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I TARTASSATI? NOI! DI MAURIZIO SPEZZANO L’ÀGORÀ Bollettino, stampato in proprio, della LISTA CIVICA - LEGALITA’ e TRASPARENZA info. 3208597261 - [email protected] n° 12 - 1 novembre 2012 Difficile sintetizzare in poche battute cinque ore di Consiglio Comunale. Ancora più difficile essere fedele narratore dei fatti, perché è stato un susseguirsi di prese di posizione e scambi di accuse; d’altronde i punti all’ordine del giorno erano fonda- mentali per la vita amministrativa dell’Ente: l’approvazione del Rendiconto 2011, il Piano triennale delle Opere Pubbli- che, le tariffe e le imposte per il 2012 e, per finire, il Bilan- cio di Previsione dell’anno corrente. L’approvazione del Rendiconto ha evidenziato la distanza abissale che c’è tra la maggioranza e l’opposizione, ancora più abissale per via dei rilievi che lo stesso revisore dei conti ha mosso al documento. Relazione quella del revisore letta solo da me - almeno questa è stata l’impressione e lo stupore che il sindaco, la giunta e la sua maggioranza hanno mostrato nell’- apprendere i rilievi è stata la conferma della mia impressione. In sostanza, il revisore dei conti ha messo in luce l’incapacità di questa giunta di fare fronte all’ordinaria amministrazione, altri- menti non si spiega come mai accusi la maggioranza di non saper spendere i soldi dei cittadini, né tantomeno riscuotere le stesse imposte che essa ci somministra di anno in anno, né, ancora, la capacità di aggiornare la lista dei beneficiari dei fon- di comunali. Significa che il nostro comune distribuisce fondi, ma i beneficiari sono difficilmente individuabili. Lo stesso revi- sore ammonisce l’amministrazione di superficialità quando quantifica il danno derivato dal depuratore, 2/3 milioni di Euro, senza che la stessa amministrazione abbia mai vagliato un piano di rientro certo. Alla luce delle stesse considerazioni del revisore, ma soprattut- to per coerenza verso le critiche mosse al precedente bilancio, abbiamo votato contro perché non possiamo essere favorevoli e complici di questa disastrosa situazione. Soprattutto non possiamo avvalorare le farneticanti dichiarazioni dell’assessore al bilancio, Scaccia, che non solo nella sua relazione non si assume le responsabilità del disastro - era lui assessore nella precedente amministrazione - ma cerca di scaricare la respon- sabilità sul governo nazionale (cosa su cui potrei concordare) senza fare mai riferimento alla loro incapacità nel non aver saputo affrontare i problemi per tempo. Inutile raccontarvi che i consiglieri di maggioranza, da buone pecorelle, hanno votato a favore. D’altronde chi nasce pecora non può morire leone!! Servizi a domanda individuale. Con questo punto siamo en- trati nel merito delle questioni cogenti. Inutile dirvi che il no- stro voto è stato contrario agli aumenti, perché colpiscono in modo indiscriminato tutti, anche coloro che non hanno le possibilità di farvi fronte. Infatti, il primo salasso inizia da qui: aumenti generalizzati del 5% sui servizi, in particolare scolastici. Secondo noi gli aumenti sono ingiustificati e la scusa dell’inflazione è una bufala, anche perché non mi risul- ta che in Italia sia del 5% annua. Nello specifico ho conte- stato in modo parti- colare i finanziamenti a pioggia dati al centro anziani senza un criterio di reddito. Nessuno obietta sul fatto di continuare a sostenere le attività del centro, ma trovo equilibrato che essi siano legati al reddito degli aderenti: chi ha di più riceve meno e chi ha meno riceve di più. Si chiama giustizia sociale. Qui c’è stata una sorta di apertura da parte della maggioran- za. Aspetteremo i fatti. Inoltre, ho anche chiesto che il centro sia anche di utilità al paese, ad esempio reintroducendo la figura del nonno vigile per garantire la vigilanza ai bambini che escono da scuola. Ai ragazzi delle medie, ad esempio, all’uscita delle 14,10 non è garantita una presenza che vigili sull’attraversamento della Casilina, e visti gli ultimi, drammati- ci, eventi labicani, non mi sembra un punto da sottovalutare. Per questo ho presentato un ordine del giorno che impegna il sindaco in questo senso. Sottoscritto da Nello Tulli e messo ai voti, è passato all’unanimità. Approvazione programma triennale delle OO.PP. Anche qui voto contrario, non per partito preso, ma per il fatto che si continua a brancolare nel buio. Quando si programmano le opere pubbliche bisogna farlo con criterio e non limitarsi a buttare giù una generica lista. Ci sono opere previste che si trascinano da decenni e di cui si è persa memoria tra i citta- dini. In più, programmare fogne, depuratore, illuminazione significa chiaramente che si è aspettata la distruzione del ter- ritorio per poi cercare di correre ai ripari. Ma facciamo qual- che esempio di opera iniziata e mai terminata. In Via Leonar- do da Vinci prima delle elezioni del 2007 si sono fatti in fret- ta e furia lavori sull’impianto fognario, mai portati a termine, PRESSIONE FISCALE

Agorà n. 12 - Speciale bilancio

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Questo numero dell'Agorà è interamente dedicato al consiglio comunale sul bilancio comunale. Un bilancio disastroso, che avrà pesanti conseguenze sulle tasche dei cittadini labicani.

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I TARTASSATI? NOI! DI MAURIZIO SPEZZANO

L’ÀGORÀ Bollettino, stampato in proprio, della LISTA CIVICA - LEGALITA’ e TRASPARENZA

info. 3208597261 - [email protected] n° 12 - 1 novembre 2012

Difficile sintetizzare in poche battute cinque ore di Consiglio Comunale. Ancora più difficile essere fedele narratore dei fatti, perché è stato un susseguirsi di prese di posizione e scambi di accuse; d’altronde i punti all’ordine del giorno erano fonda-mentali per la vita amministrativa dell’Ente: l’approvazione del Rendiconto 2011, il Piano triennale delle Opere Pubbli-che, le tariffe e le imposte per il 2012 e, per finire, il Bilan-cio di Previsione dell’anno corrente. L’approvazione del Rendiconto ha evidenziato la distanza abissale che c’è tra la maggioranza e l’opposizione, ancora più abissale per via dei rilievi che lo stesso revisore dei conti ha mosso al documento. Relazione quella del revisore letta solo da me - almeno questa è stata l’impressione e lo stupore che il sindaco, la giunta e la sua maggioranza hanno mostrato nell’-apprendere i rilievi è stata la conferma della mia impressione. In sostanza, il revisore dei conti ha messo in luce l’incapacità di questa giunta di fare fronte all’ordinaria amministrazione, altri-menti non si spiega come mai accusi la maggioranza di non saper spendere i soldi dei cittadini, né tantomeno riscuotere le stesse imposte che essa ci somministra di anno in anno, né, ancora, la capacità di aggiornare la lista dei beneficiari dei fon-di comunali. Significa che il nostro comune distribuisce fondi, ma i beneficiari sono difficilmente individuabili. Lo stesso revi-sore ammonisce l’amministrazione di superficialità quando quantifica il danno derivato dal depuratore, 2/3 milioni di Euro, senza che la stessa amministrazione abbia mai vagliato un piano di rientro certo. Alla luce delle stesse considerazioni del revisore, ma soprattut-to per coerenza verso le critiche mosse al precedente bilancio, abbiamo votato contro perché non possiamo essere favorevoli e complici di questa disastrosa situazione. Soprattutto non possiamo avvalorare le farneticanti dichiarazioni dell’assessore al bilancio, Scaccia, che non solo nella sua relazione non si assume le responsabilità del disastro - era lui assessore nella precedente amministrazione - ma cerca di scaricare la respon-sabilità sul governo nazionale (cosa su cui potrei concordare) senza fare mai riferimento alla loro incapacità nel non aver

saputo affrontare i problemi per tempo. Inutile raccontarvi che i consiglieri di maggioranza, da buone pecorelle, hanno votato a favore. D’altronde chi nasce pecora non può morire leone!! Servizi a domanda individuale. Con questo punto siamo en-trati nel merito delle questioni cogenti. Inutile dirvi che il no-

stro voto è stato contrario agli aumenti, perché colpiscono in modo indiscriminato tutti, anche coloro che non hanno le possibilità di farvi fronte. Infatti, il primo salasso inizia da qui: aumenti generalizzati del 5% sui servizi, in particolare

scolastici. Secondo noi gli aumenti sono ingiustificati e la scusa dell’inflazione è una bufala, anche perché non mi risul-ta che in Italia sia del 5% annua. Nello specifico ho conte-stato in modo parti-colare i finanziamenti a pioggia dati al centro anziani senza un criterio di reddito. Nessuno obietta sul fatto di continuare a sostenere le attività del centro, ma trovo equilibrato che essi siano legati al reddito degli aderenti: chi ha di più riceve meno e chi ha meno riceve di più. Si chiama giustizia sociale. Qui c’è stata una sorta di apertura da parte della maggioran-za. Aspetteremo i fatti. Inoltre, ho anche chiesto che il centro sia anche di utilità al paese, ad esempio reintroducendo la figura del nonno vigile per garantire la vigilanza ai bambini che escono da scuola. Ai ragazzi delle medie, ad esempio, all’uscita delle 14,10 non è garantita una presenza che vigili sull’attraversamento della Casilina, e visti gli ultimi, drammati-ci, eventi labicani, non mi sembra un punto da sottovalutare. Per questo ho presentato un ordine del giorno che impegna il sindaco in questo senso. Sottoscritto da Nello Tulli e messo ai voti, è passato all’unanimità. Approvazione programma triennale delle OO.PP. Anche qui voto contrario, non per partito preso, ma per il fatto che si continua a brancolare nel buio. Quando si programmano le opere pubbliche bisogna farlo con criterio e non limitarsi a buttare giù una generica lista. Ci sono opere previste che si trascinano da decenni e di cui si è persa memoria tra i citta-dini. In più, programmare fogne, depuratore, illuminazione

significa chiaramente che si è aspettata la distruzione del ter-ritorio per poi cercare di correre ai ripari. Ma facciamo qual-che esempio di opera iniziata e mai terminata. In Via Leonar-do da Vinci prima delle elezioni del 2007 si sono fatti in fret-ta e furia lavori sull’impianto fognario, mai portati a termine,

PRESSIONE FISCALE

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tanto le elezioni erano finite; in via Fontana Chiusa, prima delle elezioni si sono messe le basi per l’impianto di illumina-zione, oggi abbandonate al proprio destino, in attesa, magari delle prossime elezioni; la rotatoria tra circonvallazione Fal-cone e la Casilina – qui si rasenta il comico – era un’opera prevista nel PRG con una osservazione: si concedeva a un pri-vato la possibilità di trasformare la zona industriale in com-merciale e in cambio si riceveva l’elemosina della rotatoria, costo previsto se non sbaglio, 100.000 Euro. Oggi, inserita nell’-elenco delle opere pubbliche. Mah! Parcheggi in corso Gari-baldi, prima delle elezioni mezzi in movimento, elezioni finite e con loro i lavori, non si sa quando potranno riprendere, ma-gari in prossimità delle prossime elezioni, magari con Galli can-didato sindaco e Scaccia vicesindaco, o forse torna anche Gior-dani. Chi lo sa? Tante ancora le storture, vi ricordo solo che tutte le opere pubbliche previste si trovano nella fase dello studio di fattibilità, cioè niente. Bilancio di previsione 2012. Il vero nodo di tutta la giornata. La relazione di Scaccia non ha soddisfatto nessuno. Di certo non l’opposizione che ha avuto da ridire su ogni passaggio. Giustificare il massa-cro sociale degli au-menti scriteriati senza neanche mettersi a ridere è roba da equi-libristi del nulla. Ma ciò che mi ha fatto inorridire è stata la dichiarazione del sin-daco, secondo cui: “I cittadini non paghe-

ranno un bel nulla”. Giuro, ha detto così, tanto da spingermi a trascrivere la frase per non dimenticarla. Fare questa dichiara-zione è un azzardo da masochisti, vuol dire che cerca lo scon-tro a prescindere, altrimenti non si spiega. Forse né lui, né l’as-

sessore al bilancio, né i supini consiglieri di maggioranza si so-no resi conto di ciò che sta avvenendo al Pantano e a Fontana Marchetta. Glielo ricordo io: Dal 19 aprile il depuratore di Fon-tana Marchetta e del Pantano sono sotto sequestro, e il tra-

sporto della vil cacca ci costa, ad oggi, circa 3 milioni di euro;

per cui, voi, avete aumentato le tasse per recuperare dalle ta-

sche dei cittadini, che non hanno responsabilità, la somma utile

per coprire le spese di questo autentico disastro. Spero che ora capiscano. Nel merito, bisogna ricordare a tutti che la tassazione imposta porterà al comune di Labico qualcosa come 3 milioni di euro, su un bilancio di competenza di circa 4.500.000/5.000.000. Al-lora se due più due fa quattro, non è difficile capire che il prossimo passaggio è il dissesto, oppure, come hanno lasciato intendere, “regalare” i nostri depuratori ad ACEA. Oltre il dan-no la beffa. Secondo voi, l’ACEA sta lì a fare affari o a regalare soldi ai cittadini di Labico? Dovrà coprire in qualche modo i debiti contratti? E chi saranno coloro che dovranno pagare? Ecco, tutta la vicenda sta qui. Inutile perdersi in chiacchiere. A

novembre, con l’assestamento, dovranno venire fuori i debiti reali contratti perché nel bilancio di previsione i furbetti del quartierino ne hanno quantificati 1.600.000 Euro. Robetta!! Inoltre, sempre parole del revisore dei conti, la previsione di incassare 970.000 euro dall’IMU, “… è irrealistica”. E’ probabile quindi, che anche questa voce vada a farsi benedire. Il debito di 3.000.000 di Euro del depuratore grida vendetta, per cui, in sede di dichiarazione di voto, a nome del gruppo e dei cittadini che fanno parte del Comitato, ho annunciato un esposto alla Corte dei Conti. Lo abbiamo fatto perché cre-diamo che ci siano gli estremi per far pagare i responsabili e perché avevamo garantito che avremmo messo in campo tutte le possibili soluzioni, anche quelle della giustizia amministrati-va. Siamo stati di parola e lo abbiamo dimostrato, forti anche del fatto che il comune di Labico, udite udite, “non è un co-mune virtuoso”, contrariamente alle chiacchiere di un vec-chio sindaco di cui si sono perse le tracce. Da buon templare, evidentemente, sarà di sicuro alla ricerca del Sacro Graal in qualche desolata landa orientale. Prima di concludere mi sembra giusto ricordare a tutti il falli-

mento totale della raccolta differenzia-

ta che si sta dimostrando sempre di più una bufala: siamo l’unico comune al mon-do in cui le spese per la raccolta differen-ziata crescono piuttosto che diminuire. Forse, il delegato all’ambiente, già presi-dente del Consiglio Comunale, già candi-dato sindaco per tre giorni, già assessore in pectore per un paio d’ore, capogruppo tacente della maggioranza dovrebbe chie-dere scusa a tutti, a partire da se stesso. O forse dovrebbe guardare meno al “circo” e più ai diritti dei cittadini. Ma questa è un’applicazione troppo grande per chi

vive solo di sospetti, il più delle volte infondati. Il bilancio in sé non era assolutamente emendabile, perché se si prevedono solo tasse e imposte è difficile modificarlo, va

rifatto in toto. Un bilancio così non può essere di chi, come me, ha una visione totalmente diversa da quella di questa maggioranza. Malgrado il giudizio negativo, quindi, d’accordo con il gruppo ho presentato 8 emendamenti e tre ordini del giorno, che hanno scatenato le ire di Scaccia: secondo lui, sca-duti i termini non avrei potuto presentare gli emendamenti. Avrebbe avuto ragione se la maggioranza fosse stata sempre rispettosa di Statuto e Regolamento; considerato, invece, che l’amministrazione è inadempiente, non avendo ottemperato agli obblighi di legge, per me presentare gli emendamenti era cosa normalissima. C’è stato un inseguirsi di improperi da par-te mia nei suoi confronti, lo stesso dicasi di lui. Alla fine, co-munque, ho trasformato gli emendamenti in ordine del gior-no, costringendo comunque la maggioranza a sottoporsi al voto del Consiglio. Alla fine delle votazioni siamo riusciti a spostare 32.550 Euro, dirottati verso la scuola, la cultura,

sport e viabilità.

Non è stata una bella pagina quella di mercoledì, una ammini-strazione insensibile ai bisogni dei cittadini non può essere una

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RISAMARO di Matteo Di Cocco

Sapete cosa è una dittatura? Facciamo al volo un ripasso gra-zie a Wikipedia: La dittatura è una forma autoritaria di governo in cui il potere è ac-

centrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo dit-

tatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e socia-

li interni allo Stato. In senso lato, dittatura ha quindi il significato di

predominio assoluto e perlopiù incontrastabile di un individuo (o di un

ristretto gruppo di persone) che detiene un potere imposto con la for-

za. In questo senso la dittatura coincide spesso con l'autoritarismo e

con il totalitarismo. Sua caratteristica è anche la negazione della

libertà di espressione e di stampa. La dittatura è considerata il con-

trario della democrazia. Va inoltre detto che il dittatore può giunge-

re al potere anche democraticamente e senza violenza (valga l'e-

sempio di Adolf Hitler, eletto dal popolo tedesco). La salita al potere di

una dittatura è favorita da situazioni di grave crisi economica...

Negazione della libertà di stampa, come (ad esempio) vietare per più volte le riprese di qualcosa … è successo qualche gior-no fa ad una troupe italiana che si trovava a Cuba ed è succes-so per due volte di seguito qui, a Labico. Guarda caso tutto è iniziato dallo scorso consiglio comunale, quello dell'aumento dell'IMU, forse per evitare che qualcuno vedesse sentisse con le proprie orecchie il sindaco alzare le aliquote più di quanto

aveva promesso pochi mesi prima? Oppure che qualcuno a-vrebbe potuto vedere con i propri occhi chi senza problemi ha votato a favore di tali provvedimenti e chi contro? Lo stes-so è successo nel consiglio appena passato, infatti, mercoledì 24 ottobre si è andato a votare il bilancio … insomma quella cosa dove ci sono scritti tutti i soldi che escono dal comune come escono e perché escono e viceversa. Ed indovinate? Ri-prese vietate! Ma come? Perché? La giustificazione è stata tro-vata dal nuovo e scintillante segretario da 70.000 € ... nello statuto dei lavoratori, sì perché essendo lui un lavoratore vuo-le essere tutelato, non vuole essere ripreso mentre annuncia che il registratore usato per redigere i verbali "non funziona" guarda caso proprio in concomitanza con il divieto di registra-zione. Ma che caso. Quindi si è dovuti passare alla verbalizza-zione classica, con il segretario intento a scrivere una parola ogni duecento di quelle dette. Eh si, con questo segretario

buona amministrazione. Se poi si aggiungono consiglieri di maggioranza che con la testa annuiscono alle ragioni dell’op-posizione e poi a testa china votano diversamente, la dice lunga sulla classe politica e morale che guida il nostro paese. Due esempi: al voto sull’ordine del giorno sul taglio delle indennità del 20% di sindaco e assessori, la maggioranza va sotto perché in due si astengono. Al richiamo del sindaco, si ripete la votazione e uno dei due astenuti cambia posizione, votando con il resto della maggioranza. Risultato capovolto. Chi è il consigliere? Adriano Paoletti. Oppure, la dichiarazione del capogruppo di maggioranza, che chiede di rateizzare le cartelle esattoriali che arriveranno ai cittadini, dimenticandosi che quando presentai l’emendamento in occasione della de-terminazione delle tariffe IMU, lo stesso ha votato contro. Chi è il capogruppo? Ma naturalmente il falso moralizzatore, Lu-ciano Galli.

Se l’andazzo è questo sarà una consiliatura difficile per loro… cercheremo di scardinare il castello di carta, intanto con il ri-corso alla Corte dei Conti, affinché verifichi il bilancio comu-nale. Il resto verrà da sé, anche se c’è poco da fidarsi di questa classe politica. Noi continueremo a lavorare per far emergere le loro contraddizioni e le loro piccolezze politiche ed umane.

PS: ho riproposto i tre ordini del giorno sul depuratore. Mal-grado le dichiarazioni lette sulla stampa e udite in Consiglio Comunale, la maggioranza ha votato contro, mentre Tulli si è astenuto. Uno degli ordini del giorno prevedeva uno sconto corposo su IMU, Tarsu, acqua e depurazione, che sarebbe ba-stato a coprire il prelievo imposto dall’amministrazione. Re-spinto, con un unico voto favorevole, il mio.

La versione integrale dell’articolo e il testo degli ordini del

giorno su http://spezzanomaurizio.wordpress.com/

hanno fatto proprio tombola . Quindi, così con un facile pre-testo si è aggirata la democrazia, plasmando a proprio piaci-mento una legge, ditemi voi se questa non è una dittatura. Stessa cosa, in fondo, è successa per il famoso concorso del tirocinio, proprio quello per diventare assistenti del sindaco… ora, perché la vincitrice del concorso mi ha minacciato? «Dì a tuo nipote che stia attento a quelle che scrive perché se no poi scrivo io, ma no su facebook!» Questo non è un compor-tamento squadrista? Sembra quasi che l'appartenere ad una certa cerchia, ti dia il permesso di fare o dire qualsiasi cosa. Tra l'altro scusatemi se non posso riportare la "minaccia" in maniera testuale ma, ahimè non ho ancora avuto il piacere di parlare con la signora in questione, lei stessa afferma l'illegali-tà di questo stesso giornalino, ma forse lei stessa non sa che le accuse di “stampa clandestina” non sono mai state confermate dalla magistratura, che le ha (a quanto pare) considerate ridi-cole…. beh è meglio che si informi bene - con lo stesso ardore messo nel difendere la sua posizione o con lo stesso amore profuso nel suo lavoro (ops, tirocinio) – o forse no, visto che il nostro sindaco preferisce di gran lunga le persone mal infor-mate. Sono passibile di minaccia? Altro tassello fondamentale in una buona dittatura è la propaganda ed anche qui non ci siamo fatti trovare impreparati, i migliori giornalisti della car-reggiata della "Via Casilina" formano un'equipe di addetti stampa senza precedenti e non solo tramite i canali ufficiali ma anche attraverso giornali cartacei e online diretti (più o meno) dallo stesso addetto stampa (più o meno) del sindaco che è (più o meno) un giornalista. Stranamente, vengono esal-tate sempre le ragioni della maggioranza sarà forse un caso? Manipolazione delle leggi, intimidazione ed offuscamento del-la realtà. Scusate ma io, questo non l'accetto. È una colpa vo-ler vivere in un paese migliore? È una colpa ripudiare i favori-tismi? È una colpa rifiutare di svendersi per un buono benzina, per un lavoro o per un favore? È una colpa avere dei sogni? Allora io sono colpevole e ve ne posso trovare tanti altri, cer-catemi, cercateci perché noi non ci nascondiamo dietro una lettera, una tastiera o allo statuto dei lavoratori.

«Oste come è il vino?» «Buono!»

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NO ALLA (S)VENDITA DI PALAZZO GIULIANI DI TULLIO BERLENGHI

La voce circolava da tempo. Qualche esponente della maggioranza l’aveva già ipotizzato: di fronte allo scon-quasso dei conti, l’unica è vendere – almeno in parte – il proprio patrimonio. L’immagine non è confortante. La sensazione è quella di vedere un casato nobiliare in decli-no, che per sopravvivere è costretto a vendere l’antico palazzo di famiglia, quello sul cui frontone è scolpito lo scudo araldico. Uno dei luoghi simbolo della storia di Labico è Palazzo

Giuliani e, probabil-

mente, sarà lui ad

essere sacrificato. In diritto, quando si vuo-le attribuire pondera-tezza e responsabilità a chi amministra un bene che non gli appartiene (ed è il caso degli ammini-stratori pubblici) si usa la locuzione “diligenza del buon padre di famiglia”, ad intendere che il rispetto e la cura nei confronti della res publica devono essere i medesimi che avrebbe appunto il “buon padre” nei confronti delle proprietà di famiglia. E’ suo preciso interesse, come per-sona e come genitore, garantire che quei beni siano utiliz-zati correttamente e in modo da preservarne il più possi-bile valore e funzionalità. E la decisione di alienare uno dei beni di famiglia ha senso quando quel bene non serve e il ricavato può servire ad acquistare qualcosa di utile oppure quella vendita serve a risolvere problemi impor-tanti, ma con la consapevolezza che per la famiglia sarà un danno e le future generazioni saranno private per sempre di quel bene. Ma se per un padre le “future gene-razioni” altro non sono che i figli e i nipoti, per un ammi-nistratore con pochi scrupoli le future generazioni

sono un concetto astratto, che tra l’altro neanche

vota, e quindi non si preoccupa certo di tutelarle. D’altronde, un amministratore coscienzioso non ci avreb-be portati nell’incredibile situazione in cui ci troviamo, con i conti pubblici allo sfascio e il sindaco che ha il co-raggio di affermare che “in questo bilancio i cittadini non pagheranno in più per il problema del depuratore”, smen-tendo il fatto che proprio il documento di bilancio appro-vato annuncia – pur con estrema vaghezza – un costo che si aggira tra i due e i tre milioni di euro. E se non saranno – non tutti almeno – contabilizzati nel 2012 questo non significa che i cittadini non saranno chiamati a pagare. Che poi Galli si lamenti dei continui tagli degli ulti-mi Governi – peraltro da lui sostenuti – non cam-bia di una virgola il problema ed è meglio ricor-darlo. La magistratura ha riscontrato il malfunzio-namento dei due impianti di depurazione e ne ha

disposto il sequestro. Chi ha la responsabilità di un’infra-struttura fognaria e di depurazione che non funzionano? Perché Galli e compagnia cantante continuano a parlare del-l’emergenza depuratori come se a Labico si fosse abbattuto un meteorite? Sono talmente tante le anomalie in tutta la vicenda – e noi le abbiamo evidenziate in modo molto cir-costanziato – da non potersene lavare le mani con tanta di-sinvoltura. Ad aggravare la situazione c’è, ad adiuvandum, un’inveterata incapacità di amministrare la cosa pubblica e gli sprechi a Labico non si contano. Pensiamo al fallimento della raccolta differenziata, che non sembra aver prodot-to alcun vantaggio in termini di quantità di rifiuti conferiti in discarica, ma il cui costo è aumentato (dal 2008 ad oggi)

del 60 per cento. Pensiamo alle cosiddette opere pubbli-che, che a Labico sono una continua emorragia di denaro pubblico, dalla finta ciclabile da 200mila euro (ma in bi-

lancio ce ne sono altri 700mila) all’operazione Eiffel per la quale stiamo pagando le rate di un mutuo per avere

acquistato della ferraglia di cui il comune non ha neppure il possesso. Pensiamo ai soldi buttati per il progetto ASI, che per fortuna siamo riusciti a fermare, e a quelli per i vari sportelli dai quali non si è mai avuto alcun beneficio per la collettività. Potrei andare avanti per pagine, ma non è il caso di sparare sulla croce rossa. La questione è un’altra, siamo in mano ad una classe politica che gestisce la cosa pubblica – nella sua complessità, dalle risorse economiche al territorio alle infrastrutture ai beni immobili – con una sciatteria scon-fortante. Molto è lasciato al degrado e all’abbandono, pro-prio perché manca quella “diligenza del buon padre di fami-glia” che chiunque abbia in affidamento un bene che non gli appartiene sarebbe in grado di usare. A chi amministra Labi-co manca del tutto questa sensibilità. E non hanno avuto alcuno scrupolo ad inserire, nel bilancio triennale, qualco-sa come un milione e 348mila euro di entrate derivanti

da alienazione di beni patrimoniali. Ovviamente senza uno straccio di indicazione su cosa vogliono vendere, su che stima sia stata fatta e da chi. Una mente un po’ maliziosa potrebbe pensare che a trarre vantaggio da questa operazio-ne di salvataggio dei conti potrebbe essere qualcuno che opera nel campo degli immobili e delle costruzioni. Chi svende per necessità trova sempre qualche vorace imprendi-tore pronto all’affare. Chissà, magari ne conoscono anche qualcuno… D’altronde non è che possiamo far loro una col-pa se, rispetto al buon padre di famiglia, sono privi di quella benedetta diligenza. Anzi, consci di questa lacuna, hanno

anche trovato la soluzione: l’assaltano.

Non perdete il TG LOV… una voce di opposizione! http://vimeo.com/Labico