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1 Installazione IPPC: DI.MA S.p.A. - Montichiari (BS), via Dugali Sera s.n.c. Allegato Tecnico all’Atto Dirigenziale n. del Identificazione dell’installazione IPPC Ragione sociale DI.MA. SRL Sede Legale Montichiari (BS) – Via Dugali Sera Sede Operativa Montichiari (BS) – Via Dugali Sera Tipo di installazione Installazione esistente non già soggetta ad AIA Codice e attività IPPC 5.3.b) Il recupero, o una combinazione di recupero e smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità superiore a 75 Mg al giorno, che comportano il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell’Allegato 5 alla Parte Terza: III) trattamento di scorie e ceneri Varianti richieste a) ampliamento dell’insediamento mediante acquisizione di area limitrofa (ulteriore incremento di suolo); b) sbancamento della nuova area a quota – 5,50 mt dal piano campagna; c) modifica della viabilità di accesso ed uscita dall’impianto mediante realizzazione di nuovo accesso e corsia di decelerazione; d) incremento del volume di deposito delle MpS/EoW/Aggregati da mc. 16.000 a 50.000 mc.; e) incremento del del volume di stoccaggio dei rifiuti trattati in attesa di test di cessione da 1000 mc a 2000 mc; f) sostituzione del frantoio Continental Nord FV 900 con frantoio Continental FV 1000 di pari capacità produttiva; g) aumento della del quantitativo annuo trattato da 150.000 t/a a 240.000t/a (aumento superiore al valore della soglia definita dall’allegato VIII alla parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i); h) inserimento di nuove tipologie di rifiuti non pericolosi; i) installazione (noleggio) dell’impianto blender per la produzione di conglomerati cementizi ottenuti dalla miscelazione a freddo degli aggregati ottenuti dal trattamento dei rifiuti, cemento ed acqua; j) deposito e vagliatura da materiali ineriti (non rifiuto).

Allegato Tecnico all’Atto Dirigenziale n. del · miscelazione a freddo degli aggregati ottenuti dal trattamento dei rifiuti, cemento ed acqua.; j) deposito e vagliatura da materiali

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Installazione IPPC: DI.MA S.p.A. - Montichiari (BS), via Dugali Sera s.n.c.

Allegato Tecnico all’Atto Dirigenziale n. del

Identificazione dell’installazione IPPC

Ragione sociale

DI.MA. SRL

Sede Legale

Montichiari (BS) – Via Dugali Sera

Sede Operativa

Montichiari (BS) – Via Dugali Sera

Tipo di installazione Installazione esistente non già soggetta ad AIA Codice e attività IPPC

5.3.b) Il recupero, o una combinazione di recupero e smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità superiore a 75 Mg al giorno, che comportano il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività di trattamento delle acque reflue urbane, disciplinate al paragrafo 1.1 dell’Allegato 5 alla Parte Terza: III) trattamento di scorie e ceneri

Varianti richieste

a) ampliamento dell’insediamento mediante acquisizione di area limitrofa (ulteriore incremento di suolo);

b) sbancamento della nuova area a quota – 5,50 mt dal piano campagna;

c) modifica della viabilità di accesso ed uscita dall’impianto mediante realizzazione di nuovo accesso e corsia di decelerazione;

d) incremento del volume di deposito delle MpS/EoW/Aggregati da mc. 16.000 a 50.000 mc.;

e) incremento del del volume di stoccaggio dei rifiuti trattati in attesa di test di cessione da 1000 mc a 2000 mc;

f) sostituzione del frantoio Continental Nord FV 900 con frantoio Continental FV 1000 di pari capacità produttiva;

g) aumento della del quantitativo annuo trattato da 150.000 t/a a 240.000t/a (aumento superiore al valore della soglia definita dall’allegato VIII alla parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i);

h) inserimento di nuove tipologie di rifiuti non pericolosi; i) installazione (noleggio) dell’impianto blender per la

produzione di conglomerati cementizi ottenuti dalla miscelazione a freddo degli aggregati ottenuti dal trattamento dei rifiuti, cemento ed acqua;

j) deposito e vagliatura da materiali ineriti (non rifiuto).

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Installazione IPPC: DI.MA S.p.A. - Montichiari (BS), via Dugali Sera s.n.c.

sommario A.QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE ...................................................................................... 4

A.0. Premessa ............................................................................................................................. 4 A.0.1 scopo delle modifiche ..................................................................................................... 4 A.0.2 situazione attuale ............................................................................................................ 4 A.0.3 situazione modificata ...................................................................................................... 5 A.0.4 giudizio sulla modifica ..................................................................................................... 5

A.1. Inquadramento dell’installazione e del sito ........................................................................... 6 A.1.1 Inquadramento dell’installazione ippc ............................................................................. 6 A.1.2 Inquadramento geografico – territoriale del sito .............................................................. 6

A.2. Stato autorizzativo ed autorizzazioni sostituite dall’AIA ........................................................ 7 A.3. Piano di riutilizzo delle terre e rocce da scavo (D.M. n. 161 del 10/08/2012) ........................ 8

B. QUADRO ATTIVITÀ DI GESTIONE RIFIUTI .........................................................................................10 B.1 Descrizione delle operazioni svolte e dell’impianto .............................................................. 10 B.2 Materie Prime ed Ausiliarie ................................................................................................. 21 B.3 Risorse idriche ed energetiche ............................................................................................ 21 B.4 Cicli produttivi ...................................................................................................................... 22 B.5 Procedura di accettazione dei rifiuti in ingresso ................................................................... 22

C. QUADRO AMBIENTALE .........................................................................................................................24 C.1 Emissioni in atmosfera e sistemi di contenimento ............................................................... 24 C.2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento ........................................................................ 26 C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento ........................................................................ 27 C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento ...................................................................... 27 C.5 Produzione Rifiuti ................................................................................................................ 27

C.5.1 Rifiuti gestiti in deposito temporaneo ............................................................................ 27 C.5.2 Rifiuti gestiti in stoccaggio autorizzato .......................................................................... 28

C.6 Bonifiche ............................................................................................................................. 28 C.7 Rischi di incidente rilevante ................................................................................................. 28

D. QUADRO INTEGRATO .............................................................................................................................29 D.1 Applicazione delle MTD ...................................................................................................... 29 D.2 Criticità riscontrate .............................................................................................................. 36 D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate ............................................................................................................................. 37

E.QUADRO PRESCRITTIVO ........................................................................................................................39 E.1 Aria ..................................................................................................................................... 39

E.1.1 Valori limite di emissione .............................................................................................. 39 E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo ............................................................................... 39 E.1.3 Prescrizioni impiantistiche ............................................................................................. 40 E.1.4 Prescrizioni generali ..................................................................................................... 41

E.2 Acqua .................................................................................................................................. 42 E.2.1 Valori limite di emissione .............................................................................................. 42 E.2.2 Requisiti e modalità per il controllo ............................................................................... 42 E.2.3 Prescrizioni impiantistiche ............................................................................................. 42

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Installazione IPPC: DI.MA S.p.A. - Montichiari (BS), via Dugali Sera s.n.c.

E.2.4 Prescrizioni generali ..................................................................................................... 43 E.3 Rumore ............................................................................................................................... 43

E.3.1 Valori limite ................................................................................................................... 43 E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo ............................................................................... 43 E.3.3 Prescrizioni impiantistiche ............................................................................................. 43 E.3.4 Prescrizioni generali ..................................................................................................... 43

E.4 Suolo e acque sotterranee .................................................................................................. 44 E.5 Rifiuti ................................................................................................................................... 44

E.5.1 Requisiti e modalità per il controllo ............................................................................... 44 E.5.2 Attività di gestione rifiuti autorizzata .............................................................................. 44 E.5.3 Prescrizioni generali ..................................................................................................... 47 E.5.4 Prescrizioni per la cantierizzazione ............................................................................... 47

E.6 Ulteriori prescrizioni ............................................................................................................. 47 E.7 Monitoraggio e Controllo ..................................................................................................... 49 E.8 Prevenzione e Gestione degli eventi emergenziali .............................................................. 49 E.9 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività .................................................................... 49 E.10 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche ................................................................................................................................ 50

F.PIANO DI MONITORAGGIO ......................................................................................................................52 F.1 Finalità del monitoraggio ..................................................................................................... 52 F.2 Chi effettua il self-monitoring ............................................................................................... 52 F.3 Parametri da monitorare ...................................................................................................... 52

F.3.1Impiego di sostanze ....................................................................................................... 52 F.3.2 Risorsa idrica ................................................................................................................ 53 F.3.3Risorsa energetica ......................................................................................................... 53 F.3.4 Aria ............................................................................................................................... 53 F.3.5 Acqua ........................................................................................................................... 54 F.3.6 Rumore ......................................................................................................................... 55 F.3.7 Radiazioni ..................................................................................................................... 56 F.3.8 Rifiuti ............................................................................................................................ 56

F.4 Gestione dell’impianto ......................................................................................................... 57 F.4.1 Individuazione e controllo sui punti critici ...................................................................... 57 F.4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.) .................................................................... 57 ALLEGATI: ............................................................................................................................ 57

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Installazione IPPC: DI.MA S.p.A. - Montichiari (BS), via Dugali Sera s.n.c.

A.QUADRO AMMINISTRATIVO - TERRITORIALE

A.0. Premessa La ditta DI.MA. S.r.l., cod fisc. 02057780989, con nota del 08/04/2014, registrata al P.G. provinciale con n. 46025 del 08/04/2014, come completata con documentazione prevenuta in data 04/06/2014 con nota registrata al P.G. prov. n. 70447 del 04/06/2014, ha presentato per l’installazione sita in comune di Montichiari (BS), via Dugali Sera domanda di autorizzazione integrata ambientale (AIA) ai sensi dell’art. 29-ter del D.Lgs. per un’installazione esistente “e non già soggetta ad AIA” con contestuale richiesta di modifiche sostanziali.

In data 18/06/2014 con nota registrata al P.G. prov. n. 769119 la Provincia ha avviato il procedimento in oggetto.

Con nota del 05/11/2014 prot. prov. n. 136004 la Provincia ha provveduto a trasmettere l’istanza in argomento alla Regione Lombardia in quanto Ente competente al rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale per installazioni di cui all’art. 29, commi 2 e 3, del D.Lgs. 46/2014 cosiddette attività esistenti “non già soggette ad AIA”, così come disposto dalla L.R. 5/2014.

Con nota del 05/03/2015 prot. n. 27567 la Provincia ha comunicato che il rilascio dell’autorizzazione alle modifiche sostanziali all’installazione in argomento può aver luogo, così come disposto dalla d.g.r. n. 2645 del 14/11/2014, non prima del rilascio da parte della Regione Lombardia della prima A.I.A.

La Regione Lombardia con Decreto della Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile n. 5685 del 06/07/2015 ha rilasciato l’autorizzazione integrata ambientale per attività esistente e “non già soggetta ad AIA“ di cui ala punto 5.3 lett. b.III dell’All. VIII al D.Lgs. 152/06 e s.m.i. alla ditta DI.MA S.r.l per l’installazione in comune di Montichiari (BS), via Dugali Sera.

A seguito del rilascio da parte della Regione Lombardia della prima AIA, in data 29/10/2015 e 18/04/2016 si è riunita la conferenza dei servizi in data 18/04/2016 per la valutazione delle modifiche rischieste. In tale sede è stata richiesta documentazione integrativa a completamento dell’istanza e gli Enti presenti hanno espresso parere favorevole con condizioni e prescrizioni.

Con note del 12/10/2015 (P.G. prov. n. 121603 del 14/10/2015), del 27/11/2015 (P.G. prov. n. 141250 del 30/11/2015), del 18/05/2016 (P.G. prov. n. 58040 del 18/05/2016) e del 06/10/2016 (P.G. prov. n. 107649 del 11/10/2016) la ditta ha proceduto ad integrare l’istanza sulla base delle richieste dettate in sede di conferenza dei servizi riunitasi in data 29/10/2015 e 18/04/2016 e della nota della Provincia prot.n. 83421 del 27/07/2016.

A.0.1 scopo delle modifiche

Le varanti richieste consistono in: a) ampliamento dell’insediamento mediante acquisizione di area limitrofa (ulteriore incremento di suolo); b) sbancamento della nuova area a quota – 5,50 mt dal piano campagna; c) modifica della viabilità di accesso ed uscita dall’impianto mediante realizzazione di nuovo accesso

carrario con corsia di decelerazione; d) incremento del volume di deposito delle MpS/EoW/Aggregati da mc. 16.000 a 50.000 mc.; e) incremento del del volume di stoccaggio dei rifiuti trattati in attesa di test di cessione da 1000 mc a 2000

mc; f) sostituzione del frantoio Continental Nord FV 900 con frantoio Continental FV 1000 di pari capacità

produttiva; g) aumento della del quantitativo annuo trattato da 150.000 t/a a 240.000t/a (aumento superiore al valore

della soglia definita dall’allegato VIII alla parte II del D.Lgs. 152/06 e s.m.i); h) inserimento di nuove tipologie di rifiuti non pericolosi; i) installazione dell’impianto blender per la produzione di conglomerati cementizi ottenuti dalla

miscelazione a freddo degli aggregati ottenuti dal trattamento dei rifiuti, cemento ed acqua.; j) deposito e vagliatura da materiali ineriti (non rifiuto).

A.0.2 situazione attuale

Nell’installazione sono presenti ed autorizzate le attività: - IPPC - punto 5.3.b del D.L.gs. 152/06 e s.m.i: “recupero, o una combinazione di recupero e

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smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità superiore a 75 Mg/g, che comportano il ricorso ad una o più delle seguenti attività ed escluse le attività contemplate dalla direttiva 91/271/CEE – “II trattamento di scorie e ceneri”;

- NON IPPC di messa in riserva (R13) e trattamento (R5) di rifiuti non pericolosi: tali attività vengono svolte mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica, separazione della frazione metallica (deferrizzazione) e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti aventi granulometria idonea e selezionata da utilizzarsi nella produzione di aggregati conformi alle specifiche norme tecniche di settore

- NON IPPC di deposito e vagliatura di materiali prime (inerti di cava), terre e rocce da scavo (non rifiuto).

I quantitativi massimi autorizzati presso l’installazione sono i seguenti:

- 150.000 t/a di rifiuti speciali non pericolosi per operazioni di recupero R5; - 8.825 m3 per operazioni di messa in riserva (R13) di rifiuti non pericolosi in ingresso destinati al

recupero presso l’impianto - 1000 m3 rifiuti non pericolosi già sottoposti al trattamento in attesa delle analisi; - 100 m3 per operazioni di stoccaggio (R13/D15) dei rifiuti decadenti dall’attività; - 600 m3/g come flusso massimo di rifiuti in ingresso; - 16.000 m3 come quantità massima di aggregati riciclati depositati all’interno dell’insediamento;

A.0.3 situazione modificata

A seguito delle modifiche richieste l’installazione risulterà autorizzata a svolegere attività: • IPPC - punto 5.3.b.III del D.L.gs. 152/06 e s.m.i, per il trattamento delle scorie; • NON IPPC di messa in riserva (R13) e trattamento (R5) di rifiuti non pericolosi; • NON IPPC di deposito e vagliatura di materiali prime (inerti di cava), terre e rocce da scavo (non rifiuto); • NON IPPC di produzione di misti cementati; Per le modifiche richieste il progetto è stato sottoposto a verifica di assoggettabilità alla VIA e con Dterminazione Drigenziale n. 6660 del 04/11/2014 la Provincia di Brescia ne ha disposto l’esclusione dalla procedura di VIA, alle seguenti prescrizioni: redazione di una relazione idrogeologica di dettaglio, redatta e firmata da tecnico abilitato, che valuti la

compatibilità delle massime escursioni della falda in relazione all’attività di deposito MPS/EoW da svolgersi sull’area oggetto di ampliamento;

integrazione dei piani di monitoraggio contenuti nelle autorizzazioni in essere per le componenti aria, emissioni, scarichi e falda e rumore;

adozione, durante le fasi di cantiere e di esecuzione dei lavori, di tutte le soluzioni tecniche più idonee atte a minimizzare gli impatti generati ed a garantire la massima tutela di suolo e sottosuolo, atmosfera, vegetazione e ambiente idrico (acque superficiali e sotterranee), rumore e vibrazioni, nonché tutte le cautele necessarie ad assicurare la sicurezza del cantiere, fermi restando gli accorgimenti presentati nel progetto;

A.0.4 giudizio sulla modifica

L’analisi della documentazione tecnica ha permesso di ritenere che la modifica richiesta dal gestore sia da considerarsi sostanziale ai sensi del D.Lgs 152/06 e ai sensi della d.g.r. n. 2970 del 02/02/2012.

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A.1. Inquadramento dell’installazione e del sito

A.1.1 Inquadramento dell’installazione ippc

L’insediamento della DI.MA. SRL ha sede legale ed operativa a Montichiari, in via Dugali Sera, a sud ovest del centro abitato della Frazione di San Antonio. Le coordinate UTM32-WGS84 del punto di ingresso sono le seguenti:

X: 604.950; Y: 5.028.130

L’installazione IPPC, soggetto ad Autorizzazione Integrata Ambientale, è interessata dalle seguenti attività:

N° ordine

attività IPPC e non IPPC

Codici Ippc e

non ippc

Tipologia Impianto

Operazioni Svolte e autorizzate

(secondo Allegato B e/o C – allegato alla parte quarta del

d.lgs. 152/06)

Rifiuti speciali

NP

1

5.3.b) – III)

Recupero, o una combinazione di recupero e smaltimento, di rifiuti non pericolosi, con una capacità

superiore a 75 Mg al giorno, che comportano il

R5, R13

X

2 ATECO: 38.32

Recupero di rifiuti non pericolosi

X

3 Deposito e vagliatura di inerti (materie prime, terre e rocce da scavo non rifiuto)

-----------------------------------------

4 ATECO:

23.63

produzione di conglomerati cementizi

------------------------------------------

Tabella A1 – Tipologia Impianto

La condizione dimensionale dell’insediamento industriale è descritta nella tabella seguente:

Superficie totale m2

Superficie coperta m2

Superficie scolante m2 (*)

Superficie scoperta impermeabilizzata

m2

Area permeabile = area a verde

Anno

costruzione complesso

Ultimo ampliamento

Data prevista cessazione

attività

25.620 490 18.660 19.150 6.470 1999 in progetto 2030

(*) Così come definita all’art.2, comma 1, lettera f) del Regolamento Regionale n. 4/2006 recante la disciplina dello smaltimento delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne.

Tabella A2 – Condizione dimensionale dello stabilimento A.1.2 Inquadramento geografico – territoriale del sito

L’insediamento è sito in area identificata ai mappali 188 e 43 del Foglio n. 70 (NCTR comune di Montichiari), che il vigente Piano di Governo del Territorio del Comune di Montichiari classifica come Zona E1- Agricola Produttiva.

L’installazione è inserita all’interno di una ex cava e l’area di stoccaggio e trattamento si trova al di sotto del piano campagna ad una profondità di 5,80 metri. L’area confina con aree agricole ai lati nord e ovest, con strada comunale sul lato sud, mentre il lato ovest è in adiacenza ad un’abitazione isolata e ad una cascina nella quale vengono allevati suini. Lungo il perimetro dell’insediamento è prevista barriera frangivento e rumore costituita da un doppio filare di essenze arboree. L’ingresso al sito è ubicato sul lato sud lungo via Dugali Sera.

I territori circostanti, compresi nel raggio di 500 m, hanno destinazioni d’uso seguenti:

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Destinazione d’uso dell’area secondo il PRG vigente Destinazioni d’uso principali Distanza minima dal perimetro dell’installazione Zona E1 agricola produttiva Area di appartenenza

Zona B2 Semi-intensiva confinante

Zona D7 produttiva speciale - discariche 180 m Zona D4 commerciale e direzionale esistente 280 m Zona E3 Agricola di valenza paesistico ambientale 325 m Zona E5 agricola di salvaguardia per ambito T3 del PTRAM 450 m Zona ST Aree per servizi tecnologici 450 m

Tabella A3.1 – Destinazioni d’uso nel raggio di 500 m

La seguente tabella mostra le aree soggette a vincoli ambientali nel territorio circostante (R = 500 m)

Tipo di vincolo Distanza minima del vincolo dal perimetro dell’installazione

Distanza dagli allevamenti ai sensi del R.L.I. Area di appartenenza Vincolo fascia rispetto strada di tipo C 250 m Tracciato elettrodotto media tensione 250 m

Tabella A3.2 – Vincoli ambientali nel raggio di 500 m

Dalla verifica dei criteri localizzativi si evidenzia che:

• la destinazione urbanistica dell’installazione è zona “E1 agricola”;

• parte dell’installazione ricade nella fascia di rispetto dal reticolo idrico minore;

• l’installazione è collocata in una’area di ricarica della falda e riserva dell’acquifero. Considerato che l’istanza di variante sostanziale è stata presentata prima dell’entrata in vigore della DGR n. 1990 del 20/06/14 “programma regionale di gestione dei rifiuti”, la verifica dei criteri localizzativi è stata effettuata sulla base delle disposizioni della d.r.g. n. 661 del 20/10/2010. per quanto riguarda il vinvolo riferito alla fascia di rispetto del reticolo idrico minore il Consorzio di Bonifica Chiese n. 7 con provvedimento n. 450/17 del 09/02/2017 ha rilasciato la “concessione precaria per la realizzazione del progetto di variante impianto gestione e trattamento rifiuti non pericolosi, nella fascia di rispetto del canale consorziale denominato 3° Comizio Seriola Nuova”.

A.2. Stato autorizzativo ed autorizzazioni sostituite dall’AIA

La tabella seguente riassume lo stato autorizzativo dell’installazione IPPC:

Settore

Norme di

riferimento

Ente

competente

Numero

autorizzazione

Data di

emissione

Scadenza

N. ordine attività IPPC

e non

Note

Sost.

da AIA

ACQUA Concessioni prelievo

pozzi

r.d.

1775/1933

Provincia

1323 *

15/05/2006

15/05/2036

1 e 2

NO

Decreto della Direzione Generale Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile

Art. 29 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.

Regione Lombardia

5685 06/07/2015 06/07/2025 1 e 2 NO

Provvedimento provinciale

Provincia di

Brescia 6660 04/11/2014 -------- 1 e 2

NO

Tabella A4 – Stato autorizzativo

* L’approvvigionamento idrico è garantito da pozzo, ad eccezione dell’uso potabile, per il quale si utilizza l’acqua di specifici contenitori (boccioni) acquistata da azienda specializzata. E’ in itinere un procedimento di variante sostanziale della concessione per uso industriale, potabile, igienico e annaffiatura aree verdi.

La ditta ha presentato in data 15/10/2015 istanza al Comune di Montichiari per l’autorizzazione

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Installazione IPPC: DI.MA S.p.A. - Montichiari (BS), via Dugali Sera s.n.c.

allarealizzazione di un deposito di gasolio per uso privato.

A.3. Piano di riutilizzo delle terre e rocce da scavo (D.M. n. 161 del 10/08/2012)

Durante i lavori di sbancamento per l’ampliamento della superficie dell’installazione vengono prodotti circa mc. 45.647di terre e rocce (non rifiuto) da scavo da gestire secondo il seguente piano di riutilizo redatto in conformità alle disposizioni del D.M. 161 del 10/08/2012. UBICAZIONE DEL SITO DI PRODUZIONE DEL MATERIALE DA SCAVO. Il sito di produzione del materiale da scavo si trova in località Via Dugali Sera a Montichiari (BS), a circa 89 metri s.l.m. La destinazione urbanistica del sito è agricola. Per l’inquadramento geologico si rimanda alla relazione idrogeologica redatta il 20 novembre 2015 dal Geologo dr. Beffa. Sul sito si svolgono attività agricole consistenti nella coltivazione di mais e foraggi. Non sono disponibili pregresse indagini ambientali sul sito. VOLUMI. Il volume di terre e rocce da scavo totale da rimuovere dal sito è pari a circa 45.647 mc per un’area interessata dallo scavo di circa 10.000 mq . Lla composizione stratigrafica è la seguente: da 0.0 a 0.40 m ca. terreno agrario con ghiaie e ciottoli e terreno rimaneggiato, da 0.40 a 5.50 m e oltre deposito alluvionale costituito da ghiaia mista a ciottoli con matrice sabbiosa. I volumi di scavo sopra indicati sono già al netto dei quantitativi riutilizzati in sito per il ripristino delle scarpate e del riempimento retrostante i muri di contenimento. Tali quantitativi (quantificabili in circa 1.500 mc) saranno movimentati entro l’area di cantiere e riutilizzati non appena completati i muri di contenimento. UBICAZIONE DEL SITO DI UTILIZZO. I siti di utilizzo saranno: - Taffelli Scavi srl di Calvisano (BS) Via Zilie Inferiori 19 - q.tà 15.000 mc (N.O.I.A. del 08/03/2005 prot. N. 2408/05 – attestazione del 15/06/2015 prot. N. 5334/15) - Sole Immomec Spa di Montichiari (BS) via Aeroporto 18 - q.tà 20.000 mc - DI.MA SRL di Montichiari (BS) Via Dugali Sera - q.tà 10.600 mc TEMPI DI ESECUZIONE DELLO SCAVO. Si prevede l’esecuzione ed il completamento dei lavori di scavo in 12 mesi (pari a circa 250 giorni lavorativi). In tal modo i volumi complessivi di scavo di circa 45.000 mc comporterebbero una escavazione di circa 180 mc giornalieri derivanti dal seguente calcolo: 45.000 mc / 250 giorni = 180 mc/giorno Ipotizzando un carico medio dei mezzi di trasporto di circa 15 mc avremo una movimentazione variabile dai 12 ai 15 mezzi giornalieri: 180 mc/giorno / 15 mc/mezzo = 12 mezzi/giorno Pertanto, limitatamente al periodo di cantiere legato alle operazioni di scavo, avremo un incremento di circa 12 mezzi (commisurati alla durata delle operazioni di scavo) rispetto al traffico già circolante su via Dugali Sera dovuto all’accesso all’impianto DI.MA., all’accesso all’allevamento confinante e alle altre attività agricole circostanti, al passaggio dei mezzi agricoli utilizzati per le attività sui terreni limitrofi, alla viabilità dei mezzi ordinari di accesso dalla SP37 alla frazione S. Antonio e alle abitazioni/attività sparse esistenti. Al fine quindi di minimizzare gli impatti generati durante le fasi di cantiere e garantire la massima tutela del suolo e sottosuolo, atmosfera, vegetazione, acque superficiali e sotterranee, rumore e vibrazioni, nonché tutti gli aspetti legati alla sicurezza del cantiere verranno adottate le seguenti soluzioni: A. Operazioni di scavo e movimento terra eseguite esclusivamente in orario diurno (7.30-12.00 / 13.00-17.00) B. Posizionamento di irrigatori mobili per effettuare operazione di nebulizzazione sulla viabilità di accesso su via Dugali dal cantiere evitando sollevamento di polvere C. Pulizia con spazzatrice del tratto di via Dugali interessato dall’accesso dei mezzi di cantiere D. I lavori di scavo non andranno ad interessare l’escursione della falda esistente E. L’accesso al cantiere è in posizione distante oltre 130 metri dall’unico recettore sensibile per l’eventuale disagio derivante rumore e vibrazioni. OPERAZIONI INDUSTRIALI (ALLEGATO 3 DECRETO 161/2012). Il processo industriale di riutilizzo del materiale da scavo è costituito da vagliatura e fasi tecnologiche interconnesse per la produzione di terra da coltivo e inerti a granulometria variabile da utilizzarsi in edilizia.

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CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE. Indagine conoscitiva. La zona è costituita da terreno pianeggiante, con coltivazione di mais e foraggi. Il terreno di copertura è composto da uno strato di terreno agrario con presenza di ghiaie e ciottoli per uno spessore di circa metri 0,30/0,50. Non si riscontra presenza di corsi d’acqua o di piantagioni di essenze pregiate. Non sono state riscontrate attività antropiche sull’area di scavo. Nella zona interessata dallo scavo, vista la dimensione dell’area (tra 2.500 e 10.000 mq), sono stati individuati n. 6 punti di campionamento e prelevate tre aliquote per ciascun punto: - Campione A entro i primi 100 cm sotto il piano campagna; - Campione B nella zona tra 100 e 400 cm dal piano di campagna rappresentativo dello strato medio interessato dallo scavo esplorativo; - Campione C nella zona tra 400 e 580 cm dal piano campagna rappresentativo del fondo scavo. I campioni sono stati privati in campo delle frazioni più grossolane (> 2 cm) per essere sottoposti ad un set analitico minimale con i parametri di cui alla tabella 4.1 allegato 4 del decreto 161/12, con l’esclusione di BTEX e IPA considerato che l’area si trova ad una distanza > ai 20 metri rispetto a qualsiasi infrastruttura viaria di grande o piccola comunicazione e ad insediamenti che possono aver influenzato le caratteristiche del sito. Tutti i parametri analizzati hanno evidenziato il rispetto dei limiti di cui alla colonna A dell’allegato V Tabella 1 del D.lgs 152/06. Non si ritiene necessario un ulteriore approfondimento analitico in corso d’opera. SITI INTERMEDI DI DEPOSITO. Non si prevedono siti intermedi di deposito. PERCORSO. Il percorso previsto per la consegna delle terre e rocce da scavo alla ditta TAFFELLI SCAVI srl di Calvisano (BS) è la via più breve per giungere, dopo circa 7 km, a Calvisano. Il percorso previsto per la consegna delle terre e rocce da scavo alla ditta SOLE IMMOMEC SpA di Montichiari (BS) è la via più breve per giungere, dopo circa 3 km, in via Aeroporto a Montichiari. Il trasporto sarà effettuato con autocarri, quindi su gomma.

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B. QUADRO ATTIVITÀ DI GESTIONE RIFIUTI

B.1 Descrizione delle operazioni svolte e dell’impianto L’installazione della ditta DI.MA S.r.l. produce aggregati legati e non legati destinati alla commercializzazione e alla produzione di conglomerati cementizi.

L’installazione lavora a ciclo non continuo. La seguente tabella riporta i dati relativi alle capacità produttive dell’installazione:

N. ordine attività

IPPC e non

Prodotti

Capacità produttiva dell’installazione

Capacità di progetto Capacità effettiva di esercizio (Capacità autorizzata)

t/a t/g t/a t/g

1, 2, 3

aggregati conformi alle specifiche

norme tecniche di settore

960.000

3.840

240.000

960

4 Conglomerati cementizi (*) 1.152.000 4.608 300.000 1.200

Tabella B1.1 – Capacità produttiva

(*) Il dato della capacità di produzione del conglomerato cementizio viene stimato ipotizzando che tutte i prodotti/aggregati ottenuti (capacità annua) siano utilizzate per produrre conglomerato (in base alla ricetta descritta alla sezione B.4 il conglomerato contribuisce per circa l’80% in peso), mentre la capacità di progetto è determinata sul dato di targa dell’impianto (blender a noleggio) pari a 80 mc/ora (pari a 192 t/ora) considerando le 24 h/die e 250 die/anno.

I rifiuti non pericolosi autorizzati al ritiro sono sottoposti alle operazioni di recupero (R5, R13) di cui all’allegato C alla Parte IV del D.Lgs 152/06.

Nell’insediamento vengono effettuate operazioni di: messa in riserva (R13) di rifiuti speciali non pericolosi per un quantitativo massimo di 8.725 m3; messa in riserva (R13) di rifiuti speciali non pericolosi per un quantitativo massimo di 2.000 m3 già sottoposti al trattamento in attesa delle analisi;

recupero (R5) di rifiuti speciali non pericolosi per un quantitativo massimo di 240.000 t/anno; stoccaggio (R13/D15) di rifiuti speciali non pericolosi decadentidall’attività per un quantitativo massimo di 100 m3;

− deposito di 50.000 m3 di aggregati riciclati conformi alle specifiche norme tecniche di settore; − produzione di conglomerati cementizi per un quantitativo di 300.000 t/a; − deposito e vagliatura di 60.000 t di inerti (non rifiuto) da utilizzare nella produzione di aggregati riciclati e

conglomerati cementizi;

L’impianto risulta suddiviso nelle seguenti aree funzionali: a) Area di gestione rifiuti su superficie pavimentata in cls 4.680 m2 (dei quali circa 3.315 m2 aree di stoccaggio rifiuti in ingresso, 90 m2 per lo stoccaggio dei rifiuti sovvalli, 750 m2 per lo stoccaggio di rifiuti trattati in attesa del test di compatibilità ambientale ed i restanti 525 m2 per il movimento del frantoio ed il controllo dei rifiuti scaricati) b) Area di deposito pavimentata in cls di aggregati riciclati già testati (circa 9.515 m2); c) Area sotto tettoia adibita a deposito attrezzature ed uffici (circa 490 m2); d) Piazzale asfaltato / area movimentazione (circa 4.465 m2).

I rifiuti in ingresso sottoposti alle varie operazioni sono individuati dai seguenti codici CER con i seguenti quantitativi autorizzati:

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Codici EER

Tipologia

Quantitativi autorizzati R13 (m3)

R5 (t/a)

01 04 13 Rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, diversi di quelli di cui

alla voce 01 04 07

8.725 240.000

10 02 02 Scorie non trattate 10 09 03 Scorie di fusione 17 01 01 Cemento 17 01 03 Mattonelle e ceramiche 17 01 07 Miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui

alla voce 17 01 06

17 05 04 Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03, non provenienti da siti di bonifica

17 08 02 Materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce 17

08 01 17 09 04 Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui

alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03, non provenienti da siti di bonifica 17 03 02 Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01

02 04 02 Carbonato di calcio fuori specifica 10 02 01 Rifiuti dal trattamento delle scorie 10 09 06

Forme e anime da fonderia inutilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10 09 05

10 09 08 Forme e anime da fonderia inutilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10 09 07

10 10 06

Forme e anime da fonderia inutilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10 10 05

10 10 08

Forme e anime da fonderia inutilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10 10 07

10 12 08 Scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a trattamento termico)

10 13 11 Rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10

10 13 14 Rifiuti e fanghi di cemento

16 11 04 Altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti da processi metallurgici, diversi da quelli di cui alla voce 16 11 03

16 11 06 Rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 16 11 05

19 12 09 Minerali (ad esempio sabbia, rocce) Tabella B1.2 – rifiuti in ingresso

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Le aree di stoccaggio e relativi quantitativi autorizzati sono rappresentati nella seguente tabella riportata anche nella planimetria allegata al presente atto autorizzativo:

AREA Codice EER

Area mq

Volume mc Operazione

1 a 9

01 04 13

Rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, diversi di

quelli di cui alla voce 01 04 07

3.315

8.725

R13-R5

10 02 02 Scorie non trattate R13-R5 10 09 03 Scorie di fusione R13-R5 17 01 01 Cemento R13-R5

17 01 03 Mattonelle e ceramiche R13-R5

17 01 07

Miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da

quelle di cui alla voce 17 01 06

R13-R5

17 05 04

Terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 05 03, non

provenienti da siti di bonifica, non proveneinti da siti di bonifica

R13-R5

17 08 02

Materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui

alla voce 17 08 01

R13-R5

17 09 04

Rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, diversi da

quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03, non provenienti

da siti di bonifica

R13-R5

17 03 02 Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01 R13-R5

02 04 02 Carbonato di calcio fuori specifica R13-R5

10 02 01 Rifiuti dal trattamento delle scorie R13-R5

10 09 06

Forme e anime da fonderia inutilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10 09 05

R13-R5

10 09 08 Forme e anime da fonderia inutilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10 09 07

R13-R5

10 10 06

Forme e anime da fonderia inutilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10 10 05

R13-R5

10 10 08

Forme e anime da fonderia utilizzate, diverse da quelle di cui alla voce 10 10 07

R13-R5

10 12 08 Scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a trattamento termico)

R13-R5

10 13 11 Rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10

R13-R5

10 13 14 Rifiuti e fanghi di cemento R13-R5

16 11 04 Altri rivestimenti e materiali refrattari provenienti da processi metallurgici, diversi da quelli di cui alla voce 16 11 03

R13-R5

16 11 06 Rivestimenti e materiali refrattari provenienti da lavorazioni non metallurgiche, diversi da quelli di cui alla voce 16 11 05

R13-R5

19 12 09 Minerali (ad esempio sabbia, rocce) R13-R5

A Rifiuti decadenti 90 100 R13/D15

10 rifiuti non pericolosi già sottoposti al trattamento in attesa

delle analisi 750 2.000 R13

TOTALE mq 4.155 mc 10.825

All’interno dell’installazione IPPC sono presenti anche le seguenti strutture di servizio: locali uffici e tettoia deposito attrezzature.

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In ausilio all’attività svolta per la movimentazione dei rifiuti sono in uso le seguenti attrezzature: pale meccaniche ed escavatori gommati/cingolati.

L’attività di gestione rifiuti è effettuata in periodo diurno. Descrizione dei processi produttivi: Il ciclo produttivo della DI.MA. SRL consiste: 1. nel recupero, mediante messa in riserva (R13) e trattamento (R5), di rifiuti speciali non pericolosi,

finalizzato alla produzione di aggregati riciclati con diversa pezzatura conformi alle norme tecniche di settore;

2. nel deposito e vagliatura di inerti naturali, terre rosse da scavo non rifiuto da utilizzarsi nella produzione di aggregati riciclati e conglomerati cementizi, anche in omogeneizzazione con i rifiuti provenienti dai trattamenti di seguito descritti;

3. nella produzione di conglomerati cementizi conformi alle specifiche norme tecniche di settore, mediante miscelazione a freddo degli aggragati riciclati prodotti dal trattamento dei rifiuti con cemento, acqua e inerti naturali.

Il processo di trattamento dei rifiuti (attività IPPC e non IPPC) può essere schematizzato come segue: • conferimento: i rifiuti in ingresso vengono sottoposti alle verifiche definite nella Procedura di

accettazione rifiuti; • messa in riserva (R13): ultimata la fase di accettazione e conferimento presso l’impianto, i rifiuti

vengono depositati nelle aree di messa in riserva (cumulo su area pavimentata munita di jersey di contenimento);

• trattamento (R5).

Le operazioni di trattamento per le varie “famiglie” di rifiuti sono le seguenti: a) Rifiuti provenienti da attività di costruzione e demolizione, fabbricazione di prodotti da

costruzione, produzione di cemento e manufatti in calcestruzzo, trattamento meccanico dei rifiuti: Il trattamento dei rifiuti di cui ai codici CER 101208-101311-101314-170101–170103–170107–170802–170904 viene svolto mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica, separazione della frazione metallica (deferrizzazione) e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti aventi granulometria idonea e selezionata.

Il rifiuto proveniente dal trattamento di cui sopra, deve essere destinato:

al test di cessione in conformità all’allegato 3 del decreto ministeriale 05/02/98 e s.m.i. Tale analisi è eseguita per ogni lotto da utilizzare nelle successive fasi di produzione e comunque per lotti inferiori o uguali a 3000 m3 secondo il procedimento di campionamento di cui alla norma UNI EN 10802:2004 e s.m.i. e secondo le metodiche previste dalla norma UNI EN 12457-2. Dopo il test di cessione il materiale può essere omogeneizzato con altri materiali inerti ottenuti da processi di recupero interni e o altri materiali vergini per la produzione di materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto quali: − aggregati riciclati conformi alla circolare del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio

del 15 luglio 2005 n. UL/2005/5205 per l’edilizia; − aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i (aggregati per

materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade), UNI EN 13285:2010 e s.m.i. (miscele non legate – specifiche) e UNI EN 12620:2008 e s.m.i. (aggregati per calcestruzzo);

− aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i. (aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade) e UNI EN 13285:2010 e s.m.i (miscele non legate – specifiche) utilizzati per reinterri, riempimenti, rimodellazione, previa verifica del rispetto dei limiti fissati dalla colonna A o B di cui alla tabella 1 dell’allegato 5 al titolo V della parte IV del D.lgs.152/2006, in relazione alla destinazione d’uso dell’area prevista dallo strumento urbanistico vigente e previa verifica, da effettuarsi a cura della ditta, della compatibilità del sito a ricevere

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tale materiale. Gli aggregati di cui sopra sono marcati CE in base al loro utilizzo finale, e marcati CE 2+ laddove previsto, in particolare, per gli “aggregati” destinati alla produzione di calcestruzzo fuori sito, la marcatura CE dovrà essere adeguata alle disposizioni contenute nel DPR 21/04/1993 n. 246, in linea con le disposizioni previste dal Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 11 aprile 2007.

Qualora il controllo del materiale prodotto non sia conforme alle norme tecniche sopra riportate, la ditta potrà rilavorarlo; in caso ciò non fosse economicamente e/o tecnicamente sostenibile, dovrà inviarlo ad impianti autorizzati al recupero e/o smaltimento. Gli aggregati prodotti dal trattamento sopra descritto vengono destinati alla commercializzazione e/o alla produzione di conglomerati cementizi in sito conformi alle specifiche norme tecniche si settore UNI EN, mediante miscelazione a freddo con acqua, cemento ed inerti naturali nell’impianto denominato “Blender”.

b) rifiuti provenienti dalla fusione di leghe di metalli ferrosi in fonderie di seconda fusione di ghisa e

acciaio, produzione di ferroleghe, industria siderurgica. Il trattamento dei rifiuti di cui ai codici CER 100201-100202-100903 viene svolto mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse, ove necessarie, di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica, separazione della frazione metallica (deferrizzazione) e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti aventi granulometria idonea e selezionata. Il rifiuto proveniente dal trattamento di cui sopra, deve essere destinato:

al test di cessione in conformità all’allegato 3 del decreto ministeriale 05/02/98 e s.m.i. Tale analisi è eseguita per ogni lotto da utilizzare nelle successive fasi di produzione e comunque per lotti inferiori o uguali a 3000 m3 secondo il procedimento di campionamento di cui alla norma UNI EN 10802:2004 e s.m.i. e secondo le metodiche previste dalla norma UNI EN 12457-2. Dopo il test di cessione il materiale può essere omogeneizzato con altri materiali inerti ottenuti da processi di recupero interni e/o altri materiali vergini per la produzione di materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto quali: − aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i (aggregati per

materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade), UNI EN 13285:2010 e s.m.i. (miscele non legate – specifiche) e UNI EN 12620:2008 e s.m.i. (aggregati per calcestruzzo) e UNI EN 13043:2004 s.m.i. (aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico);

− aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i. (aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade) e UNI EN 13285:2010 e s.m.i (miscele non legate – specifiche) utilizzati per reinterri, riempimenti, rimodellazione, previa verifica del rispetto dei limiti fissati dalla colonna A o B di cui alla tabella 1 dell’allegato 5 al titolo V della parte IV del D.lgs. 152/2006, in relazione alla destinazione d’uso dell’area prevista dallo strumento urbanistico vigente e previa verifica, da effettuarsi a cura della ditta, della compatibilità del sito a ricevere tale materiale;

Gli aggregati di cui sopra sono marcati CE in base al loro utilizzo finale, e marcati CE 2+ laddove previsto, in particolare: − per gli “aggregati” destinati alla produzione di calcestruzzo fuori sito, la marcatura CE dovrà

essere adeguata alle disposizioni contenute nel DPR 21/04/1993 n. 246, in linea con le disposizioni previste dal Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 11 aprile2007;

− per gli “aggregati” destinati alla produzione di conglomerati bituminosi fuori sito, la marcatura CE dovrà essere adeguata alle disposizioni contenute nel DPR 21/04/1993 n. 246, in linea con le disposizioni previste dal Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 16.11.2009.

Page 15: Allegato Tecnico all’Atto Dirigenziale n. del · miscelazione a freddo degli aggregati ottenuti dal trattamento dei rifiuti, cemento ed acqua.; j) deposito e vagliatura da materiali

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Installazione IPPC: DI.MA S.p.A. - Montichiari (BS), via Dugali Sera s.n.c.

Qualora il controllo del materiale prodotto non sia conforme alle norme tecniche sopra riportate, la ditta potrà rilavorarlo; in caso ciò non fosse economicamente e/o tecnicamente sostenibile, dovrà inviarlo ad impianti autorizzati al recupero e/o smaltimento. Gli aggregati prodotti dal trattamento sopra descritto vengono destinati alla commercializzazione e/o alla produzione di conglomerati cementizi in sito conformi alle specifiche norme tecniche si settore UNI EN, mediante miscelazione a freddo con acqua, cemento ed inerti naturali, nell’impianto denominato “Blender”.

c) Rifiuti di terre e rocce da scavo non provenienti da siti contaminati e/o da operazioni di bonifica Il trattamento del rifiuto di cui al codice CER 191206 -170504 (limitatamente a terre e rocce non provenienti da siti contaminati e/o operazioni di bonifica), con caratteristiche di materiale inerte vario, costituito da terra con presenza di ciottoli, sabbia, ghiaia e trovanti, anche di origine antropica, viene svolto mediante vagliatura, eventualmente con l’utilizzo di idonei rifiuti autorizzati di cui alla famiglia 17.xx.xx, in quantità tale da consentire la pulizia delle griglie, per la separazione della varie frazioni e le successive fasi di lavorazioni meccaniche e tecnologicamente interconnesse, ove necessarie, di macinazione, separazione della frazione metallica (deferrizzazione) e delle frazione indesiderate l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea e granulometria idonea e selezionata.

La frazione litoide, superiore a 20 mm, costituita in genere da sassi, ciottoli, ect. che contiene una percentuale di frazione fine non superiore al 2%, può essere omogeneizzata con altri materiali inerti ottenuti da processi di recupero interni e/o altri materiali vergini e deve essere destinata:

• alla produzione di materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto quali aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i (aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade), UNI EN 13285:2010 e s.m.i. (miscele non legate – specifiche) e UNI EN 12620:2008 e s.m.i. (aggregati per calcestruzzo) e UNI EN 13043:2004 s.m.i. (aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico);

• alla produzione di materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto quali aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i. (aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade) e UNI EN 13285:2010 e s.m.i (miscele non legate – specifiche) utilizzati per reinterri, riempimenti, rimodellazione, previa verifica del rispetto dei limiti fissati dalla colonna A o B di cui alla tabella 1 dell’allegato 5 al titolo V della parte IV del D.lgs. 152/2006 e s.m.i., in relazione alla destinazione d’uso dell’area prevista dallo strumento urbanistico vigente e previa verifica, da effettuarsi a cura della ditta, della compatibilità del sito a ricevere tale materiale;

La frazione inferiore a 20 mm deve essere destinata: • al test di cessione in conformità all’allegato 3 del d.m. 05/02/98 e s.m.i. Tale analisi è eseguita per

ogni lotto da utilizzare nelle successive fasi di produzione e comunque per lotti inferiori o uguali a 3000 m3 secondo il procedimento di campionamento di cui alla norma UNI EN 10802:2004 e s.m.i. e secondo le metodiche previste dalla norma UNI EN 12457-2. Dopo il test di cessione il materiale può essere omogeneizzato, con altri materiali inerti ottenuti da processi di recupero interni e/o altri materiali vergini per la produzione di materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto quali: − aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i (aggregati per

materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade), UNI EN 13285:2010 e s.m.i. (miscele non legate – specifiche) e UNI EN 12620:2008 e s.m.i. (aggregati per calcestruzzo) e UNI EN 13043:2004 s.m.i. (aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico);

• alla produzione di materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto, e che possono essere omogeneizzati con altri materiali inerti ottenuti da processi di recupero interni e/o altri materiali vergini, quali aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i. (aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade) e UNI EN 13285:2010 e s.m.i (miscele non legate – specifiche)

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utilizzati per reinterri, riempimenti, rimodellazione, previa verifica del rispetto dei limiti fissati dalla colonna A o B di cui alla tabella 1 dell’allegato 5 al titolo V della parte IV del D.lgs. 152/2006 e s.m.i., in relazione alla destinazione d’uso dell’area prevista dallo strumento urbanistico vigente e previa verifica, da effettuarsi a cura della ditta, della compatibilità del sito a ricevere tale materiale;

Gli aggregati di cui sopra sono marcati CE in base al loro utilizzo finale, e marcati CE 2+ laddove previsto, in particolare: • per gli “aggregati” destinati alla produzione di calcestruzzo fuori sito, la marcatura CE dovrà essere

adeguata alle disposizioni contenute nel DPR 21/04/1993 n. 246, in linea con le disposizioni previste dal Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 11 aprile 2007;

• per gli “aggregati” destinati alla produzione di conglomerati bituminosi, fuori sito, la marcatura CE dovrà essere adeguata alle disposizioni contenute nel DPR 21/04/1993 n. 246, in linea con le disposizioni previste dal Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 16.11.2009;

Qualora il controllo del materiale prodotto non sia conforme alle norme tecniche sopra riportate la ditta potrà rilavorarlo, in caso ciò non fosse economicamente e/o tecnicamente sostenibile, dovrà inviarlo ad impianti autorizzati al recupero e/o smaltimento.

Il rifiuto di cui al codice CER 170504, terre e rocce da scavo non provenienti da siti contaminati e/o operazioni di bonifica, con caratteristiche di materiale inerte vario, costituito da terra con presenza di ciottoli, sabbia e ghiaia trovanti, anche di origine antropica, cessa la qualifica di rifiuto e quindi può essere utilizzato per reinterri, riempimenti, rimodellazione e rilevati, anche quando il recupero consiste semplicemente nel controllare i rifiuti per verificarne la conformità alle condizioni previste dall’art. 184-ter comma 1 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., previa verifica del rispetto dei limiti fissati dalla colonna A o B di cui alla tabella 1 dell’allegato 5 al titolo V della parte IV del D.lgs. 152/2006 e s.m.i., in relazione alla destinazione d’uso dell’area prevista dallo strumento urbanistico vigente e previa verifica, da effettuarsi a cura della ditta, della compatibilità del sito a ricevere tale materiale.

Qualora il controllo del materiale prodotto non sia conforme alle condizioni sopra riportate la ditta potrà rilavorarlo, in caso ciò non fosse economicamente e/o tecnicamente sostenibile, dovrà inviarlo ad impianti autorizzati al recupero e/o smaltimento. Gli aggregati prodotti dal trattamento sopra descritto vengono destinati alla commercializzazione e/o alla produzione di conglomerati cementizi in sito conformi alle specifiche norme tecniche si settore UNI EN, mediante miscelazione a freddo con acqua, cemento ed inerti naturali, nell’impianto denominato “Blender”.

d) Rifiuti costituiti da terre e sabbie esauste di fonderia di seconda fusione di metalli ferrosi Il trattamento dei rifiuti di cui ai codici CER 100906-100908-101006-101008 costituiti da rifiuti di forme ed anime di fonderia, vengono sottoposti a lavorazioni meccaniche e tecnologicamente interconnesse, ove necessarie, di macinazione, separazione della frazione metallica (deferrizzazione) e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea e granulometria idonea e selezionata.

Il rifiuto proveniente dal trattamento di cui sopra, deve essere destinato: • al test di cessione in conformità all’allegato 3 del decreto ministeriale 05/02/98 e s.m.i. Tale analisi è

eseguita per ogni lotto da utilizzare nelle successive fasi di produzione e comunque per lotti inferiori o uguali a 3000 mc. secondo il procedimento di campionamento di cui alla norma UNI EN 10802:2004 e s.m.i. e secondo le metodiche previste dalla norma UNI EN 12457-2. Dopo il test di cessione il materiale frantumato può essere omogeneizzato con altri materiali inerti ottenuti da processi di recupero interni e/o altri materiali vergini per la produzione di materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto quali: − aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i (aggregati per

materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade), UNI EN 13285:2010 e s.m.i. (miscele non legate – specifiche) e UNI EN 12620:2008 e s.m.i. (aggregati per calcestruzzo) e UNI EN 13043:2004 s.m.i. (aggregati per

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miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico);

Qualora il controllo del materiale prodotto non sia conforme alle norme tecniche sopra riportate la ditta potrà rilavorarlo, in caso ciò non fosse economicamente e/o tecnicamente sostenibile, dovrà inviarlo ad impianti autorizzati al recupero e/o smaltimento.

Gli aggregati prodotti dal trattamento sopra descritto vengono destinati alla commercializzazione e/o alla produzione di conglomerati cementizi in sito conformi alle specifiche norme tecniche si settore UNI EN, mediante miscelazione a freddo con acqua, cemento ed inerti naturali nell’impianto denominato “Blender”.

e) Rifiuti costituiti da conglomerati bituminosi o fresato stradale Il trattamento dei rifiuti di cui ai codici CER 170302 viene svolto mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse, ove necessarie, di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica, separazione della frazione metallica (deferrizzazione) e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti aventi granulometria idonea e selezionata. Il rifiuto proveniente dal trattamento di cui sopra, deve essere destinato: • al test di cessione in conformità all’allegato 3 del decreto ministeriale 05/02/98 e s.m.i. Tale analisi è

eseguita per ogni lotto da utilizzare nelle successive fasi di produzione e comunque per lotti inferiori o uguali a 3000 mc. secondo il procedimento di campionamento di cui all’appendice A della norma UNI EN 10802:2004 e s.m.i. e secondo le metodiche previste dalla norma UNI EN 12457-2. Dopo il test di cessione il materiale frantumato può essere omogeneizzato con altri materiali inerti ottenuti da processi di recupero interni e/o altri materiali vergini per la produzione di materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto quali: − aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i (aggregati per

materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade), UNI EN 13285:2010 e s.m.i. (miscele non legate – specifiche) e UNI EN 13043:2004 s.m.i. (aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico);

Gli aggregati di cui sopra sono marcati CE in base al loro utilizzo finale, e marcati CE 2+ laddove previsto, in particolare per gli “aggregati” destinati alla produzione di conglomerati bituminosi, fuori sito, la marcatura CE dovrà essere adeguata alle disposizioni contenute nel DPR 21/04/1993 n. 246, in linea con le disposizioni previste dal Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 16.11.2009.

Qualora il controllo del materiale prodotto non sia conforme alle norme tecniche sopra riportate la ditta potrà rilavorarlo, in caso ciò non fosse economicamente e/o tecnicamente sostenibile, dovrà inviarlo ad impianti autorizzati al recupero e/o smaltimento.

f) Rifiuti refrattari, rifiuti di refrattari da forni di processi ad alta temperatura Il trattamento dei rifiuti di cui ai codici CER 161104-161106 vengono sottoposti lavorazioni meccaniche e tecnologicamente interconnesse, ove necessarie, di macinazione, separazione della frazione metallica (deferrizzazione) e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea e granulometria idonea e selezionata.

Il rifiuto proveniente dal trattamento di cui sopra, deve essere destinato: • all’impianto in sito per la produzione di un prodotto che ha cessato la qualifica di rifiuto,

conglomerato cementizio, conforme alle norme tecniche di settore UNI EN, qualora applicabili;

Qualora il controllo del materiale prodotto non sia conforme alle norme tecniche sopra riportate la ditta potrà rilavorarlo, in caso ciò non fosse economicamente e/o tecnicamente sostenibile, dovrà inviarlo ad impianti autorizzati al recupero e/o smaltimento.

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g) rifiuti provenienti da prospezione estrazione da miniera o cava e dal trattamento chimico-fisico di minerali Il trattamento dei rifiuti di cui ai codici 010413–020402–191209 viene svolto mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse, ove necessarie, di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica, separazione della frazione metallica (deferrizzazione) e delle frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea e granulometria idonea e selezionata.

g1. rifiuti identificati dal codice CER 010413- 020402 prodotti dal trattamento chimico fisico di

minerali: Il rifiuto proveniente dal trattamento di cui sopra, deve essere destinato: • al test di cessione, in conformità all’allegato 3 del decreto ministeriale 05/02/98 e s.m.i. Tale analisi è

eseguita per ogni lotto da utilizzare nelle successive fasi di produzione e comunque per lotti inferiori o uguali a 3000 mc. secondo il procedimento di campionamento di cui alla norma UNI EN 10802:2004 e s.m.i. e secondo le metodiche previste dalla norma UNI EN 12457-2. Dopo il test di cessione il materiale può essere omogeneizzato, ove necessario, con altri materiali inerti ottenuti da processi di recupero interni e/o altri materiali vergini per la produzione di materiale che ha cessato la qualifica di rifiuto quali: − aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i (aggregati per

materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade), UNI EN 13285:2010 e s.m.i. (miscele non legate – specifiche) e UNI EN 12620:2008 e s.m.i. (aggregati per calcestruzzo) e UNI EN 13043:2004 s.m.i. (aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico);

− aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i. (aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade) e UNI EN 13285:2010 e s.m.i (miscele non legate – specifiche) utilizzati per reinterri, riempimenti, rimodellazione, previa verifica del rispetto dei limiti fissati dalla colonna A o B di cui alla tabella 1 dell’allegato 5 al titolo V della parte IV del D.lgs. 152/2006 e s.m.i., in relazione alla destinazione d’uso dell’area prevista dallo strumento urbanistico vigente e previa verifica, da effettuarsi a cura della ditta, della compatibilità del sito a ricevere tale materiale;

g2. rifiuti di origine naturale non trattati identificati dai codici CER191209: Il materiale proveniente dal trattamento di cui sopra, che può essere omogeneizzato con altri materiali inerti ottenuti da processi di recupero interni e/o altri materiali vergini, deve essere destinato: • alla produzione di materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto quali aggregati conformi alle

norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i (aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade), UNI EN 13285:2010 e s.m.i. (miscele non legate – specifiche) e UNI EN 12620:2008 e s.m.i. (aggregati per calcestruzzo) e UNI EN 13043:2004 s.m.i. (aggregati per miscele bituminose e trattamenti superficiali per strade, aeroporti e altre aree soggette a traffico);

• alla produzione di materiali che hanno cessato la qualifica di rifiuto quali aggregati conformi alle norme tecniche di settore UNI EN 13242:2008 e s.m.i. (aggregati per materiali non legati e legati con leganti idraulici per l’impiego in opere di ingegneria civile e nella costruzione di strade) e UNI EN 13285:2010 e s.m.i (miscele non legate – specifiche) utilizzati per reinterri, riempimenti, rimodellazione, previa verifica del rispetto dei limiti fissati dalla colonna A o B di cui alla tabella 1 dell’allegato 5 al titolo V della parte IV del D.lgs. 152/2006 e s.m.i., in relazione alla destinazione d’uso dell’area prevista dallo strumento urbanistico vigente e previa verifica, da effettuarsi a cura della ditta, della compatibilità del sito a ricevere tale materiale;

Gli aggregati di cui sopra sono marcati CE in base al loro utilizzo finale, e marcati CE 2+ laddove previsto, in particolare: • per gli “aggregati” destinati alla produzione di calcestruzzo fuori sito, la marcatura CE dovrà essere

adeguata alle disposizioni contenute nel DPR 21/04/1993 n. 246, in linea con le disposizioni previste dal Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 11 aprile 2007;

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• per gli “aggregati” destinati alla produzione di conglomerati bituminosi fuori sito, la marcatura CE dovrà essere adeguata alle disposizioni contenute nel DPR 21/04/1993 n. 246, in linea con le disposizioni previste dal Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 16.11.2009;

Qualora il controllo del materiale prodotto non sia conforme alle norme tecniche sopra riportate la ditta potrà rilavorarlo, in caso ciò non fosse economicamente e/o tecnicamente sostenibile, dovrà inviarlo ad impianti autorizzati al recupero e/o smaltimento.

Gli aggregati prodotti dal trattamento sopra descritto vengono destinati alla commercializzazione e/o alla produzione di conglomerati cementizi in sito conformi alle specifiche norme tecniche si settore UNI EN, mediante miscelazione a freddo con acqua, cemento e inerti naturali, nell’impianto denominato “Blender”.

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Di seguito viene riportato lo schema di flusso del processo di trattamento/recupero rifiuti:

Figura B2 – Schema di processo

Conglomerati cementizi

(Attività non IPPC)

SCORIE (attività IPPC)

Rifiuti inerti (attività non IPPC)

PRODUZIONE di CONGLOMERATI CEMENTIZI IMPIANTO blender

AGGREGATI RICICLATI

VENDITA TAL QUALE

ACCETTAZIONE

MESSA in RISERVA [R13]

TRATTAMENTO [R5]:

FRANTUMAZIONE

DEFERRIZZAZIONE

VAGLIATURA

TEST ANALITICO sull’aggregato ottenuto

CORREZIONE GRANULOMETRICA SE NECESSARIO (dosaggio di inerti di cava o di altri aggregati ottenuti )

REFRATTARI

(CER 161104-161106)

ACCETTAZIONE

MESSA in RISERVA [R13]

TRATTAMENTO [R5]:

FRANTUMAZIONE

DEFERRIZZAZIONE

VAGLIATURA

TEST ANALITICO sull’aggregato ottenuto

ACCETTAZIONE

MESSA in RISERVA [R13]

TRATTAMENTO [R5]:

FRANTUMAZIONE

DEFERRIZZAZIONE

VAGLIATURA

AGGREGATI RICICLATI

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B.2 Materie Prime ed Ausiliarie I materiali in ingresso al complesso IPPC sono costituiti fondamentalmente dai rifiuti descritti nel paragrafo “B.1 Descrizione delle operazioni svolte e dell’impianto”. La produzione di conglomerato cementizio comporta l’utilizzo di cemento, acqua ed inerti vergini. Al momento la ditta non utilizza materie ausiliarie come additivi ai rifiuti trattati.

N. ordine

prodotto Materia Prima

Classe di pericolosità

Stato fisico Quantità

specifica** (kg/t)

Modalità di stoccaggio

Tipo di deposito e di

confinamento*

Quantità massima di

stoccaggio

1 Cemento Xi irritante polverulento 80 contenitore Silos 80 t

2 Acqua - - 100 - - -

3 Inerti vergini - Solido 820 sfuso - 60.000 t

B.3 Risorse idriche ed energetiche

I consumi idrici dell’impianto sono sintetizzati nella tabella seguente:

Fonte

Prelievo annuo Acque industriali Usi igienico sanitari

(m3) Processo (m3) Bagnatura aree esterne (m3) Pozzo 6.000 300 150

Acquedotto - - -

Tabella B3 – Approvvigionamenti idrici L’approvvigionamento idrico è garantito da pozzo, ad eccezione dell’uso potabile, per il quale si utilizza l’acqua di specifici contenitori (boccioni) acquistata da azienda specializzata.

I consumi idrici dell’installazione sono imputabili a: usi domestici relativi ai servizi igienici presenti nella palazzina uffici/spogliatoio; acque utilizzate per l’umidificazione dei cumuli e delle superfici.

Il dato relativo al consumo idrico per l’anno 2015 è di 290 m 3. Tale volume è imputabile per un 50% agli usi domestici, mentre per la porzione residua è impiegato per l’umidificazione dei cumuli e delle aree esterne, la quale viene effettuata anche utilizzando le acque meteoriche recuperate. In previsione delle nuove attività (produzione di conglomerato cementizio a freddo – attività non IPPC) e dell’aumento delle superfici di stoccaggio si stima il seguente incremento dei consumi idrici: volume autorizzato: 2 l/sec pari a 13.824 mc/anno (su 8 ore per 240 gg/anno) o 41.472 mc/anno (su 24

ore per 240 gg/anno) aumento del consumo idrico per la bagnatura dei cumuli e delle aree: a seguito dell’ampliamento

dell’area di deposito degli aggregati la superficie complessiva delle aree pavimentate subirà un incremento dagli attuali 7.365 mq a 18.660 mq. In conseguenza di ciò si stima un raddoppio del consumo idrico atteso per la bagnatura dei cumuli e delle aree, dagli attuali 150 a 300 mc /anno. In via del tutto cautelativa si ipotizza che tale consumo sia imputabile ad acque emunte da pozzo, anche se si prevede principalmente l’impiego delle acque meteoriche;

consumo imputabile ad acque di processo per inserimento dell’attività di produzione di conglomerato cementizio. Il consumo idrico imputabile a tale attività, secondo una stima cautelativa che ipotizza l’utilizzo del 20% degli aggregati ottenuti per la produzione di conglomerato cementizio (48.000 t/anno) in base alla ricetta specificata al punto B.4) è stimabile in circa 6.000 mc.

Produzione di energia

Nell’insediamento non sono presenti unità di produzione di energia.

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Consumi energetici

La tabella seguente riepiloga i consumi energetici nel corso degli ultimi anni:

Anno

Prodotto

Energia Elettrica Energia Termica Quantità di energia

consumata (KWh/anno)

Quantità energia consumata per unità di

prodotto (KWh/ton)

Quantità di energia consumata (KWh/anno)

Quantità energia consumata per unità di

prodotto (KWh/ton)

2012 Aggregato riciclato

-

-

829.896,48

0,18

2013 Aggregato riciclato

-

-

815.076,90

0,183

2014 Aggregato riciclato

-

-

810.137,04

0,184

Tabella B4 – Consumi energetici La tabella seguente, invece, riporta il consumo totale di combustibile, espresso in tep (tonnellate equivalenti di petrolio), riferito agli ultimi tre anni per l’intero complesso IPPC:

Consumo totale di combustibile, espresso in tep per l’intero complesso IPPC Fonte energetica Anno 2012 Anno 2013 Anno 2014 Energia elettrica - - - Gasolio 77,11 75,74 75,28

Tabella B5 – Consumo totale di combustibile I consumi specifici di energia per tonnellata di materia finita prodotta, previsti a seguito dell’aumento dei quantitativi di rifiuti sottoposti a trattamento ed alla produzione di conglomerati cementizi potrebbero essere i seguenti:

Prodotto Termica (KWh/t) Elettrica (KWh/t) Totale (KWh/t)

Aggregato riciclato 4 - 4

Conglomerato cementizio

- 0,90 0,90

B.4 Cicli produttivi Il ciclo produttivo della DI.MA. srl consiste in: − trattamento dei rifiuti (attività IPPC e non IPPC). Vedi precedente punto B.1; − miscelazione a freddo di aggregati per produzione di conglomerati cementizi (attività non IPPC)

conformi alle norme di settore. L’impianto blender utilizza gli aggregati ottenuti dal trattamento delle scorie, dei rifiuti inerti e i rifiuti refrattari per la produzione di conglomerati cementizi. Per la produzione di 1.000 Kg di conglomerato cementizio si utilizzano mediamente (dato indicativo): aggregato da scorie o refrattari: 80-82% in peso cemento o altri leganti o additivi: 8-10% in peso acqua: 8-10% in peso

Il dato dell’acqua è prettamente indicativo, perché variabile in funzione del grado di umidità dell’inerte di partenza e del tipo di materiale che si intende produrre.

− Deposito e vagliatura inerti naturali (attività non IPPC).

B.5 Procedura di accettazione dei rifiuti in ingresso I rifiuti in ingresso all’insediamento vengono sottoposti ad una unica procedura di accettazione che prevede la verifica di accettabilità dei rifiuti in ingresso prima della ricezione all’istallazione e della successiva messa in riserva (R13), mediante le seguenti operazioni:

1. verifica del carico una prima verifica di conformità della partita consegnata (presenza di odori molesti, dimensione e colore);

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2. acquisizione dei documenti identificativi del rifiuto in ingresso (formulario di identificazione); 3. acquisizione della documentazione (certificazione analitica) attestante le caratteristiche chimico-

fisiche del rifiuto; 4. per i rifiuti non pericolosi con CER “a specchio” di analogo rifiuto pericoloso, il rifiuto potrà essere

accettato solo previa verifica analitica della “non pericolosità”; 5. tali operazioni saranno eseguite ad ogni conferimento di partite di rifiuti ad eccezione di quelli che

provengono continuativamente da un ciclo tecnologico ben definito e conosciuto (singolo produttore), nel qual caso la verifica analitica sarà effettuata con cadenza semestrale;

6. le verifiche e le analisi per ogni tipologia di rifiuto sono riportate nel paragrafo E 5.1; 7. i campionamenti dei rifiuti sono effettuati con le modalità previste dalle norme UNI.

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C. QUADRO AMBIENTALE

C.1 Emissioni in atmosfera e sistemi di contenimento Il processo di recupero dei rifiuti non pericolosi (attività IPPC e non IPPC) e di produzione di conglomerati cementizi mediante miscelazione a freddo può originare emissioni polverulente nelle fasi di:

− trattamento (R5) mediante macinazione e vagliatura: l’impianto Continental nord FV 1000 è munito di sistema di aspirazione ed annesso impianto di abbattimento (filtro a maniche), l’emissione generata è la E1;

− produzione di misti cementati non strutturali: tale attività avviene miscelando con acqua il cemento e gli aggregati riciclati prodotti dall’attività di recupero. L’attività genera un’emissione in fase di attivazione dello sfiato di sicurezza durante il carico dei silos di stoccaggio del cemento. Gli sfiati di sicurezza dei silos (rispettivamente E2 ed E3) saranno muniti di filtri di sicurezza (Silotop). Viene generata, inoltre, una emissione nella fase di trasferimento del cemento dal silos al mescolatore del blender. Quest’ultima emissione (E4) viene presidiata dallo stesso sistema di abbattimento utilizzati per la E1.

− transito dei mezzi e movimentazione di rifiuti e di MPS (operazioni carico e scarico): emissioni diffuse.

Le emissioni generate dall’attività di frantumazione e quelle provenienti dai silos di deposito del cemento sono provviste di sistemi di abbattimento descritti nella tabella seguente. ATTIVITA’

IPPC e NON IPPC

EMISSIONE PROVENIENZA

DURATA TEMP. INQUINANTI MONITORATI

SISTEMI DI ABBATTIMENTO ALTEZZA CAMINO

(m)

SEZIONE CAMINO

(m) Sigla Descrizione

1 E1 Frantoio

Continental Nord FV 1000/Blender

8 ore/die ambiente

PTS

Silice libera cristallina

IPA

COT

Filtro a maniche 3,2 0,32

4 E4 Carico cemento

da silos a Blender (miscelatore)

8 ore/die ambiente

PTS

Silice libera cristallina

2 E2 Silos deposito

cemento 8 ore/die ambiente

PTS

Silice libera cristallina

Filtro a cartucce n.a. n.a.

2 E3 Silos deposito

cemento 8 ore/die ambiente

PTS

Silice libera cristallina

Filtro a cartucce n.a. n.a.

Tabella C1 - Emissioni in atmosfera

Emissioni diffuse. Le emissioni diffuse sono riconducibili alle polveri che si generano per effetto del transito dei mezzi lungo le aree interne all’insediamento, delle operazioni di carico/scarico degli inerti (rifiuti ed aggregati, mps, materie prime verigini, terre e rocce da scavo non rifiuto) dai mezzi di trasporto e dell’azione erosiva del vento sui cumuli dei rifiuti e degli aggregati. Le misure di prevenzione e contenimento adottate prevedono: - pavimentazione delle superfici di transito; - bagnatura delle piste percorse dai mezzi; - l’adozione di idonei sistemi di stoccaggio provvisti di platea con muri e jersey di contenimento

(altezza 3 m) per i rifiuti e per gli aggregati riciclati suddivisi in base alla classe granulometrica; - il contenimento dell’altezza dei cumuli (altezza massima 4 m) per ridurre l’esposizione dei materiali

all’azione erosiva del vento;

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- umidificazione dei cumuli mediante sistema utilizzato anche per le altre superfici.

Nell’installazione è presente un anemometro che garantisce l’attivazione del sistema di umidificazione dei cumuli nel caso la velocità del vento rilevata sia superiore ai 3 m/s.

Nel caso in cui la velocità del vento rilevata sia superiore ai 10 m/s è prevista l’interruzione delle attività. Le caratteristiche dei sistemi di abbattimento a presidio delle emissioni sono riportate di seguito:

Sigla emissione E1/E4 E2 E3

Portata max di progetto (aria: Nm3/h) 3.000/1.500 1.200 1.200

Tipologia del sistema di abbattimento Tessuto

filtrante in poliestere

Tessuto filtrante in poliestere

Tessuto filtrante in poliestere

Inquinanti abbattuti PTS PTS PTS

Rendimento medio garantito (%) n.d. n.d. n.d.

Rifiuti prodotti kg/g

dal sistema t/anno

n.d. 0 0

Ricircolo effluente idrico nd nd nd

Perdita di carico (mm c.a.) 100 nd nd

Consumo d’acqua (m3/h) nd nd nd

Gruppo di continuità (combustibile) nd nd nd

Sistema di riserva nd nd nd

Trattamento acque e/o fanghi di risulta nd nd nd

Manutenzione ordinaria (ore/settimana) 4 Na na

Manutenzione straordinaria (ore/anno) 16 Na na

Sistema di Monitoraggio in continuo na na na

Tabella C2 – Sistemi di abbattimento emissioni in atmosfera

Per le emissioni E2, E3 relative agli sfiati dei silos di stoccaggio i limiti di emissione si considerano rispettati qualora i silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, mantenuto in condizioni di efficienza secondo quanto prescritto dal costruttore o, comunque, sottoposto ad operazioni di manutenzione almeno semestrali, annotate in apposito registro.

I presidi delle emissioni E1, E2 ed E3/E4 sono conformi alle prescrizioni della D.G.R. 30 maggio 2012 n.IX/3552.

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C.2 Emissioni idriche e sistemi di contenimento

Le caratteristiche principali degli scarichi decadenti dall’insediamento produttivo sono descritte nel seguente schema:

SIGLA

SCARICO

LOCALIZZAZIONE UTM32-WGS84

TIPOLOGIE DI

ACQUE SCARICATE

FREQUENZA DELLO SCARICO

PORTATA

RECETTORE

SISTEMA DI

ABBATTIMENTO h/g

g/sett mesi/

anno

Sc1

N = 5.028.138,1 E = 604.943,3

Acque prima pioggia / Acque

di seconda pioggia

saltuario

-

Strati superficiali del sottosuolo

- Vasca sedimentazione

- Disoleatore a coalescenza

Sc2

N = 5.028.179,5 E = 604.940,4

Acque reflue domestiche

saltuario

-

Strati superficiali del sottosuolo

- Vasca Imhoff

- Sistema di subirrigazione

Tabella C2– Emissioni idriche

L’insediamento della DI.MA. srl è soggetto al Regolamento Regionale n.4 del 24 marzo 2006, in quanto rientra fra le attività di cui all’art.3 comma 1.b), per le quali vige l’obbligo di raccolta, separazione e trattamento delle acque di prima pioggia.

Il sistema di raccolta/separazione/trattamento acque meteoriche ed i relativi scarichi (Sc1), autorizzati con atto unico ex art.208 del d.lgs.152/06 e s.m.i., sono conformi alle indicazioni contenute nel Regolamento Regionale n.4/2006.

Le superfici scoperte dell’insediamento sono pavimentate e provviste di sistema di raccolta (caditoie connesse mediante rete di condotte interrate) che convoglia le acque meteoriche di dilavamento alle vasche di accumulo/separazione/trattamento.

Il sistema di raccolta delle acque meteoriche si compone di due reti che intercettano le acque meteoriche provenienti dalla superficie originaria dell’impianto e dall’area di ampliamento e le convogliano in due vasche di raccolta/sedimentazione aventi capacità rispettivamente di 50 mc (al servizio di una superficie pari a 9.420 m2) e 42 mc (al servizio di una superficie pari a 7.580 m2), munite di pozzetto scolmatore in ingresso, per la separazione delle prime dalle seconde piogge. Il nuovo sistema di raccolta e trattamento delle acque verrà realizzato garantendo un franco fra il fondo dei manufatti e la massima escursione di falda > ai 2 m. Il sistema di raccolta e trattamento delle acque già realizzato, è provvisto di manufatti impermeabilizzati che, nel caso di franco di falda < ai 2 m., evitano la commistione fra l’acqua raccolta e la falda stessa. Il sistema di tenuta delle vasche viene monitorato secondo con le modalità individuate nella sezione F4.

Ciascuna delle vasche di raccolta/sedimentazione è provvista di pompa ad immersione che, entro 96 ore dal verificarsi dell’evento meteorico, preleva l’acqua di prima pioggia raccolta e la convoglia in un setto con filtro a coalescenza per essere depurata da eventuali tracce di idrocarburi.

L’acqua depurata proveniente da entrambe le vasche di sedimentazione viene inviata alle cisterne di accumulo fuori terra (capienza complessiva 20 mc) e riutilizzata per inumidire i cumuli ed abbattere le polveri.

Il volume di acqua meteorica eccedente la capienza delle cisterne di accumulo fuori terra viene convogliato in pozzo perdente, previo passaggio in pozzetto di campionamento del tipo con accumulo, posto a piano campagna mediante sistema di pompaggio, essendo la quota dei piazzali inferiore al piano di campagna.

L’acqua di seconda pioggia viene a sua volta inviata ad un pozzetto di calma e al filtro a coalescenza prima di essere convogliata nei serbatoi di raccolta (se liberi da acqua) o nello stesso pozzo perdente posto a piano campagna.

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Le acque reflue domestiche con scarico Sc2 sono recapitate negli strati superficiali del sottosuolo mediante il sistema di dispersione per sub irrigazione, previo trattamento in vasca Imhoff e pozzetto di ispezione per il campionamento delle acque reflue scaricate.

C.3 Emissioni sonore e sistemi di contenimento

Il Comune di Montichiari (BS) ha approvato il Piano di classificazione acustica. Sia l’attività in esame chela zona limitrofa si trovano in area classificata come classe III [aree di tipo misto]. L’area perimetrale dell’insediamento confina: a Nord con aperta campagna; ad Est con ricettore (abitazione) con annessa attività di allevamento distante circa 15 metri dal confine di proprietà; a Sud ed Ovest aperta campagna. I recettori circostanti individuati sono costituiti dall’abitazione con annessa attività di allevamento posta a confine con il perimetro dell’insediamento e dall’area agricola circostante, a livello del piano campagna, essendo la DI.MA. SRL a quota inferiore. Per quanto riguarda l’insediamento esistente “tal quale” ossia per l’impianto così come già autorizzato, relazione previsionale di impatto acustico del 2009 e successiva indagine fonometrica svolta in data 25.06.2010 evidenziavano difficoltà nel rispetto dei limiti di emissione/immissione; l’installazione è stata dotata di siepe al confine ed è in previsione lo spostamento dell’ingresso. L’attività di stoccaggio e trattamento è effettuata essenzialmente in periodo diurno. La valutazione previsionale di impatto acustico dell’agosto 2013 ha considerato il cumulo delle attività svolte presso l’insediamento (IPPC e non IPPC), ipotizzando le condizioni di massimo esercizio per il solo periodo diurno. Esiti: la valutazione previsionale dell’impatto acustico ha valutato i livelli di rumore di fondo attualmente presenti, i contributi delle sorgenti sonore dell’attività, considerandone la contemporaneità di esercizio e la classificazione acustica dell’area del comune di Montichiari ed ha evidenziato il rispetto dei limiti assoluti di zona e di emissione vigente nell’area interessata e dei limiti di immissione differenziale presso il recettore limitrofo.

C.4 Emissioni al suolo e sistemi di contenimento

Nel perimetro dell’insediamento sono comprese: - aree coperte (palazzina uffici e tettoia per manutenzione automezzi); - aree scoperte pavimentate (calcestruzzo o asfalto); - aree verdi (lungo il perimetro). Le aree pavimentate (calcestruzzo o asfalto) scoperte comprendono l’area di movimentazione, l’area di trattamento rifiuti, l’area di stoccaggio rifiuti, l’area di deposito aggregati riciclati.

Tutte le superfici pavimentate sono provviste di sistema di raccolta delle acque meteoriche di dilavamento (caditoie e condotte interrate), che vengono inviate alle vasche di separazione e trattamento ed al successivo scarico al suolo mediante pozzo perdente.

Il gestore verifica periodicamente l’integrità delle superfici pavimentate per escludere possibili contaminazioni del suolo sottostante. È presente un serbatoio di gasolio per il rifornimento di carburante ad uso interno di capacità pari a 9 m3, posto sotto tettoia e dotato di bacino di contenimento eventuali sversamenti che verranno smaltiti periodicamente in conformità alla normativa ambientale vigente.

C.5 Produzione Rifiuti

C.5.1 Rifiuti gestiti in deposito temporaneo

I rifiuti che non decadono dalle operazioni di trattamento (es. toner stampanti, batterie dei mezzi, ecc.) e le polveri di abbattimento dei filtri a presidio dell’impianto di frantumazione/vagliatura vengono gestiti in deposito temporaneo.

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C.5.2 Rifiuti gestiti in stoccaggio autorizzato

I rifiuti decadenti dalle attività di recupero vengono depositati in container su area pavimentata in attesa del conferimento. La Ditta è autorizzata allo stoccaggio (R13/D15) di rifiuti decadenti dall’attività per un volume complessivo di 100 m3 come riportato nella seguente tabella:

CER Quantità massima in stoccaggio

autorizzato (m3)

Stato fisico

Modalità di stoccaggio Operazioni autorizzate

19.xx.xx 100 Solido Container su area pavimentata R13/D15

Tabella C3 – Caratteristiche rifiuti decadenti dall’attività di gestione rifiuti

Tali rifiuti sono costituiti principalmente da: ferro, legno, carta ed altre frazioni di materiali estranei che durante le operazioni di frantumazione, vagliatura e deferrizzazione del rifiuto sottoposto a trattamento vengono allontanate (mediante pala gommata) e collocati in container.

C.6 Bonifiche

Il Gestore dell’installazione DI.MA. SRL ha dichiarato che lo stabilimento non è stato e non è attualmente soggetto alle procedure di cui al titolo V della Parte IV del D.Lgs.152/06 relativo alle bonifiche dei siti contaminati.

C.7 Rischi di incidente rilevante

L’azienda ha dichiarato che, considerata la natura non pericolosa dei rifiuti gestiti, l’istallazione non è assoggettata agli obblighi di cui al D. Lgs. 334/99. Si rammenta che, dal 1 giugno 2015 è entrato in vigore la Direttiva 2012/18/UE (Seveso ter) contestualmente alla piena operatività del Regolamento (CE) n. 1272/2008 relativo alla classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e miscele; il gestore è pertanto tenuto a rivalutare la propria assoggettabilità sulla base dei nuovi criteri introdotti dalle normative citate, dandone comunicazione secondo i tempi e i modi previsti dalle norme stesse.

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D. QUADRO INTEGRATO

D.1 Applicazione delle MTD

Nel seguito si presenta una valutazione di dettaglio con le Migliori Tecniche Disponibili (MTD) indicate nel capitolo 5.1 del documento “Reference Document on Best Available Techniques for the Waste Treatments Industries - Final Draft” dell’agosto 2006, evidenziando in particolare l’applicazione o meno delle MTD così individuate al contesto in esame, con le relative modalità di applicazione adottate.

BAT GENERALI: GESTIONE AMBIENTALE

n. MTD STATO DI

APPLICAZIONE NOTE

1

Implementazione e mantenimento di un Sistema di Gestione Ambientale:

a) Definizione di una politica ambientale b) Pianificazione e emissione di procedure c) Attuazione delle procedure d) Verifica delle prestazioni e adozione di misure

correttive eventuali

e) Recensione del top management

NON APPLICATA La ditta deve entro 30 giorni adottare un Sistema di Gestione Ambientale

2

Assicurare la predisposizione di adeguata documentazione di supporto alla gestione delle attività:

a) descrizione dei metodi di trattamento dei rifiuti e delle procedure adottate;

b) schema di impianto con evidenziati gli aspetti ambientali rilevanti e schema di flusso dell’installazione;

c) reazioni chimiche e loro cinetiche di reazione/bilancio energetico;

d) correlazione tra sistemi di controllo e monitoraggio ambientale;

e) procedure in caso di malfunzionamenti, avvii e arresti; f) manuale di istruzioni; g) diario operativo;

h) relazione annuale relativa all’attività svolta e ai rifiuti trattati con un bilancio trimestrale dei rifiuti e dei residui

APPLICATA

a) il metodo è unico (frantumazione + deferrizzazione + vagliatura)

b) applicata c) non applicabile, trattasi di rifiuti

inerti; d) applicata e) applicata; f) applicata g) applicata (registro

manutenzioni)

h) applicata (ORSO)

3 Adeguate procedure di servizio includenti anche la formazione dei lavoratori in relazione ai rischi per la salute, la sicurezza e i rischi ambientali

APPLICATA

4 Avere uno stretto rapporto con il produttore o detentore del rifiuto per indirizzare la qualità del rifiuto prodotto su standard compatibili con l’impianto

APPLICATA

5 Avere sufficiente disponibilità di personale, adeguatamente formato APPLICATA

BAT GENERALI:RIFIUTI IN INGRESSO

6

Avere una buona conoscenza dei rifiuti in ingresso, in relazione anche alla conoscenza dei rifiuti in uscita, al tipo di trattamento da effettuare, alle procedure attuate, al rischio

APPLICATA

7

Attuare procedure di pre-accettazione dei rifiuti così come indicato:

a) test specifici sui rifiuti in ingresso in base al trattamento che subiranno;

b) assicurarsi che siano presenti tutte le informazioni necessarie a comprendere la natura del rifiuto;

c) metodologia utilizzata dal produttore del rifiuto per il

APPLICATA

a) Non applicabile: il trattamento è unico (frantumazione + deferrizzazione + vagliatura)

b) applicata c) applicata; d) applicata; e) applicata;

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campionamento rappresentativo; d) in caso di intermediario, un sistema che permetta di

verificare che le informazioni ricevute siano corrette; e) verificare che il codice del rifiuto sia conforme al

catalogo Europeo dei Rifiuti;

f) in caso di nuovi rifiuti, avere una procedura per identificare il trattamento più opportuno in base al CER

f) applicata

8

Implementare le procedure di accettazione dei rifiuti così come indicato .

a) un sistema che garantisca che il rifiuto accettato all’installazione abbia seguito il percorso della BAT 7;

b) un sistema che preveda l’arrivo dei rifiuti solo se l’installazione è in grado di trattarli, per capacità e codice/tratta-mento (ad es. sistema di prenotazioni);

c) procedura contenente criteri chiari e univoci per il respingimento del carico di rifiuti in ingresso e procedura per la segnalazione alla A.C.;

d) sistema per identificare il limite massimo consentito di rifiuti che può essere stoccato in impianto;

e) procedura per il controllo visivo del carico confrontandolo con la documentazione a corredo.

APPLICATA

9

Implementare procedure di campionamento diversificate per le tipologie di rifiuto accettato. Tali procedure di campionamento potrebbero contenere le seguenti voci:

a) procedure di campionamento basate sul rischio. Alcuni elementi da considerare sono il tipo di rifiuto e la conoscenza del cliente (il produttore del rifiuto)

b) controllo dei parametri chimico-fisici rilevanti. Tali parametri sono associati alla conoscenza del rifiuto in ingresso.

c) registrazione di tutti i materiali che compongono il rifiuto

d) disporre di differenti procedure di campionamento per contenitori grandi e piccoli, e per piccoli laboratori. Il numero di campioni dovrebbe aumentare con il numero di contenitori. In casi estremi, piccoli contenitori devono essere controllati rispetto il formulario di identificazione. La procedura dovrebbe contenere un sistema per registrare il numero di campioni

e) procedura particolareggiata per campionamento rifiuti in fusti;

f) campione precedente all’accettazione

g) conservare la registrazione dell’avvio del regime di campionamento per ogni carico, contestualmente alla registrazione della giustificazione per la selezione di ogni opzione.

h) un sistema per determinare e registrare:

- la posizione più idonea per i punti di campionamento

- la capacità del contenitore per il campione

- il numero di campioni

- le condizioni operative al momento del campionamento.

i) un sistema per assicurare che i campioni di rifiuti siano analizzati.

j) nel caso di temperature fredde, potrebbe essere necessario un deposito temporaneo allo scopo di permettere il campionamento dopo lo scongelamento. Questo potrebbe inficiare l’applicabilità di alcune delle voci indicate in questa BAT.

PARZIALMENTE APPLICATA

PER L’OTTENIMENTO DELLA MARCATURA CE 2+ E’ PREVISTO LA MESSA IN ATTO DI ALCUNE DELLE PROCEDURE PREVISTE; LE RIMANENTI VERRANNO PREDISPOSTE UNITAMENTE AL SISTEMA DI

GESTIONE AMBIENTALE (BAT 1)

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10

L’installazione deve avere almeno a) un laboratorio di analisi, preferibilmente in sito

soprattutto per i rifiuti pericolosi; b) un’area di stoccaggio rifiuti per la quarantena; c) una procedura da seguire in caso di conferimenti di

rifiuti non conformi (vedi BAT 8c); d) Stoccare il rifiuto presso il deposito pertinente solo

dopo aver passato le procedure di accettazione; e) identificare l’area di ispezione, scarico e

campionamento su una planimetria di sito; f) sistema chiuso per il drenaggio delle acque (vedasi

anche BAT n. 63) g) adeguata formazione del personale addetto alle

attività di campionamento, controllo e analisi (vedasi BAT n.5);

h) h. sistema di tracciabilità del rifiuto (mediante etichetta o codice) per ciascun contenitore. L’identificazione conterrà almeno la data di arrivo e il CER (vedasi BAT 9 e 12)

APPLICATA

a. Non applicabile b. Non applicabile (respingimento immediato) c. applicata; d. applicata; e. applicata: lo scarico

avviene in corrispondenza dell’area di messa in riserva [R13] dove è possibile verificare il contenuto del container;

f. applicata; g. applicata;

h. Non applicabile (rifiuti sfusi)

BAT GENERALI: RIFIUTI IN USCITA

11 Analizzare i rifiuti in uscita sulla base dei parametri di accettazione degli impianti a cui è destinato APPLICATA

BAT GENARALI: SISTEMA DI GESTIONE

12

Sistema che garantisca la continua rintracciabilità del rifiuto mediante i seguenti elementi:

a. documentare i trattamenti e i bilanci di massa; b. realizzare la tracciabilità dei dati attraverso diversi

passaggi operativi (pre-accettazione, accettazione, trattamento ecc.) I record sono in genere tenuti per un minimo di sei mesi dopo che il rifiuto è stato spedito;

c. registrazione delle informazioni sulle caratteristiche dei rifiuti e la sua gestione ( ad es. mediante il numero di riferimento risalire alle varie operazioni subite e ai tempi di residenza nell’impianto);

b) avere un database con regolare backup. Il sistema registra: data di arrivo del rifiuto, i dettagli produttore e dei titolari precedenti, l’identificatore univoco, i risultati pre-accettazione e di analisi di accettazione, dimensioni collo, trattamento

APPLICATA

per l’ottenimento della marcatura CE 2+ e’ previsto la messa in atto di alcune delle procedure previste; le rimanenti verranno predisposte unitamente al sistema di gestione ambientale (BAT 1)

13

Avere ed applicare delle procedure per l’eventuale miscelazione dei rifiuti al fine di ridurre il numero dei rifiuti miscelabili ed evitare l’aumento delle emissioni derivanti dal trattamento

NON APPLICABILE

I rifiuti gestiti sono merceologicamente omogenei fra loro e devono essere frantumati insieme

14

Avere procedure per la separazione dei diversi rifiuti e la verifica della loro compatibilità (vedasi anche BAT n. 13 e 24c) tra cui: a. registrare parametri di sicurezza, operativi e altri

parametri gestionali rilevanti; b. separazione delle sostanze pericolose in base alla

loro pericolosità e compatibilità

APPLICATA

I rifiuti gestiti sono merceologicamente omogenei fra loro e devono essere frantumati insieme

15 Avere un approccio rivolto al miglioramento dell’efficienza del processo di trattamento del rifiuto APPLICATA

16 Piano di gestione delle emergenze APPLICATA

17 Tenere un diario con registrazione delle eventuali emergenze verificatesi NON APPLICATA

La ditta deve entro 30 giorni adottare un Sistema di Gestione Ambientale

18 Considerare gli aspetti legati a rumore e vibrazioni nell’ambito del SGA APPLICATA

La ditta deve entro 30 giorni adottare un Sistema di Gestione Ambientale

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19 Considerare gli aspetti legati alla futura dismissione dell’impianto APPLICATA

Già prevista nell’autorizzazione esistente

BAT GENERALI: UTILITOES E GESTIONE DELLE MATERIE PRIME

20

Fornire una ripartizione dei consumi e produzione di energia per tipo di sorgente (energia elettrica, gas, rifiuti ecc.):

a) fornire le informazioni relative al consumo di energia in termini di energia erogata;

b) fornire le informazioni relative all'energia esportata dall'installazione;

c) fornire informazioni sul flusso di energia (per esempio, diagrammi o bilanci energetici) mostrando come l'energia viene utilizzata in tutto il processo

NON APPLICABILE

Al momento l’unica fonte significativa di consumo energetico è rappresentata dal gasolio che alimenta i mezzi

21

Incrementare continuamente l’efficienza energetica medainte:

a. lo sviluppo di un piano di efficienza energetica; b. l’utilizzo di tecniche che riducono il consumo di

energia;

c. la definizione e il calcolo del consumo energetico specifico dell'attività e la creazione di indicatori chiave di performance su base annua (vedasi anche BAT 20).

NON APPLICABILE

L’energia elettrica è utilizzata esclusivamente per gli uffici.

22

Determinare un benchmarking interno (ad esempio su

base annua) del consumo di materie prime (vedasi anche i limiti di applicabilità identificati al punto 4.1.3.5 del BRef)

NON APPLICABILE

L’attività non prevede utilizzo di materie prime per il trattamento dei rifiuti.

23 Considerare la possibilità di utilizzare i rifiuti come materia prima per il trattamento di altri rifiuti

NON APPLICABILE

I rifiuti decadenti dal trattamento sono solidi e possono essere recuperati solo presso terzi

BAT GENERALI: STOCCAGGIO E MOVIMENTAZIONE

24 Applicare le seguenti regole allo stoccaggio dei rifiuti:

a) individuare aree di stoccaggio lontano da corsi d'acqua e perimetri sensibili, e in modo tale da eliminare o minimizzare la doppia movimentazione dei rifiuti nell'impianto;

b) assicurare che il drenaggio dell’area di deposito possa contenere tutti i possibili sversamenti contaminanti e che i drenaggio di rifiuti incompatibili non possano entrare in contatto tra loro;

c) utilizzare un'area dedicata e dotata di tutte le misure necessarie per il contenimento di sversamenti connesse al rischio specifico dei rifiuti durante la cernita o il riconfezionamento;

d) manipolazione e stoccaggio di materiali maleodoranti in recipienti completamente chiusi o in edifici chiusi collegati ad un sistema di aspirazione ed eventuale abbattimento;

e) assicurare che tutte le tubazioni di collegamento tra serbatoi possano essere chiuse mediante valvole;

f) prevenire la formazione di fanghi o schiume che possono influenzare le misure di livello nei serbatoi (ad es. prelevando i fanghi per ulteriori e adeguati trattamenti e utilizzando agenti antischiuma)

g) attrezzare serbatoi e contenitori dotati di misuratori di livello e di allarmi con opportuni sistemi di abbat- timento quando possono essere generate emissioni volatili. Questi sistemi devono essere sufficientemente robusti (in grado di funzionare se è presente fango e schiuma) e regolarmente mantenuti;

h) lo stoccaggio di rifiuti liquidi organici con un punto di infiammabilità basso deve essere tenuto sotto atmosfera di azoto. Ogni serbatoio è messo in una zona di ritenzione impermeabile. I gas effluenti vengono raccolti e trattati.

PARZIALMENTE APPLICATA

Non applicabili le lettere c., d., e., f., g. e h.

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33

Installazione IPPC: DI.MA S.p.A. - Montichiari (BS), via Dugali Sera s.n.c.

25

Collocare tutti i contenitori di rifiuti liquidi separatamente in aree di stoccaggio impermeabili e resistenti ai

materiali conservati

NON APPLICABILE

Non vengono gestiti rifiuti liquidi

26

Applicare specifiche tecniche di etichettatura per serbatoi e tubazioni di processo:

a) etichettare chiaramente tutti i contenitori circa il loro contenuto e la loro capacità in modo da essere identificati in modo univoco. I serbatoi devono essere etichettati in modo appropriato sulla base del loro contenuto e loro uso;

b) garantire la presenza di differenti etichettature per rifiuti liquidi e acque di processo, combustibili liquidi e vapori di combustione e per la direzione del flusso (p.e.: flusso in ingresso o in uscita);

c) registrare per tutti i serbatoi,etichettati in modo univoco, i seguenti dati: capacità, anno di costruzione, materiali di costruzione, conservare i programmi ed i risultati delle ispezioni, gli accessori, le tipologie di rifiuto che possono essere stoccate/trattate nel contenitore, compreso il loro punto di infiammabilità

NON APPLICABILE

Non sono presenti serbatoi o tubazioni

27 adottare misure per evitare problemi che possono essere generati dal deposito / accumulo di rifiuti. APPLICATA

I rifiuti gestiti sono tutti merceologicamente e chimicamente compatibili fra di loro

28 Applicare le seguenti tecniche alla ovimentazione/gestione dei rifiuti: a) Disporre di sistemi e procedure in grado di assicurare

che i rifiuti siano trasferiti in sicurezza agli stoccaggi appropriati

b) Avere un sistema di gestione delle operazioni dicarico e scarico che tenga in considerazione i rischi associati a tali attività

c) garantire che una persona qualificata frequenti il sito dove è detenuto il rifiuto per verificare il laboratorio e la gestione del rifiuto stesso.

d) Assicurare che tubazioni, valvole e connessioni danneggiate non vengano utilizzate

e) Captare gas esausti da serbatoi e contenitori durante la movimentazione/ gestione di rifiuti liquidi;

f) Scaricare rifiuti solidi e fanghi che possono dare origine a dispersioni in atmosfera in ambienti chiusi, dotati di sistemi di aspirazione e trattamento delle emissioni eventualmente generate (ad esempio gli odori, polveri, COV).

g) Adottare un sistema che assicuri che l’accumulo di scarichi diversi di rifiuti avvenga solo previa verifica di compatibilità

APPLICATA

Non ci sono spostamenti tra i vari stoccaggi; lo spostamento riguarda esclusivamente il caricamento alla bocca del frantoio.

E’ presente documento di valutazione dei rischi

29

Assicurarsi che le eventuali operazioni di accumulo o miscelazione dei rifiuti avvengano in presenza di personale qualificato e con modalità adeguate (ad

esempio sotto aspirazione)

NON APPLICABILE

I rifiuti gestiti sono tutti chimicamente compatibili fra di loro

30 Assicurare che la valutazione delle incompatibilità chimiche guidi la gestione dello stoccaggio dei rifiuti (vedasi anche BAT 14)

NON APPLICABILE

I rifiuti gestiti sono tutti chimicamente compatibili fra di loro

31

Gestione dei rifiuti in contenitori/container: a. stoccarli sotto copertura sia in deposito che in attesa

di analisi; le aree coperte hanno bisogno di ventilazione adeguata

b. mantenere l'accesso alle aree di stoccaggio dei contenitori di sostanze che sono noti per essere sensibili al calore, luce e acqua: porre tali contenitori sotto copertura e protetti dal calore e dalla luce solare diretta.

NON APPLICABILE

I rifiuti gestiti sono in cumuli all’aperto

BAT GENERALI: ALTRE TECNICHE COMUNI NON MENZIONATE SOPRA

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34

Installazione IPPC: DI.MA S.p.A. - Montichiari (BS), via Dugali Sera s.n.c.

32 Effettuare le operazioni di triturazione e simili in aree dotate di sistemi di aspirazione e trattamento aria

PARZIALMENTE APPLICATA

Il sistema prevede nebulizzazioni ai punti critici della macchina che è mobile (cingolata)

33 Effettuare operazioni di triturazione e simili di rifiuti infiammabili in atmosfera inerte

NON APPLICABILE Non si gestiscono rifiuti infiammabili

34

Per i processi di lavaggio, applicare le seguenti specifiche indicazioni:

a. identificare i componenti che potrebbero essere presenti nelle unità che devono essere lavate (per es. i solventi);

b. trasferire le acque di lavaggio in appositi stoccaggi per poi essere sottoposti loro stesse a trattamento nello stesso modo dei rifiuti dai quali si sono originate

c. utilizzare per il lavaggio le acque reflue già trattate nell’impianto di depurazione anziché utilizzare acque pulite prelevate appositamente ogni volta. L’acqua reflua così risultante può essere a sua volta trattata nell’impianto di depurazione o riutilizzata nell’installazione.

NON APPLICABILE

Non si svolgono processi di lavaggio

BAT GENERALI: EMISSIONI IN ATMOSEFRA

35

Limitare l’utilizzo di contenitori senza coperchio o sistemi di chiusura a) non permettendo ventilazione diretta o scarichi all'aria

ma collegando tutte le bocchette ad idonei sistemi di abbattimento durante la movimentazione di materiali che possono generare emissioni in aria (ad esempio odori, polveri, COV);

b) mantenendo rifiuti o materie prime sotto copertura o nella confezione impermeabile (vedasi anche BAT 31.a)

c) collegando lo spazio di testa sopra le vasche di trattamento (ad es. di olio) ad un impianto di estrazione ed eventualmente di abbattimento

NON APPLICABILE

Le emissioni generate sono di tipo diffuso e non convogliate. I rifiuti sono in cumuli all’aperto.

36 Operare in ambienti dotati di sistemi di aspirazione e trattamento aria, in particolare in relazione alla movimentazione e gestione di rifiuti liquidi volatili

NON APPLICABILE

Le emissioni generate sono di tipo diffuso e non convogliate.

37

Prevedere un sistema di aspirazione e aria adeguatamente dimensionato per captare i serbatoi di deposito, pretrattamento aree, ecc o sistemi separati di trattamento (es carboni attivi) a servizio di serbatoi specifici

NON APPLICABILE

Le emissioni generate sono di tipo diffuso e non convogliate.

38 Garantire il corretto funzionamento delle apparecchiature di abbattimento aria e dei supporti esausti relativi APPLICATA

39 Adottare sistemi a scrubber per il trattamento degli effluenti inorganici gassosi. Installare eventualemnet un sistema secondario in caso di effluenti molto concentrati

NON APPLICABILE

Le emissioni generate sono di tipo diffuso e non convogliate.

40

Adottare una procedura di rilevamento perdite di arie esauste e quando sono presenti: a. numerose tubature e serbatoi con elevate quantità di

stoccaggio e b. sostanze molto volatili che possono generare

emissioni fuggitive e contaminazioni al suolo dopo ricaduta

questo può essere un elemento del SGA (vedere BAT

n.1)

NON APPLICABILE

Le emissioni generate sono di tipo diffuso e non convogliate.

41

Ridurre le emissioni in atmosfera ai seguenti livelli:

Parametro dell’aria

Livello di emissione associato all’utilizzo della

BAT (mg/Nm3)

VOC 7-20I

APPLICATA

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35

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PM 5-20

I per i VOC a basso peso, il limite di alto del range deve essere esteso fino a 50

I per i VOC a basso peso, il limite di alto del range deve essere esteso fino a 50

BAT GENERALI: GESTIONE DELLE ACQUE REFLUE

42

Ridurre l’utilizzo e la contaminazione dell’acqua mediante: a) l’impermeabilizzazione del sito e utilizzando metodi di

conservazione degli stoccaggi; b) lo svolgimento regolari controlli sui serbatoi

pecialmente quando sono interrati; c) la separazione delle acque a seconda del loro grado di

contaminazione (acque dei tetti, acque di piazzale, acque di processo);

d) la realizzazione, ove non presente, di un bacino di raccolta di sicurezza;

e) regolari controlli sulle acque, allo scopo di ridurne i consumi e prevenirne la contaminazione;

f) separare le acque di processo da quelle meteoriche. (vedasi anche BAT n. 46)

APPLICATA

43 Avere procedure che garantiscano che i reflui abbiano caratteristiche idonee al trattamento in sito o allo scarico

APPLICATA

44 Evitare che i reflui bypassino il sistema di trattamento APPLICATA

45

Predisporre e mantenere in uso un sistema di intercettazione delle acque meteoriche che decadono su aree di trattamento, che possano entrare in contatto con sversamenti di rifiuti o altre possibili fonti di contaminazione. Tali reflui devono tornare all’impianto di trattamento o essere raccolti

APPLICATA

46 Avere reti di collettamento separate per reflui a elevato carico inquinante e reflui a ridotto carico inquinante.

NON APPLICABILE

47

Avere una pavimentazione in cemento nella zona di trattamento con sistemi di captazione di sversamenti e acqua meteorica. Prevedere l’intercettazione dello scarico collegandolo al sistema di monitoraggio in automatico almeno del pH che può arrestare lo stesso per superamento della soglia (vedasi anche BAT n. 63)

PARZIALMENTE

APPLICATA

48 raccogliere l'acqua piovana in un bacino per il controllo, il trattamento se contaminata e ulteriori usi.

APPLICATA

49 Massimizzare il riutilizzo di acque reflue trattate e acque meteoriche nell’impianto

APPLICATA

50

Condurre controlli giornalieri sull’efficienza del sistema di gestione degli effluenti e mantenere un registro dei controlli effettuati, avendo un sistema di controllo dello scarico dell’effluente e della qualità dei fanghi.

NON APPLICABILE

Solo acque meteoriche di dilavamento per le quali non c’è continuità di trattamento

51

Identificare le acque reflue che possono contenere sostanze pericolose e metalli, separare i flussi delle acque reflue in base al grado di contaminazione e trattare le acque in situ o fuori sede

NON APPLICABILE

Solo acque meteoriche

52 A valle degli interventi di cui alla BAT n. 42, selezionare ed effettuare l’opportuna tecnica di trattamento per ogni tipologia di acque reflue.

NON APPLICABILE

Solo acque meteoriche

53 Attuare delle misure per aumentare l’affidabilità del controllo richiesto e le prestazioni dell’abbattimento.

NON APPLICABILE

Solo acque meteoriche

54 Individuare i principali costituenti chimici dell’effluente trattato (compresa la costituzione del COD) per valutare il destino di queste sostanze nell’ambiente

APPLICATA

55 Effettuare gli scarichi delle acque reflue dopo aver completato il processo di trattamento e aver svolto i relativi controlli

NON APPLICABILE

Le acque vengono scaricate dopo 96 ore dall’evento meteorico come previsto dal RR n.4/2006

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56

raggiungere i seguenti valori di emissione di acqua prima dello scarico

applicando una opportuna combinazione di tecniche menzionate nelle sezioni 4.4.2.3 e 4.7.

Parametri dell’acqua

Valori di emissione associati con l’utilizzo

della BAT (ppm) COD 20-120 BOD 2-20

Metalli pesanti (Cr, Cu, Ni, Pb,

Zn) 0.1-1

Metalli pesanti altamente tossici:

As Hg Cd

Cr(VI)

<0.1 0.01-0.05 <0.1-0.2 <0.1-0.4

NON APPLICABILE

Non vi sono acque industriali di processo, ma solo acque meteoriche

BAT GENERALI: GESTIONE DEI RESIDUI DI POCESSO GENERATO

57

Definire un piano di gestione dei residui come parte del SGA tra cui: a. tecniche di pulizia di base (vedasi BAT 3) b. tecniche di benchmarking interni (vedasi BAT 22)

NON APPLICABILE

I rifiuti decadenti dal trattamento sono marginali

58 Massimizzare l’uso di imballaggi riutilizzabili (contenitori, IBC, ecc)

NON APPLICABILE Non sono necessari imballaggi

59 Riutilizzare i contenitori se in buono stato e inviarli al trattamento più appropriato non più riutilizzabili

NON APPLICABILE

I rifiuti gestiti sono sfusi

60

Monitore ed inventariare i rifiuti presenti nell’impianto, sulla base degli ingressi e di quanto trattato (vedasi BAT 27)

APPLICATA Dal registro di C/S rifiuti informatico si possono desumere istantaneamente le giacenze dei rifiuti divisi per tipologia

61

Riutilizzare il rifiuto prodotto in una attività come materia prima per altre attività (vedasi BAT 23)

APPLICATA I rifiuti ferrosi ottenuti dalla frantumazione degli inerti vengono destinati al recupero per la produzione di leghe di ferro e acciaio

BAT GENERALI: CONTAMINAZIONE DEL SUOLO

62

Assicurare il mantenimento in buono stato delle superfici, la loro pronta pulizia in caso di perdite o sversamenti e garantire il mantenimento della rete di raccolta dei reflui

APPLICATA

63 Dotare il sito di pavimentazioni impermeabili e servite da reti di drenaggio

APPLICATA

64 Contenere le dimensioni del sito e minimizzare l’utilizzo di vasche/serbatoi e tubazioni interrate

NON APPLICABILE

Non ci sono vasche, serbatoi e tubazioni interrate

D.2 Criticità riscontrate

Durante l’esercizio dell’attività si sono riscontrate oscillazioni della falda acquifera. La falda superficiale si trova ad una profontà media di 9,00 mt con escursione che varia tra il valore minimo ed il valore massimo da – 7,50 mt a mt. -10,50. Il livello piezometrico della falda viene monitorato in continuo da due piezometri posizionati uno a monte ed uno a valle secondo la direzione della falda. Il piano posa dei rifiuti posto a -5,80 mt., per l’installazione esistente, ed a – 5,50, per la parte di ampliamento, consente di rispettare il franco falda di 1,50 mt già prescritto dal provvedimento provinciale n. 2007 del 13/06/2007. Il rispetto del franco falda viene garantito anche per: - fondo trincee di sub-irrigazione acque relfue domestiche e la massima escursione della falda; - fondo vasca Imhoff e la massima escursione della falda; - fondo vasche di raccolta acque di prima/seconda pioggia e la massima escursione della falda; - reti di raccolta acque reflue e meteoriche, pozzetti di ispezione e campionamento e la massima

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escursione della falda, ad eccezione del sistema di raccolta delle acque di prima/seconda pioggia esistente che può essere interessato dalle oscillazioni occasionali di cui sopra. Tale sistema è impermeabilizzato e si procederà con il controllo periodico della tenuta, secondo le modalità individuate nella sezione F4. La presenza di recettore umano in posizione limitrofa all’insediamento (15 m) rappresenta un elemento critico correlato alla componente rumore. La realizzazione di un nuovo accesso distante più di 50 metri rispetto al precedente garantirà un importante attenuazione dell’impatto acustico, determinato in sede di valutazione previsionale dell’impatto acustico redatta da tecnico competente. La viabilità verrà ulteriormente migliorata grazie all’arretramento della recinzione a garantire una corsia di decellerazione per i mezzi.

D.3 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento in atto e programmate

Misure in atto

In riferimento alle considerazioni di cui all’allegato XI alla Parte II D.lgs. 152/06 da tener presenti nella determinazione delle MTD, la Ditta ha evidenziato quanto segue: - consumo e natura delle materie prime, ivi compresa l'acqua usata nel processo, e efficienza

energetica: le acque meteoriche di dilavamento dopo essere state raccolte, separate (prime e seconde piogge) e sottoposte a trattamento di depurazione, vengono in parte inviate a cisterne fuori terra (20 m3) per il successivo riutilizzo nella bagnatura delle aree di transito / movimentazione e dei cumuli con conseguente riduzione di utilizzo di acqua prelevata da pozzo. Il volume eccedente la capienza delle cisterne viene invece inviato a scarico al suolo mediante pozzo perdente;

- impiego di tecniche a scarsa produzione di rifiuti: la tecnologia adottata dalla DI.MA. SRL garantisce una efficienza di recupero del 99 %, al netto ovviamente della frazione di rifiuto che deve essere rimossa (ferro, legno carta, vetro, plastica ecc.) ed avviata a recupero e/o smaltimento presso altri impianti;

- natura, effetti e volume delle emissioni in questione: le misure adottate per la prevenzione ed il contenimento delle emissioni diffuse generate dal transito dei mezzi e dall’azione erosiva del vento sui cumuli comprendono: la pavimentazione delle superfici di transito; la bagnatura delle piste percorse dai mezzi; l’adozione di idonei sistemi di stoccaggio provvisti di platea con muri e jersey di contenimento (altezza 3 m) per i rifiuti e per gli aggregati riciclati, queste ultime suddivise in base alla classe granulometrica; il contenimento dell’altezza dei cumuli (altezza massima 4 m) per ridurre l’esposizione dei materiali all’azione erosiva del vento; bagnatura dei cumuli di materiale più grossoano mediante sistema utilizzato anche per le altre superfici.

- L’installazione di un anemometro garantisce il bagnamento dei cumuli nel caso la velocità del vento rilevata sia superiore ai 3 m/sec. Nel caso in cui la velocità del vento rilevata sia superiore ai 10 m/sec verranno interrotte le attività.

Misure di miglioramento programmate dalla Azienda

Nell’ambito delle modifiche sostanziali la Ditta propone:

- la sostituzione dell’impianto di frantumazione autorizzato dotato di sistema di abbattimento ad umido con nuovo impianto dotato di sistema di abbattimento mediante filtri a tessuto; - realizzazione di nuovo accesso carraio al sito, secondo il progetto rappresentato nella planimetria allegata; - realizzazione di opere di mitigazione con impianto di vegetazione lungo il perimetro dell’area a piano campagna erinfoltimento della vegetazione esistentein fregio ai confini dell’installazione; - trasferimento dei “rifiuti in attesa di analisi dall’area a – 6,50 m dal p.c. alla nuova area posta a – 5,50 m dal p.c., per evitare contatti con eventuali escursioni di falda;

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La ditta ha proposto inoltre, quali opere di compensazione l’allargamento della carreggiata di via Dugali Sera e la pulizia e manutenzione periodica della stessa. Per tali opere deve essere definito con il Comune di Montichiari tempi, modalità ed eventuali modifiche per la loro realizzazione.

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E.QUADRO PRESCRITTIVO

L’Azienda, prima di dare attuazione a quanto previsto nel presente decreto è tenuta a darne comunicazione all’Autorità competente ai sensi dell’art. 29 decies comma 1 del D.Lgs. 152/06

E.1 Aria La ditta è tenuta a rispettare le prescrizioni del presente quadro.

E.1.1 Valori limite di emissione

Nella tabella sottostante si riportano i valori limite di emissione in atmosfera.

(1) Inteso come polveri totali.

(2) Relativamente ai silos di stoccaggio del materiale polverulento i limiti di emissione si considerano rispettati qualora i silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, mantenuto in condizioni di efficienza secondo quanto prescritto dal costruttore, o comunque sottoposto ad operazioni di manutenzione almeno semestrale, annotate in apposito registro.

(3) Inteso come silice libera cristallina compresa nel limite precedente.

E.1.2 Requisiti e modalità per il controllo

I) Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio e controllo.

EMISSIONE PROVENIENZA PORTATA

[Nm3/h] DURATA

[h/g] INQUINANTI

VALORE LIMITE [mg/Nm3] Sigla Descrizione

E1

Frantumazione e vagliatura rifiuti

Frantoio Continental FV 1000

3.000 8 h/g

polveri 10 (1)

Silice libera cristallina

3(3)

IPA 0,01

COT 20

E2/E3

Silos (2) deposito cemento

1.200 8 h/g

polveri 10 (1)

Silice libera cristallina

3(3)

E4 Miscelatore blender

1.500 8 h/g polveri 10 (1)

Silice libera cristallina

3(3)

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II) I controlli degli inquinanti devono essere eseguiti nelle condizioni di esercizio dell'istallazione per le quali lo stesso è stato dimensionato ed in relazione alle sostanze effettivamente impiegate nel ciclo tecnologico e descritte nella domanda di autorizzazione.

III) I punti di emissione devono essere chiaramente identificati mediante apposizione di idonee segnalazioni.

IV) L’accesso ai punti di prelievo deve essere garantito in ogni momento e deve possedere i requisiti di sicurezza previsti dalle normative vigenti.

V) I risultati delle analisi eseguite alle emissioni devono riportare i seguenti dati:

Concentrazione degli inquinanti espressa in mg/Nm3;

Portata dell’aeriforme espressa in Nm3/h;

Il dato di portata deve essere inteso in condizioni normali (273,15 °K e 101,323 kPa);

Temperatura dell’aeriforme espressa in °C;

Ove non indicato diversamente, il tenore dell’ossigeno di riferimento è quello derivante dal processo.

E.1.3 Prescrizioni impiantistiche

VI) Devono essere evitate emissioni diffuse e fuggitive, sia attraverso il mantenimento in condizioni di perfetta efficienza dei sistemi di captazione delle emissioni, sia attraverso il mantenimento strutturale degli edifici che non devono permettere vie di fuga delle emissioni stesse.

VII) Per il contenimento delle emissioni diffuse generate da movimentazione, stoccaggio delle materie prime e dei rifiuti polverosi devono essere praticate operazioni programmate di umidificazione e pulizia dei piazzali.

VIII) Per il contenimento delle emissioni diffuse g enerate dalla movimentazione, trattamento e stoccaggio di materiali / rifiuti devono essere praticate operazioni programmate di umidificazione e pulizia di piazzali e vie di transito. Devono inoltre essere presenti sistemi di umidificazione per il bagnamento dei cumuli di materiali inerti.

Per le operazioni di umidificazione dei cumuli, deve essere presente un anemometro che controlli l’attivazione del sistema di bagnamento per una velocità superiore a 3 m/s. Lo stesso deve essere posizionato a quota non inferiore a quella di cumuli oggetto di umidificazione. Sull’area di stoccaggio dei rifiuti nei periodi di chiusura (fine settimana / ferie) devono essere posizionati dei nebulizzatori mobili a cavalletto sulla sommità dei cumuli stoccati sull’area in argomento. In caso di ventosità superiore a 10 m/s devono essere interrotte le attività di movimentazione e trattamento dei materiali / rifiuti, mediante il collegamento ad un segnale sono ro (tacitabile) e luminoso.

IX) Per ciò che concerne eventuali molestie olfattive il Gestore dovrà porre in atto tutte le misure per la loro minimizzazione. La ditta dovrà dare applicazione alla DGR 15.02.12 n° IX/3018 in merito alle caratterizzazioni delle emissioni odorigene, nei casi previsti dalla medesima delibera.

X) Gli interventi di controllo e di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzati al monitoraggio dei parametri significativi dal punto di vista ambientale dovranno essere eseguiti secondo quanto riportato nel piano di monitoraggio. In particolare devono essere garantiti i seguenti parametri minimali:

- manutenzione parziale (controllo delle apparecchiature pneumatiche ed elettriche) da effettuarsi con frequenza quindicinale;

- manutenzione totale da effettuarsi secondo le indicazioni fornite dal costruttore dell’istallazione (libretto d'uso / manutenzione o assimilabili), in assenza delle indicazioni di cui sopra con frequenza almeno semestrale;

- controlli periodici dei motori dei ventilatori, delle pompe e degli organi di trasmissione (cinghie, pulegge, cuscinetti, ecc.) al servizio dei sistemi d’estrazione e depurazione dell'aria.

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Tutte le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria dovranno essere annotate in un registro dotato di pagine con numerazione progressiva ove riportare:

- la data di effettuazione dell’intervento; - il tipo di intervento (ordinario, straordinario, ecc.); - la descrizione sintetica dell'intervento; - l’indicazione dell’autore dell’intervento.

Tale registro deve essere tenuto a disposizione delle autorità preposte al controllo. Nel caso in cui si rilevi per una o più apparecchiature, connesse o indipendenti, un aumento della frequenza degli eventi anomali, le tempistiche di manutenzione e la gestione degli eventi dovranno essere riviste in accordo con A.R.P.A. territorialmente competente.

XI) Devono essere tenute a disposizione di eventuali controlli le schede tecniche degli impianti di abbattimento attestanti la conformità degli impianti ai requisiti impiantistici richiesti dalle normative di settore

XII) Ove non presenti altri sistemi di controllo delle apparecchiature a servizio dei sistemi di captazione (ventilatore) o dei sistemi di abbattimento (es. pressostato differenziale) delle emissioni derivanti dall’attività IPPC, i sistemi di aspirazione dovranno essere dotati di apparecchiature di controllo delle ore di funzionamento (contatore totalizzatore non tacitabile).

XIII) Tutti gli impianti di abbattimento devono rispettare i requisiti tecnici e i criteri previsti dalla D.G.R. 30/05/2012 n. IX/3552 ed eventuali s.m.i.

XIV) Nella fase di triturazione e sul cumulo di stoccaggio dei conglomerati bituminosi non dovrà essere effettuata la nebulizzazione, al fine di evitare il dilavamento di eventuali IPA presenti nel materiale.

E.1.4 Prescrizioni generali

XV) Gli effluenti gassosi non devono essere diluiti più di quanto sia inevitabile dal punto di vista tecnico e dell’esercizio secondo quanto stabilito dall’art. 271 comma 13 del D.Lgs. 152/06 (ex. art. 3 c. 3 del D.M. 12/7/90).

XVI) Tutti i condotti di adduzione e di scarico che convogliano gas, fumo e polveri, devono essere provvisti ciascuno di fori di campionamento dal diametro di 100 mm. Idonei punti di prelievo, collocati in modo adeguato, devono essere previsti a valle dei presidi depurativi installati per consentire un corretto campionamento e, laddove la ditta lo ritenga opportuno, a monte degli stessi al fine di accertarne l’efficienza. Tali fori, devono essere allineati sull’asse del condotto e muniti di relativa chiusura metallica. Nella definizione della loro ubicazione si deve fare riferimento alla norma UNI 16911-1 e 2:2013 e successive, eventuali, integrazioni e modificazioni e/o metodiche analitiche specifiche. Laddove le norme tecniche non fossero attuabili, l’esercente potrà applicare altre opzioni (opportunamente documentate) e, comunque, concordate con l’ARPA competente per territorio.

XVII) Qualunque interruzione nell'esercizio degli impianti di abbattimento necessaria per la loro manutenzione o dovuta a guasti accidentali, qualora non esistano equivalenti impianti di abbattimento di riserva, deve comportare la fermata, limitatamente al ciclo tecnologico ed essi collegato, dell'esercizio degli impianti industriali, dandone comunicazione entro le otto ore successive all’evento all’Autorità Competente, al Comune e all’ARPA competente per territorio. Gli impianti potranno essere riattivati solo dopo la rimessa in efficienza degli impianti di abbattimento a loro collegati.

PER I PUNTI DI EMISSIONI NUOVI/MODIFICATI:

XVIII) L’esercente almeno 15 giorni prima di dare inizio alla messa in esercizio degli impianti, deve darne comunicazione all’Autorità competente, al Comune e all’ARPA competente per territorio. Il termine massimo per la messa a regime degli impianti, è stabilito in 90 giorni a partire dalla data di messa in esercizio degli stessi. La data di effettiva messa a regime, deve comunque essere comunicata al Comune ed all’ARPA competente per territorio con un preavviso di almeno 15 giorni e, per conoscenza, anche all’Autorità competente.

XIX) Qualora durante la fase di messa a regime, si evidenziassero eventi tali da rendere necessaria una proroga rispetto al termine fissato nel presente atto, l’esercente dovrà presentare una richiesta nella quale dovranno essere descritti sommariamente gli eventi che hanno determinato la necessità di

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richiedere la proroga stessa e nel contempo, dovrà indicare il nuovo termine per la messa a regime. La proroga si intende concessa qualora l’autorità competente non si esprima nel termine di 10 giorni dal ricevimento dell’istanza.

XX) Dalla data di messa a regime, decorre il termine di 20 giorni nel corso dei quali l’esercente è tenuto ad eseguire un ciclo di campionamento volto a caratterizzare le emissioni derivanti dagli impianti autorizzati. Il ciclo di campionamento deve essere effettuato in un periodo continuativo di marcia controllata di durata non inferiore a 10 giorni decorrenti dalla data di messa a regime; in particolare, dovrà permettere la definizione e la valutazione della quantità di effluente in atmosfera, della concentrazione degli inquinanti ed il conseguente flusso di massa.

XXI) Il ciclo di campionamento dovrà essere condotto seguendo le previsioni generali di cui al metodo UNICHIM 158/1988 e a successivi atti normativi che dovessero essere adottati su questa tematica, con particolare riferimento all’obiettivo di una opportuna descrizione del ciclo produttivo in essere, delle caratteristiche fluodinamiche dell’effluente gassoso e di una strategia di valutazione delle emissioni che tenga conto dei criteri, della durata, del tipo e del numero dei campionamenti previsti.

XXII) I risultati degli accertamenti analitici effettuati, accompagnati da una relazione finale che riporti la caratterizzazione del ciclo produttivo e le strategie di rilevazione adottate, devono essere presentati all’Autorità competente, al Comune ed all’ARPA Dipartimentale entro 60 giorni dalla data di messa a regime degli impianti.

XXIII) Le analisi di autocontrollo degli inquinanti che saranno eseguiti successivamente dovranno seguire le modalità riportate nel Piano di Monitoraggio.

XXIV) I punti di misura e campionamento delle nuove emissioni dovranno essere conformi ai criteri generali fissati dalla norma UNI 16911-1 e 2:2013 e s.m.i.

E.2 Acqua

E.2.1 Valori limite di emissione

I) Per lo scar ico Sc1 “Acque di prima/seconda pioggia” n eg l i “strati superficiali del sottosuolo” devono essere rispettati i valori limiti della Tabella 4 Allegato 5 parte Terza del D.Lgs. 152/06 ed inoltre devono essere rispettati anche i divieti di scarico per le sostanze previste al punto 2.1 dell’Allegato 5 parte Terza del D.Lgs. 152/06.

II) All’uscita della vasca Imhoff adibita al trattamento delle acque reflue domestiche, nel pozzetto di ispezione / campionamento prima del recapito nelle trincee di sub-irrigazione, deve essere garantito per i solidi sedimentabili il rispetto del valore limite di emissione di 0,5 ml/l (art.8 c. 2, lett. a) del R.R. 3/2006). Il sistema di trattamento e di dispersione nel terreno deve rispettare le caratteristiche previste dalla Delibera CITAI del 04/02/77 e dalla “Linea Guida per lo scarico di acque reflue domestiche sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo, per carichi organici inferiori a 50 A.E.”, dell’ARPA Lombardia, pubblicate sul sito istituzionale dell’Agenzia medesima.

E.2.2 Requisiti e modalità per il controllo

III) Gli inquinanti ed i parametri, le metodiche di campionamento e di analisi, le frequenze ed i punti di campionamento devono essere coincidenti con quanto riportato nel piano di monitoraggio.

E.2.3 Prescrizioni impiantistiche

IV) I pozzetti di prelievo campioni devono essere a perfetta tenuta, mantenuti in buono stato e sempre facilmente accessibili per i campionamenti, ai sensi del D.Lgs. 152/06, Titolo III, Capo III, art. 101; periodicamente dovranno essere asportati i fanghi ed i sedimenti presenti sul fondo dei pozzetti stessi.

V) le vasche di raccolta/trattamento acque di prima pioggia devono essere a perfetta tenuta e mantenute in buono stato. Le verifiche devono essere effettuate secondo la tempistica riportata nella sezione F.4.2 e certificate da professionista abilitato.

VI) Non appena l’area sarà servita da pubblica fognatura, dovrà essere predisposto l’allacciamento

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alla stessa dello scarico di acque reflue domestiche e delle acque di prima pioggia attualmente recapitate negli “strati superficiali del sottosuolo”, previa comunicazione all’autorità Competente al rilascio dell’AIA.

VII) La pulizia delle vasche di prima pioggia e della vasca Imhoff dovrà essere effettuata periodicamente con frequenza minima di almeno una volta all’anno.

VII) Tutte le canalizzazioni ed i pozzetti di raccolta delle acque reflue domestiche e delle acque di prima pioggia dovranno essere a perfetta tenuta ed essere sottoposti a periodica manutenzione.

VIII) le pompe di rilancio delle acque di prima pioggia dalle vasche di sedimentazione dovranno essere munite di un misuratore di portata / contaore di funzionamento non azzerabile.

E.2.4 Prescrizioni generali

IX) Gli scarichi devono essere conformi alle norme contenute nel Regolamento Locale di Igiene ed alle altre norme igieniche eventualmente stabilite dalle autorità sanitarie.

X) Il Gestore dovrà adottare tutti gli accorgimenti atti ad evitare che qualsiasi situazione prevedibile possa influire, anche temporaneamente, sulla qualità degli scarichi; qualsiasi evento accidentale (incidente, avaria, evento eccezionale, ecc.) che possa avere ripercussioni sulla qualità dei reflui scaricati, dovrà essere comunicato tempestivamente all’Autorità competente per l’AIA, al dipartimento ARPA competente per territorio, qualora non possa essere garantito il rispetto dei limiti di legge, l'autorità competente potrà prescrivere l'interruzione immediata dello scarico.

XI) Devono essere adottate, tutte le misure gestionali ed impiantistiche tecnicamente realizzabili, necessarie all’eliminazione degli sprechi ed alla riduzione dei consumi idrici anche mediante l’impiego delle MTD per il ricircolo e il riutilizzo dell’acqua.

E.3 Rumore

E.3.1 Valori limite

Per quanto concerne l’impatto acustico, l’area interessata è classificata in classe III (aree di tipo misto). Nel raggio di 500 m dal confine dell’impianto sono individuate aree in classe III.

I limiti di immissione e di emissione sonora che la ditta deve rispettare sono stabiliti in base alla Legge 447/95 e al D.P.C.M. del 14 novembre 1997; tali limiti vengono riportati nella tabella sottostante:

Classe Acustica

Descrizione

Valori limite assoluti di immissione dB(A)

Valori limite assoluti di emissione dB(A)

Diurno Notturno Diurno Notturno III aree di tipo misto 60 50 55 45

Devono essere rispettati, inoltre, i seguenti valori limite differenziali di immissione: diurno 5 dB(A); notturno: 3 dB(A).

E.3.2 Requisiti e modalità per il controllo

I) Le modalità di presentazione dei dati delle verifiche di inquinamento acustico vengono riportati nel piano di monitoraggio.

II) Le rilevazioni fonometriche dovranno essere eseguite nel rispetto delle modalità previste dal D.M. del 16 marzo 1998 da un tecnico competente in acustica ambientale deputato all’indagine

E.3.3 Prescrizioni impiantistiche

I) La ditta deve effettuare un’indagine fonometrica, atta a verificare il rispetto dei limiti di zona, entro 6 mesi dalla messa a regime delle emissioni nuove/modificate;

E.3.4 Prescrizioni generali

III) Qualora si intendano realizzare modifiche agli impianti o interventi che possano influire sulle

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emissioni sonore, previo invio della comunicazione alla Autorità competente prescritta al successivo punto E.6. I), dovrà essere redatta, secondo quanto previsto dalla DGR n.7/8313 dell’8/03/2002, una valutazione previsionale di impatto acustico. Una volta realizzate le modifiche o gli interventi previsti, dovrà essere effettuata una campagna di rilievi acustici al perimetro dello stabilimento e presso i principali recettori sensibili ed altri punti da concordare con il Comune ed ARPA, al fine di verificare il rispetto dei limiti di emissione e di immissione sonora, nonché il rispetto dei valori limite differenziali.

Sia i risultati dei rilievi effettuati, contenuti all’interno di una valutazione di impatto acustico, sia la valutazione previsionale di impatto acustico devono essere presentati a ll’Autorità Competente, all’Ente comunale territorialmente competente e ad ARPA.

E.4 Suolo e acque sotterranee I) Devono essere mantenute in buono stato di pulizia le griglie di scolo delle pavimentazioni

esterne.

II) Deve essere mantenuta in buono stato la pavimentazione impermeabile dei fabbricati e delle aree di movimentazione, stoccaggio e di trattamento, effettuando sostituzioni e/o interventi di ripristino del materiale impermeabile se deteriorato o fessurato.

III) Qualsiasi sversamento, anche accidentale, deve essere immediatamente contenuto e ripreso, per quanto possibile, a secco, e comunque nel rispetto delle procedure di intervento.

IV) Salvo diverse disposizioni nazionali/regionali che dovessero intervenire successivamente, il Gestore dovrà eseguire entro tre mesi dalla notifica del presente atto, la verifica della sussistenza dell’obbligo di presentazione della relazione di riferimento (Allegato 1 DM 272/14) di cui all’art. 5, comma 1, lettera v-bis) del d.lgs. n. 152/06 e presentarne gli esiti all’Autorità Competente ai sensi dell’art.3 comma 2 dello stesso decreto. In caso di verifica positiva, il gestore è tenuto a presentare all’Autorità Competente la relazione di riferimento redatta secondo i criteri stabiliti dal DM 272/14, entro 12 mesi dalla data di notifica del presente atto.

E.5 Rifiuti

E.5.1 Requisiti e modalità per il controllo

I) Le tipologie di rifiuti, le operazioni e i relativi quantitativi, nonché la localizzazione delle attività di stoccaggio e/o recupero dei rifiuti in ingresso al ciclo produttivo devono essere conformi a quanto riportato nel paragrafo B1 e a quanto riportato nella planimetria allegata e parte integrante del provvedimento.

E.5.2 Attività di gestione rifiuti autorizzata

II) La ditta deve seguire le procedure di accettazione dei rifiuti in ingresso in particolare, prima della ricezione dei rifiuti all’impianto, deve verificare l’accettabilità degli stessi, mediante le seguenti operazioni:

acquisizione del relativo formulario di identificazione riportante tra l’altro le caratteristiche chimico-fisiche o da quanto previsto dal Sistema Telematico per la Tracciabilità dei rifiuti (SISTRI) istituito con D.M. 17.12.300 e s.m.i;

qualora si tratti di rifiuti non pericolosi per cui l’allegato D alla parte IV del Decreto legislativo. 152/06 e s.m.i. prevedE un codice CER “voce a specchio” di analogo rifiuto pericoloso, il rifiuto potrà essere accettato solo previa verifica analitica della “non pericolosità”;

Tali operazioni dovranno essere eseguite per ogni conferimento di partite di rifiuti ad eccezione di quelli che provengono continuativamente da un ciclo tecnologico ben definito e conosciuto (singolo produttore), nel qual caso la verifica analitica dovrà essere almeno semestrale ad eccezione di quelli che provengono in modeste quantità da piccoli lavori edili di cui ai codici cer 170904, in tal caso la verifica dovrà essere effettuata al raggiungimento di un quantitativo di circa 500 mc. Nel caso in cui su tale cumulo venga accertata la non conformità, la ditta deve inviarlo a impianti terzi autorizzati per lo smaltimento/recupero.

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I campionamenti dei rifiuti devono essere effettuati con le modalità previste dalle norme UNI 10802:2004;

Per i rifiuti identificati dai codici CER 170904 (rifiuti misti dall’attività di costruzione e demolizione) deve essere ricercato l’amianto. La ricerca della presenza di amianto deve essere effettuata mediante esame del campione di rifiuti al microscopio al fine di individuare fibre o fascetti di fibre ascrivibili alle forme di amianto.

Per i rifiuti destinati alla produzione di aggregati per conglomerato cementizi deve essere ricercato il Cromo VI (idrosolubile) accertando il rispetto dello 0,0002% previsto dal Decreto del Ministero della Salute del 17.02.2005. Per la ricerca del Cromo VI (idrosolubile) deve essere applicato la metodica prevista dal quaderno CNR IRSA 16 Q 64 Vol.3 del 1986.

Per il rifiuto appartenenti alla famiglia del gruppo e), deve essere verificato, sul tal quale, che il contenuto di benzo [a]pirene e dibenzo [ab]antracene non superi il limite 0,01%.

Per i rifiuti appartenenti alla famiglia del gruppo b) deve essere ricercato il Ba (bario) e verificato che il rifiuto si presenti in forma di scorie granulate o uniblocchi con più dell’80% in peso di SiO2, CaO, Al2O3, MgO, FeO.

Per i rifiuti appartenenti alla famiglia del gruppo d) deve essere verificato che il contenuto massimo di fenolo sul tal quale sia pari a 200 ppm.

III) fino alla definitiva entrata in vigore del Sistema Telematico per la Tracciabilità dei Rifiuti (SISTRI) istituito con il D.M. 17.12.2009 e s.m.i., qualora il carico di rifiuti sia respinto, il gestore dell’impianto deve comunicarlo alla Provincia entro e non oltre 24 ore, allegando alla comunicazione anche fotocopia del formulario di identificazione;

IV) le analisi devono essere effettuate applicando metodiche standardizzate o riconosciute valide a livello nazionale, comunitario o internazionale;

V) la gestione deve altresì essere effettuata in conformità a quanto previsto dal d.lgs. 152/06 e da altre normative specifiche relative all’attività in argomento e, in ogni caso, deve avvenire senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente e, in particolare:

a) senza determinare rischi per l'acqua, l'aria, il suolo, nonché per la fauna e la flora; b) senza causare inconvenienti da rumori o odori; c) senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alla

normativa vigente.

VI) Il deposito temporaneo dei rifiuti prodotti (se non autorizzati allo stoccaggio) deve rispettare la definizione di cui all’art. 183, c.1, lettera bb) del D. Lgs. 152/06.

VII) I rifiuti devono essere stoccati per categorie omogenee e devono essere contraddistinti da codice C.E.R., in base alla provenienza ed alle caratteristiche del rifiuto stesso.

VIII) Nell’impianto non possono essere effettuate operazioni di miscelazione e raggruppamento di rifiuti aventi CER diversi e/o diverse caratteristiche di pericolosità, se non preventivamente autorizzati secondo le specifiche stabilite dal D.d.s. 1795 del 04/03/2014, fatte salve le operazioni di miscelazione prima del trattamento all’interno del medesimo impianto, come precisato nell’Allegato A, Punto 2 “Esclusioni” dello stesso D.d.s.

IX) Devono essere adottate tutte le cautele per impedire il rilascio di fluidi pericolosi e non pericolosi, la formazione degli odori e la dispersione di aerosol e di polveri.

X) Le aree interessate dalle movimentazioni, dallo stoccaggio, dal trattamento e dalle soste operative dei mezzi operanti a qualsiasi titolo sul rifiuto, devono essere impermeabilizzate, possedere adeguati requisiti di resistenza in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche dei rifiuti stoccati e realizzate in modo tale da garantire la salvaguardia delle acque di falda e da facilitare la ripresa dei possibili sversamenti.

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XI) Le pavimentazioni di tutte le sezioni dell’impianto (aree di transito, di sosta, di carico/scarico degli automezzi e di trattamento) devono essere sottoposte a periodico controllo e ad eventuale manutenzione al fine di garantire l’impermeabilità delle relative superfici.

XII) Le aree funzionali dell’impianto utilizzate per lo stoccaggio dei rifiuti e degli aggregati legati e non legati devono essere adeguatamente contrassegnate con idonea cartellonistica al fine di rendere nota la natura dei rifiuti, dei prodotti, degli EoW. Devono inoltre essere apposte tabelle riportanti le norme di comportamento del personale addetto alle operazioni di gestione. Le aree dovranno inoltre essere facilmente identificabili, anche mediante apposizione di idonea segnaletica a pavimento.

XIII) Le aree di messa in riserva devono essere separate da quelle di deposito preliminare. XIV) Le aree di stoccaggio e i contenitori dei rifiuti devono essere adeguatamente contrassegnati al fine di

rendere nota la natura dei rifiuti, oltre a riportare sigla di identificazione che deve essere utilizzata per la compilazione dei registri di carico e scarico.

XV) Se il deposito dei rifiuti avviene in recipienti mobili questi devono essere provvisti di: a. idonee chiusure per impedire la fuoriuscita del contenuto; b. accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di

riempimento e di svuotamento; c. mezzi di presa per rendere sicure ed agevoli le operazioni di movimentazione.

XVI) Le operazioni di stoccaggio devono essere effettuate in conformità a quanto previsto dalla circolare n. 4 approvata con d.d.g. 7 gennaio 1998, n. 36, ed in particolare dalle “norme tecniche” che, per quelle non indicate, modificate, integrate o sostituite dal presente a tto, si intendono, per quanto applicabili alle modalità di stoccaggio individuate dall’Impresa, tutte richiamate.

XVII) I rifiuti non pericolosi sottoposti all’operazione di messa in riserva (R13) dovranno essere sottoposti all’operazione di recupero autorizzata presso il proprio sito (R5) o destinati ad impianti di recupero di terzi entro massimo sei (6) mesi dalla data di accettazione degli stessi nell’impianto.

XVIII) I rifiuti destinati alla sola messa in riserva possono essere ritirati a condizione che la Società, prima dell’accettazione della partita di rifiuti, chieda le specifiche del medesimo in relazione al contratto stipulato con il soggetto finale che ne effettuerà le operazioni di recupero finale.

XIX) La ditta dovrà tenere in impianto ed a disposizione degli organi di controllo le specifiche UNI EN e le marcature CE alle quali fa riferimento ai fini della classificazione del materiale trattato come aggregato riciclato.

XX) restano sottoposti al regime dei rifiuti i prodotti:

− derivanti dalle operazioni di recupero R5 non rispondenti a quanto previsto dal presente atto; − che non vengano destinati in modo effettivo ed oggettivo all’utilizzo nei cicli di consumo o di

produzione;

XXI) Entro 6 mesi dalla data di ricezione del provvedimento il Gestore deve verificare l’eventuale necessità di modificare il Protocollo di gestione dei rifiuti che racchiude, nel rispetto della normativa ambientale vigente, tutte le procedure adottate per la caratterizzazione preliminare, il conferimento, l’accettazione, il congedo dell’automezzo, i tempi e le modalità di stoccaggio dei rifiuti in ingresso all’impianto ed a fine trattamento, nonché le procedure di trattamento a cui sono sottoposti i rifiuti e le procedure di certificazione dei rifiuti trattati ai fini dello smaltimento e/o recupero. Altresì, tale documento deve tener conto delle prescrizioni gestionali già inserite nel quadro prescrittivo del presente documento. Pertanto l’installazione deve essere gestita con le modalità in esso riportate;

XXII) Il protocollo di gestione dei rifiuti deve essere tenuto presso l’installazione e messo a disposizione degli Enti di controllo;

XXIII) il Protocollo di gestione dei rifiuti deve essere revisionato in relazione a mutate condizioni di operatività dell’impianto o a seguito di modifiche delle norme applicabili;

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E.5.3 Prescrizioni generali

XXIV) Devono essere adottati tutti gli accorgimenti possibili per ridurre al minimo la quantità di rifiuti prodotti, nonché la loro pericolosità.

XXV) La gestione dei rifiuti dovrà essere effettuata da personale edotto del rischio rappresentato dalla loro movimentazione e informato della pericolosità dei rifiuti; durante le operazioni gli addetti dovranno disporre di idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) in base al rischio valutato;

XXVI) Per i rifiuti da imballaggio devono essere privilegiate le attività di riutilizzo e recupero. È vietato lo smaltimento in discarica degli imballaggi e dei contenitori recuperati, ad eccezione degli scarti derivanti dalle operazioni di selezione, riciclo e recupero dei rifiuti di imballaggio. È inoltre vietato immettere nel normale circuito dei rifiuti urbani imballaggi terziari di qualsiasi natura.

E.5.4 Prescrizioni per la cantierizzazione

XXVII) Prima delle operazioni di scavo per lo sbancamento della nuova area deve essere realizzata la recinzione del cantiere e/o esecuzione della recinzione definitiva con muretto e rete plastificata;

XXVIII) Deve essere realizzato apposito accesso al cantiere dotato di cancello e arretrato di 15 mt su via Dugali Sera;

XXIX) Le operazioni di sbancamento devono essere effettuate da nord a sud, così da lasciare le ultime fasi di scavo in prossimità di via Dugali Sera come fase finale;

XXX) I lavori di sbancamento devono completarsi in 12 mesi dalla data di sottoscrizione dell’autorizzazione;

XXXI) I mezzi impiegati nella fase di sbancamento non devono superare i 15 mezzi/giorno;

XXXII) Le operazioni di scavo e movimento terre devono essere effettuate esclusivamente in orario diurno (7.30-12.00, 13.00-17.00);

XXXIII) Durante la fase di movimentazione delle terre prodotte dallo sbancamento devono essere impiegati irrigatori anche mobili per la nebulizzazione della viabilità di accesso al cantiere al fine di contenere la dispersione di polveri sulle aree limitrofe;

XXXIV) I lavori di scavo non possono interferire in alcun modo con l’escursione della falda;

E.6 Ulteriori prescrizioni I. Ai sensi dell’art.29-nonies del Titolo III bis Parte seconda del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., il

gestore è tenuto a comunicare all'Autorità competente e ad ARPA variazioni nella titolarità della gestione dell'impianto ovvero modifiche progettate dell'impianto siano esse di carattere sostanziale o non sostanziale.

II. Ai sensi dell’art 29-decies comma 5, del Titolo III bis Parte seconda del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., al fine di consentire le attività dei commi 3 e 4 del medesimo articolo, il Gestore deve fornire tutta l'assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all'impianto, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessaria ai fini del presente decreto.

III. Qualora le analisi previste dal piano di monitoraggio evidenziassero il superamento dei limiti fissati nel quadro prescrittivo E, la Ditta deve:

- adottare tempestivamente tutti gli accorgimenti necessari per garantire il rispetto dei limiti (riduzione/ sospensione dell’attività oggetto del superamento, modifica del processo produttivo, installazione/potenziamento/sostituzione di idoneo sistema di contenimento delle emissioni (aria, acqua e rumore) fra quelli previsti dalle Migliori Tecnologie Disponibili);

- comunicare il superamento del limite entro le 24 ore successive al riscontro del superamento medesimo all'autorità competente, al Comune ed all’Arpa;

- comunicare tempestivamente agli enti competenti gli accorgimenti sopraindicati e le cause eventualmente individuate;

- a conclusione degli interventi, effettuare nuove analisi, la cui data dovrà essere comunicata all’Arpa con almeno 10 giorni di anticipo al fine di consentire un controllo congiunto, con dimostrazione del rispetto dei limiti stessi e trasmissione dei referti analitici agli Enti entro 10 giorni

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dal termine del ciclo di campionamento;

IV) Il Gestore dell’installazione IPPC deve : - rispettare i valori limite nelle condizioni di avvio, arresto e malfunzionamento fissati nel quadro

prescrittivo E per le componenti aria, acqua e rumore; - ridurre, in caso di impossibilità del rispetto dei valori limite, le produzioni fino al raggiungimento dei

valori limite richiamati o sospendere le attività oggetto del superamento dei valori limite stessi; - fermare, in caso di guasto, avaria o malfunzionamento dei sistemi di contenimento delle emissioni

in aria o acqua i cicli produttivi o gli impianti ad essi collegati entro 60 minuti dalla individuazione del guasto;

IV) Ai sensi del d.lgs. 152/06 e s.m.i. art. 29 decies, comma 5, al fine di consentire le attività dei commi 3 e 4, il gestore deve fornire tutta l'assistenza necessaria per lo svolgimento di qualsiasi verifica tecnica relativa all'istallazione, per prelevare campioni e per raccogliere qualsiasi informazione necessaria ai fini del presente decreto;

V) Devono essere rispettate le seguenti prescrizioni per le fasi di avvio, arresto e malfunzionamento dell’istallazione: - Il Gestore dell’installazione IPPC deve comunicare tempestivamente all'Autorità Competente e al

Dipartimento ARPA competente per territorio eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente, secondo quanto previsto dall’art. 29-decies c. 3 c) del DLgs 152/06 e s.m.i.;

- fermare, in caso di guasto, avaria o malfunzionamento dei sistemi di contenimento delle emissioni in aria o acqua l’attività di trattamento dei rifiuti ad essi collegati immediatamente dalla individuazione del guasto.

IV) il sistema di bagnamento dei cumuli deve garantire una portata di acqua tale per cui vengano contenuti i fenomeni di percolamento, ma allo stesso tempo deve garantire la formazione di uno strato superficiale adeguato a limitare la dispersione delle polveri;

V) per il bagnamento dei rifiuti devono essere privilegiate le acque meteoriche raccolte nei serbatoi di accumulo rispetto alle acque emunte da pozzo;

VI) per il contenimento delle polveri derivanti dallo stoccaggio del rifiuto identificato al codice CER 170302 e per evitare il dilavamento degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) si deve procedere alla copertura dei cumuli con teli;

VII) in attesa della conclusione del procedimento di modifica sostanzile della concessione di utilizzo acque sotterranee, la ditta deve garantire l’approvvigionamento di acqua potabile tramite utilizzo di boccioni e/o tank o sistemi equivalenti;

VIII) Il gestore deve comunicare preventivamente a tutti gli Enti (Provincia, Comune, ARPA, la data di avvio dei singoli impianti e la data di messa a regime dell’istallazione IPPC;

IX) Per la mitigazione ambientale e paesistica si dovranno osservare le seguenti prescrizioni: l’impianto vegetazionale da porre a mitigazione lungo il confine dell’area di intervento dovrà

essere realizzato mediante la messa a dimora delle seguenti specie arbustive, di altezza non inferiore a 1,50 m: Ligustro (Ligustrum vulgare), Biancospino (Crataegus monogyna), Lantana (Viburnum lantana), Prugnòlo (Prunus spinosa), Nocciolo (Corylus avellana). La siepe dovrà essere realizzata in fila semplice con distanza fra gli arbusti di 1,5 m, collocati preferibilmente alternati, al centro di una fascia larga 2 metri;

le scarpate di nuova formazione dovranno essere raccordate stabilmente con il piano di campagna con la pronta ricostituzione del cotico erboso;

la siepe lungo il perimetro dell’impianto esistente dovrà essere rinfoltita, ove necessario, con le specie sopra indicate;

l’attività di reintroduzione della vegetazione prevista in progetto dovrà avvenire conformemente alla “Direttiva sull’impiego dei materiali vegetali vivi negli interventi di ingegneria naturalistica in Lombardia” approvata con d.G.R.L n. 6/29567 del 01/07/1997 e secondo le indicazioni della direttiva “Quaderno opere tipo di ingegneria naturalistica” approvato con d.G.R.L. n. 6/48740 del 28/02/2000;

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al fine di agevolare il radicamento e l’affrancamento degli elementi arbustivi sopra indicati tutti gli esemplari dovranno derivare da produzione vivaistica;

tutti gli interventi di mitigazione ambientale dovranno essere più volte ripetuti fino alla ricostruzione del cotico erboso, e fino al completo attecchimento degli elementi arbustivi reintrodotti;

nella fase successiva ai lavori di riqualificazione ambientale si dovranno porre in atto gli eventuali interventi correttivi o manutentori necessari a garantire l’affrancarsi della vegetazione provvedendo all’effettuazione delle necessarie cure colturali;

le recinzioni potranno essere realizzate con cordolo in cls non superiore a 20 cm dal piano di campagna posizionate verso l’interno dell’impianto, e schermate esternamente dalla fascia di vegetazione posta a mitigazione;

X) deve essere rispettato il piano di utilizzo delle terre e rocce specificatamente descritto alla sezione A3 e le prescrizioni del D.M. 161 el 10/08/2012.

E.7 Monitoraggio e Controllo

I) Il monitoraggio e controllo dovrà essere effettuato seguendo i criteri individuati nel piano relativo descritto al paragrafo F.

II) Le registrazioni dei dati previsti dal Piano di monitoraggio devono essere tenuti a disposizione degli Enti responsabili del controllo e devono essere messi a disposizione degli Enti mediante la compilazione per via telematica dell’applicativo denominato “AIDA” (disponibile sul sito web di ARPA Lombardia all'indirizzo: www.arpalombardia.it/aida) secondo quanto disposto dalla Regione Lombardia con Decreti della D.G. Qualità dell’Ambiente n. 14236 del 3 dicembre 2008 n. 1696 del 23 febbraio 2009 e con decreto n. 7172 del 13 luglio 2009.

III) Sui referti di analisi devono essere chiaramente indicati: l’ora, la data, la modalità di effettuazione del prelievo, il punto di prelievo, la data e l’ora di effettuazione dell’analisi, gli esiti relativ i e devono essere firmati da un tecnico abilitato.

E.8 Prevenzione e Gestione degli eventi emergenziali I) Il gestore deve mantenere efficienti tutte le procedure per prevenire gli incidenti (pericolo di

incendio e scoppio e pericoli di rottura di impianti, fermata degli impianti di abbattimento, reazione tra prodotti e/o rifiuti incompatibili, sversamenti di materiali contaminanti in suolo e in acque superficiali, anomalie sui sistemi di controllo e sicurezza degli impianti produttivi e di abbattimento, adeguato equipaggiamento di protezione personale per gli operatori-autorespiratori in zone di facili accesso in numero congruo), e garantire la messa in atto dei rimedi individuati per ridurre le conseguenze degli impatti sull’ambiente.

II) Il Gestore dell’installazione IPPC deve comunicare tempestivamente all'Autorità Competente, al Comune, alla Provincia e ad ARPA eventuali inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente, nonché eventi di superamento dei limiti prescritti, indicando: a. cause; b. aspetti/impatti ambientali derivanti; c. modalità di gestione/risoluzione dell’evento emergenziale; d. tempistiche previste per la risoluzione/ripristino.

III) L’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi dovrà essere dettagliato rispetto all’accesso agli impianti.

E.9 Interventi sull’area alla cessazione dell’attività

I) Deve essere evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale secondo quanto disposto all’art. 6, comma 16, lettera f) del D.Lgs. n.152/06.

II) La ditta dovrà a tal fine inoltrare, all’Autorità Competente, ad ARPA ed al Comune, non meno di 6

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mesi prima della comunicazione di cessazione dell’attività, un Piano di Indagine Ambientale dell’area a servizio dell’insediamento all’interno del quale dovranno essere codificati tutti i centri di potenziale pericolo per l’inquinamento del suolo, sottosuolo e delle acque superficiali e/o sotterranee quali, ad esempio, impianti ed attrezzature, depuratori a presidio delle varie emissioni, aree di deposito o trattamento rifiuti, serbatoi interrati o fuori terra di combustibili o altre sostanze pericolose e relative tubazioni di trasporto, ecc.., documentando i relativi interventi programmati per la loro messa in sicurezza e successivo eventuale smantellamento.

III) Tale piano dovrà:

a. identificare ed illustrare i potenziali impatti associati all’attività di chiusura; b. programmare e temporizzare le attività di chiusura dell’impianto comprendendo lo

smantellamento delle parti impiantistiche, del recupero di materiali o sostanze stoccate ancora eventualmente presenti e delle parti infrastrutturali dell’insediamento;

c. identificare eventuali parti dell’impianto che rimarranno in situ dopo la chiusura/smantellamento motivandone la presenza e l’eventuale durata successiva, nonché le procedure da adottare per la gestione delle parti rimaste;

d. verificare ed indicare la conformità alle norme vigenti all’atto di predisposizione del piano di dismissione/smantellamento dell’impianto;

e. indicare gli interventi in caso si presentino condizioni di emergenza durante la fase di smantellamento;

IV) Le modalità esecutive del ripristino finale e del recupero ambientale dovranno essere attuate previo nulla-osta dell’Autorità Competente, sentita ARPA, fermi restando gli obblighi derivanti dalle vigenti normative in materia;

V) l ripristino finale ed il recupero ambientale dell’area ove insiste l’impianto devono essere effettuati secondo quanto previsto dal progetto approvato in accordo con le previsioni contenute nello strumento urbanistico vigente;

VI) Il titolare della presente autorizzazione dovrà, ai suddetti fini, eseguire idonea investigazione delle matrici ambientali tesa a verificare il rispetto dei limiti previsti dalla normativa vigente in materia di siti inquinati e comunque di tutela dell’ambiente;

VII) All’Autorità Competente per il controllo, avvalendosi di ARPA, è demandata la verifica dell’avvenuto ripristino ambientale da certificarsi al fine del successivo svincolo della garanzia finanziaria, a cura dell’Autorità Competente.

E.10 Applicazione dei principi di prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento e relative tempistiche

Il gestore, nell’ambito dell’applicazione dei principi dell’approccio integrato e di prevenzione- precauzione, dovrà aver attuato, entro un anno dalla notifica del presente Atto, al fine di promuovere un miglioramento ambientale qualitativo e quantitativo, quelle BAT “NON APPLICATE” individuate al paragrafo D1 e che vengono prescritte in quanto coerenti, necessarie ed economicamente sostenibili per la tipologia di impianto presente. n. BAT PRESCRITTA NOTE

1

Implementazione e mantenimento di un Sistema di Gestione Ambientale a. Definizione di una politica ambientale b. Pianificazione e emissione di procedure c. Attuazione delle procedure d. Verifica delle prestazioni e adozione di misure correttive eventuali e. Recensione del top managment

entro 30 giorni dalla data di ricezione del provvedimento

Inoltre, il Gestore dovrà rispettare le seguenti scadenze realizzando, a partire dalla data di rilascio della

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presente autorizzazione, quanto riportato nella tabella seguente: INTERVENTO TEMPISTICHE Installazione di un misuratore di portata/contaore di funzionamento non azzerabile della pompa di rilancio delle acque di prima pioggia dalla vasca di sedimentazione.

OTTEMPERATO

Salvo diverse disposizioni nazionali/regionali che dovessero intervenire successivamente, il Gestore dovrà eseguire entro tre mesi dalla notifica del presente atto, la verifica della sussistenza dell’obbligo di presentazione della relazione di riferimento (Allegato 1 DM 272/14) di cui all’art. 5, comma 1, lettera v- bis) del d.lgs. n. 152/06 e presentarne gli esiti all’Autorità Competente ai sensi dell’art.3 comma 2 dello stesso decreto.

OTTEMPERATO Documentazione P.G. prov. n. 128294 del 29/10/2015

Studio di fattibilità che preveda una valutazione tecnico-economica di soluzioni atte a limitare le emissioni di polveri dall’impianto di frantumazione

OTTEMPERATO La ditta ha previsto il convogliamento ed il trattamento dell’emissione

il Gestore deve verificare l’eventuale necessità di modificare il Protocollo di gestione dei rifiuti nel quale devono essere racchiuse, nel rispetto della normativa ambientale vigente, tutte le procedure adottate per la caratterizzazione preliminare, il conferimento, l’accettazione, il congedo dell’automezzo, i tempi e le modalità di stoccaggio dei rifiuti in ingresso all’impianto ed a fine trattamento, nonché le procedure di trattamento a cui sono sottoposti i rifiuti e le procedure di certificazione dei rifiuti trattati ai fini dello smaltimento e/o recupero. Altresì, tale documento dove tener conto delle prescrizioni gestionali già inserite nel quadro prescrittivo del presente documento. Pertanto l’installazione deve essere gestito con le modalità in esso riportate;

Entro 6 mesi dalla data di ricevimento del provvedimento

La ditta dove effettuare le misurazioni in campo di acustica ambientale, dandone comunicazione ad ARPA, Comune e Ufficio Rifiuti, almeno 30 gg prima dell’effettuazione delle stesse. Le misurazioni in campo di acustica ambientale, dovranno essere redatte da tecnico competente in acusticaambientale secondo la DGR 8313/02. Preliminarmente si dovrà individuare in accordo con il Comune e ARPA gli eventuali recettori sensibili più prossimi all’impianto come previsto dalla legge 447/95.

Entro 6 mesi dalla messa a regime di tutte le emissioni nuove e/o modificate

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F.PIANO DI MONITORAGGIO F.1 Finalità del monitoraggio

La tabella seguente specifica le finalità del monitoraggio e dei controlli attualmente effettuati e di quelli proposti per il futuro.

Obiettivi del monitoraggio e dei controlli Monitoraggi e controlli Attuali Proposte

Valutazione di conformità all’AIA X

Aria X

Acqua X

Suolo

Rifiuti X

Rumore X

Gestione codificata dell’impianto o parte dello stesso in funzione della precauzione e riduzione dell’inquinamento

X

Raccolta di dati nell’ambito degli strumenti volontari di certificazione e registrazione (EMAS, ISO)

X

Raccolta di dati ambientali nell’ambito delle periodiche comunicazioni (es. E-PRTR) alle autorità competenti

X

Raccolta di dati per la verifica della buona gestione e l’accettabilità dei rifiuti per gli impianti di trattamento e smaltimento

X

Altro

Tabella F1– finalità del monitoraggio

F.2 Chi effettua il self-monitoring

La tabella rileva, nell’ambito dell’auto-controllo proposto, chi effettua il monitoraggio.

Gestore dell’impianto (controllo interno) X

Società terza contraente (controllo interno appaltato) X Tabella F2 autocontrollo

F.3 Parametri da monitorare

F.3.1Impiego di sostanze Al momento la ditta non utilizza materie prime ausiliarie come additivi ai rifiuti trattati.

La tabella seguente individua le modalità di monitoraggio sulle materie (prodotti intermedi/sottoprodotti/scarti di produzione) derivanti dal trattamento dei rifiuti:

n.ordine Attività IPPC e

non

Identificazione della materia recuperata

Anno di

riferimento

Quantità annua totale recuperata

(t/anno)

Quantità specifica

(t materia / t rifiuto trattato)

% di recupero sulla quantità annua di

rifiuti trattati

1 2

Materiale trattato e non conforme reimmesso nel ciclo produttivo

X

X

X

X

Tab. F3 – Recuperi di materia

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F.3.2 Risorsa idrica

La tabella seguente individua il monitoraggio dei consumi idrici che si intende realizzare per l’ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica.

Tipologia

Anno di riferimento

Fase di utilizzo

Frequenza di lettura

Consumo annuo totale

(m3/anno)

Consumo annuo

specifico (m3/tonnellata di rifiuto trattato)

Consumo annuo per

fasi di processo (m3/anno)

% ricircolo

Acqua da pozzo

X Contenimento emissioni diffuse

annuale

X

X

-

-

Tab. F4 - Risorsa idrica

F.3.3Risorsa energetica

La tabella seguente riassume gli interventi di monitoraggio previsti ai fini della ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa energetica:

N.ordine Attività

IPPC e non o intero complesso

Tipologia risorsa

energetica

Anno di

riferimento

Tipo di utilizzo

Frequenza

di rilevamento

Consumo annuo totale (KWh /anno)

Consumo annuo

specifico (KWh /t di

rifiuto trattato)

Consumo annuo per

fasi di processo

(KWh /anno)

1; 2 gasolio X Produttivo annuale X X X

Tab. F5 - Combustibili

F.3.4 Aria

La seguente tabella individua per ciascun punto di emissione, in corrispondenza dei parametri elencati, la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:

Parametro (*) E1

(***) E4

(***) Modalità di controllo

Metodi (**) Continuo Discontinuo

C. Org.

IPA X annuale NIOSH 5515

Altri composti

PM X X annuale UNI EN 13284-1

Silice libera cristallina (1) X X annuale UNI 10568

COT

X annuale UNI EN 12619:2002 (C<20 mg/m3)

(1) Inteso come silice libera cristallina compresa nel limite precedente

Tab. F6- Inquinanti monitorati

(*) Il monitoraggio delle emissioni in atmosfera dovrà prevedere il controllo di tutti i punti emissivi e dei parametri significativi dell’impianto in esame, tenendo anche conto del suggerimento riportato nell’allegato 1 del DM del 23 novembre 2001 (tab. da 1.6.4.1 a 1.6.4.6). In presenza di emissioni con flussi ridotti e/o emissioni le cui concentrazioni dipendono esclusivamente dal presidio depurativo (escludendo i parametri caratteristici di una determinata attività produttiva) dopo una prima analisi, è possibile proporre misure parametriche alternative a quelle analitiche, ad esempio tracciati grafici della temperatura, del ΔP, del pH, che documentino la non variazione dell’emissione rispetto all’analisi precedente.

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(**) Qualora i metodi analitici e di campionamento impiegati siano diversi dai metodi previsti dall’autorità competente di cui all’allegata tabella o non siano stati indicati, il metodo prescelto deve rispondere ai principi stabiliti dalla norma UNI17025 indipendentemente dal fatto che il Laboratorio che effettua l’analisi sia già effettivamente accreditato secondo la predetta norma per tale metodo.

Per le emissioni E2 ed E3 (silos di stoccaggio di cemento) i limiti di emissione si considerano rispettati qualora i silos siano presidiati da un sistema di filtrazione a secco, mantenuto in condizioni di efficienza secondo quanto prescritto dal costruttore o, comunque, sottoposto ad operazioni di manutenzione almeno semestrali, annotate in apposito registro.

Emissioni diffuse: si assume che in presenza di un impianto di nebulizzazione i limiti siano rispettati. Per le caratteristiche dell’impianto/attività non è possibile effettuare rilievi analitici.

F.3.5 Acqua

Per ciascuno scarico, in corrispondenza dei parametri elencati, la tabella riportata di seguito specifica la frequenza del monitoraggio ed il metodo utilizzato:

Parametri Sc1 – acque di prima/seconda

pioggia

Sc2 – acque reflue

domestiche

Modalità di controllo Metodi IRSA(*)

Continuo

Discontinuo

Volume acqua (m3/anno) X annuale

pH X annuale 2060

Solidi sospesi totali X X** annuale 2090

COD X annuale 5130

Alluminio X annuale 3050

Arsenico (As) e composti X annuale 3080

Bario X annuale 3090

Boro X annuale 3110

Cadmio (Cd) e composti X (#) annuale 3120

Cromo (Cr) e composti X annuale 3150

Ferro X annuale 3160 Manganese X annuale 3190 Mercurio (Hg) e composti X (#) annuale 3200 Nichel (Ni) e composti X annuale 3220 Piombo (Pb) e composti X annuale 3230 Rame (Cu) e composti X annuale 3250 Stagno X annuale 3280 Zinco (Zn) e composti X annuale 3320 Solfati X annuale 4140 Cloruri X annuale 4090 Fluoruri X annuale 4100 Fosforo totale X annuale 4110 Azoto totale X annuale 4060 Saggio di tossicità acuta X annuale UNI EN ISO 11348-3:2009

(*) In accordo a quanto riportato nella nota “Definizione di modalità per l’attuazione dei Piani di Monitoraggio e Controllo “ di ISPRA prot. 18712 dell’1/6/11 i metodi di campionamento ed analisi devono essere basati su metodiche riconosciute a livello nazionale o internazionale. Le attività di laboratorio devono essere eseguite in strutture accreditate second o la norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 per i parametri di interesse e, in ogni modo, i laboratori d’analisi essere dotati almeno di un sistema di gestione della qualità certificato secondo la norma ISO 9001.

(**) limitatamente al primo anno.

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(#) rientrano tra le sostanze per cui è previsto il divieto di scarico sul suolo: sostanze di cui al punto 2.1 dell’Allegato 5 parte Terza del D.Lgs. 152/06. Tali sostanze si intendono assenti quando sono in concentrazioni non superiori ai limiti di rilevabi lità delle metodiche di rilevamento in essere all’entrata in vigore del d.lgs. 152/06 o dei successivi aggiornamenti.

Tab. F7- Inquinanti monitorati F.3.5.1 Monitoraggio delle acque sotterranee Le tabelle seguenti indicano le caratteristiche dei punti di campionamento delle acque sotterranee:

Piezometro

Posizione

piezometro

Localizzazione UTM32-WGS84

Livello piezometrico medio della falda (*)

Profondità del piezometro

(m)

Profondità dei filtri (m)

N.1

Monte X: 604.891 Y: 5.028.272

-2,20 / -2,50 14 n.a.

N.2

Valle X: 604.908 Y: 5.028.138

-2,70 / -3,00 14 n.a.

(*) quota falda relativa al piano di calpestio, il quale è posto a -5,35 metri rispetto al piano campagna

Tab. F8- Piezometri Piezometro

Posizione piezometro

Misure quantitative

Livello statico (m.s.l.m.)

Livello dinamico (m.s.l.m.)

Frequenza misura

N.1 Monte X X X Continuo

N.2 Valle X X X Continuo

Tab. F9 – Misure piezometriche quantitative

La Ditta dovrà effettuare monitoraggio quadrimestrale delle acque di falda limitatamente ai parametri caratteristici del ciclo tecnologico.

F.3.6 Rumore

La campagna di rilievi acustici prescritta ai paragrafi E.3.4 dovrà rispettare le seguenti indicazioni:

gli effetti dell'inquinamento acustico vanno principalmente verificati presso i recettori esterni, nei punti concordati con ARPA e COMUNE;

la localizzazione dei punti presso cui eseguire le indagini fonometriche dovrà essere scelta in base alla presenza o meno di potenziali ricettori alle emissioni acustiche generate dall'impianto in esame.

in presenza di potenziali ricettori le valutazioni saranno effettuate presso di essi, viceversa, in assenza degli stessi, le valutazioni saranno eseguite al perimetro aziendale.

La tabella seguente riporta le informazioni che la Ditta fornirà in riferimento alle indagini fonometriche prescritte:

Codice univoco

identificativo del punto di

monitoraggio

Descrizione e localizzazione del punto (al perimetro/in

corrispondenza di recettore specifico: descrizione e

riferimenti univoci di localizzazione)

Categoria di limite da verificare (emissione, immissione assoluto,

immissione differenziale)

Classe acustica di appartenenza del

recettore

Modalità della

misura (durata e tecnica di

campionamento)

Campagna (Indicazione delle date e del periodo relativi a ciascuna

campagna prevista)

X X X X X X

Tab. F10 – Verifica d’impatto acustico

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F.3.7 Radiazioni

Nella tabella successiva si riportano i controlli radiometrici su materie prime o rifiuti trattati che la Ditta effettua:

Materiale controllato

Modalità di controllo Frequenza controllo

Modalità di registrazione dei controlli effettuati

SCORIE

Apparegghiatura portatite/portale

Su tutti i carichi in ingresso

In accordo a quanto previsto dal D.Lgs. 17 marzo 1995 n. 230 e s.m.i., facendo riferimento ai contenuti tecnici già previsti nell’ordinanza del Presidente della Regione Lombardia n. 57671 del 20.06.1997 e relativi allegati, ovvero alle altre norme applicabili.

Tab. F11– controllo radiometrico

F.3.8 Rifiuti

Le tabelle seguenti riportano il monitoraggio delle quantità e le procedure di controllo sui rifiuti in ingresso ed uscita dal complesso.

CER autorizzati

Operazione autorizzata

Quantità annua (t)

trattata/stoccata

Quantità specifica

*

Eventuali controlli effettuati

Frequenza controllo

Modalità di registrazione dei controlli

effettuati

Anno di riferimento

X R X X

Secondo la procedura

di cui al paragrafo

B.5.1e E.5.1

Secondo la procedura di

cui al paragrafo

B.5.1 e E.5.1

Cartaceo da tenere a

disposizione degli enti di

controllo

X

*riferita al quantitativo in t di rifiuto per tonnellata di materia finita prodotta nell’anno di monitoraggio

Il campionamento dei rifiuti in ingresso, effettuate in regime di autocontrollo, deve essere condotta con le modalità previste dalla norma UNI 10802 e norme applicative collegate vigenti all’atto del controllo o, nel caso di ritiro della norma citata e/o collegate con sostituzione si applica le nuove norme. Qualora la citata norma venga ritirata e non sostituita si applica la norma ritirata.

Tab. F12 – Controllo rifiuti in ingresso

La tabella F13 riporta il monitoraggio delle quantità e le procedure di controllo sui rifiuti in uscita dal complesso.

CER Quantità

annua prodotta (t)

Quantità specifica

Eventuali controlli effettuati

Frequenza controllo

Modalità di registrazione dei

controlli effettuati

Anno di riferimento

X X X X Annuale Cartaceo X

Codici Specchio

X X Verifica analitica della non

pericolosità

Al primo conferimento e

successivamente ogni 24 mesi

Cartaceo da tenere a

disposizione degli enti di controllo

X

Tab. F13 – Controllo rifiuti in uscita

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F.4 Gestione dell’impianto

F.4.1 Individuazione e controllo sui punti critici

Le seguenti tabelle specificano i sistemi di controllo previsti sui punti critici, riportando i relativi controlli (sia sui parametri operativi che su eventuali perdite) e gli interventi manutentivi.

Impianto/parte di esso/fase di

processo (inteso come

attività di recupero)

Parametri Perdite

Modalità di registrazione

dei controlli

Parametri

Frequenza

dei controlli

Fase*

Modalità di controllo

Inquinante

Sistemi abbattimento

polveri

Presenza polveri diffuse

giornaliera

Movimentazione / Stoccaggio / Trattamento

Visiva

-

Cartacea al verificarsi di

evento anomalo Frantoio/Vaglio

Rumore generato da allentamento

delle componenti

della carrozzeria

giornaliera

Trattamento

Visiva dei punti giuntura e delle

componenti della

carrozzeria

-

Cartacea al verificarsi di

evento anomalo

Sistemi di abbattimento

emissioni idriche

Funzionalità

impianto

semestrale

-

A cura di società specializzata: controllo pompe; controllo parti elettriche; verifica pulizia vasche e filtri

verifica della tenuta delle vasche di

raccolta delle acque di prima

pioggia

Cartacea

* Specificare se durante la fase d’indagine l’impianto è a regime o di arresto

Tab. F14 – Controlli sui punti critici

Impianto/parte di esso/fase di processo

Tipo di intervento Frequenza

Sistemi abbattimento polveri

Interruzione attività correlata e intervento istantaneo di riparazione

Al verificarsi di evento anomalo

Frantoio/Vaglio Interruzione attività correlata e intervento istantaneo di riparazione

Al verificarsi di evento anomalo

Sistemi di abbattimento emissioni idriche

Richiesta di intervento alla ditta incaricata delle manutenzioni

Al verificarsi di evento anomalo

Tab. F14– Interventi di manutenzione dei punti critici individuati

F.4.2 Aree di stoccaggio (vasche, serbatoi, etc.) Il gestore verifica:

• periodicamente l’integrità delle superfici pavimentate per escludere possibili contaminazioni del suolo sottostante;

• annualmente la perfetta tenuta della nuova vasca di raccolta/trattamento acque di prima pioggia;

• semestralmente la perfetta tenuta dell’esistente vasca di raccolta/trattamento acque di prima pioggia;

ALLEGATI:

• Tavola UNICA (trasmesso con nota registrata al P.G. prov. n. 127075 del 01/12/2016); • Allegato edilizia

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Allegato edilizia Prima dell’inizio dei lavori il titolare dell’autorizzazione o i suoi successivi aventi causa devono: A. inoltrare al Comune quanto segue:

a) versamento del contributo di costruzione, previsto dall’art. 16 D.P.R. n. 380 del 2001, nei modi e tempi di legge;

b) comunicazione, oltre la data di inizio lavori prevista dal punto 4) dell’atto autorizzativo, delle generalità del Direttore dei Lavori (questo anche qualora il direttore dei lavori sia lo stesso progettista) e dell’Impresa esecutrice;

c) trasmissione della documentazione prevista dall’art. 90 e 99 del d.lgs. n. 81/2008 e s.m.i.; d) presentazione del modello ISTAT debitamente compilato; e) dichiarazione ai sensi della legge n. 13 del 09/01/1989 (barriere architettoniche); f) denuncia dei lavori con strutture in cemento armato o metalliche ai sensi della legge n. 1086 del

1971, e degli articoli da 64 a 76 del D.P.R. n. 380 del 2001, della legge n. 64 del 1974, ed egli articoli da 83 a 103 del D.P.R. n. 380 del 2001 e del D.P.G.R. n. 0164/Pres. del 1989 corredata da tutta la documentazione di rito;

g) documentazione relativa agli impianti di cui al d.m. 22 gennaio 2008, n. 37 (solo per interventi che comprendono la realizzazione o la ristrutturazione di impianti di cui alla predetta legge);

h) relazione sul contenimento dei consumi energetici ai sensi della d.g.r. 5018/2007; i) progetto illuminotecnico, ai sensi della L.R. 17/2000, per gli impianti di illuminazione esterna,

anche a scopo pubblicitario, per i quali non ricorrano gli estremi della deroga di cui all’articolo 6, comma 3;

B. richiesta e ottenimento dell’autorizzazione per occupazioni, anche temporanee, di suolo pubblico necessario all’impianto del cantiere e, se necessario, alla manomissione del suolo pubblico per il transito, il taglio per posa tubazioni e cavi;

C. proteggere l’area di cantiere verso gli spazi esterni con recinzione in assito o altro materiale idoneo, segnalato agli angoli a tutta altezza e con posa di luce rossa serali e notturne, sui lati in fregio a spazi aperti al transito, anche solo pedonale, pubblico o privato;

D. collocare, all’esterno del cantiere, ben visibile al pubblico, un cartello con gli estremi (data e numero) dell’atto autorizzativo, le generalità del Committente, del Progettista, del Direttore dei lavori, dell’Impresa esecutrice e, se presenti, degli installatori degli impianti;

E. comunicare alla A.S.L. e all’Ispettorato del Lavoro la notifica preliminare di cui all’articolo 99 del d.lgs. n. 81/2008 e s.m.i., affiggendone una copia in cantiere.

Si rende noto che in assenza della presentazione del documento unico di regolarità contributiva (che non può essere sostituito da autocertificazione o dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà) l’atto autorizzativo, relativamente alla realizzazione dell’impianto, non è efficace ed i lavori eventualmente iniziati sono da considerasi abusivi.

Obblighi da osservare nel corso dei lavori fino alla loro ultimazione:

Durante l’esecuzione dei lavori, il titolare dell’atto autorizzativo o i suoi successivi aventi causa, ovvero il direttore dei lavori e l’impresa esecutrice, ognuno per quanto di propria competenza, devono:

a) osservare quanto autorizzato, così come le norme generali di legge e di regolamento, nonché le modalità esecutive fissate dell’atto autorizzativo medesimo, ai sensi della Parte Prima, Titolo IV, del D.P.R. n. 380 del 2001, restando responsabili di ogni violazione o difformità;

b) comunicare immediatamente al Comune e alla Provincia di Brescia l’eventuale sostituzione del Direttore dei Lavori o dell’Impresa esecutrice, comunicando le generalità dei nuovi soggetti;

c) provvedere immediatamente al ripristino e alla pulizia degli spazi pubblici eventualmente e accidentalmente danneggiati o imbrattati, ferme restando le responsabilità per la mancata autorizzazione e gli eventuali maggiori danni per il ripristino d’ufficio o l’interruzione delle utilità dei predetti spazi;

d) tutelare e conservare qualunque manufatto, impianto, attrezzatura, di proprietà pubblica o di soggetti gestori di pubblici servizi (numeri civici, tabelle toponomastiche, idranti, centraline, cavi aerei, tubazioni e reti interrate, paline stradali, segnaletica, pubblica illuminazione, idranti, chiusini, cordoli, aiuole ecc.).

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All’ultimazione dei lavori, il titolare dell’autorizzazione o i suoi successivi aventi causa, devono:

a) richiedere al Comune, entro 15 giorni dall’ultimazione, il certificato di agibilità ai sensi dell’articolo 25, comma 1, del D.P.R. n. 380 del 2001, o documentazione attestante la conformità del progetto ai sensi dell’art. 25 c. 5-bis del d.r.p. 380/2001, pena le sanzioni previste di legge.

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±0,00

-7,00

50

cm

Pozzoperdente

Pozzettodi campionamento

Filtroa coalescenza

Pompadi sollevamento allo scarico

Vasca accumuloe pompaggio

Piano di campagna

Vasche accumulo

lt. 20.000Pompa riempimento vasche accumulo

Sezione schema scarico/accumulo

acque meteoriche

scala 1:200

6 50 6

62

Min

. 50 c

m

5/10 cm

20

50

20

80

6 68 6

450

50

50

8

4150

8

> 1

,00 m

t50

-6,85

-0,70

GhiaionePozzetto ispezione

e campionamento

Trincea di sub-irrigazione

Pompa disollevameto

Fossa Imhoff

Rifiuti in ingresso

Tabella Superfici

-5,80-5,50

300

-7,00

120

100

-5,50

100

30

0

-4,80

Particolare Muro scarpata e Muro intermedio

DI.MA. srlVia Dugali sera n. 7 - 25018 MONTICHIARI (BS)

via Zilie Inferiori 7 - 25012 - CALVISANO (BS)

tel. e fax 030.96.86.667C.F./P.IVA 01875150987

[email protected]

Comune di MONTICHIARI

Provincia di BRESCIA

Ing. Gianluigi MACCABIANI

Geom. Paolo OTTONELLI

Ing. Matteo SCOLLATO

Ing. Mirko BRESSANELLI

Geom. Nicola CLERICI

Progettazione architettonica e strutturalecivile ed industriale

Studio Associato

Oggetto

Cliente

tecno progetti

Progetto

Tavola

Comm.

Scala

Il ClienteIl Progettista

disegno rev. data oggetto della revisioneaccettazionecontrollo

Domanda di Variante

Autorizzazione Integrata Ambientale

ai sensi del D.Lgs. 152/06