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ALEA Associazione Laureati Economia Aziendale Università Ca’ Foscari – Venezia, Business Community dal 1985 www.aleacafoscari.com Alea News, Dicembre 2014 E' vietata la riproduzione del materiale contenuto negli articoli senza autorizzazione scritta dell’autore. 1 editoriale di Maurizio Beraldo Iniziano ad apparire nella stampa termini quali reshoring o delocalizzazione di ritorno, per identificare casi in cui aziende italiane, dopo aver de localizzato parte della produzione in siti fuori dal territorio nazionale, come in Cina, riportano tali attività nel nostro paese. Il fenomeno assume un discreto interesse in questo momento in cui si tenta in tutti i modi di uscire dalla crisi per ritornare a crescere: ne parliamo in un’intervista a Luca Businaro, Presidente di Assosport, associazione che rappresenta una parte significativa di un settore tipicamente Made in Italy. Nell’intervista vediamo come sono cambiate le dinamiche del mercato, tempi di risposta brevi, il differenziale del costo del lavoro con i paesi dell’estremo oriente è in diminuzione anno dopo anno, e altri fattori che contribuiscono a non rendere più conveniente allontanarsi dall’Europa; è forse un ritorno alla manifattura, concetto che ritorna anche in altri ambiti e in altri paesi per recuperare prodotto interno lordo e occupazione. E’ importante anche essere presenti nei contesti a livello europeo nei quali si prendono decisioni, i classici tavoli necessari per portare avanti le proprie iniziative. Chi sta operando per proporre un altro modo di fare rete è una associazione di giovani con l’hashtag nel titolo: #epursimuove sta sperimentando un approccio non convenzionale nel mettere insieme esperienze imprenditoriali e simili, un altro modo di darsi da fare, come incoraggiava il Presidente Giorgio Napolitano, in una delle ultime dichiarazioni rilasciate durante le festività a proposito della disoccupazione giovanile. La rubrica Imprese nuove continua a riportare esempi di chi è passato dalle parole ai fatti, spesso in settori e contesti di frontiera, tant’è che in Europa c’è ormai competizione anche per attrarre queste realtà nel proprio territorio.

Aleanews 2014 - ultimo numero 2014

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Conviene ancora delocalizzare? Qualcuno sta rientrando in Italia con le produzioni manifatturiere: intervista al Presidente di Assosport Luca Businaro sulle convenienze di mantenere la produzione vicina ai mercati di riferimento. In questo numero di Aleanews proponiamo anche un altro modo di creare un network per superare le difficoltà del momento, vediamo cosa dicono in #epursimuove.

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1

editoriale

di Maurizio Beraldo

Iniziano ad apparire nella stampa termini quali reshoring o delocalizzazione

di ritorno, per identificare casi in cui aziende italiane, dopo aver de localizzato

parte della produzione in siti fuori dal territorio nazionale, come in Cina,

riportano tali attività nel nostro paese. Il fenomeno assume un discreto

interesse in questo momento in cui si tenta in tutti i modi di uscire dalla crisi

per ritornare a crescere: ne parliamo in un’intervista a Luca Businaro,

Presidente di Assosport, associazione che rappresenta una parte significativa

di un settore tipicamente Made in Italy.

Nell’intervista vediamo come sono cambiate le dinamiche del mercato, tempi

di risposta brevi, il differenziale del costo del lavoro con i paesi dell’estremo

oriente è in diminuzione anno dopo anno, e altri fattori che contribuiscono a

non rendere più conveniente allontanarsi dall’Europa; è forse un ritorno alla

manifattura, concetto che ritorna anche in altri ambiti e in altri paesi per

recuperare prodotto interno lordo e occupazione.

E’ importante anche essere presenti nei contesti a livello europeo nei quali si

prendono decisioni, i classici tavoli necessari per portare avanti le proprie

iniziative.

Chi sta operando per proporre un altro modo di fare rete è una associazione di

giovani con l’hashtag nel titolo: #epursimuove sta sperimentando un

approccio non convenzionale nel mettere insieme esperienze imprenditoriali e

simili, un altro modo di darsi da fare, come incoraggiava il Presidente Giorgio

Napolitano, in una delle ultime dichiarazioni rilasciate durante le festività a

proposito della disoccupazione giovanile.

La rubrica Imprese nuove continua a riportare esempi di chi è passato dalle

parole ai fatti, spesso in settori e contesti di frontiera, tant’è che in Europa c’è

ormai competizione anche per attrarre queste realtà nel proprio territorio.

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Sommario

La delocalizzazione di ritorno: una tendenza o qualcosa di più ?, nostra intervista a Luca Businaro, Presidente di Assosport #epursimuove: oltre la retorica del disfattismo, di Samuel Mazzolin

Imprese nuove

Una filiera alimentare sicura grazie a tecnologie diagnostiche all’avanguardia, di Francesca Iannelli, AREA Science Park, Trieste Una spin off padovana nell’incubatore di BIC Trieste, BIC Incubatori FVG S.p.A Industrio, acceleratore hardware, di Jari Ognibeni, Trentino Sviluppo

PROFIS crea un network per finanziare start up innovative, di Francesca Barnaba, Friuli Innovazione Il monitoraggio strutturale diventa sicuro e low cost, di Alessandro Tibaldeschi, I3P, Torino

InALEA

Ca’ Foscari Forward 2014, dalla Redazione ALEA Ca’ Foscari

Prossimi eventi ALEA

Workshop sulle principali novità 2014 relative ai principi contabili

internazionali IAS/IFRS e relativi impatti fiscali, mercoledì, 14 gennaio

2015

Cena Socio Onorario ALEA, aprile 2015

Capitani Coraggiosi 2.0, sabato, 23 maggio 2015

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La delocalizzazione di ritorno: una tendenza o qualcosa di più ?

Nostra intervista a Luca Businaro, Presidente di Assosport.

Presidente, com’è nata la vostra associazione e che fini si propone ?

La nostra associazione fa parte di

Confindustria e la prima finalità che si

propone è di promuovere le aziende del

settore sport a livello italiano e internazionale, attraverso iniziative che vanno

dalla tutela dei marchi alla tutela dei prodotti, alla internazionalizzazione e alla

diffusione in Europa, alle tariffe doganali, iniziative seguite da gruppi di lavoro

istituiti appositamente.

Portiamo avanti come associazione confindustriale la promozione dello sport a

livello nazionale e internazionale attraverso partnership storiche con il CONI e

quindi con le federazioni italiane, e ancora attraverso una nostra rappresentanza

presso la FESI, l’analoga associazione di Confindustria a livello europeo.

Ci sediamo in questo modo ai vari tavoli di interesse nei quali possiamo portare

avanti le nostre iniziative: in Italia un tavolo classico è quello del Ministero dello

Sviluppo Economico, e quindi con l’agenzia ICE con la quale sviluppiamo diversi

programmi annuali di internazionalizzazione portando operatori esteri nel nostro

paese oppure operando direttamente all’estero per promuovere i prodotti italiani,

sempre per la categoria sport.

La nostra associazione è attiva da parecchi anni, dal 2003 io e l’attuale direttore

generale l’abbiamo portata avanti e fatta crescere: attualmente rappresentiamo

circa 140 aziende con un fatturato consolidato di oltre 4 miliardi di euro, e più di

12.000 dipendenti, su un settore Italia che a livello di produzione industriale

arriva a 7 miliardi e quindi rappresentiamo più del 50 % della produzione

industriale italiana del settore sport, e superiamo il 74% del fatturato esportato,

un dato estremamente importante perché è il focus che abbiamo di portare le

eccellenze italiane all’estero.

redazione@ ideeuropee.com

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In questo momento state portando avanti delle iniziative particolari

rispetto alle attività, per così dire, istituzionali, nelle quali siete già

coinvolti ?

Abbiamo a brevissimo un evento di incoming di operatori del settore del ciclo, a

Verona, nella prima quindicina di dicembre, dove portiamo le numerose aziende

italiane di questo settore a fare incontri BtB con operatori provenienti da tutta

Europa e dall’America, in accordo quadro con l’ICE: abbiamo invitato una

trentina di paesi e operatori specializzati , distributori e grossisti dagli altri paesi

interessati ai marchi italiani, che saranno in Italia per vedere le aziende italiane

del settore ciclo, quindi un incontro puro B2B e non una fiera. In concomitanza

organizziamo visite alle aziende nelle quali facciamo vedere il Made in Italy

piuttosto che la ricerca e sviluppo che viene fatto in Italia.

Insieme a questa iniziativa

abbiamo appena lanciato, con

una conferenza stampa, in

accordo con la Regione

Veneto, il progetto Dote

InMovimento, cioè portare

bambini dai sei a dodici anni

che non possono fare sport

per problemi economici delle

famiglie: nel Veneto

porteremo almeno mille

bambini a fare sport gratuitamente per un anno intero.

Avete anche iniziative di carattere sociale non di poco conto, quindi.

Raccogliamo soldi dalla Regione ma anche da privati, da aziende, che danno un

contributo in qualità di sponsor, lo facciamo in collaborazione con il CONI il

quale ci fa da veicolo verso le società dilettantistiche, ne abbiamo oltre

quattrocento solo nel Veneto che hanno aderito a questa iniziativa quindi pronti

a ospitare, con questo buono sport, bambini a fare attività sportive per un anno .

Per affrontare il tema, parecchie aziende italiane e tante del vostro

settore hanno delocalizzato attività produttive in Cina e nei paesi

dell’est Europa: che bilancio si può trarre di queste esperienze di

delocalizzazione ?

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C’è stato prima l’est, poi mentre eravamo nell’est siamo andati anche in Cina, e

quindi si è sommata la Cina e il bilancio è questo: erano fonti produttive che

servivano, e servono ancora e magari serviranno nel futuro, però il focus era

quello di mantenere i prezzi di mercato a un livello tale che potesse assorbire i

beni.

Oggi come oggi la recessione che c’è stata e la crisi economica che imperversa

ormai dal 2007, comporta una serie di rivisitazioni delle logiche aziendali, in

particolare della famosa supply chain, che ci permette di dire che oggi come oggi

devo essere molto più snello, molto più flessibile, e per fare questo devo avere la

produzione vicina: se io devo avere la reazione al mercato o la reazione al trend

di mercato molto più veloce, o fare molte più collezioni per poter soddisfare i vari

momenti del mercato, la distanza del sito produttivo assolutamente è un fattore

negativo.

A questo si aggiunge il fatto che i volumi sono comunque contratti e invece il

monto del far est chiede volumi sempre crescenti perché anche loro hanno

bisogno di fare economie di scala in quanto il costo del lavoro, il fattore che ha

determinato la delocalizzazione prima nell’est europeo e dopo in Cina, è un costo

del lavoro crescente soprattutto in Cina e nell’area del sud est asiatico , dove

vediamo crescere del 20% all’anno il costo del lavoro quindi anche per noi il costo

del prodotto aumenta di conseguenza ogni anno. Cosa che invece non si verifica

più nell’est Europa e in Italia, dove il costo del lavoro è pressappoco stabile,

comunque con incrementi di pochi punti percentuali, però con il vantaggio che i

costi di trasporto sono nettamente ridotti, il tempo di reazione è nettamente

ridotto: dal far east importiamo in 40 giorni, dobbiamo lanciare la produzione

quattro mesi prima, quindi al buio, rispetto all’Europa dell’est o addirittura

all’Italia, dove una serie di piccolissime realtà stanno riaprendo perché c’è da

rifare il Made in Italy, con tempi di reazione non dico settimanali ma nell’arco del

mese abbiamo già variazioni della produzione.

Da queste sue considerazioni, possiamo dire che c’è un fenomeno di

reshoring ?

C’è qualcosa, non è un re-shoring nel senso in cui riportiamo e reinfatizziamo la

produzione in Italia dimenticandoci di tutto il resto, c’è che è necessario una

produzione italiana e europea perché una produzione focalizzata unicamente sul

far est non lascia scampo alle logiche attuali di mercato che vogliono magazzini

molto bassi e tempi veloci di reazione, è quindi una necessità e il costo in più,

perché produrre in Italia e in Europa costa di più, è comunque supportato da una

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vendita più efficace e da un sell out che permette di realizzare un margine

piuttosto di avere i magazzini pieni e dover liquidare.

Che differenze di costi di produzione ci sono adesso fra Italia e Cina,

tenendo conto dei costi di trasporto ?

Oggi come oggi abbiamo tre variabili: costi di produzione e quindi costo del

lavoro, perché bene o male la materia prima si compra dappertutto, il costo del

lavoro è nettamente superiore in Italia, con un costo al minuto che va dai 28 ai 30

centesimi, contro il far east nel quale siamo ancora intorno ai 7/8 centesimi al

minuto, crescente ogni anno al quale si aggiunge il costo del trasporto, rilevante,

con il dazio, che si va a bilanciare con il costo al minuto. Abbiamo infine il terzo

elemento che è il dollaro, la differenza cambi ora che il dollaro si rafforza

finalmente, porta a riconsiderare quella logica perché abbiamo già perso l’8 % di

marginalità solo per il cambio.

Se associamo a questo anche il costo del trasporto, che cresce sempre di più, il

costo del petrolio e altri costi, i quaranta giorni di tempo per arrivare in Europa,

al costo finanziario dato dal costo del denaro che non è più dell’1% ma andiamo

dal 5 % al 7 %, sommando tutti questi fattori una volta si risparmiava un 20 %

comprare nel far east, adesso non è più così: per un prodotto di media gamma la

differenza si aggira attorno all’8-10% , con il rischio poi di avere stock a

magazzino, prodotti di alta gamma si possono fare tranquillamente qui in

Europa.

Dopo questa riflessione sulla differenza di costi e sulle nuove

strategie, una domanda che vale una vincita alla lotteria: per un paese

come l’Italia, ci possono essere interventi legislativi, sia di carattere

fiscale che normativo, per far diventare questa tendenza un

“controesodo”, prendendo a prestito da altri contesti questo termine ?

Ci vuole una riforma del lavoro, una riforma delle pensioni, e una riforma del

famoso cuneo fiscale, al quale nessuno ha messo mano. Per riaprire le fabbriche,

in Italia vuol dire riassumere finalmente personale, ma se noi abbiamo ancora il

problema del costo del lavoro nella riassunzione, al quale si aggiungono i costi

della burocrazia italiana, e ancora si aggiunge l’accanimento fiscale per cui ogni

volta che apriamo un’azienda siamo tutti evasori, alla fine dobbiamo cambiare un

po’ la mentalità e la cultura nel nostro paese.

Dalla situazione attuale a quella desiderabile, quanta distanza c’è ?

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La distanza è ancora elevata, perché se vediamo ad esempio la Germania, con la

crisi ha aumentato la produzione industriale nei settori tradizionali, quello

dell’auto sta andando molto bene: possiamo pensare che non ti conviene,

conviene invece perché hanno trovato una formula che gli permette di avere un

costo di lavoro più flessibile rispetto al nostro e la possibilità di seguire i picchi di

produzione, ma attraverso un sistema paese che ha scelto una politica industriale.

Noi siamo un sistema paese che non ha ancora scelto una politica industriale, cioè

quali sono i settori industriali nei quali l’Italia può ancora primeggiare, nessuno

ha ancora deciso quali sono, e finché non lo decidiamo non si possono fare

veramente le riforme, perché si fanno solo riforme a pioggia, forse è meglio farle

per settori specifici e avere un PIL che ritorna a crescere. Come in azienda, se non

ho gli obiettivi non posso prendere delle decisioni.

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#epursimuove: oltre la retorica del disfattismo

Il tema del “fare rete” è da sempre

inflazionato e sulla bocca di tutti.

Sono ovvi i vantaggi di un approccio

aperto e collaborativo, che esca dalla

prospettiva del campanile e abbracci

quella della comunità. E quindi?

E’ anche vero, d’altro canto, che un conto è dichiarare un’intenzione e un altro è

metterla in pratica. Quando arriva il momento di uscire dalla logica della

brochure patinata e far parlare la persona, con tutti i suoi pro e contro, la realtà ci

insegna che le dinamiche sono profondamente diverse.

Parlare poco e parlare dopo: questa la linea guida di #epursimuove. Insieme a

Tommaso e Domenico, compagni di strada in precedenti esperienze associative,

stiamo testando una modalità diversa, forse unica, di aggregare e ibridare

persone con progetti e formazione diverse. In pratica:

Cerchiamo solo persone che stiano lavorando, concretamente, ad un progetto

imprenditoriale (profit), sociale (no profit) o civico (liste civiche). Non cerchiamo

i figli di imprenditori, i sognatori che volano alto ma non si sporcano le mani, i

piccoli onorevoli che cercano voti per fare la scalata all’interno del partito.

Auguriamo il meglio a queste persone, ma ragioniamo in ottica orizzontale,

peer2peer, e non verticale, gerarchica.

Cerchiamo solo le singole persone attive e non altri aggregatori, come

Associazioni di categoria, club. Facciamo i migliori auguri ai numerosi tavoli

ufficiali di lavoro nelle associazioni di rappresentanza, ma rileviamo che all’atto

pratico l’impatto delle loro azioni è molto modesto. Non ci interessa fare bella

figura, ci interessa fare.

Siamo consapevoli del principio dell’80/20 e cerchiamo deliberatamente quel

20% di persone che impattano per l’80% dell’innovazione sociale.

di Samuel Mazzolin,

Presidente Associazione

Culturale #epursimuove

[email protected]

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Non ci importa il COSA stiano facendo, ci interessa COME lo stanno facendo e

soprattutto se stanno portando avanti il progetto in maniera aperta e

collaborativa.

Dopo un primo anno di test, che ci è servito per capire come aggiustare il format

dei nostri incontri, siamo arrivati a capovolgere la presentazione classica del

progetto vincente: non ci sono palchi ma cerchi, non ci sono esperti ma persone

che si mettono in gioco.

A turno, i membri della nostra comunità condividono non un successo ma un

PROBLEMA concreto del loro progetto (profit, no profit, civico) e si attiva un

brainstorming dove chi partecipa, obbligatoriamente, deve avere a sua volta un

progetto attivo. Quindi non parla per sentito dire o ripetendo frasi fatte, ma

condivide la sua – piccola o grande non importa – esperienza pratica.

La volta successiva, chi ha beneficiato dei consigli della comunità passa dall’altra

parte e aiuta concretamente un altro membro, con un altro progetto ma la stessa

modalità aperta e costruttiva di fare rete.

Non è una fiera, non vogliamo puntare sulla quantità ma sulla qualità delle

relazioni che in questo modo si vanno a creare.

Iniziamo una relazione dando invece che chiedendo qualcosa. Parliamo con gli

sconosciuti e se serve li aiutiamo, perché convinti che ci sia un gran bisogno di

ricostruire il tessuto connettivo della società, violentato da decenni di

opportunismo economico e umano. Siamo ottimisti rispetto al futuro della

società: saremo più poveri economicamente ma più ricchi in quanto a relazioni di

fiducia e reciproco aiuto.

Con le persone giuste, oltre la retorica del disfattismo e soprattutto senza avere

l’ansia di piacere a tutti. Questa è #epursimuove.

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Una filiera alimentare sicura grazie a tecnologie diagnostiche all’avanguardia

Il caso Tecna, da startup ad azienda di successo sul mercato

internazionale.

Nel 1994 la definizione di startup

non era in voga come oggi ma

avrebbe calzato perfettamente a

Tecna srl, che all’epoca muoveva i

primi passi nell’AREA Science Park

di Trieste.

Nata da un piccolo gruppo di chimici e biologi già forti di alcuni anni di

esperienza industriale nel campo dell'immunodiagnostica, l’avventura

imprenditoriale inizia con lo sviluppo di metodi per la rilevazione di residui di

farmaci negli alimenti. Dal 2000 l'azienda allarga la propria attività verso la

rilevazione delle micotossine, indirizzandosi successivamente allo sviluppo di

kit per allergeni. In questi anni Tecna si è affermata a livello italiano e

internazionale nel mercato dei kit diagnostici per l'analisi dei contaminanti

chimici negli alimenti e nei mangimi. Oggi conta 25 addetti, un ricavo dalle

vendite 2013 di 2,3 milioni di euro, con una crescita del 14% sul 2012. E’ presente

con i suoi prodotti in 40 Paesi e le esportazioni hanno rappresentato l’anno

scorso il 35% del ricavo.

Una filiera alimentare sicura

Grazie ai progressi della ricerca scientifica sono oggi note e ben caratterizzate

molte fonti di inquinamento degli alimenti, in parte di origine naturale, in parte

dovute ai processi industriali o all'impiego di farmaci o fitofarmaci negli

allevamenti e nelle coltivazioni, nonché a fenomeni di inquinamento dovuti

all'impiego di sostanze che mascherano le adulterazioni. Rilevarli con kit rapidi,

economici e affidabili è di primaria importanza per garantire la salubrità di

ingredienti, alimenti e mangimi.

di Francesca Iannelli,

[email protected]

este.it

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La tecnologia alla base dei prodotti Tecna è quella immunochimica, ma i

vent'anni di attività aziendale hanno visto una sostanziale evoluzione e

diversificazione tecnologica e di formato. Tecna ha sviluppato principalmente kit

in micropiastra (ELISA), destinati a strutture con laboratori equipaggiati e con un

certo livello di know how. Nel corso degli anni ha spinto sul rilascio di nuove

versioni di kit ELISA via via più rapidi, di più semplice esecuzione e di formato

più conveniente, offrendo uno strumento di screening utilizzabile direttamente

dalle aziende produttrici o da piccoli laboratori.

Un esempio di questa evoluzione è B ZERO AFLA M1, un kit ELISA

rivoluzionario per l'analisi dell'aflatossina M1 nel latte, messo a punto dai

ricercatori Tecna nell'estate 2014. Si tratta del primo kit in micropiastra che

consente l’analisi diretta del latte, senza alcuna necessità di preparazione dei

campioni, rappresentando un importante vantaggio in termini di tempo e costo di

materiali per gli analisti, nonché un abbattimento delle fonti di errore dovute alla

manipolazione dei campioni. Rispetto agli altri kit sul mercato, B ZERO AFLA M1

dimezza i tempi dell'analisi e consente di ottenere risultati quantitativi in soli 30

minuti. Il consistente risparmio di tempo si combina con un significativo

risparmio economico, grazie a un formato che prevede la calibrazione.

L'elevatissima qualità dei reagenti utilizzati rende il test in grado di fornire dati

quantitativi senza il ricorso a soluzioni standard.

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Nuove sfide tecnologiche

Oltre ai saggi in micropiastra, gli ultimi anni hanno visto crescere la cosiddetta

"dry chemistry" finalizzata a costruire test "autosviluppanti" simili ai comuni test

di gravidanza. Questi test, definiti "lateral flow" o più semplicemente "strip",

sono destinati a utilizzatori non professionali e sono caratterizzati dall'estrema

rapidità di risposta: pochi minuti per condurre un controllo in accettazione di

merci e decidere, quindi, se procedere con lo scarico o il respingimento della

partita. Di grande interesse per l'analisi delle micotossine, questa tecnologia di

saggio non richiede sostanzialmente nessun equipaggiamento particolare né

alcuna formazione in campo analitico.

La sfida per Tecna è stata consistente: il trasferimento del know how acquisito e

consolidato per l'ELISA al nuovo formato del lateral flow è stato un percorso che

ha impegnato i ricercatori per diversi anni. Tecna è riuscita a lanciare nel maggio

scorso Smart Strip DON, una strip per la rilevazione del deossinivalenolo nei

cereali, un risultato propiziato anche grazie al contributo di fondi comunitari

erogati dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito del Programma

POR-FESR. Con Smart Strip DON sono sufficienti dieci minuti per dosare

questa micotossina, peraltro risultata molto diffusa nel raccolto di mais italiano

del 2014. La linea Smart Strip va arricchendosi di nuovi prodotti da poco entrati o

prossimi all'ingresso sul mercato internazionale, come Smart Strip AFLA B1,

rilasciata a fine ottobre, che consente di rilevare la pericolosa aflatossina B1 nel

mais, sempre in soli dieci minuti.

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Uno sguardo al futuro

Nell'anno in cui festeggia il ventennale, Tecna guarda all’orizzonte che la

attenderà nei prossimi vent'anni.

"Il mercato richiede sempre maggiore differenziazione di prodotti - spiega

Maurizio Paleologo, Direttore e Presidente di Tecna -. Le aziende come Tecna

devono saper raccogliere la sfida e strutturare risposte nuove per raggiungere

esigenze diverse.

Per il futuro posso immaginare un sensibile aumento di interesse per i metodi

rapidi su strip, strumenti che forse hanno la possibilità di raggiungere anche i

paesi più poveri del mondo, dove la lotta alla contaminazione da micotossine non

può essere condotta con analisi costose, sofisticate, complicate e lente.

Sul piano tecnologico la prossima sfida sarà invece riuscire a compattare più

analisi in uno stesso sistema diagnostico di screening. In altre parole, si dovranno

sviluppare piattaforme rivoluzionarie che consentano di acquisire, per uno stesso

campione di cereale, latte o carne che sia, un numero maggiore di informazioni

circa le potenziali contaminazioni chimiche. Una piattaforma multianalitica

permetterebbe la valorizzazione del campione raccolto, una riduzione del tempo

totale dell'analisi e l'accessibilità a maggiori informazioni sulla reale pericolosità

di ciò che mangiamo".

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Una spin off padovana nell’incubatore di BIC Trieste

Innovative Digital eXperience (IDX) è

una digital technology company nata

nel 2013 ed insediatasi presso

l’incubatore per l’innovazione

tecnologica del Friuli Venezia Giulia, il

BIC di Trieste. I settori in cui opera sono

quelli delle tecnologie internet e delle applicazioni digitali, con l’obiettivo di

offrire soluzioni innovative, dalla consulenza allo sviluppo di ecosistemi digitali,

che contribuiscano al rinnovamento di business model tradizionali tramite

l’utilizzo di nuove tecnologie e l’adozione di un’efficace Digital Strategy.

IDX, diversamente da molte altre società similari, può contare sulla rara

possibilità di combinare la dinamicità che caratterizza una nuova impresa

all’affidabilità di una realtà consolidata, grazie all’elevato know how derivante

dalla precedente divisione digitale di Soluzioni Software, dalla quale Innovative

Digitale eXperience nasce come spin off. Soluzioni Software è un’azienda di

Padova con un’esperienza trentennale in un settore altamente competitivo come

quello della consulenza e dello sviluppo di sistemi ERP e altri prodotti software

per la gestione aziendale, partner di SAP e con centinaia di referenze nelle aree

dei beni di consumo, vitivinicolo, manufacturing&machinery, dell’automazione e

dei servizi professionali di engineering ed ict.

IDX si pone come obiettivo la valorizzazione delle applicazioni esistenti tramite

l’integrazione in nuove architetture digitali, ad esempio interfacciandosi e

completando sistemi ERP già presenti in azienda, così da capitalizzare gli

investimenti precedenti. Le competenze tecnologiche di IDX si esprimono sia sul

web sia su mobile tramite System Integration, con soluzioni gestibili ovunque in

modalità cloud nel più assoluto rispetto della sicurezza, cosa che facilita i processi

di vendita e le interazioni tra le diverse unità organizzative aziendali (ad esempio

tra Marketing, IT e Comunicazione).

L'attività di IDX nasce da una continua ricerca sul campo, sia a livello tecnologico

e di sviluppo dei diversi prodotti che tramite la creazione di partnership con

IDX - Innovative Digital

eXperience:

[email protected]

www.idxitaly.com

tel. 040 8992278

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realtà internazionali operanti in tutto ciò che può favorire la conoscenza e la

diffusione di strumenti dedicati al business digitale.

Tra le soluzioni proposte, in continua evoluzione e caratterizzate da una forte

componente di personalizzazione per i diversi clienti, le più intriganti

probabilmente sono quelle che sfruttano la Realtà Aumentata. L'AR è una

tecnologia web-based di ultima generazione che a partire da un soggetto

inquadrato con la fotocamera di uno smartphone o di un tablet, tramite l'utilizzo

di una App specifica, permette di visualizzare un'animazione digitale ottenuta

dalla sovrapposizione tra elementi reali e virtuali, creando un contenuto

multimediale di grande impatto. I possibili campi di applicazione sono molteplici:

forse, l’aspetto più interessante di questa tecnologia è proprio la sua universalità,

che la rende sia uno strumento di comunicazione di grande resa che un supporto

evoluto per l’assistenza tecnica o la formazione.

Altra interessante soluzione IDX è la Smart Video Interaction, proposta che

prevede l'arricchimento di video e filmati tradizionali con contenuti multimediali

tramite i quali l'utente può interagire, trasformando un'operazione prettamente

passiva come quella di guardare lo schermo in un’esperienza interattiva

memorabile e quindi commercialmente efficace.

Oltre a questi strumenti più attinenti all'ambito marketing, IDX opera anche in

aree più tecniche, commerciali o di prodotto, tramite strumenti quali i-Seller, App

dedicata alla forza vendite ed alla raccolta ordini sul campo oppure i-View,

l’evoluzione dei classici cataloghi e brochure in versione mobile. Il tutto, senza

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trascurare la fase post-vendita, grazie a SpareParts una soluzione innovativa per

assistenza e ricambistica, focalizzata sulla riduzione dei tempi di gestione, per

ordini più affidabili e un rapido scambio di informazioni favorito dall'accesso via

web alla documentazione tecnica centralizzata. Digitalizzando tutti i normali

supporti cartacei, velocizzando gli ordini e sfruttando le nuove possibilità offerte

dall'evoluzione digitale, le tre applicazioni permettono di ottimizzare i rapporti

con la rete commerciale e di post-vendita, rendendole più efficienti e

concentrando le risorse a disposizione su attività economicamente redditizie

(controllo del cliente, offerta di nuovi prodotti, ottimizzazione delle attività di

supporto, etc.).

Attualmente, l’esperienza accumulata e i progetti sviluppati, consentono a IDX di

portare avanti con convinzione le scelte fatte a livello di tecnologia e ricerca, con

l’obiettivo di continuare ad investire per diventare sempre più punto di

riferimento per l’innovazione digitale di aziende e mercati.

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PROFIS crea un network per finanziare start up innovative

La difficoltà a reperire i finanziamenti necessari ad

avviare la propria startup è indubbiamente uno

degli scogli principali contro il quale si arenano

molti progetti di impresa, anche altamente

innovativi. Sono numerosi gli studi che citano la

carenza di finanziamenti a sostegno dell’avvio e

della diffusione su larga scala della produzione tra le cause principali dei tanti

fallimenti tra le startup.

Ma i soldi ci sono, questo è uno dei principali messaggi che hanno voluto

comunicare gli investitori coinvolti nel progetto europeo PROFIS: nonostante il

periodo di crisi che stiamo attraversando, i fondi disponibili per progetti di nuove

imprese realmente innovative esistono. Quello che manca è un adeguato sistema

di informazione e formazione sulle modalità di accesso agli stessi.

Pochi ad esempio conoscono i sempre più attivi (seppur in termini di

investimento complessivo ancora molto modesti) network di business angels

italiani e il loro funzionamento; moltissimi sono gli startupper che pur avendo

sviluppato progetti interessanti non convincono gli investitori a finanziarli perché

non sono in grado di realizzare pitch efficaci o non sanno come relazionarsi con

gli investitori stessi.

Su queste problematiche di formazione imprenditoriale è intervenuto negli ultimi

due anni – a partire da gennaio 2013 - il progetto PROFIS “Promozione della

finanza innovativa nel Sud Est Europa”, iniziativa che rientra nel programma

europeo transnazionale “South Eastern Europe 2007-2013” e che ha coinvolto

una decina di partner tra Italia, Slovenia, Croazia, Austria, Repubblica Slovacca,

Ungheria, Romania, Serbia e Bosnia&Herzegovina e che è stata gestita a livello

nazionale da Friuli Innovazione.

Nell’arco dei suoi due anni di attività il progetto PROFIS ha sia incrementato le

capacità degli enti intermediari (camere di commercio, incubatori, parchi

di Francesca Barnaba,

Friuli Innovazione

[email protected]

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scientifici, ecc) a svolgere un’efficace azione di supporto in favore delle startup

innovative, che agito direttamente a favore di potenziali nuovi imprenditori.

Nel caso dell’Italia, dove le attività progettuali sono state realizzate

dall’incubatore certificato di Friuli Innovazione Techno Seed, le startup e i futuri

imprenditori partecipanti hanno potuto beneficiare di corsi di formazione di alto

livello sull’investment readiness e sul business model CANVAS, di percorsi di

tutoring e consulenze one-to-one tagliate sulle esigenze specifiche di ciascun team

di impresa, di eventi di approfondimento su temi di interesse per l’avvio di

startup nonché di numerosi momenti di networking e di occasioni di incontro con

investitori dei più importanti network di business angels.

Agli startupper è stata offerta non solo formazione e consulenza, ma anche

l’opportunità di testare la validità del loro progetto di business attraverso la

partecipazione ad una competizione internazionale. La business competition,

strutturata in due fasi, una nazionale e una europea, era naturalmente riservata

alle idee innovative. In Italia hanno aderito team imprenditoriali provenienti non

solo da Friuli Venezia Giulia e Veneto, ma anche da Lombardia, Sardegna, Sicilia

e Campania: questi si sono scontrati a colpi di pitch prima davanti a investitori

italiani e poi, i migliori tre, a Budapest di fronte a una giuria composta da

investitori ed esperti di impresa di Ungheria, Austria, Slovenia e Romania.

Uno dei progetti finalisti italiani, “WADEX”, rappresentato da un team siciliano

che intende creare una piattaforma smart per lo scambio delle materie prime

seconde, ha ottenuto il secondo posto nella classifica internazionale.

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Nell’ambito del progetto PROFIS un focus è stato dedicato anche alle donne

imprenditrici, ancora troppo poche rispetto ai colleghi uomini anche nei paesi

dell’Europa sud-orientale secondo i dati disponibili. Gli ostacoli che le donne si

trovano ad affrontare sostanzialmente in tutti i paesi comunitari sono di vario

tipo: si passa dagli ostacoli di natura economica, ad elementi derivanti dal

contesto di partenza, ad ostacoli cosiddetti "soft".

Queste dinamiche negative impediscono all’Unione Europea di sfruttare al

massimo il suo potenziale di crescita e devono pertanto essere superate.

Un’iniziativa di successo portata avanti da Friuli Innovazione in quest’ambito è

stato l’appuntamento Rails Girls organizzato a Udine lo scorso giugno. Si tratta di

un format internazionale che viene riproposto in moltissime città del mondo e

che si rivolge alle ragazze e alle donne di tutte le età per avvicinarle alla

programmazione informatica, un altro ambito dove sono sottorappresentate.

L’evento è stato molto apprezzato ed ha anche dato vita in alcuni casi a nuovi

progetti imprenditoriali femminili che Techno Seed sta supportando.

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Industrio, acceleratore hardware

Industrio Ventures è un acceleratore di startup

hardware: mettiamo a disposizione un mix

unico di risorse, strumenti e know how

imprenditoriale per aiutare startup con un

prototipo a diventare aziende con un prodotto. Lo facciamo cercando team di

talento nei settori della meccatronica, agrifood, medicale e smart sensors in Italia

e all'estero.

L'acceleratore è nato a fine 2013 dalla collaborazione di un gruppo di

imprenditori e professionisti trentini che hanno avuto il coraggio di creare la

prima realtà italiana che supporta unicamente startup tecnologiche hardware.

Industrio è stato fondato da Alfredo Maglione (Optoi), Alberto Gasperi

(Spinnvest), Alessio Romani (Business Angel Network Trentino) e Jari Ognibeni

che ricopre il ruolo di CEO.

Industrio ha oggi sede a Rovereto presso il Polo della Meccatronica dove

contribuisce attivamente al progetto di sistema della Provincia Autonoma di

Trento che prevede l’attrazione di talento e competenze industriali all’interno del

compendio tecnologico di Trentino Sviluppo.

Creiamo Aziende di Prodotto

Industrio ricerca sul mercato italiano e internazionale team di talento che

intendono sviluppare un prodotto tecnologico e ai progetti selezionati offre

semplici ingredienti: seed capital, mentorship (30+ mentori a disposizione) e un

incredibile fornitura di strumenti e macchine per la prototipazione fornita da un

network di 7 partner industriali locali.

Industrio con questo modello a partire da gennaio 2014 ha co-fondato già 5

startup tecnologiche di prodotto che si sono presentate il 28 Novembre al primo

Demo Day. I progetti che Industrio ha supportato sono:

DR WINE TECH sviluppa un imbottigliatore innovativo per vino che

consente di migliorare l’efficacia del processo di imbottigliamento

riducendo la quantità di ossigeno e quindi migliorando la capacità del

di Jari Ognibeni,

[email protected]

www.industrio.co

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vino di conservarsi nel tempo perché meno soggetto all’ossidazione

(http://drwinetech.launchrock.com/);

MELIXA ha realizzato un arnia tecnologica che mira a consentire a chi

alleva api, compresi coloro che lo fanno per hobby, di ridurre costi senza

rinunciare a conoscere il comportamento delle api e la loro capacità di

produzione. Il sistema che si compone sia dell’hardware da montare

sull’arnia sia della app per tenere sotto controllo le attività delle api da

remoto, offre come vantaggio più significativo la riduzione dei costi e dei

tempi necessari all’apicoltore per seguire le sue arnie che spesso sono

sparse sul territorio a volte anche a distanza di centinaia di chilometri

(http://melixa.eu/);

MECCATRONICORE offre una stampante 3D professionale che si

propone quale scelta ideale per chi ha la necessità di stampare oggetti ad

alta qualità a un prezzo che si colloca nella fascia medio alta, ma che offre

una serie di funzionalità avanzate come per esempio l’integrazione del

computer, completo di schermo lcd di ampie dimensioni, che quindi

consente alla stampante di operare in modo autonomo e quindi di

adattarsi a contesti diversi: officine meccaniche, artigiani e perfino artisti

(http://meccatronicore.com/);

LOCK&CHARGE ha messo a punto un dispositivo composto da un

lucchetto elettronico che funge anche da connettore per la ricarica delle

batterie qualora la bici sia elettrica e da una stazione di ricarica e che può

essere acquistato e posizionato da chiunque: esercizi commerciali,

alberghi, parcheggi, stazioni ferroviarie, centri commerciali, in modo da

creare una rete capillare di punti di ricarica e di sosta sicura capace di

rendere effettivamente conveniente l’utilizzo della bici o di altri sistemi di

trasporto personale dotati di motore elettrico

(http://www.lockandcharge.me/);

BIKEE BIKE propone un motore elettrico mid-drive ad altissime

prestazioni che può essere installato su qualsiasi bicicletta rendendola

elettrica in pochi minuti. Il motore il più potente della categoria al

momento sul mercato e offre una potenza da 250W a 750W

(http://www.bikeebike.com/).

Le cinque startup sono il frutto del lavoro fatto dai rispettivi imprenditori con il

supporto di Industrio che ha fornito supporto finanziario e industriale grazie al

contributo dei partner industriali che fin dall’inizio hanno creduto e investito nel

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progetto. Tra i Partner possiamo citare: Optoelettronica Italia, Hsl, 3Tec,

Attrezzeria Trentina, Lean Evolution, Reniero e Associati, Delta Informatica,

Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Edmund Mach.

Industrio è impegnata a supportare le startup a sviluppare i prototipi in modo

efficace e rapido, a consolidare i team, a sviluppare modelli di business sostenibili

e orientati al mercato. Durante i sei mesi del programma di accelerazione le

startup possono accedere a impianti industriali, strumenti di prototipazione,

ricevere supporto da mentor specializzati e dialogare con potenziali business

partner di tutto il mondo.

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Il monitoraggio strutturale diventa sicuro e low cost

Perché è cosi difficile monitorare

efficacemente lo stato di salute

delle strutture (edifici, ponti,

gallerie, dighe, viadotti,

pipeline)? È la domanda da cui

sono partiti i fondatori di

SmartPatch, la start up che ha

ideato uno strumento innovativo

per il monitoraggio strutturale.

Attraverso l'applicazione di

sensori innovativi, ogni

vibrazione, assestamento o dilatazione della struttura viene registrata e trasmessa

in tempo reale via wireless alla centrale, permettendo così di monitorare

all'istante lo stato di salute della struttura stessa.

La soluzione sviluppata da SmartPatch appartiene alle tecnologie per lo

Structural Health Monitoring (SHM). I sistemi attualmente impiegati per il

monitoraggio strutturale - come ad esempio gli estensimetri a resistenza o a filo

vibrante, la fibra ottica o l’ispezione visiva periodica - presentano non poche

limitazioni, dovute principalmente al costo elevato, alla difficoltà di installazione

e alla lettura puntiforme delle sollecitazioni. Grazie alle sue caratteristiche

innovative, il sistema per il monitoraggio strutturale sviluppato da SmartPatch

supera tali limitazioni: è flessibile, scalabile, affidabile e low cost, applicabile a

qualsiasi substrato ed è in grado di trasmettere le informazioni a distanza e in

tempo reale. Il sistema, inoltre, monitora la deformazione, la temperatura,

l’inclinazione e l’eventuale attività sismica.

Il sistema realizzato da SmartPatch è costituito da diversi elementi. Un

estensimetro prodotto in materiale composito (Smart Skin Sensor)

completamente laminato in maniera da formare un sensore perfettamente

resistente agli agenti esterni ed applicabile su un qualsiasi substrato, di

ridottissimo spessore, flessibile e in grado di adattarsi alla superficie di

di Alessandro Tibaldeschi,

[email protected]

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applicazione. Un Reader RFID/Trasmettitore wireless, applicato sulla superficie

di ogni sensore, che incorpora un sensore di inclinazione e un sensore

sismografico. Un server centrale su cloud, che consente sia l’elaborazione

complessiva dei dati e la presentazione su interfaccia grafica, accessibile da web,

sia l’archiviazione storica pluridecennale dei dati stessi. Un gateway che

trasmette i dati raccolti dalla rete di sensori al server centrale, via rete cellulare (o

satellitare, per le installazioni remote). La trasmissione dei dati dei sensori,

infine, è organizzata in forma di rete mesh per garantire il funzionamento del

sistema, senza interruzioni, anche in caso di blocco di alcuni elementi sensoriali

(ad esempio a seguito di un crollo strutturale).

Quanto descritto finora, è il frutto del lavoro di un team imprenditoriale che da

tre anni lavora allo sviluppo del progetto SmartPatch. La squadra, composta da

Marco Bonvino, Melanie Diziol e Guido Maisto, ha costituito all’inizio del 2014 la

società (SmartPatch Srls) per sostenere lo sviluppo, la produzione e la

commercializzazione di questo sistema innovativo per il monitoraggio degli

edifici.

La start up, ospitata presso I3P (Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico

di Torino), ha già depositato due domande di brevetto e ha portato a termine la

fase di prototipazione e sviluppato internamente il software di ricezione,

normalizzazione e trasmissione dei dati. L'idea e il lavoro condotto fino ad oggi,

hanno permesso a SmartPatch di aggiudicarsi l'edizione 2014 della Start Cup

Piemonte Valle d'Aosta e il Premio Nazionale Innovazione nella categoria

“Industrial”: oltre all'onore della vittoria, alla start up sono andati premi per un

totale di 45.000 Euro euro che permetteranno di sviluppare ulteriormente il

progetto. SmartPatch infatti non si ferma qui e punta ad un mercato in continua

espansione: “Si stima che in Italia gli edifici che necessitano di monitoraggio

siano pari a circa 3,6 milioni mentre – concludono gli startupper - il mercato

globale delle costruzioni in materiale composito è destinato a crescere da 798,5

milioni di euro nel 2012 a 1.186 milioni di euro nel 2019, con un tasso di crescita

annuale del 5,8%”.

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Ca’ Foscari Forward 2014

Venezia, 29 novembre 2014

Continua con sempre maggior integrazione e successo l’alleanza con Ca’ Foscari

Alumni con la partecipazione di numerosi raporesentanti di ALEA al Ca' Foscari

Forward 2014 tenuto il 29 novembre 2014 a Ca’ Foscari.

Nel corso della serata sono stati premiati per questa edizione, Giuseppe

de'Longhi e Paolo Privitera, che hanno saputo coinvolgerci nella loro storia

professionale e di vita.

Durante la serata Stefano Bianchi e Christian Cecchetelli hanno presentato il

Memorial Maurizio Bortali. A due settimana dal Ca' Foscari Forward 2014

volevamo ringraziare gli oltre 100 partecipanti al nostro evento più importante

che hanno festeggiato con noi il terzo anno di attività di Ca' Foscari Alumni.

dalla Redazione

ALEA Ca’ Foscari

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Workshop sulle principali novità 2014 relative ai principi contabili internazionali IAS/IFRS e relativi impatti fiscali

Mercoledì 14 gennaio 2015, ore 14.30 - 18.00 Padova, SHERATON HOTEL -

Corso Argentina, 5

La formazione del bilancio si fonda su principi contabili - Un concetto

cardine nei principi internazionali che condiziona l’adozione degli IFRS è

contenuta nel paragrafo 11 dello IAS 1: il bilancio non può essere presentato come

“conforme ai principi contabili internazionali” a meno che non siano stati

applicati integralmente tutti i principi contabili internazionali e tutte le relative

interpretazioni. L’obiettivo del workshop è perciò un focus sulle principali

novità tra i principi contabili internazionali in vigore al 31 dicembre 2014

(in particolare nuovi principi relativi al bilancio consolidato (IFRS 10, IFRS11 ed

IFRS 12) e sulle prospettive future in ambito internazionale confrontandosi anche

con i nuovi principi contabili italiani. Il seminario affronterà inoltre lo stato

dell’arte relativo all’impatto fiscale in relazione all’applicazione degli IFRS.

Programma:

14.15 – 14.30 Registrazione partecipanti

14.30 – 14.45 Benvenuto e presentazione

Emilio Pagani (Presidente ANDAF NORDEST)

Diego Mantoan (Direttore Alumni Ca’ Foscari, Venezia)

14.45 – 15.30 IAS/IFRS, Codice civile e principi contabili italiani: aspetti evolutivi

e limiti di una relazione incompresa

Prof. Stefano Zambon, Professore Ordinario di Economia Aziendale

presso la Facoltà di Economia dell'Università di Ferrara

Segretario Generale, NIBR (Network Italiano per il Business Reporting)

15.30-16.00 Principali novità IFRS e prime applicazioni IFRS 10 “Bilancio

consolidato”

Dott. Stefano Bianchi, Mazars

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16.00– 16.30 IFRS 11 “Joint Ventures”: principali novità

Dott. Francesco Ballarin, Mazars

16.30-16.45 Coffee Break e networking

16.45-17.30 Principali impatti fiscali relativi all’applicazione degli IFRS

Roberto Salin, Legalitax Studio Legale Tributario, Partner

Moderatore: Emilio Pagani

Cena Socio Onorario ALEA, aprile 2015

Continua anche per il 2015 la tradizionale cena dedicata della premiazione dei

soci onorari ALEA che è prevista per aprile 2015. Ulteriori dettagli saranno inviati

al più presto, vi aspettiamo numerosi.

Capitani Coraggiosi 2.0

La terza edizione di Capitani Coraggiosi 2.0 è in programma per sabato 23

maggio 2015 sempre a Ca’ Foscari.