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AFFETTIVITA’ E RELAZIONE DOCENTE-ALUNNO-GENITORE: UNA TRIANGOLAZIONE EFFICACE 19/03/2016 Michela Fogliani MICHELA FOGLIANI FORMAZIONE DEI DOCENTI PAVIA, 19. 03.16

AFFETTIVITA’ E RELAZIONE DOCENTE-ALUNNO-GENITORE: … · Laboratorio: slides n. 4, n.8, n.19 Relazione e comunicazione efficace ... CONSAPEVOLEZZA E GESTIONE DELLE EMOZIONI Michela

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AFFETTIVITA’ E RELAZIONE

DOCENTE-ALUNNO-GENITORE:

UNA TRIANGOLAZIONE EFFICACE

19/03/2016Michela Fogliani

MICHELA FOGLIANI

FORMAZIONE DEI DOCENTI

PAVIA, 19. 03.16

SOMMARIO

PERCORSI E LABORATORI

Costruzione dell’alleanza scuola-famiglia

Laboratorio: slides n. 4, n.8, n.19

Relazione e comunicazione efficace

Laboratorio: slides n. 25, n. 29

Modulo di alfabetizzazione emotiva

Laboratorio slide: n. 38

12/05/2015Michela Fogli

19/03/2016

Michela Fogliani

LABORATORIO: IDENTIFICARE BISOGNI E

ASPETTATIVE FORMATIVE

Quali competenze vorrei

rafforzare oggi?

Quali argomenti vorrei

affrontare oggi?

19/03/2016Michela Fogliani

COSTRUIRE L’ALLEANZA

EDUCATIVA IN UN NUOVO CONTESTO SOCIO-CULTURALE...

dalla famiglia «normativa»

alla famiglia «affettiva»19/03/2016Michela Fogliani

LE ASPETTATIVE E LE PREOCCUPAZIONI

DEI GENITORI...

19/03/2016Michela Fogliani

E LA SCUOLA...

19/03/2019Michela Fogliani

SVILUPPO

INTEGRALE

DELLA

PERSONA

RISPETTARE LE

REGOLE E

SOSTENERE LO

SFORZOCOSTRUIRE

SENSO DI

RESPONSABILI-

TA’ E BUONE

RELAZIONI

APPRENDERE

CONOSCENZE

E ABILITA’

IMPARARE

DALL’ERRORE

ACCETTARE IL

CONFRONTO

E LA CRITICA

LABORATORIO: ANALISI DI CASI E CONFRONTO

IN GRUPPO

1) Quali sono le principali difficoltà incontrate nel rapporto con i

genitori?

2) Scegliete un caso emblematico e

sintetizzatelo in poche righe.

3) Identificate le emozioni provate.

19/03/2015Michela Fogliani

LE EMOZIONI...

preoccupazione, delusione, rabbia,

senso di colpa

sfiducia, attacco, critica, controllo, difesa ad

oltranza, delegasenso di minaccia

al proprio ruolo, svalutazione

paura, rabbia,

inquietudine, senso di

impotenza

insoddisfazione

reazione difensiva,

irrigidimento

19/03/2016Michela Fogliani

INSEGNANTE GENITORE

NON È PIÙ SCONTATA L’ADESIONE

INCONDIZIONATA DEL GENITORE ALLA

MISSION DELLA SCUOLA

L’alleanza educativa non è più

fondata sul mandato istituzionale,sull’autorità dell’insegnante ma deve essere costantemente rinnovata

19/03/2016Michela Fogliani

DALL’AUTORITÀ ISTITUZIONALE ALL’AUTOREVOLEZZA PROFESSIONALE

In qualità di esperto della formazione il docente guida

il processo formativo in stretta sinergia con la famiglia e aiuta l’alunno e i genitori a comprendere che

l’errore, l’insuccesso, la difficoltà

non sono fallimenti, delusioni, ingiusti limiti, colpe

ma abilità ancora da sviluppare

19/03/2016Michela Fogliani

L’insegnante non deve rispondere

«emotivamente» e «difensivamente»

alle emozioni del genitore

ma cercare l’alleanza della famiglia

su un piano esclusivamente educativo

19/03/2016Michela Fogliani

DALLO SCONTRO ALLA COLLABORAZIONE...

19/03/2016Michela Fogliani

famiglia scuola

IL DOCENTE, IN QUALITÀ DI ESPERTO DELLA

DELLA FORMAZIONE, DEVE IMPEGNARSI A:

*riconoscere e accettare le emozioni

negative senza agirle impulsivamente nel rapporto con l’alunno e con i genitori

* recuperare la fiducia nel proprio operato e tramutare il disagio in desiderio di conoscere meglio la complessità della relazione educativa

19/03/2016Michela Fogliani

*essere disposto a rivedere le proprie scelte e

strategie e a considerare eventuali limiti ed

elementi mancanti.

«La conoscenza nasce dai problemi»

«Che cos’è comprendere un problema? Tentare

di risolverlo e non riuscirci...Così non solo la scienza,

ma anche il singolo scienziato comincia e finisce

con problemi e progredisce lottando con problemi...»

(Scienza e Filosofia, K.P. Popper )

19/03/2016Michela Fogliani

*Ricostruire il

senso e la

dinamica

temporale

delle proprie

scelte e dei

propri

interventi in

Michela Fogliani

rapporto alle risposte

dell’alunno e Illustrare tutto

ciò ai genitori.

*Ascoltare il genitore con sincero interesse conoscitivo. Essere disposti a includere nella nostra visione le idee del genitore.

Sviluppare un atteggiamento dialettico:«È vero che...è anche vero che»; «sia...sia»; «e...e».Coltivare l’umiltà del ricercatore e l’amore perla complessità.

19/03/2016

Aiutare il genitore ad andare oltre la preoccupazione

e la delusione del momento.

Individuare e condividere con i genitori le capacità/life skills che è possibile sviluppare nel bambino, affrontando efficacemente la situazione problematica: capacità di tollerare lo sforzo, di insistere nel lavoro anche di fronte alla delusione, di mantenere l’impegno anche in presenza di una relazione non

pienamente appagante...

Trasformare le difficoltà

in nuove abilità19/03/2016

Michela Fogliani

Cercare appassionatamente la collaborazione del genitore su questo punto: «non si può che essere alleati sullo sviluppo di abilità»

19/03/2016Michela Fogliani

Concordare azioni e atteggiamenti efficaci: quale atteggiamento adottare come genitore e nei confronti del bambino di fronte alla frustrazione, «fare di necessità virtù», quali strategie utilizzare...Incontrarsi periodicamente.

LABORATORIO: ROLE-PLAYING

Dialogo docente-genitore

Situazione problematica

Individuazione delle abilità da sviluppare

Approccio dialettico: «è vero che...è anche

vero che...»

Collaborazione sulle «abilità da aggiungere»

19/03/2015Michela Fogliani

LA RELAZIONE E IL PROCESSO EDUCATIVO...

cognizione

affettività

relazione

Michela Fogliani

19.03.16

motivazione

COSTRUIRE UNA «BASE SICURA» PER APPRENDERE

fiducia in sé paura

fiducia negli altri ansia

autonomia vergogna

spirito di iniziativa dubbio

industriosità estraniazione

rispetto delle regole aggressività

collaborazione isolamentoMichela Fogliani 19.03.16

LA RELAZIONE EDUCATIVA:

L’INSEGNANTE È MODELLO E COACH

* Sviluppa a livello personale capacità

relazionali e di gestione del conflitto

* Gestisce le difficoltà relazionali in classe

* Progetta situazioni specifiche di

apprendimento di abilità relazionali19/03/2016Michela Fogliani

LA RELAZIONE INSEGNANTE – ALUNNO

E LA RELAZIONE CON I PARI

La comunicazione: gli aspetti di relazione classificano quelli di contenuto

Comunicazione

efficace

non giudicante(aspetti di contenuto

e di relazione)

19/03/2016Michela Fogliani

COLLOQUIOINDIVIDUALE

CIRCLE TIME

Quando lo scolaro ha un problema (non può soddisfare un bisogno)

Disposizione all’ascolto dell’insegnante: interesse autentico, attenzione totale, congruenza verbale-non verbale, accettazione incondizionata

Eventuali domande facilitanti: «raccontami»; «sono interessata

a sentire cosa ne pensi»; «ti va di parlarne?»; «di che si tratta?»;

«vorresti dirmi qualcosa di più?»; «c’è qualcosa che mi vuoi

dire?»; «è interessante, continua»; «ah...capisco»; «spiegati

meglio... cosa vuoi dire?»

Comprensione delle emozioni e dei pensieri del bambino, riformulazione non giudicante: «vedo che sei molto preoccupato... arrabbiato...ci sei rimasto male perché ti aspettavi che...mi sembra molto importante per te, capisco...»

19/03/2016Michela Fogliani

LABORATORIO: ROLE-PLAYING

Lo scolaro ha un problema: Lia se ne sta tutta sola in un angolo della

classe, è imbronciata e rompe il gesso in tanti pezzi

Ascolto attivo dell’adultoInsegnante: «Vuoi parlarne?»

Lia: «Non mi vogliono far giocare, dicono che non sono capace...non è

giusto, decidono sempre loro!»

Insegnante: «Capisco, vorresti giocare anche tu e ci sei rimasta male quando

loro ti hanno detto di no»

Lia: «Decidono sempre loro!»

Insegnante: «Vorresti avere una parte anche tu!»

Lia: (alzandosi e dirigendosi verso il gruppo) «Vado a vedere e chiedo di poter

giocare...»

19/03/2016Michela Fogliani

Quando l’insegnante ha un problema: i comportamenti dello scolaro

interferiscono con i suoi bisogni, desideri, scopi, responsabilità

L’insegnante esprime in prima persona gli effetti che il

comportamento problematico ha su di lui/lei in termini di emozioni,

pensieri e comportamenti. Non giudica, non rimprovera, non

comanda.

«Quando mi interrompi mentre sto parlando ho paura di perdere il filo,

perciò mi irrito. Vorrei proprio poter raccontarti tutto per bene.»

«Quando correte nel corridoio ho sempre molta paura che vi facciate

male; ci tengo a voi e sono responsabile di quanto vi accade.»

«Quando mi rispondi con rabbia mi sento aggredito e a mia volta mi

viene da irritarmi e da risponderti male...questo mi fa molto dispiacere

perché vorrei avere un buon rapporto con te» 19/03/2016Michela Fogliani

Lo scolaro non ha svolto il compito e non ha nemmeno recuperato nel tempo concordato. Dal momento che il bambino non aveva rispettato gli accordi, la maestra gli chiede di completare l’esercizio durante l’intervallo.

Luca: (molto arrabbiato e agitato, sbattendo il quaderno sul banco) «Non lo faccio! Non è giusto...(si mette a scrivere e poi smette lamentandosi) non ci riesco!»

Insegnante: «Sei molto agitato e arrabbiato perché vorresti andare a giocare con i compagni e ti sembra ingiusto stare qui a scrivere» (ASCOLTO ATTIVO)

Luca: (rimane zitto, poi riprende animoso) «Infatti non è giusto, lo faccio domani!»

Insegnante: «Quando non rispetti gli accordi io mi sento presa in giro e mi crea disagio non poter contare sulla tua parola. Non mi fa sentire bene con te e io, invece, vorrei tanto starti vicino in modo piacevole e sereno» (MESSAGGI IO)

Luca: (calmandosi un po’, comincia a scrivere qualcosa) «Lo faccio ma non lo finisco...»

La maestra non risponde alla provocazione, lo lascia fare; dopo un po’ si avvicina e lo incoraggia a finire.

19/03/2016Michela Fogliani

L’insegnante esprime un suo problema: «Quando tu ti comporti così...io mi sento...e penso...»

Lo scolaro risponde affermando un suo problema: «Ma io devo fare, voglio...ho bisogno di....»

Ascolto attivo dell’insegnante e identificazione più accurata dei bisogni dello scolaro: «Capisco...spiegami meglio...»

Identificazione e descrizione più dettagliata del problema

Problem solving: «Come possiamo fare per rispettare le reciproche esigenze?»; «Quali possono essere delle possibili soluzioni a questo problema?»; «Cosa sarebbe utile fare?»

19/03/2016Michela Fogliani

LABORATORIO: ROLE-PLAYING

Il bambino ha un problema: ascolto attivo

L’insegnante ha un problema: messaggi IO

19/03/2016Michela Fogliani

COLLOQUIO INDIVIDUALE

«Il comportamento inadeguato di un allievo è il modo migliore che ha scoperto per appagare i suoi bisogni»

FINALITA’

-Identificare bisogni e scopi

-trovare strade più adeguate per soddisfare i bisogni e raggiungere gli scopi desiderati

19/03/2016Michela Fogliani

1. Non rammentare le trasgressioni passate

2. Portare l’allievo a dare un giudizio di valore su ciò che sta facendo: «ciò che fai ti è d’aiuto? Torna utile agli altri? E’ utile rispetto ai tuoi scopi?

3. Aiutare l’allievo a elaborare un piano per cambiare il suo comportamento e ricerca di comportamenti alternativi; in assenza di idee da parte dello scolaro l’insegnante può dire «so come altri ragazzi hanno affrontato la cosa in circostanze simili...»

4. Ottenere l’impegno: pensi che sia fattibile? Hai qualche perplessità? Immagini degli ostacoli? (Stretta di mano, contratto scritto)

5. Se lo scolaro non rispetta gli accordi, non accettare scuse, né andare alla ricerca dei perché quando fallisce il piano: «Sono dispiaciuto ma non scoraggiato. Oggi non hai mantenuto i tuoi propositi. Come sarà domani? Cosa puoi fare per fare ciò che ti sei prefissato?

6. Mai darsi per vinti: ritentare periodicamente

19/03/2016Michela Fogliani

CIRCLE TIME

La gestione e la risoluzione comune dei problemi che gli allievi

sperimentano nella vita scolastica (cognitivi, interpersonali,

esistenziali, emozionali-affettivi) presenta numerosi vantaggi

19/03/2:016Michela Fogliani

- maggiore consapevolezza

- responsabilità e cooperazione

- competenza nel problem solving

- decentramento del pensiero

- pensiero creativo

Definire il problema

Individuare gli scopi desiderati

Generare soluzioni

Valutare le soluzioni: prevedere le conseguenze, il grado di

probabilità e desiderabilità, i possibili ostacoli

Prendere la decisione: optare per la soluzione che meglio viene

incontro alle parti coinvolte; non decidere per maggioranza ma

lavorare per consenso; eventualmente, mettere per iscritto

Determinare i comportamenti da attuare: chi, cosa, quando

Valutare l’efficacia19/03/2016Michela Fogliani

CONSAPEVOLEZZA E GESTIONE

DELLE EMOZIONI

12/05/2015Michela Fogliani

ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA

Sviluppo di capacità metacognitive

LIFE SKILLS (O.M.S.

1993)Consapevolezza di sé

Gestione delle emozioni

Gestione dello stress

Giudizio critico

Prendere decisioni

Problem solving

Creatività

Comunicazione efficace

Empatia

Relazionarsi in modo costruttivo

12/05/2015Michela Fogliani

PROGETTARE UN MODULO DI ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA

Riconoscere ed esprimere le emozioni

Riconoscere le componenti delle emozioni

Comprendere la funzione delle emozioni

Cogliere il nesso fra pensieri, emozioni, impulsi e comportamenti

Gestire le emozioni «difficili»

Riconoscere le emozioni, i bisogni e le intenzioni dell’altro

19/03/2016Michela Fogliani

CONTENUTI- Le emozioni primarie e sociali

- L’espressione delle emozioni

- Le componenti delle emozioni

- La funzione delle emozioni

- Il nesso fra emozioni, pensieri, impulsi e

comportamenti

19/03/2016Michela Fogliani

LABORATORIO

Progettare un modulo di

alfabetizzazione emotiva

19/03/2016Michela Fogliani

PER INIZIARE...

Cosa sono le emozioni?

In che cosa si distinguono emozioni e pensieri?

Quali nomi di emozioni conoscete?

Brainstorming/discussione

EMOZIONI = E-MOVERE = muovere, scuotere

le emozioni ci spingono a reagire agli eventi

19/03/2016Michela Fogliani

Dare un nome alle emozioni... Scrivere i nomi delle emozioni su tanti cartellini

LE PAROLE DELLE EMOZIONI. Raggruppare le parole nelle rispettive famiglie di emozioni: mettere i cartellini con le parole della gioia nella grande famiglia della GIOIA, mettere i cartellini delle parole della rabbia nella famiglia della RABBIA...

Aggiungere nuove parole alle famiglie delle emozioni per aumentare il «LESSICO EMOTIVO»

Identificare le 6 grandi famiglie delle EMOZIONI DI BASE o PRIMARIE : gioia, tristezza, paura, rabbia, disgusto e sorpresa

Aggiungere le EMOZIONI SOCIALI di colpa e vergogna

19/03/2016Michela Fogliani

Attività

Il diario delle emozioni della settimana.

Quando ho provato:

GIOIA

TRISTEZZA

RABBIA

PAURA

SORPRESA

DISGUSTO

VERGOGNA

COLPA

19/03/2016Michela Fogliani

Esprimere e riconoscere le emozioni...

VISO, POSTURA, TONO DI VOCE

Giochi, Attività

CARDS delle EMOZIONI: riconoscere le espressioni

facciali delle emozioni

MIMO: indovinare l’emozione mimata con tutto il

corpo

VOCE: indovinare la voce della tristezza, della rabbia,

senza pronunciare parole ma emettendo suoni con

una determinata intensità, velocità, timbro e altezza.

19/03/2016Michela Fogliani

I colori e i suoni delle emozioni...Attività

Le emozioni di fronte a un dipinto

Le emozioni al cinema

Le emozioni nella poesia e nella letteratura

Ascolto di brevi brani musicali e identificazione delle emozioni provate

Misurare le emozioni...Attività

Costruire un «termometro delle emozioni» per imparare a riconoscere la diversa intensità delle emozioni che proviamo

19/03/2016Michela Fogliani

LE EMOZIONI SI SENTONO NEL CORPO...

Cosa sento nel corpo? (cuore, respiro, pancia, stomaco, sudorazione, tensione muscolare...)

Identificazione delle REAZIONI FISIOLOGICHE

Attività

Riconoscere le sensazioni della paura: cosa sento? dove – in quale parte del corpo- le sento?

Riconoscere le sensazioni della rabbia...

19/03/2016Michela Fogliani

MI VIENE VOGLIA DI...Riconoscere gli impulsi

Quando sei arrabbiato cosa ti viene voglia di fare?

Quando hai paura cosa ti viene voglia di fare?

Quando provi vergona cosa ti viene voglia di fare?

...

Discussione: è sempre giusto seguire

l’impulso? Esempi...

19/03/2016Michela Fogliani

A COSA SERVONO LE EMOZIONI?La funzione delle emozioni: le emozioni hanno un senso e una utilità (il materiale didattico sulle emozioni primarie, sulle componenti delle emozioni e sulla loro funzione è reperibile consultando la bibliografia)

Discussione

A cosa serve la rabbia?

A cosa serve la paura?

A cosa serve la tristezza?

...

19/03/2016Michela Fogliani

COSA PENSO?...

Riconoscere i pensieri e le valutazioni che

accompagnano le emozioni

Attività

Scegliere un evento, chiedere che emozioni hanno provato o proverebbero, individuare i rispettivi pensieri con la SCHEDA DELLE EMOZIONI

19/03/2016Michela Fogliani

12/05/2015Michela Fogliani

Evento: cosa è successo Valutazione dell’evento:

cosa ho pensato(chiedere ai bambini cosa pensano in questa situazione)

Emozione:

cosa ho provato(chiedere ai bambini quale emozione hanno provato)

Comportamento:

cosa ho fatto(chiedere ai bambini come si comportano in questi casi)

Non riesco a risolvere un

problema di aritmetica

Non ce la farò, prenderò

un brutto voto

Vado avanti a pensarci

che troverò la soluzione

E’ inutile insistere, sono un

incapace; sarò bocciato

L’insegnante mi

considererà una stupida

Gli altri ce la fanno e io no

PAURA

ANSIA contenuta

FIDUCIA

TRISTEZZA intensa

PAURA

VERGOGNA

TRISTEZZA

PAURA

TRISTEZZA

Non riesco a concentrarmi,

immagino il brutto voto

Mi concentro e porto

l’attenzione sul compito

Non faccio più niente,

intanto non serve

Mi immagino la brutta figura

e smetto di pensare al

problema

Lascio stare, intanto non

serve a niente; gioco con la

matita per non pensarci

12/05/2015Michela Fogliani

Evento: cosa è successo Valutazione dell’evento:

cosa ho pensato(chiedere ai bambini cosa pensano in questa situazione)

Emozione:

cosa ho provato(Chiedere ai bambini quale emozioni provano)

Comportamento:

cosa ho fatto(chiedere ai bambini come si comportano in questa

situazione)

Miriam ha invitato Anna

a giocare a casa sua

Questa volta invita Anna

Non è giusto, sono io la

sua migliore amica

Non mi considera più sua

amica

Mi giudica poco simpatica

Le avrò fatto qualcosa di

male?

Mi giudicherà noiosa,

l’ultima volta non si è

divertita con me

Dispiacere

Rabbia

Tristezza

Tristezza

Colpa

Imbarazzo

Non ho detto niente

Le ho detto che non è

più mia amica

Le ho chiesto se sono

ancora sua amica

Mi sono allontanata a

testa bassa

Le ho chiesto se le avevo

fatto qualcosa

Mi sono allontanata

CAMBIA IL PENSIERO, CAMBIA

L’EMOZIONE!

Confrontare diverse valutazioni o interpretazioni degli eventi: le persone pensano in modi diversi

Riconoscere che certi pensieri generano emozioni molto dolorose e comportamenti dannosi

Imparare a valutare diversamente gli eventi, modificando i pensieri «catastrofici» ed «esagerati»: es. Non ce la farò mai! Sono un incapace! Nessuno mi vuole!

19/03/2016Michela Fogliani

Le emozioni non dipendono dagli eventi ma dai pensieri

PENSIERI EMOZIONI

Attività: Gioco

Utilizzare le CARD delle emozioni, aggiungere quelle dei pensieri e degli eventi: estraggo la card di un evento e una valutazione di quell’evento, l’altro gruppo deve indovinare l’emozione provata.

19/03/2016Michela Fogliani

IMPARO A CALMARMI...

Tutte le emozioni hanno un senso e sono dovute ai pensieri che fai.

Guarda il termometro delle emozioni: se l’emozione è troppo alta, è utile abbassarla.

Attività: discussione

Cosa fai per calmarti quando hai paura o sei in ansia? E quando sei arrabbiato?...

Ti è stato utile calmarti? Perché?

19/06/2016Michela Fogliani

Questionari sugli interessi e

sulle emozioni provate a scuola

Lettera indirizzata al bambino (ai genitori)

La scatola segreta di classe: emozioni, pensieri, desideri, bisogni, problemi e difficoltà che si fa fatica ad esprimere

19/03/2016Michela Fogliani

Qualche altra idea...

BIBLIOGRAFIA

Sul passaggio dalla famiglia normativa alla famiglia affettiva:

Charmet G.P., La terza famiglia, San Paolo, 2013

Marcelli D., Il bambino sovrano, un nuovo capo in famiglia?, Cortina, 2004

Recalcati M., Cosa resta del padre, Cortina, 2011

Vegetti S. e Battistin A.M., I bambini sono cambiati, Oscar Mondadori, 1996

Didattica: motivazione, competenze, affettività:

Lorenzoni F., I bambini pensano grande, Sellerio , 2014

Sulla comunicazione efficace:

Gordon T., Insegnanti efficaci, Giunti 1991

Il materiale sulle emozioni può essere reperito in:

Fogliani M. e Pellai A., Le nuove sfide dell’educazione, FrancoAngeli, 2011

Di Pietro G., L’ABC delle mie emozioni, 8-13 anni, Erikson, 2014

19/03/2016Michela Fogliani