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ZETTE N o 226- 2018 AG GA E’ recessione quando il tuo vicino perde il posto; è depressione quando perdi il tuo. (Harry S. Truman)

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ZETTE No 226- 2018

AG GA

E’ recessione quando il tuo vicino perde il posto;

è depressione quando perdi il tuo.

(Harry S. Truman)

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Attenzione ! - Attenzione !

Care lettrici e cari lettori, come voi già sapete (lo sapete, lo sapete !) il numero degli “abbonati” alla AGgazette

è cresciuto anche nel 2017 in modo lusinghiero, raggiungendo il traguardo di 873 aderenti.

Poiché, come dice il vecchio proverbio, “l’appetito vien mangiando”, il vostro beneamato Direttore è stato

vittima di una botta di megalomania: perché non puntare al fatidico numero 1000?

Però, da solo, pur con tutto l’impegno e la dedizione, non potrebbe mai arrivarci.

E allora che fa? Chiede l’aiuto dei fedeli lettori, nel quale confida da sempre.

Certo che l’appello non sarà lasciato cadere.

Unica condizione per invitare nuovi lettori/lettrici a unirsi a noi: l’adesione deve essere convinta e consapevo-

le. Non illudete i vostri amici con mirabolanti promesse e viaggi premio. Siate consapevoli che vi assumente

una bella responsabilità nei loro confronti.

Una (quasi) promessa per coloro che saranno più attivi nel promuovere nuovi adepti : al raggiungimento del

fatidico numero la Direzione organizzerà un Happy Hour per celebrare l’evento.

Il solito caldo ed affezionato abbraccio. AG

Come fare la buona cucina.

Nel 1891 esce un libro che diventerà, nella storia della gastronomia italiana, una pietra miliare.

E’ La scienza in cucina e l’arte di mangia bene, del settantenne Pellegrino Artusi. Il libro fu ideato e composto a Firenze, nel

signorile appartamento di Piazza d’Azeglio 25, dove l’Artusi abitava. Suoi collaboratori la cuoca Marietta Sabatini e il

domestico romagnolo Francesco Ruffilli, da lui nominati eredi dei diritti d’autore.

La prima edizione conteneva 475 ricette, che divennero 790 alla tredicesima edizione (1909). Nel 1931 venne pubblicata la

32esima edizione e nel 1942 la tiratura raggiunse lo strepitoso numero di 306.000 copie.

Oggi, a perpetuare la memoria dell’Artusi, opera la Casa Artusi, a Forlimpopoli. Consapevole della concorrenza (?) delle

varie odierne cucine etniche, vegane, vegetariane, crudiste etc. etc., la Casa ha voluto estrarre dal libro e codificare in una

specie di decalogo i principi validi e irrinunciabili della cucina artusiana. Ve li proponiamo.

1. Rispettate gli ingredienti naturali. 2. Usate ingredienti di qualità.

3. Usate ingredienti di stagione. 4. Siate semplici.

5. Mettete passione, siate attenti e precisi. 6. Esercitatevi con pazienza.

7. Variate, ma rispettando la stagionalità e il territorio. 8. Se variate, fatelo con semplicità e buon gusto.

9. Valorizzate la cucina povera. 10. Diffidate dei libri di cucina (anche del mio!).

Errata corrige dovuta.

Per la felicità di chi scrive, attenti lettori e lettrici della AGgazette, con una certa regolarità, segnalano refusi o inesattezze

contenute in uno o più box. Segno di lettura attenta e non superficiale, oltreché di spirito di collaborazione. Grazie.

Le numerose segnalazioni che riguardano il box “ Confronto regale” , dedicato ai due boys della Casa reale d’Inghilterra,

meritano un chiarimento, perché riguarda il titolo dato al principe Henry come “Principe del Galles”.

Con il solito garbo mi viene scritto: “Guarda che Principe del Galles è Carlo; perché lo vuoi defraudare del titolo che gli ap-

partiene, visto che già è triste dato che non riesce a diventare re?”

Nessun sgarbo a Carlo, né nelle intenzioni né nella sostanza: in tutti i report che lo riguardano Carlo è insignito del titolo di

Principe del Galles, che gli spetta in quanto erede al trono.

Il box del numero 225 attribuiva anche a Henry, troppo succintamente, il titolo di principe del Galles. Errore di omissione.

Il titolo completo che compete a Henry è: Sua Altezza Reale principe Henry del Galles.

Tutto chiaro e grazie, come al solito, agli attenti lettori e collaborativi segnalatori.

PS - In tempi post natalizi spero nell’assoluzione.

Un sogno che finisce - La Sagrada Familia -

Barcellona ha annunciato che nel 2026 la Cattedrale vedrà conclusi i lavori che durano dal 1892. E’, in qualche modo, un tradimento verso il suo ideatore,

Antoni Gaudì, che aveva progettato la Cattedrale come un’opera aperta, destinata a rimanere tale e arricchita dalle future generazioni che, nei decenni

seguenti, avrebbero potuto arricchirla, svilupparla, modificarla. Con l’annuncio il “sogno” di Gaudì finisce. (Nel numero 227 la storia della Cattedrale).

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Un personaggio (quasi) dimenticato - Cino Del Duca - (1899 - 1967)

Nasce , primo di quattro figli, in un paesino delle Marche, a Montedinove, terra di poveri e di emigrazione.

Privo di una vera cultura inizia la sua formazione politica al fronte, dove conosce Vittorio Vidali, uno dei fonda-

tori del Partito Comunista. Dopo la scissione di Livorno del 1921 vive esperienze difficili, che lo portano ad ab-

bandonare ogni militanza politica. Si trasferisce prima a Pavia, nel 1924, e poi a Milano l’anno dopo, entrando

nel mondo dell’editoria. Iniziò la sua nuova attività come commesso viaggiatore, vendendo romanzi popolari a

dispense. Venendo a contatto con il pubblico femminile al quale queste opere erano rivolte, cominciò a cono-

scerne la sensibilità e i gusti.

La svolta per Cino avviene nel 1928 quando, con i fratelli Domenico e Alceo, fonda a Milano la Casa Editrice

Moderna, che nel giro di un decennio pubblica una quarantina di titoli: tutti romanzi d’amore. Punta di diaman-

te di questo catalogo era Luciana Peverelli, che nel 1930 segna il successo della Casa con il romanzo a puntate

(180 dispense), Cuore garibaldino. Cino lascia l’attività in Italia, anche per dissapori con i fratelli, e si trasferisce

a Parigi, dove fonda Les Editions Mondiales, ripetendo l’esperienza italiana delle pubblicazioni a dispense, distri-

buite porta-a- porta; la “formula italiana” gli procura un successo senza pari e, per questo tipo di pubblicazioni,

viene coniato il termine presse de coeur, di cui è incontrastato re.

Nel dopoguerra, sempre in Francia, lancia un giornale, Nous Deux, ispirato se non copiato dall’italiano Grand

Hotel, edito dai suoi fratelli. Tra il 1948 e il 1963 lancia 14 riviste destinate al pubblico femminile e il successo gli

vale, nel 1953, la nomina a Cavaliere della Legion d’Onore.

Nel 1951 Cino Del Duca rientra in Italia e fonda un’altra casa editrice che, nel 1966, diventerà le Industrie

Grafiche Cino Del Duca Spa. Ma il successo “tradizionale” non gli basta. Nel 1956, con Enrico Mattei e Gaetano

Baldacci, fonda Il Giorno, giornale moderno e innovativo. Si ritira dal quotidiano e rientra a Parigi per fondare

Paris Jour, dove si impegna al meglio ottenendo il solito successo.

Ma non gli basta ancora: entra nel mondo del cinema e produce film come Il bell’Antonio di Bolognini, L’avven-

tura di Antonioni, L’accattone di Pasolini.

Fu un grande mecenate, finanziando opere sociali, culturali ed educative.

Non dimenticò mai le sue umili origini. Una vita intensamente vissuta, quasi avventurosa e generosa con un’uni-

ca debolezza: quella di voler far parte della buona società. Il suo sogno si spezza il 24 maggio 1967, stroncato da

una trombosi cerebrale.

Faremo in tempo a vederli tutti?

I musei europei che aprono le loro seconde

sedi fuori dal Vecchio continente sono or-

mai molti.

Questa volta tocca al Victoria and Albert

Museum, che per la prima volta si affaccia

fuori dalla Gran Bretagna.

E apre nel Sea World Culture and Arts Cen-

tre di Shekou, il quartiere di Shenzhen af-

facciato sul Mar cinese meridionale.

Il futuristico edificio di 71 mila metri qua-

drati è stato disegnato dal giapponese

Fumihiko Maki, Premio Pritzker.

Shenzhen è una città passata in trent’anni

da 30 mila a 12 milioni di abitanti e “non

poteva” privarsi di una mostra permanente

che esplora i valori del design, economici e

sociali.

Parole e sigle da ricordare.

NPL - Non performing loans: sofferenze bancarie

Net neutrality - Abolizione della “neutralità della rete” dando a chi pos-

siede le autostrade del web il potere di trattare i clienti in modo diverso

PIR - Piani individuali di risparmio, lasciando i soldi investiti per almeno

cinque anni.

Bitcoin - cripto valuta senza Banca centrale emittente. Nel 2017 ha crea-

to molti milionari. Resta da vedere se tiene in futuro.

AI - Intelligenza artificiale. Al momento investimenti a fondo perduto.

Webtax - Tasse sulle transazioni tra aziende non domiciliate nel territo-

rio nazionale. Amazon pagherà 100 milioni al nostro fisco.

Influencer - Personaggi in grado di influenzare i potenziali clienti indiriz-

zandoli verso acquisti di particolari aziende o prodotti.

Robot - Ci ruberanno il lavoro o ci renderanno la vita più lieve, guidando

le nostre macchine e portando i nostri pesi?

4.0 - Indica la quarta rivoluzione industriale. Obiettivo: far crescere la

digitalizzazione della manifattura. Stima del valore nel 2022: 150 miliar-

di di dollari.

Fake news - La disinformazione con la diffusione di notizie false. Tra i

principali rischi dell’epoca. Bisogna imparare a difendersi.

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La fotografia della prima pagina illustra

Freudenstadt (Germania) - La Marktplatz

Artisti a tavola… con premio

La sera dell’11 novembre del 1927, nebbiosa secondo tradizione, vide intorno al tavolo di un ristorante milanese, aperto da

poco da un toscano, certo Pepori, un gruppo di giovani artisti che oggi chiameremmo intellettuali.

Il ristorante si chiamava Bagutta e si trovava nella via omonima.

Il gruppo era formato da Orio Vergani, Paolo Monelli, Riccardo Bacchelli, Mario Vellani Marchi, Adolfo Franci, Ottavio

Steffanini, Luigi Bonelli, Antonio Veretti, Gino Scarpa, Mario Alessandrini, Antonio Niccodemi.

Nel corso della serata al gruppo venne l’idea di istituire un premio letterario e di auto eleggersi come giuria.

Detto fatto: Il Franci prende un foglio di carta (la “carta gialla”) e redige lo Statuto del Premio Bagutta, che viene affisso

illico et immediate ad una parete del locale. L’annuncio del nuovo premio viene reso pubblico attraverso la La Fiera

letteraria. La storia del Premio, con premiati illustri, va avanti a gonfie vele, e per qualcuno come per Carlo Emilio Gadda,

il Premio arriverà in grande anticipo sui riconosci-

menti della critica “ufficiale”. Si

vivrà un periodo di sospensione, per motivi di op-

portunità politica, che verrà interrotto nel 1947. Gli

anni scorrono, le giurie si alternano senza contrad-

dire allo spirito dei fondatori, ma improvvisamente

arriva il momento cruciale: nella primavera del 2016

il nipote Pepori annuncia la chiusura del ristorante.

Solo l’intervento di Francesco Micheli, che da vent’-

anni finanzia il riconoscimento al vincitore, salva la

continuità del Premio, con la giuria che da allora si

riunisce negli uffici del mecenate.

La cerimonia di premiazione, la prima dopo lo stop,

avverrà nei prossimi mesi del 2018.

Arrivederci, e “ad maiora”. Gli undici fondatori del Premio ritratti dal pittore Mario Vellani Marchi

Un’operazione ciclopica.

E’ stata quella che ha spostato nel 1965 i templi di Abu Simbel dalla zona dove erano stati eretti dal faraone

Ramses II nel XIII secolo a.C. , destinata ad essere sommersa dal Lago Nasser.

Quando, nel 1960, il presidente Nasser decise di dare il via ai lavori per creare l’enorme bacino artificiale, fu

chiaro che molti monumenti della zona compresa nel progetto sarebbero stati sommersi e quindi perduti per

sempre, e tra questi i templi di Abu Simbel. Grazie all’intervento dell’Unesco, 113 Paesi si attivarono inviando

uomini, denaro e tecnologia per salvare il monumento. Venne scelta la soluzione di tagliare, numerare e smon-

tare blocco per blocco l’intera parte scolpita della collina sulla quale erano stati eretti i templi e poi ricostruire il

monumento 65 metri più in alto e 300 metri più indietro rispetto al bacino che si sarebbe creato.

I lavori durarono dal 1964 al 1968 con l’impiego di oltre duemila uomini guidati da un gruppo di esperti cavatori

di marmo italiani provenienti da Carrara (MS) e Mazzano (BS), con uno sforzo tecnologico senza precedenti nel-

la storia dell’archeologia. L’impresa costò, ai valori di allora, 40 milioni di dollari.

L’intervento interessò sia il tempio principale, dedicato a Ramses II, sia quello secondario dedicato alla Regina

Nefertari.

Nel ricostruire i templi fu mantenuto l’originale orientamento rispetto agli astri ed al sole, in modo da consenti-

re (seppure con lo sfasamento di un giorno) al sorgere del sole, due volte l’anno, il 22 febbraio e il 22 ottobre,

di illuminare la camera centrale del tempio maggiore ove troneggiano le quattro divinità sedute: Ptah, Amon,

Ramses II e Ra.

Nota: a vincere la gara internazionale dell’Unesco fu l’italiana Salini Impregilo. Importante ricordarlo.

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Luoghi da visitare, se avete tempo.

La fotografia della prima pagina illustra

Spello - Cappella Baglioni -

La Cappella Baglioni si trova nella collegiata di Santa Maria Maggiore. E’ una delle opere più significative del

Pinturicchio, chiamato a Spello da Troilo Baglioni nel 1500. La cappella venne affrescata tra l’autunno del

1500 e la primavera del 1501.

L’ opera fu l’ultima commissione importante del Pinturicchio in Umbria, prima di partire per Siena e Roma.

Descrizione. La cappella è a base quadrangolare con volta a crociera. Gli affreschi hanno come tema la Storia

di Maria e l’infanzia di Gesù. La volta contiene quattro sibille negli spicchi, sedute su troni e affiancate da tar-

ghe con profezie sulla venuta di Cristo. Le tre scene principali occupano le tre pareti disponibili.

Annunciazione. Occupa la parete di sinistra ambientata davanti a un maestoso loggiato rinascimentale.

Il pavimento geometrico, ridotto in prospettiva, conduce l’occhio oltre l’hortus conclusus, dove si apre un

paesaggio ricco di dettagli. Maria, leggente, è sorpresa dall’Angelo che si avvicina benedicendola e recando in

mano un giglio bianco, simbolo della sua purezza virginale. In alto appare l’Eterno, circondato da angioletti,

che invia, con un raggio luminoso, la colomba dello Spirito Santo. Particolarmente curata la parte destra

dell’affresco, dove si apre una finestrella, su cui è appoggiata una mensola di libri con un dipinto appeso, che

altro non è che l’autoritratto del pittore.

Adorazione dei pastori. Occupa la parete centrale, con l’arrivo dei Magi sullo sfondo. La scena è ambientata

nel prato davanti alla capanna, con una netta definizione di tutti gli elementi, dal recinto incannicciato del

bue e l’asinello, alla sacca usata nel viaggio. Interessante è l’espediente di aprire una finestrella nella parete

da cui si scorge un nitido paesaggio, un quadro nel quadro. I pastori in primo piano hanno tratti somatici ben

delineati, mentre il giovane con capro, a sinistra, mostra una bellezza più idealizzata.

Il gruppo della Madonna con il Bambino riprende le forme dell’Adorazione dei pastori, affrescata anni prima

nella Cappella del presepio, in Santa Maria Maggiore, in Roma.

Molto ben delineato è lo sfondo, dove si vede una città molto curata nei minimi dettagli.

Tra gli elementi simbolici si vede il pavone sulla capanna, simbolo di immortalità.

Disputa di Gesù coi dottori della legge. E’ l’affresco della parete di destra.

Il giovane Gesù è il fulcro dei due gruppi di filosofi del Tempio di Gerusalemme, che torreggia sullo sfondo

incombendo con la sua cupola. E’ uno schema già usato dal Pinturicchio nella Cappella Bufalini (Basilica di

Santa Maria degli Angeli in Ara Coeli a Roma). L’edificio è come di consueto a pianta centrale ed è arricchito

da due nicchie con decorazioni a grottesche e statue all’antica. La folla di personaggi è composta da figure

generiche che includono un vasto repertorio tra giovani spose, savi, vecchiette e semplici astanti.

A sinistra è raffigurato il personaggio di Troilo Baglioni, in veste di Protonotaro Apostolico.

Interessanti due particolari del quadro: leggermente spostati a destra del centro del dipinto sono raffigurati

Maria e Giuseppe; il padre di Gesù vuole riprendere il Figlio che si è allontanato da casa senza permesso, ma è

trattenuto, per la cintura, da Maria. Nella parte centrale, in basso, si vedono molti libri, gettati a terra alla

rinfusa dai dottori della legge, evidentemente consci della pochezza di quanto in essi contenuto di fronte alla

saggezza di Gesù.

Spello - (Perugia)

Spello fu fondata dagli umbri in epoca romana. I resti della cinta muraria attestano quanto più ampia fosse in passato.

Devastante per la città fu la discesa dei Barbari in Italia, che la degradarono a piccola borgata. Dopo aver fatto parte del

ducato di Spoleto passò al Papato. Non tardò a divenire libero Comune con proprie leggi. Nel 1516 il Comune fu infeu-

dato dal Papa alla famiglia dei Baglioni cui appartenne fino al 1648.

Nel IV secolo Spello fu sede vescovile e nell’Alto Medioevo fece parte della vastissima diocesi di Spoleto.

Tra le varie attrattive e luoghi di interesse vanno segnalate le Infiorate di Spello, che hanno luogo ogni anno in coinci-

denza con il Corpus Domini. Vengono rappresentati, con fiori, figurazioni e motivi ornamentali liturgici

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La pagina economico-finanziaria Investire - Un’idea ! -

Nel 2020 gli esperti prevedono che il mercato dei

nano-droni, quei piccoli oggetti volanti teleco-

mandati, raggiungerà la incredibile cifra di

10 miliardi di dollari.

Lo rivela un rapporto di Markets & Markets Rese-

arch. Sorveglianza e ricognizioni i settori chiave

per lo sviluppo. Pensateci !!!

Rinascita

Parliamo della Venchi, storico marchio del ciocco-

lato piemontese. Fondata nel 1878 , l’azienda nel

1978 dichiara fallimento.

Dopo anni di totale inerzia, a fine 1997 cinque in-

vestitori torinesi rilevano il marchio e il ricettario:

tra questi Daniele Ferrero, primo azionista con il

27%; Pietro Boroli (De Agostini) con il 12%; e Gian-

battista Mantelli, socio al 12%, nipote del fonda-

tore della Cuba (Cuneo) famosa per i cioccolatini

al rum.

Nel 2007 Venchi fattura 30 milioni, il 95% in Italia.

L’idea è di aprire negozi “boutique” monomarca e

aggiungere al cioccolato il gelato artigianale. Nel

2016 il fatturato arriva a 63 milioni, nel 2017 a 80

milioni.

Per il 2018 l’obiettivo è 100 milioni.

Oggi i negozi monomarca sono 88, di cui 47 in Ita-

lia, dove viene realizzato il 70% del fatturato. La

strategia è di allargare l’attività all’estero, in Cina,

Gran Bretagna, Medio Oriente, USA.

Il 21 dicembre del 2017 è salpata da Miami la nave

da crociera Msc Seaside, la più grande nave da

crociera del mondo, con la prima Ciocco-gelateria

Venchi a bordo.

I vincenti e i perdenti del 2017.

I vincenti.

Tim Cook (Apple). Con la terza versione dell’Apple Watch

(l’orologio intelligente migliore sul mercato) e con l’iPhone

X (primo modello con il riconoscimento facciale). Valore in

Borsa: + 50%.

Marc Benioff (Salesforce). Fondatore e ceo della società di

gestione dei clienti e servizi “nella nuvola”. Uguaglianza di

salario e opportunità di carriera tra uomini e donne rag-

giunta nel 2017. Valore in Borsa: +50%.

Jeff Bezos (Amazon). Ha immesso sul mercato lo speaker

Echo, animato dall’assistente Alexa, per rendere intelligen-

ti e connesse le nostre case. Dopo il black Friday di novem-

bre il suo patrimonio ha superato i 100 miliardi di dollari.

Tatsumi Kimishima (Nintendo). Da marzo 2017 a fine anno

ha venduto 10 milioni di consolle Switch. Funzionano in

salotto come apparecchi mobili.

I perdenti.

Mark Zuckerber (Facebook). Ha raggiunto e superato i 2

miliardi di “amici”, ma ha dovuto ammettere che la piatta-

forma è stata usata dagli agenti del Cremlino per (dis)

informare con fake news milioni di utenti durante la cam-

pagna presidenziale.

Travis Kalanick (Uber). Il valore (stimato sulla carta) del

famoso servizio di autisti gestibile con una app da smar-

tphone, è crollato da 68 a 48 miliardi di dollari. Debutto in

Borsa rinviato.

Evan Spiegel (Snapchat). Non ha concesso alcun diritto di

voto agli azionisti e il titolo è stato escluso dallo S&P 500.

Le quotazioni sono scese sotto il valore del debutto.

Elon Musk (Tesla). In ritardo la produzione delle nuove vet-

ture Model 3s da 35mila dollari, destinate a un mercato di

massa. E i conti sono sempre in profondo rosso. Malgrado

ciò, per un breve periodo, la Tesla è arrivata a valere in

Borsa più di General Motors (fatturato 166 mia dollari per

GM, contro 7 mia per Tesla !?). L’e-commerce nel mondo

Valore dell’e-commerce ( b2c) rispetto al totale

delle vendite retail. Il valore mondiale è stimato

oltre 2.000 miliardi di euro. La Cina vale 750 mi-

liardi, pari al 14% del totale. Gli USA 550 miliardi

pari al 15% del totale. L’Europa 500 miliardi pari al

9% del totale. Il Regno Unito 100 miliardi pari al

19% del totale. La Germania 75 miliardi pari al

14% del totale. La Francia 55 miliardi pari al 12%

del totale. L’Italia 23 miliardi pari al 5,7 del totale.

La Russia torna di moda.

Nei primi nove mesi dell’anno le esportazioni di prodotti

tessili e abbigliamento italiani verso la Russia sono aumen-

tate del 10,8% in valore pari a 790 milioni di euro, e del

2,2% in volume.

Per i calzaturifici l’aumento è stato del 28,3% in volume e

del +18,4% in valore.

La spesa tax-free dei russi in Italia è cresciuta del 24%.

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