, scampii ed in alcun’altri alberati conpioppi, olmi, ed in parte alberati con cerque, e nel scoscese di di monti, vi sonomolte colline e territorii pendinosi alberati con cerque per uso di pascolo, e prin-cipiando ad entrare in essa Terra per una strada verso mezzo||5||giorno, e peraltre strade fra mezzo di essa si va ad sito al quanto pendinoso, ove è un edificioantico di una Torre diruta, qual’era per uso di carceri, e nell’entrare in essa s’in-contrano molte altre stradette fra mezzo, che conducono alle abitazioni dei citta-dini di essa Terra, e sono fabbricate tutte di pietra viva, e parte di esse sono adue solari, e parte piane, tutte coverte a tetti, parte ad una penna, parte a due, etengono finestre, e porte a de strade.

Ritrovasi la Terra suda di Marzanello esser di buonissimo aere così intempo d’està, come in tempo d’inverno per ritrovarsi situata, e posta in luogoeminente, apparendo ciò dagli territorii piani, che sono di sotto, e per quelloanche apparisce dalla situazione della sua sommità, ed i cittadini di essa per-vengono a buona età, e si mantengono di buona salute per esser dominata, eventilata da tutte sorte di venti.

Per quello tocca al spirituale sta sottoposta a Monsignor Vescovo della Cittàdi Teano, quale sta distante da da Terra miglia cinque in circa.

In quanto al temporale sta sottoposta alla G.C. della Vic.a in gravame diprime, seconde e terze cause, e sta distante dalla città di Napoli ||6|| miglia 32.

Sta situata ed esposta a mezzogiorno verso le montagne, e da essa si ha la vedu-ta di molti territorii piani, montagne, mare di Montelagone (sic), ed altri luoghi.

Dalla meda Terra si ha la veduta della Terra di S. Felice, la quale sta situa-ta sopra una cima di monte della Terra di Roccaromana, della Terra di PietraMelara, della Terra di Riardo, della Terra di Torricella, della città di Teano,della Terra di Francolise, e diversi Casali di d.a Città di Teano; e voltando versoponente, si ha la veduta della Terra di Marzano, e suoi casali, e l’Osteria diCaianello, della Terra di Tora; e voltando verso Tramontana, si ha la veduta

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della Terra di Vairano, della Terra di Prata, e Pratella, della Terra di Ailano, edell’Abbazzia (sic) della Ferrara, della Città di Alife.

La Terra sud.a è poco popolata di gente vecchia, e quelli vi sono sia vecchi,giovani e figliuoli d’ogni età secondo la fede del Rev. Arciprete sormontano l’ani-me a num.o di 221, di forma, che per essere il luogo angusto non si vedono trop-pi edificii di case, bensì vi è un luogo avanti la Torre antica descritta, ove||7|| sipotrebbe fabricare, ed avanzarsi le abitazioni dei cittadini, ed i materiali dipietre, calce, legname, ed altro, si ritrovano nella stessa Terra.

Nella med.ma Terra non vi sono giardini, né territorii alberati di frutti;bensì alcuni ortilizi attorno per uso dei cittadini.

Al piano dei territorii di sotto vi è una fontana d’acqua perenne, di buonaqualità, ove le donne vanno a prender l’acqua per uso delle loro case, ed anco viè un pozzo sorgente.

Sta distante la Terra sud.a dalla Terra di S. Felice miglia tre in circa, dallaTerra di Roccaromana miglia 4 in circa, dalla Terra di Pietra Melara miglia 4in circa, dalla Terra di Riardo miglia 4 in circa, dall’Osteria di Torricellamiglia 7 in circa, dalla Città di Teano miglia 6 in circa, dalla Torre diFrancolise miglia 10 in circa, dalla Terra di Marzano miglia 4 in circa,dall’Osteria di Caianello miglio uno in circa, dalla Terra di Tora miglia 6 incirca, dalla Terra di Vairano miglio uno in circa, dalla Terra di Prata e Pratellamiglia 7 in circa, dalla Terra di Ailano miglia 5 in circa, dall’Abbazia dellaFerrara miglia due in circa, dalla città d’Alife miglia 12 in circa.

Gli cittadini d’essa Terra di Marzanello nella ||8|| maggior parte sonoBracciali, e vivono alla giornata, e commodamente, ritrovandosi la fatiga pertutto l’anno a coltivar’ i territorii parte proprii, e parte de’ particolari, e territo-rii della Ducal Corte, e ciascuno d’essi per poveri, che sia, possiede territorii,case, bestiami, cioè Bovi, Vacche servibili per lavorare, Giumente, Cavalli,Somari, Porci, Pecore, e Capre, ed anche un’altra parte d’essi cittadini sono per-sone civili, e vivono di loro Entrate, possedendo territorii, case, e tutte sorte diBestiami, servendosene così per uso proprio, come per industria di vendere.

Sono i medesimi cittadini di non cattivo aspetto, e vestono quelli, che sonoBracciali tutti di lana, solo all’uso del Paese con ferraioli e cappelli, e vannotutti calzati, con calzette, e sempre alla rustica, e l’altra parte vestono di lana dimiglior qualità con calzoni, sciamberghe con cappelli, scarpe, e calzette all’uso

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di Napoli, e le Donne vestono alla lunga con gonne di panno di lana secondol’uso del Paese, e dormono sopra sacconi, e materassi di lana. Le Donne sud.eattendono al loro esercizio di tessere, filare, cuscire e fare calzette.

Vi sono in d.a Terra persone civili, ed artegiani cioè scarpari, fabricatori, cuscito-ri, Barbiero e Maestro di Scuola, il quale viene soddisfatto da ||9|| Padri de’ figliuoli.

Nella Piazza di d.a Terra vi è il macello ove si taglia carne porcina e peco-rina, però non in tutte sorti di tempi, e bisognando agli cittadini carne vaccinala vanno a comprare nella Terra di Vairano, Terre più convicine, e si vende aragione di grana 6 il rotolo, e bisognandogli oglio, sale, formagio, ed altro, locomprano parte nelle Terre più convicine, e parte nella stessa Terra di Marza-nello ove vengono i forastieri a vendere, ed i cittadini sud.i panettano nelle caseproprie, tenendo ciascheduno la commodità del forno.

Vi sono in d.a Terra molte para di Bovi de’ cittadini per uso di coltivare edarare i territorii, molti cavalli, e Giumente, e più animali somarini, pecorini,caprini e porcini.

Gli cittadini d’essa si crescono i Porci, e l’ammazzano a tempo solito peruso di loro case, ed in quanto al vitto si provedono da loro campi di grano, legu-mi, vino, ed altre vettovaglie: E per quello, che lor manca si servono di comprar-lo nelle Terre convicine: e quello, che lor sopravanza, lo vanno a smaltire in altreTerre, e luoghi, e nella Osteria di Caianello.

La maggior parte dei cittadini sud.i pos||10||siede territorii propri, e l’altraparte, che ne possedono poco, l’affittano da altri cittadini, e dalla Ducal Corte.

Gli territorii di d.a Terra in quanto al terrazio sono tutti piani, e produconograno, orgio, avena, fave, poco verdume; ed altre sorti di legumi e ne producono inbastanza, come pure i vini, se ne fanno a sufficienza, e lo smaltiscono e vendono.

Vi sono ancora alcuni territorii, nei quali vi sono piantati frutti per uso, e ser-vizio d’essi cittadini, ed in mancanza si comprano nelle Terre e luoghi convicini.

Nella Terra sud.a vi è caccia di lepri, caprii, cignali, ed anche di penne cioèmalarde, arciere, starne, malvissi, quaglie, ed altre sorte di volatili.

Si governa d.a Terra da un Sindico, un’Eletto (sic), un Cancelliero, e dueDeputati, i quali si fanno per pubblico Parlamento alli 8 di 7mbre di ciasche-duno anno, e nell’istesso tempo, che sono creati, se gli dà il possesso, e si fa l’elez-zione (sic) sud.a in questo modo. Il Sindico, Eletto, Cancelliero, e Deputati

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fanno la nomina, e la nomina sud.a per voce s’elige da’ cittadini, i quali eligonopoi il Giurato, ||11|| il quale attende al servizio di detta Terra, ed al serviziodella Ducale Corte, alla quale dalla Università, si pagano Duc.ti quattro l’an-no, ed al Cancelliero, che tiene i Catasti della Università si gli pagano Duc.ti trel’anno, ed i Deputati sud.i attendono a ponere le collette ai fuochi secondo il pro-prio avere, e pesi della Università, agli quali non se gli dà proius.ne veruna, ed ilSindico sud.° è franco di tassa.

Ha l’Ill.e Duca autorità di comandare cittadini con sodisfarli le loro fati-ghe, cioè per zappare, carlini due il giorno senza spese, e facendo le spese, gli dàun carlino il giorno; ed in tempo di mietere, se gli paga a ciascuno secondo escela voce de’ mietitori, avanzando però più di carlini due, e per il corriero perandar’ in Napoli carlini sei, e per andar’ in altri luoghi, gli paga a carlini due ilgiorno, per nettare l’erbe in campagna nel grano paga alle Donne solite andarvigrana sei il giorno, e la colazione la mattina, e per arare i territorii paga granasette, e mezzo, e le spese, senza però i Bovi, e quando arano con Bovi, se glipagano carlini cinque il giorno.

Vive l’Università sud.a per catasto pagando ciascun cittadino secondo il pro-prio avere, de’ quali se ne pagano i pesi sopra d.a Terra, come sono l’as||12||segnata-rii de’ fiscali, pesi forzosi, Predicatore, Corrieri straordinari, ed Instromentarii.

Gli cittadini sud.i pagano per ogni fuoco carlini 42 l’anno alla Reg.aCorte, come anche altri pesi straordinarii.

E dovendosi da me procedere alla recognizione de’ confini de’ territorii di d.aTerra di Marzanello per parte del Mag. Procuratore de’ Creditori, ritrovasi presen-tata istanza contenente diversi capi, fra’ quali, e proprio nel sesto si domanda, chei magnifici del Governo dell’Università di d.a Terra di Marzanello facciano fededescrivendo tutti i feudi confinanti con detta Terra ut fol. 7. su la quale ritrovasida V. S. ordinato decreto spedirsi gli ordini necessarii fol. 8.

Per parte del Mag.co Procuratore dell’Ill.e Duch.a di d.a Terra D.a M.aVitt.a Mariconda figlia dell’Ill.e Duca D. Dom.co ritrovasi presentata altraistanza che l’antecessori Duchi di Marzanello sono stati sempre nel pacifico pos-sesso, e legittimo possesso della Terra sud.a, suoi corpi, giurisdizione, e renditegiusta li suoi notorii confini, ed essendosene passato all’altra vita il d.° fu D.Domenico Mariconda Padre dell’Ill.e sua Principa[ta] con aver fatto un’as-ser||13||to testamento al quale impugnative s’abbia relazione, si è preteso, e pre-

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tende minus iuste cum reverentia dall’Ill.e D. Emilia Salernitano la sodisfazionedi alcuni legati a suo benefizio fatti ed altro; e comeché per parte delProcuratore de’ creditori si pretende accendere una lite de’ confini con l’univer-sità, e Baroni convicini, e per l’effetto sud.° ha presentato istanza, nella qualeha dimandato minus iuste repetita reverentia che s’intimino i Sindici, ed Erariidelle Terre confinanti, acciò comparissero avanti esso s.r Comm.o, e destininoperiti per la designazione dei confini, facendo istanza denegarsi l’udienza, etrepelli a limine iudicis il d.° Mag.co Procuratore ut fol. 9.

Per parte del Magn.co Curatore dell’eredità del defunto Ill.e Duca diMarzanello D. Dom.co Mariconda ritrovasi presentata altra istanza dicendo fragli altri capi bisognarvi fede giurata di Mag. del Governo di d.a Terra che dianonota distinta delle persone esperte, e pratiche di tutti i confini della medesimaTerra di Marzanello ut fol. 11.

Ritrovasi spedito ordine agli Mag.ci del Governo di d.a Terra di Marza-nello, che facciano fede descrivendo tutti i feudi confinanti con d.a Terra ut fol.20. quale notificatosi a Nicola de Sano Sindico, ||14|| e Dom.co Bilotta attesta-no come il territorio, ed il tenimento, e giurisdizione di d.a Terra di Marzanellosi dilata, e confina con gli infrascritti feudi, e Terre convicine cioè col feudo diVairano da una parte, col feudo di Marzano, con quello di Caianello, col terri-torio detto li Scarpari franchi nullius iuris dictionis, col territorio del feudo di S.Felice, e col territorio della Pietra Vairano ut fol. 21.

Il Mag.co Procuratore dei Creditori del d.o q.m D. Domenico MaricondaDuca di Marzanello ha presentata istanza dicendo come dovendosi procedereall’apprezzo della Terra sud.a in esecuzione dei decreti del S.R.C. per il qualeeffetto il S. Commissario si ritrova in d.a Terra, e per l’effetto sud.o si debbonoriconoscere i confini di esso, mentre il detto feudo confina con i feudi di PietraVairano, Vairano, S. Felice, Teano, Marzano, e Caianello, facendo istanza ordi-nare, che nel tempo di d.° apprezzo faciendo dal Tavolario eletto, si riconoschi-no, e descrivano con ogni chiarezza d.i confini con intendersi tanto gl’Erarii,quanto i Mag.ci del Governo di d.i feudi confinanti; ed a questo effetto destinar-si una, o due giornate; acciò quelli possano comparire determinatamente su lafaccia del luogo per la recognizione sud.a facendo ||15|| anche istanza, che dettaUniversità ed Erarii dei feudi confinanti destinino per ciascheduna due personeesperte ad assister a detta visione dei confini ut fol. 28.

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In dorso della quale istanza ritrovasi da V. S. interposto decreto in data de’30 maggio 1724. che citra pregiudizio delle ragioni d’ambe le parti i Mag.ci delGoverno delle Università di Pietravairano, Vairano, S. Felice, Città di Teano,Marzano e Caianello subito diano nota degl’Esperti de’ confini de’ territorii didette Università, e spedirsi gli ordini ut fol. 28 a t.°.

E speditisi gli ordini suddetti, e quelli notificati agli Mag.ci del Governo di dettaUniversità, i medesimi anno (sic) destinato persone esperte per detta visione de’ confini.

E primo degli Sindici della Terra di Vairano si sono eletti per esperti perriconoscere i confini di Vairano, e Marzanello i seguenti: Donato Geremia,Marco Ferlingiero, Francesco di Gio. Battista Geremia, Bartolomeo Zanfagna eGio. d’Aniello Geremia.

Dalla Terra di PietraVairano si sono eletti per esperti de’ confini tra dettaTerra, e Marzanello, e sono cioè: Francesco di Rita, ||16|| Donato di Rita,Matteo Picozzi, Marco di Riccio e Donato Catena.

Dagli Mag.ci del Governo della Città di Teano si sono eletti per esperti de’confini Gio. d’Andrea, Carlo Mone, ed Angelo di Menaco (sic) ut fol. 30.

Si spedisce consimile ordine agli Erarii delle sopradette Terre, che dianonota distinta degl’esperti pratici de’ confini di detta Università ed i medesimidanno nota distinta degli stessi esperti, come di sopra eletti ut fol. 32 e 33.

Si spedisce altro ordine agli Mag.ci del Governo dell’Università di dettaTerra di Marzanello, che facciano fede, e distinta nota delle persone pratiche ditutti i confini di detta Terra, come de’ territorii Baronali dentro detti confini, edi medesimi attestano come le persone pratiche de’ confini del territorio tenimen-to, e giurisdizione di detta Terra di Marzanello sono Pompilio Bracchino,Giovanni Campochiaro, Pietro Venditto, Giovanni Panarello, Carlo di Sano, edAndrea Campochiaro ut fol. 37:38. e per la recognizione de’ territorii dellaCam.a Baronale siti in territorio di Marzanello eligono i medesimi PompilioBracchino, e Carlo de Sano ut fol. 38 a t.°.

||17|| In dorso delle quali fedi ritrovasi da V. S. interposto decreto in datadel 31 Maggio del corrente anno 1724 ordinante farsi la recognizione dei confi-ni delle Terre suddette, e dei territorii della Cam.a Ducale dell’istessa Terra diMarzanello per me sottoscritto Tavolario eletto nella presente causa con inter-vento, ed assistenza di Pompilio Bracchino, e Carlo de Sano esperti eletti di con-

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senso delle parti, e similmente la recognizione di detti confini nella giornata diGiovedì, che sarà la prima di Giugno, e la recognizione di detti Territorii dellaCam.a Ducale la giornata di venerdì, e sabbato (sic), che sarà 2.a, e 3.a del stes-so mese d.° fol. 38 a t.°

In ubbidienza del riverito decreto di V.S. portatomi per primo nel luogodetto lo Perrone di Fenocchiara con l’intervento di Pompilio Bracchino, e Carlode Sano eletti per parte di detta Università di Marzanello, e con l’interventoanche di Marco Ferlingiero, Bartolomeo Zanfagna, Donato Geremia, Giovannid’Aniello Geremia, e Francesco di Gio. B.a Geremia esperti eletti dall’Universitàdi detta Terra di Vairano, ove principia a confinare la detta Terra diMarzanello con la Terra di Vairano, e camminando da detto luogo cima ||18||di monte, e calando verso basso come acqua pende si giunge al Perrone dellaRiella, e poi tira per sotto lo scrimone della Montagna di Marzanello Vecchio, eda detto scrimone calando verso basso anco per scrimone come acqua pende, aman destra vi è il territorio di detta Terra di Vairano, e come acqua pende aman sinistra è territorio di Marzanello, e tira sempre verso basso per collinettaalberata con cerque sin’ ad edificio diruto detto S. Mattiozzo accosto la stradapubblica, che conduce alla d.a Terra di Vairano; dal luogo sudetto salendo percollinetta anco alborata con cerque, e più salendo per una montagna asprissimadi pietre vive come acqua pende a mano destra, è territorio di Vairano, ed a mansinistra è territorio di Marzanello, e caminando si giunge nel luogo detto liMaiuzzi, e Perrone degli laterni, ove principia una muricina di pietre vivenominata la Corsa d’Orlando, e caminando per detta muricina di pietre perlungo tratto di cammino, e sopra detta montagna, si giunge nel suo principio dicalata, e poi calando verso basso come acqua pende a destra è territorio diVairano, ed a man sinistra territorio di Marzanello, si giunge nel luogo seu Pizzodel Monte nominato ||19|| lo Cauto di Pietro Parente sin’agli territorii pianicome acqua pende a man destra di Vairano, ed a man sinistra di Marzanello; dadetto mentovato luogo del Cauto di Pietro Parente calando verso basso per territo-rii alquanto pendinosi, e piani, si giunge ad un fosso, e caminando per detto fossoa dirittura, si giunge alla Strada Regia accosto alla Osteria di Caianello, da dettastrada caminando per una stradella, e lasciando la detta Strada Regia, si giungead un rivolo piccolo con acqua perenne nominato lo riozzo di Pietra Bianca, ovefinisce lo confine tra detta Terra di Marzanello colla Terra di Vairano, e principia

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a confinare la Terra di Marzanello con la Terra di Marzano così comunementedetto, e di consenso di tutti i sopradetti esperti.

Nel luogo sudetto ove principia il confine della Terra di Marzanello con laTerra di Marzano intervennero i stessi Esperti Pompilio Bracchino e Carlo deSano, e sopragiunsero gli Esperti dalla Università della Terra di MarzanoAntonio Lompari, ed Antonio Lescoppi, i quali uniformemente dissero, che inquel luogo principiava il confine nominato lo riozzo, e caminando per dettoriozzo per dove corre acqua perenne, si giun||20||ge ad un luogo detto loPioppitello, ove s’incontra la via pubblica nominata di Pietrabianca, ed ivi fini-sce lo confine della Terra di Marzano con quella di Marzanello, e principia aconfinare la detta Terra con la Terra di Caianello.

Nel luogo suddetto di Pietrabianca intervennero Bartolomeo d’Onofriello,Bartolomeo di Lubello, Clerico Tommaso Cipriano, i Mag.ci Governatore, edErario, esperti eletti da detta Terra di Caianello, i quali unitamente con gliesperti di Marzanello dissero, che ivi principiava il confine della Terra diCaianello con quella di Marzanello, da dove voltando a man sinistra per pochipassi per una strada pubblica commune, caminando si giunge ad un luogo dalquale voltando poi a man destra per un’altra strada, lasciando a sinistra i terri-torii di Marzanello, ed a destra i territorii di Caianello, e caminando per dettastrada alquanto tortuosa per luoghi piani, si giunge ad un luogo nominatoMano a destra Terra territorio di Caianello, ed a man sinistra di Marzanellonominato Pietrabianca, seguitando il camino, lasciano a sinistra territorii posse-duti dalla Chiesa di S. Pietro di Campa||21||gnola del Casale di Marzano inpertinenze de’ territorii di Marzanello ed a destra territorii posseduti dalSeminario di Teano in pertinenze di Caianello, e caminando in appresso perterritorii piani si giunge alla Strada Regia, lasciando a sinistra i territorii posse-duti da Francesco di Quarto in pertinenze di Marzanello, ed a destra i territoriidella Ducal Corte di Caianello, da detto principio di Strada Regia, come disopra poco prima nominata, voltando a destra, e caminando per detta strada perpochi passi, e poi lasciando la medesima a destra, si camina per sopra territoriipiani sino ad un fosso d’acqua, nominato la limatella, dal fosso sudetto cami-nando per sopra un limitone a sinistra territorii posseduti da Nicola Spasiano inpertinenze di Marzanello, ed a destra territorii posseduti da Bartolomeo

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Ceprano in pertinenze di Caianello, e passando più oltre tramezzando la stradapubblica, si giunge ad un luogo detto Crocevia del quondam Tomaso Cirelloalias Vidio, lasciando a sinistra i territorii del Mag.co Vincenzo Cirella, e terri-torii de’ Sarri in pertinenze di Marzanello, ed a destra territorii di Bartolomeod’Onofriello in pertinenze di Caianello, e poi caminando per territorii piani,passando per i territorii del quondam ||22|| Vincenzo Messolella, s’arriva perlinea retta e per luoghi piani nel luogo detto Eschetaure che divide i territorii didetto Mag.co Vincenzo; e appresso si giunge alla via publica, che va alla Terra diCaianello, e caminando per linea retta, trapassando detta via publica, si cala alRio d’acqua publica, e proprio alla limata di Tomaso Cipriano, dal medesimoRio, o limata caminando per diretto, si giunge al limitone del quondamSebastiano di Filippo, e proprio ove sorge l’acqua, e dal luogo sudetto caminan-do a dirittura per luoghi alquanto pendinosi, si giunge al pioppo nominato diCasa d’Adamo, e poi caminando per la Terra della Riccia, e Pastino di Casad’Adamo, si giunge al Rio publico per linea retta, dividendo i territorii di D.Fabio Rotundo, e proprio al limitone nominato la Taverna della Spade ove ter-mina il confine della Terra di Caianello con quella di Marzanello, e principialo confine del territorio nominato li Scarpari franchi.

Nel qual luogo intervennero Giovanni D’Andrea, Carlo Mone, ed AngeloMonaco Esperti eletti dall’Università della Città di Teano unitamente con i stes-si Esperti eletti per detta Terra di Marza||23||nello, dal qual luogo caminandoper un Rio Cupo nominato di S. Marco, e proprio per la Massaria detta delliStaoloni, ed in appresso caminando, si giunge nel luogo detto sotto lo Campa-naro, e poi si va sopra la Cappella di S. Marco, e caminando per linea retta, sigiunge alla via detta la Tenta, e si va ad uscire alli Pantani delli sfondati, ecaminando per i fossi si va ad uscire alla via publica, che conduce alla Terra diPietramelara, e proprio nel luogo detto lo fosso Raguso, e dal medesimo si tiraalla strada nominata S. Elena seu Fosso Mastro, così volgarmente detto, nelquale luogo termina il confine del detto territorio delli Scarpari franchi conquello di Marzanello, e principia lo confine della Terra di S. Felice.

Nell’istesso luogo intervenne Francesco Di Rita, Marco de Riccia, Donatode Rita, Matteo Picozzi e Donato Catena Esperti della Terra di S. Felice unita-mente con i mentovati Esperti della Terra di Marzanello, e caminando dalluogo sudetto, sempre per fosso, si tira al Rio detto della Parata, ove finisce il

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detto confine della Terra di S. Felice, così concordemente detto da detti Esperti, eprincipia il confine della Terra di Pietra||24||Vairano.

Nel luogo sudetto intervennero i stessi Francesco di Rita, Marco di Riccia,Donato di Rita, Matteo Picozzi, e Donato Catena Esperti dalla Terra diPietraVairano, ed anco i stessi Esperti eletti dalla Università della Terra diMarzanello, i quali unitamente dissero, che nel luogo sudetto del Rio dellaParata principiava il confine della Terra di PietraVairano con quella diMarzanello, e dal luogo sudetto e Rio di acqua pubblica nominato la Paratacaminando si giunge alla Terra del quondam Gio. Battista de Simone, al pre-sente posseduto dal clerico Beneficiato Giuseppe Montanaro, e va ad uscire allavia che conduce agli Calai, e caminando per detta via, e per un’altra via vecchiae per lo territorio della quondam Maria Campagnara, al presente posseduto daAndrea Campopiano a man sinistra in pertinenze di Marzanello, ed a mandestra pertinenze della PietraVairano, e caminando per detta via vecchia sigiunge al luogo detto lo Piro, e dal medesimo caminando per detta via vecchia sigiunge nelli territorii di Domenico Bilotta, e territorii della detta Chiesa Madredi Marzanello a man sinistra, e territorio di PietraVairano a man destra, e sigiunge nel luogo detto la Via del Pastinello, che divide lo Pastino di Canna-||25||longa, a man sinistra, e Nicola de Riccio, e va ad uscire alla via grande delRiozzo delle Pentime dal luogo sudetto, e per detta strada caminando, si giungead un’altra via detta di Campo di Puella, ove è una Cappella detta delle Veschesita in pertinenze della Terra di PietraVairano, e da detta via, e Cappella vol-tando a man sinistra, e caminando per detta via per pochi passi, si giunge alCerquito della Ducal Corte di Marzanello da dove poi salendo per la montagnacome acqua pende a sinistra di Marzanello, ed a destra di Pietra Vairano, sigiunge ad un sasso grande sopra la scoscesa della montagna, e dal medesimosalendo per la montagna asprissima di pietre, si giunge alla Cima di dettaMontagna detta lo Perrone della Fenocchiara primo confine descritto, ed ivifinisce il confine di detta Terra di PietraVairano con la Terra di Marzanello cosìconcordemente detto da tutti gl’Esperti eletti dalla Terra di PietraVairano, eTerra di Marzanello, e con detto circuito di miglia cinque in circa terminano iconfini della sudetta Terra di Marzanello.

Viene detta Terra di Marzanello ornata di due Chiese fra le quali vi è la

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Chiesa Madre sotto il titolo di S. M.a del Monte sita da sotto detta Terra ||26||verso Levante accosto la strada publica, per la quale si cala nei territorii, e s’en-tra in essa in una Nave coverta a tetti a due penne a destra vi è un altare conpittura sopra muro della B. Vergine, e Bambino, S. Francesco di Paola, e S.Sebastiano: appresso vi è un’altro (sic) Altare con quadro dipinto sopra muradella B.Vergine del Rosario, S. Domenico, S. Rosa, ed altri Santi, a sinistra vi èil Pulpito, Fonte Battesimale, e Sacrario, in testa vi è l’Altar Maggiore con can-dele e frasche con cona di legname dipinta e quadro dipinto sopra tela conl’Effigie della B. Vergine di S. Maria del Monte, S. Francesco d’Assisi e S.Giovanni. Appresso detta Chiesa vi è un’altra Nave piccola anco coverta a tetticon due Altari con candelieri, e frasche, e con figure della B. Vergine, Giesù(sic), ed altri Santi, sopra detta Chiesa vi sono due campanelle, e sotto il pavi-mento vi sono tre fosse; quale Chiesa Madre tiene d’ornamenti due Calici, conPatena d’argento con piedi di rame dorati, due Patene d’argento dorate, duePissidi d’argento con palio, e croce indorata con Crocifisso d’argento, tre Pianetedi diversi colori, due camisi, due messali, ed altre suppellettili.

Si governa detta Chiesa Madre da un sacerdote nominato Arciprete che sielige da Monsignor ||27|| Vescovo della Città di Teano, precedente esame, e con-corso, e con Bolla di Sua Santità.

Vi sono in detta Chiesa due Sacerdoti, e due Chierici.In detta Chiesa vi è una Confraternita del Corpo di Cristo, che in tempo

di processione i fratelli vanno vestiti con camisi bianchi, e senza mozzetti.In detta Chiesa si celebra la festa del Corpo di Cristo, in tempo opportuno

secondo quelle giornate viene nell’anno, facendo la processione per dentro dettaTerra con detta Confraternita, e Sacerdoti.

Alli 8 di settembre si celebra la festa di S. Maria del Monte, titolo di dettaChiesa Madre.

Possiede detta Chiesa Madre molti pezzi di territorii, e primo nel luogodetto lo Piro un pezzo di territorio di capacità di moggia 12.

Nel luogo detto delle Vesche un territorio in pertinenze della Terra dellaPietraVairano di capacità di moggia 3.

Nel luogo detto lo Paraviespo un pezzo di territorio di moggia 3.Nel luogo detto alle Case pente un pezzo di territorio di moggia 5.

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Nel luogo detto al Rivolo aggiunto un pezzo di territorio di moggia 5.||28|| Nel luogo detto lo Pantano del Monaco un pezzo di territorio di moggia 3.Nel luogo detto Campoferro un pezzo di territorio di moggia 5.Nel luogo detto alla Perazza un pezzo di territorio di moggia 5.Nel luogo detto alle Pierte più pezzi di territorio di moggia 20.Nel luogo detto S. Martino due pezzi di territorio di moggia 6.Nel luogo detto al Pagliarone tre partite di territorii in unum di moggia 5.Nel luogo detto le Pescarelle un pezzo di territorio di moggia 4.Nel luogo detto l’Acquarello moggia 5 di territorio.Nel luogo detto le Cese seu Corvara più pezzi di territorii di moggia 12.Nel luogo detto le Cerquelle più pezzi di territorio di moggia 10.In mezzo a detta Terra vi è un’altra Chiesa sotto il titolo di S. Nicola, e

viene coverta a tetti, in testa vi è l’Altare con quadro dipinto sopra tela con l’ef-figie di S. Nicola con custodia, candelieri, e frasche, con calice, Patena, messale,camise, ed una ||29|| Pianeta.

La Chiesa sudetta viene governata da un Prete Beneficiato e possiede lamedesima più pezzi di territorii, da’ quali ne percepisce da fertili ad infertilianni tomola quaranta di grano.

E sopra detta Chiesa vi è una campana.Da sotto la Terra suddetta vi è un’altra diruta sotto il titolo di S. Crastese

(sic), la quale veniva governata da un Prete Beneficiato, al quale se gli dà tomo-la dieci di grano l’anno sopra un territorio, e l’elezzione (sic) di dettoBeneficiato è Iuspatronato di detta Ducal Corte.

Possiede detta Ducal Corte da sotto detta Terra il Palazzo seu Castello2, ilquale son situato da sotto la medesima, e proprio nel luogo detto alle Grotte, e

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2 N.d.A. - Tale Palazzo deve identificarsi con il celebre “Palazzone” di Marzanello, le cui strutture più moderne,impiantate su antiche vestigia romane (Cfr. A. PANARELLO, M. DE ANGELIS, M. ZOMPA, La villa romana delPalazzone di Marzanello. Studio dello “status” reale superficiale, Vairano Patenora 1997), sono ancora osservabi-li, sebbene in parte deturpate da alcune discutibili ristrutturazioni, nel luogo oggi detto “al Palazzone” ma,anticamente e tradizionalmente “alle Rutti”, ovvero “alle Grotte”, proprio come indicato nel testodell’Apprezzo, che ne riporta la descrizione più completa e dettagliata fra quelle oggi note. Si osservi ancheche il toponimo “alle Grotte” è chiaramente collegato all’esistenza del criptoportico di epoca repubblicana.

Capitolo secondo

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nelli territorii piani, in un luogo alquanto più sublime d’essi, e consiste in unaporta tonda con alcune grade avanti di essa per la quale si entra ad una stanzacoverta a travi con finestra affacciatora alli territorii, quale conoscesi esser fabricaantica, a sinistra vi è altra parte per la quale si entra ad un’altra stanza in canto-ne ad uso di Torre con finestra affacciatora, quale stanza dall’occulare inspezioneconoscesi essersi fabrica nuova fatta dal quondam Ill.e Duca D. Domenico: ade||30||stra vi è porta per la quale s’entra ad una camera coverta a travi con fine-stra affacciatora, e da essa s’entra a due altre Camere simili, ed appresso si ritrovaun’altra stanza grande coverta a travi con finestre affacciatore, quali camere sonotutte anco coverte a tetti, e con finestre di castagno scorniciate, e con porte a duepezzi di legname di pioppo e guarnite di legname di noce scorniciate; quali stan-ze dall’occulare inspezione conoscesi esser state fatte da detto quondam Ill.e DucaD. Domenico. E ritornando in detta Sala vi è intelatura di tavole di noce per laquale s’entra ad un’altra stanza divisa con cancello di pioppo, ed appresso vi èporta per la quale s’entra in una camera coverta a travi con finestrini ad lumencon comodità di focolaro, e con intelaiatura di tavole per uso di riposto, anco conintelaiatura di tavole per uso d’Alcovo, che conoscesi esser fabrica antica, in testavi è porta per la quale s’entra ad un’altra stanza grande coverta a travi con fine-strino ad lumen, quale anco è coverta a tetti, e conoscesi esser fabrica nuova fattafare da detto quondam Ill.e Duca D. Domenico.

Ritornando nel largo avanti detto Palazzo a man destra vi è porta per laquale s’entra ad una stalla grande coverta a lamia situata sotto dette ||31|| stan-ze antiche, a sinistra vi è altra stanza per uso di pagliera, ed a sinistra dettoluogo appresso la porta di detta Sala vi è porta quadra per la quale s’entra adun’altra stanza coverta a travi con tetto sopra per uso di Cappella, dove vi èl’Altare con quadro di S. Nicola, qual’anco è fabrica fatta fare da detto quon-dam Ill.e Duca D. Domenico.

Avanti detta porta di Sala vi è fravicata grande, in testa vi è porta per laquale s’entra ad una stanza grande coverta a travi con commodità di focolaro edue forna per uso di cucina, accosto vi è grada di fabrica scoverta per la quale s’a-scende ad una camera coverta a tetti a due penne situata sopra detta cucina, qualeconoscesi esser fabrica nuova fatta fare da detto quondam Ill.e Duca D. Domenico.

Ed in questo consiste lo stato presente di detto Palazzo Ducale cioè l’anticoconsistente in una sala, due camere e stalla, ed il nuovo in sei camere, Cappella,

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Aria fravita (sic), cucina e camera sopra.Attaccato al sudetto si ritrova un grand’Edificio di fabrica nuova imperfet-

ta consistente in sette stanze terranee divise con archi di fabrica, e con vacui difinestre ad lumen dalla parte dei ||32|| territorii, e sopra di esse si ritrovano postii travi, ed in parte di essi posteci le tavole per doverci fare gli astrichi, senza peròd’esservi nessun segno d’astrichi buttati, e sopra delle medesime stanze terraneevi è la fabrica di sette altre Camere coverte a travi con tetti sopra con vacui diporte, ed archi di fabrica incontro, e verso altri territorii da dietro detto Pa-lazzo, quali stanze superiori vengono al piano delle stanze del Palazzo antico edin questo consiste lo stato di detto Edificio nuovo imperfetto.

Con quale vi va inclusa l’opera di legname di più pezzi, che si ritrovanoriposti nella sala di detto Palazzo, e sono cioè [:]

Due finestre di legname di noce guarnite d’avanti con fascie (sic), e fogliettescorniciate con ovolo, e pioppo da dietro con suo armaggio, croce, frontali, edinchiovatura larga ciascheduna palmi 4 1/4 alta palmi 8.

Una porta di legname di noce d’un pezzo guarnita davanti con fasce,fogliette, e scontri scorniciate con ovolo con armagio, inchiovatura, e barre dadietro larga palmi quattro alta palmi 8.

||33|| Otto altre porte di simile lavoro.Un balcone di legname di noce guarnito d’avanti con sei fascie (sic), fogliette, e

scontri con suolo, con inchiovatura, e pioppo da dietro largo palmi 6 - alto palmi 12.Due altri balconi di simile lavoro.Una porta di due pezzi di simile legname di noce guarnita d’avanti con sei

fascie (sic) fogliette, e scontri scorniciate, e pioppo da dietro spanellato con suoarmaggio, ed inchiovatura larga palmi 4 3/4 alta palmi 9.

Tre altre porte di simile lavoro.E dovendo procedere all’apprezzo del sudetto Palazzo così della fabrica

antica consistente in una sala, due camere, stalla, Pagliera, e detta fabricanuova perfezzionata (sic) consistente in sei camere, cappella, Aria fravita (sic),cucina e camera sopra, come della fabrica nuovamente principiata, e non com-pita, e di tutte le porte, finestre, e Balconi, consideratosi da me la qualità, equantità della fabrica antica, e fabrica nuova perfezionata, e da perfezionarsi,qualità e quantità delle porte, finestre e Balconi, e sua commodità, ed a quantode iure si deve considerare in simili apprezzi, valuto ed apprezzo il Palazzo

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sudetto Ducati tremilacinquecento||34||dodici. dico 3512.-Oltre al sudetto Palazzo possiede detta Ducal Corte gl’infrascritti corpi, e

descritti nella fede fatta dagli Mag.ci del Governo di detta Terra, e per far la diloro liquidazione si ordinò da V. S. al Cancelliero che faccia fede degli attualiSindici, ed Eletti, ed altri del Governo di detta Università, come anco agliMag.ci del Governo di detta Università, che facciano fede con distinzione ditutti i corpi feudali, e Burgensatici, Ius, ragioni, e preeminenze, che tiene, e pos-siede la Camera Ducale, e similmente che facciano fede, e descrivino i nomi, ecognomi degl’Erarii, che stati da dieci anni a questa parte, e similmente, chefaccino fede, e descrivino i nomi, e cognomi dei Sindici, ed Eletti di dettaUniversità da dieci anni a questa parte, e similmente facciano fede, e descrivanoi nomi e cognomi delle persone che anno (sic) amministrato la Mastrodattiadella Corte di detta Terra, e similmente che facciano fede, e descrivano tutti ifeudi confinanti con detta Terra, come anco facciano fede, e diano nota deiNotari naturali di detta Terra, ed altri Notari convicini, per mano dei qualidagli cittadini di Marzanello si anvi fatti Instromenti di compre, e vendite deiterritorii esistenti in detta Terra e similmente ritrovasi fat||35||t’ordine agliMag.ci del Governo della Città di Teano, e delle Terre di PietraVairano, S.Felice, Marzano e Caianello, che subito diano nota degl’Esperti de’ confini de’territorii dell’Università sudette con detta Terra di Marzanello, e che similmentei medesimi facciano fede, e diano nota distinta delle persone pratiche di tutti iconfini di detta Terra, come delle terre Baronali dentro i confini, quali fedi esi-bitesi dagli Mag.ci del Governo, si fe’ da me l’occulare inspezione sopra la facciadel luogo di ciascuno corpo con intervento di persone pratiche, e vecchie di dettaUniversità, ed esaminatosi da V. S. più testimonii, avendo perciò avuto riguardoa quello che ho osservato alle deposizioni dei testimonii sudetti, avuta mira alnumero dei fuochi, qualità dei cittadini, modo di vivere, ed a quello, che pre-sentemente rendono, ed in futurum possono rendere i corpi sudetti, anche ariguardo di quello, che mi sono estragiudicialmente informato da Sacerdoti edaltre persone di detta Terra timorate di Dio, secondo il mio obligo per assicurarmidella verità, tiro perciò l’Entrate degl’infrascritti corpi nelle seguenti somme [:]

In primo possiede la Ducal Corte il Ius della fida e forestieri degl’Erbaggi de’terri||36||torii proprii, e da’ territorii aperti fatta la raccolta, et relicto Ius civium.

Possiede anco la Mastrodattia delle prime, 2e e 3e cause civili, criminali et

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miste, il Ius della Bagliva, Portulania, pesi, zecca e misura.Quali corpi sono stati soliti darsi in affitto agl’Erarii pro tempore per

annui ducati 300. conforme si osserva dalle Patenti degl’Erarii esibite negli atti,ed al presente dal S.R.C. sono stati affittati per ducati 221 come dagli atti, eperciò potendosi con l’assistenza del (sic) avanzarsi detta rendita si tira la mede-sima da fertile ad infertile in annui ducati ducenti ottanta dico 280.-

Possiede anco detta Ducal Corte un’annuo (sic) censo di carlini 30 dovutoda Carlo de Sano sopra un territorio sito nel luogo detto alle Case Pente, qual’èpiano, seminatorio di capacità di moggia 9 [-] 3.-

Possiede anco un’altro (sic) censo d’annui carlini quattordici dovuto da Angeladi Padre sopra un territorio sito alle Case pente di capacità di moggia 30 [-] 1.2.-

Possiede detta Ducal Corte un Bosco nominato lo Cerqueto Lorenzo, qualeconfina con i beni di Giovanni Panarello, appresso col territorio, e con||37||fine dellaTerra della Pietra, e consiste in territorio pendinoso da sotto la montagna, ed albora-to con piedi di cerque di ghiande veraci, ed è di capacità di moggia cinquanta.

Possiede anco un’altro (sic) Bosco nel luogo detto le Cese seu la Radica confi-nante con i beni della Chiesa Madre, dall’altro lato con i beni di Pietro Zompa,ed altri confini, quale anco, è sito al piede della montagna, ed è territorio scosceso,ed alberato con cerque di ghiande veraci.

Nel luogo detto Corvara si ritrova un’altro (sic) pezzo di territorio alboratocon alcuni piedi di cerque confinante con i territorii della Chiesa Madre di capa-cità di mezzo mogio, e territorii della Terra di PietraVairano.

La rendita de’ quali tre corpi consideratosi da me la quantità delle ghian-de, e per quello si sono possute vendere, si tira da fertile ad infertile in annuiDucati cinquanta, da quali dedottine carlini quindici di cento dovuto allaChiesa di S. Biasio della Città di Teano restano 48.2:10.

Possiede anco detta Ducal Corte l’Erbaggio per uso di Pecore, e Vacche nellemontagne di detta Terra, i quali sono stati soliti vendersi come appare dal pro-cesso del primo volume della Eredità ||38|| la rendita del quale Corpo da me sitira da fertile ad infertile ducati Quarantacinque annui 45.-

Possiede di più detta Ducal Corte nel luogo detto la Perazza un pezzo diterritorio quale confina con i beni di Giovanni Panarello, i beni di AndreaCampopiano e Via publica, e consiste in territorio piano seminatorio di capacità di

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moggia 5 - che consideratosi da me la sua qualità, e quantità si tira la sua renditada fertile ad infertile per anni due stante che un’anno (sic) si semina, ed un’altro(sic) si fa maese in tomola dieci di grano dico tta 10.-

Nel luogo detto le Pierti possiede detta Ducal Corte un pezzo di territorioconfinante con i beni del Beneficiato della Chiesa di Marzano, i beni d’AnnaPerino, e strada publica, e consiste in territorio piano seminatorio di capacità dimoggia 4 che consideratosi da me la sua qualità, e quantità, si tira la sua rendi-ta da fertile ad infertile per anni due per tomola 8 di grano dico tta 8.-

Nel luogo detto lo Pagliarone possiede anco un pezzo di territorio confinan-te con i beni di Nicola Spasiano e Strada publica da due lati e dall’altro con ibeni degl’Eredi del quondam ||39|| Antonio Doce, e consiste in territorio piano,seminatorio di capacità di moggia 20 la rendita del quale da me si tira da ferti-le ad infertile per tomola quaranta di grano dico tta 40.-

Dall’altro lato di detta strada pubblica si ritrova un’altro (sic) pezzo di ter-ritorio anco nominato lo Pagliarone, quale confina con i beni della detta ChiesaMadre, i beni di Vincenzo Cirella, e due strade publiche, e consiste in territoriopiano seminatorio di capacità di moggia 4, e nel luogo detto Pagliarone o[T]rivice di S. Spirito vi è un’altro (sic) territorio confinante con i beni dellaChiesa Parrocchiale, da due altri lati con la Strada Regia, dall’altro lato con ibeni di Tomaso Cipriano, e consiste in territorio piano seminatorio di capacitàdi moggia 3 che in unum sono moggia 7 - che consideratosi da me la di loroqualità si tira la loro rendita da fertile ad infertile per due anni in tomola quat-tordici di grano tta 14.-

Nel luogo detto la limatella si ritrova un’altro (sic) pezzo di territorioquale confina col Rio d’acqua, e con i beni di D. Claudia del Pezzo, e territoriodi Caianello, e consiste in territorio piano seminatorio di capacità di moggiaotto, che ||40|| consideratosi da me la sua qualità e quantità si tira la sua ren-dita da fertile ad infertile per due anni in tomola sedici tta 16.-

Nel luogo detto lo porto si ritrova un’altro (sic) pezzo di territorio confi-nante con la strada publica con i beni di Vincenzo Cirella e Giacomo AntonioVenditto e consiste in territorio piano seminatorio di capacità di moggia dieci, econsideratosi da me la sua qualità, e quantità si tira la sua rentita (sic) da ferti-le ad infertile per anni due in tomola venti di grano dico tta 20.-

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Da sotto detto luogo nominato lo porto si ritrova un’altro (sic) pezzo di ter-ritorio nominato le Lenze di Patanaro qual’è diviso in cinque lenze mediante ifossi d’acqua, e confinante con i beni di Giacomo Antonio Venditto, ed altri fossid’acqua quali unitamente sono di capacità di moggia quattordici, che conside-ratosi da me la di loro qualità, si tira la rendita in fertile ad infertile per dueanni in tomola ventotto di grano tta 28.-

Nel luogo detto lo Ponte possiede detta Ducal Corte un pezzo di territorioconsistente in due lenze confinante con la via publica ed altri beni di dettaDucal Corte, e con i beni di Orazio Panarello, e consiste in territorio pianoseminatorio ||41|| di capacità unite di moggia tredici, che consideratosi da me laloro qualità, e quantità si tira la rendita del medesimo da fertile ad infertile perdue anni in tomola ventisei di grano tta 26.-

Nel medesimo luogo detto lo Ponte possiede un’altro (sic) pezzo di territoriodiviso anche in due lenze mediante lo fosso, e confina con la Via publica, edaltre Terre di detta Ducal Corte, e consiste in territorio piano seminatorio dicapacità unite di moggia dodici, la rendita del quale si tira da fertile ad inferti-le per due anni in tomola ventiquattro di grano tta 24.-

Poco discosto possiede anco un’altro (sic) pezzo di territorio confinante con lavia publica, da due altri lati con altri territorii di detta Corte, e consiste in territo-rio piano seminatorio di capacità di moggia nove, la rendita del quale si tira da fer-tile ad infertile per due anni in tomola diecidotto di grano tta 18.-

Possiede di più detta Ducal Corte nel luogo detto la Capozza un’altro (sic)pezzo di territorio confinante con i beni d’Orazio Panarello dall’altro lato con ibeni di Cecilia Venditto, dall’altro lato coni beni di Domenico d’Arezzo, e dal-l’altro lato con la via publica, e consiste in territorio piano seminatorio di capa-cità di moggia dieci, la rendita del quale si tira da fertile ad infertile per dueanni (42) in tomola venti tta 20.-

Nel luogo detto lo limitone dell’Aria possiede un’altro (sic) pezzo di territo-rio, che confina da un lato con i beni di Pompilio Bracchino, dall’altro lato coni beni degl’Eredi del quondam Carmino Campopiano, e dall’altro con altri ter-ritorii di detta Ducal Corte, e consiste in territorio piano seminatorio di capa-cità di moggia sette, la rendita del quale da me si tira da fertile ad infertile perdue anni in tomola quattordici tta 14.-

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Capitolo secondo

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Possiede anco detta Ducal Corte nel luogo detto lo Vallone un altro pezzodi territorio confinante con i beni del Rev.do Arciprete D. Tommaso Bianco, dal-l’altro lato con i beni di Diego d’Arezzo, con i beni della Cappella del SSmo

Rosario, e con altri beni di detta Corte, e consiste in territorio piano seminatoriodi capacità di moggia sette, la rendita del quale da me si tira da fertile ad infer-tile per due anni in tomola quattordici dico tta 14.-

Possiede anco un’altro pezzo di territorio dall’altra parte del Vallone, e con-fina da uno lato con i beni della Cappella del SSmo Rosario, dall’altro lato conla via publica, e dall’altro lato con i beni della Parrocchiale Chiesa di S. M.a||43|| del Monte, e consistente in territorio scampio piano seminatorio di capa-cità di moggia due, la rendita del quale da me si tira da fertile ad infertile peranni due in tomola quattro di grano tta 4.-

Nel luogo detto lo Boscarello possiede anco un’altro pezzo di territorio con-finante da un lato con i beni di detta Parrocchial Chiesa, dall’altro lato con ibeni di Pompilio Bracchino, e dall’altro lato con i beni di detto D. TomasoBianco, e consiste in territorio scampio piano seminatorio di capacità di moggiaquattro, la rendita del medesimo si tira da fertile ad infertile per anni due intomola otto di grano tta 8.-

Possiede di più detta Ducal Corte un’altro (sic) pezzo di territorio diviso indue partite da sotto, e sopra lo Palazzo confinante con i beni di Pompilio Brachino(sic), i beni di detta Corte, e consiste in territorio alquanto pendinoso seminatorio,e con alcune ceppe di spine di capacità di moggia nove, la rendita del quale da mesi tira da fertile ad infertile per anni due in tomola diecidotto tta. 18.-

Nel luogo nominato da sotto lo pizzo del Monte, possiede anco un’altro(sic) pezzo di territorio confinante con la montagna di Monterapillo, dal-||44||l’altro lato con i beni degl’Eredi del quondam Carmine Campopiano, edall’altro lato con la via publica, e consiste in territorio scampio piano semina-torio di capacità di moggia venti, la rendita del quale da me si tira da fertile adinfertile per due anni in tomola quaranta di grano tta 40.-

Possiede di più un’altro (sic) pezzo di territorio confinante con i territoriidella Terra di Vairano mediante lo fosso divisorio d’acqua qual’è diviso in seipartite con fossi fra’ mezzo, e consiste in territorio piano seminatorio di capacitàdi moggia ventidue, la rendita del quale da me si tira da fertile ad infertile per

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anni due in tomola quarantaquattro di grano (...) tta 44.-Da più da dietro la Taverna di Caianello possiede un’altro (sic) pezzo di

territorio confinante con due strade publiche, e con l’orto di detta Taverna, econsiste in territorio piano scampio seminatorio di capacità di moggia venticin-que, la rendita del quale si tira da fertile ad infertile per due anni in tomolacinquanta di grano tta 50.-

Di più s’aumentano altre tomola dieci di grano per l’ammessa dell’affittodel sudetto territorio tta 10.-

Possiede di più un’altro (sic) pezzo di territorio ||45|| diviso in due partiteaccosto la Terra del SSmo Rosario di Campagnola una confinante con la stradapubblica, e da due lati con i beni di detta Ducal Corte, e dall’altro lato con ibeni del SSmo Rosario, l’altra partita confinante con detta strada publica, i dettibeni del SSmo Rosario, e fosso d’acqua e consistono in territorii piani seminatoriidi capacità di moggia nove e mezzo, la rendita de’ quali da me si tira da fertilead infertile per anni due in tomola diecinove dico tta 19.-

Possiede ancora un pezzo di territorio detto la Starza che tiene in affittoAgostino d’Arezzo, e confina con la via publica da due lati, dall’altro con lo Riod’acqua dall’altro con i beni di D. Pascale Farillo, e consiste in territorio pianoseminatorio di capacità di moggia diecidotto, la rendita del quale da me si tirada fertile ad infertile per due annate per tomola cinquanta tta 50.-

Nel luogo detto lo giardiniello possiede anco un’altro (sic) pezzo di territo-rio detto la Starza, che tiene in affitto Silvestro d’Adamo; e confina da due laticon la Via publica, dall’altro con lo Rio d’acqua, e dall’altro lato con i Beni didetta Ducal Corte, e consiste in territorio piano seminatorio di capacità di mog-gia dodici, la rendita ||46|| del quale da me si tira da fertile ad infertile per dueanni in tomola trentatré di grano tta 33.-

Accosto al sudetto possiede un altro territorio detto Starza, che tiene inaffitto Matteo de Lillo confina da due lati con la via publica, dall’altro lato colsopradetto, e consiste in territorio piano seminatorio di capacità di moggia dodi-ci, la rendita del quale da me si tira da fertile ad infertile per due anni pertomola trenta di grano tta 30.-

Nel luogo detto le gliande piatte possiede un’altro (sic) pezzo di territorio con-finante con la via publica, lo Rio d’acqua, ed altri territorii di detta Ducal Corte,e consiste in territorio piano seminatorio di capacità di moggia cinque, la rendita

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Capitolo secondo

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si tira da fertile ad infertile per due anni per tomola dodici, e mezzo tta 12 1/2.-Nel luogo detto la Noce pizzotella possiede anco un’altro (sic) pezzo di ter-

ritorio detto Starza confinante con i beni del Beneficiato di S. Crastese (sic), eRio d’acqua, e consiste in territorio piano seminatorio di capacità di moggiacinque, ed accosto un’altro (sic) pezzo di territorio detto parimente Starza confi-nante con detta Ducal Corte, con la via publica, e con i beni di Giovanni deSano, e consiste in terreno piano seminatorio di capaci||47||[tà] di moggia quat-tordici, che in unum sono moggia 19 - la rendita de’ quali si tira da fertile adinfertile per due anni in tomola quarantasette e mezzo tta 47 1/2.-

Nel luogo detto la Pentima si ritrova un’altro (sic) territorio confinante coni territorii della Pietra, e via publica, e con il Bosco di detta Corte, e consiste interritorio piano seminatorio di capacità di moggia due, la rendita del quale dame si tira per due anni da fertile ad infertile in tomola cinque tta 5.-

Possiede anco un’altro territorio nel luogo detto Cicerale confinante con loCerquito di detta Corte, con la via publica, e con altri territorii di detta Corte,e consiste in territorio piano seminatorio, con alcuni alberi d’olmi piantati aglisuoi lati, ed è di capacità di moggia dodici, la rendita del medesimo da me sitira da fertile ad infertile per due anni in tomola trenta di grano tta 30.-

Possiede di più nel luogo detto Pietrabianca un’altro pezzo di territorioconfinante da due lati con la via publica, dall’altro lato con lo Riozzo d’acquadivisorio colla Terra di Marzano e consiste in territorio piano seminatorio scam-pio di ca||48||pacità di moggia trenta, la rendita del quale da me si tira per dueanni da fertile ad infertile in tomola sessanta di grano tta 60.-

Possiede anco la detta Ducal Corte sopra detta Terra una Torre di fabricaqual’era uso di carceri, come di sopra descritta, alla quale da me non si dà prez-zo veruno per esser diruta, e cadente.

Possiede anche la Ducal Corte una calcara da cuocer le pietre vive per fare lacalce situata da sotto detta Terra dalla quale per ogni cottura se ne ricava carlini tren-ta, come apparisce dalla partita di Banco della Pietà de’ 5 luglio 1723. 145 (sic). intesta del Magco Biase Imbrogno scrivano della causa fol. 594 Proc. Ereditatisquondam D. Dominici Mariconda, quale corpo da me si tira da fertile adinfertile per annui 6.-

In unum tutte le rendite di grano importano tomola settecentotredici, quali

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divise per metà sono tomola trecentocinquantasei, e mezzo, stante che i territoriisudetti un’anno (sic) si seminano, ed un’anno (sic) si fanno maesi, le quali tiratealla ragione di carlini 9 il tomolo secondo la coacervazione da me fatta in diver-si tempi sono stati soliti vendersi i sudetti grani, che alla detta ragione importa-no Ducati trecento venti 320.4.-

||49|| Sommano in unum tutte l’Entrate de’ sopradetti Corpi descrittiDucati settecentoquattro.3.15 [-] 704.3.15.

Dagli quali dedottone Ducati quindici 3.10 1/2 che si pagano ogni annoalla Regia Corte per l’A[...] tassata sopra detta Terra come dalla fede del Rileviodella Regia Camera in actis fol. 131- restano Ducati seicento ottantadue, grana4 1/2 689.04 1/2 (sic).

Quali entrate negli descritti corpi annunciate quantunque non avessero esi-bite fedi i Magci del Governo con distinzione de’ medesimi, e per sapersi se forseve ne fossero altri da me nel sopradetto modo descritte contenute, tirate e calcola-te nelle sudette somme così perché l’ho osservate con oculare inspezione sì ancoper essermi informato da persone esperte, e sacerdoti, con aver avuto ragione ditutte le scritture prodotte ne’ processi, considerate le deposizioni de’ testimoni esa-minati su la faccia del luogo, avuto mira, che in detta Terra si può andare conogni comodità, considerate le qualità della medesima, quantità e qualità deifuochi presentemente sono alquanto commodo, circuito d’essa, disposizione delsito, perfezione dell’Aere, qualità dell’acque, avuta mira della distanza tienedetta Terra dalla Città di Napoli per le sudette miglia 32, e dalla Città diTea||50||no miglia 6 in circa, e prenominati luoghi, ed alla qualità e quantitàdel Vassallaggio, giurisdizione d’essi, cognizione delle prime, seconde, e terzecause Civili, Criminali e miste, mero, e misto Imperio, cum gladii potestate,Banco di giustizia e quattro Lettere arbitrarie, e con tutte, e qualsivoglianoragioni, in qualsivoglia modo, che a detta Ducal Corte competono, e possonocompetere in qualsivoglia modo, e titolo de iure, et consuetudine, antiche pre-scrizioni, e possessione, anco servata la forma de’ suoi privilegii con tutti li pianiseminatorii, montagne ed ortolizii, Iuspatronato di S. Crastese (sic), ed altri Iusalla descritta rendita di essi Corpi, così per quello han dato per lo passato neltempo è stata posseduta da detto Ill.e Duca, e suoi antecessori, come per quello,che al presente danno, ed in futuro possono dare intrinsecamente a beneficio delDuca possessore, e considerato anco l’industria che dal Padrone vi si può fare col

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mantenimento di tutte sorti di bestiame di Pecore, Capre, Porci negli BoschiBaronali, avuta mira alla disposizione de’ predetti tempi, ed a quanto de Iure sideve considerare in simili apprezzi ho stimate perciò le sudette Entrate de’ mede-simi Corpi valutarle ed apprezzarle (51) alla ragione di ducati per cento, allaquale ragione del due per 100 importa di capitale ducati trentaquattromilaquattrocento cinquantadue - 34452:1:5.

Alli quali aggiuntovi il prezzo del Castello antico, fabrica nuovamentefatta fare dall’Ill.e Duca quondam D. Domenico Mariconda e degli lavori dilegnami di porte, finestre e Balconi, che importano come di sopra ducati tremi-lacinquecentododici [-] 3512.-

In unum importa il prezzo della mentovata Terra di Marzanello ducatitrentasettemila novecento sessantaquattro [-] 37964:1:5.-

Dal Mag.co Procuratore di D. Emilia Salernitani Vedova del quondamDuca di Marzanello D. Domenico Mariconda si è porretto a V. S. memorialecontenendosi nel medesimo, che fra’ legati contenuti nel Testamento del dettoquondam Duca a benefizio di detta sua Principale vi è quello del PalazzoBaronale, e quello delle cinquanta mogia di territorio contiguo a detto Palazzofabricato nella Terra di Marzanello nel luogo detto la Patenara con aria astrica-ta ad elezione di detta S.a D. Emilia, come appare dal Processo fol. 502 a t.; eperché in esecuzione dei decreti del S. C. si sta attualmente facendo l’apprezzo di||52|| detto feudo, ove a quest’effetto risiede detto S.r March.e Commissario,importa non meno a detta sua principale, che a tutti gli altri interessati si sap-pia con distinzione il valore di detto Palazzo e di dette mogia cinquanta di ter-ritorio, acciò riesca più facile, e senza imbarazzo la vendita del medesimo feudo,ed i Compratori, che vi vorranno applicare possano regolarsi nell’offerta, tantonel caso, che andassero compresi nell’offerta, che vorranno fare del detto Palazzo,e dette mogia 50 di territorio, quanto nel caso, che non andassero compresi, consupplicar V. S. degnarsi ordinare a me sottoscritto, che l’apprezzi separatamente,e nella relazione dovrò fare dell’apprezzo del detto feudo spieghi con distinzioneil valore del detto Palazzo, e del detto territorio di mogia 50.

Et a predictis non discedendo fa anco istanza, che si apprezzino con la stessadivisione tutte le porte perfezionate, che doveano servire per la nuova costruzionefatta da detto Ille Duca di fabrica, come appare occularmente ut fol. 24 acta accessus.

In dorso del quale ritrovasi da V. S. interposto Decreto in data de’ 30 del

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mese di Mag° del corrente anno 1724 ordinante, che citra pre||53||giudizio delleragioni delle parti, Io sottoscritto Tavolario del S. R. C. in tempo dell’apprezzofaciendo, riferisca ancora il dedotto nel mentovato memoriale ut fol. 24 a t.

E fattasi da me la dovuta monizione alle parti, la medesima ritrovasi noti-ficata agli Mag.ci Curatore, e Procuratore ut fol. 24 e t., et 25.

Dal Mag.co Procuratore dell’Ill.e Duchessa D. M.a Vittoria Mariconda si èpresentata istanza dicendo, che tra gli altri corpi devono apprezzarsi in dettaTerra vi è il Palazzo Baronale sistente fuori della Terra, e propriamente nelluogo detto alle Grotte, quale consiste in molte fabriche antichissime sopra lequali vi è qualche piccola riparazione, e fabrica nuova, e perché incombe ad essoMag.co Procuratore per servizio di detta sua Principale, che il Mag.co Tavolarioquale deve descrivere, ed apprezzare il Palazzo sudetto descriva quelle eranofabriche antiche da quelle sono riparazioni, e fabriche modernamente fatte conla loro destinazione, e giudizio del tempo da quando anno (sic) potuto esserstate fatte, facendo istanza ordinarsi a me sottoscritto, che l’apprezzo dovrò faredel detto Palazzo lo facci con distinzione di quello era||54||no fabriche antiche,e che poteva valere prima della morte del quondam D. Domenico Mariconda,da quello sono fabriche moderne fatto da esso quondam D. Domenico Ma-riconda, e ritrovasi notificata agli Mag.ci Curatore e Procuratore nomineomnium creditorum.

In dorso della quale ritrovasi da V. S. interposto decreto in data de’ 30 - delmese di Mag° del corrente anno 1724, che citra pregiudizio delle ragioni delleparti, io sottoscritto Tavolario nella presente causa eletto, in tempo dell’apprezzofaciendo riferisca ancora il dedotto in detta istanza.

In piede del quale fattasi da me la dovuta monizione e quella notificata aglidetti Mag.ci Curatore, e Procuratore nomine omnium creditorum ut fol. 26 e 27.

In ubbidienza dei quali due riveriti decreti di V. S. ordinantino a me sotto-scritto che dovessi procedere all’apprezzo del Palazzo, fabriche nuove fatte fare daldetto Ill.e Duca quondam D. Domenico Mariconda, ed opera di legname diporte, e finestre, come del territorio di mogia cinquanta accosto al detto Palazzo,il tutto con distinzione sono a riferire a V. S. che il ||55|| Palazzo sudetto anticocome di sopra descritto, fattesi da me le dovute riflessioni circa la qualità, e quan-tità della fabrica, quello valuto ed apprezzo per Ducati settecento dico 700.-

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E le fabriche delle nuove camere fatte fare da detto Ill.e Duca quondam D.Domenico, che sono unite al detto Palazzo antico, come anche le altre fabricheprincipiate accosto alle medesime, fattesi da me le dovute riflessioni circa la qua-lità, e quantità della fabrica, e legnami di travi, e tavole, valuto, ed apprezzo lemedesime per ducati duemilaseicento 2600.-

E tutte le porte, finestre e Balconi di legname di noce fatte fare dal dettoquondam D. Domenico, e riposte come sopra, fattesi da me le dovute considera-zioni circa la spesa occorsa così per legnami, chiodi, scire (sic), come per magiste-ro, si valutano per ducati duecentododici 212.-

E dovendo valutare le partite dei territorii di tomola 50 - attorno il dettoPalazzo Ducale, consideratosi da me la di loro qualità, si valutano per ducatiduemila duecento cinquanta [-] 2250.-

Dal Mag.co Procuratore dell’Università della Terra di Marzanello si ritrovapresentata istanza, dicendo come dovendosi procedere all’apprezzo del ||56||feudo sudetto con tutti i suoi corpi, e ragioni, che a quello si appartengono perl’indennità della medesima Università sua principale, ed affinché non sia pre-giudicata nelle sue ragioni, e corpi, che alla medesima spettano; imperciocché ilTavolario non avendo distinto le notizie de’ Corpi, e ragioni, che spettano adetta Università, o Barone, potrebbe facilmente nella relazione confondere lecose, e così apportar pregiudizio gravissimo ad essa Terra, e suoi cittadini, facen-do istanza darsi la providenza sopra alcuni corpi, prima possedendosi da dettaUniversità sua Principale la Montagna, e proprio quella su la quale sta edifica-ta la Terra sudetta ha la medesima sempre posseduto pacificamente e quietamen-te con tutte le ragioni, Ius, colla percezione de’ frutti, ed altri commodi, che daquella si possono avere, come sono le olive, che da tempo immemorabile, di cuiv’è memoria d’Uomo, si ritrovano piantate.

Di più vi fabricano i cittadini di continuo case, vi formano orti, si servonodella mortella, o sia lentisco, con venderlo, overo tagliarlo per uso di fuoco con isuoi sterpi, di modo che tutt’il commodo e frutto, che può ricavarsi dalla montagnasudetta intieramente ||57|| spetta a detta Università sua Principale - per tutte leparti, e luoghi di detta montagna, che anno (sic) il suo special modo, e sono cioè ilPerrone di Cescola Fieria, lo Perroncello, Grotta granarola, Cesa vitazza,Marzanello vecchio, il Torello, il Chiaio, la Valle, la Fravolara, le Campate, la

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Valle delli Crognali, e li Carpani foschi. E perché ha preinteso esso Comparenteche si voglia riferire nell’apprezzo sudetto, che la mortella, seu lentisco spetti allaCamera Baronale, e con ciò spogliarne essa università, che à (sic) sempre possedutaessa montagna come suo demaniale, non avendovi l’Ill. Barone altro uso, che quel-lo, che spetta a ciascun cittadino, facendo istanza, non procedersi all’apprezzo didetta montagna, non dovendosi annoverare fra i corpi del feudo.

Secondo fa istanza non doversi ne pure (sic) descrivere il presente, o dono,che alle volte dagl’Ill.i Duchi pro tempore si è esatto a forza da essa Università,e contro il dovere.

Terzo fa istanza riferirsi fra’ i pesi del feudatario, e possessore di detta Terraquello della buonatenenza per i corpi burgensatici così per quello che si deve perlo passato, come per quello si deve in futurum.

||58|| Quarto riferirsi la libertà nella quale sono i cittadini di portare learmi rusticali, come sono accetta, accettella, Ronca, zappa, e cose consimili, nonpotendosi proibire per disposizione di legge, tanto più, che con decreto d’esso S.March.e Commiss.° sta ordinato quod se abstineat.

Quinto riferirsi come ne’ territorii apatronati, e chiusi non si abbia ilPadrone ragione alcuna di fidare gl’animali d’Esteri.

Sesto fa istanza riferirsi ancora come i cittadini non possono essere forzatidi pigliarsi gl’affitti de’ corpi feudali, o burgensatici, ed avere le rendite per esat-te, o per quella somma che piacesse [al] Barone.

Settimo che ne pure (sic) possano esser astretti a nominare al Padrone ledue persone per l’Esercizio dell’Erariato, ne (sic) al pagamento di mercede alcu-na a’ medesimi, sicome si pretende dal Mag.co Curatore, non essendosi mai ciòpraticato, tanto più che ripugna ad ogni disposizione di legge.

Ottavo riferirsi, come il Padrone non può forzare i cittadini a fidarsi negliErbaggi feudali, se vi fossero, essendo obbligato ciascuno Barone dar l’uso dipascolo a’ cittadini affinché possano procacciarsi il vitto, et ne inermem vitamducant, et tanto meno possa forzare ||59|| i cittadini a fidarsi nei propri dema-niali d’essa Università.

E finalmente fa istanza osservarsi i decreti del S. C. su da esso S. Comm.°interposti gli anni passati a benefizio d’essa Università come dagli atti in Bancadi Priscolo, oggi S. Anello, presso lo scrivano d’Avino protestandosi il Comparente,

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che detto appresso, e relazione da farsi non debba portare almeno pregiudizio alladetta Università sua principale, ma alla medesima riserbi tutte, e qualsivoglianoragioni che in qualunque modo le spettano, e così dice, e fa istanza.

Et a praedictis non discedendo fa istanza riferirsi come al Padrone nonspetta ragione alcuna nell’elezione del Sindico, e dell’Eletto, ma si deve osservareil decreto del S. C. sopra il settimo Capo.

Qual’istanza si ritrova notificata agli Mag.ci Curatore e Procuratori.In dorso alla medesima ritrovasi interposto da V. S. decreto in data de’ 31

del mese di Mag. ° del corrente anno 1724, ordinante che citra pregiudizio delleragioni delle parti, a rispetto del primo Capo della mentovata istanza farsi l’ap-prezzo per me sottoscritto Tavolario del S. C. nella presente Causa praevia busso-la eletto dalle montagne nel medesimo primo Capo enunciate, ed a rispettodegl’altri Capis, Visis provisio||60||nibus expeditis per praefatum Illustrem Do-minum Causae Commissarium [gravaminum] dictae Universitatis sub die 23Xmbris 1719 in Banca Mag.ci Priscoli, ad praesens Mag.ci S. Anelli paenes scri-ba de Avino - fol. 41. expectetur exitus dicti iudicii, non impedito interimappretio earumdem [mirtuum] cum distintione ad finem providendi, et respectualiorum capitum in enunciata comparitione contentorum, sint salva Iura, siquae competent suprad. Universitati Marzanelli in alio iudicio, et petitio eiu-sdem Universitatis conservetur in actis pro futura partium cautela.

Et il decreto sudetto ritrovasi notificato a detto Mag.co Procuratore di dettaUniversità ut fol. 45 ad 47 a t.

In ubbidienza del quale riverito decreto sono a riferire a V. S. come conferi-tomi nella montagna ove sta situata detta Terra vi sono molti luoghi, ove nasconole ceppe di mortella, o lentisco sotto i nomi il Perrone di Cescola Fieria, loPerroncello, Grotta granarola, Cesa vitazza, Marzanello vecchio, il Torello, ilChiaio, la Valle, la Fravolara, le Campate, la Valle dei Crognali, e li Carpanifoschi, ed altri luoghi sotto varii nomi, ne’ quali, come sopra, vi si vedono nate ecresciue ceppe di mortella o lentisco, la fronda de’ quali raccolta è per uso dellaconcia delle coira ||61|| vaccine, e dovendo procedere all’apprezzo di luoghi ovenasce la detta mortella, o lentisco, consideratosi da me la loro quantità, avutaconsiderazione a quello è stato solito vendersi nei diversi tempi, ed a quanto deiure si deve considerare in simili apprezzi, la rendita de’ medesimi da me si tira

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da fertile ad infertile in annui ducati diecinove dico 19.-Quali calcolati alla ragione delli due per cento importa il loro capitale doca-

ti novecentocinquanta 950.-Quali Ducati 950 - capitale delle dette mortelle, o lentisco aggiunti agli

Ducati 37964.1:5 capitale della sudetta Terra in unum ascende la somma mede-sima a ducati trentottomila novecento quattordici. tt 1.5.

E questo è quanto mi è paruto riferire a V. S. alla quale facendo profondissi-ma riverenza le bacio le mani.

Napoli, 9 Gennaio 1725.D.N.S. Umil.mo, e divot.mo servitore

Onofrio Parascandolo Regio Ing.e e Tav.°

||62|| Littera A e t. Fascio 2 = Numero 16. Apprezzo di Marzanello =

La stalla della Taverna nuova larga palmi ventisei, lunga palmisessanta con pilastri per mezzo ed alta assai acciò ci venga unanuova pagliera».

L’altra documentazione manoscritta, ovvero quella che costituisce, nellasua totalità, il Catasto Onciario di Marzanello, come ho accennato nella pre-fazione, è stata studiata dal dott. Marco De Angelis che ha curato anche lestatistiche. I risultati di tale studio, che consentono di approfondire ulterior-mente le conoscenze sullo status generale della popolazione ed offrono undettagliatissimo ritratto della società del tempo, sono riportati nella seguen-te appendice.

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APPENDICE

IL BORGO MEDIEVALE DI MARZANELLO NEL SETTECENTO

ATTRAVERSO IL CATASTO ONCIARIO

di Marco De Angelis

Il catasto onciario costituisce una fonte indispensabile per lo studio diuna comunità1. Tale strumento di studio, a partire dagli Anni ‘30 del nostrosecolo, è stato utilizzato dalla moderna storiografia per ampliare le indaginisulla civiltà del Mezzogiorno d’Italia nel Settecento2.

La conoscenza del catasto onciario, infatti, consente di compiere unostudio su di una determinata comunità per quanto riguarda gli aspetti demo-grafici, la distribuzione della ricchezza, il possesso fondiario, i comportamentisociali, la stratificazione sociale e, in genere, favorisce le indagini a carattereantropologico e geo-ambientale. In definitiva, il catasto onciario, dopo un suoapprofondito studio, permette di ottenere un quadro completo della comu-nità analizzata. Come tutte le fonti, però, anche questa ha i suoi limiti, i quali,in parte, sono superabili tramite il confronto con altre fonti coeve.

Il catasto onciario fu disposto da Carlo di Borbone (per tale motivo èdetto anche «Carolino») con «Regal Dispaccio» del 4 ottobre 1740 e, in segui-to, fu disciplinato dalle Istruzioni emesse dalla Regia Camera della Sommariatra il 1741 e il 17423. Secondo le parole del Cervellino, il catasto «dell’Uni-versità altro non è che un libro, nel quale si scrivono tutte le persone, e benide’ particolari, e si apprezza il valore, e le rendite di essi; affinché (sic) secondopiù, o meno possiede, così prò rata contribuisca alli pesi universali»4.

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1 Cfr. P. VILLANI, Una fonte preziosa per la storia economico-sociale del Mezzogiorno. Il catasto onciario, in“Movimento operaio”, VI, n. 3, 1954, pp. 430-433.2 Cfr. G. POLI, Le indagini sui Catasti Onciari nella recente storiografia, in Il Mezzogiorno settecentesco attraverso icatasti onciari, Atti del seminario di studi 1979-1983, vol. I, Napoli 1983, (=MSACO83), pp. 77-105.3 Per un’approfondita analisi del catasto onciario Cfr. L. CERVELLINO, Direzione ovvero guida delle Università ditutto il Regno di Napoli, per la sua retta amministrazione, Napoli MDCCLVI; P. CUOCO, La funzione del catastoonciario attraverso la sua disciplina giuridica, in MSACO83, pp. 135-163. M. PALUMBO, I Comuni Meridionaliprima e dopo le leggi eversive della feudalità, ristampa Forni 1979, pp. 75-126. N. F. FARAGLIA, Il comune nell’ItaliaMeridionale (1100-1806), ristampa Forni 1984, pp. 229, 230.4 L. CERVELLINO, Direzione ovvero guida cit., p. 39.

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Il catasto dell’Università di Marzanello fu disposto col il Bando del 1°novembre 1741, recante, in calce, le firme del sindaco Nicola Adamo, del-l’eletto Lorenzo Zompa e del cancelliere Tomaso Bilotta.

Il Bando aveva il seguente testo:

[…] il presen.te Ba[n]no col quale in nome della M.S.Ordiniamo, e Co[m]mandiamo à tutte e singule p[er]sone diquales.si stato, grado, e co[n]ditione, che siano, domora[n]tied abbita[n]ti in qu[es]ta T[er]ra, ò che siano Cittadini, o chesiano forastieri della medesima, ed à chiu[n]q.e altro spetta,acciò dà il termine di giorni otto doppo la pubblicat.ne delpres.te Ba[n]no [...] ciascuna di essa debba formare rivela,distinta, lucida, chiara, ed jntiera se[n]za ma[ncan]za, nedifetto alcuno in cui si descriva il nome, cogniome, età, area,o altro esercizio, che ciascuno d’essi figli fà, come pure di altrep[erso]ne, che forse tenesse in sua casa servi, e serve, colnome, cogniome, e Patria di ciascheduna della med.ma.Dovendo similme.te nel jstessa rivela descriversi tutti li stabili,che nel tenimento di q[ues]ta T[er]ra ciascheduno di li [f. 2]Cittadini, e forastieri possiede, come sono case, vigne, oliveti[...].

La discussione delle rivele, presentate nei termini richiesti, sarebbeavvenuta nella casa di Tomaso Angelone, nel luogo denominato «LaCroce»5.

Dure sanzioni erano previste per coloro che avessero dichiarato il falso:

Qual rivela no[n] face[n]dosi, ò face[n]dosi ma se[n]za tuttala verità di sop.a espressata, oltre d’essere spergiuro ed jncorsoalla pena di falso, si precedera[sic] alla jncorporat.ne di tuttoquello no[n] rivelato, ò meno rivelato applica[n]dosi una

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5 ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI (=ASN), Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, fol. 2, 3.

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terza parte al denu[n]ciante, il quale sarà tenuto segreto, edaltro in beneficio di q[ues]ta Un[iversi]tà; e l’altra à beneficiodel Regio Fisco; oltre la pena di oncie d’oro 25 [...].6

Precedentemente, con il Bando del 6 novembre, al fine di dare inizioalla formazione del catasto onciario, era stato emanato un bando per la con-vocazione del Parlamento dell’Università al fine di:

eligere precede[n]te publico parlam.to sei persone no[n]ese[n]ti dalla Regia Giurisditione, cioè due del p.o ceto, altridue del mediocre, e li restanti altri due del jnferiore, che sianotutte e sei timorate di Dio[…]7.

I suddetti eletti dovevano conoscere minutamente il territorio inoggetto, i cittadini, i «forastieri», gli affari e gli scambi che praticavanoquesti ultimi e i possedimenti. Loro compito era quello di esaminare det-tagliatamente le rivele presentate dai cittadini. Tali caratteristiche doveva-no appartenere anche a quattro estimatori, eletti anch’essi, in pubblicoParlamento «due de quali siano Cittadini di questa T[er]ra, e dueForastieri delle T[er]re più vicine, li più pratici, e di conosciuta probità».Gli estimatori dovevano essere esperti del valore dei territori, delle «cose dica[m]pagna informati, e prattici al più che sia possibile delle Contrade deldi loro distretto», dovevano conoscere i proprietari dei vari territori e glieventuali affittuari8.

Il Parlamento avrebbe dovuto eleggere anche uno «scribente», incarica-to della stesura materiale del catasto.

Alla compilazione erano tenuti a partecipare anche due rappresentantidei «ceti ecclesiastici Secolare e Regolare in esecuzione del Concordato» stipu-lato con la Santa Sede9. I due «clerici» sarebbero stati nominati dal vescovo di

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6 ASN, Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, fol. 11 r.7 ASN, Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, fol. 4.8 ASN, Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, fol. 4 r.9 ASN, Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, fol. 6.

IL BORGO MEDIEVALE DI MARZANELLO NEL SETTECENTO ATTRAVERSO IL CATASTO ONCIARIO

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Teano con l’incarico di fare le rivele «di tutto quello, che così essi, come leloro chiese, monisteri, Benefizi, Badie, e luoghi pii Ecc.ci possedono»10.

Il Parlamento dell’Università, convocato l’8 novembre 1741, elesse inpubblica piazza i seguenti deputati ed estimatori:

— Orazio e Bartolomeo Panarello per il primo ceto;— Antonio di Chiello e Nicola di Sano per il secondo;— Pietro Cortellessa e Antonio di Lillo per il terzo;— Giovanni Campopiano e Giovanni di Sano quali estimatori cittadini;— Tomaso Prete e Tomaso Romano estimatori «forastieri», entrambi di

Vairano11.

Il vescovo di Teano nominò, contrariamente a quanto indicato dalle dispo-sizioni, il solo D. Giuliano Bianco di Marzanello per il ceto ecclesiastico12.

La presentazione delle rivele da parte dei cittadini iniziò il giorno 16novembre13 1741 e la discussione si protrasse fino al 30 giugno 174214.

Il quadro demografico, sociale ed economico della comunità diMarzanello nella metà del XVIII secolo, ricavato dallo studio del catastoonciario, è bene sottolinearlo, non è sufficientemente rappresentativo acausa dell’estrema esiguità della popolazione oggetto di studio e a causadegli errori di rilevazione commessi dai compilatori del catasto15.

Nel 1742, la popolazione di Marzanello ammontava a 185 unità,

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10 ASN, Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, fol. 6.11 I candidati furono eletti all’unanimità dai 21 intervenuti al Parlamento.ASN, Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, fol. 7, 7 r.12 ASN, Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, fol. 36.13 ASN, Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, fol. 8.14 Il Parlamento fu convocato ancora il 27 giugno 1742, per l’elezione di tre deputati e due estimatori che sioccupassero della discussione delle rivele dei sei deputati e due estimatori eletti nella tornata dell’8 novembre1741. I tre deputati eletti furono Paolo Colaccio, Andrea Venditto e Francesco Russo. I due estimatori eranoAndrea Campopiano e Tomaso Romano.ASN, Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, fol. 33, 34.15 L’esame del catasto onciario di Marzanello non ha permesso di eseguire un’indagine sul reddito, in quantospesso gli articoli catastali sono risultati lacunosi. Ciò, non permettendo una approfondita analisi del reddito dellevarie categorie sociali, ha impedito anche un confronto tra l’incidenza della proprietà privata e il reddito.

Capitolo secondo - Appendice

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distribuita in 41 fuochi, con una media di 4,5 unità per fuoco. Si trattava,dunque, di una comunità molto piccola e caratterizzata da forti vincoli diparentela.

La popolazione di sesso maschile, comprendente 93 individui, rappre-sentava il 50,3% dell’intera popolazione; quella femminile, che ne contava92, era pari al 49,7%. L’equilibrio tra i due sessi, che è in parte spiegabilecon la nominata esiguità della popolazione oggetto d’indagine, è anche benrappresentato dal tasso di mascolinità rilevato, pari a 101,1, che è al di sottodei valori normali, considerando tali quei valori che non vanno oltre i 105-106 maschi per 100 femmine. Tale rapporto, che alla nascita si aggira intor-no ai 105 maschi per 100 femmine, decresce con l’aumento della mortalitàmaschile in età più elevate16.

L’età media della popolazione risulta pari a 25,2 anni, globalmente gio-vane, con un notevole equilibrio, anche in questo caso, tra maschi e femmi-ne, 25,1 e 25,3 anni.

In effetti, tale dato ci viene confermato anche dalla classificazione peretà della popolazione. I dati raccolti, infatti, mettono in evidenza che il53,6% degli abitanti (precisamente 96 unità) aveva un’età compresa tra gli 0e i 20 anni. Di essi, ben 37 (20,7%) erano compresi nella fascia d’età che vada 0 a 6 anni. Sono da segnalare solamente 2 infanti, definiti nel catasto «infasce», di circa tre mesi; mentre, per quanto riguarda i limiti massimi di etàriscontrati, si registra una donna di 80 anni, tale Idice Montanaro17, e unuomo di 71, Nicola Vincenzo Adamo «sordo inhabile alla fatiga»18.

Per quanto riguarda lo stato civile, è da rilevare che l’età di matrimoniosi aggira tra i 22 e i 30 anni. Analizzando la popolazione a partire dai 18anni d’età, si possono registrare 17 celibi, tutti concentrati nella fascia d’età19-30 anni; 12 nubili, concentrate in prevalenza nella fascia d’età 18-29anni; 27 coniugati, a partire dai 20 anni19; 28 coniugate, a partire dai 20

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16 F. ASSANTE, Il Principato Citra e la Basilicata: le strutture demografiche, in Il Mezzogiorno settecentesco attraverso icatasti onciari. Territorio e società (Atti del Convegno di studi, Salerno 10-12 aprile 1984), a cura di M. MAFRICI,Napoli 1986, (=MSACO86), p. 116.17 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 14.18 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 29.19 Tra i coniugati il più giovane è tale Virgilio Bracchino di anni 20, sposato con Rosa di Sano di anni 22.ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 15.

IL BORGO MEDIEVALE DI MARZANELLO NEL SETTECENTO ATTRAVERSO IL CATASTO ONCIARIO

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anni; 2 soli vedovi; 10 vedove, a partire dai 29 anni, di cui ben 8 concentra-te nella fascia d’età 29-50 anni.

La media dei componenti per famiglia, 4,5 unità, rientra nei valorinormali dell’epoca. All’interno di tale rapporto è possibile individuare unadimensione minima (1 unità in 8 nuclei) e una massima (13 unità20 in unsolo nucleo).

Per un’analisi più completa dei nuclei familiari dell’Università diMarzanello è stata adottata la seguente classificazione: solitari, famiglianucleare, famiglia allargata, famiglia multipla, famiglia complessa21. Sulle 40famiglie22 oggetto dello studio troviamo 8 solitari (20%), 22 nuclei apparte-nenti alla classe della famiglia nucleare (55%), 2 alla famiglia allargata (5%),2 alla famiglia multipla (5%) e 6 alla famiglia complessa (15%).

I limiti del catasto onciario utilizzato come fonte demografica sonostati più volte evidenziati dalla storiografia. In particolare, sono stati messiin rilievo la sottoregistrazione dei fuochi fiscali rispetto a quelli reali e l’in-completezza del catasto nell’elencare i singoli componenti del fuoco, soprat-tutto per quanto riguarda il sesso femminile. Tali limiti possono essere, inparte, superati facendo ricorso ai dati che emergono dall’esame degli Statidelle Anime compilati dagli ecclesiastici ed inseriti negli Atti preliminari.

Lo Status Animarum di Marzanello, inserito negli Atti Preliminari, fu

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20 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 35.21 La seguente classificazione risponde all’esigenza di studiare dal punto di vista demografico la struttura familiaredella realtà oggetto di studio. A tal fine, si è utilizzata la classificazione proposta da Domenico Ruggiero:A- Solitari: 1)Solitari (vedovi/e o celibi/nubili).B- Famiglia nucleare semplice: 1)M+F; 2) M+F+figli non sposati o vedovi; 3) Coniuge superstite+figli non sposatio vedovi.C- Famiglia allargata: 1) M+F+genitore superstite; 2) M+F+genitore superstite+figli di M+F; 3) M+F+figli+fratellicelibi o vedovi di M e/o F; 4) Vedovi+figli+fratelli celibi o vedovi del vedovo; 5) M+F+fratelli celibi o vedovi; 6)Solitari+fratelli celibi o vedovi.D- Famiglia multipla: 1)M+F+figlio o figli sposati (con eventuali figli) o vedovi; 2) M+F+fratello e/o sorella sposa-ti (con eventuali figli).E- Famiglia complessa: rimanenti casi.D. RUGGIERO, Casi di famiglia estesa. Cicerale, in MSACO86, p. 238.22 La discordanza tra i fuochi riportati dal catasto (41) e i nuclei familiari rilevati nello studio (40) è data dal fattoche D. Nicola Panarello, «suddiacono», nel catasto onciario risulta fiscalmente formante un unico fuoco, ma inrealtà vive con i familiari.ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 7, 48.

Capitolo secondo - Appendice

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compilato da Don Giovanni Bianco, nel 174223. L’analisi dello stato delleanime ci consente di individuare 36 nuclei familiari, i quali comparati ai 41fuochi fiscali desunti dal catasto danno uno scarto assoluto di 5 unità e unoscarto percentuale del 12,19%. È evidente che la sottoregistrazione, nel casodi Marzanello, riguarda le famiglie elencate dal parroco nello stato delle animee non i fuochi elencati nel catasto. Inoltre, per essere una comunità così esi-gua, uno scarto del 12,19% è abbastanza anomalo e sottolinea una maggioreattendibilità, nel nostro caso, della fonte catastale rispetto a quella curiale.

Per quanto riguarda gli effettivi della popolazione, lo Status Animarumelenca 182 individui, mentre il catasto ne elenca 185; se ne desume unoscarto assoluto di 3 unità e uno scarto percentuale dell’1,62%, valore que-st’ultimo quasi nella norma.

La media degli individui per i nuclei familiari risulta di 5,05 unitànello Status Animarum e di 4,5 unità nel catasto onciario.

Per quanto riguarda i due sessi è da rilevare che la fonte curiale elenca92 individui maschi e 90 femmine, quindi un maschio e due femmine inmeno rispetto alla fonte catastale.

Le età medie dei due sessi desunte dallo Status Animarum sono di 23,6anni per i maschi e 23,7 anni per le femmine, al di sotto delle età mediedesunte dal catasto, rispettivamente di 25,1 e di 25,3. L’età media comples-siva desunta dalla fonte curiale ammonta a 23,6 anni, mentre quella desuntadal catasto è pari a 25,2, con uno scarto, dunque, di circa due anni.

Dall’analisi comparata delle due fonti emerge evidente la maggioreattendibilità del catasto onciario, rispetto allo Status Animarum, come utilee più sicura fonte demografica. Tale caratteristica però, è bene ribadirlo, ha isuoi limiti nella scarsa rappresentatività statistica che ci offre il piccolo cen-tro di Marzanello.

Passando all’analisi delle singole classi sociali è possibile mettere inrilievo, attraverso l’esame dei singoli articoli catastali, il ruolo ed il peso eco-nomico svolto dalle singole componenti. Il catasto onciario opera una primaclassificazione attraverso la professione del capofuoco. Per tale ragione, èpossibile determinare le seguenti classi sociali:

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23 ASN, Atti preliminari, Marzaniello, vol. 590, foll. 18-22.

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1) bracciali: 19 fuochi (50,8%);2) campieri: 9 (34,6%);3) sacerdoti: 5 (12,2%);4) benestanti: 1 (2,4%);5) vedove: 3 (7,3%);6) scarpari: 1;7) vergini in capillis: 1;8) inabili: 1;9) assenti: 1.

La classe dominante è costituita dai cosiddetti bracciali, i quali secondoil Villari «costituivano la grande massa dei piccoli affittuari e dei lavoratori agiornata, impiegati in alcuni periodi dell’anno dai proprietari di terre noncoltivatori, dai massari e da coloro che prendevano «a gabella» la raccolta dideterminati frutti [...]»24. Di tale manovalanza agricola, inoltre, abbiamouna descrizione diretta fornitaci da Onofrio Parascandolo, il quale nel 1725curò l’apprezzo della Terra di Marzanello : «[i bracciali] vivono alla giornata,e commodamente, ritrovandosi la fatiga per tutto l’anno a coltivar’ i territo-rii parte proprii, e parte de’ particolari, e territorii della Ducal Corte, e cia-scuno d’essi per poveri, che sia, possiede territorii, case, bestiami, cioè Bovi,Vacche servibili per lavorare, Giumente, Cavalli, Somari, Porci, Pecore, eCapre»25.

Tale classe a Marzanello era dominante con 19 fuochi e un totale dicomponenti di 94 unità (50,8%), con una media di componenti per fami-glia pari a 4,9, lievemente superiore a quella generale, la quale, come predet-to, era pari a 4,5. La popolazione attiva era di 28 unità, con un’età media di33,8 anni.

La struttura familiare predominante è quella della famiglia nucleare (13sulle 19 complessive), composta di solito da una coppia con eventuali figli;

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24 R. VILLARI, Mezzogiorno e contadini nell’età moderna, Bari 1961, p. 74.25 ONOFRIO PARASCANDOLO, Acta originalia accessus facti in Terra Marzanelli pro appretio ejusdem Terrae, 1725, f. 8.

Capitolo secondo - Appendice

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l’unico caso di solitario riscontrato è di un tale Nicola di Petrillo Adamo, dianni 3026. Due casi riguardano la famiglia allargata e uno la famiglia multi-pla. Interessanti sono i due casi riguardanti la famiglia complessa, di cui unacomposta da 6 elementi, avente come capofuoco Francesco di Chiello ecomprendente anche la sorella della madre Porzia Todesco27 (questo è unfatto del tutto eccezionale considerate le modeste condizioni economiche);l’altra è formata dalle famiglie dei due fratelli Pietro e Giovanni di Bene-detto, per un totale di 13 componenti, di cui 9 bambini di età compresa trai 9 mesi e i 12 anni28.

La classe dei bracciali, ancora nel 1725, doveva sottostare ad una seriedi prestazioni nei confronti del Duca:

Ha l’Ill.e Duca autorità di comandare cittadini con sodisfarlile loro fatighe, cioè per zappare, carlini due il giorno senzaspese, e facendo le spese, gli dà un carlino il giorno; ed intempo di mietere, se gli paga a ciascuno secondo esce la vocede’ mietitori, avanzando però più di carlini due, […] per net-tare l’erbe in campagna nel grano paga alle Donne soliteandarvi grana sei il giorno, e la colazione la mattina, e perarare i territorii paga grana sette, e mezzo, e le spese, senzaperò i Bovi, e quando arano con Bovi, se gli pagano cinque ilgiorno29.

Nel Settecento, la retribuzione di due carlini al giorno, per la giornatalavorativa di un bracciante, era nella media retributiva del Regno di Napoliper tale categoria di lavoratori30. A tale retribuzione di un bracciante biso-gna aggiungere la mano d’opera femminile: «le donne erano infatti regolar-mente assunte per alcuni lavori nelle vigne, per la raccolta di frutti, oltre che

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26 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 29.27 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 11.28 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 35.29 O. PARASCANDOLO, Acta originalia cit., f. 11.30 G. DELILLE, Agricoltura e demografia nel Regno di Napoli nei secoli XVIII e XIX, Napoli 1977, p. 147.

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per trasporti, mentre svolgevano ancora una importante funzione con l’eser-cizio dell’industria domestica»31.

I bracciali erano tenuti al pagamento della cosiddetta «tassa di indu-stria», nella ragione di 12 once32.

Possedevano in totale 67,5 tomoli di terreno che rappresentava appenail 2,24 % della proprietà fondiaria complessiva (in media 3,75 tomoli di ter-reno a testa).

La suddivisione della proprietà fondiaria per tipo di coltura era la se-guente: 31,1% terreno «campestre»; 22,2% terreno di natura non specifica-ta; 35,5% «arbustato»; 6% «aratorio»; 3% castagneto; 2,2% boscoso. Alcunicittadini, come Francesco di Serio, Giovanni di Fusco e Nicola di PetrilloAdamo33 non possedevano «beni di sorta alcuna» ed erano, evidentemente,lavoratori che vivevano esclusivamente alla giornata.

Altri, invece, possedevano anche dai 10 ai 13 tomoli di terreno:Giovanni Campopiano, Lorenzo Zompa e Nicola di Sano34. Tra questi ulti-mi, il più possidente era Giovanni Campopiano, il quale aveva i seguentibeni:

Habita in casa propria : giusta i suoi finiPossiede un territ.o campestre di tt.a due, ove si dice S.Marco, giusta i beni del Cl.co Giuseppe Cardente, di D.Pascale Perillo, ed altri: stimata la rendita annui carlini otto;sono .....................................................................oncie 2.20Più un territorio campestre di tt.a dieci, ove si dice similm.e

S. Marci, g.a i beni di Vincenzo Cirella, di GeronomiCipullo, ed altri: stimata la rendita annualmente carlini tren-ta; sono ..................................................................oncie 10

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31 R. VILLARI, Mezzogiorno e contadini cit., p. 74.32 Erano tenuti al pagamento dell’imposta sull’«industria personale» i bracciali (12 once), i «campieri» (14 once) egli artigiani (14 once), erano esclusi dal pagamento i professionisti, i benestanti, le vedove e le «vergini in capillis».33 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 13, 18, 29.34 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 17, 25, 27.

Capitolo secondo - Appendice

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Più un territorio parte arbustato, e parte campestre di un tt.o;ove si dice S. Gio:, giusta i beni di Pietro Cortellessa, V. P., edaltri: stimata la rendita annui carlini quattro sono ....................................................................oncie 1.10Possiede di più una casa ed aja astricata [sic]: di niuna rendita

Sono in tutto oncie 3835

Di proprio, inoltre, i bracciali possedevano alcuni animali: 7 «bestiesomarine», 88 capre, 5 pecore, e 10 scrofe. Altri animali li possedevano a’ per-sonalia: 3 bestie somarine, 79 capre, 22 pecore e 3 «porci». Solamente pochis-simi capi possedevano a’ menando36: 3 bestie somarine. Tre famiglie non ave-vano nessun animale da quanto si ricava dall’analisi degli articoli catastali.Qualcun altro, invece, concentrava un gran numero di animali rispetto aglialtri braccianti. È il caso di Giovanni Borrello, il quale :

Habita in casa propria, giusta i suoi finiPossiede un territorio con alquanti arbori attorno di tt.a quat-tro, ove si dice la Nocella, giusta i beni di Paolo Colacchio, diGio: Zompa, e altri: stimata la rendita annualmente carlinitrenta; sono .............................................................oncie 10Più un territorio parte arbustato, e parte boscoso di un tt.o, emezzo ove si dice le Ciesi, giusta i beni di Nicola di Sano, diBartolomeo di Sano, ed altri: stimata la rendita annui carlini

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35 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 17.36 Il termine a’ menando deriva, secondo il Cervellino «dalla parola volgare, che i rustici sogliono dire menare libovi, cioè condurli, averne pensiero. E però dar li bovi a menando è l’istesso che darli al rustico, che abbia pensierodi menarli, custodirli e fatigarli. Se il rustico ne paga tutto il pedaggio, il bove va a risico, pericolo e fertuna delPadrone che dà il bove; e se paga mezzo pedaggio s’intende fatta società di perdere o avvanzare communemente laproprietà del bove, metà per ciascheduno».«Per li Bovi dati a menando, seu a pedaggio (…). Qui si deve avvertire, che li Bovi si danno a pedaggio in duemodi. Uno che anticamente si diceva a maneggio, che oggi si dice a tutto pedaggio. Ed è quando il Padrone ne esig-ge cinque, o sei tomola di grano, o più, o meno, secondo l’uso del paese, in modo di affitto (…). Ma quando si dàil Bove a mezzo pedaggio, all’ora si paga la metà del grano, cioè due tomola, o tre secondo l’uso di quel paese(…)». L. CERVELLINO, Direzione ovvero guida cit., pp. 60, 116. Cfr. anche R. VILLARI, Mezzogiorno e contadini cit.,pp. 104, 106.

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venti; sono ............................................................oncie 6:20Possiede una bestia somarina co[n] due mammini: stabilita larendita annui car: quattorici; sono .........................oncie 2.20Possiede capre sessanta: stabilita la rendita annui docati nove,sono .........................................................................oncie 15Possiede pecore cinque: stabilita la rendita car: sette, e mezzo,sono ......................................................................oncie 1:07Possiede scrofe seie: stabilita la rendita annui docati sei, sono .........................................................................oncie 10

Sono in tutto onc: 75:0737

Tale Giovanni Borrello, grazie alla rendita degli animali, era il piùbenestante dei bracciali, tenendo conto che pagava 45 once e 7 tarì dei beni,alle quali vanno aggiunte 30 once di industria personali e dei suoi due figli,per un totale di 75 once e 7 tarì.

È da considerare che sotto la denominazione catastale di bracciale veni-vano inclusi anche i pastori, nel caso specifico i cosiddetti «caprari», i qualivenivano coadiuvati nelle loro mansioni lavorative dai figli, anche in etàinfantile. Dall’esame degli articoli catastali è possibile individuare anchealtri tre pastori i quali, però, possedevano le capre prevalentemente a’ perso-nalia38. Due dei pastori non possedevano alcun terreno, mentre gli altri duesono nella media dei tomoli posseduti dalla classe bracciantile.

Alla categoria dei bracciali veniva computato un numero d’once pari a302, la loro quota di partecipazione al gettito dell’onciario ammontava dun-que al 6,02%.

L’altra classe di una certa consistenza è quella dei cosiddetti «campieri».Essa differiva da quella dei bracciali per il maggior livello economico e di

agiatezza raggiunto e può essere considerata come la nascente borghesia rurale39.

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37 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 14.38 Francesco di Serio possedeva 13 capre proprie e 33 a’ personalia; Giovanni di Fusco 23 capre a’ personalia;Pietro di Benedetto 21 capre a’ personalia.ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 13, 18, 35.39 F. TARTAGLIA, I Casali e la Terra di Mondragone nel catasto onciario del 1752, in “Civiltà Aurunca”, annoXIII, n. 35, Gennaio/Marzo 1997, pp. 28, 29.

Capitolo secondo - Appendice

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Molto significativa è la descrizione offertaci da Onofrio Parascandolo aproposito dei campieri: «sono persone civili, e vivono di loro Entrate, posse-dendo territorii, case, e tutte sorte di Bestiami, servendosene così per usoproprio, come per industria di vendere»40.

I campieri erano presenti a Marzanello con 9 fuochi e con un totale dicomponenti di 64 unità (34,6% dell’intera popolazione), con una media dicomponenti per famiglia pari a 7,1, di molto superiore alla media generale(4,5 unità). La popolazione attiva era di 21 individui, con un’età media di34,6 anni.

Le strutture familiari predominanti erano quelle della famiglia com-plessa e della famiglia nucleare semplice, costituite rispettivamente da 4famiglie sulle complessive 9 attribuibili ai campieri. Erano, quindi, famigliecomposte da una coppia di coniugi con numerosi figli (dai 4 ai 7), ai quali,di solito, si aggiungevano le famiglie dei figli con relativa prole. A volte, talinuclei contenevano al loro interno anche dei nipoti del capofuoco, talecaratteristica è riscontrata in due famiglie41.

La proprietà fondiaria dei campieri ammontava a 177,5 tomoli di ter-reno, che rappresentava il 5,88% di quella complessiva di tutte le categoriesociali elencate negli articoli catastali.

Possedevano in media 19,72 tomoli di terreno, cioè circa 16 tomoli inpiù rispetto alla media dei terreni posseduti dai bracciali. All’interno di talemedia è possibile rilevare un minimo di 3 tomoli e un massimo di 73. Laproprietà fondiaria dei campieri è così suddivisa per tipo di coltura: 35,5%arbustato, 31,1% campestre, 22,2% non specificato, 6% aratorio, 3% casta-gneto, 2,2% boscoso.

Il maggior possidente era tale Orazio Panarello, il quale aveva i seguentibeni:

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40 O. PARASCANDOLO, Acta originalia cit., f. 8.41 È il caso della famiglia di Andrea Campopiano con due nipoti e del nucleo familiare di Giovanni di Sanocon tre nipoti. È da rilevare che tali nipoti dovevano essere presumibilmente figli di un fratello scomparso delcapofuoco.ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 1, 22.

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Habita in casa propria giusta i suoi finiPossiede un territorio lavorandino di tt.a tre, ove si dice allaCappella, giusta i beni di Bartolomeo Panarello, e V. P. : sti-mata la rendita annui carlini otto: sono .................oncie 2.20Più un teritorio di tt.a due, ove si dice alla Nocella, giusta ibeni di Gio: Zompa, i beni di S. Maria della grazia, ed altri:stimata la rendita annui carlini tre: sono ...................oncie 1Più un territ.o campestre lavorandino di tt.a seie, e mezze, ovesi dice allo Vitraro, giusta i beni del Sig.r Duca di Cajanello, ibeni beneficiali di S. Sebastiano, ed altri: stimata la renditaannui car: venti: .....................................................onc: 6:20Più un territ.o lavorandino di tt.a sette, ove si dice alliMarauni, g.a i beni della Ven: Chiesa di S. Gio: di Vajrano,del Sig.r Vincenzo Cirella, ed altri: stimata la rendita annuidoc: quattro: sono ..............................................oncie 13.10Più un territ.o campestre di un tt.o, ove si dice S. Martino,giusta i beni della Camera Ducale di Marzanello, della Ven:Capp: del SS.o ed altri: stimata la rendita annui carlini tre:sono ..........................................................................oncie 1Più un territ.o arbustato di un tt.o, e mezzo, ove si dice alleCiesi, giusta i beni di Bartolomeo di Sano, di Gio: Borrello,ed altri: stimata la rendita annui carlini dieciotto: sono .........................................................................oncie 6Più un territorio campestre lavorandino di tt.a quattro, conedificio di casi, aja astricata ad uso di masseria, con alq.ntiarbori risati in quello sistenti, ove si dice Aia di Cella, [giusta]i beni di Bartolomeo di Sano, Via vicinale, ed altri: stimatoannui doc: quattro: sono ....................................oncie 13:10Più un territorio campestre lavorandino di tt.a quattro, ove sidice alla Corte di Piro, giusta i beni della Camera Ducale diMarzanello, di Bartolomeo di Sano, ed altri: stimata annual-mente la rendita carlini tre: sono ...............................oncie 1

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Più un territorio arbustato di tt.a tre; ove si dice Pastino bian-chino, giusta la v. p. […]: stimata annualmente la rendita car-lini quattordici: sono ...........................................oncie 4.20Più un territorio campestre lavorandino di tt.a tredici, ovedicesi alla Pesca, giusta i beni del Sig.r Duca di Cajanello, diAndrea Campopiano, ed altri: stimata la rendita annui carlinitrentacinque: sono .............................................oncie 11.20[…]Più se li aggiungono altre tom.a venticinque di t.r.io Camp.e

[…] sono ..........................................................oncie 33.10Più se li aggiungono altre tom.a tre di ter.io Camp.e […]sono ................................................................oncie 8:2042.

Il divario economico tra la classe bracciantile e quella dei campieri nonè solo imputabile alla maggiore estensione di terreno posseduta da questiultimi, ma anche alla maggiore possibilità di sfruttamento da parte dei cam-pieri dei mezzi di lavoro. In effetti, ogni campiere poteva contare sulla forzalavoro espressa dai cosiddetti «bovi d’aratro», in media circa 6,4 per campie-re, mentre i bracciali non possedevano alcun animale del genere per l’araturadel campo. I campieri possedevano 11 «bestie somarine», 95 capre, 62 peco-re, 15 «scrofe», 17 «porci», 58 «bovi d’aratro», 25 vacche e 3 tori. La mag-gior parte dei «bovi d’aratro» erano posseduti a’ personalia, mentre il pro-prietario, nella maggior parte dei casi, risultava la Duchessa di Marzanello.

Da un’attenta analisi degli articoli catastali si può affermare che ladenominazione di campiere era data esclusivamente a coloro che possedeva-no a vario titolo «bovi d’aratro». Era, quindi, il possesso di tali strumenti dilavoro che distingueva le due categorie di coltivatori della terra (bracciali ecampieri).

In effetti, nella classe dei campieri sono inclusi due tali, Marco Adamoe Francesco Russo, i quali erano tenuti a pagare rispettivamente 3 e 5,25

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42 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 30, 31.

IL BORGO MEDIEVALE DI MARZANELLO NEL SETTECENTO ATTRAVERSO IL CATASTO ONCIARIO

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once dei beni (tali valori erano al di sotto della media pro-capite pagata daibracciali); essi, inoltre, possedevano un numero di tomoli di terreno inferio-ri alla media pro-capite degli stessi bracciali; lo stesso discorso può esserefatto per il numero dei capi di bestiame posseduto. L’unico elemento che lidistingueva dalla categoria dei bracciali era il possesso dei «bovi d’aratro»:Marco Adamo ne possedeva 5 e Francesco Russo 12, entrambi ne avevano ilpossesso a titolo di a’ personalia43.

Del resto lo stesso Villari conferma che «la minore consistenza econo-mica della proprietà bracciantile rispetto a quella dei massari non risulta sol-tanto dalla diversa estensione media dei possessi fondiari, ma anche dal fattoche la mancanza di animali da lavoro costituisce un limite permanente dellaproprietà bracciantile e ne rende difficile la valorizzazione»44.

Il termine «campiere», utilizzato nel catasto di Marzanello, è, dunque,equipollente a «massaro di animali», termine quest’ultimo che designa unreddito derivante da «l’impiego di quella parte consistente del patrimoniozootecnico di cui dispongono («bovi», muli) nelle varie fasi del lavoro cam-pestre, nel settore dei trasporti»45.

Cinque campieri, sui nove complessivi, possedevano una masseria,«edificio di casi uso masseria», ubicata in pianura. Non è tale elemento unacaratteristica che contraddistingue la classe dei campieri, infatti nel catastosono indicate anche tre masserie attribuibili ai bracciali. La masseria, secon-do il Villari: «è un’unità economica capace, nella maggior parte dei casi, diuna produzione che supera il consumo familiare e che confluisce nelle fierecomunali e dei paesi vicini; in essa l’allevamento del bestiame (specialmentebuoi da lavoro) ha raggiunto una certa stabilità, poiché una parte della mas-seria è destinata costantemente alla produzione e conservazione del forag-gio»46. La parte della produzione eccedente il fabbisogno familiare è facilededurre che confluisse nei vicini mercati di Vairano, Pietravairano, Marzano

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43 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 12, 26.44 R. VILLARI, Mezzogiorno e contadini cit., p. 79.45 M. V. MAFRICI, La Calabria e le sue strutture socio-demografiche, in MSACO86, p. 143.46 R. VILLARI, Mezzogiorno e contadini cit., p. 76.

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e Teano, dato che il piccolo villaggio di Marzanello, per l’esiguità dellapopolazione, non poteva assorbire l’intera produzione agricola.

Il numero medio annuo pro-capite di once dei campieri è di circa 60. Sipassa da un reddito massimo stimato in 158 once e 25 tarì ad un minimo di17 once. In tale «unione d’oncie» erano incluse le cosiddette «oncie d’indu-stria», in media ogni campiere capofuoco pagava 27 once e 7 tarì, e, inmedia, circa 49 «oncie dei beni» (di cui un massimo di 144 e un minimo di3). Erano tassati per complessive 539 once, la loro percentuale di incidenzasul gettito dell’onciario era pari al 10,74%.

La proprietà fondiaria dei campieri è così suddivisa per tipo di coltura:41,13% territorio campestre, 30,42% arbustato, 20,3% «lavorandino»,6,48% non specificato, 1,7% boscoso.

La categoria degli artigiani è rappresentata a Marzanello da un unico«scarparo», tale Pietro Cortellessa47, di anni 50, il quale aveva una famiglia ditipo nucleare semplice, composta dalla moglie e tre figli, di cui uno, GiovanniBattista, era un bracciale. Possedeva, oltre la casa in cui abitava, due territori dicomplessivi 3,5 tomoli, 9 capre e 6 scrofe, in più possedeva una somara a’ per-sonalia. Pagava 14 once d’industria personale e 12 per il figlio bracciale. Leonce dei beni corrispondevano a 22 once e 7 tarì, di molto superiore allamedia dei bracciali e inferiore alla media dei campieri; l’unione d’once corri-spondeva ad un totale di 48 once e 7 tarì. È, quindi, una figura che si colloca,per il reddito pro-capite, tra i bracciali e i campieri.

Nel catasto è indicato un solo Benestante, definito con la dicitura «vivedel Suo»48, tale Bartolomeo Panarello, di anni 20, il quale viveva in unafamiglia di tipo nucleare semplice, composta dalla madre e due fratelli, dicui uno, Nicola, era suddiacono. Possedeva, oltre la casa propria, una masse-ria e 35 tomoli di terreno, molto al di sopra della media dei tomoli possedu-ti da un campiere (19,72), anche se è da rilevare che non era il maggior pos-sidente, ma nell’ordine risultava il terzo. Nonostante che nel catasto fossedefinito come benestante, categoria che non era soggetta alla tassa d’indu-

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47 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 34.48 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 7.

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stria, pagava lo stesso 14 once d’industria personale, 81 once e 20 tarì d’in-dustria dei beni, molto al di sopra delle once medie pagate dai campieri(49,02), per un totale di 95 once e 20 tarì.

Si trattava, in effetti, di una famiglia agiata che poteva anche permet-tersi, unico caso riscontrato nel piccolo centro di Marzanello, di mantenereed avviare agli studi ecclesiastici un proprio componente: «ove anche mini-me condizioni lo consentano, la famiglia, riscattata dal bisogno, tende adesprimere dal suo seno una persona che si avvicini alla cultura ed allaChiesa, mète spesso convergenti»49. La professione ecclesiastica di un mem-bro della famiglia consentiva a quest’ultima di godere di un certo prestigiosociale, in particolar modo nei piccoli centri, ove gli ecclesiastici eranodepositari della cultura e di notevoli patrimoni.

Le vedove e le vergini in capillis costituivano dei nuclei familiari auto-nomi di cui assumevano la figura fiscale di capofamiglia. Le vedove forma-vano a Marzanello 3 fuochi (7, 3%), con un totale di componenti pari a 7unità, cioè 2,3 componenti medi per fuoco. L’età media delle vedove capo-fuoco ammontava a 33 anni. Due famiglie erano di tipo nucleare semplice,mentre l’altra vedova era solitaria. Pagavano in media 3 once e 20 tarì. Laloro proprietà fondiaria era di soli 5 tomoli di terreno, cioè lo 0,16% diquella complessiva. Possedevano in media 2,3 tomoli di terreno, in granparte campestre. Avevano pochissimi animali, in genere utilizzati comemezzo di trasporto, 2 «bestie somarine», oppure come sostentamento ali-mentare, 3 scrofe.

L’unica vergine in capillis50 era Margherita Panarello51, di anni 11, laquale viveva con lo zio Orazio Panarello52, però ai fini fiscali formava unfuoco autonomo. Alla fanciulla, presumibilmente, erano pervenuti possedi-

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49 P. CUOCO, La famiglia: strutture, professioni, abitazioni. Il Principato Ultra, in MSACO86, pp. 107, 108.50 Venivano definite «vergini in capillis» le fanciulle di una certa età, le quali «per segno di illibatezza dovevanoportare i capelli raccolti e non scioglierli che il giorno delle nozze». P. UNGARI, Storia del diritto di famiglia inItalia, Bologna 1974, p. 79.51 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 42.52 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 30.

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menti lasciati in eredità dalla famiglia:

Possiede un comprensorio di casi superiori, ed inferiori dimembri quattro, in cui al pre[sen]te habita Maddalena Izzosua […], vita durante;Possiede un territorio campestre di t.a quattro, ove si dice laPesca, giusta i beni di Lorenzo Zompa, Orazio Panarello, edaltri: stimata la rendita annui car: dodeci: sono ...........oncie 4Possiede di più un territorio di tt.a seie, metà arbustato e metàcampestre ed masseria, aja astricata, ed altre comodità ove sidice la Corte del Piro, giusta i beni di Bartolomeo di Sano, diOrazio Panarello, ed altri: stimata la rendita annualmentedocati quattro; sono ...........................................oncie 13.10

Dunque, in totale possedeva 10 tomoli di terreno.Per tali possedimenti pagava un totale di 17 once e 10 tarì. Data la gio-

vane età è presumibile che la proprietà fosse amministrata dallo zio Orazio,il quale ne doveva sfruttare soprattutto la masseria.

Nel catasto è segnalato un solo Assente, tale Cosmo Zanfagna. In unanota è registrato come «all’Incurabili: ni si sa sè sia morto o vivo»53. TaleZanfagna possedeva 8 tomoli di terreno, parte arbustato e parte campestre,e «2 membri di casa», data in affitto per sei carlini l’anno.

Un solo Inabile è registrato negli articoli catastali, tale Nicola VincenzoAdamo, «sordo inhabile alla fatiga», di anni 7154. Ovviamente non pagava latassa d’industria, ma pagava 6 once dei beni per 4 tomoli di terreno e una«bestia somarina».

A Marzanello, la categoria degli Ecclesiastici comprendeva gli«Ecclesiastici Secolari Cittadini» e i «Forastieri non abitanti Ecclesiastici Se-colari», non erano presenti gli «Ecclesiastici Secolari forastieri abitanti», icappellani e i chierici.

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53 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 10.54 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 29.

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Gli «Ecclesiatici Secolari Cittadini» erano 5 e costituivano altrettantifuochi. Provenivano tutti da un’unica famiglia, la Biancho o Bianco, fattaeccezione per Nicola Panarello. Tre di loro vivevano da soli, mentre gli altridue vivevano con la famiglia d’origine. Il chierico D. Francesco Bianchoviveva con le quattro sorelle55, mentre D. Nicola Panarello, pur formandoun autonomo fuoco fiscale, viveva con la famiglia del fratello56. Tale catego-ria era esentata dal pagamento dell’imposta «fino a che la rendita loro nonsuperi la somma stabilita con la tassa diocesana»57. Essi erano proprietari di55 tomoli di terreno, corrispondenti all’1,82% della proprietà fondiariacomplessiva. I terreni erano così distinti per tipo di coltura: 33,6% terrenocampestre; 24,5% non specificato; 32,7% «arbustato» e 9,1% terreno «ara-torio». Erano tassati per complessive 99 once e 10 tarì58.

I Forastieri non abitanti Ecclesiastici Secolari sono presenti nel catastosolo per il pagamento della bonatenenza.

Tali ecclesiastici erano 9, appartenenti, per lo più, ai paesi finitimi:Marzano, Vairano, Pietravairano, Teano e Roccamonfina.

Tale categoria di ecclesiastici era tassata per complessive 411 once e 15tarì (pari all’8,19% del gettito complessivo dell’onciario), e soltanto per laparte relativa ai beni personali, mentre erano esenti dalle imposte i cosiddet-ti «Sacri patrimonij», i quali essendo «dotali» del sacerdote non potevanoessere alienati senza l’autorizzazione del vescovo della diocesi di Teano59.

Nel complesso, i loro possedimenti fondiari ammontavano a 197tomoli di terreno, 6,5% della proprietà fondiaria complessiva, i quali a lorovolta venivano distinti ai fini fiscali in: beni propri 161 tomoli e beni patri-moniali 36 tomoli.

Il maggior possidente era tale D. Giovanni d’Aponte (o de Ponte) diTeano, il quale possedeva 108 tomoli di terreno considerati ai fini catastalicome «beni proprij», e per i quali era tassato per 266 once e 20 tarì60.

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55 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 44.56 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 7.57 L. DAL PANE, Studi sui catasti onciari del Regno di Napoli. Minervino Murge, Bari 1936, pp. 24, 25.58 Nella rilevazione non sono stati calcolati i beni di D. Francesco Biancho, il quale morì durante la compilazionedel catasto, pertanto i redattori non lo inclusero nel computo finale.59 R. VILLARI, Mezzogiorno e contadini cit., p. 86.60 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 85.

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Nel complesso la proprietà fondiaria dei «Forastieri non abitanti Ec-clesiastici Secolari» era così suddivisa secondo il tipo di coltura: 92,4% terri-torio campestre; 6,1% non specificato; il rimanente 1,5% territorio arbusta-to o boscoso.

La categoria degli «Enti ecclesiastici» comprendeva le «Chiese, Cap-pelle, e Luoghi Pii di Marzanello» e le «Chiese, Munisteri, Beneficij, e Cap-pelle con Luoghi Pij Forastieri».

La prima categoria a Marzanello era rappresentata dalla sola Cappelladel SS. Corpo di Cristo, mentre la «Venerabile Chiesa di Marzanello» erainclusa nelle «Chiese, Munisteri, Beneficij, e Cappelle con Luoghi PijForastieri». La Cappella del SS. Corpo di Cristo possedeva 24 tomoli di ter-reno, di cui 2 tomoli erano incolti e i restanti 22 non erano specificati nelcatasto. Concedeva prestiti per un totale di 94 ducati. Non era tassata per-ché i pesi, che ammontavano a 100 once, assorbivano la rendita.

Nella categoria degli Enti ecclesiastici erano compresi le «Chiese,Munisteri, Beneficij, e Cappelle con Luoghi Pij Forastieri», i quali, secondoil Concordato, erano tenuti al pagamento della metà della tassa sui beni,cosiddetta bonatenenza61. Essi possedevano una proprietà fondiaria pari a603,5 tomoli di terreno, corrispondente al 20% della proprietà fondiariacomplessiva.

La maggior possidente di terreni era la «Venerabile Chiesa diMarzanello» con i suoi 118 tomoli di terreno, per i quali era esente dalpagamento della bonatenenza62. Tra le Chiese «forastiere» la maggior possi-

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61 Le «Chiese, Munisteri, Beneficij, e Cappelle con Luoghi Pij Forastieri» descritti nel catasto erano i seguenti:Chiesa di S. Giovanni Battista di Vairano, Capitolo «della Pietra Vairano», Chiesa di S. Pietro e Paolo di«Campagniola di Marzano», Cappella della Pietà di Campagnola, Chiesa di S. Giacomo Apostolo di «Casorcia»,Congregazione di «S.ta Maria della Pietà, e monte de’ morti di Tiano», Chiesa di «monte Vergine» di Teano, MensaVescovile di Teano, Chiesa di «Casale di Tiano», «Munistero de’ RR. PP. di Gierusalemme della Città di Capua»,Cappella del SS. Corpo di Cristo di Carbonara, Cappella di S. Maria del Carmine di Carbonara, Sacro Monte deiMorti di Marzano, Cappella del SS. Rosario di Campagnola, Capitolo della Città di Teano, Beneficio di S. Nicoladi Bari di Marzanello, Beneficio di S. Bartolomeo di Teano, Beneficio di S. Sebastiano di Marzanello, Beneficio«sotto il Tit.o di S. Pietro all’Esche», Seminario di Teano, D. Giuseppe Caldarone di Marzano, D. GiuseppePitocchelli di Marzano, D. Francesco Ceprano di Magnano, D. Giuseppe de’ Angelis di Magnano, D. NicolaPerrotta di «Rocca Monfina», D. Tomaso di Quattro di Magnano, D. Antonio Salvatore di Caianello.ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 115-117.62 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 101-104.

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dente era la Chiesa di S. Giovanni Battista di Vairano che contava nel terri-torio di Marzanello 77 tomoli di terreno, una masseria, 4 «bovi d’aratro»,più alcuni capitali63.

La proprietà fondiaria dei beni ecclesiastici era così ripartita per tipo dicoltura: 447,5 tomoli (74,15%) di territorio «campestre», 120,5 tomoli(19,97%) di territorio non specificato nel catasto, 23,5 tomoli (3,9%) diterritorio «aratorio», 10 tomoli (1,66%) di territorio boscoso e i rimanenti 2tomoli (0,3%) «arbustato».

Gli Enti ecclesiastici erano tassati per un totale di 372 once e 15 tarì64,pari al 7,41% del gettito contributivo complessivo.

La categoria dei Forastieri Bonatenenti non abitanti Laici erano iscrittinel catasto perché possedevano beni nel territorio dell’Università di Marza-nello, per i quali beni erano tenuti al pagamento della bonatenenza. I com-ponenti di tale categoria ammontavano a 58 unità, vi era compresa anche laCamera Ducale di Caianello; possedevano a Marzanello ben 1186,5 tomolidi terreno (39,33% della proprietà fondiaria complessiva), 3 masserie, 4case, 10 buoi, 18 capre e una «bestia somarina». Il capitale dato in prestitoai cittadini di Marzanello ammontava a 301 ducati. Per tali beni eranocomplessivamente tassati per 2605 once e 22 tarì e mezzo, corrispondentiad una percentuale sul gettito dell’onciario pari al 51,89%.

I Bonatenenti forestieri erano tutti dei paesi finitimi il territorio diMarzanello. I maggiori possidenti erano i «Bonatenenti» di Teano che posse-devano il 39,32% dell’intero complesso fondiario di tale categoria, seguiva-no quelli di Marzano con il 27,47%, Caianello 11,38%, Pietravairano8,39%, Piedimonte d’Alife 5,06%, Pietramelara 4,55% e infine quelli diVairano con il 3,79% dei territori.

La loro proprietà fondiaria era così divisa per tipo di coltura: 83,73%territorio campestre; 7,46% non specificato; 3,45% aratorio; 2,36% bosco-so; 1,94% «lavorandino» e 1,05% arbustato.

Tra questi i maggiori possidenti erano i fratelli D. Giuseppe Antonio e

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63 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 91, 92.64 Le «Chiese, Munisteri, Beneficij, e Cappelle con Luoghi Pij Forastieri» dovevano pagare 745 once e un tarì,ma, in realtà, in base al Concordato ne pagavano la metà, cioè 372 once e 15 tarì.

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D. Felice Stavolone di Teano, i quali possedevano una masseria con 235tomoli di terreno, 6 buoi, 11 capre e una «bestia somarina»65.

La duchessa Giovanna Mariconda, feudatario di Marzanello, non eraresidente nel territorio di Marzanello, caratteristica questa comune a tutta laclasse nobiliare dell’epoca. In effetti, i nobili risiedevano nella capitale delRegno e nei maggiori centri.

La Camera Ducale di Marzanello possedeva i seguenti beni:

La Camera Ducale di MarzanelloDe’ beni burgensatici

In p.mis possiede una Casa Palazziata (sic), con granile, stalle,Ara astricata, ed altro per commod. le sue vittuaglie. Più pos-siede un censo d’annui carlini trenta, che li corresponde Carlodi Sano, sono ............................................................oncie 10Più poss.e un’altro [sic] Cenzo d’annui carlini quattordici, cheli corresponde Fran.co Sion della Pietra; sono ..........on. 4.20Più poss.e un terr.io camp.e incolto di tom.a due incirca luogodetto la Corvara, giusta li beni demaniali, e divisorij dellaT[er]ra di Vairano, li beni della Chiesa di Marzanello, di altri;che po[ssie]de senza rendita.Più possiede un terr.io camp.e di moggia cinque in c.a luogodetto la Porazza, g.a li beni della Chiesa Parrocchiale diMarzanello, li beni del M.co Bartolomeo Panarello, via publi-ca dà due parti, ed altri, stimato d’annua rendita carlini trentacinque, sono ...........................................................on. 11:20Più possiede un terr.io camp.e di moggia quattro in circa,luogo detto le Pierti, giusta li beni di Antonio Buonanno,strada Reg.a, ed altri; stim.to d’annua rendita carlini quattro,sono .........................................................................on. 1:10Più possiede un terr.io camp.e di moggia otto in c.a, luogodetto le Limatelle, giusta li beni degli Er: di Luigi Cirella, li

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65 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 76.

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beni del Rev.do D. Fran.co Ceprano, […], ed altri; stim.to

d’annua rend.a Carlini trent’otto, sono ...................on. 12.20Più possiede un terr.io camp.e di tom.a trentacinque in circa,luogo detto lo Ponte, g.a li beni del Sig.r Vincenzo Cirella, libeni del M:co Giacomo Antonio Venditto, strada Reg.a, edaltri; stimato d’annua rendita docati ventidue; oltre dalletom.a quattrordici feudali, che sono unite, ed attaccate allesud.e tom.a 35; sono ..............................................on. 73.20Più possiede un terr.io camp.e di moggia due in circa, luogodetto le Cesarelle, fine li beni della Capp.a del SS.mo Rosario,via publica, ed altri; stimato di annua rendita carlini dodici,sono ............................................................................on. 4Più poss.e un terr.io camp.e di moggia venti in c.a, luogo dettolo Pizzo del monte, g.a li beni della Capp.a della Pietà diCampagnola, li demaniali dell’Un[ivers]ità ed altri; stim.to

d’ann.a rend.a doc: otto, sono ................................on. 26:20Più possiede un terr.io boscoso con piedi di quercia di tom.a

quindici in c.a, fra le quali ve ne sono tom.a due Feudali,luogo detto le Cese, g.a li beni di Giovanni di Benedetto, libeni di Lorenzo Zomba (sic), li beni della Chiesa Parrocchialedi Marzanello, ed altri, stimato d’annua rend.a car: nove, sono .............................................................................on. 3Più possiede un terr.io camp.e di tom.a venticinque in c.a,luogo detto à Patanara dietro la Taverna, g.a li beni del S.e

Vincenzo Cirella, Strada Reg.a, via p.a, ed altri, stim.o d’an-nua rendita doc: sedici, […], sono .............................on. 54Più possiede un terr.io camp.e di moggia ventidue in c.a,luogo detto parimente Patanara, confinante il fosso divisoriotra Vairano, e Marzanello, Via publica, il Rivozzo dell’acquacorr.e; stim.o d’ann.a rendita, docati dieci, e mezzo, sono ..........................................................................on. 35Più possiede un terr.io camp.e di moggia dieciotto in c.a,luogo detto la Starza dell’Alberone, fine il Rivozzo dell’acqua

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Capitolo secondo - Appendice

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Corr.te, e la via publica da due parti, stim.o d’annua rend.a

doc: quattordici, sono ............................................on. 46:20Più poss.e un terr.io camp.e di tom.a cinque in circa, luogodetto le gliande piatte, fine li beni della Chiesa Parrocchiale diMarzanello, via publica, ed altri beni di d.a Cam.a Ducale; sti-mato d’annua rendita carlini trenta, sono ...................on. 10Più possiede un terr.io camp.e di moggia quattordici in c.a,luogo detto lo Cecerale, fine gli altri beni di d.a Cam.a

Ducale, li beni di Tomaso Sivigano dà due parti, via publica,ed altri; stim.o d’annua rend.a docati nove, e mezzo, sono ......................................................................on. 31:20Più poss.e un terr.io camp.e di tom.a quattordici in c.a, luogodetto la Starza, g.a li beni di Gio: di Sano, il Rivozzo dell’ac-qua corr.te, e gli altri beni di d.a Cam.a Ducale dà trè parti;stim.o d’ann.a rendita docati undici, sono .............on. 36:20Più poss.e un terr.io camp.e di moggia cinquantasette in c.a,luogo detto la Cerqua Secca, frà le quali, vè ne sono tom.a

diecisette Feudali, fine li beni di Orazio Panarello, li beni diCecilia Bonafiglia, di Geronimo Bracchino, ed altri; stim.o

d’ann.a rend.a le burgensatiche doc: ventidue, sono .....................................................................on. 73:10Più poss.e un terr.io camp.e sterile di tom.a trenta in c.a, luogodetto Pietrabianca, g.a li beni di Andrea Cola di Pietro, Rivopublico, Via p.ca dà due parti ed altri; stim.o d’ann.a rend.a

doc: sei, sono .............................................................on. 20Più poss.e un terr.io incolto, e boscoso di tom.a trè in c.a,luogo detto lo Boscarello, g.a gli altri beni di d.a Cam.a

Ducale, li beni di Geronimo Bracchino, li beni di CeciliaBonafiglia, ed altri; al pr[esen]te senza renditaPiù poss.e un terr.io boscoso con alcuni piedi di quercie ditom.a quattro in c.a, luogo detto Cerquitiello g.a li benidell’Un[ivers]ità di d.a T[er]ra, li beni di Francesco Campo-piano, li beni di Orazio Panarello, ed altri; stimato d’ann.a

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rend.a carlini otto, sono ...........................................on. 2:20Più poss.e bovi undici d’aratro dati a’ menanno à diverse per-sone; stabilita la rendita per annui docati trentatrè, sono ..........................................................................on. 55

Rubrica de’ beni FeudaliPossiede un Bosco nominato lo Cerqueto di Lorenzo di mog.a

quarantacinque in c.a; fine li beni di S. Biaso dà due parti, lidemaniali della T[er]ra di Marzanello, ed altri.Più un Bosco detto le Cese di moggia due in c.a in corporedelle tom.a quindici g.a li beni della Chiesa Parrocchiale, libeni di Lorenzo Zompa, li demaniali ed altri.Più un terr.io camp.e, luogo detto lo Pagliarone di moggia die-ciotto in c.a, g.a li beni delli Vespasiani di Marzano, StradaReg.a, e Via publica.Più tom.a quattordici di terr.io camp.e in corpore delle tom.a

quarantanove, nel luogo detto lo Porto, seu lo Ponte, g.a libeni del M.co Vincenzo Cirella, li beni del M.co GiacomoAnt.o Venditto, ed altri.Più poss.e un terr.io camp.e di tom.a quattro in c.a luogo dettoanche lo Pagliarone, g.a li beni del M.co Vincenzo Cirella, libeni della Chiesa Parrocchiale di Marzanello, ed altri.Più un terr.io camp.e di tom.a trè in c.a, luogo detto parim.te

lo Pagliarone, fine li beneficiali del Rev.do D. Fran.co

Ceprano, li beni della Chiesa di Marzanello, ed altri.Più tom.a diecisette in c.a di terr.io camp.e, in corpore delletom.a cinquantasette, luogo detto la Cerquasecca, giusta libeni di Orazio Panarello, li beni del Rev.do D. Giov: Bianco,via p.a, ed altri.Più un terr.io camp.e di moggia ventiquattro in c.a, luogodetto la Starza del Giardinello, g.a la via publica, ed il Rivozzodell’acqua corr.te.Più un terr.io camp.e di moggia cinque in c.a, luogo detto la

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Capitolo secondo - Appendice

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Puzzetella, g.a […] altri beni di d.a Cam.a Ducale, ed ilRivozzo dell’acqua corr.te.Più la Mastrodattia, la Bagliva, la Portolania, Pesi e misure,Erbaggio, li Renditi, il Jus de’ Subfeudataris.66

La Camera Ducale era tassata per complessive 512 once e 10 tarì (parial 10,20% del gettito contributivo complessivo), per la parte relativa ai beniburgensatici, mentre, come è noto, i beni feudali non erano sottoposti adalcuna imposta.

La proprietà burgensatica della Camera Ducale era pari a 414 tomoli diterreno, quella feudale era pari a 226 tomoli. Per un totale di 640 tomoli diterreno, corrispondenti al 21,22% della proprietà fondiaria complessiva.

Tale proprietà era così ripartita per tipo di coltura: l’82,19% era terri-torio campestre e il 17,81% era boscoso.

I beni demaniali dell’Università di Marzanello erano i seguenti:

Università di MarzanelloPossiede le montagne demaniali, nelle quali vi è il taglio dellamortella solito vendersi in ogni anno circa docati venti, più, emeno secondo le contingenze.Sono di rend.a annui ....................................... [ducati] 2067.

Su tale patrimonio comunale non gravava alcun tributo.

CONSIDERAZIONI

Il primo dato che si evidenzia dallo studio del catasto onciario diMarzanello è l’esiguità della popolazione. Le 185 unità riportate nel catastopermettono di affermare che il villaggio di Marzanello era uno dei più pic-

91

66 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 107-110.67 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 105.

IL BORGO MEDIEVALE DI MARZANELLO NEL SETTECENTO ATTRAVERSO IL CATASTO ONCIARIO

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coli centri di Terra di Lavoro. La scarsa consistenza demografica è unacostante che è stata riscontrata a partire dal XVI secolo sino agli inizi delXIX. Infatti, nel 1601 venivano registrati fuochi 1268 (circa 54 unità), nel1669 fuochi 1869 (circa 81 unità), nel 1732 fuochi 5170 (circa 229 unità),alla fine del ‘700 fuochi 7871 (circa 350 unità), nel 1814 circa fuochi 9172

(circa 411 unità).La comparazione dei dati emersi dal catasto onciario e dallo Status ani-

marum ha messo in evidenza, oltre alla maggiore attendibilità dell’utilizzodel catasto come fonte demografica, che la riunione di gruppi familiari, arti-ficiosa pratica riscontrabile in altre località per eludere il testatico, è stataregistrata anche per quanto riguarda il piccolo centro di Marzanello. Ineffetti, i dati rilevati hanno messo in evidenza un maggior numero di fuochifiscali rispetto alle famiglie censite dal parroco nello Status Animarum.

L’analisi dei nuclei familiari consente di affermare che le disagiate con-dizioni economiche dei bracciali non permettevano un allargamento delnucleo familiare; per tale motivo troviamo in tale categoria sociale una pre-valenza della famiglia nucleare. Le famiglie con un reddito più elevato, inve-ce, appartenenti alla categoria dei «campieri», potevano accogliere nel loronucleo parenti e «garzoni».

Le famiglie dei «campieri», in effetti, erano caratterizzate da un’elevatamedia di componenti: 7,1 per fuoco contro il 4,9 dei bracciali. L’elevatonumero di componenti familiari è un altro elemento caratterizzante di talecategoria. I «campieri» potevano così usufruire di una fondamentale mano-dopera familiare per la conduzione dell’impresa agricola, facendo ricorso ilmeno possibile alla manodopera dei bracciali, cioè dei salariati stagionali o

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68 S. MAZZELLA, Descrittione del Regno di Napoli, Napoli 1601, p. 37.69 M. R. BARBAGALLO DE DIVITIIS, Una fonte per lo studio della popolazione del Regno di Napoli: la numerazionedei fuochi del 1732, Roma 1977, p. 25.Cfr. anche O. BELTRANO, Descrittione del Regno di Napoli diviso in dodici provincie, Napoli 1671 (rist. an. A.Forni, Bologna 1983), p. 95. G. B. PACICHELLI, Il Regno di Napoli in prospettiva, vol. I, Napoli 1703, (rist. an. A.Forni, Bologna 1996), p. 162.70 M. R. BARBAGALLO DE DIVITIIS, Una fonte per lo studio cit., p. 25.71 P. VILLANI, Documenti e orientamenti per la storia demografica del Regno di Napoli nel Settecento, Roma 1968, p. 86.72 S. MARTUSCELLI, La popolazione del Mezzogiorno nella statistica di Re Murat, Napoli 1979, p. 100.

Capitolo secondo - Appendice

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occasionali73.Una particolare categoria emersa dagli articoli catastali è quella dei

«garzoni». Questi, a Marzanello, erano presenti in numero di tre. Due servi-vano il fuoco di Orazio Panarello, nel quale erano anche inclusi fiscalmente.Si trattava di Giovanni Ciuocco, di anni trenta, e di Domenic’AntoniaTammelleo, di anni quindici. L’altro garzone, Bartolomeo Mendillo, di annitrenta, era alle dipendenze di Andrea Campopiano, ma ai fini fiscali costi-tuiva un fuoco a parte74. Tale personale era addetto stabilmente alla cura deicampi e ai lavori domestici; i dati catastali non ci consentono di stabilire laloro retribuzione.

Sebbene il catasto onciario risulti solitamente una fonte ricca e detta-gliata per la conoscenza del tipo di coltura praticata sui fondi, nel nostrocaso ciò non accade. Infatti, gli «estimatori» del catasto di Marzanello,anche se descrissero minutamente l’estensione e i confini dei vari fondi, nontrascrissero notizie altrettanto complete sul tipo di coltivazione praticata. Silimitarono a definire i vari territori con i termini di «campestre», «arbusta-to», «aratorio», «lavorandino», «boscoso» e in molti casi, circa nel 10,7%della proprietà fondiaria complessiva, i territorii non vengono neppure spe-cificati con tali termini. I dati emersi dal catasto ci offrono comunque laseguente ripartizione per tipo di coltura dei 3016,5 tomoli di terreno costi-tuenti l’intera proprietà fondiaria del territorio di Marzanello: territorio«campestre» 75,6%, territorio non specificato nel catasto 10,7%, boscoso5,25%, «arbustato» 3,48%, «aratorio» 2,44%, «lavorandino» 1,95%, territo-rio con «arbori attorno» 0,51%, castagneto 0,07%.

Una descrizione delle tipologia delle colture praticate ci viene fornita daOnofrio Parascandolo, nel suo apprezzo del feudo di Marzanello, del 1725:

Gli territorii di d.a Terra in quanto al terrazio sono tutti piani,e producono grano, orgio, avena, fave, poco verdume; ed altresorti di legumi e ne producono in bastanza, come pure i vini,

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73 L. BARIONOVI, Le campagne: i rapporti sociali. I Principati Ultra e Citra e la Basilicata, in MSACO86, pp. 446.74 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 1, 30.

IL BORGO MEDIEVALE DI MARZANELLO NEL SETTECENTO ATTRAVERSO IL CATASTO ONCIARIO

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se ne fanno a sufficienza, e lo smaltiscono e vendono75.

È evidente che i dati in nostro possesso, pur tenendo conto della prece-dente descrizione del Parascandolo, non ci permettono di effettuare unadescrizione del paesaggio agrario del territorio oggetto di studio.

Per quanto riguarda le strutture abitative76 bisogna rilevare che tutti icittadini di Marzanello erano proprietari della casa in cui abitavano. Il cata-sto non ci fornisce delle indicazioni precise sul tipo di abitazione limitando-si a delle espressioni del tipo: «casa propria», «casa di più membri», «masse-ria di più membri», «casa palaziata», ecc.

Una sommaria descrizione, anche in questo caso, ci viene fornita dalParascandolo:

[…] e nell’entrare in essa [la Terra di Marzanello] s’incontra-no molte altre stradette fra mezzo, che conducono alle abita-zioni dei cittadini di essa Terra, e sono fabbricate tutte di pie-tra viva, e parte di esse sono a due solari, e parte piane, tuttecoverte a tetti, parte ad una penna, parte a due, e tengonofinestre, e porte a d.e strade77.

Le abitazioni erano, dunque, tutte concentrate sullo sperone rocciosoconosciuto ancora oggi come Marzanello «vecchio». Non avevano giardini,«né territorii alberati di frutti»78, mentre alcuni piccoli terrazzamenti, ancoraoggi visibili, venivano utilizzati come orticelli.

Dall’analisi degli articoli catastali emerge che la categoria dei braccialipossedeva delle abitazioni di un solo vano, nel quale si svolgeva la vita dome-stica della famiglia di tipo nucleare. Tre bracciali, inoltre, possedevano unamasseria ubicata in pianura79. I «campieri» possedevano, nella maggior parte

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75 O. PARASCANDOLO, Acta originalia cit., f. 10.76 Le case per uso di abitazione propria erano fiscalmente esentate.77 O. PARASCANDOLO, Acta originalia cit., f. 5.78 O. PARASCANDOLO, Acta originalia cit., f. 7.79 I bracciali proprietari di masserie erano i seguenti: Giovanni Campopiano, Nicola di Sano, Francesco di Sano.ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 13, 17, 27.

Capitolo secondo - Appendice

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dei casi, delle case di più vani; inoltre, sono loro attribuibili 5 masserie, men-zionate nel catasto come «edificio di casi ad uso masseria», tali costruzionierano ubicate in pianura80. L’abitazione più grande apparteneva all’unica «ver-gine in capillis», Margherita Panarello, che nel catasto viene descritta come un«comprensorio di casi superiori ed inferiori di membri 4»81.

L’unica casa cosiddetta «palaziata» viene descritta nel catasto nei beni bur-gensatici della duchessa Mariconda, essa era sita in pianura, nella località dettaappunto «Palazzone», ancora esistente. La descrizione fornitaci dal catastorende l’idea, più che di un palazzo ad uso di abitazione, di un’azienda agricola,provvista di stalle, granili, «ara astricata» ed altri magazzini per il deposito.

Per quanto riguarda l’estensione della proprietà fondiaria balza subitoevidente il dato che i cittadini residenti di Marzanello82 possedevano sola-mente il 10,29% dell’intera estensione fondiaria. Mentre la loro partecipa-zione al gettito dell’onciario era pari a 1118 once, cioè al 22,27% dell’interogettito tributario. Tali once attribuite ai cittadini erano, naturalmente, com-prensive della cosiddetta «tassa d’industria», che veniva pagata in base almestiere svolto. Risulta palese la sperequazione tra i beni posseduti e il cari-co tributario al quale erano soggetti i cittadini residenti di Marzanello.

La maggior parte della proprietà fondiaria apparteneva ai «forastierinon abitanti laici», circa il 39,33% del totale. Tale dato contribuisce a carat-terizzare il villaggio di Marzanello, secondo le parole di Aurelio Lepre, come«un villaggio con strutture sociali assai fragili, punto di raccolta del lavorobracciantile, più che centro dotato di una propria, autonoma vita sociale ecivile»83. Si può, dunque, affermare che il villaggio di Marzanello non eradotato di una propria autonomia economica.

Le persone e gli enti ecclesiastici sia di Marzanello che «forastieri» dete-nevano il 29,16% della proprietà fondiaria complessiva. Secondo la riforma

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80 I campieri proprietari di masserie erano: Andrea Campopiano, il quale possedeva una masseria nella località«La Grotta», Andrea Venditto «Le Corticelle», Geronimo Bracchino «Casarino», Bartolomeo di Sano «Casarino»,Orazio Panarello «Aia di Cella». ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, foll. 1, 4, 15, 22, 30.81 ASN, Onciari, Marzaniello, vol. 592, fol. 42.82 In tale dato non sono inseriti i sacerdoti residenti.83 A. LEPRE, Terra di Lavoro nell’età moderna, Napoli 1978, p. 85.

IL BORGO MEDIEVALE DI MARZANELLO NEL SETTECENTO ATTRAVERSO IL CATASTO ONCIARIO

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carolina, i rappresentanti del clero e i beni degli enti ecclesiastici dovevanoessere sottoposti a tributi, fatta eccezione per quella parte del patrimonioacquisita prima del concordato del 1741, per la quale si sarebbe dovuto ver-sare solamente metà dell’imposta dovuta84. In base a tali disposizioni essiversavano 784 once, pari al 15,62% del gettito complessivo, mentre, nontenendo conto delle disposizioni concordatarie, avrebbero dovuto contribui-re per un totale di 1156 once, pari al 23,03% del gettito totale.

In conclusione, solamente una piccolissima percentuale del territorioapparteneva a coloro che erano addetti all’agricoltura, mentre l’89,71%apparteneva al feudatario, ai cittadini forestieri e agli enti ecclesiastici diMarzanello o forestieri.

TABELLE

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84 Gli ecclesiastici erano esentati, inoltre, dal pagamento del «testatico» e dalla «tassa d’industria». G. PASSARO,Chiesa e Clero a Nusco attraverso il catasto onciario, in MSACO86, p. 407.

CATEGORIE NUMERO TOTALE COMPONENTI

CAPIFUOCO DEI FUOCHI COMPONENTI MEDI

PER FUOCO

CAMPIERI 9 (21.9%) 64 (34.6) 7.1BRACCIALI 19 (46.3) 94 (50.8) 4.9BENESTANTI 1 (2.4) 3 (1.6) 3

ASSENTI 1 (2.4) 1 (0.5) 1INABILI 1 (2.4) 1 (0.5) 1SCARPARI 1 (2.4) 5 (2.7) 5VEDOVE 3 (7.3) 7 (3.8) 2.3VERGINI IN CAP.S 1 (2.4) 1 (0.5) 1SACERDOTI 5 (12.2) 9 (4.9) 1.8TOTALE 41 185 4.5

Capitolo secondo - Appendice

Tab. I: Popolazione divisa per categorie

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Tab. II: Popolazione attiva

CATEGORIE

DEI CAPIFUOCO ADETTI ETA’ MEDIA

CAMPIERI 21 34.6

BRACCIALI 28 33.8

BENESTANTI 1 20

SCARPARI 1 50

TOTALE 51 34.6

Tab. III: Suddivisione della popolazione per classi di età

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CLASSI D’ETÀ UNITÀ

0-6 377-13 3214-20 2721-30 2931-40 2541-50 1351-60 1161-70 3oltre 2non classificabili 6

TOTALE 185

IL BORGO MEDIEVALE DI MARZANELLO NEL SETTECENTO ATTRAVERSO IL CATASTO ONCIARIO

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Stemma civico di Marzanello presente sull’Onciario del 1743(ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Catasto Onciario di Marzaniello, vol. 590, f. 57)

Autorizzazione dell’1/6/1998, prot. n° 6877/XVIII

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CAPITOLO III

I l Castrum Marzane l l i

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Il Castrum Marzanelli, inteso come centro abitato fortificato condignità urbana, trae le sue origini dalle cosiddette “masse rurali”, o“curtes”, disseminate nella fertile pianura di Patenaria1. Tali corti,

nate e sviluppatesi su quelle che erano state le grandi aziende rustiche diorigine romana, cominciarono a perdere compattezza, per esigenzesoprattutto difensive2, già dall’epoca della prime invasioni barbariche.Tuttavia, quando il territorio, nei secoli IX e X, venne ad essere funestatoin modo continuo dalle cruente scorrerie saracene, esse, aggregati di vil-lae con coloni, campi, condomae3 e agricoltori liberi, si smembrarono de-finitivamente per ricomporsi in nuovi nuclei, abitanti postazioni più ele-vate, più salubri e meglio difendibili.

Uno dei predetti nuclei umani si stabilì sulla cosiddetta Collina diMarzanello Vecchio, primo contrafforte del Monte Catreola (o Caye-vola), dove, con ogni probabilità, sfruttò, nella realizzazione del primiti-vo impianto difensivo, strutture e materiali impiegati, molti secoli addie-tro, dagli antichi avi Osco-Sanniti4. Dell’esistenza dell’antico abitato nonsi hanno, al momento, prove inconfutabili. La lamentata assenza di ele-menti connotanti rende ipotetiche l’epoca di fondazione del castrum ori-ginario, anche se non si può completamente ignorare la logica e trascura-re le analogie con gli altri centri fortificati, meglio studiati, ubicati suirilievi viciniori e, in generale, nell’Italia meridionale. Se, dunque, il terri-torio dell’antica Marzanello fece parte prima del gastaldato e poi dellacontea longobarda di Teano, è lecito ritenere che qualcuno dei figli diPandolfo VI5 sia stato uno dei fondatori o il fondatore del primitivoimpianto fortificato.

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1 Cfr. A. PANARELLO, La piana di Patenaria nello scenario dell’Italia meridionale antica, ovvero la “centralità” diun luogo periferico, Vairano Scalo 1997, pp. 7-19.2 Anche le condizioni igieniche, precarie in pianura per la presenza di ampi spazi acquitrinosi che rendevanol’aria non salubre, diedero un notevole impulso al fenomeno noto come “incastellamento”.3 Famiglie servili.4 Cfr. A. PANARELLO, “Patenaria” dall’alba dell’Uomo al V secolo d.C., Curti 1994, pp. 35-43 e pp. 74-76.5 Cfr. RICCARDO DA S. GERMANO, Chronicon, a. 1229, ed. G. Sperduti, Cassino 1995.

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I documenti più antichi, fra quelli noti, che fanno esplicita menzio-ne alla terra, al feudo o al “castrum Marzanelli” sono gli stralci dai Regi-stri della Cancelleria angioina riportati infra alle pagine 13-14.

Le condizioni estremamente precarie dello strato corticale del rilievoove sorge l’abitato dell’antica Marzanello (cima 323) e di quello dellacima 420 (Monteforte), ove sono i ruderi di una struttura a pianta grosso-lanamente ellittica, nonché delle pendici settentrionali, meridionali edoccidentali del rilievo, rendono improba la verifica sul terreno di quantosi “legge” sulle aerofoto IGM, anche su quelle realizzate prima dellariforestazione del territorio verificatasi nel corso degli Anni Settanta delnostro secolo. Così, spesso, risulta azzardato attribuire dignità di mura odi resti murari ad “allineamenti proiettanti ombra”, che poi sul terrenonon esistono più o, in seguito ai sopralluoghi, si rivelano essere solospuntoni di roccia.

Tuttavia, i nuovi artefici, cioè i pastori, i coltivatori delle “cese” (ter-razze agricole ricavate nel pendìo) e gli operai del Corpo Forestale delloStato, unitamente agli agenti meteorici e tellurici non hanno completa-mente eraso le vestigia degli antichi abitati. Ciò consente di avanzaredelle ipotesi e di proporre delle certezze sulla base esclusivamente diquanto rilevato nelle aerofoto, nei documenti d’archivio e nelle ricogni-zioni condotte personalmente nei luoghi.

Il manoscritto inedito (MS1), conservato nell’archivio del MuseoProvinciale Campano di Capua (busta 109), contiene un Apprezzo del Feudodi Marzanello6, effettuato nel 1724 e datato al 1725, dal Tabulario D.Onofrio Parascandolo per conto del Marchese di Valletta. In esso si legge:«La Terra suddetta si ritrova situata in una cima di montagna, e si ascende inessa per due strade, una, che circonda d.a montagna larga ed [agevola], e l’al-tra più commoda a salire a piedi, ed a cavallo, e viene la medesima terra adesser quasi di figura rotonda, senza mura attorno, ed è situata verso mezzo-giorno in d.a cima di monte in luogo alquanto pendinoso, tenendo dallaparte di sotto tutti i territorii piani seminatorii, scampii ed in alcun’altri albe-

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6 Il testo integrale del documento è stato riportato nel capitolo precedente.

Capitolo terzo

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rati con pioppi, olmi, ed in parte alberati con cerque, e nel scoscese di d.i

monti vi sono molte colline e territori pendinosi alberati con cerque per usodi pascolo, e principiando ad entrare in essa Terra per una strada verso mezzo-giorno, e per altre strade fra mezzo di essa si va ad sito alquanto pendinoso,ove è un edificio antico di una Torre diruta, qual’era per uso di carceri, e nel-l’entrare in essa s’incontrano molte altre stradette fra mezzo, che conduconoalle abitazioni dei cittadini di essa Terra, e sono fabricate tutte di pietra viva, eparte di esse sono a due solari, e parte piane, tutte coverte a tetti, parte ad unapenna, parte a due e tengono finestre, e porte a d.e strade» (ff. 4-5). E ancora:«La Terra sud.a è poco popolata di gente vecchia, e quelli vi sono sia vecchi,giovani e figliuoli d’ogni età secondo la fede del Rev. Arciprete sormontanol’anime a num.° di 221, di forma che per essere il luogo angusto, non si vedo-no troppi edificii di case, bensì vi è un largo avanti la Torre antica descritta,ove si possono fabbricare, ed avanzarsi le abitazioni dei cittadini, ed i materia-li di pietre, calce, legname, ed altro, si ritrovano nella stessa Terra» (ff. 6-7).

Sarebbe interessantissimo, sulla base dei frammenti testuali riportati edi quelli che fornirò di seguito, stabilire la posizione della “torre diruta”,poiché in relazione ad essa si potrebbero ricostruire due diversi plastici del-l’impianto urbanistico globale nel tempo antico. In realtà, gli elementi for-niti dai testi suddetti non consentono di sciogliere i dubbi. Infatti, sia i restidell’abitato della cima 323 (ove la torre sarebbe potuta benissimo esistere sulbastione di fabbrica ubicato a Nord-Est dell’abitato), sia la struttura a piantagrossolanamente ellittica (che quasi certamente era essa stessa una torre o neinglobava una) ubicata sulla cima 420 erano e sono accessibili daMezzogiorno, e avevano e hanno un “largo avanti” non “pendinoso”. Nelprimo caso, si tratta dell’ampia pianura artificiale ad Est e Nord-Est deiruderi di Marzanello Vecchio; nel secondo caso, si tratta dell’insieme di ter-razzi abitabili e, secondo le vestigia ivi presenti, abitati nei tempi antichi,che si trovano a Nord-Est della struttura ellittica in una posizione che costi-tuisce la parte più alta della cosiddetta Cesa del Varo. Neppure illumina inmodo definitivo la funzione “per uso di carceri” a cui rimanda il manoscrit-to. Infatti, sulla cima 323 esiste una cavità sotterranea che, partendo da unvestibolo a sesto acuto (apertura α) aperto a Sud, si snoda in direzione

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IL CASTRUM MARZANELLI

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Aerofoto IGM relativa alla cima 323, effettuata nel volo del 4 settembre 1974- Fotografia Aerea dell’Istituto Geografico Militare - Autorizzazione N° 4665 del 02.10.1997 -

(Concessione S.M.A. n° 441 del 16/09/1997)

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Tavola 1 - Sviluppo planimetrico del Borgo di Marzanello Vecchio realizzatosulla base dell’aerofoto IGM e di ripetuti sopralluoghi .

N

Torre A

Torre B ( ?)

Torre C

Torre D

Torre E

Porta n. 1

Porta n. 2

Casa c.d. “di Michele o’ pazzo”

Apertura α

Torre F

Chiesa settecentescadi S. Nicola

Possibile posizione dellaChiesa di S. Castrese

Scala 1 : 1000

Muratura rilevabile

Ipotesi di preesistenze sulla base di resti murari

Varchi di esistenza certa

Muratura rilevabile di epoca angioina ed aragonese

Ipotesi di preesistenze

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Tavola 2 - Il Castrum Marzanelli come raffigurato nella Descrizione della Diocesi di Teano del 1635 fatta realizzare da D. Giovanni De Guevara.

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Nord-Nord-Est fino a raggiungere il bastione di cui sopra; mentre sulla ci-ma 420, entro il perimetro della struttura suddetta, sono i resti di vaniseminterrati e il recinto turrito, al quale, per lo spessore e la natura dellemura, riesce difficile attribuire una funzione prettamente difensiva.

Interessante, ai fini della corretta interpretazione dell’impianto urbani-stico globale, nonostante la presenza di incredibili deformazioni prospetti-che, è la carta topografica della Diocesi di Teano voluta nel 1635 da D.Giovanni De Guevara. Su di essa, infatti, si nota, oltre all’abitato fortificatoe cinto da mura a più intervalli e con salienti poliedrici (quello occidentale)e cilindrici (quello meridionale e quello settentrionale, il quale, non più rile-vabile, sarebbe potuto essere l’ipotetica torre A di cui dirò), anche la presen-za di un torrione isolato, ubicato sul monte rivolto a Mezzogiorno, il qualesarebbe potuto essere benissimo la struttura a cui si riferisce la pianta rileva-bile sulla cima 420. Quasi certamente si trattava di una torre con funzioniabitative. È noto, infatti, che nel secolo XVI, nell’Italia meridionale furonoedificate numerose “case-torri” «per la duplice necessità di difesa dai corsari(se sulla costa) o dai briganti (se nelle zone interne)»7 .

Dovunque si trovasse l’antica “torre diruta”, è certo che, all’epoca diredazione dell’apprezzo del MS1, il borgo doveva avere già assunto un aspet-to così conforme all’architettura locale ed essere assorbito da abitazioniesterne al recinto difensivo, da sembrare addirittura non fortificato a chiguardava dal basso e da Sud («...la medesima Terra ad esser quasi di figurarotonda, senza mura attorno... » (cfr. MS1, f.4)).

Una possibile torre (torre A) sarebbe potuta essere lì dove ora è l’absidedella Chiesa di S. Nicola, anche se questa, a mio avviso, non può essere con-siderata un rimaneggiamento ritoccato della struttura precedente.

Un’altra torre (torre B) poteva essere sul suggesto a Nord-Est della torreA, il quale è sostenuto da un poderoso bastione di fabbrica a pianta circolareinnestato sulla cortina orientale, realizzata, nel suo livello inferiore, con lamedesima fabbrica (fatta di caementa calcarei disposti ad opus incertum e

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7 Cfr. L. SANTORO, Case-torri del Cinquecento nel Vicereame di Napoli, p. 14, in “Napoli Nobilissima”, vol.XXIX, fasc. I-IV, gennaio-agosto 1990, pp. 11-16.

IL CASTRUM MARZANELLI

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cementati con ottima malta). A giudicare dalle dimensioni, dal tipo di fab-brica e dalla sua altezza attuale, la quale, nonostante i crolli, si mantienenotevole, il suddetto bastione avrebbe potuto benissimo sostenere il corpocilindrico dell’ipotetica torre. A suffragio di ciò, si osservi che esiste, su diesso, un frammento murario dello spessore di un metro che ne assecondal’andamento circolare, si trova rientrato di circa un metro rispetto al dislivel-lo del podio ed appoggiato ad un altro frammento murario rettilineo, delmedesimo spessore e realizzato con la medesima tecnica, che si snoda indirezione Ovest. Si è già detto della cavità esistente nel sottosuolo e percepi-bile anche alla semplice percussione del terreno.

Conclusioni definitive si potranno trarre, ovviamente, solo in seguitoad uno scavo archeologico.

Prima di procedere nella descrizione, credo opportuno evidenziare, peruna valutazione comparata delle evidenze, quanto riportato in altri mano-scritti del secolo scorso.

Il primo di essi (MS2), fornitomi dal Rev. D. Emilio Calce, Arciprete diMarzanello, inattendibile per il contesto storico che descrive (sono evidenti le con-fusioni con le vicende della Terra di Venafro), è, invece, prezioso per quanto con-cerne la descrizione delle evidenze architettoniche del suo tempo. L’Autore D.Angelo Cortellessa, infatti, il 9 novembre 1872, così scrisse: «La città era munita ditorri fortissime, tra le quali primeggiava quella che era nel luogo ora Palazzone,posta come a custodia del passaggio tra le due montagne, che menava al Castellodi Vairano, il quale era l’ultimo asilo in caso di guerra. La torre che trovavasi allavetta della montagna, ove ora si trova Marzanello era pure primaria e dai ruderi diquesta fu formato il piccolo nostro paese. Questa torre era dominata da una secon-da torretta a forma di Nave, altissima, circondata da un alto muro a vari intervallicon dei Bastioni di fabbrica e di terra come si può ancora osservare» (ff. 1-2).

Un altro manoscritto (MS3), intitolato Cenni storico-tradizionali diMarzanello, conservato nella Biblioteca del Museo Campano di Capua8,datato 31.10.1872 e firmato da Angelo Broccoli, il quale dichiara di averlotrascritto «da un manoscritto in 32° ligato in pergamena di pag.e 145 diviso

8 Collocazione attuale: sala top., scaff. 3, sport. 31, Rep. Vairano, Palch. 4, n. 396.

Capitolo terzo

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in XXIII capitoletti, che si possiede a Marzanello dal naturale di quelComune Angelo Cortellessa e che fu scritto verso il 1830 dall’attuale Arci-prete di Pietramelara Sig. D. Giuseppe Marcello (...)», contiene la seguentedescrizione: «Ogni antico paese ha sempre tenuta una Rocca, o sia fortezzaancor il nostro Stellate la possedeva (N.d.A., l’Autore del manoscritto, forseimpropriamente, attribuisce a Marzanello antica il nome di Stellate). La suaforma era così: più torri poste l’una appo l’altra e posta appo eravi a guisa diuna cameretta, poi l’altra e così in appresso (così fu scavata da uno che sca-vava le pietre, ma le sole pedamenta esistevano) ed erano circa 8 o 10 edanzi più, ed era situata circa un terzo di miglio al di sopra la montagna, nelluogo al presente detto il Cerqueto» (f. 1).

Un altro manoscritto anonimo (MS4), infine, anch’esso fornitomi dalRev. Arc. Emilio Calce, contiene il seguente testo: «Sulla montagna diCayevola vi esiste un antico castello cinto di fossati detto oggi MarzanelloVecchio, tutto diruto» (f. 1).

I manoscritti MS1, MS2 ed MS4, che sembrano i più attendibili, maanche il manoscritto MS3, il quale, ad eccezione del numero delle torri, chesuscita qualche perplessità, fornisce preziose indicazioni, indirizzano, dun-que, la ricerca in due direzioni, una sulla cima 323, ove sono, come predet-to, le rovine dell’antico abitato, ed un’altra sulla cima 420, ove sarebbero daricercare i resti di una “torretta a forma di Nave, altissima”, oppure di una“rocca, o sia fortezza”, oppure di un “castello cinto di fossati”.

La prima cosa che appare evidente, sia dalla lettura dei manoscritti chedall’esame delle evidenze, è che i due contesti, sebbene quasi certamentecollegati sotto il profilo politico, dovevano, al contrario, essere quasidisgiunti sotto quello meramente topografico, a meno che non si voglianoconsiderare la “caminada” sostenuta dalla muraglia sannitica (che barricavail versante Sud del Monteforte), che fungeva da strada d’accesso all’area for-tificata dalle due briglie turrite, e l’esistenza di un eventuale passaggio, chepoteva mettere in comunicazione le due strutture.

Per descrivere l’impianto fortificato del Monteforte propriamente detto(ossia della cima 420), partiamo dall’abside della chiesa di S. Nicola nell’a-bitato di Marzanello Vecchio e percorriamo, lungo la “caminada” predetta,

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circa m. 650 in direzione Nord-Est. Raggiunta la quota di m. 372, si inter-secano i resti di un muro discendente in opera incerta di elementi calcarei,cementato con ottima malta con molte intrusioni laterizie, il quale, parten-do dal punto di contatto con la strada d’accesso, interrotto solo da una tor-retta semicircolare del diametro esterno di m. 3,90, ubicata a metà della sualunghezza, ascende per ca. m. 90 la pendice meridionale. Alla quota di m.416, lo stesso muro di briglia si interrompe, per la presenza di un varco(forse una porta), a pochi metri da una prima fortificazione dello stesso tipoe dall’andamento curvilineo, la quale, con alcuni iati (dove comunquesopravvive la trincea che ne costituiva il vano di fondazione), rinserra l’apicedel rilievo e curva verso Nord avvolgendo i resti di un’altra struttura piùinterna, anch’essa individuata dai resti di un muro curvilineo chiuso e sepa-rato dalla prima da una intercapedine che poteva essere anche un cammina-mento protetto. Il muro più esterno, terminata la recinzione del versantesettentrionale e di tre quarti di quello occidentale, incontra i resti di un’altrabriglia realizzata nella medesima fabbrica. In questo punto, cioè nell’estre-mità occidentale dell’impianto, sono visibili, in fotografia aerea, i resti diuna struttura a pianta quadrata, forse il torrione già ipotizzato, che faceva dasaliente all’impianto globale e che rende plausibile l’ipotesi di preesistenza distrutture più antiche di quelle oggi osservabili. In corrispondenza del suovertice sud-occidentale, sulla cortina più esterna, si stacca una nuova corti-na, visibile solo in aerofoto e riscontrabile, attualmente, solo nel suo alletta-mento. Essa, con due rami incidenti ad angolo ottuso, discende la pendiceSud-Ovest per circa 200 m. ed interseca la medesima muraglia poligonalemeridionale che sostiene la “caminada” d’accesso. È molto probabile che lastessa poderosa muratura megalitica, prolungata in altezza, fosse utilizzatacome sbarramento a Sud dell’area fortificata.

In fotografia aerea si notano anche due cavità di forma grossolanamen-te semicircolare nel vertice dell’angolo ottuso e a circa 20 metri dalla fortifi-cazione apicale più esterna, che potrebbero avere ospitato delle torrette, maquesta è solo un’ipotesi.

È evidente che le due briglie racchiudono una specie di demanio domi-nato e protetto da una fortezza apicale, la cui forma totale ricorda unanavetta con la prua rivolta ad Est (ciò coincide con quanto dichiarato nel

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Aerofoto IGM della cima 420 con i resti della struttura ellittica, di quella a pianta quadrata e delle mura di briglia. - Fotografia Aerea dell’Istituto Geografico Militare - Autorizzazione N° 4665 del 02.10.1997 -

(Concessione S.M.A. n° 441 del 16/09/1997)

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Tavola 3 - Sviluppo planimetrico dell’impianto fortificato della Cima 420(Monteforte) sulla base dell’aerofoto IGM e di ripetuti sopralluoghi .

Muratura rilevabile

Andamento della muraglia italica megalitica

Interpolazioni

N

0 4 8 12

m.

420

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manoscritto MS2, secondo cui la torre maestra dell’abitato era «dominatada una seconda torretta a forma di Nave, altissima, circondata da un altomuro a vari intervalli con dei Bastioni di fabbrica e di terra come si puòancora osservare»).

Inoltre, in un punto aperto da scavatori clandestini è venuto alla luce unframmento di intonaco attintato con pittura azzurrina che potrebbe esserepertinente ad una delle «camerette» dichiarate dal manoscritto MS3. Unesame chimico-fisico della malta, dell’intonaco e della pittura sarebbe quantomai opportuno per determinare l’epoca dell’ultimo utilizzo della struttura.

È difficile dire quando e perché il torrione cadde definitivamente.Come predetto, sarebbe interessante effettuare delle indagini chimico-fisi-che, in assenza delle quali si può solo azzardare (ma non tanto) l’ipotesi diun crollo dovuto a qualche terribile sisma o a qualche urto militare. Ancheverosimile è la semplice ipotesi di un progressivo abbattimento delle struttu-re da parte degli agenti meteorici. I resti murari, infatti, testimoniano l’esi-stenza di una fabbrica di non eccelsa qualità, peraltro assoggettata a situazio-ni statiche notevolmente discutibili9.

Ad Est della cima 420, infine, in un territorio che declivia a partiredalla quota di m. 320, sono i resti abbondanti di abitazioni ad uso civile edi una cappella ad un’unica navata, la quale, addossata alla sporgenza natu-rale che occulta l’abitato agli osservatori da Sud, si conserva solo nell’allinea-mento litico del basamento perimetrale e in una delle due spallette di calca-re che inquadrava la porta rivolta ad Ovest. In questa zona sono abbondan-tissime le ceramiche rinascimentali.

Torniamo ora all’esame del Castrum Marzanelli propriamente detto,ossia all’abitato della cima 323.

Abbiamo già contemplato la possibile esistenza di una torre nell’estremitànord-orientale e quella di una torre più bassa nella posizione dell’attuale absi-de della chiesa diruta settecentesca dedicata a S. Nicola. La vicinanza delle duetorri farebbe pensare alla presenza di una struttura di raccordo e di una even-tuale porta. Ciò orienta verso l’ipotesi di una struttura palatina, eventualmen-te preesistente alla casa-torre della cima 420. Non vi sono, però, oltre la logi-

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9 Non si rilevano resti di strutture in grado di compensare le spinte verso il fondovalle.

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ca, elementi che consentono di garantire quanto supposto. Il lato settentriona-le, infatti, è quello che si conserva peggio, impedendo qualsiasi studio disuperficie e rendendo estremamente azzardata qualsiasi ipotesi.

La fortificazione del versante orientale è quella che si conserva meglionella sua parte più antica. La fabbrica del livello più basso, quello impostatosulla roccia locale, ha, infatti, lo spessore di circa 1 metro ed è identica aquella riscontrabile in alcuni punti del castello di Vairano10. Ciò mi consen-te, per analogia, di collocarla per lo meno negli ultimi anni del sec. XV, mapotrebbe anche essere precedente (come suggerisce la volta a sesto acuto del-l’apertura α). Il livello superiore, invece, che insiste su quello descritto, dispessore minore in alcuni punti, ha fabbrica diversa e aperture che sembra-no più finestre per uso civile che feritoie per gli usi militari. È, perciò, moltoprobabile un suo ritocco in epoche abbastanza recenti.

A metà della cortina si trova invece una sporgenza a pianta quadratacon lato di m. 5, la quale, sia per la qualità della fabbrica, sia per l’inclina-zione a monte della scarpa, sia per lo spessore delle mura, sia per la sua coin-cidenza con l’estremità di un muro dalla simile struttura proveniente dall’in-terno dell’area fortificata, mi fa pensare ad una torre (torre C). In tal caso,comincerebbe a farsi largo la possibilità di individuare il perimetro dell’anti-co palazzo signorile con tre salienti nelle torri A, B e C.

La cortina orientale si conclude a ridosso della costruzione nota con ilnome tradizionale di “a casa di Michele o’ Pazzo”. Qui, a monte della strutturapredetta, nel punto in cui si innesta la cortina sud-occidentale, si trovano iresti del basamento di una torre circolare (torre D), la quale, oggi completa-mente diruta, doveva essere quella riportata sull’immagine del De Guevara.

Che tale torre non fornisse le dovute garanzie di stabilità è provato dalfatto che nella fabbrica sei-settecentesca, che costituisce il capitale Sud-Sud-Est della cortina bastionata sud-occidentale, essa fu sostituita o rinforzatacon una struttura poligonale rinforzata impiantata su due robusti con-trafforti calcarei di notevoli dimensioni.

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10 Cfr. A. PANARELLO A., Castrum Vayrani. Storia di un borgo fortificato della Terra di Lavoro, Vairano Scalo1998, pp. 117-146, fotografie nn. 5-41.

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Certo è che nel 1724 la torre D non esisteva più, se il funzionario realeche fece l’apprezzo del feudo non ne riportò la descrizione.

La cortina sud-occidentale ha il capitale d’impianto quasi in corrispon-denza della porta meridionale (Porta n. 2) e il capitale di fuga occidentale incorrispondenza del punto ove doveva essere anticamente una torre scarpata(Torre E) - di cui sopravvivono parte della scarpa tronco-conica e del corpocilindrico - la quale, con una scelta statica identica a quella del capitale difuga Sud-Sud-Est, fu rinforzata con una muratura inclinata verso monterinforzata da contrafforti e, in parte abbattuta, fu inserita nel corpo di fab-brica. Anzi, proprio nell’angolo saliente, rivolta ad Ovest, si apre una delleporte d’accesso (Porta n. 1), la quale, oggi murata e in parte crollata neglielementi a monte dell’arco a tutto sesto, è larga m. 3. È evidente che lecostruzioni che la occultano e la circondano non sono anteriori alla secondametà del sec. XVIII. Prima di tale epoca, davanti ad essa si apriva un gran-de spiazzo accessibile anche con i carri dopo aver percorso il sentiero carra-bile a Nord dell’abitato.

Nella parte centrale della cortina bastionata si trova anche un camminocoperto, protetto, a Sud e ad Ovest, da contrafforti, che sono uniti dallafabbrica in una struttura a mezzaluna.

La cortina descritta, alta circa 8 metri, era sormontata e dominata dauna seconda cortina, più interna e, in alcuni punti più alta, con le stesse ca-ratteristiche architettoniche di quella più esterna, e già esisteva all’epoca delDe Guevara, che ne riportò il profilo nel suo disegno.

La porta n. 2 non può definirsi “porta” nel senso architettonico tradi-zionale. Essa, infatti è, più che altro, una sfalsatura tra le due cortine, pro-tetta da un muraglione per occultarne la vista dalla pianura. Percorribilesolo a piedi o a cavallo, essa metteva in comunicazione la pendice con ilcamminamento compreso fra le due cortine medesime.

Dietro al camminamento coperto, protetto alla vista dalla muraturadella prima cortina, si trova un varco nelle seconda cortina che immette inun sentiero interno abbastanza ampio che, assecondato nel suo svolgersi, trale strutture civili interne al borgo, conduce fino allo spiazzo antistante lachiesa di S. Nicola. È probabile, per logica e per analogia con altri impianti,

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che il varco suddetto fosse chiuso con un portone, ma l’assenza di restiarcheologici e di notizie certe fa sì che questa sia solo un’ipotesi.

La chiusura occidentale più antica del recinto difensivo dell’abitato, poiinglobata in una muratura sei-settecentesca a sviluppo centrifugo, è indivi-duata con chiarezza dai resti della Torre E, che ne costituisce il saliente sud-occidentale, e da un’altra torretta semicircolare (Torre F) interamente rivoltaad Occidente, la quale si congiunge con un tratto degli spalti in cui soprav-vive ancora la galleria con volta a sesto acuto che lo sorregge, ed è proprioquesto elemento connotante che consente di datare la struttura in un perio-do non successivo alla fine del 1300 o ai primi anni del 1400.

Le strutture successive, addossatesi a vari intervalli alle preesistenzedescritte, si distinguono chiaramente da esse sia per il tipo di fabbrica, siaper lo spessore della loro muratura che non supera mai i 40 cm di spessore,mentre quello della muratura più antica riscontrabile nel borgo non è maiinferiore a 60 cm.

Al di sotto della struttura descritta, con apertura rivolta a Sud-Ovest, si trovaun grande vano che immette in un corridoio voltato di grandi dimensioni, chenon è esplorabile perché ostruito dai crolli e dalla folta vegetazione spontanea.

All’interno delle mura del borgo si trova la chiesa settecentesca di S.Nicola, ad un’unica navata, della quale si conserva una dettagliata descrizio-ne nell’Apprezzo del Feudo di Marzanello del 1725, riportato nel capitoloprecedente.

All’esterno delle mura erano, invece, la chiese di S. Castrese e la Chiesadi Maria SS. del Monte.

La chiesa di S. Castrese, esistente già negli anni 1308-131011, è com-pletamente diruta. Persino la sua posizione è dubbia. Le citazioni presentinel volume delle “rivele”12 relative al Catasto Onciario di Marzanello, redat-to negli anni 1741-1743, lascerebbero spazio all’ipotesi di una sua ubicazio-ne nella località oggi nota con il nome di Casi Pénte, mentre l’esistenza deiresti di una piccola struttura ad un’unica navata, di cui sopravvive la parete

11 Cfr. M. INGUANEZ, L. MATTEI-CERASOLI, P. SELLA, Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV.Campania, Città del Vaticano 1942, p. 69, n. 685 e n. 687.12 Cfr. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Catasto Onciario di Marzanello - Rivele (vol. N. 591) aa. 1742-1743, f.199v, 295r, 296r.

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di fondo con le nicchie laterali e l’edicola di fondo, e le citazioni nell’Ap-prezzo del 1725, già riportato, orientano verso la sua identificazione con lastruttura appena menzionata.

Della Chiesa di Maria SS. del Monte, anch’essa già esistente negli anni1308-131013, esiste anche la seguente descrizione nel manoscritto MS4: «Visono oltre la predetta chiesa di S. Nicola due altre [...] cioè Parrocchiale in mezzola montagna a due navi, una delle quali verso la montagna è antichissima, e lodimostra una pittura gotica sotto l’altare rappresentante il Redentore.

L’altra nave poi fu fatta nell’anno 1767 - essendo un antico quadro diMaria SS. ma avente a fianco un cavaliere di Malta che fa il noviziato vestitoda monaco francescano - dall’altro poi S. Giovanni Battista forse un tempodoveva essere commento come lo dimostra pure una simile pittura sulla portaantica di detta chiesa» (f. 1) (Il medesimo manoscritto parla anche di«Un’altra chiesa dedicata a S. Giuseppe» che «fu fabbricata nel 1768 dal fu D.Bart.° Panarello, con casino adiacente, ed è gentiliza oggi degli eredi, che sono iSignori Cirelli di Vairano» (f. 1)).

Quanto appena riportato trova riscontro, almeno in parte, nelle attualievidenze. Infatti la chiesa si presenta suddivisa in due navate da una serie diarconi e, se non vi è più traccia delle altre pitture nominate, sopravvive, alcontrario, “la pittura gotica”, ovvero un affresco realizzato nella concavitàdell’antica absidìola della navata “a monte” (che oggi è in parte coperta daun altare con paliotto sfondato), rappresentante il Cristo crocifisso con aipiedi il cranio di Adamo. Alla sua destra è la B.V. Addolorata e alla sua sini-stra è S. Giovanni Apostolo. Lo stesso affresco, realizzato in stile provinciale,anche se riecheggia motivi duecenteschi, è databile al secolo XV.

Nella muratura della parete destra della navata “a valle” è ricavata unanicchia con arco a tutto sesto, all’interno della quale è affrescata la resurre-zione di Cristo fra ecclesiastici (vescovi, frati e patriarchi). Anche questoaffresco è piuttosto scadente dal punto di vista della tecnica pittorica.L’intonaco della zona ove sarebbero potute essere l’eventuale firma e l’even-

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13 Cfr. M. INGUANEZ, L. MATTEI-CERASOLI, P. SELLA, Rationes cit., p. 68 n. 664: «Abbas Franciscus de Suessa pro(...) medietate S. Marie de Montemarzanelli (...)».

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tuale data è purtroppo caduto. Tuttavia, in base all’uso dei colori e alle scelteiconografiche, l’affresco è databile alla seconda metà del secolo XVIII, il chesembra in sintonia con la data del 1767 riferita dal citato manoscritto MS4.

Al culmine della navata destra è un altare in muratura con decorazioni instucco realizzato negli Anni ‘30 del nostro secolo14.

Attualmente l’impianto è utilizzato come santuario, dal momento chenegli anni dal 1880 al 190315 fu costruita in pianura l’attuale ChiesaParrocchiale consacrata a Maria SS. del Monte, ove vengono abitualmentesvolte le funzioni liturgiche.

Altre antiche chiese, oggi non più esistenti, sono ricordate nelle memorieottocentesche, ma, contrariamente a quanto avviene di solito, esse non sonofittizie notizie tradizionali. L’esistenza di altre e di tutte le istituzioni religio-se ricordate nel MS3, cioè del Monistero di S. Giovanni e suo Ospizio (ff. 3-5), del Monistero di S. Martino (f. 5), della Chiesa di S. Biagio (ff. 5-6), dellaChiesa di S. Mattia (f. 6), e della Chiesa di S. Maria dell’Assunta (ff. 6-7),trova riscontro nei testi di documenti ufficiali che ne evidenziano anchel’antichità. Nelle Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV relative allaDiocesi di Teano, sono riportati i seguenti passi:

«Decima degli anni 1308-1310.(...) IN EPISCOPATU THEANENSI PROVINCIE CAPUANE

(...)657. Notarius Donatus (...) pro ecclesia S. Leonardi de Manzanello (sic) (...)664. Abbas Franciscus de Suessa pro parte domini Pauli Comitis pro (...)medietate S. Marie de Montemarzanelli, (...), S. Mathei de Marzanello (...)(...)679. Archipresbiter Marzanelli pro parte abbatis Iacobi de Matricio proecclesia S. Leonis, S. Salvatoris et medietate S. Martini de Marzanello, S.Crucis de Vayrano et tribus partibus S. Andree solvit tar. X.(...)

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14 Cfr. A. PANARELLO (a cura di), Mezzo secolo fa: Marzanello e Maria S.S. del Monte, Vairano Patenora s.d., pp. 44-46.15 Cfr. E. CALCE, Marzanello nella policroma sinfonia dei secoli con memorie di Vairano Patenora, Curti 1986, p. 171.

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In castro Marzanelli685. Abbas Iohannes de Vayrano pro parte archipresbiteri eiusdem loci promedietate ecclesie S. Iohannis, S. Castrensis, S. Martini de Marzanellis tar.III, gr. VIII.686. Item ab eodem pro ecclesia S. Stephani tar. III 1/2.687. Item pro medietate S. Castrensis tar. 1. (...)»16.

Particolarmente interessanti sono le vicende legate alla chiesa e al mona-stero di S. Giovanni, da cui prese il nome la località oggi nota come“Santianni”.

Il manoscritto MS3, ai fogli 3, 4 e 5, riporta quanto segue:

«Pag. 103. Cap. XVII Del Monistero di S. Giovanni e suo Ospizio.(...) Alle radici del monte nel luogo oggi detto S. Giovanni ed al volgo dettoSantianni, vi esisteva il monistero di S. Giovanni ornato di colonne di marmo edi altri belli edifizi, quali colonne dal Sindaco Bartolomeo Panarello furonospaccate e sfabricate tutte le mura di altri belli edizi, il quale sindaco Panarelloci si fece fabbricare una Cappella vicino al suo casino sotto il titolo di S.Giuseppe nell’anno di nostra salute 1768, ed il rimanente abbelato da un mar-zanellese per impadronirsi del terreno abbelò le rimanenti vestigie, del qualemarzanellese si tace il nome, e mi riferiscono alcuni marzanellesi i quali siricordano allorquanto (sic) esistevano questi edifizi che le colonne erano tantogrande che un uomo non avrebbe potuto abbracciarle nemmeno mezze; pochianni fa fuvvi ritrovato una cisterna; questa stava fatta in questo modo soprastretta due o tre palmi e sotto larga e questa stava dentro lo giardino delli stessimonaci. Circa pochi passi sopra dal volgo detto [i gradoni] eravi lo Spizio deisuddetti monaci, quale per cagione del passaggio che’ giornalmente vi si fa èall’intutto sfabbricato e pochissime vestigia vi rimangono ora, e questo Spizio fufabbricato per mutarci aria d’està.

Questi monaci non lungi aveano alcune masserie per comodo delle biade, maè incerto il fissarne il vero perché non ne abbiamo alcuna iscrizione, e questoluogo è appunto la Starza di S. Giovanni, quali arie pochi anni fa furono sca-

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16 Cfr. M. INGUANEZ, L. MATTEI-CREASOLI, P. SELLA , Rationes cit., pp. 67-69.

Capitolo terzo

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vate da alcuni bracciali che colà travagliarono e da questo luogo mi si raccontadai miei parenti che il mio avo Giuseppe Marcello allorché si fondò una masse-ria ivi vicina da quel luogo prese le pietre ed anche il mio zio Arciprete allorchéfece alcune cose alla stessa masseria colà prese le pietre, ed è certo che quel luogoera un edifizio, ma incerto è il dire che era dei monaci di S. Giovanni».

A quanto riportato si aggiunge una memoria inedita contenuta nel-l’Inventario delli beni che possiede la Chiesa Parocchiale di S.ta Maria del Montedella Terra di Marzanello fatto nell’Anno 1760 & Platea Generale17 (f. 52), che hail seguente testo: «Ai 2 di Marzo dell’anno 1749 il Sindaco di Marzanellovendé un fondo, ed una casa come risulta dall’Istromento per Notar GiacomoBove di Vairano nel giorno ed anno predetto per edificare una Cappella percomodo di tutta la popolazione alle falde del Tuoro di Galizia così detto. DettaCappella fu Edificata (sic), e perché vi era attigua la proprietà di BartolomeoPanarello, l’arciprete di allora D. Nicola Panarello per avere l’uso del Corettoconvenne con la Curia e vi stabilì la messa festiva, però a due carlini, da dirsiin perpetuo dagli suoi eredi e successori. Bartolomeo Panarello nel suo testamen-to, rogato da Muccio di Vairano tra l’anno 1786 fa menzione di questo legatodi messe e dice che ove si demolisse la Cappella sempre si dovrà adempiere illegato.

La proprietà suddetta passò a D. Antonia Panarello sposata a D. AntonioCirelli. D. Bartolomeo Cirelli figlio usurpò tutto quel fondo adiacente allaCappella; il locale ove è l’orto ora murato. D. Luigi Cirelli poi Nipote si è impa-dronito della Cappella apponendovi la pietra scritta, ove si dice essere CappellaGentilizia (...) Marzanello 18 giugno 1880. - A. Arcip. Cortellessa».

La cappella dedicata a San Giuseppe, ricordata anche nel manoscrittoMS4, trova, dunque, anche altre attestazioni che ne chiariscono la storia.

L’esistenza di strutture ben più antiche delle fabbriche sette-ottocente-sche attuali del “palazzo Cirelli” o “masseria Cirelli” e della “cantina ju’rucu” (ovvero la “cantina del duca”) è una certezza.

Il “palazzo Cirelli”, infatti, insiste su fabbriche che sembrano quantomeno medievali e nei suoi pressi sono due frammenti di fusti di colonne di

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17 Tale importante documento è conservato in originale nell’Archivio Parrocchiale di Maria S.S. del Monte in Marzanello.

IL CASTRUM MARZANELLI

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notevoli dimensioni.Il primo frammento, in calcare locale, con scanalature in stile dorico, ha

un diametro di cm. 45 e misura cm. 95 nel punto di massima altezza e cm.77 nel punto di minima altezza.

Il secondo frammento, in marmo cipollino venato di verde, con scozia elistello di cm. 7, è alto (listello escluso) cm. 90, ha un diametro di cm. 45 epresenta un foro centrale quadrato per l’innesto di un perno verticale.

La “cantina ju’ rucu”, che presenta uno splendido sfiatatoio monumenta-le in tufo grigio, insiste su una cavità che, a primo acchito, sembra esserestata una grotta romana, poi rinsaldata con campate in muratura, probabil-mente collegata all’impianto sottostante il “palazzo Cirelli”, utilizzata duran-te l’ultima guerra mondiale come ricovero antiaereo ed oggi in stato diabbandono.

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Capitolo terzo

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Documentazionefotografica

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1. Il Monteforte di Marzanello (cima 420) visto da Sud.

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2. La briglia turrita orientale (evidenziata dalle frecce) sul versante Sud del Monteforte.

3. Squarcio panoramico ascendente della muraglia medievale orientale turrita .

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4. Particolare della muratura della briglia Est.

5. Particolare della torretta semicircolare della briglia Est.

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6. La fabbrica della briglia Est con i resti della torretta semicircolare.

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7. Tratto della muratura della cima 420 in corrispondenza del tratto terminale della briglia Est(si noti il doppio andamento delle mura).

8. Particolare delle fondamenta della torre ellittica messo a nudo da uno scavatore clandestino.

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9. L’estremità superiore della briglia Est e il varco tra essa e la cortina di protezione del torrione.

10. Particolare della muratura della cortina della cima 420 nel tratto meridionale.

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11. Particolare della muratura della cortina della cima 420 nel tratto Nord.

12. Particolare della muratura della cortina della cima 420 nel tratto Nord-Est (si noti la curvatura ad ogiva).

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13. Particolare dell’opus incertum del torrione della cima 420.

14. L’estremità Nord-Est dell’impianto fortificato della cima 420.

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15. Il Monteforte visto da Est dall’alto del Monte Catreola(si noti l’area dell’antico abitato, inquadrata da una muratura di recinzione dall’andamento regolare).

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16. Particolare della muratura di recinzione dell’abitato dominato dal torrione della cima 420.

17. L’area, nell’antico abitato, ove sorgeva la cappella ad un’unica navata(si notino il perimetro indicato dalle frecce bianche e il piedritto calcareo ancora in piedi indicato dalla freccia nera)

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18. Particolare dell’allineamento calcareo che delimitava il sagrato della cappella a Nord.

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19. La collina di Marzanello Vecchio (cima 323) vista da Sud.

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20. La Chiesa di San Nicola vista dal Monteforte.

21. L’innesto dell’abside sulla parete orientale della Chiesa di S.Nicola.

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22. Particolare della muratura che sottende la Torre B.

23. I resti della torre quadrata che sporge dalla cortina Est della cima 323.

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24. Particolare della muratura del livello superiore della cortina Est della cima 323.

25. Un particolare della cortina esterna bastionata del versante sud-occidentale.

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26. Particolare della poderosa muratura del livello inferiore della cortina Est della cima 323.

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27. Particolare dell’estremità Sud-Sud-Est della cortina Sud-occidentale bastionata della cima 323 nel punto in cui sorgeva la Torre D.

28. Particolare della muratura del basamento della Torre D.

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29. L’ingresso del camminamento ipogeo sotto la Torre D.

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30. La cavità del camminamento sulla cortina esterna del versante sud-occidentale.

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31. La base scarpata della torretta di protezione dell’accesso alla porta 2.

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32. Particolare della cortina interna di Sud-Ovest (si noti la porta a tutto sesto del locale che, secondo la tradizione, ospitava il municipio).

33. La cortina di protezione della rampa d’accesso alla porta 2.

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34. La nicchietta ove trovava riparo il guardiano della rampa d’accesso alla porta 2.

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35. La strada principale, interna al borgo, la quale, dalla porta 2, conduceva allo spiazzo antistante la Chiesa di S. Nicola.

36. Ciò che rimane della porta n. 1, impostata nel basamento scarpato del torrione che costituival’estremità occidentale della cortina bastionata.

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37. La facciata sud-orientale dell’estremità Ovest della cortina bastionata(si noti la grande somiglianza con l’estremità Sud-Sud- Est della stessa cortina).

38. La via interna al borgo più occidentale in collegamento con la porta n. 1.

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39. Ciò che resta della scarpa tronco-conica della Torre E.

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40. La galleria a sesto acuto sotto lo spalto occidentale della cortina più antica.

41. I ruderi della Torre F.

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42. L’estremità occidentale della muratura moderna addossatasi alle antiche fabbriche.

43. Alcuni terrazzi coltivati nei pressi dell’Ulivo dell’Angelo(con la stessa tipologia erano realizzati tutti gli altri terrazzi coltivabili utilizzati dagli antichi abitanti del borgo).

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44. I ruderi, con il campanile, del versante occidentale della chiesa intra moenia di S. Nicola.

45. I ruderi della parete di fondo della probabile chiesa extra moenia dedicata a S. Castrese.

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46. L’attuale facciata della Chiesa extra moenia di Maria SS. del Monte.

47. L’affresco raffigurante l’apoteosi del Cristo Risorto, sulla parete destra (rispetto all’accesso) delSantuario di Maria SS. del Monte.

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48. L’affresco raffigurante la Crocifissione di Gesù Cristo sull’absidiola della navata “a monte” del Santuario di Maria SS. del Monte.

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49. L’attuale aspetto meridionale del “Palazzo Cirelli”.

50. La “cantina ju’ rucu” con lo sfiatatoio monumentale.

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51. Palazzo Cirelli: il frammento di fusto di colonna in marmo cipollino.

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52. Palazzo Cirelli: il frammento di fusto di colonna scanalato in calcare locale.

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53. La torre rinascimentale del Palazzone prima del “restauro”(da E. CALCE, Marzanello cit., p. 41).

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54. Lo splendido portone calcareo settecentesco sul lato Est del Palazzone negli Anni ‘70 del XX secolo.(Archivio Fotografico Dott. Maria Zompa)

55. La cappella c.d. di Santa Irene annessa al Palazzone negli Anni ‘70 del XX secolo.(Archivio Fotografico Dott. Maria Zompa)

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Castrum Marzanelli

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BIBLIOGRAFIA

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Acquarello (l’), 48Aia di Cella, 78, 95nAilano, 14, 38Alamagnano, 15nAlcala, 25Alife, 14, 16, 16n, 38Alife, 18Alifie, 18nAngiò, 13Apicij, 15nAprano, 19nApruzzo, 28Aquaviva, 17nAquila, 17Aquila, 18nAquino, 14nAragona, 16, 17, 18, 19Aragonum, 20Assisi, 47Aurilia, 16Aurilia, 17nAurilie, 17nAverse, 15nBaiarum, 15nBasilicata, 69n, 93nBautio, 19Bayarum, 18nBayas, 15nBaye, 18nBenivento, 17

Boscarello (lo), 55Boscarello (lo), 89Bovino, 32Bugnara, 26Bugnara, 28, 29Caiacie, 17nCaianelli, 17nCaianello, 14n, 16, 37, 38, 39, 41,42, 43, 44, 45, 51, 53, 56Caianello, 16, 21, 21n, 85n, 86Caiano, 14nCajanello, 78, 79Calab.a, 15n, 16nCalabria, 16, 80nCalai (agli), 46Calatrane, 25, 26Calatrava, 25Caleni, 16n, 20“cantina ju’ rucu”, 124Campagniola, 85nCampagnola, 44, 56Campagnola, 85n, 88Campanaro (sotto lo), 45Campania, 118nCampate (le), 61, 63Campo di Puella, 46Campoferro, 48Camponischis, 18nCamponischy, 17, 17nCandia, 22n

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INDICE TOPONOMASTICOElenco i toponimi nelle varianti attestate

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Indice toponomastico

Cannia, 19Capitanata, 15Capozza (la), 54Cappella (alla), 78Cappella detta delle Vesche, 46Capua, 35, 85n, 104, 110Carbonara, 85nCardona, 22nCarinari, 26Carinari, 29Carinola, 18, 19nCarinola, 19Carinoli, 19nCarpani foschi (li), 62, 63Casa d’Adamo, 45Casale di Tiano, 85nCasarino, 95nCase Pente (alle), 52Case pente (alle), 47, 52Casi Pénte, 118Casorcia, 85nCastel Riardo, 14Castel S. Felice, 14Castell’amare di Volturno, 17Catreola (monte), 103Cauto di Pietro Parente (lo), 43Cayanelli, 16n, 20Cayanello, 19Cayevola (monte), 103, 111Caynello, 21nCecerale (lo), 89Cerqua Secca (la), 89Cerquasecca (la), 90

Cerquelle (le), 48Cerqueto (il), 111Cerqueto di Lorenzo (lo), 90Cerqueto Lorenzo (lo), 52Cerquitiello, 89Cerquito (lo), 57Cerquito della Ducal Corte di Marza-nello, 46Cerreto-Sannita, 18Cerretto, 18Cesa del Varo, 105Cesa vitazza, 61, 63Cesarelle (le), 88Cese (le), 48, 52Cese (le), 88, 90Chiaio (il), 61, 63Chiarano, 26Chiarano, 28, 29Cicerale, 57, 70nCiesi (alle), 75, 78Cingola, 14Conce, 14n, 16nCorbuta, 20Cordova, 21, 22Corduba, 19, 20n, 22, 22n, 24Corduba, 22Corsa d’Orlando, 43Corte del Piro (alla), 78, 83Corticelle (le), 95nCorvara (la), 87Corvara, 48, 52Costantinopoli, 13Cuculi, 15n

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Castrum Marzanelli

Dragone, 15Dragoni, 18nDragonis, 15nDragono, 15nDragonum, 15nEsche (all’), 85nEschetaure, 45Ferrara, 13Ferrara, 38Ferraria, 13nforcalquerij, 14nFormicola, 14formiculae, 15nFormiculam, 15nformicule, 16nfosso Raguso (lo), 45Frattura, 26, 27Frattura, 28, 29Fravolara (la), 61, 63Gaeta, 16, 18Gaeta, 17Gaieta, 18nGallipoli, 24Galluccio, 14n, 19, 21nGalluccio, 21Gallucii, 21nGallucij, 20Gambatesa, 14Gambatesa, 14n, 15n, Gambatese, 15nGambatisa, 15nGandie, 19giardiniello (lo), 56

Gioj, 16gliande piatte (le), 56gliande piatte (le), 89Grotta (la), 95nGrotta granarola, 61, 63Grotte (alle), 48, 60Grotte (alle), 48nHierusalem, 20Isernia, 18Italia, 65, 103, 109Italia, 65n, 82nItaliae, 118n, 121Johe, 15n“La Croce”, 66Lenze di Patanaro (le), 54Liffe, 18limata, 45limatella (la), 53Limatelle (le), 87limitone dell’Aria (lo), 54Maczarelli, 14nMagnano, 85nMaiuzzi (li), 43Malta, 119Manzanello, 121Marauni (alli), 78Marc.llo, 21nMarcano, 13marchianello, 17Marcianello, 13Marcianiello, 13Marczanelli, 16, 16n, 18n, 22n, Marczanello, 13

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Indice toponomastico

Marczani, 16nMarczano, 16n, 18nMartianelli, 22Marzanelli, 14, 14n, 15n, 17, 17n,18, 18n, 20, 21n, 22, 23, 32, 35,72n, 103, 115‘Marzanelli”, 104Marzanelli, 121, 122Marzanellis, 122Marzanello Vecchio, 43, 61, 63Marzanello Vecchio, 103, 105, 111Marzanello, 13, 14, 14n, 16, 18n,19, 19n, 20n, 21, 22, 22n, 23, 23n,24, 25, 25n, 26n, 27, 28, 29, 30,31, 35, 35n, 36, 37, 38, 39, 40, 41,43, 44, 45, 46, 48n, 51, 59, 61, 63,64, 104, 110, 118, 118n, 121n, 123 Marzanello, 13, 15, 16, 17, 18, 19,19n, 21, 21n, 22, 23, 24, 25, 26,27, 32, 35, 48n, 64, 65, 66, 68,68n, 70, 71, 72, 77, 78, 79, 80, 81,82, 83, 85, 85n, 86, 87, 88, 89, 90,91, 92, 93, 94, 95, 96, 103, 104,111, 121, 123n Marzanellum, 13, 15nMarzanellus, 23nMarzani, 14n, 15n, 20, 22, 23, 26Marzaniello, 22n, 27, 28, 66n, 67n,68n, 69n, 70n, 71n, 73n, 74n, 75n,76n, 77n, 79n, 80n, 81n, 82n, 83n,84n, 85n, 86n, 87, 91n, 93n, 94n,95nMarzanno, 13

Marzano, 14, 15, 15n, 16, 17, 18,19n, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 80, 84,85n, 86, 90Marzano, 14, 14n, 15n, 16, 17n,18, 18n, 19, 19n, 20n, 21, 22, 22n,23, 23n, 24, 25, 25n, 26n, 27, 28,30, 37, 38, 41, 42, 44, 51, 53, 57Marzanus, 23nMassaria detta delli Staoloni, 45Mezzogiorno, 65Mezzogiorno, 65n, 69n, 72n, 74n,75n, 80n, 84n, 92nMignano, 14Milazzani (castrum), 15nMinervino Murge, 84nModugno, 23, 23nMolis., 15nMolise, 14Molisii, 13Mondragone, 76nMontalto, 19Monte Reij, 26nMonteforte, 104Monteforte, 111Montelagone, 37Monteleone, 17, 17nMontemarzanelli, 119nMontemarzanelli, 121Monterapillo, 55Montialti, 20montis Rotarij, 15nMontisalti, 18nMontisfucoli, 20

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Montisfusculi, 20Montone, 17Montorij, 15n, 18nMontorio, 17Montorj, 18nMorcone, 17Napoli, 16, 18, 18n, 19, 19n, 20,21, 23, 24n, 25, 26n, 27n, 31n, 35,73Napoli, 16, 18n, 26n, 28, 29, 37,39, 40, 58, 64, 65n, 73n, 84n, 92n,109nNeap., 26Neapoli, 13, 20, 21Noce pizzotella (la), 57Nocella (la), 75, 78Nove, 15nNovi, 16, 16nNusco, 96nPagliarone (al), 48Pagliarone (lo), 53Pagliarone (lo), 90Palazzo (lo), 55“palazzo Cirelli”, 124“Palazzone”, 95Pantani (alli), 45Pantano del Monaco (lo), 48Parata (la), 46Paraviespo (lo), 47Pastino bianchino, 79Pastino di Cannalonga (lo), 46Pastino di Casa d’Adamo, 45Patanara (à), 88

Patenara (la), 59Patenaria, 103, 103nPay (Castrum), 16nPay, 15nPentima (la), 57Perazza (alla), 48Perazza (la), 52Perroncello (lo), 61, 63Perrone degli laterni, 43Perrone della Fenocchiara (lo), 43, 46Perrone della Riella (al), 43Perrone di Cescola Fieria (il), 61, 63Pesca (la), 79, 83Pescarelle (le), 48pesuni, 19nPetra Mayonis, 16nPetra Molare, 19Petra prope Vayranum, 19Petre Molarie, 20Petre prope Bayranum, 20Pico, 19nPiedimonte (presso Alife), 14Piedimonte d’Alife, 86Pierte (alle), 48Pierti (le), 53Pierti (le), 87Pietra Bianca, 43Pietra di Vairano, 21Pietra Melara, 37, 38Pietra Mellara, 14Pietra Vairano, 41, 42, 46, 47, 51,52Pietra Vairano, 85n

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Castrum Marzanelli

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Pietra, 52, 57Pietra, 87Pietrabianca, 44, 57Pietrabianca, 89Pietramelara, 45Pietramelara, 86, 111Pietravairano, 19, 35, 80, 84, 86Pietravairano, 36, 42Pioppitello (lo), 44Piro (lo), 46Pizzo del monte (lo), 88Pizzo del Monte, 43pizzo del Monte (lo), 55Pomigliano de Atella, 19nPonte (lo), 54Ponte (lo), 88, 90Pontelatronum, 15nPontislatroni, 16nPontislatronis, 15nPorazza (la), 87Porto (lo), 90Prata, 38Pratella, 14, 38Presenzano, 14Principato Citra, 16, 69nPuzzetella (la), 91Radica (la), 52Rahona, 17Riardo, 37, 38Rio della Parata, 45, 46Riozzo delle Pentime, 46Ripacorsa, 21nRipacorsie, 21n

Rivolo (al), 48Rocca d’Aspide, 16Rocca di Mondragone, 19Rocca Monfina, 19Rocca Monfina, 85nRocca Romana, 14, 14nRoccamonfina, 16Roccamonfina, 84Roccaromana, 37, 38Rocce de Aspero, 15nRocce de Aspro, 16nRocce Mifini, 15nRocce Montisfini, 16nRocce Montisfinis, 20rutti (alle), 48nS. Angeli de Rupecanina, 15nS. Angelo di Rupe Canina, 14S. Angelum de Ripa Canina, 15nS. Angelum de Rupe Canina, 15nS. Elena seu Fosso Mastro, 45S. Felice, 37, 38, 41, 42, 45, 46, 51S. Germano, 103nS. Gio:, 75S. Giovanni, 122S. Marci, 74S. Marco, 74S. Martino, 48S. Martino, 78S. Mattiozzo, 43S.ti Angeli Ravis Canine, 16nS.ti Arcangeli (casale), 15nSabrano, 15nSalerno, 69n

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Indice toponomastico

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San Joanne, 19nSancti Angeli, 20Sancto Felice, 14nSanctum Gervasum, 14Sangro, 26Sangro, 29, 30, 31Santianni, 122Santianni, 122Sarno, 19, 19nSarno, 19nSarriani, 16nSassi, 16nSatriano, 16Saxum, 15nScarpari franchi (li), 41, 45Sergua, 18Sessa, 16, 19, 20n, 21, 21n, 22, 22n,24Sicilia, 27Siciliae, 20Sicilie, 15n, 17n, 18n, 20Spagna, 29Squillace, 16, 21Squillacij, 15n, 16n, 17n, 18nSquillacis, 15nSquillarum, 15nSquillas, 15nStarza (la), 56, 57Starza (la), 89Starza del Giardiniello, 90Starza dell’Alberone (la), 88Starza di S. Giovanni (la), 122Stellate, 111

Strada Reg.a, 90Strada Regia, 43, 44, 53Subarina, 15nSuessa, 119nSuessa, 121Suessae, 18n, 20nSuesse, 16n, 17n, 18n, 20Surrento, 18nSvevia, 13T.ra Lab.s, 15n, 16n, 18nT.ra Laboris, 15nT.re Lab.s, 15nTaverna delle Spade, 45Teano, 14, 16, 19, 20n, 22n, 37, 38,41, 42, 44, 45, 47, 51, 52, 58Teano, 22, 68, 81, 84, 85n, 86, 87,103, 109, 121Tenta (la), 45Terra della Riccia, 45Terra di Lauore, 21, 25nTerra di Lavoro, 14, 16, 19, 21, 27,36, 95n, 116nTerra di Lavoro, 19n, 22n, 92Terra Lab., 17nTerra Lab.s, 16nTerra Lavore, 26nterra laboris, 21nTerracina, 17Terrae novae, 21nTerræ Laboris, 19n, 28terræ Laboris, 26Terranova, 22nTerranova, 22n

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Castrum Marzanelli

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Terre Laboris, 13, 19n, 20, 22nTerre Nove, 20Theani, 16n, 20Theanum, 21nThore, 16nTiano, 85nTora, 14, 37, 38Torello (il), 61, 63Torre di Francolise, 38Torre Magna, 16torre di Francolise, 19nTorrefrancolise, 19Torricella, 37, 38Traguni, 18nTranchino, 17[T]rivice di S. Spirito, 53Tufarie, 15, 15nTuoro di Galizia, 123Turris Francolisij, 20Vairano Patenora, 35n, 121nVairano, 13, 24, 25, 26, 32, 80, 84,

85n, 86, 87, 88, 116Vairano, 14, 23, 23n, 24, 24n, 25n,26n, 27n, 38, 39, 41, 42, 43, 55,119, 123Vajrano, 78Valle (la), 61, 63Valle dei Crognali (la), 63Valle delli Crognali (la), 62Valletta, 36Valletta, 104Vallettae, 36Vallone (lo), 55Vatrasselli, 15, 15nVayrani, 116nVayrano, 121, 122Velez, 26nVenafro, 110Vesche (le), 47Via del Pastinello (la), 46Vitraro (allo), 78

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Indice toponomastico

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Abbreviazioni p. 6

Prefazione p. 7

Capitolo I. Profilo storico e successione feudale p. 11

Capitolo II. Marzanello moderna p. 33

Appendice: Il borgo medievale di Marzanello nel Settecentoattraverso il Catasto Onciario(di Marco De Angelis) p. 65

Capitolo III. Il Castrum Marzanelli p. 101

Documentazione fotografica p. 127

Bibliografia p. 165

Indice toponomastico p. 169

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INDICE

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L’Autore si dichiara disposto a regolare la propria posizionequalora vi fossero involontarie inadempienze

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Finito di stampare nel mese di aprile 1999 presso la

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Via Risorgimento - 81059 Vairano Scalo (CE)tel. 0823 988190