Altamura Gioacchino 340

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Pressiometro

Citation preview

  • Universit degli Studi di Roma La Sapienza Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica

    DOTTORATO DI RICERCA IN INGEGNERIA GEOTECNICA

    Studio dellallargo di una galleria con la

    tecnica del pretaglio

    Gioacchino Altamura

    Relatore: Prof. Alberto Burghignoli Co-relatori: Prof. Salvatore Miliziano

    Prof. Renato Ribacchi

  • INDICE

    Premessa ........................................................................................................................... 1

    1. Tecniche di esecuzione e allargo di gallerie................................................................. 5

    1.1 Scavo di gallerie in terreni sciolti ........................................................................... 5

    1.2 Allargo di gallerie................................................................................................. 11

    2. La galleria di Nazzano................................................................................................ 13

    2.1 Descrizione dellopera e dei lavori di allargo....................................................... 14

    2.2 Inquadramento geologico ..................................................................................... 19

    2.3 Caratterizzazione geotecnica ................................................................................ 20

    2.4 Il sistema di monitoraggio .................................................................................... 48

    3. Analisi numeriche dello scavo della galleria e dellallargo........................................ 51

    3.1 Introduzioni alle analisi numeriche ...................................................................... 51

    3.2 Analisi preliminari................................................................................................ 53

    3.2 Analisi definitive .................................................................................................. 75

    4. Risultati del monitoraggio .......................................................................................... 79

    4.1 Introduzione.......................................................................................................... 79

    4.2 Elaborazione dei dati di monitoraggio ................................................................. 81

    4.3 Le misure estensimetriche .................................................................................... 92

    4.4 Le misure inclinometriche.................................................................................. 107

    5. Risultati delle analisi numeriche .............................................................................. 111

    5.1 Introduzione........................................................................................................ 111

    5.2 Le analisi numeriche eseguite ............................................................................ 112

    6. Confronto tra risultati delle analisi e delle osservazioni sperimentali...................... 173

    6.1 Introduzione........................................................................................................ 173

    6.2 Il confronto ......................................................................................................... 174

    6.3 Conclusioni......................................................................................................... 199

    7. Considerazioni conclusive........................................................................................ 201

    Bibliografia................................................................................................................... 206

  • Certamente la natura interrogata dallesperimento una natura

    semplificata, preparata appositamente e occasionalmente mutilata in

    funzione delle ipotesi preesistente. Tutto ci non la priva della capacit di

    smentire la maggior parte delle ipotesi. Einstein era solito far notare che

    la natura, la maggior parte delle volte, risponde no alle domande che le

    vengono poste e solo occasionalmente dice forse. Lo scienziato dunque

    non fa tutto ci che vuole, non riesce a far dire alla natura quello che lui

    vuole, n pu, per lo meno sul lungo periodo, proiettare su di essa i

    desideri e le aspettative che gli ha pi a cuore. Lo scienziato corre

    veramente dei grossi rischi, tanto pi grandi quanto pi crede di circuire

    meglio la natura con la sua tattica, di metterla una volta per tutte con le

    spalle al muro..

    Il protocollo del dialogo sperimentale a nostro avviso unacquisizione

    irreversibile della cultura umana. Esso garantisce veramente che la natura

    interrogata dalluomo sar trattata come un essere indipendente.

    Certamente essa viene costretta ad esprimersi in un linguaggio forse

    inadeguato. Ma le procedure del metodo vietano di metterle in bocca le

    parole che si vorrebbero ascoltare. Il dialogo sperimentale forma anche la

    base del carattere comunicabile e riproducibile dei risultati scientifici.

    Anche se costringiamo la natura ad esprimersi in maniera parziale, una

    volta che essa ha parlato in condizioni riproducibili, tutti si inchinano:

    infatti essa non mente mai, la natura non ci inganna.

    La nuova alleanza - Ilya Prigogine, Isabelle Stengers

  • Premessa _________________________________________________________________________

    1

    Premessa

    Nella presente tesi si riportano le attivit sviluppate e la ricerca realizzata durante il

    Dottorato di Ricerca in Ingegneria Geotecnica, svolto presso il dipartimento di Ingegneria

    Strutturale e Geotecnica dellUniversit di Roma "La Sapienza". necessario da subito

    ricordare come le attivit del presente studio prendono spunto da una Convenzione di

    Ricerca stipulata tra la Societ Autostrade S.p.A. (ora Autostrade per lItalia) ed il

    Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica dell'Universit degli Studi di Roma

    "La Sapienza" dal titolo Monitoraggio geotecnico dei lavori di ampliamento con traffico

    in esercizio della galleria di Nazzano. Tale convenzione si riferisce allo studio di un caso

    reale relativo ai lavori in corso per lampliamento a tre corsie pi quella di emergenza della

    galleria di Nazzano sul tratto autostradale Orte - Fiano Romano (A1). Caratteristica

    qualificante dei lavori nel sito in esame la messa in opera di un sistema di monitoraggio,

    che rende lo studio del caso reale molto interessante, perch la previsione del

    comportamento dellopera conseguito grazie ai modelli teorici numerici pu essere

    confrontata con quanto rilevato in sito dal monitoraggio.

    Il tipo di lavori in corso, pocanzi esposti, debbono essere inseriti in una

    programmazione di ampia scala relativa alladeguamento delle infrastrutture preesistenti

    necessaria per far fronte alla crescente domanda di trasporto. Quanto si prospetta in merito

    allammodernamento dellattuale rete autostradale, tecnicamente si traduce, tra laltro, nel

    cercare di potenziare la capacit delle vie di comunicazione. Lunica possibilit in ambito

    delle infrastrutture di tipo autostradale, quella dellaggiunta di una o pi corsie di marcia

    ad entrambe le carreggiate. Lallargamento della sede stradale da due a tre corsie uno

    degli attuali problemi, ancor pi complesso, in presenza di gallerie. In questultimo caso, il

    problema si aggrava ulteriormente se si deve garantire il traffico in esercizio, anche durante

    i lavori. Una semplice soluzione, quando le condizioni lo permettono, quella di realizzare

    opere di deviazione temporanea chiudendo la galleria sino al completamento dei lavori di

    allargamento. Ci permette di progettare e analizzare il problema analogamente a quanto

    succede per lo scavo ex-novo di gallerie, senza tener conto di particolari esigenze,

    esaminando le possibili tecniche di scavo correntemente utilizzate. In alternativa,

    possibile pensare a tecniche che consentano il mantenimento del traffico durante i lavori,

    sia pure a carreggiata ridotta, proteggendo la sede stradale: un esempio lallargamento

  • Premessa _________________________________________________________________________

    2

    della galleria autostradale di Nazzano. Limpossibilit nel realizzare nuove gallerie e/o

    nuovi tracciati, infatti, ha condotto ad operare sulla galleria preesistente, necessariamente

    aperta al traffico, costringendo alladozione di tecniche costruttive che richiedano la

    presenza di uno scudo di protezione della sede stradale e dei conseguenti ridotti spazi

    operativi. Poich nel caso in esame ci ritrova in presenza di terreni sciolti e/o di scadenti

    caratteristiche di resistenza, cui si associano limitate capacit di autosostegno del cavo,

    lavanzamento del fronte stato preceduto dalla realizzazione di un guscio resistente

    inserito nel terreno, avente funzione di rivestimento provvisorio. Tale guscio realizzato

    mediante intasamento con betoncino fibrorinforzato di unincisione anulare scavata

    meccanicamente mediante una lama metallica, il cosiddetto pretaglio, di diametro

    maggiore rispetto a quello della nuova galleria.

    Quando si studiano gli effetti dello scavo di una galleria, la modellazione pi opportuna

    quella tridimensionale, scelta ancora pi appropriata per simulare lesecuzione di

    unincisione di estensione limitata nel terreno quale il pretaglio. Per tale ragione sono

    state impostate, come meglio verr illustrato in seguito, analisi numeriche tridimensionali

    impiegando il codice di calcolo alle differenze finite FLAC 3D 2.0. Le analisi numeriche

    tridimensionali sono particolarmente adatte nel simulare realisticamente le singole fasi

    previste nella realt esecutiva dello scavo di gallerie e, in particolare nel caso in esame, le

    fasi di ampliamento delle gallerie per mezzo della tecnica del pretaglio. Le stesse

    permettono, inoltre, di seguire e studiare levoluzione tensio-deformativa nelle tre direzioni

    dello spazio che si sviluppa con lavanzamento del fronte di scavo. Se da una parte

    evidente lutilit delle analisi tridimensionali nella progettazione statica delle gallerie, non

    inutile ricordare che, nonostante le maggiori potenzialit degli attuali calcolatori, lanalisi

    numerica tridimensionale richiede tempi di calcolo impegnativi. Tale onerosit

    computazionale richiede lintroduzione di semplificazioni nella messa a punto dello

    strumento danalisi. Una specifica trattazione riservata, a tal proposito, nella scelta del

    modello implementato nelle analisi numeriche, fissando in particolare lattenzione sulle

    dimensioni del reticolo di discretizzazione, sulla geometria della griglia e sulla dimensione

    degli elementi che la compongono, sulla densit di discretizzazione, sulle relazioni sforzi-

    deformazioni del terreno, sullutilizzo di elementi strutturali nella simulazione di alcuni

    processi di realizzazione delle singole fasi costruttive.

    In generale, una volta messa a punto uno strumento dindagine numerica, il progresso

    delle conoscenze sul comportamento tensio-deformativo dellammasso soggetto a fasi

  • Premessa _________________________________________________________________________

    3

    lavorative pi o meno articolate, come processi di scavo, demolizione di elementi

    strutturali esistenti e installazione di nuovi, necessariamente passa per un sistematico

    confronto tra i risultati di simulazioni numeriche il pi vicino possibile alla realt e misure

    rilevate in sito in situazioni ben caratterizzate geotecnicamente. Tutto ci tanto pi vero

    per lo studio dellallargo di gallerie per mezzo della tecnica del pretaglio, essendo

    questultima una tecnica di recente utilizzo, non supportata da studi ed indagini simili

    precedenti. Grazie alla Convenzione, cui si accennato precedentemente, tale tipo di

    confronto possibile attualizzando i dati provenienti dal sistema di monitoraggio. Lungo lo

    sviluppo della galleria, di lunghezza pari a circa 330 m, sono disposte cinque sezioni di

    misura, per ciascuna della quale disponibile una buona caratterizzazione geotecnica dei

    terreni presenti.

    Tutto ci premesso possibile con maggior chiarezza delineare gli obiettivi della

    presente tesi di dottorato:

    Ottimizzazione delle analisi numeriche tridimensionali in modo da assicurare un compromesso tra accuratezza dei risultati e tempi di analisi. Ci possibile

    agendo sui criteri di simulazione, sulla geometria della griglia utilizzata e sulla

    scelta di semplici, ma sufficientemente approssimati, legami costitutivi per la

    simulazione del comportamento del terreno.

    Migliorare la comprensione del comportamento dinsieme di un ammasso interessato dallallargo di gallerie con limpiego della tecnica del pretaglio. Ci

    possibile attraverso il confronto tra i risultati provenienti dallimplementazione

    di strumenti di analisi tridimensionale, in grado di riprodurre fedelmente le

    singole fasi costruttive previste nella realt esecutiva, e i dati rilevati in sito con

    appropriati sistemi di monitoraggio.

    La tesi articolata in modo da passare progressivamente dalla descrizione

    dellintervento di allargo e dalla caratterizzazione geotecnica del sito, alla elaborazione dei

    risultati numerici e dei dati di monitoraggio, al loro successivo confronto, e quindi alle

    considerazioni finali e alle conclusioni della ricerca. Pi specificatamente, dopo la

    descrizione della sequenza lavorativa che caratterizza il sito in esame, si illustrano

    sinteticamente le campagne dindagine geotecniche fin ad oggi eseguite e il tipo di

    strumentazione caratterizzante il sistema di monitoraggio. In particolare si descrive in

    dettaglio il modello geotecnico di sottosuolo desunto dal complesso dei risultati ottenuti

  • Premessa _________________________________________________________________________

    4

    nelle indagini in sito e nelle prove di laboratorio. Prima di illustrare i dati provenienti dalla

    strumentazione di monitoraggio usati per lo studio e i confronti, si descrivono i criteri

    seguiti nellimpostazione delle analisi numeriche eseguite, sia con riferimento

    allimpostazione generale del problema sia con riferimento alla simulazione delle singole

    fasi costruttive. A seguire si riportano e si commentano i dati provenienti dal sito pi

    affidabili e significativi, descrivendo i criteri di elaborazioni cui sono stati sottoposti.

    Particolare attenzione dedicata allillustrazione delle analisi numeriche, dalle quali sono

    stati ricavati i risultati posti a confronto con i dati di monitoraggio. In fine si riportano le

    considerazioni e le indicazioni che sono scaturite dalla intera ricerca, con le relative

    osservazioni e conclusioni.

  • Capitolo 1 Tecniche di esecuzione e allargo di gallerie _______________________________________________________________________________

    5

    CAPITOLO 1 Tecniche di esecuzione e allargo di gallerie

    1.1 Scavo di gallerie in terreni sciolti

    Lo scavo in terreni sciolti difficilmente effettuato in assenza di una protezione nel

    tratto di galleria appena scavato e ancora privo di rivestimento. Di corrente utilizzo la

    realizzazione di gallerie con uno scudo, che in grado di garantire un ambiente di lavoro

    sicuro, una maggiore efficienza delle operazioni di scavo e un minor disturbo del terreno

    circostante in termini di spostamenti indotti. In terreni sciolti poco consistenti,

    praticamente privi della componente di resistenza di tipo coesivo, non possibile

    immaginare che una galleria possa autosostenersi senza la presenza di un rivestimento. In

    prossimit del fronte, durante lavanzamento dello scavo, nasce la problematica relativa

    allimpossibilit di mettere in opera da subito un rivestimento anche solo provvisorio. La

    presenza dello scudo, e in particolare del corpo dello scudo, risolve totalmente tale

    difficolt. Non solo, unito allestremit di taglio e opportunamente irrigidito, permette di

    controllare e far avanzare lo scavo della galleria stessa, lasciando alla coda dello scudo il

    compito di erigere e installare nuovi elementi di rivestimento, pompare malta di

    riempimento tra rivestimento e parete della galleria, e provvedere allorganizzazione di

    smaltimento dello smarino. Si comprende come lo scavo con limpiego di uno scudo possa

    essere molto efficiente, oltre che pi sicuro per la manodopera, quando ogni operazione

    coordinata e sincronizzata con tutte le altre.

    Il coordinamento delle fasi di lavoro e le caratteristiche di avanzamento dello scavo

    sono in funzione del tipo di scudo che si sceglie di adottare. Le differenze tra uno scudo e

    laltro risiedono principalmente sulle modalit di scavo e sugli accorgimenti relativi alla

    stabilit del fronte. Per quanto riguarda il primo aspetto, il sistema di scavo al fronte pu

    essere di tipo manuale, semimeccanizzato o completamente meccanizzato.

    Tendenzialmente il sistema pi utilizzato quello meccanizzato, mentre non si utilizza pi

    il sistema manuale. Il sistema meccanizzato sicuramente pi vantaggioso rispetto a quello

    semimeccanizzato per terreni attraversati praticamente omogenei nelle caratteristiche

    fisiche e meccaniche. Ci comprensibile se si pensa che il sistema di scavo meccanizzato

    consiste nella presenza di una testa rotante, la fresa, che realizza lo scavo a tutta sezione ed

  • Capitolo 1 Tecniche di esecuzione e allargo di gallerie _______________________________________________________________________________

    6

    munita di specifici strumenti taglienti, i cutters, da selezionare in maniera specifica per le

    diverse condizioni geotecniche incontrate. Viceversa, quando i terreni sono eterogenei e si

    possono trovare diverse condizioni geotecniche del terreno attraversato, lo scavo semi-

    meccanizzato assicura unottimizzazione del lavoro per la sua pi flessibilit nelle

    operazioni e modalit di scavo. La tecnica per garantire la stabilit del fronte un ulteriore

    elemento che differenzia sostanzialmente il tipo di scudo. Il sostegno del fronte pu essere

    raggiunto tramite lutilizzo di aria compressa, ma pi generalmente si impiegano fanghi

    bentonitici in pressione applicati al fronte di scavo. La pressione di stabilizzazione pu

    essere generata anche tramite la pressione del terreno stesso scavato, opportunamente

    rimescolato e miscelato con additivi, in un apposita camera posizionata immediatamente

    dietro la fresa.

    Una scelta oculata della tecnica di scavo e del tipo di macchina da utilizzare permette

    lottimizzazione nella realizzazione di gallerie, scelta non banale perch deve tenere conto

    inevitabilmente di molti altri fattori oltre a quelli gi menzionati sopra, quali le condizioni

    idrauliche, la lunghezza e le dimensioni della sezione della galleria, la velocit di

    esecuzione dello scavo, il sistema di sostegno che si pensa di dover utilizzare e infine, ma

    non ultimo per importanza, il costo della macchina.

    Gli scudi utilizzati sono schematicamente illustrati nelle seguenti Tab. 1 e Tab. 2.

  • Capitolo 1 Tecniche di esecuzione e allargo di gallerie _______________________________________________________________________________

    7

    Tab.

    1

    Cla

    ssifi

    cazi

    one

    degl

    i scu

    di(a

    ).

  • Capitolo 1 Tecniche di esecuzione e allargo di gallerie _______________________________________________________________________________

    8

    Tab.

    2

    Cla

    ssifi

    cazi

    one

    degl

    i scu

    di (b

    ).

  • Capitolo 1 Tecniche di esecuzione e allargo di gallerie _______________________________________________________________________________

    9

    Esistono, comunque, anche situazioni in cui possibile far a meno dellutilizzo di scudi

    di protezione: quando i terreni sono a grana fine molto consistenti, quando la sezione della

    futura galleria molto ampia o la lunghezza della stessa tropo breve. In questi casi si

    opera scavando puntualmente con mezzi meccanici (scavo in tradizionale), dopo aver

    assicurato la stabilit di tutta la zona del fronte. Evidente come debba essere

    profondamente curato, nella progettazione dello scavo in tradizionale, laspetto della

    stabilit al fronte, essendo il requisito che assicura la possibilit di avanzamento dellopera

    e la sicurezza del cantiere. Di solito si utilizza calcestruzzo proiettato fibrorinforzato che

    pu essere considerato come sostegno permanente in condizioni di basse sollecitazioni o,

    diversamente, come sostegno provvisorio per consentire la messa in opera delle centine. In

    ogni modo, le tecniche di miglioramento o rinforzo sono di particolare aiuto in questi casi e

    il tipo e la loro modalit di utilizzo funzione delle caratteristiche geotecniche e

    geometriche del sito. Una breve descrizione sar riportata in seguito.

    A prescindere da eventuali tecniche di miglioramento, quando presente un minimo di

    coesione, nella progettazione delle gallerie comunque possibile valutare le condizioni di

    stabilit nella zona del fronte e del retrofronte. Queste sono le zone dove ancora non

    presente un rivestimento definitivo e deve essere previsto un sostegno provvisorio o una

    pressione di stabilizzazione, come nel caso di scavo con scudi. In generale, per un primo

    livello dello studio della stabilit, si pu far riferimento ai metodi dellanalisi limite. Di

    particolare interesse nella valutazione sono due situazioni estreme: quando il tratto di

    galleria in cui non presente il rivestimento definitivo sufficientemente lungo da poter

    pensare di essere in condizioni piane o quando possibile pensare il rivestimento

    definitivo in corrispondenza del fronte. In proposito, la letteratura propone relazioni di

    facile comprensione e applicazione, distinguendo casi di terreni coesivi-attritivi, sopra o

    sotto falda e casi di terreni coesivi in condizioni non drenate.

    Altro aspetto nella progettazione di gallerie la scelta e dimensionamento del

    rivestimento definitivo, aspetto non dimmediata risoluzione. Infatti il terreno non pu

    essere considerato come un semplice carico esterno applicato al rivestimento, ma

    necessario tener conto sia della complessa interazione tra rivestimento-terreno sia come la

    messa in carico del rivestimento dipenda da molteplici fattori derivanti anche dal tipo di

    terreno e dalle modalit di scavo. Molto spesso lesperienza del progettista ad essere

    determinante nella scelta delle caratteristiche del rivestimento. Comunque unanalisi

    strutturale necessaria oltre che cogente; una prima valutazione pu essere effettuata

  • Capitolo 1 Tecniche di esecuzione e allargo di gallerie _______________________________________________________________________________

    10

    utilizzando schemi semplificati in cui si applica il metodo delle curve caratteristiche, per

    poi passare eventualmente ad analisi pi complesse in cui si fa uso di metodi di calcolo

    numerici quali analisi agli elementi finiti.

    Nella progettazione di gallerie doveroso tener conto anche dellambiente circostante in

    cui si inserisce la nuova struttura. Lo scavo di una galleria, infatti, comporta

    inevitabilmente una perturbazione dello stato tensionale e deformativo in un volume di

    terreno dipendente dalle dimensioni dellopera e dalle caratteristiche geotecniche del

    terreno stesso. Un esempio significativo riguarda le gallerie in ambiente urbano. Alle

    problematiche costruttive e progettuali appena accennate si affianca un altro aspetto di

    notevole importanza: linterazione con le costruzioni in superficie. Edifici e pi in generale

    strutture di diversa natura, alcune anche di prevalente interesse storico e artistico, sono

    condizionate dallo stato deformativo del terreno di fondazione conseguente allo scavo della

    galleria sottostante; in questi casi imprescindibile limitare gli effetti dellinterazione per

    non alterare la stabilit e la funzionalit. Il primo passo consiste nella valutazione degli

    spostamenti in superficie in modo da poter avanzare delle indicazioni sulle possibile

    problematiche, in termini di danni potenziali indotti. Lo studio pu essere molto

    impegnativo e pu anche influenzare sostanzialmente la tecnica di scavo della galleria,

    oltre a promuovere la pianificazione di opere di miglioramento e/o rinforzo per la

    riduzione del campo di spostamenti previsto.

    Come si visto, le tecniche di miglioramento e/o rinforzo sono indispensabili in molti

    casi, quale la mitigazione delle problematiche relative ai danni potenziali indotti in

    strutture preesistenti in superficie, lo scavo di gallerie in condizioni difficili o, come si

    accennato precedentemente, quando si sceglie di adottare tecniche di scavo tradizionali. Di

    seguito riportiamo brevemente le tecniche di miglioramento e/o rinforzo pi comunemente

    utilizzate nella realizzazione di gallerie.

    Nellambito degli interventi di miglioramenti possibile segnalare la tecnica delle

    iniezioni, che pu essere praticata con diverse modalit dazione e utilizzando diversi

    prodotti per le miscele di iniezione, in funzione delle caratteristiche del terreno da trattare e

    delle prestazioni che si vogliono raggiungere. Anche il congelamento rientra nelle tecniche

    di miglioramento; in presenza di terreni sotto falda possibile creare apposite zone

    resistenti che permettono la stabilit a breve termine, sufficiente allo scavo e installazione

    del rivestimento provvisorio o/e definitivo. La tecnica di congelamento stata utilizzata

    con successo anche per problemi di stabilit di fondo scavo e un esempio ne la

  • Capitolo 1 Tecniche di esecuzione e allargo di gallerie _______________________________________________________________________________

    11

    costruzione della metropolitana milanese. Per raggiungere le zone da trattare, entrambi i

    metodi di miglioramento possono essere eseguiti dalla superficie o dallinterno stesso della

    gallerie, in funzione della copertura e delleconomia dellintervento.

    Nellambito delle tecniche di rinforzo, nella costruzione di gallerie possibile prevedere

    lintervento di jet-grouting. Anche in questo caso possibile eseguire lintervento sia a

    partire dalla superficie, quando ovviamente la profondit modesta, sia dal fronte di scavo.

    In questultimo caso possibile pensare di realizzare colonne sub-orizzontali in prossimit

    della corona della gallerie per creare una sorta di protezione detto consolidamento a

    ombrello.

    Lo sviluppo di fenomeni di collasso pu essere evitato, inoltre, mediante un presostegno

    o prerinforzo del fronte e della zona antistante, senza lausilio degli interventi di modifica

    o rinforzo appena descritti. Molto comune, per esempio, lutilizzo di barre in vetroresina

    infilate al fronte in modo da migliorare le condizioni di stabilit e ridurre le deformazioni

    del terreno trattato, responsabili queste ultime anche di una significativa percentuale di

    spostamenti indotti in superficie.

    1.2 Allargo di gallerie

    Lesigenza e il concetto dellallargo di gallerie preesistenti nasce negli ultimi tempi. Per

    tale motivo non esistono, ad oggi, procedure ben consolidate che possano essere prese a

    riferimento nella progettazione di lavori di allargamento. Tutto rimandato allesperienza

    e alla fantasia del progettista oltre che alle possibilit tecnologiche su cui ci si pu

    basare. possibile far riferimento a lavori in cui, semplicemente, si operato smantellando

    il rivestimento esistente in mattoni. Lavori comunque sporadici perch lampliamento della

    capacit di una via di comunicazione stata finora soddisfatta progettando e costruendo

    nuove infrastrutture e nuovi tratti stradali-ferroviari di pi alta capacit. Linteresse

    nellammodernamento e/o adeguamento delle infrastrutture preesistenti nato per vari

    motivi tra i quali la presenza di numerosi vincoli paesaggistici, destinati con il tempo a

    aumentare in numero e vigore, che limitano le possibilit di perturbare e modificare siti

    protetti. Lallargo di gallerie preesistenti porta con se anche un ulteriore aspetto degno di

    studio che consiste nella modifica e gestione del traffico. Impegnando le gallerie nei lavori

    di allargo, infatti, necessario prevedere la deviazione del traffico o di adottare tecniche di

  • Capitolo 1 Tecniche di esecuzione e allargo di gallerie _______________________________________________________________________________

    12

    scavo compatibili con lo stesso. Analizzando questultima alternativa, una possibilit

    quella di adottare tecniche costruttive che prevedano la presenza di uno scudo di

    protezione della sede stradale e che tengano conto dei conseguenti ridotti spazi operativi.

    In presenza di terreni di scadenti caratteristiche meccaniche, cui si associano limitate

    capacit di autosostegno del cavo, lavanzamento del fronte pu essere preceduto dalla

    realizzazione di un guscio resistente inserito nel terreno, avente funzione di rivestimento

    provvisorio, realizzato mediante intasamento con betoncino fibrorinforzato di unincisione

    anulare scavata meccanicamente mediante una lama metallica, il cosiddetto pretaglio, di

    diametro maggiore rispetto a quello della nuova galleria. In questo modo si ottiene una

    struttura provvisoria in grado di scaricare alle imposte sollecitazioni altrimenti

    incompatibili con la resistenza intrinseca dellammasso, garantendo la stabilit del fronte

    scavo e della cavit. Un intervento di questo genere, comunemente detto intervento del

    pretaglio, si inserisce nellevoluzione dei tradizionali metodi di scavo verso soluzioni in

    grado di determinare la creazione di effetti arco artificiali quale elementi fondamentali per

    migliorare le condizioni di stabilit delle gallerie in terreni sciolti e/o in condizioni difficili.

    Non solo, tale metodo pu garantire una riduzione delle deformazioni, che normalmente

    iniziano a svilupparsi ancor prima del passaggio del fronte di scavo. Aspetto questultimo

    di particolare importanza quando si opera in gallerie poco profonde, caratterizzate dalla

    presenza di edifici preesistenti in superficie.

    Come si vedr pi in dettaglio nel prossimo capitolo, lapplicazione di tale tecnica

    innovativa stata adottata per lampliamento della galleria di Nazzano.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    13

    CAPITOLO 2 La galleria di Nazzano

    Il problema dellampliamento di gallerie di attuale interesse nei lavori di allargamento

    da due a tre corsie di sedi autostradali. In particolare lautostrada A1 (E45), nel tratto tra

    Roma Nord e Orte ha subito un ridimensionamento per far fronte alla cresciuta domanda,

    realizzando una corsia di marcia in pi per ogni carreggiata. Il ridimensionamento della

    sede autostradale da due a tre corsie pi una di emergenza, dal chilometro 522+000 al

    chilometro 523+200, prevede lampliamento della galleria di Nazzano. Tale galleria prende

    il nome dal paese che sottopassa parzialmente, situato nel parco della valle del Tevere, a

    meno di 50 Km dalle porte di Roma nord, arroccato su un rilievo di modesta altezza, con

    quota del centro urbano di 202 m s.l.m (Fig. 1). Lampliamento della galleria prevede una

    sequenza di fasi di lavoro che richiede unorganizzazione relativamente complessa del

    processo costruttivo.

    Fig. 1 - Ubicazione geografica della galleria di Nazzano.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    14

    In questo capitolo si illustrano dapprima dettagliatamente le operazioni che

    contraddistinguono la tecnica di scavo. Di seguito si riportano tutte le informazioni che

    caratterizzano il sito sotto laspetto geotecnico e geologico, riportando i risultati delle

    campagne dindagine geotecnica cui stato oggetto e, quindi, descrivendo il relativo

    sistema di monitoraggio.

    2.1 Descrizione dellopera e dei lavori di allargo

    Nella lavorazione di allargo della galleria possibile individuare alcune fasi principali

    che caratterizzano lintero processo: la realizzazione del pretaglio e il suo intasamento per

    creare un guscio di calcestruzzo fibrorinforzato con funzione di rivestimento preliminare;

    la demolizione del rivestimento della galleria preesistente e del terreno al di sotto del

    guscio; la messa in opera del nuovo rivestimento definitivo; lintasamento

    dellintercapedine tra il guscio ed il rivestimento e la precompressione del rivestimento

    definitivo. Il pretaglio consiste nellesecuzione in avanzamento, dal fronte di scavo, di

    unincisione anulare di diametro leggermente superiore a quello della futura galleria e

    leggermente inclinato verso lesterno al fine di permettere la sovrapposizione di parte dei

    gusci. Durante lesecuzione dei lavori, la sede stradale protetta da uno scudo metallico

    posto allinterno del rivestimento preesistente che, bench riduca lampiezza della

    carreggiata, consente di mantenere due corsie eliminando la sola corsia di emergenza (Fig.

    2). Durante lallargamento della galleria, al fine di mantenere lesercizio, non pu essere

    realizzato il nuovo arco rovescio, ma un collegamento strutturale di tipo provvisionale tra il

    nuovo rivestimento ed il vecchio arco rovescio. Completato lallargamento, tutto il traffico

    veicolare avviene nella nuova galleria, ormai di dimensioni tali da contenere due corsie per

    senso di marcia. I lavori vengono spostati nellaltra galleria, in questa fase chiusa al

    traffico. Al completamento dei lavori della seconda galleria, nella quale larco rovescio

    realizzato contestualmente alla messa in opera del rivestimento definitivo, il traffico si

    sposta ancora interamente in questultima per consentire il completamento della prima

    galleria con la realizzazione del nuovo arco rovescio. Lopera finita, per ciascuna galleria,

    presenta tre corsie di marcia pi la corsia di emergenza (Fig. 2).

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    15

    Fig. 2 Fase delle lavorazioni e traffico.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    16

    La sequenza delle operazioni che contraddistingue la realizzazione dellallargo della

    singola gallerie per mezzo della tecnica del pretaglio, che costituisce il modulo ripetitivo di

    tre metri di lunghezza su cui si basa lintero processo di avanzamento dello scavo,

    descritta nel seguito, prendendo a riferimento una sezione longitudinale della galleria:

    1) esecuzione del pretaglio;

    GALLERIA ALLARGATA

    2) riempimento del pretaglio con betoncino fibrorinforzato ad alta resistenza e rapida

    presa e successiva posa in opera di un arco di conci del rivestimento definitivo; a

    seguire, dopo lintasamento con betoncino dellintercapedine tra il guscio e larco,

    si esegue la precompressione di questultimo mediante un martinetto posto in

    corrispondenza del concio di chiave;

    GALLERIA ALLARGATA

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    17

    3) avanzamento di un metro dello scavo;

    GALLERIA ALLARGATA

    4) posa in opera del secondo arco di conci del rivestimento definitivo;

    GALLERIA ALLARGATA

    5) avanzamento di un metro dello scavo;

    GALLERIA ALLARGATA

    GALLERIA EISTENTE

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    18

    6) posa in opera del terzo arco di conci del rivestimento definitivo;

    GALLERIA ALLARGATAGALLERIA ALLARGATA

    GALLERIA EISTENTE

    7) avanzamento di un metro dello scavo;

    GALLERIA ALLARGATAGALLERIA ALLARGATAGALLERIA ALLARGATA

    GALLERIA EISTENTE

    La modalit di esecuzione del pretaglio andata affinandosi nel corso dei lavori. In un

    primo momento si effettuata la realizzazione completa dellincisione anulare per tutta

    lestensione dellarco di volta e poi lintasamento con betoncino fibrorinforzato della

    stessa. Successivamente, pur mantenendo la stessa profondit in avanzamento, il pretaglio

    consistito nel realizzare a tratti lincisione anulare, ognuna di ampiezza variabile da 2 a

    3.5 metri, e nellimmediato intasamento con betoncino, a partire dal piede destro della

    galleria.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    19

    2.2 Inquadramento geologico

    In questo paragrafo si riportano le principali caratteristiche geologiche derivanti

    dallosservazione diretta in sito e da una prima campagna di indagine. Tale campagna

    stata integrata successivamente da una nuova e pi estesa serie di indagini, dalle quali

    scaturita la caratterizzazione geotecnica definitiva.

    I versanti in cui sono presenti gli imbocchi delle gallerie presentano pendenze piuttosto

    elevate. Le stesse inclinazioni caratterizzano i pendii nella zona centrale del rilievo dove

    sorge il centro dellabitato. I terreni che costituiscono larea dinteresse dei lavori,

    appartengono a depositi marini plio-pleistocenici e sono costituiti da sabbie limose, sabbie

    e ghiaie. In particolare si riscontrano successioni di sedimenti a granulometria

    prevalentemente fine con la tendenza a divenire pi grossolani procedendo verso la parte

    alta della serie. Le gallerie sono localizzate in un litotipo sabbioso, verso la parte alta della

    successione di depositi appena descritta. In particolare, tale litozona costituita da sabbie

    medio-fini di colore giallo-nocciola da debolmente a mediamente limose alternate da limi

    da debolmente sabbiosi ad argillosi di colore grigio in orizzonti irregolari. Si possono

    anche riconoscere lenti e/o paleocanali di ghiaie in matrice sabbiosa fine. Riassumendo, la

    successione locale sembra essere costituita da due principali formazioni litologiche che

    possono essere brevemente descritte partendo dal basso verso lalto. La prima formazione

    caratterizzata da limo sabbiosi e/o argillosi, da mediamente consistenti a consistenti, di

    colore grigio-azzurro; la formazione pi superficiale costituita da sabbie fini limose di

    colore avana, da mediamente a molto addensate, talora debolmente cementate. Questi

    terreni sono spesso interessati da sottili livelli arenacei, discontinui e fratturati, a

    comportamento sostanzialmente litoide.

    Infine, mediante le misure piezometriche stata rilevata una falda con superficie libera

    localizzabile nei terreni limosi sabbiosi e/o argillosi di base, il cui livello raggiunge una

    quota pari a circa quella dellarco rovescio della galleria esistente.

    La geologia del luogo prevede, al di sotto dei limi sabbiosi, una potente formazione

    costituita da argille consistenti plioceniche. In Fig. 3 possibile vedere una sezione

    longitudinale della geologia dellammasso, in cui si posizionano le due gallerie,

    relativamente ai due litotipi pi superficiali.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    20

    Fig. 3 sezione longitudinale dellammasso in cui sono realizzate le due gallerie

    2.3 Caratterizzazione geotecnica

    Nellambito della Convenzione tra Autostrade per lItalia S.p.A. ed il Dipartimento di

    Ingegneria Strutturale e Geotecnica i terreni interessati dallallargamento delle due gallerie

    sono stati oggetto di una campagna di indagini integrativa; ci ha permesso di finalizzare la

    caratterizzazione geotecnica, con prove geotecniche in sito e di laboratorio

    contestualmente allinstallazione della strumentazione di monitoraggio.

    Nellambito delle attivit previste per la messa in opera degli strumenti di monitoraggio

    (estenso-inclinometri e piezometri), sono stati eseguiti 39 perforazioni, di cui 14 sondaggi

    a carotaggio continuo durante i quali stato possibile prelevare campioni indisturbati ed

    altri disturbati per lesecuzione di prove di laboratorio. Intendendo con S sondaggio a

    carotaggio continuo e con D sondaggio a distruzione di nucleo, in Fig. 17 si pu

    osservare lubicazione lungo le varie sezioni delle perforazioni eseguite. I campioni

    prelevati, sono in numero di 100 di cui 60 sono stati sottoposti a prova.

    I campioni sono stati sottoposti a prove di laboratorio per determinare sia le

    caratteristiche di resistenza sia di deformabilit. Si sono condotte, pi precisamente, 5

    prove edometriche, 10 prove in colonna risonante, 39 prove di taglio diretto, 4 prove

    triassiali consolidate non drenate.

    Le prove eseguite nella campagna di indagine integrativa consistono, non solo in prove

    di laboratorio, ma anche in prove in sito. Le prove in sito constano in prove

    pressiometriche e penetrometiche dinamiche nonch prove di tipo geofisico quali le cross-

    hole. Le prove penetrometriche statiche sono state effettuate lungo le perforazioni che

    costituiscono le prime due sezioni strumentate e lungo le verticali dellultima sezione

    collocata a ridosso dellimbocco lato Sud delle due gallerie. Le prove pressiometriche, in

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    21

    numero di dieci, sono state eseguite lungo una stessa verticale corrispondente al sondaggio

    S13, facente parte dalla quarta sezione.

    La presenza di una campagna di indagine pregressa ha permesso le osservazioni di

    carattere geologico sopra esposte e ha indicato quali fossero le caratteristiche stratigrafiche

    del sito. Grazie anche alla semplicit della geologia del sito, le ulteriori informazioni di

    natura stratigrafica acquisite con la campagna di indagine integrativa hanno confermato

    quanto gi noto. La superficie di separazione tra la formazione arenacea superficiale

    (sabbia variamente cementata) e la sottostante formazione di limo sabbioso grigio

    sostanzialmente suborizzontale e localizzata ad una quota media assoluta di 165 m.

    Lintradosso dellarco rovescio delle gallerie attuali si trova ad una quota di 166 m s.l.m.

    pertanto le gallerie sono scavate completamente nella formazione sabbiosa superficiale.

    Caratteristica della formazione sabbiosa la presenza di livelli suborizzontali fortemente

    cementati intercalati a livelli meno cementati.

    Per quanto riguarda la distribuzione delle pressioni interstiziali, si conferma che la falda

    sostanzialmente in condizioni idrostatiche con superficie libera posta a circa 168 m

    s.l.m.; la galleria si trova, quindi, interessata da un battente idraulico di circa 2 m (Fig. 4).

    limo sabbioso

    sabbia

    Fig. 4 - Successione stratigrafica

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    22

    Di seguito si riportano prima la descrizione delle modalit di esecuzione ed

    interpretazione delle prove in sito e di laboratorio, poi si illustrano i risultati con i relativi

    commenti.

    Prove in sito e di laboratorio per la determinazione dei parametri meccanici di resistenza

    e deformabilit: caratteristiche della modalit di esecuzione e di elaborazione delle prove

    Grazie al cospicuo numero di provini a disposizione prelevati in sito stato possibile

    eseguire prove mirate ad individuare i valori numerici dei parametri sia di resistenza sia di

    deformabilit. In considerazione della natura dei terreni, sono state scelte di volta in volta

    le prove pi adatte. Per quanto riguarda i parametri di resistenza in particolare sono state

    eseguite sia prove di laboratorio, quali prove di taglio diretto e prove di compressione

    triassiale, sia prove in sito quali le prove penetrometriche statiche. Per quanto riguarda le

    prove finalizzate alla determinazione dei parametri di deformabilit, sono state ancora una

    volta eseguite prove sia di laboratorio, come quelle in colonna risonante e le prove

    edometriche, sia prove in sito quali le prove pressiometriche, le prove penetrometriche

    statiche e le prove geofisiche cross-hole. Nel seguito illustriamo le modalit esecutive delle

    principali prove in sito e, successivamente, le modalit esecutive delle prove di laboratorio

    ed i criteri di interpretazione seguiti.

    Le prove in sito

    Le prove pressiometriche sono un valido strumento per la determinazione in sito dei

    parametri di deformabilit dei terreni. Nellindagine in oggetto, le prove sono state eseguite

    con il pressiometro Menard, che richiede la realizzazione di una tasca nel foro di

    sondaggio, allinterno del quale si esegue la prova. Il disturbo legato allinstallazione,

    riconducibile allannullamento della tensione orizzontale totale ed alle distorsioni indotte

    su un volume non sempre piccolo di terreno nellintorno del pressiometro, comporta la

    difficolt di valutare bene la tensione litostatica iniziale (di cui si pu fare solo una stima)

    e, inoltre, per determinare i moduli di deformabilit del terreno necessario impiegare

    correlazioni empiriche (coefficienti reologici) con il modulo pressiometrico ottenuto dalla

    pendenza del cosiddetto tratto pseudo-elastico della curva pressiometrica. Il modulo di

    Young, tuttavia, pu essere determinato eseguendo un ciclo di scarico e successivo

    ricarico; in questo caso, infatti, il modulo di Young pu essere valutato direttamente dalla

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    23

    pendenza media della curva pressiometrica in corrispondenza del ciclo, senza dover fare

    ricorso alluso di correlazioni empiriche. Operando in questo modo, di fatto, si ipotizza che

    la deformabilit del terreno nel ciclo sia sostanzialmente coincidente con la deformabilit

    vergine (quella che si sarebbe ottenuta in assenza di disturbo dovuto allinstallazione del

    pressiometro); tale ipotesi, tuttavia, potrebbe sottostimare la rigidezza reale nei terreni

    caratterizzati da sensitivit strutturale.

    A partire dai dati sperimentali, il modulo di Young, E, pu essere ottenuto mediante la

    seguente espressione:

    E=2 (1+) p/c essendo:

    p lintervallo di pressioni prescelto, c la corrispondente deformazione volumetrica, il coefficiente di Poisson. Infine, va precisato che nei terreni a grana grossa, per i quali la prova eseguita in

    condizioni drenate, nella precedente relazione il valore di quello relativo allo scheletro solido, ', ed il corrispondente valore del modulo di Young ottenuto espresso in termini di tensioni efficaci, E'. Per le argille, viceversa, poich la prova avviene in condizioni

    sostanzialmente non drenate, possibile impiegare la precedente relazione per ricavare il

    modulo non drenato, Eu, utilizzando il coefficiente di Poisson in condizioni non drenate,

    u, di valore pari a 0.5. Nel caso in esame i terreni interessati dalle prove pressiometriche non possono essere considerati terreni a bassa permeabilit. Lunico litotipo che potrebbe

    presentare delle incertezze a tal proposito il terreno della formazione sottostante le

    sabbie. Questo terreno, come si accennato precedentemente, costituito prevalentemente

    da limo, con significative percentuali di sabbia e il comportamento nei riguardi dei

    fenomeni idrodinamici, riscontrato grazie a prove edometriche, indicano coefficienti di

    consolidazione cv molto alti, tali da permettere di considerare tale litotipi in condizioni

    drenate durante lesecuzione delle prove pressiometriche. Per tali motivi, nelle elaborazioni

    stato impiegato un valore di pari a =0.25 per entrambi le formazioni che interessano il sito. Il valore del modulo di Young ricavabile dalla prova pressiometrica riferibile ad

    un livello di deformazione medio-basso, risultando generalmente pi basso del modulo

    elastico a piccolissime deformazioni, derivato dalle prove di colonna risonante o di

    torsione ciclica.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    24

    Per quanto riguarda le prove penetrometriche dinamiche standard (campionatore di tipo

    Raymond), i risultati sono stati principalmente utilizzati per la determinazione dellangolo

    dattrito, , dei terreni a prevalente composizione sabbiosa; a tal fine, sono state impiegate le correlazioni proposte da Schmertmann (1978) che lega la densit relativa Dr (%) della

    sabbia con il valore dellangolo dattrito di picco . Grazie ai numero di colpi NSPT provenienti dalla prove penetrometriche statiche possibile, dalle relazioni di Skempton

    (1986), determinare il valore della densit relativa Dr (%). In particolare, prima si

    determina il valore corretto del numero di colpi N1, che corrisponde al valore di NSPT

    riferito a un valore dellefficienza del sistema di battitura pari al 60% e corretto per tener

    conto del livello tensionale in corrispondenza del quale stata eseguita la prova:

    SPTN1 NCN = dove

    10012C 'vo

    N += nel caso di sabbie fini

    10023C 'vo

    N += nel caso di sabbie grosse

    (con 'vo in kPa)

    fatto ci si determina la densit relativa con la seguente relazione:

    60DN

    2R

    1 =

    Una volta determinato il valore della densit relativa, si entra allabaco di

    Schmertmann, in funzione di quattro tipi di terreno, e si determina langolo dattrito di

    picco.

    I valori ottenuti dalle prove penetrometriche statiche sono stati anche impiegati per la

    stima del modulo di Young, E', mediante la seguente relazione:

    SPTN7E' = in MPa

    Le prove di laboratorio.

    Prima di descrivere le prove di laboratorio, doveroso ricordare le rilevanti difficolt di

    prelevare provini indisturbati in terreni sabbiosi, anche se variamente cementati come in

    questo caso. Buoni risultati si ottengono se le operazioni di prelievo sono particolarmente

    curate e condotte con attenzione da personale esperto e se si impiegano campionatori che

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    25

    riducono il pi possibile gli effetti della perturbazione dovuta al carotaggio; in questo caso

    si possono raggiungere buoni risultati nel campionamento utilizzando i campionatori doppi

    a scarpa avanzata tipo Mazier. Queste sono i principali accorgimenti adottati nel sito in

    esame per permettere lestrazione di provini potenzialmente indisturbati.

    Come gi accennato, la quota piezometrica lambisce inferiormente la formazione

    sabbiosa e ci, data la natura del terreno, comporta la sua incompleta saturazione; peraltro,

    poich le operazioni di prelievo sono state eseguite con circolazione dacqua, anche

    probabile che i campioni possano avere assorbito acqua e, dunque, bench potenzialmente

    strutturalmente indisturbati, possano presentare contenuti dacqua maggiori rispetto a

    quelli effettivamente presenti in natura. Tutto ci premesso, tenuto anche conto della

    pratica impossibilit, con attrezzature standard, di interpretazione dei risultati di prove

    meccaniche di resistenza eseguite su materiale non completamente saturo e della

    saturazione del materiale in sito attesa prossima allo zero, le prove di taglio diretto sono

    state eseguite su provini asciutti. La scelta, in realt, pu essere duplice: oltre ad operare

    con provini asciutti, possibile pensare di saturare il provino e poi sottoporlo alla prova di

    taglio diretto. Questultima opzione stata scartata sia per la maggior difficolt

    nellassicurare una completa saturazione del terreno, sia per i tempi maggiori che avrebbe

    richiesto la preparazione dei provini dovuti alla loro durata dimbibizione. I provini sono

    stati asciugati per evaporazione in forno ventilato a basse temperature (35 C). Da

    sottolineare che questultima modalit di esecuzione della prova di taglio stata adottata

    esclusivamente per i campioni sabbiosi prelevati al di sopra della falda. Per quanto

    riguarda la rimanente parte dei campioni (campioni limosi sopra falda o campioni prelevati

    al di sotto della superficie libera della falda), le prove sono state eseguite in modo standard,

    lavorando in presenza di acqua.

    Come si gi avuto modo di dire, le prove di laboratorio per determinare le

    caratteristiche di resistenza dei terreni sono sia prove triassiali consolidate-non drenate sia

    prove di taglio diretto. Il comportamento a rottura di un elemento di terreno funzione del

    particolare percorso di carico che si impone per raggiungere le condizioni di

    plasticizzazione. In altre parole, indipendentemente dalla struttura del terreno anche

    questultimo importante aspetto che aiuta nella comprensione e/o previsione del

    comportamento a rottura di un terreno - lo stress-path a cui si sottopone un provino pu

    condizionare profondamente le modalit di rottura di uno stesso tipo di terreno.

    Ipotizzando un legame costitutivo semplice quale quello elasto-plastico perfetto con

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    26

    criterio di resistenza alla Mohr-Coulomb, si hanno a disposizione solo due grandezze per

    definire i parametri di resistenza di un terreno c' e '. La loro scelta deve tener conto, quindi, del particolare percorso a rottura che si prevede avvenga in sito, e ci possibile

    solo se si conducono le prove di laboratorio scegliendo un oculato percorso di carico a

    rottura. La migliore indagine del comportamento dei terreni prevedrebbe di portare a

    rottura i provini, a partire dallo stato tensionale litostatico, sottoponendoli a percorsi di

    carico simili a quelli che lelemento di volume in questione subirebbe in sito per effetto

    della realizzazione della specifica opera. Questo modo di procedere, tuttavia, non

    perseguibile in quanto richiederebbe luso di apparecchiature in grado di applicare in modo

    indipendente le tre tensioni principali e inoltre, di poterne prevedere la rotazione. In

    condizioni di assialsimmetria, sarebbe possibile impiegare celle triassiali che consentono il

    controllo del percorso di carico (celle del tipo di Bishop & Wesley); allo stato attuale,

    tuttavia, luso di questo genere di apparecchiature non ancora comune. Si rinuncia, in tal

    modo a riprodurre fedelmente i percorsi di carico che subirebbero gli elementi di terreno,

    mirando solo a cogliere il comportamento a rottura il pi simile possibile alla realt. Nelle

    prove standard di laboratorio lunica grandezza iniziale controllabile e regolabile la

    pressione di confinamento ed per questo importante il valore che si sceglie per tale

    pressione durante le prove a rottura. In altre parole, semplificando, possibile affermare

    come i parametri di resistenza c' e ' dipendano, per uno stesso terreno, dalla pressione di confinamento. Ci si domanda quale possa essere, nella programmazione delle prove di

    laboratorio, il criterio da seguire al fine di determinare il valore delle tensioni di

    confinamento in modo tale che, tenuto conto degli specifici percorsi di carico attesi durante

    la fase deviatorica della prova, si raggiungano le condizioni di rottura negli stessi intervalli

    tensionali nei quali la rottura attesa in sito. Una soluzione consiste nel determinare lo

    stato tensionale iniziale efficacie in sito per poi stabilire se le tensioni di confinamento

    applicate in laboratorio debbano essere inferiori, circa uguali o superiori a queste. Di

    seguito si illustra dettagliamene come si proceduto, con riferimento al caso specifico di

    allargamento della galleria autostradale, operazione che prevede un considerevole scavo di

    terreno.

    Nella realizzazione di scavi e in particolare di gallerie, si pu osservare che i percorsi

    tensionali sono generalmente caratterizzati da importanti riduzioni della tensione efficace

    media. Prendendo in esame una condizione litostatica iniziale caratterizzata da un

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    27

    coefficiente di spinta in quiete inferiore allunit, i percorsi tensionali drenati tipici sono

    riportati nella figura seguente (Fig. 5):

    Fig. 5- Percorsi tensionali drenati corrispondenti allo scavo di una galleria.

    Pi precisamente, possibile distinguere tre zone con percorsi tensionali diversi; fatta

    eccezione per una zona di terreno di piccola estensione nellintorno del punto C, nella

    quale a causa delleffetto arco si osservano incrementi della pressione media (s'), lo scavo

    caratterizzato da riduzioni di s', ovvero da sensibile riduzione della tensione efficace

    media. In generale, pertanto, con riferimento alla teoria dello stato critico, nel caso di

    esecuzioni di scavi e gallerie, indipendentemente dalla storia delle sollecitazioni

    (sinteticamente esprimibile dal grado di sovraconsolidazione OCR) e fatta eccezione per

    porzioni di terreno di limitata estensione, le condizioni di rottura si raggiungono in

    corrispondenza della superficie di Hvorslev e sono caratterizzati da 0' pc e 0' p e da un successivo decadimento della resistenza sino al raggiungimento delle condizioni di stato

    critico. Ritornando a quanto sottolineato precedentemente, si deduce che il modo migliore

    per determinare sperimentalmente i parametri di resistenza, impiegando le usuali

    apparecchiature di laboratorio, quello di stabilire i valori delle tensioni iniziali di

    confinamento cui consolidare i provini, prima di procedere con la fase di rottura, a valori

    inferiori a quelli litostatici iniziali (Fig. 6, Fig. 7). In dettaglio, nelle prove di taglio diretto

    sono stati adottati valori della tensione efficace assiale di confinamento pari a 0.25, 0.50 e

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    28

    0.75 della tensione verticale efficace litostatica; analogamente, per le prove triassiali

    consolidate e non drenate stata utilizzata una pressione media efficace di confinamento

    pari a 0.25, 0.50 e 0.75 della pressione media efficace in sito. Nel calcolo di questultima si

    ipotizzato un valore del coefficiente di spinta in quiete k0 pari a 0.5.

    (kP

    a)

    'p

    v1,LAB' ' v2,LAB' v3,LAB

    stato tensionalelitostatico

    cerchio a rottura in sito (p' decresce)

    ' (kPa)n

    ' cs

    v0' ' h0

    Fig. 6 - Prova di taglio diretto: scelta appropriata delle tensioni verticali efficaci

    'cs

    superficie limite di trazione

    p pc'=0 '=0

    Fig. 7 - Prova Triax CU: scelta appropriata delle tensioni di confinamento

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    29

    Risultati delle prove geotecniche in sito e di laboratorio

    I risultati ottenuti dallinterpretazione delle prove di laboratorio e delle prove in sito,

    distinti per sezione, sono sinteticamente riassunti nelle seguenti tabelle: Tab. 3, Tab. 4,

    Tab. 5, Tab. 6, Tab. 7, Tab. 8; in particolare, sono riportate le principali grandezze fisiche

    (peso di volume e distribuzione granulometrica) e meccaniche (parametri di resistenza in

    tensioni efficaci di picco e di stato critico). Inoltre, per facilit di lettura, gli stessi dati sono

    rappresentati graficamente nelle seguenti figure: Fig. 8, Fig. 9, Fig. 9, Fig. 10, Fig. 11, Fig.

    12 in funzione della profondit e per litotipo. I simboli pieni si riferiscono alla formazione

    sabbiosa mentre quelli vuoti alla sottostante formazione limosa. Analogamente, in Fig. 13

    si riportano il complesso dei risultati delle prove di laboratorio e in sito, riguardanti le

    caratteristiche meccaniche di deformabilit espresse per mezzo del modulo di Young E. In

    questultimo grafico sono stati inseriti anche i risultati provenienti dalla precedente

    campagna dindagine, evidenziati con il colore grigio.

    Di seguito si illustrano i valori delle grandezze fisiche e meccaniche pi significativi ai

    fini della definizione del modello geotecnico di sottosuolo. Prima si commentano i

    parametri che caratterizzano il litotipo pi superficiale, quello sabbioso, poi si passa alla

    descrizione del litotipo pi profondo, sabbioso limoso. Successivamente si descrivono i

    valori dei parametri meccanici di deformabilit in termini di modulo di rigidezza E per

    entrambi i litotipi. Nella descrizione dei due litotipi si fa riferimento a tutti i risultati a

    disposizione. Ci possibile per levidente ripetitivit delle caratteristiche meccaniche dei

    terreni lungo lo sviluppo delle due gallerie.

    Iniziando con il litotipo pi superficiale, possibile subito chiarire perch landamento

    con la profondit dei valori del peso dellunit di volume risulta alquanto variabile, da un

    minimo di 16 kN/m3 ad un massimo di circa 20.4 kN/m3. Tali valori sono stati ottenuti in

    corrispondenza del contenuto dacqua che il materiale aveva al momento dellapertura dei

    campioni; poich parte dellacqua presente potrebbe essere dovuta alle fasi di carotaggio e

    di campionamento, tale dispersione, oltre a fatti naturali, potrebbe essere, almeno in parte,

    dovuta a questo fenomeno; inoltre, per la stessa ragione, i pesi dellunit di volume devono

    ritenersi estremi superiori rispetto a quelli effettivamente presenti in sito. Fatte salve alcune

    situazioni puntuali, la frazione granulometrica predominante quella sabbiosa con

    percentuale di fino (argilla) generalmente inferiore al 10%.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    30

    I valori dei parametri di resistenza determinati grazie alle prove di laboratorio sono stati

    interpretati ipotizzando che il litotipo in questione avesse una resistenza di tipo sia coesivo

    sia attritivo. La componente coesiva riconducibile alla cementazione, piuttosto variabile

    della sabbia. Per quanto attiene i valori dellangolo di resistenza al taglio, questi sono

    prevalentemente compresi tra 34 e 39, anche se in qualche caso sono stati raggiunti

    valori superiori, sino a 43. Valori dellangolo dattrito generalmente compresi tra 34 e

    38 si ottengono anche interpretando, con la procedura proposta da Schmertmann, i

    risultati delle prove penetrometriche dinamiche eseguite in sito. Va osservato che alcune

    prove SPT non sono state interpretate in quanto hanno raggiunto le condizioni di rifiuto;

    ci riconducibile alla presenza di forti addensamenti o/e di legami di cementazione.

    I valori dellangolo di attrito dello stato critico CS sono generalmente compresi tra 30 e 37.

    La coesione assume valori generalmente dispersi, alquanto variabili, e compresi tra 0 e

    150 kPa. Va comunque osservato che la maggior parte dei provini non supera la coesione

    di 50 kPa, e solo 3 provini raggiungono una coesione pari a 150 kPa. Tale variabilit risulta

    giustificata e compatibile con quanto si pu osservare in corrispondenza dei diversi

    affioramenti presenti in zona, dai quali si evince la variabilit del grado di cementazione.

    Va precisato che la parte litoide della formazione arenacea non stata oggetto di prove per

    insufficiente quantit del materiale. Spezzoni di carota ben cementata di modesta

    lunghezza, presenti allinterno dei campioni, non sono stati considerati adatti ad essere

    sottoposti a prove meccaniche di resistenza. Considerata la natura dei terreni e le

    conseguenti difficolt di campionamento, si devono sottolineare due aspetti. Il primo:

    durante il campionamento sono ipotizzabili effetti di disturbo non quantificabili, tendenti a

    ridurre la resistenza del materiale; il secondo: il materiale prevalentemente a grana grossa

    campionabile che stato possibile sottoporre a prove di laboratorio quello pi addensato

    e/o cementato e quindi caratterizzato da parametri di resistenza pi elevati. Questultimo

    aspetto sovrastima le caratteristiche di resistenza della formazione sabbiosa.

    Limpossibilit di una completa indagine sullammasso in oggetto, caratterizzato da una

    cementazione diffusa ma estremamente variabile, rende difficile la previsione della

    stabilit della galleria durante quelle fasi di scavo nelle quali il fronte e la volta in

    allargamento non siano confinate.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    31

    Passando alla descrizione del litotipo sottostante, si pu subito sottolineare come tale

    formazione sia caratterizzata granulometricamente dalla presenza predominante di limo

    anche se puntualmente la componente sabbiosa pu risultare elevata. Il peso dellunit di

    volume risulta poco disperso variando con la profondit nellintorno del valore medio pari

    a circa 20 kN/m3. Per quanto attiene la resistenza si ottengono valori dellangolo dattrito

    generalmente inferiori a quelli della formazione sovrastante. Anche se in qualche caso

    sono stati raggiunti valori superiori a 43, i valori dellangolo di resistenza al taglio sono

    prevalentemente compresi tra 31 e 36. Anche in questo caso langolo dattrito a grandi

    deformazioni generalmente inferiore allangolo dattrito di picco corrispondente, e oscilla

    tra 31 e 35 con qualche eccezione in cui si raggiungono valori di 36 - 38.

    Per quanto riguarda la coesione efficace i valori sono alquanto variabili, variano tra 0 a

    70 kPa, fatta eccezione per 3 valori che superano i 120 kPa.

    Come si accennato precedentemente, nella descrizione dei parametri fisici e meccanici

    di resistenza delle due formazioni sono stati presi in esame i valori provenienti dalle prove

    eseguite in tutte le cinque sezioni senza distinzioni fra sezione e sezione. Questo

    possibile per levidente ripetitivit delle caratteristiche meccaniche dei terreni lungo lo

    sviluppo delle due gallerie. Nonostante ci sembra interessante sottolineare qualche

    differenza delle caratteristiche meccaniche riscontrate fra le cinque sezioni. In particolare,

    per quanto riguarda il litotipo sabbioso si pu notare un discreto miglioramento delle

    caratteristiche di resistenza in termini di angolo dattrito al passaggio dalla prima sezione

    allultima. Ci attestato anche dai risultati delle prove penetrometriche dinamiche, nelle

    quali si ha un aumento della percentuale di prove che raggiungono le condizioni di rifiuto

    passando dalla prima sezione alla quinta. In particolare, questultima caratterizzata

    dallassenza di dati elaborabili visto che tutte le prove hanno raggiunto le condizioni di

    rifiuto.

    Prima di illustrare i valori dei parametri meccanici di deformabilit si riportano alcune

    considerazione sulla rappresentativit degli stessi. Le prove di laboratorio per la

    determinazione dei parametri meccanici i deformabilit del terreno sono essenzialmente le

    prove in colonna risonante e le prove edometriche. Entrambi hanno dato delle valide

    indicazioni, ma non del tutto esaurienti a causa della natura dei terreni prevalentemente a

    grana grossa. Per quanto riguarda il litotipo sabbioso pi superficiale, sono state condotte

    prove di colonna risonante. La difficolt di ottenere provini di terreno indisturbato

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    32

    cilindrici da campioni di terreno prevalentemente sabbiosi, ha comportato serie difficolt

    nel testare la deformabilit per mezzo della prova di colonna risonante. In altre parole i

    campioni che sono stati sottoposti a prova in colonna risonante sono solo quelli che hanno

    presentato o una spiccata cementazione del materiale o una sufficiente percentuale di

    terreno a grana fine in grado di assicurare un minimo di consistenza necessaria per

    confezionare il provino. I valori di rigidezza che si sono ottenuti, quindi, non possono

    essere considerati caratteristici del comportamento globale di tutto lammasso di terreno,

    ma piuttosto delle zone di terreno pi cementate o con alto percentuale di materiale a grana

    fine che fanno parte dellintero litotipo superficiale. Guardando in dettaglio la

    granulometria dei campioni sottoposti a prova, per, si nota che il materiale testato

    caratterizzato non tanto da una forte cementazione quanto da una considerevole

    componente di materiale fino, che ha assicurato la lavorabilit del terreno e la possibilit di

    ottenere provini cilindrici indisturbati.

    Il litotipo pi limoso sottostante le due gallerie sono stati testati con prove di laboratorio

    edometriche e di colonna risonante. In questo caso va sottolineato come le prove

    edometriche hanno confermato la sostanziale tendenza del terreno, almeno per la zona pi

    superficiale dello strato interessato dal sondaggio a carotaggio continuo, a comportarsi pi

    come materiale a grana grossa, con valori relativamente alti della permeabilit, piuttosto

    che come un terreno a grana fine. Ci comunque confermato dallanalisi dei limiti di

    Atterberg in cui non possibile determinare il limite di plasticit.

    Facendo riferimento alla Fig. 13 possibile commentare le caratteristiche meccaniche

    di deformabilit dei terreni in sito. La rigidezza di un terreno funzione dello stato

    deformativo a cui sottoposto: passando da piccole deformazioni a grandi deformazioni, la

    deformabilit del terreno aumenta sensibilmente. Alla luce di quanto detto possibile

    notare tale tendenza dai risultati che si hanno a disposizione. Per quanto riguarda le prove

    edometriche il parametro di deformabilit che si ottiene relativo alle medie deformazioni;

    le prove penetrometriche statiche danno una stima di valori della deformabilit per medie-

    alte deformazioni; dalle prove pressiometriche si ricavano valori relativi a medio-basse

    deformazioni come anche dalle prove dilatometriche; i risultati provenienti dalle prove in

    colonna risonante si riferiscono a piccole deformazioni e infine le prove geofisiche di tipo

    cross-hole danno valori della deformabilit per piccolissime deformazioni.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    33

    I valori del modulo di rigidezza di Young E provenienti dalle prove edometriche

    variano da 50 a 250 MPa. Ci pu attribuirsi allo variazione dello stato tensionale presente

    in sito: si pu vedere come allaumentare della profondit e quindi della tensione di

    confinamento aumenta la rigidezza del materiale. Va sottolineato che i valori del modulo

    E ricavato dalle prove edometriche sono ricavati a partire dalle curve di scarico.

    Per quanto riguarda i valori del parametro di rigidezza determinabili dalle prove

    peneterometriche statiche mediante correlazione di Skempton e Schmertmann, possibile

    notare come questi siano i valori mediamente pi bassi fra tutti quelli ricavati dalle altre

    prove, oscillando tra 20 e 60 MPa. Va comunque ricordato che i parametri di deformabilit

    ricavati utilizzando le prove SPT sono affetti dallimprecisione delle necessarie

    correlazioni da impiegare, non essendo le SPT prove che consentono misure dirette della

    deformabilit. Le prove pressiometriche forniscono un ottima stima dei parametri di

    rigidezza nel campo di deformazioni che si verificano in sito (medie-basse). In figura si

    evidenzia la discordanza dei valori provenienti dalle prove pressiometriche della campagna

    dindagine precedente con quelli provenienti dalla pi recente campagna dindagine

    integrativa. Allineandosi anche ai risultati provenienti dalle prove dilatometriche si

    ritiengono pi realistici i valori dei moduli di Young ottenuti nelle prove pressiometriche

    pi recenti (in nero), compresi tra 80 e 200 MPa. Le prove di laboratorio in colonna

    risonante sui limi sabbiosi indicano valori della deformabilit pi bassi rispetto a quelli

    della formazione sabbiosa superficiale. Mentre il modulo E per i primi varia tra 400 e 600

    MPa, per il litotipo sabbioso il valore di E oscilla tra 50 e 400 MPa.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    34

    Cam

    pion

    epr

    of. (

    m)

    Z s.l

    .m. (

    m)

    AL

    SG

    Cc

    Cs

    OC

    Rc'

    (kPa

    )'

    ()

    'cs(

    )S1

    - C

    1 (A

    )4,

    50-4

    ,90

    188,

    50

    551

    44\

    \\

    \\

    \\

    S1 -

    C1

    (C-B

    )4,

    50-4

    ,90

    188,

    10

    575

    20\

    \\

    \\

    \\

    S1 -

    C1

    (C-B

    )4,

    50-4

    ,90

    188,

    10

    010

    00

    12,2

    7\

    \\

    \\

    36S1

    - C

    29,

    00-9

    ,50

    183,

    750

    010

    00

    18,8

    3\

    \\

    2039

    34S1

    - C

    313

    ,50-

    14,0

    017

    9,25

    216

    802

    19,2

    5\

    \\

    9037

    35S1

    -C4

    18,0

    0-18

    ,60

    174,

    77

    2865

    019

    ,80

    \\

    \15

    041

    41S1

    -C5

    22,5

    0-23

    ,00

    170,

    252

    4157

    019

    ,34

    \\

    \50

    4036

    S1 -

    C6

    (B)

    27,0

    0-27

    ,50

    165,

    7511

    7712

    020

    ,00

    \\

    \20

    3731

    S2 -

    C1

    3,00

    -3,7

    018

    3,15

    2230

    480

    20,3

    7\

    \\

    1734

    33S2

    - C

    216

    ,50-

    17,2

    016

    9,65

    1117

    693

    20,4

    0\

    \\

    5038

    38S2

    - C

    319

    ,50

    - 19,

    8016

    6,85

    537

    2632

    \\

    \\

    \\

    \S3

    - C

    14,

    50-4

    ,90

    181,

    9916

    2458

    217

    ,76

    \\

    \15

    042

    38S3

    - C

    29,

    00 -

    9,40

    177,

    492

    2276

    015

    ,98

    \\

    \30

    3633

    S3 -

    C3

    13,5

    0-13

    ,90

    172,

    992

    2969

    017

    ,91

    \\

    \40

    3535

    S3 -

    C4

    ( C-B

    )18

    ,00-

    18,6

    016

    8,39

    779

    140

    \\

    \\

    \\

    \S3

    - C

    4 (B

    )18

    ,00-

    18,6

    016

    8,09

    263

    350

    18,7

    7\

    \\

    035

    31S4

    - C

    15,

    30-6

    ,00

    181,

    1515

    2852

    517

    ,05

    \\

    \50

    4342

    LEG

    END

    A

    (*)

    (**)

    (***

    )

    (***

    *)

    (A),

    (B),

    etc.

    prov

    ino

    ricos

    titui

    to e

    asc

    iutto

    , con

    fezi

    onat

    o co

    n il

    terr

    eno

    pass

    ante

    al s

    etac

    cio

    di d

    iam

    etro

    2 m

    m; l

    a pr

    ova

    di ta

    glio

    st

    ata

    eseg

    uita

    in a

    ssen

    za d

    i acq

    ua. L

    a pr

    ova

    st

    ata

    eseg

    uita

    per

    la d

    eter

    min

    azio

    ne d

    ell'a

    ngol

    o d'

    attri

    to in

    con

    dizi

    oni d

    i sta

    to c

    ritic

    ola

    gra

    nulo

    met

    ria si

    rife

    risce

    al c

    ampi

    one

    prel

    evat

    o in

    sito

    , da

    cui

    stat

    o ric

    avat

    o il

    terr

    eno

    utili

    zzat

    o pe

    r con

    fezi

    onar

    e il

    prov

    ino

    ricos

    titui

    topr

    ovin

    o co

    nfez

    iona

    to d

    a un

    cam

    pion

    e pr

    elev

    ato

    sopr

    a fa

    lda;

    in q

    uest

    o ca

    so la

    pro

    va T

    D

    stat

    a es

    egui

    ta in

    pre

    senz

    a di

    acq

    ua e

    il p

    rovi

    no n

    on

    stat

    o as

    ciug

    ato

    prel

    imin

    arm

    ente

    a b

    asse

    tem

    pera

    ture

    .si

    inte

    nde

    "par

    te a

    lta, b

    assa

    , et

    c."

    del c

    ampi

    one

    su c

    ui

    stat

    a es

    egui

    ta la

    pro

    va d

    i lab

    orat

    orio

    cam

    pion

    i pre

    leva

    ti so

    pra

    fald

    aPe

    r i c

    ampi

    oni s

    abbi

    osi p

    rele

    vati

    sopr

    a fa

    lda,

    i va

    lori

    delle

    gra

    ndez

    ze fi

    sich

    e , w

    , rip

    orta

    ti in

    tabe

    lla, p

    osso

    no e

    sser

    e di

    vers

    i da

    quel

    li in

    sito

    a c

    ausa

    del

    pos

    sibi

    le a

    ssor

    bim

    ento

    di a

    cqua

    di

    perf

    oraz

    ione

    da

    parte

    del

    cam

    pion

    e.Pe

    r ric

    ondu

    rre

    lo st

    ato

    del m

    ater

    iale

    a c

    ondi

    zion

    i di c

    onte

    nuto

    d'ac

    qua

    pros

    sim

    o a

    zero

    , situ

    azio

    ne p

    roba

    bile

    in si

    to n

    ei c

    ampi

    oni s

    abbi

    osi s

    opra

    fald

    a, n

    elle

    pro

    ve T

    D, p

    rima

    della

    fase

    di t

    aglio

    , i

    cam

    pion

    i son

    o st

    ati a

    sciu

    gati

    a ba

    sse

    tem

    pera

    ture

    ; ino

    ltre,

    anc

    he la

    fase

    di t

    aglio

    st

    ata

    eseg

    uita

    in a

    ssen

    za d

    i acq

    ua.

    TD

    TD (*

    )TD

    (*)

    \ TD

    TD (*

    )TD

    (***

    *)\

    TD (*

    )

    TD (*

    )TD

    (*)

    TD (*

    )TD\ (***

    )TD

    (**)

    TD (*

    )

    NO

    TEC

    AR

    ATT

    ERIS

    TIC

    HE

    MEC

    CA

    NIC

    HE

    CA

    RA

    TTER

    ISTI

    CH

    E FI

    SIC

    HE

    GR

    AN

    ULO

    MET

    RIA

    (%)

    (KN

    /m3 )

    Tab.

    3 -

    Car

    atte

    ristic

    he fi

    sich

    e e

    mec

    cani

    che

    dei c

    ampi

    oni p

    rove

    nien

    ti da

    lla 1

    sez

    ione

    , sot

    topo

    sti a

    pro

    ve d

    i lab

    orat

    orio

    per

    il li

    totip

    o sa

    bbio

    si.

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    35

    Ta

    b. 4

    - C

    arat

    teris

    tiche

    fisi

    che

    e m

    ecca

    nich

    e de

    i cam

    pion

    i pro

    veni

    enti

    dalla

    1 s

    ezio

    ne, s

    otto

    post

    i a p

    rove

    di l

    abor

    ator

    io p

    er il

    lito

    tipo

    limos

    o.

    S1 -

    C7

    (A)

    31,5

    0-32

    ,00

    161,

    52

    2076

    219

    ,29

    \\

    \0

    3331

    S1 -

    C7

    (B)

    31,5

    0-32

    ,00

    161

    553

    420

    20,5

    0\

    \\

    038

    33S1

    - C

    836

    ,50-

    36,9

    015

    6,3

    682

    120

    20,5

    0\

    \\

    196

    3135

    S2 -

    C4

    27,0

    0-27

    ,60

    159,

    28

    6725

    020

    ,15

    \\

    \0

    3532

    S2 -

    C5

    34,5

    0-35

    ,20

    151,

    6558

    402

    019

    ,91

    0,41

    0,07

    4,20

    032

    \S3

    - C

    5 ( C

    )22

    ,50-

    23,0

    016

    3,94

    780

    130

    \\

    \\

    \\

    \S3

    - C

    6 (B

    )27

    ,00-

    27,6

    015

    9,39

    1174

    150

    20,4

    1\

    \\

    040

    31S3

    - C

    732

    ,00-

    32,5

    015

    4,44

    1065

    250

    20,8

    6\

    \\

    7034

    31S4

    - C

    5 (A

    )22

    ,50-

    22,9

    016

    4,3

    00

    982

    \\

    \\

    \\

    \S4

    - C

    5 (C

    )22

    ,50-

    22,9

    016

    4,1

    00

    964

    \\

    \\

    \\

    \S4

    - C

    5 (C

    -B)

    22,5

    0-22

    ,90

    163,

    94

    7719

    019

    ,87

    \\

    \50

    4338

    S4 -

    C6

    27,0

    0-27

    ,40

    159,

    68

    8012

    020

    ,82

    \0,

    027

    \\

    \\

    LEG

    END

    A

    (A),

    (B),

    etc.

    \TDTD

    si in

    tend

    e "p

    arte

    alta

    , bas

    sa ,

    etc.

    " de

    l cam

    pion

    e su

    cui

    st

    ata

    eseg

    uita

    la p

    rova

    di l

    abor

    ator

    io

    \TD \ \ TDTD \ \ TD

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    36

    3032

    3436

    3840

    ' (S

    chm

    ertm

    ann)

    ( )

    ango

    lo d

    'attri

    to ri

    cava

    to

    dalle

    pro

    ve in

    sito

    SPT

    rifiu

    to

    2832

    3640

    44

    '

    ( )

    resi

    sten

    za

    a st

    ato

    criti

    core

    sist

    enza

    di p

    icco

    050

    100

    150

    200

    250

    c'

    (kPa

    )0

    2040

    6080

    100

    GRA

    NULO

    MET

    RIA

    (%)

    AL

    SG

    1617

    1819

    2021

    22

    (K

    N/m

    3 )

    150

    152

    154

    156

    158

    160

    162

    164

    166

    168

    170

    172

    174

    176

    178

    180

    182

    184

    186

    188

    190

    192

    PROFONDITA' (m)

    1a se

    zione

    di m

    isura

    sim

    bolo

    pie

    no :

    form

    azio

    ne sa

    bbio

    sa su

    perf

    icia

    lesi

    mbo

    lo v

    uoto

    : fo

    rmaz

    ione

    lim

    osa

    inte

    rmed

    ia

    Fig.

    8- A

    ndam

    ento

    con

    la p

    rofo

    ndit

    e p

    er li

    totip

    o de

    i prin

    cipa

    li pa

    ram

    etri

    fisic

    i e m

    ecca

    nici

    .

  • Capitolo 2 La galleria di Nazzano _______________________________________________________________________________

    37

    Cam

    pion

    epr

    of. (

    m)

    Z s.l

    .m. (

    m)

    AL

    SG

    Cc

    Cs

    OC

    Rc'

    (kPa

    )'

    ()

    'cs (

    )S5

    - C

    234

    ,00-

    34,4

    017

    7,64

    321

    697

    18,3

    1\

    \\

    3042

    36S5

    - C

    340

    ,50-

    40,9

    017

    1,14

    329

    599

    \\

    \\

    \\

    \S6

    - C

    2 (A

    )12

    ,00-

    12,3

    219

    7,5

    00

    100

    0\

    \\

    \\

    \\

    S6 -

    C2

    (C-B

    )12

    ,00-

    12,3

    519

    7,33

    00

    946

    20,8

    3\

    \\

    110

    4140

    S6 -

    C5

    28,5

    0-28

    ,85

    180,

    80

    098

    218

    ,07

    \\

    \14

    039

    36S7

    - C

    29,

    00-9

    ,70

    199,

    3520

    1466

    018

    ,45

    \\

    \0

    3430

    S7 -

    C4

    19,5

    0-19

    ,80

    189,

    055

    2570

    017

    ,95

    \\

    \10

    042

    36S7

    - C

    737

    ,5-3

    7,80

    171,

    0574

    8\

    \\

    \\

    \\

    S6 -

    C9

    49,5

    0-49

    ,70

    159,

    97

    8112

    0\

    \\

    \\

    \\

    S7 -

    C9

    46,5

    0-47

    ,10

    161,

    94

    6927

    019

    ,91

    \\

    \60

    3332

    S7 -

    C11

    54,0

    0-54

    ,60

    154,

    45

    7817

    020

    ,60

    0,14

    60,

    023

    3,3

    127

    35,5

    35,5

    LEG

    END

    A

    (*)

    (A),

    (B),

    etc.

    TD (*

    )

    CA

    RA

    TTER

    ISTI

    CH

    E FI

    SICH

    E

    si in

    tend

    e "p

    arte

    alta

    , bas

    sa ,

    etc.

    " de

    l cam

    pion

    e su

    cui

    st

    ata

    eseg

    uita

    la p

    rova

    di l

    abor

    ator

    io

    \

    TD (*

    )TD

    TD (*

    )\ \ TD

    cam

    pion

    i pre

    leva

    ti so

    pra

    fald

    aPe

    r i c

    ampi