152
L’esegesi della lett era ai Romani e in piena evoluzione; è sembrato perciò opportuno ripren dere le linee guida dei cambiamenti registmti in questi ultimi decenni, proponendo nuove piste di inter pretazione, p fondate, perché probabilmente meno sottoposte a condiz ioname nti confessiona Ciò ch e disorienta il lettore contemporaneoè il modo di proc edere di Paolo, difcile sotto ogni punto di vista, al punto da far dire a molti commentatori, anche tr a l pIù seri, che la su a teologia manca di coerenza esoprattutto ch e egli ricorre unpo troppo ai para doss i per ven ire a capo delle questioni affrontate. Questo studio cerca di rendere giust a alla logica dell apostolo, mosmndo, a prop osito di temi queli la giusticazione per la sola fe de, la salvezza di israele e il suo rapportoconle nazioni, come la lettera ai Romanidelinei un cammino audace per i credentidi oggi. Il l o ch guida l’argome ntazione e quello della giustizia divina, cosl come la descrive Paolo, nelle sue apparenti contraddizioni. M l attenz ione alle tecniche e ai modelli letterari, esegeti e teologici utilizzati dell’apostolo, danno un rilievo sorp rende nte a questo scritto destinato per i credenti di tutti l tempi. JEAN Nom. ALETTI, gesuita, è pro fes sor e di esegesi del Nuovo T estamento al Ponticio Istituto Biblico di Roma. ISBN 88-263-1193  5 «22:50

Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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comento alla lettera ai Romani

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L’esegesi

della lettera

ai Romani e in pienaevoluzione;

è

sembrato

perciò

oppor tuno

riprendere le

lineeguida dei

cambiamenti

registmti

in

questi

ultimi

decenni, proponendo

nuove piste

di interpretazione, più

fondate, perché

probabilmente

meno sottoposte a condizionamenti

confessiona

Ciò

che

disorienta il lettorecontemporaneo è il mododi

procedere di

Paolo,difficile sotto ogni pun to

di

vista,

al

punto

da

far

dire

a

molti

commentatori,

anche

tr a

l

pIù

seri, che

la

su a teologia manca

di

coerenza

e soprattuttoche

egli ricorre

un po

troppo

ai paradossi

per

venirea

capo

delle

questioni

affrontate.

Questo studio

cerca di rendere

giust

a alla logica

dell apostolo, mosmndo,a proposito di temi

queli

la

giustificazione per la

sola fede,

la

salvezza

di

israele

e il

suo

rapportoconle nazioni, come la

lettera

ai Romanidelinei

un

cammino audace per

i credentidi

oggi.

Il

filo che

guida

l’argomentazione e

quello

della

giustizia

divina,cosl come la

descrive

Paolo,

nelle sue

apparenti

contraddizioni. M

l attenzione alle

tecniche

eai

modelli

letterari,esegeti

e

teologici

utilizzati dell’apostolo,

danno

un

rilievo

sorprendente a

questo scrittodestinato

per i

credenti

di tutti

l tempi.

JEAN

Nom.ALETTI,

gesuita,

è professore di

esegesi

del

Nuovo

Testamento al Pontificio

Istituto Biblico

di Roma.

ISBN88-263-1193 5

«22:50

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d l . mm eolluna

Jolé Luis Sicra

PROFETISMO IN ISRAELE

pagg. 624 - L. 70.000

Jeen:Noél

Aletti

GESU

cms19: UNITÀ

DEL

NUOVO TESTAMENTO?

pagg.

288 - L.40.000

J. Duhaime e O. Mainvîlle (&

cura

di)

LA

VOCE

DEL

DIO

VIVENTE

Interpretazioni e lenure attuali della Bibbia

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Joan-Noèl Aletti

LA LETTERA AI

ROMANI

ELAGIUSTIZIA DI

DIO

p i o g . 304 - L. 40.000

??.

1’z'dgn‘u afa/rift: $Ehn'dk;

Jean-Noèl

Aletti

La lettera ai Romani

e la giustizia di Dio

burla

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@

1997,

Edizioni Borla

S.r.l.

via

delle Fornaci. 50 -

00165

Roma

I S B N

88-263-1193-5

Imroduzione

L esegesi della lettera ai Romanie in

piena

evoluzione; e il

meno che si possa dire. Il mi o

studio

Comment Dieu est-il

iuste?,

pubblicatoa

Parigi

nel 1991,

menzionava

già diver

 

si cambiamenti sia al livello

dei metodi che delle

interpre 

tazioni. Sono

passati sei anni

e,quando le edizioni Borla

o pensato a un a

versione

italiana. si è immediata

 

mente presentatnil

problema

di

una

sua

revisione:

si pote 

va pubblicare il libro tale e quale 0 er a

piuttosto

preferibi 

le apportarvi delle

correzioni

e degli sviluppi? Dopo

aver

letto attentamente le-tesi e le analisi

sviluppate

sei anni fa,

£imango

nella convinzione che

l’insieme

resti

pi ù

che

vali

 

o.

Cogliendo tuttavia

l’occasione

che

mi viene

offerta

di

ap 

portarvi

dei miglioramentiedi discutere co n

alcuni

esege 

ti che

hanno recensito

il volume, ho modificato

qua

elà il

testo aggiungendovi varie note. Le aggiuntep iù sostanzia 

li

sono

quelle

concernenti

la presentazione della

composi

 

zione

di Rm   ca p. Il e l l l ) e la riflessione finale. sul

modo

in cu i

Paolo sviluppa

il paradigma

della

giustizia

 cap.X I ) ‘. Queste aggiuntegiustificano da sole il cambia 

mento

di titolo.

Sarebbe stato ugualmente possibileaggiungere gl i articoli

apparsi successivamente, su

altri

passi della lettera, in

particolare

sulla disposilio

d i k m

5-8

e

sulla questione del 

la

legge

mosaica

in Rm 7,di uti lizzare il

commento

che

l ’ICBCmi ha chiesto di fare su Rm2, ma preferisco

riser

 

‘ ki di un articolo

a p p n l s o

in Biblica.Cf.

J. N. Aletti, «Comment

Paul

voit

lnjustioe

d: Dieu en Rm. Enjeux

d ’ … absence

dedéfinition»,

Bl b 1l 1992) 359-315…

’ Inlanalional Catholic Bible

C o m m - l y

n

c u n

d i W. F ar me r, S.

M=Evenue.

ecc..

In

c ui

pubblicazioneè prevista

per

ottobre

1998.

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uesti studi

er

una

futura pubblicazionesullas_tessa

l’eatîng3,in

cu i

troveranno posto

anehe altre analisi ‘che

purtroppo

n o nmièstato

ancora

possibilepubblicare…

Il mio augurio èche

queste p a g i n e

possanoessere dl aiuto

a tutti coloro, esegeti eteologi, che nonhanno

potuto

ave 

reaccessoall edizione francese.

titolato

La

lettera

ai

Romani.Linee

guida pe run covrvne_vllanb.

‘ ls-iijflnl,Rm4 (i nparticolare

4,1),

e

soprattutto

suRm10, In risposta

agli

articoli

d i F.

Refoulémenzionatinella

bibliografia

finale.

 

Capitolo

primo

L’esegesi di Romani

la bibliografia riportata alla

fine

del volume da soltanto

una

vaga

idea dell enorme produzionesuscitata dalla

let 

tera ai Romani (Rm). Per molto tempo quest ultima co  

stituiva

 

insieme alla lettera ai Galati

 

il

punto

p i ù deli 

cato del contenzioso t r a cattolici e protestanti. Questa

sempre crescente

produzione di megeti e teologi

esige

però

di essere descritta, almeno nelle sue grandi linee e

orientamenti:

l interpretazione ha

conosciuto numerosi

sconvolgimenti (: soltanto

dei

cambiamenti

minori

- solo

piccole onde

in

una vasca

pe r bambini?

ln

effetti

questo

è

proprio

il

primo

problema

che

solleva

Rm:lo stato

della ricerca

esegetica

rimane

difficile.

Forse

perché l’esegesi dao gi di se

stessa

l immaginedi una di

 

sciplina

in

piena

evoluzione, o

addirittura

in

piena

esplo

 

sione;

neè sintomatico il

l atto

che un articolo annunciato

in ANRWl sulla storia delle tendenze e delle direzioni

prese dall interpretazione in

questi

ultimi

decenni (1960 

1986)

sembra

ancora differito, e a

ragione,

perché

dal

1986

l esegesi di Rin ha conosciuto un netto progresso.

vero

che,

in questo stesso

volume

di ANRW, un

altro arti 

colo di

J.D.G. Dunn.

«Paul s Epistle to the Romans: An

Analysis

of

Structure

andArgurnent» 2,rimanda ai grandi

esponenti contemporanei,ma non rendesistematicamen 

te

oonto

dei diversi campi indagati e coperti dell esegesi

contemporanea, ed è

inoltre

nenamente

superato,

  t u t ti i

livelli. Ne i

paragrafi

che seguono, cercheremo di

presen

 

tare.

senza alcuna pretesa di

essere

esaurienti, i grandi

Aufsriggun d

Nl ada gangda

nîmìschenwm, 11,25…4,Berlin»NewYork

1987.Pusentaziong inizialmente

affidata

a 51 Viviane, dell uÉcole a i .

- . di Gerusalemme.

  ,

pp…

2842-2890…

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orientamenti della critica contemporanea:

questo rapido

giro d'orizzonte

mostrerà

la necessità d i un r i nnovam en t o

degli approcci e dei metodi.

1. Problematiche,

antiche

e nuovo

Il

fatto

che

manchi

ancora una

storia

sistematica

dell'e

 

segesi

di Rm non ci deve far minimizzare i problemi

che

hanno segnato profondamente la r icerca contemporanea.

Ne

rileviamo

tr e principali.

La specifica

paolina

La questione di un

«centro»,

di un «nocciolo duro-, della

teologia

aolina

non

ha mai abbandonato le preoccupa 

zioni dell’a critica. Ma, se un a volta si ammetteva senza

ulteriore spiegazione   come un fatto evidente   che la

giustificazione

per

la

fede

senza le opere

della Legge

co  

stituisce

lo

specifico

paolino

nel

messaggto_deiNuovo

Te

 

stamento,

oggi

i commentatori

sembrano

divrsi.

in

effetti,

chiunque

intraprenda lo

studio

del vocabolario

della

g i u

 

stizia

e

della

giustificazione

nelle lettere paolme,

costata

che, nonostante le numerose ricorrenze,

questo vocabola

 

ri o ha un'importanza argomentativa

decisiva

solo in due

scritti (Gal e

Rm)

3, dei

quali n o n

si può

dire, senza

un

esame approfondito, che sono i pi ù rappresentativi-del

corpo

paolino,

Forse

si risponderàche

,Gal

e Rmcostitui

 

scono il cuore del Vangelo di Paolo. D accordo Bisogna

però ancora

mostrare

che

queste

lettere

sono qualcosa di

pi ù di scritti di circostanza, causati da

difficoltà tempora?

nee

cu i

dovettero far fronte molte Chiese   cosa che molti

critici oggi

contestano ‘. 4 …

Per

mettere

in

evidenza

questo

«specifico

paolino»,

gl i

:

Altrove,

i

numerodelle

parole

dalla radice

dik_-

resta

minimo. L_agg_ex

 

tivo dikai'as (giusto):

Fil

1,7' 4,8; Col 4,1; Ef e, il verbo dikawò (giustifi 

c … ) ; l C or 4,4

(semo

no tecnic , ,

.“ .i l ifl): lCor l,30;ZCor 3,9; 5,21; 6,7. , 9 , 9 1

4,24; 5,9; 6,14. . 4

Cfr…

soprattutto H.

Rèisinen, Paulandtheu w ,

Gomngen

1983,

le

c u i

posizionihanno

suscitato

vivaci dibattiti.

ostantivo

dikaiosynè

(giu»

, 11,15;Fi l l , l  ; 3.6.9;Bf

8

studiosisi

sforzano

di risalireal di là delle tradizioni

(apo 

stolica e giudaica),

riprese

tali e quali o modificate dall’A 

postolo.

Non sono

però

d'accordo nésu i metodiné

sui

r i  

sultati,anchese

pe r

moltidi loro il discorso di Paolo

trova

il suo centro di gravità nell'esperienza

cristica,

iniziata in

manieradecisivasullavia di Damasco:

Gesù

Cristo,

Figlio

di Dioe unico mediatore

della salvezu.

E come non men

 

zionarequi

quelli

che,

sulla

sciadi

Lutero,

fanno

della

teo

 

}:Ìgia della croce il tratto specifico dell'insegnamento

pao

 

‘ o?5

In breve,

per

spiegare il punto di partenza e lo sviluppo

della

teologia dell’apostolo. gli

esegeti

insistono

sempre

di

pi ù sull’importanza della sua

cristologia

°, perché

questa

permette loro

di interpretarei ruoli

della legge

e

della fede

nell’economia della salvezza come pure la situazione pre 

sente, ma anche futura, di Israele.

Il

dibattito lascia nondimeno

un’impressione di

confusio 

ne.

Non

che gl i

un i

e

gli altri abbiano torto

di insistere

sull'importanza dell'esperienza di

Damasco

e

sulle

sue

conseguenze,

o

sulla

giustificazione pe r la

sola fede.

Mala

questione

di uno «specifico paolino» ci guadagnerebbe s

fosse

precisata. Al

livello del

discorso.

è

chiaro

che

l ' in

stenza

sulla

giustificazione

pe r

la

sola

fede   o.in

termini

equivalenti:

sull’incapacità

della Legge mosaico

ad

assicu 

rare la giustificazione, sulla n on

necessità

della

circonci

 

sione

pe r appartenere al

popolo santo dei riscattati  

è

paolina:

n o n

si

trova

in

nessun

altro

testo

del Nuovo Te

 

stamento. La ricerca dello «specifico: equivale allora a

quella

dei

temi

propr i

di un autore. Considerando

ciò che

ispira la teolo ’a di Paolo, è ugualmente

lecito

vedere lo

«specifico»

ne

sua

cristologia;

meglio:

nella

sua espe

 

rienza in

Cristo.

A condizione di aggiungere che, come

tale, questa

esper i e…

è un bene che ogni cristiano

pu ò

invocare; l’invocavano

probabilmente anche i

giudaizzan

 

ti.

che volevano

imporre

la circoncisione e il

rispetto

delle

5

Cfr… quanto

l'Apostolo stesso ripete in [ C o r 1,17; 2,2;

Gal

3,1; 6.14.

=

cf.-.

Le pubblic-zioni

recenti

di s.

Kim,

m

Origin ofPaul’: Gospel,

Tùbingen

1931;

n.

Merklein.

-Die

Bedeutung

de i Kreuzestndes Christi

furdi :

paulinische

«:mmm:, und Gesetzcsthelnatik», in

Studien

zu

Jesus un dPaulus,Tubingen 1987. H o e (specialmente pp.

39s5);

1.Fin  

myer.PaulandH i : M i o g y , A Brief kelch,EnglewoodCliffs, N] 1939,

3e38.

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regole

alimentari

mosaiche ai convertiti

dal

paganesimo,

dicendo, ad

esempio, che Gesù

stesso aveva obbedito alla

legge e l aveva

portata

così a compimento che i suoi di 

scepoli dovevano

in

questo

seguirlo fedelmente. Ciò

che

è

proprio

di Paolo è il legame che egli stabilisce t r a l e»

sperienza della

salvezza in

Gesù

e l inutilità

della circonciv

sione

pe r i credenti non giudei, In breve, lo «specifico

paolino»

n o n

sta

solo

nell esperienza

cristica,

ma

nelle

im

 

plicazioni eticheedecclesiali che ne derivano.

Paolo e il giudaismo

Senza alcun

rischio

di

errore

si

può

affermare

che,

se

nel

passato le osizioni esegetiche

erano

segnate dall apparte 

nenza

co n essionale (protestante o

cattolica),

oggi non è

più

così. Il lettore può fin d ora andarea vedere l introdu 

zione alla seconda

parte

di

questo

libro,dove sono

elenca

 

ti

alcuni

dei principali temi

rimessi

in discussione.Certo,

non

tutte le critiche

mosse

all’esegesi luterana hanno lo

stesso valore; qualche teologo   le t rova perfino semplici 

stiche.

Comunque

sia,

il

sospetto

che

colpisce

le

letture

confessionali e che ha

senza

dubbio la sua origine in un

atteggiamento ecumenico nuovo. mostra di contraccol o

l importanza

delle

procedure pe r la determinazione el

senso letterale.Questo spiega l’accresciuto

interesseper

le

tecniche e i generi letterarico n i

quali

si espone il pensie 

ro paolino.

Parlare del rapporto di Paolo col giudaismo non è facile…

Per gli ebrei,

Paolo

ha tradito la religione dei Padri e si

trova all origine della derivacristiana che ha fatto dalpro 

feta

Gesù,

uomo

t ra

gli uomini, i l Figlio

eterno

di Dio.

Quanto

agli esegeti cristiani, anch’essi

si interrogano

sem

 

pre

p iù

sul

grado di comprensioneche

l’Apostolo

ha

avuto

della religionedei suoi padri,e le loro

risposte

restano

di

 

vergenti,

Vedremo

che

sulla

questione

le informazioni di

Rm costituiscono un

contributo essenziale.

Altra

informazione ampiamentedibattutaèquella di un’e 

voluzione

nell atteggiamento di

Paolo

nei riguardi della

Legge mosaica. A dire i l v ero , tutti   o

quasi

  ammettono

  CIT. ad esempio S. Walerholrn, Israel i ; Law and the Church’s Faith.

Paul

andhis

Recent

Intemreters, GrandRapids,Michigan

1988.

10

che

su

questo punto

l apostolo

abbia conosciuto una certa

evoluzione,ma

non

danno a questo

suo cammino

la stessa

forma e netracciano in

modo

diverso le tappe.

Senza

pre  

sumere r isposte

che

uno studio

diacronico

potrebbe auto»

r i z z a r e ,

dovremo

nonostante t u t t o domandarci se nella

le_11em

al

Romani non

si costeggino duediverse concezio

 

ni

della

Legge mosaica: una pn ma in Rm 1-8.

che

mette 

rebbe

la

Legge

al servizio

del

peccato

e

dell ira divina

fin

dall iniz io, e un altrain Rm

9-11,secondo

la

quale

la

Leg 

ge avrebbe avuto un ruolo salvifico fino

alla

venuta di

Gesù

Cristo.

Hm

nello

sviluppo del

pensierobac/ina

Nessun

commentatore

della lettera

ai

Romanipuò ignora 

re

oggi

la difficile questione

del rapporto

di

questo

scritto

con

quello che

costituisce il

nucleo del

Vangelo di

Paolo.

A

dire

il

vero.

se

gli

esegeti

erano

soliti

interpretare le al

 

tr e

lettere a

partire

da Gal e Rm, in

cu i

si riteneva fosse

espresso

l essenziale

del

pensiero di

Paolo,

ormai

non

lo

fanno

più:

non

è

forse

proprio

nell’evoluzione di

Paolo,

nelle

molteplici

sfaccettature di un pensiero

sempre

in

movtmento,

che

si fa riconoscere la

novità

e al

tempo stes 

so la continuità

del Vangelo?

Ogni lettera non è

forse

a

sua modo

un a

testimonianza

della

forza del Vangelo e

del

suo

aspetto inaudita?

Nell’ultimo decennio si è delineata

del resto un a tendenza a tener conto del cammino

spiri

 

tuale

e

intellettuale

dell’apostolo,

senza

privilegiare un o

scritto piuttosto

che

un

altro

8.

Il presente studio di Rm, essendo essenzialmente sincro 

n i c 0 , non si interrogherà. senon

per

inciso, sul posto di

questa lettera nello

sviluppo

della teologia

paolina.

Forse

è

ancora

indispensabile il silenzio: finché

non

si sarà

spin

 

ta abbastanza in avanti l analisi della lettera

pe r

se

stessa,

non

sarà

possibile

determiname le

poste

in

gioco

e, di

conseguenza, la sua

importanza

per la ricostruzionedell i

 

nnerano

paolino.

Non si tratta affatto di ricusa.re l esegesi

diacronica, perché

essa

solleva

questioni

radicali sul

rap 

porto delle tradizioni co n l evento, sul

modo

in cu i queste

;9(àf9r. recentemente,] .

Becker,

Paulus.D C V l eda Vàlker, Tiibingen

11

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tradizioni sono state a loro volta riprese edelaborate.

pe r

 

mettendo così l inculturazione del Vangelo… ignorando

questa

componente,

l’esegesi si trasformerebbe

subito

in

gnosi, in un sistema scolastico, in una

scienza

del linguag 

gio

separata

dalle condizioni di produzione

concrete

che

sono

all’origine

del messaggio dell apostolo. Se, nelle

pa 

gine che seguono, l approccio sincronico

rimane

domi 

nante,

ciò

è

dovuto

unicamente al

fatto

che

esso non

è

stato

ancora pienamente

sfruttato pe r

l interpretazione di

tutta

la

lettera. Era

importante

mettere

in

campo tut t i

gli

elementi capaci di modificare sensibilmente approcciese

 

getici che

sfuggono ancora troppo alla

logica dei

signifi 

canti o,in altri termini, alla lettera del testo.

Nel corso di

questa

rapida

rassegna

delle questioni solle 

vate

dalle lettere

paoline

saranno citati pochi esegeti con

 

temporanei. Non che

alcuni

di essi manchino di

valore,

mala loro statura

era qui

meno importante della direzio«

neda essi indicata. Imitando un autore francese del XX

secolo, che

discorreva

sulle tendenze della letteratura

francese, e citava e li

stesso

un o deisuoi predecessori,di 

ciamo che al di là dell interesse suscitato dalle loro anali 

si, i l

merito

dei

commentatori di

Paolo

è di a iu tami a

ve

 

dere

da quale

parte

penda l esegesi9.

Z.

Ounll

procedure

ugulre?

Le questioni che abbiamo menzionato non sono le sole.

Certo,la loro importanza fa si

che esse

attirino subito

l at 

tenzione;

nondimeno, molti esegeti non sembrano ancora

essersi resi

conto che, per venirne

a

capo,

sia necessario

9 Cfr… Julien Graco, «Pourquoi la littérature rap i re

mal-,

0euvres

cam

 

plètes, tome

l, Gulli…ml, 1989.11pp.

87lss. Avendo citato Rimbaudper

segnalare la posta in gioco de e questioni sollevate dalla letteratura

francese

contemporanea,

egli prende l esempio

di

due

autori,opposti

in

tutto, Claudel e Sartre, e cosi conclude (p.

973):

«Opponenda questi due

autori

e

l eco molto

diverso che la

loro opera

ha

trovato nella

sensi

lità

del tempo,

n on voglio

ce m direche la letteraturaattualesi sia cristalliz 

zata

intorno

alle opere

di Sartre. Sarebbe

del tutto

eccessivo. Ciò

che

mi

sembra chiaro, tuttavia, èche di

fronte

alla sua opera, la letteratura del

lei-n

si comporta come al contatto conuna pietrndi paragone:

turbata

dall opera

di

Sartre, no n

lo è dall opera di

Claudel: Sartre

ci

serve sol 

tantîa

pe r

veder: da quale parte pende la nostra letteratura...»

[ ind. no

 

stra .

12

prima risolvere lo spinoso enigma della

coerenza

interna

della

letier‘a.

No n che le posizioni dell apostolo in Rm ab 

bianodato

sempre

l’impressione di essere contraddittorie:

a l con trar io , fino a

questi ultimi decenni,

la

lettera

era

considerata un capolavorodi

omogeneità.

Usare contesta

 

re la logica della sua argomentazione sarebbe stato un sa  

crilegio. Le cose sono molto cambiate...

Coerenza delle afiermazioni pac/ine?

È

questa

la

prima

difficoltà

nella quale

si

imbatte ora

il

lettore un tantino più

esperto:

la scritturadi Rm

nonsem 

bra omogenea. Alcuni commentatori contemporanei

pen

 

sano

perfino

che bisogni rinunciare a stabilire

un a

totale

coerenza t r a le affermazioni dell apostolo …. In effetti,

come conciliare le affermazioni di Km2,secondo

cuic ia

 

scuno sarà

ricompensato

secondo

le sue

opere

sulla base

dei

requisiti e

dei criteri della Leg

e, e

quelle

degli

altri

capitoli di Rm 1

 

8.

secondo

le qu i

questa

stessa

Legge

n on comunica la

vita,

ma solo l ira divina? Ricordiamo

brevemente

le

due

concezioni

apparentemente

divergenti

della legge mosaica già menzionate sopra: quella di Rm l 

8’, che metterebbe la Legge al servizio del

peccato

fin dal 

l inizio, e quella di Km

9-11. secondo

la quale la

Legge

avrebbe avuto, al contrario,un ruolo salvifico fino alla ve 

nuta

di

Gesù Cristo.

Se

queste

incoerenze dovessero risul«

tare effettivamente presenti in Rm , quali conseguenze bi 

sognerebbe t rame per la portata

del messaggio che Paolo

intendecomunicare?

Infine,

la

lettera

ai Romaniesolo un

lungo

discorso inde 

cifrabile, un argornentazione dain enunciati oscuri, o. al

contrario, è

possibile

scoprirein

essa

un percorso

intelle 

gibile,

in cu i si

delinei

un a coerenza

sottile

e continua?

Una

risposta

alîermativa a questo interrogativo

suppone

che

si

dedichidel

tempo

a

svelare

questa

coerenza,

che

si

smonti in

qualche modo

l argomentazionepaolina,

pe r

ve

 

rificare l esistenza di segni grazie ai quali emerga un a lo

 

° Cfr. a p r - t u r n o E.P. Sanders,

Paul.

the Law andthe Jewish

Per)

le,

Philadelphia |983, e H. Riisinen, Paul and the Low, Gòttingen 19p83;

ente

F. Refinule,«Unire de l éptrre

au x

Romain:et histoire du

sa

 

hD,RSPT7I

(1987)

219-242.

13

Page 8: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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gica.

Sarebbe veramente ingenua la

posizione

di

chi

dices

 

se: «Ecco

la

mia

propostadi

lettura, ecco

le

mie opzioni;

è

inutile impelagarsi nell'esegesi

dettagliata

della

lettera ».

Ingenuità fatale & dire il vero,

perché pe r

uno scr-ino che

intere

generazioni di interpreti

hanno sollecitato

in tutte

le direzioni, come si

potrebbe

raccomandare subito al let

 

tore

u n a determinata lettura se

prima no n

gl i si fornisce

un

minimo

di

criteri

che sottolineino la fondatezza delle

scelte

operate?

Composizione e metodo

Il

sospetto provocato delle letture

confessionali ha mo»

strato, come è possibile supporre. l'importanza delle

pr o

 

cedure esegetiche. Per ben

valutare

la

portata

delle affer 

mazion idi Rm 2 o di

ogni altro passo,

è necessario

deter

 

minare anche il suo ruolo nell'argomentazione

D'altra

parte oggi sembra inutile insistere suquesto

punto.

tanto

gl i esegeti sono convinti della necessità di individuare i

diversi livelli

di strutturazione per

una corretta interpreta 

zione

della

lettera,

Molti

t ipi di com osizione

già

sono stati

proposti

per

l’in»

sieme

di Rm o alcune delle sue

parti.

Ci ritorneremo so 

pra, Ma ,

s e un rapido

esame delle diverse

proposte pu ò

ancora attendere, è importante dare sin d'ora i

criteri che

seguiremo qui.

Il vocabolario. Verificare la ripartizionedel vocabolario è

evidentemente di

enorme

utilità,

come

hanno dimostrato

numerosi

studi

 . in

quanto ciò

permette

spesso

di indivi

 

duare

le composizioni

concentriche ( inABA’)

o

chiastiche

(ABB’A’; ABCC’B’A’; ecc.). N o n è sempre necessario

scomporre

il testo nelle sue più

piccole

unità letterarie o

retoriche:

una

semplice registrazione

delle

ripetizioni,

del«

le espressioni

sinonimiche

e antonimiche. e

spesso suf

 

Cfr.

ad

esempio,

A,Feuillet,

art. «Remains (é'pitre aux)…

nelDES,

che

vede molte sezioni strutturare in u n ' ; ugualmente Ph,Roll-nd, Epitm

aux

Rvmains.

Texte

gm smwturé,

Rome 1980;

R. Scroggs, -Pau.las

Riu. 

torician:

tw o homilies in

Romms

1-11», in Jews, Gr u b and Christians:

Religious

Culture:

in Late

Antiquity

(Fs. W.D. Davies),

Leiden

1976, pp.

2717298,

14

ficiente

nelle lettere paoline a mettere in evidenza una

composizione di

questo

tipo. Ci ò nondimeno,

anche

nel

caso in cui la composizioneemerge facilmente, il vocabo»

lario da solo n o n permettedi dare un nome   dare cioè un

titolo che le designi adeguatamente   alle unità 0

sezioni

evidenziate secondo questo

criterio:

è del resto a questo

livello che in genere

peccano

le strutturazioni basate sulla

sola

annotazione

del vocabolario…

Individuare

un a compo

 

sizione concentrica e un a

cosa.

determinare la sua funzio

 

ne letteraria (retorica, narrativa.drammatica,ecc.) è

un'al

 

tra.

di

gran lunga

la pi ù difficile… Il lettore può fin

d'ora

andare

a

vedere

la presentazione

che

facciamo

delle

corn 

posizioni di Rm

9-11

e di Rm 9,6-29 11, per verificare

quanto ci ò sia vero: è sufficiente, ad esempio,

seguire

il

t a t o

di Rm 9

con,

a

fianco.

i

blocchi paralleli

(AECC’B’A’)

della disposizione chìastica.

cercando

di dare un titolo a

ognibloccoapaniredallasole

parole

che esso hain comu 

ne

co n

il

suo

parallelo; il

lettore

si renderàben presto

con

 

to chequesti

paralleli

non sono affatto sufficienti

per per 

metterci di determinare

l'andamento deldiscorso.

Partire

dalle

unità

lettera-ie

pi ù

piccole?

Per

compensare

le

carenze

di questa prima procedura,

non

sarebbe

forse

auspicabile scomporre il discorso paolino nelle sue

unità

semantiche

p i ù

piccole, al fine di vedere come esse si

combinano e

formano

a loro volta gl i elementi di uni tà

organiche p iù

ampie?

 

Questo

metodo ha

enormi van

 

taggi. in particolare

pe r

le unità discorsive abbastanza

brevi, come Rm 9,6-29, cu i abbiamo accennato: chi non

vedesse che il passo si divide in blocchi (vv. 5-9; 10-13; 14 

18;ecc.) n o n

potrebbe

evidentemente determinare il

posto

esatto, nell'argomentazione, dei

termini

paralleli rilevati

con

l'aiuto del metodo precedente.

Alcuni critici

comin

 

ciano persino sistematicamente

co n questo lavoro

di

seg 

mentazione,

cercando

cosi

di

individuare

come, a poco a

poco, i

diversi

insiemi si articolano

per

formare le maem

 

unità…

  Composizione concentrico in km

9-11,

e

chiastica

in 9,6

 

29. Cfr. pp .

54e 153.

. ; S imm d i p roposi zi on i, fmi .

segmenti, sezioni

eparti.

15

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Questo

secondo metodo

presenta tuttavia

degli

inconve 

nienti.

Se da

una

parte

esso permette

di precisare

una

suddivisione che la sola

annotazione

del vocabolario la

 

scia

ancora nel vago, dall'altra r imane totalmente

miope

sull'esistenza di modelli letterari inglobanti. Prendiamo

infatti

un discorso

come quello

di

Rm.Chi nonconosce

le

re ole della

retorica

ellenistica n on saprà mai che certe

emozioni

della lettera hanno

la

funzione

di collegare e

di

reggere

tutta

un'argomentazione;

che

sono quindi,

nel

senso

tecnico del

termine,

dellepmpositt'ones “.

Pertanto,

cominciare co n lo

scomporre

il testo nelle sue micro-unità

non

èsufficiente,maè

importante anche vedere

seun

pas 

soobbedisce a un macro-modello

letterario

 

epistolario,

discorsivo,

narrativo, testamentario,

midrashico, oracola 

re, ecc.

  che determinerebbe

l'insieme

delle sua composi

 

zione. In altri termini, la generazione del

significato

non

avviene soltanto secondo

le leggi

della

linguistica

frastica:

credere che un discorso o un libro intero si costruiscono

soltanto

come una frase

è un'illusione. La conoscenza di

un certo numero di macro-modelli e quindi un o condizio 

ne indispensabile per cogliere la composizione dei testi e

entrare

nella loro

comprensione.

I modelli letterari. Per

quanto

indispensabili, i due

proce

 

dimenti precedenti

spesso

impediscono a

quelli

che li

se 

guono di vederei diversi modelli letterari seguiti

dagli

au 

tori del NT

per

comporre un

certo

numero di pericopi. È

infatti possibile che uno stesso

passo

  Rm9,6-29 menzio

 

nato sopra ne èun

buon esempio

  possa avere un'urge 

nizzazione lessicale concentriea ( i n ABA’), seguire le pro 

cedure

e la disposizione

dei midrashim15,

:

giustificare

una tesi (unapmpositia). ln

breve,

un a stessa

unità

lette«

raria

è

spesso

  almeno negli scritt i paoliniespecialmente

in Rm

 

un

composto

di diversi t ip i di strutturazione: rile 

varne uno solo fa evidentemente correre all'interpretazio 

ne il

rischio

di unilateralità. I capitoli

che

seguono mo«

"

Per questo

termine,

cfr. l’indice dei termini tecnici un.fine del volu 

me. Cfr. anche J.-N… Aletti, «La presence d’un modèle rhétorique en Ro  

m i n s . So n

roleet

son

importance-. ' 71

(1990)

1-24;

Id.,

«La disposi

 

li o

im…-que

dans les

epîtres pauliniennes:

proposition

de métbode»,

ms &(1992) SBS-401.

'

Per questo

ten-nine, si

veda l'indice dei termini

tecnici,

17. zoo.

16

streranno

  risparmiando

tuttavia

al lettore lunghe analisi

  come la presa in considerazione di questi

modelli

lette 

rar i

determini la giustezza delle interpretazioni.

3. Le giustizia d'

Un

tema

desueto?

Come

nel m io precedente studio su Rin (Comment Dieu

est-il

fune.“),

ampio spazio sarà dedicato

ancora alla

que

 

stione della giustizia divina. Essendogià molto numerosi

gl i

studi su

questo

tema, ci si pu ò domandare sen on

sa 

rebbe stato

p i ù

opportuno andare verso altri orizzonti. Ma

dato che, nonostante la loro bellezza e la loro profondità.

le

riflessioni

dei commentatori attribuisconoa

Paolo

posi

 

zioni che

spesso

non hanno nulla

a

chevedere co n

le sue,

si rivela necessaria

un a

messa a

p un to . commove nte

presentare i l Dio di

Paolo come

il

vero Dio che giustifica

misericordiosamente i peccatori.

Commovente

ma

poco

convincente, senon si sta attenti a tutto ciò che va in real 

contro

questa giustizia. Se

questo

Dio

è

prodigo

di

mi

 

sericordia e di giustizia.

come

pu ò

aver odiato,

indurito

tanti

uomin i ( Rm

9.13.18;

11,7.25)

prima di una qualun 

que

risposta negativa

da parte

loro

(9.11-12)?

Peggio

an

 

cora.

perché racchiudere tutti gl i uomini nella disobbe 

dienza allo

scopo

di

meglio

usare loro misericordia: Dio

avrebbe bisogno

della

debolezza cronica dei suoi sudditi

g:r poter manifestare la sua gloria. la sua forza e la sua

mà? Le creature che Paolopresenta in R m 9,19 23 sem 

brano a s e r e nientemeno dei burattini, degli oggetti muti

davanti

a un

Dio

pronto a distruggerli: è veramente pos 

sibile mostrare l'estensione della giustizia e della miseri 

cordia divine nel

momento stesso in cui

sembra che

si

sopprime

la libertà umana? Perché l'apostolo si crede ob 

bligato

a sottolineare

che tutti

senza

eccezione,

sono pas

 

sibili del

giudizio

  quando vuole

rivelare

l'inaudito della

giustificazionepe r

grazia

 , e

che

tut ta

l'umanità anteriore

al Cristo er a sotto l'influenza del peccato? Come

può

l'ele 

zione di un popolo n on attentare alla giustizia definita in

Rm

2,11

e secondo la quale

Dio

n o n fa distinzione di

per»

sone?

Ciò

che quindi

fa

problema

èl'immagine

paolina

di

Dio

e,

17

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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di conse

uenza,

dell uomo, pi ù che la coerenza interna

del suo

i s c o r s o , Ora, s u questo punto,

gl i esegeti

d i R m

n o n hanno

ancora riflettuto abbastanza, almeno

pe r

un‘e 

segesi

che

tenga

c o n t o dei modelli seguiti dall’Apostolo.

Difficoltà

teologiche e

metodo

Troppi

commentari

  soprattutto

luterani

  esaltano il

modo in c u i Paolo disserta sulla giustizia e sulla miseri 

cordia divine

senza rendersi

ben conto

che

danno adito

a

una

crit ica

sferzante.

Ma ,

a

m eno

di

pensare

che

Paolo

stesso

sia

caduto in trappola

  cosa

che un passo come

Rm 9,13-23 smentisce immediatamente  , è necessario

dare alle

sue affermazioni il loro

esatto valore,

distinguere

cioè tr a quelle che egli riprende dalla tradizione biblica e

giudaica,

p e r precisarle o

volgerle

ai

propri fini,

e quelle

che

difende co n

ardore. perché

costituiscono la

p u n t a

di

diamante della sua teologia. In breve, l esegeta deve resi»

stere alla tentazione di attribuire lo stesso peso e la

stessa

funzione a t ut ti gli enunciatidi Rm ,

pena

il totale frainten 

dimento della

teologia

dell’apostolo. Il

lettore

l avrà

compreso: l importanza del metodo si rivela decisiva.

Leragionidi una scelta

Dato che gl i studi esegetici su Rm n o n hanno finora

ripre

 

so le questioni relative

alla giustizia divina

e

alla giustifi 

cazione su

basi

metodologiche

nuove, er a

pur necessario

che

qualcuno cominciasse. Il presente lavoro è

frutto

di

un cammino che havoluto prendere sul

serio

le procedure

di analisi senza le

quali

i risultati, nonostante il loro fa 

scino

e il loro carattere suggestivo, restano sempre sospet 

ti .

Ma ,

proponendocidi

riesaminare

le

affermazioni

di

Paolo

in Rm sulla giustizia divina, sappiamo che bisognerà r i  

t o r n a r e in seguito su alcune sezioni importanti: Rm

5-8

  eccettuato

forse

l ampliamento

finale,

in 8,31-39) e 12-15

  parte costituita interamente di esortazioni sull‘agire eti»

co). Perdite

senz’altro

dannose,

ma

che

un prossimo

studio cercherà di compensare.

Cisi

compiace nel ripetere che

l annuncio del

Vangelo

va

18

d i p ar i passo c o n la promozione

della

giustizia: forse n o n

è

male

ritornare sugli enunciati di Paolo, in cu i

questo

le

 

game e sottolineato

co n tanta

forza. Sela Buona

Novella

n o n fosse rivelazione della giustizia divina, bisognerebbe

considerarla la p i ù perniciosa delle alienazioni. Sì, ma

cosa intendere

per giustizia

divina? Un esame

attento

del

primo

annuncio

apostolico dovrebbe darci

tutte

le

infor«

mazioni

desiderate.

Leproblematiche e il

piano

di lavoro

Il

cammino

dell’esposizione è molto semplice - nella

sua

logica, evidentemente. Il

lettore

è invitato a

e n t r a r e

pro  

gressivamente

nell’aspetto

inaudito della giustizia divina

descritta dall’apostolo in

Rm ; l effetto

di suspense

che

ne

deriva n o n ha

quindi

niente di fortuito.

Ciascuno

dei

capi

 

toli

che

seguonoavrà di

m i r a un a questione

particolare,in

modo che

la

ponam del terna

appaia

pr o

ressivamente e

trovi

la

su a

espressione ultima alla

fine

el

percorso.

Le

elenco q u i p e r facilitare il compito

del lettore

e.mi augu 

ro , suscitare

il suo interesse:

Cap…

I l :

In

che cosa

la composizione

della lettera fornisce

indicazioni sulla tu a tematica

principale?

Quale posto vi

gioca la giustizia divina?

Cap.

I l ] :

In che modo la

composi

ione di Rm 9-1 I sottoli 

nea la questione della

giustizi

mina?

Cap. I V: Perché

l Apostolo i a

  i n

Rm

L i s - 3 , 2 0 ) col

mostrare

che tutti, senza eccezione, sono oggetti dell ira

divina?

Cap.

V: Qual è la posta in gioco

teologica

della giustifica 

zione

pe r

la fede?

Cap

VI :

In che cosa la preferenza degli ebrei p e r l a Legge

mosaica

significa un

rifiuto

della giustizia divina, che sa 

rebbe

un a giustizia

senza

la

Legge?

Cap.

V I I : Rm 9. Se l’elezione suppone

u n a

preferenza,

come

p uò

essa coesistere

c o n

la giustizia divina, che, se 

condo Rm 2,11, rifiuta ogni preferenza?

Cap.

V I I I : Rm9e 11.

Come può,

il

Di o

che indurisce. es 

sere al

t e m p o stesso

giusto?

Cap.

[ X : L’esegesidi Paolo e la giustizia di Di o secondo le

Scritture.

19

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Cap.X: Il Dio giusto. '

Cip.XI:

La giustizh

divina

in

Rm.

Per

m a r e ancor-Wifi net taman la progressione

delle

Wdoni verno

l l posa in giocon ologia,

l capitoli

sotto

quan-o punti lpflncipzli: composin'one e

nemo. fede e

Legge,

Xsraele: i

suo fimnro, mgesi

e

teolo

 

gm.

Sebbene

(gente

que-tioni

costituiscano

l’ossatura

delper

 

corso.

è c   un che non lo saudsoono, perché, cammin

facendo,

ne incontreremomolte altre.

D’altn

pam, il fm 

to eh: non shno nuove, almeno per gli & islisti,

no n

deve

h r c ]

dimenfiure

che

la

u n a invece

e

risposi:

e.h

loroarficolnflone.

Ch :Paese:

de l ] ;

lettera lì Romanicerchidirialhcciusi

lig‘îovleo

speue con

le quel:tlloni nnt icbg dimogra temas

;; | ro nenzae oro import-nza. Magna

ram

unum lll‘evidenzn:

come avevann ha

visto i

nomi predueswfi.

ld giustificazione

per

la

fede costitui 

:c e

lo specifico

del diacono

molino. r l :pem nl

resto del

NT. Mn

cura…

1: lpecificiù delvocabohrio

no n

è luf 

flciente;

bho

finche

percepirne I:

ragioni,

congetturtli

: profonde. ammine lungo. Ll cui coerenza e utilità

np

 

pariranno

d lnfine; celo augurlnmo.

20

Puno

pr im.

Composizionee

a n s o

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Molto

recentemente, menzionando le

tendenze

dell esege

 

si della lettera ai Romani, J. D , G . Dunncostatava che il nu  

mero

delle

composizioni

proposte,

lungi dal diminuire,

sono

piuttosto

in aumento 1;e questo è certamente dovuto

al numero crescente dei commentari. ma ciò n o n

spiega

la

disparità delle soluzioni.

J.D.G. Dunn, già citato,

e R.

Penna2 hanno

ampiamente

presentato gl i

studi

degli ultimi decenni sui

problemi della

composizione

della

lettera.

Riportare

qui un a lista de li

autori

e

delle divisioni

di

Rm ,

p er quanto

utile,

annoiereî

 

bei l

lettore:

rimando

perciò

agli

studi

dei due

menzionati

autori.

Forse

è

pi ù proficuo

riprenderei problemi di

com 

posizione

esaminando alcuni schemi, sintomatici pe r mol 

ti

aspetti

di

tutti gl i

altri.

infatti.

sebbene sia stato dedicato

molto tempo

a

scomporre

la

lettera

in sezioni, sottosezio

 

n i, ecc., raramente l interpretazi one dipende dalla compo 

sizione individuata. Se, come

sostengono molti

commen

 

tatori, Rm 9-11 n o n

può

essere collegata direttamente al»

l argomentazione che va da Rm 1,16 a 8,39 e

dev essere

considerata un a sorta di appendice, quali sono le

conse

 

guenze

pe r

la logica e

per

l interpretazione della lettera?

Similmente. sesi

ritiene che

la

prim a sezione della lettera

n o n termini i n Rm 4,25 m a i n Rm 5,21, bisogna m o s t r a r 

ne

l importanza pe r

la

comprensione

dell insieme.

Altri

 

menti, c om e n o n dare ragione a t u t t i coloro secondo i

quali la

forma

dell’espressione

n o n

pu ò

segnalare

o

s c a n

dire le articolazioni della

forma

del contenuto?

 

«Paul s

Epistle to the Romans: An Analysis of Structure

and

Argu 

ment» in ANRW, 11,251, Berlin-New York 1934, pp. 1730-1756.

2 «La funzione strutturale di

3,1

 

8

nella lettera ai Romani-, B ib 6 9

  1988)

507-542.

22

Le composizioni

proposte

pe r

Rm s i basano sucriteri sia

formali

che

temat.i . Niente di originale in

tutto questo.

Ma c o n l ipotesi di un modello retorico, avanzata già da

ormai

quindici

anni. il

dibattito sulla

composizione di km

si è

arricchito

e complicato. Il

ricorso

alla

retorica antica

ha infatti favorito nuove prospettive ma ha

anche

suscita

 

to

dibattiti

appassionati.Ci è

sembrato

p i ù

opportuno

pa r

 

t ire

da li ,

p e r

ragioni

che diventeranno

chiare nel

corso

delle discussioni.

23

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Capitolo secondo

La composizione di Rm

Quando

apparve il mio

studio sulla

giustizia di Dio in

Rm1,

molti esegeti

escludevano

che Paolo avesse

potuto

essere iniziato ai rudimenti della retorica greca, forse

per

 

ché,

secondo

loro,

l'apostolo

non aveva

potuto

essere

al

tempo stesso

alla

scuola di un rabbino ebreo e seguireil

cursus

studiorum

proposto

dal sistema educativo

greco

di

allora. Inutile

riprendere

questo

ed

altre obiezioni, che

R.

Penna ha riassumo molto bene e in parte ha fatto pr o 

prie?

Ma

non

vogliamo dire che

le composizioni

retori

 

che

proposte

per

Rm

sono

imposte

dall'esterno e che c

 

stimiscono una specie di camicia di forza che faccia vi

 

lenza

all'argomentazione

paolina.

Sono

piuttosto

le

obi

 

zioni menzionate

sopra

che

restano

esterne al testo di Rm:

se, infatti.

l'argomentazione

dell'apostolo segue

alcuni

dei

modelli utilizzati

all'epoca

per i discorsi e le

argomenta

 

zioni, l'esegera

deve ammetterlo, molto semplicemente. e

domandarsi, solo in un secondo momento, in

che

modo

Paolo

ne

sia venuto

a conoscenza.

Che

la

lettera

ai

Roma 

ni ,

in

molte sue

parti.

abbia dei punti

in comune

con

le

composizioni delle argomentazioni del suo tempo è un

dato

che

oggi

nessuno

può mettere in discussione3.Ceno,

Rm non è solo un'argomentazione,ma ha

tratti

epistolari

‘ Comment

Dieu

esl-il fuste?,

Paris

1991.

2 R,

Penna, . L a funzione

strutturale di

3,1-8

nella

letlera

ai

Romani-,

Hib 69 (1988)

507-542

(soprattutto 512514).

Cfr…

 . . Aletti,

«Ln

présence

d'un modèle

r'hétorique en

Remains. Son

role

el.

so mponance-,Bib 71(1990) 1-24; ni., «La d is s it io

r imm 

ue

den: les

épnres pauliniennes: pmpositions de …e ., ms 33

219? )

385-401.

14

,]

benmarcati‘ ; dimenticandolo, molli

approcci

retorici re

 

centi sono caduti

nell’arbitrarietà. Ma seè possibile pr o

 

vare

che

il

discorso

dell’apostolo si sviluppa

alla maniera

di un'ar'gomenlazione e ne segue le regole.bisogna

allora

individuare le uni tà logiche e determinare le leggi della

loro successione,

sono

pena

di far dire al resto

t u t t o

ciò

che si vuole. Determinare le di articolazioni di Km

rimane

il

primo imperativo

dell'analisi. Ma

siccome

un

certo

numero

di

esegeti

dubin

ancora

che l'approccio

re  

torico possa rendereconto dell'argomemazione globale di

questa

lettera, n on è inutile

presentare

sommariamente le

esitazioni e le

tendenze

dell'esegesi,

retorica

o non.

1 . L ' u l s t o n n d i u n

modello

retorico

Bravestato della

questione

La disposizione pr o sta da W. Wuellner merita di essere

menzionata perché la

prima

5:

exordium

1,1-15

nnnsirus

[ , l o -17

confinnan'o 1,18 fi n o : 15,13, in due pani:

proban'o LIB-11,36

digressio (exemplum) 12.145,13

pcmratio l iu-16,23…

‘ A.B. duToit. «l’enuuioninRm l i l-17», B Z3 3 (1989), loha ricordo“:

co n forze. Paolo.

egli

dice,

che

ulilizzllo t u t t i e convenzioni remriche.

Al tempo nemodesidero dimostrareche l’applicazionedi queste

conven 

zioni

n on c-mhia le tennerisr.icheepimhn' di questi documenti:

pre-e

come

un

m m , s i e m u n e

nll’iniernndei

emani del genere epistolare.

Di consegue… oem-ingere Rm : entrare in

un o scherzi: mexico, do 

numtusi

seil genere

retorico

della

lettera

sia epidinico o . i n , sarebbe

melodolog;icamznle ‘ oembile: (pp. 195-196) [trad. nostra]. Queste

posizione

pecca

di n o. perché,

a m m i r i

(mendo, leugo menuzioni

poolinepossono

assumere

un o stile

gind

'o.delibenu'vo o epidittico.

Comunque

sia,

&

necesario

mantenere

insieme

le oomponenli epistolare

ediscorsive.

Cfr.

W.

Wuellner, «Paul's Rhewric

of Argumenution in Ronuns. An

Aller-narive to

the

Donfried»KarrisDebale

r i v e r

Ramona»,

CRO

38 (1976)

3311351.Con

nhxe

unegon'e.

appartenenti nnoh’eme

nll: relorlcegreco 

m m m F. Siegerl. Argumenlntion beiPoulus. gazigt

avr Ra»:

941,111 

bingenlqi15,

propone

nxicarneme

la slessadispositio:

exordium

1,1»15;

"

[ , lo -17 ;

’ 1,18-11,36;pamsz1's12,1-15,13;wn51145i0mposam

1514-1633. Per i

vocaboli

in latino, si veda l’indice finale

dei

termini

tecn.

25

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Da

allora sono

apparsi molti\studi.per apportarvi nume

 

rose sfumature e correzioni. E inutile ritornare sulle obie 

zioni radicali

sollevate in merito

alla

presenza di un

mo

 

dello retorico nelle lettere paolina. obiezioni che cadono

da

sole quando

si esamina da vicino

Rm.

infatti

solo un a

cecità totale impedisce di vedere la fattura eminentemente

argomentativa e,

pertanto,

retorica di Rm

1-11,

Tuttavia

alcuni

studi

retoricirecenti

no n

possono

no n

sol

 

levare il

dubbio.

tanto

essi

rimangono

formali,

t an to

sem

 

bra artificiale il loro mododi accordare le letterepaoline

 

in particolare Rm   all organizzazione dei discorsi greci.

E siccome l organizzazione ideale o abituale

comprende

un

esordio,

un esposizione

dei fatti (narratio), un a serie

di

prove (confirmatio, o, a seconda dei manuali, pmbatio) e

una

perorazione.

c è

la

tentazione

di

vederlo riprodotto

tale

e

quale

in Rm 6:tentazione fatale,

perché impedisce

di

entrare in ci ò

che costituisce

la specificitàdell argomenta

 

zione di Paolo. Laviapi ù sicura n o n è

quella

di far coinci

 

dere Rm

con

un modello che si suppone che

essa

riprodu

 

ca tale e quale, madi determinare le differentiunità argo 

mentative (: logiche, vedendo

come,

a poco a poco, esse si

concatenano e si

articolano.

Così

facendo

si

evita

di im

 

porre un modello al

quale

Rm n o n obbedisce necessaria 

mente in tutte le

sue

parti e si

conserva

quella flessibilità

che

eun a delle caratteristiche del discorso paolino.

Ricerca di

unità

logiche

I diversi lavori sulla presenza di un modello retorico negli

scritti del

NT

che sono stati

pubblicati

negliultimi anni

si

possono facilmente dividere in due insiemi, in cu i si rico 

°

Cfr.

R. lewet t , «Following the Argument of

Romans... Wardand World

e

(1986)

352-359,

La

dispositiu

evidenziata da

J … …

differisce

legger

 

mente 7

nelle sue

grandi

linee

_ dn

quella

di Wuellner: exardiunl 1,1.1z;

nmdt1o 1,13…15;pmpositio (o t u i ) 1.16.17; pmbat 1,18-15.13 (con il

corpo dell argomentazinne in

1.134,25, ripresa poi

da una serie di am 

plin-nenti 5.144,39;9.141,35; 12.145,13)epe mmtia

l iu-16,27.

u .

mente,

1= Vouga, «Remains, uomo

c o m e

minnie», in P. a“ r e

ma H a b e r m q u (edd),Ln nanan on.

Quand

le

, u n

dzvimt

m……

 

catia». Genève

1988,

p .

145451:

emrd1 um 1,1.11;

nav ig l i o

1,1s-3,20;

propositiu

3,21 31; pra li n 4.141,36;

ahartar ia 11,1.15,13; …ma:

15,14-33.

26

nosco metodi

o

persino scuole

opposti.

Per

gli

uni,

il

pr i 

mo compito è quello di identificare il genere retorico;

pe r

gl i altri, al contrar io , è meglio dimostrare i meccanismi

dell argomentazione pe r

verificarne l unità, enunciarne

la

o le

tesi

(pmpositiones) principa li

prima

di

pronunciarsi

sul

genere retorico. Solo

questo

secondo

percorso

autoriz

 

zarisultati affidabili.Prendiamo infatti l esempiodi un al 

t r a

lettera

paolina,

Galati,

il

cui

genere

retorico

resta

di

 

scusso

7. Come

sapere che

la

lettera

appartiene al genere

deliberativo o al genere

giudiziale prima

di aver risolto

al

 

tr e

questioni ancora pi ù difficili:

dove

comincia e

dove

termina

l argomentazione?

C è una sola pmpasitio

o

piut 

tosto parecchie

‘, e, in

questo caso.

quale rispettiva

funzio 

ne

attribuire loro?

Le esortazioni di

Gal SAJ-6,10 fanno

parte della dispositio, devono, in

altri

termini, la loro pre  

senza

al m o d e r discorsive o al modello epistolare. e

se

 

condo quali

criteri decidere?

Ecc.

Seil testo di Rm è un argomentazione e sequesta obbedi 

sce. tr a l altro. alle

leggi

della

retorica

greca, il

primo

pas 

soda compiere

non

sarà

quello

di verificare che Paolo ab 

bia ripreso

tutte

o

alcune

componenti

della dispositio  

che

io ho chiamato

«ideale»

e

che

il

lettore

sa

ora essere

formata

da un esordio. da

una nunatio

o

diegesi.

da

una

pmbatio’ e da

una

perorazione

 

, ma

piuttosto

di andare

alla ricerca dell elemento troppo raramente menzionato

in

questa lista:

le propositiones. Al

plurale, perché

le

sperienza

dimostra che

la

presenza

di

un a

propositio

( in

greco pmlhesis) principale, come Rm

1,16-17, n o n esclu

 

de

quella

di pmpositiones secondarie,

che esplicitano, am

 

pliano in qualche

modo

la principale e permettono

all ar 

7 Sulla determinazione

del

genere retorico (che

difler uce dal genere

let 

terario),si

veda l indice

dei termini lecnici, p. 267

  Si sa che,

per

o. Betz («The Literary Composition and Function of

Paul s

Leuer

un

the

Galatina»),la

ympositio principale

di

Gal

si t rov a in

Gal2.15

 

2  . pe r E. Standaert ( d a rllAloriqueantique et

l épître aux

Ga

 

laus»)

in

3,1 5,

esecondoa ltri ancora in L i l - 1 2 ,

° Il vocabolario

degli

specialisti no n coincide perfettamente,

perché

le

denominazioni degli antichi erano

già molteplici.

i n v … di

parlare

di

pm_baxm,

alcuni preferiscono parlare di confinnaxin,

che

o, secondo i

m o i,dividersiinpmbatin(mveinfxvoredel

lesidifesaìe

refulnti o

( u z …delle prove dell avversario). Per semplificare,

nel

neu-minepmbatio include le p l v v e e le eventuali refumzioni.

27

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gomentazione paolina di precisarsi progressivamentee di

svilupparsi in una serie di

tappe

facilmente individuabili.

Ogni unità

argomentat iva è in genere composta da una

propasitio, cioè un enunciato che Paolo cercherà di p r e c i  

sare,

spiegare,

fondare o giustificare in una

probatto:

con

un o

o v ar i

esempi

(Rm 7.1-4; 11,16424),

con

uno o van

entimemi (Rm

65-10),

co n dei principi

(R m 2,611;

6,710),

0

ancora con testimonianze

scritturistiche

(Rm

3,10-18;

Rm 4; Km 9,6v29). Il

tessuto

argomentativo di

Rm è del resto stratificato, perché le unità argomentative

si raggruppano

pe r

formare

delle

sotto-sezioni,

po i delle

sezioni,

che possiamo schematizzare

così:

sezione sottosezioni Miani-unità

(suh)propo -pmbatio

(sub)propositio-probltio

(sub)pmpo

-probatro

Plumsmo-Prrouno (sub)pro

»probltlo

prob.-tio

(sub)pmposi

-pmbntio…

È in

effetti

la propositio e

solo

quella

che

permette

di

dare

un

nome

a

un'unità

argomentativa.

Troppo spesso

le

Bib 

bie

e i commentari

dividono

i l testo

paolino

i n uni tà

che

fanno

precedere

da titoli che, lungi dall'aiutare il lettore,

al

contrario

lo mettono fuori

strada

e non gl i permettono

di seguire la logica del ragionamento dell’Apostolo.

Pren

 

diamo

ad esempio i

titoli della TGB

pe r

Rm

9-11:

9,1-18 Elezione

e

peccato

d'Israele

9,19-33 La sovrana

libertà

di D io

10,1-21

Giudei

e

pagani hanno

lo stesso Signore

11,1-24

Di o

non ha rigettato

Israele

1

1,25-36

La

salvezza

d’Israele,

La

prima

divisione

proposta

non

corrisponde in nullaalla

dinamica della

riflessione paolina,

prima

perché

Rm_9.l

 

18nonparla del

peccato

d'Israele, po iperché laouestrone

posta

da

Paolo

è lì teologica:

tenuto conto dei pnv11egr

passati, la situazione

attuale

d'Israele

non rimette forse

in

questione la

solidità

della Parola

divina? Ciò

che Rm 9 de 

scrive, è la logica di una Parola divina che non è venuta

28

meno.

Dopoaver

segnalato

pe r

Rm 9,15 la situazione

che

fa problema. un

titolo avrebbe dovuto

precedere

9,6,

r i

 

prendendo la propositio enunciata in 9.64

(«La

Parola di

Dio non è venuta

meno:),

che

genera tutta

l’argomenta 

zione di Rm 9

‘ ° .

Il t itolo dato al

cap.

10dalla TOB

n o n

è

maggiormente indicativodella

tesi

che Paolo

difenderà  

tesi

che n on

è

del resto

«Giudei e

pagani hanno

lo

stesso

Signore». L'unico appropriato è quello di km 11 («Dio

non ha rigettato 1sraele»),

poiché

riprende

alla lettera

la

proposilio di

11,111; esso

però dovrebbe inglobare

tutto

il

capitolo

(vv.

1-32): i l t itolo inserito prima del v. 25

(«la

salvezza d'Israele»)

descrive

bene il contenuto

dell’unità

considerata,masiccome la

tesi difesa

resta quella di 11,1a

dovrebbe essere messo

in carat ter i p i ù

piccoli   diventare

perciò

un sottotitolo  . in modo che sia ben chiaro

pe r

il

lettoreche la problematica deiw.

25-32

rimane la stessa

dei

versetti

precedenti.

Sarebbe sufiìciente

passare

in rassegna i commentari e le

traduzioni che

oggi

fanno

autorità

pe r

costatare che la

TOD non

è la sola a

non

aver seguito, neisuoi titoli e

sot 

totitoli,

la dinamica del ragionamento,Un

difetto così e.m

 

piarnente

diffuso

e

così

dannoso

pe r

la comprensione

del

pensiero

paolino dovrebbe convincere dell'interesse del

modello retorico  

tutt i

coloro che ancora lo rifiutano.

Lepropositiones e la loro importanza

Farintuire

l'importanza

dellepmpasitianes  

tesi

che

Pao

 

lo intende difendere e

provare

  n on dice evidentemente

in che modo

bisognaprocedere

pe r

scoprirle.

Nell'artico 

lo già citato

sopra

ho

mostrato

che

non

èpossibile, in

Rm ,

determinare l'esistenza di

una

propositia né

pe r l’impor

 

tanza

del

su o contenuto (molteaffermazionidi Paolo, teo 

logicamente

dense.

non

sono

delle

pmpositiones

l2),

…o…

in'n

di 9,6a è r i p m a i n 9,61; e 9,14…. delle propositio 

m

seco ' : .che

dipendono da….

 

Penso

evidentemente : Rm,…

anche

.

Gal

: ad i n .…

sezioni

di 1e

2 0 )

“Ger 1.174,11; [ C o r 15: 2Cor 10 13).

  Cfr.Rm2,11; 2,28-29; 3,9b: 3,19-10;3,29a;

ecc.

29

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per

la

sua forma

(interrogativa 13, negative()

affermativa),

néperla

sua

lunghezza

 

anche selepmpasitiones

sono

in

genere molto brevi:

al massimo due versetti. Ciò che

di 

stingue la

propositia

dalle altre tesi importanti dell'aposto 

lo, èil

fatto che essa genera uno

sviluppo

che

hala

funzio 

nedi spiegarla,di

chiarirla

e di giustificarla. In breve, un a

propositio

n o n annuncia solo un a tematica, no n

esprime

solo

un'idea

cara

allo

scrittore

o all’oratore,ma fa scatta 

re ,

genera

un’argomentazione,

che forma

un a

micro

o

un a

macro-unità

letteraria“. E questo

criterio

è decisivo: le

affermazioni, che rispondono alle condizioni precedenti

ma

formano solo gl i

anelli o le conclusioni di

un'argo 

mentazione, n on

sono

delle

pmpositianes

nel senso tecni 

co del termine.  

Si

dirà forse

che

n on

è

necessario

essere appassionati di

retorica

pe r

individuare la presenza di un a pmpositio  .

Ma il caso di Rm epi ùcompleta…),

perché

li le

subpmposi»

tianes

sono

numerose ediffi li daindividuare

per

chi n on

conosce

bene le tecniche retoriche,

dato

che Paolo si r i  

collega, forse

senza

saperlo, &ciò che Aristotele dice delle

unità minime di argomentazione,

composte

di

un a

propo 

si tio e diuna probatio (Rhet. 1414-1415).

Una

suddivisione

delle

unità argomentativedi Rm

mostra

che

ci

sono sufficienti

propositiones

  una

principale in

1,16-17 e alcune secondarie, disseminate nel corso dei

primi undici

capitoli

 

perché si possa

dire senza rischio

di errore che Paolo riprende, a

su o

modo, un modello re  

” Alcuni enunciati interrogativi

subito

seguiti d. r ispolte negative,

c o n t e Rm 6,1-2; 7,74; ,14e 11,1.i,sono delle proposirl'anes, mi

non

un 

ti.

Consideriamo inlatli Rm

3,3-4u

:

3,5

 

6a,

ai quali alcuni

esegeti

attri 

buiscono un posto decisivo nella xtmtturazione della 1etlern « cfr, iL

Pennn, «La funzione strutturnledi 3,1-8 nella lettera nl Romani:,Hib69

(1988) 512-513. Questi enunciati n o n s on o

pmposin'ums,

perché no n

sono seguitida un’argoruentazione

nutrita. come altri

(Rm 1,18;3,21-21;

5,1-2a; 6,15; 7,7; 9,6a; ecc.), che al contrario

hanno

chiaramente la fun 

zione di generare un o sviluppo,

un a

unità logica…

“ Si

not i

che l'una

o

l’altre

pmpmin'a di Rm è seguita dn

una

prima

e

molto breve

giustificazione

chiamata rafia.

a su

volta precisava

:

giu 

su'îicatadal

res to

dellepmbaxia. Cosi e

per

Rm

1,16-11,

dove la pmposi 

tio

del v…6e

seguita

immediatamenteda

un a

furio,

al v.

17.Per

comodi 

tàmetterò qui

sotto

la

stessa

Etichettaproposin'a i due elementi, la

pmpo 

sit io ela sua m i o .

‘5 Così R. Pennn, nella recensioneda lu i tatta al mio libro (RivBibli 40

[1992] 3.58), appoggiandosi suun maestro in materia, Quintiliano ( l m .

Vi , ], 46), che parla evidentementedella pmpositio principale.

30

toric'o che viene

dall’ellenismo.

No n che questo modello

ma lun1co presente in Rm , ma negarne l'esistenza equi 

varrebbea rifiutarsi di entrare

nella

dinamica del ragiona 

mento

dell'apostolo. ]

rifiu ti derivano,

lo ricordiamo.

dal

_fatto che questo modello è considerato troppo formale,

1nuule qui ndi

pe r

individuare

l'organizzazione dell'argo 

mentazione chevadaRm

1,18

a 1

1,36

(se n on addirittura

a 15,13).

L’esistenza

di pmpasitiones

secondarie

(chiama 

te anche subpmpositiones) dimostra che non è

affatto

vero: lApostolo n on si limita a seguire la dispasitio del di 

scorso

nelle

sue

linee

generali; le diverse sezioni rispetta

 

no anch'esse, c o n

flessibilità

e originalità, il modello reto 

r i c o . Così, pe r

Rm 1,1s-3,20

‘° :

propositio 1,15

n a m- ' o 1,19-32

probatio 2,1-3,1s

pavm io 3.19-20.

Oui consideriamo

solo 1,18, pienamente

ra

resentativo

delle {sub)pmpositiones della lettera. Il

verspelìto

è infatti

sufficientemente

chiaro

perché

si

veda

l'orientamento

del 

la

sez1one

.(vi si tratterà di retribuzione divina negativa

contro

og m

ingiustizia umana),ma nulla è detto sul

come

di questa retribuzione né sul

numero

di coloro che ne

sono

o ne

saranno

i destinatari ”.

Generica

  lasciando

c o s i

spazio

alla suspense e alla

progressiva

manifestazio 

ne

della

risposta

 

eppure abbastanza

precisa perché

il

let 

hto;lre afferri

la tematica abbozzata. tale èla propasitio pao 

a.

Individuando le

diverse

propositiones di Rm, ci si da così

la

possibilità

di cogliere il piano dell’argomentazione di

Paolo,nella sua finalità e nella sua dinamica… Ora, un pas

 

saggio

fa

ancora

difficoltà: Rm

5,1-21, che gli esegeti col 

legano al l argomentazione

che

precede (LIS-4,24) o a

quella

che

segue (QI-8,39).

La comprensione

dell’argo 

mentaztone cambia allora completamente. tenutoconto in

“ cn.1.-N. Aletti. «k m 1.133,20. llwohérenceou

colzérence

d i'  

ge:taiion pauiinien_n_e?., g i b 69d(1988) 48. #

  s u

‘ nen_none: «ogm g ii st iz in e inamin ' . ' . ' -.

di … gli uomini. gl . no n

equivale

& [ ingiust i

31

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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particolare della giustizia divina e del suo ruolo nella let 

tera?

È

una

questione che merita qualcosa di p iù di

un a

semplice digressione.

2. Rm

5,1-21

nella dinamica dell'urgomomxlono

Questionidi

metodo

Il

posto

e la funzione attribuiti a Rm 5 nell'argomentazio 

ne

dipendono

in

generale

da quelli riconosciutia

[, lo-17.

Sei commentatori

ammettono infatti

unanimemente

l'im

 

portanza - concettuale e tematica .

 

di

1,16-l7

evedono in

questi versetti un

annuncio

dei grandi

temi,

un titolo  .

un

incipit

dei capitoli se enti, alcuni vi

vedono

anche

un'indicazione delle gran i divisioni  per essi i vv.

16-17

di Rm 1 sarebbero quindi una

punitio.

Notiamo subito le

sfumature

Quelli

che ravvisano in 1,16-17 un annuncio

dei grandi temi in forma di titolo o di incipi t, non ammet

 

tono

necessariamente che questi versetti siano

unapmpo

 

st'tio nel

senso

tecnico del

termine,

che,

in altre

parole,al:

 

bozzino

o

mettano

in

moto

un'argomentazione

che

ha lo

scopo

di appoggiarli .

Ma, un a

volta

che

si vede

come

si

articolano le

prime

sezioni della lettera. n on c’è

più

alcun

dubbio:

1,16-l7

forma

un a

pmpasitio

principale

  almeno

per Rm

1-8

 

la cui presenza significa

che

i primi capitoli

della lettera sono

di natura soprattutto argomentativa2“;

  Cfr., ad esempio, R. Penna, «La

funzione

strutturale di 3,1-8-, 5l9, e

giù

J.D.G.Dunn, «Paul's Epiatle to the Romans: An Arulysis of Structure

in d Argun1ent», in

ma w n.254,

Berlin-New York

1987. pp.

zm.

2890, secondo il quale questi versetti

sono

«a : statement of

due

Letter'u

theme [un'esposizionesimu-naria del

tema

de Letter: ..

“ La

ros

_

che prendo come

elempio

tipico, perché oltre ibbie

li

comportano allo

stesso modo

- intitola ad

esempio

Rm 1,16«l7 «lagiu»

stizi-

di

Dio».

Ma il lettore

no n

pu ò

sapere

sesi

t u t t a

di untitolo

co n

il

quale si

delinea l'obiettivo

dell'argomentazione

(nel sensoche

Paolo

vuo«

le mostrare che il Vangelo manifesta pienamente la giustiziadivina], nel 

la

sua

totalità, in

un a

:: parecchie

sue

parti,osesi tratta molto semplice 

mente

diun

sottotitolo

particolare.

2° O m m fenomeno _ la

presenza

di un a

propositi )

(principale) cosi

chiaramente individuabile - è unico in tutto

l'epistolario

paolino, e no n

c'è

affatto

bisogno di

essere

esperti in retorica individua-lo... Ma e

importante trarne le conclusioni

per

l'esegeside lettera,

cosa

che

no n

e

stata

sufficientemente

fntla.

32

certo.

il cambio di

attori 21,

di situazione“ e di vocabola

 

r i o

hanno La

loro

importanza,ma

questi indizi

devono

es 

sere combinati con le articolazioni retoriche e logiche, e,

all

occorrenza,

essere

adessi subordinati.

Hm 5,12-21 e la propositio

principale

di 1,16-17

Come.abbiamo appena

detto,

numerosi

commentatori

ve 

dono

tn [ , l o -17 una preparazione dei temi e delle unità

bgclie

corrispondenti: unapartitio. Male

variazioni

nella

d1v1510ne non mancano ”. Per li

uni.

un numero ab 

bastanza

grande, la relazione

sareb

ela seguente:

 

. 1.16 annuncia a… m t ;

1,17a enuncia la tesidi Km

1-4

: 1,17bquelladi Km

5-8 14,

Altri invertono

gl i elementi25:

1,16 annunci.- Rm

5.1 8,39

e

1,17

farebbe

lo

stesso per

Rm 3,20-4,25+Rm

9-11.

Esistono altre

soluzioni,

ma queste sono sufficienti per il

nostro

scopo,

essenzialmente metodologico

nel

punto in

cu t siamo.

Infatti,la

maggiorparte delle proposte

avanza

 

te

dai

commentatori devono in loro debolezza alla ma n 

canza di cri teri . Come

sape te

che

1.16

annuncia 9-11

piuttosto

che

5'-8?

Seè normaleche le parole-chiavidi

un a

uoposmo

(qui: «potenza di Dio», «salvezza»,«giustizia di

.; ,

 ‘co.L Rxmo msn n . U n nouveau Inn de Rm ]

( i m )943-953,secondo ilqul.|e le

cat£gorie

diattori‘::nilìiìfmdNeRex-mT

4v

nn le dtv_=nte

: a i o …ta-3,21 (i l giudeo e i l o); 4,i»22

(Abramo);

-8.39

(|

credenti

}

9-1

(Israele).

Vedremo

c e

questa

lista

n o n

è

mi

 

.

temente

up# l1l lvaî

omette

mollo

semplicemente

l'attoredivino

genn_ln fede

(us-340) e con la

fede

(u t-8 ,36) .

… insonni-;:xjnfllarequ;

una

lungaÈeldiautori. Il lettorepuò consul

 

m e n

, in partum o Ma l u s

as t i o

* J.D.G… Dunn, «Paul's Epistleto the Romam»… qu … p m m u m

Le u p m s i o n i di

1,17:

«giustiziadi Dio: e «a nire dalla

fede:-

sono

_

temente

fi p m e

in 3.214,25,e il t e n t .

I:…

vita (eterna o nello

In )

in 5-8 sembra

far

eco : ] verbo .viverc.di u n ,

Cfr.,

ad

Sempria,

Wedderburn,

The Reasons forRomans,

p.

138.

33

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Dio»,

«fede»,

«credenten)

sono riprese nel corso

dell'argm

mentazione, questa

ripresa

n on awiene necessariamente

in

sezioni che spiegano

o giustificano un a parola-chiave

piuttosto che

un’altra. Ceno,

Rm 10,9-13 (chiunque, giu

 

deo

e

greco, crede

in Gesù Cristo,

quindi nel

Vangelo,

sarà salvato) sembra riprendere

1,161),

ma è perché qu i e

l à la tematica è la stessa che 1,1617 annuncia tut ta la sezio 

neRm

9-1

1,

dove Paolo

tratta

principalmentela

questione

del

futuro d'Israele? In

breve,

1.161;

non

annuncia

vera

 

mente

la

sezione

Rm 9-11, dedicata al destino

passato,

presente e futurodi Israele,anche secerte affermazionidi

Rm lo

fanno

chiaramente

eco

al

tema

enunciato in

1,16b

- niente di

più

normale,

poiché

unapreludio 2°hail dove

 

re di

riprendere,

pe r giustificarle, le affermazioni della

propositio. Quanto a

1,17,

la

sua funzione

primaria,come

ratio, n on

è di

preparare

le divisioni dell’argomentazione,

ma di fornire un a

prima

spiegazione

sommaria

di 1,16…

Potremmo

continuare il lavoro di

analisi:

esso esige di

es 

sere condotto a buon

fine,

co n un esame delle propositio 

nes secondarie, che piano piano prendono il posto della

principale. Infatti,

proprio

questa è l'unica soluzione af 

fidabile:

vedere

come

le unità argomentative

successive

appoggino e giustifichino 1.16-17. È quanto ci resta da

fare, almeno sommariamente.

Le

divisioni gerarchiche

dell’ergamsntazione

I

primi

sviluppi del ragionamento paolino,fino a 3,19-20,

hanno

il

ruolo manifesto

di giustificare la subpmpasilio di

1,18. Quanto al blocco seguente, 3.214,25, esso mira a

mostrare

la

verità della

propasitio 3,21-22

(Dio giustifica

per la sola

fede,

senza le opere

della

Legge).Si

vede subito

che

questi due blocchi

si richiamano, si oppongono,

co n

le

loro

rispettivepmpositiones

 

1,18

e

3,21-22

 

e

che

de

 

vono entrambi

mettere

in rilievo la giustizia divina. È

pos

 

sibile

così

associare senza difficoltà IAB-3,20 e

3,21

 

4,251

la

tematica

dell'argomentazione vi si

legge facilmente,

al 

“ Il problema dell'appanenenza

originale

di Km

9 4 1

alla lettera

sarà

studiato p i ù avanti.

34

meno

nelle sue

grandi

linee

È in

corn

  ' '

_ .

penso

p i u

difficile

ama.;z Rm

5,1«21

r n r a pp o rt o a q u es t o

insieme.

Vediamo

Come

determinare la funzione di Hm5,1-21?

Un confronto

t r a

le

diverse bibbie

o

commen

. 4 .

t a n

mostr

ch;

ìe2plosizmnr degli

esegeti sono

di

tre

tipi: a

  , - appartiene alla sezione re c d  

ne5costituisceil climax; p e

ente (1.18

4,25) e

  ,1-11elaconclusione d' Rmi- - 'di Rm6-8; 1 4e

5,12

21llntr0duzio 

- 5,1-21 inaugura un a

nuova unità

logica.

Vediamo come questi

tr e

modi di vedere il ruolo del

passo

portano con sé-

interpretazioni

sostanzialmente diverse

dell argomen tazrone e del suo obiettivo.

(su)5,1-21. fine di sezione?

e

vero

che Rm Sprepara o abbozza dei temi che ri t

_ . ° ‘

I n n o

rn Rm 8, clònonostante,

come

ha

recentemente

ri

 

cordata R. Penna

17,

alcuni

indizi

sembrano

favorire

l'i

 

potesl i n v e r s a : Il capitolonon sarebbepiuttosto la

conclu 

àon3eèîo;2cplorlîzrone fortemente

cristologica,

di

un'uni

 

, - . , c e c o . .

enologici?28 mmcra p r o p r i o

con

dei

m o t … cn

 

Riprendiamo alcuni degli ar ' ' ' '.

gomenn

addotti rn

favore

d

qmta Soluzione”.

Considerata

la ripartizione del voceÎ

bolm-ro, r nlevrdi Scroggs non

sono

esaurienti, e ci

sareb 

bero

ragioni

percollegare Rm5 a

quanto

precede, perché

:.lcaunivocaboli, presenti in Rm 1-5,

non

appaiono in Rm

. àgetflt_i)iro”lati (tuglonlnrtti), usato tredicivolte in Rm l 4 e

a vo in 5(v.12:2x; . l : '

no

a 8,32; v 8

ZX), Por

assente

.. i sostantivi

kosmos

(mondo),

cfr.

1,20;

3,6.19:

4,13;

:” uh

finzione

slrulnualedi 3,1-8n, 532-533, 537.

: g:… 3.21a.24b-25a.260.

fundo qui. ‘ungendovi delle

ragioni

supplementari ll i

4 _ , que pre

 

a mÈ

sl;egnflz;;?nîl‘sun

articolo sulla

struttura d.

Rm,

pe r

meglio di«

35

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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5.12.13, e pistis (fede), con molte ricorrenze in 3,21 

4,25, poi

soltanto in

5.1.2;

.

iverbi

sym'stèmi (provare), hyper-penliseu5 (sovrabbon

 

dare)  

cfr. il perisson di 3.1 e il perisseia di

5,17  

in

3.5.7

e 5,8.15.20; ma anche kauchuomai

(vantarsi; es«

sere fiero di )

e le

parole

della

stessa

radice.

Quanto all’ar

omentazione e

allo stile,

Rm 5 ha

senz'altro

l'apparenza

i

un a

conclusione. La

fraseologia

e

soprat

 

tutto

il «dunque» di 5,1(«Giustificatidunque pe r la

fede»)

riprenderebbero,

pe r

concluderli, gli

sviluppi

precedenti.

Ugualmente, gli interrogativi che in Rm 3 4 e 6-7 fanno

prendere

ogni volta nuovi sviluppi

ell'argomenrazione,

sono

assenti da Rm 5,

dove

Paolo, in

maniera

più ampia.

mostra

come

gli effetti dellamediazionedi

Cristo

giunga 

no

alla loro

massima estensione e in tens i tà” : i l

capitolo

sembra avere la cadenza maestosa delle conclusioni. Pro

 

babilmente si obietterà che i due

ultimi versetti

di Rm5

hannochiaramente la

funzione

di provocaregli interroga 

tivi di 6,1.15 e

7,7.

Certamente, ma Rm 5 e 6-8

devono

pe r

questo formare un’unica sezione? Non necessariamente,

perché

le

ultime parole

di Rm 15 potrebbero al

tempo

stesso

concludere

l'unità

alla

quale

ap

arteiàgono

(3,21

 

5,21), e preparare la seguente (é»B). Il nale i Rm 4 for 

nisce del

resto un precedente, poiché i

v v, 23-25.

che te r 

minano l'argomentazione scritturistica e devono quindi

essere collegati adessa 31,

preparano

nondimeno,alla

ma

 

niera

di una transizione, la

tematica

cristologica,

domi 

nante i n Rm 5: nonperché Rm 4 accenna ad alcunimotivi

del

capitolo seguente

esso dev'essere separato da 3,21-31,

di cui è la giustificazione.

Come

il

lettore

avrà costatato. gli stessi indizi

possono es 

sere rivoltati a secondo del punto di vista che si vuole di 

fendere.

Di conseguenza i l problema non è tanto quello

del numero

degli

indiziquanto quello della loro

gerarchia,

perché n o n tut t i hanno lo stesso valore.

‘“ Cfr. soprattutto l'argomenlazione «

fonion'

(«molto di più...») in

53.10.15 e

17.

  Tagliare in 4,23,come Ramomson, :cheviene menzionatoun nuo  

vo g n i p p o

(noi,

i

credenti),

significa imeno'care, da

una parte,

che il

gruppo in questione è già statomenzionato in 4,12 e, dall'altra, no n ri

spettare ln logicadell'argomentazione orniletica, che

deve,

come

tune le

argomentazioni

di questo genere,arrivare lino all'attualizzazione

finale

- qu i i w, 23-25.

36

:

(b )

Rm5.1-215eparato da 5,12-21?

Questadivisione, recentemente

ripresa

edifesa daU.

Van 

n132 può avvalersi

dell'appoggio

del cambio

di

tematica

e

- di ruoli. in effetti, ment re i vv.

1-11

descrivono

 

alla pr i  

mapersona plumle, in

«noi»

  la situazionenuova,quella

4…

che

fa

seguito alla

giustificazione,i w.

12-21ripartonodal

…_pecc ato ,

quello

di Adamo questa

volta, dalle

sue conse

 

. guenze

per

Il

mondo,

per

tutta

l'umanità,ma

non

riparla

 

.

no'p1u

dei credenti. Tuttavia, questo cambiamento è sui 

‘ fiorente, dasolo, a determinare i

contorni

di una unità?

Ed-

è possflyile collegare a

due sezioni diverse

un

passo

unificato

dal ragionamento a fonion' (5.9.10 e 5.15.17)?

., D

altro canto

è

orse

vero che Rm 5,12-21 riparte da una

.  utuazmnedi peccato. poiché   S.Lyonnet lo

faceva nota

 

r e g ià t reni

a n n i

fa   i l pecca to d i Adamo

viene

li

menzio

 

nato solo nelle subordinate edha una funzione retorica

12:31:31

gett'eorfsiinì'ilievo gli

effetti salvifici dellamedia-’

[ ns . ncor ' ‘ '

uestione dei criteri. a una volta 1nc1ampiamo nella

(e )

5.1-21,

in]iziog:li

una

nuova

sezione?

, i n

un

artico

o c e ha

avuto

successo, S.

Soro

\,tver analizzato sistematicamente Rm 1 11, agis-isvad‘a) 12

ponclusrone

che,ldata

la distribuzione del

vocabolario,

la

\ posizione dell'

 

argomentazione e il

ricorso alla Scrittu 

jh.

questi

capitoli sono

compostidi due

omelie

originaria

 

nte3distmte.Rm 1-4 e9-11da

una

parte, eRm

5-8

dal

 

altra ‘. Moltiesegeti

avevano

già

notato

che all’inizio del

pitolo 5 la prospettiva cambiava: se in Rm 1-4

l'Apo

 

* lo

dimostra che

tutti,

senza eccezione

e

fin

dall'inizio,

nogiustificati pe r la fede, apartiredaRm5si tratta al

ponuzano dellessere

e dell’agire di

coloro

che

sono stati

jiustrficau per graz1a   quale

speranza

apre loro lasitua 

: L -

x…_….

letteraria

della lettera

ai

Romani

( i un 1,1e-11,36)»,

in

a e

Spinto

(Omaggio a s. Cipriani),

Brescia

1982 i  

5.v…

divide cosi:

1,16»2,1

,z,17-5,11;

s,12-s,39;òÎ1'135? ”9

s. Lynnnet,

« l a

pmbléman‘quedu

pécl'ié or i i ne

d 1 N

$$“…inE.

Castelli

(ed…) Le

myth:

dea

pc?”,Ro°n‘iî

:962ÌZΑl

iii

 

, ,;igxgegî in Étudessu r

l'Épme

… Romains,pp , 178434 (in partico 

A. l.

soc…eoìgs «Paul

asRhemrician:

I wo homilies

in

Romans

1.11», in

.

and

Christians:

Rzlgwus

c 11 ' ' '

W.D.Davies). Leiden 1975, p.271-293.   m …“ A m g …

(Fs'

37

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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zione nuova

in cu i s i t r ovano ,

cosa

devono

fare, quale

principio

anima

la

loro

azione,ecc…?

Erano

stati anche

se 

gnalati i rapporti tematici e

retorici

esistenti t r a

5,1«11

e

8,31-39, che

fungerebbero

rispettivamente da esordio e da

conclusione.

La funzione di Rm 5

Le

diverse

argomentazioni

possono

facilmente essere ca 

povolte.

Così, a tutti coloro

che

sostengono

che

3,21-5,21

fon-na

un'unità

logica, si

può

replicare

che

molti

indizi

fa

 

voriscono piuttosto

la separazione

t r a

R m 5 e

ciò che

pre

 

cede.

In effett i, seè

ve r o

che in

3,21-26

e

5,1-21 Paolo

menziona

la mediazione

cristica, rimane

altrettanto vero

che in entrambi i testi i protagonisti sono diversi: in Rm

3,21-26 si tratta della giustizia di Dio e della su a manife 

stazione

uguale  

sulla base della sola

fede  

pe r

tutti gli

uomini

senza eccezione, mentre in Rm5 l'obiettivo non è

p iù

teologico ma soleriologico (gli effetti

benefici,

pe r

tutti

gli

uomini,

dell'obbedienza esemplare di

Gesù

Cristo).

Certo,

ribatteranno i

primi,

maRm5

non

fa

che

sviluppa

 

reil

punto

di

vista

della mediazione

cristica,

solo abbozza

 

to in 3,21-26. Il progresso dell'argomentazione sembra li

owio: prima la

tesi

di

Paolo

sulla giustizia divina

manife 

stata sullabasedella sola fede, quindi

pe r

tutti e senza dii 

ferenza alcuna (3,21 31),

pOi

il ricorso alla Scrit tura

pe r

appoggiare la suddetta

tesi (4,1-25),

infine lo sviluppo del 

la componente cristologica

c o n

la

quale

si manifesta defi 

nitivamente e

pienamente questa giustizia divina

(5,i

-21).

possibile anche leggere Rm 1-5 noncome la manifesta 

zione

progressiva della giustizia

divina,

dall’ira alla

r icon

 

ciliazione definitiva in Cristo, macome la descrizionedel 

la

storia

tormentata

della nostra umanità:

Rm 5

portereb»

be

allora

questa

storia al

su o

culmine,

dal

peccato

di un

u o m o

all'obbedienza di un

altro:

drastica

ripresa

dal

pr i

 

mo Adamo

all'ultimo,

dalla disobbedienza

che

causa

l'ira

e la

morte

all’obbedienza dalla quale è risultata la

grazia

della

salvezza e la vita

pe r

tutti. Rm 5 fornirebbe un a co n  

clusione

grandiosa

a

tutta

la sezione, enunciando le

cause

o ragioni

profonde

della nostra situazione: l’ir a rinviereb 

be ad

Adamo

e la

grazia della

giustificazione a

Cristo.

38

L …

dii-$$$;

che

vada1,18a

5,21

potrebbe

avere

la

seguente

dalle situazioni

( 1:18»3,20

3,21-4

25

Situazione

negativa situazione

positiva

t u t t i s o t t o ]

I r a

tut t i

graziani

ulle

cause

5 , I »2 I

pe r

Adamo

p e c c a to e mune

per

Gesù Cristo

gr az i ae vita

[

commentatori

che leggono l'argomentazione d ' ' '

. . . 81

capitoli di Rm con

questa logica

  dagli

effetti

alle Caîllslgn l

fortunatamente

non

si

basano

su

alcuncriterio formale

I

:sond lngegnosità

che dispiegano

pe r

arrivare

a

questa

dào;t:uztone4non tengono in alcun conto

tutti

gli indizi

di be to paolino… In breve, anche se l'ipotesi non manca

llezza,

le sue fondamenta poggiano

sulla sabbia

‘Come

non vedere, del resto, che l'unità discorsiva 321;

d,e2 5,

p i u che descrivere

una

situazione nuova,

insiste

su

e

modalità  

giustizia accreditata «senza la Legge»

uper la sola fede»   che sono

state

sempre in vigore

(cfr,

f).

Come

non

vedere,

infatti,

che

la questione

al'fronl

tdaltlatiàn(lel-4 è

quella della

giustificazione

nelle sue

mo

 

fedi

pe r

e

opere

della_Legge o senza di

esse, pe r

la

sola

e)_e chel

attore

principale li è

Dio,

nella sua i r ae nella

nuagiu5tizta;

attore che,

a partire daRm5

nonoccu

a iù

Mpnatîioipîxstà) 1[1ella

scena?

11 p

a, i v a e tema e

degli

a tt or i ri nc i

ali

Messa

dell argomentazione che

esigepuna

clîesuraè

il:Siolr,nl‘xîl

effetti.

seRm

4,23-25

è una vera epropria conclusione35

in

c u i

Paolo

n on

fa che ampliare e applicare i risultati

del-’

sua argomentazione, Rm

5,20-21

introduce un'idea

:|;zi;a)(«lahlegge|îeinteîv5niîta

perché proliferi

la

trasgres

 

À » , c e v a

n a i à d e l i s v i l u ' '

 

quelli

del

capitolo

ma

anche

dian

l - 4

- Eg:i£îiìîîiîiîdm

ln Rm

6

 

7;

Rm

5204-21

ha

quindi

p i ù

le caratteristiche di

ulrlia

pmposmo

che di un a conclusione, equestaproposilio

c e è

_stata

preparata da

tutto

il

capitolo, invita

a

ricono-Y

l c e r e

in

5, 1

l inizio di un nuovo sviluppo.

  Si nana, ro ' ' -

 

_

hecnigà

;rèa7xg)enle parlando, di una an…

(s.

veda l'indice dei

39

Page 21: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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In Rm

1-4

l argomentazione

paolina

si presenta

c o n

le ca 

ratteristiche di

u n a forte unità,

saldezza e chiarezza.

Qui

ricordiamo soltanto che gl i sviluppi di Rm

1,18-3,20

e

Sl i -4,25 costituiscono due tappe di uno stesso ragiona 

mento ,

il cu i ruolo è di esplicitare e confermare alcuni

enunciati della propositio

principale

(1,16-17). Infatti,

dopo

aver mostrato

che

nessun privilegiopotevaessere i n ;

vocato

di

fronte

alla

giustizia

distributiva

divina,

in

breve

dopo

aver

livellato le situazioni

UAE-3,20),

Paolo può af 

fermare che

questa

giustizia si manifesta per

tutti,

senza

discriminazione alcuna, allo stesso modo. sulla basedella

sola fede, e che ciò

era

già affermato da molto

tempo

dalla

stessa

Torah

(fi l l-4,25). Ora. Rm 5 (sia 1-11

che

12-21)

n o n segue

la

tematica

sviluppata in Rm

1-4: come potreb 

be

dunque

esserne la conclusione?

Si potrebbe rispondere che Rm 5 sembra essere uno

sviluppo

del sintagma

di 3,22a,

dia

pisteòs  èsou Christou

(«per la fede in/di Gesù Cristo»

36).

Ma questo sintagma e

già sviluppato in 3,22b-26, in modo breve del resto, dato

che la prospettiva

principale

del passo

non

è cristologica.

Paolo

vorrebbe

or a riprendere

pi ù ampiamente

questa

mediazione di

Cristo,

pe r

metterla

in

rilievo?

Ma in modo

quanto

mai evidente, in Rm 5, Paolo insiste,

pi ù

che su

Cristo, sugli effetti universali e sovrabbondanti della sua

mediazione:

la prospettiva principale non è cristologica,

ma

piuttosto

soteriologica. Egli

no n intende

p i ù

stabilire.

come in Rm 1-4,

che

Dio si mostra giusto accordando la

giustificazionea tutti senza eccezione sulla basedella sola

fede, masottolineare che la sovrabbondanza di grazia già

ottenuta

dal solo

Gesù Cristo è

promessa

di

vita eterna

e

deve manifestarsi fin d’ora nella

vita

del credente: la giu

 

stizia

di cui parla l Apostolo in 5.21e 6,13 n on è

più,

come

in Rm

1-4,

quella di

Dio

che giustifica, ma quella che si

manifesta con l’agire del credente. Con Rm 5,1s inaugura

quindi qualcosa di

diverso,

che

sarà

enunciato dalla

pro

 

pasitio

di

5,20»21

;: sviluppato

con

l aiuto

dei

var i

interrfr

gativi di Rm

6-8.

E

quanto mai

evidente che il

passo

sulla

mediazione

cristica

(5,1-21)

prepara

la riflessione sul

rap

 

por to t r a l essere e l’agire del credente. È sufficiente qui

3° Ritornererno sull espression: p m i : lèsou/Christou a proposito della

tematica della fede in g….

pp .

103-107.

40

segnalare il modo in cu i

ivv.

20-21di Rm 5

abbozzano gl i

sviluppi seguenti,

che d altra

parte

hanno

la funzione di

giustificarli:

5.20-21 6.1 7.75

Chediremodunque

hl.qgeèsop_

giun- u u g g e ( e ì

:.

perché proll

en la peu:aln?

No…

Senza la

colpa. legge

Ma

laddove

e prolifera.-

Continuiamo

a

restare

il peccato è

m o r t o

W … … nel

… n o ,

perché

. .>

… |. …, per- mbbondllag r i l l i ?

Che

diremodunque?

6,12

come

I l p e er .- l o .…. Non regni più

dunque

… i npe r

l a m or t e , l l p ec u t o nel vostro

corpo

m m i e

6.13

c u i l a g r az ia r eg ni mn ] : v os tr emembracome

numm.

armi della

g i u u u  

6.22

( ru t to…i l

cu i termine

è

per   - v i u etern- l - vl t - m m .

Qual è

allora

la

funzione

della

tematica

cristologica in Rm

5?Possiamo affermare senza alcun dubbio che èquella di

preparare

Rm

6-8

dove le diverse componenti dell essere

giustificati saranno enunciate a partire da Cristo (come

essere-verso, -i n e

-con) 37. Come

si

potrebbe

infatti r i  

spondere agli

interrogativi di

6,115 senza

un ricorso

alla

Vita-nascosta-con-Cn sto

che

costituisce il credente? E

come

parlare di questa

vita

senza prima descrivere

gli

ef 

fetti

sovrabbondanti

dell unica mediazionecristica?

I

trat 

tl dell

 

argomentazione di Rm 5-8

appaiono

così con

pi ù

precisnone: Paolo segue lì ancora il modello della retorica

greca.

In effetti,

se, come hanno notato

numerosi

esegeti,

5.1-11

e

8,31-39

si corrispondono. è perché dobbiamo ri

 

oonoscervi

l introduzione e la

perorazione

di

una

sezione;

e

se.

agli

effetti

del

peccato

di

Adamo,

Paolo

oppone

quelli

della mediazione di Cristo. lo fa p e r

preparare

le sue r i  

, . . . , . .

Peri’aolo,

lacristologia n o n n i m a quindi soltanto i eventi passati

dalla

vita»-none dl

Gesu,

dove si

manifesta

l estremo i un

amore,

ma

l:;nde

:;

presente del credente,

anzi lo

definisce

(come essere con-Cri 

41

 

Page 22: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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flessioni   la prabatio   sull'agire e sullo status dell’essere 

cristiano. Come infatti Rm 5,12-19 sviluppa un paragone

( i n

greco

u n a sygkn’sis) t r a le

due

figure

che hanno

inau 

gurato

due regni in tutto opposti, quello del peccato

pe r

la

mene

e

quello della grazia

pe r

la

vita,

cosìle

loro

rispetti

 

ve posterità sono descritte in modo comparativo

(tecnica

della

sygkrt'sis) in Rm 6-8,

perché Adamo

e

Cristosono

op 

posti

solo

per preparare

l’antagonismo

tr a

l'umanità

anti

 

ca

(R m

7) e l'umanità

nuova ( R m

& e

8):

Adamo Cristo

quelli senza

Cristo

quelli

in/conCristo

sotto il potere del peccato sotto la

grazia

(R m 7,7-25) (Rm & e E)

In breve, in questi capitoli no n si t rat ta più della giustizia

divina,ma piuttosto dell'itinerario di tutti coloro che sono

stati

giustificati: i

pronomi

«noi»o «voi» che li designano

continuamente manifestano questo

cambiamento

di pr o 

spettiva…

perciò

possibile tracciare le articolazioni di Rm 5-8 e la

rispettiva

funzione

di

ogni

uni tà

dell'argomentazione:

'

5,1-11:

introduzione

alla sezione;

'

5,12-21:

preparazione della probatio,

co n

il

confronto

(sygkri

 

sis) di due

figure

e due sistemi opposti: Adamo e Cristo, l’eco 

nomia del peccato e quella della grazia;

.

5,20-21:

il confronto termina

c o n u n a

propasitio, in cu i

sono

enunciate le

questioni

daapprofondire eda precisare (tra gra 

zia e peccato,

tr a legge

e

grazia, tr a

leggee peccato);

la legge mosaica ha

fatto

crescere il

peccato;

la grazia hasovrabbondato

(senza

la

legge) per Gesù Cristo;

. 618,30:

serie

di

prove

(probatia), in

t r e tappe:

(A) 6 1 7 , 6 (con u n a

subproposilio in

6,1, ripresa

in

6,15);

il battezzato nonpuò restare ne l

peccato perchè

è mor to co n

Cristo

al peccato

6, l - 1 4

6,l 5-23

7,1 6

(subpemratio o conclusione

parziale,

che

prepara

anche

le

unità

seguenti)

(a ) 7,7-25 (con una

subpropositio in

7,7)

la

legge

e

santa,

maè al servizio del

peccato,

e

n o n

pu ò

far

uscirei suoisuddil.i

dalla loro radicale debolezza

7,7-13

(i lv…13 è

un a

transizione)

42

7. “

3)14-25

(A') s,1…30 (subpmpost'tio in 8,1 2)

ciò che la legge no n poteva

compiere,

Di o l’ha

fatto

attraverso

il Cristo:

i credenti hanno

ricevuto

lo

Spir ito

e,

c o n esso,

la filiazione,

l 'eredi tà,

8, 17 il dono dello Spirito e le

su e

conseguenze

8,18-30

sofferenze

attuali

e

gloria

futura

.

8,31-39

perorazione

(dagli

accenti

innici).

ln Rm

1-8

l’argomentazione resta così fortemente lineare:

le prupositiones si agganciano saldamente all'unità che le

precede e indicano abbastanza chiaramente

che

la

di

 

sposilio della

retorica

greca è il modello letterario domi

 

nante. Ma bisogna subito aggiungere che nella sua co m 

posizione

globale,

la prima

parte della lettera (Rm 1-11)

non segue la dispositio»tipo

35;

la sua argomentazione,

composta da

insiemi

relativamente

autonomi

(1.184,25:

5,1-8,39;

9,1-1

1,36),

che

riprendono molti

degli

elementi

formali

della

disposilia 39, è

abbastanza

diversificata “° .

Masein Rm

1-8

l'articolazione

logica

è

facilmente

indivi 

duabile.

data

la

cu ra con

la

quale

Paolo

collega

tr a

loro

le

" D isposi zi onen cui s i

avrebbe per

tuttala lettera, la

serie

seguente:

un esordio, seguito dn unesposizionedei

fatti

(nana/ iu ) , daun

argomen

 

tazione p i ù retorica

(pmbalia)

e da una peroraz ione. Questo

scherno,

troppo

formale,

no n haalcun interesse;

peggio

ancona,

impedisce

di cm 

gia:

il modo d i compor re paolino.

Pr im o in c m: : LIS-4,25, c o n due proposizione:

parallele

(1,18

e

3,11-12),

due

s efi e d i

prove (MQ-3.18

e 3,23-4.22),

due perorazioni

(3,l9-10 : 4,23-25). Secondo insieme (che

dipcnde

dal

primo),

e la c ui

dùpoxin'u %

stata appena

presentata:

5,l-8,39. Terzo:

9,1-11,36, con,

come vedremo nel

cap.

Vl. un esordio ( 9, 5),

seguito

da propasiliones

(95a;10,4; 11,1)e da prove(9,549; 10,517; 11,2-32),con, infine, una

nervi-azione (11,33-

Jo).

Bisognerebbeevidentemente andare p i ù in a nella possibile

applica

 

z i o n e del

modello retorico

a Rm. È

no t o

intattiche molti specialisti di

retorica antica

ritengono

che

tutta

la

lettera

obbedisca

a un

talemodello:

iniziando co n

un

esordio (1,147)

e

terminando c on una

peromzioni:

(15,1L33), che d‘alta

parte riprende

l’esordio, tuna la

lettera.

da 1,18 a

15,13 sarebbe

un'ampia

argomentazione. Altri pensano al contrario che

leesortazionidi 12,1-15,13 r invi ino al modello

epistolare

(cfr.

in panier}

lare leletteredi Seneca). Non si deveescludere né l'uno né l’altro model 

lo, perché

Rm prende alcuni dei s u o i tratti dal

genere

epistolare

(l'inci 

pit. leesortazioni.il salutofinale) e altridal modello retorico. Si t rat ta di

questioni

di grande interesse, ma siccome

n o n

toccano direttamente il

tema di q u s t o Libro,n o n possono essere t rat tate qui.

43

Page 23: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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uni tàdi ragionamento

  co n

l’aiuto

delle

pmpositiones

se 

conda.rie 0 p on te

 

, i capitoli

9-11

apparentemente fanno

eccezione. In effetti, Rm 9,1 in iz ia in modo

bnisco

e non

continua gli sviluppi

del capitolo

precedente“; inoltre,a

parte Rm 9,30 10,21, dove si ritrova il tema della fede

come

unica via della.

giustizia,

l'insieme

n o n

l’impres 

sione

di riprendere e sviluppare le idee di 1,16-17. Vedre»

mo tuttavia

che

il

modello

retorico permette

ancora

una

volta di risolvere la difficile

questione

della

loro

apparte

 

nenza originale al resto della lettera.

Combinando

i

diversi

pr incip i d i composizione, la

pr o 

gressione

di Rmha lafisionomia seguente  :

indirizzo1,1-7

esordiol,S-l7

che termina

con una

propositio r ie-17 (che è la Pkomsmo

principale)

1 (A) LIB-4,25

giudeo

e greco giustificati per la

) slola fede;

(8 5-8 a vi ta

nuova

e la speranza

dei

PRUBMO battezzati;

11 9-11 Israele ele Nazioni: il

futuro

d' l 

sraele.

esortazioni

12.145,13

perorazione

15.14-21

notizieesaluta finale 15,22-33+16,1-27.

Se, in Rm 1-8, l’argomentazione

paolina

è lineare, la sua

coerenza profonda

fadifficoltà, al

punto che alcuni, come

E,P.

Sanders, hanno rinunciato a trovarla… Ora, lapr imae

principale

difficoltà

diRm viene dal rapporto t ra lapropo 

sitio

principale di

1,16-17

e lo sviluppo che si suppone la

giustifichi

immediatamente,

LIS-3,20, S'impone

quindi

uno studio di questa sezione, ep iù ampiamente di Km 1-4:

sarà

l'oggetto del

cap. III…

  Nel capitolo IV ,pp. 89

 

93,

esamineremo

l‘ipotesi di

un a

preparazione

r emot a d i Rm 9.11 in 3,1-4.

…,Si

può

… h e dividere laprobam7 in ABC. Ma, a

rigor

di termini, la

rottura stilistica tr a Rm s :

11m

9 (che

del

resto inizia co n un esordio

nella debita forma) invita a distinguere due grandi inSiemi, Rm

1-8

(a

su a volta divisoin due, n.4 e s s ) : Rm 9.11.

44

' |. Sviluppo dell'argomentazione e giustizia

divina

Unavolta

messe

in

evidenza

le

macro-unità

argomentati

 

ve.

diventa

possibile

esaminare

il l o ro

rapporto co n

la

pro

 

g:;itio principale

(1,16

 

17). Ciò è relativamente

facile

pe r

1-8,

dove

il ragionamento si sviluppa di propositio in

propositio, ma più difficile pe r 911 , che

l’Apostolo

non

collega

direttamente né

agli sviluppi

di km 8 sull'essere

 

filiale

deicredenti, néalle tesidi 1,16-17.

Le nostre analisi, a questo punto del percorso

ancora

Iommarie, hanno tuttavia mostrato che 3,21-4,25

ripren 

de e

sfrutta

uno

degli

enuncian‘ di

1,16-17,

come

indica

già lapropositio che lo

apre:

I , ] 6 - 1 7

3,21-2a

per

lasalvezza di ogni credente

pe r

tutti ] credenti.

lag iust izia di Dio la giustizia di Dio

è rivelata è stata manifestata

di

fede

in

fede

pe r la

fede

in/di

Gesù

C r i l e

senza la Legge

La

sezione

(3.214,25) esplicita ci ò

che 1,6-17 esprime

in  

coatìvamente:

«di

fede

in

fede»

diventa

«senza

la Legge,

per la fede in/diGesùCristo». La giustizia

divina

si è

ma

 

nifestata

senza la Legge: affermazione di una laconicità

estrema, che una lettura fiaccato dall'abitudine ha

pur

 

troppo appiattito Come

può

Di o manifestare la sua giu 

stizia senzala Legge, sela legge   ogni legge   e lo stru 

mento

ordinario co n il quale si esercita la giustizia? La

legge

mosaica

sarebbe

dunque

(diventata) ingiusta affin

 

ché Dio adotti un altro strumento di giustizia e di retribu 

zione?

Sostenendo

che Di o

ha

sempre

giustificato

per

la

sola fede,

Km 4 raddoppia

del

resto la nostra sorpresa: se

è stato sempre così,pe r quale scopo i l Di o giusto hap ro 

mulgato la Legge?

Si può costatare

che

questa

sezione

di Rm

non

evita il pa 

radosso,

men t r e

la precedente (1.]

8-3,20)

restava

in

appa

 

renza molto

p i ù

vicina alle nostre idee

acquisite,

ricono 

scendo che,

per i

sottomessi

alla Legge,

la retribuzione

er a

legata alle

opere

buone o cattive e

seguiva

il verdetto di

questa stessa Legge.

Ci ò

premesso, il rapporto

delle due

sezioni

solleva ugualmente enormi

problemi:

seci sembra

normale che Dio puniscae chemanifesti la sua

ir a

contro

ogni ingiustizia

umana,

come si

articolano allora questa

45

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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reazione chiamata «ira» e la giustificazione per

grazia

ac  

cordata

ai peccatori? E quan to mai evidente

che

i p ri mi

quattro capitoli (LIS-4,25),

nella

loro complessa progres

 

sione, sollevano i l tormentoso

problema del

rapporto t ra

la giustizia divina e il

ruolo

della Legge.

Ma

 

si

dirà  

in Rm 5-8 la giustizia

divina

passa in

secon 

dopiano. Il

che

è

vero, dato

che

sono

i credenti a

occupa

 

rei l pr imo posto della scena e che la loro identitàè lì

defi

 

nita innanzitutto

in

termini

cristologici.

Ciò

nondimeno,

il

problema

della giustizia divina vi si

pone

in modo latente…

Infatti, se i l credente non è sottomesso

alla

Legge, la sua

condotta n o n obbedisce

p i ù

ad

alcuna

nonna o

regola?

Non essere sottomessi alla Legge e al suo

verdetto

equiva 

le

allora

a diventare

ingiusti,

a

vivere nel peccato?

Vivere

sotto

la grazia significa

forse vivere

cosi

come

si

vuole?

L’apostolo risponde naturalmente in modo negativo. In 

fatti,

secondo lui, la Legge lascia

nella

schiavitù coloro

che

le obbediscono.

Non che essa sia cattiva,

ma

n o n

dàla

forza di mettere in opera il bene che notifica né permette

di eliminare o superare la radicale debolezza dell essere

carnale (Rm 7,7-25). E Dio ci ha sottrattoa questoasservi 

mento inviando il

su o

unico

Figlio

( Rm 8).

Bene

Ma sela

Legge

fu e

resta

un o

strumento

di asservimento,

perché

mai Dio l ha voluta dare agli uomini? Sipuò definire vera 

mente giusto questo Dio che

assoggetta

prima

(e

allo

scopo) di

(meglio)

liberare?

Se Rm

5-8

n on affronta direttamente la

questione

della

giustizia

divina,

la sezione seguente, Rm 9-1] , la

riprende

diffusamente, ma in

termini

diversidaquelli di Lili-4.25:

Paolo no n parte più dalla manifestazione della giustizia

divina in

risposta

al male crescente e al peccato di coloro

che fanno regnare l ingiustizia, ma dall elezione e

dall ap»

pello

divini.

in

altre

parole da u n a giustizia che

anticipa

ogni

risposta.

Come

pu ò

il

Di o

giusto

amare

o

odiare pr i 

madi un qualunque

agire etico,

buono o

cattivo

(Rm

9,14.

23),

come può

racchiudere

tutti

gl i

uomini

nella

disobbe»

dienza p e r meglio usare

loro

misericordia (10,30-32)?

Come si

può

costatare, da

1,18

a 11,36, gli interrogativi

sulla giustizia divina diventano sempre

p iù pressant i, e le

poste in gioco

sempre pi ù

importanti. L evidente organi»

zazione retorica esige quindi

che

la

seguiamo per

verifi

 

carne la coerenza e , sopra ttu t to , la

pertinenza.

46

Conclusione

Se

c è

un

libro

nelNT

che, nel suo

insieme e in

molte

sue

sezioni, sfrutta c o n originalità la dispositio dei discorsi

antichi, e

propr io

la

lettera

ai Romani. E necessario

rico

 

noscere

questa influenza

pe r

comprendere la

dinamica

della lettera, perché sono

le propositiones

che permet tono

di

determinare

e seguire la traiettoria dell argomentazio

 

ne. In breve, anche se i l

modello

retorico

non

è

l unico

sfruttato da Paolo in Rm,

pu ò

nondimeno

dire

qualcosa di

molto importantesulla forma del contenuto.

insistendo

sulle

propositiones

che

scandiscono il ragiona

 

mento di Paolo,

spero

di aver mostrato che la lettera

n o n

riprende servilmente

gl i

elementi

della

dispusitia,

che non

potrebbe

quindi

essere

semplicemente

suddivisa

in

esor 

dio, narratia, probatio

eperorazione.Il

ragionamento

è in

realtà formato daunità dalle dimensioni ragionevoli (tre o

quattro capitoli) relativamente

autonome,

ma

n o n

del tu t 

to ,

poiché le

diverse

propositiones

riprendono,senza

ripe 

terla,

la

tesi

principale

enunciata

in

1,16-17,

e

che cosi

il

filo del discorso si sviluppa esi precisa.

L unità

dell’insie

 

me

non

esclude la flessibilità, anzi è proprio il contrario.

Questo capitolo

avrà

fatto

intuire,

ce lo auguriamo,

l’im

 

portanza dello studio della composizione

per

l interprete

 

zione di

Rm.

lnterrogarequesta letterasulla giustizia divi 

na senza

seguire passopasso

la

dinamica

dell argomenta 

zione

paolina

sarebbe quanto meno

imprudente.Solo

prev

cisando la funzione di

ogni

unità nell insieme deldiscorso

sipuò

pretendere

di determinarne la por tata teologica;

al

 

trimenti,

dopo

aver

costatato

l incompatibilità di

certi

enunciati,

si

rischia

di

accusare

troppo frettolosamente

Paolo di inconseguenza.

Non ci

resta

quindi

che

seguire Paolo e vedere c om e non

dobbiamo

vergognarci di un

Vangelo nel

quale

e

attraver 

so il quale si rivela pienamente e definitivamente la

giu

 

stizia divina.

47

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Capitolo terzo

La composizione di Rm9-11

e la sua interpretazione

Il posto di Rm

9-11

nell’insiemedella lettera non salta su 

bito

agli occhi.

anche

se, come

abbiamo

visto, vengono

ripresi

alcuni concetti chiave della

propositio

principale

(L io-17)o alcuni

temi

forti.

Come

hanno fatto

notare

al 

cuni commentatori, il

ragionamento

dell'apostolo si com 

prenderebbe

meglio

sesi

saltasse

da

8,39

a

12,1:

i l cristia

 

no

non trae forse

le condizioni del

suo

agire dalla

dignità

del suo status. della

trasformazione

del suo

essere

e

dalla

speranza

che gl i viene accordatadaDio Padre?

Cosa

c’en 

tr a

allora

l'apparente

excursus sulla

sorte di Israele?

Ex

 

cursus,

perché

questi

capitoli inizianoin modo inatteso: il

finale

di Rm &

non

lascia

spazio

a

nessuna

tristezza, ma

apre

alla

speranza e

alla lode,

ed

ecco che,

senza

alcuna

transizione,

Paolo

parla di

una

«grande tristezza», di

«sof 

ferenza continua» (9.2). Se i legami tra Rm

9-11

e il conte 

sto

sono

così poco

espliciti, non

significa forse

che

questi

capitoli

non sono

di Paolo 0

che,

pu r

essendo di

Paolo,

furono inseriti in questo punto della lettera in un secondo

momento,

dall’apostolo odauno

dei suoi

collaboratori?

Prima di rispondere a questa domanda, in

cui

si possono

riconoscere delle implicazioni teologiche, enon solo lette 

rarie, èimportante

studiare

la

sezione nella

sua dinamica:

sei contat ti

diretti co n

il

contesto sono sfumati,

poco

chia 

ri o

addirittura

inesistenti,

dall'interno,

dall’argomenta 

zione

stessa emergerà forse il senso e la funzione del

pas

 

so.

Strunurazione semantica

Quasi

tutt i

i commenta

:\ gue:

 

9,1»5 introduzione;

defl’îfgî’rrî’eîiî’ziîiéf

11,1-32

costituiscono

i

t remoment i

 

11,3'3-36

Conclusione.

Quest accordo scompare però quando si

tratta

di dare un

contenuto a

ogni

tappa dello svilu o. Al ' '

tolmeano il p u n t o di vista a pa ' pp c u n i esegeti sot  

]: situazione: in 9,26-29 e I l , ]

mente teologica2 mentre in 933-10 21l'

4 . . . . a ostolo semb

insisteresugli Israeliti, sul lorodesiderio, ilploro rifiuto ;:

rrev_e la loro responsabilità, Altri

vedono,

al

contrario

insieme

organizzato a partire da Israele: l'Israele

co-’

tor i 1dividono la

sezione

come se

 

potenza,

la

sua

giustizia, e

unificare

il

ass

' '

del

v.

6}

(«La parola di

Dio

non èvenata ?n;fi:»la;“:i

contrar1odo status di

Israele,

con il v. eb, che fornirebbe

nilora

il

titolo

di ques ta pr ima

unità

(«Tutti i discendenti

di Israele

fanno p a r t e

di Israele?»)‘, o perfino i

versetti

. C k , . . . . . . . .

  d.îvr;iulannE-ialìvuilclfìdiitslh menzionati nella bibliografia finale: Cran

 

‘ . . _

i_c

cus, lgdmu, c C.E.B. Cranfield, Romans ad loc '

£:Ìnogepnnugaie_eo… degli sviluppi: la

situazione

diisraeifsfnlf

_nifieuere

i_n

discussione

la_sua

parola,

la

sua

potenza.

la

sua

giu

 

bll… [ suamisencordla.U,.

Wilckens,

adloc., vcd: l’unitàdei tr e ca i 

. ne

tema

della g….mzm divina. p

Cfr.H,Hfihner,

Gone;

I c h

un d

[ sm i ] .

49

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seguenti?

5 È chiaro che determinare il

versetto

che

serva

datitolo o dasottotitolo a

un a

unità n o n èun fatto neutro,

poiché

vi si delinea già un’interpretazione,

Diversa

è la dinamica

proposta

da F.

Refoulé,

che

pone

sotto un o stesso titolo Rm9e

10,

dividendo invece il capi 

tolo seguente ( Rm 11 )

in un mosaico di unità indipendem

ti 6.Gli esegeti sanno bene che simili

divisioni

semantiche

corrono

sempre

il

rischio

di

distorcere

l'orientamento

del

 

l'argomentazione se

n on

si

basano

su

indizi

formali

con

 

vergenti.

Così

il titolo «la

parola

di

Dio n on

è

venuta

meno»

(9,611)

  di cui n o n si dice perché

sia

stato preferito

ad altri   n o n

pu ò

in nessun

modo

inglobare Rm

10,

dove

la prospettiva n on è

p i ù

teologica. La separazione di Rm

11

pecca

anch'essa di

mancanza

di appoggi letterari e re  

torici,

senza i quali scompare del tut to la dinamica del

ca»

pitolo - in particolare

l'allegoria

degli olivi.

spesso

consi

 

derata un’escrescenza. La strutturazione semantica esige

quindi di essere verificata sevuole avere una qualche vali 

dità.

Ciò

detto, Rm 9-11 riprende chiaramente i temi e i

movi

 

menti di molte suppliche collettive postesiliche. ll paralle 

lo

pi ù

evidente

è

senza

dubbio

la preghiera di

Azaria,

nelle

aggiunte

greche

fatte

al

libro

di

Daniele.

Vi s i r it rovano i

tre

grandi momenti che scandiscono

l'argomentazione di

Rm

9-11:

(1)Tu

sei giusto

e potente,

Signore,

e

grande

in

tutto quello che

fai… (2 )

la

n o s t r a

situazione è causata dal

nostxo peccato, perché da

sempre siamo stati

disobbe 

dienti,

ma

(3 )

nella

tu a

misericordia

non

puoi abbando 

narci,

ci salverai7.In Rm

9711

l’apostolo comincia

ricor»

dando

l’inîallibilità e la giustizia

della

parola

divina

(9,6»

29); prosegue affermando

che

la

situazione

di

Israele

è

5 Cfr. E. Kàsemann,Rfimev,ad loc., che intitola così 9,619: «I l diritto e

lo

scopo

provvisorio dell‘elezione

divina»,

° Ecco la divisione

proposta

da F. Reloulé in

«…E

« n u i l a u t Isransem

snuvé»

Romain: 11,257

32 ,

Paris

1984.

p . 71 ( s i

veda

anche

p.237):

9 15

(preambolo); 9,6 10,21

(l a

parola

di Di o n o n è venuta meno;

con

due

sottodivisioni. 9,6-29 in cui il problema è

Vist-o

a partire dall'elezione, e

9.30-10,21 a

partire dalla

fede);

11,1.10

{Dio

no n

ha rigettato il

suo

pc»

polo , anche qu i alternanza

elezione,

vv. 176, e

fede,

vv. 7

10)-

11,11»15

(la

caduta n o n

è definitiva);

11,16-24 (allegoria dei due

al…, vista come

excursus);

11,25-32

(tutto

Israele sarà

salvato);

11,33-36

(dossologia

[i r

e .

7 Cfr. anche le suppliche di Dn 9,4-20; Ea r LIS 38.

50

10,21); finisce

proclamando c

[parallelismi e la

loro

concatenazione

:

g:rnerosi

paral le lismi d i vo

u

ivis1one

concentrica o

chi

Se è vero

che

la maggior

pane

delle

suono

quella

pr esen ta ta all'inizio de

dll/'Si…“

pr opos te se 

] capitolo,

9.1-5

esordio

9,6-29 = A

9,30

 

10,21 B

] [, l -32 = A'

11,33-36

perorazione,

altre ‘

e ne allontanano s1gnificativamente

posrzxone chiasu'ca

proposta

da

Ph.

Rollan come la

com

 

d8. I paralleli

 

- u cino a l ilolo ind' '

mativo: Cf .

“"‘""""'

Rome

[9807 MI;rh.Rolland, Éptlre aux Ramains.

Texte

" ‘ 913.101l’-°sdunone 5aîe'ticalnllz tesi.

f:";‘j’;

…mesez ppe el antitesi (il risentimento ol'indurimentodi

' .

 

3 : lc benc d ' ' ' '

';?“di

Dio:

ma… date :.

pa lnarcl ’u

dipendevano dalla

benevo

= , 4.19: il disegno miserie ' ‘

ord '

c_3

mi…

a……………i::il i?

.. , nonostante il

loro

zelo

r D' ' '

…gi.lifiìgià_ S“……… giusdfica‘r’sî di'îgî‘îé's's'iammm“ “ “ “ “ i '

. . i uppo della tesi

(l a

chiamata delpopolo eletto alla sal

c‘=11  15' Paolo .

. . _ m p p r s e n t a u : '

E…& = t h

predicandoZi

pi;gag_ei Resto

d

Israele nnn abbandona

i

l l , l b

 

24: l ' "

iele resta

la

radicesulla quale

èstato innestato il

ramo

o verso mm

gl i

uomi ' '

ele:

no n

&

, mano

A =11,25-32:

in sal

v e r . ) unto Israeleusando misericordiaa

l u n i

il

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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smi

evidenziati da questo autore sembrano appoggiare la

divisione proposta da F. Refoulé: i l ragionamento dell’a 

postolo si svilupperebbe in due grandi tappe (R m

9-10,

e

po i Rm 11),

n on

t re,

come

dice la maggior

parte dei co m 

mentatori. La

divisione d'insieme

è la stessa, ma i l conte

 

nuto è diverso, perché la dove F. Refoulé vede

un a

punta

teologica e positiva

(R m

9-10: la parola di

Dio

no n è venu  

ta

meno),

Ph.

Rolland

legge

iunosto

un'insistenza sulla

reazione negativa di Israele. 15evidente che

tutto

dipende

dal modo in cui si comprende il chiasmo: come

sapere

che

nella

prima

parte (9,1-10,21) Paolo insiste retoricamente e

semanticamente

sul

desiderio che hanno

avuto gl i Israeliti

di giustificarsi dasé (9,33-10,21)?Certo, per Ph.

Rolland,

questa parte costituisce quella che

egli

chiama un'antitesi

(«il risentimento o l'indurimento di

Israele»),

con un a co»

lutazione negativa; ciò

invita

naturalmente a vedere in

9,30

 

10,21,

in cui si afferma la responsabilità di Israele, lo

sviluppo dell'antitesi, poiché nelle

unità precedenti

il pun»

to di vista è esclusivamente

teologico.

Si può tuttavia du 

bitare fortemente che 9,3-10,21

possa

essere messo

sotto

un o

stesso

titolo

e

abbia

questa

funzione

nell'argomenta

 

zione.

L'opposizione, infatti,

no n

è

tr a

Rm

9.10

da

una

parte

e Rm 11 dall'altra, ma t r a 9,6-29 e 9,30-10,21, cioè

tra la saldezza, la giustizia della parola divina (Rm 9,6-29)

e la responsabilità di Israele (9,30-10,21): la situazione at  

tuale no n chiama

in

causa

Dio,

ma piuttosto il

popolo. Del

resto,

in Rm

91-29 non c'è alcun

termine

che appoggi

l’i

 

dea di un disconoscimento o di un r ifiuto, da parte di

Israele, dei

doni

o della volontà divina: Paolo insiste suf 

ficientemente sull'iniziativa divina perché si debba divide

 

re tr a Rm 9,1-29 e

ciò che

segue.

E forse necessario aggiungere che la

sezione

inizia c o n

una

introduzione

(9,1-5)

che

forma

un'unità letteraria

net

 

Il lettore

n o n

avrà

diffienlui

a

verificare

i termini

paralleli

che giustifica 

no le corrispondenze

t ra

A e

A ',

B e

B ', ecc.

La

difficoltà della

di

sion:

proposta eduplice: i titoli proposti

non

corrispondono alla dinamica del»

l’argomentazione. Peggio ancora, alcuni termini paralleli,

che cambie 

rebbero la composizione proposta da Rolland, sono stati omessi:

quelli

esistenti t r a 9,643 e 11,1-7, tr a 9,14-23 : 11,25-31.

Altri saranno

segna 

latip i ù avanti. Sesi assumecome criterio il vocabolario, èevidentemei'r

te importante

essere

esaurientinella rilevazione dei termini.

52

ta? 9In effetti sei

, vv. 1 5 ar l ‘

suo

desiderio [

fare

tutti))peînioxrdizl

dolore

di Paolo e del

e o r i c e v u t o

tanti

privilegi

. . . io r numero ‘ ' - - .

Zelo… lessicografigh& Questa composizid’rîîîì‘lîj;riggti.

dei

comr‘i’1eelntcaatìîi

_quliiezlia

pmp9$ta dalla maggior ’paxile

 

esistenti

tra

A

(9,1-29)

eA??fi‘ìl“;éj?ltanto i parallelismi

9.1 

l lg lor iav. ‘ 29 la 1 ’

1111-36

. g ona v. 35

:;:flmcelemenv.5 pEr i

secoli. Amen

v.36

(Isacco)

nostro

padre

v. 10 ?P;Îi?iîvìà

Giacobbe v. 13

. minare (passim)

lelezmnev. 1

1lldurile(sklèrynò)v. 18

nur;

misericordia vv.

15.16

18

In mlserlcordia v. 23 ’

mare w, 13.25 (230

un resto v. 27

« u r i

salvato» v. 27

Giacobbe v. 26

lachiamata v. 29

l'elezioneW.5.7.23

:Indurire

(pdmd) vv , 7.25

sare misericordi

la misericordia v.aslv' 30.31.32

amare v. 28

un resto v. 5

-sarà salvalon v. 26

Una

simile

com

' ‘

os i z x one

dev'essere

evide

_ ' mem  

pretata. Se si prescinde dall

esordio

(9,15) e dalelgtselrnflîd

- Canu-o

tutti

li ' ' ' ‘

” e

9,3.

g

Indlzl

letlerari,

Ph.

Rolland

m e :

una

separazioneua

. h fannula

finale del

v. s; .

n eterno.

Amen...

chiamata dain speculisti

dosso

«un unico nel

corpus ' '

paulum  . ‘

nui .

a. Ciò che

precede

eaa…iueàl'à‘c’îiîîfî'èîf°"°

“’”“

“““"“

""'

e u - (sia) benedettoin eterno, Amen». Questa ° " Di °… il ”""”""

|

no n

cambia nulla nella divisione tr a i wllieerîenza neu'imerpmî

53

‘ _ _ _   _ *  

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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zione (11,33«36)   che l'analisi retorica metterà in eviden 

za

 

,

emergono

chiaramente

t re

unità: lapr imae

l'ultima,

di tenore teologico,

ricordano

la

logica inauditadella scel 

ta divina (9,6-29) e aprono sul futuro della salvezza accor

 

data a Israele, spiegando di passaggio la ragione e la fun 

zione

di

un a defezione definita

provvisoria (

1,1-32);

quanto alla

seconda

unità (9,30-10,21), di tenore cristolo»

gico,

essa

spiega

la

ragione

della situazione

attuale

di

Israele:

rifiutando di

credere

al

Vangelo,

quindi in

Cristo,

il popolo ha in

realtà

respinto l’unica via di salvezza volu 

tada

Dio

pe r esso e pe r

tutta

l’umanità. Uno schema può

illustrare questi dati “:

A =9,6-29 la logica, continua, maanche paradossale,del»

la chiamata divina (dall' iniziofino a

oggi);

E =9,30-10,21 dramma di Israele, che ha rifiutato la via

della salvezza in

Cristo (l a

situazione

attuale

di

Israe

 

le);

A’=l l , l«32 Dio, che ha saputo t ra r re

profitto

dal rifiuto

di Israele per

usare

misericordia alle

nazioni,

salverà

il suo popolo ( i l futuro di Israele) .

Nel capitolo

VI ,

a proposito di Rm 9,30-10,21, indicherà

brevemente come interpretare la maggior parte delle co m 

posizioniconcentriche paoline 12, In A, l’apostolo introdu

 

ceil tema o la questione

pendente, dandole

all'occorrenza

un a

soluzione prowisoria. che diventerà

definitiva

o

più

ampia in

A’ ;

la parte centraleE fornisce le chiavi, le ragio»

ni o i Criteri

grazie

ai

quali

si

può passare

daA a

A' .

Che pe r la sezione di

cu i

ci stiamo occupando, B

faccia

passare da A adA’ , può

essere

compreso

diversamente. In

effetti, A n o n affronta il problema della situazione degli

Israeliti che hanno rifiutato il Vangel ' Paolo vi afferma

soltanto che

l'elezione

n o n

è stata mai

legata

alla

risposta

umana

e

che

la

parola

divina

n o n

è affatto

venuta

meno .

“ Gli

esegeti

hanno,

nell’insieme, notato questa progressione nella sc  

zione,al

livello

diacronico

(passato,

presente. futuro). Si vedano le re»

centi osservazionidi M. Theobald, «Kirche und Israel nachRs … 9-11…

Kairos, 29(1 9i7)

11.

12Cfr. infra,

pp .

119-130.

54

Dichiarazioneche salva la

. ‘ potenza divina,

:drfililsefalsgrîrel?

abbia rifiutato

il

Vangelo

di

Cristo Certo

B

Inmmretaziànamemeil

lettore

su

ques topunto . lilla

la s’

no

pe r quest

neela

sua

funzione in Rm

9-11 non

divcntua

diana di

unao

ev1dent1._

Coloro

secondo i qua li l'unità

ma.

centro

semanîomposizmne

concentrica

è

identicamente

eil

ap……) culmi;lcaî;lieleàierlagàisosgenamente in Rm 9,30»10,21

_ … _ ; ma ques ta

uni

' '

v|:sgissiàlllîeizibelllione di

Israele

(10,18-21),

sutÈr(iftìilîliîisze

” sentito za E

0,4-1

7)osul

fatto

che Israelehaanch' ca

della [ proc

amare

il Vangelo (10,18 19)? L' eS 

co pevolezza di

Israele,

in finale di a a n n u n c i o

ma non spiega

.

mero dei

versetti

‘ u n i c a

vi a

d ' | ' '

ontrarre … 1savezza,

indi

un p u n t o culminante posit ivo e cristologiachl

Soltanto

l’es

ame della com osiz' '

permetterà un a

risposta

forgiata …e retorica

dell

i ns ieme

Ladisposizione retorica

Rm 9-11 ha tu tte |

e caratteristiche di u ' '

gir:|alr=iliîlah

La

parte

centrale riprende

in irn:dîodiilîliitîzlmnle

Nordio (9

;Èsîiàz1ali

della

disposìlia

dei ciiscorsigantieclzii'î

ferorazion’e

(in

,Îà.5ft)>posflio (19,4). Probalia (10,5

 

17)‘

” . …Si può dire lo stesso per Rm 9 e

L'uardia

A dire il vero

alcu

‘ ' '

. , n i enun c ia t i (9,6u; 9,6b; ' ‘

P:Irhli)vgiîleltetiìgîlgnîîjsefe

delle

pmpasitiones.

9(ìhtntlolelii

n

c u i

viene ' ‘

e . presentat ]

 

paradossale

‘3 di coloro che Paolo chiamaaufîastetlllliatzielî 

Siluazi ' 'clo poone gg;gtag.fgmché

Paolo accetterebbe

di essere

«ana le

nuoflvn.ussenellz misura . …

ua che_aium,

ma

non

del tutto

dis ma»

. Il è m m m h ] In

c u i

: loro privilegi

storici,

enumerati [

peratz

°

f r m : >non

sembrano

essere rimessi in discusîitflîîsenm

55

Page 29: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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la mi a stessa

stirpe», essi

somigliano 'a un esordio, e g li

' ' ' ' erorazmne.ltimi

v er se tti d i Km 11 a un a p . ’ 4 _

Moltiindizi

confermano ques a

p r i m a

impressionee

:lètig 

rizzano

a

dividere

la sezione in

t r e

macro-unità

av e r i

scuna

la

sua

propositio:

esordio

9,1»5

pmbatio

9,6411,32

costituita

da

tr e unità

principali,

9,5-29

(pmposirio: 9,611)

9,30-10,21

(proposili

; 10,4)

1i,1…32 (pmpositio:

i i , i a )

perorazione 11,33-36.

Che Rm9,1-5 no n formi un a unità C°".9’6Î13

opanche

co n

9,6-29, lo lasciano pensare

diverse

r a g i o n i . I primicinque

versetti

di Km 9 puntano sul contrasto tra la s i tuazmne

attuale

degli

Israelitie i loro

privilegi

s t o r i c i , chernlon

vellli

gono

collegati

direttamente B.DIO “: Paolo e gi

sraed

sono

i

due

attori

principali di

9,1-5,

mentre

a

partire

a

9,6

è

Dio,

o piuttosto la sua parola,

che genera gli eventi;

suscita i

diversi

interrogativn. Il cambio di a t t o r i …wd’

quindi a separare

9,1-5

da

ciò che segue. Altro segno

]

divisione,

l'esclamazione eucologiea del v. Se.

chedsegàia

una

pausa e favorisce il cambio di prospettiva

 

la e

 

stinatari

(gli Israelit i)

al destinatore

(Dio).

Infine,

.s°.

olcorri

il V.

( i a

(«La parola di Di o

no n

è

venuta

meno»)

"luna

35

gomentazione, per finire in 11,32. In poche paro

e,àrplv

,

e

9,6

s'impone

un a cesura,

decusiva

per

lo

sviluppo

e

ar  

gomentazione.

Laperorazione @l

punto

culminante della sezione

I vv

33

 

36

di Rm

11,

chiaramente innici nello stile e n e i

motivi, sono

un riconoscimenm dell’insondabde

sapienza

Ciò no n significa

affatto

che

questi

tratti-non

provengano

da

Dio,

ma

solo che Paolo

no n

considera … la loro

o n g i n e

div1na.

56

divina;

vi si ritrovano

tutte

le caratteristiche

della

perora

 

zione ‘ 5,

Masela

peroraz ione

riporta dell'argomentazione solo l'a 

:

tto

inaudito della sapienza divina, abbastanza

potente

poter t ra r re vantaggio dalla defezione degli uni e degli

altri salvando

tutti.

significa che la sezione non insiste in

 

firimo luogo

sulla responsabilitào sulla ribellionedi Israe

 

: la

sua

prospetu‘va

principale

è

teologica…

Tutto,

nella

dinamica

dell'argomentazione,

conduce

verso

questa

esclamazione finale piena di stupore edi

lode.

Non si pu ò

che

ammirare

l'arte con

la quale Paolo conduce il su o

r a

 

;

gionamento,

il suo modo d i a r go m en t ar e , ampliando

pr o 

gressivamente il

campo

della

misericordia

divina fino alla

rivelazione

della

salvezza di «tutto

Israele».

Ma il semplice fano che Paolosveli solo progressivamente

l'estensione

della misericordia divina spiega anch’esso

la

costruzione speciale

della sezione, che

è

l'unica

anon

in 

cominciare c o n

un a

propositia che

regge

l’insieme dell'ar 

memazione

"’ ed esprima fin dall'inizio la posizione

[l'apostolo

Delle diverseproposiliones che scandiscono

lo sviluppo del pensiero in Rm 9-11,

nessuna

è

pi ù

inglo 

te delle altre: volendo arrivare solo alla fine del per  

corso

alla

rivelazione

del

«mistero»

(11,25-26a),

Paolo

si

guarda bene dall'indicare fin dall'inizio della sezione (da

d,6)

gli

elementidi

un a

risposta che si propone di sorpren 

:

Le propositiones

Anche

se

Paolo no n

fa precedere la

sua

pmbaiio da

un a

propasilio che esprima

fin dall'inizio, anche in

modo ellit

 

tico, la tesi

d’insieme che intende

difendere,

parecchi

enunciati determinano nondimeno degli sviluppi

parziali.

\ Da

n o l a r e

che

9,1-5

e

11,33«36

riprendono la

stessa

fonnula

dossolo

 

dcc

«benedetto/gloria

ne i secoli. Amen». Anche

sela perorazione ……

riprendedirenameme

la tematica dell‘esordio,la

prospettiva

è

nondime 

nnla

slessa, poiché

in entnxrnbi i casi Paolo percepisceun enigma, quel 

ladei fia le ] l i della

sua

stessa stirpe

(i n

situazione

pe r

lo

meno

paradossa 

le)

all'inizioe,

alla

fine,

quello delle vie

di

Dio.

“ Cfr, Rm

Lio-17,pmposii io

principale di Rm 1-8 nella

sua

interezza,

chesi

vede

rielaborata e

p m i s a u

in ma , in

3,21-22n,

: 5,20-21;

que 

n'ullimaèa

s ua

volta ripresa

da

6,1.15; 7,7.

57

   

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Rm 10,4  

l’abbiamo visto

- è la

pmpositia

dell’unità co  

stituita

da 9,30-10,21. Ma ce ne sono

altri:

9,6ub; 9,14 e

11,11. Bisognerà evidentemente studiare

p iù

da

vicino

la

funzione

rispettiva

di queste affermazioni.Possiamo tutta 

via già osservare

il

movimento

d'insieme dell'argomenta

 

zione. Dato

che Paolo n o n enuncia fin

dall’ inizio, in

u n a

propositio

principale, gli

elementi della

sua

tesi,

le

diverse

pmpositiones di Rm

9-11

formano

le

basi

di

u n a progres 

siva

risposta,

carica

di

suspense.

La

tensione cessa

solo

in

Rm 11, quando

viene

finalmente decifrato l'enigma del

rapporto di

israele col suo

passato, il

suo

presente e il

suo

futuro. Mail carattere teologico o cristologica delle propo 

sitiones

most ra chiaramente che la situazione no n è consi 

derata

in

primo luogo

a par ti re

da'

Israele stesso e

delle

sue scelte… Infatt i con la sorte di

questo

popolo è in gioco

qualcosa di essenziale: l'avvenire delle

promesse,

la solidi

 

tà del piano di

salvezza,

la veridicità e la fedeltà della

pa

 

rola

divina…

Pi ù

che

Israele.èin

gioco

Di o

stesso

Per la questione che stiamo affrontando   il posto di Rm

9-11nel resto della lettera   la strutturazione retorica del

 

la

sezione

permette

di evitare gli errori metodologici. Se 

condo

molti

commentator i , i

privilegi

di

9,4,

in

particola

 

re

l'adozione

filiale.

devono

essere

interpretati

dai

versetti

seguenti;

ed

hanno

pienamente

ragione, perché

le

proba 

tiones

paoline

hanno,

t ra

l'altro,

la funzione di precisare i

dati dell'esordio e le

affermazioni

spesso

ellittiche

della

prupositio.

Tuttavia

ciò non

significa

necessariamente che

i l contenuto

dei termini

sarà lo stesso ”: non e la

prima

volta ‘Eche Paolo modifica nellaprobatio,

per

precisarloo

sfumarlo, ciò che ha annunciato nell’esordio o nella

pm

 

positt'o,

Non

èquindiapriori impossibile che i

versetti

che

seguono

l'esordio abbiano la funzione d i r it or na re , a u n

altro livello, sui titoli e i privi legi enumerati in

9,1-5:

chi

sa se Paolo n o n

presenta

nell’esordio i privilegi degli

Israeliti

come essi

stessi li

vedono?

Lecaratteristiche

reto 

Cfr.,

ad

es.,

r. Refoulé,

«Unité

de["

i ne aux Romam:

et

histoire

du

salut», RSPT 71 (1951) 225, che

afferma:

«Presupponiamo la coerenza

del capitolo 9 e pensiamo che

sia

improbabile che ne i versetti ess Paolo

abàyia potuto direil contrario di quanto

aveva

affermato ne i versetti pre

 

ce enti-.

" Si

pensi alle

affermazioni

sull‘ira

fatte in Rm 1-3. Si

ricordi pure

il

modo

in cui l'apostolo presenta la

visione

giudaica della Legge in Rm

10,5.

58

riche della sezione esigono

per tanto

che

si

tenga conto

della-dinamica

dell'argomentazione.

La dispo5i1io

dei

discorsi antichi, ripresa qui c o n ancora

piu originalità che in Rm

1-8, permette

di cogliere la fun

 

zione argomentativa di Rm9

 

11

molto meglio che

i mo  

delli semant i co

e concentrico… E

possibile

ormai affronta

re il problema

del

rappor to di questa sezione col suo con 

testo anteriore

e posteriore.

2. Rm

9-11

e il

resto

della lettera

Ancor più delle

differenze di

contenuto, che hanno

fatto

dubitare molti esegeti contemporanei

” dell’autenticità di

'Rm

9-1

I, s o n o

quindi

lecaratteristiche formali asollevare

il

problema

dell'unità

della

lettera.

Dato che

la

sezione

si

presenta

come un'unità non esplicitamente collegata al

contesto

essa obbliga [interprete a i n t# r r o ars la s

i' .

g 1 su ua

Il contesto

prossimo

È

vero

che il lettorepotrebbe

passare

da

8,39

a

12,1

senza

nessun

ostacolo p e r

la sua comprensione

della lettera

perche Rm8,in

cui viene

descritta la dignità del credente

e la

speranza

a lu i accordata, sembra prolungarsi in modo

molto naturale nell'agire che questo status richiede. E al 

trettanto

ver04che

Rm 8,

dove risuonano

la speranza e la

lode, non lascia spazio alcuno

alla

«grande tristezza» e al

«dolore incessante» menzionati subito dopo esenza alcu

 

na

u-ansmone (9,2).

Nonostante

questi

e

altri indizi

che

favoriscono ] ipotesi di un inserimento posteriore di

tutto

11.

passo

nella

letterao

quella

di una mano

n o n paolina

crsi

pu o

domandare seil divario redazionale t ra Rm 1-8 e

îfà-ibî?fîia

davvero

quelle

proporzioni

che

vengono

loro

° Cf r F

Rcfoulé

( U n i t é d: ]

eptne

a ux Remains» ove : ò

tmvw‘e

. d pu

Questa soluzione e basata soprattutto sul

u n a ] …

de

vocaho ano

Il

GIPIÌOÌD

precedente ha

dumastxato che

su ucsm to è ne

ssar'a

pun ce la

59

 

Page 31: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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In

effetti,

l'esortazione di

12,1s

si comprende

bene dopo

11,30-36:

se

Dio

ci ha racchiusi

tutti

nella disobbedienza

per

usarci misericordia, la n o s t r a vita

n o n dev'essere

un'offerta

generosa rispondente

alla

sua generosità?

Del

resto, c o m e

potrebbe

il riconoscimento della

sapienza

di  

vina  

che

conduce il

suo disegno

salvifico at t raverso i l

nostro

rifiuto   n o n trasformarsi in

consenso,

in desiderio

di vedere

questo

disegno

realizzarsi anche

nelle

nostre

vite

perché possa

cosi manifestarsi a

tutti?

Dopo tu t to , le

sortazione

in

nome della

«misericordia di

Dio»

di

12,11;

si

comprende solo in riferimento ai versetti precedenti, dove

si

parla

dell'esercizio di questa pietà misericordiosa

(11,30

 

32). .

Quanto

all’inizio della sezione, essa è proprio il risvolto

negativo dell'inno che

precede,

pieno di gioia e allegria:

l'esclamazione di tristezza di 9,1-2 ha senso solo

per

il su o

contrario, il grido di

stupore

di Rm

8,31-39.

E,

pe r

chi è

un

po'

familiare con la retorica antica, èdifficile

immagi

 

nare

un

esordio p i ù

appropriato:

dopo

un finale

simile,

grandioso sotto ogni aspetto, Paolo non poteva affatto

ini

 

ziare il

nuovo svi

uppo in modo banale. Una perorazione

appassionata

(8,31-39)

richiedeva

un

nuovo

esordio

(9,1

 

5)

della stessa

ampiezza .

A

questi

indizi che impediscono al lettore di passare a

piè

pari da Rm 8 a 12, ma l'invitano a riconoscere u n a reale

continuità

t r a

Rm 9 11 e il suo contesto, aggiungiamo un

argomento logico.

Supponiamo

pe r

un

momento che

in

questa lettera Paolo abbia voluto

affrontare la questione

della situazione passata,presente e futura di Israele: qual

era il momento pi ù adeguato

pe r

farlo? Senza alcun dub 

bio quello scelto da Paolo: la condizione dei cristiani,

come descritta da

Paolo

in Rm 6-9   liberazione

dalla

leg 

ge, adozione filiale,

elezione, gloria  , non

rende

immedia 

tamente caduchi tutti i titoli di cu i si glorifica…)

gl i

israe

 

liti, non sta a indicare il cambiamento dei

destinatari

delle

promesse,

n o n

solleva

infine

il

problema

di un fallimento

delpiano divino di salvezza?

I l contestoe la

logica

della

lettera sembrano quindi favori

 

re l'ipotesidi un a redazione continua. I capitoli 9-11

sono

“ Da

no ta re

in entrambi i periodi il procedimento

retorico dell'enume 

razione:

lista di sette elementi in 8,35, dieci in 5,35-3911, o t to in 9,4-5n.

60

ben inseriti, dal

punto

divista retorico elogico,

nella

tra 

ma dellargomentazione. Ma, si

obietterà,

la difficoltà p ro  

viene pruttostodal contenuto: in Rm

9-11,

l'adozione

filia

 

le non e collegata,

come

in Rm 8, al dono dello

Spirito

Santo,

e_

a.Legge

mosaican o n

ha

funzione

negativa,

come

n e i

Capitoli

precedenti.

Vedremo

p i ù

avanti

cosa

bisogna

nsare di quest'ultima

obiezione. Quanto

alla

prima,

sul

 

assenza

dello

Spirito

a

proposito

dell'adozione

filiale

lo

utudm d i R m 9 mos trerà l a ragione di questo silenzio 2.2.

Il contesto

globale

di Rm

Se,

come

hamostrato l'analisidel

contesto prossimo,

l'as 

| e n z a

di transizione

tr a

R m 8 e 9 s i

spiega

con

le

esigenze

della retoricae no n implica affatto che Rm9-11 sia un'ag 

giunta

p os t er io re , c i s i p uò

domandare

se

non

sia

nondi

 

menopossibile individuare delle preparazioni

della

sezio 

ne‘neilprimiot to

capitoli.

m u t i

e

ritornare qu i

diffusamente

sull'i otesi

In Rm

3,1-8

un annuncio

dei

capitoli 6-8î 9-llcîlll.e li’î‘f:

dubbio

che

ci

siano

dei

punti

comuni

tr a

3,1-4

e

9-11:

una

me n z io n e dei privilegi storici del giudeo e una domanda

aulla

sua fedeltà, o addì ttura sulla solidità

della

parola

diuna. Ma queste affinità non sono sufficienti   come

ab»

biamo

visto

 

a fare di 3.1-4, il cui

ruolo

strutturante si

limita

alla sezione

di LIS-3,20, un

annuncio

d iKm 9-11.

Non

è

tuttavia

possibile

leggere gi à

in

filigrana

le

grandi

linee

della nostra

sezione

nella propositio principale, Rm

1,16-i7. il cui ruolo sarebbe proprio

quello

di avviare i

grandi

term

della

lettera? E

una

questione

che abbiamo

già trattato 1‘, ci limitiamo

perciò

solo a un breve richia

 

” Ch: Rm8

leghi

l'adozione

filiale

dei

cristiani

il dono

dello

S

i r i

che In

ipn

9

questa

stessa adozione

sia

applicataagli israeliti ,

cisi

i-fl1î

hlnno

rifiutatodi

credere

in

Cristo

e

no n

hanno

ricevuto

lo

Spirito

-

non

l l lnulla

dicontraddittorio. InRm&,

Paolo prende l‘adozione filiale nella

I ‘ l l tappa

definitiva, compiuta, dovuta

evidentemente

all'evento Gesù

Cflxm,_mcnire …R…g

=in

neconsidera l'origine, costituita

dalla chia,

n u t adivina,e le grandi tappe di questa

chiamata, dai

patriarchi (9,643)

;Jlncìna-lllgclh:am;tg

gnisericordiga:

definitiva (9,24-26).

, - e ,

 

p m a r e r e

m n ' s '

 

m “ p m , pp . 89 93. ] ) pet t ivarneni: km a 11 e Km o-s.

Cfr.

pp… 33-34.

61

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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m o . Numerosi

commentatori

vedono

in questiversetti

u n a

panitio: pe r

alcuni, Rm 9-11 e annunciato da 1,16,

pe r

al 

t r i da 1,17; pe r

altri infine,

solo i pr imi ot to capitoli

della

lettera sarebbero introdotti da Rm 1,16-17. Ma questi ver 

setti, come abbiamo visto, non s ono un a partitio   di Rm

1-8

0 di Rm

l - l l

 ,

solo u n a

propositio. La difficoltà

non

deriva d’altra par te dal fatto che la propasitia principale

non

annunci

esplicitamente

tutte

le sezioni, ma

piuttosto

dal fatto che

Paolo

non

comincia Rm

9 - 1 ]

co n

u n a

propo

 

sitio che

regga tutta l'argomentazione dei tr e

capitoli

e

nella

quale

figurerebbe l 'una o

l'altra parola

chiave di

1,16-17

25.

Ma la

nostra

analisi ha

visto

in

questa assenza

un'altra

prescrizione della retorica: dovendo apparire

come un «mistero», una rivelazione inattesa, la tesi sulla

salvezza di

Israele

non

pu ò

essere enunciata

che

dopo una

lunga

suspense

- i n nessun caso

in

un a

propositio iniziale.

E ci ò stesso spiega anche perché Rm 1,16-17 n o n fa e no n

può

fare

alcuna

allusione

alle tesi

espresse da

Paolo

in Rm

9 11: la notificazione del mistero sarà fatta solo

dopo

un

percorso lungo e sinuoso attraverso le decisioni di Dio

nella

storia della

salvezza  

rivelazione inaudita.

che

no n

ha

motivo

di

essere

divulgata

all'inizio di

Rm

Facendo

delle

anticipazioni

sugli sviluppi

futur i, si

può

tuttavia affermare che Rm

9-1

1costituisce una conclusio 

ne del tutto logica all’argomentazione degli undici pr imi

capitoli della

lettera.

Sesi considera infatti Rm 11,25-32,

dove viene esposto chiaramente il disegno salvifico di Dio,

pe r l'Israele indurito

e

pe r

l'umanità intera, è innegabile

che

i l v. 32 r iprende,

per

darle un

contenuto

p iù

netto,

un'idea gi à

formulata in affermazioni precedenti,

5,20-21

e perfino 3,23-24. Che dall'inizio della lettera siano stati

più

volte ripetuti l'universalismo e la gratuità della

giu

 

stificazione è

u n a cosa

owia. Che il dominio

del

peccato

su tutti gl i uomini abbia avuto come finalità ultima il re  

gno

della

grazia e del perdono, e

stato già

chiaramente

affermato

da

u n a

propositia (5,20-21). Ma

bisognava

at

 

tendere il

finale

di Rm 9-11 per

vedere

come si articolava 

no paradossalmente la disobbedienza e la misericordia. Si

15Si

ritrova

quasi un'espressione

c h i …

di

1,16-17,

«per(ché) la

giu»

stizia

_ in 1,161:si legge “salvezza , (sia data a)ogni

credente»

in 10,4,

che e u n a delle t r e pmposlti'ones della

sezione.

62

, obietterà

che

in

5.20-21

Paolo

non

fa

alcuna

allusione al

rifiuto del Vangelo da par te dei giudei, ma piuttosto

alla

massadi

p e c c a t o

edi morte che si èriversata sull'umanità

In segui to al p e c c a t o originale, i n part ico larea l ruolo che

avuto la Legge in questa proliferazione delle colpe…

Certamente; ma Rm 11,30 32 illustra

ugualmente

la pr o 

f°‘ '.'°

dl,5,20*21, dandole anche un significato ultimo:

ungt

dallallontanaisi

dalla

tematica

espressa

in

5,20-21

il

finale

di Rm ] 1neè

come

il

venice,

perché

sottolinea la

costanza co n la quale

Dio

procede e indica anche

  allusi

 

vltnente  

come

l a Legge abbia p r o vo c a to i l rifiuto d i

GesuCristo

da

p a r t e

di israele,permettendocosì parados 

nalmente

alla

Buona Novella di raggiungere i

gentili.

Non

childulbbio che i(vgr…nZS-3Z di Rm 11 non concludono sol 

0 a se zi on e 9-11, a ' ‘ ‘ 'ndici capitoli di Rm… ) 111 anche  

i n s i e m e

dei p r i m i

Hm

9-11

e la giustizia

divina

La composizione, al

tempo

stesso concentrica e retorica

della

s e z i o n e

ha mostrato

che Paolo

non

insiste

in

primo

luogo sulla ribellione di Israele e, di conseguenza, sulla

sua colpevolezza. La

lenta

salita

verso

la rivelazione del

mistero,

del

disegno divino, el'esclamazionc finale davan 

l' l

alle decisioni

inaudite della

sapienza

eterna, sono

tutti

elementi cite

indicano

un fine teologico.

Del resto,

nelle

ramA.::A della sezione, la tematica è teologica: vi si pa r 

a di Dio,della

sua

parola e della

sua

giustizia… Paolo

cerca

d i

combinare

l ì delle realtà appa ren temen te incompatibili:

In

g i u s t i n a

pe r tutti e l'elezione, lagiustizia el’indurimen

 

to.Malle

spiegazioni

dell'apostolo possono sembrare

faci

 

li . Se] amoree l’odio, in

altri

termini sel‘elezione eil

suo

contrario,

p r i m a di

ogni

risposta umana, sottolineano la

liberascelta divina, no n la rendono forse arbitraria, ingiu 

sta?

Le

r i s p o s t e

date

da

Paolo

a

queste

difficoltà

esigono

un

esame

attento.

Ma Il

fatto che

in Rm 9-11 l'apostolo

cominci

a

sollevare

queste difficoltà sulla

giustizia

divina

dimostra

fino

a che

p u n t o questi capitoli siano essenziali

alla

trama della lette 

ra . In nessun

caso

è possibile separarli da essa Il

lettore

 

lo

s p e r i a m o

* avrà

colto

l’importanza di

questo risultato

apparentemente secondario…

61

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Conclmlone

Piùche

il

vocabolario.

è

quindi

la

dinamica

dell’urgomen 

tezione che

pen-nette al

lettore

di

coîu'la-e

al tempo

naso

lengioni

delleiratmredel'estopao ' oelengionidella

sua ru le unità di :crlnurm in Rm. le analisi semantica e

retorica

:ano

ineepnrabili.

Spero

di aver dimom-ato in

q u n t o cap ion la

pertinenze

di

una

tnle conclusione | n e  

todolo

ica.

Lo io

delle

composizioneha

dimostrato

in pr ima

luo

 

go

come

Plolo $i bu i zulla

fox-ma

dell‘espressione per

mettere in evidenza alcune sue tesi: .

l ) La composizione concentch ABA’

permette

di

verifi

 

care

il tenore fortemente

teologico delle

sezione,

che

inl  

l l lponendo il teme delle parole di Dio.delln s u l eolidiià.

della

sua

potenze,

delln

su:

giustizia. e termina co n li mi 

sericordia “. Certo. la

; o r t e

di Israele ne costituisce il

term genernle; cionondirneno, la composizioneconcentri 

cnsuggerisce

che l’identità del

po lo dipende

totalmente

dalle parole

divina, in

breve che

Fnosun sorte mette in

di 

lcusslone

l'identità

stess:

di

Dio

 .

2) Le composizione

concentrici.

di

sola. non permette

di

se

l'unità

mediani

(9.30-10,21)

conltuiecu

il

centro

l e m m c h

dell’insieme; mlunto la compoelzione argo 

mentativa autorizza

una

conclmione l i g u r i : il

verticever

 

soil

qunle

tende e l‘agire

divino.

in putlcolnre ln ma sn

 

pienza

misericordioso (\ 1,30-36).

l e n e evidentemente il problem: dell’effetto di signifi 

cm rovocno delle riflessionidi Poolo in Rm 9-1L L' : 

posho ha

sollevato

in quee\:lfloene

dell:

corte di

lîraelesolo

_per ere

: un poni ' interrognt ivo uu npporno

tra

lmnodnefili- le el‘elezione

dei crlstinnicon

i prlvile

 

il

del popolo ebraico?

O piuttosto

perché

la

cliiunatndei

Crimini

ogni significato se e considera: senzo la

storin

e

destino

di Israele?

UnA

qualunque

risposta n on

È È:l:be

precedere

l'esegesi della azione, in particolare

‘ I i.

“ Seian9.Diochinnupermisericoxdimlnlì

 

milperdonnpermi

 

:erleordin [ormulnchepotmbbednmxmerekxetionelennn-ndirh

….

Caine Dio potente, giunto. minericordìoso

64

Pane

seconda

Fedee legge in Romani

 

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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. di Gaio come

Cristo,

Salvatore, Figlio di Dio,

Cl soffermiamo solo sul modo in cui

questi

autori

> . {

atto_d1

credere al soggetto.rinviandoal decide 

,gulono_mua coslamto in tut t i e

che. ne i

rapporti

con

"? come autoaiîermazione.

aumgimfifica 

-enutorealxzzazmne. La

Legge

è

allora

lo strumento

grazie al

quale

si realizza

questo

desiderio di

au

 

w c a z i o n e :

cercare

d i osservare appieno l a legge

soltanto

tipica

di ogni

onpu-ò.che

p o r t a r e

all'orgoglio,

ail'amganza

’.

. up'o di interpretazione è

quindi

legato &un'antro

_. sm

essa

paolina o meno, maanche a una cena

(

nue

del giudaismo

che

si suppone

che

l'apostolo

egli

ultimi anni

si

sono

moltiplicati gl i studi

sulla conce 

zione

paolina

della

legge.

Molti

 

campi,

ritenutiormai co 

nosciuti,

il

giudaismo

palestinese del

tem detto intcne-

.

Infatti

51“ ? “ ,

PmPf:l°

di

ul} battaglia:

il vero

stamentario 1,la coerenza delle

diverse

:: emaz ion i

pao-

31

di”.

è 11

p i ù giudeo

che

incarna

line sulla Legge2,l'evoluzione

del

rapporto di

Paolo

con . ggoîgeîghé,camengta Kisemannaproposi 

la Legge3.

sono

stati oggetti di

ulteriori

indagini. . . ' ' :

fl£mno

“1151050 S ' lm pos s ess a

della

Questo rinnovato interesse

èdovuto auna

crisi

dell'esege- d‘ngsr?lîn

.lEler

nenhzzore Se

S. esso. pe r

inor

 

si luterana 4, i

cui rappresentanti pi ù not i sono Bult-

Westerî;omfinelm.

ilusmne

di

non

di

_derePiù

da

mann 5,

Kiisemann

5.e, pi ù recentemente,

Wilckens,

Fu.r- "…ulpe

bene

il mo .in c_ui

Bult

 

nish7. indipendentemente delle considerazioni di conte- p;;cgefiiscc

leconmma

militichdella

nuto.

sulla

fede

quale

(cioè,

la

fede

come

omologia

‘,

con-

° ‘

… " ;

I l perseguimento

della

lla

Legge'

esprime, con

accenti

ti

icamente

il desiderio

che

ogni uomo hadi esso?:

ricono 

buse di ci ò che ha realizzato: ". pe r

questo

Su

uecw unto, cfr. W…D. Davies,

Pm

And Rabbinic

Iudai‘sm. lnn- , ‘

don

1%48,

eife

 

divenuto

un clas:ico; dello

amsn

autore,

,lm'uh

and .

fede

legge

sono

veramente

agli amide

p e t h

Paulin siudia, Philadelphia

1954;

:

lopnt tu t to

l’open … m i ;e.u  0 di ogm religione e di favorire i.

canfusj°ne

tra

ciliva

di ma

Sunda-a, Pnul

andPalestinian

J … .

A

Comparison

af desiderio di .…

compimento umano,

om .

P m …

ungligion, London 1977.

. radioalruenw - - . _ . , rii-nin.

=siveda A.

Feuillet.«Loi

de

Dieu,

lo idu

Christo lu i

da

'Elpril

wm .. d .8 O g m aumg:usuiicazione davan" …

les

épiirec

pauiiniennes»Nr 22

(1980)

29-65; H. Hilti-ico.Paul the - - 0 umilmente la

sua

grana, il credente

non

Law.

Genin n

1953.

=

cfr ,

H.i-ifiîm,Das Gesti: bei Pauhls.

Ei n

un…….Wado: der

paulini'schan

Theolagie, Gdrfingen

|978: u.

Wilckena, «Zur Entwicklung

de;paulinischcn

Gesazosv(efemndnisses;ms 1ì(1;8315+1m ]

‘ l’ llnivo nei-ico

ome

trop usato . mon, . u- .

daismî£ the Gs$iles. A Sociologie Appmach. Cambridge 1986.e da ( dell_hmo nesanudella kmkhgxù. cn.

num….

m o i . ,

alu-i (Gaston.Barclay, ecc…). “ V °

more

… di;,no n c è nulla di p i ùcomm-io an.

 

Cfr.

la

s u l

leologi'z

… N…

Testamenls,

315-331

('l‘ilbingen

i m ;

.

Vinten-ia)…

_

utilizzo lepagine della

nona edizione.

1984), dove leposizioni

nono

. l‘èBilly-nanni.nimbgiesiii-ai7z_laMe

non

:\ … a »

riprese in forma sinteticoe un

po' forum.

un

opera,

equindi cena di

sé.

eèil

contn  

-

puòpiù vivere per

sestesso. ma

solo per

e grazie

° o f:. A d' Rd , (Tobin

en,

1970), in articolare. pmpoxim di Rm ' »

Ndicfle

supposta dalla fede.

“ 7 . " " "" “ P IsraelslqwandtlgChun h‘sFaith.Pmlundhi'st 

7 Si vedano gli studidi Wilckenscitati nella bibliografia

alla fine

del vo» Grand

Rapids,

Agia-gm

1qss_,

74.75,

‘ . ' and ‘ '

Paul,

Nashvill . perluglzi; ugualmente, P

Fummh,

M i n g ; -

Ethics

… e d i u n v a lo

(Ich)

°

C£r.

Bullmann, Thaolugie,

pp. 318 319.

, vim

m i m

uomplenfloncdi sealessi (p.

300).

_

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Alt:-Lesegeti luterani vedono le sme diversamente… Essi

non chiamano in causa il desiderio che ogni fedele in di

compiere le

Legge,

l’attaccamentoad

essa

con

omo

il pro

 

prio

cuore,

nu

soltanto

la possibilitàdi r e a l i …ciò:

non

più orgoglio. sufficienza, ma hllirnento, o addiriimm di 

’one.di non

poter

n n io m n m , pnticu'elaLegge

‘ Dio, quindi la

sua

volontà:

sfortunato il pio

giudeo

e

null:

p i ù in

questo

e deve riconoscersiincapace di ascol 

h r e

la voce

del

suo

Dio.

ch

ode deli

dl

Quem interpretazione, e g 'nppo 'o ' Rm

3,20 : 7,7-25 13,

può delreno

combinarsi conElnreceden 

te:

ludeluxione,lacoccienudiunnrealedistanznmi

requifltidella Leggee il mi o 're, la confusione del

pec

 

cato.

porcone alternarsi con l

orgoglio

e la sufiicienu “.

Ciò

nondimeno, le

due posizioni rinvimo

:

una

stessa vi

 

sione

del

‘udaisrno,

quelli che

sull:

u i l

di

E.P… Sm  

ders 15, de nirei « unlitntiva»,

perché

sottolinea

prima

di

unto le reazioni equali lo

legge

il

soggetto

chesi

il forte di esso: la sufficienu o : duohn'one… Etiste

un'lltrn

lettura, di tipo -quzntitativo..mch’esu compati 

bili con le precedenti. e che insine sul fatto che essendo

imponibile

omrvnre

la

Leggenelln su: interezza,cioè

in

tutte le

sue

prescrizioni

(uspetto

ountitativo:

cfr.

Gal

3.10). il s getto si trovo esposto I. “

i n ,

nll:m.ledizione,

nell'obbnn ono enell'impotenzn.Che ll letturecosiddetta

paolina del

giudaixrno sia

qunliutivno uantiutiva.ci li 

mitiamo ui I notame le conseguenze: giustificazione

per

ll f e è l'unico antidoio a rimozioni ugualmente

dummntiche.

Le lemure confessioni“, che sono letture di

fede.

sono

in 

dubbiamente portatrici di trldizioni ricche e varie. ma

corrono

anche il rischio di tradire il

testo.

detennimte

comesono

da situazioni

ecclesiali

dn lungo

tempo

conflit

 

tuali.Èsufficiente ricordarele affermnzioni- oggi impia 

mente condivise - di Sunda-s, secondo il qunle la lenura

{ m a dai

grundi

esegeti d li ultimi decenni suipassiche

si

riteneva

combattessero i

fondamentale

Iegnlisrno

della

E

Gottinga 1978.

" Cir.p u t , zh: l a wundtheJmish papi. .p. 17.

68

" Cfr , ilcnmnmnuxiudi t i .i l l l ickuu, l ìcrfinìefandanwfl voll.

"%.,ldaempioJexifie-innidilifliibrurinbosfiuulzbeiPaulus.

giudaica

no n

fin che «riportare il dibattito

?leelcattolicinel];storia «litica,con il giudaislllî

camhcesimoe il cristianesimo in quello del

mm;;iiiîìlicîlindlìlrpreiazxo'ni

confes 

, 4   e ' van : i '  

_ loupetule

che

prov_ocano hnnocostrethesce;:tîln

- we,.più lunghe map i ù sicure, £.lln critica

. .

: l e

t um, i ] '

anali,…nem£mvem

%".ì.;.‘f’°

“"““”

. attraverso i

con 

gmfica che

i]:ommeniatori

nam tutt i i

ppe 

recentemente.S.

Westerholm,

già?n$lînnto

_ ui

t u t t i

in lematic:

l u i

tappo

'

fede

 

- Pio?o: voler ab8r?àlnre l’imieme dei

Siti nn

 

cont ro In una melt-n di recare nell' '

. particolare perché

no npresenterò

' ' di P tr a

garze

essenziale l'elaborazio 

aolo)

: [ miu-pretazxone da

parte

del le

v luduù'ln. .

57.

Anch'io

lm

C r i l i…

l"

ICI . . _. . “"'f.’""

989)?JS-ZSO. ‘“ L

” h d :

Ipb  

' - lsrndslawundtheChumh's

Pm'th,pp. IDS-1069

36-140.

:

]

69

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‘ cnpiboli di questa Pane

 

' : in«Rm. Per l e stesse r a g i o n i

“Who‘ùl

oncecî:::ilrialfegîs ressionl come

«leggehdella

( B m

3.27) 0 «legge delo Sgi(;i;gnl( le1m

8,2),

c e,se

 

mdb c a n i e

‘ Aq…etgofllîtleîlgggòenîngcsaica:

solo l’ignoranza delle

…‘ linguistiche e

dei meccanismi dellargomenta[;

lhiwpwlina possono condurre a tali

e r r o r i ,

pe r [ qua

'un-lung:

rcfutazipne

sarebbe

dl

t.mppo

année.

. ur e

?Il

;:he

Piola

separa fede e

l..egge.

Prima

ll:Îrartazdamio

 

oni.

riprodurrò

questa disS0cnaziune nc

alcuni

esegeti.

Capitolo

quarto

Rm 1-4e la giustizia divina

toloxrecedente abbiamo evocato il ruolodi 1.18e

le ucpmposit ionesche danno il cambio a

1,16

 

Il nono all’argomu-tazione di prendere nuovi

in due tempi, di cu i abbiamo in anticipo indicnto

Non pe r questo abbiamofinito

con

i proble 

izionc: ladinamicaeledivisioni internedel

 

'

essere

giustificate

nei dettagli,

la finzione di Rm 3.1-8. sottounità che molti

….turi considerano determinate perla composi 

,Rm 1-11.

l'attenzione

degli

esegeti,

oltre alla

composi

 

clie la coerenza ::

piuttosto

l’appnrente incoe 

,18 3.20. In effetti. seda una parte c’è accordo

' in

3,19

 

20

d enunciati che riflettono il

Paolo,

come conc are

questi con 2,13 ( e i

ver

 

-

 

staun':

2,6-16)?

3,20

. - che ascoltano la nessun

uomo

sarà

giustificato

,

g i u s t i

davunflaDio.

davanti-Lui

(Dio)uputire

dul

 

c lu

m o n o

in

nuti-

le

opere

della

Legge.

umano

gius

'

a t i .

dei problemi

di coerenza, è la

funzione

di km

che

fa

difficoltà.

Il

passo

vuole

fois:

sottolineare

n o n : di

peccato

di

tutta

l'umanità, come

sembra

’ la . ratio 3,19-20. o a l contra rio la giustizia

n i t a r i ad i Dio?

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gli un i aglialtri

(Sal

13D(X; Sal 5,10; Sal 139,4 LXX;

Sal

9,28a; ls 59,7 8;Sal35,1IXX;

Sal 142,2

LXX).Questa pr o 

Tavoh

gressione co':tliinualitlla s‘ii

îiampsnde perfett:gnenàe

_se il A=2,1

 

8

A ' =

:,17_24

passo

segue uposz to e a re una greca. ve noor» . . ]

soalle autorità avviene spesso altemine della

probatio.

mfgudichll-"'… ;kx,wn'

d … , “

di

…uchi? Sugli altri si chi? Su : s fuso

p' lni idr igl ialtri/Condani inn-endo gli litri/non

le

nee-o

istruiscitestimo

Illa/10e lo stile

giudi

.hi |. _( d i m "……

\ /rul7i

Sx)

Bisognaancherilevare

il

netto cambio

di

tono

edi

stile

in x……ndnhbonù

d i , …

…,

2,1. In effetti,

sein 1,19-32

Paolo

rimanda

adei fatti

rico-

diDin

nosciutida

tutti  

come devono

esserli

quelli di una nurm- v. 6 illusione | su

flv. 24m.1.52.5

tia  

e

descrive

la situazione

degli

uomini

idolatri con

“’“”

l'aiuto

di

topoi

ben noti della letteraturagiudaica. alcon  B, 2 5”

trario, ::partire daRm2,1. la namzn‘o : Chînnmente

ler- B - z , v

 

m

= .2 

minata:

l'apostolointerpella, minaccia.e

cerca

soprattutm

di

sconvolgere

i

suoi

interlocutori

successivi,

di

sradicare

le

idee

ricevute,

come

quello di

una

misericordia

speciale

il giudeoyn'nu: il greco giudeovixlblldgiudeoin

l e …

l e n a

Inlegge/nelle

legge proficue.

onervlrellleg

 

per il giudeo nelgiorno del giudizio. Altri indizimostrano flreciò(cheonilnnlhleg  ”

anche che a

partire

da Rm

2,1,

lasciamo la narratio ed

“um

… m_ del

. . .   _ lc nellnrocu

d m n

mne cum...

entnamo

in

una

sezione

che

halecarattensuche dellapr o … … I. l e …

batio:

se in

1.19-32

sono numerosi i verbi al

passato  

com’è

abituale in

una

nanatio,

in

cu i

si

rimanda

general

 

mente

a

dei

fatti passati

 

, a partire da

2,1

e fino a

2,29,

tutti

i

verbi

all’indicativosono. aparte il duplice hèmanan

di 2,12 7 , a l p r es e nt e e a l

futuro.

Diogiudicherùi nem Il

lode...

d- pnnedi Dio

nze

(BeE ’ ) .

De

 

la traiettoria

del

ragionamento in Rm 2,

questi

mi permet tono di meglio cogliere l’argomenta 

paolina. Fino a 2,16, le idenfltà

dei

gruppi

restano

*non

sono ancora smontate

o indebolito, mentre in

'. Paolo

nr:-iva

a dimostrare

che

le

categorie tradi 

‘ di g iudeoe

greco

nonsono

così nette come si cre  

vero giudeo no n è

colui che

si pensa,perché il paga

 

-nciso

nel

cuore

è

giudeo

nel

segre

, eil circonci

 

carne

può

essere incirconcìso

nel

cuore.

Non

si

di mettere insieme2 9-16 e 2.17-29 né soprattut

 

/ parallel/smi

Sela probatia del passo inizio con 2,1. emergono

imme

 

diatamente molti

parallelismi,

che

confermano quelli

menzionati sopra. Ci si

può addirittura

meravigliare che

dei

commentatori,

pure

sensibili

alla

retorica, dividano

ancora Rm 2 senza tenere in alcun

conto delle

due

apo  

strofi

di

2,1

e

2,17

e

dei

parallelismi

che

esse

generano:

Non conto

qu i

del

perfetto

col

significato di p…

aidmnen

(sappiamo di

2,2.

Quanto all'autista

hènwmm (peocuvno),

hau n o

solo

nellesua

forte

opposizione Il futuro che segue

subito

dopo: l ' m m

toe posto chiaramente sul giudizio finale.

74

www HH…v v ,

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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… m……………… .

vino. Tutto

sommato. il giudizio di

2.27

riprende, rove  I’aggatdvo qogni:

(pas)

sciandolo. quello di

2,1:

, '

. stile,al

tano. all’uso

della Scrittura eaipar-lleli 

.' d i m indiziofavorisce

l’ipotesi

di un ragionamen 

Z,l Sei ineecusabiletu che giudichi...

2,27

l'inelmoncilogiudicherì te. ' progredisce secondo le oledella dispositio gre  

» . . in cu i Paoloutilizza

'nggenivo

pas. All'inizio

quanto

mai

evidente che questa inclusione sottolinea . '18'29)' … d … “ " … ‘ " “ °

non

&" el ton:

. . _ -

non parla

de ’ gliuonu’niu,ma

lux-màstrutturale di Rm

2.1

29. ‘ ' ' ‘ ’n di

uomini

che...».

Guardan

 

Aggiungiamo

che

1,19-23

e

2.1-9

non

possono

appanene

 

. . . ._ . . .

ne

lla stessa unità logica. Ma,

si

irà,

in

ue-to vemetto

dal

mCÈJÎÈÈ°…Î

Il‘i’eilr;

Paolo

no n

ha di mira i pagani ed easi

soltanto?

No,

non

' contro ogni ingiustizia degli uomini che

solo

i pagani: cene. ivizi menzionati in

1.29-31

sono pro- ’ ].

verità,

che

,,,

“PP” di

p i ù circa

prio quelli che i giudei stigmatizzavano

presso

i

no n

giu.

dei. igoyim (ta

ethnè). ei

vv.

1-5di Rm2

potrebbe

riferirsi

dn.ciò,

è facile individuare

come

me

edeilte 

x

filomii

e

saggi

greci, ma Paolo omelie di proposito il '; un pnmo tempo deux-ive quelli che o il male

termine UnV e r u n o

come 1,23,

in cui è

ovvia

l'allusione , i ) e l'approvnno (1,32), Ma

non

si mm di tutta

al vitello d’oro

(Sal

105,20 LXX), indica del resto che l' - “ Poiche la

tappa s e g m l e

(2.1) segni; che altri

pastoie

include tra gl i idolatri anche. in modo velato,

gli

' ° ° giudicano i

primi...

COME…th d'altro

israelitidel p u n t o .

Me.

sidirà, l’israeledel tempodi

Pao

 

lonon aveva niente di un : nazione idoletra, teso com’era

verso

la

fedeltà

al

Dio

dell’alleanza. si. nu

non menzio 

nendo

né i

pagani

néi

giudei,

rimanendo

quindi

in

una

denominazione vaga («gli uomini che...»), Picio esclude

ogni

designazione precipitosa.

Quantoalla funzione di quellochesi è convenutodefinire.

dopo J.M. Hassler '. l'assioma

meologico

di Rm2,11,

essa

-....…

-- . -=h=…=u..m

oro umnone , : neon:

'

che

fanno 5

(ee

ne

Jona? Paolo

lo

am 

°"

essere

determinata

=

partire d l l

parallelismo

che

.;

inciao 2.14-15).

Ma seIl

loro numero

non

l e m v

abbiamo rilevato:grazie a questo assioma. l’aposholo lire  …» , la loro origine viene al sonnu-io sottoli 

rà, in B e

B'.

le

implicazioni

dei capovolgimenti di situa  ' «:gxeci

possono all'uni

e

all’

.

zione pe r la giustizia imparziale di Dio. L'enunciato di fueilbeneo fare ' e,

con

leretribuzioni

2.11

n o n e quindi unapmposilin

nel

senso menica

della

" … "158”=-

Cosi“SÌ-“CMI

d i m e n t e  

retoricagreca. anche s e l a

sua

importanza argomentat iva (fin-:Il bene).“°F è …: è ” … ' "

hsm

penserà(a.l

f u tu ro )…

èfondamentale.

perché

c’èdi la

' Divine lmpartùxll'ty. Pauland n Mlagica l

Axiam,

Chico

CA,

1982.

B . k r vede Rmhifi 2.29divisi ind\:lEul'fl m a n i c h e (uo-2,10:

. i l -19) animi-le intorno |li'usidmn 'impu'dalilà(2,11). Hodinn

 

m-nminunalmnudioi lideboljdiquendivisiune,chedìluu

porle non

invalid:in

fasi

‘ B l a i nrehl iv laRm

2,11.

CC

I.-N.Aiuti,

«Rm [,il-3 ,20. lmhélelmeoucohérenne del'il‘lumcnlnflnnplulinien 

ne?u,

Bl'b69 (1988)49.

76

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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fraintendere completamente la dinamica dell‘argomenta

 

zione. che Paolo non precisa unitariamente il loro nume 

ro:

come

sottolinea

giustamenteL M .Hassler9,in

nessuna

parte in LIB 2,29 si

dice che

tutti

senza

eccezione

hanno

peccato. soltanto

che

tutti

coloro che

commettono il pec 

cato riceveranno

senza

eccezione la giusta punizione.

Anzi, con molta accortezza, l'apostolosopprime l'aggetti 

vo

pus

dall’unità

che

concerne

i

giudei

(2,17-29).

Ma ,

si

rlbatterà, egli aveva

già

parlatodel giudeo fin da km 2,1:

può

darsi, dato che

Paoloavevaalloradetto: «tu che giudi 

chi,

chiunque tu

sia»;

«chiunquetu

sia»,cioè,

come indica

il seguito. «ilgiudeo prima e po i il greco». Ma l’importan 

te non

sta

qui,

perché

la progressionesi faa un

altro livel 

lo.

Da

2,1

a

2,17

il

salto

è qualitativo:

| dire

fare

2,1-5 tu

che

critichi il male e

fai

il male

2,17-24

tu

che

predichiil

Bene (la legge)

efaiil

male

Salto

nella

conoscenza

e,

pertanto,

nell’ipocrisiao

addirit

 

tura nell1gnominia. poichécriticare il male e

farlo

è meno

grave

che

conoscere la Legge, la volontà

divina'

n tutta la

sua

chiarezza. predicarla,

vantarsene

e

tuttavia u-asgredir 

la Ma i’interrogativo ritorna: quanti sono i giudei

che

vi 

vono

in una

simile

contraddizione? Paolo

non

lo dice:

cer

 

to, il «voi» di 2,24 designa

una

totalità

che

potrebbe inglo 

barli

tutti, ma

3,3a sembra

indicare al contrario che

solo

alcuni

furono infedelialle

rivelazioni

divine. No n

ci

sareb 

be

dunque

nessun giudeo pe r insegnare la Legge e osser 

varla

fedelmente?

Quartacategoria

introvabile?

Gl i esege 

ti di ogni sponda n o n hanno mancato di osservare che

nessun

giudeo ( in primo luogo

il

Saulo fiero

della

sua fe 

deltà. di cui parla

Fi l

3.6) si riconoscerebbenellacaricam

 

rad i

2,17-24.

Nessuno

potrebbe

sostenere

i l contrario, in

primo

luogo

Paolo che. finora, n o n ha

fatto

alcuna cifra

Egli ha semplicemente operato

una progressione retorica

che merita di essere sottolineata:

’ DivineImpnniality,p,

155.

78

dire fare

[1.23] fare il m a i e w , 19-31

chefa il malev. 32

efare il male v v , i- 5

efare il male

vv.

17-24

) insegnarei l Bene

(Legge)

re aspetta il seguito:

no n

c’è

alcun

giudeo

che

si

coda della

volontà di Dio e viva di essa? Emergerà

e

fare

il Bene?1°

3 darà u na risposta chiara:

no n

si tratta più

ora

di

gli uomini che...». madi «ogniuomo»senza e c c e z i o

 

n 3,4.9.12.19) . Tuttavia, a

differenza

di Rm le 2

. come sottolineanoa gara gl i esegeti Paolo

descriv  

'

falli conosciuti

riprendendo

motivi sfruttati nel

gi  

o del

tempo

(SapSal; Filone), ora deven v o c a r e la

,

parola verace

: normativa,

che

dichiara ogni

menzognera, ingiusto - salmo 13

IXX

fa proprio

o, poichéhadi mira tutti gli uomini

senza

eccezione.

tolo

n o n può più

rinviare

all'esperienza.

come

ha

- finora a roposi todi

coloro

di

cui

si

sapeva

che

non

ano

co

ormemente

a

quanto

dicevano

econfessan

 

v effetti.

come accusare

di conmaddizione. di

ipocri

 

- elli che si ricollegano

alla

Legge e

cercano

di

osser

 

con tutto il

cuore?

Paolo parlerebbe

forse

di tutti i

' osservanti

che.

nel giomo dell’espiazione, ricono

 

le loro trasgressioni e i

loro

numerosi peccati? Ma

-noscirnento dei peccati n o n e r a mai percepito come

\ conhaddizion so

n on escludeva

le

opere

buone, la

' nella pratica

dei

comandamenti della Legge, anzi

argomentazione ambbe potuto vedere la

luce…

n altro

“theoonosconolabeggeelaouavanoiumod

'ile,ma

11131:…m

pergdlxpremleli

altri.

tru…

…l'se

infede 

Scrittura,

spec ia lmal len$al 13

v oc i : .

3,

9-18

mostre

 

questa cawgoria

en mar ica rmte

inutile.

aggettivopas

(:ogniw)

bisogna

aggiungere il un

contrario oudeis

)o le spresuoni equivalenti di a…: u u z Per 1…o 1.

3,10-18. si

veda

L.A.Keck

u’l'he

function

o m e 3 :

10-18.

(}}:ng . i n ] .

Jervell-W.A.Mech(éd .) God'sChn'sland

Dahl

,

Oslo

1977,pp

141-

157.Rimmeremosull'op

m)divisadaquesto ant ine, chevedeIn31048 ilvertice delp u m

,.

Page 41: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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impediva di

dubitare

o di disperare della misericordin

speciale che Dio diceva di riservare a ogni giudeo che

confessava il

suo

peccato

e desiderava arde-temente il

perdono.

Dove ci ha

portato

l'esamedell'aggettivo pas? A individua 

rei l modo in cui l’ipostoio passa in rassegna le diverse

categorie esistenti

e

porsibili

per

lascia-l‘e,

myess iva  

mente.

elia Scrittura

dicbinrare che tutti

senzo

eccezione

sono

«sotto i l peccato»

(3,9).

Mn

quale

funzione

dare

a

questa

progressione retorica?

Infatti

il riconoscimento

della menzognae dell'inginstizil universali non avevano

mai impedito

| i n

autori

sacri,

e

all:

tndizione giudaica

sulla solo di essi, di penare che i

poveri

di YHWH. abbe 

’ ne peccnori, mebbero

alati oggetti

di un trattamento a

parte.

Se

quindi Plolo

haracchiuso «tutto il

cosmo:

(3,19)

neil'ingiustizin, nel

peccato

e nella

confessione

delle sua

colpevolezzn,

non

ha

inflitto spazznto vin

la

retribuzione

sperata

(perche promessa)

per

il giudeo. Non era

forse

queen differenza

che era necessorio

hr

emergere

e

che

oosfituiva

la

post:

in

gioco

dell'argomentazione? in

breve,

sedi una porte l’ueod i p a :

conferme

leprogreuione

reto

 

rica

di

LIB

 

3.20.

dall’altra

non

dice nulla

circa

la

sua

fun

 

zione: Pnolo dì perfino l'impressione di dipingere : tinte

fosche

ln situnzione ruledel giudeo ouervante e di con 

traddire

le offennazioni di Ri n 2 (i n

partieolnre

i vv.

7.10.13.26).

È necessario quindi

affrontare

il problemidelle coerenza

internadel

passo ( i .

i B-3.20). e

farlo

studiandola

funzione

delle

:fondo

giuridico.

:. Pereh6 I ' l r- divine

La

prin-u

difficoltà

derivadal

contrasto che

Paolo

havolu 

to

metteretra

i l propositio

principole

di

1,1e

 

17.

positivo

in tutto. e

quella.

secondaria, di

1,18.

che

parlo

dell'-im

divina».

Perché,

in una lettera in cui vuole mostrarecome

i

frutti

salvifici del

Vangelo raggiungono

tutti

i

credenti

senza

esclusione alcuna, l’apostolo

inizia

con

una sezione

(ms-3,20)

sull'ira di Dio ne i riguardi dell’inginstizia

umana?

E

quale rapporto

stabilisce

tra

in e

giustizia?

80

‘ ‘mmm-AmHM1-2

5

 

- < uingiustamentenotntociieRmi

èlaripeti

 

,

uno stsso

processo,sempre

p iù

esplicito:

_

umnnn

w.

19-23

/ reazione

divina

v.

24,

le num]:rgofiagcreegiente di

versetti

lano conseguenze. ' questo reazio 

. colarelalungnlistn ' vlzi (vv. 29

31). Nonva

….

mum-h

vinehetauestniggicadbelllrap

non-al‘aÌ;

, o e muone ivinn i ' e s o o h e ‘

, descritti in1,19«31sono iîîznubiii.

Dìl°Testosè

-

e,a lv .

20,cbedàiivinallaserie.Aitrìmenti

divina, che va emplinndosinel

corso dei capi 

bediunnfllgnnte' u s im . i l r n p m o f

 

. me

non

lnperciò tn funzione

in giunte tenzione divineverro

nnn

-

mponsnbiie

in

tutto

e

giù

oonwaddittoriz.Rm

,in qualche modo un:definizione concrete dell'i 

- ei

presente

come

una

retribuzionenegative.già

: proporzionatenl

ripetuto

rifiutodegli uomini a

il Dio che si era mnnifeeteto ad essi e conti 

nua

funzione

, .

@,descrive la

relazione

nomini/Dio so uttntto ai

, passato in cu i le regole della

r e t i

ione

di

 

itnrono

in modocostante. quindi

sempre

voli 

, 2

consider-a

questa retribuzione al

i n … ( w ,

,

per

quelli

che,

tuttora in

vito

al

tempo

di

Paolo.

'hnnno

sperimentato.

perché

Di o

rimane

pa

 

loro.

Però

devono sepere che

arriverà

inesorav

e secondo la

stessa regola

(hai

fatto

questo/ne

di conseguenza).

Page 42: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Che in Rm2 l’accento sia

posto

ancora sulgiudizio esulla

renibuzione (futura) di

Dio

altrettanto

che sulle

contrad 

dizioni

umane, la disposizione

letteraria

lo menesubito in

rilievo,

poiché ogni unità del capitolo finisce con

questa

tematica ( w . 16.29). C'è tuttavia una differenza radicale

tra Rm [ eRm2: Paolo

qui n on

considera

p iù soltanto

gl i

uomini che

fanno il male, ma viene evocata un’altra cate 

goria.

quella

degli uominiche operano il bene. Ma anche

qui

l'apostolo

non

vuole

insistere

sul

fatto

che

ci

sono

ugualmente persone che compiono il

bene

e

che

perciò la

nostra umanità no n

è

poi cosi marcia come

si vorrebbe

credere. No ,

l'obiettivo è

duplice.

i) Teolo ico: Dio, essendo giusto giudice (cfr. 2,5). non

può ren ere il male

per

il

bene.

Un giudice la cui retribu 

zione sarebbe u priori negativa

potrebbe

forse meritare

l’appellativo di

giusto? Deve giudicare sui fatti.

deve

cioè

esaminare innanzitutto

l'operato

di quelli che gl i stanno

dinanzi.

nel

tribunale (cf. 2,6).

Cosi,

Paolo hail dovere di

menzionare la categoria degli

uomini che

compiono il

bene... per

sottolineare la giustizia

del giudice divino nel

dispositivo dei suoi

giudizi

e

nella

loro

esecuzione. L'im 

portante ui non è

uindi

che

ci s ia

almeno qualcuno che

compia

il

ene:

an::

e sene trovassimo

qualcuno,

quelto

non cambierebbe la

regola divina.

che è

quello

di ricom

 

pensare

il

bene

e punire il

male.

Avanziamo

così nella

pre

 

sentazione di Dio, giusto giudice:

per

lu i essere tale non

vuol

dire

solo rendere agli

uomini secondo

il

loro rifiuto

di riconoscerLo, vuol

dire innanzitutto

‘3 rendere partici 

pi di ciò che è lu i stesso (incorruttibilità, gloria) coloro

che compiono il bene: il

giudicegiusto

non

conserva gelo

 

samente i suoi attributi soltanto

per

2) Anrmpolagico.

L'esistenza del grup

di

uomini

che

operano il bene

(cfr.

2,10) haun’altra fîrîizione,

quella

di

favorire

il livellamentodei

destinatari

della giustizia divi 

na; in altre

parole

mostrare

che

Dio è giusto quando retri 

buiace giudeo e

greco

secondo

gl i

stessi

criteri.

Abbiamo

  Cfr. in… i odeiW. 740 d… leretribuzionisono descritte oonpm

posizioni afien-native all'inizioe

. i l .

fine:

a = v. 7 affermativa

 : = v. &negativa

b’ - v . 9 ne ativa

(si

noti la progressione:

«ogni

essere … … )

n’ = v . m

ermativa

(stessaosservazione: uchiunque fail bene:).

82

.

infatti

che la sola situazione ne '

qual

_ ‘ gauva

nella

: lumamtà peccatrice n on pu ò giustificare la meîsîi

, Vlsteaso

p i a n o dei

due gruppi, e

Paolo

lo sa molto

_ .

Sarebbe dunque

concepibile che il greco

possa

in

. essere

cu‘concrso

e il

giudeo

incirconciso eche

cosi

_

come

conseguenza.

notiamolo ancora una volta)

4 r ic om pe ns a I l

giudeo come

u n

pagano

e i l pagano

ur]r°

giudeo? Nella

ns sta positiva

che

dà in Rm 2,

: - n o n si mostraal tutto innovatore.ma

riprende

modo

term che

si ritrovanoin

alcuni

autori

giudaici

m p 0

e

che nfle:nonomolto

probabilmenteun dibatti

 

e;£rstente

sull

identità

giudaica

15.

Paolo

si sbarazza

.udll_a differenza

giudeo/pagano sul

punto

stesso in

‘. 5 erdel suo

tempo

cominciavano a

interrogarsi

sui

,

disua

plîe'rugreìiza.

, - _

que

  c : annoilbeneèpertantounelemen

 

isledell argomentazionedi Rm 1,28 3,20,perché

livellamentoo la

messa

in

questione delle iden 

conseguenza, delle retribuzioni: seDio è giusto

::1le

considerare]:

azioni senza lasciarsi impres 

li 0 status e

dar

vantaggio privilegi

che

ne deri 

e:lcche

solo

conosce

tutti

nel

loro

intimo

esu

quin

 

u n i , senza

aupartenere

al

popolo

dell’alleanza,

. -la esserecrrconcrsr di

cuore.

Maquesto elemento.

probatxo

liabisogno per progredire,

porterà

forse

. me ]

apostolo

alla fine acontraddirsi?

Nien

 

tto.

Certo, enunciati come

2.14

e

3,20 non

sono ma

 

àecompatibili,

maldevono essere

considerati in

ella.

mar-urca

del]

argomentazione.

Prima

di

af 

. :lou  aiuto della Scrittura (Sal 13LXX,ecc.), che

mondo è,néQub essere giusto davanti a Dio,

aveva Il dovere di dire chele situazioni del giudeoe

commentari

interpretano : mm Rm i - pani

'

Ml.-ITI:

alla:

41

ivellamento

…u3è’iifiàemiivî$

cui

marcatura

oeernajn

questo vasetto

dall'aposlolo ui

  finochelenpomdellrvelhmentolono '

m u …

 

,_

elle

 

mann bisogna

quindi pi ù

dimostrare

l' retribuzione di

.….Dr'vimlnrpmialz'ry pp

142143

s Paul

I:

I : ,

pp…

iga-129.checitanosup.-:::…

Filoné,î q.'fll

.… he…'d

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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del

greco nons ono

così

nette

come si pensa.Se evasefin

dal]

inizio

alfa-mato

la colpevolem universale,

non

Avrebbe affatto

sradicato ln

certezza

che

ha il

giudeo

di

avere un trattamento diverso nel

'om0 del

giudizio

 

il

riconoecirnento : la confessione

suo

peccato

no n

gl i

avevo in£atti

m i i fatto dubitare

della

misericordia divina & .

r un r igurdo. E

importante

quindi ricollocare le afferma

 

zioni

paolino nil‘inremo dello svilup -

qu i

Inpmbutio

 

in

cui

hanno

unnrrecisa

funzione.

trà-nenti

non

ci

resta

die m us ar e ho a di inconseguenza “.

IEA EGIUSTIZIA

Abbiamo cosi risposto posifivamenne sl k domanda della

coerenza del

azionamento paolino. ma

no n

abbiamo un

 

corn

potuto determinare

l’apice.

In

«pointer

(teologica ::

entropologicn)del

paso,

tanto

l'aposmlo

::

pesare abil

 

mente daun uttore

nll'lltro.

presentare l‘imponinlitàdivi 

na al

tempo stano che

la

messa

in questione

delle

mms

del giudeo e del greco.

Ml

che

ci

sin

progreuione

nel

pensiero,è

innegabile,el o

verificheremo

unn

volta di

pi ùesamina-ndo

il vocabolnrio.

Ll lezione

iniziacon

il prelenbe npokalyptenai («e

rivela

 

to»), e.in effetti.nelcono di tuuo Rm1-2, il lettorem i n e

:

unavera

e propri- r'ivelazicne. : un

svelarnento.poiché

ulla

fine.

in 2.16 e

2.29

si diceche Dio conosce il [%

dei

cuori.

L'ira A ve va iniziatocol

nunifeslare i

suoi

'

ne i corpi,

visibilmente.

con

la

pervenione

ei vizi

ses:unl.l.

Con Rm 2 P o n ci in entrnre nelcuore dell'uomo, là dove

si giocnno le dechionl, e vi abbiamo notatole oonuuddi 

zioni, le menzogne.ma

anche

i veri valori, che i

privilegi

“ … M K R S n o d g r u o , d u l d fi m l i o n b y 6 n n e - i o d u e b o e m

nn o f fi l e l ’ l eeen f k o rm nn l l i n t he ' l heo l ogofl ’ l u l m N ' l ' 532

(1986)

71-93,

In

ammo.

dopo“-ud

litri.

di … I.

… d a

pum:hoolpevolezndimtfl(km3tleminoonumdinlveuacbèn

pnrflredllluvltninfiuùùilbo,noninvnlidllhn2chedeuqiveunn

dvndacdmmkmz…Aquuuupieyzime,buuumwuidu-uioni

leulngiche,bitngnlpreferinqueflncheprendeinonnxidgnzioneladb

mnficndeldimm,echevduudiemmciniueoondnhlomfunzione

ugomenrntiva.

84

‘ ,o nascondere.E questamigliore comprensione

del

 

edelsuomisterosièuccompnpanamm

ma finchenelp'udicure

sennando

l ‘ '

limitarsi

a l ] :

condizione esteriore.ma:

Apoconpocolllredimenxionidelmi 

sun

g1u:trzu…ferché nllon,

n e l ] : proposil'o

che Annuncrn il.pnmo sviluppo

(LU-3,20).

Pnolo

lo la

ln

parola

I I X 8 ) (orge)? Rm 3,1-20 ci niulerà I

unn nsposîa .

41 20: azw.s

POSTA

w

Gioco?

toolaglco o u m W o g / c o ?

cile,sullnbnsedisoli

'miduecn' adm

eos-n Pmlo mene l'ucce’: , il probEl?lilv bra

| ulteriormente

con

Rm3

  ’. lrnpreuiomfl dal

gv. 19-19), in cu i Puolo cita

pam].

pe r

pam]:

un

npene : iosa

che

nes;un

uomo

è

giusto dnlh

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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sposto

a diverse

obiezioni.

l'uguaglianza

nella

retribuzio 

ne

del

giudeoe

del

greco, questa

volta

negativamente:

l'a

 

postolo n o n

fa

che applicare

l’asiorna

dell‘imparzialità

alla

situazione universale di

peccato.

il

punto

decisivo

non

e

che tutti

siano peccatoriecolpevoli, mache in virtù

del cri ter io enunciato in km 2 siano tutti e

senza

difiemn 

za

ulcuna

esposti

all'ira

divina.

Secondo

altri

commentatori ln «pointe»

sarebbe

piuttosto

teologica.

Infatti,

dopo

aver

mesu-ato

che

le

categorie

del

giudeo

e

del greco sonomoltomeno

rigide,

fisse,

di

quan

 

to

poteva sembrare,

che la retribuzione divina agisce

quindi in funzione del cuore e no n dell’identità esteriore,

Paolo non

può che imbattersi

nella questione

della fedeltà

(piloti:,3.4)

delDi o

che ha scelto

Israele

egl ihapromesso

la salvezzafinale. La

posta

in gioco di Rm 3,1-20 sarebbe

così

quella della giustizia

divina

19.

Anche questa

soluzio 

nee insufficiente perché ignora le

questioni

centrali

che

permettono a questo finnle di

sezione

di articolarsi,

quelle

di 3,1: «Qual e dunque la superiorità del

giudeo

o quale

l'utilità

della

circoncisione?» e

quella

di 3.9,

che

fa prenv

dere un nuovo sviluppo alla

prima:

«Che dunque? Siamo

superiori

 

(noi,

giudei)?».

Essa

ignora

anche l’allusione

fatta (v. 19) alle possibili

rivendicazioni provenienti

dal

giudeo: « per quelli che sono sotto la legge.

perché

sia

chiusa ogni bocca».È chiaro che 3,1-19 tende a spazznre

via le

obiezioni

che potrebbero

essere

sollevate,

sia

a pro

 

posito di

Dio,

sia aproposito dell'uomo. In questi versetti

non c'è

pertanto

da scegliere t ra

una

«pointe» teolo 'ca

(Dio giusto).

e

un'altra

antropologica

(tutti colpevo

' o

peccatori). perché,

come

in Rm 1-2. Paolo

non

separa né

le questioni né

gli attori.

Anzi

pe r

la

prima volta

Di oe

l’uomo sono

messi

direttamenteaconfronto con

l’aiuto

di

aggettiviqualificat ivi (Dio

verace

e uomomentitore.v. 4).

  o…

intendere

pe r

«giuutizia (diluliasynl);in Rm

3,4,5?Giustizia

pu

 

rnrnente.

unicamente

diru'ibutlvu,o il tempo

atenemisericordiae udi 

zio?

Non

prenderò posizione… queen: robben-u dm

che non

moîfim

pe r niente

il problema

delle

-pointe»de passo;

delma: ,visto

a

punire

da l ] .

dinamica dell'

mentazione,

esso res t : secondolio.

  S . K ,Swwers, «Pa '; Dialoguewith : Fellow Jew in Rom Jil-91,CBD

46 (1984) 719-710, tnduce il pmechamzlha di 3,9

co n

« I … qullche

:vantagsin?- invece di

« a l t e r n o

lupa-ieri?». Per un a

critica dmu'c.

di

quest:posizione,cfr ,   Penna, «La funzione di 3,\-s».

86

,-<

c’he

p i ù

conta, pe r la

prima

volta ancora, Paolo fa

luorno

e lo

mette

in posizione di accusatore di Di o

3“.

L opposizione diventa retoricamente o dram

 

.’ nente forte,

poiché

il si  oe

o vede la

sua

parola utilizzata contro di lu i (3,5b.7).Mul’ultima

mettaa

lor,

attraverso la Scrittura.che esu a paro 

n o s c i u t a del

resto come

tale dalgiudeo:

grazie

a d

vv.

ipo-18): arriviamo

così

a

una

constatazione

uf

 

l u l l

idenuu_ì

degli

attori

che

sono

di fronte,

Di o

giu

 

- u n 1umanitàpeccatrice : passibile del

giudizio.

Ione

 

di

Rm 1.186,20

ta

evidenziazione

dell’opposizione

fondamentale

tàdi DioeInmenzognadell’uomosolleva subito

olosa

questione che

l‘apostolo ho

previsto

e che

se

Dro

ha

bisogno della

nostra menzogna per

gna abbassare l’uomo pe r

»in rilievo la sua gloria e la suaverità. in altre pn 

innalzureDi :

 

versmente

cosi

vero come sidice? Ciò equxv en

il

problema

della

funzione

di km 1.184,20.

l n

 

l.lo-17.

Paolo

aveva

fatto

l’elogio del

Vangelo

in

_vela la forza di Dio

per

la salvezza di o i credente

giustizia di fede in fede: seil

Vange o e proprio

perché

l’apostolo,

subito dopo (in 1,18).

parla di

- ?La proclamazionedel Van

' l -

rivelazione

della grazia in a

lo deve comincia

 

ita ricevuta in Gesù

n u u… : unumumw…

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Cristo. dell'umore che ci precede

sempre,

0 dalla

messa

a

nudo delle malvugità e dell'inginstizia

umane

e della loro

punizione?

Sorprende

anche

il fatto che, subito dopo aver

menzionato parecchie volte il Cristo come contenuto del

Vangelo G.S. 5.9). Paolo non ne parli per tutto il primo

sviluppo21

che

vada 1,18 a

3.20.

In breve,

perché

Plolo

non hacollocato Rm& o Rm8 appena dopo la pmposinb

principaledi

1.16-17?

È

qu i

che

gl i

imperativi

delle

retori

 

ca

antica

"

assumono tutta

la

loro

importanzae

rifiutano

interpretazioni

affrettate.

in

effetti.

talvolta er a

necessario cominciare

un'argomen 

tazione co n il

punto

di vista della controparte pe r poner 

la.

a pocoa poco. la dove essa non pensavo. Paolo&:

esat

 

tamente la

stessa

cosa in Rm LIS-3,20.Cominciando con

l’attesa della

manifeetnzione

della

giustizin finnle, attesa

forte per tutti

i

giudei p i i che

desideravano una

consola»

zione continuo:-nente differita, l'apostolo

potrà

pruvocure

un effetto di sorpreu: con l'aiuto di categorie sapienziuli,

apocalittiche, e di riflessioni del

giudaismo

del

tempo.

pom progressivamente il suo

lettore.

in un crescendo re  

torico

sorprendente, ::

estendere l'esecuzionedella

sente »

la a

tutti

gl i

uomini.

poiché

lo Scrittura

dichiara

In

loro

colpevolezza.

Ora,

Rm

3,21

ci fa

cadere dalle nuvole:

la

giustizia divina ( non l ' i n ) e

stata finalmente manifeetw

t a ” . Ciò che

ci s i aspet tava in Rm

3.10 20 no n

è

eccedu 

to . Questa e la sorpresa:

Di o

non ha d i s t r q u l'umanità

peccem'ce. mahaaddirittura fatto il contrario, offrendoci

" l n l lm l , i é b , l e m e n z io n e d e lV l o e le e lù Cr i l t o n u n h ln n o

elcunnittnzlone nell'-rgomentezione; omuxmunincisoechiudonounn

vono-num) .

" cf.-., :d ec., Quinulinnoche, in l u i .ora:. t v, 11,70e l egumi .r i m  

deunluogocomunedelhtecniclretoricl.

“ Sinnehhnmentenmledifterennuuii…nteqvokalypmi

(«e rivela:-, 1.18)eil perfettanpqltavurdtnì(«e

non

M i b t e l : » ,

3,2l).

l n l .l l z im t n di u n el e e ,verificmdnlhsuaeonu'nuripe

 

tizione; invece. con

il di

3,21, Paolo rinundn

nll'evenln

G a n

Crl l to, O m m ll a un - l vo p h m u ò (come i verbi termina-nti in ad).

w p a - m e t t e

dilvviarelosviluppouull'espdtogxnzioso-èlìiochelu

Innotnno

 

delhnunifeeuzioneedellelueoomegwnze.le.21

mo

 

l indixcutibilmenteche la

giuxfizi:d iv in ;

include le

collera.

un In :u  

pera.

88

. |. ' te la giustificazione,

che

da

no i n on esige al 

essere creduta eaccolta.

lapostolo.

mettendo progressivamente

tutta

l'umani 

. stessa situazione,

senza

eccezioni népfifi leg i. no n

le

creamre per

magnificarela

glorie del

. nn

piuttosto

preparere l’annuncio di Km

3.2] :

di dilîerenze

permetteva alla giustizia divina

di

permz i a tu t t i g l i uomi m,nmuno neera

- sopra ttu tto

n o n

ne

era

escluso

il

giudeo

che

l’at

 

dz molto tempo

. i n Rm 1,18-3

20.

i l progetto di Peolono n è quel 

la giustizia

divine,

nédi mostrare

che tutti

" ' . ' sono passibili del

'udizio,sotto

l ' i n ,madi re 

le obiezioni

mosse ugunle

retribuzione

per

il

. e i l

greco:

il

contesto

’udiziario assume qui tutta

importanza.

Ciò

£aeen£. l'apostolo può (R m 3,21 

prendere alle

formule

nuovi

svil

i: seti

ammet

 

no n

c'è

eccezione tenendoconto d venuta dell'i 

' Il bisogno fere lo stesso pe r il dono della giustifica 

3.1-0

. In oompoelzlone

delle

lettere

nell'ergomentazione che va da 1,18 a 3.20, i r imi

venetu' di Rm 3

fanno

prendere nuovi

sviluppi pro

 

della

condizione

religiose.

ln£mi.seil «vero

giudeo

che lo e interiormente e la circoncisione è quella

.

éìiore.

nello

spirito

e n o n nella lettera: (2.29),

questo

v suini:un interrogativo:stando cosi le

cose,

un

« uncmone? Ma paradosulmente. quando 1]

pos t a farebbe aspettare

diverse ragioni che

« superio ”tà delgiudeo. Paolocambiabnxscnmente

. …e,enuncia unaseriedi domandesu

Dio,

alle

ali

risposte

molto

sommarie, e

ritorna

poi

(3,91

sul

.…'

della

superiorità

del

giudeo,

per

dare

questa

vol

 

ri.eposta

negativa

“. E

quando,

in

3,91}. Paoloaffer 

o

atte 

ptltlllèggizee dé“.mÈ

..;-e.

km 3

’ " h“' "d‘". , ° " , I,

 ,12-,

MRT

105

(19813)33

 

46. tndune '

toulmenu- piumosto che

c on

«niente

meglio, come in … A. Feuiliet,

‘ avec Rm

ou pan… di

.,

Ci ò

detto, il

89

m n

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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madi aver già mostrato

che

tutti, giudei e greci, sono sot 

tomessi al peccato, il

lettore

si

chiede: dove l’ha

dimostra

 

to? in Rm2?Ma

questo

capitolo n o nhastabilito- nonera

questo il

su o

ruolo -

che

tutti, giudei e greci,

sono

sotto

 

messi al peccato. In 3,4,

dove

si

aflenna

che

ogni

uomo

è

mentimre? si

potrebbe

in

effetti

replicare che Paolo cita

l'autorità

pe r eccellenza, la Scrittura

(Sal

115,2

LXX),

le

cui

affermazioni

costituiscono una prova irrefutalyile.

Cer»

to ,

ma

egli

no n

la

cita

esplicitamente, e l’affermazione

perde un

po’ della sua forza

dimostrativa.

necessario

quindi

spiegare questa

abbondanza di

domande

e di

r i  

sposte

cosi come

l’apparente

distrazione

di

Paolo

a

propo 

sito dei suoi

precedenti sviluppi. …

Le upiegazioni

nonmancano.

Abbiamo già menzionato

l'i

 

pomi che vede in km 3,1-8 un annuncio velato di

riflus 

sioni che

Paolo

rimanda a

dopo,

allo

scopo

di no n

inter 

rompere

il filo dell’argomentazione in

corso

(sulla

situa

 

zione

identlcadi tutti gli uomini, giudei e pagani, rispetto

all'ira

divina). In breve, i ragionnmentidei

copitoli 6-8

e

9 11riprenderebbero

3,1-4

:

3,5-8,

main

ordine

inveno:

3,1-4 Rm B- l l

3,5-8»Rm

6-8.

Hm 3,1-4

Cervo,

3.1-4 e 3,5-8

non

possono costituire

delle

proposi 

tianes

o addirittura

delle partitianes

15, mae possibile

ne  

mechamelha

può

……

c o m p r e l o

in

due

… d i

del t u m

coerenll:

( . )

«noi 

dellgnn i giudei

(come

in 3,1; il v. 9 r lprenù

ellen

le domande

sulla

mon del

giudeo):

-Avremo nel

Il

meglio

(noi i

giudei)? No n

wm

 

plenmenve, infatti.….. Quem mluzionc haun mln inconveniente:il

sen«

in

attivo

dimechamaha non

sembr- mme-uwahlvve; (b)

il «nori:

deli 

gnaPmlo

ela su :dimoeuuione;il

senso

e

allora

il

u g o - l e : «Perdinmo

no i il unt-agio, lo

m l n

dimostruione viene meno le il peli-sion

del

giudeo

pennone.

sele gium'ficezione

nvviene

secondo le

opere

dell-

leg

 

?n.

}: Contro

Penna,

.L a funzione mutu-niedi 3,1-8 ndln letter-nni Ronin 

nln Hib 69

( l988)

507

 

542.

Anche sequesti venetli hlnno un'enorme

importanzaper l’evoluzionedella sottosezione chevada 1,18 : 3.20.

non

n… la

funzione

di

preparare

o nununcinregli

sviluppidi

Rm

mu.

E

checchénedieal’enna. lavicinnnzatnunlpmpoe'ùinelnsunpmbatùè

laM$].in Rm: 1,16-17,pruposiiio principale,e immediatamente

segui

 

ta d

aproballîa

che lu lo scopo di giustificarla; Rm

LIE-3,20

è

proprio

90

ad wempio, le affinità esistenti tr a 3,1-3 e Rm 9-11?

qua

e là si possa leggere

qualche

interrogativo

sulla

-  : o sul senso

dei

privilegi storici

del

giudeo e,

lentamente, sulla fedeltà di Di o

alle sue

promosse.

o lo contesta.Ma 3,4 n o n ha un esatto corrispon 

io Rm 9-11. Ora, è proprio questo versetto il

punto

vita dell’argomentaziooe in

LIS

 

3,20:

pe r

la prima

,

infimi,

l'apostolo

alîerma

l i ,

con

le

Scritture (Sal

16,1), che ogni uomo senza eccezione è mentitore,

- . così il finale

della

sottosezione, costituiva da

v'o'ne

di citazionibibliche che insistonosull’univer

 

e la

totale

perversione dein uomìn1. Rm

3

 

4 mir  

ammessi

iprivilegi

storici dei giudei,

a

conferma 

’ : ento dellesituazioni, in modo radicale.Questi

annunciano anche Rm 9-11? No,pErché la

proble

 

è diversa: Rm ll s"nterroga sull'avvenire di

e

non

sui suoi privilegi (del resto riconosciuti e

t a t i

in

9,1-5),

mentreRm LIS-3,20

cerca

di mostra 

ln legge

no n

può dare una posizione privilegiataal

-

rispetto

al giudizio divino. E, in questo sottosezio 

_..

3,1-4

In la

precisa

funzione di ricordare

che

ipn“

'

storici del

giudeo

sono

compatibili

con

un

livella

 

-

delle

retribuzioni.

avviando

cos l'ultima uppo della

« 4 O n e .

3,5-8

- 6.1riprende direttamenteo fa almeno allusionea

3,5

 

o innanzitutto

che

in 6.1Paolonon

formula

la

, domanda con i termini di 3,5 ma co n

quelli

di 5,20,

mostra la tavola sinottica

seguente215:

plmdiqueslnpmbalùz.nellamiaunlncuimetletumfumlni 

nem

situzione, u n u

eccezione nei rigunldi

d e l ] . gimiflcn 

themodeverìcevezeperlnsolnfede. Nonsipuòquindiconfron 

eomelal’enna. 1,16-17e3,1-8.

musiva

indica i

termini

denlici. Solo la

[ox-mulo

«che ( fi r m a ? :  

‘ i . delrutoin7.7; 9.14;

9 ,3 0

 

è co m u n e l

3,5 e6, l . C iònon  

peggumrimre la conclusione che s , ] riprenda il problema

4 m i n .

91

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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3.5

5,20

6,1

89la

n o s t r :

ingiusti 

zia

dirnostn la

‘u  

lfizi1dl'Diowheti‘i‘vv

..ma?

Dio non e f e m in 

giunto

qundo colpi

 

sceoon

la

nua

ira?

dahddmile

&

sovrath

- continuiamo] :

ne

 

l a '

peccato.

eo-

nare

ne

pecoaw,

vnbbondam la gru

 

perché ubbondi la

zia.

grazia?

Si ma notato di

ass

io che da

3.5

a 6,1 la prospettiva

e

mutata:

in 3.5 a di coltà è teologica

(Dio

ingiusto?)

mentre in

6.1

eetica (continuare &peccare?): aoteriologi 

ca (la proliferazione del

peccato

che sottolineo il

perdono

continuo) 17.

No n

si può quindi, & rigore di termini,

dire

che

6,1

riprende un

problem

che

3,5

avrebbe lascino in

sospeso.

Forse si obietterà che

3.8

anticipa chiaremente l’interro 

gntlvo

di

6,1.

Non

c’è

dubbio. ma

che fare allor:

deiver 

setti 3,5-7, che no n annunciano pe r niente gli sviluppi di

Rm

6-8?

In r e t hRm

6-8

discute leobiezionidi

3,5-7

non

piùdi

quanto

Rm9-11ri renda

3.1-4:

sipuò :oltantodire

che in 6,1 Paoloesprime t u a domanda in termini enalo 

ghi &

quelli

di 3.8. Une

avola

sinottica

mostra

del resto

che 3,8

no n h a l a funzione strutturante

che alcuni

esegeti

gli

attribuiscono:

3.8 5.20 #.

Fecchmoilnnleef-

laddove

e

sovrab-

continuianm u re 

finelzé

ne

venga

il

bendata

i l peccato.

Mare nel

m o t o .

bene?

hemrlhboudatola

perché

nbbundi la

grazia.

grazia?

Che

divano?

in Rm 3.8 l’apostolo segnala un'accusa

 

formulata forse

dai

giudaizzanu‘

 

neisuoi

riguardi.

per

respingerla.

senza

ulterioridenagli. Ma

questa

accusa n o n significa granché

" È…calnhiodiproepettivachel'eseget-develvvertixeclJ Bw

uebbecoutimireunonnunciodikmò-Re9-llmequuueuhnirlprm 

… e r o l e s t e u n e m m i e n e l a s t e u - H n e o f t i m u j u d i

3,1-8. Manonèufl’ltto così,

92

nonèpxecedumdalleniîermaaonipaolineapurti

 

‘ qualièsmaformdam.0ra.illegnmeualaproli-

del

peccato

e la sovrabbondanza

della grazia

veramente esplicitato solo in km 5.12-21. ed è sol 

;

grure

da

qua l i enunciati.

in particolnre5,20,

che

può

t rarre

le conclusioni enunclnte in 6,1 e

km 5,20-21 forma cosi un a (sub)prupositio : partire

quale

Paolo p o r r i precisareil

rapportotra l'eeseree

del

credente.

Quanto

all’atticolazione di Rm

58.

gi à mamme il ruolo strum1rante della

synla‘isis

rieto

(5,15-19).

perché

è questa

che spiega

di Rm 6-8. In breve. se Rm 3,1-8 he un ma

tà.’ è ne i limiti IAB-3,20e n o n di Rm 1-1 nella

‘ ml nmricl

3.20

ha permeano di fug-n le obiezioni fette alla

' del giudeo e del greco. Me ume r l  

nèperlapomlo

nolounetappa.

gruzie

la

nale

roveocio l'efiermazione:

se.

co n lavenuta ' in.

rivilegio.lo

eleso

deve accadere

pe r

il dono del 

cazione.

che vada 3,21 a 4,25 lu le stette articolezioni

edente:

la pvopositio

(3,21-22)

&

uguita

de

una

.preduzioni,

fiornite

da

"ma

in

forma essenorle

poi

sotto forma di omande e risposte (3.27 

esse

sostenute da un massiccio ricono i l le

(4,1-25). Le somiglianze meritano di essere :o t 

l,18-3.20

3.214,25

1,18

3,11-22a

1.19-32

3,1-9

3.10-18

3,19-20

' ne termina con una

prova

di autorità,cioèdella

essendodel

resto la seconda

p iù

consistente

del

 

93

…mnmmumumnnn…

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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la

prima.

Sene può vedere facilmente la ragione: a

quelli

che lo

potrebbero attaccare

o

potrebbero

attribuirgli

delle

contro-verità,

l'apostolo deve mostrareche

le

sue

posizio

 

ni

sulla

giustificazione

pe r

la

sola fede  

senza le

opere

della Legge  , lun ‘ dalcontraddirela volontà e il iano di

Dio, trasmessi

nele Scritture, al

contrario

li co

eru-nano

(cfr. 3,31).

D'altra

parte le differenze

non m ancano

di

venire alla

luce,

poiché

Rm

2,1-29

no n

hail

suo

corrispondente

nella

sezione

seguente, e

per

motivi evidenti:

a

questo punto

dell'argomentazione

(i n 3,215)

l'uguaglianza

nella retribu

 

zione

e

data per

scontata.

Abbiamo

già confrontato la

pmpasitia

secondaria di 3,21 

un

con

quella, principale, di

1,16-‘17.

e

segnalato

i

loro

punti comuni ”. Rm 3,21-22

riprende

i . ]6  17,permetten

 

do

cosi

all’argomentazionedi prendere

nuovi

sviluppi. Ma

1.16-1'I

formulava

la

tesi

dell'apostolo in

modo ancora

in

 

mativo, anche

sela ripetizionedel

termine

«fedex

indica

 

va già una reale insistenza. La formula «di fede in fede»

assumeo ra

unnconnotazione pi ù precisa:

la giustificazio

 

ne

per

la

fede

esclude

del tutto

le

opere della Legge. L'ar 

gomentazione

esaminerà quindi

il

rapporto fede/Lease.

Lafunzione e la formulazione

delle

pmpositiones

peo

'ne

in Rm

possono

perciò

essere

definite: esse enunciano

in

 

coetivamente le tesi che Paolo intende

difendere

o preci 

sare nel corso

del

ragionamento che le segue immediata

 

mente; lapmpositia principale presenta i concetti-chiave

della

lettera, concetti

che

le propositiones

secondarie

esplicitano,

senza

essere un a

pura

e semplice

ripetizione

di 1,16-17.in breve. Rm

Lia

 

4.25

segue la dispositiadella

retoricagreco-ellenistica, ma in

modo

originale.

I r :

e grazie

Abbiamo accennato

sopra

alla

difficoltà

sollevata da

1.18

 

3.20

-

perché,

subito

dopo

aver

dichiarato

che

il

Vangelo

e

forza salvificape r

chiunque

crede. Paolo inizia cul descri 

vere

gl i effetti negativi dell'ira

divina?

 . e

abbiamo invo

 

cato gli imperativi della retorica: prima di affermare che

  c f r , p .45.

94

.. .“-cazione è la stessa

per

tutti, giustificazione

per

la

.

fede, s e …

la

Legge,

l'apostolo doveva

respingere

le

>' : ' contestazioni od obiezioni. No nc'è una ragione

tualmentep i ù riccae p i ùprofonda

per questa

conca

 

’ ' Paolo n o n vuole forse risvegliare,ad

s e m

io ,

assopita

nella

sua

buona

coscienza

  tr o

‘ dell'incoscienza?

Oppure

sottolineare, come molti

» delNT. chenessunopuò riceverea accogliere l'inau 

, « : salvezza. se

n o n

riconosce

il

proprio

peccato?

0

. il peccato dell'umanità si comprende soltanto in una

\ .. 'ca di salvezza:

che l'uomo

n o n deve perciò

dispera

 

:

su a

impotenza e

dei

suoi

rifiuti?

ipotesi.

una più bella dell’altra, non

possono

pur

 

awalersi

dell’appo ‘o

della retorica

del

asso.

in

v 0 Paolon o n esigeda

suo

lettore

che

med A lungo

malvagitào sull

iustizia

di tutte le categorie di

uo

 

cosi

come

n o n ' spiega a lun 0 come Gesù sia

costituito

hilastèrion (strumento ’ espiazione).

Egli

piuttosto - e ne

abbiamo visto

il

perché

-

sulla

re

 

; il che no n

uivale,

evidentemente. alla cono 

del peccato La iunzione

delle due sezioni.

anche

' loro successione,e

quella

di pre e di presenta 

ustificazione

gratuita

-

per

a

ed:

-

per tutti, senza

.. 'nazione

alcuna.

Mn questa progressione

può

es 

_interpretata

diversamente:

come un passaggio dall’i 

.

non

sarebbe

ancora

giustizia  

alla

giustizia, 0

una

trasformazione

della giustiziadivina, che

da

pu 

] (chiamata allora i ra) diventerebbe misericordioso.

' .5-8 permette evidentemente di

rispondere

che

- come

pe r

i

suoi

predecessori li

amori bib

'Ci.

ustmzin

nonsono

disgiunti. Calpe:- tutti

quelli

che

- :

diffondono

l’ingiustizia.

Dio

rimane giusto:

potrebbe Egli tollerare

che

i l male

sussista

e che i

  abbiano

pe r sempre

la

meglio?

M il

modo

in

cui

_>lztioola i ra (R m

LIS-3,20)

e giustificazione (3,21 

dlmostra

che,

pe r lui,

la

seconda

mette

al

r iparodal

 

senza la giustificazione

accordata

a

tutti gratui

 

u ' a

divina avrebbe forse già fatto piazza

pulita

tà peccatrice Ma se,

co n

la

tradizione

biblica.

onosce cheesercitando la sua i r a Di o

non

diven 

ingiusto, egliva

oltre

ed enuncia cheDiomanife 

..ente la sua giustizia quando rendegiusti o giu 

_

?tutti gl i uomini

peccatori.

senza privilegi

né prefe 

9

numnmnmmmuuumumumum

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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renze.

La prograsîone

dnil’una all'altrasedime

si

presen

 

t: quindi come un

ripresa

della tradizione biblica (egiu 

daica)

che vuole Andare p iù

lontano,

mako p iù

lontano,

versouna

giustizindivinachesi e

n o m i n a

in modo innu 

dim, a

Suore

di tutt i .

Enuncinndo

ciò

che

cosflm:sc'

elaLam‘colnrità

del

Vange

 

lo, Pnnlo n o n vuole perciò dire c in (giusta) in divina

non

lu più

region

d’eseere,ma

soloricordare

lo

strumen 

to

che

Dio

stesso

hatrovato

per

f m i

sfuggire

ad

essa.

Gunduulono

C’è ancor: bisogno di insistere sul modo di recedere?

Senu

imporre

una

composizione,

mn, segue

0 i diversi

indizi,

«inn-ro

stati

portad

ro iva-nente : riconoscere

nel modello retorico

que

o c rende conto del maggior

numero di fenomeni letterari. M. riconoscere che Rm :e  

gue

il procedimento dei discorsi

retorici greci no n basta:

er-

importante anche sottolineare.

più

che

lesomiglinnze,

in libera

con

ln

qul.le

Proleutil imunn corniceopp-ren 

temenne

formale

: genetici.

L’ittenzionealla

composizione

eminentemente renoric:di

Rm ha coni

pen-nesso

di

mpernre

un primo diflìool là,

quelli

del

a p p o r to f r : ln pmpositio principle di 1.16-17

e lo

rviluppo

che

si ritiene IAgiustifichi immediatamente,

1.184,25.

c‘e

p i em

continuità:

Piola

nrrivn a

mostrare,

senza ricuna

incoerenze e in

due tempi (ma-3.20

e

3,21 

4,25),

che

la

’ustizlu divin:

raggiunge tutti gli

tannini

ullomeso

mo£,

cioè

con

Il

fede renze

le

opere

del.].-

Leg 

ge. Questa e

quindi

la prima qualità

delln

giuntizin divina

lottolineata

da

Puolo

edapre-aa

dallo

giustificazione per

lamlnliedezaldilàdellacoslnnzndelsuogiudizio.della

fen-nem

con

il quale attua ln retribuzione, Dio e giusto

perché u n a

tut t i i suoisudditi

s ena

fare eccezione

alcu

 

nané uccerdare privilegi.

Certo,

il modo in cu i

Paolo av

 

v i i

il

suo

ragionlmento in

LIB-3.20

oggi

il

problem

 

bisogna

partire

della menzogna dell'uomo

per

mettere in

evidmza

in

verità

di

Di o

e proclamare il

Van

o

della

giustificazione gratuita? -, nu abbinnio visto

questo

punto

di

partenza

era determinato dain imperativi della

retorica.

La progressione dell’argomentazione no n ci autorizza

96

‘ a in _ l a re lealîemmzioni di Rm

LIS-3.20allo

quelle

che

le seguono in 3.214,25.Mentre.

one. Paolo

riprende

una tradizione

(giu

 

’ .per manifestante

mne

le implicnzioni

(sull

universalità

dell'ira). nelln seconda ripete

». -

della

'usiilicazione

pe r

lut t i

:

senza

condizio

 

chen o n "ce è

come

conciliareir ae

grazia.

Dovre 

- ' to ritornarci

97

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Capitolo

quinto

' ypakoènpi)steòs («in

vista

dell’obbediàn 

, . . , Rm 1.5,-

16.26

3,ma

no n

è

tanto quam

e

" atto "' credere … Romani lapostolo, quanto

piuttosto l'uso

frequente di

'

che

praticamente no n ricorrono   o molto ra

 

in

altri

autori

delNT. Così,

ad esempio,il parli

 

» me

senza

compimento

(ho

pisteu61t,

«il

cre 

. ho i pisteuontes, «i credenti  4), i numeros i ek

pi

 

dia pisteés°. che hanno dato luogo a un

certo nu

 

m d i 7 .

Tutti

questi

usisono

del

resto

in un

senso

v . cioè religiom.

, un criterio capace di indicarci come Paolo co n 

la fede.

q u n t o

è cenamente quello

della qunntità;

l modello retorico, in funzione del quale, come abbiamo

visto. si

dis

iega l'argomentaziqnedi Rm.

indica

fin

dall'i-

la

dei

sintang

menzionatiqu i sopra

pem1elle

niziu,

cioè

%n

dalla pmpositio

principale di 1,16 17, l'im- ' nette. il

participio

presente («il

credente»

o «i

portanza del vocabolario della fede 1.La cosa più sempli- ) descrive

l’identità

cristiana… Se ne vedrà una

ce è

quindi

di cominciare con il vocabolario della fede, ‘ ' -  «le in

lC or 14,22-24,

dove

questo

participio è

per precisare la sua estensione e le sueconnotazioni; ma

quest‘amlisi non basta: è

necessaria rolungarla

c o n l‘e 

same

dell’argomentazione. in

panico

re di Rm 4 : Rm

ad

«pietas,aggettivo che indica

l’identità inversa,

*

chiunque, giudeo

::

greco. non

appartiene

ella

dei battezzati '. Il

contrasto

ho ipùtmantes/hoi

10.

passi le cu i

difficoltàsono

proverbiali, m ai n

cu i

si de- . del … interessante il

suo ;;;-pam

un

po'

linea

una

concezione del credere e della

sua

posta

in gio- , . : : : l'apostolonon sceglifidue aggettivi correla 

co. . ‘ » e apistoi,ma unparticipio   alla voce attiva   e

1. " mubohrlo d . " .M , . ‘ ::

a t m

pia-Mds (Gal

3.5).

pmkopè kai

khan

u;pùu6 : (Fil

_. ' ohnenle ] Cox-1.2 . 4.22 (Z:): Gal3,21;

QUESTIONIDI METODO … 2, .] . ui … del NT dove r i c o r r e il lola partici 

v …… Z e9,42(llecondldelll leziuneclieii ld°tlol

La

, a d , ”

p…_ “An ,39 ( mo attribuito . Plolol); m

2,1

( n n l i vedo :,

*dlf;dn)ep’nutd .7potrebbequindi ellinicamenle ripien

 

,6 .

dll-ll

elle diverse

espressioni di Rm in

cui appare

la

radice

pist-. nessuna

(o quasi) è di Paolo2. È vero che il sostanti 

vopistis (fede) èusatoin sintagmi che n on si incontrano

. Cfr. le

quattro

ricorrenze

della

radicepir l   in Rm 1,16-11. ….

m g . … “

,

2 Per : costruzionedi

p i . s z ( c o n

han"

col

dauvo

°

diverse

premizi0-

fede-.

c h .

Rm

332153331…

mi:

5,7;

o . ]

ni), :\

veda

J.

Burr.

Sanannque du languge

biblique,

Par i ;

1911,

:

J.E.

' … H] 3,

Col

2,12; mm

3,7.

Bellu,

«Themeuningloîpîslatò in theGreek New

T … .Noottsta-

. ' … din…

nencia: 11

(1937) 225-240.

Ricordiamo m c h che Paolo

n o n

utilizza ‘ ; 3,22 (33,12),c fi , | . … … .

g i ù … .

sempre queelo verbo in … tecnico (R m u,:.zz…zs; lCar 11.13), 11 4 … …,,chm:a ,…..di ZTim 3,|5.

scemufivu pisl i î . al :ingolure, è dedi-um: in ma i i casi. preceduto o … …. … ……… all'-ne ' …, di Mg d g ] .

meno

da

un a

prc

sizione…

Le

uniche

formulazioni

pmprie

di

Paolo

…. q… … …

d g …

dj { ma

…in

mm di

son:é:iàpÈi?le;b

’ci

 

pressione

ek msmm puf-n) di Rm “7 : Ma ce-

[ C o r

6.6;1,12.13.14…15: 10,27; 14,22 (:x)…2314;ZCor

pu : . . s ,u .1s.

98 99

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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un aggettivo. Dato che il participio

pisteudn

esprime

un'a 

zione.

quella

di credere  

senza

del resto precisare la sua

qualità.

l’intensità

del

desiderio che l‘accompagna  enon

un

contenuto preciso.

l'identità

cristiana

si trova in

Paolo

caratterizzatada un atto,

quello

di credere.È

vero

che l’a 

postolo usa altre

formule

per indicare l’essere-cristiano,

ma questa s'impone per la

sua

frequenza, e q u s t o

richie 

de che vi si prestiparticolareattenzione. Ecco rollé

pos»

siamo

ancora

domandarci

perché

Bultmann

bia

comin

 

ciato

col

definire

la

fede

(secondo Paolo)

come

obbedien

 

za°.

Non

che la sua definizione

sia sbagliata

- a dire il

vero.

«obbedire»rinvia all'agit'e, il che mette in rilevol'at 

to di

credere

-. ma ci domandiamo

quali siano

i

criteri

che gl i hannopermesso di ritenere

come

coranerixtica de»

cisiva eprimarie unbinomio (obbedienza/fede) che I p p a  

re solo due volte. e unicamente in Rm(1,5; 16,19). Si

ri»

eponderà forse che questa lettera costituisce il

cuore

del

Vangelo paolino e che il binomio in questione

trae

da ciò

la

sua

forza, oppure che

l’ecpreseione

«obbedienzndella

fede» eformulazioni nnaloghe (R m 10,l610; 15,18;

ZCor

HLS-6) sono tipicamente paoline, che

esprimono

inoltre

lo

scopo delsuo upostolato.

Ammettiamolo, ma

no n

e

me 

todologicamente

corretto

valorizzare

un

sintagma

senza

averlo

prime

confrontato o

paragonato

con

altri.

Ora.

pe r

l’atto

di

credere,

eil participio

presente

che

domina.

Resta

evidentemente da determinarne il valore.

Quanto all'espressione «dalla/per la fede»,

essa indica

un’insistenzanetta e

continua

sulla

fede come

condizione

necessaria e sufficiente della giustificazione. È evidente 

mente

a

questo

proposito che

gl i

esegeti

collagene

la fede

all'assoluta gratuità e premura

divina“

e In oppongono

9 Cfr. Theologie,

pp…315-317. 11inn on

eneil primo

 cfi-.

saw.

Schlnl 

ter, Glaube und Gehonmn (Beitrlge 1. Ffirdemng chnìt. Theol.) 1901,

pp.

31-45 - né l'ultimo .d Avere

.Benunn

ciò.Ma, . torndi ripetizione,

un'idea poco

o

pe r nulle

fond»:

divenu u n: verità

infallibile.

Cfr.

H.

Soldier: .; n o to

che,

mondo Paolo, il

fede

è mpmttumz obbedienux

(Die

Zeit

derKimhe,

218;

conivo

mio).

Sulle

difiooltà

sollevuedal

voca

 

bolario

dell'obbedicnu in

Feola,cfr.

 .vN.Aletti.

«Denton-lliapostolique

Î;gPéu;l.3îhéofl ri e et

pntiquen,

in A. Vanhoye(ed.).L’ildePoul,

Lowen

, 0- l.

  '

Que-no

vemeuo

mexitl

in

nostra

:umzlone,

perché

in

eu o

e

chiara

l‘equivalenza

t r a credere

e

obbedire.

“ Cfi…il

modo

in

cui

Paolo collega

pislìs

:

chan :

in Rm3,14;4,4.15. Su

questopunt o si ved. DJ . Douzhty. «The Priority ofChuù-.

100

 

della Leggell. Non

è

necessario

soffermarcisu

‘ p u n t o già molte volte rilevato, sen on per notare

: sfocato l'aspetto

umano

di

_

iliare

la nozione

- ma e

d.

noncompimento,

del momento che ob

 

uuplicauna

richiesta, unobbligo dasoddisfare. da

. , ? Nonci viene

fornito alcun

precisazione.

'

formule

pm ine   il participio m e n t ee i

sintagmi

‘ ‘o_nali- bann]oaun'altraparticolarità.

Sli sarà

forse

0 poi. fi'equente presenza del’a attivo

in

singolare e al plurale) o di una formulagghe in  

versalità: «tutti i

credenti»

“. «Dio

che giustifica

-

mne

per In

fede

el'incirconcisionepe r le

fede»

30), ecc. Unito di

fede

n o n m e t t e eccezioni:

tur

 

differenza di stato

sociale

(schiavo/libero),

fisico

alfemminn) e soprat tut to religion (giudeo/

o).

«-

credere, poiché

vi

sono

invitati.

L’atto

di

fili

 

lltezzn,

eleva

veramente

tutti

quelli

che

lo

deside

 

m.lla stessa dignità di figli. di eredi, ecc. 15. Questo

e molto sottolineato in Rm: la

fede non

èo

non

è

. cantieristica specificamentegiudaica

-' ola-ità del verbo credere, alla

voce

attiv

one « c p m

ddl :

Legge: disigna l e0 '

hi::redalla

I:  

enon._wme life:-nu

l. .

Gaston.

|: upèr’Îltla

legge

le K

p u m …

… genitivo

cfr.

mt

Iovnh

( V … 1931)

100

 

l

.

erige

il contesto

la

 

e

molle

l'uno

ebnioo,

come

ricorda

?.

Grelot,

«Lee

oeuwes

dela

. de 40 394

 

398)»,Ra o63

(1994) mm…

.

pp…

31e317.Mm

cosi

il

termine

- '

mg., che

Bult 

7

m b . .

q1flànel

semo p)orticolue di - … einer

(com un .

. ,22;10,4.11.Ugullmmle,

G l ]

3.26;

ITS

1,7;

2Ts

l , 0 .

fede

di …. cfi'. A.von Dobbeler, Glaube ul.: Tull 

:anamiwhe

G'l0ldlagen da

paulinivchm Thmhl 

986.

, «:  .. lhl‘d

EkklznbhzgigdesGlauhau,l‘fibingenl

|V._m

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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di

quando

abbiamo creduto (episteusamen):

16.

L'apostolo

vuole

forse

dire che o r a n o n crediamo più e che l’atto di

credere

sia

stato puntuale? Certamente no ”. Questo an

 

drebbe

contro

il suo

utilizzo

frequente del articipio

pre

 

sente pe r designare i c rist iani , e contro

ciri

passi che,

come Rm

15,13,

parlano chiaramente di

una

creacim nel 

la fede: «il

Di o

della speranza vi colmi di

ognigioia

e

pace

nel credere» “. Se da una parte l'atto di credete si applica

al

tempo

dell'annuncio,

dell'evangelizzazione.

dall'altra

non

si

riduce

ad

esso.

Nonostante

tutto, questa

continuità

espmsa dall'utilizzo dello stesso verbo

pisteuein

in tempi

e modi diversi n o n dice nulla cima l'attodi credere in se

stesso. Dobbiamo riconoscere

qui

la laconicità dell'apo 

stolo, r ima di cercarne le ragioni.

Segn ' o infine

un‘altra

particolarità

della pistis

paoli

 

noin Rm- maanche nellealtre lettere   esulla quale gli

esegeti restano in genere

più

discreti: si

usa sia

Dio

che per

l'uomo.

Nonè dunque unicamente

atto

uomo:

si percepisce qui

nuovamente

la

debolezza

della posizione

di Eultmann,

ger

il quale la

pistt's

divina n o n entra per

niente in ciò c e egli chiama «struttura della pistisn.

Cer 

to, Paolo n o n fa mai di Di o i l soggetto diretto del verbo

pisteuein

- se

non

mediante

il

paesivo

 

,

ci ò

nondimeno,

utilizzando lo

stesso sostantivo pe r

l’unoe l'altro

partner.

vuole

chiaramente indicare la

parentela dei due

atteggia

 

menti e la reciprocità della relazione, cosa che Rm 3,3

manifesta a suo

modo, opponendo

l’apistia

umana

ella

pi

 

stis divina. relazioneche le traduzioni

esprimono

unani

 

memente

c o n l’aiuto del vocabolario dell’infedeltà e della

fedeltà, mentre la stessa parola

«pistia

in km 4,20

viene

tradotta

con «non

credenza»,

«dubbio». D’altra parte

no

 

tiamo per inciso che sarebbe meglio tradurre Rm 3,2 3

cosi,

per rispettarne la logica: «ad essi sono

state

afiìdate

le rivelazioni di Dio. Che dunque? Sealcuni no n hanno

creduto,

la loro incredulità annullerà la fiducia di Dio?».

«Fiducia»

di

Dio, erché Di o

ha«affidato....Main

nessun

passo

l‘apostolo clice

quali

tratti

la

pisth

divina

ha in

co

 

“ Si veda anche lCor 3,5; 15.2.ll.

" si tratta senza dubbio di un aon-isto incoativo.

" Ufimente.2Cor 10,15

(«nellnsperanza

defl'aecrmimenxo della

vo

 

stra -) , lTs 3,10 ( « c o m p … ciò che manca alla vostra fede»), B f

1,13.

102

lMÎmnvmhmmwmv … “

 

con

la pistis umana: fedeltà? fiducia? gratui ?19

__

umane

sono una risposta

allap;stis divina,

che

af»

’_

fotto

che

essa

e necessaria (e sufficiente)alla

gene

 

esia.sesiseguebenellm3

lafedeel'

cre

 

suaparola. la sua promessa.la sua

volontà.

cce.

vtira le

du]oi

gut;isè(quellî1dell’uomo equella di

-

ene esp

c i ta :

passi

' e

però

rintracciarlo,

: Rm 10,pss

2":

la

parola

di

fede

è il kexygma.

Cre 

‘ une

pere]?

solo la risposta umana alla parola divi

 

è a(:]onoscere

mediante

l’

 

tempo stessoparola di 

glalr;la

umana, «parola

di

fede»

in tutte le

sua di 

- breve Percorso

attraverso

il vocabolario della

.

lst-. p o s s i a m o

tran-e

alcune

utili conclusioni

per

v

credere

cosi

con-w

si

pu ò

comprendere in

Rm.

])

credere definisce (ma

no n

in

modo

esaustivo)

dano;

2) lta

una dimensione

universale.

per

 

mere cosa di tut t i

senza

eccezione

alcuna;

3) l'a

 

non descnve la crescita nella

fede;

insiste piutto 

dell'easere-giustificato;4) la fede, che erisposta al

suscita

anche la lamazione: l'attodi credere

che

buona

nove

:: proclamata. parola

stessa

di

lll

fede è desentta come una

struttura

relazionale

; implicato Dio.

famiglie di vocaboli

pjsteuein e i vocaboli dalla stessa radice no n de 

- in modoesaustivo

l’atto

di

credere; del resto

non

ulla.

sullaconvinzione

che

anima il

credente.

Pao 

dei lernumperquesto? In

lu i

si

troverà

effettiva 

nlmni. come

ld

… ; … DJ .

Doughty,

ma:

mm of

ak…hgerolachegnegliodeucxivequuurdnzionerecuîro

 

el‘lìenchuuuputlx.

luchelCor4,lî.

.… ' OrigixuofChùtùnFaith.4nl ' .

50-55 e 106-142. lonahneo' mche”7:i"L

_ @@_ÈÈMWHMMW(eHWM-

umwilumnmuno'rdanodlîllecheildesun' l lo re(Dio)e

. . .] . _

« chlamamndiventnreatunvollamzldo. “ “ h “ … un

103

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mente

un campo lessicaledella convinzione

(convincere

/

essere

convinto o meno)

con

peithò (soprattuttoal perfetto

attivo e passivo:

pepoitha,

pepeismai) e i termini di

uguale

radice22, ma. chiaramente, l’uso

no n

è specifico, almeno

in

Rm. Inoltre

l’apostolo

n o n mette

mi in parallelo le

fa 

migliept'steuein

epeithò/peithomai.

Una sola volta,

in Rm

4.21. l’atto

di

credere

è

qualificato

al

livello

dell'atteggia 

mento interiore: «[Abramo]

no n

fu diviso dnll’incredulità

(uu

diekn'thè

apt'stia)

mafu

fortificato

nella/dalla

fede

(tè

pistei),

rendendo

gloria

a

Di o

e pienamente

convinto

(piè

 

mphrètheis) che...». Al di

fuori

di questo passo,

quindi,

Paolo non insiste sulla

disposizione

interiore

di fede. Cer 

cheremo di percepirne le rngioni nella nostra analisi di

Rm 4.

Fede in

Cristo

a fedeltà di ( : r/sto?

Quando

in Rm

3.21-ZZa

Paolo riprende, : ificundoli, i

termini di Lib-17, la pmpasitio p rinc i e, aggiunge al

sostantivo «fede»

un

nome come

complemento,

che,

in

principio,

dovrebbe

permettere

al

lettore

di preciearne il

senso; maè tutt’altro che evidente. Coso intendere per

pi

 

stis

Christou:

fede

in

Cristo

o

fedeltà

di

Cristo?

"

L. Geston, basandosi sull‘uso in vigore nel

giudaismo

elle 

nistico

del tempo, penso

che

sidebba tradurre «fedeltà di

Cristo»

24.

Masi tratta di

una

soluzione un

po' troppo

fret

 

tolosa. In nessun casoci si deve credere untorizznti : tra  

"Il

uhuh (mn…imitèfirdufktg

285)1,15:

3‘;

8%2;

10ì1'

Eflà,lZ;

F" ,4zugualxnente m i , ,… lm , :

11.30.31;15,31), apeilha'a (R m 11.30.32:Ef 2,2; 5,6). Omm ai puòvede 

re

hull

 

mente,

gl i ultimi tre termini

compiono

q u a l euclulvlmente in

im…

" l p u s idiacuui l o t t o i

seguenti:

Rm3.22.26;Fl13.9; 33,12. Per

un o

mw quaesttoni:

recente,

cfr.

M.D.

Hooker.

«Pime

chr-imm.

N I S

35

(1959) 321-342.

“ Poul and the Totuh, Vmoouver

1987.

Alla fine del volume l'attore

preeenuunatrnduzlouedtkueG-l,hmelericonenzedipùstitwno

tradotte uniformemente

con

« [ede l tb : fedeltà di Dio.di G r i m di Abu  

mo. nn…. 12i ' m …dichinruuennmuzìtermini: «Ingiusteundel 

lamduxionepisltslàout‘hrùrnuoon'SedeofedeltàleesùCristn'e

sun

gu suficlentemonte

f o n d a ; perehé s i : neoeeurio rint1rnud so 

pm…

104

questo modo senza

aver

prima fatto

un a

ricerca

ca seria.

Del resto,

la ricerca linguistica

n o n

può

fornire u na

rispoma

vincolante. perché ci sono al

argomenti

in

favore

dell’uno o dell'altro geni

'

.In

alcuni paesi del NT, e di Paolo in particolare, il

che

segue

il somu'vopt'stis( chiaramente ogget

 

‘ . e in altri soggett ivo” .E dato che la scelta avviene

in

funzione del contesto

prossimo,

gli esegeti n on

mancato

di interrogare Rm 3-4

pe r

cerca-vi

gl i

i n.

possano appoggiare l’uno o l’altrosignificato.

' ' di Grillo?

in

freeean

in modo esauriente

gl i

argomenti in

de genitivosoggettivo (fedeltà di Cristo) ". Il eon

 

‘cioè Rm3 4   hvorirebbero questo genitivo, per 

“ volte in cui i l sostant ivo

pistis

è seguito dauna

quest‘ultimo e toggettivo:

loro incredulità pu ò forse lnnullnre la fedeltà di Dio?

£ede

del

nonno

padre

Alu-uno

(-diaeendenza) che

deriva delle

fede di Alunno.

w-to

vieta

ugualmente

che

si faccia di Gesù Cristo

_ …

della

fede:

colui

al quale, in Rm 4,

Abramo

di

ma

fiducia

e

Dio,

e Diosoltanto (4,3), il Dioche in

- - to Gesù il

Signore

e in cu i

ancheno i

cristiani cr e 

(4,24). Inoltre. lggiungeHays. seil genitivo di

3.22

' | get t ivo (fede in Gesù

Cristo),

il einmgm: «per

tutti

avrebbe

l'un'n

di una rldondnnzo. Bisognereb

 

indurre

cosi la parte

finale

dellnpmposi o:

tadiDioperlafedeinGesùCristopet-tum'i

hmnonmnml.llumometm.-hjunificltionpnrllfoldu

‘ .

Sc£sp

39

(1987)

8l-92 :

MD . Hooker.

-Pinia Chilton»

I l : 11,22:Ga1

2.15

(per il

milelismo

m pisti.t Christ… e i»

d:

Chruz

3131112…(… in

o … )

(:.-mm; ru 1,27,m 3,f3;

-4'.12Ît6;'Aé 13.10.

thys. m a w .nflesus

Christ.

cm CA 1953,p.171 .

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credenti»;

ma,

in Rm e in

tutte

le altre lettere paolina,

«credere in

GesùCristo»

equivale a «esserecredente» Allo

stesso modo, sempre nell'ipotesi di un genitivo oggettivo,

cosa

significherebbe il

sintagma

«fede in Gesù» di R…

3,26? Infatti non crediamo nell'uomo

Gesù

ma nel

Cristo

risorto,

Signore del cielo

e

della terra…

Al contrar io , se i l

genitivo

è

soggettivo,

l'espressione

pistis Ièsou

ne guada

 

gna in forza: la giustizia divina ha potuto manifestarsi de 

finitivamente

proprio

pe r

l'obbedienza

e la

fedeltà

del

Gesù terreno.

Con Rm 5,12-21, Hays e tutt i

coloro che

optano

pe r

il ge 

nitivo oggettivo avrebbero potuto

trovare

un

argomento

supplementare a loro favore poiché questo

passo

sembra

sviluppare la formula cristologica di 3,221: e mettere in ri  

lievo la fedeltà di Cr isto, L'argomento

può

tuttavia r itor 

cersi facilmente, perché,

p u r

supponendo

che

5,12-21

sia

un'espansione delle formule di 3,22,26   cosa

che

non

sembra

  come mai

in

5,12-21 Paolo

n o n le riprende

più,

opponendo la pislis di

Cristo

all'apistt'a di

Adamo? Ma,

si

replicherà, l'obbedienza non equivale forse alla fedeltà?

L'obiezione

non regge,

perché sePaolo avesse voluto mo »

strare

come

la

pistis

di

Dio

di

Cristo

abbia

preso

l’aspetto

delle

fedeltà di Gesù,

n on avrebbe mancato

di

farlo ripren 

dendo lo stesso sostantivo pistis. Del resto. in Rm 3,21-22

egli no n

oppone

la Leggee la fedeltà di Cristo mala

Legge

e la fede, e quando

oppone

l’agire obbediente ” di

Cristo,

lo

oppone

a un altro agire, quello di Adamo. Aggiungiamo

che,

nonostante le osservazioni di

Hays

e

altri

29, il

conte 

sto si oppone all'interpretazione della pistis Christou

come fedeltà: in Rm3,21-4,25 l'apostolon on insistesull'a

 

gire (o sulle disposizioni

interiori)

di Cristo, ma su quello

di Di o esulle sue motivazioni 31…

Questo

aggettivo è da preferirsi a «fedele», perché

pista:

è

assente

in

Rm

’" Si vedano

nella

bibliografia alla

fine

del volume, i lavori di Howard

(19743,Hultgren,LT.

Johnson,

D'Rourke. Ramoroson

(1987)

e Williams

(1986.

Cfr.

Rm

3,25a (Dio,

soggetto

del verbo

prozthflo, «predisposex); 4,24

(Dio soggetto

del participio eget'nmm, «che

ha risuscitato»);

4,25 (Gesù

sagge…) del passivo

pamiothè,

-f u

c on se gn at o s i confronti c o n

Gal

2,20:

«mi

ha a m a t o e ha consegnato se stesso.. .

106

. in Gesù Cristo?

v …

itivo

è

quindi

oggettivo (fede in Gesù Cristo),

come

{Gal 2,16? 32È possibile; ma n o n sarebbe stato

p i ù

sern 

far

seguire il

sostantivo

da

un a

preposizione 33in

- - daindicarechiaramente

che

Gesù Cristo è l'oggetto

fede?

E se fosse la fede in Cristo, ed essa soltanto, a

' ar e la giustificazione,

Paolo dovrebbe mostrare

. lo

stesso

Abramo

fu giustificato

per avere

già

creduto

' esù Cristo. Ma nientedi tut to questo in Rm 4, come

mo. Infine, un genitivo oggettivo renderebbe la for 

pisth  èsau p iù

oscura, come sottolineava Hays.

lo darebbe infat ti l’impressione di insistere sulla «fede

‘ :Gesù

prepasquale»,

mentre il seguito dell'argomenta 

, che dovrebbe darne la

ragione,

non dice nulla

dunque

un genitivo? Una

prima

ragione,che no n

è

, ci viene fornita

dal modello

retorico.In 3,21-22a

nu di specificazione netta è dovuta al fatto che,

abbiamo già notato, leaffermazionidelle

propositio

 

restano spesso

incoative o implicite: solo nelcorso del

. onamento che segue arrivano le precisazioni. E il no

 

' -

passo

lo

conferma:

il

corpo

dell'argomentazione

pe r

 

di determinare lasfumatura propria deidue genitivi

tou

e lèsou.

vo di qualificazione

do

conto

del contesto, è quindi

difficile

che le

for 

di

3,22a

e 3.26 descrivano la

fedeltà

di

Cristo

o

chino l'oggetto della fede. Ci ò che Paolo vuole

Hays,Faithof l a u s Christ,questogenitivo èugualmente soggetti 

,

come

ha notato J. Barclay.Gbcyi'ng the

mm.

A

Study ofPaul'x

. - inGahl ians ,

Edinburgh

1988,

p. 78:

«Hays

non riesce

a

spiegare

‘one m i a

fedeltà

di Cristo a D io e l a

fede

in Cristo del cristiano;

’ . in obbligato a prendere la fede di Abramo

come

prototipo della

- di

Cristo,

nonostanteil …ha: (“com-:”;

'allo

stesso modo di ’ ) di

3,6 che collega la fede dei Galati a

quella

di Abramon. Per la storia

'Imzrpletzzione,si veda il commentario di R.Y.K.

Fung,

The Epistle

Gulatians, Grand Rapids 1988,

pp .

114-115.

Col 2,5 ( co n

ds) ;

Gal 3,27

(con en);

[ T s 1,8

… ) ;

in al tr i passi

. t

20,21

(eis ,

24,24

(eis):

26,18 (eis),

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uprimere con queste espressioni al

genitivo

è il legame

ormli

essenziale che intrattengono la fede in Dio e

l evenv

to

GesùCristo.

Da

quando Gesù

è vissuto, e

mo r t o

e

r i se r

to,

il

credere non

può

che

definirsi

che come credere

in

Dio

che

giustifica pe r

grazia

attraverso

Gesù Cristo

(cfr.

4,25b). Pertanto

la

fede

è

or a

inseparabile da

questo even

 

to

perché

c o n esso si è manifestata la giustizia sovrana di

Dio. In breve, Chn .stou e Iésou sono

genitivi

di qualifica 

zione.

del

resto

di difficile traduzione in italiano: «fede

nel

Dio che si èdefinitivamente

manifestato

in Gesù», o

anche

«fede nel

Dio

che ha perdonato in

GesùCristo».

Si

può

comprendere

perciò perché

l apostolo

aggiunge

un

genitivo in 3,222 e 3,26. L ambiguità semantica che essi

favoriscono permette di indicare la coloritura definitiva 

mente cristologicadella

fede,

senza

precisare

oltre

misura

le sue dimensioni soggettiva e oggettiva, perché l argo 

mentazione di Rm 3,21-4,25 non ne habisogno.

2. L attodi

ender .

in Rm4

Come

tale,

l‘atto

di credere -

inteso

come

quello

che

co»

stituisce l’identità religiosa - non è determinato neces 

sariamente

dal

suo

contenuto

cristologico

34. Qui sta

quin

 

di il paradosso:da una parte

esso

permettea Paolo di

defi 

nire

l essere-cristiano, ma

dall altro non indica

la

novità

cristiana, dal momento che è rintracciabile fin dall’inizio

della

storia della salvezza. Questo è il motivo

pe r

cui lo

studieremo in Rm4.dove

 

ragionesupplementare -

 

l’atto

di credere di Abramo

viene

trattato a

lungo ancora prima

che si conosca ciò in

cu i

egli aveva creduto.Vedo

po i

una

terza ragione

per

scegliere Rm 4: Paolo vuole proprio di 

mostrare li

che

l esempio di Abramo sia normativo, nel

senso che ciò che viene detto di lu ivale

pe r

tutti i credenti.

non

soltanto in considerazione delle

conseguenze

di

que

 

s to at to

di fede

per così

dire originale, ma del suo

stesso

atteggiamento…

“ Ho già parlato sopra di «buona novella-: la promessa ad Abramo è

buona novella senza che il suo

contenuto sia

pe r

questo

esplicitamente

cristologica. Vangelo nel senso specifico

dei

cristiani.

108

 PHETAZIONEPAOLINA DI GEN

15,6

:

ioni

dell’esegesidi Paolo

fuori di Rm10,dove il testo va,

per

tappe, dall‘invio

aggeri all adesione di

fede.

Rm 4 e forse il testo

- di piùdell attodi

credere.

Il

capitolo

si

inserisce

..ente nell insieme dell argomentazione

paolina,

un a

pmbalio

che ha la funzione di confermare la

,opmpositio di Rm 3,21-22a

sulla

giustificazione

pe r

  fede senza leoperedella Legge:la Scritturamostra

stato

sempre

così. Questo

argomento di

autorità

e,

«demen te ,essenziale e tutto dipende dalmodo in cui

, fatto i l r i co rsoa

Gen 15,6.

L atto di fede di Abramo

viene

quindi menzionato in se

stesso,

ma solo in

»-- verifica le affermazioni di 3,28 -

che riprendono

di 3,21-22a. Tuttavia esso prende consistenza sotto

 

occhi man

mano

che

avanziamo

nel capitolo.

in , cioè in

4,1

 

8,

serve a illustrare le

forti opposi

 

dcl.laproposilio (3,21-22; cfr. 3,28):

«Chino n

compie un opera

,, (= il credznlc) .

  «dario»

=«come

un dovuto»

«fede-

=

«per

grazia»

v

-chi

compie un opera.

fede è associata

alla

grazia: definisce perfino l econo 

della grazia l atto di credere no nha

nulla

di .“ obbli 

che

darebbe dirit to

allagiustificazione o alla

r i c o m p e n  

Sono punti ben

noti , ma è imponente

vedere bene

la

v in gioco del ricorso a Gen 15,6. Paolo deve infatti

: e

che

da

sempre

la giustificazioneè

accordata pe r

-e .

Ora, il

pr imo testo

  diacronicamente,

nel

tessuto

‘ o del racconto biblico   che può invocare grazie alle

‘ rrenze dei termini «credere» (pistzuein) e «giustizia»

synè) è proprio

quello che

il giudaismo

del tempo

  : sotto silenzio, preferendo ad esso Gen 22, in c u i

la giustificazione come

ricompensa

accordata alla [ e

d di

Abramo,

vi si

possono

facilmente

individuare le

v d i una tradizione che aveva

portato

p r o g r e s s i v a 

…te a

pensare

che la giustizia del patriarca veniva so 

tt o dalla sua obbedienza nella

prova

35…

  Cfr

Ge n 22,16-18.

Su

questo

pun ln si

veda

D. Lulu-mann,«Pislis im

  - », ZNW 64 (1973) 19 38;1.D.G. Dunn,

«Some

EcumentcalR:

 

109

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L’esegesigiudaica a quella di Paolo

Tuttavia

bisogna

riconoscere che nella sua ripresa rabbi 

nica

questa lettura

sembra avere dalla

sua il

testo,

poiché,

secondo

Gen

15,1, cioè

appena

prima del

passo

citato da

Paolo

in Rm 4, Dio si rivolge al

patriarca

parlandogli di

ricompensa (misthos).

Come pu ò l'apostolo arrivare

a

di'

mostrare che fede e ricompensa si oppongono? Attraverso

una

gazerah

shawuh

35.

Giocando

sulla

presenza

del verbo logizesthai («contare…

alla

voce

media, o

«essere

contato», al passivo) in Gen

15,6 e in

Sal

31,1-2 (LXX), Paolo intende dimostrare che

l'atto di credere «econtato», «accreditato» come giustizia,

senza

tuttavia

essere considerato un'opera buona che e

gerebbe una

retribuzione

divina positiva.

una dovuta

ri»

compensa.

La giustificazione «per la fede»

equivale

allora

a un favore, è gratuita,

data

a titolo di grazia. Ma per mo  

strare questo, l'apostolo deve

trovare

un passo

biblico che

gli permetta di confermare la

sua

interpretazione di Gen

15,6. Sal 31,1-2 (LXX) fa perfettamenteal caso

perchè

di 

chiara che il

perdono divino

e sempre un atto gratu ito,

un'iniziativaall'indirizzo

del

peccatore

incapace

di

far

va

 

lere

le

proprie buone opere.

Grazie

alla

presenza

dello

stesso

verbo

logizesthai, i

due passi

possono

quindi

essere

messi

a confronto 37:

flectiom

nn Romans4n, in AKSl/M-Thyaleim (Fs. Archbisllop Methodios

of'l‘hyuteira) Atena 1985.

pp.

423 426; A.

vo n

Dobbeler,

Glnube,

pp .

l l o

125 e 137. 1

testi p i ù

citati

sono Si r

44,19-21;

[ M a c

2,52;

Giub

17 15;

18,14-16; 19,8 9; Testamento di Abramo 1,5. l commentar i abb nr

sistonosul legame tr a

fedeltà-nelIa-prove e

ricompensa;

si

vedano

a que 

sto proposito le osservazionidi A.

v o n

Dobbeler, c l … ,

pp .

119-122.

3° Letteralmente,

«principio equivalente».

E una delle regole

giudaiche

(attribuita

a

Hi l le l )

di interpretazione della Scrittura. Due diversi passi

delle

Scritture

(inizialmente il principio

valeva soltanto

pe r

due

p a s s i

della

Torah,

m a f u po i esteso ai

Profeti

e agli Scritti) aventiun a o p iù

termini comunipossonoessere interpretati l'unocon l'altro. Per

maggior

ri informazioni, si veda H. Strack - G. Stemberger, Introduct ion au

Tul

 

mudezau Midrash, Paris 1986,

pp .

40s; e l'indice dei termini tecnici.

infra,p.

270.

Per

facilitare il

confronto. traduco

il

passivo

elngislhè

di Rm

4,3

oon

un

attivo

aggiungendo il

soggetto

implicito:

«Dion.

110

Sa l3 l , l Z *Rm 4,7»8 Gm15,6=Rm4,3

DlD

(Dio)

n on

tiene c o n t o tiene

conto

del

peccato

del -credere»

uomo=beato.

giustificato di Abramo= giustificato

èil legame

logico che

permette aPaolodi interpreta»

Gen 15,6

con l'aiuto del

Sal 31?

Seperdonare equlvale

‘ tifica.re, eseperdonareè un effetto

dalla

gratuità

dl

 

allora

lo è

anche

la giustificazione; e

quando

Gen

. dice che il fatto di credere fu

contato

ad Abramo

- giustizia, indica co n ciò che questa giustificazione è

"ta sotto ogni aspetto. La fede non è quindi un opera

richieda

un a

retribuzione proponionata,

un a r i c o m

 

=un salario.

uh

shawah

permette

cosi

di

separare

l’atto di cre  

' . ela retribuzionedivina che si

suppone

debba sanzio

 

necessariamente. Ma il

Sal

31,1-2

conferma

l'inter

 

‘one

di Paolo a un

altro

livello. lni'attiquando

Abra

 

predette nella

promessa divine, ere ancora incirconcl

 

,

pertanto. pagano,

peccalore,

come dicono gli ebrei.

E

0 fu giustificato

per grazia

quando

era

marcon

 

. significa

che

la giustificazione

divina

SIè

esercitata.

' dall'inizio,

senza

le

opere

della

Legge;

in breve,

senza

gge Abramo può

così

diventare il padre di

tutti

i

cre

 

,

circoncisi

e incirconcisi;

essendo

egli statoglustl  

7

per

la

sua

fede,

no n

pe r la

sua

fedeltà

alla

Legge ‘ 

alla

no n

era

ancora

soggetto, in quanto incirconclso

 

,

lo sono allo stesso modo.

Tutti, cioè

anche e soprat

 

- quelli che no n possonopresentarsidavanti a Dio co n

“loro fedeltà. la loro obbedienza ai comandamenn della

e, qu indi gl i incirconcisi   n o n si dimentichi l'allusl Î

fatta ad essi in Rm 4.9

 

, considerati dai circonclsl

‘ v l e uomini

perduti

o in

vista

di esserlo.

, B p r om es s a

la situazione di Abramo

sia

tipica,

che valga per i cre  

". -' di tutti i tempi .circoncisi e incirconcisi,n on va

però

se. In realtà, a questo punto

della

sua argomentazione

l l l

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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(Rm 4,13-18), Paolo affronta un'altra obiezione:

p u r

a n t

mettendo che Abramo sia

stato giustificato nell'incircow

cisione,

ci ò

non

vale

forse pe r lu isoltanto?

Non

è

egli l'ec 

cezione che

conferma la regola? Infatti,

dal

mo me n t o

che

i suoi discendentihannodovuto

farsi

circoncidere

pe r

ap 

partenere al popolo della

promessa,

la giustificazione n o n

si

ottiene

forse

unicamente

all’interno

del sistema dell’al 

leanzaedella

Legge?

Paolo deve

perciò

dimostrare che la

Legge

non

haaffattomodificato il

modo

in

cu i

si

realizza

la promessa.

Lascio

al

lettore

il

compito

di

seguire

il ….

gionamento

dell'apostolo in 4,13-18, perché è meno di?

ficile. limitandomia

rilevare

soltanto la dimensionecollet 

tiva della

fede.

Km 4 sottolinea infatti questa dimensione di un atto che

non èsoltanto una relazione t r aD io eogni individuo.Cree

dere fa entrare in

una

storia che risale all'inizio. Rm4

smentisce cosi categoricamente tutto quanto si è arrivato

a dire sul modo in cui l'apostolo

concepisce

la fede. E

nota infatti

la posizionedi un Huber,

pe r

il quale la pisris L‘

una creazione paolina,basata su presupposti

greci,

deter»

minata interamente

dal

suo contenuto

kerigmatico

(Gesù

mortoer isorto)e

del tutto

opposta

allaemuna

biblica, che

sarebbe

una

fede

essenzialmente

storica,

basata sulle

grandi

esperienze

del passato, fede individuale

radicata

in

quella

di un

popolo

33.

Queste

descrizioniun

po' caricatu 

rali hanno avuto almeno un effetto positivo,

quello

di

ob 

bligare

i

cristiani

a verificare la loro presentazione non

meno

caricaturaledella fede giudaica, enon èun risultato

di poco conto.

Ladimensione dell’atto di credere

Rm 4 pe rm e tt e d i spiegare perché

Paolo resti

così

discreto

sull’atto di credere

come

disposizione interiore: tut to

ciò

“ M.

Buber,

«Zwei Glaubenweisen- (1950), in Werke |

(Munchen-Hei

 

delberg

1962), soprattutto pp. 779-781. Si veda la ris

si a

di E.

Lohse,

«EmmaundPislisn,ZN'W 68(1977) 147-163. LepamÈebmichemn

emuna sono

della stesse radice: denotano la

piena

fiducia eil

pienocon 

senso alla

purola

divina.

112

bhevalorizzare i

meriti.

la costanza, in breve le

>del credente,

viene

dimenticato. Masubito si

pre

 

due interrogativi. Se

ogni aspetto

morale o psico

 

«vviene scartato pe r i motivi cheabbiamo menziona 

la reazione di Paolo in rapporto all’esegesi del

.

cosa

rimane

allora

dell’attodi

credere?

Nondiven 

p e r

questo evanescente? Se

inoltre l'atto

di

crede 

… è espressione della fedeltà, come

può

l'apostolo,

[ t e s s a

lettem.

parlare

di «obbedienza»

della

fede?

Paolo,all'inizioe

alla

fine diRm39,

parli

di

obbedien 

fede, in partesi spiega con l'opposizionedi cui ha

. . . menzione. cioè quella t r a opere della-Legge e

(cfr. anche Rm 9.32; 10.15); Paolo gioca evidente 

, come bendimostra Rm 10.16,sul rapporto

etimo

 

esistente

t r a hypakouein

(obbedire)

e akouein

nre). ma certamente

anche

sul fatto

che

i LXX tr a 

… il verbo ebraico

shama'

co n l’unoo l‘altro

verbo

: l'obbedienza, legata

all’ascolto,

può

così

essere se 

'

dalla

Legge,

dal

«fare» (R m

10,5) che essa esige.

e

alla sola fede. «obbedire»

per

Paolo

implica

un atteggiamento di

ascolto.un'attenzione

cordia 

_

voce

dell’altro.

anchealla

sua

parola.

in

quanto

essa

ne un desiderio.

non

in

primo luogo

o

soltanto

un

. Da questo pun to di vista. quindi. si spiega molto

il

legame

stabilito dell'apostolo t r a fede e

obbedien«

Rm4il r appo r t oascoltare/obbedire

(akouein/hypa

 

i l ) non viene definito, non p di

quanto

lo

sia

la r i

 

a

una qualsiasi

autogiustificazione o

autocompi

 

. a

cosa

rinunciare quandonon si ha (ancora) nul 

. che Paolo sottolinea eil legame t r a fede e identità.

' in Gen 15,6Abramo crede,

riceve

lapropria iden 

- r l pmbahilmcnle nola to che il sintagma

hypaknè pisteds (obbe«

della

fede)

uppare

nell'mrdium

(1,5)

e nella

pmra r i o

(16,25)

di

' ..

un a

buona

retorica

questo

significa

che

si

t r a m

di un

terna

‘ . ne lcorpo della lettera.Questa conferma,

fino

a un c em

pun

 

l|fenluzioni

di un Bultmann.Cfr. G. Segalla. «I. nbbedienzadi

'.

LS;

16.26)

tema

dd l: Lettera ai Romani?»,RivB 36 (1988)

Z.Similmenlc.il rifiutodi

andere

in

Gesù Cristo

ruò

essere qua»

daPaolo D o m e disobbedienza

(Rm 11,30 31),

ne

senso che non

in GesùCristo equivalea

rifiutare

il

disegno salvifica

:

quindi

la

i r di

Dio:

disobbedire.

113

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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màdi

padre

e:al

tempo 515550. quella dei

51101

discenden» scelta possibile

dell'incredulità,

del dubbio. L’apostolo

ti , dei

figli

futuri. La sua identità e la nostra si esprimono .…idera 50 - .

 

- , .

nello stesso

atto

dicredere.

Ecco

perché Paolo n o n privi- -n le sue nîrîîif;l‘îtî° : ;?Èèfiîìg'g:g:à?

dlllcredere,

legia, come alm“,

il

Cammino lungo

e

sempre

da ricomin» v udito

della situazione

di Abramo

Elle

pennestltle

i:sp=tzll)

ciare dell'atto

di

fede,

mo r invia all’origine,

come

a una «

modo

di

descrivere allo stato pui ) l’ano

d' fidu

'q_

d

 

fecondità che ci precede. E la fede che ci ha generati ed è parte la vecchiaia del patriarca la stenhtà

diuSa4

a

grazie adessa

che

siamo ci ò che siamo: epe r «feden

dnb»

altra u n a

promessa

folle

quella

di un a numerosissîfîîa’

biamo

sì intendere

quella

di

Abramo,

ma

anche

la

nos t ra ,

. » endenza. La

scelta

del

patriarca

fu

quella

di abbando

 

poiché

l'atto

di

credere

ci da un’ascendenza,ci

ricollega

a i

all'apparente

follia

di

Dio,

a

un a

parola

che

sembra 

un a storia, quella dei credenti… _ sconcenante sotto ogni aspetto. E nel ricordare ue 

Si vede

così

perché l'apostolo sceglie il caso di Abramo, Paolo mostra come affidarsi alla parola

divina

acqcet 

padre di

tutti

i

credenti.

Se

c'è

un a

cosa che

il figlio

n o n

di

dipendere

totalmente daessa,

non

fa

cadere nell'e

 

può dare, ma solo ricevere, e la sua‘identità di

figlio. No n

-nomia   ci ò no n ha nulla a che vedere co n

un a

deve fare nulla pe r

ottenerla,

soltanto riceverla,

cioè

crc-

,-

u n q u namos

(legge),

egli dice  

, ma significa

che

si

dere ciò che è. Ma dobbiamo subito aggiungere che

ciò

- pe r la

vita.

È

necessario

fare questa esperienza pe r

che vale pe r i figli

 

quali noisiamo vale innanzitutto per epime tutta la

ver ità, nei suoi

stessi effetti perché

Abramo, poiché egli riceve dalla parola divina stessa la ' la fede è feconda. Del resto, questa fecondità’non au 

sua

identità

di padre. L'economia

della grazia

e

della

fede t ica saliamo l'atto

del

credente; è il segno

del

vero

Dio

acquista così

la sua massima dimensione, come storia di i

Che.

pe r la fede, fa vivere,

P

#

rChé vuole

la vita (cfr,

un a promessa

in via di compimento,

come

storiadi un'im» '<

4117)? l'atto

di

credere rivela

la

gratuità,

la

fiducia

e

la.

mensa famiglia: dal padre fino all’ultimo dei figli, finché . tizia del Dio Che, essendo il Dio di tutti gli uomini, “

ci

saranno

dei credenti

La

cosa pi ù

bella

èevidentemente ma

tutti

alla

stessa

dignità

di

figli,

di

eredi

«o.

che l'atto di fede di Abramo no n può essere il solo: in cere

to qual modo, la

sua

identità di padre la riceve anche dal

credenti, da tutti coloro che,

«numerosi quanti

le stelle

del

‘L- fede in Gesù Cristo. Rm10

cielo» (Gen 15,5),

crederanno

come

lui. Il

nos tro at to

di ,

credere conferma quindi l ' identità di Abramo come padre biamocosi in parte spiegato i silenzi e le insistenze

del 

dei

credenti, in

breve

la

fecondità del

suo (d i ogni) atto di - stelo. Ma , si

dirà,

n on

c'è

forse un a differenza di con 

fede.

ma e di

natura

t r a l'atto di

fede

di Abramo e il nostro?

Ci

rimane

così da affrontare la questione

già

formulata so - .

menti,

COme dicono alcuni esegeti, perché

mai

sareb 

pra: ripetendo che l’atto di credere n o n è affatto la realiz- , venuto GesùCristo?

zazione di un a richiesta, l'esecuzione di un ordine, di una ‘ ' . o, a rischio di apparire noiosi, che in Rm 4 la fede

legge, e quindi l'espressione di u n a

fedeltà,

n o n si corre ella di Abramo ° quella dCi cristiani

 

no n èuna fede

forse il rischio di farneun atto umano senza alcuna consi  ‘ fisio, main

Dio

che vuole la vita ela dona. E questo è

stenza?

Riconosciamo

che

questo

rischio

non

viene dalla

,

-prio

il

punto

sottolineato

daRm 4: la strut tura

dell’atto

sola tradizione

luterana: Paolo, co n

la su a

estrema

discre-

credere, come relazione

reciproca

Dio/uomo, con,

da

zione sulla fede come

risposta libera

e gratuita dell'uomo ’ dell'uomo, un a totale fiducia nella

parola

divina

all’iniziativa divina, no n

rende

il compito facile. Lungi da “ è

mutata;

la

continuità

è qu i d#CÎSÎVB: PerChé vadl

lu i

il desiderio di ridurre la libertà

umana:

al cont rar io,

come indica insistentemente Rm 4,9, l'atto di credere n o n un mp _ I be a

_ _ _ _ _ '

quos

_unosuvedalloe e r i

ess ion id iAJ ,Gu

.… .

avrebbe grande

significato a n z i

nessuno

se

non

cx

fosse

,

Apologeuc Theology-, HRT

ei

(1938)

251170.

ma

Roma…

114 ‘ ns

Page 59: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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pari

passo

con l'unità della

promessa

e l'identità di Dio.

che si manifesta nel suo desiderio di vita e nel donarla

(Rm 4,23-25) 41,

Credere

in Gesù Cristo, unica

via

di salvezza

L’economia

della

fede

non

è un

accidente della

storia

ma

un a costante: ecco quanto

intende dimostrare Rm 4 Ep

 

pure

non tutto

è

ancora detto. N o n

ci sarebbero

infatti

due

vie possibili all'interno dell'economia della fede,

un a via

per i circoncisi. i giudei, e

un’altra-per

gl i incirconcisi? La

prima

consisterebbe

nel vivere

la

propria fede

osservando

la volontà divina espressa nella Legge trasmessa da

Mosè,

e la seconda

nel

credere in

Gesù Cristo

e nel diventare

suoi discepoli“. Gesù Cristo sarebbe così un sostitutivo

della Legge, un modo

pe r

i pagani di accedere alla salvez

 

za

pe r

un'altra via. Il cammino di

fede

dei

giudei

non

avrebbe

nullaa

chevedere

co n la salvezza in GesùCristo?

In Rm 10 Paolo dà

una

risposta negativa: chiunque, giu

 

deo

o

non,

vuole

essere

salvato deve d'ora in

po i

credere

i n Gesù Cr is to ,

In che modo procede l'apostolo?

Mostrando

che la Legge

stessa riconosce la propria incapacità a salvare. ma a]

tempo stesso

annunzia la salvezza

pe r

la sola fede   senza

le

opere

della Legge.

“ Clic

per

Paolo la venuta di Gesù Cristo abb' dato all'uno di credere

tutta la sua dimensione di fecondità, è stato lÀ dimostrato da al

limiterò perciò a rinviare q ui a i loro studi. c r. s op ra tt ut to l a t es d i A .

von

Dobbelcr,

Glau.be Rls Teilhabe. L’autore tratta

a

lungo dell’adoz

nc

filiale

(hyi'othzsiu) e del dono dello Spirito. Anche gl i articoli e i libri

sulla pistis Chrùtou.

Sfortunatamente gli esegeti che insistono sulle conseguenze dell'atto di

fede,

in

particolare

sull'adozione

filiale,

non

cercano

in

ener :

di

vedere

come

in Paolo si articolano la Elinziune abramicn : la liazione divina

del credente. L'unica

eccezione

mi

szrnbra essere

E.

Byrne, «Sans

ui

Gud , «SeedofAlmzham». ,4Study afthe [ d m ofrhe Samhi'p ofGod of

Al l

Christians

in Paulagainst

theJewish

Background,

Rome

1979.

‘2 Soluzione proposta da F. Mussner, «Christus (ist) des Gesetzes Ende

zur Gerechtigkeit fur jeden, der glaubt

( Rm

io,4)., Paulus -Apostnt oder

Aparzet, Regensburg 1977.pp… 31-44.

116

legge no n

dà la salvezza

…-biamente, Rm [G.S.

che cita

Lv 18.5, halo scopo di

' , -ggiare la dichiarazione che precede.

Secondo alcuni

- entaton'

43,

si

oppone

completamente ai

versetti che

-no,ment re

secondo altri

no :

10,5

=L v

18.5

tizinche

vienedalla

Legge

Rm

10,6 9 (cfr.

Dt 30,11-14)

giustizia

cheviene

dalla

fede

- - _

dei

giudei) (giustiziadi Dio)

pe r i giudei alienaa tutti quelliche credono

i r e

credere che Gesù è il

Signore

i comandamenti

..

essere

salvato

eressi

la citazione di Lv 18,5 è un riassunto perfetto di come

e comprende la proprie responsabilità davanti a

. “. in

che

cosa conferma la tesi di Paolo, espressa nel

.

precedente

(10,4)e sulla quale ritorneremo? Essa

onferma

nella misura in

cu i

la giustizia desiderata e

: da israele sia proprio quella espressa da Lv 18,5:

--  re ai comandamenti

per

avere

la

vita. Ma, ne i ver

 

precedenti,

Paolo

ha

detto

chiaramente

che

questa

'zia

no n

è (o

non

è

più)

quella di

Di o

45.

Sembra

che

nche

possibile

spingersioltre

e

dire che,

se i W. 5e 6»

no in relazione di opposizione   cosa che bisognerà

t r a r e   allora

i

termini

in parallelo

sono

in

contra 

_:c i si

può

legittimamente

domandare

se

Paolo non

»‘

. l’ultimo in ordine di tempo, : o (; Dunn, - Righteousness from

and

'Righleousnss

imm

r ,

Paul’s Imc retat ionofScn‘p

 

Km10 -10- 11G P. Hnwlltmne eD.

Bet z (

.) Tradition mid

the

ew Testament

(Fs.

E E .

Ellis),

Grand Rapids, Ml  

1- ….

1957,

pp .

216-228. Per

le

diverse

interpretazioni di km

10,5

si

. Refoulé,«RominsX,4. Encore une

fois»,

RE91 (1984) 325 332.

.. dopo

tanti

altri,LD . Dunn, «Righteousncss»,

pp . 219-222…

Sui

testuali

e le

diverse

nin-pretazioni

che

essi sotfinlendono, cfr.

n,

«Die

Gereclitigkeit

aus

dem

Ganz.

Emàgungen

zur Aus»

\lnde

Texigeechichte v o n

Ròmer 10,5», ZNW

73

(1982) 231 

» r a g i o n i sm'ngentì avanzate da

q u e s in

autore invitano a seguire il

…‘ en

auiois

(«vivrà

pe r

eesir).

fix_nnulazione di Rm 10.4-5p uù [ n r

pensar

«che prima di Cristo in

m

s t i l e

pe r

gl i israeliti : / o

i g iudei osservant i una vern

via

di

 

. F…Ref oii lt, «Unitéde I’épi‘neau x Romain: ethistoiredu sulutx,

71 (1987) 228. Questa possibilità sarà analizza… in dettaglio nel

seguente, pp . 132-136…

117

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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voglia intendere

una reale

differenza

t r a

il

«vivere»

di Lv

18,5, cioè la vita che promette la Legge

(perché

al v. 5 è

Mosè che parla), e l'xessere salvato», che, per Paolo, equi 

vale

alla

gloria con Cris to “.

Lasciando pe r il momento da parte il periodo

che avrebbe

preceduto GesùCristo, è chiaro

che

dopo la sua venuta, la

Legge

non

puòp i ù

essere via

di salvezza: le

diverse

oppu

 

sizioni,

t r a

le

altre quella tr a

«vivere»

(10,5)

ed

«essere sale

vato»

(10,9),

indicano

i

limiti

che

l'apostolo

riconosce

alla

beatitudine

promessa

da Lv 18,5. Si

può vedere come,

da

u n a semplice citazione della

Legge,

dal

semplice

gioco

dei

significanti,

Paolo indica come questa

stessa

Legge prof e

tizza l'opposizione tr a le due giustizie, e, con ci ò stesso,

l'economia della salvezza in Gesù Cristo. Bisognerà evi 

dentemente ritornare su questa esegesi di Lv

18,5, co n  

frontarle con

quella

degli scritti del tempo e determinan 

la sua pertinenza.

Fare

a credere

Nelmomento stesso in cu i ricorda la funzionedella Legge

 

la sua

funzione

e al tempo stesso la sua incapacità

dare

la salvezza

 

, Paolo va anche oltre.

leggendo

in questa

Legge,

grazie

a Dt 30,11-14,

u n a profezia della

salvezza

per la

fede

in

GesùCristo.

Ma l'apostolo

non dice soltanto

che

credere

in

Cristo assicura

la salvezza.Riprende l’ops

posizione di Rm 4,

tra fare

e

credere, co n l'aiuto

di Di

30,11-14,

testo

che, come Lv 18,5,costituivale

delizie

de l

la tradizione biblicae giudaica,eche egli

sembra

stornare

dal

suo

significato - il passo delDeuteronomioparla

chia

 

ramente del comandamento della Legge ed esige che sia

praticato; il finale di Dt 30,14 è addirittura omesso: «la

Parolaè…

nella

tu a

bocca

e

nel

tu o cuore enelle tu e mani

perché tu la metta in pratica».Comepotrebbeun testo così

maltrattato, mutilato,

confermare

la tesidi

Paolo?

Anche

Senza

dubbio la legge intende portare i suoi sudditi

alla

vita

eterna, e

no n soltantodare ad

essiunavita lunga

e tranquilla

(Sal

 ;ma;ecc.). ed

è questa promessa

che

essa riassume in Lv 18,5 (Km 10,5). Scegliendo

un altro

vocabolo

(salvezza) pe r esprimere l’altra

giustizia(quella

di Dio,

proclamatadal

Vangelo),

l'apostolo

n o n sembra

indicare in primo

luogo

un a sinonimia. quanto piuttosto un divario.

118

questo punto

la

su a

esegesi esige

u n o studio attento

e

0. Per il momento

diciamo

soltanto che Paolo

non

m e n t a né

cita; egli non

fa

che

applicare il passo

del

. teronomio

alla

situazione vissuta dal gruppo credente

nale

appartiene; la

sua esegesi

del passo

riflette u n a

. identica a

quella del

giudaismo

del

tempo 47…

Cosi

 

ndo, egli non relega

la

Legge

i n un passa to

ormai t r a

 

xso

  come sarebbe stato nel caso avesse fatto ricorso

a Lv

18.5

 

,

riconosce

ad

essa

un

valore

profetico: la

-.;e stessa

annunciava il

mistero

della fede,Gesù Cristo

no e

risorto,

pe r il quale

siamo

giustificati e

saremo

' salvati.

- rdando

la

vicinanza

e l’interiorità della parola di

, l'apostolo

mette

ancora u n a

volta

in

rilievo

i l dono

' to che

si

esprime con

essa.

Credere non

è l’effetto di

r icerca indefinita, ma l’effetto di una visita, di un

.. o

che

ci precede,

che rimane

in

no i

e

che richiede solo

essere accettato. e po i confessato.

10e i l resto della lettera

ò

così

vedere

come

Rm4 eRm 10siano complemen

 

nel pr imo sviluppo, Paolo presenta alcune delle co 

nti

della

relazionedi

fede,

enel

secondo

mostra il

signi

 

' to

decisivo

dell'evento GesùCristo

pe r

la

fede:

la fede

Gesù Cristo,ed essa sola, salva. Diventa cosipercepibi 

l'importanzadi Rm lOnell'insiemedella lettera: Paolo

.

s t r a

lì che

credere

non è

solo

essenziale

pe r

la giu

 

cazione (Rm 4), ma anche

pe r

la salvezza… All’argo 

4 tazionemancherebbe

quindi

qualcosa di essenziale se

9-10

n o n

appartenesseoriginariamente

alla

lettera.

 

e sviluppo progressivo

del

tema

della fede

in Rm

ve 

lica

quan t o abbiamo detto

sull’esplicitazione

progressi

 

“dei

concetti-chiave

della

pmposl'tio principale (1,16

 

.

che

t r o v a propr io in Rm 9-11 leprecisazioni

richieste4 la

sua

comprensione e la

sua

conferma.

.. 10sottolinea ugualmente la differenza tr a la situazio 

di chiunque credenel Vangelo e

quella

di Abramo-

per

patriarca, che ma i sembra dubitare

dell'origine

divma

cfr.

ancora Dunn,

.Righiouusness…p.

220…

Page 61: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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della voce, l’apostolo n o n

si sovraccaricadi

intermediari

c

n o n dice nulla sul modo in cu i

D i o

si comunica; m e n t r e

pe r

il

Vangelo egli

ripete a p i ù riprese che il messaggio è

sempre portato

da

voci

e vite umani,

che

s i è p re se nt a to

dapprima e s o p ra t t ut t o sotto la

figura

di un u o m o , Gesù,

nel quale si

pu ò

riconoscere o meno il

Figlio

eterno di

Dio. Questo

spessore

umano, che n o n

è

soltanto

un

fatto

del destinatario

  credente

o

non)

ma anche del messaggio

e

del

suo

araldo, determina

fondamentalmente la

relazio

 

nedi fede e

pone

direttamente il

problema

dei segni e del 

le

ragioni del credere;

ma sfortunatamente

n o n

ha s t i m o ;

lato finora l‘attenzione degli

esegeti

della lettera ai R o m a

n i . …

Concluden 

Gl i studi.

anche

recenti,

sulla

fede in

Paolo

n o n mi

sembra

che abbiano

preso

abbastanza in considerazione le a r t i c o

lazioni logiche di ogni lettera.

Se,

in

Rm.

il modello

retori

 

co e i l p i ù inglobante e se. fin dalla

propositio

principale

  1,16-17), la fede viene presentata come una modalità on 

nipresente,

l’esegeta

n o n pu ò

fare

a

meno

di

seguire

c o n

la

massima cura

la progressiva esplicitazione di

q u e s l u

concetto

in

funzione

degli imperativi dell argomentazio»

ne.

Ho voluto solo

abbozzare alcuni

suggerimenti, nella

speranza che stimoleranno la ricerca.

Ciò che l’apostolo vuol far

comprendere al

suo lettore

è la

posta in gioco di quella che ho chiamato l economia della

fede,

n o n

solo

p er

i destinatari

della

giustizia

divina.

ma

pe r

Dio stesso, il destinatore, perché ne va di mezzo la

coerenza

del piano divino e della su a attuazione.Tenendo

conto

della

coerenza, Paolo

invoca

la Scrittura,

dove

si r i  

conosce

l‘economia

in vigore fin dall inizio: la venuta di

Gesù Cristo n o n

ha

modificato

l orientamento; ha piu…»

sto manifestato l aspetto inaudita

del

dono gratuito che

arriva

fino

alla

salvezza.

Quanto

alla

giustizia

divina.

essa

si manifesta interamente c on l economia

della fede,

poiv

ché

pe r

quest ultima

tutti gl i uom i ni

sono

salvati, senza

differenza alcuna.

Volendo così sottolineare il dono   universale,permanente,

ma manifestatoin

modo eminente

in Gesù Cristo) di Dio,

Paolo è di u n a r a ra discrezione sull aspetto um ano, sem»

120

perfettibile. dell atto di credere, cioè

sull’atto

di una

in situazione, c o n i

suoi

condizionamenti, \ s u o i

, le sue

lentezze.

Ma , sel a com ponente umana del

- è i n qualche modo eclissata dall agire gratuito di

v perché l’esordio

  1,5)

e la perorazione   16.16) di Rm

  -   vono la fede come obbedienza? N o n

c’è qu i

un a

,

-dizione, u n a concessione fatta

all’economia

delle

e della

Legge? Spero

di

aver

dimostrato di n o .

.e il

fatto

che sottolineando

la giustificazione

pe r

la

fede, Paolo sembra n o n ponderale

le difficoltà

della

posizione:

che

cos è

un a giustizia senza

la

Legge?

an

-n

contraddice

le affermazioni di Km 2,

dove

D i o r e t r i 

’ secondo le

opere

della

Legge? È un p u n t o sul quale

eremo.

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Capitolo sesto

Cristo e la Legge

Un

elemento accomuna gl i

studi pubblicati in

questi ultir

mi

anni:

dimostrare

come

le asserzioni di Paolo sulla

Leg

 

ge sono determinate dalla

sua cristologia

1.È la

fede

in

Gesù Cristo,

con i

suoi effetti

salvici in

tutt i

i credenti, di

qualunque origine

essi

siano, e no n l’eco

del sistema legi

 

slativo

mosaico,

che determina le affermazioni dell’apo

 

stolo. Questo dato acquisito

no n

sembra debba

e s s e r i :

messo in discussione, tanto

pi ù

che la

composizione del

 

l'argomentazione lo

conferma.

È

sufficiente

prendere un

esempio

che è

tipico

al riguardo: Rm

58.

Sono infatti gli

enunciati sulla sovrabbondanza della grazia ottenuta dal 

l'obbedienza di

Cristo

(5,12-19),

che

permettono

a Paolo

di presentare la sua tesi sulla

funzione

della Legge

(5,20),

tesi

che egli svilupperà e giustificherà (7,7-25),

dopo che

lo status

del credente

è stato

descritto,

sempre

cristologi 

camente, in Rin 6, come essere m or t o e sepolto con

Cri

 

sto.

Che

la

Legge

provochi

l'ira

e

che

accusi

coloro che

si

ai 

fidano ad essa (4,15),

che

faccia proliferarela colpa (5,20)

e sia infine al servizio del peccato (7,7-25), Paolo n on l'ha

dedotto

da un'esperienza

personale

di

fallimento, che al 

tr e affermazioni sulla sua

irreprensibile

osservanza

dei

comandamenti della legge contraddirebbero (Gal

1,14;

Fi l

3,6), madall'effettiva

liberazione dal

peccato in Gesù Cri 

sto . Questo giudizio negativo sulla funzione

della

Legge,

in

nome

dell'esperienza in

Gesù

Cristo,

è

chiara

in Rm 1

 

8…Ma è ques&i l'ultima parola di Paolo? Alcuni esegeti

\ _Ctr so p ra t t ut t o s .

Kim,

m Origin of

p … i ' ;

Gospel,

Grand

Rapids.

Michigan 1952; ugualmente J.A. Fitzmyer, Paul and Hi s Theology. A

EriefSkzxch, Premi-ze Hall, EnglewoodCliff s, N ] , 19892, dove si pu ò i m  

vare una bibliografia sull'argomento.

122

. dell'avviso contrario, tanto la sua presentazione

del

, legislativo giudaico, in Rm

9-11, sembra

differire

quella

dei capitoli precedenti.

«Stando

a quanto Paolo

della

Legge nei capitoli 9-11,nota recentementeun

.. .ematore , niente ci

autorizza

a squalificare quest ul

 

'

Anzi, Paolo

suppone

che prima

di Cristo la

Legge

stata

pe r gl i

eletti

una

vera

vi a

di salvezza» 1.E

i m  

: le

quindi

interrogarsi sulla coerenza delle afferma 

di

Paolo,

sui

meandri della

sua

argomentazione. La

: in gioco della

ricerca

èevidente: il Dio che harivela 

, sua volontà e i suoi giudizi nella

Legge

hada

sempre

- di giustificare senza la Legge?

I l Interrogativie le loro implicazioni

POSTA IN GIOCO SOGGIACENTE

.- 10,4 è

l’unica

affermazione

della lettera

ai

Romani

in

Paolo menzioni insieme, per metterli in relazmne, Cri  

: -e la Legg ' «Infa tt i Ielo; della Legge (è) Cristo, per

) la

giustizia

a chiunque crede» 3.Ledifficoltà di

que

 

-

versetto

sono

proverbiali,

sia

pe r

il

vocabolario

che

4 la sintassi: la maggior

parte

dei commentari si soffer

 

sul significato della parola telos  

«scopo»,

«fine»,

rapimento»?   al punto da

dimenticare talvolta …Chî

, “ n e

delle

parole

solleva

interrogativi

più

difficili: si

: di un attributo «Cristo è fine/scopo della Legge», 0

una

designazione:

«lo

scopo

della Legge e Cristo (sot 

: lu i e lu i soltanto)»? Quanto all'ultimo sintagma,

»è preposizionale (eis   aiosyrièn

ponti

td

pisteuann,

- lagiustiziaa

chiunque

crede»,

può

cambiare il senso

  frase in funzione del o dei termini ai quali è

collega

 

‘ . Versetto difficile

dunque, che

ha suscitato numerose

. M o u l é ,

.Uni lé

de l'épl'lv

au x

Romain:

el

histoire

du

salutn,

RSPT

( l987) 128. _ . > . _

i m e pm è nominale, perciò nella traduzione Italianabisogna n 

in parentes i il n i verbi. ‘

: -- alcuni modi di combinare i diversi elementi della frase: «Cristo

a Leg e dàla giustizia a chiunque credex

 

(il

prepos riale … ca «Cristo

 

) ; «Cr is toha

m a s o

un

_i:gmi

 

Legge di

modo

che la

usl.izia

fondata sulla fede èaccessibile a

(esso

modifica

tu ttoc iò che precede); «Cristoha messo un

te rmine

123

Page 63: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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controversie5, non ancora

sopite.

Come fa notare F. Rc 

foulé, la discussione, che si è concentrata soprattutto

su:

possibili

significati

del termine telos, maschera spesso

in

figata in

gioco

dell'interpretazione: Paolo

sottintendereb

forse che,

fino alla

venutadi Cristo, la Legge er a una

via

di

salvezza? Nel

capitolo

precedente 5 ho

lasciato in 

tendere

che la forte opposizione

t r a

«vivere:-

(10,5)

ed «es 

sere

salvato» (10,6-13) n on sembrava favorire questa in

 

terpretazione, ma si

potrebbe

obiettare che

il

passo

n o n

mette in

alcun

modo in rilievo l'opposizione tr a «vivere»

ed«esseresalvato». in effetti, se10,4

dichiarache

è

l'evenr

to

Cristo

che ha reso obsoleta la Legge

come

via di salvez

za, allora 10,5

e

10,5-13 no n

oppongono

due

sistemi,

quel 

lo della

Legge,

incapace, fin dall’inizio, di procurare la

salvezza,

e

quello della fede

in

Cristo, che

porterebbe ad

essa, ma un a

prima

via di salvezza

(l a

Legge)e un a

secon

 

da

(la fede

in

Cristo),

che sarebbe

ad

essa

posteriore e la

renderebbe desueta. Poiché entrambe queste interpreta»

zioni

sembrano

awalersi dell'appoggio

del contesto pros 

simo, è necessario un esame attento dell'argomentazionc

paolina.

CRISTO, FINE

DELLA

LEGGE?

Il

fatto che

in Rm 10,4-9

Paolo n o n

si riferiscaa

una Leg;

ge

fonte

di salvezza

fino

alla

venuta

di

Gesù Cristo, lascia

intatta l'esegesidi telos in 10,4.

Alcuni

vedono in

Cristo

la

fine

della Legge perché libererebbe dalla maledizione o

dalla

condanna

della Legge

di

cu i parla Gal

3,Rm 4,15 7,

Secondo

altri

esegeti. che si

basano

su Rm 3,27 e 10,3,

Cristo

metterebbefine

aun'osservanza

perversadella

Leg

 

ge, al desiderio

umano

preoccupato della

propria

immagi»

‘alla Legge,

affinché

la giustizia fondata sulla fede

sia

accusibile a

tut t i .

(stessa cosa,

ma la preposizione

ei :

riceve

un a

sfumatura

finale);

«Cristo

e lo sco della Legge, essa il cui soo @proprio ingiustizia di chiunque

crede»

mltlmosintagma modifica i temine «Leg .) ; ecc.

’ Per la

storia

dell'interpremzione si veda Panico o di IL Refoulé.

«Ro

 

m i n s x, 4 encore un e fois», RE91 (1984) 321-350.Ugualmente, H. F i r

sànen, Paul and the Law, Gòttingen 1983, pp , 53-56.

**Cfr.p. 117.

7 Si veda anche a… 5,20 (la Legge ha fatto proliferare le trasgrssioni);

Rm 7,7-25.

124

-

lla

propria

giustizia,

e,di conseguenza.di

glorificar 

t i a Dio. . .

- é ha a mostrato che la

prima

interpretazrones1

-udon

ilgclontesto,in particolare

co n

Rm

9,4

e

9,31:

Legge ha da sempre favorito la disobbedienza e la

sione,

perché, in km

9-11, Paolo loda

lo

zelo dei

iosservanti evede il loro indurimentosolo come un

. i - di Cristo o

del

Vangelo? & … ’ _

to

alla

seconda

interpretazione,

essa

implica

eviden

 

‘.

-«-te

che il rifiutodel Vangelo n on sia la

colpa

p i u ra 

' -

dei

giudei,

solo un a

conseguenm

della loro relazio

 

.- rvertita con la Legge. Ma Rm 10,3 d1ee esattamente

n t ra r io : il l or o zelo ha preso la dire21oney sbagliata

' hehanno disconosciuto la giustizia divina nvelatadal

. - 10. Del resto,

checché

se ne

dica,

la part1c1p1ale

anda di stabi relapropria giustizia»

(10,3b) non

’ ma

che

i

giudei

desiderano autoglonfiearsl ovantarsi

loro meriti davantia Dio, ma che vogliono restare nel

  sistema,

quello

della Legge, e che,secondo loro,ott ie  

la giustificazione. in altri termini, la kauchèsis

(orgo 

' ) giudaico,

che

Bultmann.

Kàsemann,ecc.

oppongono

calmente

alla

pistis

(fede).

come l arroganza

all

umil

 

non

si

riferisce

al desiderio di accumularemenu9.Per

‘ . 3,27 è stato del resto dimostrato che Paolo non lia di

un

qualche

atteggiamento di sufficienza()di

1nd1pen

 

t : ne i riguardi di Dio ‘0. In

sé,

l’orgoglio del giudeo

., ha

nulla

di perverso o di

peccato;

e molto semplice 

…te l’orgoglio di uno status

accordato

Per grazia: seè

-glioso, lo è innanzi tutto di Dio

che

gl i ha

dato

la

To

 

A

questo livello Paolo

non

gli

muove

alcun

rimprove

 

, ma affermaunicamenteche la fede in Gesu ('Iristo,

pre

 

: e preparata

pe r

tutti,

quindi

alla

portata di tutti.

pe r

 

. . ,«Romains 4 . ,

334.

milliîzrs.

Paul,

p.’%8

Refoulé,

«Remains

XA», 339-340.

Cfr

]. lambrecht.

«Why

is

boastìng

exeluded?

A note on

Ra m

3. 7

. 4, . ETL 61(1985) 365 369eR.W.Thompson, «Paul5Double gnu;

of Jewish Boastìng: A

Study

of Rom 3,17 in

I l s

Contatti- Ex 6

86) 510531. Come n o l a giustamente

Westerholrn.

Israel-s If:w,

l

«Applicandoall'uso perverso della

Legge

le

affermale

ni di

Pao

mludan o dalla giustificazionela

Legge

ele

sueopere,

;.

perde

com»

. .. enne di vista

ciò

che

l’apostolovuol:

dimosuaje». Sulla

kaukhèsu,

. veda in particolare J. Sanchez Bosch, «alarm…»

segun San

Pablo.

- . y

teologia

dz

knukhaumni,

Rome»Bareelona

1970.

125

… ..….… .… …………………………

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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mette da sola di escludere l'orgoglio di uno status

privile

 

giato. E tale è proprio la

portata

di Km 10,4: «l'abrogazio 

ne della Legge è ordinata all'universalismo della salvez

 

za» “. In breve, sel'economia della Legge volge al termi

 

ne con GesùCristo.no n è per ragio ni negative(maledizio 

nea, all'opposto,arroganza), ma ,

come indica

il

sintagma

preposizionale

eis («in vista di», «verso»)

di

10.4b

-

che

invita

a leggere in

una

tale finalità il disegno stesso di Dio

 

,

perché

la giustificazione

raggiunge

tutti

gl i

uomini

sen

 

za eccezione.

Comprendiamo

bene

la formula: di

termine

della Legge è

Cristo».

Sela parola

telos significa

«termine» (d i un

regi

 

mein vigore), allora questo

termine

e quello

della Legge,

e

non

solo

quello

del «cattivo

uso

della Legge:, come vo r  

rebberoalcuni commentatori

12.

La

formulazione

di

Paolo

non ammette infatti alcuna ambiguità; egli no n oppone

due

modi

di osservare la

legge.

ma

due economie: Legge

e

Fede, Legge e Cristo.

Questa

esegesi trova

sufficiente

appoggio nel contesto

prossimo

e lontano di Rm

per non essere

probabile. Ma il

problema

non e esaurito: i l termine

tales

significa

«fine».

«scomparsa»? il

versetto

e il

suo

contesto

n on

esigono

piuttosto

che

si

veda

in

Gesù Cristo

lo

scopo della Legge,

colui

verso

il

quale

essa tendeva. che

essa

annunciava e

nel quale

vedeva

compiersi la giustizia promessa? Ricor 

diamo

d‘altra parte

le

ragioni pe r

le

quali

numerosi esege

 

ti, soprattutto d'oltre Atlantico, si rifiutano di attribuire a

telo:

il

significato

di

«fine». «termine»:

«Comprenderekm

10,4 come se

Cristo

mettesse un termine

alla Legge, an

 

nullassela suavalidità nel

passato. nel presente

e

nel

futu

 

ro minaccerebbe tutto il tentativo di

Rm, specialmente

quello

dei

capp. 9-11»

\3.

“ ?…Refoulé.

«Runnins XA», 338,

Cfr.

lo

Sl ims

quantiam's in F.

Refoulé,

«Romain

X.4-,

340-342.

  Quem opinione, di M.A,

Getty,

«Paul and the Salvationof israel: A

Perspectiveon Romans 9-11», CEO 50 (1988)

466,

è abb-stanza rl

re

 

sentativu. Per questa

muni.

il tentativo di Rm

non

e di …i n 

darnenti

della teologia

di

Israele.

nedi sviluppare

una

polemica

contro

i

giudei,

nédi escludere Israeledal

disegno salvifico

di

Dio,

madi include

 

r e l

i in Israele. il

seguito

del

nostro

percorsoesamineràla

fonda 

tezza i ns

tale

inter-pretuione.

126

SCOPO

DELLA

LEGGE?

.: . . : to che F. Refoulé ha presentato in modo

esau

 

' argomenti a favore di

questa

esegesi “. dovrebbe

_' sufficiente

solo

un breve

richiamodei dati.

- -m che difendono l’ideadi finalità,

alcuni

siha»

Rm 9,30-31dovevedonostabilitaun a equivalenza

.' ia

alla

quale m i m la Leggee la giustizia

della

-

scopo

della

Legge

sarebbe allora

la giustizia

stessa

. ricevutagratuitamente

dai

paganie

accessibile

Questa

interpretazione

n on

èapr io r i

impossibile.

’inconveniente di spiegare km 10,4 a partire da

ancora

p i ùoscuri edellittici.

o

altri

commentatori,

che

preferiscono chiarire

a partiredal contesto seguente, i

versetti

Rm 10.5

‘ n '

10,6 8, possono essere detti

di chiunque, in

‘b0mpie

i comandamenti della Legge.

Paolo

vorreb 

* m os tra re

che con

l a v en ut a d i

Gesù Cristo

e i l

:: SpiritoSanto, si compie la finalitàdella Legge.

'opporsi, gl i enunciati di Rm 10,5 e 10,6-8 si

:

pe r

il credente, l'adesione

alla

volontà

divina

e

con

l'agire

permette

di

ottenere

la salvezza.

-- caso, il «vivere»di

10.5equivale

al

«sarai

salvo»

'ela congiunzione dein 10,6

no n

haun

senso

av 

«max). ma solo di transizione («e»). Questa

in

 

ne, però,

non

può

veramente essere appoggiata

.

che no n

combina la fede in Cristo e l’osser 

, :

Legge

mosaica.

hanno fatto ricorso ::

Gal

3,10-12, passo molto

vi

 

, .. 10,5-8. Come

quelle

di Gal 3,10-12, le citazioni

.5 eD 30.11-14 fatte daPaolo in Rm

[0,5-8

sem

 

. piuttostodimostrare che la Scrittura esprime 

mtitesi fondamentale tm la giustizia della Legge

“dei giudei) e quella della fede (l a vera. quella di

. Si obietterà

forse

che Gal 3.10-12 scredita la Leg 

342-346.Si

vedano, nell-

bibliografia I l ] :

fine

d t ] vn 

Hownn‘l (1969), W. Meyer. C.T. Rhyne (1981),

che

” :? Lurdemnm, Die Gerecbxigkeit dem' A. ' « aus

und

z ur

Tenguchichu: vo n Rbmer

127

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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se molto

p i ù

esplicitamente di Rm 10,5-9. È

vero,

malo

appodm‘ani che :bbiamogià rilevato tr a 10.5e 10,6-9

non

. î hno

in primo

luogo

ad

offer-mm

l‘incapacità dell.

… : ‘ustificarecoloro che l‘ossewano, perché, in Rm Ì ,

’;]?

filo

ha già hn

lungo

mostrato che solo la fede

giu-

' “ ” … ”

’ ll citazione di km 10,5 non presenta il regime del- , . .   _

negntivameme, poiché

èla

legge stessa

a

enun-

“ … “ Emrîéîg'lg’mapeufn?lgzàleert.

'

tagico del

' ”

sistema.

ed è

sollanm

in

Cristo,

  'zly’niisîiîxieavore

diu rli-Aa

lele

izione.

ne

notia

 

dell'economia

della

fede,

che

sene

percepiscono

,

ngm:

la

fondatezza.

In

eni,

mentre

in Km

«5

stesso

indica in che

modo

vada compresa l’ar- ' 11 2 Paoloconsidera la situazionedi Israele :\

one

dell’apostolo. ‘ . p… 3,31],

sua

puroln, dalle

sue

scelte. in 9,30 

3'ue citazioni (aplicita pe r l: 18,5, e implicita per '

- e m a :

partire

dal contrasto tra le nazioni e

14) dellaTorah siano delle profezie. non

implicn

là damolto tempo alcuni esegetiavevano mmm,

che

Rm

10,4

fuecin di Cristo lo

scopo della Leg  arrivare

aun

accordo

sull’esotta divisione,

che

tti, il versetto che

precede

(10,3) non

treccia

un

ione

di

questa unità

letterann

era

di

tipo con 

che andrebbe

d i ] ] :

legge al

Cristo.

ma affermo . L'ultima

divis

one. In ordine 870110108150»

, io una incompatil: ù

trafitiue

t ipi di giustizia,

tr u

adenas  .

_ f propria» (econominde Le ‘ e.per i l gludeo)e , . .

- mini:dim…(economiadella fedf‘per …) edm i … Mg@lg;ele;n ;-,gan‘=

d° =“““”

perciò

cl1e nel verremo. seguente relos

|igniflchl 0

?41_21

..;:finm

.

mPinsm

]:

V | ,

delh

, . ] .

«leoper; tale

incompltib1hlà

ricluede

al

giudeo che nnun-

  ’ d i …

ci I comldernre in

Legge

come

via

di

ulvezza

”. *

L’esegecidel passo non è però terminata. Due interprela- ”ille precedenti. deve

essere

però affinata, pereh_é

zioni rimnngono tra loro concorrenti: Paolo

può

opporre . sufiìgieniemente tutte i dati. Badenas fa iru 

il i l ] …

della Legge,

incapace di

dare

la ;alvezza e

quel. 'In 10,14

esi

vede perché:

seil

tema delrifiuîp

Può

la

delle fede

in Cristo.solo il

quale

porterebbe ad

essa,

ma la tematica di

A'.

e se 10.l_6.

Ch?-

appartiene ’

può nnche opporre due vere economie di

anlvezu.

lapri- unità facilmente identificabile#

10,14'17): '::fil’

ma.

anteriore

nel

tempo, costituita dilla

Legge.

e la secon- » ln disob_bedienna.

tema

che sn

ricollega

: quos:

da che avrebbe rm l'nln-aobsoleta- caratterizzata

dalla

vuol dire

che

1w. 14-21'fomluîllì7sîion è

fede

in GesùCristo. Di

queste

dueesegesiquale preferire?  “ la …onedgllrzuàa'nîbedienzadi israele

Cerumentc quella che rispetta di

p i ù

la dinnmica dell’ar- nbboàza're.‘1terna…

…E;

esistente

tra

fede

;

gomeniazione paolin he per tale ragione è necessario . . :; (cfrmlse

coppie

pisteuein+nkoudn pùtis+a 

oonpiderare piùdavx no.

44.16.11).

… di cui parla

già 10,8.

Èpossibile

i

vv.

14-17

dai

w.

4-13,

tanto

pi ù

che

Il

  Anche ue l C r i mdihm lo1.u … …v.

p r e u

nelm e o … '   E‘”“ W i n s … &e idm‘c' seSiPrendono

m m m , h n … a m w a m m p e r r m i o h r o n h m n u n

 

c h … fl c r l s m : h u m i u m p reminnnn. ? . .

  Ml?ldnmdìeenuichehlegge(mounu)nonnbhudxmrnln

ngdmu.Chiùtthe£ndofllulaw,…l_fl,4quulu1ll

…Mi’elipdnquellioometqudmcxòclueta

esal-

, s … m s , m . a … … b … m d d i … …

. 9S-99.

128 129

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in considerazione i diversi elementi del

discorso, 9.30-

maggior parte delle

composizioni

concentriche

10,3

e

10,18-21

si

corrispondono allora perfettamente:

'

ch e questa

è di

facile

interpretazione. in A

l'a»

« :. '   in modo incoafivo, sen o n addirittura

il tema o la questione pendente. alla quale darà

'

“one

chiara,

ferma,

in A’. La

parte

centrale, Br

- di presentare le

chiavi,

le ragioni o i cr it eri

' si pu ò

passare

dalla questione

alla

su solu 

Rm 9,30-10,21, ecco, schematicameme. come

composizione

concenirica:

A =9,30 10,3

gli

attori: israele

e le nazioni;

&loro situazione in

contras

( i l i

hannoricevuto la

giu:

le ragioni:

israele

e

inciampato

(citazione scritturistica) .

suo zelo erroneo;

a differenzedi israele, i gen 

A'= 10.i 8-21

li

attori:

luraele : lenazioni; problema:perché israele e le

unioni

sono in

unn si

 

loro situazione in contrasto; ' ‘

ioneinverte

a

quel]:

prevista?

Rirposta

ellittica;

e la ragione: disobbedienza, ribellione di israele (citazioni ‘ mi in

cu i

gi

enuncia

]. chinve che permette di oem 

Cl’itlul’isticbel ' '- indonazione: mio la

fede

in

Cril in

(o

nelVan 

. - ) è v h d i s a l v e u a p c r m t t i ; _

Queste corrispondenze

non

impedisconoevidentemente ll ’ i o n i o alla sionzignedi imelelnlzioni: Israele.nlqun 

progresso

del ragionamento

paolino: lo

zelo

col quale

, è

stano r i ve l i ”

11

Vmgela.

è l'=fl>°nsitbllc =

di”…" 

Israelesi aggrappaalla

sua

giustizia sembra

dapprima an-

"=  

dare di pari passo

con

un'ignoranza

non

colpevole

(A), ml

aull)a

fine

viene

qualificato

come disobbedienza, ribellione

incorniciata daA e A’. la parte centrale è tenuta

strette

 

mente

insieme

dai

numerosi

riferimenti a

Cristo

1“ e - , , . .

come ho

già

segnalato - dall'insixtenza

dell’upostolo sul …PONDOBG concentnc_a,

Il lettore attento Può

legame tr a

fede

e radicazione/ascolto“.Quest,.

unità

ug. _

trov_a.re

tin ostacolo in Rm. io,]. dove,

:enîn

matica

è in quale e

modo sigililta. alle

sue

estremità, d. to

agli inizi

di

nsposta forniti

in 9.32-33,h1’a2h0

un'inclusione

22edalla tecnica deil'accostamenlo

23.

-bozzare

\_m nuovo sviluppo:

egli

no l a

_anc e e

e espressronn di 10,1 4 riprendono.pi ù o

meno

le.

quelle di 9.30-33. sembrando cosi un doppio 

modello,

argomentativo

-oscendo che sono molto forti

gli

indiziin favore

" Menzionmo

I O M

dive… fanne: Christus

(V.

‘ 5

7.i7),

”sous

(V. 9),

Wo; («[Slgnorleén); v

su: 13;

si potreblèe aùdgsxe lungere

::laggel'

« … u . ; v .

, ne

… u n i n c u i e n … oggem v … - - - cen:

d'sub' 

lo

(cfr.

m

1,1..xcnrîsnoun

che in10,9 il

pronome

pemruie

num:

n- ““papgg’g'ijîfìfz‘î‘

13’j,'53°‘9’31“>”

““ ‘ '

Vi l

Il ente E IO . . ’ ' '

“ c . il

voceboiario cancerneule

la prochmnzione:s l ama («bocca,w.

no n

ha

°°P‘.P‘“ΰ '."

…‘

(.3'31")

” “°“ “ ‘°"° ”"

8.9.10l:phihaggos

(«vocem

v. la); :… ( « … n . ,

due

mlm .] v. a . alla siu mmdi Dm

(10.30).

17.1

leòfysrein (upmchmmr, W. 3.14.15): homaiogel'n (uccinfessaren,

v v, 9.1 epikaloumai (ninvooerer, W . i 4);

amggdiuszhai («muge 

'

18)

’a'k‘ÉfP'

°à'f"°

d'uvm°ll°e°:

…"l(‘“à°lmf'

‘;à‘

““‘;’°'”

' '

… i o

'. in a…

10.447.

|.

tecnica

si

Applica

ai….

. '

«pre

'cazinne» v,

, o « q u o - ,

u e v o i e v. 17… ' … t i , ' ‘… nti ’

;

Cfr’ùàlliemxgu

.cmm.. d::

:Îmo

fill:ordnregliicbe un‘irmlusioin d ' "

“"'"

' "" s' " °° …

u n i ' i oc e no n pr e ce e ' t r l mn ic an ip wloqundoun. d d ] . «

unità lettmriae ma

wlidxmenxe

verificau

una

ripetizione

 essicogn-

……c…m°%

C " “

estere

consider-ta inclusione. … @…

m

” c N.Alett i- hubiet.Approchepoériqueeltluéalcpîquedrsi’snu- , , , è | , … __ _ .

…, 933, pp. 0-41. L'accostamento consiste nel riunite. alla

l i u

di una unità letterari:

(breve

o

lungo. poco

importa)dueo p iù termini in '

- . M

(è) pu ]. …; di Cristo.

131

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di

chiunque crede

(10,417).

ict::)d’incilmpo (9,3%). di scandalo (9,33a) // Crisi» , . .

che

hala funzione dispiega:-ia e

giustificarla;

in

cm’

crederà

in

Lu i

non

sarà

deluso (9.33b)//pe r la

iustizl|

_  £$;thgg;'ggg:l;fiiéàfjjàf°iàffij

di

10,5 n o n

ponebbggavere lo funzioni;Idi proposilia

t o n o n è s e ”to

unos v iu

c e r n i r i a 'u 

] “ 9v39'33 °

10'1‘3

3PPWFSD‘IO davvero ? … stes 0 Possono E‘sîere scartati mcîì°10,2 e 10,3.%:lhe

unitàlogrca? Una conoscenza, anchesommana. delle tec- -.

giustificati

entrambi

da un solo versetto (10,2 da

“She della ” ” “S ” “ P…?“di“°? Wm   ‘,  i …e0,3da10,4).Solo 10,4 genera ilresto dellaparteB

st_1

Versetti

un

certo

numero

di carattens|tiche

_dell

e m

7).

Basta

un

solo

colpo

d'occhiosul modo

in

cu i

ladiu

dopo

lennncxato della sntuazwne e l a . one

al-

r

parte

dei sintagmi di

10.4

sono esplicitati dalle

l“5i”'

” m m m delle

M ° …obiettive

che

… “ “ Pr°' unità lop'chesusseguenti

pe r

verificarlo facilmente:

vocata, Paolo da alcuni

dati

soggettivi.

ricorrendo, come

richiamodall’uso, a ipathos

(10,1: «loslancio

del mi o cuo- \ … ( a c m . w m u h u m m ‘ m h c h m m u e … a

re ela

mia

richiestaa

Dioper

la

loro

salvezza»)e all’ethos ; ; ; 3 1

( i n uello di Paolo, che testimonia. e

quello

dei giudei.

l”…

 

zelo

per

Dio).

[ w.

10.1-3

riprendono a un

altra

ivello

li elementidi 9,30-33;

formano

con esai l’introdu 

zione ell'unitàdiscorsiva (9,33-10,21)e

permettonoall'a

 

postolo di

fomulare

in 10,4 la tesi che svilupperà nei re  

sto dell'argomentazione.

L’a

stelo combina quindi due

t ipi di composizione e li

ren

e

omologhi:

v, 5

vv.

(» ? v. in v v, 11-13

vv. 14.11

- cominciu lasciando alle due giusiizie opposte il

to di presentarsi,

poichésottolinea

la

pomata salvifi 

'atto di fede. la sua estensione

massimale.

e

finisce

descrizione di

come

si è

generaio.

dall’invio degli

\

fino

alla confessione, da parte di ciascuno, di Gesù

Signore.

pe r

sottolineare

ancora che

l’economia

del

 

no n

è

caratterizzata

dall’osservanza madall’ascol

 

amposiziane

concentrica

9,30-10,3

A introduzione

pmposit io-lO,4

‘° ”   'pmbalia=

10.5-17

was-21 'A' pemmn'o

’i l termine

telos (termine) di 10.4 resta

senza appa

 

, ;piegazione.

Otu. come indica

la sua posizione e'n 

'

all'inin‘o

dell’enunciato), l'

omentazionedovreb 

.

primo

luogo iustilicare e ' ustrare tale termine.

. . . _ .

riesce

quindi ’apostolo a

mostra che

«Cristo

è

ter  

L uso

dei due

modelli retoriciè q u i ancora p iù

facule

per-

…della

Legge»?

ché l’introduzione e la conclusione di un

discorso.

co- «*

struiio

secondo le

buone

regole della retorica

greca,

si

corrispondono. Senza negare l‘esistenza della composi

 

zione concentrica, aggiungiamo tuttavia

che

la dispositia

retorica

dicemolto

di pi ùsulla dinamica e le tappe

dell'ar

 

fomentazionepaolina, rivelandosidi conseguenza più

uti.

 

per

l ime

xetaz‘one:

sapendo

Che

“ ragionamenm ‘ ”

reso

caduca l'economia

della

Legge.

nel

senso

che

Paoloè

una ispas

io, il lettore

prevede che

le spiegazioni 1 pi ù

necessarioessere

so t t i

alla

Legge ,

cercare

sommarie ed

enigmatiche

dell'introduzione saranno

pre- ...…giustizia.

Paolo f e i n q…

giudaismo

cisate.

dovranno

cioè

essere interpretate alla luce delle » ,

tempo

ha

infatti

scelto Lv 195 comerappresenta

 

pmpositio e della

pmbatio.

' '

Che 10,4

sia la pmpositiodel

passo, tutto

lo conferma… La

frase è concisa e,breve, ed e d'altra parte seguita da una

- 5 ,

via di salvezza prima

della

venuta di

Cristo?

alcundubbio.

l'opposizionein

10,5

(:

10,6-9 mira

a

. can le sue stesse corrispondenze , che Cri  

. ,….p .u e . h … d a a i m

… m i .

132

133

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gime della Legge. poiché vi s ienuncia la neces 

rvanza

eil leganmtìell'osservanza

con

lavita

… met te . Regime c 'apostolo

vede opposto

a

Mieli:fede.

come segnalano i termini correlati:

10…6-9

credere

che Gesùe Signore

(per)

essere

salvati

ivràper

essi

opposizioni

riprendono.

specificandole.quelledel 

lhi'

uzione. tr a

la

giustizia

proveniente

dalle opere

e la

giudei:

provenientedalla fede (9,32a),un la

giustizia

alla

?… il

giudeo

si dice

chiamata

'e la giustizia di Di o

10.,3b

, e,

pe r Paolo,

esse significano la

fine

di una

vi a che

omini vs in

una

direzione contraria a quella voluta da

Dio.

Non che

Lv 18.5

enunci

esplicitamente

l‘inutilità

di

essere

soggetti

alla Legge per ottenere la salvezza; e

piut

 

tosto

l'esperienza

della giustizia accordata gratuitamente

in

Cristo.

formulata

dal Midrash

pesherZS di 10.6

 

8,

che

può leggervi

questo.

Infatti. per chiunque vive in Cristo, i

significanti di Lv 18,5

fanno

trapelare i loro limiti25.

Tuttavia

la questione

non

e

esaurita.

Ammesso che,

ag

 

gra pandosi

alla

Legge per trovarvi la giustizia, i giudei

vndgno contro il disegno di Dio, che ha voluto legare in

modo indefettibile

giustizia

e fede in Gesù Cristo: cosa

dire dei tem

primadella

venuta di quest‘ultimo? Si

può

dedurre dal introduzione.della

propositio

edella

sua

pm  

lmtio.

che Paolo veda

nella

Legge una

vera

via di salvezza

finoalla venuta di Cristo?

Che LaLeg e sia stata (e

resti)

una

vera

via di giustifica 

zionee

di sfivezza

agliocchi deigiudei

che

hnno

rifiutato

l'annuncio del Vangelo. le aEermazioni dell’introduzione

lo ripetonouna piùdell’altra (9,31; 10,3).MaPaolo

stesso

non ammette ui

niente

di

ciò.

bo suppone, si

potrebbe

obiettare:

pere e affermerebbe che Cristo ha

posto

fine

alla

Legge

sequest'ultima

no n

avesse

realmente

concessa

la giustizia? Un

passo

come

Rm

7,4

in

cui

si

trova

motivi

vicini  

10,4ss,

permette tuttavia di invalidare un a simile

conclusione: che la morte di Cristo suggelli la fine del

do

 

Sived: l'indicedei termini tecnici,p. 271.

“ Cfr.

gli

sviluppidel clpitolo precedente,

pp… l i s -118 .

134

a Legge sul credente

non

significa, per Paolo,

la stesa

Legge

era

prima uno

strumento di g:

ne   gl i sviluppi di Rm 7.7v25 provano il contra 

: essere

identica,

l’alîermazionedi km

10,4s

in

stessa

deficienza…

Certo,

in 10 9

n o n viene

nessun rapporto

di

esclusione

:) di separazione

’ redente e la Legge. perché ogni economie V l e .

' ta in se

stessa

e descritta dai

suon nspem

]

t an t i ,

Mosè

e la giustizia

che

viene

dalla

fede:

.… : chemeco la Leggederiva dalsuo funzionamen 

‘ npponoche

essa

stabilisce

t ra

fare evivere (efr.ÒLv

.Ma, come indica lo stretto parnllelismo

snmeuco

- daPaolo t ra l‘idealedelln leggeel'esperienzadel

 

in

Cristo,

questadeficienzaesisteva g1à

p r i m a

della

,di Cristo. _

km

10.

apostolo

non

parisfoiù,

come

…Gal 3_,

del

 

' zione in

cu i

fa incorrere a Legge. senon

ripete.

hkm3e7.chelsLeggeèaserviziodel cato,?

on i retoriche: testimoniando lo zelo ei

iuden,

e l’occasione per resentare il sistema} a Les 

rrendo   Lv::l’5delllrrllula inetcàuîilqltldzillldella ]sua

leggevano l 'id e e

oro

pi . en vo e

 

mmente il versetto

del

Levi ' o,

ZlFÈ?

de

gnurfeo

vte.

per

dimostrare i limiti d i e

che esso

. Non e dunque perché Rm

10.4-5

omette di dl 

la Leggestrumentodi peccato

che

si due

che

...-

sce,

alcontrario.comevera viedi ezza prima

‘ 4 n tadi Cristo.Nemmeno l'espressione «giustina :

dalla

Legge: implica che

Paolo faccia

delle Legge

. e n t o ::

servizio della

giustizia divina. _ rc ,

' nbbiamo notato,Km 10.5 riprende soltanto _punto

dei giudei,mentre

quello

di Paolo. in

cui

si all‘er 

-nomia della

fede

(senza la leggemosaica), V i e n e

n 10.6-9.

' diGesùCristopm-reuntennineaila

WPÈl:

quest'ultima

non

ha

mai

costituito

nomia

di salvezza?

Come

pon-ebbe

rendere

caduca

.orniache no nhaun avera epropriaeflìcienza

sal

 

' ' ede-inittiforsedipmposl'mi’uolo

. \

nomu

G h e m m e : chelnfnicia

un.

non

43del clnpimlo

135

.…..m..….……un.n……u..….………

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vii-ica? il parallelismo di Rm

10,5-9

da anche

qu i

un a ri  

sposta

nena:

c iò

che ha

fine

è il dominio della Legge sul

credente. None necessariope r il credente

essere

soggetto

alla

Legge. me r e cioè obbligato a

osservare

l'insiemedei

suoi comandamenti per ottenere la giustizia e la salvez 

za”. Ma come non

vedere che

queste affermazioni

ri

 

prendono, sotto un’altra

forma.

quelle dei capitoli

prece

 

denti della lettera,

soprattutto in

6.14.15

e 7.4?

Una

con 

clusione

s‘impone:

tenuto conto

delle

affermazioni

sulla

Legge,Km 10nondiiîerisce in nulla

dei primi

otto

capito

 

li e non c‘èalcuna ragionedi

mettere

in dubbio la coeren 

zache alcuni esegeti neganoall'apostolo.

Spero

di aver dimostrato come

fosse

per lo

meno

utile

te

 

ner

conto della

dinamica argomentativa di Rm

9,30-10,21

ed

evitare

di

sbaglia…sul

significato di

10,4. Comealtro 

ve in Rm   e ciò fin da

1,16-17

- Paolo comincia l'argo 

mentazionedi Rm

9.30v10.21con

degli enunciati concisi.

sibillini

nella loro densità, e li

precisa

progressivamente:

la propasitio stessa

(10,4) deve

essere lnterpremta dalla

pmbatio che

essa

genera. cioèda 10.5-17.Èperciò in

que

 

sti versetti che il lettore deve

trovare

gl i indizi sus'cettibili

di

fornirgli

la comprensione

del brano

e

della

sua

funzio 

ne Mala funzione di

10,6-9,

con

la

quale

inizia

la

proba

 

n'o,può essere perce ita solo

sesi comprende

che con

Lv

18.5

Paolo

riprende i puntodi vista

del

giudaismo,

verset 

to in cui si le geesattamentetut to i l

loro zelo,

e al

quale

egli o porrà ifre ime della fede.

Così,

a

visione

c eRmha

della Legge

eunificata.Perfino

un passo come 9,4, in cu i Paolo

rlconosce

la legislazione

mosaica

tr a

i privilegi di

Israele.

deve essere interpretato

con_l’aiuto del modello retorico. dove gl i enunciati non

hanno la

stessaportat a

aseconda che si uovino nell'imm 

duzione.

nella

propositia o

nella

pmbatio.

Che

in 9.1-5,

esordio di Rm 9-11. la legislazione sia riconosciuta come

unprivilegio «secondo la carne», e che diventioggetto di

un'altra

inte retazione

nel

corso

della

pmban'a.

meravi

 

glierà

solo

co

oro

che

sono

poco

familiari

con

le

tecniche

della retorica a.

Il lettore no n

eve

tuttavia

credereche

l'unità

della

lettera

” liebe non

equivale,

come sottolineo

l'apostolo

in km 6,aun invito al

libertinzggioo alla licenza

136

' r i adi legge

mosaica

renda i problemi

più

mplici.

( tolo avesse in effetti, qua o là.rioonosc1utonella

. unaveravia di salvezzaper i giudeivissuti

prima

di

. avrebbe potuto m e r e accusato di

mancanza

di

: ma no n di

aver travisato

il giudaismo, accusa

sue considemzioni sul ruolo unicamente

negativo

Legge no n possono che raiîormre. Infatti l'enigma

u

-prioqui:

perché,nellalettera ai Romani, la

Legge

e

nte

::

servizio

del

peccato.

della

proliferazione

‘_colpe (Rm 1-8),perché infineè stata motivodel

rifiu

 

Vangelo

(R m 9-11)? In altri termini. come

può es

 

1'Alleanzae la Legge,due realtà che le tradizioni

. mantengono sempre

unite,

sianoqui dissociate?

4-o.   M m .Longo . q l u l t l fl l

‘ , : . di Paolo?

Paolo rimpmvera ai giudei, in Rm 9,30-10,3, ?.di

la giustificazione e la salvezzanell’osservanzadei

e n t i

della

legge

mosaica e

non

nella

fede

in

nsto.

Egli sembra così attribuire un ruolo esorbi 

Legge.Ma nonsi puòimmaginare

disprezzo

più

. dichiara un

cena numero

di giudei

3°:

la legge

.

no n

èun

semplice

sistema legislativo il

cui com

 

pmmuovere la giustizia sociale di un dato gruppo:

da Di o stesso, essa

esprime

la

sua

volontà

sull'uo 

sua pertinenza

èesclusivamente legata all'Allean 

rvanza di essa

perdeogni senso

se

non

eguidata

. se no n e l'espressione. il

compimento della

legge

giudaica

definisce

soprattutto

dei

rapporti

edè

pe rquesto

chei

giudei la vogliono

mettere

in

Come n o n

vedere ancheche

gl i

autori giudaici del

' di Paolo insistono sulla gratuità del perdonoe che

presentare qu i un a listaesauriente delle nazioni giudaiche

‘“ .‘u’àf’hîluhuwìfîiglu g…:

“muy-11 »?

an I l i on w. ' : e

W histrmcal'

and

‘ PP .

P o d …

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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non considerano la

ricompensa

o la salvezza31

come

la

conseguenza necessaria o

automatica

delle buone opere?

Paolo

si sarebbe quindi totalmente

sbagliato sul

ruolo del

 

la Legge e, di conseguenza, sulla natura del giudaismo,

del quale

del

resto er a stato

u n o dei rappresentanti

p i ù ze

 

lanti

32?

P i ù che

ad

ignoranza o r m a ,

le aiîermazioni rile

 

vate sopra n o n

sono

da attribuire

piuttosto

alla sua

espe

 

rienza di salvezza in Cristo?

Dal

modo

in

cui,

in Rm 4,

Paolo

padroneggia le

tecniche

midrashiche e

sceglie,

in Rm 10,5, Lv

18,5 come enuncia

 

to

tipico

dell’ideale

del pio

giudeo, si intuisce

che

egli deve

avere una

conoscenza

abbastanza

buona del giudaismo

e

dei

suoi

valori”. Ma seda un a parte no n ha dimenticato

come

aveva un tempo compreso il ruolo della Legge, dal 

l’altra il

suo incontro

col Risano glielo fa considerare in

modo

diverso. E.P.

Sanders ha voluto rifiutate l ipotesi di

una

incomprensione: secondo

lu i

Paolo

percepisce

o r a la

legislazione mosaica a

partire

da un’altra struttura

34.

Se e la

fede

in Gesù Cristo a procurare la salvezza   Rm

10). sela giustizia di Di o si è manifestatapienamente co n

Gesù edè accordata in

suo nome

  Rm 3.21-30),vuoldire

che il

credente

no n

deve

diventare

obbligatoriamente

sag»

getto alla

Legge, obbedire cioè all’insieme dei suoi

precet 

ti. per restare

nell’Alleanza e

ottenere

la

vita  

p er Paolo

ciò

equivarrebbe a un nuovo assoggettamento. Di

conse

 

guenza,

i

giudei

che

rifiutano di

credere

in

Cristo

- al

Van 

gelo -, respingono l unica

via

di salvezza: a questo riguar 

do, la circoncisionee la Legge

no n

sono

pe r

essi di alcuna

utilità. E chiunque voglia imporre ai credenti. soprattutto

a

quelli

provenienti

dal paganesimo.

il

sistema

della

legge

mosaica, n o n si

rende conto che vuole

legare il Vangelo a

un

codice

particolare.

nondimeno storicamente decisivo

tenendo conto della rivelazione del disegno divino. No n è

il 4E4d

nen-ibn

essere l eccezione

che

conferma |. tegola. Su questa

  … . n veda soprattutto, a r . s … ,

Paul

and Pahtim‘an Ju 

ism. A c… riron

o f m …

ofRaligion, london m 7 .

==

Opinione

i H. Rnislnen, «Legalism andsalvation by the Law-,p.

7a.

” Anche le altre letteu  2Core Fil) … n o \. sua fi e r a . . di …

giudeo,

anche se

no n

lo

delle

p iù in considerazione.

nr.

Sanders,

Paulandmum-.‘…Judaùm.

A Comparison« f a …

afRelìgion, London 1977, p. 496.

138

  pe r

ignoranzadel

p udaisrno

che Paolo

rimprovera

  dellasua razza di voler f a n della Legge u n o stru 

di salvezza, ma p e t h

non esiste

alternativa per

la salveua: rifiutando Gesù Cristo, il giudeo

r i

 

la giustizia

voluta

da Di o   10.3);ma eglirifmta Gesù

… in v i r t ù del su o attaccamento alla le e mosaica. e.

ndo

l’apostolo,

questa preferenza

si ca

che

in

real 

vede nella Legge lo strumento unico necessario per

t a r e

giusto

e ricevere

cosi

l a v i t a

Ciò

no n

gli impedi

 

di

essere convinto della

gratuità della misericordia e

perdono: ma n o n giova a nulla, aggiunge

Paolo, pop

 i l

perdono

ci viene solo daGesù Cristo. Leaffermano 

i Rm 10suppongono evidentementeche i giudei,

rifiu

 

un Vangelo che è stato loro annunciato   cfr. 10,14 

sono condannati a vivere nell illusione sulla

funzione

della

propria

Legge.

Logge : servizlo

del

peccato?

: dell’apostolo

che.

in

Rm , no n attribuisce alla

alcuna

funzione

positiva.

gl i

scritti

giudaici

sottoli

 

o spesso i l suo ruolo di protett ore: è unadifesa con:

il libertinagg io, contro la corruzione e ogm

specie

dl

rio cattivo35.

Del

resto, n o n è

forse

la Legge

che

ha

- : nuto l ’u ni tà d i u n popolo privato

della

sua

terra,

sue grandi istituzioni   monarchia, sacerdozto)_ du 

e

dopo l esilio? Certo.

rima della su a convennone.

‘ -, come t ut fi i giudei

pu .

doveva aver riconosciuto

Legge questo ruo lo eminentemente positivo. ma nelle

lettere, in particolare in k m , la considera solo …

rap

 

«-all economia

della fede,

da

cu i

d’altra parte la sepa

 

oorne

abbiamo

costatato :\

proposito della

sua esegesi

4

36: poiché Dio

hada

sempre

giustificato

gratuita 

, cioè

pe r

la

fede

e

senza

la Legge.

allora

quest

ulu

 

no n

pu ò

essere

dalla parte della salvezza: fa solo

cono

 

i l peccato e

invoca

la

collera

divina.

  …ndes.,

in.…Giuseppe

Ant. uno-zu; 16,43; ugmlmmtc, An

u 9 ,1 4 b . …

Sa;

». mmm…….

139

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Spiegazionidi

tipo

storico

Secondo alcuni esegeti, la spiegazione dell’evoluzione di

Paolo

andrebbe

ricercata

negli

eventi.

in particolare nelle

resistenze dei cristianigiudaiuanti. Inizialmente favore 

vole

all'osservanza dei comandamenti

(1Cor

7,19), sareb

 

progressivamente arrivato a

rifiutare,

in Gel e km ,

ogni

funzione

positiva

alla

Le ge37.

Senza negare questa

evoluzione,

notiamo

tuttavia c%re

l'osservanzadei

coman 

damenti di

cu i

parla

Paolo in

lCor 7,19

dipende

da

una

situazione

paradossale. poiché.

nello stesso

versetto,

l'a

 

postolo

relativizza drasticamente la circoncisione. Come

nota C.K. Barrett commentando l’affermazione di Paolo,

«dal

punto di vista giudaico. l’affermazionee

paradossale

o, piuttosto.assurda.»  . poichési e

tenuti

a obbedire

alla

leggemosaica solo sesi

appartiene

al popolo dell’allean 

za, cioè sesi è circoncisi. L'apostolo

intende

forse lare

solodei dieci comandamenti e.p iù

ampiamente,

ei

pre 

cetti

morali.

che

i giudeidel

tem

consideravano

già vin 

colanti

pertutt i gli

uomini?

Q unque sia la risposta.no 

tiamo

qu i

che. nelle

sue

lettere, Paolo

suppone

scontato

pe r

i suoi destinatari che l convertitidalpaganesimo

sono

veri

membri del

popolo

di

Dio

”,

senza

tuttavia

essersi

fatti

circoncidere e,

quindi.

senza essere soggetti alla Leg

 

ge:

sel'apostolo

può

formulare il principio di

[ C o r 7,19

senza aver bisogno

di

spiegarlo

e di giustificarlo a

lungo,

vuol dire che

era

accettato e quindi

formulato

da parec 

chio

tempo.

La ricerca storica

no n

può che sottolineare la costanza

con

la

ua.le Paolo

difende la

non

sottomissione

del

cr i 

stiano a le prescriz ioni

mosaiche

in materia di

circonci

 

sione, di alimenti e di purificazione40. Ma il

non essere

obbligato a tutti i precetti o

nonessere

soggetto

alla

Legge

hasempre implicato

per

l’apostolo la relativizzazionedel

sistema mosaico contemporaneamentealla sua

incapacità

 ’ Cfr. l'ultimo

studio.

in

ordine

di te ,di U.Wilckeru. «Zur

Entwick 

lun des paulinischenGeletzesvers

nisseno,

N1328 (1982) 154 190.

 

;hd’im

Epistle to

the

Corinthians,

London

1968,p. 169.

” Cfr, Rm9.25 eZCor 6.16.Ciòdetto,Paolo

non

utilizzaall.mve

questo

‘n,pmiexendoariesso

 

eciòvaleperiduepnasiappenarnen

 

zia-uti

 

quello

della filiuinnee dellaChie-a

corpo

di

Cristo.

‘“ A questo riguardo,Gal 14 è sintomatico.

140

' apos t o l o

sulla

Legge

a

partireda

unantropolo

 

salvezm.Certamente

Paolo

dovette

molto

presto

sua conversione, sostengono

alcnnr“

- m s l  

ciòchecostimivnperluiunpuntod1mpomnza

le

diverse

lettere rifletmno

ciascuna allapro

 

fiammante

strutturale de l

problema

giustamente osseware

che,

grazieai s u o i un

 

‘ eu la

leggemosaican on

è proposta

soltanto

ai

'maaogniessereurnano. lnquestosensoanchegl

non

può

sottrarsi ad

essa.

Paolo

risponde indi 

-te

a

questa

obiezione quando

dichiara che,

pur

re sotto la Legge (6,15; 7.4: 10.4). il credente

' pieria (13,8-10:

cfr.

Gal 5.14). Ma nella

sua

oltre 1sta l’interesse.e

forse

anche ladifficoltà.,

' Romani.

che non

è, come . arGalati,

-rso

indifesa della libertùdeic enuedell_unr 

delVangelo - il

quale

no n deveessere rdenufi  

- aun

codice

legislativoparticolare,

per quanto

. Infatti.in Rm,Paolo insisteunicamente,o

qun

 

u'nperativi

etici della

legge

mosaica.

Ora,

è a

que

 - che la

vede

associata al peccato.

perle

ragioni

:) (Rm3.20: 7,7-25) e sulle quali

non

mon-re 

no n

pe r

sottolineare

che

n onmi

sembra

che 1e

 

abbia ancora tenuto

suiîicientemente

conto dello

dell'argomentazione

paolina

per aflrontare la

, sembra, la finizione negativa

che

l’apo

 

iîeuigggnflla Legge in Rm èdeterminata dal posto

fede e.di conseguenza.a Cristo,può so rendere

funzione sia afi'ermata p r o p r i o alla ‘me (951;

allrni

'o (cfr. 7,7-8) di argomentazioru in c u i

il Cn'stf

sono

assentidel

tutto  

o quasi“:

Stando

'cose, come evitare un’esegesi che spregl-u la p o s

va?Ho

cercato

di

mettere

in ‘

evo

la dinamica

-mentazione retorica così come il ruolo delconte 

Puul's

Gaspel,

GrandRa ' . Midlignn 1982,

Cn:(ninkm 2.16 e7.254:

nnn

alcunafinzione

in cu i si u w …rispetlìvarnente.

141

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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‘ si meravigliava sempre pi ù della

misericordia

edel

. o divini? I l lettore può venire a capodella

prima

”…ha solo

prendendo

sul

serio il modello

retorico

se 

da Paolo in

R m “ .

Ci ritorneremosopra alla {m e del

percorso.

Quanto al secondo interrogativo, è ne

 

'0 esaminarlo seriamente: se le intuiziom pachne

- verificarsi,

saremmo ripo nati

al primo.rntenov

. la

cui importanza

apparirebbe

ancora

di

più.

'

dubbio che

l'esegesi

del

rapporto

di

Paolo

con

la leg

 

Leggs e giustizia

div/na

lungi dallessere

conclusa.

sto giudiziario in Rm LIB 3,20 43, senza i quali sarebbe

travisato il

senso

dell'enunciatodi Rm3,20. La

stessa

cosa

rimane da

fare

perRm

5-8.

Purtroppo le

analisi

di 7,7-25

che

io conosco

isolano troppo questo passo dal

suo

conte 

st o

 

in particolare dal

contesto

retorico

 

e impediscono

di cogliere la funzione e la

portata

delle affermazioni del 

l‘apostolo sulla Legge.

Se.paradossalmente. Paolocolloca la Legge. santa e buo 

na, dalla parte del peccato, egli

non cessa tuttavia

di

con

 

siderarla in un

movimento

fondamentalmente

positivo,

poiché

grazie alla Legge il peccato è potuto apparire quale

realmente è in se

stesso (Rm 7,13).

e

l’umanità intera

è

stata racchiusasotto

il

peccato

per

essere

giustificata

sen-

-

tata affrontata

varie

volte, sebbene

n

manie 

za discriminazione

alcuna. Bisogna

parlare ui di

una

è

gi à

5

…. …, …… - m ……e Pa':mi°?J2…Zîsnîiîszznìzìtzxfisei.îî'iîîflî

\srgîgelli o;:isìrgîzlll: Vierxlùilac‘ànnîel'eg-sefll: igellllahagmgrie' '

coerenza

delle diverse align-mazioni sulla Le ge,

' ararel'analisidiRmQ-II.C

ec

 

della

salvezza?

O,a

contrade,

isogna

parlare

del

corag-

.?:fflînîùîlnîrrîfiaudiRm

-11

sulla Legge non

e

dal

piedistallosul 'gio

°°

quale PM1°

ha

deposto

l“

L°Bf.mi

del . d .

affatto

in contraddizione

co n quelli

di Rm

1 8:

inuti 

one gru

a l

 

uale l'aveva #011008'8 la

lunga

» .. '

can i

nanzadi

uesto

risultato,

anche par 

smo?

Stratagemma ° coraggio. [interpretazione

l’…… a

, [l'linpotesi «liti-Axe concezi?mi

opposte

della Le geè.

della Legge solleva in ogni caso molti interrogativi.Il pri- , t o . di

due scuole

opposte in Rm n o n resiste 35

a ….

mo.

che abbiamo

già

pi ù

o

meno

affrontato a

proposito

. : lutamente

abbando 

della logica e della funzione di Rm 1-4: seil regime della . “’““del Pass° dev essere

a s s °

Legge gioca

il

ruolo

di far abbondare la

colpa,

allo

scopo

di ‘permettere a Dio di manifestare la gratuità della giu 

sti

cazione.

Di o n on

incorre forse nel rimprovero di col 

pire

l'umanità

pe r po i

salvarla meglio? Di

prostrare l’uo 

mo per' mettere in rilievo la

propria

grazia e la

propria

gloria? Dando al

suo

popolo

un codice che rivela la

sua

giustizia e che ha tuttavia

fatto

proliferare l’ingiustizia,

Dio è stato

forse

giusto?

Altro

interrogativo,

che

interessa

l'esegesi

storico-critica: è

forse

vero

che

co n

l’esilio

  ma

anche

dopo  

il ruolo della Legge e

stato

principalmente

quello di aiutare il popolo dell'Alleanza a riconoscere e

confessare il suo

peccato nel momento

stesso in cu i (e

per

 

-. riflessioni

sullo status

e

sul

ruolo

della

Le ge in

on avevano affatto la pretesa di riesaminare : dif 

' sollevate delle

prese

di

posizione paoli

: la que

 

cornpau'bilità, in Rm.

dei

diversi enunciati sulla

no n

semplifica

il

compito

dell'interprete,

perche

coerenza

sembra

farsi a scapito

della

Legge masar

 

pi ù

globalmente,

del

giudaismo,

imponendo

al

letto

 

' compito di operare

una

decostruzione. stanca e

logr 

i

diversi

enunciati

paolini

sulla Le ge. Nel

capitolo

abbiamo

visto

che la dinamica

dell

argomentazrone

spiegava la

presenza

ela posizione di un

enun_craî

’ .. Rm 3,20, e che metteva anche in

rilievo

le ragioni

logiche delle posizioni di Paolo

sulla

Legge.

Ersu 

: . ho

cercato

di dimostrare

nel

quarto

capitolo.

' uffa-:=del volume, gli sludi diu. Luz, 1-1. Hillmer (1973), a r ,

 

Cff

  supra, cap. 4. pp-

87 89.

B. W h e n (1930 e 1953), P Osten»Sacken (1971),

142

143

…….…… ...….….……………………

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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gnerebbe evidentemente

continuare

il

lavoro p e r

il resto

della

lettera everificare così le intuizioni di E.P. Sanders

che sembrano

giuste.

Se è

vero che

Paolo in alcune lettere vede piuttosto la

Legge

come un

codice

particolare e

rifiuta

che siano

im

 

posti ai

credenti

precettiriguardanti il cibo o la

purezza

rituale

:: in

altre lettere. come Rm

considera

questa stes 

salegge innanzitutto come unsistema legislativoeperfino

comeuna serie

di

esigenze

etiche universali

che

favorisco

 

no la

conoscenza

e la confessione

del

p e c c a t o

è

altrettan

 

to

vero che ma i

si ferma su quello che

però

ne costituiva

all’e a il nocciolo: il culto sacrificale in vista del

perdo

 

n o c i p ec ca ti . Ora. è su

q u es t o p u n t o

che avrebbe

potuto

o dovuto p o r s i il problema

del

ruolo salvifico

della

Legge.

Come :piegare

un

tale

silenzio. di

cu i alcuni

passi

come

3 25-26 0 12 1 mostrano come non

sia

dovuto : dimenti

 

canza?

La risposta a questo enigma

£arà

forse

avanzare

in

modo decisivo le ricerche

sul r a p p o r t o

tr a

Paolo

e la Leg

 

ge.

144

Pane

mem

Il futuro d Israele

.….mm..….…...…. …..u……….……………..……n…

.....

……

Page 74: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Per

l’esegeta che affronta Rm

9-1 gli eventi

di

questi

ulti

 

mi

decenni. carichi

di sofferenze,

sono un o schermo che

n o n e

facile

attraversare, ammesso che ciò sia

possibile,

Maalla fine, le pubblicazionisi sono

moltiplicate

e la

ri c

 

chezza

deinuovi orientamenti hanno £atto si

che

si ripren

 

da, per prolungarlo, undibattitoche susciteràsempre rea

 

zioni cariche di passioni.

Dareun titolo &Rm 9-11 n on èevidentemente

semplice.

e

il ventaglio

delle proposteavanzate dalle Bibbie, dalle in

 

troduzioni al NTo dai commentafi. non mancanodi inte 

resse.

Alcuni esegeti

mettono

in

evidenza

l’iniziativa divi 

naela

sua

realizzazione

(«Il

piano

di

Dio

per

Israele»;

«11

piano

salvifico

di Dio

rimane,

nonostante il

rifiuto

di

Israele»1),altri consideranosolo Israele.sottolineando la

connotazione negativa («L’incredulità d'Israele» 1). o, al

contrario. positiva («La salvezza d’Israele»3), o rimanen 

do in

un a prudente neutralità

(«Situazione di Israele»

«Mistero di Israele»5; «Israele e le nazioni»°). Anche il

‘ lnnoduciiona la

Eibk.

NouveauTestament.

Duclee

1977.

volume [ I l ,

-Let

epll.ru

lpostoliquesv,p. …. si veda anci-e o…

Michel,

Der Bn'lfan

die

Rfima,

Gòttingen 1955, che intitola la sezione:

«Il

mistero del piano

divino di slivezzav.

’ Cfr., ld es., D. Fraikin, -The Rhemrica.l Functionof the

Jews

in

Ro

 

m l m - ,

in ?. Richardaon (ed.),m m … …in Early

ehm…-v.

Vol. 1:

Pauland

the

Gospels,

Waterloo, Omn i»

1986,pp.

100402.

’ Cfr. R…

each,

Mmerbn'zf(Die nm Ecliter

Bibel,

1987),adlocum.

Cfr. lth'bbìa

di Gerusalemme.

’ H.Sch.lier, Der

Nmerbrief

(HerderKommentar

1977);

C. l’et’mt1Epli're

auxRamai'ns, -Cahier Evangile- 65, p, 45.

°

Quando

ebrei, anche

°fiFi'

parlano dei

no n

ebrei, di elliche

no n

sono

mem

ri

del popolo

de

Alleanza, degli

ilwirconcisi,

elle Nazioni,

usano

il termine

«Goyiln».

la cui connotazione varia a

seconda

del conte

 

.m: quando e negativo,il termine equivale . «pagani- (idolatri, peccato

 

146

‘ Verificare l'unità di Rm 1-11 m i a pertanto u n o degli

che

io stessoho

scelto

per

questa parte. «l l futuro

d’ l 

' .

r a t a

anch'-sso deliberatamente

vaga. pe r ragioni

che. mavedremo c iò che su ' : l'argomentazio«

olina,gon la suahediàlamica e 3

suo climax.

amo

gi visto c ' enunciati olìni

sulla

Le e

di1îeriscono

fondamentalmente inplgm

1

 

8

e 9-11.g%a

. :

una

reale omogeneità a

questo livello no n

impli 

automaticamente

che l’insieme

sia

letterariamente uni 

.

cioè

che

Ri n 9-11

formi

una

stessa struttu ra

co n

1

 

- vi d i q ue st a

parte.

quem tr e capitoli (Rm 9-11)

siano stati

scritti al

se

 

' to di Rm 1-8 e che siano stati composti in circostanze

. -«e eÉgmntiaiprimi

otto,

chesiano diPaolo0diun

‘- - suo scepolo, sono altrettanti interro tivi ai quali

potremo

somarci.

Senza

antici d er isposte, bi

 

ond1meno riconoscere chei loro

posto

attualenel

della

lettera è

can-ico

di significati. Come ha osser

 

…continenza R. Penna, il fatto stesso che la sorte di

‘ _le

sua trattata dopo

' svilu i di Rm

5-8

sull'essere

, o,

sngmlìea che

i ue

pr o

mi

sono

inseparabili .

.o di vedere come Paoloindicaprogressivamen 

necessità di

questo

legame;

rima

però

e im

onante

: mentazionepao ina, interrogare e somi 

e le erenz_e esistenti

tr a

questi

capitoli

e i prece 

ti (cap.

VI). p rec i sa re come Paolo

collega la situazione

israele

al

sato

dell'elezione (R m 9; cap. V11) ealfu

 

‘ - dellas

vezzo

(R m

i l ;

cap.

VIII).

uenumvofnnfierimentnsohanlnainon-ehreflchepouono

… … d n q m u ) . u m mPaolo,].aoannotnzione varia

pa.snmkm.lltermineahnè((ìd

igmt i l i )èneutro.$ iur ì

‘ chel o_eviudiumrloinkm 1,dovewnomttavinducritfi

amhnnqum(pagani)dflapmpagandamisuionuiagiudaica

 Pennn,«La finzionedi 3,1-8 nellaletter: ai Romani».

Di) ;

69(1988)

147

.…. … …. … … … … …

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? Capitolo

settimo

elezione in Rm9

Lo studio di composizione che abbiamo ap in condotta,

hapermesso di verificare la pertinenzadel divisioni tr a 

dizionalmente proposte

per

la

sezione;

lesupponò

nome

al

lettore. Rimane evidentemente da precis‘nre l'organizza 

zione

internadi Rm9,perchéla

dinamica

dell'argomenta 

zione

illumina un certo

numem

di versetti,

come

in

molti

ansi

dove la comprensione del

tutto

determina

quella

del 

parti.

Senza

nesta conoscenza della composizione di

Rm9, molte di

coltà

di

dettaglio

potrebbero restare sen 

za soluzione o

da :

luogo &

ipotesi

awentumae.

L‘enigma

delcapitolo proviene

soprattutto

dalla citazione,

aiW.

25-26.

di Os

2,1

e

2.25

XXX;

ledichiarazioni di

Osea

si riferiscono chiaramente agli israelitiedecco che Paolo

le ap lica ai cristiani venuti dal paganesimo Mettere in

luce

e ragioni

chehanno

favorito

una tale

esegesi

equiva 

le a comprendere un po'

meglio

 

mme

avremo modo di

dimostrare

- la scelta. sempre paradossale,di

Dio.

1. Competizione . argomentazlono. Hm9,6-29‘

Abbiamo gi à

notato

che Paolo può

disporre un passo

se 

guendo parecchi modelli letterari; Rm 9,6-29 conferma

questa

affermazione.

poiché

in

esso

si

combinano

armo 

niosamente

t re

t ipi

di composizione:

midrashica,

retorica

e conoentrica.

Resta

da

stabilire

la

loro

rispettiva funzio

 

ne.

'

Che

9,6-29 formi un'unità lemmria, lo moauerò &partite dall’

mentazione. Sul m i n u s a

quo

di que-za prima

unità.

che non

pu ò

es 

sere Km 9,3, ma ioltanto 9,6. si veda il

capitolo

3“, pp, 52-53.

HB

' ' E OITAZ‘JMEMlDRASHICA'?2

‘n recentearticolo,Stegner ha fano la listadelle

carat

  \

,

che3che

autorizzano a

qualificare

il

passo come mi

 

C0 :

elementi sembrano costitutivi dei midrashim: il r i

 

_aun certo numerodi

passi biblici‘

per rafforzare

 

ta 1

o la

spiegaa'one

proposta,

e le parole

 

gancio

che

- n o di «agganciare: t ra loro

qual ipassi

5;

espressioni o coso-azioni, senza essere essenziali

enere

mi

'co, sono

tuttavia più

che

occasiona

 

formule di introduzioneelle citazioni bibliche°,le

. 44

o n i

o

false

conclusioni7;

confronto t r a l’esegesi di Paolo e ella di un mi  

: sembrerebbe dimostrare che Pao o

conosce

e

ri  

detradizioni aegetiche giudaiche '.

‘ ti elementiquici interessano solo quelli che ap  

o alla comfg;oeizione

rnidrashica,

anche se

no n

g:: 

no di quali

care

Rm

9.6-29

come midrashnel senso

…o del termine. È chiaro che i w. 6b.7-13 tendono ad

' la

tesi

«pressoin

9,617:

Non

tutti

quelli

che

>.,

-ono daIsraele

anno

Israele».ei w. 14.15-29

quel

 

i4

(Diono nèingiusto).Quantoall'unitàdi insie'me, è

-dubbio assicurata dal verbo kalein

(«chiamare»), e

voemlmuntivomùirmh,sivedll'indìced

tenni

 

p. l27o “

Susan-,Q R …9,6-29- AMini:-uh».JSNT 22(1934) 37-52. e

, che Rm 9.e19

non

eun Midrashnel

nemo

…. poiché l'apo

 

p m :

daun versetto de l ] . Scrittunpe r

m l n … .

12( k m 9 1) ;o, . 1u.10.14( k m

9,9);

Gn 25.13 (Rm9,lz);Ml 1,2 

13):wc tnduzinni ( su ,m a ) in genere evidenziano

u…

 

; $ $ $ … “ “=*…m$ “ … > . …

.|z'14.251a '

m m )

 …

M k

,.

M m m m … …

b èm eno inl’ lol o: *

, 115.3191351… h e («fudm….) 9,12; …… (« amino.)

«i‘fÉ'

. 9.14.19. éim vede 11 h o …dovuta

Ètutt’altro

che“…

«: un ‘ un mh deu.

mdikm9.1,S

d u … : i . fl . a … : i h a …

vdisoendenudlîlî :Pnoloeilmìùvuhn inco  

Idicollegarefideediaoendenznriconoaouidocoelcbel’n 

l ogmnmemaéeu lfic im te .»

149

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……………….,.….…..… ….. ,

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che

 . Essa determina innanzitutto il tema sviluppato: si

tratterà di mostrare che la la divina n o n è venuta

meno.

E l’intero passo hala

Kunzione

di sottolineare, con

l‘aiuto

di îuesta parola stessa

16,

la sua efficacia, in due

tempi: Pao o comincia

infiniti

col mostrare che la situazio

 

ne attuale, lungi dall'essere il risultato di un fatum o di

fattori

casuali, viene dalla

stessa

Parola divina che, agen 

da

così come

fa. non danneggia affatto quelli che non

chiama.

L'unità

viene

così

sotto

ineam

della

problematica,

che

resta teolo

cadall’inizio(v. 6)

alla fine

(v. 29).

Lepmposit io elV. da

n o n

è il

solo elemento che confer 

me la composizione retoricadel passo.

Come

in Rm

1,18

 

3,20 e 3.214,25,il lettorecostata che

Paolo

dispone i suoi

argomenti in modosimile:

. 1,18-3,20 3.214.25

9,6-Z9

(uroporitio) 1,is

3,21-22a 9,6a

l . enunciati retorici

1,19.32

3,22b-26 9.6b 13

2. domindve/rilpoa0c

3,1-9 3,17-31 9,14-23

 .

lunga

r o v i

della

Scritture 3,10-18 4,i-22(25) 9,24-29

(paturnie

3,19-20

4,23-25

L'a:ggmentazione

assume

prima

l’andatura

di

una serie

di rmaz ioni retoriche,

poi

procede

per

domande

e

ri

 

spoete,

in un o stile che richiunn ladiatriba.etermina co n

una

sfilza

di

citazioni, pi ù

lunghe

delle

precedenti. La ri

 

petizione di questo schema in Rm no n può evidentemente

non sottolineare l’unità di scrittura della lettera, se

mai

fosse

necessario ricordnrlo.

UNA COMPOSIZIONE CHIASTICA

Prima

di

vedere

come

Paolo

hasfruttato il

modello retori

 

co, segnaliamo

un

altro tipo

di composizione

grazie

al

quale la

pmbatia

può letteralmente

svilupparsi. Certo,

  È inutile xottoline-re m o n t a un : volta

l'impomnzn

delle propositio 

n; in km

Menvig li: che

il bel libro di F. Siegett, Avgunlzntatian

bei

Puulus

a l Rum 9-ll.

'l‘fibingen 1985,non ne dica

nulla.

“ Cfr… le

citazioni che inizilno

oo n

«dice

( i 9.15. 17. 25); Ju

delm:

(lnethè

9,12): «è torino:

(kmza‘ Q,Z7):

np tizlòn (pmaîvèkzn

9,29):

«quest. … l a (logos 9,9); o

che

contengono un temine it tinente al

parlare: «chi-muren-

(kala‘n 17.25.26).

152

-

i a m o già notato

nel capitolo [. la messa in evi

 

. i blocchiparalleli onpuòfarsi col solo aiutodel 

-uazione dei tenn'

ripetuti

(e

quindi

paralleli).

' ' nante

anche vedere

come le

unità

significanti

i) si articolanoin unità minime di nrgomemn 

', i w. 6-9. 10-13, 14

 

18.ecc.). Il lettore può verzi 

solo la suddivisione,

senza

chesiaquinecesseno

‘ la nei dettagli:

hraelev. bb

(ZX)

discendenzn (s ) v. 7 (ZX).v. 8

A m a r e (agapan v. [3

fare

misericordia

(alain)

v. 15

( lx) , vv. 16.1

volere (lhzlzin)

vv. 16.18

(ZX)

{ o m o potenze (dynamis)v. 17

m a t u r e

(endeib1ystlm0 v. 17

volere (tlulein)v. 22

mostrare(mdeiknysthai)v. 22

fon.- o potenza

(ta

dynalan) v. 22

misericordio

(to; eos)

v. 23

ninne (ngapun)v. 25 ( l x )

hnelev.27(Zx)

dincendenze (:pemm)v. 29

. 1?

 

23

composizione chiasticlhala

stessa esmemione

del

 

edenti (9,649).

confermando con

ciò

stesso i

il lpasso. Alcuni commentatori, in verità poco nu 

. ', continuano a considercre

9,30-33

una

conclusio 

t:i versetti forniscono in effetti la

spie

‘onedella

“one di

Israele (hanno

rifiutato di c e in Gesù

), alla manieri di un a conclusione, e Km l0,1

sem

 

il via a una nuova

tappa

nell’argomentazione”.

indizi

convergenti forniti dalle tr e composizioni

‘ ' ke si possa pussare oltre. tanto pi ù

30-10,21 forma

una

vera e

proprie unità

letteraria,

ho gi à

presentato

le articolazioni

15.

modo

Paolocombina i diversi

modelli

e

quale

effet

 

, significato ne deriva dalla loro associazione?

, …mehedlel ' indifimufi’alel li-

moltevolte

:cwmpugxul'i 

. di … sviluppo.

cf.-.

m 1,

3,12; 12,

>

lCo r

10,1;

12,1;

15,1;

1 ; o . l a   i13,1;[Ts2,1;4,1…13;5,1;21'12,1…13;3,1.6.

. p p . m- .

…..…..….…..……….….………… …

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2. Dio in discusion

 

LE

SCELTE

PARADOSSALI

  problema: teologico

Lestrutturazioni

sono

relativarrlente omologhee indicano

immediatamente la posta in

gioco del

passo:

composizione

mio:-ica

composizione

chiastica

v. 6 13 (A, E)

enunciati

assertorii ln

chiamnudivina

v. 14-23(C, C’) domande/rimaste iustiziadi Dio?

v.

25-29 (B’ ,A’) riprela

scritturisticn

chiamata divina

Le

unità

periferiche (A, B e B’ , A )

enunciano

le decisioni

ele scelte divine nellnloro

continuità,

mentre

le

due

unità

centrali (C e C’) si interrogano sulla loro fondatezza

con

l’aiutodello stile dadiatriba.

Siè

soliti

identificareil centro spazialeeil centro

sen-um

 

tico

di

una

composizioneconcentrica; ma

questo

significa

correre

un po’

troppo. Tuttavia

in

questo

caso le ripetizio

 

ni retoriche. il

numero dei versetti dedicati alla

iustizia

divina indicano

che

le unità C eC’ costituiscono i vertice

del

p u m .

Questa

accentuazione

teolo

ica

(infatti

Paolo

s intermga sulla giustizia divina) somfiinea del resto la

coerenza dell’argomentazione.

poiché conferma

che il v.

(sa, in

cui

si

enuncia

la saldezza

della

paroladivina.epr o 

prio

lapropasitio che

genera

9,6-29.

Da

notare l eleganza della

costruzione.

Paolo colloca

al

centro

la rifleasione

sulle vie

di

Dio: era

difficile

porre

le

domandesulla

giustizia

divina

fin dai

pr imi

vemeni,

senza

«porne

prima

edecisioni concrete; era ugualmente poco

pedegogico

terminare

con delle

questioni

gravi senza

ri

 

:

ndere

ad

esse

ampiamente -

con

l aiuto

della

Parola

ggiîlica),

pe r

provare e

illustrare

l’infallibilità

della

parola

rvinn.

Laprogressione retorica

Mai parallelismi

chiasu ci

n on impedisconouna realepr o 

gressione

retorica

nell argomentazione.

Al livello temporale: Paolo

comincia

co n Abramo, Isacco,

154

.

Esaù

(tempo dei patriarchi),

menziona poi

filmone

(tempo

dell esodo), e

finisce

col

suo

tern

 

dellachiamatadei pagani   edei giudeo cristia 

-

miscono

il Restodi Israele.In u n o

scorcio

sor 

. la sezione

passa quindi

dai primissimi tempi

a di Israelel ino al tempo dell’apostolo(già tem 

fine), mettendo in evidenza la coerenza della

pa  

- dell’mensio : le

unità

A e E

menzionano

degli

 , membri di una

piccola

famiglia, mentre B’

eff

 z«di

popoli.

D altra

parte

questaprogressione

nel]

e spiega perché 9,12 non cita interamente Gn

nazioni sono

nel

tuo xeno. e

due popoli

che usciranno

nno

grembo

si separeranno;

popolo

dominerà l altro,

e il maggiore...

_-

avrebbe

potuto riprendere il termine

«po olo»

)

della

citazione. e i parallelismiB [ B ne

avre

bero

;.

ato.

ma a detrilnento della progressione retor i  

-

degli

attori

no n

elem nizio

della

sezione

(A)

mltanto

che

non sono

figli, né figli

della

promessa.

- alcuna connotazione negativa, m a , alle fine di B, la

elezione

si accompagna a

sentimenti

negativi:

Esaù

e

1°.Cva ancora

oltre, parlando

di indurimento

(fa 

‘ C di perdizione imminente (deivai). eA’ termina

1_rnallusione alla

dismrzione

effettuata (di

Sodoma e

. ).

luto al tema della chiamnla. del kalein, viene trattato

bn=Hhui  .lnnefloneflniloeounilrirnnndo:

S eGomonxdi£menl dìAbmmo: l unitàlfinlle

… d i l’oasi (letture

del

Reno e u h m .nn.-unum.)e

eA ‘

‘ le Dobbinmo upplicareq u e r principioai

(DW-monna?”|.m i …

( c )

= i l .d m “

zione

dl

-Gumorra

,).

155

1111111111… \ … .… u 1 …

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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ugualmente in

modo

progressivo. E la composizione

con  

eenuica

permetxe

di percepime

ama

la

densità. Infatti 

e

gli

segeti no n

l'hanno

notato

: sufficienza  

l'apostolo

omette

kalein

(«chiamare»)

dal

v. 13a l v. 21

Stegner

ha

tentato una spiegazione del fenomeno, ma abbiamo visto i

limitidella su a risposta“. Perché il

verbo

kalet'n scompa

 

re provvisoriamente, e

nelle sole unitàcentrali?

La ragio«

neè ovvia: CeC‘ s‘interrogano sull‘apparente ingiustizia

di Dio

verso

quelli

che

no n

ha chiamato. È

così

possibile

valutare la

portata

semantica dell'alternanza

_

entmciati

assertorii

delle

uni tà A eB.

Paolo insisteva

,

fi t t o che

la

chiamata divina

precedeva

ogni risposta

., :  

positiva

o negativae non

era

detenninata da

essa.

' ‘

affermazioni sollevano

necessariamente il proble 

della giustizia divina: se Di o indurisce o odia

senza

eia necessario vedere in questo la conseguenza di un

.. o di

una

disobbedienza da parte dell’uomo, non e

v ingiusto? No,

risponde Paolo,

poiché la sua

scelta

è

legata

alla

risposta

umana:

vi

sarebbe

ingiustiziase

sedi una retribuzione,la

quale

segue sempre l'a 

’ . come ha sottolineato Rm2; ma Di o chiama anche

:

persone

che no n

gl i

obbediranno

13,

manifestando

la libertà della

sua

chiamata, È questastessa

libertà

A + chiamata

(cfr. vv. 7b.12)

C + … non chiamata

B’+A’

chiamata

( w. 24.25.26): a u t o r e

a stroncare l’obiezione di inconsistenza (per 

lamentn

del

nostro comportamento dal momento

chiamata e non chiamata

non

possono

essere compresi

in determina anticipatamente?): che dire 24di fronte

l'una senza l'altra Una breve analisi delle unità centrali ’ sua pazienza?

dell’argomentazione

mostrerà

la loro

importanza.

' : * - che i w. 22-23 n on

hanno tutta

la

chiarezza

voluta.

- tagma enpollè makmthymia («con molta pazienza»,

). determinante per l'interpretazione

del

passo, è

- del resto compreso in

tr e

modi diversi15: ( i ) la pa 

cem:

ritardo misericordioso

perché

i

peccatori

si

= ' “: ma il contesto che

punta

sulla liberavolon

 

.

prima

di ogni risposta

umanapositiva

o negati 

' oppone a

questa

soluzione.

(2)

La pazienza come

to che permettela

crescita del

peccato f'mo ai

suoi

LENIGMA DELLA NONCHIAMATA

il parallelismo

delle

unità

centrali

C

( w .

14

 

18)

e C'

(vv.

19-23) èevidente:

aidammidesuDio: w. Mae 19

b-rtsposte:w.

15-18

e

20 23.

‘ '

limiti

 .

ipotesi

sospetta

per

le

stesse ragioni.(3)

v ' ' un

che

fa maturarei l

disegno

salvifico d i D io

( i l

Questo arailelismo di base non è

così rigido

come appa- della distruzione dovuta al fatto che Dio voleva

N,

poicge

in

20-23

la risposta avviene

ancora

nella

forma

misericordiaai

pagani): quest'ultima

ipotesi

quadra

interrogativa. È possibile del resto rilevare anche una

composizione

chiaslica

  in

cu i

il

vocabolario

della mise- . …

ricordia

forma un’inclusione ( w . 15.16 e 23).

indicando

  M d“'EE… 10Mol ine-nn

wflîcienìtnmle Pathé

th

cosi che le affermazioni sull’indurimento del faraone (v.

… m a

( .

m e m … “a……ci_

… L.

7) e

sui

vasi approntati

pe r

la perdizione (v. 22 ) sono \ . ; … …h e… nel …; … in … …’

messe

in

relazione

con

quelle

sulla misericordia

e

sono

ad -

«wh-nf…

.…nept l r i ruppo

inutilimbìl_einiuiimo

nche

esse

subordinate. u: szeo.

c u i bisogna agg iunge re

Il

verbo «due.

oI

anlllpokn'»

b … q u m n b n ù i n i i , … 0 ù … 6 n a d g .

, 1952, pp… 142-149, e r. … n e ,

«...Er

nivlsi ma l… sem

,,

ct.-.

p.

150.

… 11,25-32.

r m ,

1934,» 243-149.

“ Cfr. L N . mm, -L’argumenufion

paulinienne

eu Km e.,

su:

e: Rm3.26:a..; 11,20.

(1991) 46.

_1Mac

6,13-15; su, 19,4.

156

..… .…………………...…… ………….……

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bene con

il

passo, che

non si interessa

della

risposta

uma 

na.

Quanto all'espressione

«vasi

d’irax (skanèorgès), anche

qu i

è il contesto   dove n on viene menzionata

alcuna

rela 

zione

orizzontale tr a individui o popoli, ma

soltanto u n a

relazione verticale, tr a Dioele

sue

creature

 

che

vieta

di

vedere in questivasi degli «strumenti con i

quali

si eserci

 

terà

l'ira divina». contro Israele 0 contro

chiunque

altro;

d’altra

parte. l'espressione parallela

skeuè eleous

(«vasi

[oggetti]

di misericordia»)

del

v. 23

impone.

per

skeuè

01

 

giù, la traduzione «vasi (oggeui) d(ell)’ira (divina)n. il

ri

 

sultato

al quale l’apostolo

arriva

 

inatteso:

la

no n chiama 

ta. l’indurimento, hanno favorito la

pazienza,

ma n o n la

distruzione né in

collera,

In

breve.

la

non

chiamata

era

a

servizio del disegno salvifico di

Dio

Molte volte si e detto che l’apostolo risponde alle proprie

obiezioni

dei w. 14 e 19 senza originalità, ripetendo,

come il giudaismo

del

suo

tempo,

le

risposte

della

Scrittu 

ra . Niente di pi ù vero, e

ciò per ragioni

evidenti: spettava

alla parola

di

Dio mostrare

la propria coerenzal Ma le

unità

centrali,

C e

C',

n o n si presentano solo come

un a

risposta

tradizionale sulla totale libertà di Dioverso le sue

creature.

Paolo,

infatti, no n

poteva

provare

la propositio

del v. 6a ragionando roltnnto

sul

concetto di

israele,

mo 

strando

cioè che fin dall'inizio israele n o n e ra identico

alla

discendenza

nella

sua

totalità

-

distinzione che

prepa

 

rava

le affermazioni sull'Isuele Resto equindi sui giudei

che benne creduto al Vangelo. Che

questi

ultimi siano il

Resto,

l’Israele

eletto,

e

che

cosi la

parola

di Dio non era

venuta meno. lascia in effetti intatto il

problem

della

chiamata dei pagani per grazia,

che apparentemente

no n

era stata

preparatae

chesembrasegnare

un

netto cambia 

mento nell'economia della salvezza. Si

vede

subito

l'im

 

portanzadelv. 15,

che

Paolo

no nutilizza

soltanto

pe r

pr o 

clnmare la

sovrana

libertàe la giustiziadivina. La citazio

 

nedi Es

33.19.

come una

profezia.

annuncia la misericor

 

dia inaudita

dei w.

23-24,

mostrando adeguatamente che

il

disegno

divino

n o n

deve

nulla

al

caso

o al fallimento:

fin

dell‘Esodo,

quindi fin dall'inizio,

Di o

proclamava

chesolo

la

sua

misericordia

spiegava

la

scelta

di

coloro che essa

raggiungeva

 

e

avrebbe

raggiunto. La n on

chiamata era

solo prowisoria

158

EGNO

INAUDITODI DIO

: le

due

unità finali,A

eA', vengono

nominati i

destina

 

dellamisericordiadivina. ]] v. 24 introduce le due

se

 

di destinatari

come segue

25:

no i

che

egli

hachiunnti,

-a - n o n solo

t r a i

giude

=mnanche

t r a i

«B'- chiamata dei

pagpni

(iv.zs-zs)

’=chiamnudei giudei, il

Resto

( w .27-29).

, 'or

parte

degli esegetidi

per

certo che i w.

25-26

: o

dellachiamata

dei

pagani

ei w. 27-29 deli'lsrnele

il Resto, costituito dai giudeo-cristiani.

Sono

rar i

' che.

comeJA .

Battle”. applicano B'

alla

chiamata

:-logica di israele: «si, Israele è stato preparato da

fiore l’esperienza della

sua

misericordia

e a condivi 

_.la

sua

gloria. ma questa benedizione sarà data solo

,lsneliti

che lo rispettano e credono in

lui. Nel tempo

' : l e . solo

alcuni

giudei credenu', insieme ai credenti

' n i t i

del paganesimo. ricevono queste

benedizioni,

la maggior

parte

della

nozione

è

sempre

ribelle

e

il giudizio di Dio:la loro restaurazionecome nazio.

errà

solo

nel futuro.

come

edetto in

Osea [segue

Os

»” X X

citato

in Rm 9,25}:3°. La citazione di

Osea

in

9 25-27 sembra

appoggiare questa

interpretazione: e

possibileche l'apostoloutilizzi

unaprofezia

che

per

 

». entedilsraeleperdescriverelachinmatndei

. ? 1

Sarebbe egli

tanto incoerente da

applicare

0:

{ X X ai pagani inB’ e 05 2.14: a IsraeleinA’.quando

parti

del

versetto designano gli stessi attori, dato

' l a… i n . '

…, -Pnul's Use of the Old T… in Rouen: eas-za.,

. : … Z(1981)115-129.5iveù

anche

u.

Hanson. « | t h

or Instruments of

wma?

a…

ocz:-::.,

ns :: u m )

433

 

Useohhe0blfi.l lprincipelepunmdeboledlmw

èmleibdipnrhledin'bellionemeutretuthllsezio  

hmchel-rispommnonlualcumirwidennnelle

. . . ………… . . …. . … .…. . … . .. … . . ……… .. …………

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che il pronome autois («essi») di Os 2,lb (cfr. Rm 9.26a)

rinvia

senza

ombra di dubbio ai

figli

di Israelemenzionati

in Os 2,1a? .

I W. 25-26 e la chiamata dei

pagani

Nonostante tutto,

molti

indizi invitanoaseguiregl iwegeti

secondo

i

quali,

in Rm

9,25-26,

le c itaz ioni di Os

2.251;

I X Xe

2,1

[ X X esprimono la

chiamata dei pagani. Notia 

mo infatti

come

l‘apostolo passa daB’ adA‘: in 9,25-26, il

«voi» (hymet's) cheDio sceglierào chiamerà non viene de 

signato;

silenzio

sorprendente se si considera il versetto

seguente dove, al contrario, i l termine

Isruèl

ricorre due

vo

te. Bisogna

quindi

andare

a

cercare

il referente del

pronome hymeis fino

al v.

24. dove

si

parla

dei credenti

venuti dal giudaismo e dal paganesimo.Ma, si

dirà,

seè

cosi,

i w.

25-26

si riferiscono a

tutti

i cristi ani senzaecce

 

zione, non soltanto ai convertiti dal paganesimo.Soluzio 

ne

che no n

annulla affatto la

difficoltà

dell’esegesi fatta

dell'apostolo:

come

può

quest’ultimo

vedere profetizzato

la chiamsta

dei pagani

in un passo

della

Scrittura in

cui

sono

presi in

conii

erezione

solo

i

figli

di

Israele?

Ma

so

 

prattutto. Rm

9,6-29. nel suo insieme

impedisce

che nei

vv. 25-26 si vedano designati i giudeo-cristiani: in uesto

capitolo

lachiamatadiDioèuna realtàdefinitiva.e

'apo

 

stain non pensa

a un'elezione

rimessa

in discussione

per

essere nuovamente confermata. I giudeo cristiani del v,

24

non ssono cosi

appartenere al «non-mio-popolu»

del

v.

25,

cgdesigna i pagani.

Ds notare

che

il passo citato i n km

9,27 non

è Os

2.1a,

ma

le 10.22. Per cui

non

si tratta di spiegare

una

possibile

inversione t ra

Os

2.1u

eOs

2,1b

e a

loro

applicazione a

due attori

diversi, madi sapere

come Paolo

sia arrivato a

utilizzare Os 2,11:

per

la chiamata dei agani. Comincia 

mo

quindi

con Rm9.27-28. La

scelta

i Is 10,22-23 per 

mette

( I )

di

opporre

l’insiemedi

Israele

e il

Resto

salvato.

efare cosi inclusionecon

l’unità

A, dove

l'apostolo

diceva:

«nontutti

quelli che discendono da Israele

sono

Israele;

(v. Gb): (2) di ritornare ( in Rm 9.28) sulla realizzazione

della

parola

divina, cioè

sulla

pmpositia

iniziale

del v.

6a.

Quanto

all'esegesi di Paolo in Rm9,25-26, sembra :\ pr i

 

ma

vista

ingiustificata,

anche

se i

commutatori

la

defini 

160

l ibera

e ispirata

31.

In

realtàegli sembra

interpreta- .

z 1eIs

10,22 l’uno con

l'altro.

seguendo

in

questo

i

dell'esegesigiudaica

33:

Os2, 1 Is 10.22

” m e r o dei

figli

di

Israele

e

(anche)

seil popolo d'Israele

mme

la sabbia

delmare

diventasse

come

la

sabbia del

'

mare,solo

il

Resto

sarà salvato…

..edice Is

10,22,

la salvezza

futura

deve

essere

quel

 

?

resto,

allora Os

2,117

(citato da

Rin

9.26)

non

può

a

t u t t o

Israele, tanto più che Os 2, ia

L x x parla

' di Israeleal passato.Sarebbe tuttavia ssibile in  

» Os

2,117

per

il Resto?No,perché i p ro ' non

par-

.

. ' di un Resto rigettato (che diventerebbe

«non-po

 

,

perpo i

chiamarsi nuovamente «mio popolo:). Os

. di conseguenza, Os 25

citato

in km

9.25) non

quindi designare 1 ' m e di Israele né il Resto,

essere

applicato

alla chiamata tuita

dei

pegani.

 -» ì tacendo, l’apostolo

giustifica

a

sua

affermazione

_23 (Dio ha

preparato,

previsto...):la profeziadi Osea

ta Es 33.19 (cfr.Rm 9.15) e sottolinea la

coerenza

'

-la

divina

 

la chiamatadel

pagani

non

e dovuto

' fallimento néal

caso. D'altraparte,

la citazionedi

' 5 e 2 , 1 … in Rm 9,25 26 illumina la progressione

omentazion

. w. 10-13

«Amari

Giacobbeeodiai

E.sslb

(Ml 1.2-3)

' - vv .ZS-26«Quella

che

non

era amate,

(la chiamerò)ame

 

te -

( 0 2.25)

iando con un a

serie di distinzioni e di opposizioni.

lo er a arrivato a

riprendere

l 'affermazione in r 

M]

1,2 3,

che

aveva provocato

l’obiezione sull n

 

_ divina. Nelle

prime

due unità,A eB. le

opposi

 

, sembravano

definitive;

ma

ecco che

laparte

centrale

permetterà di

superarle:

la

n o n chiamata,

il

non

“ad

esempio r-r. una…. Gone:

Ich Und

i … . z… Schvifige 

desPaulus inRòmzr

e u ,Gòttingen rsu,

p…27…

_

cliiammentediunlgewah

hawh.Cfi'…rupru.p.110.apro  

. …a».dell'ebraico

esige 

…&… ( . : il numero

deifigli

di Israelem … » ) .

161

. … . .… . . . … . … . .… … … .… . . .. … . …. . … .… … . .

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amore non era

destinato a durare. «:poteva

così essere

n :\ ls

1.9.

citato

appena dopo,

è

vero che

termina

enunciata la

loro funzione (cfr.

w.

17 22).

usione

alla

distruzione di Sodoma-Gomorrae

ap

 

« a

ilm

capitolo di Isaia dedicato al

castigo

del po

 

' - _ - e, ingiusto e ipocrita, ma qui, in Rm

9.29, no n

La

funz:one

del W' 2729 . &questaconnotazione negativa, perché-ledueci t 

L'ultima unità

A’

(vv. 27-29)

viene interpretata

dagli

,

sono

l_na\_state cons-dente

apppnenent_l

.

Israele,

studiosi

in modo

diverso. Secondo

alcuni. l'apostolo

insi-

6 D ‘ ° 5‘   ° “_… “PB relazmne pos1t1va C°_ll 11

sterebbe sulla

non salvezza

della maggioranza dei figli dl [ S fi d e °  °?#11

V i e n e

imputata la 5011;delle

Città.

Israele. Abbiamo

d'altra

parte notato

proprio qui

la

pro-

me,

n o n

Si

Può

non

vedere che in A la

d1scen»

gressione della sezione_al

livello

della

non

elezione: , ° il … ' “°“ 9Piùmha“? … promessa eome

» anche se, secondo Il V.

2911,

51tratta ancora dl una

. ma un'esperienza fatta dal

Resto

stesso (cfr. il

e: avesse lasciato»). esperienza di una realizzazione

A

= w . 6-9 non

tutti

sono

figli, figli

della

p r e m a

(nelsuna connotazione negativa)

E

- v v .

10 13 non ghianlntu ‘mecc1mpn8flma “‘ ” “ m e n l l : della

continuità

del

disegno

divino. Che si è

neE‘sa‘iiodiato) maattravers o le crisi ei disastri:

C

=vv. 14-18

indurimento

. -1924 perdizione futura menzionata

A

= w . 27-

29

allusione alla

distruzione gin

effettuata

(Sodom

e Gomorra)

  vv.-:69 promessediunndiacendenzndapartediDio

H w . 27-19: esperienza- daparte degli stessi

discendenti

' - che Dio halasciato

una

discendenza

Altri commentatori

pensano.

al

annuario.

che in

questl

versetti la sorte di Israele

no n

e vista in

primo

luogoattra 

verso

il

rifiuto

della

ma gioranza, ma in

funzione

del

ke

 

nn scelto e salvato. Mo ti

indizi

appoggiano quest'ulu'mu è testimone della parola di Dio, che

non viene

interpretazione.

infatti,‘

1

versetti

di [ s a l a

scelti

da

Paolo

… . Soprattutto.

no n

c'è niente

in A’

sulrifiuto

di

Israe 

Rm9.

27-

29

non

dicono esplicitamente che

coloro

che

non

haperfino l’impressione

che Paolo abbiascelto que

 

fumo me del Resto no n vedranno la salvezza né stabili-

passi

di ] s a i a perché enunciano la

salvezza

delRe 

scono 'omologia

seguente:

: menzionare né castigo né un

qualunque

’,27-29 n o n

i n s i s a n

guindi

sui numerosi

figli

di

» castigali a distrutti,

’altra

parte

non

più che sul

; eletto :: salvato, se

no n

per

dichiarare che

queato

Resto / inaiemedel popolo- salvato / distrutto.

Ma. si obietterà, l’e uivalenza è

implicita.

Ammettiamolo.

prowisorianxentel %“im

nante

però

ricordare che

Rm

9,bb-29

tende

aprovareml?pmpositiadi 9.64 eche,

termi 

nandocon una

insistenza

sul

rifiuto. tutta la

sezione

man  

cherebbe questo obiettivo.D’alu-ondesopra abbiamo detto

che Paolo

cita ls

10.23

( i n Rm9,28) per sottolineare l'ef- . _ _ . .

ficacia

della

parola

divina;

la

sua

funzione

èdi

qualificare

il ' , loruprecedenh

permettono

anche

ti 11

re 

flnaledelv. 2 7 (to hypoleimma

sòthèsetai,

«i l

restosarà sal- ' ' p ro gr es si on e che abbamo 005f818t0 a l llV3ll° ella

vato»),

cioè di sottolinearela riuscita

del

piano

divino 35.

). allineandocosi'1

versati

ZZb-ZJ

con

il contesto (I s 10,20 Zl :

” is 10n o d i

(ebmoo)

parladi distruzione

(kilydn).

La

mnotnzione

; …… _

quindi net1amente negativa. Mnnonèlaneuaeosaper ln…chem

admin-ce questa termine co n

logos

(«pflmla»,termine ripreood. Paulon

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non

chiamata :: della n on elezione: in effetti, sel'apostolo

n onvuole descrivere in modopeggiorativo la no n chiama 

ta ,

perché,

col susseguirsidei

versetti, la sua terminologll

diventa negativa e le

sue

allusioni al castigo

p iù

owie?

Ab 

biamo

visto

che

in

realtà Paolo

ha

saputo

scegliere

dei

passi biblici in cu i la distinzione eletto/noneletto era

nel

 

ta. e disporli in

un a

progressione retorica che tiene

conto

anche della dimensione diacronica. In altri termini. lungo

tutto

Rm 9 elezione e

n on

elezione

restano

legate

comu

due

facce

di

una

stessa

medaglia, ma

pi ù

si va

avanti

nella

lettera, più

l'aspetto

misericordia e salvezza, legata al Re 

sto,

diventa esplicito

e. al contrario, l'aspetto castigo-dh

struzione implicito. .

Avevamo

notato

cheB’ (vv.

24-26)

poteva valere solo pe r i

cristiani provenienti

dal

p esime. Possiamo ora

concludere che inA' ( w .

27-29

il Restodesi na i giudeo 

cristiani e n o n soltanto il Resto di Israele gel tempo dl

Isaia. ln Rm 9.29. la

formula

che introducea Is 1,9 è in 

fatti

chiara: «come aveva

predetto Isaia»; Paolo

no n

fa

del

versetto in

primo

luogo una costatazione sulla permane

za di un Resto al tempo del

re,

ma una profezia della

tuazione dei giudeo-cristiani. Il v. 24 introduce quindi le

due

unitàA' e

B’.

3. Dell'-lezione

alla chiamata

Lachilmfltfl deipagani

Gli sviluppi recedentihanno mostrato l’importanza delle

unità centrai C e C’, che preparano la

menzione

della

chiamata dei pagani. Limitarsia uesti dati, però,

signifi 

cherebbe n o n

rendere

giustizia 'argomeniazione paoli

 

no , perché fin dall'inizio della sezione l'apostolo prepara 

vagià,

come vedremo,

le affermazioni

dei

W.

2426.

Sesi considerano

infatti

i rappor ti esistenti

tra

Rm 8 e9,

non

si

può

non

essere

colpiti

dal modo

in

cui

Paolodescri

 

vei cr ist iani, gl i israeliti e

Israele:

Rm 8

(detto dei

crist ianidi origine giudaica e pagana)

came/sangue

v. 4 n o i

che non

camminiamo

secondo

la

carne

ma

secon

 

do lo Spirito

164

i

n o n

siete

mella carne»

ma

«nello

Spirito:

“nono figli di Di o coloroche sono guidatidallo Spiri 

”Ja avete ricevuto uno Spirito di

adozione

filiale

1731

noi siamo figli di Dio...

7.18.21.30 parteciperemo

anche

alla sua

gloria…

?

qu’:lli che

hapredestinati, li haanche

chiamati

i:”hi

si

fari

accusatore degli

eletti

di

Dio?

5a

(detto degli

Israeliti)

da

loro

(proviene)

Cristo

secondo la came

l iuk,

Iorio.promesse

xfl'adozlione filiale. lagloria... lepromesse

' .9 ’rîonrlrz‘islgigli

della carne

sono liin di

Dio,

ma i figli

promana

 ‘ S a n

avrà

un figlio

saranno chiamati li li del

Dio vivente

Israele

Il perché il disegno divino restasse secondo l'elezione

  forse utile confrontare i titoli comuni ma anche

 .dati

aicrist ianiin km 8 eagli israelr m

9,4-5u 37.

pe r determinare

p iù

adeguatamente il ruolo del 

indiziodioontinuitàn-allmfle9siaggiungeaquelliche

°…°“°  “’°“°-“°Î “”'“°î“à$…?fgîîî

. ' Ron-mn:

-11»,

inlzws.Greek; undChfisximu:Re rgmus

in

Mull:

Ant iq l y (Fs.

WD .

Davies),

Leiden 197?' pp.271498,

n- . : |

su ] ] ; npariizione dal vocabolario

: l'utillmzione

della

vede due omelie diverse

(R m 14+9-11

.’ Rm

5-8)

al ] o r i g i ne

nmule d i Rm 1-11 , risulta pertanto smentita.

165

… … . … . . … , . … . … … . … . l … … … . … … … . . . … .

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l'argomentazione in Rm 9,6-29, è

pi ù interessante

con 

frontare i due capitoli. Ora, i testi che abbiamo a p p e n l

riportalo mesu-ano un sorprendente arallelismo

t r a Rin

la

parola

divina n o n è

venuta

meno

(v . 6a), Paolo

8e9:si saranno notate in ogni passo edistinzioni

ripetu-

dovere di …… che il

rifium

del Vangelo di

te che

permettono

di e s p r i m e r e progresswem_ente la notevole di Israele, in nome di … pi ù grande

status dei

figli

di DIO o della promessa ouznom

del

‘ all’Alleanza mosaica e alla Legge. n o n deriva da

resto enunciate co n l'aiuto degl stessi term i. ‘ …che i m p o t e m divina.

Certo.

esistono delle differenze: l'opposizionecarne/Spirl- modo procede Paolo? Restringendo Pelu-one up  

to di Rm &

diventa

carne/promessa in Rm 9. Ma

l'assenzu

_ -

guendo

t r a

i

discendenti

di

Israele

e

Israele

( il

del

termine

pneuma

(Spirito)

in 9,6-29 e la sua sostituzio-

degli

elett i). Ecco

pel-ché

l'elezione

no n

fa

parte

ne con epaggelia (promessa) si spiega

facilmente

sesi tie- egi riconosciuti a tutti i discendenti dei Pau-jay.

ne presente (1) che

Paolo

arrivasolo

allafine della

sezione

sono

gl i

israeliti

in 94,54. E, soprattutto. dimo

 

(v.24) alla chiamata deicristiani..“ cu i status

non

habiso- che questa W … : t ra quelli che in Rm1i,5

gno di

essere

definito

in rapporto allo

Spirito.

poiché ciò È il Resto scelto er grazia e la discendenza car 

era

già s to fatto in Rm 2) che i n Rm

9.6-29

?,

solo

In \

Abramo

vale fin [l’inizio.

“° “

d na

che

determina

“49°

_D‘°

“°“smette

d

obienerà,

gl i stessi giudei accettano una simile di 

are

in questocapitolo  e CIÒ V i e n e presentata.

fin

dall , . solo i figli di

Giacobbe

si chiamano figli di

zio,

come

una promessa. In Km 8 lo status e l’agire del Si noterà del resto che Paolo ferma a

Giacobbe

le

cristiani era

definito

dall’abitazione dello

Spirito

di

Dio,

-

lle

sue

distinzioni tr a chiamato ._-

non

chiamatoz

daDioquindi esolo di lui ; lo stesso avviene in Rm9.

pol-

l eva andare oltre

Pemhé

secondo 15tradizioni che

ché la

filiazione

divina è ui

prodotta

unicamente dalle 1 . o la

parola

divina, tutti i 5 li di

Giacobbe

s e …

parola, dalla promessa, del scelta di Dio, dall’inizio

(pn-

- ne sonogl i eponimi delle… ù d’Israele.Egli mo  

triarchi)

alla

fine

(chiamata

dei

pagani

e

salvezza del

Re-

vnd.im:n0

grazie & is 10

22.23,

che

p m i

' d'

een

sto

d’Israele).

E

soprattutto.

la

ripresa

delle

stesse

dislin

 

. i

dodici’figli

di

Giacoblve non

sono

identificabili

zioni indica che in Rm 9,6-9 Paolo prepara

ciò

che dir ';, eletti formati dal Resto. Altro punto comune tr a

sulla chiamata dei

cristiani

( i n particolare quelli venuti

'e i suoi contemporanei giudei:

per questi

ultimi_ e

dal

paganesimo):

sei figli di Dio sono quelli della promes-

ancora

oggi_ l'appaflenenznal

popolo

eletto non

sa,

cioè della parola

divina, e

n o n quelli della carne

(v. 8),

eva

evidentemente alla

discendenza carnale,

altri

 

ellora anche i pagani potranno essere chiamati figli

del come

avrebbero potuto accettare che dei ani

Diovivente (v.26). Si comprende cosi la funzione di Rm9 ‘ integrati per m e n o della circoncisione e l’0 be 

i n rapporto al capitolo che lo precede: esso

inserisce nel

, alla Legge nel popolo dgll'Alleanzn,

perché

crede.

disegno

eterno

di Dio le categorie con l‘aiuto

delle quell “.|

Dio dei Padri? Ma Paolo insiste

forse

più

del giu

 

I'apostolo descriveva i credenti, edà loro

come

iondamen- ' del su o tempo sulla completa gratuità dell'elezio 

m la stessa

parola

infallibile. In

tal modo,

Rm9,6-29

non principio della scelga

è in

Di o stesso.

in

nessun modo

prova_ soltanto che la pamla

divina

è

rimasta

salda.

poich. r i s

sm…. Questo

punto

è

decisivo

perché per

 

àsraelelnoln è stato n;î identici) alla

posteiilà (carnglel)

olF:poslolo

di

congiungere

elezione : chiamata. per

'Israe

e: a

sezione

r

'cacosi

'esperienza

cristiana

e - ' ' ' '

amilà

di

Dio

si è

l'adozione

filiale, descritta

in Km 8, nel

disegno

eterno

del

le anche al p a g a n i . al quali lo gr

Diopieno di misericordia.

. divina dell'elezione

. ta eofferta col Vangelo. Anche sein Rm 9 no n si

ancora

un'elaborata teologia dell'elaione, rimane

Paolo

ci

tiene

& sonolinearne le condizioni

teolo 

ontinuità e stabilità del piano di

Dio,

sovrana

li»

delle sue scelte. ( m a l e gratuità. Dopo

tutto,

in Rm 9,

l'elezione, è la n o n elezione che gioca un ruolo:

…' 167

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la divina, il

lettore

lo ammetterà. a

condizione

sia

mostrato come

lamoltitudineindurita   daDial

  - integratanel piano

salvifico,

e che

gl i

sia d altra

indicatala funzione del

Resto

scelto in

rapporto

agli

 

i t i

e ai pagani.Siccome Rm 9 restadi un laconi 

tnle su questequestioni-

che

non

aveva del

resto la

ne di aflìmntare bisognerà attendere Rm ll

pe r

degli elementi di risposta.

ndo l elezione al

piccolo

Resto,

Paolo

doveva

meme

dimostrare che

Dio

fin dall inizio

aveva

uto

sempre

allo stesso modo.Ma.

così

facendo, non

- soltanto e in

primo

luogo difendere Dio: seque 

…- hafin dall inizio

scelto

un

Resto, non

è

stato per

  il fallimento totale del suo progetto sull uomo   al 

qualcuno sarà salvato. quanto

agli

altri…

 

. ma, al

 0

per

far maturare:\poco a poco

questo

progetto,

pienezza dei tempi. Niente in

questo

di

fonda

 

ente

pessimista:

Paolo

vede

tutto

in maniera

di 

epositiva. L elezione o la sceltaprecede la colpa,

e l’assolve

pe r

cosi dire in anticipo. La semiolo

 

na

no n

ècatastrofica.né

nel suo archè

nel suo

sollevando la questione

della fondatezza

delle scelte divl 

ne,

Paolo può

portare

progressivamente il suo lettorea ri 

conoscere che la nonelezione n ondoveva

essere

pe r

sem 

pre

e che essa si comprende solo a partire dal dise o mi 

sericordioso di Dio   disegno:

infatti

la

parola

al

araonu

(Es9,16; cfr. Rm9,17) eraunaprofezia, in cu i si indicava,

ancora misteriosamente, la

fina lit à paradossale della

non

elezione.

In altr i

passi

di

Rm,

maanche in altre

lettere,

il vocabola

 

ri o

dell‘elezione si

applica

ai

cristiani,

di

origine giudaicu

e

pagana

”.

mentre

in Rm 9-11 e riservato allasola

parte

di israele chiamata il

Resto

(11.5)39. D altra

parte

sene

può comprendere la ragione. Tutti gli israeliti che hanno

rifiutato il Vangelo a

causa

della Legge non possono far

parte

dell lsraele eletto; seinfatti l elezionedipende

unica

 

mentedalla libera iniziativa divina e

non

può essere ri

 

messa

in

questione   ciò andrebbe

contro l’onnipotenzadi

Colui

che sceglie econtro l infallibiliià della

sua

parola  

hanno creduto nl Vangelo solo

coloro

che,

tr a

gli israe

l i l ,

sono stati eletti.SeRin 9,4-5a no n menziona l’elezione tra

i privilegiche]riconosce

alin

israeliti,

negfe

quindi sempll 

cer-nente pero è questi u timi no n

sare

ro p i ù eletti - . . , ..

mai

infatti

l‘apostolo

usa

il

«non più»per

l elezione,

pcr-

d à

°°.

la

quale.

“ Rm{9 ] apostolr;regpàga‘ …

ché la chiamata di Dio è

senza

ritorno - nésoltanto

per-

:”  :? d ‘ ”

“°F

eletti

(Esaù,

î“° °

° g

“l‘

) ll Inan 

ché non tutti sarebbero stati scelt

eccetto

i l Resto - , mu . impr ess io ne d ‘

“ :

“ ° t a  ‘-°qu ”

9°fJ‘

°g‘.

perché lo sviluppo

che

segue (9,6-29)hala funzione di

di-

benevolo.  ° P‘î  ° meraviglrdarsi° :

“nd

lî°

mostrare che il vocabolario dell elezionedeveessere com-

entalmente

benevo   preo]ccupatxà _a

sem

. 03.a

pletato da quello,

anch esso

scritturistioo,

della chiamale

. d

tutt. “bb…

potuto,  E “ F?del_seco   :i “È

per rendere conto della

totalità

del

disegno

salvifico. in , popol}

(;orne

compren ere … unmento ] c ‘

Rm 9,6-29 chiamata ed elezione, n o n sonoaffatto in

oppo-

9 1 I C‘ ntornerei no.

sizinn‘e,

ma

piuttosto

complementari.

Conclusione

Che in km 9 l elezionedi Israelesia quella di un Resto \:

che

ciò

n o n

rimette

per

nulla in discussione la

p o t e n t i

  Il

gruppo

deicredenti in Cristo.degli elettidi D amprendequindi

dei membri d’lirflele : dei convenili dal

paga…

o . C ir. Rm 8,33;

16, , r e… -11709 ; 1 ,28; 1151.4.Ugualmente

E fl

Col3,l2, = ,nam 

ralmenie,

tutte le ricorrenzedel

termine

ekklèsia (c ).

=?ln a i m parole, gli ebrei che hanno creduto in Gu…di Mamet .

168

169

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m . . . … … .

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Molti

indizi permettonodi verificare

che,comene i

capito 

li precedenti, Rm 11 procede per precisazioni successive.

ln efletti, selapropositiodi

11,12

(«Dioha forse ripudiato

il suo

popolo?

Impossibile…determina la prospettiva del 

lo sviluppo

che essa

genera,

non dice tuttavia nulla sulle

tappe di

questo

sviluppo o sul suo contenuto. Una cosa e

in ogni caso chiara: Paolo ripete la pmpositio, tale e quale

nel v. l a , e in termini diversi nel V.

1141.

Qual è

dunque

il

cammino

percorso

dal

v. la al v.

l l a?

Formulme

dap

 

prima la sua domanda in termini pi ù generali ( i l popolo),

l’a]ol;>

si vede po i

obbligato

&precisarla

(una parte

del

pn 

po 0 :

a)

Ripudio del

popolo (tutto)? No. perché

Dio

ha mante 

nuto

un

Resto

di israeliti

che credono

in

Gesù

Cristo

( w . is).

17) Caduta (definitiva) degli

altri?

Nemmeno; ancoraun

volta

a

causa della bontà

e

della

potenza

divine ( w .

1|

s).

L’apostolo procedequindi

per

tappe: lap r i m risposta

ba

 

sata

sull‘esistenza

del

resto

prolunga

Rm

9.29,

ma

non

ri

 

solve il

problema

principale,

quello

della sorte di tutti i

giudei che hanno rifiutato Gesù

Cristo.

Rm 11,1la fa

quindi

ripartire

il ragionamento in modo

decisivo,

e i due

argomenti

a fartiori si ricollegano a questa

pmpositio.

In

effetti, i w. 16

 

24

mirano

principalmente a

mostrare che

Dio.

dopo

aver tagliato

la

maggior parte dei rami

dell’oli

 

vo

vero

12, potrà innestarli; in

poche

parole, la loro

sepa

 

razionenon

èdefinitiva.Neconsegue che i w. 11-15 e

16

 

24

formano una stessa unità

retorica:e

forse

possibile

se 

parare u na

propositio

(qui.

i l v. 11)proprioda

ciò ( w .

1l

 

15e 16-24)

che

dovrebbe giustificarla o illustrarla? Si po 

trebbe senz‘altro obiettare che il

linguaggio

dei

vv. 16-24

differisce totalmente da quelli dei w. 11-15 (: 1-10), ma

vedremo

la

funzione

retorica di

questo

linguaggio.

Le propositianes

dei

w.

1-2

e 11

n o n

sono

tuttavia

le

un i 

che. Una

terza, al v. 25, permette ancora a

Paolo

di

espri

 

‘2

Cioè

gl i

israeliti che Paolochiama

«indurifin.

174

:

chiaramente

e definitivamente la sua

tesi

“..ln Rm

ragionamento si sviluppa cosi in t r e

moment i :

w. 1 

.11-24e 25 32,

essun

ripudio del popolo.

poiché esistenza di un Re

 

»assurta

caduta

né separazione (definitiva) degli altri.

loro indurimento finirà co n

l’ingresso

pieno dei

gen 

‘dente

che

questa

disposizione in serie

delle

proposi

 

di Rm 11 no n deve

far

dimenticare Il

carattere

pi ù

haute

della

prima.

al v. 11a; le seguenti

lun-_mo

la fun 

: di determinarne le

implicazioni.

in considerazione

passato e

del

futuro.

25 32ELORO FUNZIONE

prispondunzs

'

h n n o

già

dimostrato

che

con

questi

versetti

il

c a p i

 

, ma etiche la sezione intera,arriva al

suo

vertice, poi

 

' «Paolo rivela la sorte positivadi Israele

nella sua

totali 

e

calcola

npprossimativamente il

l u p o della venuto

' sua salvezza. Ciò

che

fin dall’in 10sorprende ogm

attento e il

numero

impressionante di parole che

o

alle unità

precedentidi Rm

9-11:

,‘H.25-32e

9,6-29'

Rm 9,6-29 Rm 11,25-32

' klhyne‘n)

9,13

indurimento

(pflrdsl's) 11,25

Giasobbe

9,l3

Giacobbe 11,26

- o)

n o …Padre

9,10 ipndri 11,28

elezione

9,11

elezione

1

1,28

- ' . , . n

.15

' delleprupositìonanelsensolbcnichtl

' v]:scl:ilîx ilalett:|e

ilm…

di

verifica-lo.

co n

l’niulodel c n l e n

.z. .

  studio di

M A . Getty, . r… i

undthe Salvation of Israel:

----’ve on

Romans 9-11.,cso

su (1988)456

 

469.

175

u…….…..……..…..…..…..…..….…

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amata

(ègapèmenè)

9,25

amati agapèxoi 11,28 ' di Israele. No n

possiamo

non

ammirarequi la mae»

‘ (= Nazioni). (= israeliti) ' di Paolo in

materia

di

retorica:avendoevitato

di pre 

ch1amnre/esaere chiamato

eliminati

11.29 ' la sua tesi in

tut t i

suoi elementi fin dall'inizio della

inisen%zîlîiijusexe misericordi e. è arrivato

progressivamente

a indicare

come

la

misericordia

9,15.16.18.23

misericordia

11.30.3132  ° den”““ ” °“   “òm l u d m  ”““”

deg“

. lsraeleoi gentili,

tango

il futurodi ciascunoèle ato &

odell'altro.

mostrando

infine tutta laportata i una

…ionesulla sortedi Israele.

(i l Resto)

sarà

salvato

9,27

_ (tuttoIsraele)

sarà

salvalo

11,26

Rm

“'25'32

: Rm

l a ‘

-re

avrànotato

come

l'apostolosviluppaidiversi

temi.

Rm

ilo-10.21

Rm

  . I l -32

'

dall'inizio

alla

fine

della

sezione,

l’indurimentoha

Di o

Sion 9.33

Sion 1,26 ‘

unicacausa,

main Rm9 colpisce

solo

il

faraone, che

Vangelo 10.16 Vangelo 1ma artiene al popolo elena. mentre in Rm 11 n e

viene

(disobbedien'e/ribelle 10,21) disobbedienza/disobbedire - gran

par te

di israele.E

se,

all’inizio. l’emarginazio»

11,30.31.32 ‘ { t ranne avevasoloun a funzione teologica ' ‘.

alla

fine.

trario, quella

di

Israele

acquista

una finalità nem

 

Rm11.25-32: I I , -24: ‘ ilall:ificaàgfoicbéi gentilihanno

conosciuto]ilVangelo

sua

ezione.

E Rm9,24menzionava ae  ama

 

“” “ R ' “ I “

“ '

11.25-31 ' anisenzasegnalareciòcheneerasmtal’occasione

lsraelev.

2.7

indurimentov. 25 …

cheIsraele

sia inciam

lo .evocatosoltanto

aparti

essere induritov. 7 Israelevv.25.26 ; 33-. mentreRm 11co legaesplicitamente l’ammis 

elezionev. 5.7 elezionev. 28

i paganial rifiuto delVangeloda

parte

di Israele.

razi - (chan‘s)v, 5.6 grazie (chgismata) : trattato in continua progressione è quello della

Ben….

… 1,.u. ,3

…;:H

.,_

25 'cord_ia.Le

analisi

di

Rin

9lianno

già mostrato

l’im

 

salvezu (algentili) (tutto larnele)

sarà

dl questotema

I :

lacitazionecheRm 9,15 fadi Es

v. “

” … t o

v. zo . in infattipermesso all’apostolodi presentare il dise

 

totalità

(d'Israele) mtalità(deigeutili) ‘ 'no

come

un

disegno

di misericordia,

per “niente

v. 12 v. 25 . a una qualunque colpa o peccato. mamisteriosa

 

,orientato verso la

chiamata delle nazioni

(9,23-24).

, .5-32 conferma le analisi di Rm9: l’ultimaparola

LA TECNICA PAOLINA

» è

era collegata

a

ciò che

- dapartedell’uomo-la

Lascio al

lettore

il

compito

di verificare

che

in 11.25-32 cioè la disobbedienza/per

descrivere. con

essa, la

l'argomentazionedi

Rin

9-11si facciariconoscerein tutto il el disegno paradossaledi

Dio.

suo

movimento,dall'elezione

per

graziaallasalvezza finale ‘ -nu'uun

progressione

autorizzaillettoreainterprc

 

di

tutti,

Israele e i

gentili,

passando pe r la disobbedienza. ‘ .e Rm

9,27

e

11,25,

ma anche a determinare

M.A. Getty ha ragione di vedervi un riassunto della sezio- .nedel «tutto Israele»di 11,25_Numerosiesegetisi

ne

15.

Ma

questiversetti non

si

limitano

a riprendere,

rias-

'

interrogatisulla

compatibilitàdi

questi Enunciati:

sumendola.

la

logica

paradossale

dell'insieme, ma

vanno

.

salvato,

il

Resto

soltanto

(Rm

9,27)

o

tutto

Israele

oltre, poiché forniscono l'informazione

ultima

e decisiva ‘ Cercando di difendere la

coerenza

delledue

affer

 

sulla sorte futuraesulle ragionidell'emargìnazione prowi - .

la potenza

divina (9,17).

MA . Getty, «Paul

andthe Salvationof Israel-,

457. l60«lfil.

176 177

………

……

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mazioni,alcuni

hannosostenutoche in

9,27 Paulon o nparla

della salvezza finale “. Nulla di p i ù falso 1 : in entrambi i

versettiil verbohaiastessaconnotazione

escamlugica.

D'al 

allegarequestosfondo biblicoe

'udaico,che

dàall'e

 

' one la sua consistenza,

ricor£nmo

che è prima di

il contesto prossimo. in altre parole la dinamica del 

tra parte

no n

è il caso di opporre le due affermazioni al - . . .

punto

darenderlecontraddittorie,perché,in unprimotem- ' ?ied‘eî'îzm‘nmnlîaerh’îxii’xîsmogîld'cua56110119, Cheper

 

po( inA,cioè in Rm 9,6-29),15salvezzadoveva

essere

quella 2_On dopo

aver

mostr5tîechesll’lîsîsgma “‘a“?liz; 

' t e r m e

del Rlesào, in modoche si verificasse ln pmpositio

(9,6a:

«la

para a i

Di o

n o nèvenutameno») 2°Ma n onpotevaessere _E » .

questa

la

conclusione del

progetto,

come

mostra

Rm

l l .

. vgahilvll‘ìltî'ls‘esiîtuà)le'llîamt'iii>

Î;ndalofj

 

2_lì‘îP010

chedove

Paolo

rivela il

disegno

inaudite di

Dio:

co n

il

Resto

Torah che

essi

consider u

perla

eltàl

Fedeltà

&

santo (costituito dal cristiani di origine giudaica), gl i altri ' dato loro di se ”re“°°°°.me stradaCh;Pioha

membridel popolo, saranno anch’essi salvati.Macosa

in- one promessi?

5Pder

riceve-ne

la f: ifsllzla e la

tendere pe r «altri»  tutti gli

altri?

- e

con

«t imo Israele»? …uogol'upostdlo glillîltlitînql‘gîìgllesfîiîini]glbt:perîsn

. . . . , ' _ . i n c u

 

“?s'm'

q“°.u°4‘ R ‘

937

(11

Rc8îo,

l'lsrneleche ha

nuto

Gesù

Custo)equello d iRm oso-10,21 (l’lsraele

ente

testimonia la fedeltàdellaparola

divina,

Paolova

«Turro

ISRAELE» ' ' '

arifiutato il

Vangelo

in

nome

di un

radicale

attacca

 

Il problema

assume

quindi nuovi sviluppi: in che modo mellaLeggemosaica).C ° «tutto Israele»bisognaper 

tendereil Restosanto diRm9: l’insiemedeirefrnttari

Pauloconcepisce l’estensionedell'lsraele escatologica?

Al 

tr i hanno già fatto la ricerca lessicografia arrivando alla

conclusione che l’espressione

«tutto

israele»

non

rimandan ]. eonnouzlmu dell’

unagrandezza

quantitativa-all'aggiuntadi

pi ùpartip r imi indurimento

m m .

…3°

 ';…“ 

se arate  

quantopiuttosto

a

una entità

unlimtiva, l’lsraele Immink = Inle'l'p'rellzione

lzl'npunjg),

. . .…

i n …

de ’elezlone,

degli

hassldim,

dei

fedeli

a lu

Torah

21.

?” … ”£ ‘“

Imlamam…

… fl v l l e

@…

 

' lr-duzinne. perché equiv.»

ma di un '

egli .ini. induriti), il che ...dreb È'à'i'i'uîidi'fx iblie3:?n‘zepdi’ig

 

Cir.

lo

” a u s

quaestivnis in F. Refoulé,

lsrall. Fp…

1441. le cu i an-liil

uno deve

«bride-&

u m p l v u n concetto u . ] l unv o

' - q , non q u n

 

unbbero il modellodi

tutte

leIhre,.e l ' lppmucin

:incmnloo

…..

avu«

:: il nump_oco uplzio. ‘ … ,… ' Pi…-= dal} Ionic-M'nrwmenuzione.

N u i u n

indizio permette d i

nlfermue

che hi

connonmne

dell : snl- …… il … 'u . l , he ' “ l l dcufle l lù

difl‘mnti:

I n

vezz-

non

arebbe t empre etcntul i c :

in i l m ;

Pmlo

ut i l i…I. al

c n n l n ' ' ven i fi

&…

;.…be

°

Hc…°

“““ ? Il Vangelo,

t h é

rio

ll v]:cnbolnrle

delleulve:zl

e elhgiullifiazinnecon \ n u

… n n

… …. y… …un m…;e‘lbrichumiwu'mg==diu.

esemp xe.

‘ - ' : nl_pen .

.tuttu

» E inutilg rimmnr=&ui |ul l’ l lnbiguid di i l m 9.27 (ciazionedi i. d'   ' …° °

 'jà‘.’

  ”  ” M … : d= '“P° ….

10.21.13),

peuibile m i m d …i l p . …d i l u i x (unche le i figli di   j j “ f finmoch… ….W” viene netta-nane ……

[ : r-ele

foeuio

come ]. ubbi :del

mare,

il Resin e u i u h m - ) in … . …… _ h ., ‘= .  ,è. _ _

retu1'2tivn( i lRe .» , ed:… sollarltu) o inclu:lvo(pnIn meno il

lietto),

l a . Nons'ipu ò d.:Î ' ‘ “ ’ ”°°° “‘ “ ‘   “ ' …

chin-oche P u l a gioc l

sulla

duplice

connotazione,[

dueversetti

seguen- & u, e, x… … g “ ;?- …? Un w-lweimban 

ti (RmAus-29) mesu-ano tuttlvix che previ]: I: cnnnotazinne inclus ivi: , ' ‘ ' WI virnlr Mlhsngscgfelgu il mg

V … I l ‘

ciurl:;ill‘i'lenoun

testo che Intimonierù

la

veracitù

: i. … i n

delle

‘ …' 1995.11.37»154(in

pu t im l - r e

I s l - l

lm v…...

Cfr,

F. Refoulé,

Isnlllv

p.79-80 e

137-143.

Ecm

come

l'amore traduci

l v v ,

zs-zaa, dln ;. 143: «Un indurimento pmi. le (o temporaneo) e u: 

caduto lill’israele

dell'elezt'mie,

fino

:

che sia entrata

il

piemmedei p l g l -

…,

M m ,

@ h i E , ' a.

.

muso

parteun Re 

ni , ecol l wm l ' lmele dell'elesz sarà salvato». Lasalve… …. …i . . . …

quir£.i

quella

dell'hruele

socàfilogjào

nstorico: nn nballae.:=;edior i l- , .…xf‘lmmu‘;°g;: E::

g_l-

îîrult=riori guia-:m 

ne

taiga pe r partecip_nre

. ;

vezu.

Interpretazinne riprel'l … . . . _ . nu

gen-metto

'

ri  

quella

del

commenta tor i

ebrei. .JÉÈEMWWW“W;ZÈle ?mg…zltn…

178

179

……….……

.… ……

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ll

V … d i

km

10.

La

pr o resezione

e la logicadell'argo

 

n…îovietanoquindi

c esi escluda un'interpretazio 

Wa

14.Ma,

ci si

domanderà,

l‘aggettivo

«tut to .

è

\ ‘ ive,oppure Paoloesclude

tu t t i

coloro che, di origine

giiuiaìen,

n o n

vivonodellaTomh,

pe r indifferenza.

tiepidez 

zeuiguoranza?Èimpossibiledare una

risposta

cenaa

que

 

st‘uluma

domanda;

si

può soltanto dire che

in km 9-11

Paoloconsidera il popolo d'Israele come quello che ha

pre

 

ferito

laTorah

a

Cristo:

mail

fatto

che

l’argomentazione

no n

precisi di p i ù némenzioniquelli.

no n

credenti o

altri. che

non

vivono da veri osservantidella Torah, non implica che

Paololi escludaper

questo

dall'Israeleescatologico esalva 

to,

anche

sela.Scritturaela letteratura

giudaica

del tempo

?enlibrano

appoggiare l'interpretnzione restrittiva di F.

Re

 

mi é.

Salvezza d’Israelecona santa

GesùCristo?

La composizione complessadi Rm 9-1  nedeterminacosi

l'interpretazione;unrisultato.questo,chenon

deve

sfuggire

e che ricordo a uesto scopo. Un elemento sembra

però

sottrarsi

a quesmciogica.

Se,come

riconoscono

gl i

esegeti,

Rm

11,25-32

costituisceil climaxretoricoe

semantico

della

sezione, in cuis i

trova

riassuntoil

pensiero

eviene rivelato

al lettoreil misterodell'indurimento,perché Gesù, il Cristo,

non

viene

nominato? Non

apparterrebbe

egli

a c iò

che

costituisce

l'essenziale

della

sezione.no n

sarebbe

il salvato 

re

dell‘1sraele

ribelle? Si risponderà evidentemente, come

fannomoltiesegeti,

che il liberatoredi

cui parla

Rm

11,26 

citando Is59,20 -

designa

GesùCristo15.Maunaltro inter 

rogativosi

presenta:

seèlu iil liberatoredelv.26,Paolonon

avrebbe

dovuto nominarlo

esplicitamente.

onde evitare

ogni

ambiguità

e.soprattutto,

pe r

sottolineare

il suo

ruolo?

vero che la composizioneconcentrici della

sezione,

A = 9,6-29 la parola di D i on o nè venuta meno

"

Per

l'interpzetazlone

del

sintagnu  . … l esi

la …sull'uso.

suppo

 

sto

normativo,

della tradizione

biblicn :

giudaica, per

concludere ctu

l’elm'eslione non

pu ò

avere una connutuiene quxmimiva, Io

procedo

.

pnn'ue delcontesto letterario,cioè dai gn.lppini li il siuugum

rimnn<

, d: … s i va m e n le

(da

Km9n

n ) ,

e

arrivo

: conclusioni oppone.

= si

veda,

sull'argomento, r…Refnulé, smél,

pp.

1195.

180

' A’ = I 1,

1-32 Di o

n o nharigettatoil

suo

popolo; lo salverà

’ B = 9, 30 -10,21

rifiutando Gesù

Cristo, e

Israeleche

sunbru

essersi

separato

dalla

salvezza;

l .. -osizione in cu i la

ragioni

della situazione dell'lsraele

v esono descritte nella

parte

centrale B, sottolinea ab 

vdantemente l'imponanzadella fedeìnCristo,Allo

stesso

  o,Rm

11.23 segnala

che i

giudei

induriti

potranno

es

 

_ minnestat i

sulla

radice

santa,«se

no n

resteranno

nel

 

}- redulllà»,

cioè

secrederanno nonponendo

essere

que

 

’volta.dopo

Rm 10,cheuna fede in

GesùCristo

Signore.

nonmenzionme esplicitamenteche Gesùsarà il libe 

.-.mescatologicndi

tutti.

di

Israele

e

deigentili,Piolanon

forse

[ impressione,nel

momento stesso

in cui rivelu il

o salvifico di

Dio

( in 1125-32). di proporre

due vie

- te di salvezza, la prima attraverso

Gesù Cristo per

i

( i n

Rm ] , la seconda senza di

lu i

per Israele (Rm

‘ ionesi

ribatterà

che

in Km 11l'apostolo

. -luto.come inRm9,

ricordare

in

primo

luogol’iniziati

 

..(

la

potenza

di Dio, perché il problema Il

non

è tanto

il - dellemodalità- delcome,della mediazione.

evocata

‘ - 10 

quanto

piuttosto

quello

della possibilità

stessa

salvezza.D 1

m i o

RmIo

non

riservnlafede

in

Cristo

n o n

giude

nm:“,

senza

eccezione. devono passare

erso lobbechenza al Vangelo. in

cui

si annuncia la

a (cfr. 10.12). È quindi chiaro che Rm 11,25s

non

_

dellasalvezza

di Israeleindipendente:-nente

dalla fede

esù Cristo.

poiché

le affermazioni di

questo

capitolo

'  -ngonoesibasanosuquelledelprecedente“. A

queste

_m, valide le un e

quanto

le

altre.

è necessario aggiurr

un'ultima,

p i ù

decisivo: in 11,25-32, Paolo insiste

' tu t tosui destinataridella salvezza

27,

e il

punto

eSv

_ eèchel'indun'mento

dell'Israeleribellesiaprovviso

 

che. alla fine, ogni destinatario   Israele e i gentili  

I n n .

Paulund

the

Tumh,

.

HB, afferma

i l c on tr ar io ; i n R m

- 7, «non si dice che Dio lo (Israele)

porterà alla

lede in

Cristo,

… dn … … discussione

 

. m… di

utilizznre

il

dl Paoloè

… n o

evidentementecomprendere la

su :

region

sl , menzionato in questi versetti

(cfr.

vv. 29.30 e 12). ma

. tamente s oggetto da verbi. eccetto nel v, 32… Si

noti m h .

v. 27,

dove

parla Diu.

nunc a

in parola

theas.

l l l

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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abbia il proprio

ruolo

da

giocare

nella

salvezza

accordata

all’altro.

Spero

di

aver mostrato come

lacomposizione

dellasezione,

al

tempo

stesso concentricoe

retorica,

equella di Km 11in

particolare. determinino le grandi linee dell'interpretazio 

ne,

permettendo

soprattutto

di

sfuggire

adalcune trappole:

dire che

in

questi

capitoli

Paolopensi

aun a

salvezza senza

(la fede in) GesùCristo per

l’Israelesordoal Vangelo, mani 

festerebbe

una

totale

incomprensione

della

dinamica

del

 

l’argomentazionee della funzione di Rm lO. D'altra parte,

che

l'apostolosi

interroghisul

fatto

chenumerosigiudei,nel

suo tempo. hanno

preferito la

Torah

&

Cristo. no n implica

che e li escludagli altri dallasalvezzaescatologica   molto

semp

'cemente.

egli

non

pensa

ad

m i

Non si

può quindi

trarre

alcuna conclusione vincolante sull'estensione mas

 

simale

dell’espressione

«tutto

israele» in Rm

11,25 29.

:.

lare

eelgentl l l

Lacomposizione retoricadella sezione sottolinea il legame

sempre pi ù

stretto stabilito da

Paolo tra Israele

e i gentili.

Infatti.

se,

nella

prima

parte

(9.6:29),

non

c’è

alcuna

relazio

 

ne«orizzontale»,sen on

per

direche

alcunifurono

chiamati

dell'uno

edall'altro gruppo (R m 9.24). ese, alla fine della

seconda(9,30-10,2 I ) ,la

gelosia

futurad'lsraele

nei riguardi

deigentili e appena evocata (10,9). in compenso nella terza

parte

(11,1-32), Paolo ritorna moltevolte sul ruolo di cia 

scun gruppo 29- relativamentealla misericordia

accordata

all'altro.

Perché

l' a stolacominciaamescolare

sempre

di

pi ù

lasorte finale i

israele

equella

dei

gentili?

L'ALLEGOHIA

DEI

DUEOLN

Lacoerenza della immagini

Questa

allegoria

hada

sempre

suscitato le interpretazioni

pi ù

divergenti.

Questoderiva senza

dubbio

dalle

immaginie

2- Però l’e-tensione minimale va mpin ta

pe r

le ragionicheabbiamonp 

n: presentato.

’ Cfr. 11,12.15; 11,17-24 e 11,30-32.

182

: loro apparente mancanzadi coerenza,ma anche dal

, I - che l'apostolo n o n si

preoccupa

di collegare stretta 

. . tei l

passo

col suo contesto.

derando le immaginiutilizzate,sonopochigli specia 

che

cercano di mostrare

che Paolo

sudi che

cosa

pa r 

Lamaggiorparte

n onmancadirilevare

le

bizzarriedel

' no.

pe r

concludere che l'apostolo, essendo cittadino.

conosceva

moltobeneletecnichedell’arboricoltura.Si

… mai

visto

uninnestodi

q u a l e

tipo?

In

genere

l'albero

t i coe lamanabuona.Adireil

vero,

no nèlasolavolta

. le

analogiepaolinesono

zoppicanti;

l'apostolo

sembra

' t tura avere

un a

incresciosa propensione a

no n

.cluderebeneisuoi

paragoni

“. Ma

questo

[anostessoci

. . e m et te re i n guard se Paolo in

qualche

modo s ene

' ‘ himdelleconvenzioni. nonè

soprattutto

o soltanto pe r

. canza di abilità

31.

Anzi

bbasta…facile determinare il nucleodeiw. 17-24;ci

… del resto il ragionamentoa

[enim-i

(v. 24), che hala

\

ione

di

mettere

in

rilievo

l’aspetto

positivo della situa 

e

futura

dell’lsraele indurito. infatti

proprio

su

questo

ovuole insistere.elo famostrandochel’attualeallonta 

n t o

dei

giudei

che hanno

rifiutato il

Vangelo

non

ha

. di

definitivo.

cheDi oè

capace

di «reintegrarli».In che

procede l’apostolo?È quichel'allegorindeidueolivi

' ta

m i l a

la sua importanzae manifesta la logica

pr o

 

del

passo.

SeinfattiDi oestato abbastanza

potente

da

prete l’impossibile.

cioè innestare

i pagani - il ramo

'ca

 

sulla radice nobilee feconda - i patriarchi-, a

' può, essendo

pe r lu i

pi ù

facile,

reinnestare il

ramo

ale N o n e perciò necessario domandarsi se Paolo

Gli ultimi in ordine di

lempo sono

A…G. Baxter : l A . Ziesler.

«Pnl-l

: Arburiculturezkomnlu11,17-24n,1…24(1985)25-32.

fr. Le onservaz.ioni

pertinenti

di LA… Little,

-Plul's

Ute of Analog)“. A

… . Alulyaù of

1-6 030

46 (1934)

82-90.

:

tengono

modi

di composizione

del

tu:-po,

-  .. ulechel'a no lo ] : - oomuniulolasunnrgumen '

. &… 9° rl e

cl;e;ae

ìbbinnpblldiscum inelemàîrlml

_ :-

sep-emi nene

,

poss:

' e immaginare nee

 

- diesinbbinlvulolaminimaideadicomesifaoeseuninnesloe

abbia

museo

delleobiezioni interessato? Paolo deve avere asoci 

_. le

loro

neservazioni, …i giustificato

e...

e … » nondimeno

uleeqllzle.

183

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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abbia una sufficiente

conoscenza

delle leggidell'arboricol 

M a .

perché i l carat tere

aberranteesprime

in

modogeniale

l'aspetto

inaudim

della

situazione.

Chiunque

innestiun

ra

 

moscello

selvaticosuun

alberobuono

no nsi

aspettacerto

di

vedere

spuntaredeifruttisul

ramo

innestato;ma ci ò cheun

arboricoltoreragionevolesi

guarderebbe

dal

fare,Dioinve

 

ce l'ha

fatto:

hacompiuto

con successo

un’operazione

con  

tm natura. innestare il

ramo

selvaticosull'olivobuono, no  

bile

 

renderei

pagani

figli

di

Abramo

a

pieno

titolo,

capaci

didarefrutt i in abbondanza Eseèstatoabbastanzapotente

darealizzare l'impossibile.perché rifiutarindi poterrein 

nestare il

ramo

originale sull'albero santo? Chi pu ò il

pi ù

può

senz’altro il

meno:ecco

ci ò chevuole sottolineare

l’ar

 

gamento

ufortioridi11.24.

lA FUNZIONEDEL PASSO

Gli

esegeti hanno

spesso letto in questi versetti un passo

polemico, in

cu i

si potrebbe

trovare del resto una delle ra  

gioni che avrebbero fatt/.) scrivere la lettera: a tutti coloro

che.

nella

comunità

di

Roma,

provengono

dal

paganesimo

e

avrebbero la tendenza a rigettare le radici ebraiche della

loro fede e a disprezzare i giudei ribelli al Vangelo, l'apo 

stolo

ricorderebbe la

chiamata

per

grazia

di cui sono

stati

oggettoei l legamedefinitivo.

indefettibile,

che

li

collegaalla

benedizione

dei patriarchi(cfr.

1

1,17

 

21).

Un indizio stilistico sembra appoggiare

questa

ipotesi di

una scrittura

polemica”: l'apostolo

non

interpella

forse

energicamente il

suo

lettore

cristiano

per

minacciarlo

(11,20)?

Purtroppo

questo indizio n o n

è

deipi ù

forti:

l'indi

 

rizzo alla seconda persona singolare, in «tu», si oppone a

quelli che lo circondano, in

«voi:-

3‘ , e denota immediata

 

” L'upe tto

critico

e polemico e |…

esteso

da

alcuni

elegcfi

n

tut la

la

lezione.

Cfi'.

G. Eichholz. Die Theologl'e das

Paulin

i'm (livin'-fs,

Neukir 

chen

1972,

p.

296,

che

parla

di

capitali

:kimhenkritiecl'u

(critici nei con 

fronti della Chiesa).

Devo

a L. Gaston, Paul

and the

Torah, p. MD ,

l'aver

conoeoium il

punto

di

vista

di

Eicholz.

_

“ Cir. le pericopi precedenti

11,2

(«non sapete...-); 11,13 ( . . voi ,

gen

 

Lili, i dico...-) - = 5 un 1.25 («non voglio che ignoriate, fratel 

li...:-

; 11,305 («come, iniatli, voi

un a

volta..»).

184

uno

stileda diatriba. In

effetti.

senelle pericopi atti:

Paoloparla

ai cristianidi Roma(«voi,i

gentili

»,«vor

») ,ne iw. l7»24

ladi

tuttoperdare

l’impressionedi

a s i

& un interlocutore finizio   il

ricorso

ai nomi

...tati

ha chiaramentela sua

importanza

35. inoltre,seil

: aveva la

funzione

di fustigare la boriadei

cristiani

di

Paolo

lo avrebbe indicato,all’inizio dello

sviluppo.

propositio-stalîetta di

11,11.

La

dinamica

dell'argo»

tazione,

che

culmina

nei

w.

22-24,

mostra

infine che

istenza n o n ès uun

qualche

rimprovero di Paolo ne i

' - ' degli «etnico-cristiani»,quanto

piuttosto

sull'even 

tà di

una

«reintegrazione» di Israele. Come

indica

il

rso

alle immagini.laîinnlitàdeiw. 17-24eeuristica:far

prendereperché

la reintegrazionedi Israele

può

essere

. in considerazione. Contro una tale reintegrazione.

o lascia

che

il

suo

interlocutore i

aginario sollevi

'obiezione: il

ramo selvatico  

i

gen non

ha forse

ilposto

del

ramo

tagliato-igiudei

che

sono inciampa 

vv. 17-19)?

Al

che

l‘apostolorisponde,

con

l’aiutodell’ar

 

v-entoa

fbm’on'

già menzionato. che la sostituzione, tutto

_, to

molto

relativa“.

non impedirà

affatto al

Di oche

' -mm di reinoestarei rami

tagliati

e

scartati.

. il

ricordo

dell’esistenza

del Resto santo,

che

testimo

 

11no n

rifiuto

del

popolo

(11.2-10).

Paolo

ha voluto pre 

l’annunzioprofeticodella salvezzafinaledell’lsraele

' mentaneamente allontanato

(11,25-27),

alien-nando la

ibilità

stessa

della salvezza

per

tutto questo israele e

«'cando la funzione dellasua emarginazione(vv. 11-24).

. questiversettiintermedisiafferma giàmoltochiaramen 

' ' lachiamatadeigentilisicomprendesolo in riferimen

 

Sllll'indlrizzo in

«tu-,

in

genere

un interlocutore

finir-in

dei

din-lod'ix'

d.-

diatriba.si

veda

s . l c

Steven,The Diaulbcand?nul's

Zenum

Romans.

An n Arbor, Michigan 1981.

Afierrnando che

l'interlocutore

' v v. 17-24 è

fittizio, n o n

intendo , evidentemente,che lo

siano an 

‘ l e

realtà

desi dalle

imm

'nu

de l l ' a l i … ede l l ' livo. ’

Anche sePmfi‘fpfn rifiuta i' i di sostinnzium ne indica subìto ]

e s … n e '(nwnmîiigunnlilzlhncie.mnènllxdiiìingflpenedi)e

dnnln;nesegnnllso

n t t u t l n a

'tìpositivn.

t m ]

so 

.  oned‘Israele c o n &

Ch ien

 

o del

giudaismo co n il cflstinrielinlo

' si

v d anche

l’articok:

recente

di

11.6. Bloeecb. «“All

[ e n e l Will

Be

…..

s … … and

me Biblical

i l i - m m . ,

lmapruaxion 43

v,989) 130-142.

185

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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to a Israele. Quest'ultimo termine

può

del resto rinviare

all'1sraele indurito (i rami

tagliati)

o a quello che Paolo

chiama l'Israele dell'elezione (la

radice

santa); l’enunciato

rimanenondimeno

vero per

l'unao

l'altra

connotazione

37.

NESSUNA CHIESASENZA ISRAELE3°

Lapericope

deidueolivi

(I

1,17-24)

sembra

porreanche

in

tutta

la

sua

radicalitàla

questione

dei

rapporti

t r a

la

Chiesa

di Roma,alla quale si rivolgePaolo  ma anche

t ra

le altre

Chiese,

formate (esclusivamente o)

principalmente

da

cri 

stiani provenienti dalpaganesimo - e Israele. Questi rap 

porti,almeno

come li

descrive

l'apostolo,

sonostati

compre

 

sidiversamente:

come

un’integrazionedeicredentidi origi

 

negiudaica nel

popolo

d'Israele ”, o come una dipendenza

radicale che

lascia

tuttavia distinte le realtà

4".

La prima

interpretazione.chevede i

gentili

incorporatiin Israele,può

basarsisulsintagma «tuttoIsraele:di 11,26a,cherinvia-eb 

bealloraall’insieme

composto

dall’Israeleanticoedalgen 

tili che hanno aderito al Vangelo. Due indizi militano

però

contro

una tale ipotesi. Paolo continua a chiamare i suoi

destinatari

«voi,

i

gentili» (11.13)

e

n on

trasferisce

il

titolo

"’ Cfr G. Lohfink

L’E'glise que

voulu“ JLtu.r, Cetf i985 (originnle lede

 

eco: 1982),

p. 88: «Proprioa

causa delvenir meno

di Israele la u.lvezza  

nuta

t r u m e s u

ai popoli (11,11). Pro ri o I causa del venir meno di

%îîlîlJezl‘ lgl.ni i o n e stati imerit i ne nor i : dell'elezione di Ixmle

,...

In Rm9-11 Paolo

non

un la parola Chien

  no n

laun molto nel

resto delle

letterl. se no n in Rm 16(W. I .4 .5 .16.13). Se

metto

q ui in

tip/portal termini

Chiesa ( I l

|lngollre) e[ar-ele.e

come

meulin

"o,

perché Paolo si

ferma

ai rapporti tn Israele : i gentili. Ciò deriva m

dal fam che

egli non

utilizzain RmChien

come

concetto in lobanu

(la

Chieli,

corpo

di Crieto che include tutte le Chiese). ma mc dal

fatto

che

laCilicia è

fono-ta

dagiudei enongiudei (questo era

vero

al

tempo

i n cu i fu scritta Rm,primadi

lablle.

cioè prima

che

le autorità rabbini 

che

dichiara…

incompatibili le due

identità

quella

giudeo e

quella

ci'iltiaru .

“ Cfr., edex., M…A.

Getty.

«Paulandthe Salvationof [:r-nel.… 457: «Paolo

amplia la

sua

concezione di n m ] : al

punto

d.- includervi i gentili-. st

u r i

numa evidentemente la

differenza

t r a quem {emulazione

(«1

gen 

tili inclininell'Israelen)e quella di

Lohfink

(«i

gentili

inseritinellastoria

dell'elezione d’Israele-; corsivomi cfr. nota 31).

*“ cf.-., tu gli altri, G. Lohfink,L'Eglise,p. 39 ; «Perciò, secondo Paolo,

la

Chiesa non

pu ò assolutamente

esistere senza

Israele-.

186

. …

'alggopoloebraieo)operlaoostnnzldelladul

‘ t i m

e» al cristiano

almeno

in Rm " ; inoltre la

delrammentoinRm-11esige loabbiamovisto

prima

parte

di

questo

capitolo

  che

il «tuuoIsraele»di

5-

riprenda

i

dati

di km 9 (ugualmente 11,2-19,

dove

le dellenazionierappresentato dal

Resto)

edi Rm 10

‘ t rat ta dell'Israele zelantee tuttavia recalcitrante).

‘ - Iasecondainterpretazione,chevede il

gruppo

formato

eredenti venuti dal paganaimo come dipendente eal

stesso

distintoda

Israele,rispetta

laletteradi Rm9

 

Essa

richiede

però

qualche

precisazione,

perché, .se

\ Cristoè

l'unico

necessario,seèsufficiente,

comedice

lo .confessarlope r

essere

salvati,cosamancaalgruppo

"“credenti

venuti

da ] paganesimope rpoter

esisteres e …

e?S i pou‘ebbe certamente rispondere invocando il

- ".

lacui

appartenenza

allaChiesaattestache

Di o

non

rigettato il suo

popolo;

se infatti nella Chiesa non ci

- credentidi origine giudaica. no n si dovrebbe forse

- udere.al seguito di Paolo (Rm9,245),che la paroladi

evenutameno?Malgrado

tutto,

anchequestaspiegazio 

-nesufliciente.perché

colloca

la

necessità

in

Dio,nella

: del suo disegno,

pi ù

che nella Chiesa.

3« -chesedaunapanel’apostolo,in Rm1_1,17-24,insiste

legameintangibile

che

unisce

i

credenti

venuti

dal

pa

 

i m o -

quelli

che egli continua a chiamare «i

gentili»

 

radice

sono:.

dall'altra non

precisaperché

nonpossono

e. pena l’essere immediatamente

separate

dalle

. dizioni egate alla promessa.Si può allora neon-erea

-t o egli

dicedell'atto di credere in Rm4.

Paolosottoli 

11nfatti Il legame t ra fede eidentità, t r a fede :

salvezza.

:do

Abramocrede,

ricevelapropria i deandi padree.

'.

tovnle,uembn.

sobperlnlenenaikomani.ual

6,lflfaevlden 

diflìcoltì.? alcuni,l'espressione«I:nelediDio- detignerebbe

-iaedmtiin0:ùtîrixm.n undnooflunonxdmanta-iore

rifleuionedell’a

mlolulloslanuelasorledeighidei.5ivedl.d

' 0 M 'l‘heobal’d“s

. .

«Kircheund Israel null:

*lgr; (9-0..de29

è cheposn'bi lepenme.con non lqueslny

. di"Énl),?he

l 'spreaione

«Israele

di

o i …

;; ….

..Amm

g.

richehannocreduminùinocrocifixmeche.msremeanpagnni

- «

" l i ,fizrmlno

i l …popolo]? Dim.

Che

uyoyuPer…:ilewgiuflîfi

… . . a

m a m m a … . » u o m … "magg-.de…

scritti paolini), Rm no n estende ai credenti prove

dllpagnneeinm.

‘ Quelli. t r a gl i … h o .chehannocreduto in GesùCristo.

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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al tempo stesso, riceve

quella

dei suoi discendenti,

deifigli

di più.

perché l'apostolo no n sviluppa alcuna catego

 

futuri.Rinviareallaradicesanta

come

aunafeconditàcheci tiva alladurata.segnoprobabileche n on

pensa

aun

precede, indicache

è la fede

che

ci ha

generati. che

ci dà - di

lungadurata

0 indefinim

pe r

la reintegrazionedi

un'asoendenzae,di conseguenza,un a

storia,

quelladeicre- l e “ .Q u a mn o nimpedisce

tuttavia

ateologiedesegeti

denti; I cristiani venuti dal paganesimo

possono

quindi

lire

al

silenzio

di

Paolo: tant i eventi,

so

ranur to re 

comprendere evivere il donodi graziacheèstato fatto loro ,obbliganoariconaiderare

i nppor t i

tr a

  'esaeSina 

solo ritornandoalla

figura

di Abramoealla lunga

storia

del '

47. Senza

negarela

necessità

in cu i ci

troviamo

di

popolo eletto

#

per

riconosca-vile

vie paradossali della fe-

, ra re nuove categorie

per megliorileggere

una

storia

delta divina#, popolonel

quale

si è incarnato eha vissuto il .

mata

ecominciare a rispettare l’altro.un tempoper 

Salvatore.

Sesi staccasserodaquestaradioe,

sela

rinuegas»

come

nemico. dobbiamo

ammettere

che

Paolo.

più

sera, si precluderebbero la possibilitàdi leggere il proprio descrivere

ilegami

esistenti

tr a

la

Chiaae

la Sinago 

passato.perderebberola loro memoria, la

storia

della loro preoccupati:di notificareai 5u0i

destinatari

ll

durata

chiamata

e,

c o n

ciò stesso. la loro identità. dell'indurimento

(pdffisl's: 1115)

d’Israele:

Sì.

Madove si afferma, in Rm, che l'eseère-figlio-di-Abrama& saràsalvato-sottinteso:

finiràpercredere

inGesù, il

Messia D‘altra parte, sel'apostolo insiste sul molo

'esserefiglio-di-Dio vanno di pari passo? Riconosciamo

messaapartediIsraele

perl’annunzio

dellasalvezzaal

heiduestatus,anche

scsi

trovano rispettivamente

descritti

in Rm 4 e 8, no n sono direttamente articolati o messi in “. nondimenticanemmeno

l’effetto

cheavrà

lacon

 

rapporto

43.

ChePaolo

non

senta il bisognodiinsisteresuun " l e da' I ” …sulla «reintegrazione» degli «induri 

legame che

egli

considera ovvio n o n

deve

Ear credere

al

.Nonbiaosna

riconoscere,con Paolo,

che

sela Chiesa

lettoredi Rmcheesso

non

esista:adozionefiliale “ eappar- .

B “ “

di Israele.è

vero

“ChE

“ " V " ” ?

tenenza

alla

discendenzadi Abramo nonesistonol'uno

sen

 

zal'altro.

Bisogna mdare ancora pi ùoltre e dire che Paolo vuol far ODELLA CHIESA

presente

alla

Chiesa

che

non

potrebbe

esistere

senza

l'Israe-

'

le dichiarato

infedele?

È vero. sì.

che per

Rm

11,19

e 30,

_'uipuòaffermare.

senzadeformareilpensicmdi

Paolo.

l’indurimentodiunagranpartedi Israele# dicuiedifficile Rm11egli neghiogni

missione

della Chiesa verso i

direchePaolo la percepisca

come

necessario allapropaga- chehannorifiutato

GesùCristo.Infatti

Km 10risuo 

zione

del Vangelo ‘5 -h a permessoai paganidi crederenel

annuncio del Vangelo,

ai

giudei come agli

altri. Si

Vangelo. ma questo

evento.

contemporaneo

all’apostolo.

vede prolungata la

sua

efficacia? In altri termini. i gentili

hanno sempre accesso

al

Vangelo proprio perché Israele, 1-“'.‘3."5- ‘.“ …‘:

”““xgrlrhl'îWm‘l‘f' " °“

"°“

nella

sua grande

m a g g i o r a n z a , continua a rifiutarlo? R m 1"1.125.…”‘Îà’fi,… “fixing……i,.,,:il…

m i …

1

1,25

lo

lasciasupporre,

maè difficile,se

non

impossibile. ma«limitato., m m . ) ,.………

d . ,

,;

,,…… i .

pi ù E in 11.30-32, la sola oypos : menzionata da

Paolo

i

v - « n u m -(pote)euomlnyn)…Crùrlmnnzveroanehesesi

“ Su estapun to si

veda

E. Byrne, 'Soruof God'- 'SadafAbmham '. -per 11,31, con:(nyt ) . riportato nnn-vi.d. testimoni m i t o nf 

“# L' l ione filiale, che fa del

credente

un v e l o

figlio

di

Do… Cfr.

Rm Tutto

sommato ,

il

p i e n o non pecca

di m e t e o di Mannu-ione.

8.15.23.

\ , adsempio.leonelvlzionidild.lteoblld,alfinizioelll l

“ Si in che su q u n t o punto i commentatori nono divisi. Per alcuni il mo lrlicolo «Kircheund l a n e ] nach Rhin 9- I l u . I teologi

(cri

 

fltto

che Israele sia inciam lo . fa partedel

piano ulvifico;

peraltr i in- - - . la

finzione

inmnlulhiledel

popolo

eletto, incaricato

v eoe res t a i l r i s u l t g t ode l l n ' benàunum . m nèm i s t e r i ns am en t eus unm l l r i x pennde l v em b i o #d e n u n c l a n d o n l t u n p o n e s l o l a

:

uufonnalo

(per fini essenzialmente

positivi)

daDio. Sono del … .

lnquale

l ' . -…masieradegli idoli- ei…esponsabilitàetico

che 51 nsiero

de l l '… …

fortemente paradouale in …… capitoli, . tale di ogni

uomoverso

il proprio ….

gfin

de

easere

forum: la tesi dell'assunzionemi

sembra

la

pi ù

plausi-

#

. . ; , 11.23.30.

e… 1

188 189

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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ribanerà

forse che.

siccome

i

giudei

nonhanno creduto, & Chiesadeve

essere

tes|imoneedeccocosa Israeledeve

necessarioora rivolgersiesclusivamenteaglialtri.Ma i cu- \ : , d a …riconoscendoo-amite…; fin doveè….

pitoli9 11

di Rm

suppongono

che la comunità dei

credenti

.

t e n e t e l a divina;

misericordia

usata

;; colei-o che

(nelVangelo)

sarà

  u m

composta

di

due

gruppi, essen- lontani e

che

no nconoscevano i l vero

Dio

(11,31),

zialiallasu a identità: i giudei,che

formano

il Resto

santo,

el _' ordia senza condizioni53

non

giudei,

che,

in mancanza di meglio, chiamerò qul °

notato che

1'

apostolo

associa…… di

i ù ,

«etnicocristiani».Ma comesarebbepossibileci òsedeigiu- ' della

sezione,

il M … ,di Israele:\quellodeigen '

dei non si convertissero al Vangelo, sequindi

questo

non nediquestoprogressivoaccostamentodeidue atto#

venisse loro

annunciato,senonne

sentissero parlare?

‘ corpo

deldiscorso

si

può

facilmente immaginare:

se i

Inoltre,

pe r

tr e

volte nella

nostra

sezione,

]’apostolo

afferm-

pp i

sono

legati

fino

a

tal

punto.

laproblematica

non

che

l’adesionedei

gentili

al

Vangelo

dovrebbe suscitare In e

esserecomune.

Lachiamatadei

gen|j]ino n

rende

8°1D5i3

(paraaèlaun

10.19:

11,11414) d’Israele.Sipotrebbe vos u ratal’elezionedilsraele dallarudicesanta#

ancoraobiettarecheda

sempre,

da_Cainoe

Abele.

la

gelosia

’ èp e r l

Israeledell'elezione

chei

credenti

ricevono la

ha

avuto

pochi

effetti sitivi;

sela conversionedeigentili ’

memoria,

la

loro

storia di

figli

edi ered'

non facheprovocare dispettoo il risentimentodeigiudei, . one trova la

sua

finalità nella miseri

Paolo

non

si fa

faci

illusioni sul futuro? In realtà

egli

| l'umanità2sceglienclounuomo.unafarniglia,unpopo

#

affidamentosuunrisultatopositivo.perché.perdelle

perso-

o n a ncondannavanéabbandonavnilmtodell’umani#

nezelanti5°

come

sono i giudeiosservantidellal.e ge

(Rm

' , si riservava di chiamarla,

quando

il

tempo

sarebbe

lo2) , la

gelosia,

nvecedi paralizzare,di spingereafi’omicl- ' maturo.Pazienza: fedeltà divine (Rm9). i cuirisultati

dio,

abb gherà

al superamento: perché la conversionedel . esposti

proprioallafine (Rm

1

i ) :

il

tempo

deldiscorso

gentilialvero Dio, il loro ardore nel

servirlo.

evidente del ohain qualchemodomimato,anzi fattoefiropric.con

cambiamentoetico S‘,nondovrebbeessere lorodistimolo?   effettidi suspense. di ritardo, il tem lastoria.La

Seicredentiin

Cristo

adempiono

” icemandamentidell’a- ca

paolina

va decisamente

molto

did

a

della

forma

more

di

Dio

e

del rossimo.

se

sono

testimoni

della

miseri-

espressione.

cordiadivinaedeleesigenzedelmonoteismobiblico.none

forse

perché

il Diounicoevero si è fatto loroconoscereesi

faor a riconoscereattraversodi essi? ' 9-11 . l 'oeel l lonld . l l l l l t h r l ll Rom-nl

Ma

oltre

all’aspetto

stimolantechepotrebbeavere

la

conver 

v

sionedeigentilial Diodellepromesse.l'apostoloritieneche NE AGGIUNTA o SEZIONE-CLIMAXÌ

i giudei

hanno

bisogno

dellaChiesa

pe r

riconoscere in

che

modo

la

misericordia divina

si è

manifestata

a

tutti

e in «

che

la

sezionebacon

il contestoprossimoolontano

mododefinitivo,

senza

discriminazione alcuna.Eccociòdl .. già stati evocan'

54.

Forse è utile aggiungere

qu i

che

‘ scia di Rm8 ea diflerenza di Rm1-4,

questi

capitoli

’“ Ch“. lo d i c i di Rm l0.2.È chiaroche l’uologioco l u imerrnini zelo/sw

m…

gelosie

(ulus/pnraùloun). ' “ . …g.ig,

fr. 1965

. o a dire -1..

“ Nun si dimentichi il modo incu i 1-

amm-nd:

miniomfll- r i p r m

mlfu'l'uîf:aellfChinav(gso

1.531:; op)eniuelqmulnlxlilzîcristiani,

fedelmentedn

Paolo inRm

1,1%32.

stignutìuavlil

comportamento

mo-

- ,

l u ,

( . , …

,u_.

Scrittura

. u ,

radici deu.

no

#

ruledeplorevoledei pagani, - - ……

” 11

verbo

utilizzato in Rm

13,8

ep k m n

(«partire

alla

pienezza): Pao#

lo

indicenoelche

è punibile

portare

la Legge

(che

ha

come

fine

l‘umore

degli altri) alla

sua

pieunza

sena

dover osaewarla,

s ena

cioè

esere

soggetti ad essa ( u n : .

essere

giudeo)  

pmpfiu

mm e un cicline può , ' la

battere il recordmondialedel l'en

senz:

appartenere al club

de i

pmles- r d m . nm,-,… ,…

Figlio.

e di … …

sionnsu. c f r .…. pp . 5943

190 191

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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' present ie

fuo r i tr a israele

e i

gentili55,

rapporti

ettono sorprendentemente in rilievo la speranza recata

apartiredaunintermgafivnsullastabilitàelaal Vangelo: credere in

Gesù Cristo,

accogliere l’annuncio

della misericordia

definitiva

e universale

significa

essere dellaParoladivina: in questi capitoli

Paolo

azzecca

chiamatiniente

di

meno

cheallasalvezza.Questainsistenza

, ' di

ripiendere,in

un SOI'PI’BI'I‘ÌEDÎB

…di-° .

l

sullasalvezuèdelrestomoltoappropriatadopokm8:altro ‘ mismoord}osodl

DID

 No nt_eonndellastor iadella

indizioimportantein favoredi

una

redazioneunitariadella , m …‘ E… dellaScrittura,sullaqualebtso

 

lettera -mare.

tante

sono ledifficolùchesolleva.

Ma che la sezione abbia dei legami

con

il suo contesa: non

significache

sia

qualcosadi

più

di un’appendice,se

n o n

per

coloro

che

no n

esitano a farne il venice dell'argomentazio , EL’OCCASIONEDI”M

ne

dei

pr imi

undici

capitoli55,

nella misura

in

cui Paolo

manifestali tutta l’estensionedellasalvezza.Cosaneèesat- _. _

tamente? . ,

rîuello

dl nd1careperchéPaolosia statospintoa

Se.

fino

alla

fine diRm8laletterasi

presenta

comeun aserie . :“ È ? “?‘° “ ° ° …P°}'““ “ … “ “

di

unità

argomentative,

relativamente

autonome

eppure

convertm_,

'1“P””?

che” “

… ‘ '

chiaramentearticolate leun eallealtre

grazie

inparticolare i “ _ clegli ebm, °

““E’… l ° ' °

d“

allepropositiones-staffette. al contrario, i capitoli9-11,che  

parte

 ‘

“°“

d‘ “‘;?“

°°We.m°nf

‘ °“””

nonsono

formalmente

legatialcontestoe n onmiranodiret- “

alla ’ .“

infedeltà» '

S.° ”   ” … “ ”

f… …

tamente a rispondere alledichiarazionidellapropasitio ge- …I:t èp'°mkzcompslness_ltàrlàiqueauone3° .°°°°'

neraledi 1,16-17,potranno

essere

sempre considerati,

pro-

ra ‘ “ ‘ “°°

amo

”' cemento

. . . «- .. clusioniche autorizzano aprendere in conside 

p r l o &causa di queste

carenze formali.

un supplemento dl di

com

. .

one

retoricadella … one.

: numerosi commentatori,Rm 9-11 haun altro

informazione.

Abbiamo

tuttaviacostatato

chequeste

caren- . . . . .

ze

formali

erano

retoricamente

spiegabili,

tenuto conto

del- É'

È“…À::gg

“13333521333

fra';

la finalitàdella sezione.Ma che il passo costituiscail climax , e 14

1_ |

5 6 … [E:dirimin .….(ai vv

17-2'4

di

d i Rm l

 

l l

no n

è affatto un a cosa certa. Se e attraverso la ' ' ' '

plnlzpasitiogenjrale(Lio-17)

eri pmpositiones-staffette

che

’ [line

che

vogligîilà…'pedi?eî$èv°eîiìî

332132:

1

ettore

pu ò eten-minare l' o  ne d'importanza dei teml , di

disprezzo

addi '… di 'fi to   '

trattatiela lororipetizione,a

prevalere

non

sarebbe forse

ll ' ° 11 n u

no nm ‘ t h

fede, nel

suo

rapporto con

la giustizia? Ma

questo binomio

iede-giustiziaèsenzaalcundubbiopiùstudiatoediscusso in » s. | . …

Enda

sur

I ' lptnenu:

…. .

167:

«L'in 

Rm

1-4 invececheinQ-l l .

In

breve,Rm9-llnonèuna

…chenpuf;holn.lumndgioger

potev 

sempliceappendice

aipr imi

otto

capitoli, manemmeno :| W

'°°‘°

 

” ” … …

'w'i'u‘zimàbàww

. , . … sembra optareq u i per un a evo one le i u  

presenta come il loro climax, perché largomentazxone dl e

alle

molestie,oaddirittun

alle

Rm,

al tempo stesso linearee gerarchizzata. dispiega

pro

 

gressivamente le diverse

componenti

che manifestano la

potenza

salvifica

del

Vangelo:

ogni

sezione

insiste

su

una

componente,

senza

diventareperquestoil climax dell'argo

 

mentazione presa nel suo insieme (1-11). SeRm

9

 

11

fa

avanzare

la riflessione,ci ò

awienechiaramentesui rappor-

,

elmi da dei

. …. …aan……m

Wu»…

&…hm”…

 

” Cfr.. ad esempio,W.S. Campbell, «The Place of Romam9-lh, IS I .

192

193

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Parte quarta

L aegesi la

teologia

paolino

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Le procedure

seguite

da

Paolo

e

dai rabbinidel suo

tempo

per l’interpremzione

della

Scrittura

nonerano

certo quel

 

edell'esegesicontem

ranea.

che ha

per

pionieri o ante 

nati

Spinozae

Richar

Simon '. Il divario tr a

senso

e

veri

 

tà.

percepito

con

sempre

maggiore acutezza,

portò

molti

esegeti a verificare i presupposti dei loro

approcci

e

delle

loro

procedure. Si può

gioire

o ci si

può lamentare

di que

 

sti

cambiamenti: fatto

sta che

esistono e invitano

alla

rl

 

flessione.

Snrebbe duwero

stupido rifiutare

l’esegesi

di Paolo

 

quella dei

rnbbini. ma

anchequella dei pndri della Chiese

-

col

eernplice

pretesto

che

ci

appare

sotto molti aspetti

trooràpo

rapida.

o addirittura

obsoleta

(:

ettivo

alle

rn e).Certo, oggi dobbiamo fare lun hi edi cili percor 

si, pazienti gir i attraverso i l ib ri

bib ic i per

riconoscervl

una reale unità,un inzia-neorganico teso

verso

il

suo

fine,

Cristo, nel qunle

le Scritture trovano il loro compimento

(per l'esegesi cristiana), a, al contrario, un'unità struttura 

ta intorno alla Torah e a unire da essa (per l’esegesi

ebraica)2.Ma prima di congiunture l’esegesidi Paolo

con

la

nostra, oggi.

è

importante situarla all'interno

dell'epislè

 

mè del su o

tempo

- sincronicamente -

perché

è in primo

luogo

cosi che si

presenta

la questione

del rapporto tr a

l

 

. L. stori-

tu, come

spento,le

sue

o… di

humor,

… Similequel

 

lodi

queni

due

uomini,

l'uno

cattolico e l'altro ebreo.

Simon,

preteon

 

torilno, fu esclumdal suo ordine dopo in pubblicazione.nel [ 6 7 8 .della

sua

Histoiredu Vieux Testament,e Spinozz,

ancien:

dalla

Simeon;

il

ma

Trucmtus

thmbgioo polittcus.

del 1670, provocò moins

indignazio 

M.

* In ler-mini pi ùestrusi : semplificando: in

km.- .

ebnicldelle

Scritture

  «Archeologica»_

risale

o poggi:

rul l 'nychè

-, eIn

letturacriztianz

:l e

 

leologiw   rilegge l’imieme in

funzione

del Ictus,del fine.

198

"e lo spirito. in

rapporto

all’esegesi giudaica :

alle

le.

Paolo hasacrificato lo

spirito alla

lettera o in

olio spirito? o , a l con tra- io , ha ri s to

l‘uno

e

e,

prima

ancora delle tecniche, q ' principi guiv

vsua lettura?

letteraai

Romani

p iù

che

in qualsiasi

altra

lettera

, teologia ed esegesi sono strettamente unite,

non

è

intuire

le conseguenze

cheavrebbepe r

le

tesi

del

 

-lo

un'errata lemrra

delle

Scritture.Al di là

del

vn

 

argomentazione

paolina,

è in gioco forse un n

teo

 

oompimentodelle

Scrittru‘e;evidentementeun apo

 

_ginco

importante.

dell’ue i di Paolo in Km e in questione del

:

Scritture

ci

faranno

accesi-nre ai

lidi

ogia.

Nonche

l'esegesi

tecnica

si -

priva

di teolo 

eno

di presupposti teologici, ma il

suo

c:grdpo

- tutte le condizioni

che hanno

portato

alla

]) u

 

dei tenti biblicià

Attraverso

l’esegesie l’argomenin 

' di Paolo in Rm, è in gioco il riconoscimento

del

delle

sue

vie,

della sua

ira.

della sua

giustizin- in

' le. del modo in cu i egli fa giustizia. Del

resto.

per

descrivereil Vangelo,chee li definiscefin dal 

diRn-r-forza

r lasalvezzai

'

crede.

lo mo

tiplica

i vocaboli giuri la cui

con

il Vnngelo della salvezza

non

è affatto

' … … e m fi g i o fl c ù v o c u u fi , h g u s fi k . m d e lh h -

e … d c i . e c c

199

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Capitolo

nono & u t t - ri fi l a n- h n n -| I d e l l ’ . …pooling

Rilevnnzn

dell’esegesl paolina  @mie…-ie come Rm4,1-25 e9,6-29 ::{Jpofl o

'e sulla

Scrittura.

pronunciatedaP o o al 

già dimosuam da molti esegen'; no n ritornere

 

'ò sull’argomento1.

Per

il

nostro scopo

è

invece

mme detennimre il genere dei due pass' nel

' - attuale. Infatti.seè vero che n o n è

possib

a

di termini,qualificarlicome

midmshim

esegeti

' di

Paolo

n o n

è lì

quello

di

fare

un commentario

codi un o o

pi ùversetti della

Scrittura-. le

carat 

I l nostro

percorso

attraverso l’

mentazione

di Rm ci _

rilevata

dl

SEED

no n

sono

(°…

5}lm°155m

}“

ha moltevolte

p o m t i

acostatarec e i l

modo,

parlomeno 13m 4.1-25 e l_lin

9.6-29

{I migirafhmx amuleti;

originale, in cu i Paolo legge e invoca le

Scritture,

esige c_nC( a_.lc_un dubh… che quesu_qamwb …” “P‘“

che s e n e verifichi la fondate…. Coli, in Rm 4,1-8, per

drashim.

‘ l … ”““’composiz ionee alle

tecniche

mostrare

che

da

sempre

la giustificazione

viene delle

(sole) fede e n o n dalle opere della legge,che none quindl

r niente usimilabile : un salario o 1 una ricompensa '.

‘npost4;lo_invocadcuaGn 15.6;

:::

 

12

primo

…di to

dello

stes

 

30 ca

t o o Genesi proprio

' ricompensnl , . . . . _

U ente. Rm,25-25, che

applica.

Os,1 e25all. .

%‘33:

g;:‘àg‘fi’: ‘“;É°ngg:fogflîffî.fl_

cliiamn_tu dei

pug_nnì.

mentre. secondo l‘opinione di tutti ‘ ‘ one che min i . giii?tîficaie l’enunciato

iniziale

}

B_ll

“ l‘

in…-P …

“ “ C h i

° contemporanei, “ rofetz   te sciitiurisflcn:

Puolo

vi

inserisce

le

citazioni

nfensce solo

&

Iireele. infine.

Rm 10.5.

dove

'aposiolo tà E in

entrambi

i

cosi

l’ufitùletterarln

termina

vede in Lv 18,5

una promessa

di

vita

limitata in

qualità

«

mnniera

di

molti

midrushimesegefici _con …,tono

q:_mtità, differente in tutti i casi dilla vita

eterna,

dalle ‘ t o r i o 5. ‘

s vezn. ,

Partendo dalle tecniche, e confronmndo poi lediverse in- lm4.l-ZS Ì I I I 9 M 9

terpretazioni degli stessi versetti biblici, individueremo l … w

1_2 vv.6a' 55;

14

principich:£idano la loro interpretazione.il loroesame ' ' »

ci porterà singolarità del Vangelo. Dovremo

soprat-

Gen i S , h l v . 3 Gen21,l:n.lv.7

tutto £ic_onosoere c_he

Paolo, ricorrendo

alle_ Scritture

come

a

u i , no n

ci

acilita

i l compito.

Viaggio

ungo.ml

- - - - . - e ‘ ' tomiic: enllndiscrezioncilieoluicllele

ma......

che

..

,..….

…a ….

._....

i““F?“ .… . .

.; 2...wan…........

.......…

ate

dall

apostolo

a proposito della giustina divma. d=sliAmd:in…   i ……

wn…u.

di Punk),d . ]

… midmhicì. in At13,2641,il che indi o-un n dubbio

’fuetnliomelie.nuènncurpiùun’indiuflone

‘ -Sllnrio-   sulu-ilm ll dice »iLilliios; cfr. Lc 15,17 - e «riminpenu- '   .. . di Lui:: inmulfl'hdi mdt-ash. _ _ _

inducono,

lo

riomdinmo,

lo naso termine greco niì.tlhas,

die.

m e m in . le omervnzioni

fine

in … termine nel] indice dei temu 

n p p o r i o wn l' igire, le dii compiere, mol ine- i l …o

r l p -

_ p. 270.

tra

l’open

: In md zione che eas:

impl iu.

su…giocodi p m - s q m . pp. 149-150. _ _ _ _ _

, in ebraico,

c on

lor-dice

xkr,

Tradurre

misthos

mn «ricompensa»non _, l i n 4.23-25 e 9.29. Sul finde

(karima)

del nmàusium omnlfliu.

l uc i - u-up-rim q i i u i n leg-.me di neoeuidvoluto dnPmi».poiché un . , : a m p i o B. S o u k :G.sumberggr, lnlmduztlonm Tnlmudetau

ricompensa appone, almeno nel hnomu cultuu'n, legni.- u n | o alla bene-   l i ,Ced1986.pp.286-287.Per

un'infiurmuiune

eumzlale,

il

leno 

200 201

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r i pe tu t i

in...

vv.9 e 22-23

lhredtlzionl Sal3 , lflLXXaivv/.

Gen18,10.141lv.9

bibliche

7 8

se

10,6-8

riprendeDl

30,11

 

14

lofa

solo

in modo

  né adopera qualche tecnica esegetica rabbini 

' .   allora considerareRm 10.5s

come una

prc»

Gm ” ' S al W. ” … iGdelll,zzs-lszìlllhislz stîîa

natura

di Rm 4 e9? Cemn1enteno l

’Il

letto 

Es33.i9alv.15 solo un ' al corrente; dei pnnmp1 dellesegesi

EsQ.iéalv.17 ‘ vede d resto immediatamente perché … Rm

Os2,23

… a l

v. 25

 Paolo n o n menziona

aplicimnente il

passo del

Os1.10… a lv. 26

-noinio: se

l’avesse fatto. avrebbe messo

in

opposi

 

1310-22-23iiw27‘”

due

si

della‘l‘orah

(Lv

18eDt

30)

e

avrebbe po

 

fliîi'iî'.

‘ -p:cscusatodi

minaccia.;eé

l'invegralilàde}{a

Par;

eonclullom: . ' . : - pe r omissione, poi:: passa

tranquil

amen

Î.ÎÈÀÎ;É ““'  ?..‘(îàfi'f’mkm ’ ‘ enzio la

parte

finaledim30,14 -.o« d m n …di

ere

l'unità delle Scritture, poiché ricordando

dell'oseervanza. Lv 18.5 e Di

30.14

‘non

si

L ’ ” ° Î c h 5 '

ono

i n

nullo.

D t

30.141: insiste

ancor: d i

pi ù

d i

s u l ] : messo in praticadella parola divine: seque 

viene

ad

ubiixre nel cuore del

credente. lo faper

la

sua

attività, le

sue

mani; la

vicinanze

e &

se m 

'agire e ne

mnelinen

impomnzn. _

nto che Pnolo c olo Lv 18.5 e

non

utilizza le

‘ . dei rabbini , Rm

10.5-9

no n

può

essere

qualificato

prova esegetica. Anche luppoan che si tratti di

una

quale

status

riconoscerle?

Senza le riprese verbali che colleghino

tra

loro le diverge

cinzioni bibliche, l’unità

dell'argomenuzione e,

quindi,

della Bibbiastessa.

forse

n on

nppnrirebbe,ci si

può anche

domndare se i rapporti tra le citazioni e il modo in cui

Paolole diiipone no n determinino il

cun-attere

midmshico

dei due passi

molto

giù di quanto

faccia

la composizione

rilevata

qui

sopra.

C e in Rin4 e 9 l‘apostolo si

sia

preoc

 

cupato : collegiu'e

tr a loro

le diverse

citazioni, già abbin 

mapotuto verificarlo. soprattutto grazie

alla

tecnica

delle

geurah shawahe_ , olon dell'mnui peon

In breve. la forma ele tecniche r i m i s e in opera oonferma- .

g;:fiil

caraètere

midrîililicodi Rin4e9.Esaminare la

Éi-

‘ ,1-25

o gittimità

’ar

omentazione scritturistica l- . . .

l‘apostolo

in

questi capito

i

equivale allora

a

confrontarlo

' e l'Inisrpreinzmnngiuduca

del

suo

tempo

con quella dei rnbbinidel tempo.

tenuto conto

delle

regole

. . . . . . . ’ -

difiìcoltà

dell'argomentazione

paolina deriva,

esegeuche e

dei

testi biblici sollecitati. …, o già ] t o , dal fame

che

… separa l a

 

°‘ °

di

R ' 10'5'8

, i. ripetizione

deimul’uiin

inkm

m.s.7.c

pmbbe._modo

|]

‘ '

 

dillcuniwmmenllton'.rinordnlvl'

dimmnn(nlmdmsh

a

1]:

differenza

con

Rm

10.4-8

emerge

ancora

p iù

forte

. _Milkmincpalwflvedll'hdice

tzrminilocliici

nll-fine

’ ' ' ‘ ‘ ‘. . . 211.ere e in

questo passo Paolo n o n introduce

c i t az ion i bi ,Slul'llllfill'is'V… % heAn _…

P n l “ ,

(G

khmer io .

i ) - .

un 35

(5392)

254470. il

param…

Lv

. . ……l …_

re

può riferirsi :ll'indicedei

… …

infra

p.270. n

p m p m i v .

' ,f'hglms’lèrmmîfinefiì'ily'nlìaea…i '

dovrebbe

:i1miinicl

o essomkxgicndell.

hqti'nia

.*

nmpinnienie

… ‘ - Pad,;

Palo

neslidue

p u r i ,

non

lo

nono

Suivoabolo si veda l indicedei

t e r m i n i

tecruci. p. 270. . m'FWP'

e……

biblico ‘ si - -_

202 203

mlmente ’usfificazione e ricompensa, menn1 il

testo

in  

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vocava d$'apostolope r

mostrare

questa incompatibilità

sembra

piuttosto

associarie (où-. Gen 15.1 6).Seconda dif 

ficoltà. che.stando a molti commentatori,è

pi ù

grave del 

la precedente

perché sembra minacciare l'unità del NT:

l'e tolo

Giacon-no'

invoca

lo

stesso

team di Gen

15,6 pe r

af£°r:nare il contrario di Paoloedichiara che «l’uomono n

è giuntificato

dalla

fede

soltanto,

ma

Anche

in

basealle sue

opere» (Gc 2,24)9.

Hamadan

un o Sguardo

ad

alcuni

testi

giudaici

che

ripor

 

tano delle tradizioni più o

meno

del tempo di km , per

va 

iutnredistanzee diEerenze.che sono importanti: secondo

i targumim e i midrashim, ln

ricompensa

menzionnta in

Gen

15.1e collegata all’osservanza: dei comandnmenti.

della Legge. Ci sembra ancora p i ù utile presentare in un

quadro sinottico alcune delle aggiunte fatte dai targu 

mim

1°, che servir-nno agettare lucesulla discussione

re

 

lativa a km 10,5 (citazione di Lv 18.5).

TulumNmfltl r… mm…-cm..

nuGen

l . l

u l G e n l , l

(Tum

biblico:

«Dopo tali

fatti»;

(-Dopa tali funi

 

:

upiegazione

il

urgum

eegnn.ln che l'npre1- delle situzione pi ù o meno

nione

designa In

guerr-

di

Abn-

come

in

Neofiti)

mn contro i grandi re e I l nu

vittoria)...

Abram pensò

nel suo cuore

e

Abr-m

penaù

nel suo cuore

e

diese: «(Suzi &me oral Ho forse disse: «Guaia me

una

Ho forse

ricevuto le ricompema dei co  ricevuto ln rloompemn

della

mendnmenti in questo mondoe ( m h fedeln) ni oomlndnmenti

non u r ò più purte

del mondo

in questo

mondo

e

non

sarò pi ù

futuro?... panedelmondofilturo?

' Quampumddhktaenlei-canmemnocompmoeomeunesem»

piu di - mmc.ttolicesimm: l'uuwue

sarebbe

il

tante

di un

Chien

intituzionnlizuu

 

primo

:bbozzn

di

ciò

u r l

in :eguim il

canoflculmo, di cu i l'lppellntivo di lino - che

rifiutetebbe

il

Vinzelo dell:giunificuione per Insu

fede

: ritornerebbe

I

dottrilu

ù n i u d e n j

ioneinbuenlleopete.lnbreve,lìndnlfelàupo

 

|;tuàific;mulr.jbbe

all'opera

una

c e r t :

diuoniunedel

Vmgeln

( i l

vero,

quel

 

'° Si

vede quem

termine nell'indicedei

termini

tecnici, p.

211.

h ua

 

duzinnepreeenulaqui&

quella

delleduerecensionepnl ' i,Nnofili I

#Yuushabni I ( c h i …andze

amido

Fluxio-Gianlu);cfr. R.Le

lle-ut,

Tarsu»:

du

Panda:…

 

(Sonme-

Clu

#

tiennee n.

245),

pp. isa-16 . I lmm biblico,qundo l p p a r e

n e l ] :

uvoh.&in ms ivo .

204

Ien

anche

n e l ] ;

m i : 0uestavolu.ìorsemisonoan

 

che

mm con la ricompan:

dialcunipicwlimerili,edelnb

re ]

sono caduti davanti a me:

un. una

seconda volti, mi tro 

v e n )

sena (nvere mefltnto) n 

eompenneinmeuriprofann

 

volta ( i l mer itodi) un to il Nome

dei

Cieli?n.Per que 

- , e inmesaràp sto…parolndiYflWl-lfix(n  

’.

dei

cum..

Per

questo.

volta)

ad

Abram

in …

visione

. la profetica

dalla dicendo:

:Nornzemere...

' di YHWH/i4 (viwlza)

dicendo:

Anche

seessi [i

re]

sono c:du;fli

dnvnnfl- te in to davant ineinquenomon o.

la … dem vicompmsndelleuxebuoneope 

e prepnr-uper le . reèr i servntneprep ln ildeve::

 

me.peril

mondnham- finmenelmondofuunrolncom 

penn)

molto…».

hnconsegnno i l u p i

 

- n d o i h a r

, i l motivopereui

Dio

nppnreed

‘ e gl i dice dlml:lonn aver paura sta nel

Emo

che que 

teme.

t r a

le

altre

cose,

di

nonaverporte

nelmondo

Interpretazioneche

mette

chiaramente in evidenza

pazionereligiosadel

peu‘iuca.Ma.

per il

nom-o

In

ragione

chelopriverebbedelmondo futum m e r l

 

' . ore attenzione: questa ricompensa si

ottiene

con

: dei precetti (della Legge divina) e.Abramo

averne

infrantimolti(uccidendodei

giusi:

durante

-

ento,

ecc,).In breve, lemotivazionidel pan-nar 

- dl un

valore un ico ] YHWH del resto

lo rassncura

' . .degliche la

sua

ricompensasarà assicurata nel 

'

l’altra

delle «aperture»“ segnalate dal

midrash

°Rnbba,

si H a v a n a le tradizioni, forse abbastanza

uno-: 'un »

nell-ndiàdeiw'f-Înime

peli)».influp,211.

205

. .

15.1-5.

è la

romessa

di ricompensae il

suo

conte

 

…………………

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antiche.conservate dai targumim, citate

sopra

“ . Or a, se il

testo

biblicoindicachiaramenteal lettoreche laricompen

 

sadi Abramo sarà quella di

avere

una discendenza (cfr.

15,5),

i targumim

tanto quanto

i midrashim

no n

stabilisco 

no in generaleun

legame

tra Geo

15,1

e 15,5 15:come

indi

 

cai l

passo ripreso

quasi

per esteso qui sopra,

Lapromessa

diventa quella del mondo

futuro

(cioèla vita eterna).

Seconda differenza

importante,

tr a

i commentari giudaicl

già menzionatieil

testo

biblico:

nel

libro

dellaGenesi, l'an 

nuncio

della

ricompensa

(15.1)

e

del

suo

contenuto (la

di

 

scendenza,in 15.5)

non

è

legatoalla

giustizia di Abramo. si

obietterà

forse

che

il

rapporto

è implicito: la promessa di

ricompensa di

Gen

15,1 non viene forse & sanzionare la

generosità delpatriarca - la

suavolontà

di

pagare

la decima

al sacerdote Melchisedek (Gen 14,20)

I°,

il suo

rifiuto

di

arricchirsia

spese

delredi

Sodoma

(Gen

14.21

 

24)?

Losi

può in effettisupporre,ea ragione, acondizionedi aggiun 

gere che l’inizio

di

Gen

15fa di

mtto per

sottolineare

l'ini 

ziativa

di

YHWH. Abramo n o n

si aspettava

alcuna ricom 

pensa: la

generosità

divinaha

come

unicamotivazionesolo

sestessa. Al contrario. i commentari giudaici vedono la

ricompensa come il frutto dell’osservanza del

patriarca;

l’apertura di GenR (su Gen 15.1)già menzionato nel para.

grafo

precedente

illustra

e

mette

in

rilievo

questo punto

parafrasando Pr

11.18.

che enunciava e

costatava già

la

relazione stabilita

da

Dio

tr a la

giustizia

(seminato) e la

retribuzione

(raccolta)

”:

il

malvagio

compie un'opera menzognera,

ma

chi

ha seminato la

giustizia

ha

un a

ricompensa

certa.

“ Quetto

midruh.

cemen to del libro della Gene-i, èdilaniato anche

Genesi Rabba (abbreviato:

Genk);

la sua redazione

finale

riulllebbe alV

secolo della n m t r l en . Cfr. s:…kstanbuger, I n … i a n ,

pp .

319 

31535: il commento . Gen 15,1daGenk, si può comuhm la traduzio 

nedi Fmednun

 

Simon, pp .

3611

o

anche quella

di .

Neumer. Genua

Rabbah.Atlanta,

Georgia,

1985.

 

U r u

mln

apertura

 

ne l ] .

pam1u

44,2

-

college

Gen

15,1

.

15,5.

quel.

1-in

cui

ti dice che Abramo

temevo

di n on av m figl i, resinne per |.

mie Dio gl i dichiaro: «Non

l e t t u r e ] - .

' Cosa che in alc-une tradizioni giudaiche conservate nelmidnahviene

interpmtata

mme un'osservanza delh lesse (cfr. Ni n 18,21s; m

12,6.18; 14,21-29).

 

Genk

su

Gen 15,1,trad.

Freedmnn-Sirnon,p.

361eNeusner,

pp .

121 

128.

206

. chesuscitano?che richiedono l'attodi credere (15,6).

to poi da Dio

come

giustizia; la ricompensa

non

è li

alleopere

dellaLegge.,né

tanto meno

èlaconseguen

 

”atto

di fede: comepromesso.le precede. in mo

stes

 

nolo si ricollegae

ri s

attail

punto

di vista del testo

- InutileinsistereSidiîirnportanu

esegch

dlquesta

ione. che sottolinea quanto sia giusta ] mtu1zxone

apostolo.

rpmzionedell'apostolo Giacomo

(Gc

2,14-26)

losservazioni precedenti potrebbero far pensare che le

1 : nell'interpretazione di Gen 15 nascondono

. le

tr a

giudaismo ecristianesimo.Un

confronto tr a

Rm

Gc 2 mostrerà che la frontiera e più sottile; confronto

' più interessante in

quanto

solleva il problema dell 11 

teologica del NT. Le tesi dei due apostoli sembrano

_‘to maiopposte:

1 Rm4.2.5 GcZ.II-14

Abramo e

stato

giustificato

...Abnmo.

nutro

padre,

non

fu

' toghe)

per

le opere, in di forte giuanficnlo pe r le opere

vannrs

me

non

davanti . (Mikaiòtàèà ”?

aver

“n -11:35; il

ln£atn se induzione ro“ rio “0 secco 5 re

n

15.6)

(

gue

i’allti’sione. Gen

22)? Vedi che

la

fede

cooperova

con

le

opere

dilui.

echeperleopereiafede

fut-ponata-el-auooompirnento

(eteleidthà), e si è compiuto

(eplbmhe) lo Scriuurn che dice

(citazione di

Gen

15,6).

Vedete

che l'uomo

è giustificato

(di 

kaiouini) in

base alle

opere e

n o n

soltanto in

basealla fede.

'

contrario,

: colui-chen…

 

'-ie-opere.macredeincolui

gium‘fìca

l ' . - p i o ,

in

sua

gli

viene

accreditata come

» -o ai

commentari

recenti,

le affermazioni di

Paolo

e

ÌGiacomo sono divergenti

solo

in apparenza.

Entrambi

ammettono

che

la fede

n o npu ò

no n

nare

frutti

 

n t i perché m a i Paolo. in ciascuna ettera. esone 

i

credenu'

&

imitare

il

Signore.

con l'umiltà,la pa

 

, l'amore? Sela giustificazione

accordata

per grana

' ca in trasformazione

totale dell'essere, enza“ . Unagegemh s h a …

:: in  

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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de (: Spirito divino, essa non può che risplen- ‘ mo di esplicitare

Gen 15.5-6

con lo di

Gen

'22.

' m inel/eon i’ngire.

01mtal’opinionenetta o su

questo punto.

la

linea

di

drvrsrone

no n

e tr a

  «L‘opposizione che viene talvolta Satta tra 0 e cristianesimo. Tuttavia ciò che colpisce è la

Odellaletteradi6incomoeinteorinpaolini crtà pernondireilsilenzio deimr’dms ’ '

che

giustifica in

opposizione

alla giustificnzione ' ' '

le opere della

Legge

è assurda.Le

“opere (ergo)

.

. o in

nessun

modo considerate d . l l g ;… p……)

m_fluente.

se

no n

dominante nellecomunità cristia 

' “. Per «opere:, infatti. Paolo intende quelle che .

,Pnl_lll'

…“»quindi  IÎDBCCÎOSRpe r la fede

ebraica?

in

Legge.

e

dichiara

in

loro

incapacità

 

quindi, quel- *0 “»

mente

di

giù

incerto,anche

se,

interpretando

Gen

ella Legge   ad

assicurare

la giustificazione: nessuno .

pnmcolare

1vv. 17-13) senza ricorrere  

15,5-6.

gli

vantarsi di

meritare

il perdono

delle

proprie

colpe,

il Sludflld

del _tempo rabbmici

o

non   sembrano

dello Spirito

Sunto

  cioè l’adozione

filiale

 

..a

moti

 

… ‘

questa {P°îts bfflm°

em riportato B_°ÌO

vodelle opere

compiute

in

nome

dell: Legge. in Giacomo, anifesterelgbe …

siu-fuxia

invece. il sostantivo «open-en no n rinvia alla Legge. ma de- , L°88°- E q u i sahl “SÌ °°°“

sign=giuttoe{n l’ngir'e

oon

iflìquale il credentàîl'uorno che,  ‘

nza

°° Giacomo (anche °° Paolo, evrdente

seco (: Pio e, è 'è giusti cato per grazia Dio)

manl-

…. ‘ . . . . .

festa in

realtà,

l'e cienza della

sua

fede e. pertanto. delle >dàrlngue,

:?:5'È'

c_he gh apostoli P°°l° ° G‘”°m°

sua

giustizin. in breve. egli si riferirebbe,usendo altre

cn-

‘ e '

cruce

totalmente,

”““

°h°

  I ° ”

tegorle. alle stessa realtà descritta daPaolo in Gel5,6, «in mmm…];îi0em.Z:?“parte Sima?

fede che opera   per

mezzo

della carità». Leopere sono in ‘ » _ .

qualche modo il frutto delle fede edella trasformazione °vgîîa”gì'îijùowgi°frelgìnmnmgfh “ “

interiore

‘…

credente,

“°

la

“““

”'

continuando

eos]

indirettamente a

tesicd°elîl]:

Non

c'è

alcun dubbio

che

l'opposizione

non

sta

li

dove

in

 .…

canone

pe r

in

sola

fede

(senzo

le

opere

della

Legge

vedevano le

dispute

confessionali, nella tesi

sviluppata

dl _

co),

eGiacomo.perché

Gen

156

m o m

con un l e »

ciascun

aposmlo.Nondimeno, il fatto

che

Giacomo &Pao- ...…m .

22,17.13,

che fin dall’inizio ], fede ,..-.de

lo fecciano riferimento&Gen 15,6 in modo diverso ci ob- -

portando

il credente ad agire, compiendo cioè

bii

a&interrogare i

loro

presuppostidi

lettura.

….

Al

ivellodelle tecniche

esegetiche in

uso

in

quel

tempo. |I

lettureche.

lo ripetinrno,sono

conformi elle

regole

lettura di Giacomo no n ha nulla di errato,

poiché

si bau - be in uso nel

tempo,

sembrano indipendenti.Nes 

sulle somiglianze di vocabolario esiatenti tr a Gen 15.5 e due findel m i o menzione dell’altro; Paolo

non

22,17: se, nell’uno e nell'altro

episodio. Dio

promette ud v »« , Giacomo cita Gen 15,6per-mostrare che si e

Abramo

unn

discende…

(spuma) altrettantao

più nume-

. ti

per

le

opere.

ma la

sua tesi

dev’essere

ben

rosa delle stelle delcielo, è evidentemente pe r lastessa i ' l -

 

-&, perché

no n

si

  a l t a

delle opere della Legge»;

gione, che viene

menzionata solo in 22,18 e si chiama

ai: 

uconzeupegu(inmnn)g

p e r g i i

nor-mi

intuenumentnn’,

  ? Greiot cv.-.au sulla Scn'1rum

nell’età

… : e r

(introduzione . '

…l-

sivednl'in’àiîe

dagzmux

  n i … … …

m‘ .a).

Borla.

rm.

p.203. '

 

M|Z;_m‘ ‘

 Lanr i icedelport ici ‘ medioaragounnenè(lndnttoquiconw

n » )è in neondi q deisostantivo

«oper-n.

(agua).

1

Come

dice Gc

2,22.512

le

opere ( m a

p:zienm,

ecc.),

|. fede :

 

.

periem(verbo

leleious

‘).

208

209

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Giacomo

fa riferimento=‘ alla posizione di Paolo,

pe r

aggiungere

di

volerne

prevenire le interpretazioni

lassiste

o quietiste. Quest'ultima lettera riprende Paolo? È difiici«

le,senon impossibile.provarlo formalmente15.Maabbia 

moforse il un

buon esempio

di

«storia

deglieffetti: di un

testo25

(quello

di Rm 1 4.a dire il vero già dipendente da

Gal

3,6).

RM9,8-29

Se,

in Rm 4. Paolo rispetta ulla lettera la

logica

del passo

biblico

sollecitato per appoggiare la'sua

tesi sulla

giustifi 

cazione

per la

sola

fede. in Rm 9,25-28. al contrario, fa

mostradi un’audacia che.per unnto «tranquilla: 17,sem  

bra farsi beffe della lettera ede o spirim del

testo

biblico:

situzione piùdelicata

Ladifficoltà

sollevata dalla lettura che Paolo

la

del profeta

deriva,

in

ricordiamo

brevemente,dal fatto che applica Os

2.1 ei pagani (i n Rm 9,25-26), mentre il versetto indica

chiaramente i

figli

di

Israele.Come'mni

dunque

l'apostolo

 

arrivato

a utilizzare il

versetto

per

descrivere

la

chiama

 

te

dei

pagani?

Grazie

- lo

abbiamo

visto - a

una

geumh

shawah che gl i permette

di interpretare 05

2,1

e ls

10,22

l'uno per mezzo dell’altro.

C e m , si obietterà. Paolo ècorretto nel suo modo di acco 

stare

i

due

passi, ma

no n

avrebbedovutoevitare una

geu

 

mh shawah che va

contro

la lettera

stessa

del testo? Del

resto questa regola esegetica dev'essere utilizzata   i rab 

bini non hanno mancato di notarlo - con parsimonia e in

  La cimione, i l riferimento, il

{:|-gio. l'elluaione,

anno,

come dimo«

mm ier i t ic i letter-ri.aluetunti enon-renidi … u l l i l à .

  om |lcuni negati pennanoche Gc x i . persino anteriore. Rm. [pole

 

ai

che

difficilmente

troverà

conferma.

Cir.

l'elpresoione

tedesca

«Wirhlnraguchichlen,

d a l ] : o o n n o t u j n n e

Mcx-nice,

elmeno

in eeegesibiblico. La ener a di Giacomo e la eeoonda di

Pietro indicono, sembre,

che

fin dlll'età apostolica. le maidi Pnolo [ u m

un per lo meno *

” 'mi che viene d a l ] : TGB.

che. n o n

sean humor, :crive nella

non . Rm 9,25: -Con una u-nnquillaaudncil.

Pinin

applica questo te<

m [ o :2,25]

n i … .

  Cfr.cap…Vll,pp. roma.

210

  ordo c o n la tradizione

29.

Volendo sottolinenre che fin

' ’inizio la parola divina resta coerente,

costante

e po 

.l’apostolo

n o n arriva

a farle

dire

il

contrario

di

quel»

‘che

dice? Il:onc'era qualllchealtro

testo

biblico adatto a

coerenza e tem

stesso

i'

inaudi

 

‘della chiamatadivina? po …

risposta

pertinentea

queste

obiezioni

non

è

facile,

ma

ndimenopossibile. Paolovuole infattimostrare chenon

' i discendenti di Israele

sono

figli

(v.

617).

e che

cosi

_

parente

er:atombem

no n

rende vana la parola divina

. 6a).Perché la sua argomentazione tenga, ha perciò bi 

(: solo di Is

10,22-23,

versetti che, menzionando il

olo numerodegli eletti salvati,conia-menoRm9 .»e.

e profezia.

mostrano

la

costanza

del progetto div-ino

sua

parola n o n e

venuta

meno, pe r impotenza o ma n 

di previsione). l w .

25-26

di Rm 9, che evoceno la

vagratuita dei gentili, sembrano quindi superflui.

, masolo in considerazionedell'elezioneedellasalvezza

Resto.Per

andare fino in fondo allaproposilio

che

reg 

4 km 9,6-29 (v . 611: «la

parola

di

Di o

n on e

venuta

o»), Paolo deve dimostrare ugualmente che le chie

 

la

(recente

0

attuale)

dei

pagani

rientra anch'esua

nel

gno

divino. Haperciò bisogno di un passo biblico in

la parola profetica annunci la salvezza di tutti colon:

n o n sono stefi inizialmente scelti o chiamati. passo

_ crede d i t rovare i n Os1-2.

' inca-ndo, l'apostolo

invisa

il contesto e l'intenzione

,

questi capitoli?

Cominciamo

col

notare

che «Non-ama 

e cNon-mio-popolo», eeeendo -figli di prostituzione»

pomeias, Os 1,2),

non fanno pane

del

popolo

di

o, dell’staele dell’Alleanza. cosa che il loro nome ha

' m e n t e la funzione di sanzionare. La loro identità

essere quindi assimilata a quella dei pagani idolatri

[usi dalle alleanze

e

dalle

promesse,

come dirà

più

tar 

l’autore

di

Efesini.

si aggiungerà

forse

che

il

referente

' S u

quem …. si ved: s m s … . I mm àw ti on , .

1,che ci t: il n-uttatn>Kaimr Sa: «Nonui i l ineni

lageumh

shawah

era abe Paolochiamal'indurimentodi un

maggioranza

degli

ilreeli

 

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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m i a Israele   l’lsraele colpevole di

idolatria

e in rottura guida_ A m m , … il m s m …: ……s o , … mm

di

alleanza. Certo,

ma il vesto di

Osea mostra

nondimeno

che,

quanno

p i u … “ ,

i presupposti di …. |; .

che

la

chiamata

e la misericordia 

infatti «Non-amata»

e 7di Rm 10.4;

mostrerà

il

…hé_

«Non-rniO-popolo»saranno

chiamati. cambieranno nome

‘v

ediventeranno «Amaia» e

«Mio-popolo»

- non sono deter 

minate dall’ascendenza carnale, ma piunzosno dalla sola

benevolenza di

Dio,

che purificae

usa

misericordia senza

condizione alcuna. L’origine, l’estrazione non sono pi ù

quindi

un

handicap

dirimente:

Dio

può

chiamarechi

vu o

 

le a entrare nell’alleanza. in questo, la situazione simboli»

ca di Os l 2 prefigura, annuncia quella dei

pagoni

chia

 

mati per misericordia. La filiazione

(cfr.

«saranno chia 

mati figli del Dio vivente:). accordata gratuitamente alle - a che si

presenti

( in l o ,5

con

l’

aiuto

di Lv 18,5)1a

nazioni pagane può quindi t rovare in

questi

capitoli ' … daiderala dn israele.quella che derlverebbe

dul 

un'anticipazione, in cu i si

manifestano

la

previdenza

e la della

Legge. pe r

po i 0 porre ad

esso

la

giustizia

coerenza

divine. La lettura di Paolo

non

nega la lettera, ’ quella che proviene dalla fede ( 1 06-8: ullusionea

ma vi riconosce soltanto un disegno

che non

ha solo . I l - 14 ) .

Non c’è

esegesi

tecnica

n

queste righe.

solo

Israelecome destinando

: beneficiario,

disegno ora

ma

llîermazioni, che rinviano

a

due mondi. giudicati

lizznto.o meglio: riconosciuto perché realizzato. tolo incompatibili.

Queste osservazioni sulla situazione dei due figl id i Os2 coltà del passo èdovuta

quindi.

più che al modo in

fumo capire subito

il [game 9 la

coemza che esiste tra -10

fn

ricorso alla Scrittura. alla tesi

dell'apostolo.

questa

esegesi

:

quella

diRm4:se

Di o

hagiustificato

Abra-

 

50110

E …

° ° I l

P°Cllî

tratti

le

rispettive

G l r - … '

mol'1ncirconciso,il peccatore.esela

sua

situazione preîi- .'

giudaismo

° dEl Cfi3fi lmmo- @possibile qualifi

 

gura

quella

dei pngani giustificatiper la fede soltanto. per- «

primo

° ° m e religione dell

osservanzn.

con

tuna

la

ché quella dei due figli di Osea n o n sarebbe anch’essa un

one

legalislica. quindipeggianh'va, insita in tale

anello della catena nella

serie

delle prefigurazioni della 'v‘m=?.QUEIE'Dfil cristiano,

deva egli

credere e pro«

giustificazione

accordata

a

tutti senza

eccezione? Da Rm ‘ “? ?” dl

°°°“

Custo

senza

Che q … “

fede

4« Rm9,le costanti prevalgono

sulle differenze

: aiutano “°“W .“°°

(Ciò_ che

dice

aan-mente

D

il

lettore

accorto a cogliere i meccanismi

segreti

dell'e  - n o n

menzmnatn

dal] apostolo)? U n isimile °PP°‘

aegesipaolina.

se-l1ruper lo meno ridicola.

Non c’èdubbio che èla situazione ecclesiale   l'obbedien 

zadei gentili al Vangelo   apermettere all'apostolo di leg 

gere

in

questo modo

le Scritture, in particolare Os

1-2.

e

di riconoscervi un a forma di coerenza diversa da quella

fino ad allora (e anche in seguito) individuata e descritta

da

commentatori

ebrei.

Esegesi

essenzialmente

teologica,

determinata da eventi inauditi.Lagemmh

shawah,

grazie

alla

quale

Paolo può concludere la sua interpretazione

(i l

pasa:$ Osea fiprofetizza la chiamata dei pagani e no n

que ' tutti i gl i di Israele). riveste pertanto un'impor- . _ . . _ . . . . .

tanza

secondaria: è totalmente a servizio di un a lettura 5Î54532

33'

“' 30,15 20,11:

9’19’

&

'8'9'21’

20.11.3319,

,. =di Rm4 e 9,

questo passono n

sviluppa

un’ar 

-

tazione

scrimu-istica

serrata

0

continua

di

cui sia

ritrovarele gmndi tappe emettere'n evidenza le

aegetiche

già

incontrate

(tra

le

altre.

la g m h

) Peolo

procede piumato

per contesto: lascia

c'è dubbio che Lv 18,5 esprime l'ideale della pietà

se

d'aln-a

parte i l rappor toma

fare

e

vivere

(«os

 

comandamenti della Legge e vivrailx)

costituisce

temi ricorrenti dell’Israelepostesilico' ”, pu ò mai

212 213

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Paolo. in

questo

passo, lasciare intendereche l’osservan

della

Legge n o n permettedi ottenere la

vita nelmondo

‘ ‘

mm? A

dire

il vero, suquesto punto

anche

l'interpretaz

 

nerabbinica @oscillante.A

seconda

degli scritti. il ve  

«vivere» di Lv

18,5

designa in «vi ta

eterna»

o

un a «vl

terrena: lunga e felice:

«) il «vivere» interpretato

come

vita eremo:

il

urgum

di

anelos:

«L'uomoche

le ( = l e pmcr iz ion ldd

giudizi divini)

onerverà vivrà per

use

nella vita etemn,

quello

di Yerushalmi [: «Se l‘uomo le (=i'dem)

esegue,

vlv .

per

ene nellovit- etenue In

s u l

ponte

( u r i )

con i giusti.

sono Y H W H - , ‘

Ugunlmente il midrush Sifrnl.ev

337'

«…ciaonel mondo

in

 

turn».

Siveda anche il trnttam Smhedrin

581).

b) a come vita terrena

nella

benedizione:

il midruh SifroLev 338°: Sunhedrin 7 ; ecc. ” ; e come

npprelentnnte

del tempo

di

Paolo, Filone,

in un passo di

Devongmsu eruditionis gratia 87. che

c u i

commento Lv

18,5: «Perciò in vera vito è cammlnare

Seguendo

gl i

ordlnl

|

icomlndlmentidi

Dio:.

Ricordiamo anche

l'interpretazione di Gen 15,1da puru

delle due

recensioni

del urgum palestinese: ad Abramo

assillalo dal timore di

no n

aver

parte

del mondo

futuro

Dio risponde che la

sua

osservanuela sua

fedeltà

gl i per 

metteranno di avere in sorte l a vita eterna.

Che

Lv 18.5

parli di vita terrena felice o di vita eterna. poco

impom,

perchéno n modificaper

niente In

speranza

del giudaismo

cono

‘ to da Paolo, riguardo alla ricompensa dei

fedeli

.

dei giusti

nell'aldilà.

due modi

di comprendere il

«vive

 

r e : di Lv 18.5 nel giudaismo n o n annullano la difficoltà di

Rm 10.4-8. in cui

l'apostolo

indica indirettzmente

che

l’osservanza (anche fatta conamore) della

Legge

no n può

procurare la

salvezza.

Ma se

egli

limita

così la pomatadl

Lv 18,5 la fa certamente a causa di

ci ò

che esperimento|

della

convinzione che

ne

deriva:

la giustificazione e la sal 

vezza

ci

vengono solo

per GesùCristo

(Rm

10,6-13).

" Cfr. su:-nm….p.279.

214

’ :11_14

« ai passo del Deuteronomio

(30.11-l4)”,

l‘apo

 

, -

parafrasa. senzacitarlo

esplicitamente,

pe rdesc

economia della

fede totalmente oppostaaquello

del 

- , ma , uuncmdnlo, lo priva di quello

che

è il suo

. Dt30,14 insiste infattipiù d iLv 18,5 sulla messain

' della

parola

divina, che viene ad abitare nel cuore

. uentepaguidare

i lsua

agire.

Del

resto

gl i

autori

‘ n o n si sbaglianoquando

pongono

il etimo:

sulfinale

. .e , il v.

14:

«Perchéla

Parola

e

molto vicina

a

le,

è

’ nmbocca.neltuo cuore enelle tue mani

perché

tu la

_/in pratica

34…

Filone,adesempio,che ricordaconti 

]:

« t e

che la Torah del Signore no n deve

restare

solo

hbbra.

pe r

essere

recinto. o nel cuore. per

essere

tata, maanche nelldsulle mani,

perché

Dio l'ha fatta

. messa in pratica ”. Sequindi, e l'ubbiamogià

-to,

Paolo no n dimentica il

rapporto

esistente

tr a

la

ei frutt iche

essa

puù

portate.

come teetimonìnno tut 

'sue esortazioni,

perché

moielude

questo

rapporto in

10,6-8

( i l silenzio suDt 30.141: no n èuna dimentican 

un’nmputazione volontaria)? A

dire

il

vero,

l'epo

 

nnn

si limiteil

mere

il

rapportotr u

parola-di-fede e

' , mn

possa sotto silenzio anche

quello netlomente

af 

- da Dt 30,11-20

( in

particolnre i w.

15 20)

tr u la

: dei comandamenti e la viva - la bentitudine che

pr. ica comporterebbe.

intenzione

di Paolo nel

are

Dt 30,11

 

l4a è quindi

chiara:

se non

dice

circa l’agire richiesto il credente.

non significa

‘ per

lui.

In fede n o nabbianienteochevedere con l’eti 

che resti

pura

affermazione delle labbra,un solo che

del credente n o n determina

la

salvezza;

quest'ulti

 

1…1…

.snm

Poul

a l'exégèie

jujve

de son . A de

0.6-8-. in

Mélaxges

bibliqu‘s

mi '

su

( " n o n … A u m ,

957, pp .

494-506

( r ipruo

: ' cm in

Etudes

su r

l'Ephre

aux

.298

09 nvevndnmoltolunpodimnemmcheP-olaop

 

‘ E B Ì

D l p u s … £ a l b l i

85;Dernwaximremnimun236-237;D0v1r 

183;Desanmi is l l . 180. S o l o D e p m a n i ù e t p o u l i s t t t l 7 l

r l- l4senuhretlhlsionellfinnle(cnelletnemani,percbétullmeb

m i l i on i ) .

215

manon pu ò essere il risultato

delle buone opere,

ma

solo un

fatale

allontanamento, di

cu i amilmiscono

del

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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dell'iniziativa gratuitadiDio.cheesufficiente accogliere. la paternità a Paolo. L’importanzadi un passo

come

Ha Paolo rispettato

dunque,

come

sostengono molti 10,4-13

n o n

può quindi

m e r e :ottovalutata. Forse.

smdiosi-“. Dt 30,11-i4 e il

suo contesto?

Larisposta sa- questo

testo, no n

siè

riusciti

aesporre inmodocosi

rebbenegutiva

sesi

trattasse

effettivamentedi

una citazio-

, . e

così fermo

le

d i f f … tr a

le

convinzioni

ne.

Riprendendo. fino al plagio, i versetti del Deuterono- » ecristiana.  

mio.

egli

evita

di menzionare

l'esortazione

a mem:rc in

analisi

iniziatacon l'inten-ogarsi

sulleprocedu 

pren‘cala parole,

indicandocosi che

il

solo

agire

che

salva « -, e dl Paolo.è progressivamente

scivolata vene

e

quello delDi o

di

GesùCristo. Ma, ancora una volta,

per- ‘

pmupposti. cioè

verso

l’esperienza

che

ne

guida

la

che

parafrasare

Dt

30.11-l4

se

n o n

se ne

rispetta

la ‘

Più

che di

tecniche,

si

tratta

fondnmentalmente di

scopo?

Certamente

perché la

magnifica

formulazione dl * particolare, èstato

necessario

affrontare i proble

questi

versetti permette

a Paolo di ee

rimere

la vicinanza, a lungo : inutilmente

dibattuti.

relativi

alla cono

 

meglio la

non

esteriorità.della parco adi fede. in altre

pa-

_

che

l’apostolo

aveva dei giudaismo. il tetto dimo 

role

la presenza di

Cristo

in

ogni

credente e i

suoi effetti

v

egli

lo

conoscevo

dall’intento e

che

si

mostra ca 

sa.ivificî. di presentarlo come lo farebbe un ebreo zelante. Né

disprezzo, semplicemente

radicale cambio

pettlva.

si obietterùforse che

 

ln fede in GesùCristo

L

Pam

In gioco dell'esegesipaolina sufiiciente a giustificare le affermazioni di

Paolo,

'

altri

apostoli o

loro invinti,

in

nome della stessa

Rm 10,4-8. iu ancora dei due

capitoli

analiuati

prece-

aisgvmn dni convertiti dalpaganesimo che ,i ….

dentemente Rm4° 9). d i m w nquanto sinvera la

recen-

' drconcidere,che obbedimroai oorumdamentidella

te

affermazione

di Westerliolrn: è il modo in cui Paolo , , in p.;-fico]… q…… relativi alle

prelet'izioni

nii 

cuncepisce il

rap

ortotra

fede

e

Legge

(e

tra fede

e opere '. Nonvn

lunavin

dimenticato

che. pe r

Pmlo,

que

 

della

Legge)

che

etemiina

lasu

letturadelle

Scritture

37.

iwtativ/o

equiv.lgvn

. un rinnegarnento

dg ]

Vangelo,

.

E dal momento che

que-to repporto dipende

: sua

volte

deviazione fond-mentale

Jt_

dalla sua esperienza in

Gesù Cristo,

nonsi

può no n dar

 '

ragione a

quelli

che iostengono che il

ncipio

di inter 

pretazione

cri:mlogico

condiziona

le

mazi oni dell'a-

. ||

c o m p i …delle…,.

postula sul einen-nn legialativo

mosaico.

In eHettl, seegli

ritiene ll 1988’

“ ° … “ incapace

di

dare

la salvezza,

ciò

è 4»

e t a n o ,

la

lettera

ai

Romani

sembre

ignornre

il

tema

dovuto al

fallo

che,

secondo

lui,

essere

salvati

equivale

(:  

-mpimento

delle Scritture. No n che “ vocabolario

vivere

eternamente della vita di Dio, in

modo filiak.

e

che wmphnel“o

sia in esse ……

sv,

ma non si

spplicl

solo Gal l , il Figlio.

può

ottenemela.Arriviamo

qu i

al

cuo-

‘ Scritture, quanto

piuttosto

all’essere , fl y … …

redel dibattito cristiani/ebrei: tutti

potrebbero

suigore ri  

conoscere nell’uomo Gesù di

Nazaret

un

profeta,

ma

quando i

cristiani

lo dichiarano Signore, Figlio  uguale a

Dio, Di o stesso

 

e mediatoredella

salvezza, molti pensa 

tori

ebrei vedono

in

questo

un

t ipo

estremo

di paranoia o

‘  ano; ugualmente.

quando l’apostolo parle

n e l ] :

di tipologia - Adamo

come tipo

di colui

che deve

, ' Rm 5,14  , lo fa senza riferimento

esplicito

ai

sacri.

Ci ò

n o n

significa

evidentementeche

egli

ignori

quiiltemapnncipaledellaletten-Hiahti,

  Cfr.. admm “° , 5 Lyon-wt.

ibid., secondo

il qunh

Pmlo

r i sp : : - . .: 13,3;15,13.14.19;u…m;o

profe nm ' conte-to del wm c i m e (circoncisione del

c u m

. ( v i e n n a km 11,115; 1 , ; 15,29. S i s u … n o n :

per

le

m o n d i … W l i ) .

. kune.conplùuun,plèvbma(pn-simleteleiowrùiwìvocunen

” Cir. s, Westerholm, lsruel's …

and the

Chumh': Faizh,p.

150.

, c.,,

12,9

. pu

3,12),

216 217

il

i]

rotture

e cambiamenti, perché riflettono

sulla

l’applicazione tipologica degli

eventi biblici; passi c o m

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sull'attività di Gesù e sul suo

posto nella

storia

m a .

In Rm, invece, si incontra solo qualche

Rm

3,25-26

- sul quale ritorneremo

nel

prossimocapitolo

- e 9,25-26 mostrano

che n o n

l ' ignora: i

due

figli

dell.

, . .

del

»]

prostituta sono per

lu i

figura dei pagani idolatri, chiamati di

“ i …

“ l ’ “ . Rm 5-6. 111 C l “ BPP… f  5î ° il

adiventare ienarnenle.grazie allo Spirito ricevuto) lì Il ‘ = «'tlpm (W._5.14).come

segnalato

S°Pl‘a' P_°':l

di Dio.me m ri delsuo

popolo,

amati di un a miserico i. dell argumentanone teorica (R.m

.1

 

4

e9-i1), D i o ( .

disinteressata

4°.

è il

soggetto pnncxyal_e dellagu'e _salvniìco, colui

Masel‘apostolosadiscernere neglieventinarrati dailibri ' “439 tutto

pe r

_‘V1=.mpene_tnbnln (Rm 111v3_3)#

n e r i le diverse preparazioni di una realizzazione finale e

  }

argonientazione…C “ D‘?Ibbl?ll   1 0 0 PUB:

universale,

in Gesù

Cristo.

perché l'argomenuzione di

 

11

P'“…

qualunque

  P°loyfi

-

 “Él'll‘m‘

Rmriflette

molto

poco questo

tipo

di lettura? La

ragiom

»

“ A M I ‘   î

… d\ sant

Ireneo

provano con#

sta nelfatto che Paolo n on

ei

preoccupa tanto

dimostrare v‘ ma

insistendosull’aspetto

f°f.m°

@È'ìnuamîé‘h‘fi

in

che modo gl i eventi.

le istituzionie

gli attori del pane

-

dell

W

dimm.

]

IP°M°1°

31F0 m

q u

=

biblico annunciano il

loro

compimento,

quanto

piuttosto »dnl_lflemraupohch delle 5°,“m‘ ., da

di sottolineare delle costanti: fin dallinizio

fin

dal

primo

,èquindi quegli: il più piccolodelpara_dois:èse \;:

gan-ima, padre dei credenti, Dio in iustificato

pe r

l. come ai>bmxno cogtaza , In ]:.iiirticu'1 °;on .

ede (cfr.

Km4)- e

no n bisognavedere

Fi

solanto l‘ombra

' èl

esperienza

in

Qnstn

: determinare; i o

…:ll“;

diuna

giustificnzione, mu 'à unvero e

proprio

beneficio,

V ° “

il disegno di

Di o

nella stona = °°°”

nltrixnenti cadrebbe tuttu 'argomentazione de l ] : lettere.

. dall’altro

essa

n on impregnn le di linee di

Ceno.

l'apostolo no n

ha alcuna

difficoltà

a riconoscere

menmzione che

no n

diventa

 

o a nstannran #

che la giustificazione accordata in Gesù Cristo

raggiunge

'

cristolbgica

“' Parndogs_o Che P°l’ò SiShillifl'eb‘

luperfezione, nelsenso che cambia radicalmente“ chiun- v 501181… … conmddmone1°““‘…“ ?fi“

uele riceve; ciononoatnnte. quello che gl i interessa non è ‘ ' -- h.…ehe regge

hh…

(lnP;°Pf“_10

i

npporto

tr a

il

meno

rfetto

del

to biblicoe il

più

1647

… … “

chiaramente

Wìdfiflll

°°

° K ‘ “

perfetto delpresente s vifico, mnc Il parola divina non

sia

venuta meno,

che abbia

agi to da

sempre allo stesso

modo

- ln fede

senza

la Legge.

Questo ci porta Auna seconda motivazione: nelle sezioni . . .

di Rm

presentate

in

queetu

saggio. l'argomentazionenon - le

 5550:

SPI? Il … ' ” _…Dio.   nconnscîzl;en,fla’

: criatologica.maeologica. Illettoreuno’ funilinre con ' °‘   ‘, ef‘:… ” ”“…? .Pelimnfta

il NuovoTestamento

no n

ha

difficoltà

avedere in che con

”01081”

dl Rm.le sue

“ 0 ° …

° “ P°

#

l‘?

non;: lenga

differisde lettera agli

Etrei

“]odal #

ange '. In e etti, questi timi mettonoin

' n o

e pre- #

paruìoni

e al

tempo

stesso

il

loro

compimento.

con

le

ne-

_. ' '

  ° …

'

giudizi dlvlnn

passi

di Rm in

cui

si

delm'

eal'origmalu'

dell'esegeei

«>a i m . Rm , .i ved.ze… 3,1-1s, dove |. lenundelh

Swim-nè

eml- ‘ , convergono infineverso il tema

della giustiziadi#

51‘ 1=3 12 ?

333255…

Mirano

infam'

:

dimomare che

gue…

giusu'zia.

p_ui

0 Larim-$i…brevenienie, Eb

dimostn che quello mmt ivo

no n è .

P°smfi0fe(PWP°m°“B“

“ “

““‘

“““““

remb‘“ °

l'unicomodo di f ue

tipologia.

Seèverochequelt 'ul l i lxusibuanm

ut ilmentesul la mm e

permnlo.

tu u n rapporta i n due o p i ù eventl,

amen-nazione: il Vungelo - Gesù Cristo e tutto

ciò

”e«

riferisce

a

lu i

sarà menzionatosolo sottolinea#

'

potenza

e la giustiziadiv-ine.  ] V lino non

dunque

in un o spazio puramentecristo gico, chiu

#

pumpnrviunngndanone,èdiretunmvemcluqmlopmcesmmn lmptxunuargumenutlynùl_ùnìfl}lnon esem_ ampi-‘B‘}‘

. w i m m i u n m i n u n … m : m m g i o n m l g i i e n r i a , i i m c o n m m n i dd……………dmm…nmonmuu

eslenzille uu tipologia. …

#

218 219

senza

discriminazione). è

anteriore (prima

di

ogni alla possibilità

di

una giustizia umanaderiva

da Dio

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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ta

umana,

Di o sceglie,e

prima

di ogni agire retto e; -, che no n avrebbe dato la su a L_eggese n o n fosse

msmgrazia).

» praticabile.

Ma.

si obienexà. alm meu proclamano

m l’incapacitàin cui si trovò Israelea praticare la

a.ad agire secondo le direttive del

suo

Dio.

Cem.

e ha compreso sempre di pi ù che m i m doveva al

no divino. Ha sperimentato

soprattutto che-questo

Ci '

può

del resto domandare sel’ egesi giudaica

non

nnogl i dava la f a m divolere ilbeneedi realizzarlo:

miripiuttosto a promuovereuna giustizia divina retribuil-

usm

pecca

sette

volte al

giorno-.

ma «si rialzi »

(Pf

va,

senzo

evidentemente

negare

il

perdono.

sem

re

gratul-

6) ,

e

continua cosi

a

promuovere

la

giusfizna.

No n

di

 

to. delle col e deipeccati. Abramo è amico ' Dio per- ’, dell'uomo significa rendere gloria a

Dio,

che ha

che

Gli

e f e; viene meltn [sacco e non Ismaele percM .. la

sua

Legge hesin messa in praticaenon e r i  

nceettò

di

eesere

offerto in sacrificio edha pertanto

del così nellasua edizione.

meriti

“.

Giustizia

di un

Dio

preoccupato

del meno ab 

biente e difensore dell’o presso, vicino a coloro che l’in

 

vocano

e si dilettano ne sua Legge. Dio

giusto perché

i n

SIDIFAOLO

suoi

udizisono equi. ‘

E se

giudaismo insiste

tanto sulla Le e, no nè certo per ' - affermare,

senza

grosso rischiodi errore,

che

Pao 

le regioni legaliatiche che un a lettura ’

parte

gl i ha per :| ha seguito una tale interpretazione della Legge e

tanto

tempo

attribuito.È

infatti

in discussione

Dio.

che ho .

' u5fi l i l

divina. Non

che no n

abbia voluto

concilia

 

rlvelaio la

sua

giustizia nella Legge eche. per

ci ò

stesso. ruî'esempio del giudaismo. l’elezione e la retribuzio 

vuole che sia realizzata. Dt 30,11 14 lo fa capire chian-  

la

giustizia e la grazia.  

tr e

pessi analizzati sopra di?

mente:YHWH

ha

messo

la sua

parola nelcuore

dell'uomo o al canna:-io

che

lo

sforzo dell apostolo verteva

perche

questi

la

possa

mettere

in

pratica.

Che

significato n a s i

punti.

male

sue

soluzioni

si

oppongono

in

tu t

 

avrebbe una

Le geimpraticabile se

non

il falli d l ‘ .

quasi,

a

quelledeicommentatoriebrei.Dio aveva

fai:

la rivelazione, lla stessa ' tizia divina? ]. ‘ fli

Abramo

il suo amico. non perché

era

fedele ai ;

ebraica sulla necessità dell‘agire etico deriva ' ' .. . . : enti emeritava la ma unicizia, m£dper

gram;

tamente dalla serietà a c c o r d a t h

voloniàd

oa.che ha ' a preferito Giacobbe :: Esaù prime e ' ipe_ndeme 

afhrmato

la possibilitàdi realizzare la 'usti '

xie

da ogni risposta positiva; aveva indurito il cuore

la è nella tua bocca. nel tu o cuore e ; tue unn i , perché faraone e di mtri

gl i

altri per mostrare la

suaglona,

:

tu la

mette

in pratica» (D t 30,11-14

UGO.

L’ottimismo re- p e t h aveva previsto la loro disobbedienza o le

loro

:

nza;

Egli

giustifica

senza

discriminazione._ ma a

ione di aggiungere

che tutti. ebrei

e

pagan i . sono

raggiuntiallo

stesso

modo da questa

sentenza poun

 

menixe e t a n o

peccatori. votati

irrimediabilrnem‘eal

 

L'ESEGESI

EBRAICA

“ L'introduzionedel

u r …

Yenuhalmia Gen 12ein

pmponim

mollo

illuminante.

due figli

di Abr-nm li dilpuiano ll dirìmo ell’eredltà :

fan

 

no velere come argomenti la loro condizione (primogenito per lmiaele;

… “%

W ; “ …duelli …‘:IIPer

l…:àglîzizìl‘ddi

arriva-IN =sll Non

si

può dire che Paolon o n mena

in

rilievo

le

dei

nr b u m meriEcooieno-ooo uz.ione ' n u : - . -- ' ' ' eme i

w..nmuigdinez'iommpiùgiugodimpacbtmnamocin

“.‘dmm'lma- mll’t? ;°'f‘flp'ffiàî}ggîg°î ài

-.

condmeuediclannie.seaveuivolutorifluure,nonmlnreisotlopo«

 

Pim;Tulî=

edlffi.

C° ‘: e si

cerc_

ew

mdhcirconcùinne.hinveoguimmcìmuncixonouogionise _ oùdassorburebeneomaleconunamonAdellare 

foui

… c o c c i   ,

fone

non tl a n n i sono…

g l i .

circoncisione”.

'one

posteriore, riappaiono come per incanto

sotto

luccqîn:rdicendo:mlìc l’on i hotrent'-nni.= = il)Smwòenedcl- dell’apostolo. Esaminiamonel prossimoc italo

megl-

. chiedeue e mie m unbn , m n (; lele rlfluterei'.

Su.

. . . . . . . . _

himqueeteparvlefumnoinlesedal$igumedelmondoembilohparoh p°$1flonepa°hna relahvflall3glus'wadlme = “ “

d i … tentò A h …

(Segue

illesîo ( “ G e n 22)-.

: 'onidelle soluzioni che egli propone.

220

Capitolo

decimo

i 3,10-20. Paolo ammette in eiîetli l esistenzadi una re  

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Vangelo e giustizia divina

I capitoli precedenti hanno fatto intravedere la posta in

gioco delle posizioni dell apostolo sulla giueflzia divina,

tenuto conto

del loro

numero

e del loro

posto

nell’argo 

mentazione1.Rimane quindi da interpretarela massiccia

presenza

del vocabolario della giustizia in Rm 1 1[.

Ma è possibile

dividere

i

dati

in

due insiemi. secondo

le

situazioni considernte. Nei primi

tr e capitoli

della lettera,

che

partono dell agire umano

colpevole

 

agli occhi

o

meno della Legge - . Dio si fa r iconoscere giusto nel suo

mododi retribuireedi

giudicare.

in Rm9,alcontrario, la

guestione della giustizia divina no n si pone più in

termini

l retribuzione,

perché

l elezione

o

l indurimento

prece

 

dono ogniagire umano senza

eesere

per nulladeterminati

da

questo.

Seguiremo dunque lo

sviluppo

dell argomenta 

zione

paolina,

che,

suquesto punto, va

dal pi ù

semplice al

piùcomplesso.

Glmtlzla

dlvlnn, con

o

u n a

le

Legge?

i commentatori si interrogano a ragione sulla coerenza

del

pensiero

paolino i n Rm L is 3,20, perché molte affer 

mazioni di Rm 2 non sembrano compatibilicon

quelle

di

‘ Le

duttili.

divino e il

tem.-

prineipoledegli :vllnppridi Km 1-4.

come

indicano

hà]…

iiones,pzìncipaleeseoondarie;ese,inkm9 IL

sono

i

giudei,

ne 0 om attuale

“tuazione negativa  vma

evideniemenie

dal

Vangelo , e la loro

sone future-d

atti:-ue l’attenzionedi Paolo. g l in  

envgafivi

nollevau

9,641e

i l ,

1 mm nondimeno teologici e toccano di 

vetumenle la

giustizia

divina.

222

4

one posiîiva

in 2,7-10 e ciononostante

dichiara,in

di sezione, tutti gli uomini passibili dellacollera divi 

) Èugualmenle molto

difici le,

l abbiamo visto all’inizio

  capitolo

quam,

conciliare Rm 3,19-20 con 213:

: 2,13

, n oncoloro

che

ascoltanola Legge sono p‘ustidavanti a Dio,

‘. ma

quelli

che

metmno

in

pratica

la

Legge

saronno

giustifi

 

;, 3.20

  nexuno

sar i

giu:tificato diventi a

L u i

(Dio) nullabasedelle

opere

della Legge.

analisidel

capitolo quarto suRm LIB-3,20

hannoperò

- che questi capovolgimenti i

spiegano con

la

.. ca del ragionamento- e n o n c o n qualche sbadatag 

0debole… logica.

1 difiicoltà

pi ùgrande

ealtrove;

essa

tocca Rm LIB-4,25

sua logica profionda:

se,

in km Lis-3.20.Paolonon

in discussione la legge

mosaica,

grazie

alle quale

uh in particolare

l mioma

dell imponialilà

divina

| 2,11), con la quale,

ancora,

la retribuzione divina

…-esercitarsi verso il giudeo. spanixe da 3.21 afferma,

contrario.che Di o ha

manlîestato

la

sua

giuatiziasenza

Legge. Come spiegare

questo

cambiamento? È D i o

n

 

- che harivelatola

sua

Legge. e. con

essa,

i suoi giudi 

\ e

sue

aentenze. Come

può

dunque

essere

giusto

senza

 

..ta

Legge

di giusn zia.

che

è la

sua? Sarebbe

pienamen

 

comprensibile che

egli voglia

fare a meno di

una legge

, . ,

incapace

di

riflettere

la

sua

giustizia, ma il «senza

”Leggendillm3,zl

siriferiscenllnheggedivina- chia 

ia qui «mosaica»  ,

essa

stessa santa e giusta. Perché

 a

avrebbe deciso

di m a n i … la

sua

giustizia

senza

legge

da

lu idata

proprioa

questo

scopo?

, : dunque da seguire i paradigmi

«Legge»

e «giustizia»

, l i m n i n e

Legge:,wnhl nailucola,

designailslslzmnmosucn,nelle

’ componentietieu.

socialeecudnuale

223

in

LIB-4.25.

perosarninareil modo in cu i

Paolo

li

utilizzi

- o più

|ardi;

i

malianm-i; significa

anche e

so

 

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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-rìprendendo le-oategoriebibliche e giudaiche  . come Il - 3 ricompensare i buoni. Anche

se,

in

Rm,

l’ira ?,

fa,

giocare insiemee,in

seguito.

li separa.   sfaccettamra della

giustizia

divina relativa alla

ne ,

essa

n o n la esaurisce.

GIUSTIZIA

DIVINA

ELEGGE

. l iu) divina: un assioma fondatore

L'ira

tenze e dalle retribuzioni,dal

giudizio

e dalla

sua

e.il

testo

scivola

ora verso

un’

t ra

componente

‘ divina suorifiutodeipn

legi(2, i l ) l l .a

io viene innanzitutto dalla sua

Dio stesso che si propone

come

. ed

esige dai giudici umani che

somiglino‘ :\

lui,

{iano giustizia a tutti,

eri

e ricchi.

uomini

e

fi.

senza

lasciarsi ’

uenure

dal nome.dallo

potere.

'o

perché

imparziale. la giustizia del

giudice

di 

serciuni senza la Le e - la legge mosaica 5,

il giudice divino hail avere

infatti

di retribui

 

-ebrei

come

non-ebrei.senza giudicarli sulla base

Rm

Lis-4,25,

prima macro-unità

della

lettera.

può

essere

benissimo considerata una

presentazione delle

diverse

_ _

componenti della giustizia divina «posteriore», percepita . _…

Enne

come

reazione

alla

condottaumanae determinatada

essa.

‘ °“°

ca: è

All’iràgiustizia umana Dio reagisce

con

l’ira…Certo, Paolo

n on

ice,

almeno in un primo

tempo,

che l’ira èun modo

in

cui

si

esercita

la

giustizia divine:

lo sonolineerà

soltan

 

ùo

 

e brevemente

 

in Rm 3.5 6.Ma il

lettorenon

ha

alcu

 

na

difiiooltà

acomprendere

che

la

reazione divina

negati

 

va   la su ir a - è giusta, poiché sanziona l'ingiustizia

\àiiiìianzdirl'la giustni in linea;:on le slue rg ioli:liilrnesse in

'

evo

'eposto o.

L’ira vins

co

ir e

'

t ti ingiu-

_ ,

namente se i uomini

fossero

i

nor5nti

e irres nsabili:

Le88° alla quale  °“

” 1 1 0 …… =.dl

c u i non

segnalando : e sono inescusabii (1,20). Paolo in in- .. conqscqnu. DWG … c_ontoidellie situazioni =

tendere

che

era

necessaria

la

reazione divina.

. ' '

?l°mr

non_pu_òreuzlburre

B“ …

=

non-siudei

Ma avanzando nell’argomentazione. il lettore

percepisce

811 S W pnncngi.' (ìn-mz:- del resto esuema 

che

la reazione divina

non

e

sempre

inunediatn: il costi 0 ' ‘

“P”“Ché

 °“Slh … “ a

flC_WPCFSFN

° . .

può

essere

differito, anche al

punto

chealcunine

approf‘it-

d u e delle opere. ma anche dei ° ° ° : ‘ cu i segn 

tano per

continuare

impudenlernente a restare

nel male

e …“

“E“ °°°… dei Biudld

“… (d i

2»15'

nell’ingiustizia.

L’ira

è cosi temperata dapazienza

(2,4)

e

pegch_é

u}un secondo

tempo.Paolo

,dfermnche

dann….perché in Rm

1.19-32,

la punizione divina

non

,mnbuue31steep

come

11

giudeo

e

wwyersa=

prende mai la forma della distruzione pura e semplice. Il_8f°°°è

NME…”

‘“ °°° =.11Billd°°marcon 

come seDi o no n volesse né

mettere

a

morte

néannientare V… dellasua … P n l l i a ,

Dl?

“ ” M i ll Bi“d°°

i recalcitranti, almeno

pe r

il momento. La retribuzione ' P “ ° 11P W °come ““ udeo.È

  ” … ?

non

e dunque ancora arrivata al suo termine: la collera   » . C , Rm 4 ” W ? %“ … stretta al’l’h'

fino

ado ra

ponderata

dalla clemenza  

no n

rinviasoltanto dell

3 8 5 1 0 …

dl Impal'l ‘all'à? Se“ ’ … era nn

 

a.l pnssato. ma

sarà

anche

finale,

nel

«giorno

dell'ira»

<2'5)-

fi u m i . …

di mn

2.7

 

1o

……

17.82.

L'espmsìone

«giorno

dell'ira:

amplia

del

resto

il

campo

' t i v ;

…;

… p i ù

in … di

qngu…wm

della giustizia divina, che n on è soltanno punitiva,

poiché

a m g u d i r e .:ived-iosodio di |>.D o v - fl , v a  

in quel giorno.

«Dio

renderà :\

ciascuno secondo

le

sue

’ … nwèoldflflrmmmmdlimkoma

1966.

opere: (Rm 2,6:

citazione

d iSal 61,13 non,

vita

eterna £ “… È g fi ' l j ‘ g ' a e wà ‘ ”fi……l a

per coloro che avranno compiuto il bene ed ir a pe r gl i al- a < <   . | ] . …… p…, … m a ,   … c i …; ….

tn'. Per

Dio, essere

giusto

no n

equivale

quindi

solo

a ca- : . . unsisterna gishlivo. _

224 225

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do dice «sulla base

delle opere della Legge»

- esse non

Maselaleggenonèrnaistaonsirumentndigiu 

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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sono

sufiicienti a fi1r meritare la

condizione

di giusto da

 

one,

i

r i t i

di espiazione che

essa

propone sono da

vanti a Dio. Mas i sarebbe potutoobiettare che,ancheseil ’ : ineflicaci o. a l contrar io ,

come

delle figure,

titolo di «giusto-

non

risulta ma i direttamente dall’agire . ' si indica g' à la 'ustificazione hnn-a?

umam, quanto piuttosto dal verdettodivino, da cu i non e v nte, Paolo

non

alîgelnna

che Dio

non

concedeva

mai

assente la misericordia - il giudeo

ammette

anche mezzo dell’istituzione cultuale - d'altronde

no n

questo

senza

difficoltà   è

ancora con

la legge, p iù

preci-

_ a rischio di doversi spiegare a lungo sul ruolo del

samente

con

il

sistema

sacrificale.

che Dio aveva previsto

- sacrificale

mosaico.

Se

egli collega

la

giustifica 

di manifestare e realizzare questa giustificazione. Paolo

mdenzionein

GesùCristo (3,24), lascia intende 

aveva

quindi

il

dovere

di rispondere su

questopunto,

cosa

  : te

tutto,

che

l’economia

precedente

era

quella

che {a esattamente in 3,21s, rifiutando dmsticumente all- .

enza,

della longanimità (anochè.

cfr.

3.25) divi 

Legge

un qualsiasi potere giustificante   Anche e saprai-‘ ue

alla quale

le

trasgressioni

ei cati restavano

tutto a livello sacrificale: lo strumento di espiazione stabi- :

ti .

Maassocia subito il tempo dell?]?azienza   tem 

1ltoda Dio e Cristo, che comunica il perdono (divino) per

: non

 

punizione

(pam-fis), che

n o n è un a

vera

e

meno della fede a tutti

senza

eccezione. Il principiodi im

 

' . assoluzione - alla

venuta

di ns e n o n

all’eco 

parlhlità

continua a

funzionare

in questi

versetti;

deci- _' mosaica: di

conse

, la

giu:

 anon-punitiva

dendo di accordare il

perdonoper

mezzodei

sacrifici

pre- del to riceve sua motivazione dalla

fine

che

visti dalla Le

ge.

Dio non avrebbe

forse

privato il resto . la ione di

annunci….

cioè la redenzione: la

dell'umanità ella

sua

misericordia? lr a per gli uni

(paga-

, ? azione universali in Gesù

Cristo.

ni) e

misericordia

per gli altrl (ebrei):

come avrebbe

poiu- . e«propiziatorio»di 3,25 hanondimeno

una

certa

to allora definirsi imparziale? ' v nza. almeno

come

sintomo. [mpedisce infatti di

Ma affermando che Cristo Gesù - e

non

il propiziatorio nel

r ito

sacrificale del

Tempio

solo un nulla al qua 

prevlcto

dalla

Legge,

quello

del

Tempio

-e lost rumentodi

trebbe

la

pienezza

del

sacrificio

della

croce.

Che

espiazione, di giustificazione universale, il

testo

solleva °° avrebbe =vut0 ll

rivelm'one,

a M08è

(Cfr-

ES

immediatamente

una

difficoltà: seDio

aveva

previsto che ‘ “

D Î °

«perdono =

bontà»:

5°””

non

“°°” P°_WÈ°

Gesù

sarebbe stato strumento del suo perdono pe r

tutta

' = i almeno un po pnmadella venuta del Figlio

l’umanità. a

quale

scopo ha istituito il propiziatorio del ml

 0_3

= 130.nd esempio)? 1;

applicazione

del_teml:

Tempio? Per perdonare i suoi fedeli, in attesa dell‘invio mzmtorim a G u à Cristo und-caqualcosa di pi ùdi

del Figlio? Ma questa interpretazione.che abbiamo

già

in- / tito lessicale; rifletteu p letturafiP°|° 'ca

dell’on

 

conttato a pmposito di Ri n 9 - l l e secondo la

quale

Pao- '   “ “ : _d° ° 11m“ le°_nìi figura de

n ° …

{

lo

vedrebbe

nella Legge un’economia di salvezza

prima

- ° me=?-IB

della. redenznone. Essendo Paolo

I “

della venuta di Gesù Cristo.

no n può

basarsi né su Rm ‘ u£atodimettereinendenzale_ drfierenze, le distan 

3.20b,

frase nominale

che hala

forma

di una

sentenza va-

' somiglianze ele

P W D …della redenzione

nd… per tutti i mmp19‘ nésu Rm …dove l’apostolo

dimo-

Cristo.st

pu ò

comprendere

perché

n o nsx

soiîerm1

stra che Dio fin dall’inizio ha contato la

fede come

giu- ‘ P“…” 

' cf.-. p.ue. Î : fede, due manifestazioni della

giustizia

divina

“hhuptaòeoaezekodottazuinfatfi.permuzodethegp.lamnv _

% figgé'ggmgclhvnm

' Z È £ $ È £ Î S E

_-

r it ici

sisono

chiesti

seaformulazione dimo3,21

conoscenza del

poem-'; il

contesto

( i v.

zu : ) coiuiglia tuttavia

un'altra “ m u m “sua]menw un mterpmtflzlone

P°Slîwa del

giustificate della Legge. In effetti, l'espressione

raduzione,

m i t t i v 1 : «Infatti,

per mezzo

della

legge,

(viene dal: sol 

. la

Legge.

si è manifestata la giustizia di

Dio» non

anto) la conoscenza deipeccaton.

228 229

lascia

forse

intendere che prima della

venuta di Gesù Crl Cheavrà la sua realizzazionedefinitivanel

«gior 

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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sto questa giustizia si manifestava per mezzo della Legge i r a » , permette fortunatamentedi scamparvi. Legge

Certo, ma l'articolazione,

delle prime due

sezioni,

Rm.

' - -

'-   manoquindi per Paolodue modalità con

le

LIS-3.20

e 321  425, in cu i si legge il

passaggio

dall'ira manifesta la

giustina

divina: la rivelazione della

alla misericordia, indica chiaramente che, per

l'apostolo,

divina e dell'ingiustizia umana spetta alla Legge,

questa giustizia determinata dalla Le e resta, dopo Il - mazioneper grazia alla fede.

promulgazione di questa Legge, nella ogica dell'ira e Il ‘

sua

funzioneultima èdi far proliferarelacolpa (R m 5.20). .

rivelare all'umanità la sua menzogna, il suo peccato,

unl-

,  ZI A DIVWAHIVELATA DALLA FEDE

tamente

alla

giustizia e

alle

verità

divine

(3,1-8;

3,20;

7,7)

. . _

 

nonbisogna

dimenticare infattichenell'argomentazion , ‘ _ PHDCIPRÌCdella

lettera,

soprattutto Rm 1,17.

chevada l. is a 3,20 l'interlocutore (fittizio)

dell'apostolo

' ' Dà mtrave:iere _ancora in

{nodo

ellittico “ - che

ammette l’ingiustizia umana solo dopo la menzione delle Vangelo 138“3311_118 divma sudefinisce totalmente

Legge

come rivelazione idealedella verità

e

della

giustizl| . =' e,

come

IndlCflla progressxone

retorica

di Rm

(cfr. 2.18.20). Ma

chela

Leggeabbia avuto l'effettoo addl- 25; il

Vangelo non

è 11a n ° 8 parlare

della giu

 

rittura la funzione di rivelare all’uomo il suo peccato. ]. ‘ …. tut)avla lanvela

sono

un a lucenuova, quella

sua

ingiustizia,

non

rende ingiusto Dio, che, con lapro- 5115513110110um_versaleysenza

conduzxqm.

Èinutile

mulgazione

della sua Legge. non intendeva alîatto umil

- ‘l… 5“

Punti g1À

acqulsm e

SVlÌUP

a“

nel capito

 

re l’uomo. pe r me lio dominarlo o lasciarloalla suaImi . . Che tratta

del]

eqonomia dellai e. .

n‘a,

Peîqhélla.sufl onganlmnà

era già

operante;

gl i

…p,.

momeknto

stesso

in

c u i

la giustificazione

per

la

diva di

infierire

(3.25-26). Del resto. se c è un

e s p e n e n l l

. Î “ Î ° una componente

 NOVE

e dec1siva

della

decisiva di libertà descritta dagli autori biblici,è proprio

d… “

(] i l

sua capacità.

dl

rendere giusto chiun

 

quella

della confessione deipeccati: il riconoscimentodel- )' c‘è che, di questa 8…Slmla. em g l i

rivelino

 

la

propria

ingiustizia e

del

proprio

peccatoda

parte

del

“' °

d.î

#

REIS;

“_

  _ ”

=?“…

3 5 5 °

un 51

fi_cao

fedele. lungi

dall’op

rimerlo. lo

apre

allagiustizia

divin.

| °°“.1è . ange Cl

v i e n e nvelatg .la vera n z i o n e

8“‘

#

L°“°“f'°°3“u…. g… f … , il… i …'

“:;tai

iiiili°,'razzflielifz“gzzazm°iìirgi°

ras

rmaz one

e 'essere‘ . . _ , . _ y- 5

Si

obietterà

forse

che, seconclo

il

parere

stesso di Paolo.I

ong:

l‘eesgiîafsîililitl: 3“;suficmàme

infiatg,llll’ requx-

Legge

n o n poteva ottenergli questa trasformazione (R , 3

8-10%8ne1quale

0 :

°:;à‘g;m'?

° amore

7,7-25). È

vero

ma , a part i re da

Abramo,

la fede era gl ;; ’non cliviene

cad gn}

D. il al ‘ suo °le’ l '

contata

come

giustizia

(R m

4) . Sottolineando quindi c “ to Il

dis  °°vdsî

 . ° _ ° ° … 0

p i e n a

 

lagiustizia

divina

si

era

manifestata

«senza

la Legge»,

l ' l

° ;.non” il totaî'gtgîi

[la

D…giusto P.“°

allora es

 

postolo

no n intende dire che

la

Legge sia

ingiusta o che l .

 .e

a lal _e Î?”  a'“ÉDUB- ,

non

abbia nulla a che vedere

con

la giustizia divina, ml °   m a n - te “

P a”

ma sull Incapacità della

semplicemente che la

sua funzione

nondè di

giustifica

l'uomo.

Rivelando la

verità

e a

giustizia ivine unilamen- «dnlh

fede

alla

fede»

1,174:

è

a l c u n - :

'

te

alla

menzogna

eall'ingiustizia

umane,

essanon

fa

sfug-

,

perché

molto

se

(gli

eàunciali

dell“;n

non

bim

giro all’ira,

ma

piuttosto

la

invoca.

Inversamente,

la

giu-*

”jdllnîphcl'lq0flmflle

vu_1uaù… Ednlo che_ loro sensoè

stificazione pe r l aola

fede,

s e

on sopprime

l agiustizl Pe r $ $ ? à f g “ à fi m î g fi g $:;L’îg'g’yz

 

L ' … i n 'nethllafedeallafedennonni e n i ] : ln,Del- ?

interpretazioniche

sono

state

fornlte.

su quelle c e

parlo 

' (Rm 1,18-4.25)esi basano unicamente sudi essa eviti 

'nrbitranetà.‘

= il Sal 51 ne è un chiaro

esempio: ciò

a

cu i m a ;

la preghiera di

animista ; i i proclamazionedella giustizia divina. i

230 231

Legge

e

procurare

la giustificazione

non deve

essere

attrl- itol.i

…… ' _ '

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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imita :: un

qualche

inganno o frustrazione anteriore: prl- o::Is,n-ettalînente

tetiiogiîf poter interpretare

una

ma delsuo

incontro

con Gesù

Cristo

sullavia di

Damasco,

p io di imparzialitàuovapertanto la

sua

eminente

Saulo er a convinto che

l'economia

della Legge fosse salyl-

.

  one nella

giustificazione

universale

in

Gesù Cri 

fica.

Seora fadelle affermazionidrasticamente contrarie, n chele

esigenze

etiche della Leggesian

che farebbero pensare che con Gesù

Cristo

si èpassati dl

t u t t a

p iù che ma i di rtarle alla [ ° s:fornpar

 

un estremo (l a proliferazione

del

peccato)

all’altro

( i l per- la

giustizia divina

sg) 'e

teo ?

plenum…“

dono gratuito e l'adozione filiale), è in v i m ] dell'universl- . mama c o n la v p1_ .

r i v e

come

. . . . . . enuta di

Gesù

Cristo,la Legge - 

lità degli effetti del perdono accordato in Gesù Custo, cf- _,te

mua sua

c om n te … ] …

rde

fetti

che

implicavano

una

radicale

relativizzazione del

si-

‘ P… di

ammmîstraîî

nen

rd

dei

 

pc

tutta

stema

mosaico. in considerazione del

conseguimento

del- : ”one de' .

Al l

Pe

î“°:

.me“…la

la salvezz videntemente. E sela Leggeno nèal servizio main n ldî‘lllen- .…

 .”

Pm  .'nome della

della giustificazione, della radicale trasformazione del- ‘ ro ome

”Peg”…

‘ GesùCristo Che

Pao:

l’uomo, l'apostolononhaavuto forse ragione di conclude- P ° … “ constatando che.4p_er h.“ ” .f°d°' tuta

{eche Diodne hafatto

unicamente

uno strumento di retfl- eccàzellî:;:sogvfltèggiàngnàjfiflèafilluflal’”…de ]

uzione

o i collera? ' ' ' ‘

Oueete conclusioni non rimettono fondamentalmente In ’

discussione la

giustizia divina consideratacome

una

retri 

buzione.

perché

il giusto

giudice deve

giudicare in modo

imparziale.

deve cioè

far applicare la Legge

proprio retri-

  , , .

buendo coloro che le sono soggetti secondo i segreti del

de ’

 

° ] ‘“4…È°v   problema della giustizin

loro

cuori

e secondo le loro opere.

Certo.

Paolo avrebb| . |_)rende

““”“ ”ll“.le EW …

f°rlfl. e 11 … p o

gotuto

confrontare le

sue

convinzioni

con

tutti

i

passi

bl-

’ *PP … dl

… n o n

diventa

anteriore.

Del

resto

un,

in particolare Sal 119, che. invece di associare |. gnon  

aflyvnu

allo stesso modo.Cambia il suomodo

Legge al

peccato

ealla mortejvedonoin

essa ciò che

rivl- ere, a livello

dello

stile e

delmodo

di argomentare.

vifica epurifica il cuore; e secerte assimilazionio opposl- =prima mum-uni tà della lettera una reale pro  

zioni appaiono affrettate - Paolo non si preoccupa di ' e retorica prepara a lungo il lettore a ricevere la

sfunàare le sue

affermazioni

- la

loro coerenza r ima

- dfnllsiaufsflificllione

p:]; laî sola fede.

in Rm9-11.

non imeno rigorosa. o. e maz ion i : ’: ezione e l’indurimento

. > {

tte

co n un a subitaneità

che

lascia il lettoresconcer 

Ciò

che sembrava

un'enormità

- che Dio ponesse mn i f lapostolo sembra accontentarsiun

po’

in fim del 

stare la

sua

giustizia

senza

la

Legge, anch'essa giusta

 , ol * m flP°SÌEZ

b a m dire Che

Di ° è

giusto, Pcmhé

è diventato progressivamente

comprensibile

e spiegabile. ‘ o

rifiuti

senza essere determinato dalle

future

n’

 

non grazie a

una

ualche

acrobazia

esegetica, ma in nome umane.

positive

o

negative

(R m9,16-18 e a9.12)?

stesso

della Legge.

infatti

laLegge

che,

rivelando il

famo-

'- - dei midrashim e dei mygumim giuda: . come

soprincipio dell’impmialità divina, hafatto in modo

che

…-

visto,

miravaproprioa «digerire,

queste

dimmi 

non a

tutti

fosse

resa

giustizia, cioè ai

non-ebrei.

per s - .

lando

la

scelta

divina

sulla

giustizia

della

p e m n a

tramite. In

tutta

la prima sezionedella

lettera.fino

&Rm si ritornava cosi a una situazione di giustizia

po.

incluso, Paolo no n fa che applicare q m m

principio

- . Prendiamoci tuttavia la

briga

di

esaminare

i vari

Èpmialìià£fizeglivede

esersplificato

ll'indagli

inizi, n .

del ragionamento

di Rm

9-11:

le

ragioni fornite

‘ ro stesso Le e, con A ramo. Il

ettore

può pere tolo sono forse iù so ' '

possa

pirequi l'importanzgagdelle procedure

 

del

lungo

cammin P kde dl

quanto

app…

., o divlnn udelezione/Indurlmom

232

233

Ma l'inflizione di una punizionegratuita co»

LA FINALITÀ DELLE

SCELTE

DIVINE

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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proprio la molladeidrammi antichi: esercitando

Ricordiamo che

se 9,6a («La parola di

Dio

no n è

venu

nicc i capricciosi, gl i

dei

{anno nascere,

senza vn

 

meno») costituisce la pmpositia che regge la

prima

pa - ' eroi tragici. e mentre essi n o n escono certo nobi 

(9,6-29) della

sezione,

Paolo la conferma in più tempi: confronto, la persona che colpiscono acquista

Gli-13,

14-23

e

24-29. Con

i vv. 6b-13, egli ricorda che nu '

tura

inaudita.

Niente

di

tutto questo

in Rm

9.13

e

tutti

i discendenti

(secondo

la

came)

di Abramo sono 5 - primo piano sulla

scena resta

Di o e

Di o

seitan :

figli, perché è la parola divina che definisce la filiazion , odiato: e Faraone «indurito» no n sono invitati a

Senza

ritornare

qui

sui dettagli dell'argomenrazione ;

non

èquindi

possibile

giudicare la loro grandezza

notiamo

soltanto

]

esatta

funzione

di

questi

versetx.iz

seD - 0

davanti

ai

colpi

del

destino

 

o

della

«provviden

 

lia sempre proceduto

pe r

elezione, perché non dovreb- si sono menzionati solo

per mettere

in evidenza le

essere

lo stesso anche

oggi?

Che solo una piccola

parte

aparadossaledi Dio. Lasorpresa

cresce

quando si

Israele

 

il Resto

santo

- abbia creduto nel

Vangelo

no \ Più

di ‘

Vidfl° il modo in

=‘“ P301°

procede nella

implica perciò il fallimento

della

parola

divina.

La poten- «> 

osta

all'ipotesidi un a ingiustiziadivina:

Di o

stesso

za

divina

e salva ‘ a al faraoneche lo

indurisce

pe r manifestare la sua

Il lettore si

sente

però un po' a disagio, perchéDi o

mostri

v 9.17). E

lu i

l'eroe, n on l’uomo, eletto o «odiato». il

la potenza

della suaparola co n scelte

arbitrarie.

nel semo

. °° è completamente

diverso di

quello

dei drammi

che

il

suo amore

e il

suo odio (9,13) non sono

motivati dl ‘ .

un (Agire umano

che

lo

meriterebbe.

Paolo non da tanto ta dell’apostolo ha

tuttavia

“ vanta 10di mo

 

sgiegazioni;

sembra

perfino voler sboccare il lettore,

per

finalità teologica delle scelte divine. in

questa

o bligarlo a reagire. Ma, aggiunge. le obiezioni chesi pon

U n e .

d'altronde, che egli desidera

farci

andare. Dove

trebbero muovere

(cfr.

9.14) restano ancora nella sfera di … il suo

[ m a r e ?

Al riconoscimento della “

una

giustizia

della

retribuzione.di

un a giustizia

in

cu i Dlo iVin8|

Indurendo

il

faraone

- =

tanti

altri

-

Pl°

 °

ho il

dovere

di ricompensare

(di

amare]

chiunque

li

ub-

in

alcunmodo

la su

(loro)

perdizione.

ma

p_iutipsto

bedisce

(lo ama) edi

punire

(di odiare)

chiunque

g i rell- ' ‘ = “ t “ P “

della

misericordia

edella

D“?‘}fiCil_i°'

sie :: lo rifiuta (lo odia). Decidendo di amare : : di odian   'versali (9.23-24). In breve,

decidendo

di indurire

di

scegliere

o rifiutare

prima

eindipendeniemente da og ' PW dell’umanità,

Dio voleva

Infine mostrare la

reazione

umana.

Dio

non

si

mostra affatto

in

’usto.

Quo. oria

=

raggiungere °°“

la

sua

mi59fl°°lfdjfl

PNP ?

sta

risposta,

di un a brevità sorprendente,

sem

ra ,

malgru

'

che n o n erano stati scelti.

La

gius

a

divina

siven

 

do tutto. insoddisfacente.

Certo.

sarebbe tracotante

ima

' ‘ . in

primo

l °$°_°°“‘ 3 “ … filii

‘““ D l “

che

mdu

 

porre al

Signore

del mondo le

nostre piccole

idee sull. Per lasciare lumamtà

alla

sua { ‘ “ - “ “ ”

 R“ mente

 

giustizia: del resto Abramo

riconosce

il

suo ardìre quan-

il

nome

di

giusto.

Mal'intenzione

positiva

è sui

 

do, intercedendoperSodoma, ricordaa Dioalcuni princl- =‘

leg i tfimm

gl }h'umergti utilizzati: e la m i s e r i

 

pi elementari:

«Lungi

da te il far

morire

il giusto con il finale

autorizza

”1 ° a ““d“-“e”» indurire?

ccatore Forse

il

giudice

di

tutta

la terra

non

praticherl

a giustizia?»

(Gen 18.25).

Masi

t rat ta ancora

di un conte- «

si a

di retribuzione,dove

giusto

e

peccatore

devono

riceve-

STRUMEN71

PARADOSSA“

re

secondo

le

loro

o ere.La situazionedi Esaù in Rm

9,13

-… .

ricorda di

pi ù

quela degli eroi della mitologia greca. Il . le 5191’°”°

quali un a

divinità

malintenzionata infligge un

castigo

non ’

-trebbe evidentemente rispondere che Paolo

esagera,

’elezionedi un uomo o di un popolo no n implica

ne

 

” Cfr-Aumav cap- V i l , pp . 109-114. . e n t e l 'odio, il r igetto degli altri, che è funziona 

234 235

le,alservizio diun

proget to che

vaoltre l'eletîneche fadi

… " “ ? “*.*“?

@“…"

ld“…eefnjglànrfi

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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lu i

lostrumento

della misericordia divina

per tutti gli ll - ?‘… ìdsÎàa:myfiwflm$w$ $ “ … (D t 26.18 

t:ri. La fattura minimi-nica

del

p a s o . che

vieta

i

lunghi

{33’_°

sviluppi

e dà agli argomentidegli aspetti talvolta sbrigati- ;

v i “ , ha forse in

questo

un'incidenza particolare: l’apo

 

stolo si

limita

a citare

alcuni aer'npi

sintomatici pe r un

lettoreche egli suppone

 

forse a mm

 

in grado di

com

 

prendere la posta in gioco dellesituazioni descritte. Infat 

La so

ti. sesi considerano un po'

p i ù

da vicino

queuti esempi,

li ha _

non

deriva da ] fan.) che ‘ I l - [W Habbia scelto un

delinea abbastanza chiaramente

una

progressione

retori-

o ;,

c o n

ciò

stesso,

trascurato

altri,

ma

che

abbia

ca

 

Paolo risponde implicitamente a delle obiezioni che i t oproprio quelpopolo, israele,per

testimoniare

la

sa

 

certamente gl i

all‘ebbero state

mosse. Che Isaccosia

stato

: e la aria divina dinanzial mondo;;nn_zmm ]»

preferito a lsmaele sembra infatti spiegami

con

la su . . fiere ella loro cultura _e

della

loro

cmltù;

i n s o m m a

condizione di figlio della sposa e

non,

come Ismaele, de .' loro

saggezza.

Diosceglie il p i ùprecolo_: il

più

debo 

schiava: Dio n o n

farebbe

allora che applicare il diritto . .

popolo

«dalladura cerv1c_e;:>

periarne

ll desflnntanfi]o

miliare in vigore Mal’obiezione

non

approda a

nulla

per .…

“ an

su

"”E‘paradossale

Queen

la

generazione

seguente, perché

Esaù

e Giacobbe sono li ‘ '“ one_comunmaîa °‘,“°"…‘?»

1°”°."°

magistrgé 

gli

della stessa donna. E Giacobbe

non

e il primogenito: »°°lllllimviflìîlu

*uîilgli':

m;:ì’g°àaîî'àgîf

non

si

pu ò

quindi dire che qui Di o rispetta le preceden‘ ' . °… , . . : . " ‘ "

Siobietterà forse

che

i’astum Giacobbe bn

usurpato

ildi- l‘"“"F'a facendoli°°" ”nld"delhàf=f:bîiiîhal

ritto di primogenitura e la benedizione riservata a Esaù. ' “hc

D ‘ °

V° ”"'”…

Tg; :fl

è l'im tenza°

Me

facendo

risalire direttamente a Dio l'elezione del ca- " ‘ perl

manh:slgare

aiîl?vggteîe

“èn.“

omo nîumpli 

detto,

molto

prima

che

quest’ultimo

usi

la

suaastuzia

per

': La

Èdîlcifl

dîav‘flede

altro

nome

della

povertà.

soppiantare Esaù,

Paolosottolinea abbondantemente la Il- " “‘ ’

berta

della

scelta

divina,

che

capovolge i privilegie i

diritti

umani.Libertàche

i

versetti seguenti

rafforzano ancora di .

più:

seil faraone :

indurito

è

perché Dio vuole salvare

un

”"”“”pe r

“ ' o 9 lndurlmentu?

popolo

  il suo

popolo

  oppresso. il punto principale . l’ l . ne forse il contrario do dice che

;hll=rgùleeigzxàon

sceglie i primi, i potenti. i forti.

pe r

opera- ' b?rîcîlîipussons neiidueendoli

quindi .",imqmpgfàzsaejuni

. . . . . r

 

Alcuni,

è

vero, fanno

gl i schizzinosi quando leggono i

p a l -

‘2‘1’llllàlìlfilelllaîl‘igvlei’tgegonavrîÎbe fox-523503110

delega.

si biblici sull'elezione, dove il

sentimento

di superiori“ '

peccato

della nostra miseria, per compiere ],

sua

del popolo elettosembra

no n

sfuggire alla vanità “: , salvifiéa?

di erire un a risposta' a questi interrogativi, che

… ti ha fatto dichiarareoggi

che

tu saraipe r lu i un po- ' . …::ggtutta l a nostra umanità. vediamo prima

che

polo

particolare

 

come

ti ha

detto

 

osservando

tutt i

i

suoi

ignifica

l'affermazionedi

Paolo

sull‘odio

di

Esaù

o

.…imento del faraone. Infiniti la

quesn’gx:

geu’elezligo 

'

tac nella

dell'indurimento. 'o

sce

&

‘;chr

a

venlemo de l ] .

s:;im

ove er mmtlioni

aol|evll.e, i midn-

“31,5"…u:apiîcolopopolo

per

nare ata-aversgh se

 

5 …° 8…

=svies.=zi° , m m '“ » v “ …

. …

Buona Novellaiamm

rl ' tìvapertum'

' uo«

:;fnî‘Îuugrrî19'lo7lfîfllalfli‘ghammAvol'

l l l .Jfiusdum

&

rh£ane

CÌIV‘l ' ., lo possiamo ,

poiché l.5pericnza

ci dimo 

' enunciati riflettono al contrario una demera 

Infafli

Di o nonliascelto una nazione rte.potente,

»

-t o

piuttosto la p i ù

piccola

di ume.

debole

e

povera…

pxioquestoèilparadom. rpresadapmfeu

 

e

236 237

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identificare

  u t i l i ; e misuibordia?

Alunni

dalla

misericordia.

non

spiega lapresenza

del

vocabolario

de giustizia in km. Forse si

risponderà,

legittimamente

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  ufin:oanegativamenlìl: la

misericordia

no n _èforse

' - adatioaconeggem, se nona rumamzzarem

d’altronde,

che ripetendo

le

parole

dalla

radicedik

(«giu

 

stizia

ngiuston).

la

pmposiiio principal:

(Rm

1,16 17) fa- ustizia

ghv-na_ (spesso.percaelvlîgxlcfihzîflnîoî

ceva prevedere quest'uso massiccio. È vero, ma e

sempre

e?

A.ltn

stildl08}

pensano ‘i:

. , in

Afferman

 

l’esame dell’or emanazione

seguente

che

permette

di …

 cardiodebba coinciderecon

è £… àmo della

rendere conto  vocabolario : della tesi difesa. Ela

pro-

. .lfls1nsufipanone_umvtlsalîw m&‘3m gratuito

ssione retorica delle diverse macro-imita di Rm l - i l \ 0 1 “ 1 .G°Fù

cmilul‘l

Ei celeste mm ,

 

{gsm in

permesso divedere quali ragioni abbiano

spinto

Paolo ) 0Che Elumficmfln'. .E’“? °îo ene implic ta 

a

parlare

così

abbondantemente

della

giustizia

divina,

del-

suprema}

S_ufl

slylstlzlau,

°°

…ne

della

giustizia

l’ira.

del

giudizio.

della

Legge,

ecc.

Come

sostiene

la

mag-

- che la misericordiaèun

m p …

' ‘ ‘ ' ' ' ' ' ' il

(Rm

3.21-30)

non eu 

i a t 'anza

degli

studiosi.

limportanza numer ica

degll

' ele dl P10- ““E“ … P…. .

enunciati relativialla giustizia divina

e

alla

giustificazione

a.identlficare

 

dueflatmbuà;°fl= dÈÈÌ) priàg

“… la LeBsederiva

certamente

delle dichiarazioni fatt: « cor da) vanifica s e c o l i si .

dall’a

'

tolo

in

Galati, dichiarazioni che egli aveva

il

do- tificanone

misericordiosawnon

?ggflp ::à

gaiog:>

vere

Ji°;reoiaamedi sfumare. in questo senso, l’insisten-

finale,

nella

sua

° ° …  l:“

P“.=m

delgiunto

del

 

za di Rm sulla giustizia divina resta legato a una circo. ‘ 4 . . . °Rr:1;n5138 no n permette di

stanza. La

profondità

delle riflessioni e delle conclusioni “‘ ' '

pooline vieta nondimeno di vedervi un dibattito superato. v udere

$i}:

giu£i:'gnf:xgifiy:

Vries;

înaìfî?flul;rieungàì

un i e le categorie del giudaismo. per capovolger 

. . . . 'vamente e u1-ivare là dove

vuole. Cioè

Il P

Gluetlzia e

misericordia divlns

. alla giustificatione di tutti in Gesù Cflge:aexîiîliltî

Per

quanto

paradossale

possa

sembrate.

invece

di

soppri-

Bim-BCM…

per

#

  ' °

 

-c-°n

' '

mere

il

vocabolario

della

giustizia

-

sono

numerosi

coloro

»

dumbbe

suggellare

la ne

muqumone

il:]“g‘gîîègf

che, a torto.

confondono

g'ustizia e legi.lisrno - Paolo lo =

 P““)non dicc.chc con

bile delle retribuzione

riprende per mostrare

come

il Vangelo la

compia

a

tutt i

i laall'uni“P°° °“zmfl°nsahz… laLegge (Rm

livelli. La trasformazione

p iù

radicale tocca i destinatari

t i z ia °hf

potràuml‘f‘àl “E““ a …, peruan

della

giustizia

divina:

più

nessuno.

in

terra

o nei

cieli. po-

, . '

?hîîdÀnnoper ce…

un

t r i ormai

accusare

quelli che hanno accolto il Vangelo; edaltripasside

lett;rlu

2. 1410 12)?11m010'de

sfuggendo all'ira, : liberati dall'in 'uatizia,

essi

possono

 

W } …( Rm 12 'Ge& Cili…

non

è quell d

portare

alla t u a

perfezione

(plèmun

il

requisitodella Leg-

uguficamom

°W‘“.da_ . 5fi

ale

… di },

ge, che si

riassume

nel comandamento dell’amore (Rm “‘  ‘.“P”del ”“Amo n|i. è … fl qu

13,8-10).manifestando cosi la giustiziadi Dio,giusto

pro-

° ° …d ‘ …° ’ sottrarreag '

prio perché rende giusti.

La progressione dell'argomentazione in Rin 1-4 e 9-1

permette

anche di chiarire

un a

questione che agita gl i

ese

 

o. quelli che credono nel Vangelo (cfr.Rm 8.31 39).'

Sf da

non

poco

tempo,

quella

del

rapporto

tra

misericor- ’_ Ù

Cristo

9 ”

“ ’

  “ ’ / °”… ’ ”

’ e

giustizia

divine.

Paolo

sottolinea

con

forza

che

non

.. _ . . . . d' .

c’è

misericordia senza giustizia: unamisezicordia che

toc

  3,24_fa notare

011?

1mpaîètàc‘iîàlacgsu‘sotfî‘à‘a

:x::

eaallo stesso modo. cioè secondo le stesse

modalità, tutt i

…“ definmvamen ‘

he, l’apostolo,

questa giustificazione

non

è

pr;vws:xîa, limitata nel tempo?

Grano

al ter-mme

241

M

gli

uomini

-

applicazione delprincipio

d'impanialità

divi»

na  èevidentemente giusta. Masi

può

dire che l’apostolo

240

«redenzione»

(3,24),

che in Km e in

altri

testi del NT ‘5 si

applica alla liberazione finale   escatologica. Che Gesù

; to consegnato», senza

precisare

da obi, Rm 8.32 aur i 

oe

questa

responsabilitàa

Dio

stesso,

«che no n

ha

r i  

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Cristo, m o r t o e risorto,abbia un ruolo efficace e decisivo

, i n

questa

relazione

di giustizia.

Paolo

lo sottolinea

co n

forza in Rm 8,34:

Chi condannerà?

Gesù Cristo, colui che e

morto,

nazi, che e risuscitato,

chesta alla

destradi

Di o

e

che

intercede

per noi?

Il

versetto

che mira a provocare nel

lettore

una risposta

negativa - «Nol Gesù Cristo n o n può condannare»   è in 

cluso

tr a

due termini di forteopposizione, «condannare» e

«intercedere»

16.

MA

questi due verbi hanno

quiune

netta

connotazione giuridica e

permettono

di determinare la

funzione

del Risorto:

non

giudice checondanna quelliche

ha riscattati e giustificati. ma «intercessore». difensore

continuamente

potente.

conformemente alla sua

stessa

ri  

surrezione. e pienamente autorizzato, perché e stato

stabi 

lito

come

tale, intronizzato da Dio stesso

 

l'allusione &

Sul 109,1

… èevidente. Cosi, la

giustizia

posteriore, de 

finita

dalla retribuzionepositiva enegative, nonscompare

- la

rava? c'è

un difensore - mane

Dio

rest-

il

giudice.

i

cre

enti

giustificati

hnnno un intercessore, grazie al quale

ogni accusa, ogni

condanna e,di oonseguenza,ogni paura

è

ormai

esclusa 17.

Gesù Cristo

e il suo cammino

passata

Tre

passi

di Rm (4,25; 8,1-4; 8,31-34) evocano un para 

dosso sul quale l’apostolo ritorna del

resto

pi ù esplicita 

mente in altre lettere “. SeRm4,25 dice di Gesù che «e

ctr.

Rm 3,24; 5,23; 100r1,30,Am:l1e Ef 1,744; 4,30; Eb ms ;

11,35:

Le zi,ztb…

“ il verbo entygchanein

seguito

dalla

preposizione

hyper

e dal

genitivo

t ignificl

«intercedere»,

come

in Rm

8,27

(«lo

Spirito interoedeperisau 

ti»);

enel-te qu i

(Rm3,34)

e in Eb 7.15. Altrove, c o n t e

i n :

25,24

(senz. 

preposizione) e Rm 11,2 (con la preposizione kalu) la connotazione e

negniva: si sollecitada ungiudice la condanna di qualcuno.

  Cfr.anche Rm

8.1.

  cn ,

Gul

3.13.14; 4,4-6; 1Cor 8,9.

242

{ s e t t a t o questa morte

scandalosa perché esprimeva il

pu n 

'

u‘ato

il proprio Figlio, ma l’ha consegnato pe r tutti

' . È

inutile stare

a

fare commenti

su questa causalità

. che si ha rag”onedi

t rovare

scandalosa   un Padre

: consegna il suo unico Figlio per

quanto

nobile ne

la ragione ( i l perdono deipeccati),ma che Paolosotto 

…- con la su n consueta

mancanza

di sfumature. per far

flettere il su o lettore sul paradosso saggiamente. Infatti

un

enigma:

come

mai

Gesù Cristo

havoluto diventate

= er o per arricchirci della

sua

povertà eno n delle nostre

'   hezze (2Cor 8,9)? Perche ecome ci salva dalla maledi 

- v ,

egli

che è diventato maledizione

(Gal 3,13)? Come

potuto liberarci dalla Leggediventando egli stesso sog 

alla Legge( Gal

4.4)? Come

ci evita ogni condanna.

'

che

è stato consegnato e

condannato

(Rm 8.32)? Si

. ponderà che abbiamo lì un perfettoesempio di medici 

omeopatica. Può darsi; ma

questo

la dice lunga sulle

di Dio.E sePnolo

non

esita a riprenderequesti

contre

 

' -, la ragioneè perché noi l i

meditiamo

ostinatamente.

=pnradosso evocato in Rm 4,25 e ranutto in Rm 8. i 

; 4

tocca

chianmente il

problema

ella giustizia divina.

l ' ,

ci dice

Paolo. no n

puòpiù condannarci, perché

non

,

esitato

a consegnare il

suo

unico

Fi

lio.

Benissimo

Ma

proprio

questo

che

fa i ffico ltà, pere esenonha

esttoto

‘ consegnare il

su o

Figlio

unico

e prediletto,

esiterà

forse

consegnare il restodell'umanità? Credere che Paolonon

ladifficoltà

sollevata dalle sueeccessive

affennazioni

'

rebbe

s

arsi

co$etamente su

ciò che.

pr i

 

« al contrario adaccrescerlo. attribuendolaa Dio.

Certo.

-

pmdossi sono fatti per

essere meditati , e la riflessione

il

dovere

di co

lierne

la logicaprofonda.

Infatti,

ri%  

n t e parlati .

Di o

n o n ha consegnato il suo

Fi g

io

5 - né al giudice, né al

boia.

alla

morte;

maha

ac

 

estremo

di un amore (Rm

8,35a).

di una solidarietà

co n

 -umanità

ferita.

e perché tramite essa la sua misericordia

‘. ' mostrasse illimitata.

Se,

inRm

8,32,

Paolo fa

consegna

 

re Gesù da Di o

stesso,

senza cercare d i a ttenuare la mo  

243

strunsiù della sua affermnzinne, è   ancora un a

volta

 

perché

vuole colpire il suo lettore con l'aspetto inaudita

Capitolo

undicesimo

Page 123: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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del disegno divino

e

delle

sue modalità.

Perche l’amore

e

la giustizia divine sono arrivati a questi estremi? È in ogni

casole

morte di

Gesù

che, secondo

questo

passo.

manife

 

sta che D io no n è me i stato e n o n

sarà

ma i «c on t ro d i

noi-. Infintt'i ma i la lettera dice che

noi,

gli

uomini,

abbia

 

mo

meno

a morte Gesù, l’unico Giusto.

No

l'iniziativa e

sempre attribuita a

Dio

e al

Figlio,

come sefosse

neces 

sario che noi

ne

mrcerissimo

le conseguenze:

Dio,

il

giu

 

sto giudice, no n soa

rifiutato

di distruggere o di

ster

 

minu‘e

i peccatori

con

Il

loro

ingiustizia,né li ha condan

 

nnti - in un gesto di estrema generosità-, me ne ha fatti i

n e i 5 ' adottivi ‘ .

Ma, ri ettendoci bene,

questo

paradosso somiglia come

un frntello I quello di Km

11,32. infatti, dicendo che Dio

ha

racchiuso

tutti

gli uomini

nella disobbedienzape r

usa

 

re loro misericordia; : chiaro che Paolo n on vuol fare del

giudice

celeste il responsabile del nostro rifiuto; il com 

pendio dei tuoi ragionamenti ricalca eoltnnto l’esagera 

zione

di colui che havoluto e

tuto

trasfonnere il

male

in bene pe r vie che

non

sono :\ nost-rn p o r t a t i “ ’ .

Tele

e

dunque.

secondo

Rm.

la partioohrirà

del

Vangelo:

con il cammino paradosaale di

Gesù. eeao

:ottclinea la

forza ela continuità

della

giustizia

divina   quella chequi

nhbiamo chiamato «anteriore»  . ma. con

ci ò

:tesso. ma  

nifesto

la

difficoltà,

se non l'incapacità. dell'intelligenza

umane a

entrare

pienamente

nella

sua logica. La

lettera

merita di

essere

rilettnspesso. perché ci intima di entrare

nel

mistero delle vie che la giusn‘zin divina ha voluto se 

gu i r e .

  Cfr. 1Cor l,lB-JD.

244

. ' ctr. w.

w … . «mr.

… of

Ahernnivetotire

‘ Ln giustlzin divlne in Rm

; La posta in

gioco

di un'assenza di definizione

in Rm

1,1e-17

tutti i commentatori vedono enunciato il

ten-u princi ale,

e

gl i

specinlisti

della retorica entica

ln

pmposr‘tio

el l: lettera

'. Ma no n è sufiîciente

n o m i …

  gl ienunciaticome devono

essere

n%nare

ledifiicol:

tà.

S e i a n 1,17

Pmlo

affermac ]: ' imynètheousr

manifeetata nel/per il Vnngelo ekpisteds eis pistin,

con

un’evidente insistenza suquesto sintagma preposizionale

brachiloglco

che

s ificn le 0

piumone

a modalità di

giustizia. e no n sembra afi'ntto preoccu to di

' ' i che c o nbisogna intendere r giu:tizia: per:: #cer 

‘ care

mondo

quali modalitù

Pao vede

In giustizia di

Dio

1 munifestn.rsi

pienamente

edefinitivamente nelVmgelo,me

non

si

cerca

di

sapere

d a m e

che

c o n

egli intende

per

ustizia? Ma

tremo

mai

saperlo.

del

momento

che nel 

sue

lettere ] apostolo non si preoccupa.alla

maniera

di

un Aristotele. di definire, sia pu r brevemente, Il maggior

partedei concem' che

utilizza.

in parflcolnre

quello

di

giu

 

‘ sfizio?

v La secondo

dificoltà

rigurda il

rapporto

stabilito

tr a

la

 ustizindi Dio e il Vangelo: sela Buona Novel l ; è quella’

rnixericordinatutti. senzo eccezione, come può essa

eesere

a p r a s a in

termini

di giustizia - ma anche qui che

cosa si indic_a

con

quest’rdtimo termine pe r vederlo oppo 

Argumenlnnon' in …. An

Banfi-ied I b m ;

Debole ove: l o … .CEO

38

(1976)

330

 

35l,

che

può

g i n i …

enon:

oonfidemopome lo

lmd.lo

che

ha

min i :» l'nneuzìone nll-l'imponnnudeil’npprncuu…

per

Rm; R.

]… «Following the olkomaru».

Wav-i

and

World

6

(1986)

,» SEZ-389, “ t icolo riyegsg)e;lglglàl7k(t

iu‘llf-P

Welle-).

” g m

' DM ' 19 1 e . : . . pp. . e

(Edinburgh pruposuuo enRo Son

272):1.-N.Alati. I L prùenoe { l ' i m

r ò ] :

et l o n mpothnnen‘,Hib 71

(1990) 1-24;

e …,

pp.

25-44…

245

sto

a

quelli

di misericordiaedi

grazia?

in

breve, perché

In

Rm l'apostolomette il Vangelo principalmente in rappor 

’Una

scrittura di t ipoe di i lpi rnzionobiblio 

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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to con la giustizia divina2 e

non

in

primo

luogo con la

promessa

o la misericordia, che avrebbero potuto essere

dei temi altrimenti

pi ù

impomnti? Un fatto

non manco

del

resto di sorprendere: in

quasi

tutte le

sezioni

argomen

 

tative di Rm la gius tizia divina è in primo piano,

mentre

poco spazio viene riservato a

Gesù

Cristo. di

cu i

tuttavia

Paolo fa l'oggetto primario delVangelo, appena dopo l'in

 

dirizzo

iniziale,in Rm

1,3-4.

Il

rapporto

t r a

Vangelo

e

giu‘

stizia divina e

dunque

nella

nostra

lettera così

stretto

come

farebbe

pensare

la pmposi'tio

principale

(1,16-17)?

 

La risposta a

questi

interrogativi si

svilupperà

in

più

tem 

pi. Mosti-era innanzitutto

che

se l’apostolo

non

definisce

in

alcuni

enunciati concisi   allamaniera dei

filosofi

greci

  ciò che intendeper giustizia (umana

e/o

divina), all'ini 

zio,

nel

corso

o

alla fine

della sua argomentazione,

non

è

affatto per dimenticanza o distrazione: il suo silenzio ha

delle ragioni principalmente retoriche. Rimane allora da

provare che per

lui

sono lemodalità ( i l carne) ed

esse

sol 

tanto

che manifestano e, per c iò stesso, «definiscono» la

giustizia divina.

, L'elprelsione «giurtizia divina» non rende un'- tomate il :inlagma

:o : in km , il mtauttvo dikaiosynè e in eEetu pe to da genitivo

@)

theou.

di cui

D.A.

Campbell, m Rhaon'v

ofRi'g M u m m

in

Ro 

mam 3,21-26 (Sheffield 1992), ha

mom-ato

l'intereue,sottolineando il

modo

in cui

Paologioca

su

questo genitivo

e sfrutta le

su:

virtualiù. [i

t u o nudioci ricorda le

finezze

della scrittura

paolina;

essa non annulla

tuttavia in qunufione sollevava qui: sel'apostoloè

tanto

abile nelgiocare

con

il

genitivo, perché non

fnmisce al

t u o

lettoreuna

definizione

della

.giultiziadi

Dio-?

Nel corno di qua le

pagine

sipreferirl i p e s m l'agget 

tivo «divine/a» al

genitivo

«diDio-,al 50o scopo di evitare pesantezze

iintatticiie,

’ Che la giustizia divina sia un tema importante inmolle sezionidi Rm ,

unaconsultazione, anche raxida,delleconcordanze lo indica ; Mapi ù

che la

mp l i c e

rilevazione elvocabolario relativo alla iustizia (chedel

resto si sbaglierebbe

nel restringerealle paroledalla

o:

dik-).

è

l'arti

 

colazione

reton'ca

ti

mostrare

il

ruolo

portante

del

tenta:

( . )

la

pmpo s i

princi :

( L l - 17 )

edue subpmpoxltionzs (1,18;

3,21-12)

che inaugura 

noda

sezioni

. omentntive abbastnnzn lunghe (b) passidal tono da

diatribe,

di e intro?ucono (ad es, 9,3033)o costituiscono il nocciolodel 

le mito-sezioni (3.1.3; 9,14-23).Su questopunto,

ctr.

supm, pp. 89-93 e

iso-isti.

i l problema

non

e

tanto

queilo dell'imponanza

dala alla

giu

 

sfizi:

divina i n Rm quanto del suo appo r to oon i l Vangelo della gaazia

246

.u

hanno

fatto notare i commentator i, Rm e la

prima

<-a paolina in cui viene sollevato

con

tanta forza ll

della

giustiziadi

Di o

‘. Nonè certo

l’unico

tema

che

-rre in

tut ta

la

lettera5.

mala sua importanza nonèun

tt o

di prospettiva

dovuto allungo

eontenz:os_o

esiste

 

'

t r a

cattolici e protestanti. in breve.un esemp io di Wif 

' geschichte. Ulteriore motivo

per

cercare che

eosa

: l a

spinto

Paolo

a non

dire

tutto

di

quello

che

egli

 

' de « 'ustizia di

Dio».

. .

' , pu5erdangdo

tanta

importanza alla giustizia d1vma.th

  non la

definisce.

nemmeno sommariamente. ci 51

può

' -mandareseci ò n on sia dovuto al fatto che.allamaniera

I poetib ib li ' gl i illustra lesue idee con l’aiuto di van

} pi

semantici

piuttosto

che

svilupparleastrattarnente.

quand sali-nisti,adesemgio, vogliono esprimere

per

a s i la misericordiao

giustizia dmne_, orga 

,

ano

i campi in cu i esse si esercitano. le

_rnodahtà con

i ' ' manifestano. idestinatari

che raggiungono,

sen:

zadefinizioniconcettuali.Suquesto puntop_ree . ,

non

si

negare

una

reale

somiglianza. chepuò

significare

una

. manenteJ. Becker.Paulus.Dn Apostzl dn visitar ('mbingen

- oggi.resÎceoudo il

uale bimgiiu rela i x …

il

vocabolario della

E:

. nizia rlool.locandoîo nella unic i ton

mieme

degli nci-ita puo‘ .

Ugualmente, I l . Penna, «Rm [,la-2,29 tr a

piedi_cu.pug

m i u i u n . l n l

e

' prufitoambientale». in G.Ghibeni (ed.). la

Bibbia,

hbm

sano,

‘ la

sua

. '

w … …

(ABI), inm…»;StoricoBibliciw} (1991) ill-117.=“®

» - imdi km

Lis-2,29,

nota

 «Dal

punto

divina

funzionale,lepyt

 

v‘ue nmpamnonomeued-coninppuntoallemadelh luauzia

di

Din'

che 

minidalniaiu

nuovanell’insl'anldelle[el len mn (p ,

- uz oonivomio. '

’ . udiiMadyuamu'. dell-Legge edellliede. i-i.i>.Betz, . Clin»

= :tianit;nsReligion:

Paul'a Atlenlpt

al

Definition

in

… » .

JR71

. (1991) 315-344,analizzandoalcuniversetti come Rm

1,91.

9,4; 12.t2,

‘ oemdapumsua *dimutnrei’iufluenzampgiuentedtundiignitity

. trareliginuiznncheaelaleltcrallalnlcopoprriinariodr dinireilen 

1

n i n n e d emme ( l a

migliore) religione,

questa

_ blemauca

Fofi-\…

bentyndimenounlìlornslochenfiraversatutta4argomzn'azmne.

sipi>

trebbe

ovviamente

obiettareche il

termine

ucnsnanaimo»

non

è

m a i

uti

 

sid.iRm.

247

possibile parenteladi scrittura,

t ra

Paoloe gli

autor i

bib 1 

ci ,

nelmodo

di

trattare

1

temi

per

tocchi

successivi6.

Bis

. .. m s i sono

anche quelli che

sostengono che Rin 2 ri

 

‘ da chiaramente delle problematiche e dei

topoi

delle

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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gna d‘alm:

par te

vedereseil testo di l l m  almenone i

s u o i

primi undici capitol i   non presenti progressivamente le

”verse componenti

della

gius

ivina.

Non

vanno

di 

.mentionti iù 1

numerosip us i

di questa

lettera

n cu i il

pensiero

ell'

apostolo

si

dispiega

in un'argomentazione

serrati che raggiunge vertici di astrazione e presenta

an

 

che t u t t i ellenistici

evident i

Se

quindi

n on pmpone un a

definizione

della

«giustizia

di

na:

nella

fon-na

dovuta

n on

è

cem:

indpnmo luogo perché il su o modo di scrivere sia

incapace astra" nee di definizione5,bisogna

pertanto

evitare di dare di 'aggettivo biblico una connotazione ne 

sativa.

Lacfonda bibi/coed

ebraico

dl Rm

1-2

Linfluenza

biblica

è

del resto

troppo forte

nei primi

quai

 

tr o capitolidella lettera

perché

no n ci si debbamuermgare

sulla sua

funzione.

Tutti“

1

commentatori

hanno

già

sufficientemente rilevato i

numerosi

punti

che km 1,

18

 

32

hain comunec on le affer 

mazioni

bibliche edebraiche

del

tempo

perché

siaqui

ne

 

cessnrio rltornnrci sopra?. È molto

probabile

che Paolo

riprenda

11

degli elementi

dell’apnlogetica

ebraica “ ’ . Nu

 

Come

quello dellefili-zione in

Gul

3-4,o

pe r

la r ip iena in

i C o r l -

J.

'

Olin

suli

elementi delle

dispoxiiia

dei dimmi

antichi, lo

stile

da

di:. 

trib- e il contesto epistolare

rono

| : t h

testimoni

di uninfluenzielleni 

rticr. Cfr., in gli

d t d ,

S.K. Stoweiu,NieDiambeAnd

Pnul’

Leiter to the

Roman:

(Ann Arbor 1951) eAJ.Mrlhe1-be,PaulandihePopular?hilo 

mp‘wrs(Minnelpolil 1939) Riconoocurno.c on

que-'tultimo

….

che

inlmlinflunuadellelleui:moèpiùfonenl

livellodellatornudell'ar

 

nmentuioneche delle ideeedei temi teologici- eccetto in

passi

come

Rm7,l ,dovebimgnnvedereunwposripruonwlievolhenellaMedea

diEuripide ( c f r iveis i 1078-1080)e che Pininchunnrenle c o m u .

D e l … ,

Rmda

almeno due eecmpidibbozzi

di definizioni

brevi

negative nella)loro

forma

(i n8,24«25 con u n : renedi enumemi; 9.bb con

i diversi com ment ari, T halo. Paulusund

das

Iudentum.

Ammo lol;ch vadgungui ( bo1991), che

fornace

una avola dei

lismreesicalieuisieuti in Rm ,18-2.5

eSap l l - 1 3

°

Glieoegeu

degliuliimi

decenni

limina

visia

troppo fucilnien|en Rm

1,19-32

n : ripreso dello

propaganda missionan'u

ebrlica. Utilizzo

di

proporitn l

aggemvo

upologetioo»,pemhén o n richiama

u n

propugn 

248

: : giudaica,

gi à presenti nellaBibbia

“ S e n a liv

more di sbagliaresi

può

quindi aKa-mare

che

l'

inizio del 

argomentazione paolina è,

quanto

al

vocabolario

e ai

{ e m i trattafi,di tonalità biblicae

giudaica

“.

Perché questaconstanzione n o n dovrebbe

valere per

il

' tema della giustizia d1v1na,

cosi

pregnantein numerosi li

br i

veterotestamentari e

giudaici.

e di

cu i

si ritrovanomol

 

i l e c h i i n l l m l ,

18-2,29?

Ceno,

ancheaunaletturafreito

 

iosa, n o n si

può

n o n mostrare un a certa sorpresa quando

passa dall’affetmazione

positiva,

in

1,17.

secondo la

‘.quale il Vangelo rivela la

modalità

della giustizia divina

.nella

suaestensione

massimale,alla dichiarazionedi 1.18.

dove, senza

alcuna transizione, l’apostolo abbozzo un'e 

, ù o u n p,roselli ismo chealcunltlril‘luunodlopplicarealgiudlilllio.

c k .zE

Will

  ci .a..-n.....ma. .….w»;H ù i m n d m a m r , i > u i i

'" cosi.r iv. 4,illelnndellapnzienu edeflnndrericordirdivinelnvilin

' ù l ll w nv e ni n ne : S i r l l ,

1014,

“ . : I

12,10.19;15,;14ld7.132v

_

139.Alv.54qudladellaelladureunds:lpciio

uozre b 917;3117;ecc41081,6;

2.14-18;CD2,.'1720'3442 llv.,cie5blllopoxdelleooronei

I l …

… d e l l l g l

e:

41dZÌZ]S-;77

3,33«36;9,;7

ZBlrll,llil3;

24,;l

« m a s - 1 9 . 5 ;

le M,Mt6.l%epmllellwerflelbn

»n..-……É&ul=llllll:url.bkùelimlo

gieda

" w u … l i c h m M a t i a ( T o b i …

1934)

307.

Quanno

I. “mme; 

, . . :

modell'inp(hbnemofyh,v.

5c) .un ic lne l

‘;»...11...»

‘ S i .1.518, 2 . 3 ; T M 3 3 ; 4 M 7 … 8 4 4

l e . A p

Perhreudhrziuneaeoondnleupelv(v.

6).efr. 5-16

,13DCX:PIZJ,1 .

. G b . “ . l l ; S h l o . l 4 ; A bm h 3 . l S . e . n s l m , . M t1 6 2 7 ; A 2 1 3 ) A | w.

7.10.1ewpphMe

MMÈmlyn&vvenlredalledo-w ed

ella…. 

dlnmelituruxcaebraioe;furlpresa N'l‘(il’ll.;72l' 1.17;Ap4.9;g1i

. u2

 ;I J

21lé)edllllirldizione

fhymos(v. Bc),llìlill°_di nell-WK. il '

tlulàul'skaistmochdn'a,viene ’AT(D ZB,JZ.SS.

57;

h l .12 ;30

rinvvninRm ,356,nnnoompleumnlenellnstunfornminlCor6

P er i

m m … .

ci....f...

 "Peralcuniswimiu,in

pnrticola-ela

'un'unedel5nl51ellinido

“ u p3,R i n i ,irs,zo…buml…di…xzumùmn

non

e

coll:

blinp' l l

dirtingiiererib

edinniba,

che

non

…. com'è

nolo.néllslesulniodazionenélasîessafunfiou0helnprimnuniil

hgic-dikmnonlìaunrlb. losipnòcoflainre

ridando

immieoon

\dlscimzklleluesolin-illlilànl'gonmnizlive:Rmi.i532lormuhm

conmnxione.llm2nunhnoumefunfione p-incrpulequelladiwcuare

(Hnmgiudeooflgiudeol,mpiunmodil ivehregiistntuxqunninn

VRlll3,9-ZO.

mmline-solhnlo,

epuriendndall'univeisaliiìdell’ind

Édiumn:unesmfivelhmemo

249

sposizione sulla

reazione

divina negativa, chiamata

ira,

nei riguardi di ogni ingiustizia umana: se c'è un legame

. ti della stessa giustizia divina ">. Così, n on esplicitan 

, all'inizio della sua argomentazione. il legame esistente

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tr a la reazione

positiva

e

quella

negativa,

perché no n ve  

derlo

esplicitato?

Notiamo innanzitutto

 

e questo conferma l’ipotesi di una

scrittura paolina biblica nelmodo di

trattare

certi

terni

 

che, già nelle Scritture. i ra e giustizia sono contigue (o

quasi) 13.

E. anche se

no n sono

ma i direttamente

articola 

te o accoppiate-(«la giusta ir a di Dio» o «la tu a ira. Signo 

re.

è

giusta».

ecc.),

mettendole

in parallelismo, i

testi

sug

 

geriscono nondimeno i loro ra parti: (1) l'ira ha

già

colpi 

t o ::

colpirà

i peccatori; essa imostra

come

Dio reagisce

di

fronte

alla malvagità degli empi o all’ingiustlzia

degli

uomini, anche se membri del suo popolo; (2) gl i orant i o i

perseguitati invocano l'ira di Dio sugli empi (Sal

7,7);

in

 

vece,

quando sono

a

loro volta

colpiti

per

i

loro

peccati,

domandano che essa cessi : che, come una

tappa

di puni

 

zione

o di

necessaria

rificazione,

ceda

il posto

alla cle 

menzae alla pietà (Sa 54,58) “: perchésono persuasi che

per essi e per tutti quelli che riconoscono il loro

peccato.

‘lra non

pu ò essere

l'ultima

parola

di Dio;

(3)

in un a o

l’altro dei passi menzionati, specialmente in Sal 7,7-12.

vengono presentate parecchie componenti, in

una curva

ascendentesimile a

quella

di Rm

l-Z:

l’ira

contro

i malva

 

gi. il

giudizio

effettuato in

funzione

di

ciò che ciascuno

è

stato, giusto :) ingiusto; la conoscenza dei cuori e il rico

 

noscimento

finale

della

giustizia

divina [5;

(4)

i passi

co n 

siderati mostrano infine che l'iradi Di o no nsioppone alla

sua

giustizia come al suo contrario. perché l’ira divina

verso

i malvagi vadi pari

passo con

il ristabilimento del

diritto degli altri, poveri

e

oppressi:

seun'opposizione c'è,

essa

è tr a ir a e

pietà,

tr a castigo e misericordia.

percepiti

come

due

tappe di uno stesso processo.

come due

compo 

“ Cfr. Sal 7.7-12; Sal 84.5-l2 DOC: Mi 7,9; In 59,17.19.

“ Da

notare

a questo proposito il

modo

in cu i la

Lx x traduce Sal 7,12:

.me...

no n

vain

collera ognigiorno.

(ripresadi a;

34,5),

mentre, nell’e 

bralcn.

si

legge

«Dio

si udita (o “castiga )

ogni

giomoù.

" Primi l'ira: Sal 7,7,12; Rm 1,19: 2.5.8. Poi il giudizio: sul 7,9; Rm

2.2-37

(krimu):

2.12.16 (kyinel'n); m a differenza di Sal 7,12 e di altri

passi (LXX: Is 30.18; 63,7; Sal 49,6: 74.7; S i 35,12; ecc.),

Paolo

no n

nomina ma i

D i o

kn'tès. Sulla

conoscenza

dei

cuori e il iz io

che

ne

deriva: Sal

7,10b:

RmLIS 16.29.

Infine

l'esseregiusto

dikaios,

dilazio 

synè): Sal 7,12; Rm

1.17:

2.5 (dikaiolm'siu).

250

' , giust izia

(1,17)

e ir a di e

(1,18),

Paolo procede allo

sso modo degli autori biblici. che n o n

le accoppiano

sintatticamente.

esempio

deilibribiblici,anche gl i autori della lettera 

«

giudaica

inmertestarnenlari

pseudepigl‘afi

e

altri.

' n articolano sintatticamente   almeno secondo la mia

penoscenza   ir a egiustizia divine. Ma

no n

le oppongono;

ai

può

anche concludere,

sulla

base di alcuni

passi

in

cui

no menzionate l’una e l'altra, che

pe r

il giudaismo di

allora

come per Rm

1-2. che

suquesto punto lo riprende,

l ' i r a è uno strumento della giustizia divina ”.

Le componentidella giustizia divina inRm

1,18

 

3,20

Sesi guarda un po'

più

davicino il modo in cui èdistri 

- l7uito il vocabolario riguardante la

giustizia

in

LIB-3.20,

. i

delinea

nettamente

una

progressione. Paolo

non

si

limi

 

' ta a menzionarebrevemente, alla maniera del

Sal

7. alcu 

, necomponenti

della giustizia divina.

male

riprende

prati

 

.

camente tutte

e in modo sistematico.Vediamo

come.

,

Seguendo

il giudaismo

del

suo

tempo.

che

aspettava

con

impazienza

la manifestazione dell'ira su li

empi,

sugli op 

pressori di

Israele,

e il ristabilimento de diritto dei pove 

r i ,

degli

opprassi, dei fedeli el Si ore, Paolo comincia

col

parlare

della giusti ia cl

vma

"sn-ibutiva.

quella

che

" C o nche Mic 7,9 esprime mollobenee in pochinimeparole…

"’

Cfr.

TL\'th 43,11-13. che.

dopo

aver insistito

lu l l ' i r l divin.

verso i

malvagi (i n particolare contro Elin). len-num cosi.

senza

transizione:

«Giustoè il Signore.

veri sono

i

suoi judizi. P f …

di lui

non

ci

sono

eccezioni di 'udichex‘ tut t i in que l l o modo» (v, 13).

' L'ix‘anonvaconllnl'im ' " '

no la mxnifesmn'nne

ueg(:

. )

. ( : ) Interioree prepnnlm-ia

alla

mixer-l 

caldi:,

pe r

chi si pente definitiva

pe r

gl i impenitenti,

s.…

idee in

. mgmrallimulizzam

il…-emi…

in

s i :

uncinto.

Pmln.

%

[ '

. u "

un'guaggioapoc

'tfieolccunlamenle

' da

Film.che menzionamolla raramente

l 'ira divin-(01717… mndi 155,

'udesempio)eai îmchequmosent imento, |elunann.non

’ puòaereanri lmi loabinsemninmodofigunm;canuodDeusfl.

. 60.68, 71;Desmmu'l's ]. 89-91e 235-236.È forse Rmlo scritto chest.-.bi 

l.iloe

pe r

la

pr ima

volta il legame s in ta tt ico ha in e p".unizin

(cfr.

3.5:

-Din

sarebbe ingiusto

mundop o m / m i t a

l'ha?-).

251

giudica   echesanziona l’agireumano(eche precedente 

mente

ho

chiamato

«giustizia posteriore:) 19, con la

sua

all'inizio della

sua

argomentazione. Paolo n on ha

di voluto precisare o definire che cosa intende pe r

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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dimensione punitiva- cosa che il grecootgè riassumedra 

sticamente -. ma anche positivo, restandoben inteso che

Dio retribuisce ciascuno, il giudeo

come

il greco. in

fun

 

zione dell’ngire (2,6)e con imparzialità (2,11).

Del

nesta,

fino

a

2.1

i, l’argomentazione

puolina

no n fa che

riprendere

fedelmente

le

componenti

nttribuite alla giu 

stizia divina retributiva

dagli scritti

biblici e

giudaici.

Carne

quello

di

2,6

sulle retribuzione secondo le

opere,

il

principio che enuncia o ricorda l’imparzialità divina in

2,1 haugunlxnente la

sua

origine nelle Scritture10. Non si

può che ammirare qui il modo in c u i Paolo presenta pro 

gressivamente le componenti della giustizia divina, Co 

mincia col descrivere la giustizin dim-ibutiva di Dio nei

suoi effetti

negativi, me anche

pocitivi,

e

poi passa

a

ci ò

che cmnerizzu

principalmente,

anche

e

soprattutto se 

condo

il

giudaismo. questa

retribuzione.eche ladifferen

 

zindaogni

eserciziou m:no

delln giustizia.Mu l'impmia

 

lità

stessa

trova

il

suo punto

di ancoraggio

nelleconoscen

 

ze vera che Dio ln di

ogni

uomo: Egli non si insci- im

 

preuianare,

sedurre.

o

addirittura ingannare dalle

apparenze (2.16a).

perché

sonda le

reni

e i cuori. perché

vede

quello

che

c'è

nel

pi ù

profondo

dell’uomo“.

Pegli),

lo r lpethrno. dice che Dio [ lud ic i : 'udlcheri (kn'vuin), ma

non

npplicn

Inni

:

lu i

il

m u n t i v o kn'ids;

ne pl rd cl pl o h u

kn'Mn,

:

fori-ind ll pnrticiplohakalnlrn'ndn

(cfr.

Rm8,34: «chioondonlufl? Cri

 

m

Gan…h).

Unonmdio

mento

diKm

d i m m .che netto

:ilenzio nnn

=dper

null-

dovuto ll cun: l'immagine che Plolo lu Dio

non

èquella

li

  Sul modo in cu i holesvilupp- pertocchi lunceulviein u n .progres

 

tione m a : t h le componenti d e l ] .

glutfiu'n

mutu-uv: in I l m 1,18

 

3,20 e3.114,15.

“‘ Î)8Nelll Bibli?ebnic1': Dtl0,17);bl$le 16,7;2C1‘ 19,7; Gb34,19 (e

Pr

,5; 24,13-2 ;28,21e Si l 82,14

. ) ] principio

viene r i p ] …

parec

 

chie

volle

ne i 'bri ci : pzeudoeplgnfiz

Si r

35.12.14; Sap

6.7;1'm6b

4,79; 43,11-13; lEsd 4.391G1ub 5,12 16;21,35;P18112,15 

19;

2,324”; ZBur 13.8 2,44,241Ant.

Bibl.

20.34; lEnoc

63,83.

0) Lo si

rltmvn

mclue

nell-

lemeruùururebbi-nica, in Pilone,ed)

nel

NT,

dove

non

  lpîlimta

Iole

 

Din(At

10,34: Rm 2,11; Gul 2.6; E 6,9;091315:Gc

1.1;

P11,17), mllnche : Gesù (M t 22,16 e pu) . Cfr. LM…Butler,Divi 

naim iali ty.Paulund4 W … ,Chico, CA1982.

“ S tem.

biblico delle

conoscenz- che Dio

nolo

la

del

cuore urnnnn,

cfr. l l e 16,7 UDC;3Re8,39 DCX;Ger 11.20: 12,3; 17,10

(i n

cuix i noterà

il

npportn subilitn

tn

conosce… dei m u r i

e |etrihuziune

divina);

252

,posiamnominnflrnelemgioxdmnainpnrtico

suo disco…

riprendeparecchi

assiomi biblicisulla

'ustizia

divina e gesue fedelmente, almeno fino a 2,1].

' initrpretazione

che

ne facevnno i pensatori

ebrei del suo

«npc.

ida

smetterà

di seguirli, pe r altre ragioni

che do 

. .…o

p i a n o

pianoscoprire.

Idlvnri di un. cu l t u r - ulueuhuntn22

',Oominciandola

sua

riflessionea

partire da,

e co n

l’niutn

1- ,

quellidegli

untor ibiblicie

del

'

neo. Paolo no n

sente nlcun

bito

che utilizza. lnel’fetti

Insunleoogin

puòessere

definita

fcinculmratnn, nel

senso che implica

un cammino

all’inter 

…no di un mondodi rappresentazioniteologiche. per essere

compresn dai suoi contemporanei. soprnttutto

ebrei,

pe r

’:pingerlicosi ad andare

più

lonmno Si di r i forse che

l’u

 

» tolnAvrebbepotuto

segmlnre

All’inizio delle

sua

nrgo

 

‘ menuzinne, anche in pochepnmle, che que to e r : il suo

rmodo

di procedere. Una

simile obien'one

potrebbe

venire

tolo dnlettori

poco

fnmiliari

con

il suo mododi Scrivere e

le me costanti. Una conosce…anchesommnria

delle

t u e

tecniche retorichepermette del restodi comprendereper 

che Paolo no n ln enunciato subito espliciumente qunle

: i l

la

form della

prima rezione

della

probatio

(Rm 1,18 

4,25), cioè il livellamento sole:-iologico (vono il basco,

po i

fvem l'alto) del

giudeo

e del

non giudeo.

Non li tut ta in  

' m' solanto di captatio benevolentiae,di

nmz iu ,

o di ma 

“ g e m m e ,

per fur ammettere delle idee

nuove

se

non flddiv

rlttura

scandalose

per delle orecchie ebniche.

ma di

ne

 

cessi t i logica, In effetti,

non

sono i principi biblici che

cambiano, ma

piuttosto

le loro modalità che diventano

_innudite. Ecco

perché

l’apoutolo

avevu

il dovere di

ripren

 

.20,12

( m a - .

M … ) ; su 1,10:16,3u x ; 43,22 D a : ; 138.23Doe

15,11;11,3:21.2;u th

24,12

( a …

viene

mulino-un

mwnoocenudeicuoriegiustnrehihxzione,doòuetìtldflh

Îg>en).

‘ Riprmdnq u i i ' …utiliznmda& Penna, «RmLil-1,1%. i l l .

”I

dere=questiprincipi,di appoggiarsisudi essi

pe r

mostrare

po i

in loroapplicazione sorprendente.

*

della

sua giustizia

25: (3)

essa viene

d'altra parte

‘ 'onata

pe r

la prima

volta solo

in Rm

2,12:

utilizzan

 

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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c u ipuò

d’altra parte

domandare sela scrittura di

Paolo

in Rm

1-2 n o n sia

doppiamente inculturata,

perché

seda

unaparte si basa

suiprincipi

della giustizia retributiva bi 

blica,

dall'altra

sembra

vicina

anche

ai lapoi

della filosofia

popolare

stoicoeinica del

suo

tempo: gli autori ebrei no n

erano i soli a criticare i costumidecadenti del

loro

tempo.

Mai

temipresi

in

prestito

nonsi limitanoall'aspetto

nega

 

tivo;

altre

espressioni di Rm 12

hanno

il

loro

corrispon

 

dente

nel

mondo

ellenistico,

come

il

momos agraphas

scritto

nell'anima»,

che

diventerà

un

tema frequente nello

stoicismo e nel neoplatonismo” e ‘doveva

essere cono

 

sciuto, se n o n diffuso, al tempo di Paolo, tema in ogni

caso assente

dagli scritti

rabbinici,

dove

la

Legge

divina

nonèincisanelcuore deigoyimma in

quelli

dei figli del 

l’Alleanza, secondo le promesse formulate in Ger

31,33

(= 38,33

LXX)

“.

Lascrittura

paolina

si

innesta quindi

sualtre

(biblica,

giu

 

daica, e forse anche. almeno in modo indiretto, filosofica),

da

cui

trae i

suoi concetti

e i

suoi

principi. A dire il vero,

pi ù

che

lamaterialitàdeiprestiti usati dall'apostoloe rico 

nosciutida

tutti

gli

esegeti,

è la

loro

ragion

d'essere

retori

 

cae pastorale che e stato necessario intuire, prima di

os

 

servare gli spostamenti significativi,

poiché

l'incullaurazio

 

nedelpensiero di Paolo nonè senzaeffettisu queglistessi

elementi ai quali fa ricorso.

FinoaRm 2,11

incluso,

lo ripetiamo,tutte leaffermazioni

possono essere accettate da un ebreo. Tre £etti sembrano

tuttaviamostrare chePaolo lascianell'ombrail

legame sul

quale

la Scritturae il giudaismo

insistono

tanto.

quello tr a

Dio (la sua

giustizia)

e la Legge: (1 ) deil'ingiustiziaumana

stigmatizzata in 1,18

non

si dice

che

consiste in

primo

luogo

e principalmente in un a trasmssione

della Legge;

(2) in tutta la prima sezione di Rm , questa Legge n o n vie 

ne

descritta

come

proveniente da

Di o

o

comeespressione

Cfr.,

ld esempio, alcuni

autori

posteriori a Paolo, come DioneCriso

 

atomo 76,3; Massimodi Tiro 27,6,d; Giuliano of… 7,5:209c; Proclo temp.

2,307189;

Plotino

5,3.4:2,

  .F. Kuhn «Rumer 2,14f und die Veriueissung bei Ieremia 31.315»,

ZNW55(1964)243-261. EStrack-Bilietbeck.

[ I l ,

8931.

254

la tecnicadel silenzio,Paoloindica cosi indirettamente

la

Leggenon

ènéla sola néla

prima

parola della

giu

 

’a distributiva, che n o n la esaurisce o

non

ne rende

. to in

modo

esclusivo,

poiché

Di o

può retribuire

senza

essa in piena giustizia(2,12).

gna

notare

qu i

la natura profondamenteparadossale

'argomentazionepaolina: nelmomento stesso in cu i si

. a un principio enunciato

dalla

Legge,

quello

dell’im

 

_ -

't àdivina2°,

essa

gli

daun'applicazione

sconosciu 

al giudaismo.

perché

arriva aenunciare il limitedi

que

 

stessa Legge:

chi

non

ha (o

non

e soggetto a) la

legge

' non può essere 'udicato secondo le sue esigen

 

' -1U zzazione s o ren mema

coerente del

principio.

'che ne mos t ra ] estensione totale nello spazio e nel

…po ,

con

l'esempio di Abramo, incirconciso,

non anco

 

soggetto

alla Legge

eppuregiustificato,

perchéDio,nel 

sua imparzialità.può contare come giustizia solo la sua

-e e

no n

le opere richieste

dalla

Legge ( km 4). Paolo,

, « do

dal principio

di imparzialità.

grazie

al quale po

 

: affermare,in unprimo tempo, che

Di o

non

esercitava

sua giustizia

soltanto per

mezzo

della Leîge

(Rm

0

12.16),

arriva

cosi

a concludere,

applicando

stesso

' '

cipio,

che tutti senza

eccezione

sono giustificati

allo

0 modo,senza l aLe

ge,

perla sola fede (311

 

425)

principio deil’irnparzia

't à divina non

è

l'unico elemen 

in cu i si

verifica

al

tempo stesso

il

carattere

tradizionale

l'originalità della riflessione paolina. Oservazioni ana 

ghe si potrebbero fare a

proposito

del tema, biblico e

udaico. della Le e scrit ta nei cuori (Rm 12,15a). Ciò

stato

appena

e l i o

e tuttavia sufficiente 'egare in

l'assenzadi definizione della giustiziadivina duran 

' ) l la prima

sezione della

probalia: perché l'apostolo do

 

p m e n n

del principio

»

insieme

che

forma

la Tomb

(cfr.

in mm

sia

tardivo,ma

'… sciadil’aolo,nnnprendoqui inconsidenn elastoriadellasua

255

vrebbe

definire ciò

che

riprende

dalla

Scrimra e dal

giu

 

daismo

del suo tempo?

Non

sono infatti

i principi della

'

delle

ragioni

che

non lo sono. ma di cogliere

mente la logicache si ricava dallo dispositio stes 

Page 129: Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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giustiziu

divina

«

essere

cambiati, maèla loro applic'lzifl 

ne

che acquista

un’estennbnee

delle modalità fino

ad

allo

 

ro impensabili.

Paolo non

deve definire la

iuetizindivina

prima

d i p me nt nr ne l e

modalità:

parte ciò che, nel

giudaismodi

allora.

meglio si dice di essa (per contrasti e

eimilitudini). del suo

esercizio

(D io vede

tutto,

sa

tutto.

può

tutto.

retribuisce

mm,

e

punisce chi compie

il

male:

un

udioe

che

uccettasse il

male

a

impotente

nel

punire

il

caio sarebbe incapace didgiustizia). e po i

delle sue

modllità (l a

retribuziones e c o l i o le

opere,

l'impnrzinlità).

Solo

dopo tali premesse l' mentnzione

può

usciredalle

categorie

iudaiche

o. meg .

mesu-urne

la logica

estre

 

' “ -

inn "A , menifestata proprio

del

Vmgelo.

Tra pa 

‘rentesi,

moltidegli

errori nell'interpreuzionedi Rm 2

sa

 

rebbero stati

evitati

se ci fosse

tenuto como

di

questo

aepetto dinamico e inculturato dell’argomentazione paoli 

no ” .

3.

meloni

l e g - u

elle

dlapodtlodelle

lettere

Come

abbiamo

già

notato.

nessuna

delle

ragioni

retoriche

deve

e l s e r e

escluse:

pernon

incorrere

nell'incomprensio

 

ne0

nel

rifiuto

puro

e semplice,

Paolo.

da

buon oratore.

non tevo.

fin dall‘inizio.

dire che

]: giustizia divina si

era tivamente manifestata in Gesù Cristo

senza

la

legge. Meglio

fere

un

po’

di

strada

con i pr inc ipie lecer 

tezzefino ad alloro m e s e ,primadi procedereoltre au 

dacemente (cfr.Rm15,15)1

Me leesigenzedella retorica n o n 3 iegimosoltanto perché

Pnolono n

definiscela

giustizia al l

inizio

della sua

letterae

durante

la rima

sezione

(Rm LIS  4,25), Bisogna andare

allafine

de a suaargomentazione. in Rm 9-11,per coglie 

rele

ragioni

l]:u'incipalidel suo silenzio:si

comprende pe r 

ché

l’aposto

o

non

abbia enunciato fin dalla

pmposilio

principele

del

discorso

(Rm

1.16

 

16)

i

tratti

salienti

di

un a

giustizia

divina di cui svelerà tutte le componenti e moda 

' t isolo alla fine del

percaso.

Non cerchiamodi imporre

=*Un

riusunlo

delle

oppone

poeizinni

sulla

[ u n i o n e di

m u m - 1 , 1 9

si

può trovare in R. Penna, «Rm LIB 2,291, l l l  114.

256

_

questa

sezione.

.9-11e la mesi

della

giustizia

divina

Rm Lia-4,25 il t e n ia della giustizia divina - come

retribuzione   e delle sue modalità viene

afl'rontaxo

’inizio

 

cioè

dellasubpropositiodi

1,18

- e

tramato

I s o

della

sezione, in km 9

no n

è cosi: il

problema

si

in nolo .: proposito del carattere arbitrario delle

divine (9.14), e in seguito viene menzionnloesplici 

te solo in 10.3. Ma la rarità del vocabolario non

portare a concludere troppo in fretta

che

il nostro

no nha alcuna funzione 5” ' cativa in

quem

saio

 

' Data del resto pe r scontata a sua importanza nell’ar

 

tazione. ricordiuno soll-nto come, daRm 1 4 a 9 

e s n

subiece

un'evoluzione notevole. In Km 14 l'

.

partendo

dalle preoccupezioni ebraiche relativealle

feetazione esc-nologia

delle giustizh

divino.

in

con

 

ve

solanto nell: s u l

dimensioneposteriore di

retri

 

' neimpminledi un

ngire

umano

buono

o

attivo.

re

 

ione

che

si

era

rivelata,

con

il Vmgelo.

come

u n :

' ione

mu1ita

dei

peccati per tutti senza

discrimina

 

. come un a trasformazione deicuori, in breve

una giustificazione pe r la sola

fede.

in Rm 9, esso

come assolutamente anteriore e

soprummo

indi 

te da ogni risposta umana fixtura, poein'va («Chia 

queeto perché mi

sarà

fedelen) o negativo (.Non

chin

 

quen'nl'ro

perché

no n

mi obbedirà o si

aiîiderù agli

lin). Chiamatae n o nchiamata, denominateanche

amo

 

e

odio

(9.13). hanno

come

loro ragion d'essere solo la

‘ ’one

della

potenzae

delln gloria

divine (9,17).

la solleva

qu i

un'obiezione, che gl i permetterà del re  

di superare

l’idea

di giusn'zin sueuamenie definita

retribuzione

imparzinle.

Si

può

immaginare

infatti

per

Di o la giustizia consiste m i e l m e n t e nel falsi

noscere per

ci ò che

è. i l Dio onnipotente

(9,17).

Ma

è

quello

chevogliono proprio mostrare anche gli altri

') dei? E suflìciente alle

decisioni

e

alla

scelte divine

{nonesserebasatesullnrispostaumnnapermel'itareil

257

qualificativo di

giuste?'ln

effetti le

scelte divine

presentate

in Rm9.643 hanno tutte le caratteristichedell'arbitrario

mponenti

della giu:

' 'a

divina,

la

ragione sta sempli 

- | : nel

fatto

che

le

dive1 e

pmpositianes  e

quindi

la

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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e della parzialità. che

sembrano

contraddire l'assiomadi

imparzialità

alla

base dell‘argomentazionedella prima se 

zione.

Ora,

Paolo

risponde

solo

in

modo

molto sommario

all'obiezione: rifiutando

soltanto

la logica di una giustizia

concepita

in

termini

di retribuzione,

egli insistesulla glo 

balità e la

finalità

dellescelte, in

breve

sull'esistenzadi un

piano

divino. in cui il rifiutoe la

non

chiamata

non sono

l'ultima

parola di

Dio.

Cosi,

km 9

non

enuncia

esplicita

 

mente

le caratteristiche di

questa giustizia anteriore che,

chiamando gl i un i e lasciando da parte gl i

altri.

sembra

parziale: bisogna

arrivare alla fine del

percorso. in Rm

11,28-32.perché

sia

menzionato ci ò

che

la

muove

e le f a

ritrovare la

sua

imparzialità,

cioè

la salvezza di tutti, giu 

dei

e

non

giudei.

Giustizia

paradossale.

poiché integra

la

chiamata e la

non

chiamata

per

la

salvezza

di tutti. met 

tendo anticipatamente le risposte umane

negative

a servi 

zio di questo disegno

salvifico.

No ncisideve meravigliare

di vedere Paolo

parlare

delle sceltedivine iniziali (cfr. 9,6 

18)nella

sezione

finale

della sua

pmban‘o:e

sempre

al

ter 

mine di un cammino

che

sene possono rileggere le co 

stantie ritornare agli

inizi;

la

giustizia

divina

anteriore

descritta

in Rm

9-11permette così

paradossalmente di

il 

luminare e di confermare le affermazionidella

prima se

 

zione

sulla

giustizia divina posteriore,

quella

cheassicura

la

retribuzione

imparziale : la giustificazione

gratuita

di

tutti.

Retoricae giustizia divina

Sviluppiamo ulteriormente il problema: non

sarebbe

stato

auspicabile

che Paolo,

alla fine dell'argomentszione, in

Rm i l , avesse ripreso sommariamente i cambiamenti

operati, per

sottolinearne l'importanza? ln breve, Paolo

non avrebbe dovuto riassumere le componenti inaudite

della giustizia divina che il Vangelo hapermessodi mani 

fostare?

Una

prima risposta

retorica

s'impone. Se

Paolo no n

rias 

sume il percorso

semantico

grazie al

quale

ha dispiegato

258

'. ; . , '   di Rm

9-11

si solfa-mano su

altri pun1izla co

 

, . ae la solidità

delle scelte divine

in Rm 9,la fede in

-

come

unico

mezzo

di giustificazione in Rm 10, la

  em di

tutto

israele in Rm

11.

A

questa

prima

spiega 

ne aggiungiamo un'altra, sempre retorica ma p i ù

' : te : tuna l’argomentazione di Rm

9

 

1 ]

che

va.

,

una

crescente

suspense,verso

la rivelazione

del disegno

co di

Di o

e al

tempo stesso del

molo paradossal

 

‘ ) tesalvifico di

quello che

Paolo chiama l’indurimento

Israele . il tema della giustizia divina (anteriore) non

-'tuisce un

fine

: sé. ma

soltanto

un a base che

permette

allargare la discusione sottolineando le implicazioni

scelte divine.

le risposte,di

ordine

retorico, per

quanto

pertinenti.

…spiegano tuttavia tutto. L’argomentazionedi Rmmo  

anche che spostando le questioni

relative alla giu 

divinn,

Paolo

ha in qualche

modo

reso

inutile

una

- -

’zione.

fosse anche

nella

debita forma.Dobbiamo

ora

- tare

questo aspetto

della questione.

pmposilio principale

della lettera,

Rm

Lie-17. indica

: ombra di dubbio

che

la giustizia

divina non

sarà

,  derata

senza

quella modalità

che

la caratterizza to 

‘ e n t e e si chiama fede”. Lapmbatio di Rm

non

ha

' la

funzione

primariadi

dire

umanamente che cosa

.‘ la giustizia

divina.

madi mostrare comeessasi

manife

 

j

«dalla

fede alla fede». E Rm

3.21

aggiungerà

che l’e

 

ione «dalla

fede

alla

fede»

è da comprendere in

:.:…

onefmenm

apocalit::adi

unct lon Apocalyan« W'

 Atlanta.(:;A

1?89.

.

u s a i m .

cfr.

E.E.

John

 

deil lîons in

Romani

P

 

modo esclusivo, che

equivale

3

«senza

la Legge:. In

altri

m i n i ,presentando

pe r

tocchi

successivi

il

modo

in cui

…E

con

il_Crislo in

croce

(cfr. Rru

3.25-26

dove si

ade r a t o Il vocabolario della manifestazione). Non

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la giustizia divina si rivela, la probatio

nellasua

totalità è

una

progressiva apocalisse delle modelità inaudite che

questa giustizia ha voluto assumere;

definirla

equivale a

enunciarne ed euurnerarne le

componenti:

la

punizione

delle ingiustizie,la retribuzione

secondo

le opere,

l impar

 

, zialità. la giustificozione di

chiunque

crede, l elezionegra  

tuita, ecc. Dire che

cos è

la giustizia

divina. per l’umore

di

Rm.

consiste

così

nell esporre

come Dio

la

sercitn.

essen

 

doquesto esercizio una «definizione»M … “ ,

perché

ri  

spettosa delle

modelità pi ù

conosciute eaccemte( in

1.18

 

2.1l). ma

ehehe

delle p i ù inaudite ( in 3,214.25 e 9,6 

l l,32). che permettono di riconoscerlo

come

tale.

In effetti, è proprio

sulle

modalità secondo le quali si

rivehtu

questa

giustizia

con

il Vongole

che

e incinmpato il

giudaismo.

che

ha preferito restare fedele a

una

giustizia

divina rivelano

dalle

Leg e e

che

si esercita con essa

(10.3).

Ecco perché Paolo in rifnttopazientemente

tutto

il

cammino,

nllonterundosi

progressivamentedelle posizio 

ni del giudnismo.

per presentare

le

modelitù

della giu 

stiziu divine definitivsrnente rivelate e confermnte con

l’avventodi

Gesù

Cristo.

Si

può vedere

quindi

perché.

fin dalla

pmpositia principa

 

le (Lio

 

17), Paolo

Abbia

moolto dei

temini

apparente 

mente oppostl: il Vangelo.

che

connota la

pura

grazia. e la

giustizia: divina, identificata

con

le retribuzione secondo

leopere; è infatn il

Vangelo

che hapennesao di manifesta 

re pienamente le sue

modalità, cioè

di rivelare che essa e

gratuita nonsoltanto come giustizin

posteriorema soprat 

tutto come giustizia anteriore.e

che.

seesiste una buona

novelleda annunciare.èproprio

questa.

Così, in Rm, Paolo,

pi ù

che cercare

di definire la giustizia

divina.

cercn

di mostrare

come essa

si è manifestata e

continua a farlo. I verbi che

utilizn

nelle sue propositio

 

nes

(1.17;

1.18;3.21)

attirano

del

resto

l‘attenzione

del let

 

tore

sulla

mnifizstazione di questa giustizia. eil

fil o

del

 

l argomentazione indica

che

è

proprio questa l’intenzione

di Paolo: mostrareche la giustizia

divina.

nellasua logica,

portava paradossalmente

verso

la

sua manifestazione ulti

 

ma. Gesù Cristo, che si

presenta

in

qualche

modo definiti 

-

ne,

marivelazione.

: acquistano le loro connotazioni e il loro si cato

nella

:

noche al_ termine

dell’urgomentazioîîîella

hannounnpreeten

funzione. Lo

stessonvviene

per i l

delle {giustina di Dio» in

Rm.

Questo punto merita

}

coro

di

p i ù

la

nostra

sttenzione perché le riflessionedi

-lo in questa lettera

oppure

a molti incoerente,

per

lo

‘ .

« . e

luzzura.

edell: rivelazione

dovrebbe allenare gl i ese ti ;

il

suo

lo in Rm sfortunatunente

non

e

ancor: £basmnza

- luto.Eppure è li

che

si

indicono

i lineamentidi

una

luzioneperladiflìcile

questione

della proliferazionedel

-nlsno

relativo

ulla giustizin

divine

Fedele in

questo

giudme che aspettavo la

sua

rivelazione finale epo 

te I

apostolomostra

progressivamente

che

questa apo

 

dellapustizindiviuaèandataaldilàdituttele

;

partendo

da

questo sfondo biblico

e giudaico,

gl i

permette

di

r ipetere

le

componenti

retributive di

… gr . . . tante volte proclamate negli scritti giu

 

( 11 snten_or_r

e contemporanei,

egli arriva

a

indicare

l u e

essa

si

su:

rliaunlifestata in

modo

pieno

e

definitivo

col

, } , .

non

so to

come

giustizia distributiva

… ore) pondossale e inattesa,ma soprat tut to

come

(I);

‘ v

ammore.

profetizzato da

sempre

e

lraccl otl on

 

u-e

stesso delle

Scritture.

Sl, tutto

lo

sforzo

di Pu b |I

. . . è p r o p r i o

quello

d i mettere i n

rappono

l o model“

inaudite

seeondo le quali si èmanifestata la

giustiziadivi 

naele

profezieche

permettono,

sempre

a

eventi

compiuti,

: I iproceduree

quali

risulati?

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di coglierne la coerenza fino ad allora nascosta.

CONCLUSIONE

La logica di un cammino si delinea

sempre alla

sua

con

 

clusione.Questo studio può essere considerato come

un a

serie di variazioni

sulla

propositio

principale

(Rm

1,16-17)

e.

pertanto,

sulla tesi difesa dell’apostolo nella lettera ai

Romani. L esistenza di una composizione

retorica,

alla

quale il termine pmpositio rinvia, doveva evidentemente

essere

verificata,

perché

il

tema dellagiustizia divinaprin

 

cipalmente trattato

nelcorso

di queste

pagine trovasse

la

sua

pertinenza

nell argomeniazione

paolina

(prima

parte).

Una

volta verificata

la sua

presenza

e riconosciuta

l’im 

portanza

di Rm

i.16-17

r denen-ninne i temi ponenti

della

lettera.è

stato potei ile

affrontare la

questione delle

modalità

della

giustizia divina. in altre parole il

rapporto

fede/Legge (secondaparte).Eraallorapossibileaffrontare

la questione della giustizia divina, dopo averla

allargata

alla

sua

dimensione

anteriore

(prima

di

ogni agire

uma

 

no). che appare in modo decisivosolo in Rm9 11 (terza e

quarta

parte).

Non ho ripreso

tutta

la problematicasulla giustizia esulla

giustificazione, quale almeno si

presenta

nella letteratura

esegeticadi lingua

tedesca. No n

che coloro chemi hanno

preceduto

nbbìano

sbagliato o

compreso male

le

questio

 

ni. Ma

era

importante riprenderie con l’aiuto di un

ap

 

proccio sincronico che

potesse

manifestare. attraverso la

dinamicadell’argomentazione. la coerenza e infor-13

degli

enunciati paolini. Infatti, forsema i

quanto

nella letteraai

Romani. la forma dell’espressionee la forma delcontenu 

to sono andati

tanto

d accordo. L angolo di approccio

spiega anche la scelta dei

passi

analizzati: è stato neces 

sario

omettere

un’intera

sezione

(Rm 5-8).

perché

la

sua

logica

e le

sue

affermazioni non erano qui

direttamente

utilizzabili. Ho quindi proceduto per selezione e n o n

pe r

ammucchiamento, come ho demo all’inizio: del

resto,

se

mi devo fidare di Voltaire,

pe r

ben scrivere

n o n

bisogna

forseprendere

tempo

ad abbreviare?

262

fel corso delle

analisi.

ma in particolare ne i capitoli se

 

-ndo e gesto. ho voluto

mostnre come

la composizione

‘ lle macro-unitàdi Rm combina

spesso

diverse disposi 

‘ letterarie   discorsive, concentrico (ochias1ica, ase 

dei

casi).midrashica.Ho lasciatoda

parte

il model 

- epistolare. chee il più ingiobantema non il piùdetermi 

, . tein considerazionedell’articolazionedell’argomenta 

«

on e

nelle

sue

diverse

sezioni

 

che

pennettono

Paolo

 

elaborare

edim tm r e i suoi

modelli

semantici. di

stabi 

certi

percorsi

figurativi,direbbero   espertidi semio 

a.È vero, il

modello

letterario non  a a

priori

il

in

cu i

evolve

un paradigma:

Paolo nvrebbe

potuto

minciare con la misericordiaaccordata : tutti pe r

g n

 

pe r

ritornarepo i

sulla

situazione

negafiva

che

l aveva

preceduta, quando

unta

l’umanità si trovava sotto la

sua

 i n ;

l insistenzan onsarebbe

stata affatto

la stessa.Maseil

- odello letienrio nondetta inmodouniforme il percorso

. un ragionamento. non vuoldire per questo che non sia

:

prezioso,

perché permettedi individuare la

tesi

0 il terna

sviluppato dell apostolo, il

gàunto

di

vistaadottato.

il punto

principale

di ogni

unità; dunque

nll’esegeia gli

stru

 

menti

per

trattare

in

modo

corretto

il suosoggetto. È

forse

. necessario ricordare

che

in ese esi i

risultati

sono

sempre

determinatidalle roceduree :: e,(per averlo dimenticato,

, un

certo numero

 analisi hanno

atto

direaPaolo

quello

che si voleva?

Non cercherò

di riassumere,nemmeno in forma di

tesi

0

vdi brevi enunciati. i risultatidi

questo

lavoro: mi sembra

che i

capitoli

primoeundicesimocostituisconouna ripre 

…a ordinatadelpercorso:

rimando

ad

essi

il lettore.

Atrua/M de l tema studiato .

  Nel

capitolo

primo ho

cercato

di legittimare,

d almude

. molto sommariamente. la scelta

del

tema

della

giustizia

divina.Al termine del

p e r t o r s ono n

è forsemale ritornarci

_ rapidamente.

  È stato demo r idato,specie in questi ult imi decenni,che

: il

Vangelo restava

nell’ambito dell anuopocentfismo.

So 

,

stenendo

di ernanciparsi dal

giudaismo, segnato dell idlo 

logia dell’elezione   che avrebbe tutti i sintomi della ma  

lamia

incrimininta.

l’antropocentrismo  , il cristianesimo

  cn. sacrificale o meno, sulmolodellaChiesa. ecc.).

, sebbene n on nuovi, hanno permesso di collocare le

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resterebbe, con la sua

fede

nell‘incarnazione di Dio, fon 

Èamentalrnente

prigioniero

di ciò chesostienedi

lasciare.

inutile discutere qui in dettaglio

questa

opinione.

Fac

 

ciamo

notare

soltanto

che

l’nrgornentnzione di Paolo in

Rm

smentisce

formalmente uenti

rimproveri.

nella

misu

 

rain cu i il

centro

di gravità?ielh riflessione

praline

resta

teologica. il V

elo inv-ita

: riflettetesempre di

più sulle

vie

pnradossali

 

Dio,

a

riprendere

instancabilmente le

Scritture pe r

leggervi

le tr acoe di

una

coerenza che no nsi

smentisce. Dio e la su

parola,

Di o e la

sua

giustizia. la

sua

ira.

la sua misericordia,

ecc., altrettanti

temi che na

 

scono molto naturalmente dall nnnuncio della giustifica 

zione per la solo

fede.

Si dirà chequestequestioni

sonoquelle

di sem

re.

È

vero;

ma il loro rinnovato interesse non deriva contenuto.

ma

piuttosto

da

uno

spostamento

che

va apparentemente

in una direzione oprata,cioè l’interesseutmnle pe r

tutto

ciò

che e

racconto

un esperienza. in effetti, anchesele

lettere paoline restano il teatro di aspre discussioni

tra

lpecinlisti. no n

sono pi ù oggetto

di apfiauionati

dibattiti

tra confessioni cristiane, almeno al live a

del

grande pub 

blico.

È

chiaro

che

in

questo

haavutoun

ruolo

importante

l’ecurnenismo, ma

non

spiega tutto. Le

testimonianze,

le

hitîlgurufle, le memorie hannodi nuovosucesso:

riscoperta

de spessore e delprezzo dell’esistenza,

con

il concreto,

il vissuto. e n o n c o n l ideologia.da

qualsiasi pane

ve .

Ln teologin è stata presa in

questo

movimento che l

preceduta : ln supera anche.

Essa

è ritornataallavita, alla

sorte di Gesù, edai l alla storia del

popolo

in cuiegli ha

posto

le sue

radici: uesto ritornoall

esperienza e, di

con 

seguenza, a una teo ogia meno nstratta e scolastica   ma

non

per

questo

meno speculaan-. ha fatto si

che,

in un

primo

tempo,

la riflessione paolina abbia sofferto di

que

 

storitorno allo storico e al narrativo:

difficoltà

delle eate 

gorie (giustificazionesoprattutto).

dell esegesi

(rnbbinica)

tu dall apostolo,

eco.

Altremnu

handicap

che

hanno

al

 

lontanato i cristiani nel loro

insieme dagli scritti

lini.

Ma.

in un secondo momento, lo studio paziente ei

mc

 

conti evangelici ha suscitato numerosi interrogativi

(sul

 

l essere mano-divino di Gesù. sulla sua coscienza mes  

sianica,

sul su o

rapporto con il

mondo, sulla su a

morte

4 questioni teologiche in una

luce

nuova.

con

l aiuto

concetti chesi riallacciano quelli di Paoloenon han 

no

nulla

di astratto.Ci auguriamo

che

questo

studio possa

.,m o s…

che

le

riflessioni

dell’apostolo in km

restano

di

grandissimautilitàperaffrontare le questioniche sorgono

:oggi nellaChiesa.

265

Indicedei tannini più tecnici

- r i incrociati in

ABB'A'.

L'origine greca del

nome

£ar

pensare che i china-ni siano

propri

della retorica

realtà.

le

costruzioni

in

chiasmi

esi

 

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Breve definizione o d ' '

. esenz1one di alcuni

term”

' ' ‘

usati

…queuo volume.

 

mr

…ma

1. Vecebolnrlo eminente le rehriee green

Oltre adAristotele e

Quntiliano

che nel l

. . oro tem  

no

descritto

inmodo

sistematico

le

regole

dell'art.?iirîî 

ria.

st

potranno

consultare le opere seguenti, purtrop

non

disponibili in italiano,

tenendo

sempre presente ::

Paolo

non ha niente di un plagia-io:

R.Barthes. «L’aneienne

rhétorì

C ‘ '

(1970). (Eccellente introduzigl;lec)î‘ ° m m m c a t w m 16

H. Laueber .Handb hd r ' ' ‘iincher?’197î (14528)?

iteran.schen Rhetonk.

2

voll.,

DJ.. Clark, Rhercric ' - 'ork 1957. m Greca Roman Educanan. New

G.Albiegennedy. The Art of Persuusion in Greece, Princeton

W.L{.97Bgandl. The Rhetaric of Argumentatian. New

York

GA.

Kennedy, The Ar t ' 'rinceton 1972. of

Rhetorbc

… the

Roman

World.

J. Martin, Antik: Rh ' . ' “hen 1974. e

ank Techmk

und Methode, Mun  

B.Mortara Garavelli.Manuale di retorica.Milano

1988.

Activ

( in greco : h

risis

. M ' ‘

gesti,

voce, ecc-)in ) odo di tenere un discorso

Chiarito (dal

greco

chiasma). Periodo 0 unità retorica dai

266

‘ : -

già

in molte

poesie

delMedio Oriente

antico

(findal

‘- millennio

prima della

nost ra m ) . I l loro

numero

e r i  

«ante anche nellaBibbiaebraica.

si dimentichi che il chiasmo   uncaso articolare di

… mefieniessodeterminaunnunità'guistìcae/o

<n r i n ; ci ò che n o n fanno tutte le reversioncs.

Cfr.

r m  

» . Cir.chiasmo.

' . Alfio

nome

dell’nrgome-tazione. che

può

mprendere

una

pmbario,

una refutaiio. euna

egressia.

vedano

questi

termini.

reco:

parekbasis;

digressione). il termine

non

'orativo.

come

sel’oratore o lo scrittore si

suo

tema innwenitnrnenteo

per

E te

'

incapacità.

La digressione,

che

originariamente eva

pane del

discorso, ricevette

oni diverse (far

riposare

, gl i ascoltatori, portarlivene un qunlcos'nltroche

fuorie

 

‘ le la libertà di giudizio, ecc.). Fu in seguito rigettata da

Aristoteleedaun certo numerodi orntorl greci, per essere

-

infine

ricu](nerntndai lati

’).

di d

…' in

greco:

taxis

. Disposizione ' un

isconso,

che comprende generalmente un

medium.

una

narratio.

una

pmbatio,

una

paoratio.

E…

( i n

greco:

locis).

Figure

stilistiche.

phrallelismi,

ecc.. grazie ai quali prende forma l'argomentazione. La

_ retorica e diventata progreesivnrneme - : torto o a ragio 

,pocoimportn '-unmododiomareodianalizzure

gli ommenti del '

orso.

Erin-r. Fine

conclusionedi

un'

emanazione; l'exitus di

una

argomentazione

può

coinci

re

con

la peroran'a

del

discorso, ma

non

necessariamente.

… u n( i n

greco:

mooimion).

in t ro

un discorso,

che deve

darne il tono.

con

i destinatari eannunciare il tema.

Generi

rem-ici.

Sono

tre:

 . giudiziario (originar iame

neltribunale per accusareo

difendere

sudei fatti

passati):

2. deliberativo (originariamente nell'agorà o nel senato,

nel

parlamento. pe r

persuadere

o disuadere

dal prendere

una

certa decisione in politica. ecc.; riguarda il futuro); 3.

epidittico

(elogio/biasimodi

virtù/vizi

o di

persone; rende 

duzione (:

esordio

di

stabilire il

contatto

267

repartecipedelle convinzioni sulla verità di

un’idea,

di un

messaggio, di una religione,

ecc.): Anche

se i

t re gener i

sembrano

fncilmente distinti,

nella pratica non

è

facile de 

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terminare il

genere

di certi discorsi. tanto pi ùche il

gene

 

reîidittico èalungo rimasto unmiscuglio dai contorni

vsg .

Per il co paolino, l’attribuzione

dei

generi lascia anco»

ra a des3eî'nre. A secondo delle scuole e dei

criteri. un a

come

Galati,

edesempio, sarà dichiarnta

nppane 

nere al genere giudiziario

(apologia

di Paolo a del suo mi  

nistero).

deliberativo

(persuadere/dissuadere i

destinatari

del

prendere

una certa decisione).o addirittura epidittico.

I n … ( in

greco:

heumis). Ricerca

di a rgo me nti 0 d i

prove di

ogni

specie, che costituiscono il discorso.

Mmm-ia ( in greco: mnèmè).A rendimentodel testo.

sua

memorizzezione. All'epoca. i

oramrl pronunzinvano

i

lorodiscorsi a

memoria,

esifianno buone

ragioni

di rite 

nere

che i

trattati

scritti fossero anch’essi memorizzati

prima

di essere messi per iurltto.

I V … ( in

greco: diègèsis).

Esposizione

iniziale,che non

e un racconto propriamente detto (unche sein

genere

di

cofattore

nnrrltivo).

ma

una

presentazione

dei dati, del

dossier,

un'esposizione dei fatti, che prepara indiretta 

mente Inconfinnutio( . secondo gl i

autori.

laprobatio); è

in

qualche

modo

un'ebbozzodi

prova.

Panino (o divisio). Annunzio, in poche righe, dei temi e

delle

part i

della

probatio. La maggior

parte delle

partitio

 

nes sono propositianes

(enunciati sotto forme

di

tesi),

ma

lepmpositiones

no n

sono tutte delle

dizione.;

(non sem

 

pre eegnalano le grandi divisioni

delfiapm

' .

( i n greco: epilogos). Conclusione, epilogo. pero 

razione.

che

riassume spesso l’argomentazione e la chiu

 

de. Vedi

bolina.

Probuia ( in greco: pistis, o anche katuskeuè). Partedeldi 

scorso

durante le quale l’oratoreo loscrittore

sviluppa

gli

argomenti che

confermano la su a tesi 0 il suo punto di

vista. Alcuni retori distinguono Inpmbatia della

refiuatio

(o neuf-nario: in greco

lysis), nella

si rifiutano

gl i

argomenti

dell'ewersario esi

rispon

alle

obien'oni.

Per

semplificare. in questo

libro,

no n ha mantenuto la diffe 

renze n‘ a confirmatio epmbatio. che qu i designa il

corpo

dell’urgornentazime.

Propolilin.

Tesi che l’oratore

a

l'autore svilupperà

e

illu

 

268

: ' '

'tutto

la

i t io

principale di 1,16 

e fiemèWW'WWM generano delle se:

delle sotto-sezioni (1,18; 3,_21-2?;

5,20-21; 9,6a.

11.1; 12,1-2)

o

delle semplicx unità

argomentative

,

6,15;

7,7; 7,13; 8 2;8,18; 9.61);9.14). Vedrpaniha

. ‘

, lamt iosegue

immediotamenle_la

r: .$$eosfimniisc

enneprima ebrevissxma

giustifi 

- . .. Rm 1,17;

3,2.

_

mcgarzeddîll'argomentazione in cu i snrefutano le

iezioni o argomenti (possibili o reali) dell

owenario.

--uente

negli ecritti di

genere

giudmano. ln

mfutano

esiste come unità

let:ernria

distinte

nelle letterepaoli 

, ’ e ve io ( in

greco:

epanaddsis).

clisliltlonnnslil:tle

nfineclhrlpre:-urlelegnssull;n1

o)rdine

inverso

uno

' rovi o o .

[“PP°

((em ‘…aggem eoo;rìo:

rhètmileos). Arne oratoria

greci.

Il termine riunendo :

tutti

i dimorei pubblici e

le

che

li governa-no.

Deoignn

poi

lmsierne

delle

e procedure e

delle tecniche

senge

dagli oratori.

che

se. ai

suoi inizi.

la retorieafuessenzialmente o;nfitg:

m diventò anche - se

no n

principalmente-

9crltta,

e

n n n .

 :. Voeebolllio nt imnte r…

g i u - | : .

. Mol l -n .

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Per una

prima

eccellente iniziazione al vocabolario ealle

' ' rend li  tamente parole o espressioni; 2.)

' “pal tesîoagiclîlecîlrîogmentato (chiamato testo

prindcà

 

‘ e)altri

passi

biblici (chiamati îsat‘i-connìsîî ?eîîîìmz

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Gaurah «hawaii(regola che governa le associazioniverba

 

li). Letteralmente «principio uivalenta. È

una

delle re

 

gole giudaiche (attribuite a

Hîùel)

d’interpretazione della

Scrittura. Si

ragiona

su

delle

analogie:

due diversi

passi

della Scrittura (inizialmente il principio valeva soltanto

per dei passi dellaTorah. mafu

poi

esteso ai Profetie agli

Scritti) aventi una o pi ù termini in

comune

possono es 

sere interpretati l'uno

per mezzo

dell’altro.

Detto

in

altre

parole.

in

base

ad

una

similarità

verbale tra

i

due testi,

ciò

che si

dice dell’uno può essere detto

dell'altro.

Nella

lette

 

raai

Romani. Paolo sfrutta due volte questo

procedimen

 

to; cfr.

4.3.7-8 e 9,25-28.

(intima ( lurale: M M I ) . Conclusionedi midrash omileti 

co(p icazione

sina ogale).

Adifferenza

della

pemratia,

che spesso riassume e

grandi

linee dell’argomentazione.

tima conclude l’omelia in un tono consolata-io (con

una

tonalità escatolo ica). Alcune delle conclusionidi ar

 

gomentazioni in

anlm-mo

la

forma

di

una

intima.

Vedi

rat i

) .

0mihflca. Aggettivo derivato dalla

parola

«omelia». Il ter 

minedesigna i sermoni

fatti

in sinagoga, i qualimiranoad

attualizzareo applicare agli uditoriil passo della Scrittura

del giorno.

tratto

della Torah e chiamato

Seda.

Si

pada

allora di midrash(commentario)omiletico.

Vedi path :

e

“ “ M .

Mldmli

(plurale: midrashin).

Viene dall'ebraico

«dm-ash»

(«cercare»); il termine

denota

ogni tipo di

ricerca,

tecnica

oppure orniletica,sulla Scrittura;ediventato l'equivalente

di «commentario». discorso sulla

Scrittura, che

la

rende

attuale

e ne

scopre tutte

le

riccheue.Nella

suaestensione

minima il termine designa un commentario o una 5 iega 

zione che

segue

un versetto. un

passo oppure

anclle

un

libro

della

Scrittura;

obbedisce

allora a

delle regole

di

pr e

 

sentazione. Gli

specialisti

parlano di midrash

come

forma

o

genere letterario

soltanto alle seguenti condizioni: 1) il

discorso

fa

delle ripetute allusioni

al tasto commentato 0

270

' ' d ' ] ami ve [ e co . .

), Zîusonl:llglrsìfifil

n:lg

corso della

discussione.

Di

que:

' unirentarisulla Scrittura, i p i ù conosciut i sono quelli

'

'°l?bri

della Legge.

No n

è inutile ricordareche la $:

o n e

: l'edizione dei midrashim

awenne

ben

p iù

_ l

ll'epoca

del

Nuovo

Testamento. il che

non

impedisîe,

’ 'denternente &

questi

commentari

giudarci

di

urnan

a

 

. ' a

delle

tradizioni

molto antiche

e

annex-ron

al

p r i m a

se 

nlodellanostraen…Veditorgmm _ ' _

' ' ' tateuco) è diVisa in

,

lia.

La

Torah ( l ibridel nostro Perila

ebraica

della

se

 

' ' ridono lettura del servino

sinago:

ne()cicd-l: ÌÈÎÎAI'Î babilonese di

allora). Ogni

sez ione sr

' . ' hu' ' ' 'dr li in' ' tazione»). Tipo di mi as .

'g’h'a

…Αii‘lÀw

l'îilico

e

seguito dalla

sua anna:

»'izìione.questa a

sua

volta preceduta daormule sltereoa

‘ti te '

«tale è l’inter-prelazione del passo» \) e]: a su

'

hpe

rotazione

concerne».

Nel midrashyes

er, i corn:

?metîirtgtore si

accontenta

di identificare

gli awem_menti

ei

personaggi

menzionati

nella

Scritture

con

degli

awenr

 ' i t em i . .

‘ …meriti

elli-imm=

uziî>°n?d?$$idrasliomiletico (predicazio

 

* s' . gale). Può designare l’intmduzmne (chiamata

:rîclilemsopmemio, dal

greco pruoimioy1)

e corna néle al e:

‘ sordio (vedi questa voce); ma la peni_uz

può

snc e esigi:è

re la predicazione stessa. At 17.3 («Paolo a

nva.fî ”i’ 010

«Paolo faceva l'omeli:;|) parla {lella

&etixfl1ag’adiaAt ili13

imago

  T n i c a ; i v e « . ,

:: “lîll;

desi$a?e Eproî'licazione intera (piuttosto che la

sola i nt roduzione). In Rm

non

tr_nvramo la pettina

come

predicazione.

Vedimrdillirr

e…. . 1 ‘co)

‘ woboiner

(regola

che governa i l ragionamento ogi' :

%dpesso

chiama:: in questo libro ra ’onan'iento a fori

r i ,

ci ò

che

è

vero

pe r

un

caso

èapplic

ile

a un

caso

p i u

i m

 

pownante.

tar-gu

' la '

 fica

«traduzio«

l :

mal ) .

La

paro

sig'rn _ .

:e

 

C:rlpilillrrgumei'm si designano le cadmoi'itiuîjran;ilclìiie

.

runa'

‘ ' e iscritto,

sopra

.

 

galli? Il seîloalg'dpgllamnîirapegra)

della

Bibbia cominciate

211

.dopo l’esilio (ma

non

sisamolto benequando),allorché il

testo

ebraico

nonera p i ù capito.

Senza dubbio

sono

nate

dalla

necessità di

far

comprendere i testi biblici letti du 

rante

lecelebrazioni

ebdomadarie nella sinagoga. Anche

Blbliogrlfil *

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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sei taraumim designano le traduzioni amnaiche,

no n

bi 

sogna

'menticare

che

la traduzione

greca dei

D i x (fatta

intomo_al 200

a.C. pe r

i giudei della diaspo edi lingua

greca)

costituisce, anch essa, un fenomeno

targumico.

mhra

ammesso

oggi

che

il

tavgum

r a pp r es e nt a i l p u n t o

di partenza del

Midrash

(come ricercacinematica e

com

 

mentario

seguito

al

testo

biblico). Possediamo

dei

targu

 

mim (traduzioni nramaiche) di

quasi

tutti i libri biblici. I

pi ù

conosciuti

sono

quelli

rulla Torah

(Pentateuco) di

cui

esistonodue famiglie, Il babilonesefl'argumdi On elos)e

lapolatinese

(l‘argum Neofiti

e Yerushnlmi, que-t ultimo

viene

liriche

chiamato Targum

della Pseudo-Jonathnn).

Tipologia (aggettivo: tipologico).

Termine

con due

accezio 

ni

diverse.

Può essere sinonimodi «classificazione:,o ri n

 

viare

ai

tipi

e

alle

{i

un:

bibliche.La

tipolo

' è

allora

0la

messo

in relazione

dei

tipi e

delle

figure,

oîîsarne

di

que

 

sta

messa

in relazione.

Cfr.

T.

Todorov,

Symbolisme :: in

 

terfirétation, p.

112:

«Solo un

rapporto particolare. quello

de ’accoppicmento.t r i due tuttistorici permette di parla

 

redi tipologia. neceaau'io che ci sia una gradazione tr a

i

due

fotti

in

favore

del

secondo: il

primo

annunci.

il

se

 

condo,

il secondo

compie

il

primo».

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231

 

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Indice

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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Chnlstentum, Freiburg

1977.

39-62.

298

lumoduzlom

c italop r i

L’?;oguldl llonnnl,

Inti

.

om]

 . Problcmatiche,antiche e nuove, 8 - 2. Oug

 

li pmcedureseglnirfl,12

 

3.La

giustizia divx 

na. 17

Parte

prima

COMPOSIZIONEE5. 4 50

Capitolo

secondo

Lacompulz lomdl

li m

[. L’esistenza di un modello retorica, 25 - 2.

km 5.1-21 nella

dinamica

dell‘argomelzltnzio 

ne, 32 - 3. Sviluppo dell’argomentazxone e

giustizia

divina, 45- Conclusione.47

Capitale

terza

_

l‘.-

eompoolzlono dl Rm

9-11

| |.

nun Im r  

p ra - z i o n  

].

Diversi

t ipi di composizione, 49 - Z.Rm 9

 

11eil resto della lettera,59- Conclusione, 64

P a m

seconda

FEDE

E LEGGE IN R O l e

Capuo'lo quarta

Rln1-4. la

a l …divin

[.

Quale

tipo di composizione?.72 - 2. Perché

Pag.

24

48

71

I”

l ira divina, 80 - 3. Rm 3.1-8 e la composizio 

ne

della

lettera, 89 - Rm 1.184,25: di giu 

stizia in giustizia, 93 - Conclusione, 96

lina,

201

- 2. Valore dell esegesi

paolina.203

 

3. Rm e i l compimento

delle Scritture, 217  

4. Esegesi

paolina

e giustizia divina,

219

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Capitolo

quinto

L attodi credere In Romenî

1. 11vocabolario della fede, 98 - 2. L atto di

credere in Rm4,

108  

3.La fede in

Gesù

Cri

 

sto. Rm 10, 115 - Conclusione,

120

Capitolosesto

Crmo. le

Lum

1.

Gli

interrogativie le loro

implicazioni,

123

- 2. L’argomentazionedi

Pmlo, 129

  3. Leg 

gee salvezza, Leggee giustizia,

137

-

Conclu

 

sione.

143

Pane

terza

IL FUTUROD ISRAELE

Capitolo

settimo

L elezione In Rm9

1.

Composizione

e argomentazione. Km 9,6

 

29, 148 - 2. Dio in discussione,

154

- 3.Dall e 

lezione

alla

chiamata. 164 - Conclusione, 168

Capitolo ottavo

Leselvino al len-le

1. Rm l l .

Composizione

e interpretazione.

170 -2. Israele

ei gentili.

182

- ]. Rm9-11 e

l’occasione

della

attere ai Romani, 191  

Conclusione,

195

Parte quarta

L’ESEGESI E LA TEOLOGIA PAOLINE

Capitolo nono

R|levenu dell esegesi

plolina

1.Le caratteristiche

formali dell esegesi

pao  

300

98

122

148

170

200

Cupitolo

decimo

Vono-lo

. gluotlz le divlne

Giustizia

divina,

con o senza la Le ?,

222

 

2. Giustizia divina ed elezione/in urimento,

233

- 3.

Vangelo

e giustizia di

Dio.

239

Capitolo

undicesima

Leglunùlndivine In Rm.Ll p o o h In gioco :i l

un -uvun dl doflnlzlone

1.Unascri tturadi t ipo e di ispirazione

bibli

 

ca,

247 - 2. I

divari

di

un a

scrittura «incultu

 

m m , 253

- 3.

Ragioni legate alla

diapositio

della Ienera, 256

- 4.

Una

giustizi- divina de

 

finita dalle

sue

modalità.259 - Conclusione.

261

Concluelone

Indie.del tonnlnl pIùtecnici

 . Vocabolario attinente la retorica

greca,

266

 

2. Vocabolario

attinente

l esegesi giu 

daica

e cristiana, 269

Blblloarlfll

222

245

262

266

273

… E … E D I O O D E I J A B I B B I A

new-dd…Bhlleodnl‘lbhnzl-dlllmn

STORIA

DELCMS'I'IANESIIO

M H J . M . m - m m o L M - L v m - M V M

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M A M - L E M …

… ” …

-Un…dnnul…dnflnldloflmmlflcnnul

Unoumu:d……mu m u n d u - |

 

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U n v n fi l n t … fl n h u … d u u l h n

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M m m m . . . - e n u m …

 

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 umaamuuaoummummunw

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M h m … fl m w m m m d m

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M M … . M I I I I M I O D M M H I N D ”

… . b h n M . l h u … - h m m m

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… … 0 M Ù M O Ù M

… u n … p - u n m d m h u u l o l o m a u h - n

…hrldnlddnnnuùnomdnhrldonldollnnndln.

Vol. N: …. n… .… (uw-1…)

Vol.

… d m d m d n h u l d fi u u w u z m

vu.V|:

un … dl … (1214-1440)

fi n … - ( M & M …

Vol vu:

N h … ù m t l u r m n u u o - s s w ;

V o l . l e l … “ … ( 1 m - i m

VU.IX: L ' a u m u m n v m

… … ( M n d d u . …

: “ ” d “ - … U n “ …

ICONGETI1

FONDAIIBITALI……

,

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7/17/2019 Aletti J.N, La Lettera Ai Romani e La Giustizia Di DIo

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|cundlCnlnnoflovlsfln Julndooé'l’lflllfl

… … …m ….

m.

…… … … … . . …

m a i … - m m m )

Finito di S t an…nelmm di Agosto 1997

dalla

GRAFICHEGA.

Vu ;

dei 'l'ìpografi  

L‘esegesi della letteraai Romaniè in piena evoluzione;

èsembrato

perciò

opportuno

riprenderele

linee

guida

dei

cambiamenti registrati in questi

ultimidecenni,

proponendo

nuove

pistedi interpretazione,

più

fondate. perché

probabilmente

meno sottoposte acondizionamenti

 l\H………WWW“ i…“ “

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confessionali.

Ciò che

disorienta

il lettore contemporaneoè il mododi

procederedi Paolo, difficile sotto ogni p u n t odi vista,

al p u n t o da far dire a molticommentatori, anche

tr a

i p i ù

seri, che la

su a

teologia nunca di

coerenza

e soprat tut to

che

egli ricorre

un

po'

troppo

ai paradossi

pe r venire

a

capo

delle

questioni

affrontate.

Questo studio

cerca

di

rendere

giustizia

alla logica

dell'apostolo, mostrando, a proposito di temi

quali

la

giustificazione per la

sola fede,

la

salvezza

di

Israele

e il

suo

rapportocon le

nazioni.come

la letteraai Romanidelinei

un cammino audace p e r i credenti di oggi. Il fi lo che guida

l’argomentazione è

quello

della

giustizia

divina, così come la

descrive Paolo,

nelle

sue

apparenti

contrnddizioni.Ma

l'attenzioneAlle tecniche eai

modelli

letterari,

esegetici

eteologici

utilizzati

dall'aposmlo, danno un rilievo

sorprendente a

questo

scritto

destinato per

i

credenti

di

tutti

i tempi.

JEAN

Nom.

ALETTI,

gesuita.

è professore di

esegesi

del Nuovo

Testamento al Pontificio IstitutoBiblicodi Roma.