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Adriano Sicbaldi L’essenza dell’arte è riservatezza infinita Il cammino di un interprete dei valori fondamentali della pittura in un secolo di cambiamenti, evoluzioni, innovazioni ed illusioni. Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

Adriano Sicbaldi L’essenza dell’arte è riservatezza infinita · di amicizia che continueranno per tutta la vita. Ha probabilmente modo di conoscere ... Italo Cremona, di Albino

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Adriano Sicbaldi L’essenza dell’arte è riservatezza infinita

Il cammino di un interpretedei valori fondamentali della pittura

in un secolo di cambiamenti, evoluzioni, innovazioni

ed illusioni.

Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

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Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

Gli studi e la formazione artistica

Il 2 febbraio 1911 Adriano Sicbaldi, figlio primogenito di Ettore e di Alessandra Maria Avellini, nasce a Bottrighe, piccolo comune nei pressi di Adria, sul delta del Po. Il padre Ettore è un medico torinese figlio di un magistrato originario di Villalvernia, in provincia di Alessandria; la madre è casalinga e si occupa direttamente della vita familiare, accudendo al marito ed ai due figli Adriano ed Angelo, quest’ultimo nato nel 1913.Ettore Sicbaldi, giovane laureato, trovato impiego sicuro e remunerativo presso lo stabilimento Eridania Zuccheri a Cavanella Po, frazione di Adria in provincia di Rovigo, vi si era trasferito con la moglie nel 1910.

L’entrata in guerra dell’Italia e la necessità di allontanarsi dalle zone di guerra sono la causa prima del ritorno in Piemonte di Ettore con la moglie Maria ed i giovanissimi figli. Il medico e la sua famiglia si stabiliscono a Gattinara, in provincia di Novara e vi rimangono fino al 1918. Il piccolo Adriano mostra fin da bambino una particolare predilezione per il disegno ed i colori e questa spiccata inclinazione conserva e rafforza anche dopo il trasferimento della famiglia a Varallo Sesia, dove frequenta le scuole complementari, e poi a

Il cammino di un interprete dei valori fondamentali della pittura in un secolo di cambiamenti, evoluzioni, innovazioni ed illusioni. Giancarlo Ceriana

1918Gattinara (NO)

Maria Avellini coni figli Adriano

(a sinistra)e Angelo

1924Varallo Sesia (VC) Candidati alla licenza complementare

1911 Cavanella Po (RO)

Casa natale e stabilimento

Eridania Zuccheri

Adriano Sicbaldi L’essenza dell’arte è riservatezza infinita

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Torino; nel capoluogo piemontese già da tempo vive, con la famiglia, Cesare, fratello di Ettore. La naturale attitudine mostrata dal giovanissimo Adriano per la pittura è assecondata dai genitori, i quali, al compimento dei sei anni della scuola elementare d’obbligo all’epoca, lo iscrivono per l’anno scolastico 1924-25 al Liceo Artistico, corso di studi quinquennale propedeutico all’accesso all’”Accademia Albertina delle Belle Arti”, prestigiosa istituzione per lo studio delle discipline artistiche fondata nel 1652, nell’attuale sede dal 1832 per volontà del Re Carlo Alberto, cui deve la sua storica denominazione.Già negli anni del Liceo Artistico il giovane Adriano ha insegnanti del livello di Luigi Onetti, Giovan Battista Carpanetto, Luigi Rigorini.Terminati con profitto gli studi liceali si iscrive, nell’anno scolastico 1928-1929, all’Accademia Albertina dove frequenta il primo corso di Decorazione, tenuto da Giulio Casanova.Altri insegnanti sono Alberto Cibrario per Anatomia, Gaetano Orsolini - già affermato scultore - per Plastica Ornamentale, Michele Guerrisi, anch’egli scultore, per Storia dell’Arte e Cesare Ferro, Maestro di tecniche dell’incisione, i cui corsi di Disegno e Figura e di Pittura e Tecnica dell’Affresco sono particolarmente seguiti da un attentissimo Sicbaldi, che di questa particolare forma di pittura lascerà, nel suo percorso artistico, pregevoli testimonianze: basta citare per tutte la decorazione completa della cupola della parrocchiale di Villalvernia.

Tuttavia, ancor più che dalle discipline di Cesare Ferro, Sicbaldi è attratto da materie quali Decorazione ed Ornato e conquistato dall’insegnamento di Giulio Casanova, grande ammiratore del maestro ferrarese del Rinascimento Cosmè Tura, e a sua volta orientato verso forme di eclettismo di ispirazione rinascimentale piuttosto che suggestionato dal Liberty torinese del momento, che interpreta in maniera critica, pur riconoscendone la raffinata eleganza.Tale posizione si rafforzerà ancor più quando, nel 1933, Sicbaldi sarà chiamato presso l’Accademia quale Assistente di Casanova e successivamente egli stesso titolare del corso di Plastica Ornamentale, che terrà fino al 1935.La stima e l’affettuosa riconoscenza per questo “maestro” non verrà mai meno; Sicbaldi, a distanza di molti anni, nell’aprile del 1983, scriverà di lui: (...) Casanova, pur severo ed intransigente in fatto di disciplina, si mostrava comprensivo e propenso ad assecondare l’iniziativa degli allievi, quando questi dimostravano di avere particolari attenzioni verso queste o quelle forme che fuori dalle aule accademiche si imponevano come quelle più vive del momento (...) Un altro dei punti essenziali dell’insegnamento casanoviano era lo studio dell’acquerello: Casanova faceva eseguire grandi composizioni dal vero con stoffe, vasi, piatti decorativi, oggetti vari di grandi dimensioni. L’effetto pittorico doveva giungere al trompe-l’oeil con successive stesure di colore e senza che ne risultasse una pittura stanca e scolastica, bensì ricca di quei pregi di freschezza che sono tipici della pittura ad acqua, con la sua trasparenza e la sua luminosità (...).

Villalvernia (AL)Chiesa parrocchiale dell’Assunta Particolare della cupola,S. Luca Evangelista

1927/28Foto tesseraAllievo Liceo ArtisticoAccademia Albertina

1933Giulio CasanovaRose e garofaniolio su cartacm 25x47

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Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

Sicbaldi consegue il Diploma presso l’Accademia Albertina nel luglio 1932, ma fin dal primo anno accademico si distingue per diligenza, vincendo una borsa di studio per un viaggio-premio in Veneto, Toscana e Roma; analogo premio gli viene attribuito alla fine del 3° anno di Accademia, e potrà così visitare Napoli, Pompei, Arezzo e Orvieto.

Di questi viaggi-premio sono interessanti gli appunti che il giovane studente diligentemente riporta in brevi scritti, ricchi di osservazioni mirate a cogliere i particolari aspetti delle diverse località, i quali denotano fin dagli anni di scuola una già precisa e rimarcata attitudine ad individuare gli elementi più importanti e necessari per la realizzazione di composizioni paesaggistiche.Durante il periodo scolastico del Liceo e dell’Accademia, ha modo di conoscere molti di quelli che, come lui, saranno protagonisti nel campo dell’arte piemontese del XX secolo: con alcuni di loro - Ermanno Politi, Piero Monti, Nello Cambursano, Dina Bellotti, Francesco Destefanis - stringe legami di amicizia che continueranno per tutta la vita. Ha probabilmente modo di conoscere Giuseppina Reposi, coetanea e anch’essa iscritta ai corsi Accademici dell’Albertina, in particolare interessata agli insegnamenti di Felice Casorati e del suo assistente Giulio Benzi, di Quargnento come lei. Nel 1941, Adriano Sicbaldi, Giulio Benzi, Ermanno Politi e lo scultore Renzo Moscatelli daranno vita a quel breve, ma intenso sodalizio artistico poi ricordato come il “Gruppo di Cherasco”.L’impegno costante negli studi, compiuti sempre con lodevole profitto, non impedisce al giovane Sicbaldi di partecipare con successo anche ad attività sportive: in particolare, negli anni 1930 - ’31 e ‘32 fa parte della squadra sportiva della Società Canottieri Armida di Torino e si distingue quale componente dell’armo del ‘quattro senza’ che vince nel 1932 il campionato piemontese di categoria.

I primi passi nel mondo dell’arte figurativa torinese

Fin dal 1932, neo-diplomato, Adriano Sicbaldi si propone all’attenzione del pubblico e della critica partecipando con due suoi lavori alla XXXIII Esposizione della Società “Amici dell’Arte”, inaugurata a Torino, nel palazzo della Promotrice delle Belle Arti al Valentino, il 18 ottobre di quell’anno.Si tratta di una manifestazione a livello nazionale, voluta ed organizzata da Domenico Valinotti, Vice Presidente della Società, con la collaborazione di Italo Cremona, poliedrico artista torinese amico di Felice Casorati. Nell’ambito dell’evento, incentrato su una personale dedicata ad Alberto Savinio, vi sono un concorso di Scultura a tema patrocinato dalla Cassa di Risparmio di Torino, un salone dedicato all’Aeropittura Futurista a cura del Fillia, sale riservate alla Caricatura, all’Architettura e, particolarmente evidenziata nel programma, una apposita sezione destinata all’Arte Decorativa ed a quella dell’Illustrazione del Libro: in tale contesto, accanto ad opere dello stesso Italo Cremona, di Albino

Così Sicbaldi, ancora giovane

studente, inizia larelazione dei suoi

viaggi-premio

Tessera della Società Canottieri Armida di Torino

Adriano Sicbaldi L’essenza dell’arte è riservatezza infinita

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Galvano, di Mario Reviglione, il giovane Sicbaldi presenta con successo due illustrazioni, “Flagellazione” e “Il cieco di Gerico”.Il 3 dicembre Sicbaldi partecipa, con l’amico Ermanno Politi, al Concorso a Premi riservato alla Pittura nell’ambito della 1ª Mostra Piemontese d’Arte Goliardica, allestita nelle sale della Istituzione benefica “Il Faro”: una sua “Composizione” viene premiata con medaglia d’argento.Il promettente inizio della sua attività artistica pubblica viene bruscamente interrotto, nel gennaio 1933, dalla chiamata al servizio militare, con trasferimento a Roma presso l’Arma Aeronautica; tornerà a Torino dopo alcuni mesi, in tempo per accettare la proposta di Giulio Casanova e diventare suo Assistente presso l’Accademia Albertina, con l’incarico di docente di Plastica ornamentale e per prendere parte, presentando l’olio “Locale della periferia”, alla 6ª Esposizione Sindacale ospitata nel Palazzo del Valentino.È in atto da qualche anno una rassegna di rilevanza nazionale di opere di pittura e scultura patrocinata dalla Casa Reale con il nome di “Concorso della Regina”: Sicbaldi vi partecipa e, nel rispetto del tema proposto - illustrare, richiamandosi alla Grande Guerra ed alla Vittoria, scene ed episodi di valore e di sacrificio per i quali i protagonisti siano stati decorati con Medaglia d’Oro al V.M. - presenta alcuni bozzetti ed una grande tela (mt.1,80 x 1,20) “Combattimento sul Piave”, che rappresenta un’eroica impresa del 23° Reparto degli Arditi al comando del savonese capitano Francesco Marotta nel corso della battaglia del Piave.

Tutte le opere premiate vengono esposte nelle sale del Quirinale: tra i piemontesi dichiarati vincitori nel Concorso di 1º Grado, accanto ai nomi di artisti affermati quali Italo Cremona e Cesare Maggi figura il giovane Sicbaldi. In questi primi anni di lavoro post diploma, Sicbaldi si dedica ad alcune attività complementari a quella più propriamente riservata al dipinto su cavalletto, non disdegnando di lavorare alla illustrazione di libri ed alla realizzazione di affreschi tematici per grandi esposizioni e rassegne d’arte organizzate nel capoluogo piemontese: in questo contesto sono da ricordare due “Illustrazioni del Vangelo” (Mt, 9 e Mt, 26), esposte nella Sezione riservata alla illustrazione del libro nell’ambito della XXXV Esposizione della Società degli “Amici dell’Arte” organizzata a Palazzo Lascaris tra il novembre 1934 ed il gennaio 1935.Nei primi mesi del 1935 all’Accademia Albertina si svolge una Mostra-Concorso che riguarda le diverse tecniche della pittura, inserita in una manifestazione denominata “Prelittoriali dell’Arte” la quale ha lo scopo di individuare opere meritevoli di partecipare alla manifestazione nazionale “Littoriali della Cultura e dell’Arte”. La Commissione giudicatrice presceglie, per la tecnica dell’affresco, i lavori di Adriano Sicbaldi, Ermanno Politi, Attilio Corsetti ed Ettore Bora.

1934Combattimento sul Piaveoliocm 180x120

1933Sicbaldi militare nell’Arma Aeronautica

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Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

L’esperienza africana

In quello stesso anno Sicbaldi, alla costante ricerca di arricchimento delle proprie conoscenze, lascia spontaneamente il tranquillo incarico di insegnante presso l’Accademia Albertina, nonostante le contrarie esortazioni del maestro Giulio Casanova, restio a perdere la valida collaborazione del bravo Assistente, e parte volontario per la Campagna d’Africa, inquadrato nella Compagnia Comando reggimentale insieme a molti altri giovani, come lui attratti dalla possibilità di nuove entusiasmanti esperienze. Sono con lui, in questa avventura, Luigi Carluccio (che sarà tra i più autorevoli critici d’arte del suo tempo), Alberto Burri (poi figura centrale e di assoluta originalità nel campo dell’arte informale) e l’amico Piero Monti. In Africa Orientale con il suo reggimento consegue in breve il grado di Tenente, avendo a suo tempo seguito il corso da Allievo Ufficiale; non vi sono particolari notizie sulla sua vita militare, mentre è una grande esperienza, per lui e per la sua maturazione artistica, trovarsi in mezzo a paesaggi affascinanti, ad un mondo ricco di immagini di vita primitiva che richiamano aspetti di sapore biblico. Particolarmente interessanti in proposito sono gli scarni appunti-ricordo riportati in un manoscritto ritrovato: Arrivo a Massaua - Contrasto mare montagna - Sbarco - Odore dell’Africa - Negro ubriaco - Ghinda - Roccioni e scimmie - Marce notturne - Ambe di Senafè - Il silenzio in terre d’Africa - Rispetto biblico del paesaggio e dei costumi - Asmara, contrasti occidente-oriente nella vita e nei costumi - Aspetti pittorici di questi contrasti - Descrizione del paesaggio di Amba Alagi - Ascianghi - Passaggio del signorotto con la scorta - Gli eucalipti e le acacie - Le euforbie - Come dormono gli abissini - I loro vecchi aggeggi - I parasoli - Portatrici d’acqua - Lago Haich - La stagione delle grandi piogge - I cavalli abissini - L’atmosfera limpida - Le ombre nette e forti sotto il sole - I tramonti rapidi - Passaggio di gente vestita all’europea insieme a negri seminudi, donne con bambino a zaino - Negre coi tacchi alti - Animali morti beccati dagli avvoltoi - Le iene e gli sciacalli di notte - Scheletri di animali seccati al sole.E ancora: “Il paesaggio è, visto qui dall’alto, tutto un grandioso movimento di piani, colli e monti verdeggianti; generalmente su ogni cocuzzolo sta un gruppo di capanne contornate d’un gran numero di piante. Il sole illumina come il faro d’una scena teatrale tutta questa superficie dove l’ombra delle nubi vi anima i più arditi chiaroscuri, ed il vento che trascina queste nubi fa spegnere ed accendere qua e là i lumi e le ombre”.Da questa esperienza in terra d’Africa trae spunto per la realizzazione di una serie di opere, con tecniche diverse che vanno dal disegno alla tempera, dall’acquerello all’olio e che, soprattutto, sono a dimostrare il grado di eccellenza ormai raggiunto nella sua espressione pittorica.

1937Dessiè

olio su carta incollata su

masonitecm 39x28

1936Famiglia etiopica in viaggio

Disegno

1935Sicbaldi legionario in Africa Orientale

Adriano Sicbaldi L’essenza dell’arte è riservatezza infinita

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Nel 1937, la Società Promotrice delle Belle Arti organizza nel Palazzo Sociale al Valentino la IX Esposizione Sindacale: Sicbaldi con l’amico Monti, entrambi gloriosamente citati come ex legionari reduci dall’Africa Orientale, hanno riservata la sala decimaseconda per la presentazione della “Mostra personale dei Pittori Piero Monti e Adriano Sicbaldi reduci dall’Africa Orientale”. In tale occasione Sicbaldi espone 24 opere, prevalentemente ispirate alla vicenda africana: Paesaggio africano del 1936, Baracche, Paesaggio di Nefasit, Giovane negro, Zona industriale a Dessiè, Sera, Una via a Dessiè, Paese (queste due ultime esposte poi alla Seconda Mostra del Sindacato Nazionale di Belle Arti, allestita alla Palazzina Spagnola di Napoli dall’8 settembre al 30 ottobre di quello stesso anno), Piccole piogge, Eucalipti a Dessiè (acquistata dal Ministero dell’Educazione Nazionale e tuttora custodita presso la Galleria Sabauda di Torino), Pascolo (acquistato per conto della Galleria Civica di Torino), Paese al fiume Millè, Dietro ai fortini, Valle del Borchiennà, Legionari, Ambe di Senafè, Paese del Uollo (opera ricompresa fra gli acquisti effettuati da S.M. Il Re e conservata nella Quadreria del Quirinale), Accampamento, Tramonto a Dessiè, Distributore di benzina a Dessiè, Paesaggio Tigrino, Legionario che dorme, Suonatore e due Disegni. Ad entrambi gli artisti viene attribuito il premio per il complesso delle opere esposte.

I primi riconoscimenti della critica

L’anno 1938 è particolarmente ricco di avvenimenti per il capoluogo piemontese: la Società degli Amici dell’Arte inaugura il 12 marzo la “Prima Mostra provinciale del Sindacato delle Belle Arti” inserita nel quadro delle manifestazioni della XXXVII Esposizione, allestita nella galleria sotterranea della centralissima via Roma, quasi il salotto buono della migliore borghesia cittadina. Adriano Sicbaldi presenta due lavori ad olio, Paese e Paesaggio con battesimo, meritando una personale citazione su “La Stampa” di Marziano Bernardi, il quale tra (...) opere sparse che spiccavano su altre (...) ricorda (...) per esempio, l’interessante Paese del Sicbaldi (...) Palazzo Carignano, che già nel 1937 aveva ospitato, su iniziativa podestarile, una grande mostra del barocco piemontese, è sede di una grandiosa e completa rassegna dell’arte gotica e rinascimentale in Piemonte: inaugurata il 20 giugno alla presenza dei Principi di Piemonte, l’esposizione è allestita in una serie di ambienti suggestivi e pittoreschi, progettati e realizzati da Antonio Viale con la collaborazione di Augusto Cavallari-Murat. Ancora il Bernardi, su “La Stampa” del 21 giugno, ricorda il vivo interesse degli illustri ospiti (...) fin dalle prime salette, dove negli affreschi dipinti dal Sicbaldi sono ricostruite le glorie dell’antico Piemonte durante tre secoli (...).Sempre nel 1938 si svolge a Torino, presso il Palazzo della Moda nel complesso di Torino Esposizioni al Valentino, la prima rassegna “Torino e l’Autarchia”, esaltazione del credo politico del tempo incentrato sull’autosufficienza e propaganda delle eccellenze italiane in ogni campo; sono chiamati a partecipare all’allestimento artisti affermati e giovani emergenti: in questa prospettiva, nella sezione dedicata alla Fiat, accanto a Mario Sironi, artista di chiaro nome, (...)uno dei pochi autentici eredi della grande tradizione dei frescanti italiani (...), la Fiat (...) ha voluto giovarsi del talento di due giovani pittori torinesi i quali (...)vanno rapidamente affermandosi nel campo della pittura decorativa, il Politi ed il Sicbaldi (...). Così Marziano Bernardi su “La Stampa” del 25 ottobre.Sicbaldi, in particolare, nell’occasione realizza un vasto pannello raffigurante, fra la realtà e l’allegoria, le fortune dell’Impero.Ancora nel 1938, è incaricato di eseguire copie di quadri antichi per il Museo del Risorgimento di Torino, mentre prosegue la sua collaborazione con la Casa Editrice Feltrinelli nella illustrazione di libri; si esercita inoltre in sperimentazioni su terracotta colorata ed anche in opere eseguite ad inchiostro di china su fondi colorati, a volte costituiti anche da pagine di rotocalchi.

1938Periferia invernaleolio su compensatocm 43x52

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Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

La successiva rassegna “Torino e l’Autarchia”, che prende l’avvio nella seconda metà di aprile 1939 sempre nelle sale di Palazzo Esposizioni al Valentino, è dedicata in particolare al tema “la Mistica dell’Autarchia”: l’ingresso nel Padiglione è costituito da una serie di grandi pannelli, alcuni dei quali sono affrescati dai giovani artisti Sicbaldi, Monti e Politi. (...) L’affresco del Sicbaldi raffigura i lavoratori delle miniere, delle officine, e al di sopra delle rocce montane, in un avvallamento che lascia scorgere un lembo di mare, si profilano le possenti nostre navi (...): così Ugo Pavia su “La Stampa” di mercoledì 19 aprile 1939.Il 25 maggio, presso la Società di Cultura Femminile in via Cernaia, viene inaugurata una esposizione di “Vedute di Torino”, a cura di Italo Cremona. Sicbaldi è presente con Via Nizza al Lingotto e Periferia invernale.Nel giugno dello stesso anno Sicbaldi espone due lavori, Cavalli al pascolo e Case della periferia alla XI Mostra Interprovinciale del Sindacato delle Belle Arti - 97ª della Società Promotrice Belle Arti - allestita al Valentino; la Commissione preposta all’assegnazione dei premi e riconoscimenti, composta dagli scultori Castellana e Musso e dal pittore Bevilacqua, acquista per conto della Confederazione dei Professionisti e degli Artisti, l’opera Cavalli al pascolo.Siamo all’epoca in cui, per demonizzare ad ogni costo anche nel parlar comune il manieratissimo e salottiero “lei”, si organizzano convegni, incontri ed anche mostre “antilei”. Torino, quasi in obbligo a tale conformismo per deferenza verso la Real Casa, si allinea, sul finir dell’anno, con una originale ed a suo modo interessante antologia di dipinti e sculture che mettono alla berlina il “lei servile, e in certo senso, adulatore e ipocrita” (Emilio Zanzi, “Gazzetta del Popolo”, 18 novembre 1939). La rassegna, per una serie di motivi facili ad intuirsi, vede la partecipazione di un gran numero di artisti, pittori e scultori più o meno noti al grande pubblico, Michele Guerrisi, Giovanni Riva, Renzo Moscatelli, Piero Monti, Giulio Boetto, Achille Martelli, Giuseppe Simonazzi, Felice Vellan. Ancora da “Gazzetta del Popolo”, sempre a firma di Emilio Zanzi: ”I pannelli più interessanti per originalità di invenzione e per felice pittura sono dovuti a due giovanissimi, il Politi ed il Sicbaldi.”Nell’estate del 1939 Sicbaldi è a Cogne, dove l’anno precedente aveva accettato l’incarico di affrescare con opere di carattere religioso in stile bizantineggiante il presbiterio, la controfacciata d’ingresso e le pareti laterali della “Cappella delle Miniere”. Porta a termine la commissione realizzando, rispettivamente, Cristo seduto con il Vangelo tra due angeli, Natività e Battesimo di Cristo, Crocifissione e Resurrezione.Il 15 maggio 1940 la Società degli Amici dell’Arte di Torino inaugura la sua nuova sede, in via Pietro Micca 15, invitando ad esporre nei propri locali alcuni pittori e scultori; Sicbaldi è presente con vecchi e nuovi amici: Politi, Monti, Carletti, Benzi, Moscatelli e Mastrojanni. Anche in questa occasione Emilio Zanzi ne evidenzia le singolari capacità: “Sicbaldi conferma con questi lavori la sua spigliata fantasia, anche nella composizione di strade periferiche...e nella sua Madonnina schizzata con bravura e ammantata d’azzurro e di rosa.”(“Gazzetta del Popolo”, 16 maggio 1940). Quasi contemporaneamente si svolge la XII Mostra Sindacale degli Artisti del Piemonte (98ª della Società Promotrice delle Belle Arti). Nel merito, sono particolarmente significative le considerazioni che lo Zanzi esprime senza remore di sorta: (...) Se la Mostra attuale non fosse ingombrata da almeno due o trecento pezzi inutilissimi, si presenterebbe assai bene, perché ricca di opere notevoli e buone, non poche di alto interesse (...) e al tempo stesso: (...) Altrove si incontrano (...) i quadri richiamanti di Adriano Sicbaldi, un acuto e nervosissimo rivelatore dei caratteri di un paesaggio periferico (...). Nell’occasione Sicbaldi espone tre lavori: Paesaggio periferico, Cavalli in libertà, Il Po verso Moncalieri.Lo stesso anno, quest’ultimo dipinto sarà prescelto dalla Commissione aggiudicatrice del Premio “Luigi Albarello”, consistente nella cospicua somma di Lire 4000 da assegnarsi ad un giovane paesista piemontese che non abbia superato i trentatre anni di età.Alla 3ª Mostra Provinciale Sindacale di Torino, allestita al Palazzo della Promotrice al Valentino ed aperta per i mesi di ottobre e novembre 1940, Sicbaldi è presente con alcune opere, Paesaggio di Rapallo, Figura, Agosto. La rivista specialistica

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“Zeta”, nell’edizione di dicembre 1940 ne riporta, nell’articolo “Pitture e sculture alla 3ª Mostra Sindacale”, un lusinghiero giudizio: ”Sicbaldi, un altro artista di valore, dimostra di aver già saputo, benché giovane, tanto approfondirsi nel mestiere”.Al Gran Ballo di Carnevale nel 1941 presso il Circolo della Stampa, un gruppo di undici giovani artisti è chiamato ad eseguire, in diretta, il ritratto ad undici signore, il cui nome viene estratto a sorte nel corso dei festeggiamenti. Adriano Sicbaldi è fra gli undici.Con due lettere del 1941, a breve distanza l’una dall’altra, il dott. Alessio Ansermin, dirigente presso la Cogne S.p.A., richiede a Sicbaldi di affrescare la propria cappella di famiglia nel cimitero di Valpelline (AO). L’affresco “Resurrezione” che occupa l’intera parete di fondo e le raffigurazioni monocromatiche di “S. Pantaleo” e di un “Angelo” su una parete laterale sono la cordiale adesione del pittore ad una richiesta che testimonia il riconoscimento della particolare bravura del giovane Sicbaldi nella difficile tecnica della pittura murale “a fresco”.Nel maggio 1941, a Torino si svolge la 13ª Esposizione Sindacale Piemontese, alla quale Sicbaldi partecipa con i quadri ad olio Paesaggio con ferrovia, Ritratto e Paesaggio in settembre; quest’ultimo lavoro viene acquistato dalla Galleria Civica di Torino. Marziano Bernardi scrive su “La Stampa” del 3 maggio: (...) Si guardi con quanta delicatezza il Sicbaldi rende fragranti le sue fresche vedute ( ...).Immediatamente successiva a quella torinese ha luogo a Milano, Palazzo dell’Arte, la III Mostra Nazionale cui prendono parte i diciotto Sindacati Regionali delle Belle Arti. Nel gruppo particolarmente folto degli artisti piemontesi figura anche Adriano Sicbaldi, presente con il dipinto Paesaggio torinese.

Il Gruppo di Cherasco

“Accantonamento di artisti in quel di Cherasco - Una piccola Mostra d’eccezione” è il titolo dell’articolo apparso sulla “Gazzetta del Popolo” di lunedì 24 agosto 1941 a firma di Emilio Zanzi, per riferire sulla esposizione, da parte di “tre pittori ed uno scultore, giovani ma bravi”, dei lavori realizzati in una sorta di cooperazione non soltanto artistica, ma anche economica: lo stesso Sicbaldi, (uno dei quattro, gli altri sono i pittori Giulio Benzi ed Ermanno Politi e lo scultore Renzo Moscatelli) ricorda come dividessero fra loro anche il ricavato delle vendite.I quattro trascorrono qualche settimana nella cittadina piemontese, ospiti di Enrico Signorino, esperto d’arte teatrale ed appassionato collezionista, il quale mette a loro disposizione una casa rurale di sua proprietà e concludono la loro permanenza con una mostra denominata “Iª Mostra d’arte cheraschese”.Sicbaldi in particolare raccoglie giudizi lusinghieri sul suo operato: “Sicbaldi, che ha incominciato come decoratore, nella paesistica solare, chiara e senz’ombra, tende ad un vedutismo arioso, particolareggiato e nobilmente scenografico” (E. Zanzi, cit.) e ancora: (...) Di Adriano Sicbaldi colpisce subito al primo incontro l’ariosa vastità della concezione. I suoi ultimi due quadri, tecnicamente realizzati con una sapienza coloristica che poggia su giochi di tonalità verdi molto felicemente impostati, costituiscono una superba interpretazione della campagna piemontese; interpretazione animata di respiro lirico, che sa cogliere in pieno il senso di questa terra dagli immensi orizzonti solitari. Pittore di larghe possibilità, reca e sfoga in ogni opera la sua predilezione per la composizione, abbandonandosi con la libertà degli artisti riccamente istintivi alle suggestioni delle sue risorse e realizzando la visione col segno sicuro e l’ampia lineadei temperamenti che ignorano il dubbio e l’indugio (...). (Clemente Fusero, “Meridiano di Roma”, 14 settembre 1941).Il breve, ma intenso sodalizio artistico è destinato ad essere ricordato e celebrato, nel tempo, come il “Gruppo di Cherasco”. Pietro Anacleto Boccalatte, noto pittore e affermato disegnatore sui maggiori quotidiani, esegue le caricature dei più giovani colleghi che compongono quel “novello gruppo sul tipo di quello dei Pittori di Rivara costituito sul finire dell ‘800” come Sicbaldi stesso dirà nel 1996.

Cappella della famiglia Ansermin nel cimitero di Valpelline (AO)Affresco

Ricevuta Signorino

Il gruppo di Cherasco nel 1941nelle caricature di A. BoccalatteDa sinistra in senso orario:Politi, Sicbaldi, Benzi, il parrucchiere Signorino, Moscatelli

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Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

Negli anni successivi alla formazione del “Gruppo di Cherasco”, di particolare interesse è uno scambio di corrispondenza tra Sicbaldi e Giulio Benzi: quest’ultimo, ricoverato al S. Matteo di Bra ed ormai minato dal male che lo porterà alla tomba nel giro di pochi anni, si rivolge all’amico di lui più giovane ringraziandolo per i “consigli” ricevuti e si affida alle sue capacità per l’organizzazione di una mostra; “Mi pare che sia ora di fare sul serio....noi scherziamo troppo” scrive ancora Benzi, citando i guadagni realizzati da Monti e da Terzolo.Un importante riconoscimento ufficiale del “Gruppo di Cherasco” si verifica in occasione della IV Mostra Provinciale Sindacale di Torino e 39ª Mostra della Società Amici dell’Arte, promosse in contemporanea dal Sindacato Interprovinciale piemontese delle Belle Arti unitamente alla Società degli Amici dell’Arte, nei locali della Promotrice Belle Arti al Valentino dal 4 ottobre al 4 novembre 1941. In tale circostanza una sala viene di fatto riservata agli amici del “Gruppo di Cherasco” e Sicbaldi propone cinque opere: Studio, La stazione, Il ponte Isabella, Paesaggio collinare, Una via di Cherasco. La tempera su carta Pesaggio collinare viene acquistata per essere conservata presso la Galleria d’Arte Moderna di Torino. In merito Marziano Bernardi su “La Stampa” parla di “franche vedute di Sicbaldi nelle quali talora rivive in lui il bel ‘piemontesismo’ di Reycend”.Il Ministero per l’Educazione Nazionale indice, in novembre, un Concorso tra le Gallerie d’Arte private che organizzano mostre di artisti del tempo. Il primo premio è assegnato alla Galleria Barbaroux di Milano, il secondo premio alla Galleria Cairola di Genova, che a più riprese ha fatto conoscere alla città numerosi artisti piemontesi tra i più originali e coraggiosi, tra cui va annoverato il “Gruppo di Cherasco”.Nell’autunno del 1941 viene richiamato dall’Accademia Albertina, che gli affida l’insegnamento di “Ornato Disegnato” presso il Liceo Artistico. La sua attività di insegnante lo vede inoltre collaborare con Cravanzola, Politi e Mischi, sempre presso l’Accademia Albertina, dove insegna disegno e pittura nei corsi serali della Scuola del Figurino, appena aperta dall’Ente Nazionale della Moda.In collaborazione con altri giovani artisti, Politi, Righetti, Stroppa e Alimandi partecipa alla realizzazione dell’ambientazione delle sale sotterranee della “Gazzetta del Popolo”, in via Roma, per la “Mostra della calzatura di guerra” che si svolge nel settembre 1941.

La 2^ guerra mondiale

In dicembre Sicbaldi partecipa, con i lavori Paesaggio con cavalli e Il Po alle Molinette, alla consueta esposizione della Società di Incoraggiamento alle Belle Arti che ha luogo presso il Circolo degli Artisti. Alla tradizionale Mostra natalizia, nella sua 83ª edizione, la novità assoluta è costituita dalla presenza di un’apposita sezione dedicata al disegno. Nel commentare l’avvenimento, Marziano Bernardi scrive, su “La Stampa” del 23 dicembre 1941: (...) In questa consuetudine di modi espressivi fanno simpaticamente spicco le opere di un gruppetto di giovani. È, il loro, un colorire fresco e netto, un segnare arguto e rapido forme e contorni, è una spigliatezza spregiudicata e una ricerca d’uscire da schemi tradizionali che subito rivela un’età e un clima. Sono Sicbaldi e Politi, Benzi ed Emprin, Ferraris e Monti (...). A Bernardi fa eco, sulla “Gazzetta del Popolo” del 24 dicembre, Emilio Zanzi: (...) Tra le pitture eccellono i paesaggi di Benzi, del Politi e del Sicbaldi: questi giovani con le loro opere fresche e vive hanno portato dentro il Circolo un po’ della vita nuova che freme negli ambienti dove lavorano e disputano gli assertori audaci della più promettente arte italiana (...).L’anno 1942 è quello in cui Sicbaldi porta a termine il grande dipinto Artisti al caffè, un olio su tela dalle dimensioni inconsuete, cm 180 x 120, in cui si ritrae seduto davanti al Caffè Nazionale di via Po, abituale ritrovo degli artisti di quegli anni, accanto a Quaglino, Politi, Benzi, Pasquali, Guerrisi, mentre in piedi ci sono

Lettera autografa di Giulio Benzi

Adriano Sicbaldi L’essenza dell’arte è riservatezza infinita

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Cravanzola, Paolucci, Morbelli. Si tratta di una delle sue opere più significative, in quanto (...) la testimonianza di un costume civile che si è perduto”, come dirà molti anni dopo Renzo Guasco, e Marziano Bernardi: “Un brano di storia artistica torinese. Dello stesso anno è una limpida veduta del Ponte Isabella a Torino.I due poli su cui s’aggira la pittura di Sicbaldi (...).Su “La Stampa” di sabato 7 febbraio 1942, con riferimento a Mostre d’arte, Marziano Bernardi titola il suo intervento critico Un nuovo gruppo torinese e aggiunge: (...) Meglio della precedente mostra di Genova e di quell’altra, affatto occasionale, tenuta a Cherasco (...) questa, che oggi si inaugura in una galleria cittadina, potrebbe esserne l’annuncio ufficiale. I pittori Becchis, Benzi, Politi, Sicbaldi, Simonazzi e lo scultore Moscatelli già si sono affermati tra gli artisti più seri e attivi che oggi lavorino in Torino (...) non v’è direttore d’orchestra (...) e tuttavia una omogeneità d’intenti, forse più sentimentali che plastici, determina l’atmosfera della mostra(...) .Sicbaldi espone nove opere, il citato Artisti al caffè, Paesaggio con ferrovia, Paesaggio lungo il Po, Paesaggio periferico, Cavalli al pascolo, Via Gioberti col sole, Verso Pocapaglia, Alberi sul Po, Figura. Sul finire dell’anno la Società Editrice Subalpina di Torino pubblica l’Edizione Centenaria dell’opera di Massimo d’Azeglio Niccolò de’ Lapi ovvero I Palleschi e i Piagnoni, che comprende 19 tavole fuori testo del pittore Adriano Sicbaldi.

Nell’anno 1943, l’evolversi degli eventi bellici che trascinano l’Italia verso il baratro della tragedia finale, non consente a Sicbaldi di lavorare con la consueta dedizione ed un solo importante evento si registra nella vita artistica di Torino, la XIV Esposizione Sindacale (100ª della Promotrice), ordinata nelle sale della Galleria Civica d’Arte Moderna di Corso Galileo Ferraris nei mesi di maggio e giugno. Sicbaldi presenta per la prima volta Artisti al caffè, insieme ad altre opere, Tetti rossi, Natura morta, e due acquerelli, Figure ed un’altra Natura morta.In luglio viene richiamato alle armi. Con il grado di Tenente frequenta la Scuola di Applicazione di Fanteria a Parma e due mesi più tardi è assegnato al Reggimento di Fanteria a Rivoli e quindi Comandante del distaccamento di Sanità di Altessano, nei pressi di Venaria Reale.

1942Artisti al caffè

olio su telacm 180x120

1943Sicbaldi con due amici in divisa, sul greto del fiume Stura, Lanzo (Ponte del Diavolo)

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Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

Il 13 luglio 1943 Torino subisce un disastroso bombardamento e, nella circo-stanza, viene gravemente danneggiato lo studio del pittore in via Santa Giulia, con perdita di opere e documenti; ciò che rimane viene momentaneamente trasferito a Cambiano.

L’incombere degli eventi bellici costringe la famiglia Sicbaldi al trasferimento a Villalvernia, piccolo comune dell’alessandrino dove, nell’austera casa di via Passalacqua, vive ancora la nonna paterna. Il padre è allora medico condotto del paese. Qui Sicbaldi resterà sino al definitivo rientro in Torino.Il lungo soggiorno nel piccolo centro tortonese ed il costante, annuale ritorno che Sicbaldi farà per trascorrervi gran parte dei mesi estivi caratterizzeranno in modo importante la sua arte; i tetti, le vigne, le strade, le colline subito ripide appena fuori paese, le piccole edicole campestri tradizionalmente oggetto di culto popolare saranno tra i soggetti preferiti della sua espressione artistica più genuina e suggestiva.Nel 1982 Sicbaldi, da sempre acuto osservatore, ci lascia una delicata descrizione di Villalvernia e del paesaggio circostante, dalla quale val la pena di riportare alcuni passi significativi. (...) l’apparizione delle case di Villalvernia ritte l’una sull’altra sul pezzo di collina che dà l’avvio alle morbide e pittoresche ondulazioni che conducono all’Appennino, offre uno spettacolo quanto mai gradevole nel meraviglioso paesaggio italiano (...) un paesaggio che ci appare, con una certa impronta di Liguria in qualche facciata dipinta a colori vivaci....con un po’ di Toscana nei tetti di classici coppi (...) ed in certi muri alternati di mattoni e di pietre azzurro verdoline (...) E ancora: (...) Sull’alto, la bianca mole del castello, di linee neoclassiche (...) sotto, lo schieramento di case in un movimentato incrociarsi di verticali ed orizzontali di facciate, di terrazze, di tetti, come in parata (...) La grande Cupola rossa della Chiesa Parrocchiale completa il quadro dominando, con il suo elegante campanile, la parte pianeggiante del paese (...) Per chi ama la campagna, ancor più interessante è il paesaggio che si sviluppa al di là delle case in direzione di Carezzano, Paderna, S. Agata. Qui vediamo numerosi colli e campi striati di vigneti dai filari perfettamente allineati, macchiati a toppe dal giallo dorato dei campi arati (o del grano maturo, quando è la sua epoca), dal verde tenero dell’erba medica o dal verde scuro dei boschetti di querce e di robinie. (...) L’orizzonte si anima di pennellate inquiete. E di lassù altri panorami si schiudono verso nuovi colli, nuove macchie di verde, di ocra, di vigneti. (...)

Lo studio di via Santa Giulia

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Nonostante la precarietà di una situazione politica in cui vicende drammatiche si susseguono in continuazione, il Circolo degli Artisti ricorda l’84º anno dalla fondazione ed indice, tra i propri soci, una Mostra di pittura e scultura. Alla manifestazione, aperta giovedì 18 maggio 1944, aderiscono 48 artisti, tra pittori e scultori: Sicbaldi presenta un bozzetto con cavaliere dal (...) tono mosso e romanticamente trasfigurato (...) (così la “Gazzetta del Popolo” del 19 maggio), il cui titolo è Paesaggio a Sangano.Alcuni mesi più tardi, ed ancora grazie all’ospitalità fornita dal Circolo degli Artisti, la Società d’incoraggiamento alle Belle Arti inaugura, il 21 dicembre 1944, la sua 85ª Esposizione. La “Gazzetta del Popolo” dello stesso giorno commenta: (...) Adriano Sicbaldi espone una Strada a Villalvernia dove la forza del disegno, l’armatura pittorica del quadro non si nascondono dietro la pennellata che può, a torto, essere considerata gentile (...).Nel salone de “La Stampa” in Galleria San Federico, con inizio il 28 gennaio 1945, è allestita una Mostra di “Quattro pittori e uno scultore”, come titola Pier Antonio Gariazzo, pittore a sua volta ed anche critico d’arte per quel giornale, attribuendo loro, impropriamente, l’etichetta di “Gruppo di Cherasco”, mentre in realtà di quel Gruppo facevano parte tre pittori, Benzi, Politi e Sicbaldi. Il quarto pittore è Leonardo Stroppa, buon disegnatore ed acquarellista di forte personalità.Adriano Sicbaldi espone quindici tele, I canottieri, Paesaggio con pioppi a Cherasco, Paesaggio a Rapallo, I due ponti, Case e alberi a Villalvernia, Paesaggio invernale a Villalvernia, Paesaggio in grigio, Campi di grano, I cavalli rossi, Ponte sul Po a Torino, Giocatori di bocce, Giornata di vento, La strada nera, Il cielo in giugno, Paesaggio in verde, (...) dipinte con smaliziata sapienza, colore brillante e chiaro e una tecnica sicura chiusa da un fermo disegno. Egli si compiace di ricche gamme di verdi cantanti ed una visione che trasfigura ed idealizza in senso decorativo il paesaggio (...) scrive Gariazzo. Un’attenzione particolare è riservata a due tra le opere presentate, La strada nera e I due ponti.Sempre il Gariazzo, nel pezzo di cronaca d’arte di sabato 17 marzo 1945, riporta notizia dell’annuale esposizione (la 101ª) ordinata dalla Società Promotrice delle Belle Arti, forzatamente “raggrinzita” nel salone del giornale “La Stampa”, essendo rovinato il bel palazzo al Valentino a causa della guerra.Dopo alcune considerazioni di carattere generale non entusiaste sul contenuto della Mostra, Gariazzo giudica tuttavia in modo positivo l’opera Strada di Torino con la quale Sicbaldi partecipa alla rassegna, definendola “ aristocratica e di fine colore”. Quasi contemporaneamente alla manifestazione della Promotrice ha luogo, nella galleria del “Ridotto artistico” di Moncalieri, una “Mostra di pittori contemporanei” alla quale, accanto ai più noti ed affermati Rossi, Casorati, Menzio, Sassu, De Pisis, Cantatore, Mafai, Severini e Rosai, sono invitati i più giovani Sicbaldi, Politi e Ponte Corvo.Negli anni particolarmente difficili che vanno dal ‘38 al ‘45 l’attività di illustrazione di libri, mai del tutto abbandonata, si arricchisce della collaborazione con la Casa Editrice Chiantore di Torino; nel 1945 viene presentato il romanzo di Paul Arène Jean-des-figues, con illustrazioni di Adriano Sicbaldi, che (...) si fondono quasi con l’atmosfera dell’opera, commentandone pittoricamente le vicende (...) (“Corriere del Piemonte”, Torino, 3 giugno 1945).

1945Illustrazioni per il romanzo Jean-des-figues di Paul Arène

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Il dopoguerra: il matrimonio, l’impegno di lavoro e l’intensa produzione artistica

Una originale iniziativa del Comitato Liberazione Nazionale invita tutti gli artisti piemontesi a contribuire alla Giornata della Solidarietà Nazionale. La risposta, sottolinea la cronaca del tempo, è senza esitazioni, con prontezza e generosità esemplari. Il centinaio circa di lavori, esposti per l’occasione alla Galleria Cigala domenica 1º luglio 1945, rappresenta un panorama interessantissimo di quasi tutta la pittura torinese del momento; tra le opere più evidenti è citato un Paesaggio collinare di Sicbaldi.L’artista è inoltre presente alla “Mostra del paesaggio autunnale” che si apre presso il Circolo degli Artisti sabato 22 settembre 1945. Particolare interessante: per la prima volta nella sua ormai lunga storia, la Presidenza del Circolo ha deciso di istituire giurie selettive anche per le mostre dei soci, scatenando le rimostranze dei sostenitori del “diritto” di esporre in quanto associati.

Il 6 novembre apre una personale nella “Saletta del Grifo” presso la libreria de La Stampa, dove espone una trentina di opere tra le quali un grande quadro intitolato Il traghetto. Questo dipinto, dove (...) due figure in una barca dominano un paesaggio fluviale senza attrattive pittoresche (...), secondo la descrizione di Emilio Zanzi, offre al critico lo spunto per una esaustiva puntualizzazione dell’attività dell’artista. Scrive Zanzi: (...) D’ogni arte ciò che interessa è il risultato. Ed il risultato dell’arte di Sicbaldi è buono. Nel giro di pochi anni l’artista torinese, il quale ha fatto tesoro dell’insegnamento di Casorati, del tonalismo di Morandi e della virgiliana tranquillità della poetica di Tosi, ci ha dato alcuni eccellenti quadri. Fra i trenta e più dipinti che l’artista espone, ce ne sono otto o dieci almeno che, per la rigorosa metrica spaziale, per il sentimento delle armonie cromatiche, per la realtà visibile e direi tangibile, svincolata però da ogni accidentale sensualità, meriterebbero di trovar posto in una di quelle selezionate collezioni messe su da chi, più che alla firma celebre, bada alla sostanza (...) (“Gazzetta d’Italia”, 21 novembre 1945).L’avvenimento dell’anno di gran lunga più importante per Adriano Sicbaldi, sulla soglia della confermazione nella cerchia dei più noti artisti piemontesi, è in ogni caso il matrimonio con Giuditta Riba, originaria di Dronero, da lui conosciuta dapprima per corrispondenza, mentre era impegnato nella Campagna d’Africa e poi incontrata e frequentata negli anni successivi. Giuditta Riba sarà per lui, in 63 anni di matrimonio, al tempo stesso la prima estimatrice e la più severa giudicatrice delle sue opere.Si svolge a Torino, inaugurata il 25 maggio 1946, la 102ª Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti, la prima del dopoguerra, ospitata

1945Il traghettoolio su tela

cm 170x130

Dronero, 1945 Giuditta Riba, moglie del pittore

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dall’Accademia Albertina nei suoi locali appena restaurati. Fra le 207 opere che compongono la rassegna Sicbaldi è presente con l’olio Paesaggio in periferia, ma soprattutto, a comprova della sua onestà e serietà intellettuale, è nominato dagli artisti concorrenti membro della Commissione incaricata della selezione delle opere da esporre, fra le oltre 500 pervenute.Ricorre il centenario della nascita di Edmondo De Amicis e, su iniziativa del Comitato promotore delle manifestazioni con il concorso del Circolo degli Artisti, ha luogo una mostra dei disegni realizzati da diversi pittori sugli episodi dei libri Cuore, La carrozza di tutti, Sull’oceano e di altri racconti.Sulla “Gazzetta d’Italia” del 17 novembre 1946 Marziano Bernardi scrive: (...) Episodi, momenti, figurine...hanno trovato interpreti volonterosi e talvolta anche sensibili (...) Ma il più aderente allo spirito deamicisiano, quello che ha meglio capito il piglio narrativo, familiare e cordiale del popolare scrittore ed è meglio entrato anche nell’aura torinese fine ‘800, è senza dubbio Sicbaldi, che ha saputo subordinare la sua fantasia e il suo tratto al “disegno” che già esiste nel racconto, e quasi tradurlo con fedeltà e limpidezza (...).Nell’anno Accademico 1946-1947 rientra definitivamente (vi resterà senza interruzione fino al 1976) nel corpo insegnante dell’Accademia Albertina, dapprima come assistente di Italo Cremona e successivamente di Massimo Quaglino, titolari della Cattedra di Decorazione, incarico che manterrà poi egli stesso fino al collocamento a riposo, a conclusione di un’attività didattica durata più di quarant’anni.Nel 1947 è premiato alla Prima Mostra Nazionale del Paesaggio Saluzzese, inaugurata a Saluzzo il 24 agosto. Partecipa nello stesso mese alla “Exposicciòn de Arte Contempòraneo Italiano, Pinturas y Esculturas” organizzata nel Museo de Bellas Artes di Caracas; con lui sono presenti, tra gli altri artisti, l’amico di sempre Politi, Malinverni, Lupo, Martelli, Valinotti, Gamero, Rolla, Ducato, Terracini.Un innato spirito di avventura, solo apparentemente in contrasto con la suggestiva spontaneità e semplicità che emergono da moltissime sue opere, aveva già portato in tempi non lontani e prima delle vicende belliche Adriano Sicbaldi a ricercare nuove conoscenze ed esperienze in numerosi viaggi, in Italia e soprattutto nella vicina Francia, a Parigi, attratto dall’irresistibile richiamo che esercitavano sui giovani artisti della prima metà del XX secolo i nomi di Manet, Monet, Corot, Degas, Renoir, Seurat, Sisley, Pissarro, Van Gogh, Gauguin, Klimt, Matisse, Cezanne, per citarne - a caso - alcuni tra i più grandi.Tra la fine degli anni ‘40 ed i primi anni ‘50, ristabilitasi in Italia e, più in generale, in Europa una accettabile tranquillità politica, anche se non scevra dall’emergere di nuove istanze e rivendicazioni sociali, si ridesta in Sicbaldi la mai sopita passione per i viaggi. In Italia ritorna a Venezia, raggiunge Perugia e si trattiene sovente nella Riviera Ligure di Levante, dove in diverse occasioni incontra Enrico Paulucci, che dimora stabilmente nella sua villa “Il Pennello” a Rapallo, non lontano da Chiavari dove egli stesso ha poi modo di trascorrere, in una residenza di sua proprietà, periodi più o meno lunghi di operosa attività artistica, di cui sono testimonianza numerose, bellissime opere, molte con la tecnica dell’acquerello.Si reca per due lunghi soggiorni a Parigi, dove si accompagna nel 1949 con i coniugi pittori Mario Gamero e Pinetta Colonna Gamero e nel 1950 con Calandri. Anche in queste circostanze la sua feconda ispirazione si traduce in diversi lavori, per lo più ad olio, che esporrà nelle future rassegne.Intanto, nel 1948, il Vescovo di Tortona, presente a Villalvernia in visita pastorale, ha modo di ammirare nella chiesa parrocchiale, in corso d’opera, le decorazioni “a fresco” commissionate a Sicbaldi. Dalla cronaca locale del tempo: (...) Il Coro ed il Presbiterio sono già ultimati ed ivi rifulgono i superbi affreschi del pittore Prof. Adriano Sicbaldi dell’Accademia di Torino (...). (“Il Popolo”, n. 33, 12 agosto 1948).Dopo aver partecipato, nel mese di settembre 1949 a Cavoretto, nell’ambito del Premio Alberto Pasini, alla mostra “La collina torinese” organizzata nelle sale del locale “Cavallino Bianco”, una prima occasione - per esporre le sue più recenti opere, quelle che derivano dal suo soggiorno parigino -, si presenta

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in ottobre alla Mostra Nazionale d’Arte, la 105ª proposta dalla Promotrice di Belle Arti nelle sale di palazzo Chiablese: l’opera di Sicbaldi Veduta parigina figura tra le 270 ammesse all’esposizione (tra le oltre 600 inviate).Sicbaldi porta a termine, in questo stesso anno 1949, il grande lavoro di affresco presso la parrocchiale di Villalvernia iniziato l’anno precedente: dopo La Cena di Emmaus nel presbiterio ed il tondo con La Madonna dell’Assunta sopra l’altare, completano i quattro settori, in cui è divisa la grande cupola, le splendide figure dei Quattro Evangelisti (Matteo, Marco, Luca e Giovanni).In settembre si svolgono a Bra ed a Saluzzo importanti manifestazioni, la III Fiera-Mostra di Bra e le Mostre dell’Antiquariato, dei Mobili d’Arte e di Pittura a Saluzzo. Vivo consenso ed apprezzamento ottiene la Mostra-Concorso di Pittura con la presenza di 120 opere di 60 artisti invitati: Sicbaldi espone, con personale successo, La Fornace di Bra e Periferia invernale. La 106ª Esposizione della Promotrice, nuovamente allestita a Palazzo Chiablese dal 1° al 22 ottobre 1950, non è più ufficialmente a carattere strettamente nazionale, tuttavia sono presenti gran parte degli artisti piemontesi: tra questi Sicbaldi, con un altro lavoro testimone del suo recente soggiorno parigino, Case sulla Senna.Assai più rilevante, dal punto di vista strettamente artistico, è la mostra personale (ad oltre cinque anni di distanza da quella presso la Saletta del “Grifo”) proposta in novembre presso la Galleria Martina, con catalogo presentato da Italo Cremona. Nel ricordarla in un puntuale ed erudito articolo apparso sulla “Gazzetta del Popolo” dell’11 novembre “Mostre d’Arte - Quattro pittori e due scultori” (oltre a Sicbaldi espongono negli stessi giorni Giovanni Lomi presso la Galleria Fogliato, Metello Merlo, Carlo Musso e lo scultore Giacomo Buzzi Reschini al Circolo degli Artisti, Lino Berzoini alla Maison des Artistes, ed altri ancora), Marziano Bernardi, condividendo analogo giudizio di Cremona, così tratteggia la sua arte: (...) I dipinti più toccanti e personali, son proprio quelli (tolta una bellissima vaporosa veduta di Canal Grande) che meno localizzano la rappresentazione ad ambienti non di Piemonte, la terra insomma che meglio parla all’animo del pittore. Freschissime però sempre le sue larghe e sommarie impressioni, ora lievi nei verdi ora più forti nei gialli e nei bruni; e l’insieme di queste amabili visioni definisce un temperamento spontaneo e semplice, la cui innocenza sarebbe però errore scambiare per superficialità” (...). Considerazioni sostanzialmente condivise da Alberto Rossi, su “La Stampa” dal 15 novembre (...) la sua trascrizione è più intimamente pittorica, atmosferica traverso alla ricerca di sottigliezze tonali. Particolarmente sensibili sono alcune vedute veneziane, quelle di acque e cieli (...).Quasi a voler confermare il lusinghiero giudizio di Marziano Bernardi sulla sua particolare vocazione alla pittura di paesaggi piemontesi Sicbaldi si aggiudica il 1° Premio “La Ciliegia d’oro” realizzando a Pecetto Torinese, nel 1951, in estemporanea gara con una trentina di pittori - tra i quali Quaglino, Stroppa, Galante, Da Milano, Gariazzo, convenuti nella cittadina per l’inaugurazione del mercato delle ciliegie - Paesaggio collinare, “una colorita visione di campi e di filari di ciliegi”.Nel mese di luglio è, per un breve soggiorno, a Limone Piemonte con i colleghi pittori Calierno, Bozzano, Meloni, Ponte Corvo e Tomaselli. Insieme organizzano una improvvisata Mostra-Concorso, nella quale presenta un piccolo dipinto ad olio, Limone.

Limone Piemonte,luglio 1951.Breve soggiornocon i colleghipittori

Da sinistra:Calierno,Bozzano,Meloni,Ponte Corvo,Sicbaldi, Tomaselli

1949La Madonna dell’Assunta

Affresco, Chiesa parrocchiale di Villalvernia

1951Limone

olio su cartacm 53x38

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Partecipa con altri noti artisti torinesi quali Casorati, Menzio, Paulucci, Vellan, Boetto, Terzolo, Valinotti, alla 1ª edizione della Biennale di Pittura promossa dal Comune di Morozzo nel dicembre 1951, nel quadro delle manifestazioni dell’antica tradizionale Fiera del Cappone.Nel febbraio del 1952, nello scantinato di un noto Caffè di piazza San Carlo, si inaugura un locale destinato ad ospitare mostre di pittura chiamato “Saletta Torino”. Cinque pittori torinesi, tra loro riuniti da consuetudine amichevole ed accomunati da un (...) genere di pittura massimamente piacevole, affatto naturalistica, tutta rivissuta al di fuori di alcun riferimento letterario e di inquietudini interiori (...) (così Luigi Carluccio nella rubrica - In Galleria - su “La Stampa”) espongono loro opere. Sono Adriano Sicbaldi, Achille Martelli, Piero Ferraris, Giuliano Emprin e Luciano Borsotti.Nell’estate, trenta pittori italiani sono invitati a Tarvisio ad un Campeggio Nazionale di Pittori e Giornalisti organizzato dall’Ente Provinciale per il Turismo di Udine in collaborazione con l’Associazione Friulana della Stampa. Nel breve periodo del soggiorno, da 3 al 10 agosto, dovranno illustrare con la loro arte le singolari bellezze naturali di quel solitario angolo dell’alto Friuli. Per il Piemonte partecipano Eso Peluzzi, Massimo Quaglino ed Adriano Sicbaldi, il quale per l’occasione realizza in loco Tarvisio e Una via di Tarvisio, opere che saranno poi esposte nella “Mostra del paesaggio tarvisiano” allestita presso il Circolo della Stampa di Milano dal 16 al 29 dicembre.(...) Pittori torinesi ad Amalfi dipingono “a furor di popolo”. Tutti promossi professori sul campo - Interi paesi si affollano presso gli artisti al lavoro, acclamano come ad una corrida e suggeriscono soluzioni che è impossibile respingere (...): questo l’incipit del resoconto datato 24 settembre 1952 di Eugenio Galvano, inviato de “La Stampa” al seguito di un gruppo di nove pittori torinesi invitati dall’Ente del Turismo di Salerno e liberamente ospitati per un soggiorno di lavoro di una decina di giorni da albergatori della costa amalfitana. L’iniziativa, che si rifà ad altre consimili già altrove sperimentate (Tarvisio in agosto), vede riuniti artisti (...) di temperamento assai diverso, ma accomunati dall’affinità dei soggetti e dalla comunanza dell’intento rappresentativo da tutti schiettamente accettato (...) (“La Stampa”, 27 febbraio 1953) e si ripeterà per alcuni anni, sempre in settembre e sempre concludendosi con una mostra collettiva a Torino, la prima volta nella “Saletta Torino” del Caffè di Piazza S. Carlo, poi anche alla galleria “La Bussola”. Sicbaldi, presente fin dal 1952 con Bertinaria, Borsotti, Calierno, Cremona, Quaglino, Stroppa, Terzolo e Tomaselli, è sempre invitato, mentre altri si aggiungono ed alcuni non figurano negli anni successivi. Di questo breve periodo della sua attività sono alcuni significativi lavori, Ombre chiare di Amalfi, Atrani del ‘52, del quale Marziano Bernardi osserva (...) la fredda oggettività strutturale (...) che rarefà le forme in un’atmosfera sterilizzata (...) (“Gazzetta del Popolo”, 28 febbraio 1953) ed altri ancora, quali Spiaggia di Palinuro, Due ragazze di Palinuro, Ravello.Ancora nel 1952 lo scultore Adriano Alloati esegue un Ritratto del pittore Adriano Sicbaldi, che presenterà all’Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti del 1954 e sarà acquistato dalla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino.Sicbaldi continua a dedicarsi alla illustrazione di libri, pur riservando la sua collaborazione ad opere di assoluto valore letterario: è del ‘52 la sua cooperazione con la Casa Editrice Frassinelli per la pubblicazione del capolavoro di Mark Twain Le avventure di Huckleberry Finn, volume per il quale realizza 16 tavole fuori testo.Su invito di Don Verzetti, sacerdote biellese appassionato d’arte, il 21 febbraio 1953 Sicbaldi si reca a Biella con Emprin, Martelli e Borsotti ed insieme espongono loro opere alla “Piccola Galleria”, riscuotendo un lusinghiero successo. Il 6 aprile, con altri venti pittori torinesi tra cui Casorati, Cremona, Deabate, Maggi, Menzio, Paulucci, Quaglino, Spazzapan, Valinotti, per citare i più noti, il romano Cena e Solavaggione di Carmagnola, è invitato a Chivasso, per dipingere un quadro dal formato obbligatorio 50 x 70 e concorrere al “Premio Sanato d’Oro”, senza vincoli quanto al soggetto. Nell’occasione Sicbaldi esegue Sette personaggi per un quadro.

Biella, 21 febbraio 1953Piccola GalleriaMostra di quattro pittori

Da sinistra:Emprin, Martelli, Borsotti, Sicbaldi

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Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

(...) Dopo la “Ciliegia d’Oro” di Pecetto, il “Sanato d’Oro” di Chivasso, l’”Asparago d’Oro” di Cambiano, non può mancare il “Pisello d’Oro” di Casalborgone, con la ormai nota, allegra comitiva di pittori, tra cui Adriano Sicbaldi, che si reca sul posto per l’immancabile estemporaneo concorso di pittura: in questo caso è originale la scelta dei vincitori, che avviene attraverso una ulteriore gara di bocce tra i pittori, che vedrà infine prevalere Fossati-Rocci sui più conosciuti Valinotti-Bertinaria (...). (Alberto Antonucci, “La Stampa”, 23 maggio 1955).Sul finire del mese di marzo, nel salone FIAT di via Roma a Torino viene presentata la “Nuova 1100”. Sette pittori torinesi, Sicbaldi, Politi, Borsotti, Chicco, Paulucci, Quaglino e Stroppa sono chiamati ad illustrare, in altrettanti pannelli, le tappe della trasformazione dell’auto dalla originaria “Balilla” alla nuovissima e innovatrice tre volumi “Fiat 1100”. Politi, Sicbaldi e Quaglino saranno poi incaricati di realizzare un’opera per la presentazione della “Fiat 600”, nel 1955. Presso la Galleria “La Bussola” di Torino ha luogo l’annuale mostra riservata ai “Pittori di Torino sulla costa di Amalfi”, alla quale Sicbaldi è presente con altri quindici artisti, tra cui Quaglino, Terzolo, Menzio, Spazzapan.La costante presenza di Sicbaldi nell’elitario ed esclusivo panorama artistico torinese degli anni ‘50 si concretizza tuttavia nell’assidua partecipazione, sempre in seguito ad invito o scelta da parte degli organizzatori, alle grandi mostre ed esposizioni a carattere regionale e nazionale che hanno luogo a Torino con cadenza pressoché annuale. Eccolo quindi presente con Case di Limone e Gruppo di case a Tarvisio all’Esposizione Nazionale di Arti Figurative (110ª della Promotrice) per i “Premi Città di Torino”, che si svolge dal 3 maggio al 29 giugno 1953 nel Palazzo della Promotrice al Valentino, nuovamente utilizzabile dopo i restauri.L’anno successivo, nell’ambito della 111ª Mostra della Promotrice “Esposizione di Arte Contemporanea Piemontese” indetta a Torino, Palazzo della Società Promotrice al Valentino dal 29 maggio al 27 giugno, è presente con Paesaggio torinese, Ritratto, Strada di Morozzo e Figura ed analogamente partecipa alla 112ª Esposizione della Promotrice intitolata “La Quadriennale 1955 - Premi Città di Torino”, che ritorna a Palazzo Chiablese dal 19 maggio al 29 giugno, ancora con Paesaggio torinese e Paese; nell’occasione gli viene attribuito il premio “Ernesto di Sambuy”.Mentre si ripete l’ormai periodico convegno di lavoro sulla riviera amalfitana e la conseguente mostra di fine anno presso la Galleria “La Bussola” - presentata come “Pittori di Torino sulla costa di Amalfi”, alla quale contribuisce con Canzoni ad Amalfi e Paese marino - nel 1956 si svolge, dal 10 maggio al 19 giugno, l’annuale Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti (la 113ª) nella quale Sicbaldi è presente con una diversa stesura di Paesaggio torinese.Ancora nel 1956 Sicbaldi partecipa, con il composito gruppo di artisti torinesi che si muovono sempre su invito degli organizzatori, alla mostra-concorso della “Ciliegia d’Oro” di Pecetto (domenica 11 giugno) ed a quella del “Bicchiere d’Argento” di Monforte d’Alba (domenica 16 ottobre).Nel 1957 sempre a Palazzo Chiablese - dove ormai per motivi di maggior centralità rispetto al Palazzo al Valentino, la Promotrice organizza dal 18 maggio al 30 giugno la propria Esposizione Nazionale (114ª) con Premi “Città di Torino” - Sicbaldi invia il dipinto Paesaggio a Pino Torinese. Sono ben 538 le opere esposte e Marziano Bernardi non manca di rilevare una (...) smania esibizionistica (...) e la mancanza di (...) un’assennata opera di persuasione, di ‘scoraggiare’, invece che incoraggiare, l’arte, o meglio un mestiere che, illusoriamente il più delle volte, si crede artistico (...). In tale contesto tuttavia lo stesso critico cita (...) le inesauribili esplorazioni del ‘vero’ naturale (...) e a stabilirlo con serena o accesa eloquenza son le opere di Peluzzi, Manzone, Quaglino, Sicbaldi (...) (“La Stampa”, 18 maggio 1957).Domenica 16 giugno ad Alba, nel quadro dei festeggiamenti per il centenario dello Sferisterio Mermet, autentico “tempio” del pallone elastico, sport regionale di antica tradizione, Sicbaldi, Casorati, Manzone, Valinotti, Politi ed alcuni altri, tra cui la pittrice Emma Savanco, sono invitati ad un Concorso di opere ispirate all’ambiente pallonistico, (...) così che ancor oggi le opere

Illustrazione su pannelli per la presentazione della Fiat 1100/103

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migliori firmate, tra gli altri, da Francesco Menzio, Enrico Paulucci, Emma Savanco e Adriano Sicbaldi, figurano alle pareti di alcuni uffici e lungo i corridoi del Municipio (...) come avrà modo di ricordare quarant’anni dopo Angelo Dragone (“Ritorno in Langa” in Le Langhe e i loro pittori, 1998). Ad Alba sono presenti molti campioni di altri sport, fra questi lo stesso Fausto Coppi il quale, molto discretamente, si documenta e si interessa del lavoro degli artisti: ne riceverà alcuni nella sua villa di Novi Ligure. Il 28 giugno giungono in pullman da Torino Chicco, Faraoni, Garino, Manzone, Monti, Politi, Ponte Corvo, Sicbaldi, Da Milano, Quaglino, Rosso e Tomaselli. Da Alba poi arriva Augusto Manzo, il pluricampione italiano di pallone elastico, per doverosa restituzione della visita, mentre si aggrega al gruppo, proveniente da Novi, il pittore Beppe Levrero. Tutti gli artisti, con le abituali cartelle sottobraccio, si appropriano dei più diversi soggetti che tratteggiano da subito, incoraggiati dall’atteggiamento di grande familiarità del Campionissimo che li ha accolti (...) con il figliolo Faustino che a due anni caracolla in triciclo tal quale faceva suo padre sul Tourmalet (...) Sicbaldi, in particolare, accenna ad un ‘profilo sognato’ di Faustino che sempre in triciclo, su un ripiano di cemento aveva la pedalata ‘rotonda’ in modo sorprendente (...). (“La Stampa”, 28 giugno 1957).L’annuale convegno dei pittori torinesi sulla costiera amalfitana, conclusosi da pochi giorni, ha dato spunto alla consueta mostra dei lavori in quel contesto realizzati; dal 27 giugno al 15 luglio la rassegna, allestita nella Galleria della “Gazzetta del Popolo” e da “Piemonte artistico e culturale” sotto il titolo di “Pittori Piemontesi della Costiera Amalfitana e del Cilento” riscuote un notevole successo di pubblico e di vendite. Scrive Luigi Carluccio sulla “Gazzetta del Popolo” del 28 giugno: (...) Anche le vedute più nitidamente obiettive come quelle di...Sicbaldi...sono tali sino ad un certo punto, al punto cioè in cui l’accordo dei colori e l’intima necessità del disegno cominciano a svolgersi indipendentemente dal soggetto (...).Dal 5 al 20 ottobre “Piemonte Artistico e Culturale” organizza la “1ª Mostra d’Autunno” di Arti Figurative: Sicbaldi è invitato e presenta Porto di Sanremo.La 115ª Esposizione della Promotrice che si svolge a Palazzo Chiablese dal 15 maggio al 29 giugno 1958 non è a carattere nazionale, ma ospita artisti che risiedono anche in altre città. I pittori piemontesi sono il gruppo più imponente ed alcuni, in particolare, meritano singole citazioni critiche: di Sicbaldi, che presenta Torino, Riomaggiore e il Monte dei Cappuccini, con riferimento a quest’ultima opera si sottolinea la (...) vena poetica (...) che ha dato vita ad un suggestivo Monte dei Cappuccini, risolto in una felice sintesi di colori”. (Ugo Pavia, “Stampa Sera”, maggio 1958).Presso la Galleria Fogliato, nel febbraio 1959, espongono le loro tele i nove artisti protagonisti del settimo raduno di pittori svoltosi sulla costiera amalfitana a fine estate dell’anno precedente; autori della cinquantina di dipinti in mostra sono Da Milano, De Bonis, Fico, Paulucci, Ponte Corvo, Quaglino, Sicbaldi, Terzolo, Tomaselli.

1957 Novi LigureFausto Coppi ospita nella sua villa alcuni pittori torinesi. (Sicbaldi primo da sinistra di profilo)

1959Mostra paesaggi amalfitaniGalleria Fogliato

Da sinistra:Sicbaldi, Quaglino, Paulucci,Terzolo, Fogliato

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Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

Dal 24 maggio al 30 giugno 1959 la Società Promotrice organizza, nel Palazzetto al Valentino, una “Quadriennale 1959” alla quale Sicbaldi, invitato a partecipare, presenta Via Pia a Savona, Paese del Piemonte, La Gran Madre con toni azzurri.Ben più criticamente apprezzata - anche perchè non a torto considerata una “Rivincita del naturalismo” sulle numerose forme di “Arte diversa”, l’Art autre (...) che tanto piace ai critici avveduti... ai rappresentanti della cultura ufficiale (...) (Marziano Bernardi, “La Stampa”, 18 ottobre 1959) - è l’annuale Esposizione della Promotrice, ancora al Palazzetto del Valentino, dove Sicbaldi è citato, con altri, per la sua “efficacia espressiva”.Nell’estate del ‘59 la SIP inaugura la diga di Beauregard in Valgrisanche e per l’occasione, (...) quasi a tentare un problematico rapporto fra l’intimità spirituale del fare artistico e l’ineluttabile prevalere dell’agire scientifico (...) (M. Bernardi, “La Stampa”, giugno 1959), invita ad interpretare l’inedito panorama una trentina di pittori torinesi, scelti fra i più noti e valenti. Alla esposizione dei loro saggi, presso la galleria del “Piemonte artistico e culturale” in via Roma, Sicbaldi partecipa con tre opere. (...) Quasi sentimentalmente composte, rivelano una loro unitarietà (...) tre inquadrature a diversa distanza che fanno quasi perno sulla diga, mentre l’orizzonte si allarga nelle successive versioni sino a comprendere le case di Bonnes che per il pittore sono motivo di un delicato inserto geometrizzante nel multicolore contesto di quella montagna dove, tra luce e ombra, pini, prati e fiori sembrano dei comprimari accanto ai carichi toni azzurri dell’acqua e del cielo (...), secondo il giudizio espresso da Angelo Dragone su “Civiltà delle macchine” n. 5, Dighe, paesaggio e pittori, Torino, settembre-ottobre 1959.L’attività della Promotrice conclude l’anno con la Mostra Sociale al Parco del Valentino, dal 17 ottobre al 7 novembre: Sicbaldi invia tre lavori, La costa di Palinuro, Porto di Savona, Casa di Albisola Marina.Gli annuali raduni dei pittori torinesi sulla riviera amalfitana trovano una ideale antologia nella mostra “10 pittori piemontesi sulle costiere salernitane”, che l’Ente provinciale per il Turismo di Salerno organizza alla Galleria Medea di Napoli dal 31 ottobre al 12 novembre ‘59. Di Sicbaldi sono esposti i dipinti Tramonto a Palinuro, Il mare di Palinuro, Case al sole.Poco dopo, dal 18 al 28 febbraio del ‘60, presso la Galleria Fogliato viene riproposta, con la denominazione “Mostra paesaggi salernitani”, gran parte della rassegna napoletana: Sicbaldi, cui è riservata una parete, presenta ancora Tramonto a Palinuro, Due ragazze di Palinuro, Ravello, Ombre chiare di Amalfi-cortiletto.(...) Il Cervino è la più bella montagna del mondo (...) scrive nel 1961 Luigi Cravetto, a.d. della Cervino SpA e promotore di una raccolta d’arte dedicata alla celebre montagna della Valtournanche; in effetti dal 1961 al 1963 oltre 130 tra i più noti pittori del tempo aderiscono all’invito di recarsi nei luoghi del Cervino, Breuil, Plan Maison, Plateau Rosa, Furggen per dipingere la celebre vetta.

Plateau Rosamatita su carta

Il Cervinomatita su carta

1959Beauregard (Valgrisanche)

Sicbaldi ospite della SIP allainaugurazione della diga

Adriano Sicbaldi L’essenza dell’arte è riservatezza infinita

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Tra gli italiani i primi invitati sono Paulucci, Sassu, Cremona, Sicbaldi, Terzolo e Quaglino. Tra le 336 opere di vario tipo conservate nella Galleria del Cervino appositamente creata, sono presenti due lavori di Sicbaldi, il dipinto Interferenze di stagioni ed il disegno Laghi dal Plateau.Sempre in argomento con la montagna, Sicbaldi è ospite della Galleria Colongo di Biella per la mostra dedicata a “Pittori della Valgrisanche”, aperta dal 21 al 29 gennaio.Nel giugno dello stesso anno prende parte alla 119ª Esposizione Nazionale della Promotrice, allestita nel Palazzo al Parco del Valentino dal 10 giugno al 10 luglio, con il quadro Grande veduta dal terrazzo e non manca di essere fra i 30 pittori torinesi che, aderendo al revival di antica tradizione locale, si recano a Bossolasco per dipingere le insegne di botteghe e professioni.Gli anni Sessanta vedono emergere sempre più evidente il confronto/scontro tra due differenti modi di intendere la pittura, identificabili in estrema sintesi, l’uno come naturalismo inteso come piatta figurazione che piace al gran pubblico (definita da Bernardi arte provinciale in senso diminuitivo), l’altro come astrattismo (dai più addirittura astrattismo “concreto” e quindi “concretismo”) inteso come principio stilistico che toglie alla rappresentazione ogni carattere di riconoscibilità ottica per trasformarla in un libero gioco di forme e colori.Marziano Bernardi così si esprime nel presentare, su “La Stampa” del 15 marzo 1970 sotto il titolo “Opere concrete e teorie astratte” sintomatico della sua personale opinione, due contemporanee esposizioni che propongono un utile confronto tra i due stili di pittura.La Galleria Fogliato riunisce circa 120 dipinti con le firme di 36 artisti tra i quali figurano nomi autorevoli, da Casorati a Quaglino, Paulucci, Bozzetti, Manzone, Sicbaldi, Politi, (...) bastano questi nomi (...) scrive Bernardi (...) ad indicare una tendenza, che è quella della rappresentazione del mondo naturale, riconoscibile ed identificabile nella comune conoscenza (...) e dunque, fuori d’ogni confusione di concetti e e di parole, mondo concreto interpretato da un’arte concreta (...).La Sala Bolaffi titola la sua mostra “Arte concreta a Torino” ed ospita saggi di numerosi pittori, tra cui Galvano, Paola Levi Montalcini, Parisot, Scroppo, che hanno aderito al “Movimento Arte Concreta” formatosi a Torino tra il 1947 ed il 1956, pronti a recepire, quanto a rottura di linguaggio, l’esperienza degli astratti lombardi. Nel 1971, dal 5 al 18 novembre, viene presentata presso il Circolo degli Artisti di via Bogino la mostra “133 pittori e il Cervino”, che ripropone le opere di quasi tutti gli artisti italiani che avevano aderito all’iniziativa della Cervino SpA negli anni dal 1961 al 1963. Sicbaldi è presente con il quadro Interferenze di stagioni.La Galleria Fogliato, dal 19 maggio al 5 giugno 1972, è sede dell’annuale esposizione dei “Pittori piemontesi sulla costiera amalfitana”; in tale occasione Sicbaldi propone due opere: Atrani (nella versione del 1960) e Palinuro.Nel febbraio del 1975 Sicbaldi organizza, presso la Galleria Fogliato, una importante mostra personale, nella quale espone 80 dipinti e 10 disegni, presentati a catalogo da Renzo Guasco.Si compie intanto il 25º del “Raduno dei pittori piemontesi sulla riviera amalfitana” e, per la ricorrenza, la Galleria Fogliato ospita, nell’aprile del 1977, una grande mostra a carattere antologico, alla quale Sicbaldi partecipa con il dipinto Cortiletto ad Amalfi.Nell’ottobre dello stesso anno, presso la Galleria “La Nuova Albertina”, è allestita una importante rassegna col titolo “Torino 1947. Il Paesaggio” e catalogo a cura di Piergiorgio Dragone; Sicbaldi espone La cupola della SS. Trinità.Nel 1980 a Carmagnola nella storica Casa Cavassa, sede della SOMS, si tiene dal 20 al 30 aprile una mostra promossa dalla Città dedicata alle “Pitture di Adriano Sicbaldi”; il catalogo-dépliant delle 23 opere esposte è a cura di Donatella Taverna.Sul “Giornale di Borgo San Donato”, rivista bimensile della Circoscrizione di Quartiere, nel riportare, sul numero di maggio-giugno 1982, notizia della manifestazione “Via Cibrario in fiore” incentrata su omonima mostra di pittura, Gian Giorgio Massara così descrive il dipinto di Adriano Sicbaldi, eseguito

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per l’occasione: (...) un’opera ispirata (...) all’atmosfera della via Cibrario (...) un pastello nitido nell’impostazione grafica e caratterizzato dalle costruzioni poste in primo piano ed allineate a una fuga di immagini che accompagnano lontano lo sguardo (...). Sicbaldi è poi all’attenzione della critica d’arte torinese nel febbraio 1983, per la mostra personale che gli dedica, dal 16 febbraio al 3 marzo - con ben 83 opere realizzate con tecniche diverse - la Galleria Fogliato, con testo a catalogo ancora di Gian Giorgio Massara. Nel merito Angelo Dragone, su “La Stampa” del 27 febbraio, così tratteggia l’artista: (...) vedutista e paesista sensibile, autore di ben costruite nature morte, ritrova nella ideazione di certi personaggi (tra arlecchini, modelle nude e armature) il gusto d’una pittura emblematica (...).Un “Arlecchino” dell’Artista del 1963, viene proiettato in diapositiva nel corso di una conferenza tenuta presso la Saletta del Palazzo Regionale di Aosta sul tema “Il Carnevale nell’Arte” il 16 aprile 1983, relatore Gian Giorgio Massara.Nell’ottobre del 1985, con il patrocinio della Regione Piemonte e della Provincia di Torino, viene proposta agli “Antichi Chiostri” di Torino la prima “Biennale del Venerdì d’Arte“ Torino Arte ‘50 - ‘60, (...) manifestazione cui aderiscono più di 50 pittori e scultori dell’area torinese, tra i quali Sicbaldi figura, con Tomaselli, tra gli esponenti della scuola naturalistica, mentre è forte la presenza di artisti che, nel tempo, hanno sviluppato la loro arte secondo altri ritmi compositivi (...). (“La Stampa”, 8 ottobre 1985).Presso la Biblioteca Civica del Comune di Moncalieri si tiene, dal 9 marzo al 29 aprile 2000, la mostra “Arte Eros. Il Sentimento del Corpo”, ideata ed organizzata da Giorgio Auneddu e Riccarda Montenero, redattori del catalogo. La rassegna conclude idealmente, attraverso dipinti e sculture, il Convegno Nazionale che, con lo stesso titolo, si era svolto il 28 settembre 1999 su iniziativa della Regione Piemonte e della Città di Moncalieri. Sicbaldi, invitato da Giorgio Auneddu, presenta la tempera Apollo e Dafne.Il 30 settembre 2000, a conclusione del suo consueto soggiorno estivo a Villalvernia, il Comune gli dedica una mostra personale, nel salone del Municipio e, nella circostanza, il Sindaco gli conferisce la Cittadinanza Onoraria. Le 26 opere esposte sono presentate dal prof. Mauro Galli, già autore di una pregevole biografia dell’artista pubblicata sulla rivista “Oltre”, bimestrale di cultura, ambiente e turismo, n.63 di maggio - giugno 2000. Nel Salone Aulico del Circolo degli Artisti di Torino ha luogo, dal 18 marzo all’8 aprile 2001, la mostra “L’Altra Torino: Giovanni Guarlotti, la sua scuola e il Circolo degli Artisti”: è l’opportunità, per il sodalizio piemontese, di ospitare l’ormai celebre tela Artisti al Caffè, che solamente per una serie di circostanze di vario genere non scevra da incomprensioni, non finirà tra le opere conservate presso il Circolo.Nel 2001, con l’impegno congiunto dei comuni di Cherasco e di Quargnento, viene riproposto all’attenzione di pubblico e critica il “Gruppo di Cherasco”, che aveva riunito tre pittori ed uno scultore nel 1941 a Cherasco a vivere e lavorare insieme per diverse settimane. La mostra collettiva di Benzi, Politi, Sicbaldi e Moscatelli, a

Villalvernia 30 settembre 2002:Sicbaldi cittadino onorario, presenti il

Sindaco e il prof. Mauro Galli

2001Quargnento

Sicbaldi all’inaugurazione dellamostra “Il gruppo di Cherasco”

1990Madonna con Magi

cm 47x60

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Cherasco dal 21 aprile al 20 maggio ed a Quargnento dal 9 giugno al 24 giugno, rappresenta uno tra i momenti più importanti e significativi nella vita di Adriano Sicbaldi, allora unico ancora vivente dei quattro, ed in quanto tale ad un tempo oggetto e soggetto del grande successo e riconoscimento tributato all’unanimità a lui e, quasi per il suo tramite, agli altri artisti. A Palazzo Salmatoris di Cherasco e poi nella Sala d’Arte “Carlo Carrà” di Quargnento, Adriano Sicbaldi espone: Paesaggio del Po, Periferia invernale, Paesaggio con battesimo, Autoritratto nello studio, Ritratto di Vittoria, Ponte Isabella, Pioppi, Via di Cherasco, La fornace di Bra, Sulle rive del Po, Artisti al caffè, Ritratto della Cocca, Sette personaggi per un quadro, Piazza della Gran Madre, Tetti di Villalvernia. Il catalogo delle due mostre, curato da Giorgio Auneddu e Pino Mantovani, con la collaborazione di Giuseppe Colli e Francesco Sottomano si differenzia nella pagina di copertina, per Cherasco dedicata ad Artisti al caffè di Adriano Sicbaldi, per Quargnento al concittadino Giulio Benzi con Canne-Monteserra. Sicbaldi poi farà dono al Comune di Quargnento di un suo dipinto, Cavi di Lavagna, accompagnandolo con queste parole: (...) È mio desiderio anche di lasciare un ricordo tangibile al Comune, come ringraziamento per l’onore fatto a me ed ai miei colleghi scomparsi con questa bella mostra (...).L’anno 2001 è ancora ricco di riconoscimenti per il novantenne artista piemontese: il Circolo degli Artisti, idealmente proseguendo le due mostre dedicate al Gruppo di cui ripropone molte delle opere esposte, organizza la mostra “Adriano Sicbaldi e il Gruppo di Cherasco”, nella quale (...) Protagonista della esposizione diventa Adriano Sicbaldi, unico vivente del gruppo (...) così che l’appartenenza al gruppo rappresenta non più che un episodio - importante sia pure - in una vicenda assai lunga e complessa (...), come si legge nella Premessa al catalogo, ancora a cura di G. Auneddu e P. Mantovani.All’esposizione torinese, dal 30 ottobre all’8 dicembre 2001, Sicbaldi presenta, oltre ai 15 quadri delle precedenti rassegne, Traghetto sul Po, Personaggi nello studio, Inverno a Morozzo e Neve a Torino.Il 30 settembre Sicbaldi è personalmente presente presso la Casa-Museo “Cesare Pavese” a Santo Stefano Belbo dove, in occasione della XII Edizione del premio di pittura “Cesare Pavese”, il Comune di Santo Stefano Belbo gli attribuisce il premio “Una vita per l’Arte”, per gli alti meriti acquisiti nel corso di un’intensa e fruttuosa attività artistica. L’età avanzata, pur accompagnata da una condizione fisica generale invidiabile, è causa per Sicbaldi della più grave menomazione che può accadere ad un pittore, un irreversibile e progressivo calo della vista. Resta tuttavia integra in lui la coerenza pittorica che ha contrassegnato la sua lunga vita artistica, che egli stesso aveva ben definito in una lettera inviata al “Corriere dell’Arte”, pubblicata il 2 febbraio 2002: (...) Nel panorama alquanto eclettico

1987Neve a Torinoolio su masonitecm 100x70

1975Cavi di Lavagnaolio su cartonecm 70x50

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Adriano Sicbaldi 1911 - 2007

della pittura e della scultura d’oggi, mi sembra che il gusto del pubblico, nella maggioranza, sia piuttosto propenso per quel modo di esprimersi che, come nella musica, nella poesia, nelle lettere, continua nella tradizione, vale a dire quella linea ideale che si impernia sul figurativo, sulla importanza del disegno, sul gioco armonico dei colori e sull’immagine. Ciò corrisponde al mio modo di sentire e pertanto non ho mai avuto incertezze, nella mia lunga attività, davanti ai vari problemi di stile, e non mi sono mai lasciato trascinare dalle varie correnti che, specialmente in questo dopoguerra, si sono imposte con l’appoggio di una critica cosiddetta ufficiale. E ciò posso dire anche dei miei colleghi Politi, Benzi e Moscatelli, che purtroppo non ci sono più, e coi quali avevo condiviso questo modo di sentire e di agire (...).Un’ultima, felice esposizione di opere di Adriano Sicbaldi, a cura di Franco Fabiano e Tiziana Reppo, si tiene presso la Galleria “La Finestrella” di Canelli dal 1º al 30 giugno 2002, con una mostra che raccoglie 19 dipinti ad olio e 9 tempere realizzati dal 1940 al 2000, con testi a catalogo di Mauro Galli e Francesco Sottomano.

Nel 2003, nel corso di un’intervista rilasciata alla giornalista Gianna Montanari, alla domanda in che cosa consiste la “modernità” di un’opera d’arte, Adriano Sicbaldi, che diffida delle sperimentazioni, risponde sorridendo: (...) L’opera d’arte è sempre moderna, nel senso che, quando è riuscita, è sempre viva (...). (“Il nostro tempo”, domenica 25 maggio 2003).A fine 2003, su invito dell’amico Giancarlo Ceriana, sindaco di Quargnento, realizza un olio su masonite che raffigura il Palazzo Municipale. L’opera verrà poi donata al Comune di Coubon (Francia) in occasione della celebrazione del gemellaggio tra i due Comuni - 20 marzo 2004 - ed ha un posto d’onore nel municipio francese.Adriano Sicbaldi si spegne serenamente nella sua abitazione di Torino il 27 febbraio 2007 e riposa nella tomba di famiglia nel piccolo paese di Villalvernia, che il 10 ottobre 2009 gli intitola la nuova piazza adiacente il Palazzo Comunale, con questa motivazione: (...) Per il lustro che con il suo riconosciuto valore d’artista e docente accademico ha dato e continua a dare al paese, sede dei suoi soggiorni estivi e per il sincero attaccamento alla comunità ed ai luoghi villalverniesi che ha saputo esprimere attraverso la sua arte e la generosa disponibilità (...).

2002Canelli.

Adriano Sicbaldi coni curatori della mostra

Tiziana Reppo e Franco Fabiano

2003Sicbaldi nella veranda dello studio

in piazza Vittorio a Torino

2003Il Municipio di Quargnento

olio su masonitecm 70x50

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Lo stesso anno, il 5 aprile si inaugura a Torino, nella storica sede di Palazzo Graneri in via Bogino, la 146ª Mostra Sociale del Circolo degli Artisti. Il catalogo della rassegna, che resta aperta fino al 7 maggio, reca in copertina il sottotitolo “con tributo all’Amico e Socio Adriano Sicbaldi (1911- 2007)” e la riproduzione della grande tela Il Traghetto, si apre con le testimonianze di Giorgio Auneddu, Pino Mantovani e Gian Giorgio Massara, che con toni diversi, ma identico affetto e rimpianto, ricordano l’artista e l’amico di recente mancato.Presso la gipsoteca “Giovanni Taverna” di Alluvioni Cambiò, su iniziativa e con il determinante apporto di Donatella Taverna e Francesco De Caria, che più volte si sono soffermati sull’opera dell’Artista e che mettono a disposizione pezzi della propria collezione, si tiene dal 28 ottobre all’11 novembre 2007 una personale dedicata all’“Arte di Sicbaldi”, con notevole successo di pubblico. La mostra, curata in collaborazione con Paolo Nesta e l’Associazione “Dante Selva”, in quanto itinerante, ha un’edizione anche nella Torre di Sant’Ambrogio di Susa.Il Comune di Chiomonte, il 28 giugno 2008, inserisce una “Retrospettiva di Adriano Sicbaldi” nel contesto della mostra “Selezione d’opere” del pittore locale G. A. Levis, seguita dalla Donatella Taverna.Il 10 febbraio 2011, presso il Collegio S.Giuseppe di Torino, si apre la mostra “Arlecchino”, curata da Fratel Alfredo Centra, Francesco De Caria, Donatella Taverna e patrocinata dai Fratelli delle Scuole Cristiane. Sono presenti opere di diversi artisti che hanno interpretato in modo vario ed intrigante la figura di Arlecchino, tra questi in primo piano Adriano Sicbaldi.

Per iniziativa familiare, lodevolmente supportata da amici ed estimatori, si costituisce in Torino, con atto rogito del notaio Moroni 5 ottobre 2011, Repertorio n. 472, registrato al n. 6159 serie IT, l’Associazione “Adriano Sicbaldi” onlus con finalità esclusivamente di solidarietà sociale attraverso la promozione della cultura e dell’arte allo scopo di studiare e conoscere la figura artistica di Adriano Sicbaldi Pittore e Maestro del ‘900 italiano.

1978Personaggi nello studiotempera e olio su cartacm 50x35