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52 puntoeffe S in dal Medioevo i boticários portoghesi si ritrovano preva- lentemente in due tipiche cor- porazioni: la Bandeiras do Ofício de S. Miguel con funzioni prevalentemente professionalil, e la Confrarias dos San- tos Cosme e Damião, con funzioni reli- giose. Nel 1835 nacque la Sociedade Farmacêutica Lusitana, che ebbe inten- sa attività di laboratorio e di studio di far- macologia, bromatologia, igiene, chimi- ca e che pubblicò il Jornal da Socieda- de Farmacêutica de Lisboa e, in segui- to, il Jornal da Sociedade Farmacêutica Lusitana (l’attuale Revista Portuguesa de Farmácia). I primi trent’anni della Sociedade si caratterizzarono per un grande interventismo in campo politico- professionale; direttamente o indiretta- mente, essa influenzò le riforme e la produzione legislativa più importante per la farmacia portoghese. La sua campagna per la riforma degli studi e dell’esercizio farmaceutico fu incisiva e produttiva; nel 1836 fu creato il corso farmaceutico annesso alla facoltà di Medicina di Coimbra e alla Scuola me- dico-chirurgica di Lisbona e Porto. Nel 1837 il Conselho de Saúde Pública, che centralizzò tutta l’amministrazione sani- taria, era composto, tra gli altri, da cin- que medici e due farmacisti. L’ALBA INDUSTRIALE L’industria francese, malgrado le mo- deste origini, riesce in breve tempo a diventare competitiva sul piano inter- nazionale. Solo per citare alcuni esem- pi: nel 1834 Dausse abbandona la sua officina per creare la prima fabbrica di estratti vegetali per impieghi farmaceu- tici; nel 1840 Genevoix avvia la produ- zione industriale di medicinali a Ro- mainville; nel 1858 Poulenc apre una fabbrica di medicinali a Parigi. Nel 1835 la Farmacopea Geral porto- ghese viene sostituita dal Código Far- macêutico Lusitano di Agostinho Alba- no da Silveira Pinto (1785-1852), poi approvata come Farmacopea ufficiale del Brasile. Nel 1835, in Svizzera, da un cespuglio selvatico molto comune nei campi si ot- tiene una sostanza simile alla salicina che viene chiamata spirsauro; qualche anno dopo ci si accorge che è acido acetilsalicilico allo stato puro. Nel 1836 nasce, in Portogallo, il Corso superiore farmaceutico presso la Scuo- la di farmacia annessa alla facoltà di Medicina dell’Università di Coimbra e alle Scuole medico-chirurgiche di Li- sbona e Porto. L’anno dopo viene pro- mulgato l’Ordinamento sulle farmacie nello Stato Pontificio, in cui si dispone che «onde lo speziale abbia un discre- to lucro, v’abbisogna almeno un nume- ro di circa tremila abitanti»; in caso di «minor popolazione… il comune con- corra al mantenimento del farmacista» (art. 11). È necessario un «sotterraneo profondo per ritenervi i siroppi» e un «solajo ben asciutto per conservarvi i semplici» (art. 13). Con un editto del cardinale Gamberini si autorizza l’aper- tura di nuove farmacie purché a una certa distanza dalle esistenti e a seguito del parere favorevole della Congrega- zione speciale di sanità. NUOVE TERAPIE Nel 1837 Ferdinando II di Borbone vuole che l’omeopatia sia utilizzata nel Regno delle due Sicilie per la cura del- l’epidemia del “morbo asiatico”. Sem- pre nel 1837 Paul-Antoine Cap (1788- 1877) pubblica i Principes Elementai- res de Pharmaceutique. Nel 1838 da parte dei cultori subalpini delle scienze positive non erano riconosciuti all’o- COME ERAVAMO meopatia i crismi della scientificità e, in più, alle riserve avanzate dagli organi ufficiali circa i presunti abusi connessi “alla preparazione della maggior parte dei rimedii omeopatici”, il Magistrato del protomedicato sedente nella Regia Università di Torino osservava che «la medicina dei similia non è contemplata nella Farmacopea». Carlo Alberto la- sciò correre: «Sua Maestà», fu comuni- cato agli illustri membri di quel conses- so, «ha riconosciuto la convenienza di lasciare all’azione del tempo di discre- ditare la pratica delle cure omeopatiche se si riconoscesse illusorio o chimerico quel metodo, ovvero di mettere in mag- gior evidenza quel che può contenere di reale e di utile». L’intenzione del so- vrano era esplicita: «Per ora nulla si provveda riguardo la pratica di quel si- stema tutte le volte che sarà adoperato da persone debitamente autorizzate al- Al giro di boa I Principes Elementaires de Pharmaceutique di Paul-Antoine Cap

Al giro di boa...sa attività di laboratorio e di studio di far-macologia, bromatologia, igiene, chimi-ca e che pubblicò il Jornal da Socieda-de Farmacêutica de Lisboae, in segui-to,

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Page 1: Al giro di boa...sa attività di laboratorio e di studio di far-macologia, bromatologia, igiene, chimi-ca e che pubblicò il Jornal da Socieda-de Farmacêutica de Lisboae, in segui-to,

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Sin dal Medioevo i boticáriosportoghesi si ritrovano preva-lentemente in due tipiche cor-

porazioni: la Bandeiras do Ofício de S.Miguel con funzioni prevalentementeprofessionalil, e la Confrarias dos San-tos Cosme e Damião, con funzioni reli-giose. Nel 1835 nacque la SociedadeFarmacêutica Lusitana, che ebbe inten-sa attività di laboratorio e di studio di far-macologia, bromatologia, igiene, chimi-ca e che pubblicò il Jornal da Socieda-de Farmacêutica de Lisboa e, in segui-to, il Jornal da Sociedade FarmacêuticaLusitana (l’attuale Revista Portuguesade Farmácia). I primi trent’anni dellaSociedade si caratterizzarono per ungrande interventismo in campo politico-professionale; direttamente o indiretta-mente, essa influenzò le riforme e laproduzione legislativa più importanteper la farmacia portoghese. La suacampagna per la riforma degli studi edell’esercizio farmaceutico fu incisiva eproduttiva; nel 1836 fu creato il corsofarmaceutico annesso alla facoltà diMedicina di Coimbra e alla Scuola me-dico-chirurgica di Lisbona e Porto. Nel1837 il Conselho de Saúde Pública, checentralizzò tutta l’amministrazione sani-taria, era composto, tra gli altri, da cin-que medici e due farmacisti.

L’ALBA INDUSTRIALEL’industria francese, malgrado le mo-deste origini, riesce in breve tempo adiventare competitiva sul piano inter-nazionale. Solo per citare alcuni esem-pi: nel 1834 Dausse abbandona la suaofficina per creare la prima fabbrica diestratti vegetali per impieghi farmaceu-tici; nel 1840 Genevoix avvia la produ-zione industriale di medicinali a Ro-mainville; nel 1858 Poulenc apre unafabbrica di medicinali a Parigi.

Nel 1835 la Farmacopea Geral porto-ghese viene sostituita dal Código Far-macêutico Lusitano di Agostinho Alba-no da Silveira Pinto (1785-1852), poiapprovata come Farmacopea ufficialedel Brasile. Nel 1835, in Svizzera, da un cespuglioselvatico molto comune nei campi si ot-tiene una sostanza simile alla salicinache viene chiamata spirsauro; qualcheanno dopo ci si accorge che è acidoacetilsalicilico allo stato puro. Nel 1836 nasce, in Portogallo, il Corsosuperiore farmaceutico presso la Scuo-la di farmacia annessa alla facoltà diMedicina dell’Università di Coimbra ealle Scuole medico-chirurgiche di Li-sbona e Porto. L’anno dopo viene pro-mulgato l’Ordinamento sulle farmacienello Stato Pontificio, in cui si disponeche «onde lo speziale abbia un discre-to lucro, v’abbisogna almeno un nume-ro di circa tremila abitanti»; in caso di«minor popolazione… il comune con-corra al mantenimento del farmacista»(art. 11). È necessario un «sotterraneoprofondo per ritenervi i siroppi» e un«solajo ben asciutto per conservarvi isemplici» (art. 13). Con un editto delcardinale Gamberini si autorizza l’aper-tura di nuove farmacie purché a unacerta distanza dalle esistenti e a seguitodel parere favorevole della Congrega-zione speciale di sanità.

NUOVE TERAPIENel 1837 Ferdinando II di Borbonevuole che l’omeopatia sia utilizzata nelRegno delle due Sicilie per la cura del-l’epidemia del “morbo asiatico”. Sem-pre nel 1837 Paul-Antoine Cap (1788-1877) pubblica i Principes Elementai-res de Pharmaceutique. Nel 1838 daparte dei cultori subalpini delle scienzepositive non erano riconosciuti all’o-

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meopatia i crismi della scientificità e, inpiù, alle riserve avanzate dagli organiufficiali circa i presunti abusi connessi“alla preparazione della maggior partedei rimedii omeopatici”, il Magistratodel protomedicato sedente nella RegiaUniversità di Torino osservava che «lamedicina dei similia non è contemplatanella Farmacopea». Carlo Alberto la-sciò correre: «Sua Maestà», fu comuni-cato agli illustri membri di quel conses-so, «ha riconosciuto la convenienza dilasciare all’azione del tempo di discre-ditare la pratica delle cure omeopatichese si riconoscesse illusorio o chimericoquel metodo, ovvero di mettere in mag-gior evidenza quel che può conteneredi reale e di utile». L’intenzione del so-vrano era esplicita: «Per ora nulla siprovveda riguardo la pratica di quel si-stema tutte le volte che sarà adoperatoda persone debitamente autorizzate al-

Al giro di boa

I Principes Elementaires de Pharmaceutiquedi Paul-Antoine Cap

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l’esercizio della Medicina o della Chi-rurgia e che similmente per ora nondebbano venir queste molestate per lasomministranza di rimedii proprii dellecure omeopatiche». Libertà, dunque,ma non licenza incondizionata, mentreun certo scetticismo al riguardo dellanuova “dottrina” permaneva e l’assen-za di regole ferree generava tra medicie farmacisti non rare incomprensioni. Nel 1837 il farmacista francese Henryscopre un metodo analitico per l’acidoidrocianidrico. Nel 1838 l’illustre chimi-co napoletano e patriota di valore Raf-faele Piria trasforma per idrolisi la salici-na in acido salicilico (che è immediata-mente assimilato all’acido spirico,estratto in quegli anni sotto forma di olioessenziale, a partire dalla Spirea olma-riar) e ne dà comunicazione nell’artico-lo “Ricerche sulla salicilina e i prodottiche ne derivano”. Il 9 febbraio 1839 a Torino il Re intervie-ne per porre ordine nel delicato settoreche presiede alla salute dei sudditi conprovvedimenti sull’attività del Magistra-to del Protomedicato e sull’eserciziodelle professioni da questi dipendenti.In particolare, le istanze del Collegio de-gli Speziali contro la pratica invalsa del-la provvista e dello smercio diretto daparte degli omeopati dei rimedi da essistessi prescritti approdano al trono checon Regio Biglietto permette agli «spe-ziali legittimamente autorizzati a eserci-tare la Farmacia nella capitale e nelle al-tre città e terre» di detenere «spezieriedi rimedi omeopatici, in sito separatodalle spezierie ordinarie» e al «farmaci-

sta collegiato» Domenico Blengini èconcesso di aprire nel capoluogo subal-pino una spezieria specializzata inomeopatia; conseguentemente «la spe-dizione di medicinali omeopatici… perparte dei curanti» è vietata. Nel settoredel commercio delle droghe aromatichee officinali è specificato il 16 marzo1839 con le Real Patenti l’obbligo diuna certa competenza attraverso «unesame sulla cognizione dei semplici esul modo di essiccarli e conservarli». Gli affari sanitari in Spagna a partire dal1839 diventano responsabilità del mi-nistero della Gobernazione. In Turchia,nel maggio 1839, il sultano inaugura laScuola imperiale di medicina e farma-cia, struttura che, grazie al suo diretto-re, Charles Ambroise Bernard, si fa ca-rico delle spese degli allievi più merite-voli e li invita a completare gli studi inprestigiosi atenei d’Europa. In Italia, a causa della frammentazionepolitico-territoriale preunitaria, il pro-

cesso di assimilazione delle nuove ideescientifiche medico-farmacologiche ècomplesso e lento. Si ignora la nuovamedicina, la grande fisiopatologia spe-rimentale franco-tedesca di Rudolf Vir-chow (1821-1902) e di Claude Berard(1813-1878), che studia in chiave cel-lulare e fisico-chimica le strutture e lefunzioni dell’organismo sano e malato,e la microbiologia di Louis Pasteur(1822-1895). Non s’avverte la consa-pevolezza che la nuova farmacologia èla “chimica organica e fisiologica” deifrancesi Antoine François de Fourcroy(1755-1809) e François Magendie(1783-1855) e dei tedeschi Justus vonLiebig (1803-1873), Rudolf Buchheim(1820-1879) e Carl Binz (1832-1912).Questi spiega l’interazione tra farmacoe organismo, rendendo prevedibili glieffetti sul secondo del primo, che non èpiù il semplice vegetale, ma il principioattivo e purificato: il chinino dalla china,la morfina dall’oppio, la stricnina dallanoce vomica, la caffeina dal caffè, la ni-cotina dal tabacco. Intorno al 1840 il direttore della Clinicamedica di Vienna Joseph Skoda è fau-tore del cosiddetto nichilismo terapeu-tico: il clinico, fatta la diagnosi, ritieneesaurito il suo compito e si astiene dal-la prescrizione di rimedi. Dopo aver di-mostrato, statistiche alla mano, che lepolmoniti guariscono meglio da soleche con il tartaro emetico, Skoda affer-ma che «quanto di meglio si può fare inmedicina interna è il non far nulla».Questo “astensionismo salutare” indu-ce taluni medici a disinteressarsi com-

Il chimiconapoletanoRaffaele Piria

A metà Ottocento sono già molte le novità relative all’esercizio della professione, lo sviluppo industriale e la scoperta di nuovi farmaci

DI RAIMONDO VILLANO

Confezioni di salicilina

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pletamente della terapia, ritenuta cosanon scientifica, e a considerare la gua-rigione come fine secondario (al limite,come rischio da evitare per non farsconfessare una bella diagnosi dallasua verifica autoptica). Nel 1841 Paul-Antoine Cap pubblical’opera De la Pharmacie ConsidéréeComme Profession. Nel 1842 un Rego-lamento Protomedicale Sardo vincola-va l’apertura di una nuova farmacia,nelle località in cui già ne esisteva una,all’insufficienza ai bisogni della popola-zione del servizio da essa espletato; di-sponeva, poi, per mezzo di persona de-legata dal Protomedico, il controllo del-l’importazione di medicinali e drogheper uso pubblico nel Regno. Sanciva ildivieto di sdoganamento di medicinali edroghe nocive in importazione. Il 13 aprile 1842 il Commissa-rio Regio per la provincia diGrosseto, in esecuzionedegli ordini del Grandu-ca di Toscana, promul-ga un editto «per otte-nere un più esattoservizio e la costantereperibilità delle so-stanze medicinali»che comanda che lefarmacie della provin-cia siano distinte nelledue categorie di Primo eSecondo Ordine in baseal “fornimento”; nel primocaso doveva esser fornito dei478 medicamenti inclusi nel primocatalogo mentre nel secondo potevanoessere sufficienti in dotazione 111 prodot-ti semplici o composti di blanda efficacia. Nel 1843 il prezioso acido salicilico èrinvenuto dagli americani nella Ganthe-ria Procumbens mentre a opera del far-macista bernese Pagenstecher, del chi-mico tedesco Loewig e del franceseDumas, lo si scopre anche nella Spirea. Ancora nel 1843 dalle prime associa-zioni di categoria cantonali Ernst Frie-drich Theodor Hübschmann fonda laSocietà svizzera di farmacia. Nel 1844 il farmacista François LaurentMarie Dorvault pubblica un repertoriopratico di farmacia dal titolo L’officineou Répetoire General de PharmaciePratique, molto diffuso ancor oggi in

Francia, dove ha raggiunto ilragguardevole numero di23 edizioni. Ancora nel1844 a Hartford negli Sta-ti Uniti, durante uno spet-tacolo teatrale, un pre-sentatore invita lo spetta-tore Samuel Cooley, se-duto accanto all’amicodentista Horace Wells, a

salire sul palco per provarel’ebbrezza provocata dall’i-

nalazione di protossido diazoto. L’inalazione del gas,

però, provoca una violenta reazio-ne in Cooley che, a causa di una rissa

si ferisce alla gamba e perde molto san-gue ma non si accorge né del dolore nédel sangue; quindi Wells intuisce che ilgas avesse in qualche modo provocatola riduzione della sensibilità al dolore.In seguito lo stesso Wells - usato consuccesso il gas come analgesico perl’estrazione di un dente - decide di pre-sentare l’esperimento ai suoi colleghi: acausa dell’entusiasmo, tuttavia, iniziain tutta fretta la dimostrazione, inizian-do e terminando l’estrazione prima cheil gas agisca e, dunque, tra le urla di do-lore del malcapitato paziente. Questofiasco induce il dentista ad abbandona-re la professione. Nel 1845 in Francia il caso di una spo-sa dal nome Lafarge che avvelenò il

marito con l’arsenico incoraggiò lo Sta-to a emanare una legislazione sui vele-ni più rigorosa di quella in uso dai tem-pidell’Ancien Régime. Fu emanata unalista di 72 sostanze considerate veleno-se, tra le quali molti derivati dell’oppio.Nel 1847 viene realizzata da C. Mallai-na e Q. Chiarlone la prima opera spa-gnola dedicata alla Storia della farma-cia in Spagna. Nel 1847 tutta l'Europa si stupisce diuna notizia proveniente dall’Americadel Nord, secondo cui «la inalazione dietere solforico poteva provocare unsonno non dannoso e di breve durata,che si opponeva efficacemente al dolo-re chirurgico». Gli scopritori, Jackson eMorton, cercano di tenere segreta lascoperta in un primo tempo puntandoal brevetto, ma l’odore caratteristicodell’etere, in occasione di qualche di-mostrazione, svela ogni segreto. Oltreall’etere, comincia presto a diffondersil’uso del cloroformio in anestesia (aopera di Simpson in Inghilterra). L’in-surrezione del 1848 ha come valorosocombattente Carlo Matteucci (1811-1868) di Forlì, farmacista, fisico e pro-fessore universitario, futuro senatore eministro della Pubblica istruzione nel-l’Italia unita nel 1862. Accanto a lui so-no il farmacista modenese FrancescoSelmi (1817-1881) e l’insigne farma-cologo piacentino Dioscoride Vitali(1832-1917), poi tra gli estensori dellaprima Farmacopea ufficiale italiana.

Vecchi contenitori per cloroformio

Il clinico viennese Joseph Skoda