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Allegato A) alla deliberazione del Consiglio Camerale n. 7 ... RPP 2016... · La Camere di Commercio sono enti che operano in regime di “autonomia funzionale”, nel quale trovano

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Allegato A) alla deliberazione del Consiglio Camerale n. 7 del 30/10/2015

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INDICE

1 2 3 4 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

1

INDICE

Pagina

Il contesto normativo di riferimento 2

Il contesto istituzionale e associativo 4

Il contesto economico locale 7

Gli scenari previsionali 7

Il tessuto produttivo 8

L’evoluzione congiunturale 11

I fallimenti 14

Gli ammortizzatori sociali e il mercato del lavoro 14

Il credito 16

Le esportazioni 17

L’innovazione 19

Il quadro delle risorse 21

Premessa 21

Proventi 2016 21

Gli oneri 2016 23

Le previsioni 2016 ed il pareggio di bilancio 24

Il piano degli investimenti 28

Immobilizzazioni materiali 28

Beni immobili 28

Beni mobili e immobilizzazioni tecniche 30

Immobilizzazioni immateriali 30

Immobilizzazioni finanziarie 30

Il contesto organizzativo e le risorse umane 32

Assetto organizzativo 32

Il personale in servizio 32

La programmazione triennale dei fabbisogni e recenti interventi legislativi 36

La gestione e valorizzazione del capitale umano 37

Formazione al personale 38

Aggiornamento programma pluriennale e definizione obiettivi strategici 40

Asse A: “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per la semplificazione della vita delle imprese 43

A1. Semplificare la vita delle imprese 43

A2. Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza 47

Asse B: “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per il rilancio competitivo del territorio 52

B3. Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese 52

B4. Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo 54

B5. Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola - Lavoro 56

B6. Sostenere l'innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove imprese

59

B7. Sostenere il rilancio competitivo del territorio 62

Asse TRASVERSALE: “Azioni di supporto al cambiamento e qualità dei servizi” 66 T1. Rafforzare lo stato di salute dell’Ente - T2. Comunicazione e marketing dei servizi - T3. Trasparenza

66

T4. Digitalizzazione - T5. Crescita del know how e del capitale umano - T6. Orientare la gestione alla performance

67

Destinazione risorse per interventi economici 68

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INDICE Il contesto normativo di riferimento 2 3 4 5 6 7 Asse A Asse B

Asse trasversale

Destinazione risorse

2

IL CONTESTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

L’attuale processo di riforma della Pubblica Amministrazione nel suo complesso, che intende

modernizzare l’apparato burocratico nazionale e locale secondo logiche ispirate all’incremento dei livelli di

competitività dell’intero sistema Paese e a una più marcata prospettiva aziendalistica nell’agire pubblico,

coinvolge direttamente il sistema delle Camere di Commercio italiane.

A incidere sul Sistema delle Camere di Commercio è stato innanzitutto il Decreto 90/2014, che all’art. 28

ha sancito che l’importo del diritto annuale a carico delle imprese, come determinato per l’anno 2014, è

ridotto, per l’anno 2015, del 35 per cento, per l’anno 2016, del 40 per cento e, a decorrere dall’anno 2017,

del 50 per cento e inoltre la ridefinizione, in capo al Dicastero dello sviluppo economico, di tariffe e diritti

sulla base dei costi standard, con relativa attuazione senza nuovi e maggiori oneri a carico della finanza

pubblica. In tal modo viene meno una cospicua parte delle entrate finanziarie di cui attualmente questo

Ente può beneficiare. Si tratta di una norma dagli effetti pesantissimi per tutto il sistema camerale, con

ricadute negative per le imprese e le economie locali, poiché ridurrà fortemente le risorse che ogni

Camera di Commercio ha finora investito in interventi economici di sostegno e in progetti di sviluppo. Il

taglio del diritto annuale si inserisce nel più ampio disegno di riforma delle pubbliche amministrazioni

approvato con legge 7 agosto 2015 n. 124.

In particolare l’articolo 10 intitolato “Riordino delle funzioni e del finanziamento delle Camere di

Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura”, dispone che, nell’ambito di una delega il Governo adotti,

entro 12 mesi, un decreto che riformi l’organizzazione, le funzioni e il finanziamento delle Camere nel

rispetto di:

a) determinazione del diritto annuale a carico delle imprese tenuto conto delle disposizioni sui tagli

sopra richiamate;

b) ridefinizione delle circoscrizioni territoriali, con riduzione del numero dalle attuali 105 a non più di 60

mediante accorpamento di due o più camere di commercio; possibilità di mantenere la singola Camera

di Commercio non accorpata sulla base di una soglia dimensionale minima di 75.000 imprese e unità

locali iscritte o annotate nel registro delle imprese;

c) ridefinizione dei compiti e delle funzioni, con particolare riguardo a quelle di pubblicità' legale generale

e di settore, di semplificazione amministrativa, di tutela del mercato, limitando e individuando gli ambiti di

attività nei quali svolgere la funzione di promozione del territorio e dell'economia locale, nonché

attribuendo al sistema camerale specifiche competenze, anche delegate dallo Stato e dalle regioni,

eliminando le duplicazioni con altre amministrazioni pubbliche, limitando le partecipazioni societarie a

quelle necessarie per lo svolgimento delle funzioni istituzionali nonché' per lo svolgimento di attività in

regime di concorrenza, a tal fine esplicitando criteri specifici e vincolanti, eliminando progressivamente le

partecipazioni societarie non essenziali e gestibili secondo criteri di efficienza da soggetti privati;

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INDICE Il contesto normativo di riferimento 2 3 4 5 6 7 Asse A Asse B

Asse trasversale

Destinazione risorse

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d) riordino delle competenze relative alla tenuta e valorizzazione del registro delle imprese con

particolare riguardo alle funzioni di promozione della trasparenza del mercato e di pubblicità legale delle

imprese, attraverso il ruolo di coordinamento del Ministero dello sviluppo economico;

e) definizione di standard nazionali di qualità delle prestazioni delle Camere di Commercio

f) riduzione del numero dei componenti dei consigli e delle giunte e riordino della relativa disciplina,

compresa quella sui criteri di elezione prevedendo la gratuità degli incarichi diversi da quelli nei collegi

dei revisori dei conti;

g) introduzione di una disciplina transitoria che tenga conto degli accorpamenti già deliberati alla data di

entrata in vigore della presente legge;

h) introduzione di una disciplina transitoria che assicuri la sostenibilità finanziaria.

Una nuova stagione attende ora l’intero sistema camerale, la Camera di Commercio di Reggio Emilia in

particolare.

Non raggiungendo il limite dimensionale minimo stabilito per Legge (le 75.000 imprese e unità locali), la

Camera di Reggio Emilia non potrà, nonostante il pieno raggiungimento di un sostenibile equilibrio

economico-finanziario anche alla presenza dei tagli governativi, esimersi dai processi di accorpamento delle

Camere di Commercio.

Ciò nell’ambito di un non ancora ben delineato riassetto territoriale delle istituzioni, riassetto sul quale

permane ancora oggi poca chiarezza, come ad esempio sulle future aggregazioni di territori provinciali (area

vasta).

Camere di commercio: #riforma o #autoriforma?

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INDICE 1 Il contesto istituzionale e associativo 3 4 5 6 7 Asse A Asse B

Asse trasversale

Destinazione risorse

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IL CONTESTO ISTITUZIONALE E ASSOCIATIVO

La Camera, per svolgere in modo efficace i propri molteplici compiti, continuerà a mantenere e sviluppare

collaborazioni con le altre istituzioni pubbliche, con le associazioni di categoria, le singole imprese e i

clienti/utenti. Nelle sedi dove si discutono le politiche economiche territoriali e dove si pro-gettano le azioni per

accrescere la competitività del sistema locale, è fondamentale la sua presenza, per offrire progetti di sviluppo

del territorio, risorse finanziarie comunque importanti e una struttura professionale e dinamica, anche

attraverso il sistema delle proprie partecipazioni. Le Camere di Commercio sono un punto d’incontro naturale

tra imprese e cittadini, tra imprese e mercato, tra imprese e istituzioni; ed è esattamente attraverso questo

ruolo esclusivo che gli Enti camerali si qualificano sempre di più come soggetti attivi per favorire lo sviluppo

economico.

Questa missione, per essere realizzata in modo efficace, necessita di un rapporto responsabile e trasparente,

che tale si deve mantenere nel corso del tempo, con le imprese in primis, le quali tramite le proprie

Associazioni di categoria possono mettere a confronto i rispettivi interessi. Oltre ai rappresentanti negli organi

Camerali (Consiglio e Giunta), è statutariamente prevista la Consulta delle Associazioni, composta dai presidenti

delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali e dei consumatori, che fornisce pareri, valutazioni

e indirizzi di carattere generale agli organi Camerali.

A questi si uniscono poi ulteriori interlocutori che trovano nelle Camere un’istituzione di riferimento, quali

ordini e associazioni professionali, associazioni dei consumatori, pubbliche amministrazioni lo-cali, sindacati,

singoli utenti. Tra loro troviamo anche la Consulta delle Professioni, composta dai presidenti degli ordini e

collegi professionali operanti nella circoscrizione provinciale della Camera di Commercio, con il compito di

esercitare funzioni di tipo consultivo - in particolare in materia di semplificazione - con la finalità di promuovere

una più stretta connessione tra impresa e professionisti e il Comitato Giovani Imprenditori.

La Camere di Commercio sono enti che operano in regime di “autonomia funzionale”, nel quale trovano la

propria proiezione istituzionale le comunità alle quali si rivolge l’azione degli enti medesimi; le autonomie

funzionali, consentono a tali comunità il diretto svolgimento delle funzioni ad esse specificamente destinate,

configurandosi così come strumenti di autogoverno delle stesse. L’obiettivo primario del sistema Camerale è

costituito dal perseguimento di interessi di carattere generale, che non possono essere dimenticati quando si

considerano le pur fondamentali linee di interesse locale e che richiede quindi un’opera di intervento

largamente condivisa a livello nazionale.

Anche quest’ambito risentirà e sarà riprogettato secondo i nuovi assetti geografici e funzionali che gli Enti

camerali assumeranno nei prossimi mesi.

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INDICE 1 Il contesto istituzionale e associativo 3 4 5 6 7 Asse A Asse B

Asse trasversale

Destinazione risorse

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La CCIAA di Reggio Emilia: Sistema di Governance integrata

La CCIAA di Reggio Emilia si pone al centro di una rete di relazioni istituzionali nel cui ambito elabora strategie e

definisce azioni di intervento per favorire lo sviluppo delle politiche di promozione, crescita e tutela del

mercato. La CCIAA di Reggio Emilia individua il potenziamento del «Sistema delle Alleanze» sui diversi piani di

intervento, come elemento imprescindibile per lo sviluppo delle proprie linee politiche di mandato, divenendo

quindi nucleo di un articolato e variegato network che si può sintetizzare ne “IL SISTEMA CAMERALE”.

Il Sistema Camerale

Il riconoscimento normativo dell’essere «Sistema Camerale» di cui fanno parte, oltre alle CCIAA italiane, le

CCIAA all’estero, quelle estere in Italia, le Aziende Speciali, le Unioni regionali, l’UnionCamere Nazionale e le

strutture di sistema, è uno dei principali elementi di innovazione della legge di riordino delle Camere di

Commercio (L. 580/93 come modificata dal D. Lgs. 23/2010).

La CCIAA di Reggio Emilia ha già affermato la sua nuova identità di parte integrante e attiva del network

Camerale, infatti, da tempo, opera nello sviluppo e nel potenziamento delle relazioni di una rete sinergica,

unica nel panorama delle Pubbliche Amministrazioni.

La CCIAA di Reggio Emilia quindi garantisce la propria presenza attiva all’interno di un sistema che favorisce la

condivisione del know-how e delle competenze per la realizzazione di iniziative progettuali congiunte, che

potrebbero risultare inefficaci e di scarso successo se realizzate esclusivamente in autonomia. Lo sviluppo ed il

potenziamento delle relazioni all’interno del network, quindi, è prezioso e funzionale non solo per favorire ed

aiutare la realizzazione delle strategie Camerali, ma anche per lo sfruttamento dell’economia di scala per

l’efficienza gestionale.

Il Sistema Camerale si configura come una rete composta di 105 CCIAA, 127 Aziende Speciali, 19 Unioni

Regionali, 9 Centri Esteri Regionali, 73 CCIAA italiane all’estero, 33 CCIAA italo estere, oltre 2000 partecipazioni

in infrastrutture e società. Unioncamere rappresenta il Sistema Camerale e ne coordina l’azione, promuove i

rapporti con le altre istituzioni di livello internazionale, nazionale e locale. Realizza interventi sia a favore delle

CCIAA che delle imprese, predispone studi e ricerche, istituisce osservatori e interventi, inoltre, avvalendosi

anche delle proprie società specializzate, sviluppa iniziative per l’internazionalizzazione dell’economia italiana.

Le Unioni Regionali sono rappresentative delle CCIAA della stessa regione, ne coordinano le attività e i

programmi, studiano i problemi comuni, promuovono iniziative congiunte, forniscono supporto per lo sviluppo

economico locale, realizzano indagini e gestiscono i rapporti interregionali e con le strutture di servizio. I Centri

Regionali per il Commercio Estero sostengono il processo di internazionalizzazione delle imprese, ospitano

delegazioni straniere, promuovono la partecipazione a mostre internazionali, fiere e a missioni all’estero. Le

CCIAA Italiane all’estero, con sede nelle principali città del mondo, sono associazioni a carattere volontario di

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INDICE 1 Il contesto istituzionale e associativo 3 4 5 6 7 Asse A Asse B

Asse trasversale

Destinazione risorse

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operatori ed imprese ed hanno la finalità di favorire le relazioni economiche con le imprese straniere

interessate al mercato italiano. Le CCIAA italo-estere, offrono servizi ed attività per agevolare l’ingresso delle

imprese italiane sui mercati esteri e viceversa.

Così almeno l’infrastruttura “di sistema” per come l’abbiamo conosciuta fino ad ora.

Sulla base dell’articolato e complesso sistema istituzionale e associativo sopra richiamato, s’inserisce il

particolare momento economico e sociale mondiale. La nuova crisi che oggi stiamo vivendo, per molti versi

inedita e dalle conseguenze potenzialmente ancor più gravi di quella vissuta solo tre anni fa, potrebbe mettere

in discussione perfino il ruolo dell’euro e della stessa Europa. L’esigenza di contenimento e riduzione della

spesa pubblica (resa ancor più urgente dal declassamento del debito pubblico appena intervenuto),

unitamente alle richieste di maggiore libertà economica e minori vincoli all’esercizio dell’attività d’impresa, sta

al contempo mettendo in discussione le stesse funzioni svolte dallo Stato e dagli enti locali. Il dibattito sulla

riorganizzazione del sistema pubblico a sostegno del mondo delle imprese coinvolge pienamente anche il

sistema Camerale. In questo scenario, appare quindi evidente la necessità di dare avvio a una nuova fase di

autoriforma, mirata ad una sempre maggiore efficienza e qualità dei servizi offerti dalle Camere di Commercio

e basata, già nell’immediato, su uno sforzo più intenso è più esteso verso accorpamenti territoriali e

realizzazione di alcuni servizi in forma associata.

E’ pertanto già partita ufficialmente da diversi mesi la riforma delle Camere di commercio italiane che porterà il

loro numero al massimo a 60 enti. Dodici Unioni regionali hanno già provveduto ad approvare l’accorpamento

delle strutture camerali del proprio territorio, mentre le rimanenti formalizzeranno l’analogo percorso nelle

prossime settimane. Gli accorpamenti tendono a creare realtà locali con un bacino pari ad almeno 75.000

imprese che coniuga sostenibilità economica e valorizzazione dei territori. Entro il 2016 le Camere di

Commercio interessate saranno impegnate a deliberare il nuovo assetto, che sia di autoriforma piuttosto che

decretato a livello centrale.

max 60 #cameredicommercio sul territorio

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INDICE 1 2 Il contesto economico

locale 4 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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IL CONTESTO ECONOMICO LOCALE

Gli scenari previsionali

Secondo le previsioni del FMI di Luglio la ripresa della crescita globale, sebbene ancora attesa, non si

concretizzerà in toto . Il Fondo internazionale ha infatti rivisto al ribasso le stime per il 2015.

Il PIL quest’anno crescerà del 3,3%, meno di quanto stimato ad aprile (3,5%); la crescita nel 2016 sarà del 3,8% .

In particolare si prevede una graduale ripresa delle economie avanzate (2,1% nel 2015 e + 2,4% nel 2016) i cui

Paesi importatori hanno beneficiato del crollo dei prezzi delle materie prime. Tra i Paesi emergenti e in via di

sviluppo la Cina, di cui non si conosce ancora la portata della frenata vedrà il proprio PIL diminuire di mezzo

punto passando dal 6,8% del 2015 al 6,3% del 2016; è prevista inoltre per il 2015 la contrazione del PIL per

Brasile e Russia, che torneranno in crescita nel 2016.

In zona Euro la ripresa invece sembra sulla buona strada, le previsioni parlano di un PIL in crescita dell’1,5% nel

2015 e dell’1,7% per il 2016.

In particolare spicca la previsione per Spagna con una crescita nel 2015 superiore al 3%, mentre l’Italia vedrà il

proprio PIL passare dallo 0,7% nel 2015 all’1,2% nel 2016.

PREVISIONI DEL PIL DEL FMI (AGGIORNAMENTO LUGLIO 2015)

Paesi 2015 2016 var. 2015 var. 2016

su stima luglio su stima luglio MONDO +3.1 +3.6 -0.2 -0.2

ECONOMIE AVANZATE +2.0 +2.2 -0.1 -0,2

Usa +2.6 +2.8 +0.1 -0.2

EUROZONA +1.5 +1.6 - -0.1

Germania +1.6 +1.7 -0.1 -0.1

Francia +1.2 +1.5 - -

Italia +0.8 +1.3 +0.1 +0.1

Spagna +3.1 +2.5 - -

ECONOMIE EMERGENTI +4.0 +4.5 -0.2 -0.2

Cina +6.8 +6.3 - -

Brasile -3.0 -1.0 -1.5 -1.7

Russia -3.8 -0.6 -0.4 -0.8

Fonte: OCSE – World Economic Outlook ottobre 2015

Le previsioni per la nostra provincia, formulate a luglio da Prometeia/Unioncamere, stimano una crescita del

PIL per l’anno in corso dell’1,5% confermata con l’1,9% nel 2016, percentuale quasi doppia rispetto alla crescita

italiana.

Tutti i settori dovrebbero vivere un periodo di ripresa, ad esclusione dell’agricoltura per il quale il 2015 sarà

ancora un anno di recessione.

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INDICE 1 2 Il contesto economico

locale 4 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

8

Sempre positivo, ma in lieve ribasso l’andamento delle esportazioni, influenzato dalle previsioni del PIL

mondiale, ma anche dalle dinamiche economiche dei Paesi emergenti e dai rischi geopolitici.

La tendenza positiva si rafforzerà comunque nel 2016, in concomitanza della ripresa del commercio e della

crescita mondiale.

Il Tessuto Produttivo

La natimortalità delle imprese

Il tessuto economico reggiano è attualmente rimasto sostanzialmente stabile.

Nel primo semestre 2015 il bilancio demografico fra le imprese nate (2.131) e quelle che contemporaneamente

hanno dichiarato la cessazione delle attività (2.045), termina con un saldo attivo pari a 86 unità.

MOVIMENTO IMPRESE ISCRITTE E CESSATE IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA DAL 2008 AL PRIMO SEMESTRE 2015

Anni

Stock al 31.12

Movimento

Iscritte Cessate Saldo (iscritte-cess. non d’uff.)

Totali di cui: non d’ufficio

2008 58.699 4.250 4.401 4.401 -151

2009 58.085 3.880 4.526 4.526 -646

2010 57.955 4.135 4.295 4.295 -160

2011 57.861 4.137 4.281 3.757 380

2012 57.217 3.977 4.647 4.090 -113

2013 56.460 3.710 4.491 4.285 -575

2014 56.041 3.699 4.040 3.524 175

2015 gen-giu 55.875 2.131 2.308 2.045 86

Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Infocamere

L’evoluzione del secondo trimestre (+275 unità) ha consentito di recuperare le 189 aziende in meno del primo

trimestre portando il tasso di crescita semestrale a + 0,2%.

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INDICE 1 2 Il contesto economico

locale 4 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

9

Il terziario è stato il settore che ha contribuito maggiormente alla tenuta del sistema delle imprese, mentre nei

tradizionali comparti economici il numero delle nuove imprese è risultato inferiore a quelle cancellate.

Analizzando l’evoluzione dei primi sei mesi dell’anno in corso, infatti, si rileva un maggior numero di cessazioni

non d’ufficio rispetto alle iscrizioni nei comparti agricolo, manifatturiero, edile, del commercio, dei trasporti,

dell'alloggio e ristorazione.

Le iscrizioni superano invece le cessazioni per le attività di servizio alle imprese quali servizi di informazione e

comunicazione, finanziarie e assicurative, professionali, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio,

servizi di supporto alle imprese.

Le analisi dei movimenti a livello settoriale sono però da considerare puramente indicative in quanto il 20,6%

delle iscrizioni, per motivi connessi al procedimento amministrativo, è conteggiato nelle “non classificate”.

IMPRESE REGISTRATE, ISCRITTE E CESSATE PER ATTIVITÀ ECONOMICA IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

GENNAIO – GIUGNO 2015

Attività economica

Imprese registrate

Movimento

Iscritte Cessate

Totale di cui: attive

Totali di cui: non d’ufficio

Agricoltura, silvicoltura pesca 6.263 6.204 137 229 227

Estrazione di minerali da cave e miniere 34 24 0 1 1

Attività manifatturiere 7.962 6.787 185 285 245

Fornit. energia elettrica, gas, vapore e aria condiz. 70 69 2 2 1

Fornit. acqua; reti fognarie 70 68 0 0 0

Costruzioni 12.405 11.569 520 675 569

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparaz. automobili 11.157 10.177 330 454 419

Trasporto e magazzinaggio 1.634 1.467 7 46 36

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 3.224 2.820 101 147 140

Servizi di informazione e comunicazione 1.035 956 56 46 44

Attività finanziarie e assicurative 884 840 30 40 37

Attività immobiliari 3.370 3.054 34 60 52

Attività professionali, scientifiche e tecniche 1.835 1.691 76 83 66

Noleggio, agenzie di viaggio, serv. supporto alle imprese 1.268 1.184 90 74 67

Istruzione 185 177 6 0 0

Sanità e assistenza sociale 233 218 18 10 10

Attività artistiche, sportive, di intrattenim. e divertim. 627 562 16 24 21

Altre attività di servizi 1.972 1.917 84 59 53

n.c. 1.647 18 439 73 57

Totale 55.875 49.802 2.131 2.308 2.045

Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Infocamere

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INDICE 1 2 Il contesto economico

locale 4 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Le Start-up innovative

A quasi tre anni dall’entrata in vigore della Legge 221/2012 che ha introdotto notevoli agevolazioni per

favorire le società che puntano sull’innovazione come fattore di crescita, le start up innovative iscritte al

Registro Imprese sono 60.

Solo negli ultimi otto mesi di quest’anno le iscrizioni sono aumentate del 40% rispetto allo stesso periodo

dello scorso anno. Più della metà, fornisce servizi alle imprese, in particolare la consulenza informatica e la

produzione di software; consistente anche la presenza di start-up nei settori dell’industria in senso stretto,

primo fra tutti quella della metalmeccanica e della fabbricazione di computer e prodotti elettronici.

Le imprese “femminili”, “giovanili” e “straniere”

Nel primo semestre 2015 l’imprenditoria femminile e ancor più quella giovanile hanno dimostrato un

discreto dinamismo.

Circa il 24% delle nuove iscritte è rappresentato da imprese “rosa”; quelle “under 35” arrivano al 30%, al 32%

quelle straniere.

Ciò nonostante Reggio Emilia è terzultima nella graduatoria nazionale per tasso di femminilizzazione delle

imprese; le imprese rosa infatti rappresentano solo il 17% del nostro tessuto imprenditoriale, contro una

componente imprenditoriale femminile nazionale di quasi il 22%, con punte che superano il 30% in province

come Benevento e Avellino.

In molti settori di attività economica, tuttavia, la partecipazione femminile è ben più alta: supera il 50% nelle

imprese che operano nei servizi, in particolare quelli legati alla persona e il 30% nell’attività di gestione di

alloggi in cui 50 imprese su 161 totali sono a conduzione femminile.

I giovani reggiani sono presenti nel tessuto imprenditoriale soprattutto nel settore delle costruzioni nel quale

operano circa 2.000 aziende “under 35” pari al 37% del totale delle imprese giovanili, mentre una

percentuale molto bassa, che supera di poco il 9 %, è presente nel settore manifatturiero con solo 508

imprese giovanili.

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INDICE 1 2 Il contesto economico

locale 4 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Le imprese straniere rappresentano alla fine del primo semestre di quest’anno il 13,6% del tessuto

imprenditoriale reggiano, collocando la nostra provincia al quinto posto a livello nazionale nella graduatoria

delle imprese condotte da stranieri. Rispetto a giugno dell’anno scorso, sono aumentate del 3,6% passando

da 7.316 a 7580. Operano maggiormente nelle costruzioni, settore in cui una impresa su tre ha una presenza

straniera maggioritaria o esclusiva (3.792 su 12.405 totali).

L’evoluzione congiunturale

L’annata agraria

Il 2014 ha rappresentato il terzo anno consecutivo di calo del valore aggiunto, fermo a quota 343,22 milioni di

euro con una riduzione del 3,2% su base annuale; calo da attribuire essenzialmente alla flessione del prezzo

del Parmigiano Reggiano, alla contestuale riduzione del prezzo dei cereali e, in maniera minore, a quello

dell’uva. Il valore della produzione provinciale nel 2014 è diminuito del 2,9% .

Nei comparti più’ importanti, le produzioni vegetali e animali, il calo si è attestato rispettivamente al 3% e al

4,7%.

Il manifatturiero

Il settore manifatturiero, espressione principale dell’economia reggiana, registra nel secondo trimestre del

2015, una tendenziale tenuta rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Sono infatti positive le variazioni

percentuali, calcolate rispetto al secondo trimestre 2014, di tutti gli indicatori congiunturali del settore:

produzione (+2,9%), fatturato e ordini totali (rispettivamente +3,4% e +1,1%) .

Fa eccezione l’andamento degli ordini dal mercato estero che registra un -0,8% e che fa pensare a una

possibile frenata dell’export nei prossimi mesi

CONGIUNTURA MANIFATTURIERA 2014-2015 - PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

ANDAMENTO TENDENZIALE RISPETTO ALLO STESSO TRIMESTRE DELL’ANNO PRECEDENTE DI ALCUNI INDICATORI

Indicatori Variazione % stesso trimestre dell’anno precedente

2° trim 2014 3° trim 2014 4° trim 2014 1° trim 2015 2° trim 2015

Produzione 0,9 1,4 0,2 2,2 2,9

Fatturato totale (interno+estero) -0,1 1,9 -0,4 3,3 3,4

Fatturato estero (*) 3,6 5,4 3,5 3,1 2,9

Ordini totale (interno+estero) 0,1 2,5 -0,6 2,9 1,1

Ordini estero (*) 3,0 4,7 2,8 1,9 -0,8

(*) solo imprese esportatrici Fonte: indagine congiunturale Sistema Camerale

Analizzando i principali settori si osserva una crescita della produzione per tutti i comparti, ad eccezione di

quello ceramico (-1,8%) e dell’abbigliamento (-2,3%).

nuove #imprese prov. di

RE: nuovi 128 #etnie,

17,3% #impresefemminili,

1 su 3 #under35

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INDICE 1 2 Il contesto economico

locale 4 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Il settore alimentare, trainato probabilmente anche dall’expo, cresce del 3,9% rispetto al secondo trimestre

2014. Crescono anche i settori del metalmeccanico (+4,2%), quello elettrico-elettronico (+3,1%) e delle

materie plastiche (+1,6%). La tenuta della produzione è influenzata dall’andamento degli ordini totali che

sono in aumento per quasi tutti i comparti con variazioni positive che vanno da un minimo di +0,3%

dell’industria alimentare ad un +4,1% delle altre industrie manifatturiere.

Fonte: indagine congiunturale sistema Camerale

Le previsioni circa l’immediato futuro risultano pessimistiche per ciò che riguarda l’andamento degli ordini.

Il saldo tra la percentuale di aziende che prevedono aumenti e quelle che prevedono flessioni è infatti

negativo sia per gli ordini totali che per quelli esteri, mentre le previsioni per la produzione e il fatturato si

collocano in territorio positivo con un saldo delle imprese “ottimiste” di poco superiore rispetto a quelle

“pessimiste”.

REGGIO EMILIA – CONGIUNTURA MANIFATTURIERA 2014-2015 - PREVISIONI RELATIVE ALL’ANDAMENTO DI ALCUNI INDICATORI (DIFFERENZA TRA LE PERCENTUALI DI AZIENDE CHE PREVEDONO AUMENTI E QUELLE CHE PREVEDONO DIMINUZIONI)

Indicatori Previsioni dell’andamento nel trimestre successivo a quello di riferimento

2° trimestre 2014

3° trimestre 2014

4° trimestre 2014

1° trimestre 2015

2° trimestre 2015

Produzione -15 -12 -16 15 2

Fatturato -11 -7 -18 15 2

Ordini totale (interno+estero)

-10 -8 -18 8 -4

Ordini esteri 21 17 -14 8 -5

Fonte: indagine congiunturale Sistema Camerale

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INDICE 1 2 Il contesto economico

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Il commercio

Sul fronte del commercio al dettaglio in sede fissa, il secondo trimestre del 2015 registra una variazione

percentuale negativa rispetto a quanto rilevato nel primo trimestre dell’anno. Le vendite al dettaglio

diminuiscono mediamente, rispetto al secondo trimestre del 2014, dell’1,2% .

Tutte le tipologie di negozio sono coinvolte, anche se con differenti intensità: il commercio al dettaglio di

prodotti non alimentari, come nello stesso periodo dell’anno scorso, è quello che risente maggiormente della

congiuntura negativa. In un anno le vendite sono calate del 1,7%, mentre la flessione della vendita di prodotti

alimentari si è attestato a -0,3%. In sofferenza anche la Grande Distribuzione Organizzata che ha registrato un

-0,7% delle vendite.

Le costruzioni

Il 2014 si è concluso per il comparto delle costruzioni con una frenata dell’andamento negativo del volume

d’affari; la media 2014 è stata del -2,7% rispetto al -5,6% del 2013. I primi due trimestri di quest’anno

mostrano che la ripresa è in atto, confermato dal +3,5% del primo trimestre e dal + 2,5 del II trimestre.

Le previsioni degli imprenditori del settore per l’immediato futuro sembrano avallare questa tesi.

CONGIUNTURA INDUSTRIA DELLE COSTRUZIONI IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA ED IN EMILIA ROMAGNA DAL 1° TRIMESTRE 2012 AL 2° TRIMESTRE 2015

ANDAMENTO TENDENZIALE DEL VOLUME D’AFFARI (FATTURATO) RISPETTO ALLO STESSO TRIMESTRE DELL’ANNO PRECEDENTE

Trimestre 2012 2013 2014 2015

Reggio Emilia

Emilia Romagna

Reggio Emilia

Emilia Romagna

Reggio Emilia

Emilia Romagna

Reggio Emilia

Emilia Romagna

1° trimestre -3,4 -6,7 -4,9 -6,8 -0,4 -4,1 3,5 2,1 2° trimestre 3,1 0,5 -5,7 -5,1 -0,9 -3,0 2,5 2,1 3° trimestre -0,8 -0,3 -14,4 -5,3 -7,7 -6,7 4° trimestre -0,6 0,7 -2,1 -5,1 -1,6 -1,8

Media -0,4 -1,5 -6,7 -5,6 -2,7 -3,9

Fonte: indagine congiunturale Sistema Camerale

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I fallimenti

Nei primi sei mesi del 2015 i fallimenti dichiarati in provincia di Reggio Emilia sono stati 60 a fronte degli 87

registrati nello stesso periodo dell’anno passato con un calo del -31% rispetto allo stesso periodo dell’anno

scorso. Una flessione dovuta essenzialmente al decremento nei settori dell’industria, 8 fallimenti in meno, e

nel settore delle costruzioni che dai 27 del primo semestre 2014 è sceso a 17 fallimenti aperti nei primi sei

mesi del 2015.

Fonte: elaborazioni ufficio Studi Camera di Commercio Reggio Emilia su dati Tribunale (*) Altre attività: Agricoltura; Trasporti e comunicazioni; intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca; altri servizi pubblici sociali e personali

Gli ammortizzatori sociali e il mercato del lavoro

Confermata nei primi otto mesi di quest’anno la tendenza degli ultimi due anni del calo del numero di ore

richieste dalle Imprese per la cassa integrazione guadagni.

Nel periodo gennaio-agosto dell’anno in corso le ore autorizzate per la provincia di Reggio Emilia, hanno

raggiunto quota 3.615.978, il 16,3% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.

Il calo tendenziale risente della diminuzione di tutti i tipi di cassa, fatta eccezione per quella ordinaria che

cresce del 3%. La cassa in deroga segna un calo tendenziale sui primi otto mesi dell’anno del 43,6% e la cassa

straordinaria scende del 4,6%.

Analizzando in dettaglio i dati Inps di agosto, emerge che le ore autorizzate di cassa integrazione ordinaria per

la provincia di Reggio Emilia nei primi otto mesi dell’anno sono state 657.698 contro le 638.634 dello stesso

periodo 2014. Diminuiscono di 103mila ore quelle autorizzate per la cassa straordinaria e di ben 621mila le

ore riguardanti la cassa in deroga.

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CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI ORDINARIA, STRAORDINARIA, IN DEROGA IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

ANNI DAL 2009 AL 2014 E GENNAIO-AGOSTO 2015 (NUMERO ORE AUTORIZZATE)

Anni Cassa integrazione guadagni Variazione % su anno precedente

Ordinaria Straordinaria In deroga Totale Ordinaria Straordinaria In deroga Totale 2009 6.681.276 1.640.204 1.620.240 9.941.720

2010 4.743.327 3.706.290 8.208.275 16.657.892 -29,0 126,0 406,6 67,6

2011 1.241.048 2.732.696 4.946.111 8.919.855 -73,8 -26,3 -39,7 -46,5

2012 2.016.722 4.142.340 5.473.540 11.632.602 62,5 51,6 10,7 30,4

2013 1.962.976 4.325.331 4.260.488 10.548.795 -2,7 4,4 -22,2 -9,3

2014 744.113 3.947.308 3.045.124 7.736.545 -62,1 -8,7 -28,5 -26,7 2015 gen-

ago 657.698 2.152.719 805.561 3.615.978 3,0 (a) -4,6 (a) -43,6 (a) -16,3(a)

Fonte: Inps (a) variazione su stesso semestre anno precedente

Seppure ulteriormente in crescita nel 2014 il tasso di disoccupazione arrivato al 6,6%, resta comunque ben al

di sotto del tasso nazionale che sfiora il 13%; il tasso di occupazione scende di un ulteriore punto, dal 66,8%

del 2013 al 65,8 del 2014.

Per il 2015, le risultanze del sistema informativo Excelsior per l’occupazione e la formazione, realizzato per la

Camera di Commercio di Reggio Emilia da Unioncamere e Ministero del Lavoro, confermano un momento di

moderato ottimismo rilevando un aumento delle previsioni di assunzioni nella provincia di Reggio Emilia.

La percentuale d’imprese che prevedono assunzioni nel corso di quest’anno infatti è cresciuta di circa 2

punti, passando dal 14,4% del 2014 al 16,7% dell’anno in corso; anche il tasso di assunzione provinciale

arriva al 4,5% dato in crescita sistematica dal 2013.

Nonostante ciò la variazione occupazionale prevista per il 2015 è di segno negativo, pari a 220 unità.

Tale riduzione occupazionale è dovuta ai contratti di lavoro stabili e a termine, il cui saldo negativo dovrebbe

attestarsi a -860 unità; viceversa i contratti atipici attivati dovrebbero, nell’insieme, superare quelli in

scadenza (+ 640 unità). A livello settoriale, la perdita di posti di lavoro attesa in provincia di Reggio Emilia si

concentra maggiormente nell’industria (-170 unità), mentre nei servizi è previsto un saldo negativo di 50

unità.

MOVIMENTI E TASSI PREVISTI DALLE IMPRESE NEL 2015 PER CONTRATTI DI LAVORO “ALLE DIPENDENZE” IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA, IN EMILIA ROMAGNA E IN ITALIA

Area territoriale Movimenti previsti nel 2015 Tassi previsti nel 2015

Entrate n°

Uscite n°

Saldo n°

Entrate Uscite Saldo

Reggio Emilia 5.900 6.760 -860 4,5 5,2 -0,7 Emilia Romagna 68.950 76.850 -7.900 6,4 7,1 -0,7 Italia 721.730 806.130 -84.400 6.3 7,1 -0,7

Fonte: Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2014

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INDICE 1 2 Il contesto economico

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Il credito

Crescono lievemente i depositi e si riducono gli impieghi bancari alle imprese e alle famiglie reggiane;

continuano ad aumentare le sofferenze bancarie e resta alto il grado di propensione agli investimenti della

nostra provincia.

Analizzando i dati BankItalia aggiornati al 30 giugno di quest’anno, i depositi bancari risultano in crescita

(+1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), per un totale di 11,7 milioni di euro. Tale

andamento è tuttavia inferiore rispetto all’analoga variazione positiva registrata in Italia (+5,6%), ma in linea

con la situazione regionale (+1,5%).

In costante aumento le sofferenze bancarie salite in un anno dal 9,2%, del primo trimestre 2014, al 10,2 di

marzo 2015.

Prosegue parallelamente il calo degli impieghi (al netto delle sofferenze) alle imprese e alle famiglie reggiane

(1,4%) che raggiungono un valore complessivo che supera i 19 miliardi. La flessione è confermata anche a

livello Paese dai dati ABI per il mese di luglio con il -0,1% .

Con impieghi in calo e risparmi in crescita, il grado di propensione agli investimenti continua a diminuire. Il

rapporto tra impieghi e depositi, si attesta a fine giugno di quest’anno a 183,9 punti; nel 2011 se ne

registravano 265,6.

Il dato, sebbene in calo, risulta comunque ben superiore a quello regionale (141,2) e a quello nazionale

(133,6).

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Le esportazioni

L'economia reggiana rafforza decisamente le sue posizioni nel mondo, con una rilevante crescita in Europa

(baluardo dell'export reggiano, con quasi i tre quarti del valore complessivo) e, contemporaneamente, un

autentico boom in diversi Paesi al di fuori del vecchio continente.

La provincia di Reggio Emilia, dopo essere salita nel 2014 al dodicesimo posto nella graduatoria delle

principali province esportatrici dopo Bologna e Modena, ha visto il suo export raggiungere nei primi sei mesi

del 2015 i 4,7 miliardi di euro. Un valore che supera di quasi 150 milioni quello osservato nello stesso periodo

del 2014, registrando un incremento del 3,3%. In crescita del 6% rispetto al primo semestre dell’anno passato

anche le importazioni che si avvicinano ai due miliardi di euro. Buono, dunque, il saldo commerciale tra

export e import, che a giugno risulta pari a 2,7 miliardi di euro, valore superiore dell’1,4% rispetto a quello

conseguito nei primi sei mesi del 2014 (2.663 milioni).

Tutti positivi, intanto, gli andamenti delle vendite dei prodotti più rilevanti dell’economia reggiana. In crescita

dell’1,9% i prodotti metalmeccanici che, con 2,4 miliardi di esportato, rappresentano oltre la metà del totale

dell’export reggiano; il tessile-abbigliamento raggiunge il valore di 745,5 milioni, il 6,5% in più rispetto

all’anno passato; la ceramica, passando da 508,5 a 528,3 milioni di euro, registra un +3,9%. In aumento anche

i prodotti elettrici ed elettronici, che con un +13,5% raggiungono quasi i 400 milioni di euro; gli alimentari-

bevande crescono dello 0,9% passando da 302,2 a 304,8 milioni; superano poi i 66,6 milioni (+4,3%) gli

articoli in gomma-plastica.

Il Vecchio Continente, con il 71,4% del totale esportato, continua a rappresentare il principale acquirente di

prodotti reggiani. Le esportazioni della provincia di Reggio Emilia verso l’Europa hanno infatti raggiunto, nei

primi sei mesi del 2015, i 3,3 miliardi di euro, in aumento dell’1,5% rispetto all’analogo periodo del 2014,

crescita da attribuire prevalentemente alle vendite verso i Paesi UE28, che hanno raggiunto il valore di 2.993

milioni (+3%).

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risorse

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Fonte: elaborazioni ufficio Studi Camera di Commercio Reggio Emilia su dati Istat

Rimanendo in Europa, ma fissando l’attenzione sui Paesi extra UE, si osserva la continua diminuzione

dell’export verso la Russia, che nel periodo gennaio-giugno di quest’anno ha registrato una flessione del

37,2% rispetto al primo semestre 2014, portando il valore a 102,1 milioni. In crescita del 28,7%, invece, le

vendite dirette in Turchia che hanno raggiunto quasi gli 88 milioni.

Per l’America e l’Asia l’andamento delle vendite di prodotti “made in Reggio” è stato positivo, con variazioni,

rispettivamente, del +15% e +6,1%. Gli Stati Uniti, con 347,5 milioni registrano una crescita del 14,3%, e

contemporaneamente continua l’aumento di esportazioni di prodotti reggiani in Cina che hanno raggiunto,

nei primi sei mesi del 2015, i 108,4 milioni di euro (+2,3%). Con una crescita del 28,7% le importazioni della

provincia di Reggio Emilia dal mercato cinese hanno raggiunto i 339,4 milioni, portando a un saldo della

bilancia commerciale a -231 milioni.

#economiareggiana più forte nel mondo: +3,3%

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risorse

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L’Innovazione

Secondo i risultati di una recente indagine, condotta nel periodo maggio-luglio 2014 dal sistema camerale, su

un campione di 219 imprese reggiane delle 1.622 coinvolte a livello regionale, il 69,4% ha introdotto

un’innovazione nel triennio 2011-2013.

Con questo dato, Reggio Emilia si colloca al primo posto in Emilia Romagna per quota di imprese innovative,

seguita dalla limitrofa Modena con il 64,5% .

Fra le imprese che hanno innovato nell'ultimo triennio, il 24,2% ha introdotto innovazioni di prodotto di tipo

incrementale e una percentuale pari al 20,1% ha introdotto innovazioni di processo, sempre di tipo

incrementale. Ha realizzato innovazione radicale di prodotto (l'innovazione ritenuta più pregiata) ben l'11,4%

delle imprese del campione di Reggio Emilia contro il 9,7% di quelle del campione emiliano-romagnolo,

mentre l'innovazione radicale di processo ha interessato una quota più ridotta di casi, anche se pur sempre

superiore alla media regionale: il 5,9% a Reggio Emilia contro il 5,5% regionale. Una quota più elevata di

imprese innovative appartiene ai settori della meccanica, della ceramica, del chimico/farmaceutico e della

gomma-plastica. Le differenze non riguardano soltanto il settore produttivo bensì la dimensione di impresa,

con le imprese più grandi che si dimostrano maggiormente in grado di innovare.

Oltre un quarto (25,7%) delle imprese reggiane si è già convertito alla green economy dato in netta crescita

rispetto al 13,3% della precedente rilevazione e superiore a quello medio dell’Emilia-Romagna (19,8%).

Reggio Emilia si posiziona seconda fra le nove province della regione preceduta solo da Forlì-Cesena (27,8%).

La conversione al green ha riguardato innanzitutto il tema dell’energia (impianti fotovoltaici, fonti rinnovabili,

macchinari a minore consumo, maggiore efficienza energetica, ecc.)

INNOVAZIONI INTRODOTTE NEGLI ULTIMI TRE ANNI IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA E IN EMILIA ROMAGNA (% IMPRESE INTERVISTATE)

Anno 2014

Tipo di innovazione Reggio Emilia

Emilia-Romagna

Innovazione di prodotto incrementale 24,2 21,5

Innovazione di prodotto radicale 11,4 9,7

Innovazione di processo incrementale 20,1 18,0

Innovazione di processo radicale 5,9 5,5

Innovazione organizzativa 17,4 18,7

Innovazione di marketing 12,8 14,4

Nessuna innovazione introdotta 30,6 39,1

Fonte: “Rapporto sull’innovazione in provincia di Reggio Emilia” – Osservatorio innovazione CISE-Unioncamere Emilia Romagna

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INDICE 1 2 Il contesto economico

locale 4 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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INDICE 1 2 3 Il quadro delle risorse 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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IL QUADRO DELLE RISORSE

Premessa

In questa sezione verrà tracciato un quadro generale dei proventi che si prevedono di realizzare e degli oneri

che si ipotizza di sostenere nel corso del 2016. In relazione agli strumenti di programmazione occorre

ricordare che la gestione delle Camere di Commercio è informata ai principi generali della contabilità

economico-patrimoniale e che .si applicano anche alle Camere di Commercio le misure di adeguamento e

armonizzazione dei sistemi e degli schemi contabili delle pubbliche amministrazioni (D.LGS 91/2011) al fine di

assicurare il coordinamento della finanza pubblica attraverso una disciplina omogenea dei procedimenti di

programmazione, gestione, rendicontazione e controllo.

L’individuazione delle risorse disponibili per l’attuazione dei programmi annuali stabiliti dall’Ente deve tener

conto sia degli effetti di misure gestionali volte a recuperare efficienza ed efficacia nell’impiego delle risorse

stesse, sia delle misure di razionalizzazione e riduzione della spesa imposte dalle manovre di finanza pubblica.

Il quadro generale qui esposto, è redatto secondo il principio di competenza economica sulla base della

programmazione degli oneri e della prudenziale valutazione dei proventi applicando il principio del pareggio

economico; quest’ultimo è conseguito anche mediante l’utilizzo degli avanzi patrimonializzati.

Si riporta il quadro generale degli introiti e degli oneri che saranno poi definiti più dettagliatamente in sede di

redazione del Bilancio Preventivo 2016.

Proventi 2016

La previsione relativa ai Proventi camerali, in termini di competenza economica, corrisponde a € 9,8 Milioni

circa.

DIRITTO ANNUALE: in base all’analisi del diritto annuale dovuto dalle imprese e considerando in particolar modo

le riscossioni del Bilancio Pre-consuntivo 2015, la previsione per gli introiti del diritto annuale 2016 si attesta

intorno ad € 6,6 MLN circa (importo per competenza); tale previsione tiene conto di quanto disposto dall’art.

28 del citato DL 90/2014 che ha ridotto il diritto camerale per l’anno 2016 di una percentuale pari al 40%

rispetto all’anno 2014 (-5% rispetto all’anno 2015). In termini finanziari si prevede un incasso non superiore

ai 5,2 MLN di euro sull’importo dovuto per l’anno 2016.

Lo stanziamento complessivo per competenza economica in sede di preventivo 2016 terrà conto

dell’aggiornamento dei dati in base alle elaborazioni fornite da Infocamere sulla base della circolare n.

3622/C/2009 relativa all’applicazione uniforme dei nuovi principi contabili; tali importi andranno poi ridotti in

applicazione delle suddette nuove disposizioni in materia di riduzione del diritto annuale camerale dovuto

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INDICE 1 2 3 Il quadro delle risorse 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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dalle imprese. Se si confrontano gli importi riscossi alla stessa data degli anni precedenti è possibile

evidenziare la seguente situazione:

Per l’anno 2016 gli introiti da diritto annuale sono stati stimati in € 6.600.000,00 sulla base delle seguenti

considerazioni:

- la normativa inerente al diritto annuale ha imposto una consistente riduzione delle risorse camerali in

quanto l’art.28 del DL 90/2014 “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa

e per l'efficienza degli uffici giudiziari.”, così come modificato dalla Legge di conversione, ha stabilito

la riduzione del diritto annuale camerale dovuto dalle imprese secondo le seguenti percentuali: -35%

nel 2015 ; - 40% nel 2016 e -50% nel 2017.

- I dati di pre-consuntivo 2015 costituiscono una base idonea a fornire con buona approssimazione

contabile la previsione dello stanziamento del diritto annuale 2016; l’importo suddetto è ridotto del

40% in applicazione del citato art.28 DL 90/2014;

- la composizione delle imprese iscritte nel Registro appare sostanzialmente invariata sotto il profilo

della forma giuridica.

DIRITTI DI SEGRETERIA: sono previsti introiti pari a circa € 2.660.000,00 tenuto conto delle disposizioni contenute

nel Decreto Ministeriale vigente in materia di diritti di segreteria del Registro Imprese. La legge n. 114

dell’11.8.2014 di conversione del Dl 90/2014 per quanto riguarda le Camere di Commercio, ha previsto anche

una revisione dei diritti di segreteria stabilendo che le tariffe debbano esser fissate sulla base di costi

standard che saranno poi individuati dal Ministero dello Sviluppo Economico sentita l ‘Unioncamere e la

Società per gli studi di settore.

CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI: la finanza camerale si alimenta essenzialmente con entrate proprie, gli introiti

complessivi sono stimati in € 400.000,00.

RICAVI PER GESTIONE SERVIZI DIVERSI: le previsioni riguardano le sponsorizzazioni, ai ricavi per gestione banche dati,

fitti attivi, pubblicazioni e vari servizi camerali; l’ammontare complessivo è pari a € 165.000,00.

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INDICE 1 2 3 Il quadro delle risorse 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Lo stanziamento complessivo relativamente alla gestione finanziaria è pari ad € 169.000,00. I proventi

finanziari previsti sono correlati ai tassi d’interesse sul c/c bancario (istituto cassiere) e agli impieghi della

liquidità in titoli di stato già effettuati negli anni precedenti nell’ambito dell’obiettivo di ottimizzazione del

rendimento della liquidità.

Gli oneri 2016

Gli oneri previsti per l’anno 2016 sono in linea con l’andamento degli anni precedenti e con il processo di

razionalizzazione e di contenimento della spesa attuato dall’Ente. Le manovre di contenimento della spesa

pubblica hanno ridotto notevolmente la possibilità di stanziare oneri per studi, consulenze, relazioni

pubbliche, mostre, pubblicità, sponsorizzazioni, manutenzione immobili ordinaria e straordinaria, oneri per

autovetture e investimenti per mobili e arredi d’ufficio. Su tali misure di contenimento sono state emanate

negli anni scorsi apposite circolari ministeriali al fine di fornire i necessari chiarimenti per l’applicazione

concreta delle suddette limitazioni di spesa.

La Manovra di finanza pubblica approvata con DL 66/2014 convertito con modificazioni dalla L. 89/2014 ha

confermato e ampliato alcuni interventi di riduzione della spesa agendo sui consumi intermedi che possono

ricondursi in gran parte agli oneri di funzionamento del Bilancio camerale.

ONERI DEL PERSONALE: lo stanziamento a bilancio pari complessivamente a € 3.620.000,00 tiene conto

prudenzialmente delle retribuzioni vigenti e delle misure di contenimento della spesa per il pubblico impiego

vigenti.

GLI ONERI DI FUNZIONAMENTO: sono stimati nell’importo massimo pari a circa € 3.250.000,00 in linea con le

misure di razionalizzazione delle spese correnti della struttura e con le citate misure di riduzione della spesa

pubblica imposte dalla normativa vigente. All’interno di tali oneri sono compresi anche gli importi relativi agli

organi camerali e le spese per quote associative a vantaggio del sistema camerale e gli oneri per imposte e

tasse.

Lo stanziamento per l’anno 2016 tiene conto della necessità di razionalizzazione degli oneri per prestazioni di

servizi attraverso la revisione dei contratti per quanto possibile e il taglio su alcune voci di spesa.

GLI ONERI PER INTERVENTI ECONOMICI sono indirizzati al perseguimento dei progetti annuali di promozione e

sviluppo del territorio elaborati sulla base delle linee programmatiche del Consiglio Camerale.

#dirittoannuale: -40% =

6,6 milioni €

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INDICE 1 2 3 Il quadro delle risorse 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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GLI ONERI PER ACCANTONAMENTI ED AMMORTAMENTI (€ 1.633.000,00) comprendono le quote di ammortamento e

gli importi relativi alle quote di accantonamento al fondo svalutazione crediti da diritto annuale.

L’importo che rileva la presumibile perdita su crediti, da accantonare annualmente al fondo svalutazione

crediti, è stabilito applicando all’ammontare presunto del valore nominale dei crediti (diritto annuale +

sanzioni + interessi) la percentuale media di mancata riscossione del diritto relativa alle ultime due annualità

per le quali si è proceduto all’emissione di ruoli esattoriali (circa 88%).

In sede di redazione del Bilancio Preventivo economico sulla base dei dati che saranno resi disponibili da

InfoCamere in base ai principi contabili, saranno apportate le eventuali variazioni alla stima del credito da

diritto annuale 2016 ed al conseguente accantonamento del Fondo di svalutazione.

La Previsione 2016 ed il pareggio di bilancio

(importi in migliaia di €) Quadro generale

delle risorse anno 2016

FONTI / PROVENTI

DIRITTO ANNUALE (tenendo presente l'importo dovuto dalle imprese per competenza nell'anno di riferimento) 6.600

DIRITTI DI SEGRETERIA 2.660

CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI 400

PROVENTI DA GESTIONE DI SERVIZI 165

RIMANENZE 20

TOTALE FONTI GESTIONE CORRENTE (A) 9.845

GESTIONI ACCESSORIE 669

TOTALE FONTI (B) 10.514

IMPIEGHI / ONERI

PERSONALE 3.620

FUNZIONAMENTO 3.250

AMMORTAMENTO ED ACCANTONAMENTI (compreso accantonamenti a F.do svalutazione crediti da diritto annuale) 1.633

TOTALE IMPIEGHI GESTIONE CORRENTE (C) 8.503

Valutazione prudenziale in relazione ad oneri straordinari, finanziari e altri impieghi 400

TOTALE IMPIEGHI (D) 8.903

IPOTESI DISPONIBILITA' Per Investimenti per lo Sviluppo del Territorio:

Differenza sulla gestione corrente (A-C) 1.342

Differenza Totale Impieghi (B-D) 1.611

Per quanto attiene lo stanziamento degli interventi economici per lo sviluppo del territorio è possibile far

riferimento agli importi soprariportati (differenza sulla gestione corrente; differenza sul totale impieghi)

destinando eventualmente una quota, attentamente ponderata anche in ottica prospettica, degli avanzi

patrimonializzati disponibili al 31.12.2015. L’Utilizzo degli avanzi economici patrimonializzati per garantire

l’equilibrio del preventivo economico è consentito tenendo sotto controllo la consistenza patrimoniale

dell’Ente al fine di non determinarne un’insostenibile riduzione. Qualora gli avanzi patrimonializzati siano

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INDICE 1 2 3 Il quadro delle risorse 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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invece destinati al finanziamento d’investimenti, si verifica una modifica nella composizione patrimoniale,

senza diminuirne sostanzialmente la solidità. Occorre ricordare che le finalità istituzionali dell’Ente camerale

non consistono nell’accumulazione di risorse ma nell’erogazione di servizi destinati al soddisfacimento dei

bisogni delle imprese e del territorio; pertanto ogni decisione relativa all’accantonamento di risorse o,

viceversa, all’utilizzo delle stesse deve far riferimento a un disegno programmatico preciso, sul quale si

fondano le conseguenti decisioni gestionali. Negli ultimi anni l’Ente ha proceduto a impostare la

programmazione annuale utilizzando, ove necessario, gli avanzi patrimonializzati per sviluppare azioni

d’intervento economico nell’ambito degli obiettivi strategici e programmatici.

Gli oneri per interventi economici sono inseriti così come indicato dal DPR 254/2005 all’interno della gestione

caratteristica poiché le attività a esso collegate rientrano nella missione istituzionale che l’ordinamento

giuridico assegna alle Camere di Commercio; pertanto assegnare agli interventi economici, a seguito di

attenta valutazione economico patrimoniale, una parte dei propri avanzi patrimonializzati può comunque

tradursi in un elemento di valutazione positiva di un eventuale disavanzo economico corrente.

L’equilibrata gestione degli avanzi patrimonializzati all’interno della Camera di Commercio di Reggio Emilia è

stata improntata alle seguenti linee guida:

• utilizzo degli avanzi patrimonializzati per il sostegno e lo sviluppo d’interventi economici in relazione

agli obiettivi strategici dell’Ente e alla particolare situazione congiunturale;

• monitoraggio e razionalizzazione degli oneri del personale e degli oneri di funzionamento in

particolare al fine di liberare quante più risorse possibili da destinare ad attività promozionali.

Con riferimento agli avanzi economici degli esercizi precedenti (patrimonializzati) l’importo complessivo al

31.12.2014 è superiore a € 17 MLN. Il Bilancio Preventivo aggiornato 2015 (e il pre-consuntivo 2015)

evidenzia un disavanzo d’esercizio pari a circa 4,18 MLN di €uro, pertanto si prevede un importo complessivo

degli avanzi economici patrimonializzati al 31.12.2015 pari a circa 13MLN di €uro.

La forte riduzione del diritto annuale disposta dal legislatore impone una valutazione della capacità delle

Camere di Commercio di mantenere un proprio equilibrio economico patrimoniale inteso come capacità di

mantenere un livello di patrimonio netto in grado di fronteggiare le obbligazioni assunte anche attraverso la

redazione di Bilanci di previsione in disavanzo economico da coprire con l’utilizzo di avanzi patrimonializzati

degli esercizi precedenti.

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INDICE 1 2 3 Il quadro delle risorse 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Si riporta di seguito il dettaglio della previsione degli avanzi patrimonializzati al 31-12-2015:

Nel quadro seguente si riportano il confronto tra le fonti di finanziamento e gli impieghi negli ultimi anni e le

previsioni per l’anno prossimo:

PREVENTIVO

2016

Pre-

consuntivo

2015

Bilancio

d’esercizio 2014

(consuntivo)

Bilancio

d'esercizio 2013

(consuntivo)

Bilancio

d'esercizio 2012

(consuntivo)

Bilancio

d'esercizio 2011

(consuntivo)

Bilancio

d'esercizio 2010

(consuntivo)

FONTI/ PROVENTI DIRITTO ANNUALE (tenendo presente l'importo dovuto dalle imprese per competenza nell'anno di riferimento)

6.600 7.000 11.325 11.436 11.700 11.590 11.400

DIRITTI DI SEGRETERIA 2.660 2.660 2.837 2.790 3.081 3.025 3.090 CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI 400 450 530 940 780 603 416 PROVENTI DA GESTIONE DI SERVIZI 165 165 188 198 201 224 226

RIMANENZE 20 20 10 4 -1 34 -9 TOTALE FONTI GESTIONE CORRENTE (A)

9.845 10.295 14.890 15.368 15.761 15.476 15.123

GESTIONI ACCESSORIE 669 1.801 1.418 1.827 352 881 425 TOTALE FONTI (B) 10.514 12.096 16.308 17.195 16.113 16.357 15.548

IMPIEGHI/ ONERI PERSONALE 3.620 3.640 3.864 3.891 3.876 3.908 4.300 FUNZIONAMENTO 3.250 3.300 3.442 3.562 3.655 3.756 3.877 AMMORTAMENTO ED ACCANTONAMENTI (compreso accantonamenti a F.do svalutazione crediti da diritto annuale)

1.633 1.994 3.329 3.312 3.542 3.025 2.863

TOTALE IMPIEGHI GESTIONE CORRENTE (C)

8.503 8.934 10.635 10.765 11.073 10.689 11.040

Valutazione prudenziale in relazione ad oneri straordinari e altri impieghi

400 580 582

TOTALE IMPIEGHI (D) 8.903 9.514 11.217 10.765 11.073 10.689 11.040

IPOTESI DISPONIBILITA' Per Investimenti per lo Sviluppo del Territorio:

Differenza sulla gestione corrente (A-C)

1.342 1.361 4.255 4.603 4.688 4.787 4.083

Differenza Totale Impieghi (B-D) 1.611 2.582 5.091 6.430 5.040 5.668 4.508 Oneri totali per interventi economici da Bilancio Preventivo aggiornato 2014 e Bilancio consuntivo d’esercizio 2013, 2012, 2011 e 2010

6.600 4.829 5.155 5.556 5.039 5.540

Utilizzo di avanzi di amministrazione patrimonializzati per interventi economici per lo sviluppo del territorio

4.018 -262 -1.275 -516 -1.032

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INDICE 1 2 3 Il quadro delle risorse 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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IL QUADRO DELLE RISORSE 2016-2018

(importi in migliaia di €)

Quadro generale delle risorse anno 2016

Quadro generale delle risorse anno 2017

Quadro generale delle risorse anno 2018

FONTI / PROVENTI

DIRITTO ANNUALE (tenendo presente

l'importo dovuto dalle imprese per

competenza nell'anno di riferimento)

6.600 5.600 5.600

DIRITTI DI SEGRETERIA 2.660 2.660 2.660

CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI 400 400 400

PROVENTI DA GESTIONE DI SERVIZI 165 150 150

RIMANENZE 20 10 10

TOTALE FONTI GESTIONE CORRENTE (A) 9.845 8.820 8.820

GESTIONI ACCESSORIE 669 1.000 1.000

TOTALE FONTI (B) 10.514 9.820 9.820

IMPIEGHI / ONERI

PERSONALE 3.620 3.600 3.600

FUNZIONAMENTO 3.250 3.250 3.250

AMMORTAMENTO ED ACCANTONAMENTI (compreso accantonamenti a F.do

svalutazione crediti da diritto annuale)

1.633 1.700 1.700

TOTALE IMPIEGHI GESTIONE CORRENTE (C) 8.503 8.550 8.550

Valutazione prudenziale in relazione ad oneri straordinari, finanziari e altri impieghi

400 600 600

TOTALE IMPIEGHI (D) 8.903 9.150 9.150

IPOTESI DISPONIBILITA’ per investimenti per lo sviluppo del territorio

Differenza sulla gestione corrente (A-C) 1.342 270 270

Differenza Totale Impieghi (B-D) 1.611 670 670

1,6 #milioni€ per

territorio di

ReggioEmilia:= -40%

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INDICE 1 2 3 4 Il piano degli investimenti 6 7 Asse A Asse B

Asse trasversale

Destinazione risorse

28

PIANO DEGLI INVESTIMENTI

L’Ente camerale dispone di un patrimonio costituito dal complesso di beni di pertinenza dell’ente stesso. Il

piano degli investimenti espone i programmi di investimento in immobilizzazioni, distinte in immobilizzazioni

immateriali, immobilizzazioni materiali e immobilizzazioni finanziarie.

Immobilizzazioni materiali

La Camera di Commercio possiede una dotazione strumentale composta da immobili, impianti, arredi,

hardware e software che l’Ente camerale mette a disposizione dell’imprenditoria locale a favore del sistema

delle imprese.

Beni Immobili

L’evoluzione in atto a livello regionale ed anche nazionale, che ha preso le mosse dal DL 90/2014 convertito

in Legge 114/214 e che si concluderà con la legge di riforma della pubblica amministrazione, imporrà una

riflessione circa gli assetti patrimoniali dell’Ente, così come attualmente delineati:

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INDICE 1 2 3 4 Il piano degli investimenti 6 7 Asse A Asse B

Asse trasversale

Destinazione risorse

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L’Ente camerale sarà pertanto chiamato a valutare, in un’ottica prospettica, l’ipotesi di valorizzazione del

proprio patrimonio immobiliare, mettendolo ad esempio, a reddito, attraverso la locazione degli stessi o la

loro riqualificazione oppure, viceversa, dovrà affrontare l’ipotesi di dismissione di una parte del patrimonio

immobiliare camerale. Le opportunità concrete di dismissione saranno valutate alla luce dell’evoluzione in

atto relativamente al processo di accorpamento delle Camere di Commercio.

Per il prossimo anno non saranno previsti interventi significativi sugli immobili a disposizione dell’Ente,

tuttavia nella redazione del programma triennale dei lavori pubblici, è stata prevista una rivisitazione

dell'impiantistica presente nelle sedi camerali (in particolar modo quell’idraulica ed elettrica) al fine di

contribuire al conseguimento di risparmi che faciliterebbero il rispetto dei tagli di spesa imposti dalle

manovre di “Spending review” e inoltre innalzerebbero il livello di efficienza energetica delle sedi camerali.

Nel 2015 è stato sottoscritto il compromesso per l’acquisto di box e posti auto ubicati nell’autorimessa

appartenente al Condominio Palazzo degli Affari, al fine di abbattere i costi di parcheggio del parco auto

camerale in aree che non garantiscono la conservazione delle stesse la dovuta diligenza. Il perfezionamento

dell’atto di compravendita è previsto nel corso dell’esercizio 2016 (€ 165.000 + oneri).

Per quanto riguarda gli investimenti ipotizzati per il prossimo anno, gli stessi comprendono una previsione

prudenziale delle somme da destinare alla straordinaria manutenzione del patrimonio immobiliare camerale

e un plafond di risorse di circa € 100.000 di programmazione annuale

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INDICE 1 2 3 4 Il piano degli investimenti 6 7 Asse A Asse B

Asse trasversale

Destinazione risorse

30

Beni mobili e immobilizzazioni tecniche

Preso atto dei recenti vincoli e tagli in materia di consumi intermedi, nonché a fronte della contrazione delle

risorse a seguito della riduzione delle entrate camerali per il taglio del diritto annuale, saranno effettuati, nel

2016, modici acquisti di mobili e arredi con una previsione complessiva rientrante nei limiti dettati dalle

specifiche misure di contenimento della spesa pubblica (art. 1 comma 141 della Legge 228/2012).

Per quanto riguarda gli investimenti ipotizzati per il prossimo anno, gli stessi comprendono una previsione

prudenziale delle somme da destinare al rinnovo delle attrezzature tecniche e informatiche (circa €

10.000,00). Negli acquisti, effettuati tramite le convenzioni CONSIP o tramite la piattaforma MEPA, saranno

privilegiati quelli necessari per migliorare la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Immobilizzazioni immateriali

Relativamente alla dotazione informatica (software) non si prevedono acquisti di ulteriori licenze, salvo il

manifestarsi di esigenze specifiche. Ove possibile sarà utilizzato software open source o comunque gratuito

oppure , per esigenze specifiche, a software sviluppati internamente. Le finalità perseguite consistono nel

miglioramento della gestione dei processi interni e nel potenziamento dei servizi all’utenza, in piena

coerenza con le linee di indirizzo in materia di semplificazione e trasparenza della pubblica amministrazione.

Lo stanziamento previsto ammonta a € 15.000.

Immobilizzazioni finanziarie

Gli investimenti finanziari della Camera di Commercio saranno ancora finalizzati allo sviluppo delle risorse del

territorio. Tali risorse intese come insieme di soggetti economici, attività produttive e istituzioni

rappresentano sempre più un fattore di successo nella sfida competitiva globalizzata. La Camera di

Commercio intende pertanto esercitare una funzione di stimolo, mediazione e proposta sul tema delle

infrastrutture e delle partecipazioni in quanto luogo di confronto e sede di aperta dialettica degli interessi e

delle istanze. A tal fine saranno previste adeguati stanziamenti di bilancio per iniziative legate alla logistica,

l’innovazione, il trasferimento tecnologico, il sistema fieristico e turistico, l’infrastrutturazione industriale,

anche attraverso le società del sistema Camerale.

La copertura degli investimenti trova fonte nella disponibilità finanziarie della Camera di Commercio di

Reggio Emilia e non è previsto alcun ricorso a indebitamento o accensione di mutui. Si riporta di seguito il

totale degli investimenti previsti:

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INDICE 1 2 3 4 Il piano degli investimenti 6 7 Asse A Asse B

Asse trasversale

Destinazione risorse

31

In sede di redazione del Bilancio Preventivo Economico saranno ulteriormente analizzati e dettagliati gli

stanziamenti relativi agli introiti, agli oneri e agli investimenti per l’esercizio 2016.

le #salecamerali sono a

disposizione del

pubblico #affitto

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INDICE 1 2 3 4 5 Il contesto organizzativo e le

risorse umane 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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IL CONTESTO ORGANIZZATIVO E LE RISORSE UMANE

Assetto Organizzativo

La recente entrata in vigore della Legge 124/2015 che dà concreto avvio al processo di riordino delle funzioni

e del finanziamento delle Camere di Commercio “annuncia” un 2016 foriero di profonde trasformazioni per

l'ente camerale reggiano con prevedibili grossi impatti sull'assetto organizzativo (cfr. “Il contesto normativo di

riferimento”).

Già in sede di programmazione triennale del fabbisogno di personale 2014-2016 la Giunta camerale, nel

prendere atto dei prevedibili radicali interventi governativi, approvò una riduzione della dotazione organica e

parallelamente un piano di reclutamento di transizione nonostante che tra il 2014 e il 2015 si siano

comunque concretizzate diverse fuoriuscite di personale. Resta il fatto tuttavia che rimangono tuttora attuali

tematiche già degli esercizi passati: la difficile congiuntura economica a livello nazionale e locale, la

persistenza di pesanti vincoli assunzionali, le limitazioni alle spese di funzionamento.

Anche per quanto sinora manifestato, la Giunta camerale nel corso del primo semestre 2015 ha operato un

momento di riflessione e verifica dell'assetto organizzativo pervenendo a un riposizionamento di alcune

attività e del personale camerale facendo salvi i principi che guidarono il precedente intervento organizzativo,

in altre parole di "razionalizzazione" delle risorse umane dedicate ad attività anagrafico-certificative con

rafforzamento del contingente di personale da dedicare ad azioni promozionali e afferenti servizi innovativi.

E' stato comunque confermato l'assetto a 2 Aree prevedendo un’articolazione in 5 servizi e l’individuazione di

2 Unità operative di staff, una al Segretario Generale e una al Dirigente d’Area come meglio evidenziato nel

paragrafo successivo. Rispetto alla situazione previgente si è optato per una razionalizzazione dei Servizi con

la “creazione” di due Unità operative in staff, in linea anche con l’esigenza manifestata dall’O.I.V. dell’ente.

L'assestamento organizzativo poi approvato dalla Giunta camerale ha comportato una verifica della

valutazione delle posizioni dirigenziali ma anche un riesame e una rivisitazione delle Posizioni

Organizzative/Alte Professionalità.

Il personale in servizio

Il personale della Camera di Commercio di Reggio Emilia che negli anni scorsi appariva stabilizzato intorno

alle 90 unità ha subito a cavallo degli anni 2014 e 2015 un repentino calo dovuto perlopiù a pensionamenti

comunque programmati e non sostituti; si è assistito infatti, con decorrenza dicembre 2014/gennaio 2015

all'uscita di n. 4 unità (n. 1 unità di categoria D3 a tempo pieno responsabile del Servizio “Anagrafe e registri”,

n. 1 unità di categoria D3 a tempo pieno responsabile del Servizio “Studi, statistica, osservatori”, n. 1 unità di

categoria D1 a tempo pieno del Servizio “Anagrafe e registri”, n. 1 unità di categoria C a tempo pieno del

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INDICE 1 2 3 4 5 Il contesto organizzativo e le

risorse umane 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Servizio “Segreteria direzionale, pianificazione e controllo”) alle quali è seguita nei primi mesi dell'anno in

corso l'uscita di ulteriori n. 3 unità (n. 1 unità di categoria D1 a tempo parziale del Servizio “Certificazioni,

protesti, agricoltura e ambiente”, n. 1 unità di categoria C a tempo pieno del Servizio “Provveditorato e

attività di supporto”, n. 1 unità di categoria D1 a tempo pieno del Servizio “Promozione”, per mobilità

volontaria fra enti quest'ultimo). Ciò fa si che il personale in servizio allo 01.10.2015 ammonti a n. 82 unità:

Nella tabella che segue sono riportate le categorie di appartenenza degli attuali 82 dipendenti della Camera

di Commercio di Reggio Emilia:

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INDICE 1 2 3 4 5 Il contesto organizzativo e le

risorse umane 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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I dati del bilancio 2014, ultimi disponibili in quanto riferiti all'ultimo esercizio economicamente chiuso, non

“registrano” ancora la conseguente (alle uscite di personale) riduzione degli oneri relativi; comunque il

rapporto tra costo del personale camerale e oneri e proventi correnti si può dire in linea con la tendenza al

ribasso degli ultimi esercizi; gli oneri afferenti il personale infatti si assestano al 25% degli oneri correnti,

percentuale solo lievemente superiore al dato dell'anno precedente. Analogamente tali oneri di personale

anche in confronto ai proventi correnti confermano l'incidenza al ribasso manifestatasi negli anni precedenti:

26,13% infatti è il dato, tuttora sensibilmente inferiore alle percentuali registratesi sino all'anno 2010 dove si

collocava al 28,56%.

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INDICE 1 2 3 4 5 Il contesto organizzativo e le

risorse umane 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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L’assetto organizzativo, come anticipato, è stato rivisto dalla Giunta camerale nel corso dell'esercizio 2015

anche se per certi macro aspetti non si discosta più di tanto da quello previgente:

Dato ciò anche la ripartizione del personale per “funzioni” è in linea con quella registrata gli anni scorsi;

stante, come visto nelle pagine precedenti, l'uscita anche di personale dedicato ad attività promozionali, si

evidenzia lo “sforzo” per non depotenziare tale settore di attività; la percentuale di personale dedicato è

infatti pari al dato al 31.12.2014 mentre appare in contenimento l'impiego di personale per alcune attività

interne.

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INDICE 1 2 3 4 5 Il contesto organizzativo e le

risorse umane 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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La programmazione triennale dei fabbisogni e recenti interventi legislativi

Come in apertura già si accennava la programmazione triennale 2014-2016 dei fabbisogni di personale è

stata approvata dalla Giunta camerale il dicembre scorso in via molto cauta, stante il periodo di transizione

che sta tutt'ora vivendo il sistema camerale. Al di là di una contrazione della dotazione organica in effetti il

piano di reclutamento 2014 si limitava a “prevedere l’eventuale copertura di personale in relazione non solo

a personale che dovesse uscire dall’ente ma anche in relazione alle priorità che i nuovi organi camerali di

recente insediamento delibereranno negli atti programmatici annuali...mediante esperimento di bando di

mobilità esterna volontaria (che come già ricordato, non soggiace a limitazioni normative) o a nuove

assunzioni qualora normativamente ammesso e ritenuto maggiormente utile allo scopo” nonché

parallelamente la copertura di fabbisogni temporanei o eccezionali di personale con il ricorso a forme

flessibili di impiego. Nonostante le uscite di personale di cui riferito non si è però ritenuto necessario

procedere a esperire procedure di mobilità mentre si è fatto ricorso per qualche mese a un’unità in

somministrazione a tempo determinato per il Registro imprese con particolare riferimento alla campagna

bilanci dell'anno. Analogamente, e a maggior ragione, i piani di reclutamento 2015 e 2016 furono solo

abbozzati in attesa di sviluppi che senz'altro chiamano la Giunta Camerale, in sede di aggiornamento del

piano triennale, a una probabile ulteriore riduzione della dotazione organica e a riflessioni improntate a una

tutt'ora più che mai stringente necessità di non alimentare ma semmai di contrarre le spese per oneri di

funzionamento.

Quanto sopra non può che condurre a una situazione di stallo nella composizione quali-quantitativa dei

dipendenti in servizio:

quasi il 97% del personale ha più di 40 anni, il 62% ha 50 anni o più e solo 2 unità rientrano nella

fascia di età 30-39 anni;

paradossalmente nonostante i pensionamenti, anzi anche in conseguenza dei pensionamenti, il

grado di “laureizzazione” del personale è diminuito da 35% al 34%; in calo comunque il personale

che ha frequentato la sola scuola dell’obbligo - 11%; la parte restante è in possesso di diploma di

scuola media superiore.

CCIAA: #menoprsonale

#piùcompetenze

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INDICE 1 2 3 4 5 Il contesto organizzativo e le

risorse umane 7 Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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La gestione e valorizzazione del capitale umano

L'anno in corso ha visto la prima applicazione delle nuove metodologie di valutazione del personale dei livelli

e del personale titolare di posizione organizzativa/alta professionalità, entrambe riferite all'annualità 2014;

metodologie approvate lo scorso anno, al fine di, coerentemente con i criteri di cui al contratto decentrato

integrativo per il triennio 2012-2014, dare nuovo vigore all’azione valutativa e di incentivazione del

personale “completando” il percorso di integrale adesione ai dettami vigenti del decreto legislativo n.

150/2009.

Indicazioni utili in tema di gestione e valorizzazione delle risorse umane perverranno anche dall'edizione

2015 dell’indagine sul personale dipendente che è stata realizzata, dall’anno 2013, avvalendosi dell'apposita

modulistica predisposta da A.N.AC. (già C.I.V.I.T.) ai sensi di quanto previsto dalla normativa vigente, edizione

attualmente in corso e che sarà un buon indicatore del percorso intrapreso dall'ente volto a migliorare il

clima organizzativo. Le prime due indagini hanno infatti fornito riscontri positivi se è vero che quella 2014

fece registrare un livello di benessere organizzativo significativamente superiore a quello dell'esito indagine

2013; 4,09 contro 3,96, posto a 6 il livello massimo, che rappresenta il valore ottenuto dalla media di tutte le

risposte ottenute nei vari ambiti di indagine che attraversano trasversalmente aspetti legati al benessere

organizzativo in senso stretto, al grado di condivisione del sistema di valutazione, alla valutazione dei

superiori gerarchici. In ognuno di questi ambiti il valore medio si colloca al di sopra del valore soglia, ovvero il

livello a cavallo tra “non soddisfacente” e “soddisfacente”. Come ogni anno gli esiti dell'indagine saranno

propedeutici all'eventuale aggiornamento delle misure organizzative attuate con l'intento ultimo di

migliorare il clima organizzativo nell'ente e ai sensi della normativa vigente, l’indagine sarà replicata con

cadenza annuale trovando vita pertanto anche nell'anno 2016; parallelamente, a cavallo di anno, l'ente

adotterà, partendo dall'eredità del precedente piano triennale 2012-2014, il piano di azioni positive per le

pari opportunità 2015-2017 per il quale si avvarrà, come previsto dalla legge, dell'ausilio del Comitato Unico

di Garanzia insediato presso l'ente camerale.

Tema in qualche modo collegato a quelli sopra riportati è senz'altro il Telelavoro, il cui progetto triennale

d’implementazione sperimentale redatto nel 2013, a seguito azioni governative in materia di

razionalizzazione della spesa pubblica ha portato a un prudenziale stop del progetto, ulteriormente frenato

in seguito agli ulteriori provvedimenti in tema di contrazione delle entrate camerali e di riordinamento del

#risultatipositivi indagine

clima organizzativo tra i

dipendenti: 4,09/6,00

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risorse

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sistema delle Camere di Commercio. L'art. 14 della recente Legge 124/2015 riporta in auge l'argomento

prevedendo espressamente che “Le amministrazioni pubbliche, nei limiti delle risorse di bilancio disponibili a

legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, adottano misure organizzative

volte a fissare obiettivi annuali per l'attuazione del telelavoro ” e allargandone la portata prevedendo in

generale “la sperimentazione, anche al fine di tutelare le cure parentali, di nuove modalità spazio-temporali

di svolgimento della prestazione lavorativa che permettano, entro tre anni, ad almeno il 10 per cento dei

dipendenti, ove lo richiedano, di avvalersi di tali modalità, garantendo che i dipendenti che se ne avvalgono

non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera”.

Quale ulteriore strumento di promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle

amministrazioni pubbliche la normativa citata dispone altresì che “Le amministrazioni pubbliche, nei limiti

delle risorse di bilancio disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza

pubblica, procedono, al fine di conciliare i tempi di vita e di lavoro dei dipendenti, a stipulare convenzioni con

asili nido e scuole dell'infanzia e a organizzare, anche attraverso accordi con altre amministrazioni pubbliche,

servizi di supporto alla genitorialità, aperti durante i periodi di chiusura scolastica”. Alla luce di tali

disposizioni la fine dell'anno 2015 e l'anno 2016 richiederanno un'attenta valutazione da parte dell'ente al

fine del necessario adeguamento che peraltro investirà potenzialmente altre materie in tema di

organizzazione della Camera di Commercio, poiché la normativa citata contiene deleghe al Governo anche in

altre materie d’interesse camerale; per quanto attiene gli argomenti in trattazione nel presente paragrafo,

preme ricordare l'art. 7 “Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della

corruzione, pubblicità e trasparenza”, l'art. 11 sulla dirigenza pubblica e l'art. 17 “Riordino della disciplina del

lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”.

Formazione al personale

Al fine di poter tener conto sin dall'anno 2016 delle imminenti novità che impatteranno sulle funzioni delle

Camere di Commercio, s’intende sviluppare un'attività formativa che non si limiti a essere di aggiornamento

professionale ma anche azioni che possano arricchire di nuove skills il personale dipendente consci che il

mutato assetto organizzativo del sistema camerale spinge verso una diversificazione delle attività

incrementando la parte “non istituzionale” per favorire la fornitura alle imprese di servizi ad alto valore

aggiunto nell'intenzione di diventare un punto di riferimento a supporto dell'impresa reggiana non solo nel

“disbrigo” di adempimenti burocratici ma anche nella ricerca di nuovi mercati e/o nuovi business.

formazione personale

camerale orientata a

fornire #valoreaggiunto

alle imprese

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Non sarà comunque trascurata, pur nei limiti stretti degli stanziamenti di bilanci consentiti, l'attività

formativa “tout-court” che vedrà, anche per l’anno 2016, Unioncamere Emilia Romagna quale interlocutore

di riferimento nell'ambito del cosiddetto "Piano Formativo regionale" che organizza corsi di formazione a

specifico favore del personale delle CCIAA emiliano-romagnole sulla base di esigenze comuni dalle stesse

manifestate sotto il coordinamento di apposito gruppo di lavoro; il piano formativo per l'anno 2016 ha già

individuato alcuni temi che saranno oggetto di attività formativa confermando le ultime tendenze che

vedono le Camere di Commercio più orientate al dialogo nei confronti dell'utenza.

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Aggiornamento programma pluriennale e definizione obiettivi

strategici Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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AGGIORNAMENTO PROGRAMMA PLURIENNALE E DEFINIZIONE OBIETTIVI

STRATEGICI

La Relazione Previsionale e Programmatica, a norma dell’art. 5 del D.P.R. n. 254 del 2005 “Regolamento per

la disciplina della gestione patrimoniale e finanziaria delle Camere di Commercio”, aggiorna annualmente il

Programma Pluriennale ed è approvata dal consiglio entro il 31 ottobre. Essa ha carattere generale e illustra i

programmi che si intendono attuare nell'anno di riferimento, in rapporto alle caratteristiche e ai possibili

sviluppi dell'economia locale e al sistema delle relazioni con gli organismi pubblici e privati operanti sul

territorio, specificando, altresì, le finalità che si intendono perseguire e le risorse a loro destinate.

Successivamente alla sua approvazione la Giunta formulerà la proposta di Preventivo economico 2016, che il

Consiglio approverà entro il mese di dicembre.

Ai sensi dell’art. 4 del DPR 254/2005 “il Consiglio determina gli indirizzi generali e approva il programma

pluriennale, di norma per il periodo corrispondente alla durata del mandato, anche tenendo conto, degli atti

di programmazione degli enti territoriali, nonché delle risorse necessarie e dei risultati che si intendono

conseguire”.

A seguito del completamento delle procedure per il rinnovo degli Organi camerali, il nuovo Consiglio della

Camera di Commercio ha approvato con propria Deliberazione n. 7 del 28.04.2014 il Programma Pluriennale

2014-2018 documento che raccoglie gli indirizzi di mandato emersi all’atto dell’insediamento del Consiglio

stesso.

Il programma, partendo da una sintetica analisi del non facile contesto economico-sociale in cui l’Ente dovrà

operare, individua gli assi e gli obiettivi strategici verso cui potrà essere indirizzata l’azione della Camera di

Commercio di Reggio Emilia nei prossimi cinque anni, periodo in cui ci si troverà tra l’altro ad anticipare le

trasformazioni di un mondo in piena evoluzione.

Ottimizzare l’utilizzo delle risorse e le performance, ridurre i costi, migliorare i servizi e aumentare il

supporto alle imprese. Questo è l’impegnativo percorso già avviato dalla precedente Amministrazione a

sostegno dell’economia locale e che si appresta a proseguire nei prossimi anni con l’obiettivo, in particolare,

di favorire il rilancio competitivo del territorio e sostenere le imprese nei processi di rinnovamento e di

internazionalizzazione.

Per meglio visualizzare tutta la programmazione 2016 gli obiettivi annuali sono collocati in un’apposita

mappa che costituisce, di fatto, lo strumento più importante per l’intera operatività dell’Ente, un cruscotto,

declinato per assi strategici, che permette di monitorare lo stato di avanzamento e di realizzazione del

programma durante l’esercizio.

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Aggiornamento programma pluriennale e definizione obiettivi

strategici Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Lo strumento adottato dall’Ente camerale per il monitoraggio e controllo della strategia è quello della

Balanced Scorecard, che suddivide gli obiettivi strategici, inseriti in una mappa, secondo le quattro

prospettive:

• Imprese, Territorio e Consumatori

• Processi Interni

• Innovazione e crescita

• Economico Finanziario

L’attività della Giunta e del Consiglio tende, in questo modo, a diventare maggiormente strategica, curando

le funzioni di programmazione e controllo che sono tipiche degli organi di vertice dell’amministrazione.

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Aggiornamento programma pluriennale e definizione obiettivi

strategici Asse A Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Di seguito si riporta il dettaglio della mappa strategica dell’Ente, articolata nel:

All’interno degli assi strategici sono sviluppati gli ambiti di azione relativi a:

Queste impostazioni saranno confermate anche per il 2016, in attesa della più volte citata Riforma delle

Camere di Commercio.

• Asse strategico A – “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per la semplificazione della vita delle

imprese”

• Asse strategico B – “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per il rilancio competitivo del

territorio”

• Asse strategico trasversale - “Azioni di supporto al cambiamento e qualità dei servizi”.

A1. Semplificare la vita delle imprese

A2. Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza

B3. Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese

B4. Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo

B5. Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola - Lavoro

B6. Sostenere l'innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove

imprese

B7. Sostenere il rilancio competitivo del territorio

T1. Rafforzare lo stato di salute dell’Ente

T2. Comunicazione e marketing dei servizi

T3. Trasparenza

T4. Digitalizzazione

T5. Crescita del know how e del capitale umano

T6. Orientare la gestione alla performance

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La CCIAA di RE per la semplificazione della vita delle

imprese Asse B Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Asse A: “LA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA PER LA

SEMPLIFICAZIONE DELLA VITA DELLE IMPRESE”

A1 – Semplificare la vita delle imprese

Quale premessa al tema di cui trattasi giova richiamare la recente Legge n. 124/2015 che, in prospettiva,

lancia indirizzi su quello che sarà l’ulteriore scenario di accelerazione che lo Stato intende imprimere al

processo di semplificazione amministrativa che investe ovviamente anche l’attività della Camera di

Commercio. Il procedimento amministrativo, ai sensi della normativa citata, trova ulteriori modifiche, in parte

con misure direttamente vigenti, e in parte mediante deleghe al Governo; tra queste ultime preme ricordare

la volontà di modificare l’art. 19 della L. n. 241/1990 al fine di garantire a ciascun cittadino la certezza sulle

regole da seguire per avviare un’attività, individuando con precisione i procedimenti per i quali serve la

segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), quelli per i quali vige il silenzio-assenso e quelli per i quali

serve autorizzazione espressa e comunicando ai soggetti interessati i tempi entro i quali si forma il silenzio-

assenso.

L’obiettivo, anche per l'anno 2016, è quello di proseguire con determinazione sulla strada della

semplificazione proponendo il sistema Camerale – in stretto raccordo con il mondo associativo – come

protagonista dei processi di innovazione per rendere efficienti i rapporti con le imprese “tenendo conto” sin

da ora dei principi e dei criteri che guideranno il Governo nell’esecuzione della delega ad esso affidatagli dalla

già citata Legge 124/2015 ai fini del riordino delle funzioni delle Camere di Commercio:

− “ridefinizione dei compiti e delle funzioni, con particolare riguardo a quelle di pubblicità legale

generale e di settore, di semplificazione amministrativa, di tutela del mercato”;

− “riordino delle competenze relative alla tenuta e valorizzazione del registro delle imprese presso le

Camere di Commercio, con particolare riguardo alle funzioni di promozione della trasparenza del

mercato e di pubblicità legale delle imprese, garantendo la continuità operativa del sistema

informativo nazionale e l'unitarietà di indirizzo applicativo e interpretativo attraverso il ruolo di

coordinamento del Ministero dello sviluppo economico”;

In attesa che le intenzioni divengano norma, l’ente camerale darà continuità a tutte quelle azioni tese a

promuovere ed attuare, a beneficio delle imprese, percorsi di semplificazione, di valorizzazione del Registro

delle imprese e delle procedure per la Comunicazione unica, rafforzando i rapporti con le altre Pubbliche

Amministrazioni, la Regione ed i Comuni e modificando l’approccio verso gli utenti rendendosi parte attiva

nel rapporto con essi. Nei rapporti con le imprese ed i cittadini, infatti, già da anni le Pubbliche

Amministrazioni sono chiamate sempre più a realizzare soluzioni finalizzate ad attuare, potenziare e

promuovere la semplificazione delle procedure per l'avvio e lo svolgimento delle attività economiche.

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La CCIAA di RE per la semplificazione della vita delle

imprese Asse B Asse

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La CCIAA di RE per la semplificazione della vita delle

imprese Asse B Asse

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La CCIAA di RE per la semplificazione della vita delle

imprese Asse B Asse

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La CCIAA di RE per la semplificazione della vita delle

imprese Asse B Asse

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A2 – Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza

La Cameradi Commercio annovera tra le funzioni primarie quelle di favorire la trasparenza degli operatori,

evidenziandone per quanto possibile la competenza, la correttezza e l'affidabilità finanziaria grazie alle

banche dati e ai registri informatici camerali e grazie agli interventi di regolazione del mercato (tutela della

proprietà intellettuale, attività del servizio metrico, media-conciliazione ed arbitrato, tutela del consumatore,

consulenza sui contratti commerciali).

…segue.

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La CCIAA di RE per la semplificazione della vita delle

imprese Asse B Asse

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La CCIAA di RE per la semplificazione della vita delle

imprese Asse B Asse

trasversale Destinazione

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…segue.

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La CCIAA di RE per la semplificazione della vita delle

imprese Asse B Asse

trasversale Destinazione

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La CCIAA di RE per la semplificazione della vita delle

imprese Asse B Asse

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competitivo del territorio Asse

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Asse B: “LA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA PER IL RILANCIO

COMPETITIVO DEL TERRITORIO”

B3 – Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese

Analizzando gli ultimi dati disponibili sulla domanda ed offerta di credito alle imprese in provincia di Reggio

Emilia, emerge, con riferimento alla quantità di credito disponibile, un sostanziale miglioramento con il 52,7%

delle imprese che esprimono un giudizio positivo sull'accesso al credito bancario rispetto al 2013.

Il dato, se lascia intravedere spiragli positivi, indica che il tema dell'accesso al credito merita ancora forte

attenzione per gli operatori di parte pubblica.

L'intervento camerale non si limiterà solo al sostegno del ruolo dei Confidi quale strumento di

intermediazione e di garanzia con il sistema creditizio, ma favorirà anche la promozione della conoscenza dei

finanziamenti agevolati per le imprese, con particolare riferimento anche ai finanziamenti comunitari.

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competitivo del territorio Asse

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competitivo del territorio Asse

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B4 – Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo

L'economia reggiana rafforza decisamente le sue posizioni nel mondo, con una rilevante crescita in Europa

(baluardo dell'export reggiano con quasi i tre quarti del valore complessivo) e contemporaneamente un

autentico boom in diversi Paesi al di fuori del vecchio continente.

Le azioni della Camera di Commercio mireranno a supportare l’internazionalizzazione delle imprese per la

promozione del sistema italiano nei mercati esteri attraverso iniziative formative, informative e di assistenza

tecnica raccordate con il Mise.

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B5 – Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola lavoro

“Conoscere per programmare”. E' questo l'assunto che sintetizza l'obiettivo che ci si pone nel momento in cui

fra le attività di un Ente pubblico, quale è la Camera di Commercio, si indirizza l'attenzione a promuovere la

produzione della conoscenza e lo sviluppo d'impresa.

La conoscenza del territorio in tutti i suoi aspetti e la capacità di leggerne le trasformazioni secondo modalità

che rispecchino al meglio la realtà costituiscono le basi sulle quali si può fondare una consapevole

programmazione.

Analisi, studi, ricerche e approfondimenti che spaziano dai temi economici a quelli sociali senza trascurare gli

aspetti connessi alla trasparenza e alla legalità consentono di fotografare e seguire le vicende reggiane nel

loro aspetto globale a 360 gradi. E' con questi strumenti, costruiti in modo partecipato dalle diverse

componenti economiche e sociali del territorio, che gli amministratori pubblici e privati possono disporre di

utili informazioni con le quali mettere a punto al meglio le scelte che quotidianamente sono chiamati a

compiere. Scelte che riguardano sia il breve che il lungo periodo.

Nel breve, il monitoraggio congiunturale consente di tener costantemente sotto osservazione l'evoluzione di

una situazione ancora particolarmente difficile in cui le vicende aziendali e personali si intersecano e le scelte

circa il sostegno alle imprese e alle persone sono condizionate dalle sempre più limitate risorse pubbliche.

Per il lungo periodo, la scelta del percorso da intraprendere è particolarmente ardua. Il contesto in cui

stiamo vivendo è molto complesso. Dalla fine degli anni '90 il passaggio dell'economia dei luoghi a quella dei

flussi ha cambiato le regole della competizione anche a Reggio Emilia e l'individuazione del cammino da

intraprendere per riavviare un percorso di crescita crescita passa attraverso uno studio attento e condiviso,

con chiavi di lettura possibilmente innovative.

Sono queste le premesse sulle quali fondare le basi per costruire strumenti di conoscenza a supporto della

progettualità per una società ed un'economia in costante e rapida trasformazione. Analisi e ricerche su base

sistemica e permanente realizzate con il costante ascolto delle componenti economiche e sociali del

territorio. Analisi e ricerche in grado di fornire strumenti per assistere ed orientare nelle scelte e nei processi

decisionali non solo gli amministratori pubblici ma anche le imprese, il sistema delle associazioni

imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali, il sistema creditizio, il mondo della Scuola nonché le

rappresentanze del sistema sociale.

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B6 – Sostenere l’innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove imprese

Con riferimento ai dati forniti dal rapporto sull'innovazione in provincia di Reggio Emilia nel 2014, dalle

risposte del campione di imprese intervistate risulta che nell'ultimo triennio il 30,6% del campione di Reggio

Emilia non ha effettuato alcun tipo di innovazione, dato significativamente inferiore del 39,1 % medio

regionale nel triennio 2011-2013.

Ciò significa, in positivo, che il 69,4% delle imprese intervistate ha introdotto almeno una innovazione nel

triennio di riferimento.

Con questo dato Reggio Emilia si colloca al primo posto fra le imprese emiliano-romagnole per quota di

imprese innovative. Fondamentale anche per il 2016 il rafforzamento dei servizi innovativi per le piccole e

medie imprese implementando i rapporti con l’Università, con gli Organismi di ricerca e trasferimento

tecnologico il sistema Associazionistico, con lo scopo di sviluppare azioni e progetti per la competitività delle

imprese reggiane.

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Asse B

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competitivo del territorio Asse

trasversale Destinazione

risorse

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competitivo del territorio Asse

trasversale Destinazione

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competitivo del territorio Asse

trasversale Destinazione

risorse

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B7 – Sostenere il rilancio competitivo del territorio

La promozione dello sviluppo del territorio è data da una serie coordinata di azioni volte ad agire sulla

capacità di attrattività con lo scopo di contribuire ad un suo sviluppo equilibrato, coerente con il quadro delle

risorse e delle potenzialità che lo caratterizzano. Fondamentale, per raggiungere lo scopo, la collaborazione di

una pluralità di attori che concorrano attivamente alla definizione ed alla implementazione delle scelte.

Altrettanto importante il raccordo con le iniziative degli Enti locali e delle Autonomie funzionali ed il

confronto costante con il sistema associazionistico delle imprese.

La Camera proseguirà le azioni che favoriscano la valorizzazione delle produzioni tipiche, lo sviluppo del

terziario e del marketing territoriale in una ottica di trasversalità a sostegno dell’intero sistema economico.

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Asse B

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competitivo del territorio Asse

trasversale Destinazione

risorse

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…segue.

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Asse B

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competitivo del territorio Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Asse B

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competitivo del territorio Asse

trasversale Destinazione

risorse

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Asse trasversale

INDICE 1 2 3 4 5 6 7 Asse A Asse B Azioni di supporto al cambiamento e

qualità dei servizi Destinazione

risorse

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Asse TRASVERSALE: “AZIONI DI SUPPORTO AL CAMBIAMENTO E QUALITÀ DEI

SERVIZI”

Tramite questo asse di obiettivi trasversali la Camera di Commercio di Reggio Emilia, continuando il processo

avviato negli anni scorsi, e anzi aumentando gli sforzi gestionali ed organizzativi, si propone di incrementare

ulteriormente la qualità dei servizi erogati, razionalizzando, ottimizzando ed efficientando la “struttura”. Con

tale “pacchetto trasversale”, che abbraccia sia l’amministrazione al servizio dell’impresa e del consumatore

che l’amministrazione per lo sviluppo e la competitività del territorio si vuole liberare risorse ed energie a

favore del tessuto economico locale, anche per fare fronte alla nuova stagione che si prospetta molto difficile

per le Camere di Commercio e per i servizi offerti alle imprese.

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Asse trasversale

INDICE 1 2 3 4 5 6 7 Asse A Asse B Azioni di supporto al cambiamento e

qualità dei servizi Destinazione

risorse

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Destinazione

risorse

INDICE 1 2 3 4 5 6 7 Asse A Asse B Asse

trasversale

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DESTINAZIONE RISORSE PER INTERVENTI ECONOMICI

Con le risorse che si renderanno disponibili, secondo quanto ipotizzato nei capitoli precedenti, tenendo conto

della pesante riduzione delle entrate dovuta al taglio del 40% del diritto annuale e delle misure di

contenimento della spesa, il bilancio preventivo 2016, che si andrà ad approvare entro dicembre 2015, sarà

impostato, stanziando per gli “interventi economici”, le risorse “ordinarie”, in linea di massima come di

seguito indicate, per euro:

A queste somme, come detto, si aggiungono ulteriori risorse derivanti da una quota di avanzi

patrimonializzati degli anni precedenti, che indirizzate su particolari e ben definite progettualità, consentono

di coprire il disavanzo di gestione dovuto all’utilizzo di somme aggiuntive rispetto a quelle disponibili con la

gestione corrente, per stimolare e imprimere una accelerazione alla ancora difficile situazione economica del

territorio (vedi contesto economico). Facoltà disciplinata dall’articolo 2 del D.P.R. 254/2005 che prevede la

possibilità di conseguire il pareggio di bilancio anche mediante l’utilizzo di avanzi patrimonializzati risultanti

dall’ultimo bilancio.

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trasversale Destinazione

risorse

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Con parte degli avanzi patrimonializzati saranno finanziate progettualità, prevalentemente rivolte ad aiuti

finanziari alle imprese, riconducibili ai seguenti obiettivi strategici:

IL SEGRETARIO GENERALE (Michelangelo Dalla Riva)

IL PRESIDENTE (Stefano Landi)

Atto sottoscritto con firma digitale ai sensi del D.Lgs. n. 82 del 07/03/2005 e s.m.i