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1/19 ALLEGATO TECNICO Impianti di trattamento chimico-fisico e biologico dei rifiuti liquidi IDENTIFICAZIONE DELL’IMPIANTO Gestore : CONSORZIO PER LO SVILUPPO INDUSTRIALE DELLA PROVINCIA DI RIETI P.IVA : 00559490578 C.F. : 80001270570 Sede Legale : Via dell’Elettronica s.n.c. – 02100 Rieti Sede Operativa : Via Camposaino s.n.c., Loc. Camporeatino 02100 Rieti Responsabile IPPC: Massimo Jandolo Rappresentante legale: Andrea Ferroni DATI SULL’IMPIANTO L’impianto di depurazione del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Rieti sito in Via Camposaino s.n.c., Loc. Camporeatino 02100 Rieti, come meglio individuato al foglio 64 particelle 8-9-149-158-159-160-161-162-164-173-177-252 è a servizio del Nucleo Industriale Rieti- Cittaducale, della città di Rieti e della frazione di S. Rufina del comune di Cittaducale ed ha una potenzialità di 75000 A.E.. DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO La fognatura, di tipo misto, trasporta sia acque reflue urbane che le acque meteoriche. La quantità media di acqua nera trattata è circa 550 mc/h. Per quanto concerne i liquami provenienti dalle industrie è stato predisposto dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Rieti un Regolamento per l’immissione delle acque reflue in fognatura. In uscita l’impianto è in grado di rispettare i limiti di legge (Tabelle 1, 2 e 3 Allegato 5 Parte Terza del D.lgs. del 03 Aprile 2006, n. 152) e il corpo idrico nel quale viene scaricata la portata depurata è il fiume Velino. L’impianto è stato dotato di una sezione per il trattamento dei fanghi che fornisce la chiusura del processo depurativo, in quanto anche i fanghi di supero prodotti dall’impianto non sono smaltiti direttamente come rifiuti ma trattati preliminarmente nella sezione di digestione anaerobica e successivamente, dopo disidratazione, nell'essiccamento termico, in modo da ridurre al minimo i volumi smaltiti ed ottenere biogas da destinare alla produzione di energia elettrica e termica. Oltre al trattamento delle acque reflue e dei fanghi di supero derivanti dal processo, nell’impianto è effettuata anche l’attività di trattamento di reflui speciali non condottati. Sono presenti in particolare una sezione per il ricevimento di reflui non condottati provenienti da impianti limitrofi che vengono pretrattati prima di essere inviati all’impianto e una sezione di trattamento chimico fisico dei reflui con condottati che devono essere sottoposti a tale trattamento prima di essere scaricati nell’impianto. Allo stato attuale i conferimenti in D8 (per semplicità Bottini) dopo le operazioni di prima pesatura avvengono nel comparto grigliatura, dove vengono grigliati mediante filtro coclea, successivamente scaricati nella vasca di stoccaggio e pompati alla sezione biologica dell’impianto dove subiscono il trattamento depurativo. La stazione di accettazione dei liquami trasportati con autobotti è dotata di relativa stazione di grigliatura del liquame. Il grigliato viene compattato e lavato, per essere scaricato all’interno di un cassonetto. L’impianto, di tipo compatto, per il pretrattamento meccanico dei bottini è costituito da una filtro coclea, autopulente per la separazione dei corpi solidi grossolani presenti nel liquame, installata entro un contenitore ermetico. La filtro coclea è completa di cestello di filtrazione con parte conica di collegamento con la tubazione di contenimento spirale di trasporto. La macchina è inserita in una struttura sottoposta a trattamento locale di deodorizzazione. Il trattamento chimico-fisico D9 è attualmente composto da n.2 reattori verticali in acciaio, da n.2 serbatoi orizzontali in acciaio, posati su vasca di

ALLEGATO TECNICO alla Determinazione n...ottenere biogas da destinare alla produzione di energia elettrica e termica. Oltre al trattamento delle acque reflue e dei fanghi di supero

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ALLEGATO TECNICO

Impianti di trattamento chimico-fisico e biologico dei rifiuti liquidi

IDENTIFICAZIONE DELL’IMPIANTO

Gestore : CONSORZIO PER LO SVILUPPO INDUSTRIALE

DELLA PROVINCIA DI RIETI

P.IVA : 00559490578

C.F. : 80001270570

Sede Legale : Via dell’Elettronica s.n.c. – 02100 Rieti

Sede Operativa : Via Camposaino s.n.c., Loc. Camporeatino – 02100 Rieti

Responsabile IPPC: Massimo Jandolo

Rappresentante legale: Andrea Ferroni

DATI SULL’IMPIANTO

L’impianto di depurazione del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Rieti sito in

Via Camposaino s.n.c., Loc. Camporeatino – 02100 Rieti, come meglio individuato al foglio 64

particelle 8-9-149-158-159-160-161-162-164-173-177-252 è a servizio del Nucleo Industriale Rieti-

Cittaducale, della città di Rieti e della frazione di S. Rufina del comune di Cittaducale ed ha una

potenzialità di 75000 A.E..

DESCRIZIONE DELL’IMPIANTO

La fognatura, di tipo misto, trasporta sia acque reflue urbane che le acque meteoriche. La quantità

media di acqua nera trattata è circa 550 mc/h. Per quanto concerne i liquami provenienti dalle

industrie è stato predisposto dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Rieti un

Regolamento per l’immissione delle acque reflue in fognatura. In uscita l’impianto è in grado di

rispettare i limiti di legge (Tabelle 1, 2 e 3 Allegato 5 Parte Terza del D.lgs. del 03 Aprile 2006, n.

152) e il corpo idrico nel quale viene scaricata la portata depurata è il fiume Velino. L’impianto è

stato dotato di una sezione per il trattamento dei fanghi che fornisce la chiusura del processo

depurativo, in quanto anche i fanghi di supero prodotti dall’impianto non sono smaltiti direttamente

come rifiuti ma trattati preliminarmente nella sezione di digestione anaerobica e successivamente,

dopo disidratazione, nell'essiccamento termico, in modo da ridurre al minimo i volumi smaltiti ed

ottenere biogas da destinare alla produzione di energia elettrica e termica. Oltre al trattamento delle

acque reflue e dei fanghi di supero derivanti dal processo, nell’impianto è effettuata anche l’attività

di trattamento di reflui speciali non condottati. Sono presenti in particolare una sezione per il

ricevimento di reflui non condottati provenienti da impianti limitrofi che vengono pretrattati prima

di essere inviati all’impianto e una sezione di trattamento chimico fisico dei reflui con condottati

che devono essere sottoposti a tale trattamento prima di essere scaricati nell’impianto. Allo stato

attuale i conferimenti in D8 (per semplicità Bottini) dopo le operazioni di prima pesatura avvengono

nel comparto grigliatura, dove vengono grigliati mediante filtro coclea, successivamente scaricati

nella vasca di stoccaggio e pompati alla sezione biologica dell’impianto dove subiscono il

trattamento depurativo. La stazione di accettazione dei liquami trasportati con autobotti è dotata di

relativa stazione di grigliatura del liquame. Il grigliato viene compattato e lavato, per essere

scaricato all’interno di un cassonetto. L’impianto, di tipo compatto, per il pretrattamento meccanico

dei bottini è costituito da una filtro coclea, autopulente per la separazione dei corpi solidi grossolani

presenti nel liquame, installata entro un contenitore ermetico.

La filtro coclea è completa di cestello di filtrazione con parte conica di collegamento con la

tubazione di contenimento spirale di trasporto. La macchina è inserita in una struttura sottoposta a

trattamento locale di deodorizzazione. Il trattamento chimico-fisico D9 è attualmente composto da

n.2 reattori verticali in acciaio, da n.2 serbatoi orizzontali in acciaio, posati su vasca di

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contenimento in c.a., che hanno funzione di stoccaggio D15, da n. 1 serbatoio orizzontale in PRFV

di capacità 35 mc per la laminazione delle portate da addurre al biologico e da n.1 pompa

volumetrica a lobi “Bellin” (40-110 mc/h) per il rilancio in testa all’impianto di depurazione

(sollevamento a coclee) del liquame trattato dal chimicofisico o verso i reattori o i serbatoi di

stoccaggio D15, nel caso in cui il trattamento non abbia avuto l’effetto desiderato. Allo stato attuale

nell’impianto di depurazione consortile di Rieti è attivo il trattamento delle acque di pioggia.

Durante eventi temporaleschi, quando è necessario trattare una portata superiore a quella

ammissibile alla sezione biologica, una parte dei liquami in ingresso devia normalmente alla vasca

di pioggia tramite opportuno stramazzo tarato situato a valle della sezione di

dissabbiatura/disoleatura dove le acque sono sottoposte a sedimentazione e poi inviate alla

clorazione. Nel rispetto dell’obbligo normativo in merito al trattamento e dell’Art. 25 del P.T.A,

tutti i reflui sollevabili dalla stazione di sollevamento sono convogliati al biologico ed al

sedimentatore di pioggia fino a saturazione del volume disponibile, si procede alla grigliatura,

dissabbiatura, disoleatura e clorazione le acque meteoriche di seconda pioggia ed alla scolmatura

dei quantitativi di seconda pioggia non ricevibili dall’impianto, previa grigliatura meccanica

grossolana dei due scolmatori.

E’ stata inoltre realizzata una sezione per il trattamento di una parte dell’acqua in uscita e il suo

riutilizzo in agricoltura come acqua per l’irrigazione dei campi. Il punto di scarico per il riutilizzo in

agricoltura deve essere attivato.

Nell’impianto è previsto il recupero energetico; infatti nel processo di digestione anaerobica dei

fanghi si produce il biogas che è un gas costituito per lo più da metano, che viene bruciato per

produrre calore necessario per la fermentazione metanigena e per produrre energia elettrica

riutilizzata nell’impianto stesso.

Le materie prime utilizzate nei processi sono sostanzialmente reagenti chimici quali ipoclorito di

sodio, latte di calce, soda, acido solforico, polielettrolita, perossido di idrogeno, cloruro ferrico,

bicarbonato di sodio e carbone attivo.

I combustibili bruciati sono il gas naturale (nelle caldaie per il riscaldamento necessario in alcuni

processi), il biogas (per produrre calore in una caldaia e energia in un motore a combustione

interna) e il gasolio (bruciato sporadicamente in un gruppo elettrogeno di emergenza elettrica).

L’impianto presenta 10 punti di emissione in corrispondenza delle caldaie, del gruppo elettrogeno di

emergenza, del motore di cogenerazione per il recupero energetico, dell’essiccamento termico e

della termodistruzione dei fanghi, degli impianti di aspirazione e trattamento degli odori, delle

polveri che si generano, della sezione di trattamento chimico-fisico. Ogni punto di emissione è

dotato di sistemi di abbattimento degli inquinanti che permettono alle emissioni di essere conformi

ai limiti di legge.

Lo scarico dell’acqua depurata dall’impianto avviene nel fiume Velino, mentre è previsto, quando

sarà ultimata la sezione per il riutilizzo delle acque in agricoltura, un nuovo scarico nel Canale del

Consorzio di Bonifica della Pianura Reatina. Mentre lo scarico nel fiume Velino è continuo, quello

nel Canale sarà periodico (solo per alcune ore al giorno) e in funzione delle necessità.

I rifiuti prodotti dall’impianto sono per lo più i fanghi di supero prodotti dalla depurazione delle

acque che possono essere trattati nell’impianto stesso per ridurne il volume da conferire a discarica

autorizzata e per la valorizzazione derivante dal biogas in termini di energia elettrica e termica. Ciò

che esce quindi dall’impianto come rifiuto è costituito da fanghi essiccati, rifiuti assimilabili a quelli

urbani, materiale di scarto dalle fasi di trattamento, materiali di risulta dalle operazioni di

manutenzione ordinaria e straordinaria (olii lubrificanti, parti sostituite, filtri e cartucce esausti,

ecc…), taniche di reagenti vuote, imballaggi, toner di fotocopiatrici e stampanti. Secondo quanto

previsto dalle norme tali rifiuti sono smaltiti mediante ditte autorizzate.

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Tutte le vasche e i pozzetti dai quali possono originarsi cattivi odori sono chiusi e tenuti in

depressione, e gli odori sono captati e trattati in opportuni impianti dedicati. Sotto controllo sono

stati anche tenuti i rumori provenienti dalle apparecchiature mediante opportune schermature

arboree e insonorizzazioni.

L’Autorizzazione Integrata Ambientale, richiamata nella determinazione a margine, è riferita a

quest’ultima attività, identificata, ai sensi del D.Lgs. 59/2005, secondo la seguente tabella:

ATTIVITÀ IPPC n. 1

Categoria

5.3

Impianti per l’eliminazione o il ricupero dei rifiuti non

pericolosi quali definiti nell'allegato II A della direttiva

n. 75/442/CEE ai punti D8, D9 con capacità superiore a

50 tonnellate al giorno.

e come meglio descritto nell’elaborato A.25 Schema a blocchi, riassuntivo dell’attività prevista

nell’impianto.

I bottini di tipo biologico sono preventivamente sottoposti a grigliatura (nella stazione ricevimento

bottini, il cui scarto viene inviato a discarica con codice CER 19.08.01) e successivamente inviati al

trattamento biologico.

I reflui di tipo industriale sono, invece, trattati in una sezione appositamente prevista, denominata

“impianto chimico-fisico”, prima di entrare nel ciclo biologico. Il processo viene svolto in un

apposito spazio all’interno dell’area dell’impianto di depurazione. I reflui liquidi non condottati

provengono attraverso trasporto su gomma.

L’impianto chimico-fisico è di tipo a batch, ovvero in discontinuo, dotato di un reattore realizzato in

acciaio al carbonio, di una nastro pressa per il trattamento dei fanghi di risulta e di una batteria di n.

2 serbatoi in acciaio al carbonio per lo stoccaggio, inteso come polmonazione, dei rifiuti liquidi in

ingresso alla sezione stessa. Inoltre per l’abbattimento degli odori e dei vapori ammoniacali, si è

predisposto uno scrubber a pioggia acido e un filtro finale a carboni attivi.

Il processo di trattamento è costituito da diverse fasi (neutralizzazione, coagulazione chimica,

ossidazione e/o riduzione chimica e precipitazione); si ottiene una sospensione da inviare alla

filtropressa e dell’acqua reflua chiarificata che viene alimentata alla vasca di equalizzazione e

trattamento e quindi avviata al trattamento biologico dove viene rimosso ulteriormente il C.O.D.

solubile e l’ammoniaca.

I fanghi di natura principalmente inorganici, costituiti da base di calce e ferro, vengono destinati a

impianti di recupero o smaltimento finali all’uopo autorizzati secondo il D.Lgs. 152/06 con codice

CER 19.08.14.

L’impianto chimico-fisico è dotato di una sezione per l’abbattimento degli odori, al quale

corrisponde il punto di emissione E08.

Il sistema di abbattimento è costituito da:

Scrubber per abbattimento della sostanze basiche (o azotate) con acido solforico;

Carboni attivi per fermare le sostanze che sfuggono al primo stadio.

Esiste, infine, una seconda linea di trattamento dei rifiuti non pericolosi costituita da uno specifico

impianto di essiccamento termico dei fanghi seguito da un impianto di termovalorizzazione degli

stessi.

Nell’essiccatore, oltre ai fanghi di supero prodotti nell’impianto possono essere trattati anche fanghi

provenienti da altri impianti di depurazione opportunamente stabilizzati e disidratati fino a un

quantitativo di 15 t/g, corrispondenti alla capacità residua effettiva di trattamento dell’essiccatore

termico dei fanghi.

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Il termovalorizzatore per il recupero delle ceneri prodotte dall’essiccatore è stato realizzato, ma non

è ancora in funzione, in quanto non dotato di un sistema di monitoraggio in continuo degli

inquinanti così come previsto dal D. Lgs. 133/2005. La sua eventuale messa in esercizio dovrà

essere formalmente autorizzata dalla Autorità competente previa istanza da parte del Consorzio.

Per le modifiche non sostanziali autorizzate quali:

1 Per la sezione chimico-fisico l’installazione di un ulteriore serbatoio di stoccaggio in PRFV

da 35 mc da destinare a deposito preliminare D15.

2 Installazione di un serbatoio di equalizzazione del refluo con iniezione di ossigeno;

3 Miglioramento del trattamento reflui conto terzi (bottini) con installazione di n.3 serbatoi di

capacità 105 mc totali;

4 Sistema di deodorizzazione con biofiltro a servizio dei camini di emissione E7 ed E8;

5 Adeguamento e ottimizzazione camini E01 / E03 / E05

6 Implementazione trattamento acque di prima pioggia;

7 Ottimizzazione stazione di grigliatura;

8 Implementazione sezione disidratazione fanghi trattamenti chimico-fisico.

il Consorzio dovrà dare comunicazione dell’inizio e della conclusione dei lavori e trasmettere gli

atti di collaudo al fine della visita di presa d’atto e la successiva autorizzazione all’esercizio con

apposita determinazione della Autorità competente.

CONDIZIONI GENERALI

Per le rispetto delle condizioni di cui al presente titolo, il Consorzio dovrà, in particolare:

1. prima di dare attuazione a quanto richiamato nel presente atto, deve darne comunicazione

alla Regione Lazio e all’ARPA Lazio. La suddetta comunicazione dovrà intervenire entro 30

giorni dalla data di notifica del presente atto;

2. trasmettere, entro il 31 gennaio di ciascun anno i dati relativi ai controlli alla Regione

Lazio, all’ARPALAZIO, alla Provincia di Rieti e al Comune di Rieti, secondo le indicazioni

riportate nel piano di automonitoraggio e controllo allegato al presente atto;

3. presentare con cadenza annuale ed in ogni caso entro il 31 gennaio di ciascun anno, la

documentazione attestante il permanere dei requisiti soggettivi necessari per la gestione

dell’impianto;

4. comunicare, nei successivi 30 giorni dall’evento, alla Regione Lazio ogni mutamento del

Gestore dell’impianto, del rappresentante legale e del referente IPPC;

5. preventivamente comunicare alla Regione Lazio, per le necessarie valutazioni sugli effetti

che la stessa potrebbe avere per gli esseri umani e per l’ambiente, ogni modifica

all’impianto ai sensi dell’art. 2, comma 1, lettera m, del D. Lgs. 59/05;

6. sottoporre tutti i macchinari, le linee di produzione e i sistemi di contenimento/abbattimento

delle emissioni in tutte le matrici ambientali, a periodici interventi di manutenzione secondo

le istruzioni delle imprese costruttrici;

7. mantenere in perfetta efficienza le impermeabilizzazioni della pavimentazione, delle

canalette e dei pozzetti di raccolta degli sversamenti su tutte le aree interessate dal deposito

e dalla movimentazione dei rifiuti, nonché il sistema di raccolta delle acque di prima pioggia

e i bacini di contenimento dei serbatoi; dovranno essere effettuati annualmente collaudi di

tenuta idraulica di tutti i bacini di contenimento, dei serbatoi, dei pozzetti di raccolta degli

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sversamenti oggetto della presente autorizzazione, inviando alla Regione e ARPA LAZIO

una relazione in merito a firma di tecnico abilitato ed iscritto ad ordine competente, entro 30

giorni dalla data di esecuzione;

8. dotare i lavoratori operanti nell’impianto dei Dispositivi di Protezione Individuali; gli stessi

dovranno essere idoneamente formati per le azioni di competenza;

9. avvalersi di personale qualificato per il controllo dei processi e la sorveglianza dei luoghi di

lavoro;

10. effettuare i prelievi e le analisi previste per garantire il rispetto dei limiti alle emissioni per il

tramite di laboratori accreditati UNI CEI EN ISO/IEC o equivalenti;

11. comunicare alla Provincia e alla Sezione Provinciale di Rieti di ARPALAZIO eventuali

cambiamenti riguardanti:

a. ruoli e responsabilità nella gestione degli impianti e dei processi;

b. procedure per la gestione delle emergenze ambientali (Piano di Emergenza Interno);

12. provvedere alle verifiche prescritte ed agli eventuali ulteriori interventi tecnici ed operativi

che le Autorità preposte al controllo ritengano necessari durante le fasi di gestione

autorizzate;

13. al fine di consentire l’attività di controllo da parte degli Enti preposti, fornire tutta

l’assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all’impianto,

per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione;

14. garantire la custodia continuativa dell’impianto anche attraverso l’adozione di un sistema di

reperibilità;

15. garantire che le operazioni autorizzate siano svolte in conformità con le vigenti normative di

tutela ambientale di salute e sicurezza sul lavoro ed igiene pubblica;

16. comunicare tempestivamente alla Regione, alla Provincia, all’ARPA Sezione Provinciale di

Rieti ed al Comune di Rieti, eventuali incidenti ambientali occorsi, le cause individuate e gli

eventuali interventi effettuati e/o eventuali misure adottate per la mitigazione degli impatti.

Eventuali blocchi parziali o totali dell’impianto per cause di emergenza dovranno invece

essere registrati, riportando ora di fermata e di riavvio, motivazioni della stessa ed eventuali

interventi effettuati, e resi disponibili ai suddetti Enti;

17. comunicare preventivamente la eventuale cessazione di attività dell’impianto autorizzato

con il presente provvedimento alla Regione Lazio ed agli altri Enti competenti, nel qual

caso, dovrà, inoltre, provvedere alla restituzione del provvedimento autorizzativo;

18. evitare qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle

attività;

19. a far tempo dalla eventuale chiusura dell’impianto e fino all’avvenuta bonifica e ripristino

dello stato dei luoghi, ritenersi responsabile per ogni evento dannoso che si dovesse

eventualmente produrre, ai sensi della vigente legislazione civile e penale; sono comunque

fatti salvi i diritti di terzi.

A. CONDIZIONI PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI

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Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Provincia di Rieti e, per essa, il proprio rappresentante

legale pro tempore, è autorizzato, presso l’impianto in questione, relativamente ai reflui non

condottati, alla gestione dei rifiuti speciali non pericolosi in ingresso ed alle operazioni di gestione

riportati nella tabella seguente:

preliminare linea liquidi (198 T/die)

essiccamento (15 T/die)

CER DESCRIZIONE D15 - D14 - D13 D9 D8 D9 02 RIFIUTI PRODOTTI DA AGRICOLTURA,

ORTICOLTURA, ACQUACOLTURA, SELVICOLTURA, CACCIA E PESCA, TRATTAMENTO E PREPARAZIONE DI ALIMENTI

02 01 rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca

02 01 01 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia X X X X 02 01 06 feci animali, urine e letame (comprese le

lettiere usate), effluenti, raccolti separatamente e trattati fuori sito

X X X X

02 01 07 rifiuti della silvicoltura X X X

02 01 99 rifiuti non specificati altrimenti X X X X 02 02 rifiuti della preparazione e del trattamento di

carne, pesce ed altri alimenti di origine animale

02 02 01 fanghi da operazioni di lavaggio e pulizia X X X X 02 02 03 scarti inutilizzabili per il consumo o la

trasformazione X X X

02 02 04 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli

effluenti X X X X

02 02 99 rifiuti non specificati altrimenti X X X X 02 03 rifiuti della preparazione e del trattamento di

frutta, verdura, cereali, oli alimentari, cacao, caffè, tè e tabacco; della produzione di conserve alimentari; della produzione di lievito ed estratto di lievito; della preparazione e fermentazione di melassa

02 03 01 fanghi prodotti da operazioni di lavaggio, pulizia, sbucciatura, centrifugazione e separazione di componenti

X X X X

02 03 02 rifiuti legati all'impiego di conservanti X X X 02 03 03 rifiuti prodotti dall'estrazione tramite

solvente X X X

02 03 04 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione

X X X

02 03 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti

X X X X

02 03 99 rifiuti non specificati altrimenti X X X X 02 04 rifiuti prodotti dalla raffinazione dello

zucchero

02 04 03 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli

effluenti X X X X

02 05 rifiuti dell'industria lattiero-casearia 02 05 01 scarti inutilizzabili per il consumo o la

trasformazione X X X

02 05 02 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti

X X X X

02 05 99 rifiuti non specificati altrimenti X X X X 02 06 rifiuti dell'industria dolciaria e della

panificazione

02 06 01 scarti inutilizzabili per il consumo o la trasformazione

X X X

02 06 02 rifiuti legati all'impiego di conservanti X X X 02 06 03 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli

effluenti X X X X

02 06 99 rifiuti non specificati altrimenti X X X X 02 07 rifiuti della produzione di bevande alcoliche

ed analcoliche (tranne caffè, tè e cacao)

02 07 01 rifiuti prodotti dalle operazioni di lavaggio, pulizia e macinazione della materia prima

X X X

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02 07 02 rifiuti prodotti dalla distillazione di bevande alcoliche

X X X

02 07 03 rifiuti prodotti dai trattamenti chimici X X X 02 07 04 scarti inutilizzabili per il consumo o la

trasformazione X X X X

02 07 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti

X X X X

02 07 99 rifiuti non specificati altrimenti X X X X 03 RIFIUTI DELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO E

DELLA PRODUZIONE DI PANNELLI, MOBILI, POLPA, CARTA E CARTONE

03 03 rifiuti della produzione e della lavorazione di polpa, carta e cartone

03 03 02 fanghi di recupero dei bagni di macerazione (green liquor)

X X X X

03 03 05 fanghi prodotti dai processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta

X X X X

04 RIFIUTI DELLA LAVORAZIONE DI PELLI E PELLICCE, NONCHÉ DELL'INDUSTRIA TESSILE

04 01 rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce 04 01 02 rifiuti di calcinazione X X X 04 01 04 liquido di concia contenente cromo X X X 04 01 05 liquido di concia non contenente cromo X X X 04 01 06 fanghi, prodotti in particolare dal

trattamento in loco degli effluenti, contenenti cromo

X X X X

04 01 07 fanghi, prodotti in particolare dal trattamento in loco degli effluenti, non contenenti cromo

X X X X

04 01 99 rifiuti non specificati altrimenti X X X X 04 02 rifiuti dell'industria tessile 04 02 10 materiale organico proveniente da prodotti

naturali (ad es. grasso, cera) X X X

04 02 15 rifiuti da operazioni di finitura, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 14

X X X

04 02 20 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 04 02 19

X X X X

04 02 99 rifiuti non specificati altrimenti X X X X 06 RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI INORGANICI 06 03 rifiuti della produzione, formulazione,

fornitura ed uso di sali, loro soluzioni e ossidi metallici

06 03 14 sali e loro soluzioni, diversi da quelli di cui alle voci 06 03 11 e 06 03 13

X X X

06 05 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti

06 05 03 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 06 05 02

X X X X

07 RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI ORGANICI 07 01 rifiuti della produzione, formulazione,

fornitura ed uso di prodotti chimici organici di base

07 01 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 01 11

X X X X

07 02 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso (PFFU) di plastiche, gomme sintetiche e fibre artificiali

07 02 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 02 11

X X X X

07 02 15 rifiuti prodotti da additivi, diversi da quelli di cui alla voce 07 02 14

X X X

07 02 17 rifiuti contenenti silicone diversi da quelli di cui alla voce 07 02 16

X X X

07 03 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di coloranti e pigmenti organici (tranne 06 11)

07 03 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07

X X X X

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8/19

03 11

07 04 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti fitosanitari (tranne 02 01 08 e 02 01 09), agenti conservativi del legno (tranne 03 02) ed altri biocidi organici

07 04 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 04 11

X X X X

07 05 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti farmaceutici

07 05 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 05 11

X X X X

07 06 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di grassi, lubrificanti, saponi, detergenti, disinfettanti e cosmetici

07 06 12 fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti, diversi da quelli di cui alla voce 07 06 11

X X X X

08 RIFIUTI DELLA PRODUZIONE, FORMULAZIONE, FORNITURA ED USO DI RIVESTIMENTI (PITTURE, VERNICI E SMALTI VETRATI), ADESIVI, SIGILLANTI E INCHIOSTRI PER STAMPA

08 01 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso e della rimozione di pitture e vernici

08 01 20 sospensioni acquose contenenti pitture e vernici, diverse da quelle di cui alla voce 08 01 19

X X X

08 04 rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di adesivi e sigillanti (inclusi i prodotti impermeabilizzanti)

08 04 12 fanghi di adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 11

X X X X

08 04 16 rifiuti liquidi acquosi contenenti adesivi e sigillanti, diversi da quelli di cui alla voce 08 04 15

X X X

11 RIFIUTI PRODOTTI DAL TRATTAMENTO CHIMICO SUPERFICIALE E DAL RIVESTIMENTO DI METALLI ED ALTRI MATERIALI; IDROMETALLURGIA NON FERROSA

11 01 rifiuti prodotti dal trattamento e ricopertura di metalli (ad esempio, processi galvanici, zincatura, decapaggio, pulitura elettrolitica, fosfatazione, sgrassaggio con alcali, anodizzazione)

11 01 10 fanghi e residui di filtrazione, diversi da quelli di cui alla voce 11 01 09

X X X X

11 01 12 soluzioni acquose di lavaggio, diverse da quelle di cui alla voce 10 01 11

X X X

11 01 14 rifiuti di sgrassaggio diversi da quelli di cui alla voce 11 01 13

X X X

16 RIFIUTI NON SPECIFICATI ALTRIMENTI NELL'ELENCO

16 01 veicoli fuori uso appartenenti a diversi modi di trasporto (comprese le macchine mobili non stradali) e rifiuti prodotti dallo smantellamento di veicoli fuori uso e dalla manutenzione di veicoli (tranne 13, 14, 16 06 e 16 08)

16 01 15 liquidi antigelo diversi da quelli di cui alla voce 16 01 14

X X X

16 03 prodotti fuori specifica e prodotti inutilizzati 16 03 04 rifiuti inorganici, diversi da quelli di cui alla

voce 16 03 03 X X X

16 03 06 rifiuti organici, diversi da quelli di cui alla voce

X X X

16 10 rifiuti liquidi acquosi destinati ad essere trattati fuori sito

16 10 02 soluzioni acquose di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 16 10 01

X X X

16 10 04 concentrati acquosi, diversi da quelli di cui alla voce 16 10 03

X X X

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19 RIFIUTI PRODOTTI DA IMPIANTI DI TRATTAMENTO DEI RIFIUTI, IMPIANTI DI TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE FUORI SITO, NONCHÉ DALLA POTABILIZZAZIONE DELL'ACQUA E DALLA SUA PREPARAZIONE PER USO INDUSTRIALE

19 04 rifiuti vetrificati e rifiuti di vetrificazione 19 04 04 rifiuti liquidi acquosi prodotti dalla tempra di

rifiuti vetrificati X X X

19 06 rifiuti prodotti dal trattamento anaerobico dei rifiuti

19 06 03 liquidi prodotti dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani

X X X

19 06 04 digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti urbani

X X X

19 06 05 liquidi prodotti dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale o vegetale

X X X

19 06 06 digestato prodotto dal trattamento anaerobico di rifiuti di origine animale o vegetale

X X X

19 07 percolato di discarica 19 07 03 percolato di discarica, diverso da quello di

cui alla voce 19 07 02 X X X

19 08 rifiuti prodotti dagli impianti per il trattamento delle acque reflue, non specificati altrimenti

19 08 02 rifiuti dell'eliminazione della sabbia X X X 19 08 05 fanghi prodotti dal trattamento delle acque

reflue urbane X X X X

19 08 12 fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 19 08 11

X X X X

19 08 14 fanghi prodotti da altri trattamenti delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce 19 08 13

X X X X

19 09 rifiuti prodotti dalla potabilizzazione dell'acqua o dalla sua preparazione per uso industriale

19 09 02 fanghi prodotti dai processi di chiarificazione dell'acqua

X X X X

19 09 03 fanghi prodotti dai processi di decarbonatazione

X X X X

19 09 06 soluzioni e fanghi di rigenerazione delle resine a scambio ionico

X X X X

19 13 rifiuti prodotti dalle operazioni di bonifica di terreni e risanamento delle acque di falda

19 13 04 fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 03

X X X X

19 13 06 fanghi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 05

X X X X

19 13 08 rifiuti liquidi acquosi e concentrati acquosi prodotti dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, diversi da quelli di cui alla voce 19 13 07

X X X

20 RIFIUTI URBANI (RIFIUTI DOMESTICI E ASSIMILABILI PRODOTTI DA ATTIVITÀ COMMERCIALI E INDUSTRIALI NONCHÉ DALLE ISTITUZIONI) INCLUSI I RIFIUTI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

20 01 frazioni oggetto di raccolta differenziata (tranne 15 01)

20 01 08 rifiuti biodegradabili di cucine e mense X X X 20 01 28 vernici, inchiostri, adesivi e resine diversi da

quelli di cui alla voce 20 01 27 X X X

20 03 altri rifiuti urbani 20 03 02 rifiuti dei mercati X X X 20 03 03 residui della pulizia stradale X X X 20 03 04 fanghi delle fosse settiche X X X 20 03 06 rifiuti della pulizia delle fognature X X X

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Quantità massime ricevibili presso l’impianto

Giornaliero

Annuale

213 tonnellate; fermo restando tale limite, la società dovrà rispettare

le seguenti ulteriori limitazioni:

99 (novanta) tonnellate per l’operazione di smaltimento D8

(trattamento biologico);

99 (novanta) tonnellate per l’operazione di smaltimento D9

(trattamento chimico-fisico);

15 (quindici) tonnellate per l’operazione di smaltimento D8

(trattamento di essiccamento termico)

64.900 tonnellate; fermo restando tale limite costituiscono ulteriore

limite sulla quantità massima annuale trattabile dall’impianto le

seguenti:

25.000 (venticinquemila) tonnellate per l’operazione di smaltimento

D8 (trattamento biologico);

30.000 (trentamila) tonnellate per l’operazione di smaltimento D9

(trattamento chimico-fisico);

4.500 (quattromilacinquecento) tonnellate per l’operazione di

smaltimento D8 (trattamento di essiccamento termico)

Limiti tecnologici

di trattamento

chimico-fisico: 28.800 m3 / giorno;

trattamento biologico: 1.800 m3 / ora;

trattamento biologico: COD max = 397 mg/L

trattamento biologico: BOD5 max = 138 mg/L

solidi sospesi max : 228 mg/L

azoto ammoniacale (come NH4) : 16 mg/L

fosforo : 3 mg/L

Quantità massima

stoccabile

istantaneamente

presso l’impianto

135 (centotrentacinque) tonnellate in D15 (allegato B part. IV

D.Lgs. 152/06)

Lo stoccaggio dovrà avvenire nelle aree dedicate e riportate nell’elaborato grafico C11 denominato

Planimetria modificata dello stabilimento con individuazione delle aree per lo stoccaggio di materie

e rifiuti.

Per le rispetto delle condizioni di cui al presente titolo, il Consorzio dovrà, in particolare:

20. sottoporre a verifica periodica i misuratori di livello installati su ogni serbatoio di stoccaggio

e, allo scarico finale in continuo SF1, il campionatore automatico da 6 campioni, sigillabile,

inamovibile, per il campionamento medio delle tre ore, opportunamente collegato ad un

misuratore di portata;

21. sottoporre a verifica periodica gli strumenti di pesatura funzionali alla presa in carico dei

rifiuti sul registri di cui all’art. 190 del D.Lgs. 152/06 nel rispetto di quanto richiamato, in

materia, dal D.M. 28 marzo 2000, n. 182;

22. accettare ogni singola partita di rifiuti previo espletamento delle procedure di omologa

necessarie ad identificare la tipologia e le caratteristiche dei rifiuti nonché previa verifica

della idoneità del processo produttivo interno a trattare gli stessi;

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23. richiedere, qualora il CER non pericoloso attribuito al rifiuto presenti nell’elenco dei rifiuti

di cui all’allegato alla parte IV del D.Lgs. 152/06, una corrispondente voce a specchio,

certificazione analitica rilasciata da laboratori certificati UNI CEI EN ISO o equivalenti;

24. prima dell’inizio dello scarico procedere al prelevamento di apposito campione per

verificare le caratteristiche del carico (colore, odore, consistenza etc…) e, in caso si

presentino anomalie rispetto all’omologa effettuata, respingere il conferimento.

Dell’accaduto dovrà esserne data comunicazione alla Provincia di Rieti e all’Arpa Lazio;

25. seguire le operazioni di scarico avendo cura di limitare la diffusione di odori molesti ed

evitare qualunque sversamento dei rifiuti nell’ambiente circostante; qualora dovesse

verificarsi un simile evento il Consorzio dovrà provvedere immediatamente alla

delimitazione dell’area attraverso appositi presidi e, successivamente, alla rimozione dei

rifiuti e alla pulizia dell’area interessata;

26. avviare i rifiuti liquidi a trattamento chimico-fisico e/o biologico in condizioni di sicurezza,

tenendo conto della compatibilità chimico-fisica degli stessi, dello schema di compatibilità

chimica tra i vari gruppi di sostanze contenuto nella tab. E2 delle Linee Guida Nazionali

sugli impianti di trattamento chimico-fisico e biologico dei rifiuti liquidi;

27. eseguire alla presa campione, relativamente al trattamento dei rifiuti liquidi, controlli

intermedi al processo (a valle del trattamento chimico-fisico Fenton) per verificare

l’efficienza del trattamento stesso; tali controlli dovranno avvenire con la stessa periodicità

prevista per gli scarichi finali dell’allegato Piano di Monitoraggio e Controllo;

28. verificare, alla presa campione a valle del trattamento chimico-fisico Fenton, che siano

rispettati i limiti di emissione previsti dalla tabella 3 all. 5 alla parte terza del D.Lgs.

152/2006 (ad esclusione dei parametri nn. da 1 a 8 e da 26 a 51); la violazione della presente

prescrizione comporterà l’applicazione delle sanzioni previste dall’art. 16 comma 2 del

D.Lgs. 59/2005;

29. installare nella sezione di trattamento biologico dell’impianto un sistema di controllo fisso

dei valori di pH, T e ossigeno disciolto, per verificare l’efficienza e funzionalità

dell’impianto;

30. effettuare per i rifiuti prodotti dall’impianto la caratterizzazione di base, in ottemperanza a

quanto previsto nella parte IV del D.Lgs.152/06, al primo conferimento a ditte esterne

autorizzate che effettuano attività di recupero/smaltimento rifiuti; la stessa dovrà essere

ripetuta con cadenza annuale e, comunque, ad ogni variazione significativa del processo che

origina i rifiuti. Referti analitici e valutazioni scritte dovranno essere conservate per almeno

5 anni presso lo stabilimento;

31. individuare le aree, anche quelle dove avviene il trattamento, con apposita cartellonistica che

riporti ben visibile per dimensioni e collocazione, le norme per il comportamento, e le

modalità di manipolazione dei rifiuti, al fine di contenere i rischi per la salute dell’uomo e

per l’ambiente;

32. riempire i serbatoi di stoccaggio contenenti i rifiuti liquidi al massimo al 90% della capacità

nominale degli stessi; gli indicatori del livello di riempimento e di dispositivi

antitraboccamento, dovranno essere mantenuti funzionanti ed efficienti;

33. mantenere in buono stato di conservazione sia i serbatoi che recipienti contenenti i rifiuti

liquidi; gli stessi dovranno essere dotati di impermeabilizzazioni efficienti, e realizzati in

materiale compatibile ed inalterabile a contatto con il rifiuto contenuto; tali recipienti

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devono inoltre essere contrassegnati con etichette e targhe ben visibili per dimensione e

collocazione, indicanti la denominazione adottata per il recipiente stesso, la classificazione,

lo stato fisico, la tipologia e la pericolosità dei rifiuti contenuti, fatte salve eventuali altre

indicazioni prescritte dalle normative vigenti;

34. garantire la pulizia delle aree di movimentazione e transito dei rifiuti al termine della

lavorazione giornaliera;

35. stoccare i rifiuti per partite omogenee, compatibili tra loro, all’interno dei serbatoi previsti

nell’impianto; l’area dedicata allo stoccaggio dei reagenti e dei rifiuti prodotti dall’attività

dovrà comunque essere facilmente individuabile;

36. garantire che il raggruppamento non dia origine a diluizione o declassamento dei rifiuti;

37. le operazioni di raggruppamento dovranno avvenire previo accertamento preliminare e

certificazione da parte del Tecnico responsabile dell'impianto, secondo le indicazioni

contenute nelle Linee Guida e sulla scorta di adeguate verifiche sulla natura e compatibilità

dei rifiuti e delle loro caratteristiche chimico-fisiche, certificate da tecnico competente;

Ferme restando le prescrizioni sopra richiamate, in quanto compatibili, i rifiuti sottoposti a

regolamentazione da specifiche normative dovranno essere gestiti nel rispetto delle stesse e delle

relative normative tecniche di riferimento. Il Consorzio, per quanto sopra non riportato, dovrà in

ogni caso operare nel pieno rispetto della normativa ambientale ed igienico-sanitaria vigente.

SEZIONE B – EMISSIONI IN ATMOSFERA

Per quanto attiene la localizzazione dei punti di emissione si deve tenere in considerazione quanto

riportato nell’elaborato C9 denominato Planimetria modificata dello stabilimento con

individuazione dei punti di emissione e trattamento degli scarichi in atmosfera.

Le attività che danno luogo ad emissione complessivamente presenti nell’impianto sono 10,

corrispondenti ad altrettanti punti di emissione, descritti nelle tabelle successive:

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L’emissione E04, relativa alla torcia del biogas in eccesso è attualmente dismessa, quindi non più

esistente, mentre l’emissione E06, che è asservita all’impianto di termovalorizzazione dei fanghi,

non è stata ancora attivata in quanto sono in atto i lavori che prevedono l’installazione di un sistema

di monitoraggio in continuo degli inquinanti, prevista dal D.Lgs. 133/2005. E06 sarà attivata appena

l’impianto sarà dotato di tale sistema. Come già indicato precedentemente, la sua autorizzazione e la

conseguente attivazione costituiranno modifica del presente atto.

L’emissione E02 è originata dalla caldaia da 1047 kW alimentata a metano a servizio dell’impianto

per l’essiccamento dei fanghi e costituisce una “emissione poco significativa” non soggetta ad

autorizzazione ai sensi dell’Art. 269 comma 14 punto c del D.Lgs. 152/06.

L’emissione E10 è generata dal funzionamento del gruppo elettrogeno alimentato a gasolio di

potenza termica nominale < 1 MW e costituisce una “emissione poco significativa” non soggetta ad

autorizzazione ai sensi dell’Art. 269 comma 14 punto a del D.Lgs. 152/06.

Le principali sorgenti di emissioni odorigene (preispessimento, post-ispessimento, digestore

anaerobico dei fanghi, sedimentatore primario, impianto chimico fisico per i bottini) sono coperte e

tenute in depressione; le esalazioni sono inviate ad opportuni impianti di trattamento (punti di

emissione E07 e E08). Per quanto riguarda le emissioni fuggitive, la loro formazione è prevenuta

attraverso un’accurata azione di manutenzione ordinaria.

Per le altre emissioni di tipo diffuso, dato che l’impianto di che trattasi deve essere esercito in modo

da non produrre emissioni dannose all’ambiente esterno e all’ambiente di lavoro, ivi compresa

l’emissione di sostanze osmogene, deve essere posta attenzione alle emissioni provenienti

dall’attività di trattamento preliminare, primaria e secondaria e dagli stoccaggi.

Ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. 59/05, “individuazione e utilizzo delle migliori tecniche disponibili (a

costi sostenibili)”, ed ai sensi dell’art. 270 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. si dovrà, perciò, valutare

l’opportunità di realizzare il convogliamento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle zone dove

vengono svolte le attività predette.

Per le rispetto delle condizioni di cui al presente titolo, il Consorzio dovrà, in particolare:

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38. realizzare entro 6 mesi dalla data del presente atto, qualora non presente, un sistema di

abbattimento delle emissioni comprensivo di punto di campionamento a monte dello scarico

nella vasca di denitrificazione/ossidazione per le emissioni E01 – E03 – E05, e rispettare ai

punti di campionamento i limiti di emissione riportati nelle tabelle su menzionate;

39. rispettare per i punti di emissioni E01 ed E03, alimentati a biogas, quanto previsto dal punto

2 dell’allegato 2, sub allegato 1 del D.M. 05/02/1998, garantendo i limiti di emissione

riportati nelle tabelle su menzionate;

40. garantire che la caldaia di cui al punto di emissione E02 venga alimentata esclusivamente a

metano;

41. gestire l’impianto evitando per quanto possibile che si generino emissioni diffuse dalle

lavorazioni autorizzate. Nel caso in cui si verifichino fenomeni rilevanti di immissioni di

sostanze, anche odorigene, l’Autorità competente si riserva la facoltà di prescrivere ulteriori

sistemi di contenimento e di verificarne l’efficacia attraverso la quantificazione delle

emissioni con tecniche appropriate alla tipologia dell’emissione;

42. i camini per lo scarico in atmosfera degli effluenti devono essere identificati,

conformemente a quanto adottato nella presente autorizzazione, mediante marcatura di

colore contrastante;

43. monitorare, per una omogeneità di controllo, anche la concentrazione di Arsenico (As) nelle

emissioni in atmosfera;

44. dovrà essere garantita l’accessibilità alle prese di misura e di campionamento degli effluenti

in modo tale da permettere lo svolgimento di tutti i controlli necessari alla verifica del

rispetto dei limiti di emissione garantendo il rispetto delle norme di sicurezza previste dalla

normativa vigente in materia di prevenzione degli infortuni ed igiene d lavoro;

45. continuare la compilazione del registro istituito e vidimato dal servizio Igiene Pubblica

dell’ASL di Rieti, su cui annotare la data e le operazioni di manutenzione ordinaria e

straordinaria eseguite sugli impianti termici. Tale registro deve essere tenuto a disposizione

dell’Autorità di Controllo.

C – EMISSIONI IN CORPO IDRICO

La localizzazione dei punti di scarico, dei sistemi di raccolta delle acque di processo, di prima

pioggia e civili è riportata nell’elaborato C10 denominato Planimetria modificata delle reti fognarie,

dei sistemi di trattamento, dei punti di emissione degli scarichi liquidi e della rete piezometrica.

Presso l’impianto in questione sono autorizzati n°3 scarichi di acque reflue industriali condottate e non

condottate.

Gli scarichi SF1 ed SF2 confluiscono nel fiume Velino, mentre lo scarico SF3 confluisce nel Canale

del Consorzio di Bonifica della Pianura Reatina. Quest’ultimo scarico non è ancora in funzione.

N. Scarico

SF1

Modalità di scarico continuo

Giorni/anno 365 Giorni/settimana 7

Ore/giorno 24/giorno

Tipologia

Acque trattate dall’impianto di

depurazione

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Portata media

(alla capacità poduttiva) Giornaliera (max) Annua (max)

m³ 43.200 15.048.000

Impianto di trattamento Impianto trattamento acque effluenti

(chimico-fisico e biologico)

Trattamento Fanghi SI

Riutilizzo acque trattate NO

Misuratore di portata: NO

Campionatore automatico: NO

N. Scarico

SF2

Modalità di scarico discontinuo e saltuario

Giorni/anno 365 discontinuo

Ore/giorno discontinuo

Tipologia

Acque di scarico diluite provenienti

dallo sfioratore (riguarda i reflui

condottati provenienti dai due collettori

denominati “Terminillo” e “Rieti”),

situato a monte dell’impianto di

depurazione. Entra in funzione ogni qual

volta la portata è maggiore di quella

massima trattabile dall’impianto

Portata media

(alla capacità poduttiva) Giornaliera (max) Annua (max)

m³ - -

Impianto di trattamento NO

Trattamento Fanghi NO

Riutilizzo acque trattate NO

Misuratore di portata: NO

Campionatore automatico: NO

N. Scarico

SF3

Modalità di scarico

Periodico (attualmente non in

funzione)

Giorni/anno 120 Giorni/settimana 7

Ore/giorno 6/giorno

Tipologia

Acque trattate dall’impianto di

depurazione

Portata media

(alla capacità poduttiva) Giornaliera (max) Annua (max)

m³ 6.000 720.000

Impianto di trattamento Impianto trattamento acque effluenti

(chimico-fisico e biologico)

Trattamento Fanghi SI

Riutilizzo acque trattate SI

Misuratore di portata: NO

Campionatore automatico: NO

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Gli scarichi finali codificati SF1 ed SF2 devono rispettare al pozzetto fiscale prima dello scarico nel

corpo recettore finale i limiti di emissione di cui alla tab. 3 all. 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/06 e

s.m.i.

Lo scarico codificato SF3, relativo al progetto di riutilizzo in agricoltura delle acque reflue

dell’impianto di depurazione, dovrà rispettare i limiti per il riutilizzo previsti dall’allegato al D.M. 185

del 12/06/2003.

Per le rispetto delle condizioni di cui al presente titolo, il Consorzio dovrà, in particolare:

46. effettuare, prima della messa in esercizio dello scarico SF3 e qualora non sia già stata

realizzata, l’analisi dei biotipi presenti sui terreni oggetto del riutilizzo in agricoltura delle

acque reflue dell’impianto di depurazione;

47. inviare alla Regione Lazio, alla Provincia di Rieti, al Comune di Rieti ed ad ARPA Lazio

sezione di Rieti, formale comunicazione di attivazione dello scarico SF3 e subordinare tale

attivazione a formale nulla osta da parte dell’Amministrazione competente;

48. per lo scarico SF3, installare un pozzetto per effettuare le analisi di controllo delle acque

previste, prima dell’immissione nei canali gestiti dal Consorzio di Bonifica della Pianura

Reatina;

49. comunicare all’Autorità competente ed ad ARPA Lazio sezione provinciale di Rieti, entro

30 giorni dalla data del presente atto, le coordinate gauss-boaga del posizionamento

definitivo dei 3 pozzetti di controllo SF1, SF2 ed SF3;

50. monitorare, per una omogeneità di controllo, anche la concentrazione di Mercurio (Hg) negli

scarichi idrici sopra autorizzati;

51. effettuare allo scarico denominato SF2, la stessa tipologia di campionamenti, con la

medesima frequenza, indicati per lo scarico SF1 nell’allegato Piano di Monitoraggio e

Controllo;

52. garantire che, entro il 22/12/2015, l’impianto sia tecnicamente in grado di conformarsi alle

disposizioni delle Norme di Attuazione del P.T.A.R. e verificare che siano rispettati i limiti

più restrittivi tra quanto previsto dal P.T.A.R. art. 21 e dal D.M. 185/2003 che disciplina i

reflui destinati al riutilizzo;

53. mantenere la registrazione delle operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria

effettuate sulle aste fognarie, pozzetti e vasche di accumulo;

54. mantenere in condizioni di efficienza e di accessibilità per l’intera durata della presente

autorizzazione i pozzetti di prelevamento dei campioni posti sulle tubazioni di scarico sia

finale che parziale; gli stessi dovranno essere individuati con apposita segnaletica;

55. non modificare le condizioni che danno luogo alla formazione degli scarichi quando sono

iniziate o sono in corso operazioni di controllo; non ostacolare le operazioni di controllo

delle condizioni, in atto o potenziali, che determinano la formazione di qualunque tipologia

di scarico, nonché consentire il prelievo dei campioni;

56. consentire il controllo dei sistemi di misura sia dell’approvvigionamento idrico sia dello

scarico delle acque;

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57. garantire che i sistemi di campionamento siano mantenuti costantemente funzionanti;

58. individuare con apposita segnaletica e codifica i pozzetti fiscali e le prese campione;

59. comunicare tempestivamente ad ARPA Lazio, sezione provinciale di Rieti, qualunque

arresto totale e/o parziale non programmato dell’impianto di trattamento e la rimessa a

regime del medesimo nonché anomalie interne allo stabilimento che diano o possano dar

luogo a situazioni particolari. In tale eventualità il gestore dovrà garantire che siano

effettuate procedure volte a contenere al massimo le immissioni in ambiente idrico; in ogni

caso non dovranno essere provocati fenomeni di inquinamento tali da peggiorare l’attuale

situazione ambientale;

60. garantire che i valori limite di emissione non vengano in alcun caso conseguiti con acque

prelevate esclusivamente allo scopo.

Acque meteoriche

Le acque meteoriche di piazzale relative alle aree scoperte destinate alla movimentazione dei mezzi

d’opera e degli automezzi che hanno trasportato i rifiuti, così come le acque di lavaggio dei piazzali,

vengono raccolte nella vasca di accumulo individuata dal riferimento 67 nella planimetria in

Appendice IV. È previsto per le acque di prima pioggia il rilancio in testa all’impianto chimico-

fisico. L’effluente procede, poi, al trattamento biologico.

61. la vasca di prima pioggia, a conclusione dell’evento meteorico, dovrà essere svuotata entro

le successive 24 ore. A seguito di verifica analitica potrà essere individuato il sistema di

trattamento più idoneo, comunque evitando fenomeni di diluizione con i rifiuti liquidi.

Acque di falda

Per le rispetto delle condizioni di cui al presente titolo, il Consorzio dovrà, in particolare:

62. monitorare a propria cura e spese le acque interagenti con l’attività di gestione dei rifiuti e

trasmettere i dati di tale monitoraggio all’Area D2/26/03 – “Ufficio Idrografico e

Mareografico Regionale” secondo le specifiche tecniche e le modalità definite dall’Area

stessa;

63. proteggere i piezometri presenti, in considerazione della loro intrinseca pericolosità come

via preferenziale di contaminazione della falda, con un idoneo manufatto fuori terra dotato

di un sistema di chiusura a tenuta stagna e una piattaforma cementata intorno al boccapozzo;

SEZIONE D - RUMORE

In data 08/11/2004 è stata adottata in via definitiva con deliberazione del Consiglio Comunale n°49

la classificazione acustica del Comune di Rieti che classifica l’area dell’impianto come area

prevalentemente industriale (CLASSE V – aree prevalentemente industriali: rientrano in questa

classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni).

I valori limite di emissione ed immissione, definiti dall’art. 2 della legge 26/10/1995 n°447 ed

indicati nelle tabelle B e C del DPCM 14/11/1997, Leq in dB(A), per tale classe sono i seguenti:

classi di destinazione d'uso tempi di riferimento

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del

territorio

Diurno (06.00-22.00) Notturno (22.00-06.00)

Classe V (limiti di emissione) 65 55

Classe V (limiti di

immissione)

70 60

Per le rispetto delle condizioni di cui al presente titolo, il Consorzio dovrà, in particolare:

64. nell’esercizio dell’attività di gestione dei rifiuti autorizzata, evitare gli inconvenienti

derivanti dalla produzione di rumore e vibrazioni;

65. effettuare secondo le indicazioni del piano di monitoraggio e controllo riportato in allegato,

una verifica dell’impatto acustico generato dalle lavorazioni in essere presso l’impianto,

anche attraverso l’esecuzione di rilevamenti fonometrici. Particolare attenzione andrà data al

monitoraggio acustico lungo il confine dello stabilimento per il rispetto dei limiti assoluti di

immissione. Le risultanze di tali valutazioni, presentate in modo conforme ai dettami del

D.M. 16/03/1998, dovranno essere trasmesse all’autorità competente, all’ARPA Lazio e al

Comune di Rieti;

SEZIONE E – MISURE RELATIVE ALLE CONDIZIONI DIVERSE DA QUELLE DI

NORMALE ESERCIZIO

In caso di emergenze conseguenti a sversamenti di rifiuti liquidi il Consorzio dovrà attenersi alle

seguenti prescrizioni:

66. tenere presso i siti di stoccaggio prodotti assorbenti in forma granulare, cuscini e salsicciotti

a disposizione immediata del personale della squadra di pronto intervento;

67. intercettare le acque meteoriche ed invio delle stesse verso l’impianto di trattamento degli

effluenti o verso eventuali altri invasi esistenti. In questo ultimo caso il Consorzio dovrà

provvedere allo smaltimento e/o trattamento delle acque reflue in conformità alla legge, una

volta terminata l’emergenza;

68. mantenere in piena efficienza i sistemi di allarme e/o blocco applicati alle apparecchiature

critiche per l’ambiente e/o per la sicurezza esistenti;

69. dare comunicazione, nei termini di legge, dell’anomalia o evento agli organi preposti al

controllo, per eventuali ulteriori prescrizioni;

70. in caso di fermo dell’impianto, provvedere a sospendere i conferimenti da parte di terzi, e ad

avviare ogni azione volta al corretto smaltimento dei rifiuti presenti in impianto.

SEZIONE F - GESTIONE DEL FINE VITA DELL’IMPIANTO

Per le rispetto delle condizioni di cui al presente titolo, il Consorzio dovrà, in particolare:

71. ripristinare, ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale e

all’atto della cessazione dell’attività, il sito su cui insiste l’impianto, tenendo conto delle

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potenziali fonti permanenti di inquinamento del terreno e degli eventi accidentali che si

siano manifestati durante l’esercizio;

72. provvedere, in ogni caso:

- a lasciare il sito in sicurezza;

- a svuotare vasche, serbatoi, contenitori, reti di raccolta acque (canalette, fognature)

provvedendo ad un corretto recupero o smaltimento del contenuto;

- a rimuovere tutti i rifiuti provvedendo ad un corretto recupero o smaltimento;

73. comunicare, prima di effettuare le operazioni di ripristino del sito, alla Regione Lazio, alla

Provincia di Rieti, al Comune di Rieti ed all’ARPA Lazio un cronoprogramma di

dismissione approfondito, relazionando sugli interventi previsti; l’esecuzione di tale

programma è vincolato al nullaosta scritto della Regione Lazio, che provvederà a disporre

un sopralluogo iniziale e, al termine dei lavori, un sopralluogo finale, per verificarne la

corretta esecuzione;

74. sino ad allora, la presente AIA deve essere rinnovata e manterrà la sua validità.