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•Elio GIROLETTI - Università degli Studi di Pavia - Dip. Fisica nucleare e t. •7-ott-2003
•GIA-626-B.ppt - esclusivo uso didattico interno - Corso in-form@zione 626 •1
elio girolettielio giroletti
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIAUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PAVIAdip. Fisica nucleare e teoricadip. Fisica nucleare e teoricavia Bassi 6, 27100 Pavia, via Bassi 6, 27100 Pavia, ItalyItaly
tel. 0382/50.7905 tel. 0382/50.7905 -- [email protected] [email protected] -- www.unipv.it/www.unipv.it/webgirowebgiro
626: i rischi e la normativa626: i rischi e la normativaPavia, 7 ottobre 2003
•• rischio e agenti di pericolo rischio e agenti di pericolo •• inin--form@zione form@zione •• dlgsdlgs 626 e le (molte) s.m.i. 626 e le (molte) s.m.i. •• soggetti: chi fa che cosasoggetti: chi fa che cosa•• misure generali di tutelamisure generali di tutela•• emergenza e pronto soccorso emergenza e pronto soccorso •• segnaletica segnaletica •• dispositivi di protezione individualedispositivi di protezione individuale•• discussione discussione
I° PARTEI° PARTE
Il Il 7070--80%80% degli incidenti degli incidenti avviene per avviene per errore umanoerrore umano
l'incidenza degli infortuni è più alta l'incidenza degli infortuni è più alta lunedìlunedìprime 3 ore di lavoro prime 3 ore di lavoro
gli incidenti più gravi si sono verificati gli incidenti più gravi si sono verificati sabato o domenica sabato o domenica ((icmesaicmesa, , farmoplantfarmoplant, , sandozsandoz))
aziende minori aziende minori il comportamento dei lavoratori per: il comportamento dei lavoratori per:
disattenzionedisattenzioneassuefazioneassuefazionesottovalutazione del rischiosottovalutazione del rischiodesiderio di semplificare/velocizzare il lavoro desiderio di semplificare/velocizzare il lavoro
(dati regione Lombardia )
agente di pericolo:agente chimico, fisico o
biologico, presente sul lavoro e potenzialmente dannoso per la salute
Agente di pericolo e rischio
rischio: possibilità di subire un danno
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uscIndSDPRischio ⋅⋅=
• errore umano • mancanza di procedure operative specifiche • carenza di controlli
rischio e infortuni
⇒ il tuo ruolo è fondamentale!
zioneFormInV eIndividualalutazione
@.
÷⋅
3 categoriedi rischi
per la salutepotenziale danno posticipato nel tempo: malattie professionali, ecc.
per la sicurezza potenziale danno immediato: infortuni, ecc.
organizzativipotenziale danno legato a organizzazione lavoro
agenti chimiciagenti cancerogeni -R45 e 49- e mutageni -R46-agenti biologiciventilazione e climatizzazione localiradiazioni ionizzantiradiazioni non ionizzanticarico di lavoro fisico e/o mentale microclima e illuminazione rumore e vibrazionivideoterminali
fattori di fattori di rischio per la saluterischio per la salute
aree di transito e spazi di lavoroscalemacchineattrezzi manualimanipolazione di oggetti o animali immagazzinamento oggettiapparecchi di sollevamentomezzi di trasportoimpianti elettriciapparecchi a pressionegas compressi e liquefatti rischi di incendio ed esplosionepresenza di esplosivirischi chimici
fattori di rischiofattori di rischioper laper la
sicurezzasicurezza
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organizzazione del lavorocompiti, funzioni e responsabilitàanalisi pianificazione e controllopartecipazionenorme e proceduremanutenzione e collaudidispositivi di protezione individualeemergenza e pronto soccorsosorveglianza sanitariaformazioneinformazione
fattori di rischio fattori di rischio connessi con aspetti connessi con aspetti
organizzativi e gestionaliorganizzativi e gestionali
> F I S I C I> Meccanici > Termici > Elettrici > Radiazioni > Rumore
> C H I M I C I> Carenza di O2 (<17%)> Eccesso O2 (>17%)> Contatto > Irritanti
> B I O L O G I C I> Batteri patogeni > Virus> Funghi> Agenti non microbici
I RISCHII RISCHI
formare ed informareformare ed informareFormare:Formare:istruire, addestrare, educare⇒ corso di formazione: adeguata e
sufficiente– 42 riferimenti nel DLgs 626/94
Informare:Informare:dare notizia, ragguagliare⇒ segnaletica, assunzione/ingresso
– a ciascun lavoratore: 22 citaz.– ai rappresentanti: 7 citaz. – ad altri soggetti: 18 citaz.
dizionario Gabrielli, ed. CdRom 1996
i temi della ini temi della in--form@zioneform@zionenorme e disposizioni aziendalisegnaletica piani di emergenza ed evacuazione dispositivi di protezione individualemovimentazione manuale dei carichi uso di attrezzature, compresi i VDT esposizione a rischi e misure di tutela:
agenti fisici: rumore, radiazioni ionizzanti e non-ion., ecc. agenti chimici pericolosi, tossici, nocivi, esplosivi, ecc. agenti cancerogeni , R45 e R49, e mutageni, R46agenti biologici
nomi del RSPP, medico e incaricati di compiti speciali
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attrezzature complesse o pericoloseattrezzature complesse o pericolose
L’istruzione al corretto uso e gestione delle attrezzature deve:
permettere di apprezzare i limiti dell'attrezzatura;essere verificata
un’occasione da non perdere è la sua installazione
Il manuale deve essere disponibile e a portata di mano dell’operatore -occhio all’idioma!-.
quando: i tempiquando: i tempi
La formazione avviene in occasione di:assunzionetrasferimento o cambiamento di mansioniintroduzione di:
dispositivi di protezionenuovi preparati e sostanze pericolosi, attrezzature e tecnologie
periodicamente ripetutaevoluzione dei rischi o in presenza di nuovibiologici, cancerogeni e mutageni: ogni 5 anni
ORIGINI DELLA PREVENZIONE
L.30/1898: assicurazione obbligatoria per infortuni lavoro; norme per settori specifici; DPR 547/55: norme per la prevenzione infortuni; DPR 164/56: prevenzione infortuni nell'edilizia; DPR 303/56: igiene sul lavoro; altri DPR: 185: radiazioni ionizzanti; 320: lavori in sotterraneo; 321: lavori cassoni aria compressa; ecc
DL
gs62
6/94
:
la n
orm
a an
teri
ore
Gli enti pubblici non sono conformi a queste leggi, e
non al 626!!!
I - DISPOSIZIONI GENERALI
II - LUOGHI DI LAVORO
III - ATTREZZATURE DI LAVORO
IV - DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
V - MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
VI – VIDEOTERMINALI
VII - AGENTI CANCEROGENI e MUTAGENI
VIIVII--bisbis –– AGENTI CHIMICI (DLgs 25/02) AGENTI CHIMICI (DLgs 25/02)
VIII - AGENTI BIOLOGICI
VIIIVIII--bis PROT. DA ATM. ESPLOSIVE (bis PROT. DA ATM. ESPLOSIVE (DLgsDLgs 233/03)233/03)
IX - S A N Z I O N I
X - DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
13 ALLEGATI TECNICI
DL
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6/94
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radiazioni ionizzanti, DLgs 230/95 e smisicurezza cantieri, DLgs 494/96 e smisegnaletica, DLgs 495/96DPI, DLgs 475/92 e smiantincendio, DM Interno 10/3/98DLgs 25, 2-feb-2002: agenti chimiciDLgs 233, 12 giu 2003, atm. esplosiveDLgs 195, 23 giu 2003, figure professionali prossima emanazione
• primo e pronto soccorso• ecc.
…dopo il D.Lgs 626/94 gli attori DLgs 626/94
• datore di lavoro• dirigenti• preposti: chi sono? • RSPP e gli addetti• medico competente/autorizzato• esperto qualificato e altri professionisti• addetto ai rifiuti, stabulari • ditte esterne, autonomi e professionisti• vari soggetti dell'amministrazione pubblica• e… lavoratore• rappresentante dei lavoratori per la sicurezza
i compiti del datore di lavoro• assume le funzioni di datore di lavoro• rende disponibili le risorse • elabora il documento di sicurezza • nomina:
• il responsabile del servizio e gli addetti
• il medico competente• i professionisti della sicurezza
• emana specifici ordini di servizio • attività di alta vigilanza
i compiti dei dirigenti, 1/2
Il dirigente: risponde della corretta gestione delle attività è tenuto all'osservanza delle misure di tutelavaluta i rischi, nella scelta delle attrezzature di lavoro, delle sostanze e dei preparati impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavorovigila sull’applicazione delle norme e dei
regolamentisegue…
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i compiti dei dirigenti, 2/2
segue…individua il personale delle squadre di:
»emergenza »pronto soccorso
adotta le misure per il controllo dell’emergenzafornisce i dispositivi di protezione individualeprovvede affinché i lavoratori ricevano istruzionicoordina i responsabili delle attività
i compiti di tutti…a) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite b) utilizzare correttamente le attrezzature, i preparati pericolosi,
nonché i dispositivi di sicurezza c) utilizzare in modo appropriato e mantenere in efficienza i dispositivi
di protezione d) segnalare le deficienze, nonché altre eventuali condizioni di
pericolo, adoperandosi, in caso di urgenza, per eliminarle e) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di
sicurezza o di segnalazione o di controllo f) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non
sono di loro competenza g) sottoporsi ai controlli sanitari h) contribuire all'adempimento di tutti gli obblighi imposti
...ma anche lo studente
E’ equiparato ai lavoratori Non può accedere ai laboratori
senza autorizzazione del responsabile delle attività
Fa riferimento al responsabile per una corretta prevenzione e protezione
E’ informato e formato sui rischi e sulle procedure di protezione dal responsabile
OdS sullasalute e sicurezza del lavoro nell’Università di Pavia
(Estratto dal DR 04/DIS/99 del 15/6/99)
Il servizio di prevenzione e protezione1/2
collabora con datore di lavoro, dirigenti e preposti:
a) individua e valuta i rischi e le misure b) elabora, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive, i sistemi di sicurezza e di controllo di tali misure c) elabora le procedure di sicurezza d) propone i programmi di in-form@zione e) partecipa alle consultazioni dei lavoratori f) fornisce ai lavoratori le informazionisegue...
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• …segue
• Il datore di lavoro, il dirigente e il preposto forniscono al servizio informazioni in merito a: • natura rischi; organizzazione lavoro,
programmazione e attuazione delle misure; descrizione impianti e processi; dati registro infortuni e malattie professionali; prescrizioni degli organi di vigilanza
• I componenti del servizio e i rappresentanti dei lavoratori sono tenuti al segreto
• Il servizio è istituito dal DLgs 626/94• il DdL nomina il responsabileIl
serv
izio
di p
reve
nzio
ne e
pr
otez
ione
2/2
Art. 8-bis (Capacità e requisiti professionali degli addetti e dei RSPP e ASPP interni o esterni).capacità e requisiti di RSPP e ASPP interni o esterni devono essere adeguati ai rischi e alle attività lavorative; titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore e specifici corsi di formazione adeguati … (definit dalle regioni) e organizzati da…Per RSPP, oltre al comma 2, … un attestato di frequenza, con verifica, a corsi di prevenzione e protezione dei rischi, anche di natura ergonomica e psico-sociale, di organizzazione e gestione attività tecnico amministrative e di tecniche di comunicazione in azienda e di relazioni sindacali.RSPP e ASPP sono tenuti a frequentare corsi di aggiornamento… con cadenza almeno quinquennale.Se laurea triennale "Ingegneria della sicurezza e protezione" o "Scienze della sicurezza e protezione" o di "Tecnico della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro" esonerati dai corsi di cui al comma 2.R
SPP
e A
SPP:
re
quis
iti p
rofe
ssio
nali
La sorveglianza sanitaria La sorveglianza sanitaria
1. è effettuata nei casi previsti dalla normativa 2. è effettuata dal medico competente e
comprende: a) accertamenti preventivi intesi a constatare
l'assenza di controindicazioni al lavoro b) accertamenti periodici per controllare lo
stato di salute 3. gli accertamenti comprendono esami e
indagini diagnostiche mirati al rischio e ritenuti necessari dal medico.
(Art 16 DLgs 626/94)
è eletto ogni 3 anni dai lavoratori (o RSU)è il portavoce dei lavoratoririceve una formazione ad hoc (>32 ore) è informato su tutte le attività è tenuto al segreto
Chi è l'RLS? [rappresentante dei lavoratori per la sicurezza]
??????
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il rappresentante della sicurezzaè consultato preventivamente e tempestivamentesu: valutazione rischi; realizzazione delle misure; designazione addetti al SPP e emergenze; organizzazione della formazione per l’emergenza;
riceve le informazioni e la documentazione su:valutazione dei rischi e misure di prevenzione; sostanze e preparati
pericolosi, macchine, impianti, organizzazione e ambienti di lavoro; infortuni e malattie professionali; servizi di vigilanza
partecipa alla riunione periodica di sicurezza può fare ricorso alle autorità competentidispone del tempo necessarionon può subire pregiudizio art 19 DLgs 626/94 il
coor
dina
men
toil
coor
dina
men
to
il coordinamento della sicurezza è uno strumento per la circolazione delle informazioni tra azienda e società o soggetti esterni. lo scambio di informazioni non si estende ai rischi specifici
art 7 DLgs 626/94
una sequenza logica
individuare i rischi eliminare rischi e ridurli alla fonteprogrammazione tecnica ed organizzativapriorità misure collettive su quelle individualiIn-form@zione misure ergonomichemisure di emergenza manutenzione e controllovisite mediche 62
6: mis
ure
gene
rali
di tu
tela
Il documento di valutazioneArt. 4, DLgs 626/94
è un compito indelegabile
All'esito della valutazione, il DdL elabora un documento contenente: a) valutazione dei rischi ed i criteri adottati b) individuazione misure di prevenzione e di
protezione e dispositivi di protezione individualec) programma delle misure opportune per garantire il
miglioramento nel tempo della sicurezzaè custodito presso l'azienda
ovvero unità produttiva
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(art 3 DLgs 626/94)Mis
ure
gene
rali
di tu
tela
a) valutazione dei rischi b) eliminazione dei rischi e riduzione al minimo c) riduzione dei rischi alla fonte d) programmazione della prevenzione e) sostituzione il pericoloso con meno pericoloso f) rispetto dei principi ergonomicig) priorità della protezione collettiva rispetto a individuale h) limitazione al minimo lavoratori esposti a rischio i) utilizzo limitato degli agenti pericolosi l) controllo sanitario m) allontanamento del lavoratore per motivi sanitari n) misure igieniche o) misure di protezione p) emergenza: pronto soccorso, antincendio ed evac. q) uso di segnali di avvertimento e di sicurezza r) manutenzione ambienti, attrezz., macchine ed imp. s) informazione, formazione, consultazione e partecip. t) istruzioni adeguate ai lavoratori
Tutele particolari, Tutele particolari, DLgsDLgs 151/01151/01minori
apprendisti <16 annistudenti <18 anni
portatori di handicap gestanti
non attività in zone classificate o, comunque, al feto <1mSv
(occhio alle radiografie) astenersi da uso cancerogeni, mutag. non frequentare i laboratori
donne che allattano al senoevitare contaminazione interna
valutazione preventiva del rischio
emergenzaemergenza eepronto pronto soccorsosoccorso
controllo dell'emergenza1) salvaguardare la vita umana 2) minimizzare i danni3) salvaguardare l'ambiente esterno4) ricondurre il sistema alla normalità o
"non nocività" 5) attuabile nelle situazioni contingenti e
ragionevolmente prevedibili
Il piano di Il piano di emergenzaemergenzaindividua i rischi e ipotizza gli scenaridispone di risorse e mezzidefinisce:
ruoli e compiti degli addetti procedure organizzative ed operative
attua un programma di: formazione degli addetti informazione del personale
prove periodiche condizione necessaria: edifici a norma, allarmi e sistemi di sicurezza,
planimetrie aggiornate
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La La tempisticatempisticaEvento inziale
Interv. immediatoRisolto?
Interv. Soccorso esternoVFF-113-118-ecc.
Fine interventoSegnalazione
a Respons.Emer.
Interv. Sq. EmergenzaRisolto?
Fine Emergenzaazioni varieSI
SI
NO:allarme interno
NO:allarme esterno
Direzioneintervento
Chiunque:
respons.locale
Caposquadra
emergenza
Resp.del soccorso
esterno
La squadra di emergenzasi comporta con calma e trasmette sicurezza collabora con gli addetti al pronto soccorsointerviene per circoscrivere la situazione disattiva gli impianti tecnologicicollabora con gli assistenti all'esodo mette al sicuro materiali o i beni collabora con il Soccorso Pubblico
L’incarico è obbligatorio
obiettivi della segnaletica
avvertire di pericoli o rischi vietare prescriverefornire indicazioni
art 2 DLgs 493/96
il DdL:informa RLS e lavoratori forma adeguatamente RLS
i tipi di segnaletica
• comunicazione verbale• icnografica
• di area o sui recipienti• sulle tubazioni, in terra • codice colore
• segnale gestuale• luminosa o sonora
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alcune indicazioni
evitaretroppi cartellisegnali luminosi o sonori contemporanei
misure supplementarise i lavoratori hanno limitazioni fisichealimentazione di emergenza
verifica di buon funzionamentoluminose, acustiche, ecc.
c a c a r t r t e l e l l il i
[ ][ ]
2000
2
2m
m
LArea =
avvertimentoavvertimento
• forma: triangolare • sfondo: giallo, >50% • bordo: nero • pittogramma: nero
Avverte
di
un rischio o
un pericolo
divieto
• forma: circolare • sfondo: bianco• bordo e banda: rosso, >35 %• pittogramma: nero
Non fare!
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prescrizione
• forma: circolare • sfondo: azzurro, > 50% • bordo: non c'è • pittogramma: biancoDevi fare!
salvataggio o soccorso salvataggio o soccorso
• forma: quadrata o rettangolare• sfondo: verde, >50%• bordo: nessuno• simbolo: bianco
uscite di sicurezza, mezzi di soccorso
o salvataggio
attrezzature antincendioattrezzature antincendio
• forma: quadrata o rettangolare • sfondo: rosso, > 50% • bordo: nessuno • simbolo: bianco
Alcuni cartelliAlcuni cartelli
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contenitori e tubazionisu recipienti o tubazioni contenenti
preparati pericolosi • etichettatura specifica per la sostanza• nome o formula sostanza• dettagli sui rischi • se recipiente di trasporto:
• etichette specifiche sulle tubazioni
• vicino valvole, raccordi, ecc.• nel verso del fluido
etichette per contenitori
pericoloso per l’ambiente
Xi = irritanteXn = nocivo
Infiammabile = F .
molto inf. = F+
ComburenteT= Tossico = T .
molto toss = T+
BiologicoCorrosivo
Radiaz. ionizzanti
ostacoli e vie circolazione
• nero/giallo/nero• nero/rosso/nero
• dimensioni rapportate all'ostacolo• sbarre colorate:
• inclinate di 45° • dimensioni circa uguali
• i DPI proteggono:• la testa• gli occhi e/o il viso • udito• vie respiratorie • arti superiori • corpo • arti inferiori • dalle cadute dall'alto
DDispositivi di ispositivi di PProtezione rotezione IIndividualendividuale
proteggersi non è questione di magia!
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•COMFORT• leggerezza• adattamento alla persona• dimensioni limitate • traspirabilità• comfort termico
DDispositivi di ispositivi di PProtezione rotezione IIndividualendividuale
•SICUREZZA• efficienza protettiva• durata protezione (potenziale)• data scadenza • innocuità • assenza di rischi paralleli • solidità
•PRESTAZIONI• disagio ridotto• funzionale • compatibile con altri DPI • ridotto impedimento
•ECONOMICI• costo unitario• durata ed efficienza
RequisitiRequisitidi di
sceltascelta
conformi alle norme vigenti, DLgs 475/92 e 10/97:
marcatura CE inoltre:
a) adeguati ai rischi, senza comportare un rischio maggiore, e alle condizioni di lavoro; c) tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore e poter essere adattati;e) ben conservati e sempre efficacif) disinfettati se di uso comune
DDispositivi di ispositivi di PProtezione rotezione IIndividualendividuale
626: i rischi e la normativa626: i rischi e la normativaPavia, 7 ottobre 2003
•• videoterminale videoterminale •• rischi chimici, rischi chimici, new!!! all. VIInew!!! all. VII--bisbis•• rischi fisici rischi fisici •• rischi biologici• atmosfere esplosive, new!!! all. VIII-bis• rifiuti e ambiente •• discussione discussione
II° PARTEII° PARTE
i possibili danni
prob
abili
tà
100%
0,005%
Dose efficace
Svqualche mSv
Soglia!
Effetti deterministici
?Effetti stocastici
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Fattori che determinano l'effetto
entità della dosemodalità assorbimentomodalità di somministrazioneentità superficie esposta organi tessuti espostietàsuscettibilità individualegravidanza/fertilità/allattamento numero di espostisinergia con altri fattori
Il videoterminaleDLgs 626/94 - TITOLO VI (modificato) USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI
VIDEOTERMINALI Art. 50. - Campo di applicazione Art. 51. - D e f i n i z i o n i Art. 52. - Obblighi del datore di lavoro Art. 53. - Organizzazione del lavoro Art. 54. - Svolgimento quotidiano del lavoro Art. 55. - Sorveglianza sanitaria Art. 56. - Informazione e formazione Art. 57. - Consultazione e partecipazione Art. 58. - Adeguamento alle norme Art. 59. - Caratteristiche tecniche
Chi è lavoratore al VDT?
videoterminale: schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo visualizzazione
Art 51, DLgs 626 modificato
lavoratore: utilizza un VDT in modo sistematico ed abituale per almeno 20 ore settimanali
...gli esclusia) posti di guida di veicoli o macchine; b) sistemi a bordo di mezzo trasporto; c) sistemi destinati al pubblico; d) sistemi “portatili”, se utilizzazione non
è prolungata in un posto di lavoro; e) VDT, macchine calcolatrici, registratori
di cassa e attrezzature con piccolo dispositivo di visualizzazione, necessario all'uso diretto di tale attrezzatura;
f) macchine di videoscrittura senza schermo separato.
Art 50, DLgs 626
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Il posto di lavoro al VDT
schermotastierapiano di lavorosediaposizionamento del VDTambiente microclimatico illuminazione rumore
Lo schermo
I caratteri: definizione, forma, grandezza sufficiente e spazio adeguato l’immagine: stabile la luminosità ed il contrasto tra i caratteri:
regolabili dall’utilizzatore schermo: orientabile e inclinabile liberamenteil videoterminale: adeguate dimensioni, sul
tavolo: margine superiore non sia più elevato dell'occhio dell'utilizzatore
La tastiera deve:
favorire una posizione delle mani e delle braccia che non affatichi essere indipendente dagli altri componenti, inclinabile, consentire posizioni intermedie,possedere un bordo anteriore sottile per appoggiare il polso sul tavolo, possedere una superficie opaca per evitare possibili riflessi, fastidiosi
Piano e sedile di lavoro
piano di lavoro: poco riflettente, dimensioni sufficienti e disposizione flessibile di: schermo, tastiera, documenti e accessori sedile di lavoro: stabile, a cinque razze; libertà di movimento e posizione comoda; regolabile in altezza; schienale regolabile in altezza e inclinabilepoggia piedi: alleggerisce la compressione sulla superficie posteriore delle cosce
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I filtri
non sembra esistere un filtro, o trattamento delle superfici, che elimina le riflessioni senza influire in su contrasto e su definizione. spesso è sufficiente cambiare posizione al VDT o modificare il sistema illuminazione l'uso del filtro non sembra, allo stato attuale delle conoscenze, apportare benefici reali e documentati.
La
post
azio
ne d
i lav
oro
Il posizionamento del VDTvideo parallelo alle finestreilluminazione idonea per evitare i riflessi tende o veneziane
ASPETTI SANITARI CONNESSI AL VDT
i principali quadri sintomatici più frequenti non sono mai univocamente attribuibili al VDT, e vanno interpretati di volta in volta:
Disturbi visiviApparato locomotoreAltri disturbi attribuiti all’irraggiamento
Ciò emerge dalle numerose indagini compiute sugli operatori addetti all’uso professionale
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- per la salute (igienico-ambientali): • inalazione: polveri, fumi, nebie, gas, vapori • contatto cutaneo • ingestione
- per la sicurezza (infortunistici): • incendio - esplosione • strutture ed impiantistica • impiego di apparecchiature • sostanze pericolose
- per la salute e la sicurezza: • organizzazione del lavoro • modalità operative • fattori ergonomici ecc.
i rischi chimici
locali: dimensioni, vie di fuga, ecc.• Impianto antincendio • distribuzione dei gas • cappe di aspirazione
• impianti di ventilazione• deposito di solventi e di prodotti chimici
• impianti elettrici, IP44 o IP55, a volte PPE
rischi chimici: misure di tutela 1/2
impianti e protezione collettiva
rischi chimici: misure di tutela 2/2
• individuazione dei responsabili • norme e procedure interne • razionalizzazione sostanze in uso:
• sostituzione prodotti pericolosi • riduzione quantitativi detenuti • gestione dei rifiuti
• stoccaggio corretto dei solventi • dispositivi protezione individuale• scelta apparecchiature • in-form@zione
aspetti organizzativi e gestionali studio delle proprietà intrinseche dei prodotti chimici che caratterizzano il comportamento della sostanza e sono in rapporto alla sua struttura
• chimico-fisiche• infiammabilità, idrosolubilità, iposolubilità
• tossicologiche • ecotossicologiche
rischi chimiciproprietà intrinseche sostanze
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chi produce e commercia prodotti chimici ne valuta la pericolosità e informa con: • etichette sui contenitori
• nome chimico • frasi di rischio, R • consigli di prudenza, S
• schede di sicurezza • 16 punti • in lingua italiana • fornite gratuitamente
• in lingua italiana
rischi chimici: schede di sicurezza, 1/3
• identificazione preparato e società• composizione e informazione su ingredienti• identificazione pericoli• misure primo soccorso• misure antincendio • misure per sversamento• manipolazione e stoccaggio • controllo esposizione/protezione individuale• proprietà chimicofisiche• stabilità e reattività • informazioni tossicologiche • smaltimento • trasporto • regolamentazione• altre informazioni R
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Vanno CONSULTATE • se si usa per la prima volta un prodotto• cambio di lavorazione
rischi chimici: schede di sicurezza, 3/3
DEVONO ESSERE • a disposizione del personale • consultate sistematicamente dal personale in formazione
IN CASO DI INCIDENTE • portare la scheda dal medico • CAS, nome o contenitore della sostanza
Le etichette delle sostanze contengono:
• nome chimico, da cui si può risalire alle proprietà chimiche, fisiche e tossicologiche • simboli di pericolo• frasi di rischio, R • consigli di prudenza, S
• sono in lingua italiana
SOSTANZE ED ETICHETTE
•Elio GIROLETTI - Università degli Studi di Pavia - Dip. Fisica nucleare e t. •7-ott-2003
•GIA-626-B.ppt - esclusivo uso didattico interno - Corso in-form@zione 626 •20
Se i risultati della valutazione… dimostrano che, in relazione al tipo e alle quantità di un agente chimico pericoloso e alle modalità e frequenza di esposizione…, vi è solo un rischio moderatorischio moderato… e che le misure di cui al comma 1 sono sufficienti a ridurre il rischio, non si applicano… gli articoli72-sexies (MISURE SPECIFICHE), 72-septies (INCIDENTI O EMERGENZE), 72 –decies (SORVEGLIANZA SANITARIA), 72-undecies (CARTELLE SANITARIE E DI RISCHIO)
RISCHIO MODERATOMODERATO
radiazioni ionizzanti rumore vibrazioni ambiente luminosoambiente termico (+ agenti caldo/freddo)radiazioni non ionizzanti (+ laser + UV)
fattori di rischio per la salute (e non solo)fattori di rischio per la salute (e non solo)
agenti fisici
Il suono & il rumoreIl suono & il rumore (DLgs 277/91)
• Suono: pressione sonora variabile nel tempo • Frequenza: altezza del suono, ∆= 1.250:1• Pressione sonora: intensità, pot. fonica, volume, ∆=3.500.000:1•Velocità del suono in aria: 331,8 m/s
16 Hz
20.000 Hz
infrasuoni
ultrasuoni
SUONO UDIBILE
0 ,0 0 0 0 1
0 ,0 0 0 1
0 ,0 0 1
0 ,0 1
0 ,1
1
1 0
1 0 0
1 0 0 0
0 1 4 3 4 5 4 7 4 9 4 1 1 4 1 3 4 1 5 4
I livelli di rumore I livelli di rumore
Pressione [Pa]
Soglia udito
Soglia dolore
dB
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Le radiazioni non ionizzanti: Le radiazioni non ionizzanti: RnIRnI o NIRo NIRUltrasuoni: ν> 20 kHz (0,15< ν<30 MHz)Elettromagnetiche: ν < 300 GHz
ELF: extr. low frequency: ν < 300 Hzradiofrequenze: 100 Hz < ν < 300 MHzmicroonde: 300 MHz < ν < 300 GHzNMR, campi elettrici e magnetici
Energia otticainfrarosso: 300 GHz < ν < 385 THzottica (visibile): 385-750 THzultravioletto: 750 THz < ν < 3.000 THzlaser (energia coerente)
rif: CEI ENV 50166-1 e 50166-2
Non ionizzano la materia < 12 eV
Laser Laser • Light Amplification Stimulated Emission of Radiation
• il fenomeno perdura se gli atomi sono allo stato eccitato (pompaggio) ⇒ scariche elettriche o altre frequenze di luce
• caratteristiche: • luce: monocromatica e coerente in fase • alta collimazione: marcata direzionalità e bassa divergenza • elevata intensità solo nel fascio
• tipi di sorgenti: • materiali solidi, liquidi, gassosi, semiconduttori
• frequenze: • le più diverse in funzione del materiale utilizzato• da ultravioletto, 180 nm, a infrarosso, 1 nm• spesso sono frequenze accoppiate
Lase
r:La
ser:
le c
lass
i le
cla
ssi
• Classe 1• considerata intrinsecamente sicura• non occorre alcun intervento di protezione.
• Classe 2• emettono radiazione a bassa potenza • non occorre alcun intervento di protezione.
• Classe 3A• sistemi sicuri se non osservati tramite ottiche • non occorre alcun intervento di protezione, se senza ottiche di osservazione.
• Classe 3B • esposizione diretta pericolosa, ma non quella diffusa • occorre un intervento di protezione
• Classe 4 • sono sempre pericolosi • occorre fare protezione e c'è rischio incendio
Laser:Laser: misure di protezione misure di protezione
formazione ed informazioneeventuale sorveglianza medica barriere attive e passive connettore di blocco arresto del fascio o attenuatoresegnali di avvertimento occhio a riflessioni vestiti di protezione uso di DPIprotezione degli occhi
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radiazioni elettromagnetiche
rete 3,E+08industriale 1,E+07
radio 1,E+05microonde, radar 1,E+00
IR 1,E-03visibile 1,E-06
UV 1,E-07raggi X 1,E-11gamma 1,E-13cosmici 1,E-14
tipoLun.Onda Max, mt
UV UV
Si situano tra i raggi X e la luce visibile UVA, vicino: 400 < λ < 320 nm
• luce nera: induce fluorescenza UVB, medio: 320 < λ < 280 nm
• spettro d’azione per l’eritemaUVC, lontano: 280 < λ < 200 nm
• germicide: inattivazione virus e batteri• massimo assorbimento del DNA (260 nm)• mutagenicità ed oncogenicità
UVV, vuoto: 200 < λ < 100 impiego:
fusione e taglio del metallo; fabbricazione, controllo e impiego di lampade fluorescenti ed ai vapori di mercurio, sterilizzazione, fototerapia, danni da radiazioni, ecc.
•Fonte: Health Phys. Rad. Handbook, B. Shleien, 1992; rapporto ISS R 81/5, produzione e misura della radiazione UV
campi magnetici statici: zone delimitate
1. Zone ad accesso controllato: il campo disperso di induzione magnetica è >0,5 mT
2. Zone di rispetto ad accesso limitato: le aree interessate da campo disperso di induzione magnetica compreso tra 0,1 mT e 0,5 mT (5 Gauss);
3. Zone a libero accesso: aree interessate da campo disperso di induzione magnetica <0,1 mT (1 Gauss)
Fonte: D.M. 02/08/91
La segnaletica delle NIRLa segnaletica delle NIR
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Le radiazioni ionizzanti
naturali: radon e cosmici prodotti di consumofallout di bombe atomicheenergia nucleareattività industriali medicina: diagnostica e terapia
…possono essere nocive anche al paziente!
DOSI MEDIE ALLA POPOLAZIONE
0,01
0,37
0,006
0,33
0,1
0,34
1,24
0,001
0,8
0,0020
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
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Cosmici
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(A) Fessure nel pavimento di cemento; (B) Intercapedine nelle pareti o mattoni delle paretI, se poggiano sopra i blocchi fondazioni; (C) Fori e fessure nei blocchi di cemento; (D) Giunture fra pareti e pavimenti; (E) Suolo esposto, come in un pozzetto; (F) Tubi raccolta di acqua, se convogliati in pozzo aperto; (G) Giunture tra blocchi; (H) Spazi attorno ai tubi di servizio; (I) Aperture sul top dei blocchi delle pareti; (J) Materiali da costruzione, quali graniti, ecc. (K) Acqua (da pozzi locali o piccole comunità). Fonte: EPA 88
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elio giroletti .
Università degli Studi di Paviaelio giroletti .
Università degli Studi di Pavia