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25 settembre 2012 anno X - n. 31 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H Scelte politiche e stili di vita marciano insieme Sarà proprio vero che l'unica strada per uscire dalla crisi sia inseguire la crescita del Pil a costo di sacrificare diritti e libertà democra- tiche? E può bastare il Pil a misurare il benessere sociale? Può davvero crescere l'e- conomia se mortifica il lavoro e distrugge le risorse di cui si nutre? Dubbi che neppure sfio- rano i governi europei, decisi a riproporre come via obbligata un modello economico e sociale che sta mostrando il suo fallimento. Domande che si pongono invece le centinaia di persone che hanno partecipato alla Confe- renza mondiale sulla decrescita, la sostenibilità economica e l'equità sociale: giovani e no, esperti, attivisti, cittadini comuni. Un grande laboratorio di idee e proposte sulle possibili alternative, ignorato dai media e dai decisori politici ma capace di diffondere il tarlo del dub- bio, seminare pensiero critico, orientare al- l'azione un movimento sempre più ampio. Un cantiere in cui convivono punti di vista, cul- ture e pratiche differenti, l'altraeconomia e il movimento della decrescita, il terzo settore e l'altermondialismo. Consapevoli delle proprie differenze ma concordi sull'urgenza di un radi- cale cambio di paradigma. Non per contrap- porre al dogma della crescita un'altra ideologia, ma per smontare l'inganno delle parole, costru- ire la visione e provare a praticare la tran- sizione verso un nuovo modello economico e sociale. Tutti possiamo capire che non c'è futuro per nessuno senza una più equa distribuzione delle risorse fra tutti, che un'economia compati- bile coi limiti del pianeta ci impone di produrre e consumare di meno, e che questo non si- gnifica tornare all'età della pietra. Si può pro- durre valore economico in modo utile e sostenibile per gli umani e il pianeta. Scegliere cosa, come e per chi produrre; anteporre ai consumi materiali i beni pubblici e relazionali; avvicinare produttori e consumatori, risparmi- are energia e usare fonti rinnovabili. Cambiamenti possibili a partire dai territori: le risorse e le culture locali, l'impegno di imprese, organizzazioni sociali e istituzioni locali come volano di un altro sviluppo. Perché in crisi non è solo un modello economico ma un'idea di società. Abbiamo bisogno di ridare senso al nostro essere comunità per immaginare un altro modo di vivere, produrre, consumare. Grandi temi che ci interrogano tutti e recla- mano con urgenza nuove politiche ma anche nuovi stili di vita. Scelte individuali e azione col- lettiva devono camminare insieme, è la sfida del futuro. L e stagioni e i territori attraversati dal- l’edizione di Carovana antimafie 2012 rappresentano l’immagine di un Paese fragile, nella morsa di forme di illegalità apparentemente differenti. Nemmeno il tempo di parcheggiare i fur- goni e l’estate ci ha accolto con il fumo acre degli incendi sui terreni confiscati alle mafie e la recrudescenza di omicidi, spes- so per accordi (illeciti) non rispettati. Anche la faida nel centrodestra, all’origine della valanga laziale che scandisce la ripresa autunnale, ha lo stesso file rouge (o meglio noir), si tratta pur sempre di accor- di illeciti saltati, nell’occasione per sperpe- rare, a proprio vantaggio, il denaro pubbli- co. Il ceto di governo di alcune delle mag- giori Regioni italiane deflagra, buona parte della classe politica conosce il suo 8 set- tembre, si dissangua lentamente, perfino incapace di vedere la sua agonia. Tutto accade non per ideologia e nem- meno per fede. Ma solo per accumulare denaro in modo disonesto, a dispetto del bene comune o della vita altrui. Il viaggio di Carovana ha avuto molti consensi perché il suo messaggio, ‘fare società’, ha centrato un problema: non c’è una sola questione di rispetto di regole ma la ricostruzione di un’etica in un Paese che sa incubare mali profondi. Perché la crisi attuale non è solo economica ma soprattutto culturale e sociale. In questi tre mesi la Carovana si è fatta interprete della voglia di rafforzare un’idea di comunità che avesse come obiettivo la giustizia sociale. Se rinnovata, può essere uno strumento davvero utile per leggere diversamente non solo le mafie ma la stes- sa società che le vuole respingere. Continua la raccolta fondi, promossa dall’Arci nazionale d’intesa con l’Arci dell’Emilia Romagna e della Lombardia, da destinare alle popolazioni colpite dal terremoto. I versamenti possono essere effettuati sul conto corrente aperto presso Banca Etica, intestato ad Associazione Arci, causale ‘Emergenza terremoto in nord Italia’. IBAN: IT 39 V 05018 03200 000000145350 La Carovana antimafie riprende il cammino

Aecireport n_31 - 2012

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Riparte la Carovana antimafie, le Ong italiane al lavoro per una nuova cooperazione, un commento sulla situazione palestinese, Philastiniat: il festival d'arte palestinese, la detenzione di Osman Isci attivista curdo, il Rapporto del Commis sario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, una poroposta per affrontare la crisi sarda, il successo della Conferenza sulla decrescita, le iniziative verso Firenze 10+10, l'appuntamento a Torino della Fondazione con il Sud e ancora tante notizie da circoli e comitati Arci: leggete Arcireport numero 31!

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25 settembre 2012anno X - n. 31

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

Scelte politiche e stili di vita marciano insieme

Sarà proprio vero che l'unica strada per usciredalla crisi sia inseguire la crescita del Pil acosto di sacrificare diritti e libertà democra-tiche? E può bastare il Pil a misurare ilbenessere sociale? Può davvero crescere l'e-conomia se mortifica il lavoro e distrugge lerisorse di cui si nutre? Dubbi che neppure sfio-rano i governi europei, decisi a riproporre comevia obbligata un modello economico e socialeche sta mostrando il suo fallimento.Domande che si pongono invece le centinaia dipersone che hanno partecipato alla Confe -renza mondiale sulla decrescita, la sostenibilitàeconomica e l'equità sociale: giovani e no,esperti, attivisti, cittadini comuni. Un grandelaboratorio di idee e proposte sulle possibilialternative, ignorato dai media e dai decisoripolitici ma capace di diffondere il tarlo del dub-bio, seminare pensiero critico, orientare al -l'azio ne un movimento sempre più ampio. Un cantiere in cui convivono punti di vista, cul-ture e pratiche differenti, l'altraeconomia e ilmovimento della decrescita, il terzo settore el'altermondialismo. Consapevoli delle propriedifferenze ma concordi sull'urgenza di un radi-cale cambio di paradigma. Non per contrap-porre al dogma della crescita un'altra ideologia,ma per smontare l'inganno delle parole, costru-ire la visione e provare a praticare la tran-sizione verso un nuovo modello economico esociale.Tutti possiamo capire che non c'è futuro pernessuno senza una più equa distribuzionedelle risorse fra tutti, che un'economia compati -bile coi limiti del pianeta ci impone di produrree consumare di meno, e che questo non si -gnifica tornare all'età della pietra. Si può pro-durre valore economico in modo utile esostenibile per gli umani e il pianeta. Sceglierecosa, come e per chi produrre; anteporre aiconsumi materiali i beni pubblici e relazionali;avvicinare produttori e consumatori, risparmi-are energia e usare fonti rinnovabili.Cambiamenti possibili a partire dai territori: lerisorse e le culture locali, l'impegno di imprese,organizzazioni sociali e istituzioni locali comevolano di un altro sviluppo. Perché in crisi nonè solo un modello economico ma un'idea disocietà. Abbiamo bisogno di ridare senso alnostro essere comunità per immaginare unaltro modo di vivere, produrre, consumare.Grandi temi che ci interrogano tutti e recla-mano con urgenza nuove politiche ma anchenuovi stili di vita. Scelte individuali e azione col-lettiva devono camminare insieme, è la sfidadel futuro.

Le stagioni e i territori attraversati dal-l’edizione di Carovana antimafie2012 rappresentano l’immagine di

un Paese fragile, nella morsa di forme diillegalità apparentemente differenti. Nemmeno il tempo di parcheggiare i fur-goni e l’estate ci ha accolto con il fumoacre degli incendi sui terreni confiscati allemafie e la recrudescenza di omicidi, spes-so per accordi (illeciti) non rispettati. Anche la faida nel centrodestra, all’originedella valanga laziale che scandisce laripresa autunnale, ha lo stesso file rouge (omeglio noir), si tratta pur sempre di accor-di illeciti saltati, nell’occasione per sperpe -rare, a proprio vantaggio, il denaro pubbli-co. Il ceto di governo di alcune delle mag-giori Regioni italiane deflagra, buona partedella classe politica conosce il suo 8 set-tembre, si dissangua lentamente, perfino

incapace di vedere la sua agonia. Tutto accade non per ideologia e nem-meno per fede. Ma solo per accumularedenaro in modo disonesto, a dispetto delbene comune o della vita altrui. Il viaggio diCarovana ha avuto molti consensi perché ilsuo messaggio, ‘fare società’, ha centratoun problema: non c’è una sola questione dirispetto di regole ma la ricostruzione diun’etica in un Paese che sa incubare maliprofondi. Perché la crisi attuale non è soloeconomica ma soprattutto culturale esociale.In questi tre mesi la Carovana si è fattainterprete della voglia di rafforzare un’ideadi comunità che avesse come obiettivo lagiustizia sociale. Se rinnovata, può essereuno strumento davvero utile per leggerediversamente non solo le mafie ma la stes-sa società che le vuole respingere.

Continua la raccolta fondi, promossa dall’Arci nazionale d’intesa con l’Arci dell’Emilia Romagna e della Lombardia,

da destinare alle popolazioni colpite dal terremoto. I versamenti possono essere effettuati sul conto corrente aperto

presso Banca Etica, intestato ad Associazione Arci, causale ‘Emergenza terremoto in nord Italia’.IBAN: IT 39 V 05018 03200 000000145350

La Carovana antimafieriprende il cammino

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2legalitàdemocratica

arcireport

21settembre: la Carovana si rimet-te in viaggio. E, dopo la pausaestiva, fa tappa nel Nord Ovest.

Tre giorni intensi, tra Piemonte e Valled’Aosta, sei i Comuni che l’hanno accolta,tante esperienze portate in giro, ancor piùquelle raccolte. Otto ore per raggiungere, daRoma, una Torino dalle due anime: quella‘buona’, della movida del lungo Po pullulan-te di gente, spritz e mojito alla mano e, pocolontano, la Torino dei quartieri fatta di scato-le di cartone per stanze. Quest’ultima è la Torino della ComunitàACMOS, dove anche la chiesa porta i sim-boli di chi lotta, tanto che Gesù ‘diventa’operaio. La giornata di sabato 22 settembreinizia presto, la Carovana raggiunge il LiceoScientifico M. Curie di Grugliasco. Nell’Aula Magna dell’Istituto scorrono leimmagini de I Volti dell’Antimafia di MauroMaugeri e ci si rende conto che i volti deiragazzi presenti non sono tanto differenti daquelli proiettati sulla parete. Negli occhi lastessa scintilla di impegno e di paura. Sì, perché la Mafia fa ancora paura, ma neha altrettanta; solo, le reazioni sono diverse.La paura che sente il mafioso scurisce ilvolto, imbastardisce i lineamenti, scava gliocchi e porta quasi alla follia; la paura cheincute il mafioso addolcisce i volti, inumidi-sce gli occhi di rabbia, incendia il cuore,

spinge alla lotta. In serata, dopo aver portato i saluti alCoordinamento Regionale di Libera Pie -monte e una veloce tappa a Nichelino, Ca -ro vana fa tappa al Circolo Arci No.à. - Gioiae Rivoluzione per ufficializzare, al suo inter-no, la nascita del nuovo presidio di Libera‘Accursio Miraglia’. Il Circolo No-à nasce dalla forza di quattroragazzi che restituiscono alla città, nel nomedegli storici ideali dell’Arci, una delle primeofficine FIAT. Forse per il fascino del luogo,carico di memoria operaia, o per la passio-ne contagiosa di Ivo, Andrea, Rena to eDario capaci, da soli, in quattro mesi di con-vertire uno spazio fatiscente in un centropropulsivo di cultura, o per il mini readingdedicato a Rita Atria le emozioni arrivanodiritte al cuore. La domenica di Carovana parte da Ales -sandria dove, alle 17.30, incontra il Procu -ratore Gian Carlo Caselli che inaugura lamostra documentaria Donne&mafie. Donne silenti quelle raccontate dal Procura -tore: «La mafia maschilista pone le donne aldi sotto degli uomini che esercitano e deten-gono il potere, ma le donne di mafia tuttosanno e tutto conoscono»; leggono e vedo-no i loro uomini, conoscono le alleanzecustodiscono le connessioni tra clan e clan.E poi ci sono le donne che resistono, che

parlano e pagano con la vita la loro scelta distare dalla parte giusta e anche Carovana,in fondo, è una donna che lotta e resiste. Latappa piemontese si chiude a Biella ospitedell’Associazione Libera. Lunedì mattina,lasciato il Pie monte si viaggia verso Aosta.Pioggia e nebbia minano il cammino, maCarovana resiste e va avanti. Bandiere,musica e sorrisi, si va al Nord più Nord adincontrare i ragazzi della scuola media St.Roch e dell’Institut Agricole Regional, a por-tare le buone pratiche nella lotta contro lemafie, parlando loro di come la morte diMichele Fazio abbia ridato vita a Bari o dellacocciuta resistenza all’ingiustizia dell’Av vo -ca to Serafino Famà. Carovana ora è prontaa varcare il confine, portando la sua espe-rienza in Francia e Tunisia.

Dal diario di bordo dei carovanieri Piero Ferrante e Salvatore De Giorgio

Riparte la Carovana Internazionale Antimafie e fa tappa nel nord ovest d’Italia

Dopo la sosta estiva, la Carovana internazio-nale antimafie promossa da Arci, Libera eAvviso Pubblico ha ripreso il suo viaggio. Dal 22 al 24 settembre la Carovana ha attra-versato Piemonte e Valle d’Aosta e, dopo unabreve sosta, il viaggio riprenderà senza piùpause attraversando la Liguria e la Franciaper giungere in Sicilia l’11 ottobre.

Martedì 2 ottobre: Liguria, Italia

Mercoledì 3 ottobre: Liguria, Italia

Venerdì 5 ottobre: Nice, Francia

Lunedì 8 ottobre: Toulon, Francia

Martedì 9 ottobre: Marseille, Francia

Martedì 9 e mercoledì 10 ottobre: Tunisi, Tunisia

Giovedì 11 ottobre: tappa conclusiva a Trapani in Sicilia

Venerdì 12 ottobre:Roma, Festa di lancio per Carovana 2013

A novembre in edicola I Siciliani giovani,un giornale fatto da giovani per offrire

una informazione libera e indipendente.Per sostenere la testata sottoscrivi

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I SICILIANI GIOVANI

notizieflash

arci

n.31 25 settembre 2012

LE PROSSIME TAPPE

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Pubblichiamo un estratto dal contribu-to di Aoi, Cini e Link 2007 per ilForum della cooperazione interna-

zionale del 1 e 2 ottobre prossimi a Milano:«Lo scorso 1° marzo 2012, le Ong italiane,insieme al Forum del Terzo Settore ed altreorganizzazioni della società civile, hannopromosso la conferenza La cooperazioneitaliana dell’Italia: una risorsa da valorizzare,modernizzare, rilanciare.(...) Questo nuovodocumento (20 settembre), La cooperazioneinternazionale che vogliamo, riprende eattualizza il precedente, al fine di fornire ele-menti di approfondimento ai due importantimomenti: quello del Forum e del processo dicambiamento culturale che intende avviareper aprire maggiormente l’Italia al mondo, equello del Parlamento che, dopo quindicianni di tentativi falliti, ha dato il segnale divoler arrivare, in questa legislatura, ad unanuova legge che possa interpretare le novitàe i cambiamenti della globalizzazione. (…)Nel mondo globalizzato, con le sue opportu-nità, le nuove soggettività politiche ed eco-nomiche, l’avvicinamento delle frontiere maanche la forte competizione e la lievitazionedi tensioni diffuse, il nostro futuro deve guar-dare oltre i confini del Paese, superando latendenza all’introversione che ha dominatoquesti ultimi venti anni, per valorizzare lacapacità di proiezione internazionale che,con la diffusa quantità e qualità degli italianiall’estero, dovrebbe esserci connaturale, pur

essendosi molto affievolita. Oggi l’Italia deveportare il contributo della propria cultura soli-dale, personalista e creativa, ai grandi temidel mondo e favorire legami tra Paesi ecomunità, con un rinnovato protagonismo inEuropa e con una nuova ampia visione delnostro ruolo e delle nostre opportunità alivello globale. Occorre sviluppare rapporti di cooperazioneveri, rispettosi, che colgano le ansie e aspi-razioni della nuova comunità umana semprepiù interconnessa con la globalizzazione e larivoluzione digitale: non si può guardare a unnostro vantaggio o a un nostro interesse senon congiuntamente ai vantaggi ed interessidei nostri interlocutori, alla nostra sicurezzase non insieme alla sicurezza degli altri, auna crescita e uno sviluppo comuni se nongarantendo che non creino distruzioni edanni a nessun Paese, a livello economico,finanziario o ambientale. È un salto culturaleineludibile, imposto dai cambiamenti dellaglobalizzazione. Senza la capacità di crearerelazioni, in spirito di vera cooperazione,nella lotta alla povertà e per il bene comune,e senza un serio e deciso impegno in questosenso, diventa impossibile disegnareun’Italia moderna, con una visione aperta alproprio futuro e consapevole del proprioruolo nella costruzione del futuro del mondo.La società ha dimostrato, in merito, moltasensibilità e apertura, riuscendo anche alegare la nuova attenzione al ‘chilometro

zero’ con l’attenzione al mondo, le rela-zioni sociali e le opportunità economi-che dei nostri territori con quelle chesuperano le frontiere nazionali. Toccaora anche alla Politica fare la propriaparte, disegnando il futuro dell’Italia nelnuovo contesto internazionale.(...) La cooperazione allo sviluppo è unacomponente qualificante delle relazio-ni internazionali del nostro paese, datoche contribuisce ad incidere sulle dina-miche della globalizzazione per ridurrei problemi e le cause della povertà edegli squilibri globali, che creano ten-sioni e rischiano di coinvolgerci tutti.Con essa l’Italia partecipa agli sforzicoordinati della comunità internaziona-le per il raggiungimento degli obiettividi riduzione della povertà e delle ingiu-stizie e di promozione dei diritti umanie della pace. È doverosa e necessaria, per dare cre-dibilità, rilevanza e riconoscimentopolitico al ruolo dell’Italia nel mondoche, senza un serio impegno sui temiglobali e di interesse generale per l’u-manità, svanirebbe o rischierebbe di

ridursi alla componente militare che haormai dimostrato tutti i suoi limiti e proble-maticità.»Info: [email protected]

3solidarietàinternazionale

arcireport

n Priorità geografiche e conflitti Moderatore: Paolo Magri (ISPI). Discussant:Massimo Alberizzi (Corsera), don Gianni Cesena(Fondazione Missio - CEI), Fabio Melloni (Ministerodegli Esteri), Agostino Miozzo (EEAS, Bruxelles),Martina Pignatti (Un Ponte Per⁄), Marco Rotelli(Intersos)n Priorità globali, dimensione multilaterale,Europa - Moderatore: Paolo Ciocca (IFAD).Discussant: Elisabetta Belloni (Ministero AffariEsteri), Simone Ovart (UNIFEM Italia), RobertoRidolfi (Ambasciatore UE - Kampala), Valeria Rizzo(Ministero dellÊAmbiente), Paola Villa (IPSIA), MarcoZupi (CESPI)n Eccellenze ed innovazioni italiane per lacooperazione - Moderatore: GiandomenicoMagliano (Ministero degli Esteri). Discussant:Marco Alban (LVIA - Burkina Faso), Pietro Barbieri(Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), Sergio Gatti(Direttore Generale Federcasse), RaymondKouassi (Banca Etica Diaspora Africana), AlbertoMantovani (Università degli Studi di Milano),Serena Milano (Slow Food), Leonardo Palombi(Università di Tor Vergata)n Come fare cooperazione e come valutare?Moderatore: Fabio Cassese (Ministero Affari Esteri).Discussant: Tito Bianchi (Unità ValutazioneInvestimenti Pubblici), Carlos Cabo (CONCORDEurope), Richard Manning (già Chair del Dac),Carlo Monticelli (Ministero dellÊEconomia), NinoSergi (Link 2007), Giorgio Tonini (Senatore) n Cooperazione e internazionalizzazione dellÊIta -lia: pubblico/privato Moderatore: Marta Dassù (Sottosegretaria AffariEsteri). Discussant: Ugo Biggeri (Presidente BancaEtica), Federico Bonaglia (OCSE DevelopmentCentre), Pietro Celi (Ministero Sviluppo Economico),Piero Cipollone (Direttore Esecutivo BancaMondiale), Luigi Marino (Confcooperative eAlleanza delle Cooperative Italiane)n Cooperazione popolare e il coinvolgimento deicittadini - Moderatore: Andrea Olivero (Forum delTerzo Settore). Discussant: Maurizio Baradello(Comune di Torino), Carlo Ciavoni (Repubblica.it),Paolo Massaro (Università Bocconi), EgiziaPetroccione (Coordinamento Italiano NetworkInterna zionali), Marco Ricceri (EURISPES), StefanoZamagni (Forum SaD)Info: www.forumcooperazione.it

Le ong italiane per una nuova cooperazioneinternazionale

1 ottobre: High-leveldi approfondimento

Muovi l’Italia cambia il mondoMessaggio del Ministro Andrea Riccardi: ÿAbbiamo convocato il Forum per la CooperazioneInternazionale di Milano per rimettere i temi legati allacooperazione e allÊaiuto allo sviluppo al centro del dibat-tito nazionale. Come momento culminante di un percorsoavviato da tempo con lÊambizione di coinvolgere tutti isoggetti interessati - istituzioni, enti locali, volontariato,Ong, imprese – in una grande operazione di rilancio cul-turale e operativo. Perché la cooperazione non è solo unadoverosa azione di solidarietà, ma un asse portante dellapolitica estera di un Paese, una opportunità di crescita, disviluppo e sicurezza. Muovi lÊItalia, cambia il mondo è loslogan del Forum. Vogliamo rimetterci in movimento, tor-nare a farci compagni dei paesi del Sud del mondo, ritro-vare energie nuove, dopo troppi anni di stanca. Il dialogo,il partenariato, la relazione con lÊaltro sono gli elementicon cui vogliamo favorire la nostra partnership con i paesiin via di sviluppo, che guardano allÊItalia con interesse erinnovata aspettativa.Ÿ

arci

n.31 25 settembre 2012

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AMilano dal 3 al 6 ottobre va in scenala cultura palestinese: il primo festivalin Italia dedicato alle arti e alla cultu-

ra della Palestina e dalla Palestina, un’occa-sione per capire un popolo e la sua ricca sto-ria attraverso l’arte, la parola, la scrittura, lamusica, il cinema, il teatro. Un’occasione perrendere visibile la ricchezza della culturapalestinese e provare a scardinare i luoghicomuni filtrati da canoni politici e mediaticispesso distorti. Una finestra su questa cultu-ra che esalta l’identità di un popolo capace dielaborare strumenti di salvaguardia dellamemoria e di ricerca del futuro, ovunque sitrovi nel mondo. Letteratura, Poesia, Arti visi-ve, Cinema, Teatro, Musica e Danza e un tri-buto a Edward Said: sono tante le sezioni incui si articola il festival che contempla incon-tri con gli scrittori, reading di poesie, un semi-nario su Letteratura e identità nazionale, unarassegna di cinema arricchita di incontri conregisti e studiosi di cinema palestinese,workshop e spettacoli teatrali, performancedi danza con l’esibizione del gruppo folklori-

stico El Fonuon e musica con la cantautriceRim Banna e il suo ensemble, una sezionededicata alle arti visive con un’esposizionefotografica, una mostra di fumetti, una rasse-gna di video art e la promozione di giovaniartisti. Il festival avrà uno sviluppo diffusonella città toccando i luoghi più diversi oltreche più idonei alle singole iniziative: dallelibrerie Feltrinelli alla Fabbrica del Vapore,dall’Anteo al Teatro Verdi, dal Teatro dell’Arteall’Università Statale, dalla Casa della Poesiaa Palazzo Marino.A impreziosire questa edizione, la presenzadi illustri rappresentanti della cultura palesti-

nese: dalla scrittrice Suad Amiry ai registiMichel Khleifi e Rachid Mashrawi alla foto-grafa Rula Halawani, dal Prof. Di Letteraturecomparate della Columbia University HamidDabashi, uno dei più insigni studiosi del cine-ma palestinese oltre che erede di EdwardSaid, alla cantautrice e attivista Rim Banna,dallo scrittore e giornalista Salman Natur alpoeta Zuhair Abu Shayeb. Presenza puntel-lata da altrettanti giovani, giovanissimi e pro-mettenti artisti tra cui il giornalista-scrittoreAkram Musallam, i poeti Nasr Jamil Sha'athe Asmaa Azaizeh. La sezione arti visive offri-rà invece una panoramica del lavoro di NajiAl Ali il più grande fumettista palestinesescomparso a Londra nel 1987.Il Festival è a cura di Arci Milano, Comunitàpalestinese della Lombardia, Teatro Verdi,con Al Jarida, Salaam ragazzi dell'Ulivo,Vento di terra col patrocinio del Ministerodella cultura palestinese e della Missionediplomatica palestinese in Italia e con il con-tributo del Comune di Milano.Info: www.arcimilano.it

palestina

arcireport

La prima pagina di Haaretz del 5 set-tembre scorso riportava una importan-te intervista del Ministro degli esteri

norvegese Dott. Jonas Gahr Store, che rias-sumeva in maniera lapidaria la sostanza delconflitto israelo palestinese oggi: stallo totaledel processo di pace, con Israele impegnatoa stabilizzare lo status quo a livello politicogenerale non rinunciando però all’amplia-mento del proprio controllo attraverso l’e-spansione delle colonie in territorio palestine-se, tanto da mettere in serio pericolo la pro-spettiva dei Due Stati alla base del processodi pace stesso. L’agonia ormai terminale del processo dipace denunciata dal ministro norvegesevede però Israele padrone della situazionecon l’ampliamento dei propri confini segnatiillegalmente dalla costruzione del famigeratomuro, e la parte palestinese sempre più in dif-ficoltà, divisa al proprio interno, senza alcunpotere reale sul terreno e la propria leader -ship a rischio di collasso sia politico chefinanziario. Lo status quo quindi non è pro-priamente uno stallo ma un agire quotidianodi Israele nel tentativo di capitalizzare al mas-simo i risultati acquisiti con la distruzione delprocesso di pace, attraverso una politica di‘normalizzazione’ tendente all’abbassamentodella tensione generale per trasmettere all’e-stero un messaggio di ‘pacificazione’. Atti cla-morosi in questo senso come gli oltre

100mila permessi rilasciati l’ultima settimanadi ramadan, hanno consentito a migliaia difamiglie palestinesi di riversarsi per la primavolta, anche per alcuni giorni, sulle spiagge diTel Aviv, Jaffa, Acri e di prendere d’assalto igrandi magazzini israeliani traboccanti disconti vertiginosi decisi ad hoc.La realizzazione del muro che ha sottratto ereso impenetrabili ai palestinesi vaste aree diterritorio e tutta Gerusalemme est, ha reso alcontempo meno assillante il controllo al di làdel muro stesso, permettendo così un miglio-ramento negli spostamenti non più vessati dacentinaia di chek points divenuti inutili. Aeccezione di Gaza dove la pressione è anco-ra totale, si potrebbe parlare di una guerra abassa intensità che, nel rafforzare la strategiagenerale, opera nel contempo con atti quoti-diani, come la continua confisca di territorionei pressi del tracciato del muro, oggi nellaValle del Giordano, la persistente moltiplica-zione degli insediamenti e la inesorabile cac-ciata dei cittadini palestinesi da Gerusa -lemme Est. Tutto ciò indebolisce in manierairrimediabile la leadership palestinese che inrealtà è completamente priva di alcun poterereale di contrasto della politica israeliana eanzi, ne è succube in settori fondamentalicome quello economico e della sicurezza. L’accordo economico che vincola la parità deiprezzi in Israele e nei Territori Palestinesi,mentre garantisce il mercato israeliano da un

possibile dumping, condanna la popolazionepalestinese a costi impossibili comparati alloro potere d’acquisto. Da qui la condanna diuna politica economica suicida è sfociatanelle ultime settimane in scioperi generalimolto radicali che in realtà stanno mettendoin discussione tutta la strategia dell’ANP, acominciare dalla prospettiva dei due stati checoncretamente si vede svanire sul terrenodei fatti reali. Se le agitazioni di queste setti-mane possono essere il preludio di una ‘terzaintifada’ nessuno può dirlo, ma di certol’Autorità Nazionale palestinese sta rischian-do grosso; insieme alla bancarotta finanzia-ria, come denunciato dalla banca mondiale,è sul filo di una drammatica delegittimazioneda parte della popolazione. A livello interna-zionale però, ancora una volta non vienecolta la drammaticità della situazione mentrefa breccia la propaganda israeliana della‘normalizzazione dell’occupazione’ per cui sivota per l’entrata di Israele nel sistema eco-nomico europeo in contrasto con tutte leclausole di salvaguardia dei diritti umani epolitici violati. Da ultimo, la questione palesti-nese sembra relegata alla fine dell’agendainternazionale rispetto alle evoluzioni geo-strategiche dell’intera area mediorientale,dalle cosiddette ‘primavere arabe’ alla que-relle dell’atomica iraniana che riempie in que-ste settimane le prime pagine dei giornaliisraeliani e anche americani.

Palestina/Israele: la normalizzazione dell’occupazione

Philastiniat, arte e cultura dalla Palestina

n.31 25 settembre 2012

arci

di Roberto Giudici, Fiom e Arci Milano

INGRESS I :3 euro

(ingresso giornaliero cinema)10 euro

(abbonamento rassegna cinematografica)5 euro (musica, danza e teatro)

Riduzioni per soci Arci e possessori Carta Più Feltrinelli

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5internazionali

arcireport

Nei giorni scorsi i parlamentari euro-pei riuniti nel Comitato sulCommercio Internaziona le (INTA)

hanno votato in favore dell’Accordo di valu-tazione della conformità e accettazione deiprodotti industriali - Pro tocollo aggiuntivodell'Accordo euromediterraneo tra l'UE eIsraele, comunemente conosciuto comeACAA, un accodo che sovverte le dichiara-zioni ufficiali dell’UE sugli insediamenti e ildiritto internazionale e che segna un signifi-cativo passo avanti delle relazioni commer-ciali. La REMDH (Rete Eurome diter raneaper i diritti umani) considera questa decisio-ne particolarmente deplorabile poiché ACAAoffre un riconoscimento alle autorità israelia-ne responsabili dell’occupazione del territo-rio palestinese, in diretta violazione degliobblighi derivanti dal diritto internazionale.«Votando contro l'ACAA, i parlamentari nonavrebbero censurato un accordo commer-ciale, ma semplicemente mandato unsegnale che non ci può essere business asusual mentre le autorità israeliane prose-

guono la loro politica di occupazione, pre-cludendo in questo modo ogni progresso neinegoziati del processo di pace in MedioOriente, e negando il diritto all'autodetermi-nazione al popolo palestinese» ha dichiara-to il presidente della Rete Euromed MichelTubiana. Per di più, l’industria farmaceuticaisraeliana è pesantemente coinvolta nell'oc-cupazione del territorio palestinese, bloc-cando di fatto lo sviluppo di una industria far-maceutica palestinese in un momento in cuiil sistema sanitario non è in grado di provve-dere a un accesso adeguato alle cure sani-tarie. La Rete Euromed deve puntualizzareche poiché il Parlamento Europeo è la solaistituzione che deriva la sua legittimità dallaelezione a suffragio universale dei suoi com-ponenti, la credibilità dell'UE dipende dallacapacità di realizzare i poteri affidatigli dalTrattato di Lisbona e di giocare il suo ruolonella politica internazionale.«Il parlamento europeo deve prendere ledistanze dalle preoccupazioni di corto respi-ro dei governi e riaffermare i principi fonda-

mentali che governano l'idea europea, inparticolare il rispetto per i diritti umani e ladignità di tutti. Per questo la sospensionedell'adozione delle procedure ACAA segna-lerebbe la fine dell'impunità delle autoritàisraeliane» continua Michel Tubiana.La Rete Euromed fa appello dunque alParlamento europeo affinchè nella plenariadi novembre rifiuti di dare il proprio votosull'Accordo ACAA finchè Israele non rispet-terà i suoi obblighi verso il diritto internazio-nale. Il Protocollo ACAA è un accordo fina-lizzato a facilitare l'accesso dei consumatorieuropei e israeliani a un più ampio numerodi prodotti farmaceutici a basso costo. Duemesi fa, la UE ha già offerto a Israele 60nuove attività di cooperazione in 15 diversisettori, nonostante il congelamento delmiglioramento delle relazioni con Israele invigore dal giugno del 2009. Dei 30 parla-mentari europei che fanno parte delComitato, socialisti, verdi e gue hanno vota-to contro, ma i loro 13 voti non sono bastatia bloccare l’accordo.

La rete Euromed, di cui l’Arci fa parte,esprime preoccupazione per la deten-zione del difensore dei diritti umani

Osman Isci nella prigione di alta sicurezza diSincan, così come di altri 27 sindacalisti,detenzione che prosegue dalla fine di giugno.Rivolgiamo un appello alle autorità dell’UE edei suoi stati membri perché intraprendanoun’azione urgente e affrontino il caso diOsman Isci e dei suoi colleghi incarcerati, inbase a quanto stabilito nelle Linee guida suidifensori dei diritti umani, nel Quadro strategi-co e Piano di azione sui diritti umani e lademocrazia e, in particolare, nella Strategialocale per i diritti umani in Turchia. Osman Isciè un noto difensore dei diritti umani specializ-zato nei diritti della minoranza Kurda e nellalibertà di associazione e di espressione. È unmembro del Sindacato dei lavoratori dell'edu-cazione e della scienza affiliata allaConfederazione dei lavoratori pubblici. Èanche un esponente dell’Associazione deidiritti umani e del Comitato Esecutivo dellaRete Euromediter ranea per i diritti umani.Osman Isci condivide il destino di 234 sinda-calisti, giornalisti e difensori, la maggior partedei quali accusati di far parte di una rete dipresunti terroristi - il Sindacato delleComunità Kurde (Ksk), un’organizzazioneche le autorità dicono essere il settore urba-

no del Pkk. Invece, le operazioni antiterrori-smo della polizia e i procedimenti giudiziarihanno colpito soprattutto esponenti pacificidei sindacati, avvocati e giornalisti, così comeattivisti Kurdi e pro-Kurdi. Dopo la dichiara-zione del 28 giugno sull'arresto di Osman Iscida parte del Commissario per l'Allargamentoe la politica di vicinato europea Stefan Fule, lenostre organizzazioni fanno appello alle auto-rità europee e ai suoi stati membri affinché:Chiedano alle autorità turche di mettere fine atutte le forme di persecuzione - incluse le pro-cedure giudiziarie anomale - contro i difenso-ri dei diritti umani, in accordo non solo ai trat-tati internazionali e regionali ratificati dallaTurchia ma anche agli impegni presidall’Unione Europea, che sono contenutinelle sue Linee Guida sui difensori dei dirittiumani del 2004 (riviste nel 2009), nel suoQuadro strategico e Piano di Azione sui DirittiUmani e la Democrazia adottati nel giugno2012, e particolarmente nella Strategia localeper i diritti umani in Turchia. Assumano il casodi Osman Isci come emblematico e defini-scano una strategia adeguata per il suo rila-scio, in attuazione della Strategia locale per idifensori dei diritti umani adottata per laTurchia. Inviino rappresentanti di alto livellodella Delegazione dell'UE e delle ambasciatedei suoi stati membri a visitare regolarmente

Osman Isci, per assicurarsi che le condizionidi detenzione siano rispettose dellaConvenzione sui diritti civili e politici del 1966e che la sua integrità fisica e psicologica siagarantita in tutte le circostanze. Mettano in contatto il Liaison Officer dell’U -nione Europea per i difensori dei diritti umanie i contact point delle ambasciate degli statimembri con gli altri detenuti attraverso i loroavvocati. Ricordiamo che le Missioni Ue sonoincaricate di visitare i difensori in custodia, inaccordo con le Linee guida Ue sui difensoridei diritti umani (paragrafo 11.6) e la Strategialocale dei Diritti Umani in Turchia (punto 4).Stabiliscano un dialogo con le autorità turcheper ottenere il rapido rilascio di Osman Isci edei 27 sindacalisti detenuti. Queste detenzioni, che vanno contro le di -sposizioni della Convenzione sui diritti socialie politici, sono arbitrarie e mirate solo a san-zionare le loro attività in difesa dei dirittiumani. Garantire, finché il caso sarà risolto, ilsostegno finanziario necessario alla famigliadi Osman Isci e a quelle dei 27 sindacalisti,mettendo a disposizione immediatamente ifondi di emergenza per i difensori dei dirittiumani in pericolo gestiti dalla EIDHR (stru-mento europeo per la democrazia e i dirittiumani). Info: www.euromedrights.org

Osman Isci è da tre mesi in carcere: l’UE metta in pratica la sua strategia per i diritti umani in Turchia

Il voto sull’ACAA sovverte le dichiarazioni ufficiali dell’Unione Europea sugli insediamenti israeliani e viola il diritto internazionale

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Almeno dieci le città che hanno già aderitoal progetto di arte pubblica partecipataInside out, a sostegno della campagnaL’Italia sono anch’io per i diritti di cittadi-nanza delle persone di origine straniera. Cittadini e sindaci delle città di ReggioEmilia, Milano, Firenze, Cagliari, Palermo,Trieste, Crema, per citarne alcune, si stan-no impegnando nell’impresa, in collabora-zione con lo street artist parigino JR. L’artista di fama internazionale ha vintocon questo progetto il prestigioso TedPrize nel 2011 ed ha accettato di dedicareuna puntata all’Italia a sostegno della cam-pagna per i diritti di cittadinanza. In cosa consiste Inside out? Il progetto sibasa sulla partecipazione attiva di gruppi,comunità e cittadini che desiderano comu-nicare alla città un tema o un’emergenzache sta loro a cuore. Seguendo le istruzio-ni di JR, i cittadini-fotografi realizzanoritratti di chiunque voglia farsi fotografareper supportare la campagna per i diritti dicittadinanza. L’artista elabora le fotografietrasformandole in grandi poster in bianco enero. Con la collaborazione degli stessivolontari, i poster verranno affissi sui muri

di un edificio di particolare valore simboli-co, nelle strade, nelle piazze, sui municipi,sui teatri. Le amministrazioni comunali che promuo-vono il progetto accettano così di accoglie-re sui muri delle città i grandi ritratti (se neprevedono duemila in tutta Italia) di tanticittadini di ogni età e provenienza, ognunocon una sua identità e una sua storia: unmodo per riconoscere la ricchezza dellenostre città sempre più multiculturali e ildiritto alla piena cittadinanza di chi vi abita.Gli edifici prescelti si trasformano quindi inuna grande opera di arte pubblica dal forteimpatto comunicativo. L’evento pubblicodelle affissioni avverrà contemporanea-mente in tutte le città che aderiscono ilprossimo 20 ottobre, in una sorta di flashmob nazionale a sostegno delle differentiemergenze espresse dalle comunità. Chiunque può partecipare facendo ofacendosi fare un ritratto, che sarà trasfor-mato in un grande poster in bianco e neroche verrà stampato sulla carta dei manife-sti pubblicitari o elettorali, e inviarlo a [email protected]: fb Inside out/L’Italia sono anch’io

migranti

arcireport

Èstato reso noto nei giorni scorsi ilRapporto sullo stato dei diritti umaniin Italia, elaborato a seguito della

visita effettuata in luglio dalla delegazioneguidata da Nils Muižnieks, Commissario per idiritti umani del Consiglio d'Europa. Su moltedelle osservazioni contenute nel Rapportonon possiamo che ribadire il nostro totaleaccordo, visto che da tempo andiamo denun-ciando le stesse criticità, in particolare sultrattamento delle minoranze, soprattuttoRom e Sinti, sulle politiche degli sgomberiforzati e sulla politica di segregazione attuataattraverso i campi, sul sistema di accoglienzadei migranti, inclusi i richiedenti asilo, sullecondizioni di detenzione nei CIE, sui tagli allerisorse previste per l’Unar. Per quanto riguar-da l’inclusione di Rom e Sinti, il Commissario,pur ritenendo positiva l’adozione di una stra-tegia nazionale che modifichi le politicheadottate in passato, sottolinea la necessità diinvestire risorse congrue e soprattutto chevenga garantita la partecipazione dellecomunità interessate. Ritiene essenziali ilmonitoraggio, la formazione e un dibattitopubblico costruttivo. Ovviamente, secondo ilCom mis sario, un indebolimento dell’Unar,

organismo preposto al coordinamento dellastrategia, sarebbe assolutamente negativo.Le politiche dei campi segregati e deglisgomberi forzati, che hanno caratterizzato‘l’Emer genza Nomadi’ vanno abbandonate,mentre vanno coinvolte le comunità interes-sate nelle scelte abitative che le riguardano.Esiste poi un problema di rappresentazionenel dibattito pubblico. Politici e media hannospesso avuto un ruolo di vero e proprio inci-tamento all’odio xenofobo, il che spesso si ètradotto in un incremento di crimini di matricerazzista, contro i quali, secondo Muižnieks,non sono state adottate misure adeguate. Vacostituito inoltre un Tavolo tecnico per supe-rare la questione dell’apolidia di fatto, preve-dendo almeno gli stessi diritti riconosciuti allepersone apolidi. Se poi, secondo il Commis -sario, sono positive le dichiarazioni del gover-no sulla rinuncia ai respingimenti, sono statiperò stipulati accordi bilaterali con paesinordafricani che destano preoccupazione.Esorta quindi le autorità italiane ad assicura-re che tutti i migranti abbiano accesso allaprocedura di asilo, garantendo la formazionedegli operatori competenti. Muižnieks eviden-zia le lacune del sistema di accoglienza dei

migranti, inclusi i richiedenti asilo, da imputar-si in prima luogo alla sua natura frammenta-ta che va superata con un sistema integratoe unificato, potenziando la capacità ricettivadelle rete Sprar che ha dato buoni risultati.Avendo poi verificato la condizione di estre-ma indigenza in cui vivono circa 800 rifugiatia Roma, il commissario sottolinea come lamancanza di un sistema di integrazione per irifugiati e i beneficiari della protezione inter-nazionale abbia determinato gravi lesioni deidiritti umani. Per questo vanno superate, peresempio, le discriminazioni sul lavoro e vaesteso a questi soggetti lo status di residen-te permanente. Infine, il commissario espri-me grande preoccupazione per le condizionicui sono costretti i migranti detenuti nei Cie.Esorta le autorità italiane a velocizzare le pro-cedure di identificazione, ad eliminare gra-dualmente la prassi della detenzione ammi-nistrativa e a promuovere programmi di rim-patrio volontario. Non possiamo che asso-ciarci alle raccomandazioni contenute nelRapporto, sottolineando ancora una volta l’e-sigenza che il Governo Monti adotti misure innetta discontinuità con le politiche del prece-dente governo.

Il Governo cambi rotta: il Rapporto del Commissarioper i diritti umani del Consiglio d’Europa

In tante città italiane il progetto di artepubblica partecipata ‘Inside out’

Incontro sull’emersioneLa scorsa settimana si è svolto presso ilMinistero dell’Integrazione un incontro tra leorganizzazioni del Tavolo Nazionale Immigra -zione e rappresentanti dei Mini ste ri dell’Inter noe del Lavoro, coinvolti nella procedura diemersione prevista dal dl 109/2012 attuativodella Direttiva europea n.52. Alla riunione, allaquale hanno partecipato il Ministro Riccardi efunzionari dei vari ministeri, i rappresentantidel Tavolo Nazionale Immigrazio ne (di cui faparte anche l’Arci) hanno esposto le preoccu-pazioni derivanti dall’estrema difficoltà di utiliz-zare il provvedimento a causa di alcune con-dizioni previste per accedervi. I rappresentan-ti dei Mi ni steri presenti hanno confermato laposizione del Governo che, secondo le orga-nizzazioni del Tavolo, impedisce di fatto a unaparte dei datori di lavoro di far emergere i rap-porti di lavoro in corso. In particolare, l’espe-rienza dei primi giorni dall’entrata in vigoreconferma il rischio di un insuccesso dell’inter-vento di emersione in assenza di chiarimentisui principali punti critici. Non resta dunqueche sperare che da parte del governo arrivifinalmente un segnale che vada nella direzio-ne da noi indicata per rendere davvero effica-ce e fruibile un provvedimento così atteso.

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7crisiinsardegna

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Il rimbombo dei caschi dei minatori sardidi Nuraxi Figus e dei lavoratori dell’Alcoasui sanpietrini romani ha per l’ennesima

volta portato alla ribalta la drammaticità dellasituazione sociale ed economica del Sulcis.Che è però quella della Sardegna tutta e,con le debite proporzioni, di parti sempre piùimportanti dell‘intero Paese. E per l’ennesi-ma volta sul tema si sono rapidamente costi-tuiti i classici due schieramenti: 1) quello dichi sostiene la assoluta antieconomicità eimproponibilità dell’estrazione ed utilizzo delcarbone Sulcis sia per l’esiguità della partesfruttabile del giacimento, sia per il bassopotere comburente e l’altissima percentualedi ceneri e zolfo che ne fanno un prodottoeconomicamente inutilizzabile, e che pertan-to varrebbe chiudere la miniera, cessare isussidi pubblici, che andrebbero utilizzatiinvece per le alternative (da individuare) egli strumenti di sostegno economico per gliattuali occupati; 2) quello di chi invecesostiene sia possibile adottare sistemi di pro-duzione energetica pulita mediante l’adozio-ne del CCS (Carbon Capture and Stora -ge/Sequestration), in pratica estrarre la CO2dai fumi e iniettarla sottoterra creandone unsorta di discarica; i relativi, ingenti investi-menti necessari a realizzare tutto ciò sareb-bero giustificati dalla valenza sociale edambientale dell’intervento. Per l’Alcoa la soluzione sarebbe nell’ulterio-re abbattimento del costo dell’energia elettri-ca (alla faccia della procedura avviatadall’UE per le agevolazioni tariffarie - consi-derate aiuto di stato - di cui Alcoa ha godutodal ‘96 al 2010 pari a circa 300 milioni dieuro). I due schieramenti hanno annoveratosubito importanti sostenitori: per il primograndi firme del giornalismo, eminenti eco-nomisti, blogger ecc. Nel secondo troviamo invece uno schiera-mento più robusto e in alcuni casi anche pit-toresco: dando infatti per scontato che vi siritrovino i lavoratori e i loro sindacati, e persi-no gli amministratori locali di quel territorio,un po’ meno scontato è trovarvi gente comel’on. Pili - oggi parlamentare PdL, già sinda-co di Iglesias, già presidente della Regionesarda (cioè il proprietario della miniera diNuraxi Figus) - e rappresentanti di tutte leforze politiche.Ai due schieramenti poco importa se leminiere chiuse, le ‘riconversioni’, le alterna-tive produttive facciano parte di un passatogià vissuto nella nostra regione: abbiamo giàvisto la nascita di alberghi e soprattuttoseconde case sulle nostre coste immacola-te, le fantomatiche fabbriche alternative che

sono durate giusto il tempo di ridipingerequalche capannone dismesso e di saccheg-giare le casse regionali, la nascita di unaincredibile quantità di centri commercialinecessari ad attivare enormi speculazioniedilizie e distruggere i tessuti urbani dellenostre comunità spazzando via i piccolinegozi di quartiere, e naturalmente le minie-re chiuse ed allagate per sempre, quelle sì.Così come poco importa che la Sardegnaabbia già da tempo una produzione di ener-gia elettrica più che doppia rispetto alle sueattuali necessità; che nel Sulcis si muoia ditumori più che nell’area dell’Ilva di Taranto;che in Sardegna vi siano 3 tra le 9 aree piùinquinate d’Italia; che il tasso di disoccupa-zione del Sulcis sia del 16,5% e quella gio-vanile intorno al 40%; che questa sia consi-derata la zona più povera del Paese; che unD.M. identifica l’area Sulcis-Iglesiente-Guspinese quale Sito di Bonifica di InteresseNazionale e che tale area sia stata perime-trata con Decreto del Ministero dell’A m -biente, e il successivo Piano di Bonifica del-l’intera area predisposto dalla RegioneSardegna nel 2008 prevedesse un costo dipoco più di 310 milioni di Euro, cifra che inparte è ancora oggi disponibile su fondicomunitari e nazionali.Così come ci si dimentica che in Sardegnaesiste la più grande miniera di fluorited’Europa: per chi non lo sapesse la fluorite èuna delle 14 materie prime strategiche per lequali la Commissione UE ha inviato ai gover-ni le linee guida per garantirsene l’accessoin ogni momento. O si fa finta di non ricorda-re, se non al momento della nomina di presi-dente e cda, che esiste il Parco Geomi -nerario della Sardegna, oggi preoccupatosolo di sopravvivere. Se questo è il quadro,è sacrilego dire che le ipotesi delle due partisono entrambe sbagliate e destinate al falli-mento? E magari imporre un confronto dimerito che abbia un approccio sistemico enon più circoscritto alle sole emergenze quo-tidiane?Proviamo a mettere in fila alcuni degli ele-menti del merito:1. La Sardegna è conosciuta anche per laqualità del suo ambiente: può diventare allo-ra l’ambiente il cardine di un sistema produt-tivo che fa della naturalezza, la bellezza, lasalubrità, la sostenibilità il proprio fattorecompetitivo?2. Le risorse minerarie sarde possono esse-re considerate risorse sfruttabili e/o strategi-che in un futuro di breve/me dio/lun go perio-do? Ad esempio, si possono approcciare lematerie prime in termini di filiera?

3. Le due Università di Cagliari e Sassari, idue Centri del CRS4 e Porto Conte Ricerchee alcuni Enti strumentali della Regione pos-sono diventare i motori/elaboratori necessa-ri a costruire questo sistema? 4. E il Parco Geominerario Storico eAmbientale della Sardegna può a sua voltaevolvere in uno strumento/incubatore atto astimolare e favorire l’avvio a realizzazione diquesto sistema?5. È chiedere troppo invitare le rappresen-tanze dell’agroalimentare a dar voce e digni-tà sociale ed economica ai loro rappresenta-ti, passando finalmente dallo sgozzamentodelle pecore sotto il palazzo della Regione edall’assistenzialismo clientelare al sostegnofinalizzato all’ammodernamento delle impre-se? Per fare un solo esempio: è mai possibi-le che il prodotto quantitativamente ed eco-nomicamente più importante dei caseificisardi esca dalla Sardegna con il nome diPecorino Romano? Sarebbe sufficiente partire da queste pro-poste, vedere in che modo possano esse-re messe assieme, chiedendo a tutte lecomponenti della società di pronunciarsi edi avanzarne di proprie. In primis natural-mente alle forze politiche, che sino ad oggihanno preferito le facili scorciatoie e la pro-fusione di soldi di noi tutti, alimentando illu-sioni senza mai pagarne il conto. Conto cheinevitabilmente viene pagato da chi neipozzi o nei fumaioli sale, o da chi muoregiovane ché per sfamare la famiglia nellenostre realtà talvolta si deve anche bere ungoccio di veleno ogni giorno.Chiedendo che il mondo della culturariprenda il suo ruolo di elaborazione e simisuri nella sfida per la costruzione dimigliori condizioni di vita, per dare concre-tezza alla definizione, oggi tanto abusata, di‘nuovo modello di sviluppo’: ribaltando iparadigmi cui ci siamo colpevolmente adat-tati sinora. Altrimenti temo che, ancora unavolta, assieme alla CO2 si seppellisca ilfuturo delle nostre comunità. Credo sia arri-vato il tempo di provare almeno a racconta-re ai nostri figli che a furia di scavare forseriusciremo finalmente ad uscire dalla galle-ria/tunnel. Un solo paletto: nessun posto di lavoro sicancella sino al momento in cui siano rea-lizzate le azioni definite.E infine, a proposito di cambiamenti diparadigma: la partita stavolta vorrei propor-re si inizi dal secondo tempo e non dalprimo.

Aldo Dessì Presidente Arci territoriale Sud Sardegna

‘Affrontare la crisi sarda con un approccio sistemico,non più circoscritto alle sole emergenze quotidiane’

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Lo scorso 17 settembre, alcuni rappre-sentanti dell’associazione Uniti persalute, anche a nome della Rete

Savonese Fermia mo il carbone, sono statiascoltati, prima dell’inizio dei lavori, dai com-ponenti della Confe renza dei Servizi perl’Autorizzazione Integrata Ambientale relati-va alla centrale termoelettrica di Vado LigureQuiliano. Erano presenti, oltre agli esponen-ti del Ministero dell’Ambie nte, le delegazionidi Regione Liguria e Comuni di Vado eQuiliano. Hanno inoltre partecipato rappre-sentanti nazionali di Greenpeace, Lega -mbie nte e WWF. Queste le osservazioniesposte. 1. Sulla possibilità dei due gruppi a carbonedi essere adeguati alle migliori tecnologie equindi di ottenere l’AIA è stato ribadito che èla stessa Società proprietaria ad aver affer-mato che i vecchi gruppi a carbone 3 e 4«non permettono ulteriori improvement tec-nologici». È stato anche ricordato quantoaffermato dai sindaci di Vado e Quiliano inun documento del 2009 «Mancano i presup-posti per il rilascio dell’Autorizzazione

Integrata Ambientale per quanto riguarda gliesistenti gruppi 3 e 4 … Nel ribadire quindil’opposizione al rilascio di autorizzazione pernuovi impianti, si chiede che quella esisten-te sia subordinata alla cessazione della atti-vità dei gruppi 3 e 4». 2. I preoccupanti dati del biomonitoraggiolichenico indicano un forte inquinamentoantropico della zona, causato sicuramente inparte rilevante dalla centrale di Vado Ligure.3. Le indebite e reiterate commistioni dellaprocedura AIA con la procedura di autorizza-zione al nuovo gruppo da 460 MW.4. La inaccettabilità di ipotesi di ‘funzio -namento su scala ridotta’ che manterrebbecomunque le emissioni specifiche a livellimolto superiori al limiti BAT andando diretta-mente a incidere sulla situazione ambientalee sanitaria.5. È stato ricordato quanto previsto dallaLegge Seveso e la possibilità di effetto domi-no con stabilimenti a rilevante rischio inci-dente nelle immediate vicinanze. Sono state riportate le affermazioni ufficialidell’ordine dei Medici che, a proposito del

mantenimento dei vecchi gruppi a carbone,ha parlato di «minaccia reale e consistenteper la salute e per la vita dei cittadini dellaprovincia di Savona».Greenpeace ha presentato un documentosul risultato di una serie di campionamenti,ancora in corso, su alcuni pesci nel marLigure. Le analisi rilevano superamenti dei limiti solonel sito di Vado Ligure: sebbene sia impos-sibile dimostrare una corrispondenza univo-ca tra la centrale a carbone e i valori di mer-curio e piombo riscontrati in alcune specieittiche, si tratta comunque di un serio cam-panello d’allarme. La Rete fermiamo il Carbone savonese haconcluso ribadendo la propria opposizione aqualsiasi concessione AIA nel caso fosseancora permesso ai vecchi gruppi di funzio-nare in modo non conforme alle normativevigernti, nonchè la ferma intenzione di intra-prendere tutte le azioni legali possibili, colpieno sostegno delle associazioni nazionali.È stata infine presentata eccezione sullaregolarità e validità della conferenza.

economia&ambiente

arcireport

Cinque giorni pieni di lavoro, più di set-tecento iscritti, sessanta gruppi dilavoro, undici plenarie, almeno cento

eventi in parallelo e quasi altrettanti relatori datutto il mondo. Sono solo alcuni dei numeridella Confe renza Internazionale sulla De -cresci ta che si è svolta a Venezia nei giorniscorsi. Le cifre però non bastano a descrivere l'avve-nimento, che è stato indubbiamente un gran-de successo, sia in termini di quantità che diqualità. Molte altre centinaia di personehanno infatti partecipato ai dibattiti e aglieventi aperti ai non iscritti, il tendone delle ple-narie è sempre stato pieno zeppo di gente ditutte le età, attenta e concentrata. Tantissimi i giovani. Il dibattito è stato in tutte le occasioni vero eintenso, fra persone ed esperienze collettiverappresentative di culture e pratiche diverse,dai sindacalisti di Pomigliano ai radicalmentecontadini di Genuino Clandestino, per fareuno dei molti esempi possibili. Venezia haregalato alla Conferenza dei giorni limpidi disole, e la Facoltà di Archi tettura, messa tuttaa disposizione della Conferenza, ha offertouno spazio bello e adeguato non solo alla dis-cussione ma anche alla socialità.L'Associazione per la Decrescita ha lavoratopiù di un anno alla realizzazione dell'evento(completamente autofinanziato con le altequote di partecipazione, che non hanno evi-

dentemente però scoraggiato la partecipazio-ne) e non ha sbagliato un colpo, nè sulle que-stioni organizzative, nè sull'impostazione cul-turale e politica. Sin dall'inizio la loro scelta èstata quella di costruire un evento aperto edialogante, teso alla ricerca delle convergen-ze e non delle divisioni ideologiche, peraffrontare apertamente i nodi complessi dellatransizione necessaria ad un nuovo modellodi economia e società. Le tre giornate temati-che sono state infatti dedicate al tema dellavoro, alla democrazia e ai beni comuni,guarda caso i filoni tematici prioritari chesaranno anche al centro dell'incontro per lariconnessione delle reti sociali europee che siterrà a Firenze 10+10 a novembre. A questa impostazione pluralista e conver-gente ha corrisposto la scelta della squadradei promotori, con le Università di Venezia, diUdine, l'Arci, Kuminda e due associazionilocali che hanno affiancato l’Associazione perla Decrescita. A questo primo nucleo si sonovia via aggiunte un grande numero di adesio-ni. Molto spazio, nei cinque giorni veneziani,ha avuto la cultura, sia attraverso le plenariedi formazione e approfondimento, sia con ilteatro, la musica, una importante rassegna dicinema e molti laboratori di attività concrete:dallo yoga al design, dai semi originari allacomunicazione. Il gruppo di lavoro nazionale su ambiente ebeni comuni ha seguito la preparazione della

Conferenza per un anno intero. L'Arci diVenezia ha contributo alla realizzazione dellarassegna cinematografica e alla parte esposi-tiva dedicata alle associazioni. Il gruppo dilavoro legalità ha accettato di curare la realiz-zazione del workshop sulla lotta ai poteri cri-minali, un contributo dell'Arci al dibattito dellaConferenza, per affermare la centralità di que-sto tema, essenziale a tutti i movimenti impe-gnati a riconsegnare alla comunità benicomuni, territorio e democrazia. A tutti i relato-ri italiani e internazionali è stata regalata lapasta della legalità prodotta nelle terre sottrat-te alla mafia. La testata del gruppo di lavoro siè riunita a Venezia, in modo da parteciparealla Conferenza, insieme a una delegazionedi comitati e circoli. In una delle plenarie èintervenuto il presidente Paolo Beni. Domenica 23 settembre, quasi immediata-mente dopo la chiusura a Venezia dellaConferenza, a Padova si è svolta la cerimoniadi premiazione del premio Impatto Zero per lebuone pratiche sostenibili dell'associazioni-smo e del terzo settore, promosso dall'Arci diPadova. Una coincidenza, ma anche il segnodella grande mole di esperienze, competenzee attività che anche nell'Arci esistono sul temadi un nuovo disegno del mondo, capace diassicurare un futuro al pianeta e alla vita checontiene, compresa la nostra e quella dellegenerazioni future.Info: [email protected]

Illegittima la concessione dell’AIA ai vecchi gruppi a carbonedella centrale di Vado Ligure Quiliano

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Grande successo della Conferenza sulla decrescita

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9versofirenze10+10

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«Quando è stato proposto diorganizzare un evento inoccasione dei dieci anni, non

abbiamo pensato a una celebrazione o unamarcord». Diciamo subito che per il movi-mento associativo dell'Arci di Firenze e pro-vincia, questa frase, contenuta in uno deitesti di presentazione di Firenze 10+10 chesi terrà alla Fortezza da Basso dall'8 all'11novembre prossimo, quasi quasi non haragion d'essere. Non solo perchè l'attivitàquotidiana di tutte le articolazioni dell'asso-ciazione e delle basi associative non ti per-mette un simile 'lusso'. Ma soprattutto per-chè, essendo noi soggetti politici pensanti eprotagonisti nell'evoluzione della società,siamo abituati a confrontarci ogni secondo,ogni minuto, con i cambiamenti (e i peggio-ramenti...) che hanno attraversato in questodecennio politica e società. In questi diecianni, abbiamo dovuto far fronte, nel nostro'piccolo', alla caduta della partecipazione,agli attacchi qualunquistici del 'siete tuttiuguali', alle macerie delle guerre 'umanita-rie' e dello scontro di civiltà, all'impoveri-mento economico e all'assalto ai diritti e aibeni comuni che il dominio ideologico delle

dottrine neoliberiste ha imposto. E abbiamodovuto far fronte al degrado culturale che ciha regalato la destra italiana di improntaberlusconiana e che ha contaminato(ammettiamolo...) anche tanti tra coloro chesi inscrivono nell'area progressista. Diecianni fa, a Firenze, l'Arci fu tra i protagonistiorganizzativi e politici di quel grande radunodei movimenti europei e mondiali. I circoli, adispetto dei timori di mancata comprensio-ne, furono luoghi di incontro ed accoglienzanon solo tra generazioni, ma anche di sen-sibilità politiche di sinistra distanti tra loro,che riuscirono a ritrovare punti di contatto eargomenti di lotta comuni. E non soltantoper quella bruttissima pagina della storiarepubblicana scritta a Genova dalle forzedell'ordine nel luglio del 2001. Ecco, quellofu per noi il momento del Social ForumEuropeo. Ma sapevamo che quell'eventoera solo una tappa del nostro percorso perla democrazia e la partecipazione. E infattila storia e le storie quotidiane di impegno epartecipazione non si sono fermate. Tra ilmovimento per la pace ai tempi della guer-ra di Bush in Iraq e la battaglia per i benicomuni in occasione dei referendum italiani

per l'acqua e il nucleare, l'Arci e i circoli dipolitica 'altra' ne hanno fatta parecchia. Nelfrattempo, anche Firenze ha conosciutocambiamenti che rischiano ora di proiettarsiin una dimensione nazionale. Certo, comeripetiamo spesso, le contraddizioni vivonodentro di noi (e talvolta anche il reducismorischia di attraversarci), ma sappiamo ormaiche questa rete diffusa svolge da sempreuna funzione di mediazione sociale, è teatrodelle evoluzioni sociale, è un insostituibilevolano per veicolare messaggi e pratiche didemocrazia, giustizia e diritti. Con questoapproccio, e cioè come un'ulteriore tappadel nostro percorso, ci apprestiamo a vivereFirenze 10+10. Sapendo che, a cominciaredal nostro Paese, rischiamo di uscire dallacrisi del neoliberismo con altre dosi massic-ce di neoliberismo e di populismo, e proprioper questo è prioritario rimettere al centrodell'agenda una visione sociale e democra-tica dell'Europa, nella consapevolezza chequesto appuntamento, per essere davveroprotagonista, avrà bisogno di parlare nonsolo a coloro che lo animano, ma a tutta lasocietà. Info: [email protected]

Firenze 10+10: un evento che deve parlare a tutta la società

Una cena perun’Europa diversaLa costruzione di un'Europa diversa e piùeguale passa anche da un incontro a tavo-la. Primo appuntamento di autofinanzia-mento per il comitato fiorentino di Firenze10+10. Una cena. Ovviamente in un circo-lo Arci. Per la precisione, il circoloPampaloni nel quartiere dell'Isolotto. Ilprossimo venerdì 28 settembre, a partiredalle ore 20. Sarà il momento per organiz-zare e preparare la presenza per la primauscita pubblica del coordinamento costitui-tosi nel capoluogo toscano: la Carovanaper Un'Altra Europa che attraverserà il cen-tro cittadino il 6 ottobre. Sono già decine leprenotazioni pervenute. Il menù sarà ghiot-to, dal costo economico (euro 15 - gratisper i bambini), e 'pensato' per coniugare lerichieste di vegetariani e non.... Durante la serata non mancheranno musi-che e canti, grazie alla presenza dei FratelliRossi, combo combat-folk, ormai notonella sinistra di movimento fiorentina, cari-co di un repertorio che mescola brani dellatradizione popolare e punk77. Per prenotarsi, telefonare al circoloPampaloni (via Maccari 104, Firenze): 055/780070

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E intanto, si muovono anche reti e orga-nizzazioni a livello fiorentino. Lo scorso 18settembre, il circolo Arci Lavoratori Porta alPrato ha ospitato il primo incontro pubblicodel coordinamento locale di supporto aFirenze 10+10. Circa una quarantina disoggetti tra organizzazioni, come l'Arci e laCgil (che fanno da colonne del comitatopromotore nazionale) e realtà, reti territo-riali, ong. È stata l'occasione per ascoltarei report sul meeting preparatorio di Milanosvoltosi a metà settembre, e per comincia-re ad avere le idee più chiare sullo svolgi-mento della quattro giorni alla Fortezza daBasso di Firenze, in programma dall'8all'11 novembre prossimi. Nel corso dell'in-contro, il coordinamento ha dato il via alrilancio di Firenze Città Aperta, la campa-gna per promuovere, così come avvenne(con successo) 10 anni fa, una rete diaccoglienza diretta per ospitare nelle casedei fiorentini partecipanti e volontari diFirenze 10+10. Primo impegno che si èdato il coordinamento è l'uscita su Firenzedella Carovana dell'Altra Europa, in arrivoil prossimo 6 ottobre. Un corteo, aperto daisuoni delle percussioni di Bandao, che

attraverserà il centro cittadino da piazzaSanta Maria Novella a piazza SantoSpirito, per riportare a Firenze i temidell'Europa sociale e dei movimenti. Il corteo (concentramento alle ore 17)vedrà due soste: piazza della Repubblicadove si esibiranno i Teatranti dei Popoli, ePonte Vecchio dove il comitato srotoleràdue striscioni, quello 'storico' che aprì lamanifestazione del 2002 e quello realizza-to in occasione dell'appuntamento allaFortezza. Nel frattempo, giungono le primeiniziative in vista di Firenze 10+10. Se il 28settembre il circolo Pampaloni ospita unacena di autofinanziamento, il giorno primaal Palazzo delle Esposizioni di Empoli,con Re-creative days: Riciclaggio eSolidarietà si presenta l'anteprima dell'ulti-mo spettacolo della compagniaGogmagog: L’insostenibile pesantezza delcrescere. In chiusura, dal punto di vistaorganizzativo, sono già attivi sul web: unsito, www.firenze1010.eu, una newsletter,una pagina facebook (Firenze 10+10). I trestrumenti sono curati dal gruppo'Comunicazione' nato in seno ai Comitatinazionale e locale.

Le prime iniziative in vista dell’appuntamento di Firenze

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African bike, il progetto di bike sharing socialegestito dai profughi accolti da Arci Solidarietà Terni

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Con-nettareBOLOGNA - Il 26 settembre, all'in-terno dello spazio UN1CO (viaBaruzzi 1/2), si terrà Con-Nettare,

una giornata di incontro per creare undialogo sui temi dell'autoimprenditoriali-tà, la circolazione dei saperi e le nuoveeconomie promossa dallÊArci Leggerestrutture e Permicro con la partecipa-zione di Arci Bologna. L'idea è di pro-porre nuove modalità di creazione divalore sociale, mettendo intorno a untavolo presenze del mondo culturale,economico, sociale, enti, fondazioni chesi occupano di temi legati allo sviluppodelle competenze, industria creativa,nuove economie, accesso al credito,progettazione partecipata, start up enetworking quale circuito di scambio. Laprima sessione della giornata (ore 10-17) è riservata agli operatori del settore;alle 18.30 la serata si apre al pubblicocon un Âaperitivo creativoÊ.Info: [email protected]

Corsi dell’ArciLEGNAGO (VR) - Partono nel mese diottobre vari corsi organizzati dallÊArci, incollaborazione con la cooperativaRecover, presso la sede dellÊArci Le -

gnago in viale dei Tigli 42.In primo piano i corsi di lingua inglese,tedesca, francese, spagnola e linguaaraba. Sono in fase di attivazione anchecorsi di cucina e di panificazione, oltre acorsi di computer ed informatica base, eancora corsi professionali per il lavoro,tra cui gestione delle emergenze e peraddetti di primo soccorso. I corsi parti-ranno la prima settimana di ottobre, e afine corso verrà rilasciato un attestatoche certifica il livello e la durata delcorso frequentato.Info: [email protected]

Teatro InterculturaleCATANIA - Riparte anche questÊanno laX edizione del laboratorio teatrale inter-culturale di Arci Catania, dove racconta-re luoghi, culture, paesaggi, esperienzeattraverso il gioco del teatro sociale. Ilprimo incontro si terrà martedì 2 ottobrealle ore 20.30 nella sede di Arci Cataniain piazza Carlo Alberto 47, per cono-scersi e presentare le attività in pro-gramma per questa edizione.Info: www.arcicatania.org

Cinema franceseVITTORIO VENETO (TV) - Prende il via

giovedì 27 settembre Rendez vous, ilcinema francese in 12 film, la rassegnacinematografica che Arci Vittorio Venetoe Cineforum Solaris ÂBepi TaffarelÊhanno dedicato al cinema francese.Ogni film sarà preceduto da un cortodÊautore, con inizio alle ore 20,45 pres-so la Biblioteca civica. Il programma ini-zierà con La ragazza del Peccato diClaude Autant-Lara, giovedì 27 settem-bre, tratto dal romanzo di GeorgesSimenon En cas de malheur. Segna -liamo poi per il 4 ottobre Il mio migliorincubo di Anne Fontaine 2010, e perlÊ11 ottobre La mia notte con Maud diEric Romher 1969. La rassegna prose-guirà sin al mese di dicembre; prezzodel biglietto 3 euro.Info: arcivittorioveneto.it

Piotta al circolo Arci TomMANTOVA - Il rapper romano Piotta,cantante, musicista e produttore affer-mato sin dagli anni novanta nella scenaalternativa, torna al circolo Arci Tom apresentare il suo ultimo album Odio gliindifferenti da cui è tratto anche il singo-lo Piotta è morto. Già ospite di Viva ilLive, e tra i sostenitori più convinti delprogetto, fra brano e tour, di Ancora in

piedi a sostegno delle popolazioni terre-motate, il Piotta è un personaggio chearriva alla gente, in modo semplice,diretto, umano. Venerdì 28 settembrealle ore 22.Info: www.arcitom.it

Laboratorio teatraleCREMONA - Parte il laboratorio teatra-le tenuto da Fabrizio Caraffini, presso ilcentro sociale culturale Arci, Luogo -comu ne, in via Speciano 4. Le lezionigratuite di prova e per conoscere lasede ed il programma della stagionesaranno mercoledì 26 settembre e mer-coledì 3 ottobre alle ore 20 e 45, èrichiesto il tesseramento Arci.Info: [email protected]

Cineforum all’AgoràPONTEDERA (PI) - Il 27 settembre alle21.30 sarà proiettato presso il cineclubAgorà Il mundial dimenticato, documen-tario di Lorenzo Garzella e FilippoMacelloni, dedicato alla finale delCampionato di calcio giocato inPatagonia nel 1942, a migliaia di chilo-metri da unÊEuropa impegnata a fron-teggiare la minaccia del nazismoInfo: fb Cineclub Agorà Pontedera

Notizie Brevi

Èpartito nella mattinata di lunedì 23settembre, dalla sede di ArciSolidarietà Terni presso il Palazzone

di Viale Brin, AfricanBike, share your bikeand feel good!, un progetto di bike sharingfortemente caratterizzato dal punto di vistasociale, visto che sarà gestito dai profughidell'emergenza libica che Arci Solidarietà

sta accogliendo da oltre un anno nellestrutture della nostra provincia. Si tratterà di un'occasione per consentireai profughi di integrarsi ulteriormente neltessuto sociale cittadino. «Saranno direttamente loro a consegnarele bici e a gestire l’attività – spiegano daArci Terni – In questi mesi abbiamo lavora-to molto anche per l’integrazione degliospiti nordafricani, organizzando corsi dilingua italiana e di formazione professiona-le. Il successo dimostra che siamo sullastrada giusta». Il progetto durerà in via sperimentale perun mese e sarà gratuito. Un’idea, questadel bike sharing, che potrebbe anche sti-molare un servizio, quello delle bici comu-nali a noleggio, che è attivo da anni a Ternima non riesce a decollare. La cittàdell’Acciaio, che un tempo era invasa dallebiciclette degli operai delle fabbriche, oggipurtroppo vanta il triste primato di essereuna delle aree con la maggior presenza diautoveicoli per nucleo familiare, nonostan-te la sua ubicazione in una zona pianeg-giante potrebbe consentire una mobilitàdiversa e sostenibile.

È un progetto che, sebbene ancora alleprime fasi, si pone già degli obiettivi ambi-ziosi, in grado di costruire appunto unanuova mobilità ma anche far riscoprire stilidi vita virtuosi. Infatti è intenzione dell’Arciternana di espandere questa esperienzaanche ai singoli cittadini interessati allarealizzazione di Ciclofficine di quartiere,per la trasformazione di vecchie biciabbandonate in qualche scantinato innuove biciclette elettrificate. Per il momento sono previste quattropostazioni dove poter ritirare le biciclette:Palazzone di viale Brin, angolo viaGaribaldi/piazza della Repubblica, area exHawai e parcheggio Ipercoop. Fino al 30 ottobre basterà registrarsi in unadelle postazioni e tutti i soci Arci potrannousufruire gratuitamente del servizio perdue ore al giorno. Da lunedì 23 settembre,sempre presso la sede di Arci Solidarietà,sarà disponibile un’area wireless fruibileper i soci Arci e per i profughi dell’emer-genza libica, con personal computer dispo-nibili per almeno mezz’ora al giorno a per-sona.Info: [email protected]

È stato inaugurato venerdì scorso invia dei Volsci 33 il circolo ArciDarfur, primo centro gestito daiprofughi. Una serata che prevedevauna mostra fotografica, un aperitivo,un concerto, ma che è statabrutalmente rovinata da aggressionie insulti razzisti di un gruppo diindividui di un noto centro socialedella città. Già nei giorni precedenti irifugiati, mentre allestivano il locale,erano stati vittime di aggressionirazziste con due attentati incendiaricon bome carta

ROMA

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Arte, cultura e territorio per le iniziativepromosse dall’Arci Viterbo e dai suoicircoli tra fine settembre e ottobre. Si

intitola Nero la settima edizione di Cantierid’Arte, che si propone di affrontare, attra-verso declinazioni e strumenti diversi -mostre, dibattiti, installazioni - temi dedicatia problematiche politiche e sociali. L’edizione di quest’anno, complessa e arti-colata nella sua proposta, avrà luogo inposti diversi: lo spazio Arci Biancovolta, ilcortile di Donna Olimpia Pamphili - che giàaveva ospitato le precedenti edizioni - e glispazi pubblici della città. Un’edizione, que-sta, che intende coinvolgere non solo gliaddetti ai lavori ma la cittadinanza tutta inuna riflessione sul rapporto tra arte, politicae territorio. A Canepina, nella provincia diViterbo, presso la sede del Museo delleTradizioni popolari, all'interno del festivalStorie di Lavoro diretto da FerdinandoVaselli, è allestita la mostra fotografica diFrancesco Galli Le mani sulla terra. Il pro-getto Storie di Lavoro, che promuove lamostra, da anni interroga e indaga le tradi-zioni locali, la storia e l'identità delle popola-

zioni della Tuscia. Giunto ormai alla quintaedizione, il progetto interviene nel Museodelle Tradizioni popolari per raccontare illavoro contadino e artigianale ricostruitoall'interno della struttura. La memoria èquindi il filo conduttore della nuova edizionedi Storie di Lavoro, una memoria che propo-nendo fotografie realizzate nell’arco di oltreventi anni, dagli anni ottanta fino ad oggi, èdedicata al tema del lavoro, dove donne euomini hanno quotidianamente faticato persopravvivere, sapendo costruire relazionitra loro, come individui e comunità, con que-sta terra che li ospita. La mostra resteràaperta fino al 28 ottobre nelle giornate disabato e di domenica dalle ore 10 alle 13 enel pomeriggio dalle ore 15 alle 18, eaccompagnerà per tutto il mese le giornatedelle castagne del tipico borgo della Tuscia.Allo Spazio Arci Biancovolta, il 26 settembrealle 21 Paolo Cognetti presenta il suo ultimoromanzo Sofia veste sempre di nero: il ritrat-to di un personaggio femminile indimentica-bile, una donna torbida e inquieta, capace disopravvivere alle proprie nevrosi e di sfrut-tare improvvisi attimi di illuminazione fino a

trovare, faticosamente, la propria strada.Interviene Fabio Stassi. Sempre allo SpazioArci Bianco vol ta, da sabato 29 settembre avenerdì 5 ottobre, Arci Viterbo e Cantierid’arte, in collaborazione con l’associazionesiriana AIN, presentano Syrian AnonymousExhibition. Circa 30 tra elaborazioni digitali evideo diffusi sui social network sono statistampati per questa mostra con lo scopo diillustrare il lavoro di attivisti anonimi, singolio gruppi, capaci di rappresentante partedella scena artistica siriana. L’evento apre lasettima edizione di Cantieri d’Arte ed èsostenuto dall’As sessorato al Turismo dellaProvincia di Viterbo. Sarà presentato per laprima volta nel nostro Paese.Info: arciviterbo.blogspot.it

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arcireport

Tante iniziative sul territorio promosse dall’ArciViterbo per la promozione dell’arte e della cultura

Sabato 29 settembre al Parco Vittime delle Foibe di Bertaldia,

Un’uscita al parco, un pomeriggio in compagnia del circolo Arci

Mis(s)kappa. Alle 17 spettacoloteatrale Le fiabe di Italo Calvino

UDINE

notizieflash

Mesolella e Corsicatoalla Casa delle ArtiA Succivo (CE), dopo la parentesi estiva,riparte Volumi il progetto realizzato dall'ArciSpaccio Culturale. Il progetto prevede, a titolo completamentegratuito, percorsi di musica, cinema e inter-cultura e coinvolge indistintamente bambi-ni, adolescenti e adulti. Dal 2 ottobre 2012prende il via il corso di musica organizzatodall'associazione Aspro Cuore, che si svol-gerà, ogni martedì alle 18:30 a partire daottobre fino a dicembre. Inizierà FaustoMesolella il 2 ottobre alle ore 18:30 e, aseguire, durante tutto il periodo di realizza-zione del corso, ci saranno Fabrizio Fedele,Mimmo Langella e Pietro Condorelli.Durante i seminari saranno affrontati argo-menti di tecnica chitarristica, fraseggio,accompagnamento ritmico. Il 4 ottobre alle17 il laboratorio di linguaggio audiovisivodarà il via al modulo di attività con un semi-nario del regista Pappi Corsicato incentratosull'analisi della realizzazione di Libera,presentato al Festival di Berlino nel 1993. Il corso di audiovisivo si terrà ogni giovedìalle ore 19 a partire dal 4 ottobre fino adicembre.Info: FB Spaccio Culturale Arci Succivo

Dal 5 al 7 ottobre proiezioni e premiazioniper il ‘Festival Villanova in corto’ Si svolgerà dal 5 al 7 ottobre la sesta edi-zione di Villanova in Corto, il festival di cor-tometraggi di Villanova di Bagnacavallo(RA) promosso dal circolo Arci Casablancae diretto da Giuseppe Argento, LucaAndreini e Gabriele Mari con il patrociniodel Comune. Nelle serate di venerdì 5 esabato 6 saranno proiettati i 27 cortome-traggi finalisti che gareggeranno per le tresezioni del festival: Alta tensione, Correntealternativa e Ricezione libera. I finalistisono stati selezionati tra diverse centinaiadi corti pervenuti attraverso un attentolavoro della direzione artistica e della giu-

ria. I cortometraggi selezionati spaziano frai più diversi generi e provengono da tuttaItalia e dall'Europa: accanto ai venticinqueitaliani (da Bologna a Roma, da Napoli aVerona) figurano anche un autore diMadrid e uno di Saleilles, in Francia.Domenica 7 ottobre, a partire dalle 16, ilTeatro Goldoni di Bagnacavallo ospiterà lacerimonia di premiazione, durante la qualesaranno proiettati i cortometraggi vincitoridelle tre sezioni e delle menzioni speciali:montaggio, recitazione, sonoro e fotogra-fia. L'ingresso alla manifestazione è libero.Info: www.villanovaincorto.net

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Farid Adly sarà ospite il prossimo 29 set-tembre alle ore 17 al circolo Arci Randomper raccontare i quarantadue anni di ditta-tura libica e per ricostruire tutte le vicendesocio-politiche che hanno portato allaguerra civile e presentare il suo nuovolibro Dall’insurrezione di Bengasi allamorte di Gheddafi, 2012 Saggiatore.L’incontro, che sarà introdotto dal profes-sor Ezzat Hassan, docente di Lingua e let-

teratura araba presso l’Università perStranieri Dante Alighieri di ReggioCalabria, rientra nell’ambito della stagionedi IncontrARCI Random, che prevede unaserie di iniziative organizzate in collabora-zione tra lo sportello Migranti di ArciReggio Calabria e Random. Dopo la pre-sentazione del libro, Arci e Random offri-ranno al pubblico un aperitivo arabo.Info: FB Arci Reggio Calabria

‘La rivoluzione libica’ di Farid Adly

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Fondazione CON IL SUD, l’ente nonprofit nato dall’alleanza tra le fonda-zioni di origine bancaria e il mondo

del terzo settore, in occasione del sestoanniversario, organizza il 28 e 29 settembrein Piazza dei Mestieri A Torino, con il Sud,evento promosso per raccontare le espe-rienze di rete e il protagonismo dei giovani,attraverso le progettualità ‘esemplari’ avvia-te nel Mezzogiorno. Saranno presenti ope-ratori del terzo settore e del volontariato, rap-presentanti del Governo e delle istituzioni,per una due giorni all’insegna della ‘condivi-sione’ con incontri, seminari e laboratori suitemi della coesione sociale e del ‘fare comu-nità’ per favorire lo sviluppo del Mezzogiornoe del Paese. Si discuterà di scuola ed edu-cazione dei giovani, legalità e beni confisca-ti alle mafie, welfare e volontariato, comuni-cazione sociale e civic media per avviareuna riflessione comune e condividere leesperienze concrete dei primi sei anni di atti-vità della Fondazione CON IL SUD. «Avvieremo una riflessione comune e condi-videremo esperienze concrete messe in pra-tica nel Mezzogiorno, che possono contami-nare il Nord, superando lo stereotipo dello

sviluppo a senso unico e l’idea di una Italia adoppia velocità - spiega Carlo Borgomeo,Presidente della Fondazione CON IL SUD -Senza coesione sociale non può esserci svi-luppo. Economisti autorevoli indicano nelcapitale umano e nei beni comuni le princi-pali leve per creare uno sviluppo duraturo. Ilvero divario tra Nord e Sud non è solo nelreddito pro-capite, ma nelle condizioni di vitadei cittadini, nelle nuove povertà e nellamancanza di opportunità soprattutto per igiovani».In questi sei anni di attività, la FondazioneCON IL SUD ha finanziato oltre 300 progettiin Sardegna, Campania, Basilicata, Puglia,Calabria e Sicilia, coinvolgendo 4500 orga-nizzazioni e oltre 160mila ‘destinatari diretti’,soprattutto giovani. Gli interventi hannodiverse finalità: l’educazione dei ragazzi allalegalità e il contrasto alla dispersione scola-stica; la valorizzazione dei giovani talenti alfine di trattenere e attrarre i ‘cervelli’ al Sud;la tutela e la valorizzazione dei beni comunidel patrimonio storico artistico, dell’ambientee dei beni confiscati alle mafie; la qualifica-zione dei servizi socio sanitari; l’integrazionedegli immigrati. La Fondazione CON IL SUD

ha inoltre finanziato la nascita delle prime 3‘fondazioni di comunità’ meridionali: Napoli,Salerno, Messina.Nella prima giornata interverranno, tra glialtri, Carlo Borgomeo, Luigi Ciotti, MarcoRos si-Doria, Sottosegretario all’Istruzione eGiorgio Righetti, Direttore ACRI, che si con-fronteranno sul contributo del Terzo Settorealla nuova politica nello scenario di crisi con-temporanea.Nella seconda giornata sono previsti l’incon-tro istituzionale per i sei anni della Fonda -zione e seminari sui temi del welfare dicomunità, dei civic media e dell’economiacivile. Interverranno tra gli altri il Ministro perla coesione territoriale Fabrizio Barca, ilSindaco di Torino Piero Fassino, il Portavocedel Forum Terzo Settore Andrea Olivero,esperti di economia e comunicazione, Giu -seppe Guzzetti, Presidente ACRI, SergioChiamparino, Presidente Compagnia di SanPaolo e Andrea Comba, Presidente Fonda -zione CRT. Info: [email protected]

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‘A Torino con il Sud’. Due giornate di confronto sulleesperienze ‘esemplari’ sviluppate nel Mezzogiorno

Hanno collaborato a questo numeroRaffaella Bolini, Antonio Cannata, FrancescaChiavacci, Alessandro Cobianchi, Aldo Dessì,Salvatore De Giorgio, Enzo Di Rienzo, PieroFerrante, Roberto Giudici, Fabrizio Minnella,Tommaso Sabatini, Silvia Stilli, Andrej Vescovi

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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Cultura... scontatai tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci

Mario Giacomelli. Fotografiedall’Archivio Luigi CrocenziROMA - Museo di Roma in Trastevere, fino al20 gennaio 2013. In mostra 90 immagini edocumenti del celebre fotografo marchigiano lacui arte fotografica, senza precedenti, sfuggead ogni scuola o definizione e in cui le imma-gini sottolineano lÊaspetto emotivo della realtà.Per tutta la vita ha continuato a definirsi untipografo eppure è considerato il più grandefotografo italiano del Novecento.Info: 060608

Un altro tempo. Tra decadentismo e Modern StyleROVERETO (TN) - Mart di Rovereto, fino al13 gennaio 2013. Attraverso un centinaio diopere bizzarre e audaci, lÊesposizione mette inluce uno dei più interessanti fenomeni cultura-li del Novecento. LÊinteresse di queste operenon sta nel loro valore artistico, ma piuttostonella loro capacità di evocare emozioni e sen-sazioni che sono appunto di Âun altro tempoÊ:sono oggetti unici, spesso eccentrici rispetto aicanoni delle arti figurative.Info: www.mart.trento.it

Il Tiziano mai visto. La Fuga in Egitto e la grande pittura venetaVENEZIA - Gallerie dellÊAccademia, fino al 2dicembre. Ci sono voluti 12 anni di restauriaccurati per far riemergere i colori, la luce, laforza rivoluzionaria dellÊopera con cui Tizianonel 1507 ÂscopreÊ la natura in pittura. La Fuga inEgitto - che può considerarsi il primo capolavo-ro di Tiziano - sarà il fulcro di una mostra cheavvicina al dipinto circa venti opere dei grandimaestri veneti che, tra la fine del Â400 e gli inizidel Â500, hanno contribuito a innovare lo sguar-do sulla natura (Bellini, Giorgione, Lotto, ecc.)Info: www.gallerieaccademia.org

L’Italia vista dal MondoROMA - Nuovo spazio espositivo Ara Pacis,fino al 4 ottobre. Cosa fa esattamente un cor-rispondente estero? Come scrive i suoi pezzisullÊItalia? Come sceglie di che cosa scrivere?E quanto tempo ha per scrivere il suo pezzo?In occasione del Centenario dellÊAssociazioneStampa Estera in Italia, il Museo dellÊAra Pacisospita una mostra di foto e documenti per rac-contare il lavoro dei corrispondenti stranieri.Info: 060608

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