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(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: ABILITA’ IN CAMPO 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: Assistenza Area d’intervento: Disabili Codifica: 06 6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO: “ABILITA’ IN CAMPO” è il progetto che l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII realizzerà in 9 strutture di Forlì-Cesena e Ravenna che accolgono disabili. Esso risponderà a due obiettivi. Obiettivo specifico 1: aumentare e potenziare le attività sportive, ludiche, ricreative, culturali ed educative promuovendo l’integrazione e la socializzazione dei 40 disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Forlì-Cesena. Obiettivo specifico 2: Aumentare le attività volte all’autonomia e all’integrazione dei 31 disabili, accolti dall’Associazione nella Provincia di Ravenna, sollevando le famiglie e preparandole ad affrontare il “Dopo di noi”. Ogni uomo e donna ha per la sua vita sogni e aspettative che può raggiungere con le sue potenzialità. Anche le persone disabili sono dotate di talenti da far fruttare. E’ per questo che l’associazione s’impegna a far emergere, da tutte le persone disabili che ha in accoglienza, le abilità proprie di ognuno e di metterle in campo per realizzare i propri sogni. 1 NZ 00394 ALBO NAZIONALE

(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI … · (Allegato 1) Disabili titolari di rendita INAIL, Emilia Romagna 31.12.2014 Classe di età Numero Fino a 19 4 20-34

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(Allegato 1)

SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN

SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE

1) Ente proponente il progetto:

ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

2) Codice di accreditamento:

3) Albo e classe di iscrizione:

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

ABILITA’ IN CAMPO

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

Settore: Assistenza Area d’intervento: Disabili Codifica: 06

6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:

BREVE DESCRIZIONE DEL PROGETTO: “ABILITA’ IN CAMPO” è il progetto che l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII realizzerà in 9 strutture di Forlì-Cesena e Ravenna che accolgono disabili. Esso risponderà a due obiettivi. Obiettivo specifico 1: aumentare e potenziare le attività sportive, ludiche, ricreative, culturali ed educative promuovendo l’integrazione e la socializzazione dei 40 disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Forlì-Cesena. Obiettivo specifico 2: Aumentare le attività volte all’autonomia e all’integrazione dei 31 disabili, accolti dall’Associazione nella Provincia di Ravenna, sollevando le famiglie e preparandole ad affrontare il “Dopo di noi”. Ogni uomo e donna ha per la sua vita sogni e aspettative che può raggiungere con le sue potenzialità. Anche le persone disabili sono dotate di talenti da far fruttare. E’ per questo che l’associazione s’impegna a far emergere, da tutte le persone disabili che ha in accoglienza, le abilità proprie di ognuno e di metterle in campo per realizzare i propri sogni.

1

NZ 00394

ALBO NAZIONALE

(Allegato 1)

CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO: DATI DEMOGRAFICI E STATISTICI DEL TERRITORIO GENERALE La provincia di Forlì-Cesena è situata nella regione Emilia Romagna, ha un’area di 2.376,80 chilometri quadrati e conta una popolazione di 395.897 abitanti (fonte ISTAT, 1° Gennaio 2015). La provincia ha diviso il suo territorio, a livello amministrativo, in due “comprensori”, ognuno dei quali comprende 15 comuni. Il comprensorio di Forlì ha una popolazione stimata di 187.984 abitanti (fonte Camera di Commercio di Forlì-Cesena, 2013), mentre il comprensorio di Cesena conta 209.249 abitanti (fonte Camera di Commercio di Forlì-Cesena, 2013). Quest’area è caratterizzata da due fenomeni significativi. Il primo è quello dell’invecchiamento della popolazione in quanto l’indice medio di invecchiamento è del 170,1% (fonte Camera di commerci di Forlì-Cesena, 2008). Il secondo riguarda invece l’aumento della popolazione causato prevalentemente dal contributo maggiore del saldo immigratorio, rispetto al saldo naturale negativo. La provincia di Ravenna appartenente sempre alla regione Emilia Romagna, ha superfice di 1.858,49 Kmq e stima una popolazione di 939.154 di abitanti. Essi sono divisi a livello amministrativo in tre distretti: distretto di Ravenna che conta 200.982 abitanti, distretto di Lugo con 103.232 e il distretto di Faenza che conta 88.940 abitanti (fonte ISTAT, 31/12/2014). Il fenomeno che colpisce tutti i territori è sicuramente la congiuntura economica negativa globale. Le famiglie sono sempre più in affanno, come conferma l’aumento della percentuale di nuclei sotto in condizione di povertà relativa, pari a circa il 4,5% della popolazione delle regione. In particolare a risentire delle conseguenze della crisi sono i soggetti più deboli, in particolare minori, anziani e disabili; in quanto anche le amministrazioni comunali tendono a ridurre le spese e operare tagli consistenti nel sociale. DESCRIZIONE DEL CONESTO SETTORIALE In adesione ai principi e alle finalità della Legge 5 febbraio 1992 n.104 (Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone in situazione di handicap), la Regione Emilia-Romagna promuove un'attenzione complessiva all'intero progetto di vita della persona con disabilità, propone una visione unitaria dei suoi bisogni e ne sostiene la piena partecipazione nei principali ambiti della vita sociale (famiglia, scuola, lavoro e società). Nel settore per le politiche socio-sanitarie, attraverso il Fondo regionale della non autosufficienza (FRNA) la Regione sostiene i servizi socio-sanitari domiciliari, diurni e residenziali dedicati alle persone con disabilità grave e gravissima, che vengono gestiti in ogni distretto socio-sanitario della regione dai Comuni e dalle Aziende USL, anche attraverso soggetti del terzo settore (associazioni, cooperative sociali, fondazioni, enti religiosi..). La disabilità è una condizione difficile da identificare per coloro chiamati a produrre statistiche sulla popolazione: questa difficoltà di identificazione precisa nasce già dalla definizione stessa di “disabilità” che non coinvolge solo le limitazioni nelle funzioni fisiche e mentali di un individuo, ma anche i fattori culturali e ambientali che lo circondano. Si riscontrano due importanti difficoltà nel tentativo di redigere una statistica attendibile sul numero di disabili. La prima dipende dalla tipologia di disabilità che viene considerata, in quanto è più facile rilevare le disabilità fisiche rispetto a quelle mentali. La seconda riguarda le resistenze e forti pregiudizi che spingono le persone direttamente interessate, o chi si occupa di loro, a non entrare in contatto con i servizi pubblici che lavorano con queste problematiche. La disabilità è ancora un ambito troppo poco monitorato, non solo in termini quantitativi ma anche in termini di servizi offerti, sia dal settore pubblico che dal terzo settore. Per avere uno sguardo sulla popolazione alla quale viene riconosciuto lo stato la disabilità possiamo rifarci alla seguente tabella (Tab. 1), che rappresenta i disabili titolari di rendita INAIL al 31/12/2014 (fonti bancadati.inail.it).

(Allegato 1)

Disabili titolari di rendita INAIL, Emilia Romagna 31.12.2014

Classe di età Numero

Fino a 19 4

20-34 802

35-49 6.412

50-64 14.305

65 e oltre 39.424

Totale 60.947

Tab. 1 Fonte: bancadatidisabili.inail.it Questa tabella è molto recente ed esaustiva ai fini INAIL, ma la difficoltà si incontra quando si parla di disabilità a livello generale in quanto non vi sono dati recenti: infatti a livello regionale è stimato che ci sono 4 abitanti disabili ogni 100 abitanti dai 6 anni in su (fonte AUSL 2008). Purtroppo non ci sono dati sulla situazione della disabilità attuali perché quelli più recenti fanno riferimento al 2008. Nella provincia di Forlì-Cesena, mancano dati complessivi precisi. Secondo l’ASL a Forlì sono 385 i minori disabili inseriti nelle scuole di diverso livello e 488 i disabili adulti che frequentano corsi di formazione professionale, centri occupazionali e iniziative di riabilitazione, mentre 4500 persone percepiscono il trattamento economico INPS in quanto invalidi civili (fonte: ASL Forlì 2012). Per ciò che riguarda il territorio distrettuale dell’ASL di Cesena (fonte AUSL 2008 “Profilo di Comunità”, d'ora in avanti “PC2008”) fortunatamente abbiamo a disposizione dati più precisi: in questa zona risultano residenti 3.471 persone disabili, di età compresa tra 0 a 65 anni. Grafico a barra: numero (in unità) di disabili sul territorio distrettuale cesenate divisi per fasce d'età - anno 2008 Grafico a torta: ammontare in percentuale dei disabili divisi in fasce d'età sul territorio

0/5 anni

6/13 anni

14/17 anni

18/24 anni

25/34 anni

35/44 anni

45/50 anni

51/65 anni

0 200 400 600 800 1000 1200 1400

43

357

243

337

326

567

421

1177

NUMERO

popolazione- num. in unità

età

1%10%

7%

10%

9%

16%12%

34%0/5 anni

6/13 anni

14/17 anni

18/24 anni

25/34 anni

35/44 anni

45/50 anni

51/65 anni

(Allegato 1)

distrettuale cesenate - anno 2008 I grafici sopra inseriti mostrano, in due forme grafiche diverse, come tra la popolazione disabile cesenate la fascia di età più cospicua sia costituita dagli over-51 anni. I disabili di fascia di età 35-65 anni costituiscono il 62% dell'intero campione. Si può notare che il numero di disabili adulti è maggiore rispetto ai disabili minori, e dalle famiglie emerge, tra gli altri, il problema di organizzare il tempo libero dei loro figli, affinché esso sia utile per la socializzazione e l’integrazione dei ragazzi, facendoli sentire parte della comunità in cui vivono. Secondo i dati più accessibili più recenti, relativi alla provincia di Ravenna, sono complessivamente circa 800 i disabili adulti in carico ai servizi nei 3 distretti della Provincia (Fonte: Piani attuativi di zona dei distretti di Ravenna e Faenza 2012). L’Associazione Papa Giovanni XXIII si inserisce nel contesto settoriale, con esperienza pluriennale nell’ambito della disabilità, attraverso due tipologie di strutture che sono la Casa Famiglia e il Centro Diurno. La Casa Famiglia è una struttura preposta all'accoglienza di minori, anche con disabilità, e persone adulte con gravi handicap e/o forme di disagio sociale diversificate. Gli utenti vi possono dimorare anche per tutta la vita e al suo interno le attività strutturate mirano a rispondere ai bisogni specifici del disabile accolto. La casa famiglia è, per definizione, “una convivenza continuativa e stabile di due adulti che si dedicano in maniera totale a svolgere la funzione paterna e materna. Risiedono presso una struttura di civile abitazione e accolgono soggetti diversi per età, genere e stato di disagio, privi di ambiente familiare idoneo, allo scopo di garantire un contesto di vita caratterizzato da un clima di disponibilità affettiva, con rapporti individualizzati, per assicurare sviluppo e maturazione, educazione, mantenimento, assistenza, partecipazione alla vita sociale, ospitalità. Il tutto in una organizzazione della vita quotidiana di tipo familiare. L’accoglienza di diverse tipologie di soggetti è la caratteristica più originale, che rimanda al modello di famiglia allargata.” Le strutture coinvolte nel progetto hanno un’esperienza più che decennale sul campo e offrono alle persone accolte percorsi di riabilitazione educativo-occupazionale, di valorizzazione e potenziamento delle abilità e dell'autonomia personale che favoriscano, quando possibile, i legami con il proprio contesto familiare e sociale di origine, mirando ad un'integrazione profonda e individualizzata del disabile nella società. Le giornate sono caratterizzate dalle azioni di vita quotidiana e partecipazione alla vita dell’Associazione. Il Centro Diurno offre agli utenti attività artigianali, artistiche, teatrali, sportive, ricreative oltre ad attività di sostegno individuale e di gruppo rivolte alle famiglie delle persone accolte. La giornata al centro è composta da momenti scanditi da attività ordinarie e non: accoglienza, suddivisione degli incarichi, laboratori, pranzo, riposo, riordino, pulizia e uscite. Tutti, operatori e utenti, seguono i ritmi del centro e partecipano attivamente al buon funzionamento della struttura. Si cerca di valorizzare le risorse e le potenzialità di ogni persona accolta ponendo l’attenzione sulle sue “abilità” più che sulle sue “inabilità” attraverso percorsi individualizzati volti allo sviluppo dell'autonomia personale e all'integrazione sociale. Nella Provincia di Forlì-Cesena sono presenti 3 Case Famiglia e 1 Centro Diurno. - Casa Famiglia “San Pietro 2” - Casa Famiglia “Sant’Andrea” - Casa Famiglia “Santa Maria Chiara” - Centro Diurno Don Oreste Benzi La Casa famiglia “San Pietro 2” e la Casa Famiglia “Sant’Andrea” sono ubicate vicine e collaborano nell’implementazione delle attività per le persone accolte che manifestano vari

(Allegato 1)

tipi di disagi psichici e fisici. Esse sono specializzate nell’implementazione di attività sportive. Durante l’anno 2014 hanno realizzato, oltre alle attività quotidiane di routine, le seguenti attività:

n. 100 lezioni di nuoto pomeridiani presso la Piscina della Palestra Sport Planet;

n. 50 lezioni di teatro e drammatizzazione;

n. 5 laboratori di artistici;

n. 200 attività pomeridiane di sostegno allo studio;

n. 34 giornate terapeutiche con specialisti in neuro-psichiatria, medici dello sport e operatori sanitari;

n. 25 visite a famiglie bisognose del territorio e per reclutamento\trasporto atleti disabili dal domicilio per allenamenti di basket in carrozzina;

n. 20 incontri territoriali con i Servizi Sociali;

n. 6 incontri di partecipazione a reti di volontariato locale e nazionale;

n. 14 uscite di gruppo in primavera e estate: gite, partecipazione a eventi, manifestazioni, ecc.;

n. 12 uscite di gruppo in montagna o collina, tra maggio-settembre, per attività di trekking con guida autorizzata.

In collaborazione con l’Ass. Sportiva Incontro Senza Barriere:

n. 100 allenamenti di basket in Carrozzina presso la palestra di Vecchiazzano (FC);

n. 6 gare di “corsa sportiva”.

In collaborazione con l’Ass. Judo Club Sakura di Forlì e il sostegno del CIP (comitato italiano paraolimpico):

n. 50 allenamenti di judo nelle scuole del comprensorio forlivese;

Oltre alle attività sopra elencate, nel 2014-2015 sono stati svolti percorsi di apprendimento specifici all’interno sia della Casa Famiglia San Pietro 2, sia all'interno della Casa Famiglia Sant'Andrea. Tra questi è stato utilizzato per la prima volta il metodo d’intervento ABA: si tratta di un metodo di apprendimento cognitivo utilizzato per migliorare la qualità di vita delle persone autistiche, poiché attraverso l’uso di un’agenda giornaliera si trasmette ordine mentale ed emotivo alle persone che vivono uno stato continuo di caos e di disagio. E’ stato attivato inoltre un percorso di apprendimento della scrittura tramite l’ausilio del computer, con i dovuti strumenti di facilitazione per portatori d’handicap, e momenti ben strutturati di attività di svago con giochi logici, adatti per migliorare l’apprendimento logico-linguistico di alcuni soggetti. Gli utenti accolti presentano nella maggior parte dei casi patologie medio-gravi, con difficoltà di movimento, di comunicazione e di relazione e vengono assegnati dai Servizi Sociali del territorio di Cesena con una previsione di permanenza a lungo termine dovuta all’aumento della domanda dei soggetti disabili del territorio e alle difficoltà delle famiglie di portatori di handicap di prendersene carico. Utenti Casa Famiglia “San Pietro 2” La tabella seguente descrive le accoglienze attuali della struttura Casa Famiglia “San Pietro 2” e comprende anche gli utenti seguiti durante le attività sportive di basket in carrozzina gestite in collaborazione con la vicina Casa Famiglia “Sant’Andrea”.

Accolto/Utente Età Provenienza geografica

Disturbo accertato

Entità del disturbo

Permanenza Percorso di accoglienza

Rapporto con la famiglia d'origine

(Allegato 1)

Disabile adulto 39 Ferrara Disabilità psichica

medio grave

Permanente Servizi sociali da minorenne

Nessuno

Disabile adulto 57 Taranto Disabilità psico-fisica

medio-grave

Permanente Atto volontario

sporadico

Disabile adulto 29 Bologna Disabilità fisica

grave Temporanea Servizi sociali da minorenne

sporadico

Squadra di basket in carrozzina: “WHEELCHAIR BASKET FORLI’”

Disabile adulto 31 Forlì/ Romania

Disabilità fisica

medio-grave

Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile adulto 55 Forlì/ Nigeria Disabilità fisica

grave Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile adulto 21 Forlì Disabilità fisica

medio-grave

Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile adulto 31 Ravenna Disabilità fisica

grave Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile adulto 28 Forlì Disabilità fisica

grave Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile adulto 21 Forlì Disabilità psico-fisica

lieve Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile adulto 19 Forlì/ Nigeria Disabilità fisica

medio-grave

Allenamenti e partite

Atto volontario

nessuno

Disabile adulto 26 Forlì Disabilità fisica

grave Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile adulto 36 Forlì Disabilità fisica

grave Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile adulto 20 Forlì/ Albania

Disabilità fisica

grave Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile minore 11 Forlì Disabilità fisica

medio-grave

Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile minore 13 Forlì Disabilità fisica

grave Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile minore 10 Forlì Disabilità fisica

grave Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile adulto 31 Faenza/ Nigeria

Disabilità fisica

grave Allenamenti e partite

Atto volontario

sporadico

Disabile minore 14 Forlì Disabilità fisica

Gravissima Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile minore 14 Forlì Disabilità fisica

Grave Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Disabile minore 11 Forlì Disabilità fisica

Grave Allenamenti e partite

Atto volontario

costante

Tra gli accolti della Casa Famiglia “San Pietro 2”, due hanno disabilità fisiche, uno disabilità

(Allegato 1)

psichiche e due di loro hanno riconosciuta una entità di disturbo medio grave. Gli altri accolti della casa famiglia hanno tutti disabilità fisiche riconosciute ed una entità di disturbo per lo più grave. La maggior parte di essi sono adulti, i minori sono soltanto tre. Sono 17 gli utenti che hanno preso parte alle attività sportive di Basket in carrozzina. Il percorso sportivo intrapreso con “Wheelchair Basket Forlì” è molto importante e di rilievo per tutti i membri della squadra, per le loro famiglie e per gli operatori e allenatori che si occupano di loro. I membri della squadra sono ragazzi/e accolti/e che hanno intrapreso un percorso e frequentano costantemente le due case famiglia che collaborano nella gestione della squadra. La maggior parte degli atleti vivono con le loro famiglie d’origine e partecipano agli allenamenti e alle partite di basket in carrozzina. È molto importante per l’associazione il contatto con le famiglie del territorio che hanno figli disabili, e la possibilità di inserire, questi ultimi, in una rete di attività che gli permettono di esprimere le loro capacità e personalità. Utenti Casa Famiglia “Sant’Andrea” La tabella seguente sintetizza le accoglienze attuali della struttura Casa Famiglia “Sant'Andrea”:

Accolto/Utente Età Provenienza geografica

Disturbo accertato

Entità del disturbo

Permanenza Percorso di accoglienza

Rapporto con la famiglia d'origine

Disabile adulto 24 Forlì-Cesena Disabilità psichica

grave permanente Servizi sociali

Costante

Disabile minore 4 Forlì-Cesena Disabilità fisica

lieve temporanea Servizi sociali

sporadico

Disabile adulto 20 Forlì-Cesena Disabilità psichica

grave permanente Servizi sociali

sporadico

Gli accolti nella casa famiglia “Sant’Andrea” sono 3, accolti in modo permanente, di cui due adulti con disabilità psichica di entità grave. La terza persona è un bambino accolto temporaneamente con disabilità fisica lieve. La Casa Famiglia Santa Maria Chiara, situata nella città di Savignano sul Rubicone, durante l’anno precedente ha svolto le seguenti attività:

- accompagnamento degli utenti nelle attività quotidiane volte al raggiungimento dell’autonomia

- 2 volte a settimana accoglienza di coloro che portano aiuti alla struttura;

- 2 volte a settimana accoglienza di coloro che chiedono aiuto alla struttura;

- 5 giorni a settimana accompagnamento degli accolti al contro diurno;

- 1 giorno a settimana incontro con altre famiglie;

- 1 giorno a settimana partecipazione al coro parrocchiale;

- Partecipazione alla messa domenicale;

- 1 volta al mese organizzazione a uscite sul territorio;

- Partecipazione alle attività ed eventi presenti sul territorio (feste paesane, attività teatrali, fiere).

Per l’organizzazione e la partecipazione alle diverse attività la struttura si avvale della collaborazione del gruppo scout di Bellaria che svolge servizio all’interno della casa famiglia, dell’Associazione “Qualcosa di grande per i piccoli” che porta aiuti di vario tipo (ad esempio legna e vestiario), e della parrocchia di Fiumicino con la quale sviluppa piccoli progetti di

(Allegato 1)

sostegno alle famiglie in difficoltà. Nella struttura sono accolti i seguenti utenti:

Accolto: utente

Età Provenienza geografica

Disturbo accertato

Entità del disturbo

Permanenza Percorso dell'accoglienza

Rapporto con la famiglia d’origine

Disabile adulto

33 anni

Puglia schizofrenia e ritardo m.

medio/grave indeterminata illimitato Annuale

Disabile adulto

69 anni

Romagna oligofrenia medio/grave indeterminata illimitato Nullo

Disabile adulto

27 anni

Puglia schizofrenia grave indeterminata illimitato nullo

Disabile adulto

23 Puglia Ritardo mentale, disturbo relazionale

Lieve Indeterminata illimitato nullo

Il Centro Diurno socio riabilitativo “Don Oreste Benzi” è nato nel 1998. Il centro ha lunga esperienza in questo ambito e accoglie sia di soggetti con disabilità grave, per i quali si propone di creare un ambiente ottimale per il mantenimento e lo sviluppo delle abilità esistenti, sia soggetti con disabilità più lieve, con i quali intende realizzare progetti di “crescita” che possono spingersi fino a una fase d’iniziazione al lavoro. Il Centro è strettamente collegato al territorio tramite convenzione con l’ufficio disabili adulti dell’Ausl di Cesena. Inoltre, è inserito nel piano di accreditamento provvisorio della Regione Emilia Romagna: intrattiene dunque costanti rapporti professionali con la Regione ed i relativi rappresentati sul territorio al momento della fissazione, ogni sei mesi, del contratto di servizio. L’ufficio disabili adulti è il principale organo di raccordo tra il centro diurno e le famiglie degli utenti del centro e di eventuali nuovi aspiranti utenti. Oltretutto è l’organo che si occupa di verificare le presenze mensili e di accordarsi con il coordinatore sulle nuove accoglienze, gli inserimenti estivi e qualsiasi altro stage per portatori di handicap. Nel corso dell’anno il centro diurno svolge le attività in collaborazione con il bar “Esquisito”, con le parrocchie di San Mauro e Case Finali, con le scuole superiori di Cesena e con il Centro di ippoterapia “Equilandia”. Nel corso dell’anno 2014 sono state realizzate, oltre alle attività quotidiane di routine, le seguenti attività:

- n. 100 lezioni di Musico Terapia; - n. 50 lezioni pomeridiane di nuoto presso la Piscina Comunale di Cesena; - n. 50 lezioni di teatro e drammatizzazione; - n. 50 lezioni di mosaico; - n. 50 sedute di fisioterapia; - n. 5 laboratori (50 lezioni) artistici di pittura e lavorazione del gesso; - n. 100 ore di laboratorio di informatica applicata alla facilitazione della

comunicazione; - n. corso di ippoterapia presso il Centro di ippoterapia “Equilandia”; - n. 24 uscite di gruppo durante il periodo primaverile ed estivo: gite, partecipazione a

eventi, manifestazioni, ecc.; - n. 8 uscite di gruppo al mare, periodo luglio-agosto, in spiaggia attrezzata di Pinarella

di Cervia, con attività ludiche e ricreative;

(Allegato 1)

- n. 1 settimana di soggiorno montano di gruppo, nel periodo estivo, ad Alba di Canazei (TN) presso l’albergo “Madonna delle Vette” dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.

La tabella seguente descrive le accoglienze della struttura.

Accolto/ utente

Età Provenienza geografica

Disturbo accertato Entità del disturbo

Rapporto con la famiglia di origine

Disabile adulto

29 CESENA SINDROME RETT A STABILE

Disabile adulto

35 SAN MAURO P. SINDROME PRADE-WILLY B STABILE

Disabile adulto

39 CESENA TETRAPARESI SPASTICA, AUTISMO

B STABILE

Disabile adulto

40 RONCOFR. ENCEFALOPATIA EPILETTICA, RITARDO

B STABILE

Disabile adulto

43 SAVIGNANO SCLEROSI MULTIPLA B STABILE

Disabile adulto

55 GAMBETTOLA ARTRITE REUMATOIDE, CARDIOPATICA

B STABILE

Disabile adulto

55 RONCOFR. TETRAPARESI SPASTICA B STABILE

Disabile adulto

56 CESENATICO TOTALE MANCANZA DI AUTONOMIA,CELEBROPATIA EPILETTICA

A STABILE

Disabile adulto

27 CESENA GRAVE RITARDO CON FORTE COMPONENTE RELAZIONALE

B STABILE

Disabile adulto

22 CESENA SINDROME DISGENETICA, RITARDO

B STABILE

Disabile adulto

50 CESENA GRAVE DEFICIT PSICHI.E MOT. POST-TRAUMATICO

C STABILE

Disabile adulto

23 CESENA TETRAPARESI SPASTICA,ENCEFALOPATIA EPILETTICA

B STABILE

Disabile adulto

29 CESENA DEFICIT NEURO-MOT VISIVO RITARDO MENTALE

B STABILE

Disabile minore

17 CESENA ENCEFALOPATIA NEO NATALE RITARDO COMP.AUTISTICI

B STABILE

Gli utenti accolti presentano nella maggior parte dei casi patologie medio-gravi, con difficoltà di movimento, di comunicazione e di relazione e vengono assegnati dai Servizi Sociali del territorio di Cesena con una previsione di permanenza a lungo termine dovuta all’aumento della domanda dei soggetti disabili del territorio e alle difficoltà delle famiglie di portatori di

(Allegato 1)

handicap di prendersene carico. Le strutture dell’associazione cercano di intercettare, ascoltare e rispondere con attenzione ai bisogni specifici dei disabili e delle loro famiglie nel territorio locale. Alla fine dell’anno sportivo gli operatori delle strutture progettuali sono stati molto contenti dei risultati ottenuti con il percorso del Basket in carrozzina in quanto esso, oltre alle finalità di promozione del benessere psico-fisico della persona con disabilità, ha tentato di promuovere la socializzazione, la relazione con gli altri, la creazione di nuove amicizie attraverso dalla condivisione del cammino sportivo. Infatti accade molto spesso che persone costrette sulla sedia a rotelle, specialmente da esito post-traumatico, perdano gli stimoli alla vita sociale e finiscano per stare chiuse in casa, senza alcun tipo di interesse e relazioni. La pratica di uno sport di squadra, quale il basket, pertanto, può contribuire alla riorganizzazione della personalità, cioè dell’area cognitiva, corporea, affettiva e relazionale. Nei colloqui con i ragazzi/e che hanno fatto parte della squadra di Basket in carrozzina “Wheelchair Forlì” è venuto alla luce che:

- l’84% dei giocatori chiedono di aumentare le ore di allenamento mensili in vista delle numerose competizioni del prossimo anno;

- l’11% dei giocatori chiede di organizzare più attività ricreative di squadra, le quali permettono di aumentare l’affiatamento tra i membri della squadra quindi migliorare anche sul campo di gioco;

- il 5% dei giocatori vuole imparare un altro sport (molto quotato il tennis).

Le famiglie degli utenti accolti, invece, hanno partecipato ad un questionario sulle attività dalle strutture progettuali e dall’insieme dei servizi territoriali riguardanti la disabilità. Da questi è emerso che:

- il 76% delle famiglie ha visto diminuire i processo di integrazione del proprio figlio/a;

- il 13% delle famiglie richiedono attività ludiche e ricreative con la possibilità di un maggior coinvolgimento di coetanei volontari a disposizione per rafforzare l’integrazione oltre le ore scolastiche (per i giovani disabili) e oltre la vita quotidiana (per i disabili adulti);

- il 9% delle famiglie chiede la partecipazione l’aiuto da parte di volontari nel partecipare ad eventi cittadini pubblici;

- il 2% delle famiglie chiedono il coinvolgimento di persone normodotate nelle attività proposte.

Nonostante l’Ente cerchi sempre di dare risposte positive a tali richieste a volte ciò non è possibile a causa di problemi organizzativi e/o strutturali o a causa di mancanza di risorse umane. Infatti, nonostante una considerevole presenza di volontari, il disabile richiede spesso la presenza di un volontario dedicato per lo svolgimento delle attività terapeutiche e socializzanti. Anche nella Provincia di Ravenna l’Associazione Papa Giovanni XXIII è a disposizione della disabilità attraverso la Casa Famiglia e il Centro Diurno. - Casa Famiglia “San Giovanni Bosco” - Casa Famiglia “Santi Angeli Custodi” - Casa Famiglia “Don Oreste Benzi” - Casa Famiglia “Santa Teresa del Bambin Gesù” - Laboratorio “San Francesco”

(Allegato 1)

La Casa Famiglia “San Giovanni Bosco”, presente nel territorio faentino dal 1994, nel 2014 ha realizzato le seguenti attività:

- attività assistenziali rivolte agli accolti; - attività settimanali di mantenimento delle capacità residue; - visite di sostegno settimanali a 1 famiglia con disabile fisico di Faenza; - sostegno nei week end, nei periodi di vacanza a 1 famiglia con disabile psichico (donna

anziana con Alzheimer) di Faenza; - realizzazione, sostegno, partecipazione alle attività di un progetto pedagogico

individuale su una disabile accolta, con il supporto di “Si può fare”; - partecipazione al gruppo di sostegno, alle attività e formazioni del gruppo “autismo

Faenza”; - realizzazione di uscite ricreative settimanali per gli accolti; - partecipazione a campi estivi e periodi di vacanza con gruppi scout, parrocchiali; - partecipazione alle attività di teatro, con messa in atto di una scena tenutasi presso il

teatro parrocchiale in due serate; - accompagnamento di 3 disabili alle lezioni settimanali dei corsi di nuoto organizzati

dall'Associazione Sportiva Disabili di Faenza e gare a livello comunale, provinciale e regionale

- incontri periodici con Servizi Sociali di riferimento, con gli educatori e il personale dei Centri diurni, occupazionali, laboratori;

- Partecipazione a vacanze al mare con l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII; - accompagnamento e supporto di famiglie affidatarie che hanno in affido minori disabili

e/o hanno in carico familiari con disabilità. La casa Famiglia “San Giovanni Bosco” attualmente accoglie le persone riportate nella seguente tabella.

Accolto/ utente

Età

Provenienza geografica

Disturbo accertato

Entità del disturbo

Permanenza Percorso dell'accoglienza

Rapporto con la famiglia di origine

Disabile 21 Ravenna Ritardo cognitivo comportamento

Medio Lungo termine

Inserimento Servi sociali

Mensile

Disabile 35 Padova Autismo Grave Lungo termine

Inserimento Servi sociali

Semestrale

Disabile 19 Faenza Ritardo cognitivo comportamento

Grave Adottato Adottato Vive col padre adottivo. Resp. della casa

Disabile 56 Ferrara Schizzofrenia Medio grave

Lungo termine

Inserimento Servi sociali

Nullo

Disabile diurno

50 Faenza Ritardo, disagio familiare

Lieve Lungo termine

Inserimento Servi sociali

Costante

I 7 utenti accolti nella Casa Famiglia “San Giovanni Bosco” sono adulti, la maggior parte di essi presenta una patologia medio-grave, con di sturbi alla capacità motoria e relazionale. Un utente frequenta la scuola superiore, gli altri partecipano alle attività del Laboratorio “San Francesco” o altri centri diurni.

(Allegato 1)

La Casa Famiglia “Santi Angeli Custodi”, presente nel territorio di Russi dal 1996, nel 2014 ha realizzato le seguenti attività:

- attività assistenziali quotidiane rivolte agli accolti;

- accompagnamento di 3 disabili (di cui 1 minore) alle lezioni di nuoto a cadenza settimanale organizzati dall'Associazione Sportiva Disabili di Faenza;

- accompagnamento settimanale alle attività sportive;

- realizzazione di uscite ricreative settimanali per gli accolti;

- partecipazione a campi estivi e periodi di vacanza con gruppi scout, parrocchiali;

- organizzazione e gestione del servizio raccolta indumenti usati

- partecipazione a vacanze al mare con l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII;

- sostegno alle persone bisognose del territorio che si rivolgono direttamente alla casa famiglia o per interposte persone;

- accompagnamento e supporto di famiglie affidatarie che hanno in affido minori disabili e/o hanno in carico familiari con disabilità.

La Tabella sottostante rappresenta le persone al momento sono accolte nella Casa Famiglia “Santi Angeli Custodi”.

Accolto/ Utente

Età Provenienza geografica

Disturbo accertato

Entità del disturbo

Permanenza Attenzioni particolari all’utente

Rapporto con la famiglia d’origine

Minore 6 Faenza Encefalopatia multicistica su asfiscia prenatale

Grave Da 6 anni Da accompagnare in tutto

Saltuario 1 o 2 volte al mese

Adulto 38 Russi Paraparesi spastica evolutiva da probabile SCA

Medio grave

Da 13 anni Da sostenere accompagnare mediare

nessuno

Adulto 21 Ravenna Ritardo cognitivo e relazionale

Medio Da 16 anni Da sostenere stimolare

Due volte al mese

Minore 10 Faenza Disturbo del comportamento

Lieve Da 6 anni Da contenere Due volte al mese

Adulto 20 Ravenna Nessuno Lieve Da 2 anni Da stimolare all’autonomia

Nessuno, raramente i fratelli

In questa struttura, casa famiglia “Santi Angeli Custodi” due utenti su cinque sono minorenni e frequentano uno la scuola materna e l’altro la scuola elementare. Gli altri tre utenti sono adulti, uno di questi frequenta un centro diurno e uno l’ultimo anno di scuola superiore. L’ultimo non partecipa ad attività esterne alla struttura. La casa famiglia “Don Oreste Benzi”, presente nel territorio ravennate, nel 2014 ha realizzato le seguenti attività:

- attività assistenziali quotidiane rivolte agli accolti; - realizzazione di uscite ricreative settimanali per gli accolti; - partecipazione a campi estivi e periodi di vacanza con gruppi scout, parrocchiali per 2

(Allegato 1)

disabili; - partecipazione al gruppo di sostegno e alle attività dell'Associazione Autismo

Ravenna; - supporto nei compiti per 2 h al giorno; - esercizi bisettimanali specifici per la stimolazione visiva ed approcci al linguaggio; - incontri periodici con Servizi Sociali di riferimento; - accompagnamento di 2 disabili alle attività parrocchiali e dello scoutismo; - accompagnamento 1 volta la settimana alla Piscina Comunale per il corso di nuoto per

disabili; - partecipazione a vacanze al mare e in montagna con l'Associazione Comunità Papa

Giovanni XXIII; - animazione delle attività del Santuario annesso alla casa famiglia; - accoglienza di gruppi scout che fanno esperienza nella casa famiglia; - collaborazione con la Caritas per il ritiro e consegna di alimenti e vestiario; - accompagnamento e supporto di famiglie affidatarie di minori disabili.

Di seguito una tabella che riassume gli accolti della casa famiglia “Don Oreste Benzi”.

Accolto/Utente Età Provenienza geografica

Disturbo accertato

Entità del disturbo

Inizio dell’accoglienza

Rapporto con la famiglia d’origine

Minore 13

Ex Jugoslavia down autismo

grave

2003 incontri vigilati con madre

Minore 9 Italia

paralisi cerebrale infantile

grave 2009 incontri vigilati quindicinali con padre

Adulto 26 Romania

ritardo cognitivo

medio 2008 nessuno

Adulto 51 Italia oligofrenia grave 2011 nessuno

La casa famiglia “Don Oreste Benzi” accoglie 4 utenti. La maggior parte degli utenti presenta una disabilità grave, con problemi di apprendimento e movimento. Due di essi sono minorenni ed hanno un rapporto debole con la famiglia d’origine. Gli altri due accolti sono adulti e non hanno alcun rapporto con le proprie famiglie. La struttura di Casa famiglia “Santa Teresa del Bambin Gesù”, presente dal 1994 nel territorio lughese, nel 2014 ha realizzato le seguenti attività:

- 1 uscita settimanale di tipo ricreativo (passeggiate all’aperto);

- partecipazione alle esperienze estive con gruppi scout;

- 5 giorni a settimana aiuto pomeridiano nei compiti scolastici;

- 1 volta a settimana accompagnamento alle attività parrocchiali ;

- 1 volt a settimana accompagnamento alle attività proposte dal gruppo scout;

- 3 volte a settimana accompagnamento alle attività sportive;

- 1 volta al mese realizzazione di incontri con altre famiglie;

- partecipazione a vacanze al mare e in montagna con l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.

(Allegato 1)

Accolto/ utente

Età

Provenienza geografica

Disturbo accertato Entità del disturbo

Permanenza Percorso dell'accoglienza

Rapporto con la famiglia di origine

Disabile 16 Forli Dislessia discalculia e difficolta dell’apprendimento

Affido Inseriti in casa famiglia

Costante mensile

Ragazzo 20 Albania Sindrome di down Medio Adottato Adottato Vive con la resp della casa.

Disabile 14 Forli Dislessia discalculia e difficolta dell’apprendimento

Affido Inseriti in casa famiglia

Costante mensile

Profugo 16 Gambia Rifugiato politico Grave In esame Incerto Telefonici

Ragazza Liberate dalla tratta

18 anni

Nigeria/est Emarginazione Disadattamento sociale

Lieve Medio lungo A progetto di re-inserimento sociale

Nullo

Ragazza Liberate dalla tratta

35 anni

Nigeria/est Emarginazione Disadattamento sociale

Lieve Medio lungo A progetto di re-inserimento sociale

Nullo

Il Laboratorio “San Francesco”, presente dal 2006 ad Albereto, territorio situato nelle vicinanze di Russi, Ravenna e Faenza, nel 2014 ha realizzato le seguenti attività:

- attività di tipo occupazionale (assemblaggio di materiale diverso per conto terzi, guidato e assistito da operatori) 3h al giorno dal lunedì al venerdì;

- attività ludico- ricreative settimanali;

- n. 1 laboratorio di informatica due volte alla settimana;

- n. 1 laboratorio di ceramica a cadenza settimanale;

- n. 1 laboratorio di disegno a cadenza settimanale;

- attività di psicomotricità una volta a settimana;

- partecipazione ad eventi organizzati dalla cooperazione territoriale;

- partecipazione ad eventi organizzati dall'associazione (eventi sportivi, teatrali e artistici, mostre..);

- organizzazione di eventi che coinvolgevano i familiari delle persone accolte;

- incontri periodici con Servizi Sociali di riferimento, con le famiglie degli utenti;

- organizzazione di momenti di convivialità con le famiglie, i membri dell'Associazione, i conoscenti del Laboratorio, alcuni disabili che hanno partecipato in precedenza alle attività del Laboratorio.

Il Laboratorio “San Francesco” accoglie 12 disabili:

Accolto/ utente

Età

Provenienza geografica

Disturbo accertato

Entità del disturbo

Permanenza Percorso dell'accoglienza

Rapporto con la famiglia di origine

Disabile 39 Forlì Ritardo mendale Medio A lungo Inserimento Nullo

(Allegato 1)

con turbe del comportamento

grave termine Servizi sociali

Disabile 21 Faenza Ritardo cognitivo comportamentale

Medio A lungo termine

Inserimento Servizi sociali

Mensile

Disabile 23 Faenza Ritardo cognitivo comportamentale

Lieve A lungo termine

Inserimento Servizi sociali

Sporadico

Disabile 51 Ravenna Oligofrenia Grave Accolto dal 2011

Inserimento Servizi sociali

Nessuno

Disabile 27 Vive Ravenna ma(Romania)

Ritardo cognitivo Medio Accolta dal 2008

Progetti di liberte dalla tratta

Nessuno

Disabile 50 Gambellara (RA)

Down Grave A lungo termine

Inserimento Servizi sociali

Mensile

All’interno delle strutture delle diverse province le attività svolte nell’anno precedente sono riportate nella tabella di seguito.

Attività svolte dalle strutture della provincia di Forlì-Cesena

Attività svolte dalle strutture della provincia di Ravenna

- n. 100 lezioni di nuoto pomeridiani presso la Piscina della Palestra Sport Planet;

- n. 50 lezioni di teatro e drammatizzazione;

- n. 5 laboratori di artistici; - n. 200 attività pomeridiane di sostegno

allo studio; - n. 34 giornate terapeutiche con

specialisti in neuro-psichiatria, medici dello sport e operatori sanitari;

- n. 25 visite a famiglie bisognose del territorio e per reclutamento\trasporto atleti disabili dal domicilio per allenamenti di basket in carrozzina;

- n. 20 incontri territoriali con i Servizi Sociali;

- n. 6 incontri di partecipazione a reti di volontariato locale e nazionale;

- n. 14 uscite di gruppo in primavera e estate: gite, partecipazione a eventi, manifestazioni, ecc.;

- n. 12 uscite di gruppo in montagna o collina, tra maggio-settembre, per attività di trekking con guida autorizzata.

- n. 100 allenamenti di basket in Carrozzina presso la palestra di Vecchiazzano (FC);

- n. 6 gare di “corsa sportiva”; - n. 50 allenamenti di judo nelle scuole

del comprensorio forlivese; - Percorsi di apprendimento specifico,

METODO ABA; - accompagnamento degli utenti nelle

attività quotidiane volte al raggiungimento dell’autonomia;

- attività assistenziali rivolte agli accolti; - attività settimanali di mantenimento delle

capacità residue; - visite di sostegno settimanali a 1 famiglia con

disabile fisico di Faenza; - sostegno nei week end, nei periodi di vacanza a

1 famiglia con disabile psichico (donna anziana con Alzheimer) di Faenza;

- realizzazione, sostegno, partecipazione alle attività di un progetto pedagogico individuale su una disabile accolta, con il supporto di “Si può fare”;

- partecipazione al gruppo di sostegno, alle attività e formazioni del gruppo “autismo Faenza”;

- realizzazione di uscite ricreative settimanali per gli accolti;

- partecipazione a campi estivi e periodi di vacanza con gruppi scout, parrocchiali;

- partecipazione alle attività di teatro, con messa in atto di una scena tenutasi presso il teatro parrocchiale in due serate;

- accompagnamento di 3 disabili alle lezioni settimanali dei corsi di nuoto organizzati dall'Associazione Sportiva Disabili di Faenza e gare a livello comunale, provinciale e regionale

- incontri periodici con Servizi Sociali di riferimento, con gli educatori e il personale dei Centri diurni, occupazionali, laboratori;

- Partecipazione a vacanze al mare con l'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII;

- accompagnamento e supporto di famiglie affidatarie che hanno in affido minori disabili e/o hanno in carico familiari con disabilità.

- attività assistenziali quotidiane rivolte agli accolti;

- accompagnamento di 3 disabili (di cui 1 minore)

(Allegato 1)

- 2 volte a settimana accoglienza di coloro che portano aiuti alla struttura;

- 2 volte a settimana accoglienza di coloro che chiedono aiuto alla struttura;

- 5 giorni a settimana accompagnamento degli accolti al contro diurno;

- 1 giorno a settimana incontro con altre famiglie;

- 1 giorno a settimana partecipazione al coro parrocchiale;

- Partecipazione alla messa domenicale;

- Partecipazione alle attività ed eventi presenti sul territorio (feste paesane, attività teatrali, fiere);

- n. 100 lezioni di Musico Terapia;

- n. 50 lezioni pomeridiane di nuoto presso la Piscina Comunale di Cesena;

- n. 50 lezioni di teatro e drammatizzazione;

- n. 50 lezioni di mosaico;

- n. 50 sedute di fisioterapia;

- n. 5 laboratori (50 lezioni) artistici di pittura e lavorazione del gesso;

- n. 100 ore di laboratorio di informatica applicata alla facilitazione della comunicazione;

- n. corso di ippoterapia presso il Centro di ippoterapia “Equilandia”;

- n. 24 uscite di gruppo sul territorio durante il periodo primaverile ed estivo;

- n. 8 uscite di gruppo al mare, periodo luglio-agosto, in spiaggia attrezzata di Pinarella di Cervia, con attività ludiche e ricreative;

- n. 1 settimana di soggiorno montano di gruppo, nel periodo estivo, ad Alba di Canazei (TN) presso l’albergo “Madonna delle Vette” dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII.

alle lezioni di nuoto a cadenza settimanale organizzati dall'Associazione Sportiva Disabili di Faenza;

- accompagnamento settimanale alle attività sportive;

- organizzazione e gestione del servizio raccolta indumenti usati

- sostegno alle persone bisognose del territorio che si rivolgono direttamente alla casa famiglia o per interposte persone;

- realizzazione di uscite ricreative settimanali per gli accolti;

- partecipazione al gruppo di sostegno e alle attività dell'Associazione Autismo Ravenna;

- supporto nei compiti per 2 h al giorno;

- esercizi bisettimanali specifici per la stimolazione visiva ed approcci al linguaggio;

- accompagnamento di 2 disabili alle attività parrocchiali e dello scoutismo;

- accompagnamento 1 volta la settimana alla Piscina Comunale per il corso di nuoto per disabili;

- animazione delle attività del Santuario annesso alla casa famiglia;

- accoglienza di gruppi scout che fanno esperienza nella casa famiglia;

- collaborazione con la Caritas per il ritiro e consegna di alimenti e vestiario;

- accompagnamento e supporto di famiglie affidatarie di minori disabili.

- 1 uscita settimanale di tipo ricreativo (passeggiate all’aperto);

- 5 giorni a settimana aiuto pomeridiano nei compiti scolastici;

- 3 volte a settimana accompagnamento alle attività sportive;

- 1 volta al mese realizzazione di incontri con altre famiglie;

- attività di tipo occupazionale (assemblaggio di materiale diverso per conto terzi, guidato e assistito da operatori) 3h al giorno dal lunedì al venerdì;

- attività ludico- ricreative settimanali;

- n. 1 laboratorio di informatica due volte alla settimana;

- n. 1 laboratorio di ceramica a cadenza settimanale;

- n. 1 laboratorio di disegno a cadenza settimanale;

- attività di psicomotricità una volta a settimana;

- organizzazione di eventi che coinvolgevano i familiari delle persone accolte; incontri periodici con Servizi Sociali di riferimento, con le famiglie degli utenti;

- organizzazione di momenti di convivialità con le famiglie, i membri dell'Associazione, i conoscenti del Laboratorio, alcuni disabili che

(Allegato 1)

hanno partecipato in precedenza alle attività del Laboratorio.

Spesso le disabilità (siano esse psichiche, fisiche o entrambe) sono correlate a un disagio sociale o a problematiche familiari, per i quali vengono offerte diverse risposte. La risposta data attraverso l'accoglienza presso strutture della nostra Associazione è per lo più continuativa e con una durata del progetto da considerarsi a medio-lungo termine. Le richieste di accoglienza, di supporto, sostegno ed ascolto di persone con disabilità, provengono generalmente dai Servizi Sociali Territoriali; avvengono anche vari contatti da parte della persona interessata, da familiari, da amici o conoscenti, da tutori/amministratori di sostegno, da Parrocchie, da altri Enti o Associazioni e per richieste interne all'Associazione stessa che necessitano di un allontanamento dal luogo di provenienza, o di una diversa modulazione della risposta che viene data al disabile. Nella Provincia di Ravenna il numero dei disabili adulti accolti nelle strutture progettuali è elevato. Purtroppo il disagio socio-relazionale è molto preoccupante perché non permette ai disabili adulti di integrarsi ed essere coinvolti nella vita della comunità. Sono obbligati a rimanere nel circuito familiare, che può venire a mancare quando i genitori sono anziani o rimangono anche loro soli e bisognosi di cure. Le opportunità di relazione che possono offrire le famiglie da sole sono sempre minori rispetto a quelle messe a disposizione dai servizi territoriali. Ad aggiungersi a questa situazione c’è il bisogno dell’accoglienza permanente. Essa va oltre le sole ore pomeridiane, ma si tratta di un’accoglienza ed assistenza nella totalità della vita degli utenti, con la possibilità di essere accuditi e sostenuti per tutto il resto della vita. Nel corso del primo semestre del 2015 gli operatori dell’associazione hanno somministrato un questionario per valutare le necessità delle famiglie dei disabili accolti dalle strutture. Dall’analisi è emerso che:

- il 79% delle famiglie è preoccupato per il “Dopo di noi”;

- il 9 % delle famiglie richiede accoglienza residenziale;

- il 7% delle famiglie richiede partecipazione a esperienze di condivisione;

- il 5% delle famiglie chiede di aumentare i servizi di trasporto.

Il 79% delle famiglie dei disabili che hanno partecipato alla valutazione, hanno espresso proprio la necessità di accompagnare e sostenere le famiglie stesse che sono sempre più anziane e non riescono a prendersi cura dei membri disabili adulti. Disabili che hanno bisogno di essere seguiti in modi differenziati secondo le loro caratteristiche e aspettative personali; necessitano di un luogo in cui poter esprimere le proprie potenzialità attraverso molteplici attività che favoriscono la socializzazione e l’integrazione per evitare l’isolamento e la marginalità che spesso affliggono i disabili e le loro famiglie. DESCRIZIONE DEL BISOGNO GENERALE Dai documenti dei Piani di zona della zona dei Distretti sanitari di Ravenna, Forlì-Cesena emergono i seguenti bisogni emergenti: - aumento delle famiglie monoparentali in età avanzata che non riescono ad accudire i propri figli; - maggior numero di famiglie in difficoltà per l’assistenza a familiari disabili o anziani non autosufficienti; - aumento del numero di disabili soli.

(Allegato 1)

INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO In conclusione, alla luce dei dati emersi dal contesto e alla luce dell'esperienza delle strutture sedi di attuazione del progetto, esse intendono rispondere ai seguenti bisogni specifici, così sintetizzati:

BISOGNO SPECIFICO 1

Rallentamento del processo di integrazione e socializzazione dei disabili accolti nelle strutture dell’associazione nella Provincia Forlì-Cesena (il 76% delle famiglie ha visto diminuire il processo di integrazione del proprio figlio/a).

BISOGNO SPECIFICO 2

Necessità di accompagnare e sostenere le famiglie più anziane e quelle che non riescono a prendersi cura dei membri disabili adulti (Il 79% delle famiglie dei disabili accolti nelle strutture progettuali della Provincia di Ravenna è preoccupato “DOPO DI NOI”).

DESTINATARI DEL PROGETTO

- n. 71 disabili adulti e minori, attualmente inseriti nelle strutture progettuali di cui 40 nella Provincia di Forlì-Cesena e 31 nella Provincia di Ravenna.

INDIVIDUAZIONE E IDENTIFICAZIONE DEI BENEFICIARI

- Le famiglie di provenienza dei disabili, che avranno la garanzia che i figli saranno seguiti ed accuditi in maniera adeguata e verranno seguite tutte quelle strategie atte ad un adeguato inserimento sociale;

- I Comuni di provenienza dei disabili, che avranno la garanzia dell’attuazione del “dopo di noi”, che permette di aiutare le famiglie in difficoltà;

- I servizi sociali del piano di zona delle sedi progettuali, che si alleggeriranno delle continue e pressanti richieste di vario genere che molto spesso gli utenti stessi perpetuano per lunghi periodi;

- Le associazioni di volontariato che operano nel settore della disabilità;

- Le Parrocchie dei territori in cui sono presenti le strutture del progetto, essendo spesso luogo di incontro e di relazione sociale per gli utenti, beneficeranno dall’integrazione degli stessi.

DOMANDA DEI SERVIZI ANALOGHI

Rispetto ai disabili adulti e minori, dai piani di zona si evincono le seguenti richieste di servizi analoghi:

- il graduale aumento dell’età media dei disabili mette in difficoltà i genitori anziani che faticano a prendersene cura. E’ necessario sviluppare progetto sul “Dopo di noi” e sollevare il più possibile i genitori anziani in difficoltà;

- è necessario garantire l’inserimento nel mondo del lavoro di quei disabili medio-lievi che escono dalle scuole a cui non sempre il territorio riesce a offrire un impiego.

- qualificare il servizio di sostegno dei disabili a scuola, e formare maggiormente il

(Allegato 1)

personale addetto al sostegno scolastico;

- avviare nelle scuole attività di integrazione e solidarietà sociale, per garantire ai disabili un ambiente dignitoso e positivo;

- potenziamento del trasporto gratuito presso i Centri Diurni dislocati sul territorio del ravennate, in particolare per i residenti nel Comune di Russi, e Lugo.

- Carenza di risorse umane professionali in ambito territoriale (in particolare O.S.S. e Educatori Professionali), per la presa in carico di adulti disabili.

- Bisogno di supporto psicologico alle famiglie dei disabili inseriti, o in fase di inserimento, presso i Centri Diurni e/o Residenziali.

- la necessità di promuovere la socializzazione, l’aggregazione e il protagonismo dei giovani disabili contrastando la solitudine, anche delle famiglie;

- la necessità di aumentare l’offerta di posti in strutture residenziali a dimensione familiare (case famiglia) e semi residenziali (centri diurni) per disabili;

- la necessità di aumentare l’offerta di attività sportive, ricreative e culturali accessibili ai giovani disabili.

OFFERTA DEI SERVIZI ANALOGHI Dall’analisi dell’offerta di servizi analoghi emerge una rete piuttosto funzionale di enti che offrono servizi socio-riabilitativa di tipo residenziale e/o diurno ma si tratta comunque di un’offerta che non esaurisce la domanda; inoltre manca un intervento mirato all’integrazione attraverso le attività sportive, ricreative e la cura del tempo libero che favoriscono la socialità.

PROVINCIA ENTE TIPOLOGIA N. POSTI

FOR

LI’ C

ESEN

A

O.P. Ospedale "G. Zauli"

Offre Centro Socio Riabilitativo – Residenziale per disabili Offre Centro Diurno per disabili

12 posti letto 3 posti diurni

Coop. Lamberto Valli

Offre Centro Socio Riabilitativo – Residenziale per disabili Offre Centro Diurno per disabili

8 posti letto 2 posti letto per il pronto soccorso 18 posti diurni

Coop. Kara Bobowski

Offre Centro Socio Riabilitativo – Residenziale per disabili Offre Centro Diurno per disabili

5 posti letto 2 posti letto di emergenza 5 posti diurni

Fondazione Opera Don Pippo

Offre Centro Socio Riabilitativo – Residenziale per disabili Offre Centro Diurno per disabili

18 posti letto 14 posti diurni

CAD Coop. Sociale

Centro socio-riabilitativo diurno per disabili

46 posti diurni

Ass. Silenziosi Operai della Croce

Centro socio-riabilitativo diurno per disabili Centro socio-riabilitativo residenziale per disabili

20 posti diurni 6 posti letto

(Allegato 1)

Coop. Il Cammino

Centro socio-riabilitativo diurno per disabili

29 posti diurni

RA

VEN

NA

Casa del Sole Centro diurno Centro residenziale

16 posti 13 posti

I Tigli Centro diurno Centro residenziale

3 posti 12 posti

Il sentiero Centro diurno occupazionale 21posti

Lampada Aladino

Centro diurno occupazionale 20 posti

Ceff laboratorio

Centro diurno occupazionale 13 posti

Cimatti Centro diurno 1 posto

Il Fiordaliso Centro diurno 3 posti

INDICATORI DI CONTESTO

- N. attività assistenziali quotidiane;

- N. attività ludico-ricreative;

- N. attività sportive;

- N. inserimenti in progetti di sviluppo dell’autonomia;

- N. inserimenti nelle proposte della comunità locale;

- N. disabili sostenuti sul territorio dall’associazione;

- N. attività di mantenimento capacità residue;

- N. attività svolte dalle sedi progettuali;

- N. di destinatari utenti nelle sedi progettuali;

- N. disabili adulti sostenuti dall’associazione.

7) Obiettivi del progetto:

BISOGNO SPECIFICO DEL CONTESTO: Il Bisogno emerso dal contesto è un rallentamento del processo di integrazione e socializzazione dei 40 disabili accolti nelle strutture dell’Associazione nella Provincia di Forlì-Cesena (il 76% delle famiglie ha visto diminuire il processo di integrazione del proprio figlio/a).

OBIETTIVO SPECIFICO 1: Aumentare e potenziare le attività sportive, ludiche, ricreative, culturali ed educative promuovendo l’integrazione e la socializzazione dei 40 disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Forlì-Cesena.

INDICATORI

DI RISULTATO RISULTATI ATTESI

- Incremento del 20% delle attività sportive. - Incremento del 20% delle attività ludiche. - Valutazione positiva del 30 % dei disabili

rispetto ai progressi susseguiti attraverso lo sport.

- 2 ore in più al mese di allenamenti di

basket in carrozzina. - Per 15 disabili migliorate le abilità socio-

relazionali. - Migliorate capacità motorie di 14 disabili.

BISOGNO SPECIFICO DEL CONTESTO: Il Bisogno emerso dall’analisi del contesto della Provincia di Ravenna è quello di accompagnare e sostenere le famiglie più anziane e quelle che non riescono a prendersi cura dei membri disabili adulti preparando le ad affrontare il “Dopo di noi”( il 79% delle famiglie è preoccupato per il “Dopo di noi”).

OBIETTIVO SPECIFICO 2: Aumentare le attività volte all’autonomia e all’integrazione dei 31 disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Ravenna, sollevando le famiglie e preparandole ad affrontare il “Dopo di noi”.

INDICATORI

DI RISULTATO RISULTATI ATTESI

- Aumento del 25% delle attività ludico

ricreative e sportive. - Aumento del 10% dei laboratori

ricreativi realizzati nel Laboratorio occupazione.

- 4 eventi di sensibilizzazione, due pubblici e 2 in due istituti di scuola superiore.

- Aumento del 15% degli inserimenti in progetti di sviluppo delle autonomie.

- 35 disabili partecipano alle attività

ludico ricreative e sportive. - 28 disabili partecipano ai laboratori. - Raggiunte 10 classi attraverso gli

incontri di sensibilizzazione e 4.500 famiglie sensibilizzate sulla disabilità e sulle attività volte all’acquisizione dell’autonomia.

- 25 disabili partecipano ai progetti di sviluppo delle autonomie.

8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal

progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane

dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:

FASE INIZIALE DI IDEAZIONE DEL PROGETTO Il progetto “Abilità in campo” è stato pensato ed ideato in seguito a riunioni tenutesi nei primi sei mesi dell’anno 2015, in particolare attraverso le seguenti attività:

Analisi preliminare di fattibilità del progetto rispetto alle risorse umane, tecniche strumentali ed economiche;

Incontro con i responsabili delle strutture coinvolte;

Compilazione da parte dei responsabili delle strutture coinvolte di una scheda informativa per individuare i bisogni generali e specifici dell’ente nelle province di Forlì-Cesena e di Ravenna;

Colloqui con comuni, servizi sociali e realtà territoriali di volontariato per individuare margini di collaborazione;

Creazione di un gruppo di lavoro per definire obiettivi e attività del progetto;

Stesura del progetto. Provincia di Forlì-Cesena Sedi: Casa Famiglia “San Pietro 2”, Casa Famiglia “Sant’Andrea”, Casa Famiglia “Santa Maria Chiara”, Centro Diurno “Don Oreste Benzi”. OBIETTIVO SPECIFICO 1: Aumentare e potenziare le attività sportive, ludiche, ricreative, culturali ed educative promuovendo l’integrazione e la socializzazione dei 40 disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Forlì-Cesena.

MESI AZIONI

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

11

12

AZIONE 1 (preparatoria): VERIFICA DEGLI INTERVENTI SVOLTI E DELLA SITUAZIONE ATTUALE

1.1 Verifica delle attività svolte e delle risorse utilizzate

1.2 Individuazione delle famiglie con figli disabili presenti sul territorio

1.3 Creazione di collaborazioni con enti e associazioni

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.1 Programmazione delle attività sportive

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA RICREATIVE

3.1 Verifica delle risorse disponibili

3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative

AZIONE 4 : ATTIVITA’ DI SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI”

4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili”

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna

4.3 Realizzazione di 4 incontri i 4 Istituti Scolastici

AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISULTATI OTTENUTI

5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro

5.2 Redazione di un report finale

AZIONE 1 (preparatoria): VERIFICA DEGLI INTERVENTI SVOLTI E DELLA SITUAZIONE ATTUALE L’azione 1 ha l’obiettivo di individuare attraverso un’analisi dettagliata i bisogni personali di ogni utente delle strutture progettuali e di individuare eventuali utenti ancora non raggiunti dalle attività delle strutture. 1.1 Verifica delle attività svolte e delle risorse utilizzate

Incontri d’equipe tra operatori per mettere in luce le difficoltà riscontrate

Discussione e valutazione di nuove proposte e progettualità

Analisi e verifica dei costi delle iniziative passate

Analisi e verifica delle risorse umane impiegate

Analisi e verifica delle risorse strumentali utilizzate

1.2 Individuazione delle famiglie con figli disabili presenti sul territorio

Contatti con le famiglie e servizi sociali territoriali

Raccolta dati e informazioni sulla disabilità

Elaborazione dati e feedback 1.3 Creazione di collaborazioni con enti e associazioni

Mappatura territoriale degli stakeholders e dei partner già presenti o d’ acquisire

Verifica dei margini di miglioramento delle relazioni e delle sinergie con i partner progettuali e gli enti pubblici della provincia di Forlì-Cesena

Verifica della disponibilità degli enti locali e stakeholder nel fornire collaborazioni

Contatti per stringere accordi AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE L’azione 2 tenterà di potenziare l’offerta di attività sportive organizzate dalle sedi progettuali in collaborazione con i partner e le famiglie deli atleti disabili. Visto il successo dell’attività, ci si concentrerà maggiormente sul potenziamento della squadra di basket in carrozzina “Wheelchair Basket Forlì”.

2.1 Programmazione delle attività

Incontri d’equipe con analisi criticità e punti migliorabili

Realizzazione del calendario

Definizione ruoli e responsabilità

Elenco risorse

Incontri con educatori, allenatori, enti partners e famiglie

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

Reperimento risorse

Contatti

Accompagnamento ragazzi a eventi e attività sportive

Svolgimento attività sportive rimodulate e potenziate

Inserimento atleti in percorsi con metodo ABA

Incontri con educatori , allenatori, enti partner e famiglie

Monitoraggio e valutazione periodica dei risultati intermedi e finali

Stesura report finale AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE 3.1 Verifica delle risorse disponibili

Verifica d’equipe con analisi criticità e punti migliorabili

Reperimento di risorse professionali e tecniche

Verifica di possibili collaborazioni con enti territoriali e associazioni

Calendarizzazione delle attività 3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative

Promozione delle nuove attività ricreative

Coinvolgimento degli utenti nella promozione

Accompagnamento ragazzi a eventi e attività

Svolgimento attività ricreative potenziate

Visite a parchi dei divertimenti

Incontri con educatori, operatori, famiglie e enti partner

Monitoraggio e valutazione periodica dei risultati intermedi e finali AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI” 4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili”

Stesura piano “incontri pubblici” con calendario, ruoli, risorse

Incontri di equipe tra operatori

Definizione risorse specifiche

Ricerca relatori, testimoni e invitatati specifici (famiglie, enti, associazioni, personalità di spicco, giornalisti)

Comunicazione/pubblicizzazione degli eventi

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza Cesena e Ravenna

Definizione logistica eventi

Azioni di comunicazione e sensibilizzazione del pubblico

Accompagnamento atleti e supporto svolgimento gare sportive

Report fotografico 4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

Incontri di programmazione e valutazione dell’incontro da proporre nelle scuole

Contatti con le scuole individuate

Svolgimento incontri con gli studenti

Azioni di report e comunicazione degli incontri realizzati AZIONE 5: VALUTAZION DEI RISULTATI OTTENUTI 5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro

Raccolta e analisi dati, feedback, valutazioni effettuate in itinere attraverso contatti, interviste reperimento documenti, verifiche e questionari

Incontri d’equipe con diffusione risultati e criticità

5.2 Redazione di un report finale

Stesura report

Stampa e diffusione sia interna alla sede sia esterna con attenzione alle associazioni ed enti che si occupano del medesimo ambito assistenziale

Provincia di Ravenna Sedi: Casa Famiglia “San Giovanni Bosco”, Casa Famiglia “Santi Angeli Custodi”, Casa Famiglia “Don Oreste Benzi”, Casa Famiglia “Santa Teresa del Bambin Gesù”, Laboratorio diurno di avviamento al lavoro “San Francesco”. OBIETTIVO SPECIFICO 2: Aumentare le attività volte all’autonomia e all’integrazione dei 31 disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Ravenna, sollevando le famiglie e preparandole ad affrontare il “Dopo di noi”.

MESI AZIONI

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

AZIONE 1 (preparatoria): ANALISI DELLA SITUAZIONE DI OGNI DISABILE ACCOLTO NELLE STRUTTURE PROGETTUALI

1.1 Individuazione dei bisogni individuali di ogni accolto

1.2 Definizione del progetto

individuale e delle priorità di intervento

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.1 Programmazione delle attività

2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.1 Definizione dei bisogni dei disabili e delle rispettive famiglie

3.2 Programmazione delle attività ed interventi

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE SULLA DISABILITA’, AUTONOMIA E INTEGRAZIONE

4.1 Programmazione di eventi di sensibilizzazione

4.2 Promozione e realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione

4.3 Promozione e realizzazione di 2 incontri di sensibilizzazione in 2 Istituti Scolastici superiori

AZIONE 5: VALUTAZIONE DELL’OPERATO

5.1 Valutazione del gruppo di lavoro delle attività implementate

5.2 Somministrazione alle famiglie dei disabili di una scheda di valutazione

AZIONE 1 (preparatoria): ANALISI DELLA SITUAZIONE DI OGNI DISABILI ACCOLTO NELLE STRUTTURE PORGETTUALI 1.1Individuazione dei bisogni individuali di ogni accolto

Reperimento informazioni personali di ogni disabile

Colloqui con familiari

Identificazioni di abilità da potenziare

Individuazione di bisogni prioritari

1.2 Definizione del progetto individuale e delle priorità di intervento

Individuazione possibilità e limiti del ragazzo

Individuazione possibilità e limiti del contesto

Definizione degli obiettivi del progetto individuale in ordine di priorità AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE 2.1 Programmazione delle attività

Incontri d’equipe con analisi criticità e punti migliorabili

Verifica delle risorse disponibili

Contatti con altri enti ed associazioni per collaborazioni

Definizione di ruoli e responsabilità

Coinvolgimento di professionisti

Stesura del calendario 2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

Predisposizione materiali/strumenti

Sostegno dei ragazzi/e nell’implementazione delle attività

Accompagnamento dei disabili negli spostamenti verso i luoghi d’incontro

Monitoraggio delle attività 2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

Predisposizione materiali

Collaborazione con la parrocchia vicina al Laboratorio “San Francesco”

Definizione delle attività da svolgere di ogni accolto

Sostegno dei ragazzi/e nell’implementazione delle attività

Accompagnamento dei disabili nei luoghi di svolgimento delle attività Monitoraggio delle attività

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

Incontri d’equipe per organizzare le attività

Sostegno dei ragazzi/e nell’implementazione delle attività

Programmazione di gite e visite culturali, e calendarizzazione della partecipazione alle uscite organizzate dall’Associazione Papa Giovanni XXIII

Accompagnamento dei disabili nelle uscite e nei luoghi di svolgimento delle attività 2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

Predisposizione materiali/strumenti

Sostegno dei ragazzi/e nell’implementazione delle attività

Accompagnamento dei disabili negli spostamenti verso i luoghi d’incontro

Laboratorio di informatica

Laboratori di ceramica

Laboratori di disegno

Monitoraggio dei laboratori

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO 3.1 Definizione dei bisogni dei disabili e delle rispettive famiglie

Colloqui con servizi sociali territoriali

Colloqui con famiglie

Individuazione di bisogni particolari 3.2 Programmazione delle attività ed interventi

Coinvolgimento di operatori, famiglie e disabili

Verifica delle risorse disponibili

Definizione di modalità e tempistiche di visite a domicilio

Definizione di partecipazione ad attività di socializzazione

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

Visite a domicilio degli operatori delle strutture progettuali

Primo incontro con le famiglie

Secondo incontro con il beneficiario

Partecipazione e coinvolgimento nelle attività proposte dall’ente

Sostegno e accompagnamento nelle attività AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE SULLA DISABILITA’, AUTONOMIA E INTEGRAZIONE 4.1 Programmazione di eventi di sensibilizzazione

Stesura piano “incontri pubblici” con calendario, ruoli, risorse

Incontri di equipe tra operatori

Definizione risorse specifiche

Ricerca relatori, testimoni e invitatati specifici (famiglie, enti, associazioni, personalità di spicco, giornalisti)

Comunicazione/pubblicizzazione degli eventi

4.2 Promozione e realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione

Predisposizione risorse

Comunicazione/ promozione degli eventi

Redazione report fotografico 4.3 Promozione e realizzazione di 2 incontri di sensibilizzazione in 2 Istituti Scolastici superiori

Definizione accordo con Istituti Scolastici Superiori

Predisposizione risorse

Promozione degli incontri nel settore scolastico

Redazione report fotografico AZIONE 5: VALUTAZIONE DELL’OPERATO 5.1 Valutazione del gruppo di lavoro delle attività implementate

Raccolta e analisi dati, feedback, valutazioni effettuate in itinere attraverso

contatti, interviste reperimento documenti, verifiche e questionari

Incontri del gruppo di lavoro con diffusione risultati e criticità

5.2 Somministrazione alle famiglie dei disabili di una scheda di valutazione

Preparazione della scheda di valutazione

Somministrazione della scheda di valutazione

Analisi dati raccolti

Diffusione risultati e criticità

Risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che qualitativo. Provincia di Forlì-Cesena OBIETTIVO SPECIFICO 1 Aumentare e potenziare le attività sportive, ludiche , ricreative, culturali ed educative promuovendo l’integrazione e la socializzazione dei 40 disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Forlì-Cesena.

Sede: Casa Famiglia “San Pietro”.

N. RUOLO COMPETENZE

PROFESSIONALITÀ AZIONI/ATTIVITA’

1 Responsabile di casa famiglia

Educatore professionale; attività educative con minori e disabili; esperienza in pubbliche relazioni con enti e istituzioni; conoscenza del contesto territoriale

AZIONE 1 (preparatoria): VERIFICA DEGLI INTERVENTI SVOLTI E DELLA SITUAZIONE ATTUALE

1.1 Verifica delle attività svolte e delle risorse utilizzate

1.2 Individuazione delle famiglie con figli disabili presenti sul territorio

1.3 Creazione di collaborazioni con enti e associazioni AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE 2.1 Programmazione delle attività sportive

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA RICREATIVE

3.1 Verifica delle risorse disponibili

AZIONE 4 : ATTIVITA’ DI SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI”

4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili”

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna

4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISSULTATI OTTENUTI

5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro

5.2 Redazione di un report finale

1 Co-responsabile di casa-famiglia

Educatore professionale; consulente per l’affido; esperienza pluriennale in attività educative con disabili

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.1 Programmazione delle attività sportive

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA RICREATIVE

3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISSULTATI OTTENUTI 5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro

5.2 Redazione di un report finale

1 Operatore animatore

Esperienza e competenza pluri-annuale in attività sportive, ricreative per disabili

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE 2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE 3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI” 4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili”

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna

4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

1 Consulente esterno in comunicazione APG XXIII

Esperto in Media, Multi-media e Social Network Esperto in Public Relations e organizzazione di eventi

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI” 4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili”

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza Bologna e Ravenna.

4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

Sede: Casa Famiglia “Sant’Andrea”

N. RUOLO COMPETENZE PROFESSIONALITÀ

AZIONI/ATTIVITA’

1 Responsabile di casa famiglia

Educatore professionale; attività educative con minori e disabili; esperienza in pubbliche relazioni con enti e istituzioni; conoscenza del contesto territoriale

AZIONE 1:(preparatoria) VERIFICA DEGLI INTERVENTI SVOLTI E DELLA SITUAZIONE ATTUALE

1.1 Verifica delle attività svolte e delle risorse utilizzate

1.2 Individuazione delle famiglie con figli disabili presenti sul territorio

1.3 Creazione di collaborazioni con enti e associazioni

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.1 Programmazione delle attività sportive

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA RICREATIVE

3.1 Verifica delle risorse disponibili

AZIONE 4 : ATTIVITA’ DI SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI”

4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili”

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna

4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISSULTATI OTTENUTI

5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro

5.2 Redazione di un report finale

1 Co-responsabile di casa-famiglia

Educatore professionale; attività educative con disabili

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.1 Programmazione delle attività sportive

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

AZIONE 3:AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE

3.1 Verifica delle risorse disponibili

3.2 Implementazione di tutte le attività

ricreative

AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISSULTATI OTTENUTI

5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro

5.2 Redazione di un report finale

1 Operatore/animatore

Esperienza in attività sportive, ricreative per disabili

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE

3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI”

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna

4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

1 Operatrice socio-sanitaria

Infermiera

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE

3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative

Sede: Casa Famiglia “Santa Maria Chiara”

N. RUOLO COMPETENZE PROFESSIONALITA’

AZIONI/ATTIVITA’

1 Coordinatore, Responsabile di struttura

Corso educatore per minori; Corso educatore adulti; Esperienza di accoglienza di disabili.

AZIONE 1: (preparatoria) VERIFICA DEGLI INTERVENTI SVOLTI E DELLA SITUAZIONE ATTUALE 1.1 Verifica delle attività svolte e delle risorse utilizzate 1.2 Individuazione delle famiglie con figli disabili presenti sul territorio 1.3 Creazione di collaborazioni con enti e associazioni AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE 2.1 Programmazione delle attività sportive AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA RICREATIVE

3.1 Verifica delle risorse disponibili AZIONE 4 : ATTIVITA’ DI SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI” 4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili” 4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna 4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISSULTATI OTTENUTI 5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro 5.2 Redazione di un report finale AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE 2.1 Programmazione delle attività sportive AZIONE 3:AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE 3.1 Verifica delle risorse disponibili AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISSULTATI OTTENUTI 5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro 5.2 Redazione di un report finale

1 Co-responsabile di struttura

Corso educatrice per minori. Esperienza nell’accoglienza di disabili

AZIONE 1: (preparatoria) VERIFICA DEGLI INTERVENTI SVOLTI E DELLA SITUAZIONE ATTUALE 1.1 Verifica delle attività svolte e delle risorse utilizzate 1.2 Individuazione delle famiglie con figli disabili presenti sul territorio 1.3 Creazione di collaborazioni con enti e associazioni AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE 2.1 Programmazione delle attività sportive AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA RICREATIVE 3.1 Verifica delle risorse disponibili AZIONE 4 : ATTIVITA’ DI SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI” 4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili” 4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna 4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISSULTATI OTTENUTI 5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro

5.2 Redazione di un report finale AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE 2.1 Programmazione delle attività sportive AZIONE 3:AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE 3.1 Verifica delle risorse disponibili AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISSULTATI OTTENUTI 5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro 5.2 Redazione di un report finale

2 Volontario Appartenente al gruppo scout Esperienza in attività ludico-ricreative

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE 2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE 3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative 4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili” 4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna 4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

1 Volontaria Esperienza pluriennale nella struttura e nella cura delle persone disabili

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE 2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE 3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative 4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili” 4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna 4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

1 Volontario Proveniente da un comunità terapeutica; Esperienza pluriennale con disabili.

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.2 Attivazione di attività sportive e dei percorsi di potenziamento

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA RICREATIVE

3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative

Sede: Centro Diurno “Don Oreste Benzi”

N. RUOLO COMPETENZE PROFESSIONALITÀ

AZIONI/ATTIVITA’

1 Coordinatrice, Responsabile di struttura

Educatrice professionale; Musico terapeuta nella Globalità dei linguaggi, Esperta di rapporti con Istituzioni ed enti del territorio, Formatrice di operatori di altri centri, Esperienza pluriennale nella gestione e coordinamento di Centri Socio-riabilitativi.

AZIONE 1: (preparatoria) VERIFICA DEGLI INTERVENTI SVOLTI E DELLA SITUAZIONE ATTUALE

1.1 Verifica delle attività svolte e delle risorse utilizzate

1.2 Individuazione delle famiglie con figli disabili presenti sul territorio

1.3 Creazione di collaborazioni con enti e associazioni

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.1 Programmazione delle attività sportive

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA RICREATIVE

3.1 Verifica delle risorse disponibili

AZIONE 4 : ATTIVITA’ DI SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI”

4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili”

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Bologna e Ravenna

4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISSULTATI OTTENUTI

5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro

5.2 Redazione di un report finale

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.1 Programmazione delle attività sportive

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

AZIONE 3:AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE

3.1 Verifica delle risorse disponibili

3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative

AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISSULTATI

OTTENUTI

5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro

5.2 Redazione di un report finale

4 Operatori OSS-operatori socio –sanitari qualificati

Esperienza pluriennale nella cura alla persona disabile all'interno di centri che svolgono attività educative. -Esperienza pluriennale nel supporto all'attività educativa. -Formazione specifica sul metodo ABA. -Formazione specifica sull'apprendimento tramite facilitatori multimediali. -Esperienza pluriennale di applicazione del metodo della Globalità dei Linguaggi per il miglioramento della cognizione spazio-temporale, apprendimento logico, linguistico rispetto a persone portatrici di handicap grave e gravissimo.

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

AZIONE 3:AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE

3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI”

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna

4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

2 Volontari Esperienza nella cura alla persona disabile all'interno di centri che svolgono attività educative.

Esperienza pluriennale nel supporto all'attività educativa.

Esperienza nell'implementazione di attività sportive e ricreative con utenti disabili.

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.1 Programmazione delle attività sportive

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE

3.1 Verifica delle risorse disponibili

3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE SUL TEMA “SPORT E DISABILI”

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Cesena e Ravenna

4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

Provincia di Ravenna OBIETTIVO SPECIFICO 2 Aumentare le attività volte all’autonomia e all’integrazione dei 31 disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Ravenna, sollevando le famiglie e preparandole ad affrontare il “Dopo di noi”. Sede: Casa Famiglia “San Giovanni Bosco”

N. RUOLO COMPETENZE PROFESSIONALITA’

AZIONI/ATTIVITA’

2 Responsabili della struttura, Operatore di comunità

Diploma di educatore Esperienza decennale nella gestione della struttura per disabili e in attività assistenziali ed educative con disabili

AZIONE 1 (preparatoria): ANALISI DELLA SITAZIONE DI OGNI DISABILI ACCOLTO DNELLE STRUTTURE PROGETTUALI

1.1 Individuazione dei bisogni individuali di ogni accolto

1.2 Definizione del progetto individuale e delle priorità di intervento

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.1 Programmazione delle attività

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.1 Definizione dei bisogni dei disabili e delle rispettive famiglie

3.2 Programmazione delle attività ed interventi

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE SULLA DISABILITA’, AUTONOMIA E INTEGRAZIONE

4.1 Programmazione di eventi di sensibilizzazione

4.2 Promozione e realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione

4.3 Promozione e realizzazione di 2 incontri di sensibilizzazione in 2 Istituti Scolastici superiori

AZIONE 5: VALUTAZIONE DELL’OPERATO

5.1 Valutazione del gruppo di lavoro delle attività implementate

5.2 Somministrazione alle famiglie dei disabili di una scheda di valutazione

2 Volontari Appartenenti a gruppi scout, parrocchiali Esperienza in attività

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

ludico-ricreative 2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

1 Animatori educativi Esperienza pluriennale nella realizzazione di laboratori per disabili. Esperienza in strutture per disabili, in affiancamento degli educatori

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

AZIONE 4:SENSIBILIZZAZIONE SULLA DISABILITA’, AUTONOMIA E INTEGRAZIONE

4.2 Promozione e realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione

4.3 Promozione e realizzazione di 2 incontri di sensibilizzazione in 2 istituti Scolastici Superiori

Sede: Casa Famiglia “Santi Angeli custodi”

N. RUOLO COMPETENZE PROFESSIONALITA’

AZIONI/ATTIVITA’

2 Responsabili della struttura, Operatori di Comunità

Diploma educatore.

Esperienza decennale nella gestione della struttura per disabili e in attività assistenziali ed educative con disabili.

Responsabili dei contatti tra l’ente e i servizi del territorio. Figure genitoriali

AZIONE 1 (preparatoria):ANALISI DELLA SITUAZIONE DI OGNI DISABILE ACCOLTO NELLE STRUTTURE PROFETTUALI

1.1 Individuazione dei bisogni individuali di ogni accolto

1.2 Definizione del progetto individuale e delle priorità di intervento

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.1 Programmazione delle attività

AZIONE 3:SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DISABILI

3.1 Definizione dei bisogni dei disabili e delle rispettive famiglie

3.2 Programmazione delle attività ed interventi

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE SULLA

DISABILITA’ , AUTONOMIA E INTEGRAZIONE

4.1 Programmazione di eventi di sensibilizzazione

4.2 Promozione e realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione

4.3 Promozione e realizzazione di 2 incontri di sensibilizzazione in 2 Istituti Scolastici superiori

AZIONE 5: VALUTAZIONE DELL’OPERATO

5.1 Valutazione del gruppo di lavoro delle attività implementate

5.2 Somministrazione alle famiglie dei disabili di una scheda di valutazione

1 Animatore educativo (volontario)

Educatore di comunità, esperienza pluriennale in strutture per disabili, in affiancamento agli educatori. Per diversi anni responsabile di una struttura di accoglienza per minori e disabili

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

2 Volontari Gruppi scout, parrocchiali

Esperienza in attività educative con disabili

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

Sede: Casa Famiglia “Don Oreste Benzi”

N. RUOLO COMPETENZE PROFESSIONALITA’

AZIONI/ATTIVITA’

2 Responsabili della Struttura, operatore di comunità

Diploma di educatore; esperienza pluriennale nell’accoglienza di disabili.

AZIONE 1 (preparatoria):ANALISI DELLA SITUAZIONE DI OGNI DISABILE ACCOLTO NELLE STRUTTURE PROFETTUALI

1.1 Individuazione dei bisogni individuali di ogni accolto

1.2 Definizione del progetto individuale e delle priorità di intervento

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.1 Programmazione delle attività

AZIONE 3:SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DISABILI

3.1 Definizione dei bisogni dei disabili e delle rispettive famiglie

3.2 Programmazione delle attività ed interventi

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE SULLA DISABILITA’ , AUTONOMIA E INTEGRAZIONE

4.1 Programmazione di eventi di sensibilizzazione

4.2 Promozione e realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione

4.3 Promozione e realizzazione di 2 incontri di sensibilizzazione in 2 Istituti Scolastici superiori

AZIONE 5: VALUTAZIONE DELL’OPERATO

5.1 Valutazione del gruppo di lavoro delle attività implementate

5.2 Somministrazione alle famiglie dei disabili di una scheda di valutazione

4 Volontari Gruppi scout, parrocchiali

Esperienza pluriennale in attività educative e ludico ricreative

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI

RIFERIMENTO

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

Sede: Casa Famiglia “Santa Teresa del Bambin Gesù”

N. RUOLO COMPETENZE PROFESSIONALITA’

AZIONI/ATTIVITA’

2 Responsabili della Struttura, operatore di comunità

Diploma di educatore

AZIONE 1 (preparatoria):ANALISI DELLA SITUAZIONE DI OGNI DISABILE ACCOLTO NELLE STRUTTURE PROFETTUALI

1.1 Individuazione dei bisogni individuali di ogni accolto

1.2 Definizione del progetto individuale e delle priorità di intervento

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.1 Programmazione delle attività

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DISABILI

3.1 Definizione dei bisogni dei disabili e delle rispettive famiglie

3.2 Programmazione delle attività ed interventi

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE SULLA DISABILITA’ , AUTONOMIA E INTEGRAZIONE

4.1 Programmazione di eventi di sensibilizzazione

4.2 Promozione e realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione

4.3 Promozione e realizzazione di 2 incontri di sensibilizzazione in 2 Istituti Scolastici superiori

AZIONE 5: VALUTAZIONE DELL’OPERATO

5.1 Valutazione del gruppo di lavoro delle attività implementate

5.2 Somministrazione alle famiglie dei disabili di una scheda di valutazione

4 Volontari Gruppi scout, parrocchiali Esperienza di assistenza disabili

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

2.5 Realizzazione di laboratori (centro

“San Francesco”)

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

Sede: Laboratorio occupazionale “San Francesco”

N. RUOLO COMPETENZE PROFESSIONALITA’

AZIONI/ATTIVITA’

1 Responsabile della struttura

Operatore di comunità; corso regionale di educatore professionale; esperienze nella gestione di strutture per disabili e in attività assistenziali ed educative con disabili

AZIONE 1 (preparatoria):ANALISI DELLA SITUAZIONE DI OGNI DISABILE ACCOLTO NELLE STRUTTURE PROFETTUALI

1.1 Individuazione dei bisogni individuali di ogni accolto

1.2 Definizione del progetto individuale e delle priorità di intervento

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.1 Programmazione delle attività

AZIONE 3:SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DISABILI

3.1 Definizione dei bisogni dei disabili e delle rispettive famiglie

3.2 Programmazione delle attività ed interventi

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE SULLA DISABILITA’ , AUTONOMIA E INTEGRAZIONE

4.1 Programmazione di eventi di sensibilizzazione

4.2 Promozione e realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione

4.3 Promozione e realizzazione di 2 incontri di sensibilizzazione in 2 Istituti Scolastici superiori

AZIONE 5: VALUTAZIONE DELL’OPERATO

5.1 Valutazione del gruppo di lavoro delle attività implementate

5.2 Somministrazione alle famiglie dei disabili di una scheda di valutazione

2 Educatori Laura in scienze dell’educazione, esperienza pluriennale in strutture di accoglienza per disabili.

AZIONE 1 (preparatoria):ANALISI DELLA SITUAZIONE DI OGNI DISABILE ACCOLTO NELLE STRUTTURE PROFETTUALI

1.1 Individuazione dei bisogni individuali di ogni accolto

1.2 Definizione del progetto individuale e

Diploma di ragioniere, mansioni di contabilità

delle priorità di intervento

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.1 Programmazione delle attività

2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.1 Definizione dei bisogni dei disabili e delle rispettive famiglie

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

2 Animatori educativi (volontari)

Esperienza pluriennale nella realizzazione di laboratori per disabili. Esperienza in strutture per disabili, in affiancamento degli educatori

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

1 Istruttore di psicomotricità

Esperto professionista di psicomotricità, attività come lavoratore indipendente a Faenza

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

Ruolo e attività previste per i volontari di servizio civile nazionale Provincia di Forlì-Cesena Sedi: Casa Famiglia “San Pietro 2”, Casa Famiglia “Sant’Andrea”, Casa Famiglia “Santa Maria Chiara”, Centro Diurno “Don Oreste Benzi”.

OBIETTIVO SPECIFICO 1: Aumentare e potenziare le attività sportive, ludiche, ricreative, culturali ed educative promuovendo l’integrazione e la socializzazione dei 40 disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Forlì-Cesena. All’interno del progetto “Abilità in campo” i volontari di servizio civile nazionali sono chiamati ad intervenire nelle seguenti attività:

- Collaborare con i responsabili delle attività, partecipando agli incontri;

- Affiancare e supportare gli operatori nella produzione di report periodici ed incontri d’equipe;

- Contribuire alla calendarizzazione del programma sportivo della squadra di “basket in carrozzina”;

- Supportare l’implementazione delle attività sportive (allenamenti);

- Accompagnare, insieme agli operatori, gli utenti agli eventi e alle attività sportive

- Assistere la programmazione delle attività ricreative;

- Supportare la predisposizione di materiali e strumenti, l’implementazione quotidiana delle attività ricreative, portando il proprio contributo;

- Collaborare alla realizzazione degli eventi pubblici e scolastici di sensibilizzazione;

- Partecipare alla definizione della logistica degli eventi, offre il proprio contributo per la comunicazione e sensibilizzazione del pubblico;

- Accompagnare e supportare gli utenti, assieme agli operatori preposti, durante gli eventi;

- Partecipare agli incontri con gli studenti e contribuire alla creazione di un report sull’esperienza svolta.

Provincia di Ravenna Sedi: Casa Famiglia “San Giovanni Bosco”, Casa Famiglia “Santi Angeli Custodi”, Casa Famiglia “Don Oreste Benzi”, Casa Famiglia “Santa Teresa del Bambin Gesù”, Laboratorio diurno di avviamento al lavoro “San Francesco”. OBIETTIVO SPECIFICO 2 Aumentare le attività volte all’autonomia e all’integrazione dei 31 disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Ravenna, sollevando le famiglie e preparandole ad affrontare il “Dopo di noi”. Ai volontari del servizio civile nazionale viene richiesto di:

- Partecipare alla programmazione delle attività, cercando di comprendere come funzionano le strutture progettuali;

- Partecipare agli incontri settimanale di confronto e formazione;

- Partecipare agli incontri di preparazione delle attività e agli incontri di verifica delle attività;

- Affiancare l’operatore nella cura e nell’igiene della persona disabile. Modalità che permette di entrare in relazione e costruire un rapporto di fiducia;

- Sostenere gli operatori nella realizzazione delle attività, valorizzando le abilità di ciascun utente;

- Partecipare alle attività per cogliere i bisogni e le diverse situazioni di ogni utente;

- Partecipare ad attività ricreative, feste, gite, uscite sul territorio, cinema ecc.;

- Accompagnare gli utenti nell’implementazione delle diverse attività quotidiane;

- Affiancare gli operatori nella realizzazione dei diversi laboratori;

- Aiutare gli operatori nel supporto alle famiglie con disabili;

- Partecipare alle visite a domicilio;

- Affiancare gli operatori negli incontri con le famiglie e con i disabili per cogliere bisogni, aspettative e risultati attesi;

- Partecipare alla programmazione degli eventi di sensibilizzazione;

- Collaborare alla promozione degli eventi di sensibilizzazione;

- Affiancare gli operatori nei percorsi di sensibilizzazione all’interno delle scuole.

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

10) Numero posti con vitto e alloggio:

11) Numero posti senza vitto e alloggio:

12) Numero posti con solo vitto:

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

I volontari durante lo svolgimento del servizio civile sono tenuti a: 1. rispettare le norme in materia di igiene, sicurezza e salute sui luoghi di lavoro 2. rispettare le regole delle strutture: orari, linguaggio e abitudini consolidate 3. mantenere la necessaria riservatezza per quanto attiene a dati, informazioni o conoscenze acquisite durante lo svolgimento del servizio civile 4. essere disponibili a trasferimenti in Italia per incontri di formazione, sensibilizzazione e promozione del servizio civile 5. flessibilità oraria dovuta alla particolarità delle persone destinatarie del servizio 6. partecipare ad eventi particolari previsti dal programma delle attività (uscite domenicali, campi invernali ed estivi) Saltuariamente potrà essere chiesto di svolgere il proprio servizio anche nel giorno festivo di Domenica oppure il Sabato, fatto salvo il diritto a recuperare il giorno di riposo di cui non si è usufruito. Si ricorda, inoltre, che la formazione è obbligatoria e quindi, nelle giornate di formazione non è possibile prendere giornate di permesso.

10

0

0

10

30

5

(Allegato 1)

16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato:

N.

Sede di

attuazione del

progetto

Comune Indirizzo Cod.

ident. sede

N. vol. per

s

e

d

e

Nominativi degli Operatori Locali di

Progetto

Nominativi dei Responsabili Locali di Ente

Accreditato

Cognome e

nome

Data di

nascita C.F.

Cognome e

nome

Data di

nascita C.F.

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

(Allegato 1)

17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

L’Associazione Papa Giovanni XXIII da più di 30 anni investe le proprie risorse nella promozione e gestione di progetti di servizio civile, prima ai sensi delle leggi 772/72 e 230/98, oggi come Servizio Civile Nazionale, sia in Italia che all’estero. Per questa ragione, credendo profondamente nel valore Universale del servizio civile e coNsci dell’apporto che produce sia livello sociale che formativo -culturale, si ritiene che la promozione e la sensibilizzazione non debbano essere limitate al singolo progetto o strettamente all’arco di pubblicazione e scadenza del bando, ma debbano essere permanenti e realizzarsi trasversalmente ad ogni attività dell’Ente. L’Ente si è dotato da diversi anni di un ufficio centrale con ramificazioni territoriali, laddove è presente, che espleta anche la funzione di struttura di gestione per il Servizio Civile. Nel corso di tutto l’anno è attivo uno sportello informativo centralizzato che riceve richieste di partecipazione ed informazione rispetto al Servizio civile e relativi progetti da parte di giovani interessati o semplicemente curiosi, che possono disporre anche di un numero verde dedicato che a tal fine è stato attivato. Durante tutto l’anno l’ente partecipa e promuove azioni di sensibilizzazione, discussione, elaborazione riguardanti i vari aspetti del SCN. Lo strumento privilegiato per le attività di promozione e sensibilizzazione dell’ente è la partecipazione diretta dei volontari in servizio civile tramite la loro presenza e la testimonianza come strumento di apprendimento, scoperta in una prospettiva didattica attiva, operativa ed immediata.

Il piano di promozione è pertanto composto da un monte ore dedicato alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile nel suo complesso ed un secondo monte ore dedicato alla promozione del singolo progetto. Alla somma di questi , riportati nella tabella seguente, si dovrebbero aggiungere una serie di attività , non quantificabili che comunque concorrono alla realizzazione del piano di promozione.

Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale

A=30

Totale ore espressamente dedicate alla promozione e sensibilizzazione del progetto “ABILITA’ IN CAMPO”

C= 50

TOTALE ORE PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A+C= 80

Alle suddette 80 ore bisogna aggiungere una serie di attività difficilmente misurabili e quantificabili ma che ai fini della promozione e sensibilizzazione rivestono, secondo noi, un elevato grado di rilevanza.

Di seguito si riporta in dettaglio l’elenco delle azioni/attività:

EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ N. ORE

A

Banchetto in occasione della “Tre Giorni Generale” dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che si svolge a cadenza annuale ed ha rilevanza internazionale, a cui partecipano tutte le zone periferiche dell’associazione. I volontari in servizio civile collaborano alla gestione del banchetto.

10

Collaborazione fissa con il mensile ”Sempre” attraverso la rubrica 10

(Allegato 1)

“Frontiere di Pace”, redatta a cura del Servizio Obiezione di Coscienza e pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII che presenta testimonianze (e illustra i relativi contesti e progetti dove operano) di volontari in servizio civile nazionale sia in Italia che all’estero.

Interventi in qualità di relatori o testimonianze di volontari ed ex volontari in incontri pubblici e seminari, banchetti in numerose manifestazioni nazionali, sportello informativo telefonico, ecc.

10

TOTALE ORE QUANTIFICABILI 30

EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ NON QUANTIFICABILI

B

Attivazione di un numero verde per far fronte alle richieste telefoniche dei giovani interessati: 800 913 596

Partecipazione ad eventi pubblici e privati di promozione e sensibilizzazione a livello nazionale.

Acquisto di post targettizzati sul social network Facebook per raggiungere il target di utenti interessati al Servizio Civile Nazionale.

EVENTO – AZIONE – ATTIVITA’ Quantificabili in ore N. ORE

C

Incontro pubblico (nell’atto dell’eventuale approvazione del presente progetto) che illustri e chiarifichi ai giovani interessati a presentare domanda il percorso progettuale. Verranno inoltre presentate le esperienze di alcuni volontari che hanno concluso il periodo di SCN con l’Ente in progetti analoghi, preferibilmente nello stesso territorio.

12

Incontri/testimonianze con gruppi giovanili parrocchiali:

- Santa Caterina da Siena gruppo scout Forlì 3

- Gruppo Scout AGESCI Villafranca di Forlì 1

- Gruppo Scout Villanova Forlì

- Azione Cattolica interparrocchiale a Roncadello Forlì

- Pastorale Giovanile di Faenza

20

Interventi nelle scuole: interventi di 2 ore nelle classi superiori situate nel territorio di realizzazione del progetto.

- Istituto comprensivo di Longiano (FC)

- Liceo scientifico statale Fulcieri Paulucci di Calboli

- Liceo Torricelli, Faenza

- “ITIP” Luigi Bucci, Faenza

8

Organizzazione di 3 incontri pubblici:

- Copresc di Forlì Cesena

- Campus di Forlì – Università di Bologna

10

TOTALE ORE QUANTIFICABILI 50

(Allegato 1)

EVENTI – AZIONI – ATTIVITA’ Non quantificabili in ore

D

Pubblicizzazione del progetto

Promozione su siti web:

1. www.apg23.org 2. www.odcpace.org 3. www.antennedipace.org

Newsletters a:

Gruppi scout a livello nazionale

Informagiovani del territorio nazionale

Centri missionari diocesani d’Italia

Giovani tra i 18 e i 28 anni sul territorio provinciale

Promozione con inserti su riviste/quotidiani:

1. Mensile “Sempre”

2. “Corriere di Romagna”

3. “Il Resto del Carlino”

4. “Romagna oggi”

Affissione e distribuzione di materiale promozionale presso:

Parrocchia San Martino in Villafranca

Cartoleria Prisma

Azienda Agricola Rivalta

G.R.D (ASSOCIAZIONE GENITORI RAGAZZI DOWN) FAENZA

Gruppo Scout Agesci Villafranca di Forlì 1

JUDO CLUB SAKURA

Ass. di promozione sociale e sportiva dilettantistica “Villafranca Crea”

Stampa e diffusione di volantini (n° copie: 500), manifesti (n° copie: 50) e biglietti da visita (n° copie: 500) sul servizio civile nazionale volontario e sul progetto specifico, che viene messo a disposizione presso tutte le sedi periferiche dell’Ente, e diffuso attraverso gli enti che hanno sottoscritto partnership inerenti la promozione del servizio civile dell’ente.

DURATA TOTALE DELLE ATTIVITA’ DI PROMOZIONE: A+C = 80

(Allegato 1)

18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

Si rimanda al sistema di selezione accreditato presso Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.

19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal

quale è stato acquisito il servizio):

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:

Si rimanda al sistema di monitoraggio accreditato presso Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale

21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe

dal quale è stato acquisito il servizio):

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII

22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo

2001, n. 64:

NESSUNO

23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:

RISORSE FINANZIARIE GENERALI Il progetto prevede l’impiego di risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo particolare alla promozione del progetto, alla formazione specifica alle attività per il raggiungimento degli obiettivi specifici in riferimento alle risorse tecniche previste alla voce 25. Le risorse finanziarie aggiuntive sono così presentate e suddivise nelle seguenti tabelle. A. Spese di promozione e pubblicizzazione del progetto Sottovoci Descrizione spesa Risorse finanziarie

Elaborazione grafica materiale promozionale

Ogni anno il materiale grafico viene rivisitato e modificato, attualizzando i contenuti e la presentazione

100 euro

Stampa materiale promozionale

Il prodotto grafico viene stampato da una tipografia in 500 copie di volantini e 100 copie di manifesti (come da box 17)

150 euro

Spese Numero Verde Il numero verde è attivo quotidianamente (in orario di ufficio) per rispondere alle domande dei giovani interessati (come da box 17)

50 euro

Acquisto indirizzario target giovani

Vengono acquistati da aziende specializzate, indirizzi privati in riferimento al target dei giovani del territorio

100 euro

Invio lettere informative

L’ente invia ai giovani del territorio materiale tramite posta prioritaria (mailing list, Promo Posta, spedizioni varie)

150 euro

Partecipazione ad eventi

L’ente partecipa come descritto nei box “sensibilizzazione e promozione” a diversi eventi con propri operatori su tutto il territorio italiano. Rimborsa le spese di viaggio ai volontari coinvolti

200 euro

Totale spesa A: 750 euro

(Allegato 1)

B. Formazione specifica

Sottovoci Descrizione spesa Risorse finanziarie

Materiale didattico Durante il corso vengono somministrati materiali cartacei didattici e vengono utilizzati materiali di cancelleria vari

100 euro

Organizzazione logistica del coordinatore

La programmazione e la preparazione del percorso formativo richiede il tempo di un coordinatore per contatti telefonici con docenti e volontari, affitto e predisposizione delle aule

500 euro

Tutor d’aula Come previsto nei box della formazione, l’ente valorizza l’utilizzo di una figura all’interno dell’aula che faciliti la partecipazione e curi l’efficacia dell’ambiente pedagogico

500 euro

Formatori Alcuni formatori effettuano la loro docenza in forma gratuita, altri richiedono un compenso. Numericamente il 50% dei formatori richiede il pagamento

500 euro

Totale spesa B: 1.600 euro

C. Risorse specifiche Provincia di Forlì-Cesena OBIETTIVO SPECIFICO 1 Aumentare e potenziare le attività sportive, ludiche, ricreative, culturali ed educative promuovendo l’integrazione e la socializzazione dei disabili accolti dall’associazione nella Provincia di Forlì-Cesena. Sottovoci Descrizione spesa Risorse finanziarie

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

1 carrozzina per disabile adattata all’attività sportiva

Contributo spese di trasporto per partite in trasferta

Quota affiliazione UISP

Acquisto magliette personalizzate per la squadra

3.895€

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA’ RICREATIVE

3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative

Materiali per giochi di gruppo Contributo spese di trasporto per uscite, gite Spese per uscite formative sul territorio. Spese per l’organizzazione di soggiorni estivi

1.100 €

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI”

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina, Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Bologna e Ravenna

Materiale d’ufficio per pubblicità

Contributo spese carburante

Spese di realizzazione

1.100 €

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL

Materiale di cancelleria

850 €

(Allegato 1)

TEMA “SPORT E DISABILI”

4.3 Realizzazione di 4 incontri in 4 Istituti Scolastici

Spese per la stampa del materiale promozionale Spese carburante

Totale spesa C: 6.945 euro

Provincia di Ravenna OBIETTIVO SPECIFICO 2 Aumentare le attività volte all’autonomia e all’integrazione dei disabili, accolti dall’Associazione nella Provincia di Ravenna, sollevando le famiglie e preparandole ad affrontare il “Dopo di noi”. Sottovoci Descrizione spesa Risorse finanziarie

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

Personale dedicato in modo specifico alla realizzazione del progetto

Materiale per la realizzazione dei laboratori

Spese carburante

1.500 €

2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

Carburante 400 €

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

Materiale per la pet-therapy

Spese per i giochi da esterno

Spese per uscite formative sul territorio. Spese per l’organizzazione di soggiorni estivi

900 €

2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

Materiale per i laboratori

400 €

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

Carburante per gli spostamenti

Spese per i giochi vari 500 €

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE SULLA DISABILITA’, AUTONOMIA E INTEGRAZIONE

4.2 Promozione e realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione

Carburante per gli spostamenti

Materiale da cancelleria

Spese per la stampa del materiale promozionale

400 €

4.3 Promozione e realizzazione di 2 incontri in 2 Istituti Scolastici superiori di sensibilizzazione

Carburante per gli spostamenti

Materiale da cancelleria

Spese per la stampa del materiale promozionale

400 €

(Allegato 1)

AZIONE 5: VALUTAZIONE DELL’OPERATO

5.2 Somministrazione alle famiglie dei disabili di una scheda di valutazione

Materiale di cancelleria

50 €

Totale spesa C:

4.550 euro

24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners):

PARROCCHIA SAN MARTINO IN VILLAFRANCA (non profit): Promozione bando di servizio civile; affissione di manifesti promozionali presso gli spazi di cui lo scrivente dispone; distribuzione di materiale informativo e pubblicizzazione attraverso il proprio sito internet. coinvolgimento dei destinatari del progetto nelle attività conviviali e ricreative organizzate dalla Parrocchia. CARTOLERIA PRISMA (profit): Affissione di manifesti promozionali, distribuzione di materiale informativo e pubblicizzazione presso gli spazi di cui lo scrivente dispone; fornitura di cancelleria utile allo svolgimento delle attività ludico ricreative previste dal progetto. AZIENDA AGRICOLA RIVALTA (profit): promozione del servizio civile e del progetto attraverso l’affissione di manifesti promozionali, la distribuzione di materiale informativo e la pubblicizzazione attraverso il proprio sito internet. Fornitura, a tariffe agevolate, di gite con operatore e fornitura gratuita di giornate di animazione\ricreative per gli utenti delle strutture. G.R.D (ASSOCIAZIONE GENITORI RAGAZZI DOWN) FAENZA (non profit): Promozione del bando di servizio civile e del progetto attraverso l’affissione di manifesti promozionali presso gli spazi di cui la scrivente dispone; distribuzione di materiale informativo e la pubblicizzazione attraverso il proprio sito internet. Collaborazione nella realizzazione di attività ludico-ricreative per disabili e nella realizzazione di percorsi di sensibilizzazione sulla disabilità nella società civile. Gruppo Scout Agesci Villafranca di Forlì 1 (non profit): promozione del servizio civile e del progetto attraverso l'affissione di manifesti promozionali presso i propri spazi, distribuzione di materiale informativo e pubblicizzazione attraverso il proprio sito internet. Inserimento e coinvolgimento dei destinatari del progetto nelle attività ricreative e di socializzazione realizzate. JUDO CLUB SAKURA (profit): promozione del servizio civile e del progetto attraverso i canali informativi e i momenti di formazione presenti nell’attività sportiva. Fornitura gratuita degli spazi per la realizzazione delle attività ludico ricreative previste e disponibilità gratuita degli operatori nell’accompagnamento dei disabili durante le attività. Ass. di promozione sociale e sportiva dilettantistica “Villafranca Crea” (non profit): promozione del servizio civile e del progetto attraverso l'affissione di manifesti promozionali presso i propri spazi, distribuzione di materiale informativo e pubblicizzazione attraverso il sito internet in gestione. Supporto al progetto attraverso il coinvolgimento dei destinatari nelle alcune delle proprie attività ricreative, sportive e musicali.

(Allegato 1)

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

Provincia di Forlì-Cesena OBIETTIVO SPECIFICO 1: Aumentare e potenziare le attività sportive, ludiche, ricreative, culturali ed educative promuovendo l’integrazione e la socializzazione dei disabili accolti dall’Associazione nella Provincia di Forlì-Cesena.

AZIONI/ATTIVITA’ RISORSE TECNICHE E STRUMENTALI

AZIONE 1 (preparatoria): VERIFICA DEGLI INTERVENTI SVOLTI E DELLA SITUAZIONE ATTUALE

1.1 Verifica delle attività svolte e delle risorse utilizzate

1 ufficio attrezzato con 2 computer e connessione internet

1 stanza adibita per gli incontri di equipe e i colloqui

1 stampante

n.q. materiale di cancelleria

2 telefoni fissi

2 telefoni cellulare

1 fax

1 fotocopiatrice

archivio dati

1.2 Individuazione delle famiglie con figli disabili presenti sul territorio

1.3 Creazione di collaborazioni con enti e associazioni

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE ATTIVITA’ SPORTIVE

2.1 Programmazione delle attività sportive

1 Automobile a 9 posti attrezzata per trasporto disabili

3 Pulmini 9 posti attrezzati per trasporto disabili con sollevatore

2 biciclette

1 piscina in gomma

10 Palloni da Basket

17 carrozzine adatte alla pratica sportiva del basket

2.2 Attivazione delle attività sportive e dei percorsi di potenziamento

AZIONE 3: AUMENTO DELLE ATTIVITA RICREATIVE

3.1 Verifica delle risorse disponibili N.q. materiale di cancelleria

20 giochi in scatola

15 strumenti musicali (percussioni, tastiera, chitarra)

2 televisori

50 CD (musica, lingue straniere, giochi didattici)

60 DVD (film didattici, dvd interattivi, documentari)

2 videoregistratori

1 Piscina con palline

1 stereo

3.2 Implementazione di tutte le attività ricreative

AZIONE 4 : ATTIVITA’ DI

(Allegato 1)

SENSIBILIZZAZIONE TERRITORIALE SUL TEMA “SPORT E DISABILI”

4.1 Organizzazione di 4 incontri pubblici sul tema “sport e disabili”

1 computer

1 telefono fisso

1 Automobile a 9 posti attrezzata per trasporto disabili

3 Pulmini 9 posti attrezzati per trasporto disabili con sollevatore

N. q materiale di promozione

Ausili informatici, mediatici e materiale audiovisivo

1 proiettore e telo

4.2 Realizzazione di 5 eventi sportivi di basket in carrozzina a Forlì, Reggio Emilia, Vicenza, Bologna e Ravenna

4.3 Realizzazione di 4 incontri i 4 Istituti Scolastici

AZIONE 5: VALUTAZIONE DEI RISULTATI OTTENUTI

5.1 Valutazione conclusiva del gruppo di lavoro

1 computer

1 stampante

N. q. materiale di cancelleria 5.2 Redazione di un report finale

Provincia di Ravenna OBIETTIVO SPECIFICO 2: Aumentare le attività volte all’autonomia e all’integrazione dei disabili, accolti dall’Associazione nella Provincia di Ravenna, sollevando le famiglie e preparandole ad affrontare il “Dopo di noi”.

AZIONI/ATTIVITA’ RISORSE STRUENTALI E TECNICHE

AZIONE 1 (preparatoria): ANALISI DELLA SITUAZIONE DI OGNI DISABILE ACCOLTO NELLE STRUTTURE PROGETTUALI

1.1 Individuazione dei bisogni individuali di ogni accolto

1 ufficio attrezzato con computer e connessione internet

1 stanza adibita per gli incontri di equipe e i colloqui

1 stampante

n.q. materiale di cancelleria

telefoni fissi

telefoni cellulare

1 fax

1 fotocopiatrice

archivio dati

1.2 Definizione del progetto individuale e delle priorità di intervento

AZIONE 2: POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE

2.1 Programmazione delle attività 1 ufficio attrezzato con computer e connessione internet

1 Automobile a 9 posti attrezzata per trasporto disabili

Materiale per la realizzazione dei laboratori

2.2 Sviluppo di attività volte al raggiungimento dell’autonomia

2.3 Sviluppo di attività occupazionali ed educative

(Allegato 1)

2.4 Sviluppo di attività ludico-ricreative

Materiale per la ginnastica

10 biciclette

giochi da esterno (palloni, tavolo, racchette ping pong)

abbigliamento per le attività sportive

materiale per pet-therapy

n.q. materiale di cancelleria

materiale didattico

2.5 Realizzazione di laboratori (centro “San Francesco”)

AZIONE 3: SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DEI DISABILI RESIDENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO

3.1 Definizione dei bisogni dei disabili e delle rispettive famiglie

1 ufficio attrezzato con computer e connessione internet

1 stanza adibita per gli incontri di equipe e i colloqui

n.q. materiale di cancelleria

2 macchine per il rilevamento delle informazioni sul campo e per i colloqui con i genitori

1 autovettura per la realizzazione delle visite domiciliari

Giochi vari per le attività ricreative

3.2 Programmazione delle attività ed interventi

3.3 Implementazione degli interventi e delle attività

AZIONE 4: SENSIBILIZZAZIONE SULLA DISABILITA’, AUTONOMIA E INTEGRAZIONE

4.1 Programmazione di eventi di sensibilizzazione

1 autovettura per la realizzazione degli incontri nelle scuole

n.q. materiale di cancelleria

materiale didattico

Ausili informatici, mediatici e materiale audiovisivo

1 proiettore e telo

4.2 Promozione e realizzazione di 2 eventi pubblici di sensibilizzazione

4.3 Promozione e realizzazione di 2 incontri in 2 Istituti Scolastici superiori di sensibilizzazione

AZIONE 5: VALUTAZIONE DELL’OPERATO

5.1 Valutazione del gruppo di lavoro delle attività implementate

1 ufficio attrezzato con computer e connessione internet

1 stampante

n.q. materiale di cancelleria

5.2 Somministrazione alle famiglie dei disabili di una scheda di valutazione

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

NESSUNO

27) Eventuali tirocini riconosciuti :

NESSUNO

(Allegato 1)

28) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai

fini del curriculum vitae:

Il progetto “ABILITA’ IN CAMPO” rende possibile l'acquisizione delle seguenti competenze, riferibili e contenute nel Repertorio delle Qualifiche previsto dal “Sistema Regionale di formalizzazione e certificazione delle competenze”, ai sensi della Delibera della Giunta Regionale Emilia Romagna del 19/04/2006 n.530 Le competenze indicate di seguito rappresentano due delle quattro Unità di Competenza che compongono la qualifica relativa alla figura professionale dell’Animatore Sociale, figura inscritta nel area professionale ”Erogazione servizi socio-sanitari” prevista dal citato sistema.

UNITÀ DI COMPETENZA

CAPACITÀ (ESSERE IN GRADO DI)

CONOSCENZE (CONOSCERE)

2. Animazione sociale

Stimolare capacità di socializzazione ed emancipazione per ostacolare l'isolamento socio-affettivo

Caratteristiche evolutive e dinamiche di cambiamento di individui e gruppi.

Strumenti e tecniche di analisi e rilevazione dei bisogni: colloqui individuali e di gruppo, interviste, questionari.

Il rapporto individuo-società: processi di marginalizzazione e devianza.

Caratteristiche psicopedagogiche dei diversi modelli familiari.

Strumenti e tecniche di analisi e verifica degli interventi: test, schede di analisi, report, ecc.

Metodologie della ricerca sociale: analisi territoriale, analisi dei dati, la ricerca di intervento, ecc.

Tecniche di comunicazione e relazione con l'utente.

Principali riferimenti legislativi e normativi in materia di servizi socio-sanitari ed assistenziali.

Organizzazione dei servizi socio-assistenziali e delle reti informali di cura.

Tecniche di animazione: teatrale, espressiva, musicale, motoria, ludica.

Tipologie di laboratorio manuale: disegno, pittura, lavori a maglia, cartapesta, creta, ecc.

Principali tecniche di analisi della personalità e della relazione d'aiuto.

Principi comuni e aspetti applicativi della legislazione vigente in materia di sicurezza.

La sicurezza sul lavoro: regole e modalità di comportamento (generali e specifiche).

Tradurre bisogni, manifesti e non, di singoli e gruppi, in azioni di scambio e confronto reciproco

Individuare ed incoraggiare occasioni di incontro ed integrazione sociale

Riscontrare il livello di partecipazione e coinvolgimento dei fruitori individuando ulteriori ambiti di intervento

3. Animazione educativa

Interpretare dinamiche comportamentali e criticità latenti dell'utente con approccio empatico e maieutico

Trasmettere modelli comportamentali positivi per contrastare fenomeni di devianza e disadattamento

Innescare processi di conoscenza e di consapevolezza del sé e di riconoscimento dei propri bisogni e motivazioni

Stimolare dinamiche di crescita personale attraverso riflessioni ed elaborazione di atteggiamenti e

(Allegato 1)

comportamenti

L’acquisizione delle seguenti competenze verrà certificata e riconosciuta, su richiesta dell’ interessato, dall’ente OSFIN - F.P. OPERA SAN FILIPPO NERI - FORMAZIONE PROFESSIONALE, ente accreditato dalla Regione Emilia Romagna (cod. organismo 742), ai sensi della delibera della Giunta Regionale n. 177/2003 e integrata successivamente con le delibere n. 266/2005 e 645/2011 tramite il rilascio di apposito “Certificato di competenze“

Per tutta la documentazione relativa cfr. Allegati

Formazione generale dei volontari

29) Sede di realizzazione:

La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti e dalla disponibilità di fruizione della struttura stessa, essendo la formazione di tipo residenziale. Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:

a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU)

b) Colonia Stella Maris, Viale Regina Margherita 18 – 47900 – Rimini (RN)

c) Casa Parrocchiale – Scout, Via Colombara – 47854 – Monte Colombo (RN)

d) Hotel Royal Sands, V.le Carducci, 30, Cattolica

e) Bar L’Urlo, Via Marcolini 4 Forlì

f) Villaggio della Gioia, Via Lughese 198/c, Forlì

g) Comunità diurna di condivisine, Via S. Tommaso, 2353 – 47521 Cesena (FC)

30) Modalità di attuazione:

La formazione generale è effettuata in proprio, con formatori dell’ente, in quanto l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII è ente accreditato di prima classe nell’albo nazionale.

31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe

dal quale è stato acquisito il servizio:

SI ASSOCIAZIONE COMUNITA PAPA GIOVANNI XXIII

(Allegato 1)

32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La metodologia di realizzazione della formazione generale rispetta le indicazioni contenute nel decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”. La metodologia alterna lezioni frontali (almeno per il 40% del monte ore complessivo) a dinamiche non formali (almeno per il 60% del monte ore complessivo) che comprendono: training, teatro dell’oppresso (Tdo), simulazione, role-play, brainstorming, lavori di gruppo, cineforum, confronti in plenaria, visite di realtà presenti sul territorio. Lezioni frontali e dinamiche non formali si completano a vicenda, al fine di valorizzare l’esperienza e l’opinione di ciascun volontario, in un rapporto educativo che tenda ad essere più maieutico che trasmissivo. La metodologia scelta, dunque, è attiva e partecipativa, in quanto si parte dalla consapevolezza che su alcune tematiche trattate nella formazione generale- quali per esempio il concetto di gruppo e la sue dinamiche, il significato di cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti- tutti possediamo delle pre-conoscenze, convincimenti e opinioni. E’ quindi importante che i momenti formativi offrano innanzitutto un clima favorevole al confronto e allo scambio, al fine di permettere a ciascuno di esprimere il proprio punto di vista e le proprie opinioni. La formazione generale si effettua, ove possibile, in modo residenziale, cercando di unire volontari di progetti diversi, favorendo la creazione un ambiente eterogeneo, che sia pedagogicamente adeguato all’apprendimento e alla condivisione di contenuti utili a comprendere, rielaborare e contestualizzare l’esperienza di Servizio Civile, e funzionale al confronto e all'arricchimento reciproco. La dimensione di gruppo sperimentata attraverso la residenzialità è essa stessa esperienza formativa informale, che favorisce lo sviluppo di competenze sociali e trasversali quali il rispetto dell’altro, la collaborazione, la gestione dei conflitti, la tutela del bene comune. Qualora, per vari motivi, non si riesca a garantire la residenzialità, comunque la presenza del tutor d’aula garantisce una qualificazione dei momenti informali, che comunque hanno una valenza formativa, in particolare rispetto alle dinamiche di gruppo. Il tutor d’aula ha gli specifici compiti di gestire il gruppo, facilitare le relazioni interpersonali, valutare l’efficienza e l’efficacia dei moduli, gestire eventuali situazioni conflittuali all’interno del gruppo. Oltre al tutor sarà presente la figura del formatore, con il compito di progettare, coordinare, supervisionare il percorso formativo.

33) Contenuti della formazione:

Il percorso formativo proposto si compone dei contenuti previsti dal decreto N. 160/2013 del 19/07/2013 del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale: “Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale” e quindi al sistema di formazione accreditato da questo ente. Con il percorso formativo proposto l’ente vuole permettere ai volontari di acquisire competenze utili allo svolgimento delle attività previste dal progetto, ma soprattutto una maggiore consapevolezza del proprio ruolo di cittadini attivi, attuatori del sacro dovere di difesa della patria sancito dall’art.52 della Costituzione italiana, con mezzi ed attività non militari e nonviolenti. Durante il percorso formativo verranno trattati il tema della Difesa della Patria, della cittadinanza attiva e della nonviolenza, in quanto il servizio civile, oltre ad essere difesa della Patria con modalità nonviolenta, è anche un percorso di formazione civica. Per questo ai volontari verranno offerti gli strumenti per potenziare la consapevolezza del proprio ruolo all’interno della società. Questi temi hanno particolare risalto nella formazione, in quanto presentati sia nei primi mesi, sia tra 7° e 9° mese, proprio perché ai volontari sia chiara la cornice entro la

(Allegato 1)

quale si colloca la loro esperienza. La formazione risulta così utile a collocare l’esperienza dei volontari nei contesti, via via più ampi, che li coinvolgono: il gruppo formativo, la sede di attuazione di progetto, l’ente ove si presta servizio, la realtà locale, la società italiana, europea e mondiale. Come previsto dal Sistema di formazione accreditato dall’ente, si prevede la realizzazione di una giornata formativa all’avvio del servizio, seguita da un corso di formazione generale tra i 3° e 4° mese di servizio, pari all’80% delle ore. Il restante 20% verrà erogato tra il 7° e il 9° mese di servizio . 1. “Valori e identità del servizio civile” I moduli appartenenti a quest’area vengono realizzati all’inizio dell’esperienza di servizio civile, in quanto approfondiscono gli aspetti valoriali su cui si basa il SCN. Forniscono quindi fin da subito ai volontari una chiave di lettura con cui leggere la propria esperienza.

1.1

L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

Conoscenza fra i volontari

Costruire un’identità di gruppo

Condivisione di motivazioni e aspettative

Contestualizzazione dell’esperienza di Servizio Civile

Il formatore lavorerà con i volontari alla definizione di un’identità di gruppo dei volontari, che esprimeranno le proprie idee sul servizio civile, le proprie aspettative, le motivazioni e gli obiettivi. Partendo dal concetto di patria, di difesa senza armi e di difesa nonviolenta, il formatore cercherà di accompagnare i volontari nell’acquisizione della consapevolezza che questo è il contesto che legittima lo Stato a sviluppare l’esperienza di Servizio Civile.

1.2

Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

- La storia del servizio civile e la sua evoluzione: o La storia dell’Obiezione di Coscienza o Dalla legge 772/72 alla legge 230/98 o I valori e le finalità della legge 64/2001 o Obiezione di Coscienza e Servizio Civile Volontario: affinità e

differenze

Gli attori del servizio civile: UNSC, Enti, Volontari

Il formatore metterà in evidenza il legame storico e culturale del servizio civile nazionale con l’obiezione di coscienza, ripercorrendo la storia del fenomeno in Italia a partire dalla legge n. 772/72, passando per la legge di riforma n. 230/98, fino ad arrivare alla sua attuale configurazione così come delineata dal legislatore del 2001, ovvero di difesa civile della Patria con mezzi ed attività non militari, dimensione che lo caratterizza e differenzia da altre forme di intervento ed impegno sociale.

1.3

Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e nonviolenta

- La Costituzione italiana: o Art. 52 della costituzione o Sentenze nn. 164/85, 228/04, 229/04, 431/05 o I diversi concetti di patria: patria nella società post-moderna;

- Concetto di difesa della Patria: o Excursus storico sul concetto di patria, fino ad approfondire l’idea di patria

nella società post-moderna;

(Allegato 1)

o Significato attuale di difesa della patria a partire dalla Costituzione e dalla Dichiarazione dei diritti umani

- Excursus storico sulle esperienze di difesa nonviolenta e forme attuali di difesa civile non armata e nonviolenta

- Nuovo Modello di Difesa e possibile ruolo dei civili

- Difesa civile non armata e nonviolenta e SCN

Si approfondirà il concetto di Patria e di difesa civile della Patria attraverso mezzi ed attività alternativi a quelli militari a partire dai principi costituzionali della solidarietà (art. 2 Cost.), dell’uguaglianza sostanziale (art. 3 Cost.), del progresso materiale o spirituale della società (art. 4 Cost.), della promozione dello sviluppo della cultura, della tutela del paesaggio e del patrimonio storico ed artistico della nazione (art. 9 Cost.) e della pace tra i popoli (art. 11 Cost.). Si presenteranno inoltre le attuali forme di realizzazione della difesa alternativa sul piano istituzionale, di movimento e della società civile. Si potranno approfondire le tematiche relative alla “gestione e trasformazione nonviolenta dei conflitti”, alla prevenzione della guerra e ai concetti di “peacekeeping” e “peacebuilding”. Nell'affrontare i temi suddetti, l'utilizzo di una modalità frontale è finalizzato a trasmettere i fondamenti dei temi in oggetto e sarà accompagnata da inserti multimediali quali video, letture, canzoni. Alla modalità frontale sarà affiancata una metodologia euristica- tramite brainstorming, lavori di gruppo, discussione in plenaria- in modo da approfondire le conoscenze pregresse dei volontari rispetto a temi trattati, soprattutto i concetti di patria e difesa che rischiano oggi di essere svuotati di significato e il cui campo semantico è influenzato dai recenti mutamenti socio-culturali. Questa modalità permette di condividere saperi, ma anche di decostruire stereotipi e pre-concetti, riattribuendo valore e significato a questi temi alla luce dell’esperienza di servizio civile. Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese di servizio.

1.4

La normativa vigente e la carta di impegno etico

- La carta di impegno etico

- Le norme attuali

Il formatore illustrerà gli obiettivi e i valori dell’esperienza di servizio civile espressi nella “Carta di impegno etico”. Verranno illustrate le norme legislative che regolano il sistema del servizio civile, nonché quelle di applicazione riguardanti l’ordinamento e le attività del servizio civile nazionale. In particolare si evidenzierà l’importanza della sottoscrizione della Carta di Impegno Etico da parte del legale rappresentante dell’Ente, che rappresenta l’impegno a rispettare i valori fondanti del scn.

2. “La cittadinanza attiva”. L’esperienza di SCN è esperienza civica, finalizzata alla tutela del bene comune, alla riscoperta della dimensione comunitaria, nonché delle responsabilità civiche di ciascuno. Tali moduli saranno ripresi tra il 7° e 9° mese per essere riletti alla luce dei mesi di servizio precedenti attraverso un approccio riflessivo.

2.1

La formazione civica

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Carta costituzionale

Gli organi costituzionali italiani (funzione, ruolo, rapporti)

La formazione civica consiste nell’approfondimento della conoscenza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Carta costituzionale, che contengono i principi e le norme che sono alla base della civile convivenza e quadro di riferimento per i volontari quali cittadini attivi. Saranno analizzati funzione e ruolo degli organi costituzionali, in

(Allegato 1)

particolare l’iter legislativo. Questo modulo formativo aiuterà i volontari ad accrescere le competenze civiche e sociali indispensabili per vivere come cittadini attivi, parte integrante di un corpo sociale e istituzionale in continua crescita e trasformazione.

2.2

Le forme di cittadinanza

Concetto di cittadinanza attiva o condivisione di conoscenze ed esperienze; o Concetto di cittadinanza planetaria

Dinamiche internazionali legate alla globalizzazione e al sottosviluppo

Ruolo del volontario in servizio civile nella società

Il ruolo di ANTENNA: l’informazione critica e dal basso come forma di cittadinanza attiva

Il formatore illustrerà ai volontari le forme di partecipazione, individuali e collettive, che ogni cittadino può attuare in un’ottica di cittadinanza attiva. Saranno proposte ai volontari esperienze pregresse di cittadinanza attiva e saranno forniti gli strumenti utili alla loro stessa attivazione: uno di questi è l’uso dell’informazione alternativa, dal basso, con cui potranno condividere la propria esperienza di servizi civile, portando alla luce criticità del territorio di servizio e le possibili soluzioni. Si allargherà inoltre la riflessione al più ampio concetto di cittadinanza planetaria, cercando di sviluppare nei volontari un approccio “glocale” alle problematiche sociali: è necessario agire a livello locale in modo adeguato per rispondere ai bisogni della comunità, ma con uno sguardo che si allarga a livello mondiale, consapevoli della complessità che caratterizza la società globalizzata. Questo modulo verrà ripreso nella formazione che si terrà tra i 7° e il 9° mese di servizio.

2.3

La protezione civile

Difesa della patria e difesa dell’ambiente: la Protezione Civile

Concetto di rischio: P x V x E

Il metodo Augustus

Protezione civile e Servizio civile volontario: finalità comuni

Collegato al tema della difesa della Patria, in quanto risponde all’articolo 52 della Costituzione (tutela dell'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente dai danni o pericoli legati a calamità naturali), il modulo sulla protezione civile partirà dall’importanza della tutela e della valorizzazione dell’ambiente e del territorio, considerati come il substrato necessario delle attività umane. Si mostrerà l’azione della protezione civile attraverso la previsione e prevenzione dei rischi, l’intervento in emergenza e la ricostruzione post emergenza. Si sottolineerà il rapporto tra prevenzione e tutela, ambiente e legalità, ricostruzione e legalità. Infine, si illustreranno le norme di comportamento da seguire nella gestione delle emergenze.

2.4

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

Elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile

Consulta Nazionale per il Servizio civile

Ai volontari in servizio civile verrà presentata la possibilità di partecipare e di candidarsi alle elezioni per i rappresentanti regionali e nazionali dei volontari in servizio civile come una delle forme di partecipazione e cittadinanza attiva presentate nei moduli precedenti. Verranno illustrati funzionamento ed importanza della rappresentanza dei volontari attraverso l’intervento di ex volontari, rappresentanti in carica o di delegati regionali.

(Allegato 1)

3 “Il giovane volontario nel sistema del servizio civile” I seguenti moduli saranno affrontati nei primi mesi del servizio civile. Essi infatti presentano i vari soggetti – enti, UNSC, OLP, RLEA - che compongono il sistema del servizio civile, le relazioni stesse tra questi soggetti e la disciplina che regola queste relazioni. IL progetto rappresenta uno “spazio” condiviso.

3.1

Presentazione dell’Ente

Approfondimenti rispetto alla storia, i valori, la mission dell’Ente;

Struttura organizzativa e gestionale dell’ente: zone e servizi;

L’intervento sociale dell’ente o Modus operandi o Ambiti e tipologie d’intervento o Beneficiari o Il progetto di servizio civile

- I fondamenti: dalla condivisione diretta alla rimozione delle cause: o La differenza tra condividere e prestare un servizio o Il ruolo degli “ultimi“ nella costruzione di una società nuova o La società del gratuito

La presentazione dell’ente avviene attraverso la visita di una realtà di accoglienza dell’associazione o attraverso la testimonianza di uno dei suoi rappresentanti. Un membro dell’ente presenta l’associazione, soffermandosi sulla storia, sulla mission e i valori, sulle modalità organizzative, affinché i volontari siano in grado di comprenderne le modalità di intervento. Si cercheranno di toccare i diversi ambiti di intervento, con particolare attenzione per quelli che coinvolgono i progetti in servizio civile. Infine, si approfondiranno i fondamenti alla base dell’ attività dell’Associazione, ovvero la condivisione diretta con gli “ultimi”- con chi è emarginato e versa in situazioni di grave disagio- e la rimozione delle cause che generano l’ingiustizia e i conflitti sociali.

3.2

Il lavoro per progetti

Metodologia della progettazione: o dal rilevamento del bisogno e della domanda, alla valutazione dei

risultati attesi; o Monitoraggio e valutazione di esito, efficacia ed efficienza del

progetto;

- Valutazione della formazione;

L’obiettivo del modulo è di rendere partecipi i volontari del processo di progettazione, presentandone le varie fasi dall’ideazione, al rilevamento del bisogno presente nel territorio, alla formulazione di obiettivi e attività che rispondano a tale bisogno. Si presenterà quindi ai volontari il progetto di servizio civile nel quale sono inseriti illustrandone la struttura generale con particolare attenzione agli obiettivi, sia generali che specifici. I volontari in servizio civile sono parte integrante del progetto e il loro buon coinvolgimento è un elemento essenziale per la buona riuscita dello stesso e per la loro crescita personale. Per la buona gestione del progetto è importante anche che i volontari conoscano le figure professionali coinvolte e i loro ruoli affinchè si possano raggiungere gli obiettivi previsti. Verranno introdotti i concetti di monitoraggio e valutazione e si presenteranno gli strumenti del sistema di monitoraggio che l’ente utilizza per seguire l’andamento dei

(Allegato 1)

progetti e per apportare eventuali migliorie in itinere. Alla fine del corso formativo si effettua il monitoraggio della formazione attraverso i moduli previsti dal Sistema di monitoraggio accreditato dall’Ente e una verifica più approfondita in plenaria, al fine di fare emergere criticità e punti di forza, e dove se ne verificasse la necessità apportare i cambiamenti necessari ad un maggiore efficacia della proposta formativa.

3.3

L’organizzazione del servizio civile e delle sue figure

- Il Sistema di servizio civile: UNSC, Enti di scn, Regioni e province autonome;

- Figure che operano nel progetto: OLP, RLEA, altre figure professionali coinvolte nei progetti;

Il modulo approfondisce “il sistema del servizio civile” in tutte le sue parti- gli enti di SCN, l’UNSC, le Regioni e le Province autonome- e le relazioni tra le stesse: è fondamentale infatti cogliere il contesto relazionale in cui si inserisce il servizio civile, che coinvolge appunto soggetti diversi. Il raggiungimento degli obiettivi del progetto inoltre è riconducibile anche alle figure che operano al suo interno, pertanto la conoscenze di queste figure, del loro ruolo e della loro interazione è fondamentale.

3.4 Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale - Ruolo del volontario - Diritti e doveri del volontario in servizio civile

In tale modulo verrà presentato e illustrato ai volontari il “Prontuario concernente la disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizi civile nazionale” (DPCM 4 febbraio 2009 e successive modifiche) in tutti i suoi punti. Nel corso del modulo il volontario acquisisce consapevolezza sulle proprie responsabilità, in quanto la sua esperienza non è solo individuale, ma pubblica.

3.5 Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

La comunicazione e i suoi elementi costitutivi (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario)

Elementi di comunicazione nonviolenta

La comunicazione nel gruppo

Il conflitto come strumento di autoregolazione dei gruppi

Gestione nonviolenta dei conflitti

In questo modulo formativo verrà affrontata una parte teorica rispetto alla formazione del processo di comunicazione e verranno quindi illustrati i concetti basilari (contesto, emittente, messaggio, canale, destinatario) per permettere ai volontari di comprendere al meglio l’argomento trattato. Poiché il servizio si svolge in un contesto di gruppo, in cooperazione con operatori ed altri volontari, i volontari verranno guidati nella comprensione dell’importanza della comunicazione all’interno di un gruppo e di come si possa lavorare in gruppo comunicando in maniera positiva ed efficace ai fini degli obiettivi preposti. Spesso, infatti, il gruppo può diventare il luogo in cui si verificano i conflitti e le incomprensioni proprio per un difetto di comunicazione tra i membri. Il formatore accompagnerà i volontari nella comprensione delle dinamiche legate all’insorgere dei conflitti, dell’interazione con altri soggetti e della loro risoluzione in modo costruttivo. Aiuterà a considerare il conflitto come opportunità e risorsa, come strumento per l’apprendimento e l’autoregolazione dei gruppi.

(Allegato 1)

34) Durata:

Moduli formativi

Quando Ore lezioni frontali

40%

Ore dinamiche non form.

60%

Totale ore

L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

All’avvio del

servizio 0 4 4

Presentazione dell’Ente All’avvio del

servizio 2 0 2

Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale (diritti e doveri)

All’avvio del

servizio 2 0 2

Dall’Obiezione di Coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

Tra 3° e 4° mese 1 2 3

Il dovere di difesa della patria – difesa civile non armata e nonviolenta

Tra 3° e 4° mese

Rireso Tra 7° e 9°

2 5 7

Il lavoro per progetti Tra 3° e 4° mese

1 2 3

L’organizzazione del servizio civile e le sue figure

Tra 3° e 4° 2 0 2

La normativa vigente e la carta di impegno etico

Tra 3° e 4° mese

1 1 2

La formazione civica Tra 3° e 4° mese

2 1 3

Le forme di cittadinanza Tra 3° e 4° mese

Ripreso

tra 7° e 9°

2 6 8

La protezione civile Tra 3° e 4° mese

1 1 2

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

Tra 3° e 4° mese

2 0 2

Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

Tra 3° e 4° mese

0 4 4

TOTALE ORE FORMAZIONE GENERALE 18 26 44

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

35) Sede di realizzazione:

La sede è scelta sulla base del posizionamento geografico delle sedi di attuazione dei progetti e della disponibilità di fruizione della struttura stessa.

(Allegato 1)

Pertanto è previsto che i corsi di formazione generale siano tenuti nelle seguenti sedi:

a) Sede di Gestione del Servizio Civile, Via Dante Alighieri, snc – 61013 Mercatino Conca (PU)

b) Bar L’Urlo, Via Marcolini 4, Forlì

c) Villaggio della Gioia, Via Lughese 198/c, Forlì

d) Comunità diurna di condivisine, Via S. Tommaso, 2353 – 47521 Cesena (FC)

36) Modalità di attuazione:

In proprio presso l’ente, con formatori dell’ente e esterni.

37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

Nome e cognome Luogo di nascita Data di nascita

Codice fiscale

SOLDATI ROBERTO Rimini (RN) 26/04/1948 SLDRRT48D26H294P

SEVERI DANIELE LIESTAL (SVIZZERA)

04/05/1966 SVRDNL66E092133T

AMADUZZI FLORA RONCOFREDDO (FC)

04/09/1955 MDZFLR55P44H542D

FABBRI DANIELE FORLI’ 14/06/1968 FBBDNL68H14D704X

TAPPARI DANIELE BARI 16/09/1967 TPPDNL67P16A662D

GASPARINI STEFANO URBINO (PU) 26/09/1955 GSPSFN55P26L500N

PULITINI ELENA RAVENNA 17/05/1966 PLTLNE66E57H199W

38) Competenze specifiche del/i formatore/i:

Cognome nome Competenze specifiche Modulo svolto

SOLDATI ROBERTO

Laureato in ingegneria elettronica, ha frequentato il corso per Responsabile della Prevenzione e Protezione. Dal 2009 è il Responsabile per la sicurezza per l’ente Comunità Papa Giovanni XXIII, con il compito di organizzare la formazione dei dipendenti e dei volontari, e sovrintendere

Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile

(Allegato 1)

all’organizzazione delle squadre di primo soccorso e antincendio.

SEVERI DANIELE Consulente per l’affidamento familiare. Diplomato come tecnico dei servizi sociali. Diplomato come “Counsellor di primo livello” presso l’istituto IACP di Roma.

Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente Modulo 3: La relazione d’aiuto

AMADUZZI FLORA Esperta di “MusicoArTerapia nella Globalità dei Linguaggi” per interagire con i disabili attraverso il linguaggio della musica e dell’espressione corporea. Coordinatrice centro di accoglienza.

Modulo 4: La casa famiglia e il centro diurno Modulo 5: Approfondimento di aree specifiche a seconda dell’ambito del progetto Modulo 15: La relazione d’aiuto

FABBRI DANIELE

Educatore professionale. Formatore esperto in percorsi di educazione alla diversità e alla pace. Responsabile di casa famiglia multiutenza. Tutor per la zona Forlì dei volontari in servizio civile.

Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Abilità in campo” Modulo 9: : Il lavoro d’equipe nel progetto “Abilità in campo” Modulo 10: Il progetto “Abilità in campo” Modulo 13: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Abilità in campo” Modulo 16: Il progetto “Abilità in campo”

TAPPARI DANIELE

Responsabile area

amministrativa, raccolta

fondi APG23. Laurea in

lettere. Educatore

professionale. Diploma di

“Counsellor di secondo

livello” presso l’istituto

lACP di Roma.

Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito DISABILI Modulo 11: Strumenti per la programmazione e gestione di attività di sensibilizzazione

GASPARINI STEFANO

Educatore professionale. Esperienza pluridecennale nell’assistenza a minori e a disabili e in un Centro Diurno per disabili. Responsabile del Centro di Documentazione dell’APG23

Modulo 8: La normativa sui disabili Modulo 14: Il percorso verso l’autonomia del soggetto disabile

(Allegato 1)

PULITINI ELENA Educatrice professionale. Esperta nell'ideazione di progetti educativi.

Modulo 12: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti

39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La formazione specifica dei progetti presentati dall'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, prevede una serie di incontri periodici fra i volontari che prestano servizio sul medesimo territorio, al fine di fornire ai volontari le competenze utili per concorrere alla

realizzazione degli obiettivi generali e specifici, attraverso le azioni previste dal progetto. Come previsto dal sistema di formazione accreditato dall’ente, 52 ore di formazione specifica saranno realizzate entro il 3° mese di servizio, le restanti 22 ore tra il 4° e il 9° mese. E’ vero infatti che la formazione specifica fornisce gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare al meglio le attività e pertanto è importante che venga

realizzata all’inizio del servizio. Si ritiene, tuttavia, qualificante riprendere alcune tematiche già trattate nei primi tre mesi di servizio anche successivamente, proprio

perché l’esperienza di servizio civile è un imparare facendo, e pertanto richiede una costante riflessione sull’azione. Riflessione che dovrebbe essere garantita dall’OLP, in quanto “maestro”, ma che è opportuno sia sviluppata in contesti formativi ad hoc, anche oltre il 3° mese, che vanno ad integrare e rinforzare il bagaglio di competenze acquisito all’inizio. Questo permetterebbe di approfondire alcune tematica alla luce dell’esperienza maturata dai volontari, con una maggiore consapevolezza da parte di quest’ultimi.

La metodologia adottata è quella partecipativa in quanto favorisce il coinvolgimento diretto dei volontari, rendendoli protagonisti e co- costruttori del percorso formativo: la formazione infatti favorisce la condivisione all’interno del gruppo formativo di conoscenze pregresse, esperienze e riflessioni personali nonché la decostruzione di stereotipi e pregiudizi, al fine di sviluppare nei volontari un certo approccio critico.

Si tratta di una metodologia che alterna momenti di lezione frontale a dinamiche non formali, quali:

- Discussione in piccoli gruppi, guidata da un facilitatore;

Training nonviolenti, simulazioni, giochi di ruolo, attribuzione di responsabilità nel processo formativo;

Dibattiti, brainstorming, lavoro di gruppo, elaborazione di report ed articoli; Cineforum;

Teatro dell’oppresso (TDO); Incontri con realtà formative outdoor, utilizzo di risorse formative ed occasioni

formative esterne agli enti ed offerte dal territorio; Verifiche periodiche.

Infine la formazione specifica rappresenta per i volontari uno spazio privilegiato in cui

acquisire strumenti per rileggere, analizzare, rielaborare l’esperienza di servizio civile, operando costantemente- con il supporto di formatori e degli OLP- un’ autoriflessione costante sul proprio servizio.

40) Contenuti della formazione:

I contenuti della formazione specifica riguardano, l’apprendimento di nozioni e competenze necessarie allo svolgimento del servizio nell’ambito specifico previsto dal progetto, ovvero la disabilità Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente

presentazione delle realtà dell’ente presenti sul territorio, con particolare attenzione alle strutture a progetto;

approfondimento dell’ambito di intervento e delle modalità di

(Allegato 1)

intervento dell’ente sul territorio

visita ad alcune realtà dell’ente Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile

Presentazione della legge quadro 81/08 relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro;

informativa dei rischi connessi allo svolgimento alle attività pratiche in cui sono impegnati i volontari, e alle possibili interferenze con altre attività che si svolgono in contemporanea nello stesso luogo;

Misure di prevenzione e di emergenza previste, in relazione alle attività del volontario e alle possibili interferenze tra queste e le altre attività che si svolgono in contemporanea.

Modulo 3: La relazione d’aiuto

Elementi generali ed introduttivi;

Il rapporto “aiutante-aiutato”;

Le principali fasi della relazione di aiuto;

La fiducia;

Le difese all’interno della relazione di aiuto;

Presa in carico della persona aiutata;

Comunicazione, ascolto ed empatia;

Le dinamiche emotivo-affettive nella relazione d’aiuto;

Gestione della rabbia e dell’aggressività; Modulo 4: La casa famiglia e il centro diurno

Storia delle case famiglia e dei centri diurni dell’ente;

Normativa e gestione delle strutture;

Il contributo della casa famiglia e del centro diurno nell’ambito specifico del progetto.

Modulo 5: Approfondimento di aree specifiche a seconda dell’ambito del progetto – Disabilità fisica e psichica

Il vissuto psicologico della persona con handicap

Le principali forme di handicap psichico

Aspetti generali dei disturbi mentali:

Le psicopatologie secondo il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Menali);

I sistemi diagnostici;

I metodi di accertamento: la valutazione psicodinamica, il colloquio clinico, esami medici e psichiatrici, i test mentali;

Il Burn Out come rischio nelle relazioni educative

Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Abilità in campo”

Il ruolo del volontario nel progetto;

La relazione con i destinatari del progetto;

(Allegato 1)

L’inserimento del volontario nel lavoro d’equ ipe;

L’attività del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose.

Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito della disabilità

descrizione del contesto economico, sociale in cui si attua il progetto e lettura dei bisogni del territorio;

conflittualità sociali presenti nel contesto territoriale;

strumenti per leggere il contesto territoriale di riferimento a partire dalle attività realizzate dal progetto;

descrizione dei servizi o associazioni che intervengono nell’ambito della disabilitàcon particolare attenzione ai bisogni specifici a cui risponde il progetto;

il lavoro di rete con i servizi e altre associazioni che intervengono nell’ambito della disabilità

Modulo 8: La normativa sulla disabilità

Analisi della normativa del territorio sul tema della disabilità

Analisi dei bisogni del territorio e delle risposte normative

Applicazione delle normative e criticità Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “Abilità in campo”

Dinamiche del lavoro di gruppo

Strategie di comunicazione nel gruppo

Attuazione delle nozioni teoriche nel contesto del progetto “Abilità in campo”

Modulo 10: Il progetto “Abilità in campo” Verifica, valutazione ed analisi di:

Obiettivi e attività del progetto;

Risposta del progetto alle necessità del territorio

Inserimento del volontario nel progetto

Necessità formativa del volontario Modulo 11: Strumenti per la programmazione e gestione di attività di sensibilizzazione:

- Finalità e senso delle attività di sensibilizzazione del progetto “Abilità in campo”;

- Strumenti operativi per progettare, programmare e realizzare le attività di sensibilizzazione;

- Momento laboratoriale in cui progettare un’attività di sensibilizzazione (legata all’ambito della disabilità)

Modulo 12: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti

ripresa di alcuni concetti fondamentali della relazione d’aiuto

analisi delle particolari situazioni legate al progetto “Abilità in campo”

racconto di esperienze concrete legate alla relazione con disabili

(Allegato 1)

Modulo 13: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Abilità in campo”

Il ruolo del volontario nel progetto e grado di inserimento

La relazione con i destinatari del progetto;

Il ruolo del volontario nel lavoro d’equipe;

L’attività di competenza del volontario ricondotta agli obiettivi del progetto, con attenzione sul COME si fanno le cose.

Modulo 14: Il percorso verso l’autonomia del soggetto disabile

L’integrazione della persona disabile nella vita familiare e sociale nell’istruzione, nel lavoro

La promozione delle abilità individuali

Il sostegno all’autonomia Modulo 15: La relazione d’aiuto

L’attuazione pratica delle nozioni teoriche sulla relazione d’aiuto;

Analisi delle relazioni d’aiuto vissute dal volontario all’interno del progetto “Abilità in campo”: riflessione e confronto su situazioni concrete;

Analisi del vissuto del volontario circa la relazione aiutante/aiutato attraverso la mediazione di OLP e operatori

Modulo 16: Il progetto “Abilità in campo”

Competenze intermedie del volontario

Andamento del progetto Grado di soddisfacimento delle necessità formative del volontario e

valutazione della formazione specifica

41) Durata:

Modulo formativo

Quando Durata

Modulo 1: Presentazione delle progettualità dell’ente

Primo mese 4 h

Modulo 2: Formazione e informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile

Primo mese

Casa famiglia

4 h Centro diurno

8h

Modulo 3: La relazione d’aiuto Primo mese

Casa famiglia

8 h Centro diurno

4h

Modulo 4: La casa famiglia e il centro diurno

Secondo mese 4 h

Modulo 5:Approfondimento di aree specifiche a seconda dell’ambito del progetto

Secondo mese 8 h

(Allegato 1)

Modulo 6: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Abilità in campo”

Secondo mese 3 h

Modulo 7: Contesto territoriale di riferimento e descrizione dei servizi del territorio che intervengono nell’ambito della disabilità

Secondo mese 6 h

Modulo 8 : La normativa sulla disabilità Terzo mese 4 h

Modulo 9: Il lavoro d’equipe nel progetto “Abilità in campo”

Terzo mese 4 h

Modulo 10: Il progetto “Abilità in campo”

Terzo mese 4 h

Modulo 11: Strumenti per la programmazione e gestione di attività di sensibilizzazione

Terzo mese 3 h

Modulo 12: La relazione d’aiuto a partire dalla testimonianza di esperti

Quinto mese 4h

Modulo 13: Ruolo del volontario in servizio civile nel progetto “Abilità in campo”

Sesto mese 3 h

Modulo 14: Il percorso verso l’autonomia del soggetto disabile

Settimo mese 3 h

Modulo 15: La relazione d’aiuto Ottavo mese 8 h

Modulo 16: Il progetto “Abilità in campo”

Nono mese 4 h

DURATA TOTALE FORMAZIONE: 74 ORE

(Allegato 1)

Altri elementi della formazione

42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

Si rimanda al sistema di monitoraggio verificato in sede di accreditamento

10 OTTOBRE 2015 Il Responsabile del Servizio civile nazionale dell’ente Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Nicola LAPENTA