53
Trimestrale d’informazione Ambientale - Numero 4 dicembre 2011 - www.ambientarsi.net - 3,00 ISSN 2039-1137 Poste Italiane SpA – Spedizione in abbonamento postale – 70% - Roma Aut. C/RM/060/2010 Ambiente al lavoro Ambiente al lavoro BENI COMUNI, GREEN ECONOMY E RINNOVABILI CONTRO LA CRISI BENI COMUNI, GREEN ECONOMY E RINNOVABILI CONTRO LA CRISI CASE DI PAGLIA | FOTOVOLTAICO: L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE | BENI COMUNI ANTICRISI TRANSIZIONI ENERGETICHE | DISCARICHE SOSTENIBILI | EFFICIENTARE IL COSTRUITO

Ambientarsi 4-2011

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Ambiente a lavoro. Beni comuni, green economy, e rinnovabili contro la crisi

Citation preview

Page 1: Ambientarsi 4-2011

Trimestrale d’informazione Ambientale - Numero 4 dicembre 2011 - www.ambientarsi.net - € 3,00ISSN 2039-1137

Post

e Ita

liane

SpA

– S

ped

izion

e in

abb

onam

ento

pos

tale

– 7

0% -

Rom

a A

ut. C

/RM

/060

/201

0

Ambiente al lavoroAmbiente al lavoroBeni comuni, green

economy e rinnovABili contro lA crisi

Beni comuni, green economy e rinnovABili

contro lA crisi

cAse Di PAgliA | FotovoltAico: l’evoluZione DellA sPecie | Beni comuni Anticrisi

trAnsiZioni energeticHe | DiscAricHe sosteniBili | eFFicientAre il costruito

Page 2: Ambientarsi 4-2011

fotovoltaicogeotermiaenergy managerriqualificatoreenergeticocogenerazionetrigenerazioneeolico: mini e microcertificazioneenergeticatetti verdifacciate ventilateserre fotovoltaicheFormAZione sPeciAlisticAAvAnZAtAwww.ADiellegrouP.com

group S.r.l

Page 3: Ambientarsi 4-2011

S O M M A R I O

R U B R I C H E

Edilizia di pagliadi Giuseppe Cusatelli

Rinnovabili a 360 gRadidi Rossella Pardi

Una pRomEssa pER l’ambiEntEDirezione Ambiente | Regione Lazio

solE in EvolUzionEdi Simone Malacrida

il fotonE in bollEttadi Domenico Coiante

dal gREEn al blUdi Claudia Bettiol

EnERgia pER il fUtURodi Alessandro Drago

EditoRialEdi Amodio Di Luccio

flasH nEwsdi Alessandra Tomeo

nEws aziEndEdi Alessandra Lombardi

nEws dall’EURopa di Carla Gentili

il REcEnsoREdi Alessandra Tomeo

nascE il cEntRo stUdi Epndi Maria Consiglia Izzo

in italia sbaRca itacadi Rossella Pardi

l’impoRtanza dEl modEllodi Luca Vecchiato e Marta Faggin

la gREEn Economy Ha il sUomanifEsto di Edo Ronchi

il bEllo dElla discaRicadi Rossella Pardi

EntRaRE in REtE fa bEnEdi Maria Consiglia Izzo

cERcasi EfficiEnzadi Virginia Gangemi

Direttore ResponsabileAlessandra LombardiDirettore editorialeAmodio Di LuccioCapo redattoreSergio FerrarisEditoreADL Publishing SrlProgetto graficoADL Group Srl

StampaGrafiche San Benedetto Srl

ContattiVia R. R. Garibaldi, 11900144 RomaT. +39 06 92918060 F. +39 06 [email protected]

AMBIENTARSITrimestrale d’Informazione Ambientale

Numero 3 settembre 2011 - www.ambientarsi.netIscrizione al tribunale di Roma N. 95/2010 del 16/03/2010

645

5

8

1214

18

10

3538

42

3129

4650

22

28

Le opinioni contenute negli articoli di Ambientarsi sono da ascriversi ai singoli autori e non rappresentano necessariamente la linea della Redazione. L’editore ha curato con la massima attenzione i diritti d’autore relativi ai contenuti della rivista ed è disposto a riconoscere il giusto compenso nel caso si fossero verificati delle imprecisioni circa il riconoscimento degli stessi.

© CopyrightTutti i diritti di riproduzione o di traduzione degli articoli pubblicati sono riservati. Manoscritti, disegni e fotografie sono di proprietà dell’editore. È vietata la riproduzione anche parziale degli articoli salvo espressa autorizzazione scritta dell’editore. I contenuti pubblicitari sono riportati senza responsabilità, a puro titolo informativo.

Garanzia di riservatezzaL’editore garantisce il rispetto del principio di riservatezza nel trattamentodei dati forniti dagli abbonati.Ai sensi degli artt. 7,8,9 Dlgs 196/2003 gli interessati possono in ogni momento esercitare i loro diritti rivolgendosi a: ADL Publishing Srl all’indirizzo e-mail [email protected]

*Rivista stampata su carta ecologica senza contenuto di cloro.

4325

Page 4: Ambientarsi 4-2011

Napoli | Roma | Firenze | Parigi

ww

w.a

mb

IeN

tar

SI.N

et

www.ambientarsi.netwww.ambientarsi.net group S.r.l

Page 5: Ambientarsi 4-2011

dicembre 2011 | 5

EDITORIALEdI amodIo di luccio

beNI comuNI coNtro le crISI

Il 2011 è il quarto anno consecutivo nel quale la parola “crisi” è una delle più diffuse in occidente.

Crisi economica degli Stati, crisi finanziaria delle banche, crisi industriale dei sistemi produttivi,

crisi ambientale del territorio e del clima, crisi sociale e con conseguenti rivoluzioni, rivolte e

movimenti di protesta, crisi lavorativa dovuta alla crescente disoccupazione, crisi politica con

crollo di regimi, cambi di governo e scollamento tra la classe dirigente e la popolazione, cri-

si energetica ed alimentare causate dall’aumento di prezzi e dalla scarsità di risorse. Tutti

questi eventi apparentemente scollegati e casuali, rappresentano differenti manifestazioni

di una sola medesima crisi, quella del Sistema in essere. È questo modello concentrato

di sviluppo mondiale ad essere in fallimento. Sono le strutture di questo modello a non

essere più in grado di rispondere alle attuali esigenze e alle aspettative future. Gli svariati

tentativi di soluzione proposti per sanare le diverse crisi non stanno andando in porto ed,

anzi, sembrano accentuare i problemi. La principale motivazione di questi fallimenti si può

ricercare nell’andare a riproporre schemi vetusti e legati ad un passato non più proponibi-

le. la classe dirigente odierna, almeno quella occidentale, sta mostrando tutti i propri limiti

nel non riuscire a pensare, raccontare ed edificare un nuovo modello sociale e a creare un

sogno collettivo attorno al quale catalizzare le forze di tutti.

Eppure la soluzione, se opportunamente compresa, già esiste. Si tratta di attuare, da un lato, un

cambiamento radicale dal punto di vista tecnologico ed energetico e, dall’altro, una nuova prospet-

tiva sociale ed economica, miscelando questi due pilastri in un unico modello. Per la parte tecnologica

ed energetica, dobbiamo unire le scoperte del settore Ict con quelle relative alle energie rinnovabili, cre-

ando le infrastrutture e le condizioni adatte all’avvento di un modello energetico distribuito, unica vera soluzione

per conciliare l’aumento di domanda energetica con il rispetto dell’ambiente e rompere quella sudditanza geopolitica ed

economica verso oligopoli energetico-finanziari.

Per la parte sociale ed economica, va attuato un superamento della logica finanziaria e verticistica che sta minando le basi

stesse della convivenza e della democrazia passando ad una società collaborativa nella quale la “rete”, i beni comuni e

l’accesso democratico siano preminenti rispetto al “vertice” e all’interesse privato senza se e senza ma. Non si tratta quin-

di di discorsi astratti ed utopici. Le smart grids, le energie rinnovabili distribuite sulla piccola taglia, le auto elettriche digitali

sono tutti componenti già presenti in commercio. Vi sono delle proposte socio-economiche alternative rispetto al liberismo

delle privatizzazioni selvagge continuamente proposto nonostante i ripetuti fallimenti del passato, citiamo ad esempio il

progetto “European Common Goods” che, sorto spontaneamente dal basso, è stato presentato a fine novembre al Par-

lamento Europeo. Se sapremo fondere questi due aspetti in un’unica visione di insieme, allora l’Occidente potrà ancora

giocare un ruolo primario nel futuro; altrimenti, altri lo faranno al posto nostro e saranno i futuri leader.

Page 6: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

6 | dicembre 2011

l’uso eccessivo e il consumo di ma-terie prime mette a rischio le risorse idriche della Terra. Questo emerge da “Quant’acqua sfruttiamo”, studio re-alizzato dal Seri - Sustainable Europe Research Institute per conto degli Ami-ci della terra/europa. l’acqua è neces-saria in tutte le fasi della produzione, dall’estrazione di materie prime alla loro trasformazione ed è un indicatore di sostenibilità. Lo studio, evidenzia come

gli europei, attraverso l’importazione di materie prime e prodotti, consumino molta più acqua di quanta ne estrag-gano e che l’Europa, primo importatore di materie prime, può compromettere l’approvvigionamento idrico in zone a rischio. Lo studio, quindi, suggerisce di introdurre politiche di monitoraggio e misura delle risorse consumate uti-lizzando indicatori di sostenibilità tra i quali l’impronta idrica.

Il Comune di Aosta ha avviato il proget-to “VotivA+” che prevede la sostituzio-ne di 2.000 dei circa 3.700 lumini votivi installati nei cimiteri di aosta, excenex e Signayes con lampade elettroniche a led. Patrocinato dal ministero dell’am-biente e dal ministero dello Sviluppo economico e realizzato dalla societá Gesco srl in partenariato con la cam-pagna europea See (Sustainable ener-gy europè, energia Sostenibile per l’Europa) il progetto, grazie all’installa-zione delle lampade a Led produrrà un

abbattimento dei consumi energetici di circa 77mila kw annui, ossia un ri-sparmio per i comuni stimato in 5.000 euro all’anno. «oltre al risparmio ener-getico- spiega il vicesindaco con dele-ga ai Servizi cimiteriali, Alberto Follien - l’intervento, una volta esteso a tutti i lumini in funzione nei cimiteri di Aosta e qualora i risultati della prima sperimen-tazione fossero positivi, potrebbe per-metterci in futuro di rivedere al ribasso l’importo annuale della tassa pagata per la lampada votiva».

flash newsflash news

di aleSSaNdra ToMEo

La qualitá migliora la redditivitá e la gestione delle imprese e per il 90 per cento dei manager contribuisce al mi-glioramento delle prestazioni e alla razionalizzazione dell’organizzazione interna dell’azienda. Sono 90 mila le imprese certificate ISO 9001. Questo è ciò che emerge dall’Osservatorio Ac-credia, realizzato con il Censis. «Il trend degli ultimi dieci anni dell’export dei prodotti piú forti del made in Italy dimo-

stra che investire nell’innalzamento del-la qualitá del prodotto e del processo produttivo – spiega accredia - risulta decisivo per il recupero di competitivitá su mercati turbolenti. In una fase di crisi prolungata, piú qualitá significa piú cre-scita». Le analisi condotte evidenziano in primo luogo come la certificazione di qualitá migliori la redditivitá e la gestio-ne corrente delle imprese. Indici come il Roi e il Roe, o la rotazione del capitale

circolante e la gestione dei crediti, si ri-velano migliori nelle imprese certificate. Nel campione di aziende piú del 60% dispone di certificazione di qualitá.

Acqua sprecata

Aziende di qualità

Cimiteri rinnovabili

Page 7: Ambientarsi 4-2011

diventa un esperto in

architetturasostenibilecon i workshop di specializzazione avanzata

tetti verdifacciate ventilateserre fotovoltaiche

architetturasostenibile

Università di Napoli “Federico II”

Centro di Ateneo “SOF. Tel”La grande Rete dei

Professionisti dell’Energia

group S.r.l

riqualificatoreenergetico©

www.adiellegroup.com

Salerno | 17, 18 e 19 febbraio 2012

Page 8: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

8 | dicembre 2011

realizzare con le proprie mani gli spazi in cui trascorriamo la maggior parte della nostra vita

quotidiana, magari adoperando tecno-logie e materiali sostenibili ed ecocom-patibili? La pratica dell’autocostruzione si differenzia da altri sistemi di edifica-zione per il fatto che i futuri proprietari partecipano concretamente alla realiz-zazione della loro casa con l’apporto del proprio lavoro, del proprio tempo, delle proprie capacità. Non è necessa-ria una particolare esperienza o com-petenza tecnica ma solo la disponibi-lità al “lavoro di squadra”, coordinato dall’assistenza tecnica di professionisti adeguatamente formati. È una pratica innovativa con precise tecniche co-struttive che ha, come risultato finale, un prodotto architettonico efficiente, a costo accessibile, frutto dell’inte-grazione tra tecniche manuali antiche,

metodologie e materiali attuali, una tecnologia che impieghi materiali as-semblabili facilmente senza bisogno di particolare professionalità.

Paglia da costruzioneSe consideriamo la balla di paglia come una sorta di mattone gigante e che per assemblare un muro non ha bisogno di malte ma di semplice so-vrapposizione, come il “lego”, diciamo che le balle in paglia sono un ottimo materiale per l’autocostruzione che ci consente di realizzare un’opera mu-raria solida ed efficiente (dal punto di vista statico, recenti prove, effettuate in laboratori universitari svizzeri, han-no evidenziato che una balla di pa-glia può sostenere pesi fino a 15 ton-nellate al metro quadrato). le case in paglia nascono nella seconda metà dell’‘800 con le prime macchine treb-

biatrici che, in automazione, imballano la paglia. I pionieri americani, non tro-vando nell’ovest né legname né pietre per costruire, iniziarono a utilizzare la paglia per le loro case. Il sistema co-struttivo, successivamente, si diffuse notevolmente in Inghilterra e in Francia.la paglia come materiale da costru-zione oggi può essere considerato tra i materiali con il più elevato grado di sostenibilità. È un residuo terminale e, nell’impiego in edilizia, non richiede ulteriore consumo energetico, un vero materiale da costruzione ad emissione zero. A dispetto delle normali creden-ze, la paglia, quando ben pressata, presenta un basso rischio di incendio, in quanto riduce di molto la presenza di ossigeno al suo interno. Secondo al-cuni test effettuati, un muro in balle di paglia intonacato (con argilla, calce o, comunque, con materiale compatibile

EsperienzeEsperienze

Edilizia di Pagliadi GIUSEPPE cuSaTElli

UN mATERIALE SOTTOVALUTATO mA AL CONTRARIO EFFICIENTE, ECONOmICO

E ANTISISmICO. LA PAGLIA PUò ESSERE PROTAGONISTA dELL’EdILIzIA

Page 9: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 9

e traspirante) resiste a una temperatura di circa 1000°c per circa 3 ore, prima di cedere. con uno strato di intonaco di almeno 5 cm si può ottenere una di-chiarazione antincendio di classe A, al pari di un muro in cemento di 25 cm, come previsto dalla normativa vigente. La paglia ha un’alta capacità di isola-mento che permette di ridurre i costi di riscaldamento durante i mesi invernali, mantenendo in modo naturale la soglia di benessere termico in tutte le stagio-ni. mediamente il valore di trasmittan-za termica K, che determina il grado di isolamento termico di un materia-le, di una balla di paglia è di 0,09 w/m2K, contro la media di 0,13 W/m2K dei muri tradizionali con uno spessore di 450 mm. Questo miglioramento av-viene grazie alla traspirazione naturale della balla in paglia (per questo risulta importante utilizzare l’intonaco adatto) che permette la circolazione natura-le dei vapori, abbattendo del tutto la presenza di muffe. Altro fattore deter-minante a favore di questo materiale è l’aria stessa che si respira all’interno di una casa di questo tipo che risulta più naturale e più salubre.

Paglia antisismica recenti studi e prove di laboratorio, ef-fettuate negli Stati Uniti, hanno eviden-ziato le particolari qualità antisismiche delle case costruite con balle di paglia. Sempre più stiamo assistendo a eventi naturali, come i terremoti, divenire trap-pole mortali per l’essere umano a cau-sa spesso della bassa qualità e incuria delle abitazioni costruite in zone ad alto rischio sismico. L’Italia è il ‘fanalino di coda’ in questo settore. Solo in Francia ci sono circa 3.500 strutture costruite completamente con la paglia mentre in Germania 4.800.A Vernasca, in provincia di Piacenza, abbiamo progettato una casa in paglia autocostruita dallo stesso proprietario con l’aiuto di parenti e amici. Il progetto di estrema semplicità architettonica è stato concepito con le modalità di un manuale d’istruzioni simile al montag-gio di un mobile Ikea e ciò ha consen-tito di portare a termine la struttura in soli 45 giorni. la struttura poggia su una soletta in cemento armato prece-dentemente messa in opera. la tec-nica costruttiva adottata si è rivelata estremamente efficace per un proces-so autocostruito. In cantiere sono arri-vate da una segheria assi di legno già

tagliate in misura tali da consentire un

facile assemblaggio dei telai strutturali,

lavorando sul piano orizzontale del so-

laio. Si sono adottate sezioni di legna-

me molto sottili e tutte uguali per favo-

rire così la movimentazione e la messa

in opera con pesi non eccessivi. I telai,

una volta assemblati, vengono fissati in

opera semplicemente con squadrette

e viti.

La casa ha una superfice utile di cir-

ca 125 metri quadrati. Sarà energica-

mente autosufficiente grazie al sistema

fotovoltaico posto sulla falda di tetto

a sud. una stufa a legna, ad alta ef-

ficienza, posta al centro provvede alla

climatizzazione di tutti gli ambienti.

Con particolare coerenza si sono scelti

tutti i materiali per le finiture interne ed

esterne: intonaci a base di sola calce,

sabbia e argilla; pavimenti in battuto di

terra cruda e oli vegetali; i materiali di

coibentazione del tetto sono in fiocco

di cellulosa, originato da carta riciclata,

tutte le parti in legno sono trattate con

oli vegetali.

Page 10: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

10 | dicembre 2011

AziendeAziende

Rinnovabili a 360 gRadiINVESTIRE IN RICERCA CON UN OCChIO VIGILE AI mERCATI. QUESTA LA RICETTA dI ASjA PER LE RINNOVAbILIdi roSSella PaRdi

asja è tra le aziende italiane una

di quelle che può vantare la più

lunga “tradizione” tra le rinno-

vabili. Abbiamo parlato di questa relatà

con il suo fodatore agostino re rebau-

dengo che oltre a essere l’amministra-

tore delegato del gruppo Asja è anche

il presidente di aper.

In quali settori delle rinnovabili è at-

tivo il gruppo Asja e perchè?

«Asja dal 1995 è attiva nella produzione

di energia elettrica da fonti rinnovabili

e leader in Italia nella realizzazione di

impianti per la valorizzazione energeti-

ca del biogas prodotto dei rifiuti. Opera

nel wind (56 mw installati) e nel foto-

voltaico (10 mW). Quest’ultimo settore,

pur essendo il più “giovane” per noi, è

quello in cui l’azienda è cresciuta di più

nel 2011.

Lavoriamo su diversi settori perchè

crediamo che solo con l’implementa-

zione delle tecnologie oggi disponibili

potremo davvero mirare all’autosuffi-

cienza energetica».

Voi puntate soprattutto sul biogas.

Come mai?

«ho fondato Asja con l’idea di recupe-

Page 11: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 11

rare la plastica per trasformarla in com-

bustibile. Questo tipo di tecnologia non

è mai maturata e così ci siamo orientati

verso l’utilizzo energetico del biogas

prodotto dagli rSu. oggi abbiamo

circa trenta impianti di questo tipo in

Italia e all’estero nei quali recuperiamo

il biogas prodotto dalla fermentazione

anaerobica della parte organica del ri-

fiuto, utilizzandolo come combustibile

in impianti di cogenerazione. Questo

settore crescerà grazie al progressivo

perfezionamento della raccolta diffe-

renziata e all’utilizzo dei biodigestori».

Quali sono le vostre prospettive di

business?

«asja sta continuando a crescere sia in

Italia che all’estero. Per quanto riguar-

da l’eolico a breve aprirà un cantiere in

Puglia e sta guardando con molto in-

teresse alla Polonia; per il fotovoltaico

l’attenzione si sta spostando sui grandi

tetti e coperture industriali, mentre si

stanno valutando iniziative importanti in

India. Per quello che concerne le bio-

masse, nel 2012 Asja ha in previsione

di realizzare 4 nuovi impianti. Prosegue

inoltre lo sviluppo nei Paesi in cui asja è

già presente (Cina, Argentina e brasile),

dove vogliamo realizzare nuove iniziati-

ve su discariche».

Quanto e come investite in ricerca?

«Crediamo che la ricerca sia il motore

dello sviluppo. Siamo una delle sette

società scelte, nel 2008, dal Politecnico

di torino per entrare a far parte busi-

ness Research Center, luogo di incon-

tro e condivisione tra imprese e mondo

universitario. In quest’ambito stiamo

sviluppando tecnologie per la produ-

zione di idrogeno attraverso un sistema

che utilizza il biogas (di discarica e da

biomasse) e, in prospettiva, le alghe,

mentre un secondo progetto prevede il

recupero energetico e di materie prime

dagli scarti alimentari provenienti dalle

lavorazioni industriali e dalla grande di-

stribuzione. Con quest’ultima iniziativa

stiamo già raggiungendo risultati tali da

consentire un approccio innovativo».

Lei è anche Presidente di Aper.

Come vede il panorama delle rinno-

vabili in Italia?

«Sono convinto che lo sviluppo del-

la green economy e la sua capacità

di creare occupazione nel rispetto

dell’ambiente trova, nelle tecnologie

rinnovabili e nell’efficienza energetica,

i fattori chiave su cui il nostro Paese

dovrebbe puntare per tornare a cre-

scere. Per seguire questa strada c’è

bisogno di coerenza e lungimiranza,

principi di cui la nostra classe politica,

sembra non conoscere l’importanza.

Spero che governo, regioni, istituzioni

finanziare e imprenditori pianifichino in

modo più organico la strategia energe-

tica del nostro Paese valutando cor-

rettamente le opportunità di crescita e

di sviluppo della filiera industriale e le

conseguenti ricadute nell’occupazio-

ne».

Burden sharing. Se ne parla da anni

ma non decolla. Secondo lei è utile?

E perché?

«definiti gli obiettivi quantitativi a livel-

lo nazionale, bisognerebbe procedere

alla loro ripartizione a livello regionale

(il cosiddetto burden sharing), in modo

da co-responsabilizzare in maniera vir-

tuosa le regioni e gli enti locali anche

con il ricorso a meccanismi di premio/

penalità. Il burden sharing è indispen-

sabile per pianificare e intensificare gli

investimenti nello sviluppo delle reti

elettriche e reti intelligenti (smart grid) al

fine di meglio accogliere e dispacciare

l’energia elettrica rinnovabile».

Quali sono le tre cose essenziali che

dovrebbero essere fatte per svilup-

pare le rinnovabili in Italia?

«Quello di cui il paese ha bisogno è

un sistema normativo stabile, chia-

ro e coerente capace di ridare fiducia

agli operatori del settore. Auspichiamo

inoltre che anche il sistema economi-

co e finanziario ritrovi quella necessaria

“tranquillità” per ricominciare ad inve-

stire in chi fa impresa e sviluppo».

Page 12: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

12 | dicembre 2011

a produzione ed il consumo sostenibile rappresentano per l’unione europea un elemento

chiave della sfida per la sostenibilità, tanto che la CE ha sviluppato un piano d’azione in materia (COm (2008) 397) partendo da un approccio basato sul ciclo di vita del prodotto e sul ruolo dei consumatori.

A livello nazionale sono state accolte le indicazioni provenienti dall’UE e il ministero dell’ambiente e della tutela del Territorio e del mare ha elaborato nel 2007 il “Piano d’azione per la so-stenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione” (PAN) che promuove sistemi volontari per l’in-centivo alla produzione e al consumo sostenibile, soprattutto nei confronti di enti pubblici.

E’ in questa ottica che la Regione La-zio ha deciso di partecipare ad un pro-getto il cui scopo è quello di diffondere sul nostro territorio i concetti chiave di consumo e produzione sostenibile. Ed è per questo motivo che la direzione Ambiente sta organizzando dei semi-nari tecnici a livello regionale rivolti alle pubbliche amministrazioni locali (comu-ni, provincie, enti parco comunità mon-tane) e alle imprese. lo stesso stanno facendo in liguria ed emilia-romagna, l’Ente Liguria Ricerche, la Confindu-stria liguria ed ervet - emilia romagna. L’Associazione Nazionale Consumato-ri della Coop sta invece organizzando

una PRoMESSa PER l’aMbiEnTE: coMunicaRE il conSuMo E la PRoduzionE SoSTEnibilE con “PRoMiSE”a cura della direzione Ambiente* della REgionE lazio

Page 13: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 13

delle giornate informative in materia di consumo sostenibile rivolte sia ai distri-butori che ai consumatori. Si tratta del progetto “Promise”, acro-nimo di Product main Impact Sustai-nability through Eco-communication, finanziato dal Programma Life+ Comu-nicazione e Informazione, ovvero di un azione che mira, attraverso la comu-nicazione ambientale, a far conoscere gli strumenti per la riduzione degli im-patti di prodotto sensibilizzando quat-tro principali categorie quali produttori, consumatori, distributori e pubbliche amministrazioni. Questi sono infatti attori chiave per uno sviluppo del consumo e della pro-duzione sostenibili nel nostro paese in quanto rivestono un ruolo strategico nell’aumento della domanda e quindi dell’offerta di beni sostenibili, orientan-do la produzione verso scelte compati-bili con l’ambiente. Nel caso della Pubblica amministra-zione ad esempio, la responsabilità è addirittura doppia in quanto gli enti pubblici agiscono sia come acquirenti di beni e servizi che come agenti edu-cativi nei confronti dei cittadini. Nel pri-mo caso, la Pubblica Amministrazione può rivolgersi al mercato richiedendo prodotti con un ciclo di vita sostenibi-le, inserendo nelle gare per forniture criteri d’acquisto ecologici ed effettua-re i cosiddetti acquisti verdi, che sono alla base del concetto di GPP, Green Public Procurement (Procedure di gare pubbliche per acquisti verdi). Adottan-do criteri ambientali negli acquisti, la Pa agisce da modello virtuoso sia per i cittadini che per altri enti, svolgendo un ruolo educativo finalizzato ad incentiva-re la sostenibilità ambientale.Gli strumenti per la sensibilizzazione

messi in campo dai partner del proget-to sono il frutto di un piano di comu-nicazione realizzato partendo da una ricerca sulla conoscenza dei gruppi tar-get in materia di produzione e consu-mo sostenibile, che ha rilevato un’ele-vata consapevolezza soprattutto da parte dei consumatori e della Pubblica Amministrazione. Si tratta di brochure tecniche destinate alle diverse categorie individuate ap-punto come destinatarie dell’azione, di uno spot radio-televisivo da trasmette-re su radio e televisioni private locali e di seminari tematici con cui i partner del progetto stanno dialogando con il ter-ritorio. Questi prodotti hanno il pregio non solo di spiegare cosa siano la pro-duzione ed il consumo sostenibili ma di descrivere ogni singola etichetta “eco-logica” applicabile ai diversi prodotti sulla base della “sostenibilità” del loro ciclo di vita, aiutando i consumatori ad identificare le numerose “label” presenti sul mercato. I documenti più tecnici forniscono an-che delle linee-guida all’implementa-zione di attività sostenibili in materia di produzione e consumo come nel caso della brochure dedicata alle PA che de-linea i concetti chiave per realizzare un bando verde.dal mese di Novembre e per tutto il mese di dicembre e Gennaio la Re-gione Lazio continuerà a organizzare seminari sul tema del consumo e pro-duzione sostenibile nell’ambito del pro-getto Promise coinvolgendo attivamen-te gli enti parco, i comuni, le provincie, i consorzi di bonifica, le comunità mon-tane e le altre pubbliche amministrazio-ni nell’ottica di mettere a disposizione uno strumento per facilitare il GPP nella pubblica amministrazione locale.

Nello stesso periodo sarà mandato in onda in alcune TV a diffusione regiona-le lo spot televisivo realizzato nell’am-bito del progetto e trasmesso, su radio locali, lo spot radiofonico pensato per diffondere i risultati di Promise. una volta terminato il piano di comu-nicazione, sarà realizzata una ricerca per verificare l’aumento della consape-volezza dei gruppi target sottoposti ai sistemi d’informazione sopra elencati con lo scopo di valutare l’efficacia degli strumenti messi in campo per sensibi-lizzare i destinatari del progetto al con-sumo e alla produzione sostenibili.I risultati di Promise sono scaricabili dal sito www.lifepromise.it, così come il materiale tecnico finora prodotto. Oltre all’attività di comunicazione sul territorio, i partner del progetto hanno deciso di presentare obiettivi e risultati di Promise in occasione di eventi pub-blici quali fiere e convegni. Tra le altre manifestazioni in cui è stato presentato il progetto si ricordano: ecomondo a rimini (2010 e 2011), SaNa a bologna (2011) e la Fiera Compraverde di Cre-mona (2011).Promise si concluderà a Giugno 2012 dopo 30 mesi di attività con l’obiettivo di rappresentare uno modello di comu-nicazione ambientale per incentivare i sistemi di produzione e consumo so-stenibili nel nostro paese.

*Direzione Ambiente Maura Mazzei

Maurizio CalafioreAlessandro Drago

Page 14: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

14 | dicembre 2011

dieci anni fa, in pieno boom

della new economy e dell’in-

dustria elettronica, il governo

tedesco, guidato dal socialdemocrati-

co Gerhard Schroder, varò un provve-

dimento a prima vista secondario. Per

sostenere le industrie del settore e per

evitare un crollo dell’occupazione die-

de incentivi mirati al fine di re-indiriz-

zare la produzione di silicio dal settore

elettronico a quello dei pannelli fotovol-

taici e, nello stesso tempo, per creare

un mercato interno che soddisfacesse

tale produzione, obbligò l’installazione

di pannelli sulle nuovi costruzioni pub-

bliche. Queste due decisioni congiunte

ProspettiveProspettive

SolE in EvoluzionEdi SImoNe MalacRida

È A RISChIO LA LEAdERShIP

euroPea Nelle RINNOVAbILI.

SoNo NeceSSarIe VERE POLITIChE INdUSTRIALI ChE VAdANO AL dI Là dEGLI INCENTIVI

Page 15: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 15

sono state il motivo principale del pri-

mato tedesco in europa in materia di

fotovoltaico sia per quanto concerne

la potenza installata sia per lo sviluppo

delle industrie nazionali.

Proprio grazie a questi provvedimenti

la Germania, non di certo il Paese del

Sole, è stata per molto tempo la nazio-

ne europea che maggiormente sfrutta-

va il solare e le industrie tedesche sono

state, assieme a quelle americane e

giapponesi, capofila della ricerca e del-

la produzione a livello mondiale.

La situazione appena descritta ha un

preciso nome in gergo tecnico e si

chiama politica industriale che si decli-

na, in questo caso, in piano energeti-

co-industriale. In Italia ciò non è stato

fatto per assoluta miopia del sistema

in sé, e da ciò deriva la nostra posi-

zione subalterna e del tutto seconda-

ria in materia. Noi siamo un mercato

di installazione, ma non di produzione,

ricerca, sviluppo e tecnologia, cioè di

tutte quelle attività ad alto contenuto

di innovazione e di produzione reale di

benessere.

Ora, dopo dieci anni, la situazione sta

cambiando con una velocità pazzesca.

La Germania, gli Stati Uniti e il Giappo-

ne stanno cedendo il passo alla cina,

la vera potenza industriale del settore

fotovoltaico e delle rinnovabili in ge-

nere. da quanto diremo sarà chiaro

come, se vi sarà una rivoluzione rinno-

vabile, sarà per forza di cose made in

China anche se essa prenderà piede in

europa o in altri Stati.

Sole dall’Asia

La maggioranza dei pannelli fotovoltai-

ci è ormai prodotta in cina ivi compresi

quelli installati in europa. Il costo dei

pannelli cinesi è del 50-60% più basso

dei corrispettivi tedeschi e americani,

e non si parla di costo assoluto ma di

costo per watt di potenza prodotta,

quindi, anche i discorsi che sono di

scarsa qualità e inefficienti non stanno

in piedi. La verità è che la Cina ha mu-

tuato l’esperienza e la conoscenza del

mercato dell’elettronica e l’ha applicata

a quello dei pannelli fotovoltaici, così

come la Germania aveva fatto dieci

anni fa, ma con un intervento statale. In

cina, invece, è stato tutto mosso dalle

regole più ferree del liberismo capitali-

sta. Sono state le industrie occidentali

Page 16: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

16 | dicembre 2011

a delocalizzare in Cina la produzione

della manifattura elettronica e delle te-

lecomunicazioni perché ciò garantiva

margini di profitto maggiori e perché,

a livello macroeconomico, si garantiva

un acquisto di beni durevoli da parte

della popolazione occidentale senza

un pericolo di inflazione. In sostanza

la Cina ha alimentato la nostra cresci-

ta almeno dall’inizio del nuovo secolo

permettendoci di comprare telefonini,

televisioni, elettrodomestici, computer

e quant’altro senza che noi perdessi-

mo il potere di acquisto e le politiche

monetarie accomodanti verso l’espan-

sione economica. Poi è arrivata la crisi

finanziaria che, dal 2007, da un lato tra-

volge gli Stati uniti e l’europa, mentre

dall’altro risparmia la Cina che aveva

accumulato grandi surplus di denaro

per la crescita spaventosa del PIl e

dell’export e che, solo in parte, aveva

investito in titoli di stato americani ed

europei, risultando così detentrice dei

debiti pubblici del mondo occidentale

e ponendosi come l’attore geopolitico

primario nel quadro economico attua-

le.

Parte di quel surplus di denaro è stato

investito nella costruzione di aziende

cinesi per la produzione di pannelli, in

quanto già vi erano tutte le conoscenze

base dell’industria dei semiconduttori.

Questi primi timidi passi hanno subito

un’accelerazione dopo le Olimpiadi di

Pechino del 2008 quando, nell’agenda

della classe dirigente cinese, è entrata

di prepotenza la questione ambienta-

le. Anche in questo caso, il cambio di

priorità per la politica cinese è stato

stimolato da un intervento occidentale.

Per rendere respirabile l’aria di Pechino

e per fare bella figura di fronte al mon-

do in un evento mediatico come quel-

lo delle olimpiadi, sono state adottate

misure di urgenza in uno Stato che,

fino ad allora, aveva tranquillamente

permesso ogni sorta di inquinamento

possibile in nome della crescita econo-

mica e del “progresso”.

Asia rinnovabile

da allora, i piani cinesi sono quelli più

ambiziosi e con più denaro investito in

relazione alle energie rinnovabili. Il so-

stegno alla mobilità elettrica ha in Cina

un peso economico di tutto rispetto

(1,5 miliardi di euro, nessuno Stato al

mondo investe così tanto), così come

il piano di incentivo alle rinnovabili è il

doppio di quello degli Stati uniti. la

Cina, quindi, ha sposato la “rivoluzio-

ne verde” per un semplice ed evidente

motivo: vuole essere la nazione nella

quale si produrranno tutti i compo-

nenti legati al mondo delle rinnovabili.

ad esempio, non vi sono produttori

cinesi di auto tradizionali a livello mon-

diale, ma la bYd, avendo conoscenze

nel costruire batterie agli ioni di litio,

si è posta come la prima produttrice

di auto elettriche. La seconda grande

accelerazione è avvenuta quest’anno.

durante il 2011, il costo dei pannelli fo-

tovoltaici cinesi è sceso del 50%, ridu-

zioni del 40% si sono avute anche per

quelli americani, giapponesi e tedeschi

ma ciò non è stato ininfluente a livel-

lo settoriale. Le aziende cinesi hanno

iniziato a spostare la propria produzio-

ne in Vietnam o malesia, puntando ad

abbassare i costi e a investire in com-

RINNOVAbILI E mObILITà

elettrIca SoNo al ceNtro

dELL’INVESTImENTO PROdUTTIVO

CINESE PERChÈ IL coloSSo aSIatIco

VUOLE AVERE LA LEAdERShIP

moNdIale dELLA GREEN

ECONOmY E hA meSSo IN camPo

UNO SFORzO ecoNomIco

SENzA PRECEdENTI

Page 17: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 17

ponenti differenti e più avveniristici. le

aziende occidentali, invece, sono ca-

dute in una profonda crisi. I principali

produttori americani e tedeschi sono

falliti o hanno dovuto ridimensionare

di molto le proprie posizioni (un caso

su tutti è Solyndra) e, anche in Italia,

molte industrie del settore hanno fatto

ricorso alla cassa integrazione, gene-

rando un meccanismo del tutto nuovo,

un’avversione verso il green visto come

sfruttatore di incentivi statali e non in

grado di reggere alla prova dei fatti.

Vista in questa ottica, sembra non es-

serci alcuna soluzione possibile, oltre

il fatto di accettare la chiusura delle

nostre aziende e il trionfo totale della

più avveduta e migliore visione cinese

del futuro. In realtà, c’è ancora qual-

che margine di farcela, ma dobbiamo

letteralmente svegliarci dal torpore nel

quale siamo stati assopiti a causa,

principalmente, dell’assuefazione alla

“droga” degli incentivi statali. Va da sé

che non vi è alcuna speranza di con-

correre con la cina puntando su semi-

conduttori diversi dal silicio per produr-

re energia solare dal fotovoltaico. Su

questo, sono già un passo oltre ed è lo

stesso motivo per cui sono loro, e non

noi, a essere i leader dell’elettronica

(qualcuno potrebbe obiettare che, tec-

nologicamente, lo è la corea del Sud,

ma il peso geopolitico ed energetico

di questo Paese è irrilevante rispetto a

quello cinese).

Droga da incentivi

Un’iniziativa veramente aberrante e

che non porterebbe a nulla è, invece,

data dalla proposta di introdurre incen-

tivi “differenziati” a seconda del luogo

di produzione del pannello. Così fa-

cendo, si drogherebbe ulteriormente

l’industria nazionale, ritardando sola-

mente la chiusura di aziende che di-

venterebbero dei puri ricettori di fondi

statali, senza innovare alcunché e, che,

tra qualche anno, dovrebbero comun-

que chiudere in quanto il loro prodotto

sarebbe fuori mercato (la bufala della

scarsa efficienza dei prodotti cinesi è,

appunto, una bufala). Inoltre questo

dazio, o aiuto di Stato che sia, sarebbe

a carico dei consumatori nostrani che

già pagano una delle bollette più salate

in europa per colpa di errori di politica

industriale! Si inibirebbe la grid parity

reale e il cambiamento in essa conte-

nuto e si innescherebbe quel meccani-

smo sociologico di “odio” verso le fonti

rinnovabili, viste come un carrozzone

finanziato da fondi statali per fare arric-

chire pochi personaggi. La soluzione

per uscire da questa empasse è molto

stretta ma, allo stesso tempo, di facile

portata.

Si tratta di comprendere il salto che

l’energia rinnovabile e, in particolare il

solare e l’eolico, stanno per fare. un

salto di concezione enorme, non più

una tecnologia energetica e basta,

ma un modo di pensare, di ragionare

e di vivere, di approcciarsi alla vita e

ai problemi quotidiani. un salto socio-

logico e di visione. Per colmare que-

sto vuoto, giacché attualmente non

vi sono prodotti esistenti in grado di

soddisfare queste esigenze, bisogna

puntare su una connessione tra arte e

tecnologia, tra design ed efficienza, tra

qualità di vita e produzione di energia.

Su questo, il life style italiano è mae-

stro e dobbiamo essere in grado di

tradurlo anche nel mondo energetico,

dopo averlo fatto in quello della moda,

dell’arredamento, del lusso, dell’auto e

degli oggetti per la casa. È su questi

mercati di nicchia (che poi, a ben vede-

re i fatturati, tanto di nicchia non sono)

che si gioca la partita della politica in-

dustriale ed energetica italiana. Se non

lo capiamo perderemo tutti i treni pos-

sibili per le rinnovabili. Il meccanismo

degli incentivi attuali, oltre a essere una

droga, è incompatibile con la crisi at-

tuale. Se vi sarà un crollo della richiesta

di pannelli dall’Europa, la Cina finan-

zierà il mercato interno e diventerà in

breve tempo non solo lo Stato in cui si

fabbricano i pannelli ma il mercato ide-

ale per l’applicazione di quel modello

energetico distribuito che è il vero ap-

prodo finale per le energie rinnovabili e

che ora vede in vantaggio l’Europa. Se

scegliessimo, tramite una politica mio-

pe e di corto respiro, la continuazione

di un fallimentare modello esistente,

perderemmo un mercato ben più gros-

so di quello della produzione dei pan-

nelli fotovoltaici. Perderemmo la possi-

bilità di vedere applicato in Europa, da

aziende europee, quello che per molti

è ancora un sogno, cioè il superamen-

to del sistema geopolitico, economico

ed energetico del Ventesimo Secolo.

Il tutto, con i più sinceri ringraziamenti

della repubblica Popolare cinese.

Page 18: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

18 | dicembre 2011

riprendendo il discorso interrot-

to lo scorso numero siamo ora

in grado di osservare che cosa

avviene per l’immissione dell’elettricità

intermittente nella rete elettrica.

cominciamo dal mercato del giorno

prima. Pur essendo aleatoria la quan-

tità esatta di energia che potrà arrivare

dalle fonti rinnovabili, potremo tutta-

via predire con una certa probabilità

di successo l’immissione in rete di un

quantitativo d’elettricità oraria sulla

base delle previsioni meteorologiche.

Quindi, essendo prioritaria l’accetta-

zione in rete di questo quantitativo, la

domanda d’energia rivolta ai genera-

tori convenzionali sarà più bassa che

nel caso precedente. di conseguenza,

il prezzo d’acquisto che emergerà dalla

contrattazione sarà generalmente mi-

nore.

Per comodità d’esposizione, fissiamo

l’attenzione sulle ore 11 del picco mat-

tutino e supponiamo il caso migliore:

giornata limpida e assolata ma non

ventosa. In tali condizioni, la maggior

parte della potenza fotovoltaica sarà a

pieno regime e, quindi, ci sarà un rile-

vante afflusso d’elettricità da parte di

questa fonte con energia e potenza,

che indicheremo rispettivamente con

everde e Pverde.

La richiesta del carico è rimasta quella

del caso precedente: energia totale =

E11, potenza complessiva = P11. Ora

però tale richiesta viene soddisfatta da

due contributi:

E11 = Everde + Erossa

P11 = Pverde + Prossa

dove erossa e Prossa sono, rispettiva-

mente, le quantità di energia e di po-

tenza provenienti dai generatori con-

venzionali.

Ricordiamo che ci troviamo in pieno

periodo di punta. Quindi, come sopra

accennato, la presenza della quantità

Everde ha causato una significativa

riduzione della richiesta di elettricità

“rossa”. Il volume dell’offerta, da parte

dei generatori convenzionali, è restato

pressappoco invariato, per cui il calo

della domanda si traduce in un abbas-

samento del prezzo precedentemen-

te pagato dal GSE che in queste ore

raggiungeva il massimo di 99 €/mWh.

Supponiamo che il nuovo prezzo pa-

gato per l’energia sia divenuto ora V11’,

con (V11’ < V11).

la spesa per l’acquisto dell’energia da

parte della rete diviene:

analisianalisi

il foTonE in bollETTadi domeNIco coianTE

SUGLI EFFETTI dELLE INCENTIVAzIONI dEL FOTOVOLTAICO

È NECESSARIO FARE ChIAREzzA

PaRTE ulTiMaSEguE dal nuMERo 3 | 2011

Page 19: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 19

S11’ = V11’*Erossa + (V11’+ Vinc)*Everde

dove Vinc è il costo unitario dell’incen-

tivo governativo erogato ai produttori.

La spesa totale sostenuta dal GSE,

(ST’), sarà:

ST11’ = V11’*(Erossa + Everde) +

(Vinc)*Everde + G11’

dove, come vedremo, anche il costo di

gestione della rete assume un valore,

G11’, diverso dal caso precedente a

causa della presenza delle fonti rinno-

vabili intermittenti.

Il nuovo costo del kWh in bolletta varrà:

CkWh’ = (ST11’/E11) = V11’ +

(Vinc)*(Everde/E11) + (G11’/ E11)

a questo punto sorge la domanda:

“Questo nuovo costo sulla bolletta de-

gli utenti è maggiore o minore del caso

precedente?” In altri termini: “Quanto

costa realmente agli utenti la presen-

za delle fonti rinnovabili intermittenti in

rete?”

confrontiamo la spesa sostenuta dalla

rete in assenza di contributo verde con

quella in presenza del contributo verde

valutando le condizioni perché le due

grandezze siano uguali.

V11’*E11 + (Vinc)*Everde + G11’ =

V11*E11 + G11

cominciamo con introdurre un’ipotesi

grossolana esemplificativa. Supponia-

mo, in prima approssimazione, che i

costi di gestione della rete siano uguali

nei due casi. cioè:

G11 = G11’

allora potremo scrivere:

(V11 - V11’)*E11 = (Vinc)*Everde

Il primo termine dell’uguaglianza rap-

presenta il risparmio di spesa dovuto

all’effetto di abbassamento del prezzo

per la presenza del fotovoltaico, il se-

condo termine è, invece, la spesa tota-

le sostenuta per le incentivazioni. Per-

tanto, i due termini si equivalgono solo

se il differenziale di prezzo raggiunge

il valore:

ΔV = (V11 - V11’) = (Vinc)*(Everde/E11)

In questo caso il recupero di valo-

re sull’acquisto dei kWh permette di

compensare la spesa sostenuta per le

incentivazioni e questa voce di costo

non grava per nulla sulla bolletta degli

utenti. Naturalmente, se il valore recu-

perato fosse minore, rimarrebbe una

parte di spesa per le incentivazioni da

recuperare in bolletta ma si trattereb-

be, comunque, solo di una parte per-

ché è innegabile che la presenza dei

kWh fotovoltaici produce l’effetto di

abbassamento del prezzo di mercato.

Con tutta la cautela dovuta alla sche-

matizzazione del caso, proviamo a

mettere alcuni dati nelle formule.

Secondo i dati del GSE la potenza

fotovoltaica installata nel 2010 era, ri-

spettivamente, di 3.470 mwp. alle 11

di mattina del nostro giorno assolato

del 2011, possiamo supporre che tutta

questa potenza stia lavorando al mas-

simo e che, quindi, nell’ora indicata sia

immessa in rete una quantità di energia

fotovoltaica Everde = 3.470 mWh. dato

che la richiesta oraria totale è di 43.000

mWh, il rapporto (Everde/E11) = 0,087.

Inoltre, sappiamo che V11 = 99 €/

mWh, mentre per l’incentivo assumia-

mo un valore medio del ce di circa 300

€/mWh. Avremo:

ΔV = (Vinc)*(Everde/E11) = 300*0,087 =

26,1 €/mWh

cioè:

V11’ = (V11 - 26,1) = 72,9 €/mWh

Come si può vedere, questo valore è

più alto del prezzo della fascia del ca-

rico di base (47 €/mWh) ed è all’incirca

vicino al prezzo della fascia del carico

medio. Se il nuovo prezzo spuntato dal

GSE nell’asta del giorno prima fosse

pari a questo valore, ne seguirebbe

che la bolletta degli utenti non si ac-

corgerebbe della presenza delle incen-

tivazioni. In pratica il ribasso, causato

dalla presenza del fotovoltaico, pareg-

gerebbe il costo delle incentivazioni.

Se poi il GSE riuscisse a spuntare un

prezzo di acquisto più basso, allora il

nuovo costo in bolletta per gli uten-

ti sarebbe più vantaggioso. Solo nel

caso in cui il prezzo d’acquisto fosse

più alto di 72,1 €/mWh, allora la bollet-

ta degli utenti aumenterebbe a causa

della presenza delle incentivazioni ma

in misura minore del valore dei sussidi,

a meno di non voler negare completa-

mente l’effetto calmierante dell’immis-

sione in rete dell’energia fotovoltaica.

Incremento del costo di gestione

della rete

Il conto che abbiamo svolto attiene

Page 20: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

20 | dicembre 2011

ad una sezione oraria dell’andamento

giornaliero del diagramma di carico.

Esso ha riguardato soltanto ciò che

può accadere in una particolare ora

della mattina e l’estensione all’intera

giornata non è affatto semplice e an-

cora più complicato è ripetere il calco-

lo nel corso dell’intero anno. tuttavia,

l’aspetto parziale esaminato ci ha con-

sentito di acquisire il concetto fonda-

mentale che il ruolo economico delle

incentivazioni è più complesso del

puro aspetto aritmetico finora dato per

scontato. Una trattazione più completa

di questo argomento può essere letta

nel lavoro già citato di F. meneguzzo.

Sempre nei limiti della nostra schema-

tizzazione, esaminiamo ora un aspetto

che può contribuire a chiarire meglio la

situazione completando l’analisi pre-

cedente. Vediamo come il risultato può

cambiare in relazione al ruolo che pos-

sono giocare i costi di gestione della

rete nel caso della presenza delle fonti

intermittenti.

In altri termini, nel caso reale, l’ipotesi

assunta sopra (G11 = G11’) non è vera.

Purtroppo, in pratica, si verifica che:

G11’ > G11

Cioè, la presenza delle fonti intermit-

tenti aumenta le spese di gestione del-

la rete.

La spiegazione rigorosa di questo ef-

fetto, da sola, richiederebbe una tratta-

zione lunghissima. Per il nostro scopo,

ci basta sviluppare alcune considera-

zioni qualitative. Nel funzionamento

normale della rete, quando non sono

presenti fonti intermittenti, il gestore è

particolarmente attento al caso delle

fluttuazioni impreviste dei carichi a cui

egli deve, comunque, far fronte modu-

lando opportunamente la potenza dei

generatori veloci al fine di assicurare

agli utenti il livello costante di potenza.

Per tale motivo, alcuni generatori sono

fatti lavorare al di sotto della loro mas-

sima potenza, tenendoli ad una quota

percentuale più bassa rispetto al mas-

simo. Ciò implica che la richiesta nor-

male del carico è soddisfatta lasciando

un margine di potenza pronta, ma non

sfruttata, detta margine di riserva, in

modo che, all’occorrenza, sia possibile

fronteggiare eventuali richieste improv-

Page 21: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 21

vise del carico facendo ricorso a tale

margine. In condizioni normali, la riser-

va di potenza non produce kWh, ma

contribuisce ugualmente ai costi fissi di

produzione che il GSE deve riconosce-

re ai produttori elettrici. Per tale motivo,

il margine di potenza è tenuto sempre

al minimo possibile, in pratica esso

può arrivare intorno al 3-5%.

Questo costo è considerato all’interno

del costo generale di gestione della

rete e, quindi, nel nostro caso orario,

esso si trova all’interno del parametro

G11.

La presenza delle fonti intermittenti è

vista dal sistema di controllo della rete

alla stessa stregua delle fluttuazioni im-

previste del carico con la sola differen-

za della maggiore ampiezza. Pertanto,

per fronteggiare l’eventuale mancanza

improvvisa della potenza intermittente,

occorre aumentare adeguatamente

il margine della potenza di riserva. In

conclusione, la connessione in rete dei

generatori intermittenti fa aumentare le

spese di gestione del sistema elettrico

a causa della necessità di tenere un

certa quantità di potenza convenziona-

le attiva ma non produttiva. la quanti-

ficazione di questo concetto è materia

di accese discussioni tra i sostenitori

e i detrattori delle fonti intermittenti.

la versione più svantaggiosa arriva a

considerare la necessità di tenere di

riserva una quantità di potenza con-

venzionale pari a quella delle fonti inter-

mittenti. Senza arrivare a questo caso

estremo, che farebbe lievitare enorme-

mente i costi, in ogni caso, dobbiamo

ammettere che la sicurezza della rete

richiede la presenza di un certo nume-

ro di generatori convenzionali veloci,

tenuti in funzione e pronti a compen-

sare eventuali mancanze improvvise

della potenza immessa dalle fonti rin-

novabili. La spesa dovuta ai costi fissi

di tali generatori fa aumentare il costo

di gestione della rete e l’incremento

deve essere considerato a carico delle

fonti intermittenti. Ciò ha come conse-

guenza che possiamo ritenere valida

la disuguaglianza G11’>G11, cosa che

porta alla nuova condizione generale:

(V11 - V11’)*E11 = (Vinc)*Everde +

(G11’- G11)

Il risparmio, ottenuto attraverso l’ab-

bassamento del prezzo di acquisto

(primo termine), deve ora compensa-

re, oltre alla spesa per le incentivazioni

(secondo termine), anche il differenzia-

le di spesa di gestione della rete dovu-

to alla presenza delle fonti intermittenti

(terzo termine).

Pertanto, solo nel caso che sia valida

l’uguaglianza precedente, la bolletta

degli utenti non subisce una maggio-

razione di spesa per la presenza delle

rinnovabili e delle relative incentivazio-

ni. di sicuro, se questo evento aveva

una certa probabilità di verificarsi nel

caso particolare della parità tra i due

costi di gestione della rete, ciò diviene

molto improbabile nel caso più gene-

rale di maggiorazione di questo costo

per la presenza delle fonti intermittenti.

La quantificazione di questa aggiunta

di costo impone la conoscenza esatta

oraria e giornaliera della configurazio-

ne completa della rete con il tipo e il

numero dei generatori tenuti di riserva

e la programmazione del loro impiego.

Purtroppo, queste informazioni non

sono facilmente accessibili ai non ad-

detti ai lavori, come noi siamo, e il loro

reperimento ci porterebbe lontano dal

concludere.

la conclusione di questo lavoro, si-

curamente non esaustivo, suggerisce

l’opportunità di analizzare più accura-

tamente tutti gli elementi che concor-

rono al bilancio costi-benefici prima di

emettere un giudizio definitivo sull’inte-

razione tra le fonti rinnovabili intermit-

tenti e la bolletta degli utenti.

Ringrazio Terenzio Longobardi per l’at-

tenta revisione del testo e gli utili com-

menti.

Page 22: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

22 | dicembre 2011

come tutte le cose, anche le

parole hanno un ciclo e sta

terminando il ciclo della parola

“Green”. E’ iniziato con una connessio-

ne diretta alla speranza di un mondo

migliore e termina con l’associazione

a un flop. Una green economy che si

regge solo se supportata da sussidi

statali e che drena soldi a ogni altro in-

tervento a supporto dei giovani o della

crescita dei paesi. una green economy

che non è più associata in alcun modo

a una Green Revolution e che non ha

legami con alcuna delle migliaia di ma-

nifestazioni di giovani nelle varie piazze

del mondo. Quelli che vorrebbero fare

una vera rivoluzione. Eppure tutti i gio-

vani che scendono in piazza sono si-

curamente favorevoli a un cambiamen-

to totale anche nel modo di produrre

e di distribuire energia. Sono sicura-

TransizioneTransizione

dal gREEn al bludi claudIa bETTiol

È NeceSSarIo PaSSare dalle RINNOVAbILI ALL’EFFICIENzA

ATTRAVERSO IL mOdELLO dELL’ENERGIA dISTRIbUITA

Page 23: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 23

mente a favore delle energie rinnovabili

e dell’efficienza energetica, ma questo

non traspare nelle loro proteste o nei

reportage della stampa. Semplice-

mente non è in primo piano nelle agen-

de delle loro recriminazioni.

E’ vero che questi ragazzi non sono

ancora passati dalla protesta alla pro-

posta, ossia non hanno elaborato un

proprio contratto sociale capace di ri-

costruire una società avanzata e mo-

derna, ma è un fatto che l’energia e

l’ambiente siano relegati ad un ruolo

marginale. dobbiamo poi considerare

che mentre tutto il mondo si era con-

centrato dapprima sulla primavera ara-

ba e poi su Fukushima le compagnie

petrolifere avevano ricostruito il loro

cartello e avevano deciso di elaborare

una strategia di comunicazione comu-

ne. Il disastro della deepwater horizon

ha avuto l’effetto di stringere le righe

all’interno degli operatori del settore

delle fonti fossili che negli ultimi anni

avevano allentato i rapporti talvolta ar-

rivando a vere forme di concorrenza fra

di loro. così mentre tutti noi pensava-

mo che tra disastri petroliferi e disastri

nucleari la via della Rivoluzione Verde

fosse inevitabile - e ci siamo cullati in

questa certezza - è partita la macchina

della controrivoluzione. Per capire la

strategia collegata al declino della pa-

rola Green basta analizzare i toni e gli

interventi degli esponenti del tea Party

in uSa. Il tea Party è un movimento

ultra-liberalista americano che condi-

ziona le scelte del partito repubblicano

in quanto è stato in grado di far eleg-

gere alcuni dei suoi rappresentanti. un

po’ come da noi la lega Nord.

Questi politici, che dispongono di mol-

ti mezzi di comunicazione e ai quali

la stampa da molto spazio, tentano

di denigrare il lavoro di obama deni-

grando i suoi scarsi risultati proprio

nel settore della Green Economy. In

America, infatti, è partita la macchina

elettorale per il prossimo mandato pre-

sidenziale e la macchina del fango si è

messa in moto. In parte è vero che la

Green Economy è stata sovvenzionata

e che i suoi risultati sono stati sovra-

stimati, ma è anche vero che le fonti

fossili sono sovvenzionate parimenti

e che, se spostiamo l’attenzione nel

medio periodo, le fonti rinnovabili co-

steranno sempre meno mentre le fonti

fossili produrranno disastri irreparabili.

basta andare a vedere che cosa signi-

fica estrarre gas dalle rocce e come

negli stessi uSa stanno distruggendo

l’assetto idrogeologico di vaste aree,

inquinando contemporaneamente le

falde acquifere. Non possiamo modi-

ficare questo quadro, non possiamo

avere la disponibilità finanziaria del Tea

Party o del cartello delle compagnie

petrolifere, allora quelli che operano nel

settore delle energie rinnovabili devo-

no elaborare una strategia comune e

cambiare il terreno dello scontro. Se la

Green Economy è associata alle grandi

distese solari finanziate, allora l’energia

distribuita deve prendere le distanze

da questo modello e avvicinarsi al con-

cetto di efficienza energetica, al blu.

Page 24: Ambientarsi 4-2011
Page 25: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 25

ScenariScenari

EnERgia PER il fuTuRodi aleSSaNdro dRago

Non v’è dubbio che i consumi

energetici nel mondo occi-

dentale siano aumentati, nel

corso del secolo passato, in manie-

ra esponenziale rispetto alle epoche

precedenti. Chi ha fatto bene i conti,

come il professore david Nye nel suo

libro consuming Power, non si attarda

a spiegare come una famiglia media

americana negli anni ’70 consumas-

se quanto una piccola cittadina dello

stesso paese nel XVIII secolo. L’utiliz-

zo dell’energia elettrica è aumentato di

otto volte tra il 1912 e il 1970 toccando

ogni aspetto della vita quotidiana: mo-

bilità, vita domestica, servizi alla per-

sona e ogni genere di utilità tecnologi-

camente avanzata quanto energivora.

Se ci voltiamo indietro a chiederci qua-

le sia stata la forza che ha permesso

lo sviluppo socio-economico mondiale

negli ultimi due secoli non possiamo

che rispondere la disponibilità d’ener-

gia prodotta da fonti fossili a basso

costo. Sappiamo bene, però, che que-

sto fenomeno andrà incontro a una

SALTI TECNOLOGICI E TRANSIzIONI LENTE

SoNo due deI PoSSIbIlI SceNarI IN

mATERIA d’ENERGIA

Page 26: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

26 | dicembre 2011

battuta d’arresto nel XXI secolo, così

come sappiamo che i paesi maggior-

mente sviluppati, nonché consumatori

d’energia, stiano cercando alternative

valide nell’utilizzo delle fonti rinnovabili

e nell’efficienza energetica.

Considerando che, sulla base delle at-

tuali conoscenze tecnologiche, sia dif-

ficile immaginare le rinnovabili in grado

di soddisfare il totale fabbisogno ener-

getico delle società occidentali e quel-

lo crescente delle società emergenti (i

cosiddetti brIc – brasile, russia, India

e cina), due scenari credibili sembrano

profilarsi una volta superato il picco del

petrolio. Il primo riguarda la diminuzio-

ne drastica di disponibilità energetica

a basso costo con la conseguente ri-

localizzazione e riorganizzazione radi-

cale degli stili di vita esistenti soprattut-

to nel Nord del mondo. È lo scenario

sicuramente più apocalittico perché si

basa sul ridimensionamento genera-

le dell’accessibilità della popolazione

a beni e servizi, costringendola a im-

portanti rinunce in molti settori della

vita economica e sociale quotidiana:

pensiamo alla diminuzione degli spo-

stamenti e alla conseguente riformula-

zione dei rapporti familiari e amicali cui

siamo abituati, per dirne una. la “de-

crescita felice”, le transition towns, ma

anche il concetto di slow-food e del-

la “filiera corta” sono tutte esperienze

che propongono di contrastare questo

scenario cambiando in modo radicale

i costumi sociali dei popoli partendo

dal concetto di sostenibilità locale. In

questo scenario le fonti rinnovabili per-

metterebbero la sopravvivenza della

specie garantendo la sufficienza ener-

getica alla popolazione per uno stile di

vita radicalmente diverso da quello at-

tuale, energeticamente involuto. d’altra

parte, il fulcro dell’azione dello sviluppo

sostenibile locale sta nel prepararsi ad

affrontare, in maniera pro-attiva s’in-

tende, un cambiamento epocale nel si-

stema organizzativo socio-economico

delle popolazioni e non nell’immaginare

un ruolo strategico per le fonti rinnova-

bili e l’innovazione nelle nuove società.

Salti tecnologici

Il secondo scenario parte da un altro

presupposto ossia l’evoluzione tec-

nologica repentina, sistemica e radi-

cale che permetterebbe alla scienza

applicata alle energie rinnovabili di

aumentarne l’efficienza contribuendo

al soddisfacimento del crescente fab-

bisogno energetico. È possibile? la

risposta, a differenza di chi prevede il

primo scenario, sta nella parola chia-

ve: “innovazione”. Le esperienze che

prevedono il crollo della produzione

energetica dopo il picco del petrolio

e, quindi, dei consumi parlano essen-

zialmente di resilenza, cioè di capacità

di adattamento di un ecosistema a un

contesto radicalmente mutato a segui-

to di un cambiamento delle circostan-

ze ambientali esistenti. In questo caso

l’adattamento delle società future a

una sopravvivenza in un mondo dalle

Page 27: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 27

riserve energetiche ridottissime. Anche

il secondo scenario, però, parte da una

modifica più o meno radicale del modo

di vita delle persone dovuto a un cam-

biamento di sistema sincronico. e cioè

la possibilità che innovazioni di siste-

ma portino a un cambiamento delle

abitudini sociali e culturali cristallizzate

tali da favorire lo sviluppo di tecnolo-

gie energetiche sostenibili in grado di

sostituire la produzione di energia da

fonti fossili. Infatti, quando si parla di

innovazioni di sistema, si deve neces-

sariamente pensare non solo a cam-

biamenti nei prodotti tecnici quanto

simultaneamente nelle politiche, nelle

pratiche degli utenti, nelle infrastruttu-

re, nelle strutture industriali e nei signi-

ficati simbolici. Come ha argutamente

osservato Likka Tuomi, scienziato della

Nokia, tutta l’innovazione deve essere

sociale in quanto questa non avviene

al di fuori, nel mondo degli oggetti, ma

bensì nella società e nelle menti delle

persone. Le innovazioni presuppon-

gono non solo un modello di business

ma anche un modello sociale. E solo

se l’innovazione viene a inserirsi con

successo nel processo sociale può

dirsi di successo divenendo a far parte

della vita delle popolazioni. L’instaurar-

si di un nuovo sistema socio-tecnico

è quanto mai imprevedibile e, quindi,

come osserva il sociologo john Urry

nel suo libro Climate change and so-

ciety, pianificare l’innovazione di un set

di sistemi a basso consumo di ener-

gia fossile è quasi impossibile. troppe

sarebbero le componenti da predire

affinché il loro necessario verificarsi in

maniera sincronica permetta un cam-

biamento sistemico.

Sappiamo che le forze di mercato, per

quanto riguarda le innovazioni nel set-

tore energetico a basso utilizzo di fos-

sili, poco abbiano fatto finora per dif-

fondere prodotti a largo consumo e, il

recente incremento delle rinnovabili nel

mondo occidentale e in alcuni Paesi

brIc (brasile, russia, India e cina), è

stato essenzialmente dovuto agli aiuti

di stato. d’altra parte se le forze di mer-

cato possono dare una spinta decisiva

all’innovazione e alla sua diffusione, il

loro principale obiettivo è quello che

domanda e offerta raggiungano un

equilibrio. molti dei soggetti che, inve-

ce, possono giocare un ruolo strate-

gico nei processi di innovazione sono

attori non legati al mercato: gli utenti

di prodotti, le famiglie, i consumato-

ri, gli Stati, le Ong e le organizzazioni

internazionali. Questi, secondo Urry,

possono rivestire un ruolo importante

nello sviluppare nuovi sistemi a basso

impatto energetico opponendosi in

maniera critica al prevalente “spirito del

capitalismo”.

Energia diffusa

Sta di fatto che, affinché si sviluppino

sistemi innovativi per la produzione

energetica rinnovabile in grado di ri-

spondere al fabbisogno delle società

post-picco petrolifero, è necessaria

una diffusione capillare nella popo-

lazione fino al punto di non ritorno e,

cioè, al punto in cui le genti non ricordi-

no più come era prima il mondo senza

queste tecnologie. Secondo malcom

Gladwell, giornalista e autore di Tip-

ping points (Punti di non ritorno: come

le piccole cose possano fare un gran-

de differenza), il punto di non ritorno

per l’affermazione sociale dell’innova-

zione tecnologica presuppone che gli

eventi e i fenomeni siano contagiosi,

che piccole cause possano generare

grandi effetti e che i cambiamenti pos-

sano avvenire in maniera improvvisa

nel momento in cui il sistema subisce

una trasformazione. Se ammettiamo

che questi presupposti si possano ri-

scontrare nella società futura e siano

ancorché necessari alla diffusione di

sistemi di innovazione tecnologica in

maniera capillare come avvenne per il

fax a inizio degli anni ’90 e ancora pri-

ma per l’autovettura dalla fine del 1800,

ci sono buone speranze che la tecno-

logia rinnovabile si diffonda a macchia

d’olio nelle nostre società a partire da

questo secolo, svolgendo un ruolo

tutt’altro che ancillare nello sviluppo di

un sistema socio-economico sosteni-

bile.

Una delle ragioni per cui ciò non è an-

cora avvenuto è probabilmente dovuto

al fatto che, come osserva sempre il

sociologo Urry, l’innovazione frutto di

sincronia necessita di due qualità fon-

damentali perché i prodotti che la rap-

presentino incontrino una diffusione

capillare: fare tendenza ed essere alla

moda. la ricetta sembra semplice ma,

sicuramente, applicabile anche alle rin-

novabili dal momento che un prodotto

con queste qualità avrebbe maggiori

possibilità di rimpiazzare velocemen-

te sistemi obsoleti basati sull’utilizzo di

fonti fossili proprio nell’ottica del punto

di non ritorno.

Page 28: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

28 | dicembre 2011

NASCE IL CENtro StuDIENErgy ProfESSIoNAL NEtwork

energy Professional Network, la grande rete di profes-

sionisti legati da una comune passione per le fonti ener-

getiche rinnovabili, è impegnata nel continuo miglioramento

dei servizi e dei prodotti da offrire ai membri ed ai partner

del Network. Per questo motivo ha recentemente aperto a

Firenze, luogo baricentrico e strategico per il territorio na-

zionale, un Centro Studi che funge da “osservatorio” per-

manente sulla normativa tecnica e impiantistica legata al

comparto delle energie rinnovabili. Questa iniziativa si fonda

sull’apporto organizzativo del Gruppo AdL, proprietario del

marchio EPN, che da anni investe notevoli risorse sulla spe-

cificità e sulla caratterizzazione dei profili operanti a vario

titolo nella filiera delle energie rinnovabili.

Il centro Studi energy Professional Network promuove, co-

ordina e realizza indagini, ricerche nonchè attività di consu-

lenza, formazione e informazione inerenti i settori dell’ener-

gia e della tutela ambientale. Si tratta di settori fondamentali

per lo sviluppo economico e sociale, che vengono spesso

affrontati sulla base di posizioni demagogiche che fanno

leva su generiche speranze piuttosto che su conoscenze

acquisite e dati riscontrati. Per questo motivo energy Pro-

fessional Network intende operare su scala nazionale ed in-

ternazionale per promuovere approfondimenti e valutazioni

che consentano di prospettare ragionevoli soluzioni a pro-

blemi specifici, fondate su metodi scientifici e competenze

interdisciplinari.

Centro Studi EPNVia Marconi, 30 | 50131 Firenzetel. +39 055 5537172cel. +39 055 5520961mail [email protected] www.energyprofessionalnetwork.com

di mARIA CONSIGLIA izzo

Page 29: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 29

in caMPania SbaRca iTaca

ProtagonistiProtagonisti

Il “Protocollo Itaca campania” è un

progetto frutto della collaborazione

tra il comitato Strategia e Sviluppo

energy Professional Network – la gran-

de rete dei Professionisti dell’energia

- e l’Università degli Studi di Napoli Fe-

derico II che, insieme nei mesi di set-

tembre e ottobre, hanno organizzato

tre workshop di specializzazione a Sa-

lerno, Napoli e avellino con l’obiettivo

di approfondire e analizzare i dettagli

relativi all’Istituto per l’innovazione e la

trasparenza degli appalti e della com-

patibilità ambientale (ITACA). A dicem-

bre inoltre, visto il successo dell’inizia-

tiva che ha coinvolto più di centoventi

professionisti, è stata organizzata una

seconda edizione nelle stesse città

campane. Il protocollo è utile alla ve-

rifica del livello di qualità ambientale

di un edificio in fase di progetto e ne

misura la prestazione rispetto a diver-

si criteri che hanno una valenza eco-

nomica, sociale ed ambientale e che

sono riuniti in due macroaree di valu-

tazione: consumo di risorse e carichi

ambientali. La sua importanza deriva

anche dall’obbligo di certificazione per

i progetti e per gli atti ufficiali nel cam-

po dell’edilizia, necessaria anche per

usufruire delle agevolazioni previste dal

Piano casa varato dalla regione cam-

pania. Con la direzione scientifica del

Prof. Ing. Luigi Verolino (direttore “SOF.

tel. - centro di ateneo per l’orienta-

mento e la Formazione dell’Univer-

sità Federico II) e della Prof.ssa Ing.

rita mastrullo (direttore dipartimento

Energetica Università Federico II) le tre

IL PROTOCOLLO PER L’ECOSOSTENIbILITà NELL’EdILIzIA È STATO ILLUSTRATO A CENTINAIA dI PROFESSIONISTI IN CAmPANIA

di roSSella PaRdi

Page 30: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

30 | dicembre 2011

giornate di studio sono state rivolte a

coloro che sono impegnati nell’ambito

edilizio e in particolare hanno riscon-

trato l’interesse di ingegneri, architetti,

geometri, periti, agronomi ed energy

manager. In merito allo svolgimento

delle giornate di studio abbiamo sen-

tito la Prof. Ing. rita mastrullo.

Qual’è l’importanza della formazio-

ne in questo particolare settore?

«La crescente consapevolezza, da

parte delle istituzioni internazionali e,

naturalmente, italiane, della necessità

di adottare metodologie di progetta-

zione e realizzazione in campo edilizio

improntate agli ormai consolidati criteri

di sostenibilità, si è tradotta, in epoche

recenti, nella messa a punto di proto-

colli che, riducendo in forme semplici,

analisi complesse, tipiche della ricerca

scientifica, possono attribuire ad un

progetto e/o ad una costruzione un

punteggio rappresentativo della soste-

nibilità dello stesso. Ad oggi, in Italia

la sottomissione alla valutazione degli

staff tecnici, imparziali, dei diversi pro-

tocolli è ancora una pratica volontari-

stica, adottata per vedersi riconosciuti,

in termini quantitativi e comparativi, i

vantaggi che le eventuali pratiche vir-

tuose potrebbero comportare per

la comunità e per gli utenti finali. La

regione campania, tuttavia, nell’ado-

zione, recente, del cosiddetto “Piano

Casa”, ha stabilito che ai soggetti che

presentino richieste di concessione

che evidenzino il conseguimento di al-

cuni degli indici costitutivi del protocol-

lo Itaca, possano essere riconosciute

premialità in termini di maggiorazione

delle concessioni stesse. Il workshop

in oggetto, dunque, oltre a rispondere

alla generica domanda di formazione

specialistica avanzata nel campo della

sostenibilità e del risparmio ed uso ef-

ficiente dell’energia, potrebbe consen-

tire ai tecnici che operano nel campo

dell’edilizia, l’acquisizione di compe-

tenze in grado di accrescere la loro ca-

pacità di proporsi nell’ambito del rilan-

cio delle attività che, si spera, il “Piano

casa” dovrebbe promuovere».

In merito all’organizzazione e alla

realizzazione di questi workshop in

collaborazione con EPN crede che

gli obiettivi di partenza siano stati

raggiunti?

«I docenti impegnati in queste giorna-

te hanno verificato una partecipazione

numerosa ed attenta alle lezioni, so-

prattutto nell’ambito dello sviluppo nu-

merico di casi studio. I dibattiti che ne

sono scaturiti, nel corso delle lezioni ed

al termine delle stesse, hanno eviden-

ziato una buona assimilazione dei con-

cetti e delle tecniche proposti; ci si può

dunque aspettare che siano state ac-

quisite, in buona parte, le competenze

di base per addentrarsi in questa “nuo-

va” branca della tecnica progettuale e

rispondere efficacemente alle richieste

che il mercato, ripeto, auspicabilmente

proporrà».

EffICIENzA E QuALItà uNItI PEr L’AMBIENtE

La Prof.ssa Francesca Romana d’Ambrosio, docente dell’Università degli Studi di Salerno impegnata in tutti e tre gli appuntamen-

ti, in merito al suo intervento sottolinea: «nell’ambito del workshop il cui è stato illustrato il Protocollo Itaca sintetico 2011, il mio

obiettivo è stato quello di fare una introduzione generale alle tematiche della sostenibilità in edilizia. In quest’ottica ho affrontato il

tema dei sistemi multicriteri a punteggio, sottolineando le interrelazioni che esistono tra questi ed alcuni aspetti della progettazione,

soprattutto quelli energetici, che sono stati poi ripresi nel dettaglio in alcuni degli interventi successivi, e quelli della qualità ambien-

tale interna, che vengono generalmente sottovalutati pur essendo presi in considerazione dal protocollo Itaca. Tra gli argomenti

affrontati hanno suscitato particolare interesse le questioni riguardanti l’interazione tra il risparmio energetico e la qualità ambientale

interna, visto che l’approccio antropocentrico, finora portato avanti principalmente dall’ergonomia, è una delle principali novità del-

la progettazione sostenibile». Energy Professional Network e Università degli Studi di Napoli Federico II tra gli obiettivi del workshop

hanno voluto puntare sull’offerta di strumenti pratici, operativi e utili ai partecipanti, per coadiuvarli nella comprensione del corretto

uso del protocollo. Proprio per questo è stato fornito ai partecipanti il software ITACUS commercializzato dalla ACCA Software

Società leader nel campo della realizzazione di software professionali, il programma in dotazione al corso consente di ottenere gli

indicatori di prestazione richiesti, l’attestato di conformità del progetto e il certificato per la richiesta di agibilità in maniera semplice

e rapida.

Page 31: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 31

RifiutiRifiuti

l’iMPoRTanza dEl ModEllo di luca vEccHiaTo e marta faggin | ECO-ManagEMEnt

I mOdELLI ORGANIzzATIVI NEL SETTORE dEI RIFIUTI STANNO

cambIaNdo

Page 32: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

32 | dicembre 2011

Quante volte abbiamo sentito

ripetere che “la responsabi-

lità penale è personale”? È

l’articolo 27 della Costituzione a sta-

bilirlo ed è un principio fondamentale

della nostra civiltà giuridica. ma quel

“personale” ha, recentemente, assun-

to una nuova connotazione: il decreto

Legislativo 231/2001 ha previsto (per

la prima volta nell’ordinamento italia-

no) la possibilità che società ed enti

possano essere direttamente chia-

mati a rispondere dei reati commessi

da dirigenti, dipendenti e da tutti co-

loro che operano in nome e per conto

della società e che tale responsabilità

si aggiunge a quella della persona fi-

sica che ha realizzato materialmente

il fatto. Il d.lgs. 231/2001 si inserisce

in un contesto di attuazione di diretti-

ve europee (allineandosi con i sistemi

normativi di molti paesi dell’europa) e

istituisce la responsabilità della società

considerata “quale autonomo centro di

interessi e di rapporti giuridici, punto di

riferimento di precetti di varia natura e

matrice di decisioni e attività dei sog-

getti che operano in nome, per conto

o comunque nell’interesse dell’ente”.

L’istituzione della responsabilità am-

ministrativa delle società nasce dalla

considerazione che, frequentemente,

le condotte illecite commesse all’inter-

no dell’impresa, non provengono tanto

da un’iniziativa privata del singolo ma

rientrano, piuttosto, nell’ambito di una

diffusa politica aziendale e discendono

da decisioni di vertice dell’ente medesi-

mo. Tale responsabilità è “amministra-

tiva” poiché, pur comportando sanzio-

ni amministrative, consegue da reato e

Page 33: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 33

presenta le garanzie proprie del proce-

dimento penale. In particolare, il d.lgs.

231/2001, all’art. 9, prevede una serie

di sanzioni: sanzioni pecuniarie, san-

zioni interdittive, confisca e pubblica-

zione della sentenza di condanna. La

sanzione amministrativa per la società

può essere applicata esclusivamente

da un giudice penale e a condizione

che il reato, nell’interesse o a vantag-

gio della società, sia stato commesso

da soggetti qualificati (figure direttive o

ad essi sottoposti).

La responsabilità dell’ente si aggiun-

ge a quella della persona fisica che ha

commesso materialmente l’illecito ed è

autonoma rispetto a essa, sussistendo

anche quando l’autore del reato non

è stato identificato o non è imputabile

oppure nel caso in cui il reato si estin-

gua per una causa diversa dall’am-

nistia. l’articolo 7 del d.lgs. 231/01

stabilisce, inoltre, che, qualora il reato

sia commesso da soggetti sottoposti

alla vigilanza di un soggetto in posizio-

ne apicale, la responsabilità dell’ente

sussiste se la commissione del reato

è stata resa possibile dall’inosservanza

degli obblighi di direzione e vigilanza.

Tuttavia, l’inosservanza di tali obblighi

è esclusa e con essa la responsabilità

dell’ente se, prima della commissio-

ne del reato, l’ente medesimo aveva

adottato ed efficacemente attuato un

modello di organizzazione, gestione e

controllo idoneo a prevenire reati.

Ovviamente l’esonero di responsabilità

dell’ente richiede che il modello sia ef-

ficace ed effettivo: riguardo all’efficacia

il legislatore stabilisce che il modello

deve soddisfare le seguenti esigenze:

• individuare le attività nel cui

ambito possono essere commessi re-

ati (cosiddetta “mappatura” delle attivi-

tà a rischio);

• prevedere specifici protocolli

diretti a programmare la formazione e

l’attuazione delle decisioni dell’ente in

relazione ai reati da prevenire;

• individuare modalità di gestio-

ne delle risorse finanziarie idonee a im-

pedire la commissione dei reati;

• prevedere obblighi di informa-

zione nei confronti dell’organismo de-

putato a vigilare sul funzionamento e

l’osservanza dei modelli;

• introdurre un sistema discipli-

nare idoneo a sanzionare il mancato

rispetto delle misure indicate nel mo-

dello.

L’effettività del modello è, invece, le-

gata alla sua efficace attuazione che

richiede:

• una verifica periodica e l’even-

tuale modifica dello stesso quando

sono scoperte significative violazioni

delle prescrizioni ovvero quando in-

tervengono mutamenti nell’organizza-

zione, nell’attività, ovvero ulteriori mo-

difiche normative (aggiornamento del

modello);

• un sistema disciplinare idoneo

a sanzionare il mancato rispetto delle

misure indicate nel modello.

Definizioni europee

Inizialmente la Responsabilità ammini-

strativa riguardava reati contro la P.a.,

reati informatici e trattamento illecito di

dati, delitti di criminalità organizzata,

ecc.. Il campo di applicazione si è però

ampliato: il Governo italiano ha recepi-

to le direttive europee in merito ai danni

ambientali che impongono di sanzio-

nare penalmente le condotte illecite in-

dividuate dalla direttiva 2008/99 e, fino

a oggi, non sancite come reati e di in-

trodurre la responsabilità delle persone

giuridiche. Nel d. Lgs. 231 sarà, quindi,

presente il nuovo articolo art. 25-un-

decies (Reati ambientali) che chiamerà

a rispondere le aziende per i reati in

campo ambientale quali:

• distruzione di specie animali o

vegetali protette;

• deterioramento di habitat pro-

tetti;

• tratta di specie in estinzione;

• scarico acque reflue;

• rifiuti;

• inquinamento di suolo, sotto-

suolo, acque;

• emissioni in atmosfera

• sostanze lesive dell’ozono;

• inquinamento doloso e col-

poso provocato dalle navi alla qualità

delle acque (scarichi di “sostanze in-

quinanti”)

È in questo ambito che Elite Ambien-

te S.r.l. (azienda appartenente a Ethan

Group e attiva nel settore del recupero

di rifiuti speciali) ha ritenuto di far va-

lere la propria sensibilità alla riduzione

degli impatti ambientali affinata negli

anni con la registrazione EmAS dei

suoi siti. In tal senso, la Certificazione

ISO 14001 e la Registrazione EmAS si

integrano perfettamente con il modello

organizzativo richiesto dal d. Lgs. 231

in quanto l’impresa dimostra di tenere

sotto controllo le prestazioni ambientali

delle proprie attività e ricerca il migliora-

Page 34: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

34 | dicembre 2011

mento continuo non solo internamente

ma anche grazie alla valutazione di un

soggetto certificatore esterno alla Or-

ganizzazione. Nonostante al momento

non esistano criteri per l’implementa-

zione dei modelli organizzativi eso-

neranti né siano stati definiti i requisiti

minimi di idoneità dei modelli organiz-

zativi conformemente alla norma UNI

eN ISo 14001 e al regolamento emaS

è, comunque, evidente che l’adozione

di un sistema aziendale di gestione

ambientale assicura l’adempimento di

tutte le prescrizioni legislative e autoriz-

zative in materia ambientale in quanto

requisito necessario ma non sufficiente

di rispetto degli standard di riferimen-

to. Insieme alla nomina dell’organi-

smo di Vigilanza e alla promulgazione

di un Codice Etico, la Certificazione

ambientale permette la prevenzione e

il controllo dei principali rischi di reato

ambientale soprattutto tramite le atti-

vità di:

• Analisi dei potenziali impatti

ambientali, diretti e indiretti (quali ad

esempio scarichi, emissioni in atmo-

sfera, rumore, ecc.);

• Emanazione di procedure

e istruzioni di lavoro (utilizzo e manu-

tenzione di macchinari potenzialmente

impattanti, fasi critiche di recupero dei

rifiuti, ecc.);

• Formazione dei lavoratori;

• Vigilanza circa il rispetto delle

procedure e delle istruzioni di lavoro da

parte dei lavoratori;

• Analisi e valutazione della

conformità normativa e periodico mo-

nitoraggio (analisi chimiche periodiche,

raccolte dei dati);

• Riesame periodico delle ana-

lisi ambientali;

• Formalizzazione dei ruoli e

delle competenze;

• Estensione del “controllo ope-

rativo” a tutto il personale anche non

direttamente dipendente dall’azienda;

• Individuazione di indicatori

(p.e. I core Indicators di emaS III), Nc,

audit, etc. da utilizzare come feed-

back direzionale;

• Garanzia di tracciabilità e “do-

cumentabilità” delle responsabilità e

delle operazioni effettuate e delle azio-

ni compiute.

• L’introduzione del modello or-

ganizzativo 231 in azienda ha richiesto

inoltre:

• Integrazione dell’Analisi am-

bientale iniziale con una specifica

“identificazione degli ambiti aziendali”

di interesse rispetto ai reati ambientali;

• Valorizzazione delle sinergie

tra Politica ambientale e codice etico

e di condotta;

• Individuazione più accurata

delle responsabilità del SGA quali la

“separazione dei compiti e delle fun-

zioni” per le attività a rischio;

• Approfondimento delle pro-

cedure e gli strumenti di gestione am-

bientale e di controllo e monitoraggio

con misure dedicate specificamente

alla prevenzione dei reati;

• Istituzione dell’Organo di Vigi-

lanza e definizione dei compiti soprat-

tutto in rapporto alle attività dei certifi-

catori e degli auditor interni;

• Rafforzamento della forma-

zione rispetto ai rischi potenziali di rea-

to;

• maggiore attenzione alla

gestione delle “risorse finanziarie”

nell’ambito del Sistema di Gestione

ambientale.

Page 35: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 35

www.ambientarsi.net

la gREEn EconoMy Ha il Suo ManifESTodi edo RoncHi

IniziativeIniziative

Il 7 novembre scorso a milano è sta-

to presentato il manifesto “Per un

futuro sostenibile dell’Italia”. come

spesso si verifica in Italia le cose im-

portanti accadono senza clamore for-

se perché gran parte del clamore di-

sponibile è assorbito da cose di scarso

rilievo. Come ha registrato il solo Sole

24 ore , si tratta del manifesto della gre-

en economy italiana. Il rilievo di questo

manifesto, che meriterebbe una ben

più ampia riflessione, deriva a mio av-

viso da tre elementi: la consistenza e

il numero delle organizzazioni di im-

prese green che lo hanno sottoscritto

che documentano la presenza in Italia

di un mondo che ha raggiunto un im-

portante rilievo economico, produttivo

e occupazionale; il fatto che queste di-

verse organizzazioni di diversi settori si

riconoscano e sottoscrivano unitaria-

AL VIA IL mANIFESTO

«PER UN FUTURO

SoSteNIbIle

dell’ItalIa». Sette

ProPoSte Per

l’ItalIa dI domaNI

Page 36: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

36 | dicembre 2011

mente un proprio manifesto, renden-

do così visibile l’esistenza della green

economy italiana; i contenuti innovativi

che ruotano attorno all’idea che “per

assicurare un futuro sostenibile all’Ita-

lia sia necessario e possibile affrontare

la crisi economica e sociale insieme a

quella ecologica, riqualificando il no-

stro sviluppo nella direzione di una gre-

en economy”. Il manifesto avanza sette

proposte per avviare un confronto tra

le forze politiche e sollecitare un’ampia

partecipazione di cittadini, imprese e

istituzioni ai vari livelli.

«all’Italia - si legge nel primo punto -

serve una nuova strategia energetica

basata su un incisivo programma di

misure per l’efficienza e il risparmio

di energia. Questo programma deve

fissare precisi obiettivi e promuovere

azioni efficaci in diversi settori: dalla

riqualificazione energetica degli edifi-

ci esistenti alla realizzazione di nuovi

edifici a “consumi zero o quasi zero»,

da una mobilità urbana più sostenibile

a mezzi di trasporto a bassi consumi;

dalla promozione della mobilità ciclo-

pedonale allo spostamento di traffico

su ferro, su mezzi collettivi e sul ca-

botaggio; dalla diffusione delle analisi

energetiche dei processi produttivi e

dei prodotti alla diffusione dei migliori

standard, delle migliori pratiche e delle

tecnologie ad alta efficienza energeti-

ca nell’industria e nei servizi ”. Investi-

re, per realizzare tutti questi obiettivi,

consentirebbe, in linea con gli indirizzi

dell’unione europea, di produrre rile-

vanti benefici ambientali, alimentare

investimenti, nuova occupazione e ri-

durre i costi delle bollette energetiche e

dei carburanti. Occorre, però, un mag-

giore approfondimento sugli ostacoli

che stanno incontrando le politiche di

efficienza energetica in Italia. Le Am-

ministrazioni pubbliche, a tutti i livelli,

operano con diversissimi livelli d’impe-

gno in materia di risparmio energetico

e con diversa qualità e risultati diversi

e, tutto sommato, ancora modesti; le

risorse disponibili, pubbliche e private,

sono scarse, le banche italiane sono in

genere poco impegnate e concedono

con grande difficoltà denaro per que-

sti interventi di risparmio e di efficien-

za energetica e continuano a esserci

procedure complicate e ritardi anche

nell’effettivo impiego delle risorse co-

munitarie e nazionali disponibili. Serve

un’azione energica e un forte movi-

mento di pressione per imprimere una

nuova spinta e sviluppare queste po-

litiche.

Pole position rinnovabile

«l’Italia - prosegue il secondo punto

del manifesto - può ancora collocarsi

fra i leader mondiali delle energie rinno-

vabili. Occorre però muoversi in fretta

mantenendo adeguati ed economica-

mente sostenibili sistemi di incentiva-

zione per il periodo ancora necessario

valorizzando il patrimonio di esperien-

za e capacità della nostra industria

manifatturiera». le fonti rinnovabili di

energia, in questi anni più recenti, han-

no avuto in Italia un forte sviluppo. Nel

2010 l’Italia è salita al 4° posto al mon-

do, dopo la Cina, la Germania e gli Stati

Uniti, per quantità di investimenti nelle

energie rinnovabili e, nel 2011,secondo

i dati di fine ottobre del GSE, potrebbe

essere addirittura risalita al 3° posto

della classifica mondiale, scavalcan-

do gli Stati uniti. Non c’è ancora piena

consapevolezza in Italia del potenziale

delle rinnovabili e di come potrebbero

essere un fattore rilevantissimo in molti

territori, di rilancio di nuove dinamiche

di sviluppo sostenibile locale. «l’Italia

deve diventare un campione mondiale

dell’uso efficiente delle risorse e del ri-

ciclo» propone il terzo punto del mani-

festo, denunciando il fatto che ancora

circa la metà dei rifiuti urbani e la gran

parte dei rifiuti inerti da costruzione e

demolizione finiscano ancora in disca-

rica. Anche in questo settore in questi

anni in Italia sono cresciuti Consorzi

forti e ben organizzati e si è sviluppato

un tessuto di imprese di trattamento,

riciclo e recupero di rifiuti di tutto ri-

spetto per capacità operativa, livello

tecnologico, fatturati e occupati. Sa-

remmo pronti per un ulteriore salto in

avanti diffondendo sull’intero territorio

nazionale le migliori pratiche di rac-

colta differenziata domiciliare, esten-

dendola anche alla frazione organica,

adeguando le dotazioni impiantistiche,

promuovendo le migliori tecniche di ri-

ciclo e il mercato dei prodotti riciclati.

Cultura e ricchezza

«L’Italia deve meglio tutelare e valoriz-

zare il suo patrimonio culturale e natu-

rale che è fra i più ricchi e importanti

del mondo» propone il quarto punto

del manifesto. ribadendo sia l’impor-

tanza ecologica e culturale sia quella

economica di tale patrimonio, il manife-

sto propone di istituire un fondo per la

tutela e la valorizzazione dei patrimoni

Page 37: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 37

culturali e naturali alimentato con attivi-

tà sostenibili capaci di produrre ritorni

economici con particolare attenzione

a una migliore gestione e distribuzione

dei flussi turistici e anche di definire le

linee fondamentali per l’assetto del ter-

ritorio che dovrebbero costituire le basi

per una riforma dell’urbanistica.

«l’Italia - si afferma nel quinto punto

- deve puntare su un’elevata qualità

ecologica e una nuova sobrietà. Oltre

a far bene all’ambiente, l’elevata qua-

lità ecologica dei beni e dei servizi ri-

sponde alla domanda di un numero

crescente di consumatori consapevoli

e migliora la competitività sui mercati».

Qualità ecologica e sobrietà dovran-

no procedere sempre più insieme in

un mondo ormai abitato da oltre sette

miliardi di persone e dotato di risorse

naturali e ambientali scarse. «l’Italia –

recita il sesto punto- deve rilanciare il

protagonismo delle sue città, grandi e

piccole. Le comunità locali sono state i

laboratori più capaci di comportamenti

innovativi, basati sulla responsabili-

tà, la creatività e lo spirito d’iniziativa.

Sono riuscite spesso, anche in condi-

zioni avverse, a produrre e mantenere

qualità elevate sia ambientali sia eco-

nomiche e sociali». «All’Italia serve un

innovativo progetto di sviluppo anche

per il risanamento del suo ingente de-

bito pubblico» si afferma nel finale. È

in questo punto che vedo le maggiori

difficoltà di realizzazione in Italia. Vedo

troppe inerzie, carenze ormai croniche

che rischiano di frenare e bloccare le

spinte innovative, che pure ci sono,

verso una conversione ecologica del

nostro sviluppo. Speriamo che queste

due crisi, quella climatica e quella eco-

nomica, non ci portino solo grossi guai

ma anche una spinta al cambiamento.

Iniziative come questo manifesto ci

aiutano a vedere più lontano e a man-

tenere viva la grande forza che viene

dalla speranza nel futuro.

Page 38: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

38 | dicembre 2011

EsperienzeEsperienze

il bEllo dElla diScaRicadi roSSella PaRdi

Page 39: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 39

una discarica modello, quella di

Peccioli che oltre a recuperare

una situazione compromessa

è proiettata verso il futuro con nuovi

modelli e un occhio rivolto anche alle

nuove tecnologie. abbiamo parlato di

questa realtà con il Presidente di bel-

vedere Spa Renzo macelloni.

Quali sono gli strumenti che hanno

reso vincente il progetto di gestio-

ne del sito di stoccaggio dei rifiuti

di Peccioli?

«La belvedere Spa ha cercato di at-

tuare le migliori pratiche di gestione del

sito e spontaneamente ha aderito al

percorso e al protocollo di certificazio-

ne Emas che comporta alcune regole

di gestione molto ferree. abbiamo an-

che stretto importanti rapporti con gli

Istituti di ricerca (cNr) per affrontare al

meglio i problemi gestionali».

Si parla per voi di “discarica model-

lo”. Quali sono i risultati raggiunti?

«Credo che la nostra azienda abbia fat-

to da apripista in questo campo visto

che abbiamo dovuto fare i conti con

le problematiche ambientali negli anni

ottanta, epoca in cui nessuno aveva

ancora dato un nome alla “Sindrome

Nimby “, e la letteratura in materia era

piuttosto scarsa.

I risultati oggi sono riconosciuti sia

all’interno, dal territorio stesso, che

all’esterno vista l’attenzione dedicata

dai media. Il risultato più importante è

quello di aver trasmesso che la discari-

ca è un luogo e non un non luogo come

invece ci si ostina a voler credere. In

discarica i rifiuti possono essere accol-

ti e, se si applica una buona gestione

della stessa, si possono svolgere an-

che attività culturali: possono essere

organizzati diversi tipi di eventi, conve-

gni e si può assistere anche a concerti

musicali. all’interno dell’impianto viene

effettuato un controllo delle emissioni

da parte del CNR che svolge un moni-

toraggio costante; i risultati non sono il

frutto di un semplice calcolo numerico

in base ai rifiuti conferiti ma le attività

di controllo sono rigide ed effettive.

Inoltre, dal suo impianto, la belvedere

recupera la maggior parte delle acque

trattate per usi industriali, estrae il bio-

gas prodotto dai rifiuti e lo utilizza per

fini energetici, in particolare per il tele-

riscaldamento nella frazione di Legoli».

State investendo in nuove tecnolo-

gie? Se si quali e perché?

«abbiamo fatto un primo step di spe-

rimentazione di un piccolo impianto a

tecnologia di dissociazione moleco-

lare, per adesso gli esiti sono ancora

stabilizzati e stiamo osservando le evo-

luzioni di questa tecnologia».

Per quanto riguarda le prospettive

future della Belvedere Spa?

«Stiamo valutando la possibilità di una

possibile quotazione in borsa e la no-

stra attenzione è comunque rivolta alle

fonti rinnovabili».

Quale potrebbe essere, a suo avvi-

so, la strategia da seguire per risol-

vere il problema dei rifiuti che afflig-

ge molte città italiane?

«di fronte ad una prospettiva realistica

la soluzione definitiva sta sicuramente

eSIStoNo

dISCARIChE ChE SI

PONGONO COmE

uN PoNte tra

PASSATO E FUTURO

NELLA GESTIONE

RIFIUTI

Page 40: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

40 | dicembre 2011

nel recupero totale del rifiuto. difficil-

mente questo potrà avvenire solo con

la raccolta “porta a porta” che può es-

sere solo una soluzione temporanea.

dobbiamo lavorare sullo sviluppo degli

impianti con nuove tecnologie perché

è lì che vanno cercate le risposte per

spingere al massimo la possibilità di

recuperare i rifiuti da utilizzare in altri

impieghi. Ad oggi gli impianti di smalti-

mento finale come il nostro sono con-

siderati anche dalla normativa europea

come residuali e strategici (strategici

perché tutte le soluzioni impiantistiche

di trattamento rifiuti prevedono uno

stoccaggio finale in discarica, residua-

li nel senso che viene raccolta quella

parte del rifiuto che non può subire

ulteriori trattamenti e riutilizzi). Quindi

credo che dedicare la massima atten-

zione alle discariche e alla loro ottima

gestione sia il passo più importante.

Oggi la tecnologia, anche se avanzata,

non ci consente di poter fare a meno

delle discariche, pertanto abbiamo il

dovere di gestire bene quelle che già

esistenti. Ad oggi in Europa circa 40%

dei rifiuti va in discarica e questo sta

a significare che non esistono sistemi

pronti ad una sostituzione».

recentemente è stata in visita da

voi la Presidente della regione La-

zio Polverini. ritenete che il vostro

modello sia applicabile a una città

come roma?

«Il modello di gestione dell’impianto

sicuramente è attuabile e replicabile.

Per quanto riguarda invece la scelta

della struttura societaria come la no-

stra (SPA 63,95% Comune di Peccioli,

36.05% piccoli azionisti) dipende dalle

scelte politiche degli amministratori».

Page 41: Ambientarsi 4-2011

“I problemi non possono essere risolti usando gli stessi schemi mentali che li hanno generati”(Albert Einstein)

brochure_new2:brochure1 9-10-2009 11:22 Pagina 1

Senza titolo-2 1 17/03/10 18.20

Page 42: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

42 | dicembre 2011

ProtagonistiProtagonisti

EnTRaRE in RETE fa bEnEdi mARIA CONSIGLIA izzo

FARE NETWORK PER LE RINNOVAbILI. UNA FILOSOFIA ChE

ATTIRA SEmPRE PIù I GIOVANI PROFESSIONISTI

alberto Antonio Strocchia è in-gegnere civile specializzato in Struttura e Geotecnica presso

l’Università di Napoli Federico II, at-tivo nei settori del dimensionamento e collaudo di impianti fotovoltaici, nel calcolo della radiazione solare e nella certificazione e riqualificazione energe-tico-ambientale degli edifici ed è mem-bro di Energy Professional Network. Gli abbiamo chiesto della sua esperienza nella rete.

Cosa l’ha portata a operare nelle rinnovabili?«Sono sempre stato attento all’ambien-te e questa sensibilità mi ha orientato alla scelta del corso di laurea, Inge-gneria civile per lo Sviluppo Sosteni-bile. Sono convinto che non si possa prescindere da un utilizzo sostenibile delle risorse del nostro pianeta perché è ciò che conferisce all’uomo la vera dignità».

uno degli obiettivi di Energy Pro-

fessional Network – la rete dei Pro-fessionisti dell’Energia – è quello di offrire ai suoi membri un’opportuni-tà di visibilità, migliore collocazione sul mercato e interconnessione tra le diverse figure che operano nel settore energetico. In che modo lei crede che ciò possa giovare ai di-versi professionisti della rete?«Sono convinto che far parte della rete dei Professionisti dell’energia sia una grande opportunità di relazionarsi facilmente, confrontandosi e verifican-do i successi e i progressi nel settore. Cose che portano a un arricchimento del proprio bagaglio culturale e uma-no».

Nel suo percorso formativo ci sono numerosi progetti riconosciuti dal Network, quali sono state le moti-vazioni che l’hanno portata a tale scelta?«Sicuramente la necessità dell’aggior-namento e la disponibilità all’apprendi-mento di nuove tecnologie, nonché gli

specifici approfondimenti di argomenti affrontati nel corso della mia formazio-ne».

Secondo lei, quali sono le prospet-tive future e gli obiettivi da perse-guire in un settore dinamico e in continua evoluzione quale quello dell’energia? E, in qualità di mem-bro di Energy Professional Network, in che modo la rete dei professioni-sti energetici può agire?«lo spunto ci viene offerto proprio dal periodo di crisi.È questo il momento giusto per riflet-tere e impegnarsi per intensificare la ricerca scientifica a servizio dell’ener-gia pulita, cercando di accrescere la sensibilità dell’utente finale e utilizzan-do al massimo le sinergie di tutte le fi-gure professionali. Non bisogna arren-dersi di fronte alle difficoltà dovute al dinamismo e all’evoluzione nel settore dell’energia, e non bisogna perdere di vista la posta in palio: il raggiungimento del benessere comune».

Page 43: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 43

cERcaSi EfficiEnzadi VIRGINIA gangEMi

IniziativeIniziative

l’urgenza di intervenire, attra-

verso interventi di restauro e di

recupero sul vasto patrimonio

degli edifici preesistenti e sulle peri-

ferie degradate, ma anche l’analoga

premura di prediligere l’impiego di fonti

energetiche naturali, “pulite”, rinnova-

bili, di materiali ecocompatibili (anche

introducendo la pratica del riciclaggio),

sono esigenze che devono necessa-

riamente confluire in attività integrate

e trovare luoghi di convergenza e di

interrelazione. Se n’è discusso al Con-

vegno Internazionale, che si è tenuto

a Napoli il 21-22 ottobre scorso, sul

tema: Preesistenze Architettoniche e

sostenibilità ambientale-biocompatibi-

lità ed Energie rinnovabili per il recupe-

ro dei tessuti urbani degradati - che ha

visto confluire progettisti e ricercatori

italiani e stranieri.

bIOCOmPATIbILITà

Ed ENERGIE

RINNOVAbILI SONO

GLI INGREdIENTI PER

IL RECUPERO dEGLI

EdIFICI PREESISTENTI

Page 44: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

44 | dicembre 2011

ci separano solo nove anni dai tra-

guardi, in tema di sostenibilità ambien-

tale, indicati dall’unione europea per il

2020, nove anni che passano in fretta,

se consideriamo la lentezza cronica

che caratterizza i nostri processi di ri-

qualificazione edilizia e l’ampiezza, in

tutta Italia del parco edilizio esistente,

poco attrezzato rispetto all’esigenza di

risparmio energetico e di utilizzo delle

energie rinnovabili. Se non vogliamo

ritrovarci nella stessa condizione di

emergenza in cui si è trovata la città

di Napoli per la questione dello smal-

timento dei rifiuti urbani ed essere

considerati ancora una volta dalla ue

sanzionabili, inadempienti e ritarda-

tari, occorre porsi immediatamente il

problema di come recuperare i centri

storici e le periferie degradate immet-

tendovi procedure, soluzioni proget-

tuali, tecnologie e impianti innovativi

che possano effettivamente ridurre

i consumi di energia convenzionale.

Vanno accantonati vecchi progetti che

giacciono da anni nei cassetti dei no-

stri Enti locali, in attesa di fondi di fi-

nanziamento, e avere il coraggio di

aprire le porte all’innovazione tecno-

logica. Non possiamo più permetterci

di reiterare la vecchia pratica del “fai

e rifai”, riaprendo i cantieri di recupero

dopo qualche anno dalla fine dei lavori

di consolidamento statico e strutturale

per immettere, alle soglie della scaden-

za delle richieste avanzate dall’Unione

Europea, le tecniche per la riduzione

dei consumi energetici e per l’utilizzo

di fonti energetiche rinnovabili. Occor-

re superare le inerzie che inducono a

ripetere meccanicamente i percorsi

operativi tradizionali e considerare, in-

vece, questa strategia una grande op-

portunità. L’uso adeguato e discreto di

queste tecnologie può rappresentare,

soprattutto per le periferie degradate,

per gli squallidi e ripetitivi complessi re-

sidenziali senza identità, un’occasione

di riscatto che inneschi nuove possibi-

lità di percezione figurativa.

Linee guida

Nel corso della tavola rotonda con-

clusiva della prima giornata di studio

del Convegno, alla quale hanno par-

tecipato alti funzionari dei ministeri dei

beni culturali, delle Infrastrutture, della

Soprintendenza di Napoli e Provincia,

del Comune di Napoli, dell’Università,

sono state avanzate richieste di chia-

rimento in merito alla programmata

emanazione di Linee guida per l’effi-

cientamento energetico degli edifici

preesistenti da parte del ministero per i

beni a le Attività Culturali. È stato giudi-

cato necessario aprire un’intensa atti-

vità di ricerca e di sperimentazione per

proporre l’utilizzo di materiali innovativi

anche al fine di migliorare le modalità

di integrazione delle tecnologie per la

sostenibilità ambientale con le preesi-

stenze architettoniche. È stata anche

indicata l’opportunità di avviare una

fase di sperimentazione progettuale

che possa non solo produrre effetti po-

sitivi promuovendo l’efficienza energe-

tica degli edifici ma, al tempo stesso,

che valorizzi le caratteristiche di molte

imprese di costruzione del Sud Italia,

che evidenziano tradizionali capacità

ed esperienze nel campo del recupe-

ro e del restauro. Un’azione concreta

in tale direzione potrebbe essere rap-

presentata dall’attivazione di Cantieri-

laboratorio sperimentali per il recupero

ed il restauro sostenibile di opere ar-

chitettoniche, proponendo l’utilizza-

zione delle innovazioni tecnologiche,

compatibili con la tutela e la conser-

vazione dei caratteri originari dei beni

architettonici oggetto di intervento.

L’attivazione di canteri sperimentali per

il recupero sostenibile richiederebbe la

selezione di alcuni edifici esemplari da

proporre come casi–studio da sotto-

porre ad analisi diagnostiche e a moni-

toraggio, mettendo in campo soluzioni

alternative possibili e verificando, suc-

cessivamente, i risultati prestazionali e

i benefici ottenuti. In occasione di im-

portanti eventi internazionali, come ad

esempio il “Forum delle Culture”, che

si svolgerà a Napoli nel 2013, potreb-

be essere reso virtualmente visibile un

progetto e un intervento di recupero

emblematico (prestazioni, consumi

e risultati di efficienza energetica). In

conclusione, un altro aspetto impor-

tante riguarda la formazione di figu-

re professionali in grado di governare

l’intero processo del “recupero so-

stenibile”. Il Corso per Riqualificatore

energetico, promosso da AdL Group

e INbar, sede di Napoli, sperimenta-

to per la prima volta proprio nella città

di Napoli e giunto alla terza edizione,

nasce in funzione del perseguimento

di questo obiettivo che potrà garantire

l’utilizzo di competenze adeguatamen-

te qualificate.

Page 45: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 45

Silicio policristallino ad alta efficienza, 40

celle, potenza fino a 155 Wp, garanzia di 14

anni. Ideale per una installazione su serre e

facciate di edifici.

Il modulo è costituito da vetro-tedlar tra-

sparente e caratterizzato da 40 celle di di-

mensioni 156x156 mm distribuite in modo

da consentire una trasparenza del 40% con

potenze che vanno da 125Wp a 155Wp.

Il reN 140P-tr è particolarmente indicato

per installazioni su facciate di edifici o serre

e, più in generale, in tutti quei luoghi dove è

importante consentire il filtraggio della luce

verso l’ambiente sottostante. Il prodotto è

concepito per installazioni a minor impatto

visivo permettendo strutture più regolari ed

armoniose a livello estetico. Inoltre la spe-

ciale disposizione delle celle rende tale mo-

dulo fotovoltaico particolarmente indicato

anche per applicazioni architettoniche che

si distinguono per estetica originale e de-

sign innovativo.

Turbina eolica offshore della SiemensIl Settore Energy di Siemens ha iniziato la fase di test del prototipo della turbina eolica offshore di

ultima generazione SWT-6.0-120 a høvsøre, in danimarca.

Con capacità di 6 megawatt (mW) e diametro del rotore di 120 metri, la nuova turbina senza

moltiplicatore di giri tecnologia direct drive di Siemens, grazie alla quale turbina ha un design

semplice e intelligente che ha consentito riduzione del numero di parti mobili.

Grazie al peso ridotto - inferiore alle 350 tonnellate - di navicella e rotore, la nuova SWT-6.0-120

definisce un nuovo standard a basso peso tra i grandi aerogeneratori offshore.

Progettata per agevolare i lavori di service e manutenzione, dispone di una piattaforma d’atter-

raggio per elicotteri e si caratterizza, inoltre, per i sistemi di diagnostica d’avanguardia che garan-

tiscono livelli massimi di affidabilità e disponibilità.

Il primo prototipo sarà sottoposto a un periodo intensivo di prova e di messa in servizio prima che

la turbina sia rilasciata in forma definitiva sul mercato. La produzione seriale è prevista per il 2014.

newsaziendenews

aziende

di aleSSaNdra loMbaRdi

Il lavoro di ricerca, condotto dall’Idaho Na-

tional laboratory del dipartimento ameri-

cano dell’Energia, ha sviluppato un nuovo

concetto di pannelli solari destinato a creare

una vera rivoluzione nel settore: riuscire a

raccogliere l’energia solare anche dopo il

tramonto, ovvero al buio. Si tratta di pannelli

in grado di raggiungere l’80% di efficienza,

stampati su un unico film solare super-sot-

tile e flessibile e in grado di convertire i rag-

gi infrarossi della luce. Il processo avviene

attraverso l’uso di nano-antenne composte

da filamenti sottili quanto il diametro di un

capello umano. le nano-antenne assorbo-

no l’energia a infrarossi per tutto il giorno

per poi rilasciarla durante la notte. la pos-

sibilità di sfruttare l’energia pulita durante le

ore di buio e nei giorni nuvolosi potrà archi-

viare una delle più grandi critiche all’energia

solare.

Produzione elettrica notturna dalle nano-antenne

Renergies italia presenta REn 140P-TR, il nuovo modulo “trasparente”

Convertire parzialmente l’altissimo rischio

vulcanico che caratterizza l’area napoleta-

na in un’opportunità di avanzamento scien-

tifico e tecnologico, con importanti ricadute

economiche. Questa la mission di “Campi

Flegrei deep drilling Project”, un progetto

internazionale, sviluppato dall’Istituto Na-

zionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)

unitamente a una serie di partner, teso a dar

vita a un grande laboratorio naturale capa-

ce di sperimentare, in un contesto multi-

disciplinare, la geotermia del futuro nell’area

di bagnoli, a Napoli. Le esplorazioni, con-

dotte all’interno di due pozzi, cercheranno

di captare l’energia geotermica nel magma.

I dati raccolti consentiranno di valutare le

tecnologie ottimali per generare energia dal

calore derivante dai fluidi supercritici (con

temperature superiori ai 400 gradi).

la geotermia del futuro arriva dalla campania

Page 46: Ambientarsi 4-2011

i n q u e s t o n u m e r o

il progetto “ young energy People”

il progetto “ canebiofuel”

il progetto “somflood”

il progetto “solhydromics”

i n q u e s t o n u m e r o

il progetto “ young energy People”

il progetto “ canebiofuel”

il progetto “somflood”

il progetto “solhydromics”

di carla gEnTili

n e w sd a l l 'E u r o p a

Page 47: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

dicembre 2011 | 47

C-LIEgE clean last mile transport and

logistics management for Energy-Effi-

cient local Governments in Europe è un

progetto Steer (Programma Intelligent

energy in europe 2010) con cui si inten-

de sviluppare e integrare misure (soft) e

politiche rivolte alle Amministrazioni pub-

bliche che intendono avviare iniziative a

favore di una integrazione tra pianifica-

zione e gestione della domanda di tra-

sporto merci nelle aree urbane in un’otti-

ca di efficienza energetica e ambientale

a supporto delle politiche dell’Unione Eu-

ropea da intraprendere entro il 2020. la

riduzione degli spostamenti dei veicoli

merci nelle aree urbane, l’ottimizzazione

dei carichi trasportati, l’utilizzo di veicoli

ecologici, l’uso più razionale delle infra-

strutture e dei servizi, la maggiore coo-

perazione tra i diversi attori chiave, l’inte-

grazione delle politiche e l’identificazione

delle funzioni del Logistics manager (o

mr Freigth) sono solo alcuni dei princi-

pali traguardi che C-Liege ha tra i propri

obiettivi strategici.

Il Consorzio vede il coinvolgimento di 17

partner provenienti da 11 Paesi garan-

tendone, quindi, un’elevata potenzialità

di trasferibilità dei risultati a livello Euro-

peo.

la dimensione europea dell’approccio

metodologico del progetto C-LIEGE è

garantita attraverso lo scambio di cono-

scenze pratiche e sperimentazioni pilota

che saranno realizzate in 7 città localiz-

zate in diversi Paesi dell’Unione Europea;

Parma (Italia); Newcastle (regno unito);

Stoccarda (Germania); Leicester (Re-

gno Unito); birzebbuga (malta) montana

(bulgaria); Szczecin (Polonia). Il progetto

è indirizzato ai diversi stakeholders tra

cui Amministrazioni locali, operatori del

trasporto e logistica, mobility manager,

pianificatori del trasporto, industria auto-

mobilistica e la grande distribuzione.

C-LIEGE ha una durata di 30 mesi (dal

1 Giugno 2011 al 30 novembre 2013) e

prevede diversi momenti di condivisione

tra i portatori di interesse. Il primo wor-

kshop internazionale si è tenuto a bar-

cellona (Spagna) lo scorso 21 ottobre

2011 durante il quale sono intervenuti

attori chiave provenienti da tutta Europa.

Gli interventi del workshop di barcellona

hanno riguardato la presentazione di al-

cune buone pratiche (barcellona, Parma,

Stoccarda, amsterdam e budapest, re-

gione Emilia Romagna e Ile-de-France).

Il secondo workshop si terrà a bruxelles

nel mese di Febbraio 2012.

www.c-liege.eu

IL ProgEtto “ PLANEtS”

cambiamenti climatici, stock di combu-

stibili fossili in calo e instabilità politica

stanno minacciando la sicurezza ener-

getica nell’UE. Gli scienziati, quindi, stan-

no cercando di redigere dei chiari sce-

nari energetici per i prossimi 50 anni per

aiutare i responsabili politici a sviluppare

le migliori politiche ambientali ed energe-

tiche attraverso il progetto Planets (Pro-

babilistic long-term assessment of new

energy technology scenarios).

I ricercatori useranno strumenti quanti-

tativi e analitici per prevedere la migliore

politica di copertura tecnologica in rispo-

sta a future politiche ambientali ed ener-

getiche mentre le valutazioni tecnologi-

che offriranno i consigli necessari sulla

disponibilità tecnologica e sulla compe-

titività. data la natura a lungo termine

dell’analisi e le diverse incertezze sui fat-

tori naturali, tecnologici e socioeconomi-

ci, gli scenari verranno accompagnati da

un’analisi di modellazione probabilistica.

Il progetto Planets esaminerà come tutti

i fattori ambientali ed energetici a livello

europeo e globale possono influenzare

l’uso di nuove tecnologie in uno scena-

rio immutato. Il progetto analizzerà, inol-

tre, i rapporti tra punti di vista europei e

mondiali sul futuro e sulle previsioni per

la tecnologia energetica, in particolare in

termini di problematiche quali competiti-

vità economica e capacità di esportare

una tecnologia pulita, inclusi cattura e

stoccaggio del carbonio.

http://www.feem-project.net/planets/

IL ProgEtto “HyAPProVAL”

I veicoli ecologici alimentati a idroge-

no richiedono adeguate infrastrutture e

procedure di gestione che si è cercato

di standardizzare in tutta Europa trami-

te il progetto hyapproval per incentivare

la realizzazione dei veicoli a idrogeno.

Con l’avanzare delle ricerche finalizzate

alla realizzazione di veicoli alimentati con

combustibili ecologici come l’idrogeno

è evidente, ormai, la necessità di stan-

dardizzare le normative per le stazioni di

rifornimento dell’idrogeno. le problema-

tiche connesse alle autorizzazioni, tutta-

via, hanno causato notevoli ritardi nella

Page 48: Ambientarsi 4-2011

www.ambientarsi.net

48 | dicembre 2011

diffusione delle stazioni di rifornimento e

nell’introduzione dei veicoli a idrogeno.

Con il progetto hyapproval (handbook

for approval of hydrogen refuelling sta-

tions), finanziato dall’UE, è stata elabo-

rata una guida per le autorità, finalizzata

all’approvazione delle stazioni di riforni-

mento dell’idrogeno e al superamento

degli ostacoli allo sfruttamento di que-

sta importante risorsa ecologica. oltre

a questo manuale, con il progetto sono

state definite apposite linee-guida per le

stazioni di rifornimento e si è contribuito

all’istituzione di standard internazionali.

Il team del progetto ha iniziato con la de-

finizione di tre tipi e tre taglie di stazioni

di rifornimento dell’idrogeno per la certi-

ficazione nei Paesi europei, includendo

normative e attrezzature per la sicurezza

e ha acquisito tutte le informazioni ne-

cessarie per creare il manuale, incorpo-

rando i pareri delle autorità in materia di

vari Paesi europei. Il manuale tratta del-

le problematiche inerenti alla sicurezza

per la progettazione, la costruzione e

la gestione delle stazioni di rifornimento

dell’idrogeno ed è stato integrato con

seminari di valutazione del rischio e si-

mulazioni di incidenti per lo sviluppo dei

migliori standard nel settore.

con il progetto, inoltre, sono stati pro-

dotti rapporti tecnici inerenti, tra l’altro,

alla geometria dei serbatoi dei veicoli,

allo scambio dei dati tra veicolo e sta-

zione di rifornimento, alle procedure di

rifornimento e alla sicurezza durante il

rifornimento. È stato sviluppato anche

un manuale per il conducente che ha

riscosso un notevole successo a livello

internazionale. Scopo del progetto, tra

l’altro, era anche la diffusione al pubbli-

co di informazioni sulle stazioni di riforni-

mento di idrogeno e la divulgazione del

manuale.

Il manuale definitivo realizzato con il pro-

getto si compone di due parti: la prima

contiene le linee-guida per la proget-

tazione, la gestione e la manutenzione

delle stazioni di rifornimento dell’idroge-

no, la seconda riguarda le procedure di

autorizzazione. Questi risultati concre-

tizzano un importante passo in avanti

per la definizione di una politica europea

comune e di una base per le autorità

nazionali per l’adozione di procedure di

autorizzazione simili.

www.hyapproval.org

IL ProgEtto “AtHLEt”

Nell’ambito di un progetto Athlet, finan-

ziato dall’UE, sono stati esaminati vari

approcci per aumentare l’efficienza e

ridurre i costi della tecnologia fotovoltai-

ca dei film sottili tramite una produzione

a larga scala che sia anche rispettosa

dell’ambiente. l’energia fotovoltaica non

viene prodotta solo dalle grandi celle che

spesso si vedono nei campi ma anche

da film sottili che è possibile installare su

pareti, vetri e tetti. Con il progetto Athlet

(Advanced thin-film technologies for cost

effective photovoltaics) sono stati esami-

nati alcuni approcci convenienti per il mi-

glioramento dei moduli fotovoltaici a film

sottili. Il progetto era incentrato sui vari

tipi di silicio (amorfo, microcristallino e

policristallino) e sui semiconduttori spe-

cifici in composti di calcopirite e aveva lo

scopo di produrre film sottili fotovoltaici

del costo di 0,50 euro per watt di picco.

Il team del progetto ha analizzato i costi

e ha intrapreso la creazione di model-

li di materiali, processi e dispositivi per

sviluppare la tecnologia necessaria alla

produzione di energia sostenibile tramite

la tecnologia fotovoltaica.

Con il progetto Athlet si è cercato di

migliorare la stabilità, la conduttività e

la trasparenza dei film e di ottimizzare i

semiconduttori per creare celle solari ul-

traefficienti. Sono stati esaminati proces-

si convenienti basati su materiali in vetro

e non in vetro flessibili e per realizzare

gli obiettivi del progetto è stato istituito

un laboratorio virtuale per la creazio-

ne di modelli di celle solari, l’analisi dei

dispositivi associati e la definizione dei

requisiti per una produzione convenien-

te. La catena di produzione dovrebbe

consumare meno energia, adoperare un

minore quantitativo di materiali e ridur-

re gli sprechi. Con il progetto sono stati

valutati anche i benefici sociali e i rischi

derivanti dalla produzione a larga scala.

diverse sono le problematiche tecniche

esplorate: l’intrappolamento della luce

in nuove celle solari ad alta efficienza, i

progressi della tecnologia dei film sottili,

l’ottimizzazione dei materiali per realizza-

re economie di scala e gli utilizzi avanzati

del vetro. un’altra importante problema-

tica approfondita con il progetto Athlet

consiste nella sostenibilità e nell’impat-

to ambientale e sociale della tecnologia

proposta. Con il progetto, infine, è stata

studiata la commerciabilità delle tecnolo-

gie a film sottili per l’assunzione di deci-

sioni mature in tema di produzione. Tutti

questi studi hanno consentito lo sviluppo

di nuovi moduli fotovoltaici particolar-

mente convenienti ed ecocompatibili,

accelerandone lo sfruttamento e apren-

do la via per applicazioni a larga scala.

www.ip-athlet.eu

Page 49: Ambientarsi 4-2011

Alessandra LombardiDirettore responsabile, biologa, giornalista dal 1995. Ha lavorato con Greenpeace, Legambiente, ministero dell’Ambiente, Cobat, Federparchi. Lavora con Ansa Eco-energia.

Virginia GangemiArchitetto, dal 1976 al 2010 è stata Professore ordinario di

“Progettazione Ambientale” presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Napoli Federico II. Attualmente è

“Delegata all’Ambiente” della sezione di Napoli del FAI.

Simone MalacridaConsulente per le politiche energetiche, scrittore e Vice Presidente dell’Associazione Italiana perla Ricerca. Si occupa di progettazione e stime di investimento di impianti industriali.

Alessandra TomeoEsperta di comunicazione sociale e ambientale. Lavora

nell’area comunicazione ed eventi di Sviluppo Lazio.

Sergio FerrarisCapo redattore, giornalista scientifico-ambientale, direttore responsabile “QualEnergia” e di “QualEnergia.it” responsabile della sezione energia di “La Nuova Ecologia”.

Domenico CoianteFisico, ex dirigente Enea consulente e autore di testi

sulle fonti rinnovabili. Di recente ha collaborato con il Dipartimento di Fisica della Sapienza.

Amodio Di LuccioImprenditore, direttore editoriale di Ambientarsi, presidente di Unione Imprese Solari, brand manager del marchio Energy Professional Network.

Claudia BettiolScrittirice e pensatrice nel settore del rapporto fra uomo ed energia e delle nuove tecnologie. Consulente strategico per

imprese e Pubbliche Amministrazioni

Alessandro DragoSociologo con Master in Diritto Ambientale. Project manager nella Programmazione Comunitaria per l’inclusione sociale, l’urbanistica, l’ambiente e la sostenibilità energetica.

Maria Consiglia IzzoGiornalista. Laureata in chimica, specializzata in

comunicazione e marketing scientifico - ambientale. Attualmente cura l’ufficio stampa e comunicazione del

Gruppo ADL.

Carla GentiliEsperta nel settore dei programmi di finanziamento comunitari e delle attività internazionali con particolare attenzione alle tematiche dello Sviluppo Sostenibile.

Rossella PardiLaureata in Comunicazione e specializzata in Editoria, scrit-

tura e giornalismo. Esperta in comunicazione nel settore dell’ambiente e delle energie rinnovabili. Attualmente è

responsabile della segreteria di redazione di Ambientarsi .

Edo Ronchi Presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile. Ex Ministro dell’Ambiente e parlamentare. Attualmente è docente presso l’Università La Sapienza di Roma.

Giuseppe CusatelliArchitetto e docente al Politecnico di Milano Facoltà di

Architettura, da oltre trenta anni progetta e coordina interventi autogestiti. Esperto in tecnologie facilitate

ecocompatibili.

Giuseppe LangellaRicercatore, Professore aggregato di “Sistemi per l’Energia e l’Ambiente” presso la Facoltà di Ingegneria dell‘Università “Federico II” di Napoli.

Luca VecchiatoIngegnere chimico a Padova. Ha lavorato per AgipPetroli,

ENI, Ekipo. Nel 2003 ha fondato l’Ethan Group, la realtà industriale più giovane e dinamica dell’ecologia veneta.

chi Siamo

Page 50: Ambientarsi 4-2011

50 | dicembre 2011

di AlessANdrA Tomeo

Rivoluzione Rinnovabile

di Simone Malacrida

Ed. Gr. Giraffa 2011

pagg. 130 | 12,50

L’utILIzzo DELLE rINNoVABILI DoVrEBBE PortArE ALLA NA-SCItA DI uN NuoVo MoDELLo ECoNoMICo

i lRecensore

rivoluzione Rinnovabile, libro di Simone malacrida - Vicepresi-dente Associazione Italiana per

la Ricerca e consulente per le politiche energetiche - parte dalla spiegazione canonica dell’introduzione delle ener-gie rinnovabili all’interno del panorama energetico esistente e indaga le po-tenzialità delle nuove prospettive nate dal mutamento del contesto mondiale. Si tratta del volume centrale di quella che sarà una “trilogia energetica” che prevede l’uscita di un primo libro che si occuperà della situazione attuale e di un terzo volume sul mondo futuro dal punto di vista sociale, tecnologico ed economico. Proprio in questa pro-spettiva l’autore in questo modulo si sofferma sulle connessioni esistenti tra ricerca, politica, economia, ambien-te e società sottolineando l’idea base del suo lavoro: la sinergia tra umanità e pianeta terra. I problemi legati all’energia e al suo sfruttamento - punti chiave all’ordine del giorno delle questioni politiche ed economiche dei paesi europei e non

- potranno essere risolti soltanto se questo binomio verrà tenuto sempre presente nella ricerca per l’integrazione delle nuove fonti su un nuovo piano ge-opolitico e sociale. alla luce delle diver-se rivoluzioni industriali e tecnologiche che hanno portato allo sviluppo di alcu-ni “colossi energetici” (le sette sorelle) uno dei cambiamenti derivanti dall’uti-lizzo delle energie rinnovabili dovrebbe riguardare la nascita di un modello eco-nomico nuovo legato a queste fonti, ci spiega l’autore, che sia bidirezionale e più egualitario e che comporti una vi-sione più responsabile delle questioni ambientali legate alle nostre azioni. Le nuove condizioni che hanno portato alla necessità di cambiamento sono appro-fondite da malacrida che, in particola-re, parla dell’aumento dei prezzi delle materie prime e del petrolio in partico-lare; dei due incidenti “ambientali” più disastrosi degli ultimi anni – l’episodio legato alla piattaforma petrolifera nel Golfo del messico dell’estate del 2010 e l’incidente alla centrale nucleare di Fukushima del marzo del 2011; senza

dimenticare le ripercussioni sociali del-le rivoluzioni in medio Oriente (Tunisia, egitto e libia) e in europa (in partico-lare Spagna e Grecia) della primavera scorsa. Il primo passo verso un vero cambiamento è comprendere “l’anima” delle energie rinnovabilii, non conside-randole nello stesso schema industriale dei combustibili fossili che prevede un impianto monodirezionale (produttore-consumatore finale).una visione nuova e rinnovata di queste fonti di energia è possibile e già in atto e la bravura dell’europa, conclude l’au-tore, starà nel rendersene conto in tem-po per sfruttarne le potenzialità legan-dola eticamente anche all’educazione della società verso l’idea di un sistema energetico integrato nella vita quoti-diana. Un libro realistico e attuale, che combina informazioni utili e soluzioni possibili nel panorama odierno e futuro introducendo il lettore alla conoscenza di quelle che dovrebbero essere tutte le variabili da tenere in considerazione per una vera rivoluzione rinnovabile.

SPESdà energia alla vitasole, acqua, vento & terra per illuminarei paesi in via di sviluppo

ww

w.e

njoy

adv.i

t

Powered by

SPES è un’iniziativa nata da APER per offrire sostegno ai soggetti che intendono costruire impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili nei paesi in via di sviluppo. Se credi come noi nella promozione delle fonti rinnovabili nei PSV visita il sito www.aper.it

ServizioPromozioneEnergia Solidale

pagpubbA4_ok.indd 1 18-02-2010 12:32:24

Page 51: Ambientarsi 4-2011

SPESdà energia alla vitasole, acqua, vento & terra per illuminarei paesi in via di sviluppo

ww

w.e

njoy

adv.i

t

Powered by

SPES è un’iniziativa nata da APER per offrire sostegno ai soggetti che intendono costruire impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili nei paesi in via di sviluppo. Se credi come noi nella promozione delle fonti rinnovabili nei PSV visita il sito www.aper.it

ServizioPromozioneEnergia Solidale

pagpubbA4_ok.indd 1 18-02-2010 12:32:24

Page 52: Ambientarsi 4-2011

Ener

gyProfessional

N e t w o r k

ENERGY PROFESSIONAL NETWORKLA GRANDE RETE DEI PROFESSIONISTI DELL’ENERGIA

www.energyprofessionalnetwork.com

“L’autorevole appartenenza al mondo della rete ener-getica mi ha consentito di collaborare con il team della prestigiosa Marriott Energy di Amburgo”.

CHRISTIAN ABELLI, titolare dello studio ARCHIECO. N. EPN 97

“Energy Professional Network, è il punto di partenza per una nuova concezione di libera pro -fessione. La cooperazione resta l’unica e valida strategia per la competizione globale”. “Energy Professional Net-

work favorisce l’integrazio -ne tra Università e Impresa”.

ROSA SCAPPINI, architetto, esperta in ecoedilizia. N. EPN 41

“Per noi giovani aggregarsi è un imperativo”. “Promuovo la realizzazione di

parchi fotovoltaici. Necessito di un continuo aggiornamento e di un’affidabile guida. EPN dimo -stra giorno dopo giorno di rispon -dere a questo bisogno”. “25 anni di esperienza posso -

no contribuire a sviluppare molto più velocemente una cultura della razionalità. EPN è un’opportunità per tutti”.

ALESSANDRA MARIA GUARIGLIA, esperta di bioarchitettura. N. EPN 38 GIACOMO FERRERI, ingegnere esperto di fotovoltaico e geotermia. N. EPN 121

GIOVANNI LOMBARDO, ricercatore presso l’Università di Pisa. N. EPN 110

I PROTAGONISTI DELL’ENERGIA ENTRANO IN RETEIncontri, news, focus, formazione e promozione. EnergyProfessional Network mette in relazione tutti gli attori della filiera energetica

AMEDEO SIMONCELLI, ingegnere, esperto di efficienza energetica. N. EPN 40

Page 53: Ambientarsi 4-2011