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AMATO CAPITOLO 1: Somministrazione dei Farmaci il farmaco è una sostanza in grado di influenzare i processi fisiologici o patologici di un organismo vivente. I farmaci possono essere di origine: Naturale (animale, vegetale) Semisintetici Sintetici Possono essere utilizzati come: Trattamento sostitutivo ( Es. Terapia insulinica) Prevenzione (Es. Vaccini) Per combattere le cause delle patologie (Es. antibiotico, antibatterico, antivirale) Per correggere i sintomi di una patologia ( Es. Antiinfiammatori) L’azione del farmaco può essere: Locale (applicato localmente sulla cute) Sistemica (rivolta all’organo da curare) Indiretta (miglioramento che favorisce la cura dell’organo) L’infermiere nella somministrazione dei farmaci è “l’agente” responsabile ovvero non è solo l’esecutore alla prescrizione del medico, ma un esecutore cosciente e responsabile della sua competenza. Responsabilità dell’infermiere • Conoscenza del farmaco • Abilità nelle diverse procedure di somministrazione (bisogna conoscere le tecniche e le procedure, fondamentale per assicurare una corretta funzione del farmaco e quindi una corretta azione terapeutica) • Capacità di giudizio ( a chi somministriamo) • Consapevolezza del proprio campo di azione Riguardo le ultime due, il nostro agire non è esclusivamente legato a un comando, ma è pienamente cosciente e consapevole, le nostre azioni sono guidate da conoscenze pregresse, dalla nostra formazione e dalla nostra esperienza. Dunque, si potrà affermare che l’infermiere agisce secondo autonomia e secondo competenza. Autonomia: capacità di agire, ovvero la facoltà di prendere decisioni (è giusto? Cosa sto facendo?) essere quindi ragionevolmente autonomi, e decidere se fare o non fare. Se si hanno dei dubbi, bisogna sempre confrontarsi con il medico, e decidere insieme il piano terapeutico, perché l’infermiere ha le sue responsabilità . Competenza: si realizza unendo la conoscenza e l’abilità acquisite con la formazione e l’esperienza, infatti il nostro profilo professionale ne declama la specificità, l’infermiere deve sapere quali sono le sue competenze, deve saper riconoscere i limiti delle sue conoscenze e della sua abilità.

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AMATO

CAPITOLO 1: Somministrazione dei Farmaci

il farmaco è una sostanza in grado di influenzare i processi fisiologici o patologici di un organismo vivente.

I farmaci possono essere di origine:

• Naturale (animale, vegetale)

• Semisintetici

• Sintetici

Possono essere utilizzati come:

• Trattamento sostitutivo ( Es. Terapia insulinica)

• Prevenzione (Es. Vaccini)

• Per combattere le cause delle patologie (Es. antibiotico, antibatterico, antivirale)

• Per correggere i sintomi di una patologia ( Es. Antiinfiammatori)

L’azione del farmaco può essere:

• Locale (applicato localmente sulla cute)

• Sistemica (rivolta all’organo da curare)

• Indiretta (miglioramento che favorisce la cura dell’organo)

L’infermiere nella somministrazione dei farmaci è “l’agente” responsabile ovvero non è solo l’esecutore alla

prescrizione del medico, ma un esecutore cosciente e responsabile della sua competenza.

Responsabilità dell’infermiere

• Conoscenza del farmaco

• Abilità nelle diverse procedure di somministrazione (bisogna conoscere le tecniche e le procedure,

fondamentale per assicurare una corretta funzione del farmaco e quindi una corretta azione terapeutica)

• Capacità di giudizio ( a chi somministriamo)

• Consapevolezza del proprio campo di azione

Riguardo le ultime due, il nostro agire non è esclusivamente legato a un comando, ma è pienamente

cosciente e consapevole, le nostre azioni sono guidate da conoscenze pregresse, dalla nostra formazione e

dalla nostra esperienza. Dunque, si potrà affermare che l’infermiere agisce secondo autonomia e secondo

competenza.

Autonomia: capacità di agire, ovvero la facoltà di prendere decisioni (è giusto? Cosa sto facendo?) essere

quindi ragionevolmente autonomi, e decidere se fare o non fare. Se si hanno dei dubbi, bisogna sempre

confrontarsi con il medico, e decidere insieme il piano terapeutico, perché l’infermiere ha le sue

responsabilità .

Competenza: si realizza unendo la conoscenza e l’abilità acquisite con la formazione e l’esperienza, infatti il

nostro profilo professionale ne declama la specificità, l’infermiere deve sapere quali sono le sue

competenze, deve saper riconoscere i limiti delle sue conoscenze e della sua abilità.

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PROFILO PROFESSIONALE

(D.M. 14 sett./’94, n.739) Identifica qual è la figura dell’infermiere in generale, è importante che ci siano dei

punti che specificano bene qual è il ruolo, la responsabilità, l’autonomia e la competenza dell’infermiere.

(…)

c) pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico

d) garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni terapeutiche

e) agisce individualmente ed in collaborazione con gli altri operatori sanitari.

Regola delle 7G:

• Giusto paziente (sempre prima di qualsiasi manovra, terapia, accertamento ecc. identificare il

paziente, chiedendo NOME, COGNOME E DATA DI NASCITA)

• Giusto farmaco ( verificare il bugiardino, per accertarsi che quel farmaco sia il giusto farmaco per

quel giusto paziente)

• Giusta dose (dose eccessiva, o inferiore possono causare un danno)

• Giusta via (in base alla via utilizzata il farmaco viene assorbito più velocemente o meno, dunque ha

un importanza per l’effetto terapeutico)

• Giusto orario

• Giusta registrazione (prescrizione scritta chiaramente, controllare sempre ciò che ha scritto il

medico, registrare bene le precedenti G e firmare la cartella infermieristica)

• Giusto approccio con il paziente ( regola delle 10 G, nel giusto approccio del paziente ci sono 3

categorie di valutazione: 1) GIUSTA ISTRUZIONE: il paziente va istruito e educato su come

effettuare autonomamente la procedura di somministrazione del farmaco, con consapevolezza e

sicurezza. 2) Valutare lo stato del paziente: ad esempio farmaci che non posso essere somministrati

senza valutare i parametri vitali, o gli esami di laboratorio. 3) GIUSTE AZIONI DEL NURSING: che

include il controllo del paziente dopo la somministrazione, valutando effetti collaterali.

DIRITTO DI RIFIUTO:

il paziente ha il diritto di rifiutare una terapia, non si può avvallare questo diritto, poiché si tratta di

autodeterminazione, in questo caso, il ruolo dell’infermiere è importante poiché bisogna accertarsi

che il paziente sia pienamente informato sulle potenziali conseguenze di rifiuto di quella terapia,

avvertendo il medico, e annotando il tutto sulla cartella infermieristica.

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AZIONE DEI FARMACI: oltre la normale interazione

• Idiosincrasia (risposta soggettiva, non prevedibile di intolleranza al farmaco, ovvero la risposta del

singolo soggetto è anomala)

• Allergia: 1) semplici= rush cutaneo prurito e sintomatologia tollerabili 2) complesse: coinvolge

l’apparato respiratorio: shock respiratorio.

• Tolleranza: è il caso in cui l’organismo non riceve l’effetto ricercato, o perché prendendo il farmaco

per tanti anni è difficile contrastare la problematica con un determinato farmaco.

• Dipendenza: si manifesta con l’assuefazione, ovvero il soggetto è immune all’effetto del farmaco,

portano il paziente anche a crisi d’astinenza.

Interazione tra Farmaci: È la modificazione dell’azione di un farmaco per effetto della azione simultanea di

un altro farmaco.

➔ SINERGIA: di due farmaci somministrati contemporaneamente può avvenire in modo indipendente

o può portare a un potenziamento della stessa terapia, aiuta a combattere la patologia

➔ ANTAGONISMO: riduce l’effetto del farmaco, e può portare a una reazione avversa, nuova e

inaspettata.

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*Distribuzione: è fortemente caratterizzata e influenzata dalle caratteristiche fisiche e chimiche delle

molecole, dal flusso ematico, dall’affinità dei vari organi, soprattutto i farmaci solubili ed elettricamente

neutri che possono essere distribuiti facilmente in tuti i tessuti ( diffu semplice). I farmaci scarsamente

liposolubili penetrano nelle cellule tissutali con percorsi più complessi.

La somministrazione dei farmaci: VIA ORALE. (sistema gastroenterico) Somministrata attraverso il canale

orale, e attraversa il canale digestivo.

Vantaggi:

• Economica

• Confortevole

• Facile esecuzione

• Modulazione dell'assorbimento

Svantaggi:

• Azione più lenta

• Meno potente rispetto alle altre vie

• Inefficace in presenza di patologie del tratto gastro-intestinale

ASSORBIMENTO → A LIVELLO GI.

DISTRIBUZIONE → VIA CIRCOLATORIA.

METABOLISMO→ EPATICO

ELIMINAZIONE → EPATICA O RENALE.

L’insieme di questi fenomeni va a determinare la biodisponibilità del farmaco a livello del nostro corpo,

importante saperlo poiché si può comprendere la tossicità o l’efficacia del farmaco, per valutare

l’eliminazione dello stesso dall’organismo o per valutare gli effetti collaterali.

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Valutazione per la Somministrazione:

• Anamnesi del paziente/Allergie

• Conoscenza della Farmacocinetica e dinamica del Farmaco affinché si possano individuare

subito effetti collaterali ed efficacia del farmaco.

• Capacità di Deglutizione

• Informazione del pz sul farmaco

• Identificazione del paziente.

• dose

• Orario

• Via di Somministrazione

Preparazione del materiale:

• Carrello della Terapia:

• Schede individuali di terapia

• Farmaci da somministrare

• Bicchieri monouso

• Quadratini di garza o contenitori

• Dispositivo spezza compresse

• Contenitore rifiuti

Procedura:

• Lavarsi le mani (lavaggio sociale)

• Controllare la scheda del paziente

• Scegliere il giusto farmaco

• Controllare l’identità del paziente

• Eseguire le eventuali rilevazioni dei parametri

• Dosare il farmaco con attenzione

• Sistemare il farmaco nel contenitore

• Informare il paziente

• Somministrazione del Farmaco

Valutazione Finale:

• Valutare l’assunzione del Farmaco

• Chiedere al pz se ha avuto difficoltà o necessita di altre informazioni

• Eseguire, se occorre, le rilevazioni dei parametri vitali

Registrazione:

• Eseguire le registrazioni apponendo la firma sulla cartella infermieristica

Capitolo 2: Somministrazione per via topica (cute)

La somministrazione con effetto topico consiste nell’applicazione del farmaco sulla parte interessata o

comunque in prossimità dell’obiettivo della terapia. La molecola non entra nel sistema circolatorio, ma

esplica la sua azione solo a livello locale.

La somministrazione può avvenire in vari modi:

• Applicazione sulla cute ( lozioni,creme,cerotti, polveri,spray)

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• Instillazione all’interno di una cavità corporea (gocce/colliri negli occhi,orecchie,naso,gola)

• Introduzione in una cavità corporea(ovuli/schiume vaginali, supposte)

• Nebulizzazione applicazione di spray medicati per via aerea

Procedura: NO STERILE

• Lavarsi le mani ed indossare i guanti (semplice ma effettuata sempre con accortezza)

• Informare il paziente sulla procedura

• Assicurare la privacy e posizionare il paziente

• Pulire la zona da trattare e asciugare la cute

• Se necessario, sostituire i guanti

• Applicare il farmaco secondo la tecnica adatta per la forma farmaceutica (cerotto, pomata, lozione, spray,

polvere)

• Coprire, se necessario, con una medicazione (garza o cerotto)

• Riposizionare il paziente

• Gettare i guanti e il materiale sporco.

Valutazione:

• Ispezionare le condizioni della cute e della zona interessata

• Verificare se il paziente è in grado di effettuare l’auto applicazione

• Osservare la zona trattata e chiedere al paziente se ha avuto delle difficoltà o se ha bisogno di ulteriori

informazioni

• Registrare l’avvenuta somministrazione e le osservazioni rilevate

Somministrazione per via topica: Instillare gocce nell’orecchio -→ Soluzioni che possono essere instillate

nell’orecchio per il trattamento di infezioni esterne o rimozione del tappo di cerume. È un trattamento via

mucosa.

Instillare gocce nell’orecchio: Preparazione del materiale: Carrello della Terapia:

• Schede di terapia

• Farmaci da somministrare

• Quadratini di garza/cotone

• Bastoncini con punta di cotone

• Guanti monouso

• Reniforme

• Contenitore rifiuti.

Preparazione del paziente e prevalutazione:

• Verifica dell’identità del paziente

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• Verifica della prescrizione (Dx-Sx-Dx/Sx)

• Condizioni del canale auricolare

• Presenza di dolore o ipoacusia (sospetto tappo di cerume e allora il farmaco non riuscirà a penetrare)

• Informazione(su effetti, intervalli di somm.ne, procedura)

• Capacità di apprendimento

• Autosufficienza

• Posizionamento(pz. supino o seduto con la testa girata con l’orecchio da trattare rivolto verso l’alto).

Avvertenze:

• Temperatura del Farmaco potrebbe (troppo freddo) causare vertigini!

• Utilizzare una tecnica sterile in caso di rottura del timpano per prevenire infezioni!

• Non forzare mai la pressione dentro il canale, potrebbe causare perforazione del timpano!

Somministrazione Farmaci Oculari:

La somministrazione di farmaci oculari comporta l’applicazione nel sacco congiuntivale di gocce, pomate o

dischi intraoculari. Il farmaco non va instillato direttamente nella cornea in quanto la ricca innervazione le

conferisce una particolare sensibilità. Prima di applicare le soluzioni è necessario liberare l’occhio da

secrezioni. (ispezionare occhio e detergerlo, l’applicazione non deve essere causale ma seguire la superficie

interessata, è una procedura fastidiosa ed è necessario educare il paziente; farmaco per via mucosa)

Preparazione del materiale: Carrello della Terapia:

• Schede di terapia

• Farmaci da somministrare

• Quadratini di garza/cotone/bende oculari

• Sol. Fisiologica o acqua tiepida

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• Guanti monouso

• Bacinella o reniforme

• Cerotti

• Contenitore rifiuti

Preparazione del paziente e prevalutazione:

• Verifica della prescrizione e dell’identità del paziente

• Controlla la prescrizione che può riguardare: l’occhio destro:OD,l’occhio sinistro:OS o entrambi gli

occhi: EO/OO

• Condizioni esterne dell’occhio

• Presenza di segni di allergia

• Informazione

• Capacità di apprendimento

• Autosufficienza

• Posizionamento(pz. supino o seduto con la testa lievemente iperdistesa.

Tecnica:

- Aiutare il paziente a sedersi in posizione di Fowler o supina, con la testa iperestesa

- Fornire al paziente una garza per tamponare lacrime o secrezioni derivate dall’instillazione

- Porre una o due dita sulla parte inferiore dell’osso orbitale e delicatamente tirare la

palpebra verso il basso, il pz punta lo sguardo al soffitto

- Con l’altra mano appoggiata sulla fronte del paziente, instillare il numero richiesto di gocce

o di pomata nella parte inferiore del sacco congiuntivale

- Rilasciare la palpebra e permettere al paziente di chiudere l’occhio

Somministrazione via Rettale

Nella via rettale il farmaco viene introdotto all’interno dell’ampolla rettale sotto forma di supposta o

clistere ideale per ottenere effetti locali o sistemici. L’entità dell’assorbimento del farmaco è massimo se la

somministrazione è preceduta dall’evacuazione, vantaggi: evitare l’irritazione del tratto gastro intestinale

superiore; liberazione del farmaco a frequenza lenta ma costante; fornisce una maggiore contrazione di

farmaco nel flusso sanguigno poiché il sangue venose del retto inferiore non è filtrato dal fegato; è una via

alternativa a quella orale, se è presente vomito, se la persona non è cosciente o se il farmaco non è

tollerato a livello gastrico; nei bambini è una alternativa alla terapia intramuscolare.

Preparazione del materiale: Carrello della Terapia:

• Scheda di terapia

• Farmaco da somministrare

• Lubrificante in gel

• Quadratini di garza/cotone

• Guanti monouso

• Reniforme

• Contenitore rifiuti

• Se necessario materiale per igiene intima ( importante perché il paziente può evacuare)

Preparazione del paziente e prevalutazione:

• Verifica dell’identità del paziente

• Verifica della prescrizione

• Verificare dall’anamnesi la presenza di eventuali controindicazioni (sanguinamento)

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• Mettere in riservatezza il pz

• Verificare la qualità dell’alvo

• Esaminare la zona perianale e palpare le pareti rettali

• Informazione

• Autosufficienza per autosomministrazione

• Posizione di Sims (ovvero decubito laterale sinistro con la gamba destra flessa in avanti, mantenere

il lato sinistro per facilitare l’entrata della supposta o del clistere per le strutture anatomiche)

Tecnica:

• Lubrificare il dito indice della propria mano dominante e la punta della supposta

• Divaricare le natiche con la mano non dominante

• Introdurre delicatamente la supposta attraverso l’orifizio anale.

• Estrarre il dito e pulire la zona perianale da eventuali residui

• Invitare il paziente a rimanere sdraiato per 5-10m’ ( per evitare l’espulsione)

AVVERTENZE:

• Accertarsi che il farmaco non venga espulso, soprattutto nei bambini!

• Ricordare che la procedura è vista dal pz come invasiva, cercare di creare un ambiente positivo e di

benessere.

Farmaci Vaginali

Questi farmaci esplicano il loro effetto direttamente con la mucosa vaginale, sono di solito utilizzati per

disturbi dell’apparato genitale femminile. PROCEDURA NO STERILE e varia in base alla composizione del

farmaco, le creme vengono applicate con un applicatore. Vengono somministrati in una varietà di forme:

- Schiuma

- Crema

- Irrigazioni

- Ovuli e tavolette

Somministrazione per Via Nasale:

le preparazioni nasali sono preparazioni liquide, semisolide o solide da somministrare nelle cavità nasali per

ottenere un effetto sistemico o locale. I più utilizzato sono ad effetto decongestionante (effetti collaterali:

tachicardia e cefalea); è importante evitare la dispersione del farmaco, stimolando il paziente ad inalare.

Tecnica:

- Lavarsi le mani

- Pz in posizione di Fowler con la testa leggermente iperestesa

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- Il flaconcino di farmaco è tenuto in una mano, con il beccuccio posto all’interno della

narice.

- Il tappo erogatore va premuto mentre il paziente inala

La somministrazione dei farmaci VIA RESPIRATORIA:

Somministrazione per Via Inalatoria

È l’introduzione dei medicamenti attraverso le vie inalatoria, lo scopo della somministrazione è :

- Decongestionante

- Allergie o Processi infiammatori

- Fluidificare secrezioni bronchiali

- Trattamento delle infezioni polmonari

- Diversi metodi di somministrazione: liquido o gassoso.

- Diffuso il pouf, per il trattamento delle sindromi allergiche, ed è inoltre utilizzato per la

somministrazione dei gas anestetici o per l’ossigeno terapia.

Somministrazione per Via Inalatoria

Aerosol: Consiste nell’introduzione nell’apparato respiratorio di una sostanza terapeutica sotto forma di

Sol, intermedio fra lo stato liquido e gassoso, le particelle che lo compongono non sono dispese come

quelle di un gas, ma neanche concentrate come quelle si una soluzione liquida, raggiunge le vie aeree

medie e alte, grazie al diametro delle goccioline che può raggiungere 10 micron. Tecnica molto diffusa in

ambito ospedaliero e pediatrico.

Apparecchiatura:

- Sorgente erogatrice di gas

- Tubo di collegamento

- Ampolla

- Mascherina

Tecnica:

- Aiutare la persona ad assumere una posizione ortopnoica, o semi ortopnoica

- Preparare il farmaco nella diluizione indicata e introdurlo nell’ampolla

- Mettere in funzione l’apparecchio e regolarne il flusso (flusso ossigeno 10/12 l-m tra i 4-5

ml di soluzione può essere somministrato in serie tra minuto)

- Applicare la mascherina ben aderente alla bocca

- Insegnare al paziente a compiere dei respiri profondi con la bocca e espirare con il naso,

- Fornire la persona di fazzoletti di carta e sacchetto raccogli rifiuti.

- Terminato il farmaco nell’ampolla controllare l’espettorato emesso, e riordinare il

materiale dopo una adeguata disinfezione.

AVVERTENZE:

- L’eventuale insorgenza di asma nei pazienti asmatici!

- Le secrezioni abbondanti

- I Parametri Vitali.

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CAPITOLO 3:La somministrazione dei farmaci: TERAPIA SOTTOCUTANEA

La via sottocutanea è comunemente utilizzata per farmaci non assorbibili a livello gastrointestinale (quali

l’eparina, l’insulina etc.), che richiedono somministrazioni in piccole quantità, con una diffusione lenta, ma

costante nel tempo.

Vantaggi: assorbimento delle soluzioni acquose molto rapida dipendente dal sito di amministrazione scelto;

si può ridurre l’azione utilizzando un vasocostrittore; ed è una via d’impianto di compresse da

somministrare lentamente; va adattata per somministrazioni frequenti (insulina).

Svantaggi: potrebbero esserci farmaci irritanti, che potrebbero provocare dolore o necrosi; non permette

l’introduzione di grandi volumi ed è possibile una certa variabilità di assorbimento.

• Parte esterna del braccio: DELTOIDE. (medio)

• Zona periombelicale dell’addome (veloce)

• Parte anteriore delle cosce, del Vasto laterale (lento)

Siringhe ed Aghi

Il tipo di siringa da utilizzare per le iniezioni sottocutanee varia in base al farmaco, generalmente vengono

utilizzate siringhe da 1-2ml. Le misure della lunghezza degli aghi vengono scelte in funzione:

- Della massa corporea della persona

- Dell’angolo di inserzione

- Dell’area prescelta

Generalmente viene utilizzato un ago da 26G e 16mm per un adulto normopeso mentre per l’insulina lo

standard è 30G.

Metodo per stabilire la lunghezza dell’ago: pizzicare la sede dell’iniezione e prendere l’ago che corrisponde

alla metà della plica cutanea.

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Terapia insulinica: L’insulina è l’ormone prodotto dal pancreas indispensabile per la regolazione del

metabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine; è inattivata a livello gastrointestinale da alcuni

enzimi per questo non può essere assunta per via orale, ma dev’essere iniettata; inoltre per garantire un

assorbimento costante l’iniezione dev’essere fatta per via sottocutanea.

Nella pratica clinica la terapia insulinica è il principale trattamento per il diabete di tipo 1, mentre può

essere usata nel diabete di tipo 2 qualora il controllo della malattia non sia adeguato o possibile con la dieta

e i farmaci antidiabetici orali.

Lo schema terapeutico cambia in base a più fattori:

• Tipo di insulina

• Dieta

• Stile di vita

• Compenso glicometabolico.

L’obbiettivo della terapia insulinica è quello di mantenere una concentrazione insulinica costante che

permette di controllare la glicemia senza andare in contro a momenti di Iper glicemia o ipoglicemia che

sono dannosi e pericolosi per il paziente.

Strumenti per la somministrazione:

Siringhe da Insulina:

Le siringhe da insulina (100 unità/ml) sono facilmente utilizzabili in ogni situazione. Sono chiuse in

confezioni sterili che garantiscono un’ottima sicurezza igienica e sono abbastanza precise permettendo

anche di frazionare le unità.

Penna da Insulina:

Le penne sono i dispositivi più accettati dai bambini e dai soggetti in trattamento intensivo perché l’ago è

nascosto e piccolo per cui l’iniezione è meno dolorosa. Sono dotate di una cartuccia contenente insulina e

di una scala graduata per misurare la dose da somministrare. Se viene selezionato un numero eccessivo di

unità e possibile correggere la penna senza perdere il principio attivo.

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In commercio ci sono 2 tipi di penne da insulina:

• le penne riutilizzabili: dispositivi che devono essere caricati con una cartuccia di insulina, dopo la

somministrazione della prima dose possono essere riutilizzate sostituendo l’ago.

• le penne pre-riempite non riutilizzabili: dispositivi di iniezione pronte per l’utilizzo; questi strumenti

evitano di dover inserire la cartuccia al momento dell’iniezione ma non possono essere ricaricati.

possono essere utili per la somministrazione di insulina lontano da casa, sono utili per bambini che

praticano un regime insulinico di somministrazione multipla o con insuline premiscelate. Le penne sono più

accurate rispetto alle siringhe.

Scelta del sito: Complicanze

La zona di somministrazione delle iniezioni cutanee deve ruotare in modo ordinato per ridurre i danni al

tessuto cutaneo, per favorire l’assorbimento ed evitare disagi al paziente. La lipodistrofia è una tra le

complicanze più frequenti nelle persone con diabete che seguono la terapia insulinica. Si manifesta come

un’alterazione del tessuto sottocutaneo nelle zone in cui viene effettuata la somministrazione dell’insulina,

sia con le penne che con il microinfusore. In genere si sviluppa proprio a causa di una non corretta tecnica

di somministrazione sottocutanea. in presenza di una lipodistrofia l’assorbimento dell’insulina può subire

variazioni significative, provocando sbalzi glicemici con il rischio di ipoglicemia o iperglicemia.

Tecnica:

1. Lavarsi le mani (Lavaggio Sociale)

2. Controllare scadenza fiala, data di apertura e prescrizione medica.

3. Scegliere la sede di somministrazione. L’iniezione di insulina va eseguita in zone del corpo sempre

diverse, soprattutto quando si usano terapie di tipo intensivo (3-4 iniezioni giornaliere), in modo da

evitare complicanze.

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4. Per eseguire l’iniezione si può seguire la tecnica della plica cutanea cioè si pizzica la cute con 2 dita

formando una plica e si fa penetrare l’ago con un angolo di 45-90°. In alternativa si può non

formare pliche e far penetrare l’ago con un angolo di 45, in quanto le nuove siringhe in commercio

sono studiati per la penetrazione del sottocute.

Conservazione dell’Insulina

Per la corretta conservazione dell’insulina è importante attenersi sempre alle indicazioni del produttore, in

genere tuttavia l’insulina va conservata in frigorifero (2-8 °C), non deve essere congelata, non va esposta a

temperatura superiore ai 30 °C e deve essere conservata al riparo della luce. Se è previsto un consumo

rapido (per esempio in ospedale, dove il flacone viene utilizzato su più pazienti) il flacone può essere tenuto

a temperatura ambiente, facendo però attenzione a evitare l’esposizione a temperature estreme. Su ogni

flaconcino è sempre riportata la data di scadenza ma i flaconcini aperti vanno consumanti entro un mese

dall’apertura indipendentemente dalla data riportata sulla confezione.

Educazione del Paziente

Il ruolo più importante dell’infermiere nella gestione pz diabetico e terapia insulinica è l’educazione.

Il pz va educato:

- Autosomministrazione

- Corretto regime alimentare

- Attività Fisica

- Compilazione diario per monitorare livelli di glicemia e dosi

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Terapia con Eparina

L’Eparina Sodica a basso peso molecolare ha azione anticoagulante ed è il trattamento di prima scelta per la

prevenzione di TVP (fluidificazione del sangue). È utilizzata come terapia sostitutiva agli anticoagulanti orali

nel pre-post-operatorio, in particolar modo se sono pazienti che sono a letto per tanto tempo. È

somministrata per via sottocutanea (a lento rilascio) per via endovenosa (effetto rapido)

Somministrazione:

- Lavarsi le mani (Lavaggio Sociale)

- Controllare la prescrizione medica

- Scegliere la sede di somministrazione, classicamente vengono effettuate a livello del

tessuto adiposo dei glutei o dell'area addominale Antero-laterale o postero-laterale.

- Non disinfettare prima dell’iniezione.

- Per eseguire l’iniezione si può seguire la tecnica della plica cutanea cioè si pizzica la cute

con 2 dita formando una plica e si fa penetrare l’ago con un angolo di 45-90°. In alternativa

si può non formare pliche e far penetrare l’ago con un angolo di 45, in quanto le nuove

siringhe in commercio sono studiati per la penetrazione del sottocute. Per evitare che

l’eparina possa provocare una piccola problematica, non si deve mai strofinare con il

cotone dopo la somministrazione, ma solamente tamponare.

La somministrazione dei farmaci: TERAPIA INTRAMUSCOLARE

Introduzione di un farmaco attraverso i tessuti muscolari. Questa tecnica permette un assorbimento più

veloce ed è un’ottima alternativa alla terapia orale, se impossibile o non raccomandata. La Terapia

Intramuscolare avviene tramite l’introduzione del farmaco attraverso i tessuti muscolari. È una terapia

funzionale per la ricca vascolarizzazione delle fibre muscolari e per la presenza di poche terminazioni

nervose.

Vantaggi:

• Assorbimento rapido per le soluzioni acquose.

• Assorbimento lento e prolungato per le preparazioni a lento rilascio.

• Si utilizza per somministrare sostanze oleose.

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Svantaggi:

• -Si può somministrare volumi moderati (<4-5ml)

• -Non consigliata se il pz è in terapia anticoagulante

Muscolo Deltoide: Le iniezioni vanno fatte nella parte più compatta del

muscolo deltoide. Il sito è facilmente accessibile in posizione seduta, in piedi

o distesa. La sede di iniezione si definisce tracciando una linea immaginaria

lunga 2,5-5 cm sotto il limite inferiore del processo dell’acromion della

Scapola. Non utilizzare questo sito sui pazienti molto magri o se il muscolo è

molto piccolo. Volume iniettabile: max 2 ml

Sede Ventrogluteale: Questa sede comprende sia il medio sia il piccolo

gluteo, è priva di nervi penetranti e di vasi sanguigni, è lontana dall’osso e lo

spessore del tessuto adiposo è inferiore rispetto a quello dell’area

dorsogluteale. Questa sede è facilmente accessibile ed è localizzabile

ponendo il palmo della mano sopra il grande trocantere, angolando l’indice

verso la spina iliaca antero superiore e il medio verso la cresta iliaca. È la più

consigliata dalle EBN. L’ago varia in base alle caratteristiche del tessuto

adiposo. Volume iniettabile: da 2 ml a 5 ml

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Sede Dorsogluteale: Questa sede corrisponde al quadrante superiore

esterno. Si deve tracciare una linea immaginaria tra il grande trocantere e

la spina iliaca postero superiore. L’iniezione andrebbe fatta lateralmente e

superiormente al punto medio di questa linea. Lo strato sottocutaneo in

quest’area nell’adulto varia da 1 a 9 centimetri, pertanto l’ago deve essere

sufficientemente lungo. È la sede più utilizzata. Volume iniettabile: max 4

ml

Retto femorale e vasto laterale. Retto femorale: Questa sede è

caratterizzata da un assorbimento medio, più veloce del gluteo. Viene

utilizzato quando le altre vie sono controindicate o quando viene

autosomministrato. Vasto laterale: di facile accesso, medio assorbimento,

non strutture nervose. Volume iniettabile per entrambi le sedi: max 5 ml

Aghi:

Le dimensioni degli aghi, sia per diametro sia per lunghezza,

variano in relazione alla sede di iniezioni e alla struttura

fisica del paziente. Ad esempio, per i pazienti di costituzione

esile è sufficiente un ago lungo circa 2,5 cm, mentre per i

pazienti obesi possono essere necessari aghi fino a 10-15

cm. La lunghezza è importante per assicurare che il farmaco

si depositi correttamente nella sede muscolare In generale

vengono utilizzati aghi da 3,8 cm negli adulti e da 2,5 cm nei

bambini. Se l’ago viene utilizzato per la preparazione di un

farmaco (ricomposizione della polvere e del diluente liquido)

va sostituito prima di pungere la cute.

Preparazione del materiale: Carrello della Terapia

- Scheda della terapia o prescrizione medica

- Farmaco

- Siringa + Ago (21-23G)

- Garze

- Reniforme

- Antisettico/Disinfettante (NO iodopovidone)

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Posizione del paziente

La posizione prona con i piedi ruotati internamente, in modo da ruotare il femore, garantisce un buon

rilassamento muscolare. Se l’iniezione viene fatta in posizione laterale occorre far flettere al paziente le

gambe di 20º. Se l’iniezione viene fatta con il paziente in posizione supina occorre fargli flettere il ginocchio

del lato in cui sarà somministrato il farmaco oppure entrambe le ginocchia se non è possibile fletterne una

sola. Per le iniezioni a livello del deltoide è consigliata la posizione seduta o in piedi, con il braccio flesso e

appoggiato al torace. Le iniezioni in sede Ventrogluteale possono essere fatte con il paziente seduto, in

piedi, supino o in posizione laterale. Per una maggiore sicurezza (rischio di cadute, ipotensioni e

svenimenti) è preferibile evitare di fare l’iniezione intramuscolare quando il soggetto è in piedi.

Controllo delle complicanze

Entro 2-4 ore dall’iniezione si possono verificare effetti locali.

Le principali complicanze sono:

• dolore,

• contratture muscolari,

• paralisi,

• lesione di nervi periferici,

• irritazione locale,

• infezione,

• neuropatia,

• sanguinamento,

• noduli persistenti,

• punture arteriose,

• danno permanente del nervo sciatico

Controllo delle complicanze

La complicanza più frequente delle iniezioni nel muscolo dorsogluteale è la lesione del nervo sciatico.

L’iniezione fatta sul muscolo Ventrogluteale non è in genere associata a complicanze. Le iniezioni nel retto

femorale nell’adulto sono dolorose e poco gradite al paziente. Per prevenire le complicanze è importante la

scelta della sede Ventrogluteale, dell’ago e del volume del farmaco da iniettare. Non ci sono molte

indicazioni in letteratura su che cosa fare in caso di complicanze (sappiamo cosa fare: allertare il medico per

sospetta allergia)

Procedura:

1. 1.Controllare la prescrizione del farmaco, la scadenza, il dosaggio e la via di somministrazione.

Rispettare sempre la regola delle 7G

2. Usare un ago con filtro o un ago di calibro 23 o minore per aspirare il farmaco.

3. Cambiare l’ago dopo la preparazione.

4. Per somministrare l’IM, usare un ago di lunghezza appropriata per assicurare che il farmaco si

depositi all’interno del muscolo.

5. Usare la sede Ventrogluteale come sede di scelta, salvo controindicazioni.

6. Aiutare il paziente ad assumere la posizione idonea per facilitare l’iniezione nella sede scelta.

7. Detergere la parte con clorexidina 5% prima dell’iniezione.

8. Usare la tecnica del tratto zeta per eseguire tutte le iniezioni

9. Inserire velocemente l’ago nella cute a 90 gradi lasciando un terzo dell’ago esposto.

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10. Aspirare per verificare presenza di sangue. Se è presente rinunciare e ripetere tutta la procedura

(Manovra di Lasser: EBN non confermano validità).

11. Iniettare senza superare la velocità 1 ml ogni 10 secondi.

12. Estrarre rapidamente, premere se vi è perdita di sangue.

13. Non massaggiare la zona.

14. Riporre i taglienti in modo sicuro e documentare la procedura

15. Osservare la zona 2-4 ore dopo l’iniezione per identificare e monitorare ogni effetto locale.

Vi sono degli accorgimenti di fondamentale importanza nella somministrazione della terapia per via

intramuscolare:

- La velocità di iniezione del liquido deve essere lenta per favorire l'assorbimento e ridurre il

dolore

- Tecnica del tratto Z: è la best Practice per effettuare un’iniezione intramuscolare; con la

mano non dominante si deve tirare la cute e il tessuto sottocutaneo di circa 3-4 centimetri

da un lato rispetto al punto di inserzione. La mano dominante invece introduce l'ago

tenendolo a 90° rispetto la cute. Una volta terminata la somministrazione del farmaco,

estrarre l'ago velocemente rilasciare il tessuto ed esercitare una leggera pressione (senza

eseguire il massaggio post-iniezione). Questa tecnica impedisce al liquido di risalire perché

si crea un percorso non lineare rispetto al punto di inserzione dell’ago

- Complicanze in caso di esecuzione non corretta di una iniezione intramuscolare: emorragia

nei soggetti con disturbi della coagulazione, dolore, infiammazione del nervo sciatico,

infezioni.

SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE: importante seguire le procedure per evitare la sindrome nei pazienti. È

una condizione del paziente che risconteremo spesso. Una persona che è obbligata in una posizione a causa

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di una patologia o una condizione può andare in contro a questa sindrome, che comporta delle

conseguenze a livello sistemico coinvolgendo diversi apparati e funzioni fisiologiche.

Si definisce Sindrome da immobilizzazione il complesso di segni e sintomi a carico dei vari apparati, che si

manifesta quando una persona è costretta all’immobilità (a letto o altro tipo di decubito obbligato) per un

lungo periodo. Questo comporta numerose complicanze tra cui segnaliamo le più importanti di gestione

infermieristica:

1) Lesioni da pressione

2) Contratture

3) Rischio Tromboembolico

4) Polmoniti da stasi

5) Edema da stasi

IL DECUBITO DEL PAZIENTE: Decubito

È la posizione assunta dal malato a letto. La posizione a letto può essere di tre tipi:

- Attiva

- Passiva

- Obbligata

Le posizioni a letto sono diverse ed ognuna di esse ha delle indicazioni per la quale viene assunta, SUPINA-

PRONA- LATERALE e anche altre.

PROFILASSI

Per quanto riguarda un paziente immobilizzato, la profilassi sarà relativa ai 5 aspetti che sono stati

menzionati all’inizio.

LESIONI DA PRESSIONE: Definizione: è una lesione di tipo ischemico degenerativo ad evoluzione necrotica.

La causa principale è la pressione dei tessuti prolungata tra una superficie e una prominenza ossea, ciò

causa una vasocostrizione prolungata e provoca una necrosi localizzata.

Scala NPUAP (National Pressure Ulcer Advisory Panel)

Suddivisione in 4 Stadi:

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1) Stadio: ARROSSAMENTO che non scompare alla digitopressione

2) Stadio : PERDITA DI SPESSORE, ovvero un affossamento con esposizione del tessuto sottocutaneo.

3) Stadio: DEGENERAZIONE fino all’esposizione dei muscoli, ma non oltrepassandoli.

4) Stadio: esposizione del tessuto osseo, coinvolte articolazioni e tendini.

CAUSE - FATTORI

Le cause principali sono da ricercare nei fattori di rischio che possono essere:

• INTRISECI causati dal paziente( stato nutrizionale, stato patologico, infezioni frequenti, lipomobilità

in pazienti psichiatrici ed età)

• ESTRINSECI: forze di taglio, la macerazione, la pressione, la frizione e l’immobilizzazione, dovuti a

fratture, interventi o pazienti allettati.

PREVENZIONE: La profilassi delle LDP è da ricercare nel trattamento dei fattori di rischio. Basiamo la nostra

assistenza sull’evidenza. Usiamo le scale di valutazione (Norton e Braden).

Piani di assistenza e relativi interventi:

Pressione →Mobilizzazione: mobilizzare il pz: ogni due ore il paziente va mobilizzato.

Forze di taglio →Supporti, rifacimento del letto, biancheria, ecc

Scivolamento→ Supporti (attrito che si esercita sul corpo del paziente nello scivolamento all’interno del

letto)

Macerazione→ Idratazione, cura della cute, dieta, ecc (ambiente umido, continua esposizione del corpo

all’acqua; dieta iperproteica tranne se presenta controindicata)

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LDP: DOVE?

Decubito supino:

• zona occipitale

• scapole

• gomiti

• zona sacro-coccigea

• zona poplitea

• calcagno

Decubito laterale:

• padiglione auricolare

• Spalla

• gomiti

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• grande trocantere

• ginocchia

• malleolo

Decubito prono:

• Padiglione auricolare

• clavicola

• zona sottomammaria (donne)

• cresta iliaca

• ginocchia

• dorsale del piede

• dita del piede

CONTRATTURE: La contrattura è un prestiramento del muscolo con successivo indurimento che avviene in

genere perché l'azione meccanica del muscolo è sfuggita al controllo del Sistema Nervoso Centrale

(SNC).mal posizionamento di un articolazione prolungata. (piede equino: dita del piede piegate in avanti

richiamando la forma di uno zoccolo, avviene per un rifacimento del letto errato, lenzuola superiori

eccessivamente strette; profilassi: controllo del paziente, e se la contrattura è già insorta intervenire con

fisioterapia)

RISCHIO TROMBOEMBOLICO: La trombosi venosa profonda (TVP) è per definizione l'ostruzione parziale o

completa di una vena della circolazione venosa profonda di un arto, da parte di un coagulo di sangue o

trombo. Maggiormente interessati sono gli arti inferiori (90% dei casi).Pazienti a rischio: anziani, post-

operati, neurologici, coma, fratture. Profilassi: posizionamento del paziente, e mobilizzazione frequente con

intervalli di pausa di 2 ore; posizione declive e un altro accorgimento è posizionare dei cuscini sotto il

materasso per evitare che comprimano la vascolarizzazione dell’arto; presidi: calze e bende elastiche,

posizionate dal distale al prossimale, quindi si inizia la fasciatura dal piede salendo verso la coscia e

l’inguine; Ginnastica passiva o una leggera fisioterapia in base alla patologia. I farmaci che vengono

prescritti in casi di rischio tromboembolico sono:

• Eparina BPM ed eparina APM (A PESO MOLECOLARE BASSO/LENTO RILASCIO) (ALTO PESO

MOLECOLARE) terapia d’urto dove occorre un trombolitico immediato quindi lì dove vi è un trombo

preformato e non solo un rischio. Sono farmaci che vanno a intervenire a monte della patologia e

vengono gestiti con attenzione perché potrebbero scoagulare il paziente in maniera eccessiva

(effetto rimbalzo).

• Cumarinici

POLMONITE DA STASI: La polmonite è la malattia dei polmoni e del sistema respiratorio in cui gli alveoli

polmonari si infiammano e si riempiono di liquido, ostacolando la funzione respiratoria. Il liquido può

ristagnare all’interno dei polmoni infiammandoli, anche in questo caso è importante la profilassi

- Profilassi mobilizzare il paziente aiuterà l’espansione polmonare, essere attenti

all’eventuale presenza di secrezioni bronchiali/ polmonari invitando il paziente a fare respiri

ampi e all’eliminazione autonoma delle secrezioni (tosse efficace)

- Riconoscimento dei sintomi: tosse/respiro affannoso/ dolore al petto che varia con la

respirazione e febbre di origine sconosciuta che supera 30° e dura più di 2 giorni,

accompagnata da brividi e sudorazione.

- Pianificazione degli interventi

EDEMA DA STASI: L'edema o stasi linfatica è una condizione patologica in cui si assiste ad un aumento del

volume del liquido interstiziale. Gli arti inferiori sono quelli maggiormente colpiti. Normalmente il

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contenuto dell’acqua corporea extracellulare è mantenuto costante entro precisi limiti, i liquidi tissutali e i

soluti in essi accumulati vengono raccolti e rimessi in circolo, grazie al sistema dei vasi linfatici, quando vi è

un alterazione di questo sistema si formano gli edemi; la localizzazione degli edemi può essere :

GENERALIZZATA oppure DISTRETTUALE che può essere dovuto a ostruzione venosa e viene chiamato

FLEBEDEMA, o linfatica LINFEDEMA. Le cause dell’edema possono essere:

• Insufficienza cardiaca.

• Insufficienza renale

• Insufficienza epatica

• Malnutrizione

• Disordini endocrini

• Assunzione farmaci antipertensivi, antiinfiammatori.

Le cause locali possono essere:

• Insufficienza venosa cronica.

• Lipidemia

• Malformazione vascolare

• traumi

• infezioni

• infiammazioni

Profilassi e interventi infermieristici :

• posizionare gli arti in posizione declive per favorire il ritorno venoso e facilitare la corretta fisiologia

del sistema linfatico

• cuscini e coperte sotto il materasso per evitare la compressone degli stessi arti.

Sintomi:

• arti gonfi e arrossati e alla digitopressione si presenta un solco che impiega più di qualche secondo

a scomparire.

• Paziente edematoso soggetto a lesioni da decubito

LA SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE

Diagnosi Infermieristica: SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE (NANDA)

Definizione: Rischio di deterioramento dei sistemi o apparati dell’organismo in conseguenza di un’inattività

muscolo-scheletrica prescritta o inevitabile. Caratteristiche Definenti: Presenza di un gruppo di diagnosi

infermieristiche reali o di rischio correlate all'inattività:

• Rischio di compromissione dell'integrità cutanea

• Rischio di stipsi

• Rischio di compromissione della funzionalità respiratoria

• Rischio di inefficace perfusione tissutale periferica

• Rischio di infezione

• Rischio di intolleranza all'attività

• Rischio di compromissione della mobilità

• Rischio di lesione

• Senso di impotenza

• Rischio di disturbo dell'immagine corporea

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NIC e NOC

NIC ( Interventi infermieristici)

- Gestione dell’energia (Scala di Barthel)

- Prevenzione delle Cadute (Scala di Conley)

- Prevenzione delle ulcere da pressione (Scala di Braden e Norton)

- Posizionamento (Aiutare la persona al cambio di posizione, possibilmente ogni ora)

- Miglioramento del coping: Il concetto di coping, che può essere tradotto con

“fronteggiamento”, “gestione attiva”, “risposta efficace”, “capacità di risolvere i problemi”,

indica l'insieme di strategie mentali e comportamentali che sono messe in atto per

fronteggiare una certa situazione. La capacità reattiva dell'individuo ai vari stimoli

provenienti dall'ambiente determina l'influenza che ha questo sull'individuo. Quanto meno

siamo capaci di affrontare adeguatamente le situazioni che incontriamo, maggiore sarà la

nostra dipendenza da esse.

NOC (Obiettivi Infermieristici)

- Riduzione delle conseguenze fisiche legale all’immobilità

- Riduzione delle conseguenze psico-cognitive dell’immobilità

Obiettivo: La persona non avrà complicanze legate all’immobilità.

-BISOGNO SPIRITUALE: Diversità e universalità nell’assistenza infermieristica: Ogni professionista della

salute deve porre attenzione alla cura spirituale, si attua quando oltre alla necessaria competenza

scientifica si tiene presente il senso profondo della professione e il significato di malattia per il pz e la sua

famiglia.

SALUTE La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale dell’uomo e non

semplicemente l’assenza di malattia o di infermità. O.M.S (1948) questa definizione ha trovato difficoltà a

diffondersi, a tradursi in politiche di salute che coprano il suo intero significato, la maggior parte degli

interventi per migliorare lo stato di salute si è concentrata principalmente sul benessere fisico, senza tener

conto che per raggiugere un buon livello di salute, bisogna avere altri requisiti : pace, benessere, istruzione,

cibo, giustizia ed equità sociale.

Legislazione

Codice deontologico dell’infermiere (2009)

Art. 1: L’infermiere è il professionista sanitario responsabile dell’assistenza infermieristica: ci permette di

comprendere che l’infermiere si prende cura dell’assistito nel rispetto dei diritti umani, il suo intervento è

specifico, autonomo o complementare, di natura tecnica, relazionale, educativa e gestionale; rispetta

l’uomo come individuo seguendo una logica olistica ovvero “ un entità sociale e culturale” e riconosce la

salute come un bene fondamentale per la collettività che si impegna a tutelare. L’infermiere deve orientare

la propria assistenza al bene dell’assistito, operando con prudenza al fine di non nuocere attivando le

risorse del pz, stimolando la sua autonomia, rende eque le scelte, attraverso un uso ottimale delle risorse;

Art. 4: L’infermiere presta assistenza secondo principi di equità e giustizia, tenendo conto dei valori etici,

religiosi e culturali, nonché del genere e delle condizioni sociali della persona.

Costituzione

Il I° comma dell’art. 32 recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e

interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

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Nursing transculturale (Leininger): L’obiettivo è di conoscere le differenze culturali insite in ogni

popolazione in quanto la cultura è uno strumento ampio e olistico che permette di comprendere la totalità

della vita affinché si possa personalizzare l’assistenza

L’assistenza nelle grandi religioni monoteistiche

- Cristianesimo: Giorno di festività: domenica

• Nessuna restrizione alimentare

• La chiesa cattolica è contraria all’eutanasia e all’aborto

• Possibilità di celebrare il battesimo (col consenso della mamma) a tutti quei

bambini nati morti

• La maternità surrogata illecita

• Inseminazione artificiale (omologa) viene accettata.

• I trapianti di organi vitali sono leciti a patto che il donatore sia morto, non vivente.

• No, accanimento terapeutico

• Si cure palliative

-Testimoni di Geova

▪ Rifiuto di sangue e loro derivati

▪ Sì ad alcune procedure

▪ Educazione ai principi della religione fin da piccoli

- Ebraismo:

• Giorno di festività: sabato

• Restrizione alimentare: si

• Obbligo per l’uomo di indossare il berretto tradizionale (Kippah).

• Poter lavare le mani in una caraffa prima dei pasti

• Preghiera quotidiana

• Contrario all’aborto

• Diatriba su eutanasia e fecondazione assistita

• Sepoltura entro le 24h

• Sperimentazione sugli embrioni: vietato

- Islamismo:

• Giorno di festività: venerdì

• Restrizione alimentari: Si

• obbligo per le donne di indossare il velo tradizionale

• Impossibilità da parte della donna di prendere decisioni in maniera autonoma

• Riluttanza da parte delle donne a farsi visitare da medici del sesso opposto.

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• la preghiera in momenti precisi della giornata (alba, mezzogiorno, pomeriggio,

tramonto e notte

• Nell‘Islam l’aborto è considerato omicidio

• No, suicidio

• Favorevoli all’allattamento

• Sì al rito della circoncisione per i maschietti

• Rito battesimale.

Obiettivo dell’assistenza infermieristica

• Soddisfacimento bisogno di sicurezza e comunicazione

• Soddisfacimento bisogno igiene personale

• Soddisfacimento bisogno alimentazione

• Rispetto della persona

• Espressione della propria religione

→personalizzazione assistenza infermieristica.