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L’ÀGORÀ Bollettino, stampato in proprio, della LISTA CIVICA - LEGALITA’ e TRASPARENZA info. 3208597261 - [email protected] Gruppo Facebook - Lista civica Legalità e Trasparenza IL CORAGGIO DELLA COERENZA DI MAURIZIO SPEZZANO 25 marzo 2012 Lista Civica – LEGALITA’ e TRASPA- RENZA, questo è il nome che ab- biamo voluto dare alla nostra lista, per continuare idealmente e coe- rentemente il lavoro già svolto in questi cinque anni di consiliatura, nel solco di una linearità di con- dotta che pochi hanno mostrato. Il nome da solo rac- chiude il nostro programma: rispetto delle regole e azione alla luce del sole. Abbiamo lavorato sodo per cinque anni, sempre in prima linea. Noi vogliamo rimarcare, con la pre- senza di questa lista, la voglia di non arrenderci a chi in- terpreta la politica come “posto fisso” e di continuare a batterci per un’altra Labico, fatta di diritti, di servizi, di rispetto e di sviluppo. Non abbiamo bisogno di pro- mettere ciò che altri non potranno mai mantenere. Ci pro- poniamo per ciò in cui crediamo: rispetto per l’ambien- te, controllo del territorio, azzeramento dei favori, inizio di un nuovo percorso. “Governare” un territorio è diverso dal “comandare” il territorio; nel primo caso pre- vale la buona politica, fatta di operosità e servizi per i cit- tadini, in armonia con l’ambiente e votata ad uno sviluppo che tenga conto di più dinamiche, primi fra tutti i diritti, di tutti; nel secondo caso, la politica viene intesa come occu- pazione forzata nella gestione del potere, come mezzo per il raggiungimento del benessere, non della collettività, ma di pochi. In questo caso politica fa rima con affare. Labico, è stato terreno fertile di questa sciagurata politica affaristi- ca, proprio perché le complicità sono state trasversali. Tempo fa, ad esempio, chi era all’opposizione avrebbe dovuto controllare, invece è stato complice. Basta guarda- re l’ultima variante al PRG e le dinamiche che l’hanno mossa. Il motore è sempre stata la pancia: ingozzarsi alle spalle dei cittadini. Costruire più case non ha significato necessariamente avere più servizi o più diritti. A Labi- co più case ha significato solamente affari per i costruttori, i progettisti e gli affini. Tutto questo ha fatto regredire pericolosamente il livello della qualità della vita a Labico, a causa, spesso, della totale assenza o inefficienza delle ope- re fondamentali: ci sono quasi una quindicina di lottizza- zioni che seppur scadute non sono mai state prese a carico dall’amministrazione per mancato rispetto degli standard; intere aree abbandonate al proprio destino; quartieri che aspettano l’asfaltatura delle strade da anni, altri (nuovi) quartieri che non hanno un impianto fognario degno di questo nome, altri senza una (ordinaria) illuminazione. C’è uno scandalo enorme che si chiama Colle Spina, divenuto tale per chiare responsabi- lità di chi ha amministrato e ha taciuto, interpretando il proprio ruolo più come complice della disfunzione che come pungolo alla risoluzione del problema. C’è una “non scuola”, fatta di aggiunte e di ampliamenti più o meno grandi, che tamponano ma non risolvono. C’è una “non biblioteca”, da anni abbandonata alla polvere (e alla muffa) dei suoi libri. Non c’è verde pubblico, non ne è rimasto più e quel poco che resiste è, spesso, ab- bandonato o curato alla meglio dai cittadini che volonta- riamente decidono di occuparsene. È qui che, portando avanti con coerenza il nostro progetto, vogliamo interve- nire. Vogliamo che i cittadini labicani godano degli stessi servizi e delle stesse opportunità di tutti gli altri. Non si tratta di un favore che facciamo loro, ma di un dirit- to che vogliamo garantire. A volte basta un po’ di buonsenso, l’applicazione di principi sanciti, prassi, pur- troppo, mai riconosciuta da chi è abituato solo a gestire il potere. La responsabilità di tutto questo è da ricercarsi, anche, verso coloro che avrebbero dovuto verificare che ciò non succedesse. A Labico c’è bisogno di buona politi- ca dedicata al cittadino e non di accordi sottobanco de- dicati ai soli amministratori, c’è bisogno di governo e non di potere. A Labico c’è bisogno di LEGALITA’ e TRA- SPARENZA. Noi ci siamo e continueremo nell’azione risa- natrice che ci siamo dati. Senza rimpianti, andiamo avanti e guardiamo al futuro. Noi ci candidiamo per vincere le prossime elezioni e governare il paese, per impri- mere una svolta storica alla nostra cittadina. Noi ci abbiamo messo l’idea, ora ci serve la forza. E la nostra forza siete voi. Benvenuti a bordo, come novelli Ulisse ci avviamo a vivere questa splendida avventura. Buon viaggio a tutti noi/voi.

Agorà n. 2

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Il secondo numero di Agorà, il bollettino informativo della lista civica - Legalità e Trasparenza. All'interno articoli di Berlenghi, Spezzano, Ilari, Lorenzon

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L’ÀGORÀ Bollettino, stampato in proprio, della LISTA CIVICA - LEGALITA’ e TRASPARENZA

info. 3208597261 - [email protected] Gruppo Facebook - Lista civica Legalità e Trasparenza

IL CORAGGIO DELLA COERENZA DI MAURIZIO SPEZZANO

25 marzo 2012

Lista Civica – LEGALITA’ e TRASPA-RENZA, questo è il nome che ab-biamo voluto dare alla nostra lista, per continuare idealmente e coe-rentemente il lavoro già svolto in questi cinque anni di consiliatura, nel solco di una linearità di con-

dotta che pochi hanno mostrato. Il nome da solo rac-chiude il nostro programma: rispetto delle regole e azione alla luce del sole. Abbiamo lavorato sodo per cinque anni, sempre in prima linea. Noi vogliamo rimarcare, con la pre-senza di questa lista, la voglia di non arrenderci a chi in-terpreta la politica come “posto fisso” e di continuare a batterci per un’altra Labico, fatta di diritti, di servizi, di rispetto e di sviluppo. Non abbiamo bisogno di pro-mettere ciò che altri non potranno mai mantenere. Ci pro-poniamo per ciò in cui crediamo: rispetto per l’ambien-te, controllo del territorio, azzeramento dei favori, inizio di un nuovo percorso. “Governare” un territorio è diverso dal “comandare” il territorio; nel primo caso pre-vale la buona politica, fatta di operosità e servizi per i cit-tadini, in armonia con l’ambiente e votata ad uno sviluppo che tenga conto di più dinamiche, primi fra tutti i diritti, di tutti; nel secondo caso, la politica viene intesa come occu-pazione forzata nella gestione del potere, come mezzo per il raggiungimento del benessere, non della collettività, ma di pochi. In questo caso politica fa rima con affare. Labico, è stato terreno fertile di questa sciagurata politica affaristi-ca, proprio perché le complicità sono state trasversali. Tempo fa, ad esempio, chi era all’opposizione avrebbe dovuto controllare, invece è stato complice. Basta guarda-re l’ultima variante al PRG e le dinamiche che l’hanno mossa. Il motore è sempre stata la pancia: ingozzarsi alle spalle dei cittadini. Costruire più case non ha significato necessariamente avere più servizi o più diritti. A Labi-co più case ha significato solamente affari per i costruttori, i progettisti e gli affini. Tutto questo ha fatto regredire pericolosamente il livello della qualità della vita a Labico, a causa, spesso, della totale assenza o inefficienza delle ope-re fondamentali: ci sono quasi una quindicina di lottizza-

zioni che seppur scadute non sono mai state prese a carico dall’amministrazione per mancato rispetto degli standard; intere aree abbandonate al proprio destino; quartieri che aspettano l’asfaltatura delle strade da anni, altri (nuovi) quartieri che non hanno un impianto fognario degno di questo nome, altri senza una (ordinaria) illuminazione. C’è uno scandalo enorme che si chiama Colle Spina, divenuto tale per chiare responsabi-lità di chi ha amministrato e ha taciuto, interpretando il proprio ruolo più come complice della disfunzione che come pungolo alla risoluzione del problema. C’è una “non scuola”, fatta di aggiunte e di ampliamenti più o meno grandi, che tamponano ma non risolvono. C’è una “non biblioteca”, da anni abbandonata alla polvere (e alla muffa) dei suoi libri. Non c’è verde pubblico, non ne è rimasto più e quel poco che resiste è, spesso, ab-bandonato o curato alla meglio dai cittadini che volonta-riamente decidono di occuparsene. È qui che, portando avanti con coerenza il nostro progetto, vogliamo interve-nire. Vogliamo che i cittadini labicani godano degli stessi servizi e delle stesse opportunità di tutti gli altri. Non si tratta di un favore che facciamo loro, ma di un dirit-to che vogliamo garantire. A volte basta un po’ di buonsenso, l’applicazione di principi sanciti, prassi, pur-troppo, mai riconosciuta da chi è abituato solo a gestire il potere. La responsabilità di tutto questo è da ricercarsi, anche, verso coloro che avrebbero dovuto verificare che ciò non succedesse. A Labico c’è bisogno di buona politi-ca dedicata al cittadino e non di accordi sottobanco de-dicati ai soli amministratori, c’è bisogno di governo e non di potere. A Labico c’è bisogno di LEGALITA’ e TRA-SPARENZA. Noi ci siamo e continueremo nell’azione risa-natrice che ci siamo dati. Senza rimpianti, andiamo avanti e guardiamo al futuro. Noi ci candidiamo per vincere le prossime elezioni e governare il paese, per impri-mere una svolta storica alla nostra cittadina. Noi ci abbiamo messo l’idea, ora ci serve la forza. E la nostra forza siete voi. Benvenuti a bordo, come novelli Ulisse ci avviamo a vivere questa splendida avventura. Buon viaggio a tutti noi/voi.

Da oltre dieci anni vivo in questo paese. Quando ho comprato la mia casa, era l’ultima costruita sulla prima metà di Circonvallazione G. falcone, poi c’era verde. Lotti coltivati ed altri incolti. La strada asfaltata terminava poco più in là. L’energia elettrica per quasi un mese ci è stata fornita da un contatore volante messo a disposizione dal-l’impresa di costruzione, mentre per avere l’allaccio in fogna sono dovuto ricorrere alla prestazione di un legale e nulla di quello che ho dovuto fare per rendere la mia casa e gli spazi circostanti vivibili è stato facile. Quando si compra una nuova casa, per fortuna, ci sono mille moti-vazioni che stimolano l’individuo e sopperiscono allo sco-raggiamento che all’improvviso si presenta, inevitabile, ad ogni difficoltà. Ma intorno alla mia casa continuavano a sorgere con rapidità incredibile, case, appartamenti, pre-sunte aree verdi, poi villette poi di nuovo case e parcheg-gi. Uscendo di casa ero costretto ad uno slalom tra una buca ed un avvallamento che ogni giorno aumentavano a causa dei continui lavori per il completamento delle ope-re di urbanizzazione. Ho continuato a ripetermi di avere pazienza perché appe-na ultimate le opere dei cantieri aperti si sarebbero ulti-mati gli allacci alla rete fognaria e soprattutto la superfi-cie stradale. Come premesso, sono trascorsi oltre dieci anni, continuo a percorrere Circonvallazione Falcone zi-gzagando tra un cratere e l’altro, ma ora sono diventato veramente bravo, lo faccio in auto e in moto ed anche in mountain bike è un vero spasso. Ho visto asfaltare strade private prima delle elezioni comunali, per le strade pub-bliche sarà forse necessario attendere le prossime…. ep-pure io ho pagato per anni un’ICI tra le più alte della re-gione, pago regolarmente contributi per lo smaltimento dei rifiuti - impiegando non meno di 15 minuti per cerca-re uno spazio dove gettare i rifiuti differenziati - e quan-do arrivo con le ruote ancora sane sulla via Casilina, par-tecipo ad uno dei pochi momenti di collettiva solidarietà che si possano vivere in questo paese: quando i miei com-paesani mi lampeggiano per avvisarmi della presenza del-la polizia municipale appostata con l’autovelox. Continuo a domandarmi quante e quali tasse dovrei paga-re per poter avere quei servizi essenziali che ci si aspetta da un paese civile e quale esigenza economica vanno a coprire, per esempio, le multe che vengono contestate ogni giorno e che producono introiti che per legge do-vrebbero essere utilizzati per migliorare le condizioni e la

sicurezza delle strade. Sento il bisogno di dire a quei miei compaesani che hanno paura di una politica alternativa in questo paese, che non è troppo pretendere che venga bonificato lo scempio fin ora creato da chi ha amministra-to Labico e che continuando ad appoggiare la politica di chi coltiva gli interessi di pochi, ci troveremo tutti a vivere in un paese dove la qualità della vita perderà di valore come tutti i beni immobili su cui abbiamo investito, spre-cando i nostri soldi e soprattutto il nostro futuro.

LEGALITÀ E TRASPARENZA? UNA NECESSITÀ. DI ILARIO ILARI

L’ÀGORÀ pagina 2

In questi giorni a Tramezzate c’è gran fermento. Ci sono le elezioni amministrative e c’è tutto un agitarsi per costruire alleanze, siglare accordi, affinare intese. Si assiste a transu-manze di eletti ed elettori da uno schieramento all’altro senza preoccuparsi troppo di ciò che si propone. I pro-grammi si affidano all’enfasi di parole boriosamente vacue. Ci si insegue nella zona grigia e molle della moderazione, dei compromessi, dei “ma anche”. Gli schieramenti di spic-co si assomigliano al punto tale da aver ceduto i diritti alla settimana enigmistica per la celebre rubrica “aguzzate la vista”, in cui sono necessarie capacità visiva e grande con-centrazione per individuare le poche e impercettibili diffe-renze. In questo bizzarro clima di omologazione, l’unica certezza è che le due liste che ambiscono pervicacemente alla vittoria finale sono supportate dai famelici interessi di chi lucra sulla svendita del territorio. Categoria che ha gran-de bisogno di qualcuno che la rappresenti nell’amministra-zione comunale, dalla quale dipendono le scelte di indirizzo urbanistico. L’unico, piccolo, problema è costituito da quel-le norme “illiberali” che impediscono a chi fa politica per farsi gli affari propri di farseli liberamente, costringendoli ad assentarsi nel caso in cui venga portato all’esame del consiglio un atto che li riguardi, magari per legami di pa-rentela. A Tramezzate di sopra c’è una plausibile ipotesi per cui – visto che i faccendieri talvolta si mettono anche in affari tra di loro – possa arrivare in consiglio comunale un atto che comporti una variante al piano regolatore per con-sentire una redditizia speculazione edilizia legata ad un pro-getto nel quale il progettista è cugino e fratello di sindaco e vicesindaco, il direttore dei lavori è figlio di un consigliere di opposizione, mentre il direttore dei lavori è il padre di un altro consigliere di opposizione. Oppure, se le elezioni andassero diversamente, il progettista potrebbe essere cu-gino e fratello dei due consiglieri di opposizione, e sindaco e vicesindaco sarebbero padre e figlio dei tecnici che coor-dinano i lavori. E se dovessero allontanarsi dall’aula consilia-re tutti gli interessati si dimezzerebbe il consiglio comunale e verrebbe a mancare il numero legale. In tutto questo l’u-nica nota stonata è proprio la parola “legale”. Bisognerebbe abolirla.

CRONACHE DA TRAMEZZATE DI LEO VITRO

pagina 3 L’ÀGORÀ

Comincia una nuova avventura. Si lasciano alle spalle problemi ed errori – e ne abbiamo fatto più di qualcuno – e si parte per una nuova campagna elettorale. Il clima è positivo, molte persone ci conoscono e conoscono il lavoro che abbiamo fatto come opposizione in questi cinque anni. Un’opposizione dura e determinata là dove erano in gioco ingiustizie, violazioni di diritti, abusi di potere e saccheggio del territorio, ma disponibile a colla-borare quando si trattava di migliorare interventi e pro-poste a favore del paese e dei cittadini. Spesso la nostra collaborazione non era gradita, ma qualche volta non si è potuto fare a meno di prendere in considerazione pro-poste concrete e frutto di studio e di impegno. Pur nello scontro – talvolta feroce – che ha spesso caratterizzato i rapporti con la maggioranza, siamo riusciti a guadagnare il rispetto – e qualche volta, forse, la stima – dei nostri avversari politici. La nostra continua pressione ha per-messo di raggiungere qualche piccolo risultato e, ad e-sempio, siamo riusciti ad imporre modalità di gestione della macchina amministrativa che tutelassero maggior-mente l’interesse pubblico. Dopo aver assistito a discuti-bili procedure d’appalto per opere pubbliche, in cui le ultima priorità erano il risparmio dei soldi pubblici e la qualità degli interventi, anche per quanto riguarda bandi ed appalti c’è stato un piccolo cambio di rotta: più tra-sparenza, correttezza delle procedure, vantaggi tangibili per l’amministrazione (e, quindi, per tutti noi). Purtroppo solo alla fine della legislatura siamo riusciti ad aprire una breccia anche nel settore più controverso dell’ammini-strazione: quello dell’urbanistica, il più esposto ad appe-titi ed interessi. Il consiglio comunale ha istituito una commissione speciale sull’urbanistica che, con la guida di Maurizio Spezzano, ha iniziato ad affrontare – tra le altre cose - i tanti problemi delle lottizzazioni, causati da co-struttori senza scrupoli e da un’amministrazione incapace di assolvere al proprio ruolo. Convenzioni scadute, fi-deiussioni scomparse, certificati di agibilità fantasma. Il panorama delle magagne edilizie ed urbanistiche labica-ne è tanto ricco quanto desolante. Ovviamente ci sarà molto da lavorare per riportare tutto alla regolarità, ma il lavoro è stato instradato e, se anche nella prossima consiliatura ci sarà lo stesso senso di responsabilità nei confronti dei cittadini, potremmo riuscire a regolarizzare la maggior parte delle situazioni, togliendo ai tanti labi-cani, vecchi e nuovi, che si sono avventurati nell’acquisto di una casa nel nostro comune, quello sgradevole senso di precarietà a cui sono stati costretti per troppi anni. E

questa è una delle ragioni che ci spinge a continuare la nostra azione politica: la con-sapevolezza che questo paese ha bisogno di amministratori slegati da interessi economici e che vedano la politica co-me servizio e non come op-portunità di carriera. “Costretti a fare politica” era stato l’azzeccato e riepilogativo titolo di un articolo di Stefa-no Simonelli di qualche anno fa. In attesa di tempi (e amministratori) migliori di questi, siamo ancora in pri-ma linea.

IN CARROZZA, SI PARTE. DI TULLIO BERLENGHI

IL PAESE FANTASMA DI GIULIA LORENZON

La vita è bella se la si vive a pieno, la mente si apre se durante gli anni più caldi della vita viene travolta dal-l’ispirazione, dalla sete di co-noscenza. Se questi meccani-smi non scattano lo spirito è

destinato a rimanere arido e tutta la forza che risiede nelle mani di ogni uomo rischia di lasciare il posto a cose più futili. Proprio durante la giovinezza si prende consapevolezza delle proprie capacità e si iniziano a gettare le fondamenta per costruire, giorno dopo gior-no, ciò che si vuole diventare. Logicamente questo passaggio dovrebbe essere stimolato, tra tutte le altre cose, anche dall’ambiente in cui si vive. Dovrebbe es-sere un ambiente attivo, dinamico, che offra possibilità di confronto su tutti i livelli. Questo ambiente dovreb-be fungere da trampolino per la concretizzazione degli obiettivi futuri. Sicuramente non dovrebbe soffocare i sogni, le idee e le curiosità lasciando loro un unica via d’uscita: davanti ad una birra presa intorno allo stesso tavolino dello stesso bar. Cari amici, questo è purtrop-po l’ambiente in cui ci troviamo a passare i nostri gior-ni migliori noi ragazzi di Labico. Forse è arrivata l’ora di trovare l’entusiasmo e la voglia di cambiare il nostro paese per farlo tornare ad essere un paese che respira, che vive…uccidendo una volta per tutte il fantasma che ha preso il suo posto.

L’ÀGORÀ pagina 4

L’ampliamento di una casa. La spesa in un negozio. Una multa di meno. E via dicendo. Cose. Tante. Di diversa natura. Ma niente, secondo me, che giustifichi l’apposi-zione di una x (un’altra) su una scheda elettorale. Forse sono strana. Ma penso che il valore di un voto politico vada ricercato altrove. Vada ricercato nel credere in un’idea, nell’applicazione di alcuni principi, nella tutela dei diritti, in una determinata prospettiva di sviluppo, nella ricerca del bene collettivo e non di pochi e nel portare avanti tutto questo, con determinazione. An-che semplicemente e banalmente attraverso una x su una scheda elettorale. Credo che l’elenco delle motiva-zioni al voto che ho fatto qualche riga sopra, vada inse-rito in altre categorie. Nei diritti (l’asfaltatura, il tombi-no, l’edificabilità – ove regolarmente acquisita…) che troppo spesso vengono fatti passare per favori da chi è al potere, e nei favori - di un amico, o semplicemente di chi può - che dovrebbero restare tali e come tali non pretendere nulla in cambio se non gratitudine (la spesa, il lavoro, la fila alla posta…). Un voto politico dovrebbe essere mosso dalla ricerca della soluzione migliore per il bene di tutti. Del mio paese, in questo caso. E non solo del mio. La soluzione soggettiva può essere giusta o sbagliata, rossa o nera, ma le motivazioni che sottendono la sua scelta dovreb-bero essere sganciate dal tornaconto, o (sempre più spesso) paventato tornaconto, personale.

IL VALORE DI UN VOTO DI ELEONORA FIORAMONTI

ELEZIONI AMMINISTRATIVE 6 e 7 MAGGIO 2012

per Labico scegli

Maurizio SPEZZANO Candidato Sindaco

Il coraggio di essere coerenti

Non perdete il TG LOV… una voce di opposizione! http://vimeo.com/Labico

Il voto è personale ed eguale,

libero e segreto. Il suo esercizio

è dovere civico. Art. 48 della Costituzione della Repubblica Italiana

“Ti ammiro perché combatti per ciò in cui credi”. È una frase che sento spesso negli ultimi mesi. Da quando la battaglia politica a Labico si è inasprita. Anche all’in-terno del mio gruppo. Dovrei essere felice per queste dimostrazioni di stima, dovrebbero rendermi orgoglio-sa, peccato però che in un buon 90% dei casi siano seguite da “alle prossime amministrative però voterò x perché mi ha dato y”. Ah, bene. Becca e porta a casa. È così che si dice, no? E così becco questo schiaffo e me lo porto a casa. Ogni volta. E mi sforzo di capire. E ci penso. E ci ripenso. E penso al valore di un voto politi-co. A quello che è per me. A quello che credo debba essere. A quello che troppo spesso non è. Nei discorsi delle persone che incontro x può essere rappresentato da chiunque. Non fa differenza se questo x sia di de-stra, di sinistra, di centro, di tutto. Perché la y può es-sere rappresentata da qualsiasi cosa. L’asfaltatura di una strada. La sistemazione di un tombino. La promes-sa di un posto di lavoro. Un posto di lavoro vero. Una casa popolare. Saltare la fila alla posta. Lo sconto dal parrucchiere. Rendere edificabile un terreno agricolo.