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12/04/2011 1 L’ANALISI DEI BISOGNI: L’INTERVISTA 11 – 12 APRILE 2011 ASL Biella Formazione Formatori [email protected] La persona e la formazione Paul Klee, "Ha testa, mano, piede e cuore"

Analisi dei bisogni

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12/04/2011

1

L ’ANALISI DEI BISOGNI :

L ’ INTERVISTA

11 – 12 APRILE 2011

ASL BiellaFormazione Formatori

STEFANO.BONOMETTI@UNIMOL. IT

La persona e la formazione

Paul Klee, "Ha testa, mano, piede e cuore"

12/04/2011

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Happy family: chi siamo? Quali bisogni?

Sovrasistema AZIENDALE

esterno alla formazione

Sottosistema

INTERNO-

SPECIALISTICO

Sottosistema di

CONFINE

INTERFUNZIONALE

-GESTIONALE

Posizionare la formazione

D. Boldizzoni

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Tra organizzazione e formazione

EsempioEsempio

� Analisi del disagio Analisi del disagio Analisi del disagio Analisi del disagio organizzativo e dei bisogniorganizzativo e dei bisogniorganizzativo e dei bisogniorganizzativo e dei bisogni

� Definizione della domanda di Definizione della domanda di Definizione della domanda di Definizione della domanda di formazioneformazioneformazioneformazione

� Formulazione delle finalità Formulazione delle finalità Formulazione delle finalità Formulazione delle finalità organizzative e formativeorganizzative e formativeorganizzative e formativeorganizzative e formative

� Valutazione dell’impatto in Valutazione dell’impatto in Valutazione dell’impatto in Valutazione dell’impatto in relazione ai fabbisognirelazione ai fabbisognirelazione ai fabbisognirelazione ai fabbisogni

Area interfunzionale-gestionale

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Area interna specialistica

� Elaborazione del fabbisogno formativo

� Progettazione del percorso e formulazione esiti e obiettivi formativi

� Attuazione degli interventi formativi

� Valutazione in ordine agli obiettivi didattici

La formazione del passato: tratto da L’ottavo girono

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Paradigmi di riferimento

� La formazione deve prevedere� Due processi a due livelli:

� Individui: apprendimento → cambiamento

� Organizzazione: cambiamento → apprendimento

� Un orientamento strategico:� Da stato problema→ a stato progetto

� Un approccio multidisciplinare� Th socio-psico-pedagogiche, organizzative, di settore professionale

G.P. Quaglino

Integrazione

appartenenza

coinvolgimento

soddisfazione

identificazioneCompetenze/

valoricultura

contratto

Contestoorganizzativo

cambiamenti clima

responsabilità

ruoli

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Cambio paradigma della formazione

FORMAZIONE TRADIZIONALE

NUOVO APPROCCIO ALLA FORMAZIONEPERMANENTE

ORIENTAMENTO Formazione come prodotto

Formazione come processo

CARATTERISTICHE •Si pone come data•È concentrata su chi la fa

•Si pone come in fieri•È concentrata sulla situazione formativa

ATTEGGIAMENTO •So di cosa hai bisogno•Ho quello che fa per te

•Fammi capire le tue esigenze•Vediamo se è possibile trovare una soluzione insieme

CONTENUTI •Predefiniti a pacchetto•Non interpretati ma trasmessi

•Costruiti insieme, in funzione della situazione•Approccio problematizzante

FORMAZIONE TRADIZIONALE

NUOVO APPROCCIO ALLA FORMAZIONEPERMANENTE

CONSEGUENZE •Astrazione•Asetticità•Stasi

•Problematicità•Apprendimento•Cambiamento

MODELLODIAPPRENDIMENTO

•Chiuso •Aperto

RUOLO DEL FORMATORE

•Esperto indiscusso che diffonde il sapere

•Interlocutore privilegiato con cui costruire nuovi saperi

MODALITÀDIRELAZIONE

•Verticalità del processo educativo•Dipendenza

•Circolarità del processo educativo•Intersoggettività

STILE DEL FORMATORE

•Acritico•Indifferente

•Problematico•Partecipativo

STILE DEL PARTECIPANTE

•Passivo•deresponsabilizzante

•Attivo•Responsabilizzante

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Apprendimento organizzativo nell’Activity Theory

Y. Engeström

Priorità dei processi di apprendimento

• L’apprendimento può essere visto come un processo trasformativo intersoggettivo e non solo individuale– Significa accettare che il miglioramento avviene attraverso il confronto con i “sistemi di significato” portati da altri

– La costruzione di nuove competenze avviene non individualmente ma nella relazione con gli altri

– Lo sviluppo del singolo si alimenta di molteplici esperienze differenziate e qualche volta inaspettate

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• Lo sviluppo piuttosto che essere una progressione verticale da livello a livello può essere visto come un movimento orizzontale che travalica i confini

• I movimenti orizzontali procedono verso zone prossimali di sviluppo nelle quali esplorare nuovi conoscenze e nuovi modelli che contaminano il proprio territorio

• L’abilità di esplorare nuovi territori diviene essa stessa una competenza strategica che permette di capitalizzare ogni esperienza

Apollo 13: apprendimento in gruppo

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Perché l’Analisi dei bisogni

Conoscere per capire

Capire per progettare Progettare per cambiare

Analisi dei bisogni

� L’analisi dei bisogni si qualifica in primo luogo come un’attività di ricerca finalizzata all’acquisizione di dati e informazioni utili ed attendibili per proseguire o

meno nelle tappe successive del processo formativo, nella progettazione dell’esperienza formativa o nell’individuazione degli

obiettivi didattici, dei contenuti e dei metodi di insegnamento da adottare, nonché nella realizzazione di tale esperienza attraverso un evento formativo (AA.VV., 1987; Quaglino G.P., 1998).

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Avvio della formazione

� L’esigenza di formazione può nascere almeno secondo due modalità:� Attraverso esplicita DOMANDADOMANDA di formazione posta dal partecipante ad un possibile interlocutore

� Attraverso l’espressione di un disagio, che esprime un BISOGNOBISOGNO di formazione, non sempre consapevole, il quale richiede un processo di presa di consapevolezza

L’attività di analisi può sollecitare l’espressione della domanda e

l’emersione del bisogno di formazione

Le traiettorie di indagine

Primo livello

� L’analisi dei bisogni ad equilibrio precario

Secondo livello

� L’analisi dei bisogni ad equilibrio statico

Terzo livello

� L’analisi dei bisogni ad equilibrio dinamico

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Analisi dei bisogni ad equilibrio precario

� La dimensione della precarietà è connessa con il risultato:� C’è un’analisi dei bisogni in cui non si avvia nessun processo di ricerca e il bisogno è solo ipotizzato

� L’analisi dei bisogni può risolversi nel dialogo tra formatore e committente e il risultato dipende dalla posizionamento della relazione

Il dialogo committente - formatore

Livello di disponibilità alto

Livello di

indagine

basso Delegante Costruttiva

Livello di

indagine

alto

Improduttiva Preclusa

Livello di disponibilità basso

La relazione Committente – Formatore può essere differentein base alla disponibilità e alla preparazione del Committente

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Il dialogo tra committente e formatore

Esercitazione

� Stendere una check list di 6 aree tematiche che possono caratterizzare le questioni poste dal formatore:

� 1

� 2

� 3

� 4

� 5

� 6

11°° AdBAdB ad equilibrio precarioad equilibrio precario

� Fino a che punto il committente è consapevole del bisogno?

� Posseggo le informazioni necessarie per facilitare il processo di consapevolezza?

� Quali margini individuo per approfondire le informazioni ricevute?

� Quali modalità il committente ha impiegato per analizzare il contesto e i bisogni?

� Posseggo l’esperienza e le abilità necessarie per rispondere alle esigenze richieste?

� Sono in grado di fare una prima rilevazione delle entità delle risorse disponibili e della presenza di eventuali vincoli

E le riflessioni del formatore…E le riflessioni del formatore…

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Esempio di tracciaIntervista al committente sui collaboratori

Lucchini RS

MegaItalia

L’Analisi dei bisogni a livello statico

Il committente

I partecipanti

Il formatore

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2. Analisi dei bisogni “ad equilibrio statico”

� È opportuno perseguire almeno tre livelli di analisi:� Livello individuale

� Livello di ruolo

� Livello organizzativo

I livelli di analisi: INDIVIDUII livelli di analisi: INDIVIDUI

� Caratteristiche fisiche e oggettive� (età, sesso, qualifica, anzianità aziendale o

lavorativa)

� Istruzione, livelli culturali e professionali� (titolo di studio, capacità, conoscenze valutabili),

pregresse esperienze formative (tipologie, risultati)

� Motivazione� (predisposizione, atteggiamenti, aspettative

personali)

� Vincoli organizzativi� (tempi, luoghi, opportunità relativi alla vita

lavorativa e al tempo libero)

� Livello delle competenze� (conoscenze, abilità, esperienze, capacità

trasversali)

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I livelli di analisi: RUOLOI livelli di analisi: RUOLO

� Analisi dell’attività effettivamente svolta

� Analisi delle performances di ruolo concernenti il raggiungimento degli obiettivi assegnati e nelle relazioni interpersonali e di autorità

� Analisi degli eventi critici che si realizzano nell’attuazione delle performance

� Analisi dei sistema di attese nello sviluppo professionale

I livelli di analisi: ORGANIZZAZIONEI livelli di analisi: ORGANIZZAZIONE

� Evoluzione storica� Valori aziendali (mission e vision)

� Modello organizzativo (struttura e settori)

� Processi aziendali� Risorse umane impiegate (dati

strutturali e progetti di sviluppo)

� Formazione (iniziative realizzate sia all’interno che avvalendosi di opportunità esterne, eventuali standard di qualità, impegno finanziario)

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Quale livello di analisi? degli individui dei ruoli dell’organizzazione

Che dati raccolgo? Richieste dei partecipanti

Profili ideali e

professionali.

Aspettative dei

partecipanti

Job descriptions

Aspettative dei röle

partners

Storia, cultura d’impresa,

Politiche e strategie

Strutture e job aziendali

Caratteristiche delle

risorse umane

Tecnologie utilizzate

Meccanismi di

funzionamento

Quali strumenti? Questionari/interviste

Rilevazione/analisi attività

e problemi

Interviste ai partecipanti e

röle partners

Strumenti e metodologie

di analisi organizzativa.

Che tipo di analisi? Scarti medi fra domanda

“manifesta” e profilo

ideale assoluto

Mediazione tra attese

insoddisfatte sulla base

del potere, scala

gerarchica, ecc.

Scarti tra situazione

attuale ed esigenze di

sviluppo delle

competenze

dell’organizzazione

Quale ruolo della

formazione?

Tecnico Politico Strategico

Quali output? Corsi standard inter-intra

aziendali.

Corsi aziendali Corsi aziendali legati al

cambiamento

organizzativo

Quali collegamenti con

l’organizzazione?

Collegati

volontaristicamente.

Collegamenti deboli o

casuali

Stretto collegamento con

il sistema organizzativo.

Prospettive generali dell’AdBAnalisi dei bisogni Strumenti

Analisi

organizzativa

dei bisogni

formativi

Analisi strategica e

dell’ambiente di

riferimento

Analisi di sfondo

Colloqui in profondità a

testimoni significativi

Analisi dei processi lavorativi e

delle posizioni organizzative

Interviste semi-strutturate

Focus group

Questionari

Analisi delle varianze e dei

disservizi

Colloqui informali

Questionari

Interviste semi-strutturate

Focus group

Analisi del clima e della cultura

organizzativa

Focus group

Questionari

Interviste semi-strutturate

Analisi dei fabbisogni di risorse

umane e competenze

Focus group

Questionari

Interviste semi-strutturate

Interviste in profondità

Analisi delle aspettative dei

soggetti

Focus group

Questionari

Interviste semi-strutturate

Interviste in profondità

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Esempi di strumenti

Q. Reggio Emilia

Q. Valle d’Aosta Scheda generale

Q. Lucchini RS

Domande e … domande: da Bianco Rosso e Verdone

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La costruzione delle domande e degli indicatori

La costruzione degli indicatori è il risultato di un percorso di riflessione

e analisi, si può posizionare in diverse

fasi della ricerca qualitativa.

Concetto 1

Dimensione 1 Dimensione 2 Dimensione 3

Sottodimensione 1 Sottodimensione 2

Indicatore 2

Indicatore 1

Indicatore 3

Indicatore 4

Indicatore 5

Indicatore 7Indicatore 6 Indicatore 8

Approccio metodologicoApproccio metodologico1 1 –– Schema generaleSchema generale

Tratto da : www. valutazione.it

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Programma di prevenzione del

rischio di tossicodipendenza

Disagio giovanileEfficienza

del programma

Tossicodipendenza

Elementi culturali Elementi sociali

Partecipazione

Scolarità

Area di residenza

Prossimità disagio

Costi unitari

Elementi sanitariElementi tossicolog.

Elementi giudiziari

2 2 –– EsemplificazioneEsemplificazione

Il tema da indagare è inizialmente chiaro a livello di senso comune, ma indefinito e opaco per le necessità di una corretta ricerca

Esempio:Disagio giovanile

3 3 –– Il concettoIl concetto

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4 4 –– Le dimensioni del concettoLe dimensioni del concetto

Famiglia

AmiciFormazione

Inizialmente vanno quindi ricercate le dimensioni del concetto, con riferimento agli obiettivi valutativi

Ciascuna dimensione viene scomposta in sottodimensioni e in indicatori (scendendo la scala di astrazione)

Formazione

Relazioni amicali

Famiglia

Scolarità

Educazione informale

Precedenti esperienze profess.

5 5 –– Sottodimensioni e indicatoriSottodimensioni e indicatori

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6 6 –– Le dimensioni operativeLe dimensioni operative

Scolarità

Formazione professionale

Educazione informale

Per ciascun indicatore (p.es. “Scolarità”) si stabiliscono le definizioni operative, ovvero le procedure per rilevare i dati e le informazioni pertinenti.

Esempi di definizioni operative per “Scolarità”:• Domande chiuse in un questionario;• Domande aperte in una intervista• Tema proposto in un focus group• Elemento di conto in una Analisi Costi-Benefici

Esempio di domande in un questionario (notare le diverse formulazioni):• Che titolo di studio hai?• Per quanti anni hai frequentato la scuola?• A quanti anni hai abbandonato la scuola?

Serv. sociali,

Iniz. culturali

Telesoccorso

Ludoteca, ...

Conoscenza

prestazioni erogate

dal Comune

Trasporti,

Raccolta

differ. rifiuti

Conoscenza delle

modalità d'uso

Componente

cognitiva

Soddisfazione/

Insoddisfazione

Indicazione

carenze, disfunz.

problemi, ecc.

Trasporti,

Smalt. rifiuti,

regolaz. traffico,

serv. sociali, ...

Componente

valutativa

Sensibilità

esternalità

servizi

Preferenze fiscali,

serv. desiderati

nella propria

zona di resid., ...

Rilevanza dei

diversi

servizi

Mobil. residenz.

in funzione dei

diversi servizi

Componente

affettiva

Trasporti, parco

scuole infanzia,

serv. soc.

ecc.

Utilizzo dei

servizi

Componente

comportament.

Cultura dei cittadini sui servizi

Esempio di concettualizzazione (1)Esempio di concettualizzazione (1)

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Scomporre le dimensioni

� Scomporre le dimensioni indicate e formulare le possibile domande:� Anagrafica

� Funzioni delle attività lavorativa per il settore sanitario

� Ruolo

� Competenza

� Integrazione servizio/territorio

� Clima organizzativo

Suscitati Invocati Provocati

Il loro prototipo è

l’intervista semi-

strutturata o l’intervista

clinica nella quale il

ricercatore ha certamente

preparato alcune

domande, ma non può

conoscere da principio

quali saranno la forma e il

contenuto delle risposte e

quindi, non può prevedere

né l’ordine delle domande

di cui disporre , né la lista

delle domande

supplementari che dovrà

porre

E’ il caso dei dati

d’archivio, dei

documenti storici,

delle statistiche

nazionali, dai dati

ottenuti in occasione di

altre ricerca

E’ ciò che si osserva nei

tests psicologici o in

alcune procedure

sperimentali condotte in

laboratorio

dati… con quali strumenti?

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Alcuni possibili strumenti:

FOCUS GRUOPFOCUS GRUOPFOCUS GRUOPFOCUS GRUOP

OSSERVAZIONEOSSERVAZIONEOSSERVAZIONEOSSERVAZIONE

QUESTIONARIOQUESTIONARIOQUESTIONARIOQUESTIONARIO

INTERVISTAINTERVISTAINTERVISTAINTERVISTA

RICERCA DOCUMENTARIARICERCA DOCUMENTARIARICERCA DOCUMENTARIARICERCA DOCUMENTARIA

FOCUS FOCUS FOCUS FOCUS GROUPGROUPGROUPGROUP

VANTAGGI

• Vicinanza ai diretti interessati

• Viene data la possibilità di esprimersi direttamente

• È una modalità in cui può esserci una (percezione) alta di partecipazione alla ricerca

SVANTAGGI

• Valore dei risultati circoscritto

•• Influenzamento Influenzamento reciprocoreciproco

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OSSERVAZIONEOSSERVAZIONEOSSERVAZIONEOSSERVAZIONE

VANTAGGI

• Minima interruzione del flusso routinario delle attività

• registrazione sia dei comportamenti individuali che del flusso di interazioni, nonché del contesto situazionale

SVANTAGGI

• Non per periodi di tempo significativi

• implicazioni soggettive dell’intervistatore e dell’intervistato

• possibile modificazione dell’oggetto indagato

Un esempio di osservazione

� Quando la modalità di osservazione fa la differenza!

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INTERVISTAINTERVISTAINTERVISTAINTERVISTA

VANTAGGI

• esplicita collaborazione tra intervistatore e intervistato

• possibilità di approfondimento

• ricchezza dei dati ottenibili

SVANTAGGI

• Ansia della relazione di scoperta

• Disagio per uso dei protocolli di intervista

• richiede tempo

• se non strutturata, difficile analizzare e quantificare i risultati

QUESTIONARIOQUESTIONARIOQUESTIONARIOQUESTIONARIO

• VANTAGGI

• Indagine di un campione ampio o distribuito su un vasto territorio

• dati esprimibili in forma quantitativa facilmente comparabili

SVANTAGGI

• Dati di superficie

• impossibilità controllo su attendibilità e validità dei dati

• numero contenuto di domande

• necessità di schema concettuale completo

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Analisi dei bisogni ad equilibrio dinamico

“A ottanta miglia incontro al vento di maestro, l’uomo

raggiunge la città di Eufemia, dove i

mercanti di sette nazioni convengono a ogni

solstizio ed equinozio. La barca che vi approda con un carico di zenzero e bambagia tornerà a salpare con la stiva

colma di pistacchi e semi di papavero, e la

carovana che ha appena scaricato sacchi di noce moscata già affastella i suoi basti per il ritorno con rotoli di mussola

dorata. …”

AdB ad equilibrio dinamico

Tratto da I. Calvino, Le città invisibili

Ma ciò che spinge a risalire fiumi e attraversare deserti per venire fin qui non è solo lo scambio di mercanzie che ritrovi sempre le stesse in tutti

i bazar dentro e fuori l’impero. Non solo a vendere e a comprare si viene a Eufemia, ma

anche perché la notte accanto ai fuochi tutt’intorno al mercato, seduti sui sacchi o sui barili o sdraiati su mucchi di tappeti, a ogni parola che uno dice – come “lupo”, “sorella”, “tesoro” – gli altri raccontano ognuno la sua storia, di lupi, di sorelle, di tesori. E tu sai che

nel lungo viaggio che ti attende per restare svegli ci si mette a ripensare i propri ricordi e il tuo lupo sarà divenuto un altro lupo, tua sorella un’altra sorella, la tua battaglia altre battaglie

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Dalle biografie...

...alla costruzione

del sapere

La narrazione La narrazione La narrazione La narrazione è…è…è…è…

“Un concatenarsi di situazioni, “Un concatenarsi di situazioni, “Un concatenarsi di situazioni, “Un concatenarsi di situazioni,

in cui si realizzano eventi e in in cui si realizzano eventi e in in cui si realizzano eventi e in in cui si realizzano eventi e in

cui operano personaggi calati cui operano personaggi calati cui operano personaggi calati cui operano personaggi calati

in specifici ambienti” in specifici ambienti” in specifici ambienti” in specifici ambienti” ((((CasettiCasettiCasettiCasetti----DiDiDiDi

ChioChioChioChio))))

“Una realizzazione linguistica“Una realizzazione linguistica“Una realizzazione linguistica“Una realizzazione linguistica

mediata, avente lo scopo di mediata, avente lo scopo di mediata, avente lo scopo di mediata, avente lo scopo di

comunicare a uno o più comunicare a uno o più comunicare a uno o più comunicare a uno o più

interlocutori una serie di interlocutori una serie di interlocutori una serie di interlocutori una serie di

avvenimenti, così da far avvenimenti, così da far avvenimenti, così da far avvenimenti, così da far

partecipare gli interlocutori a partecipare gli interlocutori a partecipare gli interlocutori a partecipare gli interlocutori a

tale conoscenza” tale conoscenza” tale conoscenza” tale conoscenza” ((((SegreSegreSegreSegre).).).).

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La Danza Macabra (1539)"Io sont la Morte/ che porto corona/ sontesignora/ de ognia persona…"

Chiesa di San Vigilio

con la Danza

Macabra a Pinzolo

(TN)

Marco PaoliniIL VAJONT

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Pensiero narrativo

� Sembra che ci siano due modi principali in cui gli esseri umani organizzano e gestiscono la loro conoscenza del mondo, anzi strutturano la loro esperienza immediata:

�� uno pare essere più specializzato uno pare essere più specializzato per parlare di “cose” fisiche, per parlare di “cose” fisiche,

�� l’altro per trattare delle persone e l’altro per trattare delle persone e delle loro condizioni.delle loro condizioni.

Queste due forme di pensiero sono convenzionalmente note come pensiero logicopensiero logico--scientifico scientifico e pensiero narrativopensiero narrativo

J. Bruner

Pensiero narrativo

J. Bruner

La loro universalità suggerisce che affondino le radici nel genoma umano o che siano dei dati della natura del linguaggio.

Si esprimono in modi diversi nelle diverse culture, che li coltivano anche diversamente.

Non esiste una cultura che sia priva di entrambi, anche se alcune ne privilegiano uno rispetto all’altro.

Noi costruiamo l’analisi delle nostre origini culturali e delle credenze che ci sono più care sotto forma di storia, e non è solo il “contenuto” di queste storie ad affascinarci, ma anche l’abilità con cui vengono narrate.

La nostra esperienza immediata, quello che ci è successo ieri o l’altro ieri, la esprimiamo sotto forma di racconto. Cosa ancora più significativa, rappresentiamo la nostra vita (a noi stessi e agli altri) sotto forma di narrazione.

La loro universalità suggerisce che affondino le radici nel genoma umano o che siano dei dati della natura del linguaggio.

Si esprimono in modi diversi nelle diverse culture, che li coltivano anche diversamente.

Non esiste una cultura che sia priva di entrambi, anche se alcune ne privilegiano uno rispetto all’altro.

Noi costruiamo l’analisi delle nostre origini culturali e delle credenze che ci sono più care sotto forma di storia, e non è solo il “contenuto” di queste storie ad affascinarci, ma anche l’abilità con cui vengono narrate.

La nostra esperienza immediata, quello che ci è successo ieri o l’altro ieri, la esprimiamo sotto forma di racconto. Cosa ancora più significativa, rappresentiamo la nostra vita (a noi stessi e agli altri) sotto forma di narrazione.

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Caratteristiche del pensiero narrativo

� La competenza nella costruzione e nella comprensione di racconti è essenziale per la realizzazione della nostra vita e per crearci un “posto” nel mondo possibile che incontreremo.

� Esistono due luoghi comuni che sembrano aver superato la prova del tempo.� Un bambino deve conoscere, avere dimestichezza con i miti, le storie, le fiabe popolari, i racconti tradizionali della sua cultura (o delle sue culture). Sono quelli che strutturano e nutrono un’identità.

Il secondo luogo comune che ha

superato la prova dei tempi è che l’invenzione

narrativa stimola l’immaginazione.

Trovare un posto nel mondo in ultima analisi è un atto di immaginazione.

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Se la narrazione deve diventare uno strumento della mente capace di

creare significato, richiede del lavoro da parte nostra: leggerla, farla, analizzarla,

capirne il mestiere, l’utilità, discuterla.

Un sistema educativo deve aiutare chi cresce in una

cultura a trovare un’identità al suo interno.

Solo la narrazione consente di costruirsi

un’identità e di trovare un posto nella propria

cultura.

“Biografia professionale”

consiste nella ricostruzione della storia degli eventi significativi

il senso della scrittura biografica non è quello di ricostruire il “vero” processo che abbiamo vissuto, ma di prendere coscienza dei ruoli e delle parti che vi

abbiamo recitato

è considerata un valido

strumento per riflettere criticamente

sul sapere, sui valori e sui significati costruiti nel corso dell’esperienza.

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Un esempio: La biografia personale dei N. Mandela – tratto da Invictus

Il racconto biografico?

Il fatto che il racconto descriva un insieme di eventi temporali, condiziona a concepirlo come la cronaca

del tempo.

Allo stesso tempo però esso è una costruzione, concatenazione di avvenimenti “messi in

intrigo” da un narratore che sceglie di ordinare la successione degli avvenimenti che egli collega secondo un ordine cronologico e soggettivo

Si preferisce il termine configurazione a quello di struttura

perché designa l’arte di comporre i fatti e gli avvenimenti

secondo una scelta compiuta dal narratore per attribuire

loro un senso

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1...prima di iniziare l'attività

di coordinatore

3

le difficoltà ...

4

le gratificazioni...

5

la condizione attuale...

2dopo le prime esperienze...

Esempi APPM

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tt11 tt22 tt33 tt44 tt55

SSaa

SSbb

SScc

SSdd

“crescita professionale”

“necessità”

“ideale/filantropica”

“occasione” “adattamento progressivo”

“conferma delle attese”

“scarto tra attese e realtà”

“delusione”

“solitudine del coordinatore”

“inadeguatezza”

“sostegno”

“ridimensiona-mento”

“stimolo”

“autogratifi-cazione”

“rivalsa e scommessa”

“équipe”

“soddisfazione”

“miglioramento”

“insoddi-sfazione”

“cambiamento”

1010

11

33

33

33

88

33

99

33

22

22

77

55

99

55

11

L’intervista per l’analisi dei bisogni formativi

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RICERCA QUALITATIVARICERCA QUALITATIVA RICERCA QUANTITATIVARICERCA QUANTITATIVA

IdealismoErmeneutica

FenomenologiaCostruttivismo

Natura delle coseSignificati

EsplorazioneFare emergere una teoria

Osservazione partecipanteIntervista aperta

InterpretazioneCodifica

descrizione

RealismoPositivismo

Modello delle scienze naturali

Quantità delle coseComportamento

Testare un’ipotesiTestare una teoria

EsperimentoInchiesta campionaria

Questionario

StatisticaAnalisi formale

Differenze tra ricerca qualitativa e quantitativa

RiferimentiEpistemol.

Oggetto di studio

Obiettivogenerale

Tecniche di indagine

Analisi deidati

La ricerca qualitativa

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Intervista

“È una conversazione con uno speciale scopo” (Berg, 2007)

Uno solo degli interlocutori ha il compito di porre domande ed è interessato alle risposte, mentre l’altro, pur non avendo obblighi o interessi, ha il compito ascoltare le domande e dare uno risposta.

Strumento di rilevazione dei dati per la ricerca

qualitativa

Fare domande non è il modo di fare conversazione fra gentiluomini. (S. Johnson)

Intervista standardizzata

� Intervista standardizzata:� Ogni domanda deve essere fraseggiata esattamente nel modo in cui essa è stata originariamente formulata e non può essere previsto alcun livello di adattamento linguistico da parte dell’intervistatore

� L’ordine in cui le domande vanno poste è prefissato e non può essere alterato

� L’intervistatore non può fornire alcun chiarimento circa il significato delle domande

� Nessuna domanda può essere aggiunta all’intervista

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Esempio: Intervista qualitativa a) standardizzata

� Ti piace andare a scuola?� Quali sono le cose che ti piacciono di più nella tua scuola?� Quali sono le cose che ti piacciono di meno nella tua scuola?

� Sai dirmi qual è il maggior difetto e qual è la maggiore qualità del tuo insegnate?

� Sapresti dirmi perché si va a scuola?� C’è una cosa che vorresti fare a scuola e adesso non puoi fare?

� …..

Da Corbetta, 1999: 414, Tabella 10.1 (Interviste a bambini [Capecchi e Livolsi, 1973])

Intervista semi standardizzata

� Il fraseggio delle domande è più flessibile e l’intervistatore può adattarlo all’interlocutore che si trova di fronte. L’intervistatore può anche fornire delle indicazioni per aiutare il rispondente a rispondere alla domanda

� L’ordine delle domande può essere alterato durante lo svolgimento dell’intervista

� L’intervistatore può rispondere a tutte le richieste di chiarimento sulle domande o sugli scopi dell’intervista

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Esempio: Intervista qualitativa b) semi standardizzata

1. L’ingresso nel partito:

- immagine del partito

- come l’attivista ha conosciuto il

partito

- tipo di adesione

- le successive fasi dell’impiego

2. L’indottrinamento:

- fonti di formazione

- doverosità della preparazione

dottrinale

- la scelta della corrente

3. Il proselitismo:

- campo d’azione

- occasioni

- strumenti e modalità

- doverosità e significato dell’impegno

di proselitismo

4. ….

Da Corbetta, 1999: 416, Tabella 10.2 (Interviste ad attivisti di partito [Alberoni et altri, 1967])

Intervista non strandardizzata

� Gli obiettivi dell’intervista sono definiti a priori, ma non esiste un fraseggio standard per le domande

� Non esiste alcuno ordine prefissato di domande da porre

� Il livello linguistico viene definito liberamente dall’intervistatore, che è libero di rispondere a sua volta a eventuali domande e fornire chiarimenti

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Esempio: Intervista qualitativa b) non standardizzata

�Famiglia�Amici�Scuola �Religione�Musica�…..

Tipologia di interviste

� Le interviste si possono distinguere tra:

- intervista a due, che coincide con la forma classica di intervista che coinvolge intervistato e intervistatore;

- intervista a panel, che vede impegnata una commissione di intervistatori e un solo intervistato;

- intervista collettiva, che vede un solo intervistatore impegnato con un gruppo di intervistati;

- intervista in gruppo, in cui l'intervistatore rileva risposte individuali, ma alla presenza di un gruppo ''naturale'' o sociale, capace di condizionarle;

- intervista di gruppo, che coincide con un’intervista in cui sono le “dinamiche di gruppo” ad essere oggetto della rilevazione;

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Le fasi della costruzione dell’intervista

1. Individuazione del quadro teorico:cosa studiare e con quali aspettative

2. Individuazione dell’universo di riferimento, cioè le persone che si vorrebbero intervistare

3. Definizione della modalità dell’intervista e costruzione della traccia dell’intervista

4. Reperimento degli intervistati

5. Realizzazione delle interviste (registrazione)

6. Ascolto e trascrizione dell’intervista

7. Prima analisi dell’intervista (preparazione griglie di lettura)

8. Analisi complessiva delle interviste

con costruzione del modello interpretativo

9. Stesura del report finale

L’intervista biografica

� L’intervista biografica si basa sulla storia di vita del soggetto.

� Una storia di vita è un insieme di eventi, esperienze e strategie relativi alla vita di un soggetto, organizzato in forma cronologico-narrativa, che il soggetto trasmette all’intervistatore in forma spontanea o pilotata, e che il ricercatore può integrare con altre fonti, quali documenti, narrazioni o testimonianze di altri soggetti (le fonti biografiche propriamente dette).

� Scopo delle storie di vita è la comprensione di motivazioni, intenzioni, vissuti, sentimenti, credenze dei soggetti, la ricostruzione della storia del gruppo di cui i soggetti fanno parte (si pensi ad esempio ad un gruppo di minori devianti) e dei processi sociali sottesi al gruppo stesso.

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Intervista biograficaColloca il soggetto nel suo ambiente di riferimento (caratteri personali, famiglia)

Ricostruisce gli avvenimenti storici principali (la correttezza cronologica è un problema) e il loro significato per il soggetto che parla

Sottolinea il punto di vista del soggetto rispetto alle scelte fatte e al significato che esse avevano (cioè le intenzioni rispetto all’azione e le interpretazioni degli avvenimenti generali e personali)

Problemi interpretativi delle interviste biografiche:Problemi interpretativi delle interviste biografiche:

Ruolo dell’intervistatoreRuolo dell’intervistatore

� sono problemi di ricostruzione degli avvenimenti (il soggetto può dimenticare, sottovalutare, confondere fatti, luoghi, persone…)

� sono problemi ermeneutici ; cioè riguardano le attribuzioni di significato che l’intervistato offre, a posteriori, degli episodi di cui parla

Molto complesso perché:� deve permettere al soggetto di esprimersi, senza suggerire collegamenti o far emergere preferenze,

� deve riuscire a ottenere confidenza senza diventare invadente o pettegolo

� deve aiutare una buona ricostruzione mediando fra ricordi più o meno chiari e/o lontani

L’intervista biografica

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Esercitazione

� L’intervista biografica

Due stili di colloquio a confronto

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La codifica delle risposteconsiderazioni generali

� Le domande poste dall’intervistatore sono relative a indicatori che caratterizzano la dimensione oggetto dell’indagine

� Nell’analisi qualitativa gli indicatori rappresentano degli stimoli per fare emergere un range di opinioni /comportamenti/significati che costituiscono la dimensione da indagare

� La codifica dei testi è una definizione di categorie con le quali dare analizzare e ordinare il ragne di opinioni/comportamenti/significati emersi dalla risposte

Il processo di attribuzione delle categorie

Tratto da L. Cadei,

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Il processo di codifica

1. L’unità di analisi

� Il ricercatore deve scegliere l’unità di analisi di un testo che può variare dalla singola parola all’insieme di frasi� Conteggio delle parole

� Frasi di senso che corrispondono ad un significato espresso nella categoria

Nell’analisi qualitativa si predilige considerare l’intera risposta o parti di essa, senza scomporre ulteriormente

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2 . La costruzione delle categorie

� Nella codifica esplorativa si crea una categoria ogni volta che si ritiene di aver incontrato un tema distintivo, senza porsi troppi problemi di parsimonia.� Confronto con altri ricercatori sui medesimi testi

� Denominare le categorie con parole presenti nei testi

� Procedere alla rinomina secondo criterio di maggiore astrazione

� Nella codifica esplorativa le risposte vanno incluse in una stessa categoria sulla base l’appartenenza ad un medesimo punto di vista semantico

3. La codifica dei testi

� Nella codifica dei testi l’obiettivo è di attribuire tutto il materiale oggetto di studio a una delle categorie individuate nelle fasi precedenti� Considerare sempre la possibilità di una categoria definita altro

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4. Interpretazione finale

� Applicate le categorie è necessario:� Poter sintetizzare le inferenze dai testi così che esse possano essere facilmente capite e interpretate

� Poter evidenziare i pattern e le relazioni all’interno dei risultati

� Comparare i risultati con dati ottenuti in altri modi o da altre situazioni

� È possibile svolgere un’analisi delle frequenze (statistica) delle categorie individuate

Il problema della validità

MA SEI PROPRIO

SICURO DI QUELLO

CHE STAI

DICENDOOO??!?

EHMM…SI ..CAPO,

I DATI NON

MENTONO ...

… TUTTI DICONO

CHE LEI NON SA

ASCOLTARE

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Validità semantica

Esprime la corrispondenza fra le categorie di analisi e i significati nel contesto

studiato

� Indica la corrispondenza fra le categorie con cui viene analizzato un testo o delle affermazioni e i significati che ha quel testo o quelle affermazioni nell’ambito studiato (Krippendorf, 2004).

Discutere i risultati di una ricerca con i soggetti coinvolti

Validità strumentaleCorrelazione dello strumento con

precedenti e valide misure della stessa

cosa

� La validità strumentale nella ricerca qualitativa è stata tradizionalmente interpretata in termini di concordanza fra i risultati di metodi diversi di raccogliere dati e analizzarli attraverso la triangolazione. (Campbell e Fiske)

Discutere i risultati di una ricerca con i soggetti coinvolti

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Come condurre l’intervista

Mettere l’intervistato a

proprio agio

Non assorbire i

problemi

dell’intervistato

Non scindere la

comunicazione verbale

da quella non verbale.

Far sapere in

anticipo

all’intervistato come

verranno utilizzate le

informazioni fornite

Far capire

costantemente

all’intervistato che lo

si sta ascoltando

Ascoltare l’intervistato

con interesse “caldo” e

“genuino”

Capire che è

l’intervistato che fa un

favore all’intervistatore

e non viceversa

Distinguere le sue

sensazioni le sue

riflessioni e le sue

parole da quelle

dell’intervistato

Non lasciarsi

influenzare da un

atteggiamento ostile

o troppo aperto da

parte

dell’intervistato.

Indirizzare il discorso

dell’intervistato verso

le aree

particolarmente

interessanti o non

ancora approfondite

Assumere un

atteggiamento non

valutativo

Non cercare di

affermare sé stesso e i

propri punti di vista

Assumere una curiosità

non morbosa, non

cercare di estorcere

informazioni ad ogni

costo

Chiedersi quali sono

le sue aspettative

dall’intervista e

quelle

dell’intervistato

Superare le situazioni

in cui l’intervistato si

blocca o non gradisce

parlare di un certo

argomento e trarne

informazioni

Cercare di

immedesimarsi in lui

attraverso la tecnica

dell’empatia

Non portare le proprie

frustrazioni

nell’intervista

Essere congruente,

ossia dimostrare

accordo tra i suoi

sentimenti e le sue

parole.

Capire come

l’intervistato vive

quello che sta

dicendo

Stimolare e cogliere il

comportamento non

verbale e le

dissonanze tra questo

e quello verbale

BibliografiaL. Fabbri, Comunità di pratica e apprendimento riflessivo, Roma, Carocci, 2007.

S. Maioli, M.P. Mostarda (a cura di), La formazione continua nelle organizzazioni sanitarie, Milano, McGraw Hill, 2008.

F. Lucidi, F. Alivernini, A. Pedon, Metodologia della ricerca qualitativa, Bologna, il Mulino, 2008.

G. Quaglino, Fare formazione. I fondamenti della formazione e i nuovi traguardi, Milano, Raffaello Cortina, 2005.

L. Mortari, Apprendere dall'esperienza. Il pensare riflessivo nella formazione, Roma, Carocci, 2003.

G. Quaglino, G. Carrozzi, Il processo formativo, Milano, Franco Angeli, 2003

P. Corbetta, La ricerca sociale: metodologia e tecniche,Bologna, il Mulino, 2003.

S. Bonometti, Pratiche di formazione, Macerata, SIMPLE, 2009.

P. Limone, Perché l’intervista, Manni, 2002

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Grazie per l’attenzione