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Alessandra Cerruti Dott.ssa di ricerca in Diritti e Istituzioni, Università degli Studi di Torino
Alessandra Cerruti Dott.ssa di ricerca in Diritti e Istituzioni, Università degli Studi di Torino
È l’insieme dei meccanismi attraverso i quali I VOTI degli elettori
VENGONO TRASFORMATI IN SEGGI da assegnare agli eletti.
Definisce il modo in cui viene a stabilirsi un legame tra rappresentanti e
rappresentati.
Riflette la scelta per un certo modello di RAPPRESENTANZA e per un
certo modello di DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA, ma allo stesso
tempo contribuisce a costruire tali modelli:
Innanzitutto … chi deve essere rappresentato?
la Nazione (entità astratta omogenea e con fini comuni)
o il Popolo nelle sue concrete divisioni (con il suffragio universale e i partiti di massa)
PROPORZIONALE MAGGIORITARIO
Ogni partito otterrà in seggi quanto
ha ottenuto in voti
(in proporzione ai voti ricevuti)
Collegi plurinominali e liste di
candidati
Rappresentatività (fotografia del
consenso di cui godono i partiti)
I seggi sono distribuiti solo al
candidato (e al partito) che ha ottenuto
più voti in ogni singolo collegio
Collegi uninominali
Governabilità (?)
L’eletto è il più rappresentativo per
quel collegio; ma la minoranza
perde il “proprio rappresentante”
PROPORZIONALE MAGGIORITARIO
Es. Germania per il Bundestag
◦ Proporzionale con elementi maggioritari
◦ Modalità di voto:
su 2 schede, anche disgiunto
a lista/partito per parte proporz.
al candidato nel collegio per parte magg.
◦ Distribuzione seggi:
½ in collegi plurinominali con soglia di
sbarramento al 5%
se superata: conto i voti, li divido per i seggi,
faccio graduatoria, assegno i seggi disponibili
½ in collegi uninominali
Es. Regno Unito per la Camera dei Comuni
◦ Maggioritario uninominale a turno unico
◦ Distribuzione seggi (1 per collegio):
collegi uninominali
candidature individuali
a chi ottiene la maggioranza relativa
es.: Topolino 40%, Pippo 30%, Gambadilegno 30%
vince le elezioni il partito che ottiene più seggi
Es. Francia per l’Assemblea nazionale
◦ Maggioritario uninominale a doppio turno
a chi ottiene la maggioranza assoluta (50%+1)
se nessuno, ballottaggio tra i 2 più votati
Stato liberale – es. Italia 1848 Oligarchico/censitario – monoclasse – clientelismo e destra/sinistra storica
(suffragio ristretto, disomogeneità tra governanti e governati, partito dei notabili)
◦ Sistema elettorale maggioritario
(modello UK) Walter Bagehot, liberale conservatore: evitare di condurre una battaglia già persa (vs estensione del suffragio) e puntare piuttosto a “prevenire o mitigare il predominio
fazioso di individui con scarsa educazione” attraverso l’introduzione di nuovi e più drastici sistemi di selezione della rappresentanza
Stato novecentesco – es. Italia a partire dal 1912
Democratico ( Fascista) – pluriclasse – classe politica e partiti di massa (progressivo allargamento del suffragio –maschile– , disomogeneità tra gli stessi
rappresentanti, politici di professione)
◦ Sistema elettorale proporzionale (con premio di maggioranza, legge Acerbo 1923
lista unica nazionale 1928-1939
Camera dei Fasci e delle corporazioni non elettiva)
2 giugno 1946: SUFFRAGIO UNIVERSALE (maschile e femminile) ◦ Art. 48, c. 1 “Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età”
Costituzione 1948: ◦ preferenza per sistema proporzionale ma non è materia costituzionale (“sindrome di Weimar”)
◦ principio democratico-rappresentativo Art. 1 “L’Italia è una Repubblica democratica (…) La sovranità appartiene al popolo (…)”
RAPPRESENTANZA è il modo in cui si esprime
Art. 3, c. 2 “É compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono (…) l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”
una DEMOCRAZIA EMANCIPANTE (ed ESIGENTE)
◦ principi di libertà, personalità ed eguaglianza del voto Art. 48, c. 2 “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico”
1948-1993: proporzionale (l. nn. 6 e 29 del 1948)
con liste concorrenti e l'espressione di tre o quattro preferenze, secondo l'ampiezza dei collegi
◦ salvo 1953: cd. Legge truffa (proporzionale con premio di maggioranza alla Camera)
65% dei seggi a chi avesse ottenuto la maggioranza assoluta
(DC e altri: 49%, premio mai applicato e abrogata nel 1954)
1993-2005: referendum abrogativo Legge Mattarella (l. nn. 276 e 277 del 1993)
misto a prevalenza maggioritaria 75% seggi con maggioritario a turno unico
25% seggi con proporzionale (con liste bloccate, Camera, 2 schede)
(con recupero proporzionale dei più votati non eletti, Senato, 1 scheda)
2005-2014: proporzionale (?) corretto con premio di maggioranza e clausole di sbarramento
Legge Calderoli (cd. Porcellum) l. n. 270/2005 …
la scelta del sistema elettorale è rimessa alla discrezionalità del legislatore ordinario il principio di eguaglianza del voto non impone il proporzionale, né contrasta di per sé col maggioritario
il voto dev’essere eguale “in entrata” –non plurimo, né pesato– , ma può non esserlo “in uscita”
Sentenza n. 1/2014: parziale incostituzionalità Porcellum ◦ liste “lunghe” bloccate ◦ premio senza soglia minima di voti (55% seggi al partito di maggioranza relativa)
◦ il principio di eguaglianza del voto “esige comunque che ciascun voto contribuisca potenzialmente e con pari efficacia alla formazione degli organi elettivi”
quando si opta per un sistema proporzionale, occorre un’attenzione particolare a non creare eccessivi squilibri fra input e output
◦ è “un obiettivo costituzionalmente legittimo” “agevolare la formazione di una adeguata maggioranza parlamentare, allo scopo di garantire la stabilità del governo del Paese e di rendere più rapido il processo decisionale” ma ciò si pone in contrasto con i principi costituzionali della sovranità popolare e dell’eguaglianza del voto se consente “una illimitata compressione della rappresentatività dell’assemblea parlamentare”
ammesso -e non concesso- che siano da bilanciare le esigenze della rappresentanza e quelle della governabilità, il perseguimento della seconda (attraverso gli effetti distorsivi prodotti da ogni sistema maggioritario) deve condurre a limitazioni il più possibile contenute del principio della rappresentanza
(cd. Consultellum), mai applicata proporzionale con clausole di sbarramento e voto di preferenza
Legge n. 52/2015 (cd. Italicum), solo per la Camera, mai applicata proporzionale corretto con premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia (o al 2° turno di ballottaggio) clausole di sbarramento e capilista bloccati + 2 preferenze (doppia di genere)
Sentenza n. 35/2017: parziale incostituzionalità Italicum ◦ pluricandidature per i capislista (e scelta del collegio in cui essere eletti sorteggio, per non interferire
con i voti di preferenza)
◦ premio con soglia, cioè 55% dei seggi al partito:
con almeno 40% dei voti validi al 1° turno non irragionevole
vincitore al 2° turno di ballottaggio, senza possibilità di collegamento tra liste così trasformando artificialmente in maggioranza assoluta una lista che gode di un consenso effettivo limitato: effetto distorsivo della rappresentanza eccessivo
legge elettorale applicabile, ma esigenze di coordinamento con Senato
Legge n. 165/2017 (cd. Rosatellum)
Ciascun elettore accede alla rappresentanza
con un voto solo e necessariamente congiunto (1 scheda, 1 voto)
ma attraverso 2 canali diversi:
◦ in un collegio uninominale MAGGIORITARIO
◦ in un collegio plurinominale PROPORZIONALE DI LISTA
Non è ammesso il voto disgiunto (pena ANNULLAMENTO SCHEDA)
Camera
Senato
PIPPO
GAMBADILEGNO
TOPOLINO
MINNIE
PIPPO
- Pluto - Eta Beta - Poldo
- Qui - Quo - Qua
GAMBADILEGNO
-Bassotto 1 -Bassotto 2 -Bassotto 3
Etc….
… con nomi diversi in ogni collegio uninominale
CAMERA DEI DEPUTATI (630 Deputati) 1. 386 seggi sono assegnati con il sistema proporzionale. Il territorio è diviso in 63 collegi plurinominali - che
accorpano più collegi uninominali - che eleggono da un minimo di 3 a un massimo di 8 deputati
2. 232 seggi sono assegnati con il sistema maggioritario in 232 collegi uninominali 3. 12 seggi sono assegnati, con metodo proporzionale, con i
voti ottenuti nella circoscrizione estero
SENATO DELLA REPUBBLICA (315 Senatori) 1. 193 seggi sono assegnati con il sistema proporzionale. Il territorio è diviso in 34 collegi plurinominali - che
accorpano più collegi uninominali - che eleggono da un minimo di 2 a un massimo di 8 deputati
2. 116 seggi sono assegnati con il sistema maggioritario in 116 collegi uninominali 3. 6 seggi sono assegnati, con metodo proporzionale, con i
voti ottenuti nella circoscrizione estero
maggioritario nei collegi uninominali: ◦ al candidato più votato nel collegio (maggioranza relativa)
proporzionale nei collegi plurinominali: ◦ Soglia di sbarramento al 3% per le singole liste
◦ ” ” al 10% per le coalizioni
le coalizioni devono avere al loro interno una forza politica che ottenga almeno il 3% dei voti a livello nazionale
i voti delle forze politiche della coalizione che ottengono meno dell’1% a livello nazionale vanno perduti
i voti delle forze politiche della coalizione che ottengono più dell’1% e meno del 3% vengono conteggiati per il raggiungimento della soglia del 10% e ripartiti tra le altre forze politiche della coalizione che abbiano superato la soglia del 3%
calcolato su base nazionale (Camera) /
su base regionale (Senato) ≥ 20% voti validi
conviene entrare in coalizione (meglio ancora con forze politiche eterogenee che possano raccogliere voti di elettori diversi)
Decreto legislativo 12 dicembre 2017, n. 189
Dal Governo, su delega del Parlamento (nel Rosatellum) (in 40 giorni)
CIRCOSCRIZIONI (in Piemonte), comprendenti più collegi uninominali (del 1993):
◦ alla Camera:
Piemonte 1:
Piemonte 2:
◦ al Senato:
Piemonte:
cui sono attribuiti, sulla base della popolazione (2011), 23 SEGGI, di cui: -9 attribuiti in 9 COLLEGI UNINOMINALI;
-14 attribuiti in 2 COLLEGI PLURINOMINALI (da 7 seggi).
Città metropolitana di Torino
22 SEGGI (8 in unin. e 14 in 2 plurin.)
22 SEGGI (8 in unin. e 14 in 2 plurin.)
Piemonte: - 45 deputati - 22 senatori
CIRCOSCRIZIONI (in Piemonte), comprendenti più collegi uninominali (del 1993):
◦ alla Camera:
Piemonte 1:
Piemonte 2: …
cui sono attribuiti, sulla base della popolazione (2011), 23 SEGGI, di cui: -9 attribuiti in 9 COLLEGI UNINOMINALI;
-14 attribuiti in 2 COLLEGI PLURINOMINALI (da 7 seggi).
Città metropolitana di Torino
Nei collegi plurinominali sono previste liste bloccate di 2-4 candidati
(liste corte, Ccost. sent. 1/2014) predisposte sulla base del principio
dell’alternanza di genere.
e se tutti votassero lo stesso partito? 7 seggi in quel collegio plurinominale, ma
liste di max 4 candidati (liste incapienti)
in realtà i seggi per la parte proporzionale sono distribuiti a livello
nazionale
VOTI A PICCOLI PARTITI NON VANNO PERSI (… ma quando voto
non posso sapere dove vanno! Dipende da risultati degli altri partiti)
• I nomi dei candidati nelle liste bloccate dei collegi plurinominali devono essere inseriti secondo il principio dell’alternanza di genere.
• A livello nazionale, tra i capilista, nessun genere deve essere rappresentato in misura superiore al 60%.
• Il numero di candidati nei collegi uninominali non può rappresentare un genere in misura superiore al 60%
È possibile candidarsi in un collegio uninominale e in 5 listini
proporzionali (6 candidature in tutto).
Chi è eletto sia nel collegio uninominale sia in uno o più collegi proporzionali
viene proclamato eletto nel collegio uninominale.
Chi è eletto in più collegi plurinominali viene proclamato eletto nel collegio in
cui la sua lista ha ottenuto la percentuale peggiore.
• Non è ammesso il voto disgiunto, né previsto lo scorporo dei voti ai
candidati vincenti nel collegio uninominale ( quel voto produce una
DOPPIA RAPPRESENTANZA; voto uguale in entrata, doppio in uscita)
• In base alle soglie di sbarramento previste, se una coalizione ottiene il 10%
dei voti e al suo interno solo una forza politica supera il 3%, tale lista
partecipa alla ripartizione dei seggi per il 10%, mentre le altre liste non
ottengono seggi (fortemente distorsivo della rappresentanza).
• Democrazia esigente vs legge elettorale pochissimo esigente e molto
manipolativa
L’elettore può votare il nome del candidato all’uninominale e/o una delle
forze politiche (o la forza politica) che lo sostiene.
Se l’elettore vota solo la forza politica, il voto va anche al candidato
all’uninominale
Se l’elettore vota solo il candidato all’uninominale il voto va alla forza
politica che lo sostiene, se è una soltanto, o viene ripartito
proporzionalmente tra le forze politiche che compongono la coalizione che
lo sostiene in base alla percentuale di voti ottenuta da tali forze politiche nel collegio
plurinominale
ripartizione di CONSENSO PRESUNTO (a monte delle soglie);
quel voto è “personale”?