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Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie Ufficio II PON ATAS Ob.1 2000 – 2006 Asse II Misura II.1 Azione D “Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all’estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno” Analisi dei documenti strategici regionali nella prospettiva della continuità dell’Azione del MAE DGIEPM nel periodo 2007 – 2013 a cura degli esperti regionali Roma, 25 ottobre 2006

Analisi dei documenti strategici regionali nella ... · La Regione può avvalersi dei Fondi Strutturali della programmazione 2000-2006 per avviare una reale politica di internazionalizzazione

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Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie

Ufficio II

PON ATAS Ob.1 2000 – 2006 Asse II Misura II.1 Azione D

“Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all’estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno”

Analisi dei documenti strategici regionali nella prospettiva della continuità dell’Azione del MAE DGIEPM nel periodo 2007 – 2013

a cura degli esperti regionali

Roma, 25 ottobre 2006

Programmazione regionale dei Fondi comunitari 2007-2013

REGIONE

DSR/PRINT

Basilicata

DSR: approvato dalla Giunta regionale il 30/12/2005 e dal Consiglio il 21 febbraio 2006 PRINT 2004 – 2006 (versione 24/06/2004)

Calabria DSR: luglio 2006 PRINT: in corso di approvazione

Campania

DSR: approvato dalla Giunta regionale il 01/08/2006 PRINT: 15 novembre 2001

Molise DSR: ottobre 2005 PRINT: in corso di elaborazione

Puglia

DSR: approvato dalla Giunta regionale il 01/08/2006 PRINT: approvato il 19 luglio 2006

Sardegna DSR: febbraio 2006 PRINT: in corso di elaborazione

Sicilia

DSR: dicembre 2005 PRINT: documento per la definizione ed implementazione del PRINT (delibera della Giunta regionale del 17 maggio 2005)

Analisi dei documenti strategici regionali nella prospettiva della

continuità dell’Azione del MAE DGIEPM nel periodo 2007 – 2013

Regione Basilicata

L’internazionalizzazione è un processo di apertura di un territorio e delle realtà che lo compongono

verso ciò che esula dai propri confini e può toccare aspetti istituzionali, economici e culturali: si

tratta di un processo che ha una forte connotazione di trasversalità nelle politiche di sviluppo del

territorio. Diversi sono gli attori locali, beneficiari e destinatari, interessabili dalle iniziative di

internazionalizzazione:

• I sistemi locali per lo sviluppo delle imprese: distretti industriali, CCIAA, agenzie pubbliche

o società misto pubblico-privato, consorzi di imprese, associazioni di categoria

imprenditoriali;

• Il sistema della formazione superiore, della ricerca e dell’innovazione tecnologica: università,

centri di formazione, centri di ricerca, agenzie pubbliche e centri di eccellenza regionali;

• I sistemi della cultura, del turismo artistico-culturale e naturalistico-ambientale (comitati

teatrali, associazioni culturali, enti no profit, enti parchi, APT, ARPA;

I sistemi della società civile e della solidarietà sociale: comitati ed organizzazioni no profit

impegnati nel volontariato e sui temi della cooperazione sociale e allo sviluppo (diritti alla salute;

diritti ambientali; fenomeno dell’immigrazione ed emigrazione; educazione alla pace e alla

mondialità; solidarietà tra popoli nei casi di emergenze belliche o calamitose; miglioramento della

condizioni femminile e dell’infanzia; potenziamento delle capacità professionali dei giovani e lotta

alla disoccupazione; protezione e valorizzazione delle risorse locali). Nel corso degli ultimi anni, la

Regione Basilicata ha elaborato e realizzato un Programma Regionale di Sviluppo (PRS 1998-

2000), con l’obiettivo strategico per la Regione di presentarsi nella competizione internazionale

come regione di qualità-Territorio di Eccellenza. Uno degli ultimi strumenti programmatici

elaborati in materia di internazionalizzazione è senz’altro il Print, Programma Regionale di

Internazionalizzazione. Esso nasce dall’esigenza di dare alle iniziative di internazionalizzazione,

avviate e partecipate dall’Ente Regione, una forma organica, coerente e sistematica. Il Print

razionalizza l’impiego delle risorse finanziarie disponibili nei diversi ASSI del POR 2000/2006 od

in altre linee di bilancio regionale dedicate all’obiettivo strategico dell’internazionalizzazione. Esso

costituisce un vincolo per l’uso delle risorse regionali e il riferimento per le molteplici forme diffuse

Regione Basilicata

di progettazione dello sviluppo locale (PIT, Aree Prodotto, G.A.L., Distretti industriali, Patti

Territoriali e altre forme di contrattazione negoziale). Le Amministrazioni centrali (Mae-Dgie e

Map) e la Regione Basilicata hanno adottato un protocollo d’intesa (Tavolo di Orientamento

Strategico, denominato brevemente TOS) per regolamentare gli ambiti della loro collaborazione

interistituzionale. La Regione Basilicata non presenta una strutturata organizzazione interna

dedicata specificatamente all’internazionalizzazione. Anche in Basilicata, analogamente a quanto

accade nella maggior parte delle Regioni italiane, ogni attività non nazionale fa capo alla Presidenza

della Giunta che ripartisce le varie competenze nelle strutture esistenti. C’è da dire però che, il

processo di riorganizzazione e ridefinizione delle funzioni e dei compiti destinati a gestire il

complesso fenomeno dell’internazionalizzazione è stato così definito: sono stati costituiti, infatti,

con delibera di Giunta n.1780/2003, il Gruppo di Coordinamento Regionale delle risorse tecnico-

professionali messe a disposizione dal Mae-Dgie e dal Map in attuazione del partenariato

interistituzionale (TOS), eil Gruppo interdipartimentale per l’elaborazione del Print. La Regione

Basilicata con il Print 2004-2006 assume quale obiettivo globale per il suo processo di

internazionalizzazione quello di evidenziare una politica di sistema, trasversale alle politiche

settoriali che influenzano l’internazionalizzazione della regione, al fine di “far assumere alla

Regione un ruolo ambizioso ed autorevole nel sistema delle relazioni internazionali tra enti sub-

nazionali e nelle politiche dell’Unione Europea gli obiettivi generali del Print sono così fissati:

1. internazionalizzare il sistema istituzionale regionale attraverso la partecipazione a progetti

internazionali di interesse strategico per la Regione, al fine di migliorare l’immagine

regionale e promuovere durature relazioni internazionali, in particolare verso i nuovi stati

membri e verso i paesi in via di adesione all’UE (allargamento), i Paesi del Mediterraneo

(prossimità) e i Balcani, il Sud America e i Paesi in via di sviluppo;

2. sostenere la crescita internazionale del sistema economico locale, integrando le politiche di

sostegno alle imprese attivate dalla Regione con interventi capaci di accrescere l’attivazione

di servizi specialistici per l’internazionalizzazione e l’uso da parte delle Pmi delle nuove

tecnologie informatiche per la promozione internazionale di beni e servizi;

3. migliorare l’offerta formativa regionale, adeguando e formando sui vari temi

dell’internazionalizzazione i giovani e gli adulti disoccupati, inoccupati e le risorse umane sia

del settore privato sia del settore pubblico regionale;

4. attivare dei modelli organizzativi per rendere efficace ed efficiente l’azione programmatica

regionale sull’internazionalizzazione a supporto dei settori economici, culturali ed

istituzionali della regione. Allo stesso tempo, il Print permetterà di:

Regione Basilicata

• individuare e conoscere le iniziative in tema di internazionalizzazione realizzate e

programmate dai vari Dipartimenti regionali;

• mettere a sistema le diverse iniziative progettuali, apparentemente scollegate fra di loro, al fine

di perseguire obiettivi specifici comuni;

• coordinare le diverse attività programmate dalla Regione in materia di internazionalizzazione;

• condividere le scelte programmatiche con i diversi attori, sia interni che esterni

all’Amministrazione regionale;

• dotarsi di una struttura per la gestione, il monitoraggio e la valutazione dell’efficienza ed

efficacia degli interventi a carattere internazionale.

Ma quali sono i soggetti che possono essere interessati dalla politica internazionale della Regione?

Diversi sono gli attori locali, beneficiari e destinatari, interessabili dalle iniziative di

internazionalizzazione dei vari sistemi regionali:

• sistemi locali per lo sviluppo delle imprese: distretti industriali, CCIAA, agenzie pubbliche o

società misto pubblico-privato, consorzi di imprese, associazioni di categoria imprenditoriali;

• sistema della formazione superiore, della ricerca e dell’innovazione tecnologica: università,

centri di formazione, centri di ricerca, agenzie pubbliche e centri di eccellenza regionali;

• sistemi della cultura, del turismo artistico-culturale e naturalistico-ambientale (comitati

teatrali, associazioni culturali, enti no profit, enti parchi, APT, ARPAB;

• sistemi della società civile e della solidarietà sociale: comitati ed organizzazioni no profit

impegnati nel volontariato e sui temi della cooperazione sociale e allo sviluppo (diritti alla

salute; diritti ambientali; fenomeno dell’immigrazione ed emigrazione; educazione alla pace

e alla mondialità; solidarietà tra popoli nei casi di emergenze belliche o calamitose;

miglioramento della condizioni femminile e dell’infanzia; potenziamento delle capacità

professionali dei giovani e lotta alla disoccupazione; protezione e valorizzazione delle

risorse locali).

La Regione può avvalersi dei Fondi Strutturali della programmazione 2000-2006 per avviare una

reale politica di internazionalizzazione economica, culturale ed istituzionale, in coerenza a quanto

auspicato dall’Asse VI del Quadro Comunitario di Sostegno per lo sviluppo e la coesione

economico-sociale delle Regioni Obiettivo 1 italiane. Per rispondere a quest’ultima opportunità, la

Regione Basilicata ha attivato, dal mese di giugno 2002, il Tavolo di Orientamento Strategico

(TOS). Si tratta di un tavolo di discussione interistituzionale che riunisce la Regione, il Ministero

Regione Basilicata

degli Affari Esteri, il Ministero delle Attività Produttive (ex Ministero del commercio con l’estero).

Il TOS costituisce un importante momento di confronto e di coordinamento tra le istituzioni

coinvolte ed è strumentale al supporto tecnico alle attività della Regione attuato dai Ministeri

nell’ambito del PON ATAS-Assistenza Tecnica e Azioni si Sistema 2000-2006. Il PPTIE è il

Programma di Partenariato territoriale con gli Italiani all’estero, promosso dal Ministero degli

Affari Esteri – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero per le Politiche Migratorie, (MAE –

DGIEPM) di concerto con le regioni, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale di

Assistenza Tecnica e Azione di Sistema (PON - ATAS) per le Regioni dell’Ob. 1, previsto dalla

programmazione dei fondi strutturali 2000 – 2006. L’Ente esecutore del programma è il Centro

Internazionale di Formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (CIF – OIL). Il

progetto promuove la realizzazione di iniziative di collaborazione tra i soggetti responsabili delle

politiche di indirizzo, gestione e programmazione delle risorse delle regioni dell’Ob. 1 dell’Italia e

gli italiani residenti all’estero attraverso accordi di partenariato, prefiggendosi nello stesso tempo lo

scopo di contribuire all’internazionalizzazione dei territori delle Regioni dell’Ob. 1, all’interno del

processo di riforma attuato attraverso la modifica del Titolo V della Costituzione che vede conferire

alle Regioni una maggiore autonomia nel campo delle relazioni internazionali. Tra le finalità

primarie di questo progetto si annovera la possibilità di mettere in grado le Regioni, tra cui la

Basilicata, e le istituzioni locali di promuovere, programmare e sostenere in autonomia gli accordi

partenariali sottoscritti, attraverso, prima la programmazione e poi il raggiungimento di obiettivi

specifici mediante lo sviluppo delle fasi di attuazione del Progetto. A tal proposito a rivestire

notevole importanza è stata la realizzazione della rete dei contatti regionali ed esteri (scouting)

risultanti dalle attività di comunicazione per la ricerca di opportunità di collaborazione, partenariato

e presentazione di testimonial e best-practices, e la definizone di 4 aree progettuali (istituzionale,

economica, culturale e sociale) e 3 tipologie di accordi (networking/promozione, istituzional

building/formazione, sviluppo/cooperazione),attraverso le quali catalogare le risorse regionali sul

territorio interessate a partecipare al Progetto. Nell’intento di potenziare, nonché formare le risorse

presenti a livello locale, sono stati predisposti programmi di formazione dei responsabili regionali

che successivamente hanno seguito da vicino lo sviluppo del Progetto. E’ emerso che le Regioni e

gli Enti locali, grazie ai servizi di ricerca –scouting hanno attivato i propri contatti istituzionali per

la ricerca dei partners sul territorio e nei paesi esteri, con riferimento particolare, ma non esclusivo

alle comunità degli italiani provenienti dalla stessa regione. I Partners individuati attraverso

l’attività di scounting sono stati assistiti tramite un desk operativo istituito presso il MAE. Durante

lo svolgimento del Workshops è stata svolta una intensa attività di accompagnamento progettuale

dovuta alla presenza di funzionari Cif – Oil, funzionari MAE, regionali ed esperti nella

Regione Basilicata

formulazione dei progetti sia in loco sia on-line . Nell’intento di dare una definizione pratica ed un

ordine sistematico i risultati raggiunti nel Workshop Regionale attraverso la sottoscrizione di

accordi di partenariato, nei quali sono stati riportati i dati più importanti degli accordi sottoscritti,

come le fasi di attuazione del progetto, la sostenibilità economica, l’ente promotore e il relativo

partners proposto, con gli obiettivi da raggiungere e le motivazioni del progetto. Il progetto consiste

nella realizzazione, in America Latina e, precisamente a Paysandu in Uruguay, di una unità

agrobiologica destinata alla produzione di dolcificanti naturali. Le motivazioni che giustificano il

rapporto di collaborazione tra la Regione Basilicata e il Dipartimento di Paysandù sono diverse.

Innanzitutto il progetto è stato presentato dalla Associazione dei lucani di Paysandù (circa 23.000

cittadini di origine lucana). In secondo luogo, per la presenza in entrambi i luoghi di piante

medicinali e aromatiche: la Stevia Rebaudiana Bertoni nell’area di Paysandù e la Rosa Canina in

Basilicata. Il progetto pilota rappresenta fra l’altro, lo strumento di passaggio tra la prima fase e la

seconda che vedrà la predisposizione di un piano di lavoro regionale, seguita da una ulteriore

selezione di accordi sostenibili nell’ambito dei POR e delle varie linee di finanziamento disponibili.

Un protocollo d’intesa, che prevede una serie di iniziative e progetti promossi dalla Regione

Basilicata e dal Ministero degli Esteri per il trasferimento nella Regione di Paysandù, in Uruguay,

di assistenza tecnica per la coltivazione di piante officinali e per reperire dolcificanti naturali

prodotti con tecniche biologiche, è stato stipulato nella città uruguaiana dal presidente della Regione

Basilicata Vito De Filippo, nell’Agosto scorso. L’Associazione lucana di Paysandù ha promosso

l’iniziativa presso le autorità di Paysandù ottenendone l’appoggio istituzionale. L’Intendencia del

Dipartimento di Paysandù costituirà il riferimento istituzionale dell’iniziativa in Uruguay. Essa avrà

il compito di garantire gli aspetti politici, per l’adeguato coinvolgimento degli attori del territorio

Uruguayano. Pertanto si impegna a mettere a disposizione l’azienda rurale Julio Muro ed a gestire

la quota di finanziamento conferita dalla Regione Basilicata (50.000,00 Euro) per rendere operativa

la stessa. Inoltre l’Intendencia si avvarrà della collaborazione dell’Università della Repubblica

(UDELAR) allo scopo di curare le attività di carattere scientifico e di formazione universitaria.

L’obiettivo generale del progetto Pilota è quello di avviare uno scambio di conoscenze, in materia

di coltivazione e trasformazione di piante medicinali e aromatiche e i prodotti derivati, tra cui la

Stevia Rebaudiana e la Rosa Canina. Le due istituzioni, insieme ad altri soggetti (le Associazioni

Biologiche, l’Università della Basilicata, la Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze, il

Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, l’Associazione Lucana di Paysandù, l’Università della

Repubblica Uruguaiana, Dipartimento di Ingegneria Chimica e Micologica, la Facoltà di Ingegneria

e di Genetica e la Facoltà Agraria di Paysandù) metteranno a punto iniziative innovative sul

versante dell’assistenza tecnica e cercheranno di definire intese economiche e commerciali tra

Regione Basilicata

produttori italo-uruguaiani e italiani. In questa seconda fase la Regione Basilicata ha provveduto a

realizzare gli accordi sottoscritti nel PPTIE prima fase sia attraverso fonti di finanziamento di

propria emanazione e sia attraverso le risorse a disposizione del Progetto Pilota PPTIE II Fase nella

seguente modalità: ¼ risorse Regionali (50.000,00 Euro) ¾ risorse PPTIE (150.000,00 Euro).

Gli obiettivi specifici sono:

Favorire l’occupazione nel settore agricolo in modo da contrastare i

fenomeni di emigrazione;

Scambiare know how per la produzione della Stevia Rebaudiana, della Rosa

Canina e di altre piante officinali

Incentivare la ricerca in agricoltura migliorando così l’economia agricola;

Promuovere azioni di partenariato tra le aziende di produzione e

trasformazione italiane e gruppi di produttori ed aziende di produzione e

trasformazione italo-uruguayane.

La Regione Basilicata attraverso il Print dovrebbe favorire l’internazionalizzazione e lo sviluppo del

suo territorio, e per far ciò deve dotarsi di appositi strumenti e modelli organizzativi, che gli

consentano di svolgere il suo ruolo di indirizzo, d’impulso e di coordinamento della politica

regionale d’internazionalizzazione verso l’esterno alla sua struttura amministrativa. La

riorganizzazione esterna della Regione Basilicata si potrebbe, quindi, articolare in tre strumenti che

hanno diverse finalità e che operano a diversi livelli:

1. Tavolo di Orientamento Strategico (TOS);

2. Sportello per l’internazionalizzazione (Sprint);

3. Tavoli di lavoro Settoriali per l’internazionalizzazione.

Il quadro di massima che emerge dall’attività svolta dalla Regione Basilicata è essenzialmente

dinamico e aperto ai cambiamenti, con una buona propensione all’internazionalizzazione e ad un

suo approccio trasversale e sistemico. L’Asse 1 del Print, pertanto, si prefigge l’obiettivo di

organizzare e coordinare le diverse attività promosse dai Dipartimenti regionali a valere sui vari

programmi regionali, nazionali, comunitari ed internazionali. Questo approccio sistematico

consente di avere un quadro esaustivo delle relazioni internazionali instaurate ad oggi e, quindi, di

individuare precise aree geografiche straniere verso cui convogliare una serie di attività settoriali

coordinate tra loro e propedeutiche a costituire accordi per la partecipazione a progetti

internazionali. L’obiettivo strategico della Regione è quello di promuovere e divulgare

Regione Basilicata

un’immagine globale, unitaria ed immediatamente identificabile della Basilicata, in grado di

valorizzare e qualificare adeguatamente le diverse risorse che compongono il suo territorio

(patrimonio culturale, ambiente, prodotti tipici, artigianato artistico, ecc.). Gli Interventi, da

ricondurre all’interno dell’Asse I Misura 1.1., comprendono le iniziative promosse dalla Regione in

relazione alla partecipazione ai Programmi della UE: Interreg III (Sezione C) e quelli di prossimità;

PHARE-2000 (progetti Twinning); VI° Programma quadro comunitario sulla ricerca e lo sviluppo

tecnologico; ai Programmi nazionali: L. n.84/2001 sulla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo

economico dell’area balcanica; L. n.49/1987; L. n.212/1992; ed altri strumenti normativi che

comportano la creazione di partenariati internazionali, inclusa la LR n.26/1996. Oltre a ciò, sono

riconducibili all’Asse I Misura 1.2., gli Interventi condotti verso i lucani residenti all’estero,

attraverso la LR. n.6/1990, la LR. n.43/1998 e la partecipazione della Regione al P.O. Mae-Dgiepm

(Pon-Atas 2000-2006, Misura I.2. Azione D) sugli italiani all’estero. Gli Interventi da

ricomprendere nella Misura 1.3., infine, riguardano le attività di valorizzazione dell’immagine

regionale e di promozione del “sistema Basilicata” partendo dalle linee guida tracciate dallo studio

denominato “Global Design” e realizzando il “Progetto Paese”, inteso quale iniziativa pilota cui si

devono collegare tutte le azioni di promozione verso l’estero degli interessi (economici e non) della

Regione. L’attuazione degli interventi progettuali riconducibili all’interno dell’Asse I comporterà la

sistematizzazione delle iniziative regionali che riguardano la creazione di partenariati internazionali;

e le relazioni tra le comunità locali della regione e quelle estere destinatarie del dono; il

coordinamento delle iniziative realizzate in favore degli emigrati lucani all’estero con azioni di

partenariato stabile tra i sistemi locali e i territori stranieri di residenza degli emigrati di “successo”;

la razionalizzazione della promozione verso l’estero dei sistemi istituzionali e territoriali lucani in

rapporti stabili con le istituzioni estere partners. I risultati conseguiti saranno misurati nel corso del

periodo di attuazione del Print attraverso le performance ottenute in termini di attivazione di

finanziamenti addizionali da parte della Regione Basilicata, la partecipazione ad un sempre maggior

numero di programmi di partenariato e cooperazione internazionale, la realizzazione di progetti che

coinvolgono gli emigrati lucani all’estero quali promotori dello sviluppo regionale e la realizzazione

di azioni promozionali coordinate nell’ambito del Progetto Paese. La Misura raggruppa gli

interventi promossi dalla Regione Basilicata in favore dei lucani residenti all’estero, mettendo a

sistema le diverse leggi regionali a tal fine promulgate, vale a dire la Legge Regionale n.16/2002

“Disciplina generale degli interventi in favore dei lucani residenti all’estero), la partecipazione al

programma di Partenariato territoriale con gli Italiani all’estero (PPTIE), la Legge Regionale

n.43/1998 “Interventi di solidarietà in favore degli emigrati lucani nei Paesi dell’America latina”

con la previsione di bilancio che annualmente viene iscritta dall’Amministrazione regionale in

Regione Basilicata

favore di “Azioni a sostegno degli emigrati lucani” e l’adesione al “Progetto Operativo di iniziative

specifiche di animazione e promozione di legami stabili tra l’economia del mezzogiorno e gli

italiani all’estero”, di cui è titolare il Ministero degli affari esteri, Direzione Generale italiani

all’estero e politiche migratorie, e finanziato nell’ambito del Pon-Atas, Misura II.1, Azione D, QCS

2000-2006. Le esigenze d’internazionalizzazione delle imprese lucane sono diverse a causa del

differente approccio ai mercati esteri, tuttavia, specie per le Pmi, risulta indispensabile la necessità

di poter fruire dell’opera di consulenti e strutture in grado di fornire, con efficienza e professionalità

adeguati, servizi mirati all’internazionalizzazione. La Misura in oggetto si articola in due interventi

che mirano a sostenere l’offerta di servizi diretti a favorire l’internazionalizzazione delle imprese

lucane:

• Servizi di assistenza e consulenza intesi a favorire l’internazionalizzazione delle Pmi nei

settori dell'industria, artigianato, commercio, turismo e servizi;

• Incentivi all’attività di promozione e commercializzazione dell’offerta turistica..

L’internazionalizzazione rappresenta una sorta di “scelta obbligata” per intercettare “risorse

addizionali per lo sviluppo locale”, ovvero tutte quelle fonti di finanza “nazionale, internazionale e

comunitaria” da associare in forma sistematica alla finanza regionale, tra cui:

• fondi UE a gestione condivisa, in particolare il programma Interreg e quelli dedicati allo

spazio di Prossimità (derivanti dal riordino dei Programmi Meda, Interreg e Cards);

• fondi UE a gestione decentrata, in particolare quelli previsti per la fase di allargamento

dell’UE e all’acquis comunitario dei nuovi Paesi aderenti (Progetti Twinning);

• fondi degli organismi finanziari internazionali. Si procederà concertando “programmi

quadro di iniziativa regionale” con le principali linee finanziarie internazionali (specie con

quelle dotate di trust fund italiani per la consulenza) che agiscono nello spazio di prossimità

e nelle relazioni intra-UE (BEI, BERS), o nei territori propri della cooperazione decentrata

(banche di sviluppo Africana, Asiatica, Interamericana).

Nella formulazione del piano finanziario su base annuale si terrà conto di quanto già è stato

programmato nell’ambito degli altri strumenti di programmazione della Regione e delle relative

fonti finanziarie esterne considerate. In tale contesto, tenuto conto dei fabbisogni finanziari per

sostenere i vari interventi progettuali, delle priorità individuate, delle finalità assunte dal Print

nonché dei tassi di partecipazione finanziaria dei fondi attivabili, l’incidenza delle risorse

finanziarie dovrà tendere al seguente obiettivo:

Regione Basilicata

- Asse I 32% delle risorse finanziarie totali del Print

- Asse II 54% delle risorse finanziarie totali del Print

- Asse III 8% delle risorse finanziarie totali del Print

- Asse IV 7% delle risorse finanziarie totali del Print

Sulla base della ricognizione già effettuata per la redazione del primo Piano Attuativo del PRINT è

stato possibile predisporre un primo budget previsionale del PRINT.

L’Asse III del Print si concentra sugli interventi finalizzati all’adeguamento del sistema della

formazione regionale all’obiettivo strategico dell’internazionalizzazione della Basilicata come

variabile di coesione per favorire lo sviluppo economico, culturale e sociale del territorio.

L’obiettivo generale dell’Asse III è costituito dalla definizione di percorsi formativi diretti a

favorire l’internazionalizzazione delle persone, delle imprese e della Pubblica Amministrazione,

contribuendo in tal modo allo sviluppo economico, sociale e culturale della regione stessa. La

partecipazione attiva di un territorio, ad un contesto globale dinamico ed in continuo mutamento, è

fortemente legata alla disponibilità di risorse umane competenti e qualificate, che diventino così un

vero e proprio volano di crescita e di sviluppo economico e sociale per il territorio dove operano.

L’Asse III prevede i seguenti obiettivi specifici:

• promuovere la formazione di professionalità specifiche per i settori economici e gli enti,

istituzionali e di rappresentanza, della regione;

• consentire a giovani disoccupati e inoccupati di cogliere le opportunità di formazione e

lavoro offerte dal Programma Regionale per l’Internazionalizzazione;

• rafforzare il sistema delle piccole e medie imprese e favorire la creazione di nuove, specie

nel settore dei servizi reali per l’internazionalizzazione, concentrando gli interventi di

formazione sullo sviluppo di competenze specifiche;

• sviluppare metodi e tecniche, organizzative, gestionali e imprenditoriali per sostenere i

processi finalizzati all’internazionalizzazione delle PMI;

• accrescere le competenze specialistiche del personale pubblico regionale e sub-regionale e

operante in strutture pubbliche deputate alla gestione di settori di particolare rilevanza

regionale nell’esercizio di compiti connessi all’attuazione delle misure previste dal POR

Basilicata 2000-2006, dal PRINT e dal Basint, dirette a favorire l’internazionalizzazione;

creare in Basilicata, un gruppo trasversale di dirigenti e funzionari delle Pubbliche

Amministrazioni locali in grado di gestire processi negoziali, sia all’interno del proprio sistema, sia

Regione Basilicata

con le altre Regioni del Mezzogiorno, sia - infine - verso realtà internazionali e comunitarie, per

potenziare le iniziative di internazionalizzazione di livello regionale e di livello multiregionale. Sarà

fondamentale nel corso del periodo di attuazione del Print misurare l’aumento, sia in valore assoluto

che in termini percentuali, della conoscenza delle lingue straniere da parte di tutti i cittadini lucani.

Allo stesso tempo, saranno misurati il numero di progetti formativi attivati sui processi di

internazionalizzazione, come dei partecipanti a tali progetti formativi e quanti di questi ha usufruito

di tale formazione per trovare occupazione o per migliorare il suo apporto professionale al lavoro

svolto. Attraverso le linee di intervento previste nell’Asse III, si prevede di realizzare:

• master, corsi di alta specializzazione, titoli internazionali post-laurea,

progetti di formazione superiore, anche individualizzata, brevi e fortemente

raccordati alla domanda di lavoro volti a formare giovani export manager

ed esperti di internazionalizzazione da inserire in imprese, enti pubblici,

organizzazioni e società di consulenza con un forte orientamento

all’internazionalizzazione;

• iniziative di work-experience in ambito locale, regionale ed extraregionale;

• borse di formazione individuali brevi, formazione liberi professionisti,

interventi di formazione specialistica per lo sviluppo dell’impresa, corsi di

alta formazione per rafforzare la competitività internazionale delle Pmi

lucane e favorire la creazione di nuove, specialmente nel settore dei servizi;

• interventi di formazione individuale brevi, interventi di formazione brevi

aziendali, borse di formazione individuali, interventi di formazione a

distanza diretti a migliorare le competenze tecniche, organizzative,

gestionali e imprenditoriali per sostenere i processi finalizzati

all’internazionalizzazione delle Pmi lucane;

• progetti di adeguamento delle competenze del personale pubblico volti ad

accrescere il loro know how relativo all’analisi, alla programmazione ed

alla gestione di interventi in tema d’internazionalizzazione;

• sensibilizzazione dei dirigenti, corsi brevi per funzionari e dirigenti, corsi

professionalizzanti per funzionari e dirigenti, proficiency stage per

dirigenti e funzionari pubblici.

Regione Basilicata

18. Budget Previsionale del PRINT

RISORSE 2004-2006 (in migliaia di euro)

REGIONE NAZIONALE TIPO TITOLO

POR Altro (2) Totale PON (3) Altro (4)

Misura

1.1

Partecipazione della Regione a programmi di cooperazione e

partenariato internazionale 700,00 412,79 1.112,79 - 1206,30

Misura

1.2 Cooperazione con i lucani all'estero - 2.330,00 2.330,00 766,67 - 7

Misura

1.3 Promozione internazionale della Regione Basilicata 3.210,00 690,00 3.900,00 -

Asse I L’internazionalizzione del sistema istituzionale regionale 3.910,00 3.432,79 7.342,79 766,67 1.206,30

Misura

2.1

Sviluppo dei servizi per l’internazionalizzazione dei settori

economici locali 666,67 2.065,80 2.732,47

Misura

2.2

Azioni di sistema e di accompagnamento per favorire

l'internazionalizzazione delle imprese 3.166,67 480,00 3.646,67

Asse II L’internazionalizzazione del sistema economico regionale 3.833,34 2.545,80 6.379,14

Misura

3.1

Formazione per l’internazionalizzazione a favore delle imprese e

delle persone 1.000,00 1.000,00

Misura

3.2

Formazione per l'internazionalizzazione della Pubblica

Amministrazione 165,00 165,00 165,00

Asse III Il sistema della formazione regionale per l’internazionalizzazione 1.165,00 1.165,00 165,00 1

Misura

4 1Organizzazione regionale per l’internazionalizzazione 816,67 70,00 886,67 150,00

Misura

4.2 Gestione e sorveglianza del PRINT 2004 - 2006 270,00 115,00 385,00 1.059,21

Asse IV L'attuazione della politica di internazionalizzazione 1.086,67 185,00 1.271,67 1.059,21 150,00 1

Totale PRINT 2004 - 2006 9.995,01 6.163,59 16.158,60 1.990,88 1.356,30 3

(1) POR = Risorse già programmate nel BASINT

(2) ALTRO = Risorse già programmate nel bilancio regionale

(3) PON = Assistenza tecnica erogata alla Regione Basilicata che incide a vario titolo

sull'internazionalizzazione

(4) ALTRO = Risorse nazionali impegnate dalle Amministrazioni centrali

Regione Basilicata

(5) CE = Risorse comunitarie impegnate dalla Commissione Europea.

Documento Strategico Regionale

Il Documento Strategico Regionale (DSR) costituisce il primo passo verso la definizione della

nuova programmazione regionale per il periodo 2007-2013 e si pone sia come riferimento di base

per la definizione del nuovo Programma Operativo Regionale, sia come schema per la revisione del

Programma Regionale di Sviluppo della nuova legislatura, ai sensi dell’art. 4 della Legge Regionale

n. 30 del 1997. Il DSR è inoltre inserito in un percorso che porterà alla redazione entro giungo 2006

del Quadro Strategico Nazionale (QSN) così come previsto dalle “Linee guida per la

predisposizione del QSN per la politica di coesione 2007-2013”, approvate dall’Intesa Governo

Regioni ed Enti Locali nella Conferenza unificata del 3 febbraio 2005. Sulla base di questo percorso

è attualmente in corso di avanzata definizione il Documento Strategico del Mezzogiorno (DSM) ad

opera delle Regioni rientranti nelle Aree Sottoutilizzate e del Dipartimento Politiche per lo Sviluppo

del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il DSM, che si sta attualmente predisponendo

contestualmente ai singoli DSR delle regioni meridionali, traccia il quadro delle politiche e degli

obiettivi multiregionali volti ad individuare in scala adeguata gli interventi strategici delle Regioni

del Sud Italia favorendo principi di concertazione ed integrazione delle risorse. Per tale motivo

l’approvazione del DSR di Basilicata si pone in linea sia con la strategia nazionale che con quella

propria delle Regioni del Sud. La strategia di sviluppo attivata dalla Regione Basilicata nel periodo

2000-2006 si sia avvalsa di un impianto programmatorio unitario: il Piano Regionale di Sviluppo è

stato, infatti, attuato attraverso istituti (Documento Annuale di Programmazione Economica e

Finanziaria, Intese Istituzionali di Programma, Accordi di Programma, ecc.) e strumenti

(Programma Operativo Regionale, Accordi di Programma Quadro, atti di programmazione

negoziata e settoriale, ecc.) programmatici diversi. Il PRS ha posto come primo obiettivo

strategico da perseguire nell’attuale ciclo di programmazione il superamento della condizione di

perifericità della Basilicata nel contesto nazionale ed internazionale. Siffatto obiettivo è stato,

almeno in parte, conseguito attraverso l’attivazione di progetti mirati di cooperazione internazionale

e la proposizione sugli scenari sovraregionali di una riconoscibile identità regionale. In questi ultimi

anni, infatti, si è proceduto a:

• innalzare le competenze interne all’Amministrazione regionale in materia di

• cooperazione internazionale attraverso percorsi formativi mirati nonché la costituzione

• di specifiche unità operative dedicate, sia dipartimentali (in tema di ‘Lucani all’estero’ e

• di ‘Twinning’ nei Paesi di nuova adesione all’Unione Europea) che interdipartimentali

Regione Basilicata

• (Gruppi di lavoro sul programma d’iniziativa comunitaria ‘Interreg III’ e di

• coordinamento di tutte le iniziative regionali in argomento);

• costituire, di concerto con il Ministero delle Attività Produttive e del Ministero degli

• Affari Esteri, strutture specializzate di supporto ai processi di internazionalizzazione

• delle imprese lucane e dei sistemi produttivi locali, quali il Presidio e lo Sportello

• Regionali per l’Internazionalizzazione;

• partecipare, con esiti più che positivi, a diversi bandi su programmi nazionali e

• comunitari di scambio e cooperazione istituzionale, che hanno consentito la costruzione

• ed il rafforzamento di reti partenariali con Paesi dell’Est Europa e dei Balcani e

• progressivamente anche con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo nonché la

• proiezione della Basilicata a livello internazionale per il suo know-how nella gestione di

• programmi complessi;

• dotare l’Ente Regione di strumenti programmatici di carattere sia generale come il

• Programma Regionale per l’Internazionalizzazione (PRINT) che operativo Progetto

• Integrato Settoriale per l’Internazionalizzazione (Basint, a valere sul POR Basilicata

• 2000-2006);

• definire un’azione unitaria ed integrata per la promozione dell’immagine della

• Basilicata sui mercati extraregionali – confluita in una proposta di bando sul Global

• Design - al fine di renderla conosciuta e riconoscibile da parte degli operatori

• (istituzionali, economici, culturali, ecc.) internazionali.

La riorganizzazione dell’apparato amministrativo-burocratico regionale, seguito all’insediamento

del nuovo Esecutivo, ha introdotto con la istituzione di un apposito ufficio presso il Dipartimento

Presidenza della Giunta (cui fa da pendant una analoga struttura in materia di internazionalizzazione

economica presso il Dipartimento Attività Produttive) un elemento di razionalizzazione nei processi

di strutturazione delle funzioni in materia di internazionalizzazione. La disponibilità di un centro

unitario di imputazione delle politiche regionali, nonché di strutture dipartimentali ed organismi

interdipartimentali sperimentati, in tema di internazionalizzazione, l’esperienza maturata da parte

dei propri funzionari nell’attivazione di partenariati internazionali, l’entrata a regime di unità

Regione Basilicata

operative dedicate ad erogare servizi ed attività di supporto per i processi d’internazionalizzazione

di imprese e sistemi produttivi, l’attivazione degli strumenti programmatici approvati,

l’implementazione del bando sul Global Design, sono tutti fattori che pongono la Basilicata in una

condizione più che favorevole per attivare con successo l’Obiettivo 3 ‘Cooperazione territoriale’ del

prossimo ciclo di programmazione. In tale contesto bisogna puntare l’attenzione su come

nonostante tutto esista una marcata continuità tra la strategia del periodo di programmazione in

corso e le opzioni di fondo che la Regione Basilicata intende confermare nei nuovi scenari

programmatici in via di definizione, sia a causa della persistente validità di alcuni obiettivi che sono

stati solo parzialmente raggiunti sia per la scelta di proseguire nell’implementazione di alcuni assi

prioritari estendendo le previsioni originariamente formulate al nuovo ciclo di programmazione. I

filoni di più marcata continuità rispetto alla strategia in atto sono:

• apertura del territorio regionale tramite l’internazionalizzazione ed il collegamento

alle reti infrastrutturali nazionali ed internazionali;

• sviluppo della società della conoscenza;

• governance e coesione interna;

• utilizzo delle risorse naturali in modo sostenibile;

• utilizzo delle risorse culturali ed ambientali come fattori di sviluppo.

Le nuove priorità sono dettate dalla situazione congiunturale particolarmente negativa e

sonoarticolate sulle linee principali della strategia di Lisbona. In particolare, come emerge dalla

relazione programmatica del Presidente in occasione dell’insediamento del nuovo Esecutivo

regionale, sono previste alcune nuove azioni per:

• stabilire un patto con i giovani al fine di evitare l’acuirsi della crisi demografica ed offrire

inedite opportunità alle nuove generazioni in Basilicata favorendo una migliore prospettiva

di vita ed una più alta qualità dell’ambiente sociale e cultuale;

• sviluppare gli interventi nel settore della ricerca e dell’innovazione tecnologica a

• servizio del tessuto produttivo e del territorio;

• incrementare la qualità territoriale con interventi non di semplice difesa passiva

dell’ambiente e delle risorse territoriali ma sviluppando interventi innovativi di

valorizzazione e di uso a fini produttivi del patrimonio ambientale, storico ed umano della

regione anche estendendo le certificazioni ambientali e l’impiego di tecnologie bio-

compatibili;

Regione Basilicata

• porre mano ad una revisione e ad una qualificazione ed ottimizzazione del sistema del

welfare regionale attraverso una rivisitazione delle politiche della salute, della sicurezza e

della solidarietà sociale.

L’insieme di tali ambiziose politiche impatta in uno scenario di riduzione delle risorse finanziarie

destinate allo sviluppo regionale: nel periodo 2007-2013 la Basilicata entrerà nel gruppo delle

regioni europee in Phasing out ‘statistico’ e accederà in maniera ridotta ai finanziamenti previsti

dall’Obiettivo Convergenza. Per questo motivo occorre concentrare risorse ed interventi su pochi e

rilevanti obiettivi a partire da quelli indicati nella strategia di Lisbona (e recepiti, a livello nazionale,

nel programma ‘PICO’): innovazione ed economia della conoscenza, ambiente e sviluppo

sostenibile, occupazione formazione del capitale umano, accessibilità ai servizi di trasporto ed alle

tecnologie dell’informazione ed alle comunicazioni, inclusione sociale, politiche di solidarietà e

coesione come strumento di equilibrio sociale e territoriale. Nel prossimo periodo di

programmazione il macro obiettivo dovrà dunque essere quello di collegare stabilmente la

Basilicata ad un’area caratterizzata da uno sviluppo più intensivo proponendo questo territorio

regionale come prolungamento della direttrice di sviluppo adriatica e facendo compiere al sistema

socio-economico regionale un salto, non solo quantitativo ma anche qualitativo. Pertanto, la

strategia di apertura verso l’esterno della Basilicata mira ad attenuare le criticità, evidenziate

dall’analisi dell’internazionalizzazione della regione svolta nel PRINT (Programma Regionale per

l’INTernazionalizzazione), attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi generali:

• promuovere un’immagine globale, unitaria ed immediatamente identificabile della

Regione Basilicata, esaltando l’eccellenza della regione e la qualità della vita;

• predisporre un piano di marketing strategico internazionale della Basilicata che sia in

grado di valorizzare e promuovere adeguatamente le diverse ricchezze che

compongono il suo territorio (patrimonio culturale, ambiente, prodotti tipici di

qualità, cucina tradizionale, artigianato artistico, qualità della vita, ecc);

• favorire la cooperazione territoriale, la costituzione di reti e scambi di esperienze con

partners esteri su temi d’interesse comune (sviluppo economico e delle PMI -

università, ricerca e sviluppo tecnologico - turismo - ambiente e sviluppo sostenibile

- reti di informazione e comunicazione - acqua, gestione dell’inquinamento e delle

risorse energetiche - salute -cultura - istruzione e formazione, ecc);

• potenziare la cooperazione con i lucani emigrati all’estero al fine di favorire lo

sviluppo locale attraverso il rientro di cervelli, lo scambio di best practices, la

Regione Basilicata

creazione di reti, la promozione integrata del territorio (eno-gastronomia, turismo,

prodotti di qualità, beni culturali, ecc);

• favorire il processo di internazionalizzazione delle aziende lucane aiutandole a

definire una strategia (di marketing, commercializzazione, riorganizzazione interna,

innovazione tecnologica, gestione della logistica) che consenta di consolidare e

incrementare, le attuali quote di mercato sugli scenari internazionali, di sfruttare al

meglio le opportunità offerte dai paesi emergenti e di diversificare in settori più

competitivi;

• favorire lo sviluppo di azioni di supporto e promozione, da parte degli enti pubblici

territoriali, delle associazioni di imprese e dei distretti industriali volte ad elaborare

strategie d’internazionalizzazione attraverso strumenti operativi e servizi avanzati

che consentano una migliore conoscenza dei mercati, dei settori con maggiori

opportunità per le imprese locali e le relazioni con le università ed i centri di ricerca

internazionali al fine di favorire lo sviluppo tecnologico;

• favorire il processo di aggregazione dell’offerta e dei servizi avanzati comuni

(promozione, marketing, logistica, ecc) e l’utilizzo delle tecnologie

dell’informazione e della comunicazione da parte delle PMI della Basilicata che

operano nei settori che hanno maggiori potenzialità di sviluppo nei mercati

internazionali;

• creare e promuovere a livello internazionale un fondo regionale di venture capital (in

parte alimentato con le risorse delle royalties del petrolio “oil for brain drain”) volto

a favorire lo sviluppo di imprese ad alto contenuto tecnologico per attrarre

ricercatori, progetti ed idee da realizzare sul territorio regionale, possibilmente

valorizzando i centri ed i poli di eccellenza della ricerca presenti sul territorio;

• adeguare il sistema dell’istruzione, della formazione e della ricerca regionale

all’obiettivo strategico dell’internazionalizzazione della Basilicata come variabile di

rottura per favorire il suo sviluppo economico, tecnologico, culturale e sociale e per

promuovere in maniera integrata il suo territorio (turismo, patrimonio culturale,

imprese, ambiente, qualità della vita, ecc), formando e attraendo i migliori talenti ed

evitando il brain drain (formando capitale umano che emigra in luoghi capaci di

attirare cervelli);

Regione Basilicata

• favorire sinergie fra le risorse finanziarie dei fondi strutturali dedicate all’istruzione,

alla formazione ed alla ricerca e sviluppo tecnologico con quelle nazionali e

comunitarie (es: 6° e 7° programma quadro CE) al fine di potenziare:

• la qualificazione e la mobilità internazionale degli studenti, degli insegnanti, dei

ricercatori, dei professori;

• la cooperazione internazionale fra università, centri di ricerca e imprese; - la

promozione di reti fra il sistema delle imprese e quello della ricerca;

• migliorare la qualità e le competenze professionali degli attori locali (persone,

imprese e pubblica amministrazione) coinvolti nei processi d’internazionalizzazione

e di promozione integrata del territorio attraverso adeguati percorsi formativi che

consentano l’acquisizione di strumenti conoscitivi e metodologici per progettare e

realizzare attività finalizzate a migliorare la performance del sistema regione sulla

scena mondiale;

• costruire un modello innovativo di organizzazione regionale particolarmente

orientato all’internazionalizzazione al fine di accrescere le potenzialità di crescita

della regione verso l’esterno;

• mettere a valore gli strumenti operativi già avviati (dal Presidio allo Sportello regioni

per l’internazionalizzazione) ed implementarne dei nuovi (quali l’Osservatorio dei

Lucani all’estero).

La strategia di apertura verso l’esterno troverà compimento anche su scala interregionale, attraverso

lo sviluppo di accordi di cooperazione e scambio con altre regioni italiane, considerato che la

dimensione interregionale risulta maggiormente efficace per valorizzare le risorse comuni e per

governare i fattori della competitività vasta che caratterizzano il processo di integrazione europea e

considerata la crescente importanza che la cooperazione interregionale e transfrontaliera assumerà

nella nuova programmazione comunitaria e nazionale. La Regione Basilicata, per le attività già

messe in campo, si trova nella giusta posizione per approcciare nel migliore dei modi l’Obiettivo 3

‘Cooperazione territoriale’ del prossimo ciclo di programmazione comunitaria dando adeguato

rilievo alle iniziative per l’internazionalizzazione anche nei singoli programmi operativi

monofondo, mirando a conservare una unitarietà di fondo alla politica regionale in materia. Per

quanto concerne, poi, la dotazione di capitale umano qualificato e l’elevato grado di scolarizzazione

delle nuove leve giovanili, la Basilicata presenta dati complessivamente buoni ed è fondamentale

che questo importante patrimonio diventi un asset su cui far leva per innalzare la competitività

Regione Basilicata

regionale, capace di catalizzare e promuovere nuove conoscenze ed innovazioni e migliorare il

benessere socio-economico della collettività, e che per contro non vada disperso a vantaggio di

regioni capaci di esercitare una maggiore forza di attrazione, a causa di un rilevante fenomeno di

fuga dei cervelli che comincia già con la migrazione studentesca. Al fine di non disperdere e svilire

tale importante patrimonio e anzi reggere il confronto con le più evolute realtà europee, diventa

strategico investire :

• nei settori della scuola e dell’Università, della formazione, della cultura e dei saperi,

nella consapevolezza che un innalzamento della loro qualità ed un più efficace

raccordo tra i sistemi stessi ed i territori rappresenti un presupposto fondamentale per

mutamenti virtuosi;

• nella valorizzazione delle risorse umane in chiave occupazionale, quale politica

strettamente raccordata alle politiche per lo sviluppo;

• nella società dell’informazione, per innalzare la competitività del sistema regionale e

per conseguire i vantaggi comparati acquisiti in forza del programma Basitel;

• nella ricerca e nell’innovazione.

Particolare enfasi viene posta sui giovani, quali principali leve di valorizzazione delle vocazioni dei

territori, con cui si intende stipulare un Patto volto a esaltarne i talenti e lo spirito di iniziativa, ad

offrire loro una rete di servizi ed opportunità per accedere in misura più equa alle chances di

costruzione di percorsi lavorativi e familiari più stabili, nonché a svilupparne e metterne a valore le

energie creative attraverso la valorizzazione di spazi da restituire alla migliore fruibilità mediante

innovative formule gestionali pubblico-private. Al fine di invertire la tendenza all’esodo delle

migliori intelligenze, con un vero e proprio fenomeno di rifiuto del lavoro offerto localmente da

parte dei giovani lucani più qualificati, evidente spia di untotale scollamento fra domanda ed offerta

di lavoro qualificato, che impedisce ai giovani laureati lucani di reperire, in loco, un impiego

all’altezza del titolo di studio posseduto. Un distacco dimostrato anche dai dati del sistema

informativo Excelsior di fonte Unioncamere-Ministero del Lavoro: da tale fonte statistica, risulta

che le assunzioni di laureati previste dalle imprese lucane per il 2005 rappresentano appena il 2,2%

del totale delle assunzioni, un dato del tutto marginale, anch’esse confrontato con la corrispondente

media nazionale (8,8%). In stretto raccordo con l’agenda di Lisbona, si intende sollecitare i fattori

di eccellenza nella valorizzazione delle risorse umane. In tale contesto, si collocano:

• un programma di spin-off per la ricerca applicata, basato su borse di ricerca

finalizzate anche al raggiungimento di brevetti di produzioni vendibili, volti da un

Regione Basilicata

lato a rafforzare i legami e le interazioni tra università, territorio e imprese e

dall’altro ad offrire concrete opportunità occupazionali o imprenditoriali ai laureati e

ricercatori lucani;

• un programma volto a valorizzare le enormi potenzialità di giovani laureati e

ricercatori quali agenti di innovazione e raccordo di conoscenze tra il sistema

universitario e i sistemi produttivi e territoriali, promuovendo ad esempio assegni di

ricerca per laureati che presentino progetti di specializzazione raccordati allo

sviluppo tecnologico delle imprese locali in collaborazione con università ed

imprese;

• la sperimentazione di selezione di risorse di eccellenza per immettere nel sistema

pubblico allargato le professionalità avanzate di cui esso è carente;

• l’introduzione di nuovi schemi agevolativi per attirare i cervelli migrati all’estero

presso le aziende lucane;

• un progetto-pilota rivolto ai giovani lucani che volessero avviare una iniziativa

imprenditoriale in settori caratterizzati da elevato valore aggiunto ed alta crescita sui

mercati internazionali, fondata, più che sulla erogazione di incentivi finanziari, sulla

assistenza tecnica all’implementazione dell’attività e su uno stretto collegamento con

le banche finanziatrici dell’impresa nascente, al fine di orientare il credito bancario

più sulla qualità del progetto industriale che sulla dotazione di garanzie reali, in linea

con la filosofia del nuovo regolamento di Basilea 2;

• il potenziamento dell’Università degli Studi di Basilicata, al fine di rafforzarne la

capacità attrattiva in termini di risorse mobili (know-how, prestazioni professionali

rare, ecc.) e quindi ridurre la migrazione studentesca che è una delle cause della

migrazione intellettuale nonché per creare una maggiore integrazione dell’attività di

ricerca rispetto al territorio, ponendo la stessa a servizio dello sviluppo e delle

attività insediate;

• si avvieranno i progetti per la realizzazione di due poli della conoscenza e dell’alta

formazione, strettamente integrati con due fra le maggiori realtà produttive della

regione, ovvero il polo della formazione di eccellenza di Melfi, collegato alla Fiat, e

quello legato alla Fondazione Mattei, alimentato da fondi pubblici e privati e

sostenuto, sul versante della formazione imprenditoriale, dalla partecipazione

dell’ENI.

Regione Basilicata

La Basilicata, come si evince da quanto sopra menzionato, e dalle prime valutazioni di questo

periodo di programmazione, si presenta come una Regione che può contare in termini di risultati di

risorse comunitarie con l’approvazione di numerosi progetti, ma soprattutto in termini di crescita di

capacità di avviare e gestire progetti di cooperazione, collaborazione e creazioni di rapporti stabili

con altre regioni europee e non, risultati ottimi e strategici, considerando l’allargamento a Est

dell’unione europea e della necessità di bilanciare il grande peso economico del Nord Europa con lo

sviluppo dell’area Mediterranea.

Regione Basilicata

Analisi dei documenti strategici regionali nella prospettiva della

continuità dell’Azione del MAE DGIEPM nel periodo 2007 – 2013

Regione Calabria

Il Documento Strategico Regionale.

La Giunta della Regione Calabria ha approvato con la Deliberazione n. 555 del 08 agosto 2006 il

Documento Strategico Regionale (DSR) per la Politica di Coesione 2007-2013. Il documento di cui

sopra scaturisce dai cosiddetti tavoli tematici, ovverosia una serie di incontri concertati tra i partner

istituzionali e socio economici del territorio. Il Documento Strategico Regionale (in seguito DSR) è

un atto necessario per l’avvio della costruzione dei programmi operativi regionali relativi al ciclo di

programmazione 2007- 2013, e tiene conto delle osservazioni scaturite dal lavoro dei suddetti tavoli

tematici regionali. La versione finale del DSR, successiva alla predisposizione della “bozza tecnica”

del QSN (Quadro Strategico Nazionale), per la sua vicinanza alla fase di avvio dell’elaborazione dei

Programmi Operativi anticipa una prima definizione degli obiettivi generali e specifici in cui si arti-

cola la strategia generale della Regione per il ciclo di programmazione 2007- 2013. L'obiettivo stra-

tegico generale delineato dalla Regione per il futuro periodo di programmazione si può riassumere

nell'impegno di tutti gli attori istituzionali regionali per un efficiente ed efficace governo delle risor-

se pubbliche, capace di restituire la necessaria fiducia e avviare un processo di crescita duraturo e

sostenibile che porti la regione fuori dal novero dalle aree in ritardo di sviluppo entro l’anno 2013.

Partenariato, sostenibilità e sistematicità dunque, sono le parole chiave della strategia complessiva

del DSR, incentrata su tre obiettivi prioritari: aumento qualitativo del sistema regione, innalzamento

del livello di competitività del sistema territoriale regionale, potenziamento dell'attrattività e coin-

volgimento attivo e passivo del sistema regione a livello internazionale. Nella sede odierna si intende

porre in luce gli aspetti implicanti una continuità d’azione tra gli orientamenti espressi dalla regione

Calabria nel DSR e l’opera che la DGIEPM del MAE intende svolgere durante la successiva fase di

programmazione che avrà inizio nell’anno 2007e si concluderà nel 2013. Con riferimento ai Sistemi

di Sviluppo sarà opportuno prendere in considerazione le essenziali criticità ed opportunità emer-

genti a livello internazionale. Infatti, nel prossimo decennio il sistema economico calabrese dovrà af-

frontare delle sfide esterne che rischiano di compromettere la capacità strutturale della Calabria nel

recuperare le attuali asimmetrie di sviluppo rispetto alle altre regioni europee. Gli elementi di critici-

Regione Calabria

tà in esame si presentano al contempo come potenziali opportunità per la nostra regione. La principa-

le difficoltà è costituita dal processo di espansione del territorio europeo, ovverosia dal più ampio

processo di internazionalizzazione dei mercati (la c.d. globalizzazione) con pressioni competitive

soprattutto in quelle produzioni e in quei settori in cui la regione ha finora realizzato i maggiori inve-

stimenti (sistema moda, agro-alimentare e turismo). Il rafforzamento dell’Euro, che, indipendente-

mente dalle possibili oscillazioni, resterà con ogni probabilità ad un livello “forte”, tenderà a pena-

lizzare le produzioni manifatturiere di massa, che saranno sempre più soddisfatte nei paesi di nuova

industrializzazione, stimolando il tessuto produttivo nazionale, ma anche regionale, a concentrarsi su

nuovi prodotti e nuovi processi o a tentare di spostare la produzione verso settori “protetti” rispetto

alla concorrenza internazionale. La necessità di competere sui mercati internazionali senza poter

contare sulla svalutazione, imporrà al tessuto produttivo locale una sempre maggiore innovazione

dei processi e dei prodotti e la capacità di ottenere vantaggi nella specializzazione tecnologica. Al-

cune delle condizioni di contesto sono tuttavia destinate a cambiare, in qualche caso favorevolmente

per la nostra economia. Ad esempio, lo sviluppo dei c.d. giganti asiatici, che in questa fase induce gli

stessi ad acquistare beni capitali -favorendo nell’UE i produttori francesi e tedeschi- creerà inevita-

bilmente, nel tempo, una nuova domanda di beni e servizi di consumo, favorendo anche la più leg-

gera industrializzazione italiana e spagnola. In questo quadro, è evidente che la possibilità di ottenere

un impatto significativo dalla nuova programmazione è quello di finalizzare le risorse disponibili al

sostegno della competitività delle produzioni calabresi sui mercati nazionali ed internazionali e al

rafforzamento della capacità di attrazione di investimenti ed attività dall’esterno, da un lato raffor-

zando le dotazioni di capitale umano e infrastrutturale a disposizione del sistema produttivo regiona-

le, dall’altro sostenendo quelle produzioni e quei territori laddove la Calabria presenta i maggiori

vantaggi competitivi e convenienze legate alle caratteristiche di “unicità” delle sue produzioni, a par-

ticolari vantaggi localizzativi o alla presenza di particolari risorse e/o capacità locali. Una seconda

criticità riguarda il rischio isolamento e marginalità rispetto alle principali reti di comunicazione e

infrastrutturali europee, a fronte di interessanti opportunità che appaiono invece emergenti. Entro

l’anno 2010 sarà in vigore l’area di libero scambio nata dell’accordo Euromediterraneo di Barcello-

na, che abbatterà i dazi sui prodotti agricoli e industriali nel bacino del mediterraneo. Inoltre, con

l’ingresso della Turchia in Europa, l’asse di interesse si sposterà verso sud, con l’Italia, e con esso il

Mezzogiorno e la Calabria, poste in una posizione potenzialmente strategica. Il Mediterraneo torna

ad essere lentamente il centro nevralgico dei traffici marittimi mondiali, rappresentando un punto di

svolta sulle carte nautiche, ancor di più se si considera la rapida ascesa economica di colossi quali

Cina e India, entrambi protagonisti di uno storico processo di industrializzazione di massa che coin-

volge miliardi di persone e grandi opportunità per il l’Italia e il nostro stesso territorio. Nel giro di un

Regione Calabria

ventennio l’Asia conterà per circa il 50% della produzione mondiale e, cosa ancor più importante,

sposterà l’accento della politica economica dall’esportazione alla creazione di un immenso mercato

interno comune sulla scia dell’esperienza europea. Si calcola che i traffici marittimi, da e per l’Asia,

si moltiplicheranno di circa il 250% da qui al 2020, una contingenza che il sistema portuale italiano

non potrà sopportare dal momento che il traffico marittimo, in molti scali, raggiungerà punte di con-

gestionamento. Tutto ciò, obbligherà la dirigenza italiana a valorizzare tutti gli scali presenti nel ter-

ritorio. Sulla scorta delle surriferite considerazioni, sarà opportuno comprendere la Regione nel

triangolo infrastrutturale che va dal c.d. Corridoio VIII (Brindisi-Balcani) al c.d. Corridoio I (Paler-

mo-Berlino) passando per quel tratto di ferrovia che il Ministero delle Infrastrutture, in collaborazio-

ne con la Regione Sicilia, sta progettando in vista dell’accordo euromediterraneo, vale a dire il “Cor-

ridoio Meridiano”. Una sorta di autostrada del mare che partendo dalla Turchia e da Cipro (ora

membro UE) giunge fino allo stretto di Gibilterra, lambendo Israele, Egitto, Libia, Tunisine e Alge-

ria, mentre in Italia interesserebbe l’intera fascia costiera Calabrese e la Sicilia. Qualora si riuscisse

ad attivare i necessari investimenti, la nostra Regione si troverebbe al centro del crocevia tra il Cor-

ridoio Meridiano, il Corridoio VIII e il Corridoio I: in pratica la svolta strategica del territorio Cala-

brese. Su questo presupposto si potrebbe innescare un processo di progressivo innalzamento della

capacità competitiva regionale. La Regione dovrà costituire e implementare strutture organizzative

finalizzate a promuovere le opportunità localizzative della Calabria e ad attrarre investimenti e capi-

tale umano eccellente e a migliorare la qualità della vita e l’inclusione sociale. A tal fine sarà neces-

sario selezionare gli interventi capaci di creare un contesto favorevole alla internazionalizzazione e

alla diffusione dell’innovazione tra le imprese ed una dotazione di servizi adeguata. In tal senso è da-

to riscontrare una linea di continuità tra l’azione del MAE DGIEPM e gli orientamenti strategici del-

la Regione Calabria. Attualmente il sistema calabrese non è in condizione di competere con la con-

correnza internazionale crescente (attesa la mancanza di massa critica nelle infrastrutture, la dotazio-

ne di personale non adeguatamente formato, l’esosità dei costi, l’insufficiente grado di innovazione,

l’assenza di servizi alle imprese, la scarsità del credito alla produzione che in taluni casi raggiunge

livelli di inaccessibilità allo stesso, ecc). Il DSR, infatti, nel descrivere tale situazione di fatto, si of-

fre quale punto di avvio per la futura fase di definizione dei programmi operativi. Così, all’interno

delle tre finalità generali (internazionalizzazione delle imprese regionali; maggior presenza regiona-

le nei mercati esteri rilevanti e ottimizzazione delle attività di partecipazione a fiere ed esposizioni

estere; incremento delle capacità di analisi e di valutazione delle politiche di

internazionalizzazione regionali) e delle dieci priorità identificate, viene innestato il sistema di obiet-

tivi generali all’interno dei quali è stata identificata anche una prima ipotesi di struttura di obiettivi

specifici da utilizzare come base per la futura predisposizione dei POR. Si tratta di puntare su settori

Regione Calabria

innovativi ad alto valore aggiunto, migliorando al tempo stesso la struttura delle imprese calabresi,

incrementandone la dimensione e la capacità di penetrazione nei mercati esteri. Il raggiungimento di

tali obiettivi non può prescindere dall’adeguamento della spesa per la R&S (oggi pari ad appena lo

0,1% del PIL regionale) ai livelli medi nazionali, al fine di sostenere lo sviluppo di una economia

basata sulla conoscenza e l’innovazione. La regione intende emanciparsi dal ritardo di sviluppo, as-

sumendo una veste economica capace di sottrarre il proprio sistema produttivo alla marginalità del

contesto attuale. È necessario a tale fine investire sui processi di innovazione tecnologica e di trasfe-

rimento di know how; sviluppando il benchmarking competitivo e strategico, cioè l’attività di con-

fronto sistematico tra performance o processi di imprese, enti e pubbliche amministrazioni centrali e

locali, finalizzata al generale miglioramento. Per sostenere i processi di integrazione, globalizzazione

ed internazionalizzazione delle imprese calabresi, la Regione è impegnata nella definizione del Piano

Regionale per l’Internazionalizzazione, per permettere al complesso del sistema produttivo regionale

di avviare alleanze strategiche con regioni dei paesi ritenuti maggiormente promettenti per

l’economia locale, alla promozione dell’immagine della regione come sistema, a partire dalle filiere

maggiormente rappresentative e dai settori high-tech, ed all’attrazione di investimenti che garanti-

scano ricadute significative in termini di integrazione con i sistemi produttivi del luogo (indotto, reti

tra imprese, innovazione tecnologica etc.). Per far ciò, sarà necessario promuovere razionalmente i

sistemi d’impresa, evitando la concessione di incentivi a pioggia. Pratica, quest’ultima, scarsamente

incisiva per la realtà industriale e produttiva regionale, che, di fatto, costituisce una forma di assi-

stenzialismo alla ordinaria gestione imprenditoriale degli investimenti produttivi, e che spesso spiaz-

za gli impieghi finanziari innovativi, i quali richiedono una progettualità più impegnativa soprattutto

per le piccole e le micro imprese. La progettualità di cui sopra è basata sulle analisi di mercato pre-

gresse rispetto all’avvio dell’intrapresa e su una meticolosa considerazione del rapporto tra costi e

profitti che possa garantire durevolmente vita all’impresa oltre il critico periodo di start up. Gli in-

terventi di incentivazione attivati, prevalentemente indirizzati alla ristrutturazione materiale delle

imprese, sono stati scarsamente finalizzati e hanno privilegiato settori tradizionali, creando effetti in-

desiderati di concentrazione territoriale. Il sistema degli aiuti al settore produttivo e della qualità, ar-

ticolato nel sistema industriale ed artigiano va ripensato nell’ottica di promozione di interventi "inte-

grati", a sostegno dei programmi di investimento materiali ed immateriali complessivamente neces-

sari delle imprese, tenendo conto delle diversità esistenti per dimensione, settore e programma di in-

vestimento, privilegiando il sostegno agli aumenti di produzione e produttività, gli investimenti in

R&S, le aggregazioni imprenditoriali che determinino massa critica per il rafforzamento delle strut-

ture e l’aggressione di nuovi mercati. Sostegno altresì mirato al miglioramento degli standard quali-

tativi dei prodotti, all’innovazione di processo ed alla relativa commercializzazione, alla crescita del-

Regione Calabria

la dimensione di impresa per raggiungere rendimenti di scala adeguati. La capacità di rispondere alle

sollecitazioni dell'internazionalizzazione dipende dalla adeguatezza del sistema regionale a confron-

tarsi con l'esterno superando l'atteggiamento di autoreferenzialità e agendo in modo organico con ter-

ritori stranieri, impostando relazioni partenariali stabili, rivolte al co-sviluppo. Bisognerà favorire le

esportazioni dirette di merci e servizi sia nei mercati già forti e consolidati, sia in quelli in forte evo-

luzione e con una domanda crescente sia in termini di consumi che di investimenti e di partnership.

Ma, le criticità nell’offerta locale di servizi al sistema produttivo rappresentano uno dei maggiori

freni ai processi di crescita, innovazione e apertura all’esterno dei sistemi locali e alla possibilità di

ciascuno di partecipare attivamente ai processi produttivi del territorio. In questo ambito va conside-

rata l’evoluzione della normativa comunitaria in tema di liberalizzazione dei servizi. In particolare

risulta necessario attivare politiche per sostenere la promozione dell’accesso del sistema imprendito-

riale al credito e al microcredito ed al sistema dei fondi di garanzia - ad oggi inadeguati su scala re-

gionale -, estinguendo i razionamenti e riducendo le difficoltà di accesso, secondo le evoluzioni e le

indicazioni europee, anche in ottica di adeguare il sistema imprese/credito alle prescrizioni

dell’accordo “Basilea 2”. Il potenziamento del sistema di servizi alle imprese implica l’implementa-

zione dei servizi a supporto del mercato del lavoro, da attuare attraverso l’adozione di provvedimenti

a favore dell’impiego, il sostegno di strategie e strumenti in materia di emersione e lotta alle irrego-

larità, migliorando l’efficacia dei servizi di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro e i rac-

cordi con i sistemi delle imprese, dell’istruzione, della formazione e con le politiche sociali. Inoltre,

in considerazione dei risultati incerti conseguiti dai Progetti Integrati Territoriali nel corso del ciclo

programmazione 2000-2006, il sostegno ai sistemi produttivi locali, sarà perseguito tramite una stra-

tegia che punti in via principale al potenziamento ed al riequilibrio dei territori, accrescendo

l’efficacia degli interventi per i sistemi locali attraverso l’integrazione di scale di programmazione di

portata territoriale diversa, sulla base della identificazione certa dei vantaggi comparati e del poten-

ziale di sviluppo del territorio, esplicitando in maniera chiara e motivata le priorità (territoriali, setto-

riali e tematiche) sulle quali intervenire, per massimizzare l’efficacia in termini di redditività sociale

dell’investimento pubblico. Con riferimento al Sistema dell’Istruzione, Formazione, Ricerca, Trasfe-

rimento Tecnologico e Innovazione, articolato nei seguenti sistemi primari è necessario allinearsi a-

gli obiettivi della strategia di Lisbona, ovvero al raggiungimento di un livello di spesa in ricerca pari

almeno al 3% del Pil regionale entro il 2013 (inclusivo delle spese per il sistema universitario e

dell’alta formazione), al fine di creare un ambiente favorevole all'avviamento e allo sviluppo di im-

prese innovative, specialmente di PMI. In questo senso il Piano Regionale per l’Innovazione e la re-

lativa strategia risultano integrati e coerenti con la programmazione nazionale, in particolare con il

PON “Ricerca, Sviluppo Tecnologico e Alta Formazione”, e con la Programmazione Comunitaria. Il

Regione Calabria

sistema della ricerca e dell’innovazione tecnologica, deve essere imperniato sul rafforzamento del

sistema universitario calabrese, e sul suo collegamento in rete con il sistema delle imprese, risultan-

do in tal senso necessario il completamento fisico, organizzativo e tecnico del sistema (Università,

Enti pubblici di Ricerca, Accademie e Conservatori), il cui sostegno è necessario, oltre che al siste-

ma della conoscenza, anche al sistema complessivo dell’innovazione. Ciò presuppone

l’implementazione della “Rete Regionale per la ricerca e l’innovazione” valorizzando le competenze

e l’utilizzo delle eccellenze disponibili, sulla base delle esperienze imprenditoriali esistenti e le vo-

cazioni del territorio, superando le inefficienze amministrative che hanno caratterizzato la program-

mazione 2000-2006. Le linee di intervento a carattere trasversale che l’Ente Regione si propone di

attuare sono:

• il sostegno al potenziamento dei soggetti del partenariato istituzionale e socio economico lo-

cale, al fine di promuovere una efficace partecipazione dei soggetti direttamente coinvolti

nelle fasi di programmazione e gestione dei programmi;

• la promozione del principio di pari opportunità fra uomini e donne mediante un approccio di

mainstreaming a supporto dell’imprenditoria femminile e dei servizi a suo sostegno la predi-

sposizione di strumenti orientati al benchmark competitivo dei diversi territori regionali, fina-

lizzati alla definizione dei gap strutturali ed ambientali da colmare per raggiungere soglie

minime di attrattività e competitività territoriale nell’ottica di lanciare azioni di marketing

mirate dei territori.

Adeguate politiche per la competitività richiedono la rapida definizione di altrettanto idonei strumen-

ti normativi e regolamentari di settore, tra i quali:

- il Testo Unico delle Attività produttive, nella logica di migliorare la capacità di

programmazione della Regione e di offrire un sistema organico di interventi alle

imprese;

- il Programma triennale per le attività ed i sistemi produttivi, al fine di

individuare gli obiettivi strategici della politica di sviluppo regionale verso cui

orientare gli strumenti nazionali decentrati in sinergia con gli strumenti definiti

direttamente a livello regionale;

- il Piano Regionale per il Commercio, ai fini del controllo dell’equilibrio complessivo

del sistema tra le medie e grandi superfici di vendita e gli esercizi minori, con valuta-

zione delle opzioni per il sostegno al commercio dei centri storici e nei centri rurali,

soprattutto per ciò che riguarda azioni intese a favorire il recupero del patrimonio in-

sediativo ed alla rivitalizzazione del tessuto urbano.

Regione Calabria

In secondo luogo è necessario procedere al miglioramento delle infrastrutture produttive, con parti-

colare riferimento a quelle logistiche (aree industriali, infrastrutture di trasporto, ecc.), energetiche e

tecnologiche, attraverso la definizione di un piano regionale per le infrastrutture produttive, che fissi

gli obiettivi e le priorità di intervento con riferimento alle caratteristiche localizzative esistenti ed

all’accessibilità interna ed esterna, alla efficienza dei servizi e delle utilities, e alla sostenibilità am-

bientale in termini di riduzione dei relativi costi complessivi interni ed esterni. Il passaggio verso po-

litiche orientate al miglioramento delle condizioni di contesto deve inoltre essere sostenuto attraver-

so un potenziamento della capacità di analisi, monitoraggio e valutazione delle politiche da parte

della struttura regionale di riferimento, attraverso l’irrobustimento delle strutture di programmazione

e valutazione interne, e l’istituzione di un Osservatorio delle politiche per i sistemi produttivi, che sia

capace di supportare efficacemente i processi di programmazione ed attuazione in tema di attività

produttive -anche per settore e territorio-, nonché dello stato dei rapporti tra queste ed i sistemi ban-

cario e della pubblica amministrazione. Allo stesso modo l’Osservatorio può validamente supportare

la prevenzione delle situazioni di crisi aziendali, fornendo informazioni utili ad anticipare i segnali di

disagio e consentendo il mantenimento dei posti di lavoro e dei siti produttivi sul territorio. La Re-

gione intende costruire una struttura flessibile di incentivi orientati ad obiettivi differenti, ed in parti-

colare:

• gli incentivi automatici saranno orientati essenzialmente alla fiscalità di van-

taggio;

• gli incentivi a bando saranno finalizzati a compensare le aree non coperte dal

credito, ed a favorire gli investimenti in innovazione, sull’ambiente e per il

miglioramento della competitività, soprattutto per le concentrazioni in singole

attività o nicchie produttive;

• gli incentivi negoziali saranno rivolti essenzialmente ai sistemi e alle filiere,

nonché all’attrazione di imprese esterne.

L’insieme di questi strumenti di incentivazione regionale, in coerenza con la prossima riforma degli

aiuti di Stato, saranno strutturati sulla base dei seguenti elementi:

- previsione di forme di aiuto che integrino gli aiuti agli investimenti con quelli alla

formazione e alla ricerca;

- miglioramento del targeting: strumenti differenziati per micro, piccole e medio-

grandi imprese;

- innovazione dei criteri di valutazione dei progetti per garantire maggiore selettività;

Regione Calabria

- forme di aiuto differenziate e graduate sulla base delle tipologie di impresa;

- riduzione della componente discrezionale nel processo decisionale attraverso una

maggiore chiarezza e riconoscibilità delle responsabilità di gestione e di programma-

zione.

Inoltre, vanno definite misure specifiche per il supporto dei processi di internazionalizzazione del si-

stema produttivo calabrese, anche attraverso servizi ed assistenza specializzata, cui destinare risorse

dai fondi FESR e FSE e di interventi da inserire in modo trasversale nelle priorità comunitarie. Ap-

pare infine necessario procedere alla riorganizzazione della finanziaria regionale, riformandone la

missione, ed orientandola prioritariamente verso funzioni di banca d’affari pubblica, con l'obiettivo

di indirizzare il risparmio regionale al finanziamento delle opere pubbliche e delle infrastrutture al

fine di sviluppare il sistema impresa.

II sistema dell’istruzione e della formazione.

Il sistema regionale è in forte ritardo rispetto a quello del centro/nord d’Italia e ancora di più agli al-

tri paesi europei, come indicano i dati di contesto e le più recenti analisi internazionali (OCSE Pisa ).

Le carenze devono essere colmate in termini di quantità e qualità, innalzando il livello delle cono-

scenze e rafforzando le competenze di base delle persone, che possano, in tal modo, rispondere pron-

tamente ai nuovi e reali bisogni di un mercato del lavoro in continuo mutamento. La riqualificazione

del sistema dell’istruzione e della formazione e la lotta alla dispersione scolastica, oltre che la tutela

della legalità e della sicurezza rappresentano quindi importanti ambiti di intervento in relazione a

questo sistema; è indispensabile favorire l’accessibilità all’offerta didattica su tutto il territorio re-

gionale anche attraverso il rafforzamento del sistema di formazione a distanza. Occorre inoltre po-

tenziare e rendere più accessibile e diversificata l’offerta dell’istruzione e formazione superiore uni-

versitaria e post-universitaria (attraverso borse di studio, prestiti d’onore, voucher). L’obiettivo è

quello di accrescere in maniera significativa il numero di giovani calabresi che completano i percorsi

di formazione superiore (laurea breve e specialistica, dottorato di ricerca, corsi di specializzazione

post-laurea, master). Dal lato della formazione professionale regionale, obiettivo prioritario è la qua-

lificazione e razionalizzazione del sistema dell’offerta, nella visione di garantire una forte integra-

zione con il sistema dell’istruzione e con le politiche del lavoro. L’attivazione del sistema formativo

integrato (istruzione-formazione professionale università-alternanza formazione/lavoro-imprese) ri-

chiede:

• la massima integrazione delle diverse risorse comunitarie, nazionali e regionali per un gover-

Regione Calabria

no complessivo del processo;

• la definizione e l’applicazione di sistemi per la certificazione delle competenze acquisite nei

percorsi formativi;

• la definizione e la progettazione di modelli e strumenti integrati per la realizzazione di per-

corsi integrati per l’inserimento lavorativo (orientamento, formazione, stages, tirocini, ap-

prendistato) e per la creazione di impresa e il lavoro autonomo (orientamento, formazione,

servizi di accompagnamento, erogazioni di piccoli sussidi e prestiti d’onore);

• la definizione e la progettazione di modelli e strumenti efficaci per adeguare con continuità le

competenze delle imprese alle innovazioni tecnologiche e alle dinamiche dei mercati.

Il potenziamento della formazione continua e permanente rappresenta, anche nel prossimo ciclo di

programmazione, nell’ottica del rafforzamento delle competenze dei lavoratori e degli imprenditori e

di favorire una maggiore capacità di adattamento delle imprese al nuovo contesto ed alle nuove sfide

della competitività globale, un obiettivo prioritario di intervento. Un ultimo importante ambito di in-

tervento è quello dell’investimento in capitale umano e la ricerca. In questo caso, sotto il profilo del-

la valorizzazione delle risorse umane, la priorità dovrà essere data alla definizione e alla progettazio-

ne di modelli e strumenti efficaci per adeguare con continuità le competenze delle imprese alle inno-

vazioni tecnologiche e alle dinamiche dei mercati e a prevedere incentivi alle Università per orienta-

re la ricerca scientifica e tecnologica su tematiche d’interesse del territorio. Con riferimento al siste-

ma delle politiche del lavoro, fra gli asset delle regioni meridionali e della Calabria, in particolare, vi

è una alta disponibilità e qualificazione del fattore lavoro. In termini di competitività, la regione ca-

labrese, a livello europeo presenta notevoli vantaggi rispetto al costo del lavoro, mentre dal lato

dell’offerta risulta carente, nella media, il livello delle qualificazioni tecniche. Con riferimento alle

politiche del lavoro, le forme di flessibilità a carattere generale introdotte di recente

nell’ordinamento nazionale, non sembrano aver avuto effetti significativi sia in termini di aumento

dei tassi di occupazione che della qualità dell’occupazione complessivamente creata, soprattutto ri-

guardo ad alcune categorie di persone in cerca di lavoro e ad alcuni ambiti territoriali particolarmen-

te svantaggiati, anche a causa della forte incidenza che il fenomeno del lavoro sommerso. Gli ele-

menti critici del mercato del lavoro regionale sembrano evidenziare un ruolo strategico delle misure

rivolte ai giovani disoccupati, ai disoccupati di lungo periodo, alle donne, alla lotta all’economia

sommersa ed al rafforzamento del capitale umano, sia nel settore privato che nella pubblica ammini-

strazione, oltre che alla lotta al lavoro sommerso, promuovendo l’eccellenza scolastica e formativa -

al fine di ridurre, quantomeno, la “fuga di cervelli” anche attraverso processi concertativi tra i sog-

getti coinvolti e le organizzazioni professionali. Le condizioni della domanda di lavoro e del conte-

Regione Calabria

sto produttivo evidenziano inoltre la necessità di attivare progetti integrati e mirati ad esigenze speci-

fiche (ad es. progetti di filiera), definiti anche attraverso azioni di coordinamento e sviluppo di siner-

gie tra attori sociali ed istituzionali ed i sistemi dell’istruzione e delle imprese al fine di coinvolgere

gli attori del mercato del lavoro, puntando allo sviluppo congiunto e coordinato di attività produttive

competitive, infrastrutture e risorse umane. Le politiche del lavoro dovranno necessariamente con-

centrarsi, in termini di priorità strategiche, su tre macro-aree di azioni, in coerenza con le previsione

del piano regionale per il lavoro:

- la dinamizzazione del mercato del lavoro, in termini di riforma del sistema di incontro

domanda-offerta e di sostegno alla creazione d’impresa, nonché di potenziamento

della funzione strategica dei Servizi per l’Impiego;

- l’integrazione dei sistemi formativi (scuola-istruzione e formazione-professionale

università-formazione continua e permanente, alternanza formazione/lavoro);

- l’inclusione sociale e le politiche attive di welfare.

A tali macro-aree devono fare riferimento alcune azioni prioritarie trasversali:

1. approccio integrato dei progetti/percorsi;

2. priorità dello sviluppo locale;

3. azioni di sistema e di accompagnamento, nonché quelle di governance.

Le politiche dell’istruzione e della formazione professionale, oltre alla riorganizzazione ed al poten-

ziamento delle strutture esistenti ed all’adeguamento delle competenze delle risorse umane coinvol-

te, intendono attuare le seguenti linee di intervento:

- promuovere con continuità in tutte le scuole l’educazione alla legalità e la

lotta alle devianze giovanili, soprattutto nelle aree a forte degrado sociale;

- aumentare il coinvolgimento delle famiglie attraverso opportune forme di incentiva-

zione e di sostegno alle stesse (attraverso ad es. voucher o borse di studio per la fre-

quenza dei percorsi di istruzione destinate agli studenti in condizioni economiche di-

sagiate e a quelli capaci e meritevoli);

- sostenere la prevenzione ed il recupero della dispersione scolastica nelle aree

a massimo rischio sociale attraverso sistemi di alternanza scuola-lavoro progettati con

la partecipazione degli organismi rappresentativi di categoria, che prevedano espe-

rienze di stages e tirocini in aziende a supporto dei percorsi formativi istituzionali, al

fine di acquisire e sviluppare saperi tecnico-professionali in contesti produttivi ed av-

Regione Calabria

vicinare il mondo dell’istruzione a quello delle imprese;

- promuovere la valorizzazione delle risorse umane anche attraverso la messa a punto

di un sistema di formazione permanente e l’adozione di strumenti per la trasparenza

ed il riconoscimento delle qualifiche e delle competenze acquisite;

- revisione del sistema di accreditamento, orientato a criteri di maggiore qualità ed effi-

cacia sul mercato delle qualifiche conseguite;

- valorizzare i percorsi di inserimento delle risorse umane qualificate anche a seguito

dell’acquisizione di titoli di laurea triennale per realizzare forme imprenditoriali più

efficienti, basate sull’innovazione continua di processo e di prodotto e sull’utilizzo

massiccio delle tecnologie informatiche, nonché caratterizzate da una visione più am-

pia del mercato e che conduce, nei casi migliori, alla internazionalizzazione dei pro-

dotti;

- promuovere la cultura d’impresa e l’imprenditorialità giovanile mediante processi di

simulazione d’impresa e l’utilizzo di strutture costitute ad hoc e attraverso un’azione

concertata tra singole scuole e imprese;

- costituire e potenziare laboratori multimediali per lo sviluppo della società della co-

noscenza e dell’informazione nella scuola;

- valorizzare/costituire Centri Risorse e laboratori per l’educazione ambientale;

- realizzare azioni di aggiornamento e qualificazione continua dei docenti, sviluppando

interventi anche attraverso l’erogazione di pacchetti di formazione a distanza (FAD)

con l’uso di strumenti innovativi;

- favorire l’incremento continuo nell’arco della vita delle competenze e dei saperi della

popolazione in coerenza con quelle che sono le necessità espresse da una società che

pone al centro del suo sviluppo e coesione il bene conoscenza, attraverso: sostegno al

rafforzamento e lo sviluppo dei sistemi produttivi locali, anche attraverso strumenti

innovativi quali le azioni di integrazione delle politiche di Sviluppo Locale con la

Formazione Continua (ad es. Patti Formativi Locali);

- potenziamento ed ampliamento dell’accesso alla formazione permanente e continua

attraverso un sistema capillare di informazione ed orientamento;

- migliore integrazione tra formazione, istruzione e tessuto produttivo;

- consolidamento e sviluppo di una offerta formativa di qualità attenta ai fabbisogni

Regione Calabria

delle imprese;

- rafforzare il collegamento tra la scuola e l’università attraverso la realizzazione di

forme mirate di collaborazione interistituzionale, per la sperimentazione il migliora-

mento della didattica e la promozione dell’orientamento alla formazione universitaria

nelle scuole medie superiori, che sicuramente contribuirà a ridurre l’abbandono degli

studi universitari e quindi a rendere, il numero di immatricolati, prossimo al numero

di laureati;

- rafforzare i processi di sperimentazione e innovazione della didattica universitaria

(anche qualificando e migliorando le infrastrutture didattiche e

scientifiche del sistema universitario) e della capacità di analisi della domanda

di formazione superiore;

- rafforzare il sistema dell’alta formazione (in particolare nei settori strategici

dell’economia regionale) al fine di rafforzare le competenze dei giovani laureati, age-

volando reti e scambi di esperienze con l’estero attraverso un programma a livello re-

gionale che ricalchi gli obiettivi perseguiti con il Programma Comunitario Leonardo,

oltre all’internazionalizzazione dei corsi universitari al fine di permettere

l’acquisizione di conoscenze e competenze che rispondano alle nuove esigenze dei

mercati internazionali e preparare adeguatamente i responsabili delle imprese alla

globalizzazione;

- azioni volte a favorire lo strumento dell’apprendistato ed altri strumenti di work expe-

rience per adattare le competenze professionali alle richieste del mercato.

Gli intendimenti appena descritti appaiono coerenti con le finalità perseguite dalla DGIEPM del

MAE, il cui focus, tra l’altro, è incentrato sulla possibilità di implementare gli investimenti in capita-

le umano, intervenendo nei settori della formazione e della istruzione al fine di rendere massima la

corrispondenza tra le richieste di un mercato del lavoro in continuo mutamento e le capacità degli

individui da formare.

Cooperazione interregionale, transnazionale e transfrontaliera.

Nella visione della Regione, le politiche di cooperazione interregionale sono in primo luogo orienta-

te alla progettazione e ricerca di soluzioni innovative ai problemi di collaborazione e scambio eco-

nomico-sociale e culturale tra diverse aree, accrescendo la capacità di sviluppare e condividere azio-

ni congiunte nei settori dello sviluppo economico, sociale e culturale, dell’orientamento e

dell’inserimento professionale. In quanto regione fortemente periferica rispetto ai maggiori centri di

Regione Calabria

sviluppo europei, la Calabria può godere, infatti, dei vantaggi derivanti dallo scambio interregionale

anche e soprattutto attraverso l’acquisizione di nuove conoscenze e competenze (tecnico-

specialistiche, ma anche linguistiche, culturali, e relazionali). Le esperienze realizzate in questo sen-

so hanno mostrato come la cooperazione possa costituire uno strumento che può contribuire forte-

mente alla riduzione dell’isolamento in cui spesso si trovano gli operatori e gli amministratori locali.

Nei casi in cui i Partenariati hanno superato il mero scambio di informazioni, tutte le attività, i servi-

zi e i prodotti realizzati con i partner nazionali ed europei sono stati capaci di catalizzare idee inno-

vative per il contesto locale. Lo scambio interregionale deve assurgere non solo al ruolo di propulso-

re della progettualità, ma offrirsi come esperienza che consenta agli addetti di interpretare in modo

nuovo la realtà del luogo, oltre che mutuare approcci, pratiche e strumenti inusuali per realizzare la

coesione socio-economica delle aree di interesse. Ma le ricadute di questi scambi possono produrre

effetti immediati e tangibili, poiché danno vita, in molti casi, a interrelazioni sociali ed economiche

che oltre i confini di progetto originari, innescando un effetto moltiplicatore di opportunità e di in-

ternazionalizzazione. In secondo luogo, il sistema delle conoscenze scambiate e dei marchi utilizzati

per i progetti possono conferire visibilità e prestigio ai territori interessati dalle sperimentazioni:

l’arrivo di delegazioni estere può creare concrete opportunità di promozione delle vocazioni territo-

riali e dei prodotti nazionali, aprendo prospettive di penetrazione di nuovi mercati, occasioni destina-

te ad aumentare con la recente apertura ai 10 nuovi Stati dell’Unione e con le prossime nuove ade-

sioni. In definitiva, la cooperazione tra i territori permette di ampliare il concetto di partnership, ac-

cresce la innovatività ed offre più ampie opportunità di sperimentazione e di trasferimento dei mo-

delli di successo. In questo quadro, la Calabria può validamente puntare ad assumere un ruolo di ri-

lievo nell’ambito della ricerca delle soluzioni partecipative, innovative e diffusive, che devono ac-

compagnare i processi di sviluppo, non soltanto in termini economici, ma anche a livello politico e

culturale. Bisognerà puntare al rafforzamento dell’uguaglianza di genere nei partenariati con Paesi

terzi ed alla elaborazione delle strategie in merito alle politiche in favore dello sviluppo umano con-

formemente al “Consenso europeo” (es. promozione delle operazioni di aiuto umanitario; progetti di

cooperazione nella lotta alla tratta ed allo sfruttamento; creazione di marchi di qualità sociale, etc.).

In coerenza con il Disegno di Legge Regionale sulla Cooperazione Internazionale, presentato nel

2001, la creazione di un ambiente favorevole a questa politica può essere perseguita attraverso la

realizzazione e la cura di una rete di relazioni e rapporti extra-territoriali, che costituisca una sorta di

laboratorio territoriale del cambiamento e dello sviluppo, orientato al superamento dei limiti ricon-

ducibili ad un difetto di scambio, di condivisione e di diffusione degli effetti dei processi di sviluppo,

favorendo la partecipazione effettiva della maggior parte possibile dei soggetti interessati.

Regione Calabria

Promozione di rapporti di cooperazione internazionale.

Nell’ambito della strategia euro-mediterranea appare necessario promuovere politiche di vicinato e

cooperazione regionale che rafforzino l’immagine ed il ruolo politico e strategico regionale nell’area

di riferimento. Il bacino geografico nel quale la Calabria opera è quello che comprende le aree dei

Balcani occidentali e dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo. La Regione dovrà avviare ed

implementare un processo di apertura alle politiche di internazionalizzazione e alla cooperazione in-

ternazionale, al fine di agevolare il consolidamento della propria presenza nell’area Balcanica e nel

bacino del Mediterraneo. Attivare una stabile collaborazione con i Paesi partner presupporrà

l’avvio di una strutturale compartecipazione alla crescita economica dei Paesi e dei territori partner.

L’intervento della Commissione in tema di politiche di supporto alle partnership internazionali potrà

soltanto costituire il naturale corollario di tutto questo. Nelle more della attivazione di nuovi stru-

menti Comunitari in materia, la nostra Regione dovrà acquisire una dimensione maggiormente com-

petitiva sul piano internazionale, in particolare rispetto agli altri Paesi comunitari che si affacciano

sul bacino del Mediterraneo. La nuova politica di cooperazione regionale euro-mediterranea deve

quindi essere volta a ricercare moduli di collaborazione e con i Paesi ed i territori partner, potenziare

la cooperazione del sud con il sud. Dovranno, inoltre, essere affrontate le tematiche suggerite dalla

Dichiarazione di Barcellona, quali quelle relative ai profili politico-economico-finanziario, socio-

culturale e della sicurezza. L'intensificazione della concertazione a livello economico tra l'UE e i

paesi terzi mediterranei (PTM) riguarda in modo prioritario i settori degli investimenti e del rispar-

mio privati. La cooperazione regionale dovrà essere la chiave di volta ai fini della creazione di una

area di libero scambio orientata al rafforzamento del settore dei trasporti e della logistica integrata.

Secondo la dichiarazione di Barcellona, l'introduzione di un ambiente favorevole agli investimenti

avrà come conseguenza il trasferimento di tecnologie e l'aumento della produzione e delle esporta-

zioni. Anche il rafforzamento delle reti di cooperazione tra il sistema della ricerca e le imprese, at-

traverso la promozione dello sviluppo e dell'innovazione a favore dei contesti locali e delle PMI in

ottica internazionale è ritenuto utile alla crescita strutturale, alla qualificazione e razionalizzazione

delle imprese e delle strutture e centri di ricerca ed innovazione già operanti sul territorio, ed alla

massimizzazione delle ricadute positive sui contesti locali. La grande varietà e ricchezza di esperien-

ze esistenti -lanciate e realizzate con le precedenti fasi di programmazione dei fondi strutturali- da

valorizzare e consolidare, unita alla necessità di individuare percorsi e strumenti di coordinamento

partecipativo, al fine di assicurare maggiore competitività a livello Paese e presenza incisiva nel pro-

cesso di mondializzazione dell’economia e delle società, definiscono l’opportunità di promuovere la

creazione di reti di scambi, relazioni e partenariati a carattere scientifico ed industriale tra imprese

produttive e di servizi, anche del terzo settore, istituzioni ed agenzie di sviluppo economico e territo-

Regione Calabria

riale, enti e centri di ricerca, al fine di rafforzare le reti di cooperazione tra il sistema della ricerca e

le imprese. La DGIEPM del MAE, nel solco di tali orientamenti potrebbe contribuire ad offrire con-

dizioni lavorative più favorevoli e accattivanti rispetto al passato, a chi, docente o scienziato, avesse

l’intenzione di far rientro in patria. Si intravede, in tal senso, la concreta opportunità di dar vita ad

una concreta azione sinergica nei campi della ricerca e della didattica, capaci, oltremodo, di determi-

nare una sensibile diminuzione del c.d. brain drain. Con riferimento a quanto surriferito, va ram-

mentato che l’Università di Reggio Calabria ha già avviato programmi congiunti di studio, special-

mente di dottorati di ricerca, con altre 70 Università dei paesi del Mediterraneo, che hanno consenti-

to di lanciare programmi congiunti di ricerca, potenziare ulteriormente la mobilità degli studenti, dei

professori e dei ricercatori, consentendo l'acquisizione di titoli di studio spendibili nel mercato del

lavoro europeo. Considerato quanto sopra esposto, il trasferimento sistematico di buone pratiche può

costituire un collante importante del sistema, valorizzando le competenze e le conoscenze dei sistemi

tecnico scientifici e produttivi dell’area euro-mediterranea.

Favorire l’attrazione di investimenti dalle altre regioni italiane e dall’estero

L’attrazione di investimenti esogeni, sia che si trattasse di IDE (Investimenti Diretti Esteri) che di

fusioni-acquisizioni con realtà già presenti nel sistema-paese, è stata nel recente passato oggetto -

anche in Calabria- di politiche ed interventi assai diversificate, sia di matrice locale che nazionale,

raggruppate sotto la denominazione di “marketing territoriale”. Ad oggi, si può affermare che queste

operazioni hanno prodotto effetti del tutto trascurabili, in termini di nuovi investimenti attratti, di ri-

cadute in termini economici ed occupazionali, di trasferimento tecnologico e di modelli di gestione

sui territori. Spesso tale risultato è da attribuire ad una logica di incentivazione che in realtà ha a che

fare con il concetto di attrazione degli investimenti come “processo”. L’internazionalizzazione dei

sistemi territoriali richiede inoltre il passaggio in una logica di competitività globale tra territori, at-

traverso l’individuazione di soggetti, strumenti e politiche incentrate sul rafforzamento dei fattori e

delle attività che sovrintendono alle logiche localizzative e sono in grado di influenzare gli investito-

ri esogeni, siano essi imprese multinazionali o PMI. È necessario affrontare con efficacia la logica

competitiva tra le città, aree metropolitane e regioni, per attrarre investimenti industriali, ma anche

per essere preferite e scelte come sedi di istituzioni scientifiche, enti sopranazionali

dalle finalità politiche, culturali, sportive. Gli attori locali, al fine di conferire appeal all’immagine

dei vari territori -necessario all’attrazione di investimenti- devono reciprocamente “fare sistema”,

nella consapevolezza che la realizzazione di operazioni di mera comunicazione e promozione - pra-

tica assai diffusa - non genera effetti attrattivi presso gli investitori esogeni. Questa appare la neces-

Regione Calabria

sità primaria da soddisfare per promuovere le attività di marketing del territorio e urbano, inteso co-

me insieme di azioni collettive, mirate a captare nuove attività economiche e produttive in una speci-

fica area del territorio, a favorire lo sviluppo delle imprese locali e a promuovere un’immagine favo-

revole. Il livello istituzionale regionale appare quello più idoneo a sviluppare la sintesi tra le esigen-

ze di unificazione e coordinamento delle realtà locali necessarie per l’indirizzo ed il governo dello

sviluppo dell’economia sostenibile con le differenti opportunità offerte dai diversi sistemi territoriali.

È a livello regionale infatti che possono essere individuati, per ogni territorio i settori per i quali esi-

stano le condizioni per l’attrazione e si può mirare l’azione di attrazione su specifiche fasce

dell’imprenditoria globale; si rende così indispensabile il rafforzamento dell’azione di collegamento

di questi indirizzi con le strategie regionali per gli stessi territori, dando seguito alle campagne di at-

trazione con un servizio continuativo e certo alle imprese interessate, anche attraverso l’offerta di so-

stegno e incentivi mirati. Sarà così possibile organizzare e gestire azioni di “Cooperazione territoria-

le” che, in linea con le indicazioni e in coerenza con le “Linee guida” del QSN, possono validamente

attivarsi su singole priorità secondo una impostazione capace di gestire e promuovere unitariamente

le competenze e le conoscenze in grado di rafforzare il ranking competitivo complessivo dei fattori

di attrattività dei singoli territori. La relazione esistente tra il marketing e la pianificazione strategica

del territorio individua la necessità che le azioni mirate all’attrazione degli investimenti siano guida-

te dal livello di pianificazione adeguato, e cioè quello regionale da realizzarsi anche in collaborazio-

ne con gli enti locali e le associazioni economiche rappresentative. L’approccio al concetto di attra-

zione degli investimenti si sostanzia come “processo”, nel quale il soggetto attuatore dovrebbe as-

sumere il ruolo di promotore di iniziative conoscitive con alto livello di qualificazione professionale,

vero e proprio management consultant, nel quale il potenziale cliente viene preso in affidamento

all’inizio del processo ed accompagnato oltre la fine dell’investimento localizzativo iniziale. A tal

fine è necessario individuare la struttura e gli strumenti operativi necessari alla progettazione ed

all’attuazione del piano e delle azioni di marketing delle aree urbane e dei territori regionali. Allo

stesso modo, considerata la rete di rapporti e informativa in evoluzione con l’affermarsi dell’attività,

il medesimo soggetto potrebbe nel tempo fornire servizi e assistenza nei processi di internazionaliz-

zazione delle PMI, come ad esempio la promozione di marchi d’area, svolgere il ruolo di sportello

regionale per la promozione di nuovi investimenti, acquisire e promuovere studi e ricerche sui mer-

cati, anche esteri, per l’individuazione di nuovi sbocchi per le produzioni regionali, predisporre pro-

grammi di deindustrializzazione e riconversione produttiva e/o vocazionale di impianti o aree pro-

duttive.

Regione Calabria

Analisi dei documenti strategici regionali nella prospettiva della

continuità dell’Azione del MAE DGIEPM nel periodo 2007 – 2013

Regione Campania

Regione Campania

Il presente documento evidenzia in maniera puntuale ed integrata le convergenze presenti tra le linee programmatiche dettate dalla DGIEPM del MAE, in coerenza con le priorità indicate nel Regolamento 1081/2006, e con quanto riportato nel Documento Strategico Regionale (DSR) della Regione Campania, approvato in data 01/08/2006. È fondamentale osservare che, nella prima parte del DSR relativa all’analisi di contesto regionale, nonché alle scelte programmatiche in atto, si rilevano svariati richiami, seppur indiretti, agli Italiani all’estero ed alle iniziative ITENETs e PPTIE, volte, si ricorda, a creare legami stabili con gli I.E. per favorire lo sviluppo integrato del Mezzogiorno. I progetti ITENETs e PPTIE, incardinati nell’AGC 09 Politiche comunitarie – Settore 01 Studio e gestione progetti UE, in coerenza con le tematiche di competenza di detta area, hanno agito infatti nel contesto regionale quali leve indirette per l’internazionalizzazione del territorio puntando l’accento sul capitale umano e sul ruolo cardine dell’individuo, nello specifico degli IRE, che, portatori di conoscenze e competenze specifiche nel proprio contesto estero, sono stati il fulcro imprescindibile per azioni di cooperazione territoriale. Le azioni messe in campo in sei anni d’attività hanno spaziato su varie tematiche, lo sviluppo territoriale (PP PPTIE) , la ricerca medica (progetto Gens), le reti di competenza (PPTIE, ITENETs – INIAS) ed altro; la varietà della tematiche affrontate evidenzia la corretta scelta regionale di fare degli italiani all’estero una peculiarità di un’area della Presidenza con competenze estremamente trasversali. Le attività progettuali mese in campo dai progetti Misura II.1 Azione D del PON ATAS hanno infatti agito sfruttando la leva dei corregionali all’estero e puntando su aree transfrontaliere e trasnazionali a forte emigrazione campana. Le scelte e le attività messe in campo dai progetti durante la programmazione 2000/2006 trovano elementi di congruità nel DSR già in fase di premessa, rilevando che, in linea con il QSN si intende “favorire l’internazionalizzazione delle imprese del Mezzogiorno e la promozione dell’integrazione e della cooperazione economica, culturale e istituzionale transfrontaliera, transnazionale e interregionale”(63). A tal fine, la Giunta Regionale ha approvato il “Programma Regionale per l’Internazionalizzazione e la Cooperazione” (PRINT) che, come meglio esposto nella specifica relazione, definisce le priorità tematiche e geografiche delle azioni regionali nell’utilizzazione delle risorse comunitarie, nazionali e regionali disponibili (63). Il PRINT definisce infatti la volontà della Regione Campania di: - favorire, su specifiche aree-paese, attività volte alla cooperazione e al partenariato, utilizzando al

massimo le opportunità offerte dai programmi dell’Unione europea nei vari settori economici, con particolare riferimento, tra l’altro, ad azioni di assistenza tecnica per lo sviluppo delle PMI (internazionalizzazione, marketing territoriale etc)

- definire strategie di intervento in grado di valorizzare le forti comunità di italiani, anche utilizzando l’assistenza tecnica del PON.

- sostenere la conoscenza del sistema campania attraverso le Istituzioni pubbliche e governative all’estero, le Associazioni ed Università attivando la cooperazione con le comunità di campani all’estero.

La Regione dunque punta a favorire i processi d’internazionalizzazione anche attraverso le Assistenze Tecniche del PON ATAS, infatti, anche nel DSR si sottolinea il ruolo importante in termini di know how e competenze riconosciute dalla Regione alle Assistenze Tecniche in tema d’internazionalizzazione (64) (65) e dunque ciò include sulla base di quanto precedentemente esposto sia le azioni d’internazionalizzazione quali Italia Internazionale che le Azioni PON ATAS della DGIEPM, supportate in Regione dagli esperti selezionati dalla banca dati esperti per il Mezzogiorno.

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE CAMPANIA

DESCRIZIONE

L . 1 Attrazione risorse umane dall’estero

Le politiche tradizionali, perseguite sinora in Italia e in vari altri Paesidell’Unione, vedono il tentativo di far rientrare in patria esperti emigrati(specialmente dagli USA), in particolare ricercatori, scienziati e docenti,offrendo loro condizioni normative, economiche e strutturali

professionalmente attraenti in cui operare. Tali politiche potrebbero essereintegrate e rafforzate grazie ad un nuovo programma rivolto allavalorizzazione delle competenze degli Italiani all’estero per lo sviluppodell’offerta didattica e della ricerca scientifica e tecnologica delle Regioni,che si ponga in stretta continuità e coerenza con l’attività svolta nell’attualeperiodo di programmazione dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea.

Gli obiettivi da conseguire sono: · dare vita a network internazionali nei campi della cooperazione didatticae della ricerca applicata e di base. · realizzare percorsi di rientro delle competenze dei talenti italianiemigrati all’estero; · frenare nuove forme di emigrazione di talenti italiani. Le attività saranno sviluppate anche nell’ambito del processo diinternazionalizzazione dei sistemi universitari e di ricerca dei nostri territori, secondo modalità che sono state individuate dal MAE in collaborazione con i principali soggetti del settore. L’ipotesi di lavoro riguarda la estensione dei modelli di cooperazione internazionale già sperimentati dai nostri principali istituti (programmi didattici multilaterali sulla base del mutuo riconoscimento dei titoli e progetti di ricerca scientifica e tecnologica cofinanziati da istituti italiani e stranieri con circolazione dei ricercatori interessati), prevedendo che nel loro ambito le personalità italiane all’estero possano svolgere la funzione di perno organizzativo delle reti di collaborazione. Il loro rientro in Italia – temporaneo o permanente – sarebbe previsto allo scopo di rafforzare lo standard internazionale dell’offerta didattica o scientifica. In tale contesto potranno essere valorizzate e rafforzate le programmazioni già ordinariamente condotte dal MAE con proprie risorse, concernenti l’erogazione di borse di studio internazionali, ed il rafforzamento dei network associativi delle competenze italiane all’estero (rete DAVINCI). La linea operativa verrà altresì messa a fuoco con gli altri Ministeri di settore interessati ed integrata ai modelli territorializzati di creazione di competenze in corso di implementazione presso le regioni (Distretti Tecnologici).

2. Le scelte strategiche regionali – Una Regione giovane per i giovani. 3. Obiettivi della strategia regionale per la programmazione 2007-2013 – Promozione, sostegno e servizi per la crescita e la competitività del sistema produttivo regionale.

La Campania nella nuova programmazione classifica tra le priorità generali ed ineludibili, il tema del lavoro (80). La Regione vuole favorire “significativamente l’innalzamento degli standard scolastici e formativi”(80), affiancando la crescita culturale, professionale ed occupazionale dei giovani, favorendo la valorizzazione del capitale umano da essi rappresentato e soprattutto combattendo l’emigrazione dei cervelli (84). Si prevede, in tale ottica relativamente alle politiche attive del lavoro: il rafforzamento dei percorsi di alta formazione; la crescita e la competitività del sistema produttivo regionale che verrà attuata anche attraverso la promozione di percorsi integrati fondati su programmi di investimento innovativo, progetti di ricerca e sviluppo, piani di istruzione-formazionelavoro, azioni di alta formazione, in particolare del management, capaci di supportare ed anticipare i processi di qualificazione tecnologica ed organizzativa(112); Si punterà a favorire una cultura dell’internazionalizzazione delle risorse umane. Promuovere a tutti i livelli la diffusione di una cultura dell’internazionalizzazione e della cooperazione internazionale, intesa come capacità di interagire con altre realtà territoriali. Promuovendo il rientro delle risorse umane di qualità che la Campania ha esportato, anche mediante l’attivazione di partnership su progetti specifici(124).

Regione Campania

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE

LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE CAMPANIA

DESCRIZIONE

L . 2 Miglioramento dell’offerta formativa

Con questa misura si intende far crescere l’offerta diformazione professionale riguardante specificatamente iprocessi di internazionalizzazione produttiva. L’azioneriguarderebbe il personale delle unità produttive insediateall’estero, presso unità produttive italiane, o pressosistemi industriali con forte presenza italiana, nonchél’offerta professionale con forte propensioneinternazionale presente nelle nostre Regioni.

2 Scelte programmatiche in atto – Una Regione giovane per i giovani.

3. Obiettivi della strategia regionale per la programmazione 2007-2013 – Dalla scuola alla formazione al lavoro L’offerta formativa valorizzerebbe le comunità italiane

all’estero attraverso l’individuazione di modelli associativi (gemellaggi) tra strutture italiane e strutture estere. Il MAE si propone i seguenti obiettivi: · Sperimentare modelli di formazione professionale integrata, assecondando le esigenze di quelle aziende che in forma individuale od associata (distretti, consorzi, joint-venture, etc.), operano su scala internazionale; · Favorire la collaborazione in network del capitale umano in mobilità internazionale permanente o temporanea con i sistemi produttivi dei territori di provenienza, formandolo su modalità di trasferimento di informazioni, creazione di collegamenti, marketing internazionale dei propri territori, ecc.; Le attività previste sono: · la progettazione e lo sviluppo di modelli per la formazione dei formatori, la creazione di figure professionali innovative, la messa a punto di nuovi di master all’estero e di voucher per work experiences;

· la progettazione e la diffusione di forme associative tra strutture regionali e strutture estere per consentire agli italiani all’estero di offrire propri servizi alle Regioni.

La Regione punta a rafforzare le prassi delle borse di studio ed in generale di tutte le esperienze di studio e autoimpiego anche all’estero (84). La Campania considera una priorità strategica l’occupazione ed indirizza il proprio intervento verso la “Qualità del lavoro” puntando a collegare strettamente incentivazione finanziaria, formazione e occupazione(84). Nell’ottica del life-long learning, si dovrà, in particolare, proseguire, nel portare a pieno completamento la riforma del sistema formativo, sia per quanto riguarda l’istruzione che la formazione professionale. Si prevedono, tra le varie azioni: - l’attuazione delle nuove tipologie di apprendistato

(diritto dovere alla formazione, professionalizzante e alta formazione) in cooperazione tra sistema pubblico enti bilaterali e partenariato;

- la rivalutazione delle esperienze sperimentali progettuali europee (Leonardo da Vinci, Socrates, Erasmus, ecc.) ed adozione delle buone prassi e dei modelli adottati (work experiences, scambi, mobilità formativa e lavorativa, ecc.) assicurando una maggiore operatività ed applicabilità e diffondendole nell’ambito della programmazione ordinaria ( 107/108).

Regione Campania

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE

LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE CAMPANIA

DESCRIZIONE

L . 3 Dare continuità al progetto PPTIE

La finalità primaria di questo progetto è quella di proseguire nell’azione di capacity building per sperimentare modelli progettuali attuativi, che collegano le Regioni e le loro istituzioni locali con le Comunità ed Associazioni di connazionali all’estero intorno a specifici e concreti progetti di sviluppo territoriale, in campo economico, culturale e sociale. Obiettivi specifici: · l’attivazione delle risorse italiane all’estero a sostegno del marketing territoriale delle Regioni del Mezzogiorno; · il trasferimento alle Regioni del Mezzogiorno delle buone prassi, delle competenze, dei modelli di sviluppo di equivalenti realtà estere;

· scambi di risorse umane, culturali, professionali e di know-how con le diverse realtà-Paese;

realizzazione di progetti di lavoro, formazione e creazione di impresa con gli italiani all’estero.

3. Obiettivi della strategia regionale per la programmazione 2007-2013 – Promozione, sostegno e servizi per la crescita e la competitività del sistema produttivo regionale. Internazionalizzazione, cooperazione territoriale europea e marketing territoriale per l’attrazione degli investimenti esteri. 7. Governance e Partenariato – 7.2.3 Partenariato Pubblico Privato (PPP) per la gestione dei servizi collettivi

Si punterà a favorire una cultura dell’internazionalizzazione delle risorse umane. Promuovere a tutti i livelli la diffusione di una cultura dell’internazionalizzazione e della cooperazione internazionale, intesa come capacità di interagire con altre realtà territoriali. Promuovendo il rientro delle risorse umane di qualità che la Campania ha esportato, anche mediante l’attivazione di partnership su progetti specifici(124). Infine va evidenziato che la Regione intende fare della metodologia del Partenariato, nella veste pubblico-privato , una delle più importanti modalità per concorrere alla realizzazione di iniziative private che rivestono particolare rilievo sotto il profilo del pubblico interesse (164) e dunque per diversi aspetti coerente con la procedura del PPTIE ed in particolare del Progetto Pilota che, partito da un approccio privatistico, è poi sfociato in un partenariato di valenza pubblica con coinvolgimento privato.

Regione Campania

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE CAMPANIA

DESCRIZIONE

L . 4 Dare continuità alla rete ITENETs

Le suddette linee di intervento (1; 2; 3) saranno attuate con il supporto della rete interistituzionale ITENETs, la quale verrà ulteriormente sviluppata nei servizi ed estesa territorialmente. La rete ITENETs costituisce l’ossatura territoriale per conseguire effetti di sistema, in virtù della sua qualità di ambiente di progettazione cooperativa tra le Regioni e gli Italiani all’estero per lo sviluppo locale. Essa si propone i seguenti obiettivi: · consentire alle Regioni ed agli altri Attori istituzionali l’accesso strutturato e regolare alle istituzioni italiane all’estero nel settore della formazione/lavoro; · supportare i processi di partenariato/cooperazione istituzionale tra le Regioni e le Autorità degli altri Paesi; ·supportare le Regioni nel processo di programmazione di iniziative per l’attrazione e la valorizzazione di risorse italiane dall’estero. La rete ITENETs verrà estesa anche ad altre Regioni oltre a quelle che vi fanno attualmente parte (7 Regioni del Mezzogiorno) e verranno estesi anche i collegamenti con i Paesi esteri, prendendo in considerazione anche Paesi emergenti in termini di mobilità imprenditoriale.

1.2 Scelte programmatiche in atto - Internazionalizzazione 3. Obiettivi della strategia regionale per la programmazione 2007-2013 – Promozione, sostegno e servizi per la crescita e la competitività del sistema produttivo regionale. Internazionalizzazione, cooperazione territoriale europea e marketing territoriale per l’attrazione degli investimenti esteri

La Regione punta alla promozione di forme di presenza stabile (desk, business center, innovation and research center, punti per la distribuzione della tipicità regionale) del sistema produttivo regionale nei principali Paesi d’interesse per le relazioni commerciali, il trasferimento di know-how, l’attrazione degli investimenti (122). Si intende dunque potenziare il ruolo dello sportello regionale per l’internazionalizzazione, nonchè dare attuatività all’art. 1 della L. 56/05. In tale ottica è importante evidenziare che l’Osservatorio Campania, strumento di natura sperimentale nato nella programmazione 2000-2006, che è stato visto dallo stesso SPRINT come un elemento di natura complementare e come tale oggetto della sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa su servizi di supporto specifico e dunque di tale ruolo si dovrebbe tener conto soprattutto alla luce del forte interesse dimostrato per SPRINT nel documento strategico (64) (65).

Regione Campania

Regione Campania

Il presente documento evidenzia alcuni riferimenti del “Programma Regionale per l’Internazionalizzazione e la Cooperazione Internazionale” della Regione Campania (PRINTCampania) che possono essere direttamente e/o indirettamente collegabili alle linee d’intervento formulate dal MAE DGIEPM per la Programmazione 2007/13. E’ fondamentale precisare che il “PROGRAMMA REGIONALE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE”( DELIBERA GR DEL 15 NOVEMBRE 2001 N. 6116) ha lo scopo di rafforzare il processo di internazionalizzazione delle attività produttive, istituzionali e socio culturali della Regione Campania,e dunque promuove interventi di natura “trasversale” volti a sperimentare la cooperazione internazionale a tutto campo come modalità strutturante del processo di internazionalizzazione del Sistema Campania.(3). La trasversalità degli interventi è dunque un elemento fondante del Print che struttura le proprie azioni su tre asset fondamentali:

1. il sostegno delle piccole e medie imprese 2. la piena valorizzazione delle risorse umane 3. l’organizzazione del territorio.

In particolare la Regione, nel fornire le indicazioni di base relative alla costruzione di piani e progetti internazionali di azione promozionale, pone tra le proprie azioni d’orientamento coerenti con l’asset “risorse umane” la valorizzazione del potenziale rappresentato dagli emigrati campani nel mondo (5). Quindi va evidenziato come puntare alla “piena valorizzazione delle risorse umane” (3) anche attraverso gli emigrati campani nel mondo (5) sia uno dei tre obiettivi primari del Print, e, parallelamente, favorire l’internazionalizzazione del sistema campania attraverso le “proprie risorse umane all’estero” è l’obiettivo primario delle azioni intraprese dalla DGIEPM del Mae in Regione Campania attraverso la attività realizzate nella programmazione 2000/2006 (progetti ex avviso pubblico,ITENETS e PPTIE).

Regione Campania

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE CAMPANIA

DESCRIZIONE

L . 1 Attrazione risorse umane dall’estero

Le politiche tradizionali, perseguite sinora in Italia e in vari altri Paesidell’Unione, vedono il tentativo di far rientrare in patria esperti emigrati(specialmente dagli USA), in particolare ricercatori, scienziati e docenti,offrendo loro condizioni normative, economiche e strutturali professionalmenteattraenti in cui operare. Tali politiche potrebbero essere integrate e rafforzategrazie ad un nuovo programma rivolto alla valorizzazione delle competenzedegli Italiani all’estero per lo sviluppo dell’offerta didattica e della ricercascientifica e tecnologica delle Regioni, che si ponga in stretta continuità ecoerenza con l’attività svolta nell’attuale periodo di programmazione dei FondiStrutturali dell’Unione Europea.

1.La costruzione di una realtà internazionale

2 Indicazioni di base relative alla costruzione di piani e progetti internazionali di azione promozionale.-2.1Operazioni di orientamento

Gli obiettivi da conseguire sono: · dare vita a network internazionali nei campi della cooperazione didattica e della ricerca applicata e di base. · realizzare percorsi di rientro delle competenze dei talenti italiani emigrati all’estero; · frenare nuove forme di emigrazione di talenti italiani. Le attività saranno sviluppate anche nell’ambito del processo di internazionalizzazione dei sistemi universitari e di ricerca dei nostri territori, secondo modalità che sono state individuate dal MAE in collaborazione con i principali soggetti del settore. L’ipotesi di lavoro riguarda la estensione dei modelli di cooperazione internazionale già sperimentati dai nostri principali istituti (programmi didattici multilaterali sulla base del mutuo riconoscimento dei titoli e progetti di ricerca scientifica e tecnologica cofinanziati da istituti italiani e stranieri con circolazione dei ricercatori interessati), prevedendo che nel loro ambito le personalità italiane all’estero possano svolgere la funzione di perno organizzativo delle reti di collaborazione. Il loro rientro in Italia – temporaneo o permanente – sarebbe previsto allo scopo di rafforzare lo standard internazionale dell’offerta didattica o scientifica. In tale contesto potranno essere valorizzate e rafforzate le programmazioni già ordinariamente condotte dal MAE con proprie risorse, concernenti l’erogazione di borse di studio internazionali, ed il rafforzamento dei network associativi delle competenze italiane all’estero (rete DAVINCI). La linea operativa verrà altresì messa a fuoco con gli altri Ministeri di settore interessati ed integrata ai modelli territorializzati di creazione di competenze in corso di implementazione presso le regioni (Distretti Tecnologici).

Attraverso il print la Regione punta a dare attenzione e valorizzazione le risorse umane di emigrati campani nel mondo (5). Si prevedono la realizzazioni di attività di collegamento con università , centri di ricerca, istituti tecnici, per le certificazione di qualità e di prodotto e processo , soprattutto con riferimento ai profili dell’ambiente e della sicurezza(5); prevedendo, tra l’altro, la formazione di quadri (per la consulenza all’export e per gli investimenti produttivi) in raccordo con i programmi formativi delle Università e dei centri di ricerca regionali.(5)

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE

LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE CAMPANIA

DESCRIZIONE

L . 2 Miglioramento dell’offerta formativa

Con questa misura si intende far crescere l’offerta di formazione professionaleriguardante specificatamente i processi di internazionalizzazione produttiva.L’azione riguarderebbe il personale delle unità produttive insediate all’estero,

presso unità produttive italiane, o presso sistemi industriali con forte presenzaitaliana, nonché l’offerta professionale con forte propensione internazionalepresente nelle nostre Regioni.

L’offerta formativa valorizzerebbe le comunità italiane all’estero attraversol’individuazione di modelli associativi (gemellaggi) tra strutture italiane estrutture estere.

Il MAE si propone i seguenti obiettivi: · Sperimentare modelli di formazione professionale integrata, assecondando leesigenze di quelle aziende che in forma individuale od associata (distretti,consorzi, joint-venture, etc.), operano su scala internazionale;

· Favorire la collaborazione in network del capitale umano in mobilitàinternazionale permanente o temporanea con i sistemi produttivi dei territori di

provenienza, formandolo su modalità di trasferimento di informazioni, creazione di collegamenti, marketing internazionale dei propri territori, ecc.; Le attività previste sono: · la progettazione e lo sviluppo di modelli per la formazione dei formatori, la creazione di figure professionali innovative, la messa a punto di nuovi di master all’estero e di voucher per work experiences; · la progettazione e la diffusione di forme associative tra strutture regionali e strutture estere per consentire agli italiani all’estero di offrire propri servizi alle Regioni.

2 Indicazioni di base relative alla costruzione di piani e progetti internazionali di azione promozionale.-2.1Operazioni di orientamento 2.Priorità programmatiche

La Regione punta a qualificare le competenze professionali espresse dal territorio al fine di creare un’offerta altamente specializzata e qualificata anche al fine di attrarre sul territorio regionale imprenditori stranieri (5) In particolare si punterà alla valorizzazione della risorsa fornita dai corregionali all’estero nelle seguenti aree: America Latina - definire strategie di intervento in grado di valorizzare le forti comunità di italiani, anche utilizzando l’assistenza tecnica del PON ciò dimostra l’enorme utilità delle risorse umane di comunità di italiani (9). Nord America - rafforzare la cooperazione con gli Stati Uniti e con il Canada valorizzando le notevoli risorse umane esistenti specie nelle Associazioni ed Università attivando la cooperazione con le comunità di campani all’estero.(10) In sintesi si prevede di attuare una strategia per lo “human capital enforcement” (21)attraverso diverse azioni, tracci risultano di particolare interesse: - azioni di partenariato e gemellaggi istituzionali; - progetti di supporto alla formazione, finalizzati a

sviluppare competenze specifiche in materia d’internazionalizzazione;

Regione Campania

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE

LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE CAMPANIA

DESCRIZIONE

L . 3 Dare continuità al progetto PPTIE

La finalità primaria di questo progetto è quella di proseguire nell’azione di capacity building per sperimentare modelli progettuali attuativi, che collegano le Regioni e le loro istituzioni locali con le Comunità ed Associazioni di connazionali all’estero intorno a specifici e concreti progetti di sviluppo territoriale, in campo economico, culturale e sociale. Obiettivi specifici: · l’attivazione delle risorse italiane all’estero a sostegno del marketing territoriale delle Regioni del Mezzogiorno; · il trasferimento alle Regioni del Mezzogiorno delle buone prassi, delle competenze, dei modelli di sviluppo di equivalenti realtà estere;

· scambi di risorse umane, culturali, professionali e di know-how con le diverse realtà-Paese;

realizzazione di progetti di lavoro, formazione e creazione di impresa con gli italiani all’estero.

2.2 Priorità programmatiche

La Regione intende realizzare un insieme organico di unità lavorative delle istituzioni coinvolte - servizi e nuclei di assistenza tecnica e di supporto-, con una presenza attiva della Regione, volta a realizzare un’azione di rete, di impulso e di coordinamento tra le attività dell’amministrazione regionale e le specifiche azioni dei soggetti regionali. (6) In tale priorità programmatica si evince una stretta complementarietà con la metodologia partenariale realizzata attraverso il progetto pilota del PPTIE. In particolare tra le possibili operazioni specifiche da sviluppare, in prima istanza attraverso le risorse POR, si prevede il coinvolgimento degli emigrati nei processi di partenariato economico (21) Per cui, il Progetto Pilota PPTIE ha sviluppato concretamente quanto previsto dal Print in merito all’Attuazione di progetti singoli e/o di sistema per una valorizzazione economica delle specificità territoriali, attraverso politiche e interventi istituzionali a più livelli (internazionale, regionale, locale) volti a rafforzare la capacità di attrazione di nuovi investimenti (7) prevedendo il coinvolgimento attivo degli emigrati (21).

Regione Campania

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE CAMPANIA

DESCRIZIONE

L . 4 Dare continuità alla rete ITENETs

Le suddette linee di intervento (1; 2; 3) saranno attuate con il supporto della rete interistituzionale ITENETs, la quale verrà ulteriormente sviluppata nei servizi ed estesa territorialmente. La rete ITENETs costituisce l’ossatura territoriale per conseguire effetti di sistema, in virtù della sua qualità di ambiente di progettazione cooperativa tra le Regioni e gli Italiani all’estero per lo sviluppo locale. Essa si propone i seguenti obiettivi: · consentire alle Regioni ed agli altri Attori istituzionali l’accesso strutturato e regolare alle istituzioni italiane all’estero nel settore della formazione/lavoro; · supportare i processi di partenariato/cooperazione istituzionale tra le Regioni e le Autorità degli altri Paesi; ·supportare le Regioni nel processo di programmazione di iniziative per l’attrazione e la valorizzazione di risorse italiane dall’estero. La rete ITENETs verrà estesa anche ad altre Regioni oltre a quelle che vi fanno attualmente parte (7 Regioni del Mezzogiorno) e verranno estesi anche i collegamenti con i Paesi esteri, prendendo in considerazione anche Paesi emergenti in termini di mobilità imprenditoriale.

1.La costruzione di una realtà internazionale 2 Indicazioni di base relative alla costruzione di piani e progetti internazionali di azione promozionale.- 2.2 Priorità programmatiche

Il Print mira alla piena valorizzazione delle risorse umane, costruendo un accurato sistema di comunicazione tra istituzioni, organismi amministrativi, tecnici, della formazione, della produzione e della ricerca.(3) Il Programma viene realizzato organizzando e mettendo in rete le strutture regionali di gestione dell’attività di internazionalizzazione (Sportello di internazionalizzazione delle imprese, centri ed organismi strumentali utili e indispensabili al raggiungimento dello scopo)(3). In particolare si prevede la realizzazione di collegamenti informatici ,rete informatica e telematica tra le istituzioni interessate e coinvolte operativamente nel programma.(6) Giova precisare che l’Osservatorio ITENETs è uno strumento di rete che opera in network tra la rete regionale, nazionale e d estera ed è stato considerato dallo stesso SPRINT uno strumento ad esso complementare in grado di favorire le azioni di cooperazione internazionale e come tale è stato oggetto della sottoscrizione di un protocollo d’intesa.

Regione Campania

Analisi dei documenti strategici regionali nella prospettiva della

continuità dell’Azione del MAE DGIEPM nel periodo 2007 – 2013

Regione Molise

Analisi dei documenti strategici regionali nella

prospettiva della continuità dell’Azione del MAE

DGIEPM nel periodo 2007 – 2013

Regione Molise

Regione Molise

Regione Molise

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE MOLISE

DESCRIZIONE

L . 1 Attrazione risorse umane dall’estero

Le politiche tradizionali, perseguite sinora in Italia e in vari altri Paesidell’Unione, vedono il tentativo di far rientrare in patria esperti emigrati (specialmente dagli USA), in particolare ricercatori, scienziati e docenti, offrendo loro condizioni normative, economiche e strutturali

professionalmente attraenti in cui operare. Tali politiche potrebbero essere integrate e rafforzate grazie ad un nuovo programma rivolto alla valorizzazione delle competenze degli Italiani all’estero per lo sviluppo dell’offerta didattica e della ricerca scientifica e tecnologica delle Regioni, che si ponga in stretta continuità e coerenza con l’attività svolta nell’attuale periodo di programmazione dei Fondi Strutturali dell’Unione Europea. Gli obiettivi da conseguire sono: · dare vita a network internazionali nei campi della cooperazione didattica e della ricerca applicata e di base. · realizzare percorsi di rientro delle competenze dei talenti italiani emigrati all’estero; · frenare nuove forme di emigrazione di talenti italiani. Le attività saranno sviluppate anche nell’ambito del processo di internazionalizzazione dei sistemi universitari e di ricerca dei nostri territori, secondo modalità che sono state individuate dal MAE in collaborazione con i principali soggetti del settore. L’ipotesi di lavoro riguarda la estensione dei modelli di cooperazione internazionale già sperimentati dai nostri principali istituti (programmi didattici multilaterali sulla base del mutuo riconoscimento dei titoli e progetti di ricerca scientifica e tecnologica cofinanziati da istituti italiani e stranieri con circolazione dei ricercatori interessati), prevedendo che nel loro ambito le personalità italiane all’estero possano svolgere la funzione di perno organizzativo delle reti di collaborazione. Il loro rientro in Italia – temporaneo o permanente – sarebbe previsto allo scopo di rafforzare lo standard internazionale dell’offerta didattica o scientifica. In tale contesto potranno essere valorizzate e rafforzate le programmazioni già ordinariamente condotte dal MAE con proprie risorse, concernenti l’erogazione di borse di studio internazionali, ed il rafforzamento dei network associativi delle competenze italiane all’estero (rete DAVINCI). La linea operativa verrà altresì messa a fuoco con gli altri Ministeri di settore interessati ed integrata ai modelli territorializzati di creazione di competenze in corso di implementazione presso le regioni (Distretti Tecnologici).

3.2.3. Gli obiettivi per occupazione (FSE) Il quadro degli obiettivi del FSE, che contribuiscono al raggiungimento dell’obiettivo di coesione economica e sociale (ex art. 158 Trattato CE), coerentemente con gli orientamenti e le raccomandazioni formulati nell’ambito della Strategia europea per l’occupazione (SEO) e con le finalità strategiche emerse dal Consiglio di Lisbona, nonché con il Programma nazionale per la crescita e l’Occupazione (PICO), esaltano le seguenti quattro aree prioritarie di intervento: - potenziamento dell’adattabilità di lavoratori e

imprese, attraverso la promozione degli investimenti delle imprese indirizzati alla formazione di lavoratori meno qualificati e più anziani e alla diffusione delle competenze riguardanti la gestione e le tecnologie della comunicazione e dell’informazione ;

- rafforzamento dell’occupabilità e delle politiche di “invecchiamento attivo”, favorendo l’occupazione delle persone in cerca di lavoro, la prevenzione della disoccupazione, il prolungamento della vita lavorativa, la maggiore partecipazione al mercato del lavoro della componente femminile e degli immigrati;

-- promozione di partnership e strategie locali di sviluppo in grado di valorizzare il contributo di tutti gli attori rilevanti presenti sul territorio.

Regione Molise

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE

LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE MOLISE

DESCRIZIONE

L . 2 Miglioramento dell’offerta formativa

Con questa misura si intende far crescere l’offerta diformazione professionale riguardante specificatamente iprocessi di internazionalizzazione produttiva. L’azione riguarderebbe il personale delle unità produttive insediate all’estero, presso unità produttive italiane, o presso sistemi industriali con forte presenza italiana, nonché l’offerta professionale con forte propensione internazionale presente nelle nostre Regioni.

L’offerta formativa valorizzerebbe le comunità italiane all’estero attraverso l’individuazione di modelli associativi (gemellaggi) tra strutture italiane e strutture estere. Il MAE si propone i seguenti obiettivi: · Sperimentare modelli di formazione professionale integrata, assecondando le esigenze di quelle aziende che in forma individuale od associata (distretti, consorzi, joint-venture, etc.), operano su scala internazionale; · Favorire la collaborazione in network del capitale umano in mobilità internazionale permanente o temporanea con i sistemi produttivi dei territori di provenienza, formandolo su modalità di trasferimento di informazioni, creazione di collegamenti, marketing internazionale dei propri territori, ecc.; Le attività previste sono: · la progettazione e lo sviluppo di modelli per la formazione dei formatori, la creazione di figure professionali innovative, la messa a punto di nuovi di master all’estero e di voucher per work experiences;

· la progettazione e la diffusione di forme associative tra strutture regionali e strutture estere per consentire agli italiani all’estero di offrire propri servizi alle Regioni.

A fronte dei parametri di base enunciati e dell’analisi del mercato del lavoro, la strategia da adottare per il nuovo periodo programmatico 2007 – 2013 per l’occupazione, si basa sul set di obiettivi di seguito riportati: - contrastare le emergenze occupazionali; - rafforzare la stabilità occupazionale; - qualificare i servizi e gli strumenti per le

politiche attive del lavoro ed innalzare il tasso di attività;

- sviluppare il sistema integrato di istruzione e formazione professionale; con particolare riferimento alla formazione lifelong learning;

- favorire l’inclusione sociale; - contenere il fenomeno della disoccupazione in

particolare quella giovanile. Il perseguimento di tali obiettivi dovrà avvenire nell’ambito delle seguenti linee di azione prioritarie: - incentivi alle persone per il lavoro autonomo

per promuovere nuova imprenditorialità; - sostegno a specifici progetti per la creazione di

imprese e lavoro autonomo delle donne; - potenziamento degli incentivi alle imprese

finalizzate ad incrementare la base

Regione Molise

occupazionale; - rafforzamento dei servizi mirati a conciliare

impegno lavorativo ed esigenze familiari; - incentivi all’instaurazione di rapporti di lavoro

part-time e altre tipologie mirate a conciliare lavoro e famiglia;

- iniziative di informazione, formazione ed orientamento mirate a favorire l’evoluzione di rapporti di lavoro precari in situazioni che garantiscano maggiore stabilità occupazionale;

- integrazione dei lavoratori immigrati anche attraverso azioni di prima accoglienza, formazione linguistica, educazione alla conoscenza del contesto socio-istituzionale;

- potenziamento dell’occupabilità femminile e rafforzamento della posizione delle donne nel mercato del lavoro, cercando di eliminare l’ancora troppo elevato scarto tra l’occupabilità maschile e quella femminile;

- promozione delle opportunità di lavoro per i disabili e per le fasce deboli attraverso percorsi integrati di formazione ed accompagnamento all’inserimento lavorativo;

- azioni attive e preventive di politica del lavoro, soprattutto azioni di counselling e orientamento professionale in favore dei giovani;

- rafforzamento – coerentemente con gli orientamenti della “riforma Moratti” e della “riforma Biagi” – dell’apprendistato e degli altri strumenti di work experience;

- strutturazione di un sistema di qualifiche maggiormente rispondenti ai fabbisogni dello stesso, in grado di aumentare la capacità di

Regione Molise

anticipare le esigenze del mercato del lavoro ; - analisi dei flussi connessi alle diverse tipologie

di rapporto di lavoro e dei flussi occupazionali interni ed esterni ai sistemi locali del lavoro;

- promozione della qualificazione ed occupazione dei soggetti da inserire nel settore ricerca e sviluppo delle imprese;

- potenziamento della rete dei Servizi per l’impiego (SpI), valorizzando le sinergie tra i diversi soggetti che operano nel Mercato del Lavoro (MdL);

- utilizzo dei Servizi per l’Impiego per agevolare la mobilità geografica del lavoro;

- calibratura degli interventi di formazione sulla base delle analisi del fabbisogno formativo rilevato sul territorio;

- adattamento e calibratura degli interventi di formazione post diploma e post laurea alle richieste di mercato, nell’ottica del rafforzamento delle competenze tecnico scientifiche e tecnico-pratiche;

- promozione della qualificazione del sistema di formazione professionale regionale al fine di accrescere le prospettive di integrabilità dei sistemi di istruzione e formazione;

- sviluppo di una maggiore efficacia dell’offerta di istruzione e formazione prevedendo la possibilità di sostenere percorsi individualizzati;

- iniziative di formazione continua in una prospettiva di “invecchiamento attivo”, a fronte (i) della rilevanza strategica conferita al lifelong

Regione Molise

learning dall’UE; (ii) della necessità di preservare le competenze della componente più “anziana” delle forze di lavoro, con titoli di studio medio – bassi e poco orientate all’utilizzo di strumenti informatici; (iii) della forte dinamica di senilizzazione della popolazione molisana;

- Incentivi alla formazione continua dei lavoratori presso le imprese – nell’ambito di progetti di filiera e/o settore strategici per il Molise - per lo sviluppo della competitività delle imprese pubbliche e private, con priorità alle PMI, per il rafforzamento del sistema produttivo locale e per l’introduzione di processi di innovazione e di ricerca;

- utilizzo dello strumento del bonus formativo collegato con piani aziendali settoriali o territoriali (ad esempio progetti integrati d’area, di filiera e/o di settore);

- sostegno alla partecipazione delle persone ad azioni di aggiornamento professionale, anche individuali;

- sostegno al consolidamento delle PMI, delle imprese sociali e supporto all’emersione del lavoro nero; potenziamento del sistema degli incentivi alle imprese finalizzato alla trasformazione di lavoro atipico in contratti di assunzione;

- attività di intervento settoriali connesse a situazioni di crisi aziendale;

- supporto all’innovazione delle imprese mediante la predisposizione di piani formativi;

Regione Molise

- sostegno alla partecipazione a dottorati di ricerca per i dottorandi senza borsa di studio;

- borse di studio post laurea volte a conseguire una elevata specializzazione.

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE

LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE MOLISE

DESCRIZIONE

L . 3 Dare continuità al progetto PPTIE

La finalità primaria di questo progetto è quella di proseguire nell’azione di capacity building per sperimentare modelli progettuali attuativi, che collegano le Regioni e le loro istituzioni locali con le Comunità ed Associazioni di connazionali all’estero intorno a specifici e concreti progetti di sviluppo territoriale, in campo economico, culturale e sociale. Obiettivi specifici: · l’attivazione delle risorse italiane all’estero a sostegno del marketing territoriale delle Regioni del Mezzogiorno;

Regione Molise

· il trasferimento alle Regioni del Mezzogiorno delle buone prassi, delle competenze, dei modelli di sviluppo di equivalenti realtà estere;

· scambi di risorse umane, culturali, professionali e di know-how con le diverse realtà-Paese;

realizzazione di progetti di lavoro, formazione e creazione di impresa con gli italiani all’estero.

LINEE DI INTERVENTO DELLA DGIEPM DEL MAE

DESCRIZIONE LINEE DI INTERVENTO DELLA REGIONE MOLISE

DESCRIZIONE

L . 4 Dare continuità alla rete ITENETs

Le suddette linee di intervento (1; 2; 3) saranno attuate con il supporto della rete interistituzionale ITENETs, la quale verrà ulteriormente sviluppata nei servizi ed estesa territorialmente. La rete ITENETs costituisce l’ossatura territoriale per conseguire effetti di sistema, in virtù della sua qualità di ambiente di progettazione cooperativa tra le Regioni e gli Italiani all’estero per lo sviluppo locale. Essa si propone i seguenti obiettivi: · consentire alle Regioni ed agli altri Attori istituzionali l’accesso strutturato e regolare alle istituzioni italiane all’estero nel settore della formazione/lavoro; · supportare i processi di partenariato/cooperazione istituzionale tra le Regioni e le Autorità degli altri Paesi;

Regione Molise

·supportare le Regioni nel processo di programmazione di iniziative per l’attrazione e la valorizzazione di risorse italiane dall’estero. La rete ITENETs verrà estesa anche ad altre Regioni oltre a quelle che vi fanno attualmente parte (7 Regioni del Mezzogiorno) e verranno estesi anche i collegamenti con i Paesi esteri, prendendo in considerazione anche Paesi emergenti in termini di mobilità imprenditoriale.

Regione Molise

Analisi dei documenti strategici regionali nella prospettiva della

continuità dell’Azione del MAE DGIEPM nel periodo 2007 – 2013

Regione Puglia

Premessa La programmazione strategica 2007/2013 descrive una Puglia proiettata verso l’esterno, che punta ad obiettivi di coesione sociale, integrazione, evoluzione tecnologica ed occupazionale, per raggiungere i quali si sta dotando delle strutture necessarie per una governance interna, esterna ed interistituzionale e per supportare i processi di internazionalizzazione del territorio. Dall’analisi del documento più recente approvato dalla Giunta Regionale, pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n°102 del 9 agosto 2006 e del PRINT- Programma Regionale per l’internazionalizzazione, documento strategico di settore sulla internazionalizzazione, risulta evidente che la Regione intende proseguire l’esperienza realizzata dalle regioni Ob. 1 d’intesa col Ministero degli Affari Esteri nell’ambito del PON ATAS 2000 - 2006 Asse II Misura II.1 Azione D “ Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all’estero per lo sviluppo del territorio ”. DSR Documento Strategico Regionale Nella bozza del DSR venivano esplicitamente citati il progetto ITENETs e d il programma PPTIE, riferimenti scomparsi in quello definitivo, poiché collocati nel PRINT, documento deputato ai processi di internazionalizzazione. La scelta operata scaturisce da un accresciuto rigore tecnico e metodologico, nonché da una precisa scelta politica dell’amministrazione regionale, che in un’ottica sistemica ha strutturato una ”cabina di regia” tra i principali rami dell’Amministrazione regionale coinvolti dall’azione internazionale della Regione, con compiti di indirizzo strategico e di monitoraggio delle attività. In particolare al punto 4 del paragrafo 4.3 del DSR ” La Puglia e la cooperazione internazionale “ viene evidenziata la necessità di dare sostegno alle comunità dei nostri emigrati all’estero, con l’intento di preservare tale patrimonio culturale italiano nei Paesi ospitanti e di creare vantaggi competitivi per le imprese, attraverso i programmi transfrontalieri, quelli transnazionali e interregionali. Tutte queste iniziative, pur rimanendo distinte per differenti fonti di finanziamento, saranno realizzate all’interno del quadro strategico unitario ( PRINT ) e dovranno

Regione Puglia

puntare a garantire il raggiungimento degli obiettivi di coerenza, di complementarietà e di sinergia, come previsto dal principio della sussidiarietà. Sulla base delle esperienze effettuate nel periodo di programmazione 2000-2006 - in cui le politiche di sostegno all’internazionalizzazione erano centrate nella programmazione diretta verso i mercati internazionali - la Regione Puglia partecipa a programmi ed iniziative rivolte a territori europei del bacino del Mediterraneo ( paesi di nuova aderenza e di prossima adesione ) con i “ Progetti Paese ” ( DSR pag.96 Il Progetto Paese come metodologia di lavoro partenariale ), partendo dalle comuni radici storiche e culturali. Per il conseguimento delle strategie internazionali, assumono la caratteristica di progetti speciali nell’ambito dei programmi di cooperazione transfrontaliera Italia - Egitto e Italia - Albania. Nel documento strategico si punta a potenziare quelle esperienze internazionali maturate dall’Amministrazione Regionale, che più rispondono agli obiettivi di competitività, di occupazione e di integrazione territoriale, in modo da perseguire con ogni politica l’obiettivo di una maggiore apertura della regione verso l’estero ( DSR pag.97 Valutazione delle esperienze effettuate). Viene più volte sottolineata la volontà di potenziare le iniziative di cooperazione transnazionale verso i paesi di vicinato nel campo della ricerca, dell’innovazione tecnologica, del turismo, dello sviluppo sostenibile, della cultura e delle interconnessioni nelle reti di trasporto, attraverso il sostegno alle università, ai centri di ricerca, alle imprese, etc. L’attuazione di tali processi di cooperazione internazionale passa attraverso il PRINT, che prevede la promozione di specifici Accordi di Programma Quadro con i vari governi. Il PRINT fornirà “ supporto in termini qualitativi, alle iniziative internazionali intraprese tanto dal sistema dell’istruzione scolastica ed universitaria, quanto dal sistema della formazione professionale, darà supporto alla creazione e allo sviluppo di reti scientifiche e tecnologiche che valorizzano le capacità di R&S, alle innovazioni regionali ed alla crescita del grado di internazionalizzazione del sistema universitario, mediante attrazione di studenti e giovani ricercatori “. ( DSR pag.97 Gli obiettivi della cooperazione internazionale della Regione Puglia ). PRINT Programma Regionale per l’internazionalizzazione Le azioni del MAE DGIEPM in tema di rafforzamento dei legami con le comunità degli italiani all’estero vengono descritte nel PRINT come piattaforme da cui partire per favorire gli scambi economici e culturali con l’estero. Al punto 3.1 ( La formazione come mezzo di sviluppo del capitale sociale della comunità locale) della linea 3 ( Formazione per l’internazionalizzazione ) l’approccio “ culturale ” diventa elemento fondamentale nella definizione delle politiche di sostegno ai percorsi di internazionalizzazione, in quanto permette al capitale umano locale di acquisire le skills necessarie a rispondere con competenza alle opportunità e alle sfide poste in essere dalla globalizzazione economica e sociale. La qualificazione delle risorse umane costituisce un asset di estrema importanza per la promozione di un modello regionale di sviluppo duraturo e sostenibile. La formazione viene considerata non solo come accrescimento del patrimonio di

Regione Puglia

professionalità locali, ma anche come strumento per l’implementazione della rete immateriale di relazioni, che all’interno dell’impianto concettuale rappresenta un fattore competitivo decisivo per il futuro della Puglia. Al paragrafo 3.2 l’internazionalizzazione della formazione è concepita come il prodotto di una attività di formazione continua, che inizia nella scuola primaria e termina nelle scuole superiori ed università, mirando a rafforzare l’acquisizione delle attitudini e delle competenze adeguate per avviare relazioni con l’estero; si ritiene indispensabile promuovere percorsi di internazionalizzazione all’interno del sistema della formazione e della ricerca e contemporaneamente mirare anche alla integrazione dei curricula formativi del sistema dell’educazione e della ricerca pugliese, puntando a sviluppare una cultura maggiormente orientata all’integrazione internazionale. Per il periodo di programmazione 2007 - 2013 la Regione Puglia intende dare continuità a quanto realizzato nella programmazione 2000 - 2006, potenziando le esperienze internazionali già maturate e continuando ad investire in azioni di sistema che danno una connotazione innovativa all’intervento pubblico. Gli obiettivi strategici e le priorità tematiche della nuova programmazione dovranno interessare tutte le iniziative ed i programmi della regione, condividendo la mission di una maggiore proiezione della Regione Puglia verso l’esterno. Per il raggiungimento di questi obiettivi la Regione Puglia si avvarrà della Cabina di regia che avrà funzione di programmazione strategica, raccordo e coordinamento di tutte le iniziative riguardanti l’internazionalizzazione economica, territoriale e culturale anche in collaborazione con gli altri enti ed organismi locali e nazionali preposti. La Cabina di Regia, coordinata dal Presidente della Giunta regionale, prevede la partecipazione dei seguenti Assessorati:

1) Assessorato allo Sviluppo Economico ed Innovazione tecnologica; 2) Assessorato ai Trasporti e Vie di Comunicazione; 3) Assessorato al Mediterraneo ; 4) Assessorato alle Risorse Agro-Alimentari; 5) Assessorato al Turismo e all’Industria Alberghiera; 6) Assessorato al Bilancio e Programmazione; 7) Assessorato al Lavoro, Cooperazione e formazione Professionale; 8) Assessorato alla Solidarietà.

Conclusioni Da quanto sopra esposto, appare evidente la volontà dell’amministrazione regionale di dare continuità alle iniziative di internazionalizzazione della Regione Puglia, che puntano prioritariamente sullo sviluppo del capitale umano. Lo sviluppo del Sistema Puglia passa attraverso l’erogazione di conoscenze e competenze adeguate, ma anche attraverso una “ dimensione cognitiva ” delle attività imprenditoriali, ancor prima di quella “ economica “. L’amministrazione pugliese intende contribuire con efficacia al rafforzamento della dimensione cognitiva della formazione, in stretto raccordo con i processi di globalizzazione dell’economia e del lavoro. A questo proposito, l’utilizzo delle

Regione Puglia

“ eccellenze ” italiane all’estero all’interno dei percorsi educativi è strategico per lo sviluppo del territorio e della cooperazione transnazionale. Pertanto si auspica una continuità dell’Osservatorio ITENETs sui processi formativi e lavorativi all’estero,quale fulcro per il raccordo interassessorile nonché di supporto metodologico ed informativo per la stabilizzazione della rete tra i territori italiani e quelli dell’emigrazione nei settori della formazione e del lavoro.

Regione Puglia

Analisi dei documenti strategici regionali nella prospettiva della

continuità dell’Azione del MAE DGIEPM nel periodo 2007 – 2013

Regione Sardegna

Regione Sardegna

ATTIVITÀ DI ACCOMPAGNAMENTO PROGETTUALE 2006

1. La risorsa emigrazione nel DSR preliminare – Sardegna 2. Dichiarazioni programmatiche nel DSR PRELIMINARE SARDEGNA inerenti

politiche per l’apertura internazionale del sistema socio-economico isolano, politiche per l’internazionalizzazione del sistema dell’alta formazione e della ricerca, politiche per l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone svantaggiate o a rischio di esclusione sociale (immigrati): 2.1. dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la Linea 1

d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013 - Rafforzamento dell’offerta formativa, universitaria e scientifica in senso internazionale, attraverso reti strutturate di personalità italiane all’estero;

2.2. dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la Linea 2 d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013 - Sostegno alla cooperazione territoriale in materia di formazione e di mobilità transnazionale dei lavoratori, con particolare riferimento alle politiche per l’immigrazione;

2.3. riferimenti genericamente riconducibili ad istanze di apertura internazionale del sistema socio-economico isolano negli Obiettivi della strategia regionale 2007-2013 (capitolo 3) del DSR preliminare Sardegna.

2.4. dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la Linea 1 d’intervento della DGIEPM per la programmazioni dei fondi dell’UE 2007-2013 – Attrazione risorse umane dall’estero (settembre 2006)

2.5. dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la Linea 2 d’intervento della DGIEPM per la programmazioni dei fondi dell’UE 2007-2013 – Miglioramento dell’offerta formativa (settembre 2006)

2.6. dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la Linea 3 d’intervento della DGIEPM per la programmazioni dei fondi dell’UE 2007-2013 – Dare continuità al progetto PPTIE (settembre 2006)

2.7. dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la Linea 4 d’intervento della DGIEPM per la programmazioni dei fondi dell’UE 2007-2013 – Dare continuità alla rete ITENETs (settembre 2006)

3. Inserzioni nel DSR PRELIMINARE SARDEGNA di riferimenti alle Linee d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013 (redatte dagli esperti regionali MAE-DGIEPM)

4. Inserzioni nel DSR PRELIMINARE SARDEGNA di riferimenti alle progettualità ITENETs e PPTIE (redatte dal team di progetto CIF-OIL Sardegna)

5. Print – Lo stato dell’arte.

Regione Sardegna

1. La risorsa emigrazione nel DSR preliminare – Sardegna Nel documento è presente un unico riferimento esplicito ai “sardi all’estero”, nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.4. Investire sul capitale umano e i servizi alla persona, sottoparagrafo 3.4.1. Portare i livelli di istruzione e formazione della popolazione sarda ai livelli medi europei, sezione Aumentare il numero di laureati sardi e di persone che accedono alla formazione post universitaria. Ridurre la dispersione universitaria, nella pagina 209 dell’attuale versione del DSR, dove si parla di attrazione di capitale umano di eccellenza dall'esterno (ricercatori di chiara fama, talenti sardi all'estero) nelle università sarde e nei centri di ricerca della regione:

“diventa imprescindibile potenziare, diversificare e rendere maggiormente accessibile l'offerta di istruzione e formazione superiore universitaria e post-universitaria della Sardegna, dando contemporaneamente la possibilità agli studenti sardi di accedere a programmi di Alta Formazione organizzati da organismi di alta formazione di qualità e reputazione riconosciute a livello internazionale. Le priorità di intervento individuate per il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati sono:” …. “

- favorire la formazione di capitale umano di eccellenza attraverso il sostegno a percorsi di alta formazione innovativi da realizzare in contesti nazionali e internazionali di qualità;

- attrarre capitale umano di eccellenza dall'esterno (ricercatori di chiara fama, talenti sardi all'estero) nelle università sarde e nei centri di ricerca della regione.

- creare scuole di alta formazione in alcuni settori strategici dell'economia regionale (es: Turismo Sostenibile e Promozione dei Beni Culturali e Ambientali): master in collaborazione con scuole sia europee che del bacino del Mediterraneo di riconosciuta eccellenza, corsi brevi, laboratori”.

2. Dichiarazioni programmatiche nel DSR preliminare Sardegna

inerenti politiche per l’apertura internazionale del sistema socio-economico isolano, politiche per l’internazionalizzazione del sistema dell’alta formazione e della ricerca, politiche per l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone svantaggiate o a rischio di esclusione sociale (immigrati):

2.1. dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la

Linea 1 d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013 - Rafforzamento dell’offerta formativa, universitaria e scientifica in senso internazionale, attraverso reti strutturate di personalità italiane all’estero;

_ Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo

Regione Sardegna

3.3.1. Migliorare e aumentare gli investimenti nell'RST, nella sezione Rafforzare le capacità regionali di RST, nelle pagine 190-191 si parla di:

“realizzazione di programmi e progetti di ricerca scientifica, a totale finanziamento pubblico, nelle aree strategiche dell'economia regionale anche attraverso la creazione di nuovi laboratori di ricerca e l'attrazione di ricercatori di riconosciuta eccellenza internazionale” …… “promuovere l'internazionalizzazione del sistema innovativo regionale, sia nei segmenti più qualificati del sistema delle imprese che delle istituzioni pubbliche di ricerca e dei centri di ricerca pubblici e privati, favorendo le collaborazioni, gli scambi di esperienze e di risorse umane, la partecipazione comune a progetti transnazionali”.

È evidente come la Linea 1 d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013, Rafforzamento dell’offerta formativa, universitaria e scientifica in senso internazionale, attraverso reti strutturate di personalità italiane all’estero, si innesti con facilità su tali indicazioni programmatiche. Le reti con gli IRE di rilievo nel settore della ricerca possono assumere un importante ruolo strategico nell’implementazione e nella realizzazione di tali politiche.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.1. Migliorare e aumentare gli investimenti nell'RST, sezione Sviluppo del “capitale umano innovativo”, a pagina p. 192 si parla di:

“incentivazione dell'alta formazione: master, stage, tirocini, corsi di specializzazione, attivazione di collegamenti e interscambi con centri di ricerca ed università estere; inserimento, anche temporaneo, di risorse professionali a elevata specializzazione nel sistema delle imprese, con l'obiettivo di elevarne la capacità innovativa attivando reali processi di trasferimento e diffusione delle conoscenze; a tal fine, nell'ambito delle attività di cooperazione, potranno essere attivati collegamenti con imprese estere.”

È evidente come la Linea 1 d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013, Rafforzamento dell’offerta formativa, universitaria e scientifica in senso internazionale, attraverso reti strutturate di personalità italiane all’estero, si innesti con facilità su tali indicazioni programmatiche. Le reti con gli IRE di rilievo nel settore della ricerca possono assumere un importante ruolo strategico nell’implementazione e nella realizzazione di tali politiche.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.4. Investire sul capitale umano e i servizi alla persona, sottoparagrafo 3.4.1. Portare i livelli d’istruzione e formazione della popolazione sarda ai livelli medi europei, nella sezione Aumentare il numero di laureati sardi e di persone che accedono alla

Regione Sardegna

formazione post-universitaria e ridurre la dispersione universitaria, nelle pagine 209-210 si sostiene che:

visto il forte ritardo rispetto alla media italiana ed al mezzogiorno nel campo della formazione universitaria

“diventa imprescindibile potenziare, diversificare e rendere maggiormente accessibile l'offerta di istruzione e formazione superiore universitaria e post-universitaria della Sardegna, dando contemporaneamente la possibilità agli studenti sardi di accedere a programmi di Alta Formazione organizzati da organismi di alta formazione di qualità e reputazione riconosciute a livello internazionale. Le priorità di intervento individuate per il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati sono:

- potenziare e qualificare le infrastrutture didattiche e scientifiche delle due Università regionali di Cagliari e Sassari;”

…. “ - favorire la formazione di capitale umano di eccellenza attraverso

il sostegno a percorsi di alta formazione innovativi da realizzare in contesti nazionali e internazionali di qualità;

- attrarre capitale umano di eccellenza dall'esterno (ricercatori di chiara fama, talenti sardi all'estero) nelle università sarde e nei centri di ricerca della regione.

- creare scuole di alta formazione in alcuni settori strategici dell'economia regionale (es: Turismo Sostenibile e Promozione dei Beni Culturali e Ambientali): master in collaborazione con scuole sia europee che del bacino del Mediterraneo di riconosciuta eccellenza, corsi brevi, laboratori;”.

È evidente come la Linea 1 d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013, Rafforzamento dell’offerta formativa, universitaria e scientifica in senso internazionale, attraverso reti strutturate di personalità italiane all’estero, si innesti con facilità su tali indicazioni programmatiche. Le reti con gli IRE di rilievo nel settore della ricerca possono assumere un importante ruolo strategico nell’implementazione e nella realizzazione di tali politiche. 2.2. dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la

Linea 2 d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013 - Sostegno alla cooperazione territoriale in materia di formazione e di mobilità transnazionale dei lavoratori, con particolare riferimento alle politiche per l’immigrazione;

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.4. Investire sul capitale umano e i servizi alla persona, sottoparagrafo 3.4.3. Promuovere una società inclusiva e ridurre il disagio sociale, nella sezione Promuovere l’inserimento nel mercato del lavoro delle persone svantaggiate o a rischio di esclusione sociale, nelle pagine 216-217 si sostiene che fra le priorità di intervento per aumentare la partecipazione al mercato del lavoro ed alla vita delle comunità dei gruppi svantaggiati (compresi gli immigrati) si dovrà:

Regione Sardegna

“ - favorire l'integrazione sociale degli immigrati attraverso azioni di

formazione, sostegno all'imprenditoria e azioni informative; realizzare, in particolare, azioni di supporto alle donne straniere nei loro percorsi di integrazione sociale;

Tali priorità della strategia di inclusione saranno soddisfatte in maniera efficace se alla loro realizzazione concorreranno, oltre agli strumenti mirati di promozione dell'inserimento lavorativo e di partecipazione attiva al mercato del lavoro, anche i diversi settor i del la pubbl ica amministrazione regionale”

È evidente come la Linea 2 d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013, Sostegno alla cooperazione territoriale in materia di formazione e di mobilità transnazionale dei lavoratori, con particolare riferimento alle politiche per l’immigrazione, si innesti con facilità su tali indicazioni programmatiche. L’esperienza accumulata nel partenariato istituzionale e formativo internazionale dalla Regione Sardegna durante l’attuale fase programmatoria attraverso l’azione D, Asse II, Misura II.1, del PON ATAS 2000-2006, anche considerando quelle che paiono essere le probabili modifiche alle disposizioni in materia di immigrazione (Legge 30 luglio 2002, n. 189 – conosciuta anche come legge Bossi-Fini), risulta un patrimonio ricapitalizzabile per l’implementazione e la realizzazione di tali politiche. 2.3. riferimenti genericamente riconducibili ad istanze di apertura

internazionale del sistema socio-economico isolano negli Obiettivi della strategia regionale 2007-2013 del DSR preliminare Sardegna.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.2. Migliorare e aumentare gli investimenti nell'RST, sezione Interventi infrastrutturali, a pagina p. 191 si parla di:

“interventi infrastrutturali per lo sviluppo di distretti tecnologici nei settori in cui sono presenti contestualmente competenze scientifiche e attività di ricerca di eccellenza in grado di attrarre investimenti esterni e cluster dì imprese innovative che operano sui mercati internazionali (es. biomedicina)”

L’amministrazione regionale intende favorire gli investimenti dall’esterno e l’insediamento di aziende extraisolane per lo sviluppo territoriale attraverso il rafforzamento dei distretti tecnologici. Le reti con gli IRE di rilievo nel settore della ricerca possono assumere un importante ruolo strategico nell’implementazione e nella realizzazione di tali politiche.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.2 Incrementare la propensione all'imprenditorialità e la cultura d'impresa e creare condizioni più favorevoli all'accumulazione di conoscenze da parte delle imprese, a pagina 195 si parla di:

Regione Sardegna

“attuazione di politiche per l'internazionalizzazione: servizi per la internazionalizzazione in uscita (export, insediamenti produttivi all'estero); servizi per la internazionalizzazione in entrata (marketing territoriale e dispositivi di accoglienza)”

L’amministrazione regionale intende favorire lo sviluppo della cultura d’impresa attraverso la creazione di nuovi servizi per il sostegno insediativo (all’esterno e nell’isola) e l’accumulazione di conoscenza strategica per le imprese. Il carattere di “risorsa strategica” per l’internazionalizzazione economica degli IRE è emerso nella fase programmatoria in atto (QCS 2000-2006), anche attraverso le progettualità dispiegate a partire l’azione D, Asse II, Misura II.1, del PON ATAS 2000-2006.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.2 Incrementare la propensione all'imprenditorialità e la cultura d'impresa e creare condizioni più favorevoli all'accumulazione di conoscenze da parte delle imprese, sezione Creare condizioni più favorevoli all'accumulazione di conoscenze da parte delle imprese, alle pagine 197-198 si sostiene che:

“La creazione di condizioni più favorevoli alla accumulazione di nuove conoscenze da parte delle imprese è essenzialmente legata alla diffusione della ricerca applicata, alle pratiche di trasferimento tecnologico; alla possibilità e capacità, in un contesto di capillare diffusione dell’ICT, di reperire informazioni su mercati e competitori esteri” ….. “Più specificamente, la Regione Sarda prevede la creazione di reti di cooperazione e collaborazione con le Università, i centri di ricerca regionali, nazionali e comunitari e le imprese. Si intende pertanto creare un canale stabile e strutturato fra ricerca, innovazione e mondo imprenditoriale, canale che poggerà, attraverso una politica di poli di eccellenza, principalmente su:

centri di competenza per la ricerca e il trasferimento tecnologico [….]; centri servizi multisettoriali a gestione privatistica, finalizzati a una capillare erogazione di prestazioni innovative alle imprese [….]; un centro per l'area di libero scambio del Mediterraneo, che entrerà in vigore nel 2010, capace di porsi come punto di riferimento delle attività di ricerca e sviluppo per le imprese, le Università e i Centri di ricerca dei Paesi dell'area”

La creazione di reti di cooperazione e collaborazione fra le imprese, le Università ed i centri di ricerca regionali, nazionali e comunitari intende rispondere all’esigenza di innovazione e competitività del sistema produttivo isolano anche attraverso il partenariato internazionale. L’implementazione di tali reti si fonderà sul rafforzamento e sulla creazione di poli d’eccellenza, fra i quali un centro di libero scambio del mediterraneo. Gli IRE attivi nei settori della ricerca, del trasferimento tecnologico e nei settori produttivi strategici per lo sviluppo economico isolano, come dimostrato alle istituzioni regionali in occasione del seminario “UNIVERSITÀ E

Regione Sardegna

RICERCA NEGLI USA: OPPORTUNITÀ PER LA RICERCA E L’ALTA FORMAZIONE IN SARDEGNA”, possono assumere un importante ruolo nell’implementazione e nella realizzazione di tali politiche.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.3. Rafforzare il tessuto produttivo sardo e la sua competitività internazionale, sezione Promuovere l’internazionalizzazione delle imprese, pagine 201-202 si sostiene che:

“La Regione Sarda perseguirà politiche di internazionalizzazione "in uscita", [….]

- in secondo luogo la possibilità di elaborare validi business plan per l'export fondati sulla conoscenza dei mercati e sulla capacità di relazioni d'affari;

- in terzo luogo la opportunità di compiere esplorazioni commerciali di tipo operativo, infine la presenza di servizi di agenzia efficienti e unitari per le pratiche di esportazione e le necessità accessorie (assicurazioni e garanzie).

[….] Al fine di favorire la competitivita e l'occupazione nell'economia regionale verrà altresì attuata una politica di cosiddetta internazionalizzazione "in entrata"

Il ruolo informativo e connettivo che IRE possono assumere rispetto all’internazionalizzazione dell’impresa sarda è emerso nel corso dell’attuale fase programmatoria (QCS 2000-2006) anche attraverso i seminari sui mercati esteri e sulle possibilità da essi offerte per le imprese isolane, organizzati nell’ambito del progetto pilota del PPTIE “Una vetrina per la Sardegna”, ma va ancora pubblicamente sottolineato il ruolo che gli IRE possono assumere nella direzione inversa, nell’internazionalizzazione in entrata”

2.4 dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la

Linea 1 d’intervento della DGIEPM per la programmazioni dei fondi dell’UE 2007-2013 – Attrazione risorse umane dall’estero (settembre 2006)

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.1. Migliorare e aumentare gli investimenti nell’RST si parla di:

“realizzazione di programmi e progetti di ricerca scientifica, a totale finanziamento pubblico, nelle aree strategiche dell'economia regionale anche attraverso la creazione di nuovi laboratori di ricerca e l'attrazione di ricercatori di riconosciuta eccellenza internazionale [….] promuovere l'internazionalizzazione del sistema innovativo regionale, sia nei segmenti più qualificati del sistema delle imprese che delle istituzioni pubbliche di ricerca e dei centri di ricerca pubblici e privati, favorendo le collaborazioni, gli

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scambi di esperienze e di risorse umane, la partecipazione comune a progetti transnazionali”. [….] Gli interventi strutturali si rivelano necessari, pur se non previsti dall’obiettivo ‘Competitività’ della nuova politica di coesione, a causa delle forti carenze ancora presenti in Sardegna in questo campo, sia come disponibilità di spazi attrezzati che come infrastrutture e reti in senso ampio”

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.4. Investire sul capitale umano e i servizi alla persona, sottoparagrafo 3.4.1. Portare i livelli d’istruzione e formazione della popolazione sarda ai livelli medi europei nelle pagine 209-210 si sostiene che:

visto il forte ritardo rispetto alla media italiana ed al mezzogiorno nel campo della formazione universitaria

“diventa imprescindibile potenziare, diversificare e rendere maggiormente accessibile l'offerta di istruzione e formazione superiore universitaria e post-universitaria della Sardegna, dando contemporaneamente la possibilità agli studenti sardi di accedere a programmi di Alta Formazione organizzati da organismi di alta formazione di qualità e reputazione riconosciute a livello internazionale. Le priorità di intervento individuate per il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati sono:

- potenziare e qualificare le infrastrutture didattiche e scientifiche delle due Università regionali di Cagliari e Sassari;

[….] - favorire la formazione di capitale umano di eccellenza attraverso

il sostegno a percorsi di alta formazione innovativi da realizzare in contesti nazionali e internazionali di qualità;

- attrarre capitale umano di eccellenza dall'esterno (ricercatori di chiara fama, talenti sardi all'estero) nelle università sarde e nei centri di ricerca della regione.

- creare scuole di alta formazione in alcuni settori strategici dell'economia regionale [….]: master in collaborazione con scuole sia europee che del bacino del Mediterraneo di riconosciuta eccellenza, corsi brevi, laboratori;”.

La costruzione di partenariati fra le istituzioni regionali e quelle dei paesi esteri, supportata dagli IRE di rilievo nel settore dell’alta formazione può assumere un importante ruolo strategico nell’implementazione e nella realizzazione delle sopraccitate politiche.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.4. Investire sul capitale umano e i servizi alla persona, 3.4.5 Garantire servizi socio-sanitari appropriati e prevenire rischi sanitari, a p. 224, si parla di: “la Regione intende assumere un ruolo importante nel processo di rilancio

della ricerca sanitaria in Sardegna, attraverso finanziamenti finalizzati, anche attivando forme di coordinamento con i finanziatori privati, secondo le seguenti priorità di intervento:

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- potenziare i Centri di Eccellenza esistenti attorno ai quali promuovere la nascita di nuove iniziative

- garantire supporto finanziario allo sviluppo di nuove ricerche sulla base dei criteri di originalità, innovatività, fattibilità, potenziale applicabilità e competenza dei proponenti”

Le reti con gli IRE di rilievo nel settore della ricerca possono assumere un importante ruolo strategico nell’implementazione e nella realizzazione di tali politiche.

2.5 dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la Linea 2 d’intervento della DGIEPM per la programmazioni dei fondi dell’UE 2007-2013 – Miglioramento dell’offerta formativa (settembre 2006)

Nel secondo capitolo Le strategie in atto, paragrafo 2.4 Le strategie in atto per l’istruzione e la formazione, a p. 127 si parla di:

“La strategia della Regione è stata […] orientata al supporto dell’intero percorso formativo ed al rafforzamento delle conoscenze della persona. Un’enfasi particolare è stata dedicata alle azioni mirate alla qualificazione delle […] risorse umane in esse impegnate. Ciò comprende la formazione del personale scolastico e dei formatori, ma anche altre tipologie di interventi”.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.2 Accrescere la capacità della Sardegna di attrarre investimenti e imprese, sottoparagrafo 3.2.4 Sfruttare il vantaggio competitivo rappresentato dai grandi attrattori naturali, paesaggistici e culturali, a p. 170 si parla di:

“specializzazione delle risorse umane impegnate nel settore turistico, attraverso l’elevazione qualitativa della formazione professionale (gestione aziendale, marketing, assistenza ai clienti, ecc.) e l’innalzamento dei livelli professionali degli addetti”

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.3 Rafforzare il tessuto produttivo sardo e la sua competitività internazionale si parla di

“le politiche incentivanti della Regione saranno modificate secondo uno schema definito di obiettivi […]. Tali obiettivi possono essere così sinteticamente riassunti: […] - privilegiare, nelle politiche di investimento, l’accumulo di capitale immateriale rispetto a quello materiale, favorire gli interventi tesi al miglioramento gestionale e all’innovazione e favorire l’internazionalizzazione delle imprese sarde”

Regione Sardegna

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.4 Investire sul capitale umano e i servizi alla persona, sottoparagrafo 3.4.2 Aumentare la partecipazione al mercato del lavoro, si parla di

“-istituire Centri Regionali di Eccellenza finalizzati al sostegno di professionalità di particolare valore per lo sviluppo di comparti produttivi di interesse strategico per l’economia regionale, attraverso i Centri di Formazione Professionale e tramite accordi e convenzioni con le Università, istituzioni locali, istituti di ricerca scientifica e tecnologica, e imprese”

2.6 dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la

Linea 3 d’intervento della DGIEPM per la programmazioni dei fondi dell’UE 2007-2013 – Dare continuità al progetto PPTIE (settembre 2006)

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.2 Incrementare la propensione all'imprenditorialità e la cultura d'impresa e creare condizioni più favorevoli all'accumulazione di conoscenze da parte delle imprese, a pagina 195 si parla di:

“attuazione di politiche per l'internazionalizzazione: servizi per la internazionalizzazione in uscita (export, insediamenti produttivi all'estero); servizi per la internazionalizzazione in entrata (marketing territoriale e dispositivi di accoglienza)”

L’amministrazione regionale intende favorire lo sviluppo della cultura d’impresa attraverso la creazione di nuovi servizi per il sostegno insediativo (all’esterno e nell’isola) e l’accumulazione di conoscenza strategica per le imprese. Il PPTIE nella fase programmatoria in atto (QCS 2000-2006), attraverso i progetti dell’avviso pubblico del 23 agosto 2002 e attraverso il progetto pilota Una vetrina per la Sardegna ha attivato le risorse italiane all’estero in favore del marketing territoriale e della realizzazione di progetti di lavoro, formazione e creazione di impresa con le realtà socioeconomiche isolane. Nel prossimo sessennio (2007-2013) l’esperienza maturata potrebbe riversarsi in attività di costruzione partenariale in favore della “internazionalizzazione in entrata”.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.2 Incrementare la propensione all'imprenditorialità e la cultura d'impresa e creare condizioni più favorevoli all'accumulazione di conoscenze da parte delle imprese, alle pagine 197-198 si sostiene che:

“La creazione di condizioni più favorevoli alla accumulazione di nuove conoscenze da parte delle imprese è essenzialmente legata alla diffusione della ricerca applicata, alle pratiche di trasferimento tecnologico; alla

Regione Sardegna

possibilità e capacità, in un contesto di capillare diffusione dell’ICT, di reperire informazioni su mercati e competitori esteri” ….. “Più specificamente, la Regione Sarda prevede la creazione di reti di cooperazione e collaborazione con le Università, i centri di ricerca regionali, nazionali e comunitari e le imprese. Si intende pertanto creare un canale stabile e strutturato fra ricerca, innovazione e mondo imprenditoriale, canale che poggerà, attraverso una politica di poli di eccellenza, principalmente su:

centri di competenza per la ricerca e il trasferimento tecnologico, con cui favorire la collaborazione delle imprese con le Università e creare partenariati in grado di individuare, divulgare e trasferire nuove tecnologie, generare supporto finanziario per la ricerca, assistere start up e spin off, offrire servizi di ingegnerizzazione, prototipazione e per la brevettazione internazionale, e in generale promuovere l’innovazione accelerando il trasferimento delle conoscenze e delle evoluzioni scientifiche verso il mondo delle PMI; centri servizi multisettoriali a gestione privatistica, finalizzati a una capillare erogazione di prestazioni innovative alle imprese [….]; un centro per l'area di libero scambio del Mediterraneo, che entrerà in vigore nel 2010, capace di porsi come punto di riferimento delle attività di ricerca e sviluppo per le imprese, le Università e i Centri di ricerca dei Paesi dell'area”

La creazione di reti di cooperazione e collaborazione intende rispondere all’esigenza di innovazione e competitività del sistema produttivo isolano anche attraverso il partenariato internazionale. le esperienze costruite in partenariato con gli IRE attivi nei settori della ricerca, del trasferimento tecnologico e nei settori produttivi e distributivi strategici per lo sviluppo economico isolano, realizzate in ambito PPTIE nell’attuale fase programmatoria vanno nel senso dell’accumulazione di nuove e utili conoscenze da parte delle imprese. La capacità di fare rete con gli IRE per lo sviluppo competitivo delle imprese locali può essere riversata in queste politiche prospettate dal DSR preliminare per la programmazione 2007-2013.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.3. Rafforzare il tessuto produttivo sardo e la sua competitività internazionale, sezione Promuovere l’internazionalizzazione delle imprese, pagine 201-202 si sostiene che:

“La Regione Sarda perseguirà politiche di internazionalizzazione "in uscita", ovvero a favore dell'export e della presenza diretta delle proprie imprese in altre regioni e paesi, attraverso progetti integrati (anche di cooperazione europea) miranti a incidere sui molteplici fattori che favoriscono l'espansione sui mercati esteri: [….]

- in secondo luogo la possibilità di elaborare validi business plan per l'export fondati sulla conoscenza dei mercati e sulla capacità di relazioni d'affari;

Regione Sardegna

- in terzo luogo la opportunità di compiere esplorazioni commerciali di tipo operativo, infine la presenza di servizi di agenzia efficienti e unitari per le pratiche di esportazione e le necessità accessorie (assicurazioni e garanzie).

[….] - Al fine di favorire la competitivita e l'occupazione nell'economia

regionale verrà altresì attuata una politica di cosiddetta internazionalizzazione "in entrata"

Il ruolo informativo e connettivo che IRE possono assumere rispetto all’internazionalizzazione dell’impresa sarda è emerso nel corso dell’attuale fase programmatoria (QCS 2000-2006) anche attraverso i seminari sui mercati esteri e sulle possibilità da essi offerte per le imprese isolane, organizzati nell’ambito del progetto pilota del PPTIE “Una vetrina per la Sardegna”, ma va ancora pubblicamente sottolineato il ruolo che gli IRE possono assumere nella direzione inversa, nell’internazionalizzazione in entrata”. L’esperienza maturata e le capacità sviluppate dai team di progetto fra il 2000 ed il 2006 può essere riversata su progettualità mirate al marketing territoriale.

2.7 dichiarazioni programmatiche attinenti alle tematiche inerenti la

Linea 4 d’intervento della DGIEPM per la programmazioni dei fondi dell’UE 2007-2013 – Dare continuità alla rete ITENETs (settembre 2006)

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.2 Incrementare la propensione all'imprenditorialità e la cultura d'impresa e creare condizioni più favorevoli all'accumulazione di conoscenze da parte delle imprese, sezione Creare condizioni più favorevoli all'accumulazione di conoscenze da parte delle imprese, alle pagine 197-198 si sostiene che:

“La creazione di condizioni più favorevoli alla accumulazione di nuove conoscenze da parte delle imprese è essenzialmente legata alla diffusione della ricerca applicata, alle pratiche di trasferimento tecnologico; alla possibilità e capacità, in un contesto di capillare diffusione dell’ICT, di reperire informazioni su mercati e competitori esteri [….] Più specificamente, la Regione Sarda prevede la creazione di reti di cooperazione e collaborazione con le Università, i centri di ricerca regionali, nazionali e comunitari e le imprese. Si intende pertanto creare un canale stabile e strutturato fra ricerca, innovazione e mondo imprenditoriale, canale che poggerà, attraverso una politica di poli di eccellenza, principalmente su:

centri di competenza per la ricerca e il trasferimento tecnologico, con cui favorire la collaborazione delle imprese con le Università e creare partenariati in grado di individuare, divulgare e trasferire nuove tecnologie, generare supporto finanziario per la ricerca, assistere start up e spin off, offrire servizi di ingegnerizzazione, prototipazione e per la brevettazione internazionale, e in generale promuovere l’innovazione

Regione Sardegna

accelerando il trasferimento delle conoscenze e delle evoluzioni scientifiche verso il mondo delle PMI; centri servizi multisettoriali a gestione privatistica, finalizzati a una capillare erogazione di prestazioni innovative alle imprese (informazioni e analisi competitive, dati di mercato microsettoriali, diffusione delle esperienze e conoscenze maturate dai centri di competenza anche attraverso il trasferimento tecnologico); un centro per l'area di libero scambio del Mediterraneo, che entrerà in vigore nel 2010, capace di porsi come punto di riferimento delle attività di ricerca e sviluppo per le imprese, le Università e i Centri di ricerca dei Paesi dell'area”

La promozione della conoscenza e dell'innovazione attraverso la creazione di reti di cooperazione e collaborazione fra le imprese, le Università ed i centri di ricerca regionali, nazionali e comunitari, sfruttando la risorsa costituita dagli IRE attivi nei settori strategici e i contributi da questi offerti per la costruzione di partenariati fra le istituzioni regionali e quelle dei paesi esteri, risponde all’esigenza di innovazione e competitività del sistema produttivo isolano. Le esperienze costruite in partenariato con gli IRE attivi nei settori della ricerca, del trasferimento tecnologico e nei settori produttivi e distributivi strategici per lo sviluppo economico isolano, realizzate nell’attuale fase programmatoria in ambito ITENETS-PPTIE1, volte in ultima istanza al potenziamento del capitale umano isolano, rispondono a questa esigenza regionale di promozione della conoscenza e dell’innovazione.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.4. Investire sul capitale umano e i servizi alla persona, sottoparagrafo 3.4.1. Portare i livelli di istruzione e formazione della popolazione sarda ai livelli medi europei nella pagina 209 dell’attuale versione del DSR, si parla di attrazione di capitale umano di eccellenza dall'esterno (ricercatori di chiara fama, talenti sardi all'estero) nelle università sarde e nei centri di ricerca della regione:

“diventa imprescindibile potenziare, diversificare e rendere maggiormente accessibile l'offerta di istruzione e formazione superiore universitaria e post-universitaria della Sardegna, dando contemporaneamente la possibilità agli studenti sardi di accedere a programmi di Alta Formazione organizzati da organismi di alta formazione di qualità e reputazione riconosciute a livello internazionale. Le priorità di intervento individuate per il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati sono: [….]

- favorire la formazione di capitale umano di eccellenza attraverso il sostegno a percorsi di alta formazione innovativi da realizzare in contesti nazionali e internazionali di qualità;

- attrarre capitale umano di eccellenza dall'esterno (ricercatori di chiara fama, talenti sardi all'estero) nelle università sarde e nei

1 Nelle attività del progetto pilota Una vetrina per la Sardegna sono stati stipulati tre protocolli d'intesa tra la Regione Sardegna, il Mit di Boston, l'universita' del Massachusetts e lo stato del Rhode Island che serviranno anche da supporto per la realizzazione del programma regionale Master and Back per l’alta formazione di neolaureati in Italia ed all’estero.

Regione Sardegna

centri di ricerca della regione. - creare scuole di alta formazione in alcuni settori strategici

dell'economia regionale (es: Turismo Sostenibile e Promozione dei Beni Culturali e Ambientali): master in collaborazione con scuole sia europee che del bacino del Mediterraneo di riconosciuta eccellenza, corsi brevi, laboratori”.

Sostenere la Regione nel processo di programmazione di iniziative per l’attrazione e la valorizzazione di risorse italiane all’estero anche attraverso la costruzione di partenariati fra le istituzioni regionali e quelle dei paesi esteri, supportata dagli IRE è stato l’obiettivo di ITENETs ed ha prodotto negli ultimi sei anni un capitale reinvestibile nella nuova programmazione.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.1. Migliorare e aumentare gli investimenti nell'RST, nella sezione Rafforzare le capacità regionali di RST, nelle pagine 190-191 si parla di:

“realizzazione di programmi e progetti di ricerca scientifica, a totale finanziamento pubblico, nelle aree strategiche dell'economia regionale anche attraverso la creazione di nuovi laboratori di ricerca e l'attrazione di ricercatori di riconosciuta eccellenza internazionale [….] promuovere l'internazionalizzazione del sistema innovativo regionale, sia nei segmenti più qualificati del sistema delle imprese che delle istituzioni pubbliche di ricerca e dei centri di ricerca pubblici e privati, favorendo le collaborazioni, gli scambi di esperienze e di risorse umane, la partecipazione comune a progetti transnazionali”.

La costruzione di partenariati fra le istituzioni regionali e quelle dei paesi esteri2, supportata dagli IRE di rilievo nel settore della ricerca può assumere un importante ruolo strategico nell’implementazione e nella realizzazione delle sopraccitate politiche. Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.2 Incrementare la propensione all'imprenditorialità e la cultura d'impresa e creare condizioni più favorevoli all'accumulazione di conoscenze da parte delle imprese, a pagina 195 si parla di:

2 Nelle attività del progetto pilota Una vetrina per la Sardegna sono stati stipulati tre protocolli d'intesa tra la Regione Sardegna, il Mit di Boston, l'universita' del Massachusetts e lo stato del Rhode Island che potranno servire anche da supporto per la realizzazione del programma regionale Master and Back per l’alta formazione di neolaureati in Italia ed all’estero. Il sardo residente all’estero Alberto Devoto, addetto scientifico all’ambasciata italiana Washington, ha permesso l’avvicinamento istituzionale e la ratifica dei protocolli.

Regione Sardegna

“attuazione di politiche per l'internazionalizzazione: servizi per la internazionalizzazione in uscita (export, insediamenti produttivi all'estero); servizi per la internazionalizzazione in entrata (marketing territoriale e dispositivi di accoglienza)”

La costruzione di partenariati con gli IRE attivi nei settori produttivo e distributivo può assumere un importante ruolo strategico nell’implementazione e nella realizzazione delle sopraccitate politiche per l’internazionalizzazione.

Nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l'innovazione a favore della crescita , sottoparagrafo 3.3.2 Incrementare la propensione all'imprenditorialità e la cultura d'impresa e creare condizioni più favorevoli all'accumulazione di conoscenze da parte delle imprese, sezione Creare condizioni più favorevoli all'accumulazione di conoscenze da parte delle imprese, alle pagine 197-198 si sostiene che:

“La creazione di condizioni più favorevoli alla accumulazione di nuove conoscenze da parte delle imprese è essenzialmente legata alla diffusione della ricerca applicata, alle pratiche di trasferimento tecnologico; alla possibilità e capacità, in un contesto di capillare diffusione dell’ICT, di reperire informazioni su mercati e competitori esteri” ….. “Più specificamente, la Regione Sarda prevede la creazione di reti di cooperazione e collaborazione con le Università, i centri di ricerca regionali, nazionali e comunitari e le imprese. Si intende pertanto creare un canale stabile e strutturato fra ricerca, innovazione e mondo imprenditoriale, canale che poggerà, attraverso una politica di poli di eccellenza, principalmente su:

centri di competenza per la ricerca e il trasferimento tecnologico, con cui favorire la collaborazione delle imprese con le Università e creare partenariati in grado di individuare, divulgare e trasferire nuove tecnologie, generare supporto finanziario per la ricerca, assistere start up e spin off, offrire servizi di ingegnerizzazione, prototipazione e per la brevettazione internazionale, e in generale promuovere l’innovazione accelerando il trasferimento delle conoscenze e delle evoluzioni scientifiche verso il mondo delle PMI; centri servizi multisettoriali a gestione privatistica, finalizzati a una capillare erogazione di prestazioni innovative alle imprese (informazioni e analisi competitive, dati di mercato microsettoriali, diffusione delle esperienze e conoscenze maturate dai centri di competenza anche attraverso il trasferimento tecnologico); un centro per l'area di libero scambio del Mediterraneo, che entrerà in vigore nel 2010, capace di porsi come punto di riferimento delle attività di ricerca e sviluppo per le imprese, le Università e i Centri di ricerca dei Paesi dell'area”

La creazione di reti di cooperazione e collaborazione fra le imprese, le Università ed

Regione Sardegna

i centri di ricerca regionali, nazionali e comunitari intende rispondere all’esigenza di innovazione e competitività del sistema produttivo isolano anche attraverso il partenariato internazionale. L’implementazione di tali reti si fonderà sul rafforzamento e sulla creazione di poli d’eccellenza, fra i quali un centro di libero scambio del mediterraneo. Gli IRE attivi nei settori della ricerca, del trasferimento tecnologico e nei settori produttivi strategici per lo sviluppo economico isolano, come dimostrato alle istituzioni regionali in occasione del seminario “UNIVERSITÀ E RICERCA NEGLI USA: OPPORTUNITÀ PER LA RICERCA E L’ALTA FORMAZIONE IN SARDEGNA”, possono assumere un importante ruolo nell’implementazione e nella realizzazione di tali politiche, permettendo la messa a sistema di importanti partenariati interistituzionali.

3. Inserzioni nel DSR preliminare Sardegna di riferimenti alle Linee d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013 (redatte dagli esperti regionali)

Il seguente riferimento alle tematiche inerenti la Linea 1 d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013 (febbraio 2006) sarà inserito nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.4. Investire sul capitale umano e i servizi alla persona, sottoparagrafo 3.4.1. Portare i livelli di istruzione e formazione della popolazione sarda ai livelli medi europei, alle pagine 209-210 dell’attuale versione del DSR:

“La regione Sardegna intende perseguire la finalità di potenziare e diversificare la propria offerta di istruzione e formazione superiore, raccordando la propria azione anche con una linea d’intervento promossa a livello nazionale dalla DGIEPM del MAE per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013. In ciò si intende dare seguito e continuità allo strumento operativo dell’Osservatorio ITENETs (International Training and Employment Networks) sul lavoro e l’impresa degli Italiani all’Estero costituitosi nell’ambito del PON ATAS Ob.1 2000-2006 Misura II.1 azione D, che potrà ofrire un sistema di servizi, oltrechè conoscitivi anche di supporto progettuale per orientare gli enti ed i sistemi formativi locali verso un utilizzo organico e strutturato delle risorse professionali e delle conoscenze degli Italiani Residenti all’Estero nella logica della internazionalizzazione dei territori. A tal fine l’obbiettivo della regione nella programmazione 2007-2013 sarà quello di utilizzare l’esperienza maturata dalle Regioni dell’Obiettivo 1 nell’ambito del PON ATAS nel campo della cooperazione formativa con gli Italiani Residenti all’Estero per la formazione di formatori, la formazione a distanza, la progettazione di nuove figure professionale della mediazione culturale ed economica, la creazione di reti imprenditoriali, attraverso azioni di sistema, promuovendo un rafforzamento dell’offerta formativa regionale in senso internazionale, attraverso reti strutturate di personalità italiane all’estero”.

Il seguente riferimento alle tematiche inerenti la Linea 2 d’intervento della DGIEPM per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013 (febbraio 2006)

Regione Sardegna

sarà inserito nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.4. Investire sul capitale umano e i servizi alla persona, sottoparagrafo 3.4.3. Promuovere una società inclusiva e ridurre il disagio sociale, alle pagine 216-217 dell’attuale versione del DSR:

“In questo ambito la Regione intende altresì raccordare la propria azione alle linee di intervento promosse in sede nazionale dalla Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie del MAE per la programmazione dei fondi dell’UE 2007-2013, utilizzando l’azione di sistema e l’esperienza già realizzata dalle regioni dell’Ob.1 con gli Italiani residenti all’estero nell’ambito del PON ATAS Ob.1 2000-2006 Misura II.1, azione D, finalizzata al partenariato formativo culturale ed economico con gli IRE, per metterla a disposizione delle politiche di integrazione sociale, culturale e lavorativa degli immigrati. In tal modo si potrà fornire anche un sostegno alla cooperazione territoriale in materia di formazione e di mobilità transnazionle dei lavoratori, trasferendo a livello regionale le competenze necessarie nei termini di capacity buiding istituzionale, favorendo possibili collaborazioni fra la Regione e le istituzioni e gi organismi dei Paesi del Vicinato. ” .

4. Inserzioni nel DSR PRELIMINARE SARDEGNA di riferimenti alle progettualità ITENETs e PPTIE (redatte dal team di progetto CIF-OIL Sardegna)

La seguente inserzione sarà inserita nel terzo capitolo Obiettivi della strategia regionale 2007-2013, paragrafo 3.3. Promuovere la conoscenza e l’innovazione a favore della crescita, sottoparagrafo 3.3.3. Rafforzare il tessuto produttivo sardo e la sua competitività internazionale, alla pagina 196 dell’attuale versione del DSR preliminare: “La Regione al fine di rendere più efficace l’azione di penetrazione dei mercati esteri intende avvalersi inoltre dello sviluppo delle relazioni con le comunità degli emigrati residenti all’estero quali promotori e mediatori professionali, economici, sociali e culturali nei confronti dei paesi di residenza. L’azione prevista si sviluppa conformemente alla linea ribadita sia dal DPEF 2006-2008 sia dai programmi previsti dal Piano triennale per l’emigrazione 2006-2008 che prevedono l’istituzione di sportelli informativi presso le aree di emigrazione che presentano un significativo interesse per l’economia sarda”. La seguente inserzione sarà inserita nel quinto capitolo Governance e partenariato, paragrafo 5.1. La governance, sottoparagrafo 5.1.5. L’internalizzazione delle competenze, alla pagina 243 dell’attuale versione del DSR preliminare: “Inoltre, attraverso i progetti ITENETs e PPTIE relativi alla Misura II.1 azione D del PON ATAS, denominata “Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli Italiani all’Estero per lo sviluppo del territorio” ai quali ha aderito la Regione Sardegna, sono state sviluppate e consolidate specifiche competenze in materia di internazionalizzazione e partenariato con l’estero. Tali

Regione Sardegna

esperienze hanno condotto all’attivazione dell’Osservatorio regionale dell’impresa e del lavoro dei sardi nel mondo”

La seguente inserzione sarà inserita nel quinto capitolo Governance e partenariato, paragrafo 5.2. Il partenariato, sottoparagrafo 5.2.1. Lezioni dall’esperienza 2000-2006, alla pagina 246 dell’attuale versione del DSR preliminare: “Di particolare importanza è anche il PPTIE (Programma di Partenariato territoriale con gli Italiani all’Estero) in fase di realizzazione nell’ambito del PON ATAS Misura II.1 azione D, che prevede lo sviluppo di iniziative di capacity e institutional building orientate a dotare le regioni dell’Ob.1 e le istituzioni locali e gli attori del territorio della Sardegna di competenze e della strumentazione necessaria per promuovere, programmare e sostenere accordi di partenariato con gli Italiani all’Estero per l’internazionalizzazione e lo sviluppo locale dei diversi territori. La seguente inserzione sarà inserita nel quinto capitolo Governance e partenariato, paragrafo 5.2. Il partenariato, sottoparagrafo 5.2.2. Modalità di coinvolgimento del partenariato istituzionale ed economico-sociale nella programmazione 2007-201, alla pagina 247 dell’attuale versione del DSR preliminare: “il processo di progettazione integrata dovrà essere orientato a sostenere la capacità delle istituzioni locali e degli altri attori dello sviluppo del territorio di negoziare e programmare iniziative che proiettano l’economia e la cultura delle diverse especifiche aree della Sardegna nel contesto di un “sistema sardo nel mondo” attraverso il coinvolgimento degli emigrati in linea con la nuova politica sull’emigrazione”. 5. Il Print – Lo stato dell’arte Con delibera del 10 gennaio 2006 la Regione Sardegna ha istituito il Comitato di coordinamento per l’internazionalizzazione, il quale aveva il compito di elaborare il Print. Il suddetto Comitato ha provveduto a compiere una mappatura delle attività internazionalizzanti in atto in Sardegna, considerando la stessa propedeutica alla stesura del Print. La mappatura è terminata a luglio. Tra luglio e settembre, tuttavia, è intervenuta la decisione politica di bloccare la stesura del Print. Ad oggi, quindi, non è possibile stabilire se il Print verrà elaborato e con quali tempi.

Analisi dei documenti strategici regionali nella prospettiva della

continuità dell’Azione del MAE DGIEPM nel periodo 2007 – 2013

Regione Sicilia

I Siciliani all’estero: analisi dei documenti regionali e nazionali relativi alla programmazione 2007-13

Sicilia

Programma Regionale per l’Internazionalizzazione (PRINT)

Il PRINT (Programma Regionale per l’Internazionalizzazione) appare uno strumento fondamentale per la programmazione delle politiche e delle iniziative d’internazionalizzazione delle regioni. La rilevanza di detto strumento si lega, altresì, alla possibilità per le stesse regioni di avvalersi di fonti e opportunità di finanziamento in modo certamente più razionale e organico rispetto al passato.1

Come ben noto, il PRINT della Regione Sicilia trova disciplina nel Complemento di Programmazione (CDP) del Programma Operativo Regionale (POR Sicilia 2000-2006), con una collocazione specifica nell’ambito della misura 6.06 intitolata “Internazionalizzazione dell’economia siciliana”.2

Il Quadro 1 descrive gli obiettivi generali del PRINT della Regione Sicilia così come si evincono dallo stesso Complemento di Programmazione e dal Documento di indirizzo strategico per la definizione ed implementazione del Programma Regionale per l’Internazionalizzazione – PRINT.

1 Il PRINT può avvalersi di risorse finanziarie promananti da fonti diverse (comunitarie, nazionali, regionali e anche private), che possono essere utilizzate in regime unico o pro quota (vedasi anche: MAE – MAP, Linee Guida metodologiche per la definizione del Programma Regionale di Internazionalizzazione (PRINT) 2 Si riporta in appendice (A.1) un quadro sintetico - descrittivo della misura 6.06 “Internazionalizzazione dell’economia siciliana”.

I Siciliani all’estero: analisi dei documenti regionali e nazionali relativi a lla programmazione 2007-13

Sicilia

Quadro 1

Il Programma regionale per l’internazionalizzazione (PRINT) della Regione Sicilia: obiettivi generali

Accrescere la competitività del sistema produttivo regionale in ambito UE ed extra UE

Integrare le diverse azioni di internazionalizzazione nell’ambito di politiche comuni (es: politica di coesione 2007-13)

Razionalizzare e rendere organiche le diverse attività d’internazionalizzazione (Regione, attori socio -economici etc.)

Implementare attraverso lo SPRINT il coordinamento delle attività d’internazionalizzazione e la comunicazione a potenziali attori

Obiettivi generali del PRINT della Regione Sicilia :

Integrare le risorse finanziarie disponibili (di fonte comunitaria, regionale etc.) e gli strumenti operativi

Fonte: Regione Siciliana (2005c, p.2) ed elaborazione propria

La procedura per la definizione del PRINT è schematizzata nel Quadro 2. Essa si è conclusa con la prima stesura dello stesso Documento (Regione Siciliana, febbraio 2006), dopo l’approvazione del Documento di indirizzo strategico per la definizione ed implementazione del Programma Regionale per l’Internazionalizzazione – PRINT (giugno 2005).

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Sicilia

Quadro 2

Il Programma regionale per l’internazionalizzazione (PRINT) della Regione Sicilia: procedura

Assessore regionale alla Cooperazione

promuove di concerto con l’Assessore con delega alla Programmazione il: �

Documento d’indirizzo strategico per la definizione del PRINT

Giunta Regionale Siciliana, Deliberazione n. 274 del 10 giugno 2005 (Allegato A)

Giunta regionale �

Responsabile di misura

Il responsabile di misura coordina un Gruppo di lavoro formato dai Dirigenti Generali dei Dipartimenti istituzionalmente coinvolti nelle politiche di internazionalizzazione

Gruppo di lavoro

Il Gruppo di lavoro svolge un’attività di ricognizione sui soggetti e le iniziative, in tema d’internazionalizzazione, pres enti sul territorio regionale

PRINT

(Giunta Regionale Siciliana, prima stesura, febbraio 2006)

Questo documento definisce gli assi strategici prioritari e individua i soggetti impegnati in tema d’internazionalizzazione. Il PRINT definisce, inoltre, g li interventi da attuare, nonché relative modalità e risorse finanziarie. Detta elaborazione avviene anche sulla base dei risultati del monitoraggio del “Progetto Paese”

Fonte: Regione Siciliana 2005 (c; d) ed elaborazione propria (vedasi anche Ferrieri 2005)

E’ stato istituito, altresì, un organismo di coordinamento delle politiche di internazionalizzazione presieduto dal Presidente della Regione e composto dagli assessorati competenti per materia, denominato Comitato per l’internazionalizzazione dell’economia siciliana.3 Detto Comitato elabora e definisce, ogni anno, un Piano di azione in materia di internazionalizzazione dell’economia siciliana che detta le linee operative della politica d’internazionalizzazione della Regione. Esso assegna, altresì, le

3 Detto Comitato - previsto ai sensi dell’art. 1 della Legge regionale n. 20 del 2005 (Reg ione Siciliana 2005a) - si avvale altresì dell’assistenza tecnica di un gruppo di lavoro interdipartimentale composto dai responsabili dei dipartimenti regionali competenti per materia

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Sicilia

risorse finanziarie agli ambiti (amministrativi) regionali competenti per i vari interventi d’internazionalizzazione tramite un fondo unico ad hoc (Quadro 3).

Quadro 3

Il Programma regionale per l’internazionalizzazione (PRINT) della Regione Sicilia: quadro operativo

Programma regionale per l’internazionalizzazione (PRINT)

Questo documento definisce gli assi strategici prioritari e individua i soggetti impegnati in tema d’internazionalizzazione. Il PRINT definisce, inoltre, gli interventi da attuare, nonch é relative modalità e risorse finanziarie. Detta elaborazione avviene anche sulla base dei risultati del monitoraggio del “Progetto Paese”

Comitato per l’internazionalizzazione dell’economia siciliana

Ai sensi dell’art. 1 della L.R. 20/2005 esso è presieduto dal Presidente della Regione Sicilia e composto dagli assessori al Bilancio e alle Finanze, all’Industria, all’Agricoltura, alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca, ai Lavori Pubblici.

Osservando il PRINT e le indicazioni operative proposte con cadenza annuale dall’Assessore alla Cooperazione, consultate le principali rappresentanze imprenditoriali, le province, i comuni e le camere di commercio,

Il Comitato definisce e vara il: �

Piano di azione in materia di internazionalizzazione dell’economia siciliana

E’ previsto un Fondo unico di finanziamento per le iniziative di internazionalizzazione presso l’Assessorato al Bilancio e Finanze.

Il Comitato si avvale dell’assistenza del Gruppo di lavoro interdipartimentale composto dai dirigenti generali dei dipartimenti della Programmazione, Bilancio e Tesoro, Finanze e Credito, Interventi strutturali in Agricoltura, Industria e Commercio, Cooperazione e Artigianato, Turismo, Sport e Spettacolo

(Piano trasmesso entro 30 gg.)

Assemblea regionale siciliana

Fonte: Regione Siciliana (2006, pp. 3-4) ed elaborazione propria

Il PRINT, come (si ritiene) ovviamente il piano d’azione di cui sopra, intende definire e implementare una strategia di sviluppo economico – internazionale della Regione. In tale strategia sembra porsi e delinearsi in modo affatto rilevante il ruolo dei Siciliani all’estero.

Il Documento di indirizzo strategico per la definizione ed implementazione del Programma Regionale per l’Internazionalizzazione – PRINT (già citato) della Regione Siciliana dedica un’apposita sezione intitolata “ Le comunità di Siciliani all’estero” (pp. 11 - 12). “La presenza delle comunità di siciliani all’estero rappresenta una risorsa

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strategica dell’intero processo d’internazionalizzazione” si cita testualmente (p. 11). In tal luce, si può ritenere che i Siciliani nel mondo - definiti “ Testimonials della Sicilianità” – abbiano una valenza fondamentale nel processo di sviluppo internazionale del sistema Sicilia.

Lo stesso Documento definisce come necessaria una “politica di comunicazione mirata” ai Siciliani nel mondo (p. 12), individuando due filoni strategici riportati testualmente nel prospetto che segue (Quadro 4).

Quadro 4

I Siciliani all’estero negli orientamenti strategici per la definizione del Programma regionale per l’internazionalizzazione (PRINT)

“La promozione del sistema Sicilia all’estero attraverso azioni di comunicazione integrata e la creazione di un marchio Sicilia”

Politica di comunicazione riguardante i Siciliani nel

mondo :

“L’attrazione degli investimenti esteri in Sicilia, siano essi investimenti diretti esteri, partecipazioni, joint venture o accordi di collaborazione”

Fonte: Regione Siciliana (2005c, p. 12) ed elaborazione propria

La valorizzazione dei Siciliani nel mondo dovrà avvenire – sempre nella logica dello stesso Documento (vedasi paragrafo “Emigrazione e Immigrazione”, p. 13) – in sintonia con le politiche regionali sull’emigrazione (Legge regionale n. 55 del 1980 e su ccessive modifiche e variazioni) e contestualmente a quelle sull’immigrazione. Queste ultime sembrano assumere un’importanza sempre crescente nell’ambito dello sviluppo socio -economico della Regione e della sua vocazione internazionale, specie nel Mediterraneo.4

Il Documento specifica, altresì, le aree tematiche definite “prioritarie” nell’ambito della strategia d’internazionalizzazione della Regione, cui si demanda al PRINT il compito preciso di introdurre i dovuti approfondimenti e le linee operative (vedasi anche doc. cit., p. 14).

Orbene, tra le aree tematiche così definite trova spazio quella riservata a “ I Rapporti con i Siciliani nel mondo” (punto 2, p. 15), con appropriate declinazioni (Quadro 5)

4 Con riferimento alle relazioni euro-mediterranee, si sottolinea il fenomeno migratorio che interessa la Regione, sotto il profilo dei flussi provenienti dal Nord Africa (in particolare dalla Tunisia)

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Sicilia

Quadro 5

Articolazione dell’area tematica “I Rapporti con i Siciliani nel mondo” negli orientamenti strategici per la definizione del Programma regionale per l’internazionalizzazione (PRINT)

“Il ruolo della rete Casa Sicilia”

“Le attività di comunicazione rivol te ai Siciliani nel mondo”

“I Rapporti con i Siciliani nel mondo” :

“I Siciliani all’estero veicolo di promozione e attrazione di investimenti in Sicilia”

Fonte: Regione Siciliana (2005c, p. 15) ed elaborazione propria

Il Programma regionale per l’internazionalizzazione (PRINT) della Regione Sicilia – prima stesura (febbraio 2006, pp. 37) – fa propri sostanzialmente gli orientamenti strategici di cui al relativo Documento di indirizzo già discusso. In linea generale, il PRINT Sicilia fissa alcuni pilastri o c.d. “elementi chiave” nella str ategia d’internazionalizzazione della Regione, che dovranno credibilmente informare qualsiasi orientamento politico e linea operativa per le diverse aree tematiche, compresa quella dei Siciliani nel mondo (Quadro 6).

Quadro 6

Pilastri dell’architettura del Programma regionale per l’internazionalizzazione (PRINT) - Sicilia

Pilastri del PRINT – Sicilia ��

“Gioco di squadra” (livello regionale, nazionale e internazionale)

“Concentrazione territoriale e concentrazione tematica” (vedansi Progetti Paese)

“Ind ividuazione di idee – forza e di variabili di rottura rispetto al passato”

“Individuazione di algoritmi e criteri di valutazione monitorabili e valutabili”

“Integrazione delle risorse”

Fonte: Regione Siciliana (2006, p. 6) ed elaborazione propria

Particolare risalto, sempre, nella strategia d’internazionalizzazione della Regione è dato alla “collocazione geopolitica” della stessa (vedasi ad esempio p. 13).

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Sicilia

Per quanto riguarda i Siciliani nel mondo, il PRINT evidenzia (e si riporta testualmente) al paragrafo 6, intitolato “Ruolo svolto dalla Sicilia nella sua area e nelle reti relazionali di riferimento” (p. 14), “la rilevante presenza delle “ Business community siciliane all’estero in diversi comparti dell’economia e della cultura, con particolare riferim ento al Continente Americano, che potenzialmente assume un riferimento per l’intero contesto europeo” (sempre p. 14).

Tra i sistemi geografici (relazionali) di riferimento, quelli extraeuropei (in particolare) sono considerati ancora a bassa presenza siciliana, eccezion fatta per aree come quella nordamericana e sudamericana (vedansi pp. 14 - 15).

Sicché i Siciliani all’estero sembrano assumere un’importanza pregnante nell’ambito delle strategie di sviluppo internazionale della Regione in aree reputate a bassa presenza del sistema regionale (supporto istituzionale), a scarsa presenza di istituzioni sub-regionali, con ancor poca penetrazione dei sistemi regionali della produzione e dei servizi, ma nello stesso tempo ad alto potenziale di sviluppo del sistema Regione.

Si rileva, altresì, la necessità di rafforzare e implementare le relazioni con alcuni Paesi chiave (tra gli altri, come Stati Uniti, Canada, Brasile in cui è forte e radicata la presenza di comunità siciliane) ed emergenti; iniziative che saranno inserite nel contesto generale della promozione del Sistema Italia (in un quadro d’insieme con altri soggetti istituzionali). 5

La stessa logica progettuale del PRINT Sicilia è coerente con le priorità ravvisabili nelle politiche di coesione 2007-13 e dei relativi documenti strategici. In tal luce, si rileva la collocazione dell’area tematica “Rapporti con i Siciliani nel mondo” (vedasi p. 23) - unitamente ad altre aree tematiche6 - nell’ambito della sezione “Mercati e istituzioni pubbliche” del Documento Strategico Nazionale (DSN). Detta area tematica può acquisire in teoria propria autonoma dignità progettuale o considerazione nell’ambito di altre iniziative, come ad esempio quella già rodata dei Progetti Paese (vedasi a tal riguardo p. 24). 7

Considerando gli obiettivi strategici del PRINT Sicilia e la necessità di polarizzare le iniziative d’internazionalizzazione intorno agli stessi (così come testualmente riportati, vedasi doc. cit., p. 25):

- “ Organizzazione regionale per l’internazionalizzazione ”

- “ Competitività internazionale dei sistemi locali di sviluppo”

- “ La Sicilia crocevia di popoli e scambi e dimensione mediterranea”

“ I rapporti con i Siciliani nel mondo” è, insieme alle attività di promozione e cooperazione internazionale l’unica area tematica, che può teoricamente connettersi

5 Ad esempio MAP, MAE, ICE, Confindustria, ABI. 6 Sistema regionale per l’internazionalizzazione, attività di promozione e c ooperazione internazionale, internazionalizzazione delle filiere produttive e del settore turistico. 7 Il “Progetto Paese” – come ben noto - mira a concentrare le azioni di promozione e di internazionalizzazione della Regione Siciliana in settori regionali e mercati esteri prioritari e strategici.

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Sicilia

indistintamente a ciascuno dei tre obiettivi strategici (vedasi sempre p. 25). Essa trova, tuttavia una collocazione precisa all’interno dell’obiettivo definito “ Organizzazione regionale per l’internazionalizzazione ” (cf. p . 26).

La logica operativa resta coerentemente quella – così definita - dei “ pacchetti di azioni integrate che nascendo dalle esigenze e dai bisogni del territorio devono incidere in modo forte e discontinuo sulle politiche regionali per l’internazionaliz zazione, perseguendo i tre obiettivi strategici” (sempre doc. cit., p. 26).

Stante l’associazione dell’area tematica “ I rapporti con i Siciliani nel mondo” con l’obiettivo strategico “ Organizzazione regionale per l’internazionalizzazione”, le politiche delineate per il raggiungimento di detto obiettivo sono testualmente definite nel prospetto che segue (Quadro 7).

Quadro 7

Politiche per il conseguimento dell’obiettivo strategico “Organizzazione regionale per l’internazionalizzazione” nell’ambito del Program ma regionale per l’internazionalizzazione (PRINT) -

Sicilia

Politiche per il raggiungimento dell’obiettivo strategico

“Organizzazione regionale per l’internazionalizzazione” ��

“Attrazione degli investimenti”

“Progetti Paese”

“SPRINT e servizi alle im prese” 8

“Politiche promozionali e per la partecipazione alle manifestazioni internazionali e la promozione del marchio Sicilia. Le politiche di promozione e comunicazione rivolte ai Siciliani all’estero”

“Sistema regionale degli incentivi alle PMI e ai d istretti produttivi per favorire l’internazionalizzazione”

“Promozione e coordinamento delle reti transnazionali sull’ambiente, la ricerca e l’innovazione etc. e l’inserimento della Regione nelle reti interregionali per l’innovazione europee e la solidari età

internazionale”

Fonte: Regione Siciliana (2006, p. 27) ed elaborazione propria

La declinazione delle politiche previste per il raggiungimento dell’Obiettivo summenzionato prevede specifiche attività di “Promozione, comunicazione e

8 Lo Sportello regionale per l’internazionalizzazione (SPRINT) è uno strumento per le attività d’internazionalizzazione delle regioni, previsto dal Decreto Legislativo n. 143 del 1998. Lo SPRINT Sicilia è stato attivato nel corso del 2002. Soggetti partecipanti sono: Ministero delle Attività Produttive (MAP), Regione Sicilia (Assessorato Regionale alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca), ICE, SACE, SIMEST e UNIONCAMERE Sicilia (Regione Siciliana 2005d)

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immagine”. Nel caso di specie, assumono rilievo le azioni definite “ Comunicazione con i Siciliani nel mondo, programmi ITENETS e PPTIE”. Gli strumenti di finanziamento a tal fine indicati sono risorse previste nell’ambito del bilancio regionale e del PON ATAS. Gli Uffici regionali competenti sono il Dipartimento del Lavoro e l’Ufficio Relazioni Mediterranee (MED) della Regione Siciliana (p. 28).

L’Ufficio Relazioni MED è indicato (e resta quindi) come ufficio di riferimento in relazione alle “ Attività rivolte ai Siciliani nel mondo (PPTIE, ITENETS)” nell’ambito generale delle “Politiche regionali per il partenariato e l’internazionalizzazione” (p. 34).

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Documento strategico regionale preliminare (DSRP)

La Sicilia ha elaborato il proprio Documento Strategico Regionale in conformità a quanto previsto dalla procedura per l’elaborazione del Quadro Strategico Nazionale per la politica di coesione 2007-13.9

Il Documento Strategico Regionale definisce obiettivi e strategie d’azione della Regione con riguardo alla politica di coesione 2007-2013. Esso è definito Documento Strategico Regionale Preliminare (DSRP) in ragione della provvisorietà dei documenti di riferimento e degli aspetti finanziari non ancora definiti.10

Il DSRP della Regione Sicilia – alla stregua dei documenti della specie – parte da un’analisi descrittiva dello scenario socio -economico e ambientale regionale, laddove vengono poste in evidenza le principali necessità del territorio su cui innestare le linee d’intervento della politica di coesione 2007 -2013.11

In coerenza peraltro con gli indirizzi comunitari per la politica di coesione, detta analisi si sviluppa con riferimento a tre precisi “ambiti d’intervento” (riportati testualmente nel quadro che segue), nella prospettiva di evidenziare priorità d’azione su cui c oncentrare successivamente le risorse disponibili.

9 Si vedano i seguenti documenti (e si rimanda allo schema di sintesi di cui all’allegato A.3 in appendice) : Commissione europea, Proposta di Regolamento del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, Bruxelles, 14 luglio 2004 [COM (2004) 492 DEF.] Presidenza del Consiglio dei Ministri - Conferenza Unificata (Stato – Regioni), Nota informativa concernente l’attuazione delle Linee guida per l’impostazione del Quadro strat egico nazionale per la politica di coesione 2007 – 2013, Roma, 6 aprile 2005 Presidenza del Consiglio dei Ministri - Conferenza Unificata (Stato – Regioni), Intesa sulla nota tecnica relativa alla definizione del Quadro strategico nazionale per la politica di coesione 2007 – 2013, Roma, febbraio 2005 10 Cf. Regione Siciliana (2005b, p. 2) 11 Il Documento si articola in un volume di sei parti più un’appendice statistica (per complessive 140 pagine). Le prime due parti hanno un’impronta meramente analitica: nel la prima si svolge un’analisi socio-economica e territoriale sulla base degli indicatori statistici più aggiornati (“Sistema Regione”: pp. 3-29), passando nella seconda ad una disamina degli scenari che si prospettano per la stessa realtà regionale (“Anali si di scenario”: pp. 30 -37). La parte centrale del Documento è dedicata agli obiettivi strategici regionali per il periodo 2007-2013 (parte terza: pp. 38-54) e alle priorità dell’azione regionale (parte quarta: pp. 55-66). Seguono una parte di contenuto prettamente finanziario (“Integrazione finanziaria e programmatica”: pp. 67 -81) ed una finale dedicata alle prospettive di “Partenariato e Governance” (pp. 82 -90). L’appendice statistica è piuttosto dettagliata e aggiornata (pp. 91 -140)

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Sicilia

Quadro 8

Ambiti d’intervento definiti nel Documento Strategico Regionale Preliminare (DSRP) della Regione Sicilia

“Rafforzamento dei fattori di attrattività del territorio”

“Creazione e diffusione della società della conoscenza”

“Ambiti d’intervento” :

“Realizzazione di condizioni migliori di occupabilità e coesione sociale”

Fonte: Regione Siciliana (2005b, p. 2) ed elaborazione propria

Nella parte prima, nella sezione dedicata alle “Scelte programmatiche in atto” (p. 22 ss.) si sottolinea come l’internazionalizzazione sia una scelta tematica relativamente recente nell’ambito delle politiche regionali (emersa sostanzialmente a partire dalla programmazione comunitaria 2000-06) e che finora – e probabilmente anche per questo - si è potuta avvalere di risorse piuttosto limitate. Inoltre, il fenomeno sembra essere stato considerato finora e in buona sostanza nella sua dimensione di “internazionalizzazione attiva” (interventi di sostegno alle PMI, promozione turistica del territorio comunale, provinciale etc.), mentre scarsa rilevanza sembra aver assunto la sua veste passiva o ricettiva (azioni di penetrazione dall’estero); con un’attenzione particolarmente rivolta a relazioni di tipo culturale nell’area mediterranea. 12

Si rilevano, quindi, le necessità tipiche di una politica d’internazionalizzazione più organica e razionale - che ha trovato organicità nel Programma Regionale per l’Internazionalizzazione (PRINT) - così come in azioni - pilota come il c.d. “Progetto Paese”. 13

Le principali difficoltà finora emerse sul fronte dell’internazionalizzazione della Regione sono elencate nel prospetto qui di seguito riportato (Quadro 9).

12 Cf. doc. cit., par. 1.2.2 (“Le scelte specifiche”), pp. 24 -25 13 Cf. a tal riguardo anche par. 1.2.3 (“Le lezioni apprese”, p. 27). La logica del “Progetto Paese” – come si è avuto modo di vedere - è quella di individuare precise aree territoriali di riferimento per le politiche di apertura internazionale della Regione

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Sicilia

Quadro 9

Principali criticità in tema d’internazionalizzazione della Sicilia evidenziate nel Documento Strategico Regionale Preliminare (DSRP) della Regione Sicilia

Scarsa sistematicità delle iniziative d’internazionalizzazione

Scarsa promozione del sistema Sicilia all’estero

Scarsa attrazione di investimenti stranieri

Principali criticità

(lezioni del passato e del presente)

:

Difficoltà di programmazione (pluralità di soggetti, frammentazione delle competenze, non ottimale definizione dei ruoli)

Fonte: Regione Siciliana (2005b, p. 28) ed elaborazione propria

Il processo d’internazionalizzazione della Regione nella sua duplice veste (attiva e passiva) è oggetto di un’attenta analisi di scenario che, in questa sede, si è provato a schematizzare (Quadro 10). Dinanzi alle note difficoltà della prima (legate ad esempio alla struttura molecolare del sistema imprenditoriale regionale), si pongono le forti opportunità legate alla seconda, specie nella capacità di attrarre capitali stranieri in settori nevralgici dell’economia regionale e fornire, di tal guisa, st imolo alla crescita e all’espansione dello stesso export regionale.

Quadro 10

Dimensioni del processo d’internazionalizzazione della Sicilia e principali vettori nel Documento Strategico Regionale Preliminare (DSRP) della Regione Sicilia

Dimensioni del processo Principali vettori

Internazionalizzazione attiva � Accordi commerciali con partner esteri

Internazionalizzazione passiva � Investimenti diretti dall’estero

Fonte: Regione Siciliana (2005b, p. 34) ed elaborazione propria

Nell’ambito degli o biettivi strategici regionali per il periodo 2007-2013, il tema dell’internazionalizzazione acquista, in particolare, uno spazio rilevante nell’ambito dello “Sviluppo della società della conoscenza” (par. 3.2.1.2, p. 43 ss.). A tal riguardo, il Documento punta l’accento sulla necessità di fornire impulso alle attività di ricerca scientifica e innovazione tecnologica attraverso una maggior apertura internazionale

I Siciliani all’estero: analisi dei documenti regionali e nazionali relativi a lla programmazione 2007-13

Sicilia

della Regione (specie nello spazio europeo - comunitario), una maggior integrazione tra risorse pubbliche e private, e maggiori sinergie tra mondo della ricerca imprese e mercati; favorendo nello specifico gli investimenti esteri, valorizzando il capitale umano regionale e sviluppando poli di eccellenza scientifica (doc. cit., p. 44).

In tale prospettiva e in coerenza, altresì, con gli obiettivi generali definiti nel Documento d’indirizzo strategico per la definizione del PRINT (si rimanda al capitolo precedente), il DSRP fissa tre obiettivi generali (Quadro 11).

Quadro 11

Obiettivi generali fissati nel Documento Strategico Regionale Preliminare (DSRP) della Regione Sicilia

Accrescere la partecipazione del sistema produttivo siciliano ai processi di internazionalizzazione (con attese ricadute positive)

Accrescere, in un’ott ica di lungo periodo, la capacità di esportare della Sicilia in settori considerati cardine (manifatturiero, high-tech etc.)

Obiettivi generali :

Uso degli investimenti diretti esteri in una strategia di breve termine volta a ricollocare e diversificare specializzazioni produttive regionali

Fonte: Regione Siciliana (2005b, p. 47) ed elaborazione propria

Lo stesso DSRP articola gli obiettivi generali di cui sopra in obiettivi specifici. Emerge, in tal senso, come le politiche d’internazionalizzazione della Regione abbian o come terminale naturale il tessuto produttivo locale (sistema delle imprese, specie PMI). Detto tessuto sarebbe da valorizzare e sostenere attraverso azioni di penetrazione dall’estero (investimenti esteri), diversificazione settoriale e geo-economica nonché ottimizzazione produttiva (puntando, ad esempio, sulle produzioni tipiche regionali con forti vantaggi comparati (agro-industria, cantieristica da diporto, settore ceramicolo). Si prevedono, altresì, interventi di marketing internazionale, di espansione in aree e mercati strategici (Bacino mediterraneo) - con una logica di penetrazione non solo culturale (come è stato sostanzialmente finora) ma anche e soprattutto economica -, d’integrazione con politiche di sviluppo produttivo endogene (esempio: i distretti industriali) e sinergie con il mondo della ricerca e dello sviluppo tecnologico.14

Il tema dell’internazionalizzazione dell’economia siciliana riveste, quindi, carattere prioritario nella strategia di sviluppo della stessa Regione. Nell’ambito delle “Priorità” definite nello stesso Documento (pp. 55-66), detta tematica assume rilievo tra le priorità specifiche previste per l’obiettivo “Convergenza” (par. 4.2.1, p. 55 ss.), segnatamente – e come già rilevato – con riferimento allo “Sviluppo della socie tà della conoscenza”

14 Cf doc. cit., p. 47

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Sicilia

(par. 4.2.1.2, p. 57 ss.). Gli obiettivi prioritari in tema d’internazionalizzazione sono schematizzati nel quadro che segue (Quadro 12).

Quadro 12

Obiettivi prioritari in tema d’internazionalizzazione della Sicilia definiti nel Documento Strategico Regionale Preliminare (DSRP) della Regione Sicilia

Obiettivi prioritari declinati secondo le dimensioni del processo di �

Internazionalizzazione passiva Internazionalizzazione attiva

• Programmare e porre in atto azioni e interventi di promozione e sostegno degli investimenti nella Regione, in modo complementare alle azioni previste a livello nazionale (es: nuovi “Pro getti Integrati Territoriali per l’Internazionalizzazione”)

• Programmare e porre in atto un piano di marketing territoriale regionale che promuova le opportunità di localizzazione nell’Isola specie per gli investitori esteri (es: realizzazione di un portale informativo che dia spazio e valore alle attività e alle opportunità produttive locali sulla scorta di database già disponibili)

• Programmare e porre in atto un piano di alta formazione che miri a sviluppare competenze specialistiche particolarmente richieste nell’ambito di imprese multinazionali operanti in settori produttivi già individuati

• Razionalizzare gli aiuti in direzione di settori produttivi locali con maggiori potenzialità di crescita e sviluppo all’estero, incentivando in modo esclusivo investimenti specifici di tipo immateriale (es: ampliamento della rete distributiva e commerciale all’estero, assistenza tecnica export-oriented, proprietà industriale, buoni formativi per corsi master e di specializzazione, finanziamento di piani di fattibilità per la penetrazione in mercati strategici come quelli asiatici, di Paesi entrati di recente nell’UE e del Bacino mediterraneo) e forme di investimento in partnership (consorzi etc.)

• Valorizzare e potenziare lo Sportello Regionale per l’Internazionalizzaz ione (SPRINT), considerato cabina di regia (unica) delle azioni d’internazionalizzazione attiva dell’economia isolana (es: gestione diretta dei progetti missione all’estero)

Fonte: Regione Siciliana (2005b, p. 60) ed elaborazione propria

Ancorché i Siciliani all’estero non trovino un’esplicita collocazione all’interno del DSRP, occorre loro riconoscere, anche alla luce degli orientamenti di cui al Documento strategico per la definizione del PRINT e del PRINT stesso, uno spazio specifico nei processi di internazionalizzazione dell’economia siciliana, nella duplice dimensione assunta da questo fenomeno (attiva e passiva). E’ probabile che detta tematica possa giovarsi di approfondimenti ad hoc (con definizione di ruoli e obiettivi) nell’ambito dei previsti Programmi Operativi di cui al Quadro Strategico Nazionale (QSN).

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Documento strategico preliminare nazionale (DSPN)

Come ben noto, il Documento Strategico Nazionale (DSN) è lo strumento di posizione con cui le amministrazioni centrali partecipano all’elabo razione del Quadro Strategico Nazionale per la politica di coesione 2007-13.15

Il documento redatto a livello centrale reca il titolo di Documento Strategico Preliminare Nazionale (DSPN). Esso è stato elaborato da un Comitato di dodici amministrazioni centrali coordinate dal Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del Ministero dell’Economia e delle Finanze. 16 Le amministrazioni centrali coinvolte sono elencate nel Quadro 13; i lavori sono stati coadiuvati anche dall’ISTAT per quanto attiene all’informazione statistica generale.

Quadro 13

Amministrazioni centrali coinvolte nell’elaborazione del Documento Strategico Preliminare Nazionale (DSPN)

Amministrazioni centrali coinvolte �

Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero dell’Economia e delle Finanze (capofila FESR)

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (capofila FSE)

Ministero degli Affari Esteri

Ministero delle Attività Produttive

Ministero per l’Istruzion e, l’Università e la Ricerca

Ministero per l’Ambiente e la Tutela del Territorio

Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti

Ministero dell’Interno

Ministero per le Politiche Agricole e Forestali

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Ministero della Salute

Fonte: MEF - DPS 2005b ed elaborazione propria

15 Per ragioni di sintesi si rimanda allo schema di cui all’allegato A.3 in appendice 16 Si vedano altresì i seguenti documenti: CIPE, Attuazione delle Linee guida per l’impostazione del Quadro Strategico Nazionale, Delibera n. 77 del 15 luglio 2005 CIPE, Piano di attuazione delle “Linee guida per l’elaborazione del QSN” approvate con intesa della Conferenza unificata del 3 febbraio 2005 ai sensi dell’art. 8 della legge 5 giugno 2003, n.131 , Delibera n. 77 del 15 luglio 2005 (allegato)

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Nel Quadro 14 si offre uno schema di sintesi dell’iter procedurale e operativo che ha caratterizzato l’elaborazione del DSPN, conclusasi nel mese di novembre 2005.

Quadro 14

Elaborazione del Documento Strategico Preliminare Nazionale (DSPN)

Amministrazioni centrali (AA. CC.)

(Giugno - Luglio 2005)

Elaborazione da parte delle AA. CC. delle “ Note di riflessione” in relazione a questioni cardine quali il ritardo di competitività, sviluppo e coesione delle regioni italiane

Riunione del “Comitato delle Amministrazioni centrali”

(Delibera CIPE n. 77/2005)

Amministrazioni centrali (AA. CC.)

(Settembre 2005)

Elaborazione dell’indice del DSPN e trasmissione contributi specifici da parte delle singole AA. CC.

Dipartimento per le politiche di coesione e sviluppo - MEF

(Settembre – Novembre 2005)

Elaborazione del testo del DSPN sulla base dell’indice del Documento e dei contributi delle AA. CC., attraverso incontri in forma collegiale e bilaterale. Detto lavoro si è sviluppato anche tramite un confronto con Enti locali e con il partenariato economico-sociale (sindacati dei lavoratori, associazioni degli industriali etc.) che hanno presentato contributi propri.

Logica operativa: approssimazione successiva accorpando, a cura delle amministrazioni capofila (MEF e MLPS) i soggetti attori della programmazione 2000-2006 e impegnati nell’attuazione dei QCS Ob. 1 e 3

Fonte: MEF – DPS (2005b, pp. 6-8) ed elaborazione propria

Tra le amministrazioni centrali coinvolte, il Ministero degli Affari Esteri (MAE) ha presentato contributi specifici tramite la Direzione Generale per l’Integrazione Europea (DGIE) e la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM); il Ministero delle Attività Produttive (MAP) attraverso la Direzione Coordinamento Incentivi alle Imprese (Quadro 15).

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Quadro 15

Partecipazione del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero delle Attività Produttive all’elaborazione del Documento Strategico Preliminare Nazionale (DSPN)

Direzione Generale per l’Integrazione Europea (DGIE)

Ministero degli Affari Esteri

Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM)

Ministero delle Attività Produttive Direzione Coordinamento Incentivi alle Imprese

Fonte: MEF – DPS 2005b ed elaborazione propria

Il DSPN è strutturato in cinque capitoli più due allegati (per 190 pagine complessive). Il capitolo iniziale è dedicato ad un’analisi di contesto (“Le difficoltà di competitività, sviluppo e coesione dell’Italia”: pp. 11 -26). Segue una disamina dell’esperienza della programmazione 2000-2006 in due parti: “Programmazione finanziaria 2000 -2006: obiettivi, risultati, lezioni” (pp. 27 -49) e “Programmi e progetti 2000 -2006: obiettivi, risultati, lezioni” (pp. 50 -110); prima di entrare nella parte dedicata alla politica di coesione 2007-2013.17

Nella parte centrale del Documento, tesaurizzando l’esperienza della programmazione 2000-2006, s’individuano nove priorità generali di cui sei aree tematiche e tre dimensioni territoriali, cui gli interventi dovranno essere informati in una logica integrata per area / dimensione.18 Dette priorità sono schematizzare nel Quadro 16.

17 Capitoli IV “Obiettivi di coesione e competitività per il 2013 e priorità d’intervento” (pp. 111 -166) e V “Spunti per l’attuazione delle politiche regionali e la governance del processo” (pp. 167 -181) 18 Cf. paragrafo III.3 “L’analisi per aree tematiche e dimensioni territoriali”, p. 54 ss.

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Quadro 16

Priorità generali (aree tematiche e dimensioni territoriali) evidenziate a mo’ di lezione per la programmazione 2007-13 nel Documento Strategico Preliminare Nazionale (DSPN)

“Aree tematiche” �

1. “Mercati e istituzioni pubbliche” 2. “Istruzione e Formazione del capitale umano” 3. “Ricerca e innovazione” 4. “Reti/collegamenti per l’accessibilità” 5. “Ambiente e risorse naturali e culturali” 6. “Servizi sociali, per la sicurezza e per la salute”

“Dimensioni territoriali” � 7. “Città” 8. “Sistemi produttivi” 9. “Sistemi rurali”

Fonte: MEF – DPS (2005b, p. 54) ed elaborazione propria

Nel capitolo successivo (IV “Obiettivi di coesione e competitività per il 2013 e priorità d’interv ento: pp. 111-166)”, si individuano altresì tre assi d’intervento generale su cui innestare le c.d. priorità della strategia 2007-2013 (par. IV.1, p. 111 ss.). Assi d’intervento e priorità sono descritti nel Quadro 17.

In relazione alla priorità definita “ Modernizzazione dei mercati e della Pubblica Amministrazione” (di rilievo specifico per l’area tematica già richiamata in questo lavoro “Mercati e istituzioni pubbliche”) è d’uopo rilevare la necessità – così come espressa nel DSPN – di proseguire sulla strada del rafforzamento delle istituzioni specie tramite “l’acquisizione di elevate competenze”. Si rileva, inoltre, la necessità e insieme l’opportunità di un’azione strategica generale che promuova e incentivi gli investimenti diretti esteri, preveda azioni di accompagnamento alla progettazione integrata e di apertura internazionale del territorio, facendo perno sulle priorità chiave (innovazione e ricerca, ambiente, inclusione sociale) e sull’azione sinergica di attori economici e finanziari.19

19 Cf. doc. cit, par. IV.1, p. 114

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Quadro 17

Assi d’intervento e priorità per la programmazione 2007-13 nel Documento Strategico Preliminare Nazionale (DSPN)

Assi d’intervento (e aree particolari di riferimento)

Prorità

“Ricerca e innovazione, capitale umano, ambiente e modernizzazione

dei mercati” (Intero Paese)

• Promozione della ricerca e dell’innovazione

• Crescita e valorizzazione del capitale umano

• Tutela a valorizzazione dell’ambiente

• Modernizzazione dei mercati e della P.A. (es: azioni e reti d’internazionalizzazione)

“Sicurezza e inclusione sociale, reti infrastrutturali e logistuche”

(Mezzogiorno)

• Azioni d’inclusione sociale; diffusione e sostegno della cultura della legalità

• Completamento di reti e nodi logistici (reti ferroviarie, collegamenti aerei etc.)

“Città, sistemi produttivi e aree rurali”

(Intero Paese)

• Integrazione tra livelli diversi di programmazione: locale, nazionale e internazionale

• Mettere a disposizione competenze esterne su scala territoriale locale: enti di formazione e ricerca, istituti di credito, tour operator turistici

• Accrescere l’attenzione dei vari attori territoriali (e buone prassi locali) sulla necessità di monitoraggio degli obiettivi

Fonte: MEF – DPS (2005b, pp. 113-116) ed elaborazione propria

Nello stesso capitolo al paragrafo IV.3 (“Indirizzi per aree tematiche e dim ensioni territoriali”, p. 118 ss.), sono descritte le azioni previste per il periodo 2007 -13 articolate per area tematica e dimensione territoriale. Nel par. IV.3.1 (pp. 118-119) sono descritti i previsti interventi di rafforzamento istituzionale per l’are a tematica “Mercati e istituzioni pubbliche” (qui schematizzati nel Quadro 18).

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Quadro 18

Azioni di rafforzamento istituzionale previste in relazione all’area tematica “Mercati e istituzioni pubbliche” per il periodo 2007 -2013 nel Documento Strategico Preliminare Nazionale (DSPN)

Innovazione amministrativa (es: azione generale delle P.A.; governo delle decisioni; organizzazione e gestione dei progetti di sviluppo territoriale; coinvolgimento di soggetti privati; adeguamento di profili e competenze professionali, internalizzazione di competenze strategiche

Migliorare la conoscenza tra i vari livelli amministrativi (es: investimenti in reti di comunicazione); valorizzare buone prassi ed eccellenze (es: potenziare e creare comunità professionali); migliorare l’informazione di cittadini etc. su progetti, opportunità di finanziamento

Ricerca e realizzazione di sinergie progettuali in forma di partenariati istituzionali (es: individuazione delle migliori competenze presenti a livello istituzionale e territoriale) senza preclusioni di carattere tecnico-amministrativo e territoriale

Potenziamento delle possibilità e delle opportunità di partenariato economico - sociale presenti sul territorio (es: tramite una comunicazione più trasparente, un maggior dialogo tra livelli di amministrazione, amministrazioni e altri attori (imprese etc.) e semplificazione amministrativa)

Fonte: MEF – DPS (2005b, pp. 118-119) ed elaborazione propria

Insieme a queste azioni, sono previste altre di e-government, legalità, valutazione, pari opportunità e - per quanto attiene più segnatamente al dominio di quest’analisi - di internazionalizzazione (si veda lo schema di cui al Quadro. 19).

Quadro 19

Azioni di internazionalizzazione previste in relazione all’area tematica “Mercati e istituzioni pubbliche” per il periodo 2007 -2013 nel Documento Strategico Preliminare Nazionale (DSPN)

Azioni di accompagnamento e sostegno volte a sviluppare le capacità di partnership dei sistemi presenti sul territorio (pubbliche amministrazioni, imprese, istituzioni socio-culturali) in modo più organico e stabile, e con particolare riferimento ad iniziative d’internazionalizzazione verso aree ritenute prioritarie (Bacino mediterraneo, Area balcanica e grandi mercati emergenti come Cina, India, Brasile), anche in una logica d’integrazione progettuale multiregionale

Azioni di rafforzamento delle relazioni tra Amministrazioni centrali, Regioni ed EE. LL. in una logica di cooperazione più sinergica ed efficace necessaria per il conseguimento degli obiettivi nazionali e comunitari

Fonte: MEF – DPS (2005b, p. 120) ed elaborazione propria

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Documento strategico per il Mezzogiorno (DSM)

Il Documento strategico per il Mezzogiorno (DSM) rappresenta un ulteriore strumento di posizione e confronto, insieme ai già visti DSR e DSN, in vista dell’elaborazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN).20

L’elaborazione del DSM è avvenuta attraverso un confronto analitico con al centro le politiche di sviluppo nel Mezzogiorno, che ha visto impegnati, da una parte, le otto regioni meridionali (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) e, dall’altra, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (nella veste del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione – DPS). Detto documento origina dalla necessità di un approccio unitario di fronte a problematiche comuni quali i gap socio-economici del Mezzogiorno e di relativo supporto finanziario nelle politiche a tal fine rilevanti (vedasi anche MEF – DPS 2005 a, pp. 1; 4).

Il Documento è stato ultimato nel dicembre 2005.21

Nel capitolo primo (“Economia, società, ambiente, infrastrutture e amministrazioni nelle regioni del Mezzogiorno: evoluzione recente e prospettive”, pp. 10 -33), si offre un quadro analitico generale del Mezzogiorno. Tra le dinamiche socio-demografiche analizzate (di cui al par. 1.1.2 “Mercato del lavoro e dinamiche sociali”, p. 12 ss.), si evidenziano fenomeni ben noti, come la ripresa dell’emigrazione interna (verso le regioni del Centro – Nord) e il progressivo invecchiamento della popolazione, fenomeno che interessa il Mezzogiorno come tutto il Paese (p. 15).

In un contesto di riferimento più generale, si evidenzia (par. 1.1.4 “Apertura internazionale e turismo”, p. 19) l’ancora bassa vocazione internazionale delle regioni meridionali sia sotto il profilo commerciale (import – export di beni e servizi) sia sotto quello finanziario (investimenti diretti esteri e di portafoglio). A ciò fa da leggero contro-altare la crescente presenza straniera nei flussi turistici verso le stesse regioni (pur mantenendosi a livelli inferiori rispetto alla media nazionale), con la Sicilia insieme alla Campania, una delle regioni in cui detto fenomeno (definito di “internazionalizzazione della domanda turistica”) sembra – alla luce dei dati - più virtuoso. Lo scarso sviluppo delle strutture ricettive unitamente alla concorrenza di Paesi europei - mediterranei (Grecia, Spagna) e di altri Paesi delle rive sud ed est del

20 Si rimanda, sempre, ai seguenti documenti (vedasi, altresì, schema di sintesi A.3 in allegato): Presidenza del Consiglio dei Ministri - Conferenza Unificata (Stato – Regioni), Nota informativa concernente l’attuazione delle Linee guida per l’impostazione del Quadro strategico nazionale per la politica di coesione 2007 – 2013, Roma, 6 aprile 2005 Presidenza del Consiglio dei Ministri - Conferenza Unificata (Stato – Regioni), Intesa sulla nota tecnica relativa alla definizione del Quadro strategico nazionale per la politica di coesione 2007 – 2013, Roma, febbraio 2005 21 Esso è suddiviso in cinque capitoli (per complessive 99 pagine)

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Bacino mediterraneo rappresentano alcune delle sfide principali sul fronte dello sviluppo del turismo straniero nel Mezzogiorno in generale.22

Nel capitolo 3 (“Considerazioni e valutazione delle politiche regionali aggiuntive in atto nel Mezzogiorno: risultati ottenuti, aree problematiche, lezioni apprese e ipotesi di prospettiva”, pp . 50-74), si delineano alcuni ambiti d’intervento per le politiche regionali di sviluppo del Mezzogiorno. Si individuano, in tal senso, interessi comuni in relazione un po’ a tutte le aree tematiche afferenti la politica regionale (sia ordinaria sia aggiuntiva) e per quanto concerne quelle più pertinenti (o prossime) al dominio di quest’analisi si veda lo schema di cui al Quadro 20.

Quadro 20

Alcuni ambiti d’intervento con potenziali interessi comuni per le regioni meridionali nel Documento Strategico per il Mezzogiorno (DSM)

Ambiti d’intervento Interessi comuni alle regioni meridionali

“Capacità amministrativa e istituzionale”

�Presenza sistemica di condizioni e fattori territoriali (localizzazione imprese etc.) �Presenza sistemica di economie di scala nelle politiche di supporto e incentivi

�Condizioni e modalità operative comuni nel far fronte alle problematiche del territorio

“Internazionalizzazione”

�Possibilità di assorbimento di buone prassi da parte di imprese e istituzioni �Potenziali economie di scala e di scopo per progetti di comune interesse

“Sviluppo turistico”

�Valorizzazione comune di aree e risorse turistiche

�Vantaggi legati alla possibilità di far “massa critica” �Possibilità di condividere la domanda turistica

Fonte: MEF – DPS (2005a, p. 74) ed elaborazione propria

Nel capitolo 4 (“Obiettivi comuni e proposte per l’impostazione della programmazione futura 2007-2013”, pp. 75 -89) trovano spazio le motivazioni che giustificano – ancor oggi – una strategia comune per le regioni del Mezzogiorno (qui schematizzate nel Quadro 21).

22 Cf. doc. cit, pp. 20-21

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Quadro 21

Potenzialità alla base di una strategia comune per le regioni meridionali nel Documento Strategico per il Mezzogiorno (DSM)

Posizione strategica del Mezzogiorno come area centrale nel Bacino mediterraneo �

Crescita del settore agro-industriale �

Crescita del settore turistico �

Crescita delle sinergie città – sistemi produttivi

Fonte: MEF – DPS (2005a, pp. 75-76) ed elaborazione propria

Nel capitolo 5 (“Impegni comuni e proposte per il rafforzamento delle capacità dell’amministrazione e un governo efficace dell’attuazione delle scelte”, pp. 90 -99), sono altresì delineati alcuni obiettivi di portata generale cui probabilmente saranno informate le future azioni e proposte programmatiche (vedasi in particolare par. 5.2, p. 93 ss.). Il Quadro 22 riporta sinteticamente detti obiettivi.

Quadro 22

Obiettivi generali per le politiche regionali (aggiuntive) di sviluppo nel Mezzogiorno - programmazione 2007-13 - nel Documento Strategico per il Mezzogiorno (DSM)

Rafforzamento istituzionale della P.A. (Regioni etc.) nel Mezzogiorno con riferimento alle politiche di sviluppo e di servizi per cittadini e imprese

Rafforzamento istituzionale della P.A. (Regioni etc.) nel Mezzogiorno con riguardo alle politiche di gestione e attuazione della politica di coesione e delle relative fonti di finanziamento

Miglioramento qualitativo delle relazioni di partenariato tra gli attori generali impegnati nella programmazione e nella attuazione dei programmi

Fonte: MEF – DPS (2005a, p. 93) ed elaborazione propria

Per quanto concerne il dominio di quest’analisi, anche nel DSM come nel DSRP e nel DSPN, nessun riferimento preciso ed esplicito è fatto in relazione all’emigrazione italiana ovvero alle comunità italiane all’estero. Detta mancanza non configura – a quest’avviso e anche alla luce dell’analisi che seguirà sul documento QSN – alcuna forma di preclusione tematica.

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Quadro strategico nazionale (QSN)

Il Quadro Strategico Nazionale (QSN) è il documento nazionale che definisce le linee strategiche delle politiche di sviluppo nell’ambito della politica di coesione 2007 -13 (declinando priorità, obiettivi, quadro finanziario etc.). Esso sostituisce difatti il Quadro Comunitario di Sostegno (QCS). 23

L’intero processo schematizzato nell’allegato A.3 si è sostanzialmente concluso con l’elaborazione ad aprile 2006 della bozza tecnico – amministrativa del QSN.24 Si prevede l’appro vazione della bozza definitiva (da parte del CIPE) e la trasmissione alla Commissione Europea del Documento entro l’estate c.a.

Si sono tenuti altresì – come previsto dallo stesso documento di indirizzo (Linee guida) alcuni seminari tematici Centro – Regioni che hanno fornito supporto tecnico – documentale all’elaborazione dei documenti strategici propedeutici (Quadro 23).

Quadro 23

Seminari tematici Stato – Regioni in vista dell’elaborazione del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013

Seminari tematici Stato – Regioni

Tenutisi in conformità alle linee guida per l’elaborazione del QSN (Conferenza Unificata Stato – Regioni, Roma, 3 febbraio 2005)

� “Conoscenza per lo sviluppo: il ruolo della scuola e dei processi di apprendimento nelle politiche di

sviluppo” (Roma 7 luglio 2005)

“Ricerca e innovazione per la competitività dei territori: come orientare la politica di sviluppo” (Roma 11 luglio 2005)

“Risorse naturali e culturali come attrattori” (Roma 28 settembre)

“Il lavoro e le competenze delle per sone: le sfide per lo sviluppo dei territori e la riduzione delle disparità” (Roma 17-18 ottobre 2005)

“Ambiente e energia per lo sviluppo sostenibile” (Roma 11 novembre 2005)

Fonte: MEF – DPS (2006, p. 4) ed elaborazione propria

23 Esso è previsto all’art 25, comma 1 della proposta di Regolamento del Consiglio presentata dalla Commissione Europea [COM (2004) 492 DEF]. 24 Come ben noto e già visto (vedasi anche Ferrieri 2005) - la Conferenza Unificata Stato – Regioni ha definito le linee guida e i riferimenti temporali per la predisposizione dei Documenti Strategici Regionali (DSR), del Documento Strategico per il Mezzogiorno (DSM) e del Documento Strategico Nazionale (DSN), documenti propedeutici all’elaborazione dello stesso Quadro Strategico Nazionale (QSN).

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L’impianto del Quadro Strategico Nazionale (QSN) richiama temi e problematiche emerse e analizzate (nella loro articolazione generale) nei documenti strategici propedeutici (in particolare DSM, DSN) con approfondimenti tematici, linee strategiche e sviluppi operativi.25

Un primo capitolo “Il contesto di ritardo di competitività e opportunità di sviluppo” (pp. 6-16) analizza in modo sintetico le principali criticità che caratterizzano lo sviluppo delle regioni del Mezzogiorno, ponendo in doveroso risalto le differenze in termini socio-economici (PIL pro capite, incidenza della povertà etc.) tra regioni rientranti nell’obiettivo “Convergenza” (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) e regioni rientranti nell’obiettivo “Competitività” (Abruzzo, Molise, Basilicata e Sardegna) della Politi ca di Coesione 2007-13.26

Nel capitolo secondo (“Obiettivi e priorità”, pp. 17 -100), si pongono in rilievo i principali elementi di rottura rispetto all’esperienza della programmazione in via di conclusione, delineando vere e proprie “Lezioni di discontinui tà dell’esperienza 2000 -2006” (par. II.2, pp. 21 -22). Dette lezioni sono schematizzate (e riportate testualmente) nel Quadro 24.

Quadro 24

Lezioni di discontinuità rispetto all’esperienza 2000-06 espresse nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013

“Dare centralità all’obiettivo ultimo di aumentare il benessere dei cittadini”

“Fissare obiettivi di servizio”

“Accrescere selettività delle priorità e degli interventi”

“Promuovere un ruolo più importante del mercato dei capitali”

“Integrare politica ordinaria e politica regionale”

“Tutelare l’aggiuntività finanziaria della politica regionale”

Lezioni di discontinuità rispetto all’esperienza 2000-06 �

“Dare dimensione interregionale ed extra -nazionale alla programmazione degli interventi”

Fonte: MEF – DPS (2006, pp. 21-22) ed elaborazione propria

In tal contesto (par. II.3 “Obiettivi generali”, p. 23 ss.), sono fissate e declinate dieci “priorità tematiche” per la programmazione 2007 -2013 (vedasi Quadro 25).

25 Il Documento (QSN) è suddiviso in cinque capitoli più due allegati (per complessive 141 pagine). E’ bene precisare che trattasi formalmente di una “bozza tecnico – amministrativa”. 26 Come ben noto, la Basilicata in phasing out rispetto all’obiettivo “Convergenza” (ex OB. 1) resta, comunque, destinataria di politiche e strumenti dello stesso Obiettivo (cf. anche MEF – DPS 2006, p. 16)

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Quadro 25

Priorità tematiche per la programmazione 2007-2013 espresse nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013

1) “Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane”

2) “Promozione, valorizzazione e diffusione della Ricerca e dell’innovazione per la competitività”

3) “Uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo”

4) “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività per lo sviluppo”

5) “Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale”

6) “Reti e collegamenti per la mobilità”

7) “Competitività dei sistemi produttivi e occupazione”

8) “Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani”

9) “Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse”

Priorità tematiche per la programmazione 2007 - 2013 �

10) “Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci”

Fonte: MEF – DPS (2006, p. 23 ss.) ed elaborazione propria

L’area tematica di maggior rilievo per l’oggetto di quest’analisi sembra quella definita “ Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse” (priorità n. 9). Nondimeno, detta priorità sembra assumere un carattere trasversale in quanto si pone in sintonia con altre connesse al miglioramento e al rafforzamento delle capacità dei vari contesti territoriali nell’attrarre risorse e generare vantaggi competitivi (vedasi anche par. II.3, p. 24).

Si rileva, ancor più, la valenza strumentale della succitata priorità rispetto ad altre. In tal senso, difatti, essa si connette alla priorità n. 2 “ Promozione, valorizzazione e diffusione della Ricerca e dell’innovazione per la competitività ”.

La priorità n. 2 si traduce sostanzialmente in un unico obiettivo generale, così testualmente definito: “ Rafforzare e valorizzare l’intera della filiera della ricerca e le reti di cooperazione tra il sistema della ricerca e le imprese, per contribuire alla competitività e alla crescita economica; sostenere la massima diffusione e utilizzo di nuove tecnologie e servizi avanzati; innalzare il livello delle competenze e conoscenze scientifiche e tecniche nel sistema produttivo e nelle Istituzioni” (punto 2.1, p. 35). Detto obiettivo generale è articolato in più obiettivi specifici, puntualmente definiti nel Documento e riportati testualmente nel prospetto che segue (Quadro 26).

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Quadro 26

Articolazione della priorità tematica n. 2 “ Promozione, valorizzazione e diffusione della Ricerca e dell’innovazione per la competitività” nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013

Priorità tematica n. 2 per la programmazione 2007 – 2013:

“Pro mozione, valorizzazione e diffusione della Ricerca e dell’innovazione per la competitività” �

Obiettivo generale (2.1):

“Rafforzare e valorizzare l’intera della filiera della ricerca e le reti di cooperazione tra il sistema della ricerca e le imprese, per contribuire alla competitività e alla crescita economica; sostenere la massima diffusione e utilizzo di nuove tecnologie e servizi avanzati; innalzare il livello delle competenze e conoscenze scientifiche e tecniche nel sistema produttivo e nelle Istituzioni”

Obiettivi specifici (2.1.i):

2.1.1. “Qualificare in senso innovativo l’offerta di ricerca, favorendo la creazione di reti fra Università e il mondo della produzione e sviluppando meccanismi a un tempo concorrenziali e cooperativi, in grado di assicurare fondi ai ricercatori più promettenti”

2.1.2.“Valorizzare competenze e funzioni di m ediazione per superare i limiti di tipo relazionale e organizzativo tra gli attori del sistema della ricerca e dell’innovazione”

2.1.3. “Aumentare la propensione delle imprese a investire in ricerca e innovazione, sviluppando un’offerta diversificata e innovativa di strumenti finanziari”

2.1.4. “Valorizzare il capitale umano per favorire processi di ricerca e innovazione, promovendo l’attrazione di investimenti e talenti e l’assorbimento di risorse umane da parte del sistema delle imprese e favorendo una migliore e più intensa interazione fra queste ultime e le Università”

2.1.5. “Valorizzare la capacità di ricerca, trasferimento e assorbimento dell’innovazione da parte delle Regioni tramite la cooperazione territoriale”

2.1.6. “Sviluppare contenuti, app licazioni e servizi digitali avanzati e accrescerne la capacità di utilizzo, l’accessibilità e fruibilità anche attraverso adeguata promozione dell’offerta”

2.1.7. “Sostenere la promozione di servizi pubblici moderni e rafforzare i processi di innovazione della Pubblica Amministrazione attorno alle nuove Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione”

2.1.8. “Garantire a cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione l’accesso alle reti, riducendo il divario infrastrutturale riguardante la banda larga nelle aree remote e rurali (aree deboli/marginali)”

Fonte: MEF – DPS (2006, p. 35 ss.) ed elaborazione propria

Tra gli obiettivi specifici succitati, l’obiettivo n. 2.1.4 ( “Valorizzare il capitale umano per favorire processi di ricerca e innovazione, promovendo l’attrazione di investimenti e talenti e l’assorbimento di risorse umane da parte del sistema delle imprese e favorendo una migliore e più intensa interazione fra queste ultime e le Università” ) contempla esplicitamente ipotesi di raccordo con professionalità e competenze scientifiche italiane all’estero (punto 2.1.4, p. 37). Connettendosi imprescindibilmente alla priorità n. 1 (“ Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane”) , avendo come

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fulcro comune il “capitale umano”, l’obiettivo specifico 2.1.4 prevede, infatti, la promozione di:

“(…) interventi che, anche rispondendo alle esigenze dei sistemi produttivi, consentano di aumentare i laureati in discipline tecnico-scientifiche e accrescere le competenze del personale da destinare al lavoro scientifico e parascientifico, promuovano l’aggiornamento degli imprenditori, dei ricercatori (pubblici e privati).

A tal fine, la promozione e/o il rafforzamento dei poli di eccellenza (ad es. distretti tecnologici e laboratori pubblico – privati) in settori chiave, con la funzione di attrattori di investimenti e talenti, possono assumere rilievo strategico, unitamente all’introduzione di meccanismi, tra Università e imprese, che favoriscano scambi di ricercatori e tecnici e/o figure specializzate, valorizzando altresì le competenze accademiche, scientifiche e professionali italiane all’estero, nonché quelle dei molti ricercatori italiani all’estero , attraverso più stretti rapporti di collaborazione scientifica con le Università ospitanti e politiche mirate di rientro.

(…)” (doc. cit., punto 2.1.4, p. 37)

La priorità n. 9 (“ Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse”) – come già visto – assume una rilevanza notevole per la sua trasversalità rispetto ad altri obiettivi prioritari. L’ape rtura internazionale è, infatti, considerata funzionale alla crescita economica e competitiva dell’intero Paese e in particolare del Mezzogiorno. L’internazionalizzazione assume carattere prioritario non solo per i sistemi produttivi (imprese etc.), ma anche per il settore pubblico e deve consentire il maggior apporto possibile “di capitale imprenditoriale e umano dall’estero” (punto 9, p. 74). Detta strategia di internazionalizzazione assume quindi una duplice connotazione (Quadro 27).

Quadro 27

Articolazione della strategia di internazionalizzazione (priorità tematica n. 9) per la programmazione 2007-2013 nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013

“Migliorare la capacità delle istituzioni pubbliche e dei sistemi produttivi locali di dialogare e competere sul piano internazionale”

Articolazione della strategia

d’internazionalizzazione per la programmazione 2007 - 2013

:

“Favorire l’afflusso e/o la localizzazione nel nostro Paese di risorse di elevata qualità: non solo capitali e investimenti diretti ma anche competenze e risorse umane e consumi turistici”

Fonte: MEF – DPS (2006, p. 75) ed elaborazione propria

La stessa priorità (n. 9) si articola in un obiettivo di carattere generale e due obiettivi specifici (vedasi schema di cui al Quadro 28).

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Quadro 28

Articolazione della priorità tematica n. 9 “ Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse” nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013

Priorità tematica n. 9 per la programmazione 2007 – 2013:

“Apertura internazi onale e attrazione di investimenti, consumi e risorse” �

Obiettivo generale (9.1):

“Sviluppare la capacità di apertura del sistema economico nazionale e favorire la localizzazione nel nostro Paese di capitali, investimenti, competenze e flussi di consumo provenienti dall’estero, di qualità elevata”

Obiettivi specifici (9.1.i):

9.1.1. “Sviluppare le capacità d’internazionalizzazione”

9.1.2. “Favorire l’attrazione di investimenti, di consumi e di risorse di qualità”

Fonte: MEF – DPS (2006, p. 75 ss.) ed elaborazione propria

Per quanto concerne l’obiettivo specifico 9.1.1 (“ Sviluppare le capacità d’internazionalizzazione ”), la cui connotazione – a quest’avviso e come è facile intendere – è sostanzialmente attiva, sono previste le azioni riportate testualmente nel prospetto che segue (Quadro 29).

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Quadro 29

Azioni previste per la realizzazione dell’obiettivo specifico 9.1.1 “Sviluppare le capacità d’internazionalizzazione” nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007-2013

Obiettivo specifico 9.1.1:

“Svilu ppare le capacità d’internazionalizzazione” �

Azioni previste

A) “Interventi che favoriscono l’innovazione e la competitività complessiva dei sistemi territoriali e produttivi (anche attraverso la promozione di un più forte legame tra il sistema produttivo e il mondo della ricerca) affinché si amplifichi la loro proiezione sui mercati internazionali, superando le logiche di mero sostegno a breve termine delle esportazioni e favorendo il passaggio a un modello di presenza stabile e permanente nei mercati”

B) “Miglioramento delle capacità di costruire, sia a livello nazionale che regionale, modelli di intervento e approcci sistemici e integrati atti a favorire la cooperazione istituzionale e tecnica per politiche coordinate per l’internazionalizzazione, anche attraverso il rilancio, la valorizzazione e l’eventuale aggiornamento delle linee di intervento e dei progetti in corso (i Programmi regionali per l’internazionalizzazione quale strumento di programmazione unitaria e di integrazione delle risorse pubbliche; i progetti Paese per orientare, specializzare e concentrare geograficamente l’azione di internazionalizzazione; il raccordo funzionale ed effettivo delle strutture che agiscono all’estero per accompagnare i processi di partenariato istituzionale atti vati verso l’esterno”

C) “Sostegno a progetti di internazionalizzazione di unità imprenditoriali aggregate (anche della cultura, della ricerca, del sociale) attorno a precisi obiettivi strategici dotati di solidità finanziaria, promuovendo, in particolare accordi internazionali di collaborazione industriale e scientifica nei settori ad alta tecnologia”

D) “Azioni mirate di accompagnamento dei sistemi locali (in sviluppo o in difficoltà nella competizione) delle imprese minori, delle filiere e dei distretti produttivi (anche attraverso l’aggregazione in progetti multiregionali di competenze e risorse comuni) nel processo di ricollocazione nelle catene di valore con prospettive nello scenario internazionale costruendo percorsi concertati, ma stabili, di apertura internazionale e assicurando la costruzione di capacità tecniche, istituzionali e culturali adeguate”

E) “Governo di processi di delocalizzazione, anche attraverso il riposizionamento dei sistemi produttivi locali verso fasi più specializzate del processo produttivo e verso funzioni aziendali a maggiore valore aggiunto e intensità di conoscenza (marketing, gestione delle reti produttive internazionali, organizzazione aziendale e finanziaria, ricerca e innovazione, design, formazione), così da assicurare che l’apertura alla dimensione internazionale possa coniugarsi con la permanenza di un radicamento territoriale delle imprese”

F) “Costituzione di reti internazionali fra amministrazioni locali, università, centri di ricerca, imprese, associazioni, sistema camerale italiano e italiano all’estero nonché con le collettività italiane e, in particolare con istituti e professionalità di alto livello degli italiani residenti all’estero”

Fonte: MEF – DPS (2006, pp. 75-76) ed elaborazione propria

Come risulta ben evidente, la tematica degli Italiani all’estero assume un rilievo proprio all’interno dell’ultima azione prevista per detto obiettivo specifico (punto F). Si punta in particolare sulla valorizzazione delle capacità professionali degli Italiani

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all’este ro attraverso le relative articolazioni sistemiche (sistema formativo, sistema camerale etc.).

Si rileva, altresì e in modo particolarmente pregnante, il sostegno a processi ed azioni già avviati come la programmazione integrata regionale in materia di internazionalizzazione (PRINT), i progetti strategici (progetti Paese), ovvero i modelli di partenariato (punto B) che hanno già avuto risalto (e impatto) positivo nell’esperienza, ad esempio, della Regione Siciliana.

Una connotazione più prettamente “passiv a” (o internazionalizzazione in senso ricettivo) assume invece l’obiettivo specifico 9.1.2 (“ Favorire l’attrazione di investimenti, di consumi e di risorse di qualità”) per il quale sono previste le azioni testualmente riportate nel Quadro 30.

Quadro 30

Azioni previste per la realizzazione dell’obiettivo specifico 9.1.2 “Favorire l’attrazione di investimenti, di consumi e di risorse di qualità” nel Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007 -2013

Obiettivo specifico 9.1.2:

“Favorire l’attrazione di investimenti , di consumi e di risorse di qualità” �

Azioni previste

A) “Migliorare la strategia di offerta territoriale definendo, in un ambito di cooperazione istituzionale e in coordinamento con le Regioni, un’azione promozionale che punti nel breve periodo alla piena valorizzazione della capacità attrattiva delle aree che già offrono condizioni adeguate e, nel medio periodo, al progressivo ampliamento, attraverso interventi delle Regioni di adeguamento delle condizioni di offerta territoriale, delle aree in grado di esprimere un’offerta localizzativa in linea con le caratteristiche della domanda degli investitori esteri”

B) “Integrare la politica di attrazione degli investimenti con quelle relative ai distretti produttivi, alla formazione e alla ricerca, coinvolgendo le istituzioni responsabili delle linee di finanziamento per la ricerca e l’innovazione”

C) “Semplificare e rendere più tempestive le procedure amministrative per la localizzazione e gestione di insediamenti produttivi definendo condizioni che assicurino adeguatezza e certezza sui tempi e su caratteristiche e entità degli incentivi necessari; rendendo più funzionali le procedure di attivazione del “contratto di localizzazione”

D) “Concentrare le risorse su un numero limitato di strumenti d’incentiva zione favorendo l’integrazione e la messa a sistema degli strumenti esistenti ”

Fonte: MEF – DPS (2006, p. 77) ed elaborazione propria

Stante la versione provvisoria del Documento (QSN), la sezione dedicata alla descrizione dei Programmi Operativi (PO) - che dovrebbero declinare le varie priorità secondo gli obiettivi della politica di coesione (Convergenza, Competitività regionale e occupazionale, Cooperazione territoriale: allegato A.2) in programmi ad hoc - resta semplicemente indicata in promemoria nello stesso Documento.

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Nota documentale

CIPE, Attuazione delle Linee guida per l’impostazione del Quadro Strategico Nazionale , Delibera n. 77 del 15 luglio 2005 (http://www.cipecomitato.it) CIPE, Piano di attuazione delle “Linee guida per l’elaborazione del QSN” approvate con intesa della Conferenza unificata del 3 febbraio 2005 ai sensi dell’art. 8 della legge 5 giugno 2003, n.131 , Delibera n. 77 del 15 luglio 2005 (allegato) (http://www.cipecomitato.it) Commissione europea, Direzione generale della Politica regionale, “La nuova politica di coesione a partire dal 2007”, INFOREGIO, Nota sintetica, Bruxelles, novembre 2004 Commissione europea, Proposta di Regolamento del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, Bruxelles, 14 luglio 2004 [COM (2004) 492 def.] Ferrieri G., Linee Guida Regionali per la Valorizzazione degli Italiani residenti all’Estero, Rapporto Sicilia, Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM), Roma, dicembre 2005 Ministero degli Affari Esteri (MAE) e Ministero delle Attività Produttive (MAP), Linee Guida metodologiche per la definizione del Programma Regionale di Internazionalizzazione (PRINT). Documento PDF (http://www.italiainternazionale.it) Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ragioneria Gener ale dello Stato, La Politica di Coesione, La programmazione 2007-2013 (documento on line: http://www.rgs.mef.gov.it/index.asp) Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (DPS), Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013 (Bozza tecnico – amministrativa), Roma, aprile 2006 (http://www.mef.gov.it) Ministero dell’Economia e delle F inanze (MEF) – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (DPS), Documento Strategico Mezzogiorno. Linee per un nuovo programma Mezzogiorno 2007-2013, Roma, dicembre 2005 (http://www.mef.gov.it) Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (DPS), Documento Strategico Preliminare Nazionale. Continuità, discontinuità, priorità per la politica regionale 2007-2013, Roma, novembre 2005 (http://www.mef.gov.it) Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) – Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (DPS), POR Sicilia 2000-2006, Roma, febbraio 2003 (http://www.mef.gov.it) Presidenza del Consiglio dei Ministri - Conferenza Unificata (Stato – Regioni), Nota informativa concernente l’attuazione delle Linee guida per l’impostazione del Quadro strategico nazionale per la politica di coesione 2007 – 2013, Roma, 6 aprile 2005 Presidenza del Consiglio dei Ministri - Conferenza Unificata (Stato – Regioni), Intesa sulla nota tecnica relativa alla definizione del Quadro strategico nazionale per la politica di coesione 2007 – 2013, Roma, febbraio 2005 Regione Siciliana, PRINT Sicilia, Programma Regionale per l’Internazionalizzazione (prima stesura), Palermo, febbraio 2006 Regione Siciliana, Legge Regionale 22 dicembre 2005, n. 20 “Misure per la competitività del sistema produttivo. Modifiche e integrazioni alla L.R. 23 dicembre 2000, n. 32”, Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana (Supplemento ordinario) n. 56 del 23 dicembre 2005. Regione Siciliana, Documento Strategico Regionale Preliminare per la politica di coesione 2007-2013, Palermo, dicembre 2005 Regione Siciliana, Documento di indirizzo strategico per la definizione ed implementazione del Programma Regionale per l’Internazionalizzazione – PRINT”, promosso dall’Assessore Regionale alla Cooperazione di concerto con l’Assessore con delega alla Programmazione, Giunta Regionale Deliberazione n. 274 del 10 giugno 2005 (Allegato A) Regione Siciliana, Complemento di programmazione POR, Programma Operativo Regionale Sicilia 2000-2006, approvato con Deliberazione n. 204 del 9 maggio 2005

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Repubblica Italiana, Legge 4 febbraio 2005, n.11 “Norm e generali sulla partecipazione dell’Italia al processo normativo dell’Unione europea e sulle procedure di esecuzione degli obblighi comunitari”, Gazzetta Ufficiale n. 37 del 15 febbraio 2005 Repubblica Italiana, Legge 5 giugno 2003, n. 131 “Disposizioni p er l’adeguamento dell’ordinamento della Repubblica alla Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3”, Gazzetta Ufficiale n. 132 del 10 Giugno 2003 Repubblica Italiana, Decreto Legislativo 31 marzo 1998 n. 143 “Disposizioni in materia di commercio con l’este ro, a norma dell'articolo 4, comma 4, lettera c), e dell’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59”, Gazzetta Ufficiale n. 109 del 13 maggio 1998

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Appendice

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A.1

La misura 6.06 “Internazionalizzazione dell’economia siciliana”

Misura 6.06 a “Interna zionalizzazione dell’economia siciliana – Cooperazione”

Amministrazione competente: Regione Siciliana, Assessorato alla Cooperazione, Artigianato, Commercio, Pesca. Dipartimento Cooperazione Commercio Artigianato

Dotazione finanziaria: 53% delle risorse pubbliche previste per la misura 6.06

Azioni previste nell’ambito della

sotto-misura Descrizione

A1.

“Azioni preliminari e di supporto all’attuazione”

“Riorganizzazione dell’archivio informatico delle PMI e strutturazione di un sistema di gestione informatizzato” “Potenziamento dello Sportello regionale per l’Internazionalizzazione – SPRINT” “Azioni di animazione: network regionale di animazione territoriale “

A2.

“Progetto Paese”

Il “Progetto Paese” mira a concentrare le azioni di promozione e di internazionalizzazione della Regione Siciliana in settori regionali e mercati esteri prioritari e strategici

A.3 “Internazionalizzazione dei sistemi locali”

L’azione intende rafforzare le capacità progettuali, gestionali e finanziarie dei sistemi locali in materia d’internazionalizzazione e ottimizzare le ricadute territoriali degli accordi di cooperazione, in coerenza con il PIR “Reti per lo Sviluppo Locale”. A tal fine, essa prevede interventi d’internazionalizzazione per specifiche filiere produttive, turistiche e culturali presenti sul territorio (marketing internazionale, attrazione di investimenti esteri etc.).

Misura 6.06 b “Politecnico del Mediterraneo”

Amministrazione competente: Regione Siciliana, Assessorato regionale ai Beni Culturali, Ambientali ed alla Pubblica Istruzione. Dipartimento Regionale per l’Istruzione

Dotazione finanziaria: 18,04% delle risorse pubbliche previste per la misura 6.06

E’ prevista la realizzazione di un polo scientifico di eccellenza denominato “Politecnico del Mediterra neo” allo scopo di far interagire e sviluppare le culture tecniche e scientifiche presenti nell’area del Bacino mediterraneo.

Misura 6.06 c “Internazionalizzazione dell’economia culturale siciliana”

Amministrazione competente: Regione Siciliana, Assessorato regionale ai Beni Culturali, Ambientali ed alla Pubblica Istruzione. Dipartimento Regionale Beni Culturali ed Ambientali

Dotazione finanziaria: 28,96% delle risorse pubbliche prevista per la misura 6.06

La misura intende sviluppare reti di relazioni internazionali per valorizzare il patrimonio culturale e artistico siciliano, specie nei confronti dei paesi individuati nell’ambito del “Progetto Paese” (sotto -misura 6.06 a). Sono previste, in tal senso, diverse azioni come scambi culturali, produzioni o co-produzioni artistiche, attività di promozione internazionale dei centri storici etc.

Fonte: Regione Siciliana (2005d) ed elaborazione propria (vedasi anche Ferrieri 2005)

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A.2

Articolazione della politica di coesione 2007-2013

Obiettivi Strumenti e programmi Specifiche e criteri

Programmi regionali e nazionali

Regioni con PIL pro-capite < 75% della media UE a 25 Paesi

FESR e FSE

Regioni con PIL pro-capite > 75% media UE25 e < 75% media UE15 (c.d. “effetto statistico”)

Convergenza

Fondo di coesione Paesi membri con PIL pro-capite < 90% della media UE25

Regioni non ammissibili all’obiettivo “Convergenza”

Competitività regionale e occupazione

FESR (programmi regionali) FSE (programmi nazionali)

Sostegno transitorio alle Regioni Ob.1 nel periodo 2000-06 e non rientranti nell’obiettivo “Convergenza”

Cooperazione transnazionale

Cooperazione transfrontaliera

Programma speciale per le regioni ultraperiferiche

Cooperazione territoriale europea

FESR (Programmi e reti transfrontalieri e transnazionali)

Reti

Fonte: Commissione europea [COM (2004) 492 DEF.]; INFOREGIO 2004 ed elaborazione propria (vedasi anche Ferrieri 2005)

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A.3

Schema di sintesi del Quadro di riferimento strategico nazionale (QSN)

Politica di coesione 2007-2013

14 luglio 2004: Commissione europea, Proposta di regolamento per la riforma della politica di coesione [COM (2004) 492 def.]

Quadro di riferimento strategico nazionale (QSN)

[Art. 25, COM (2004) 492 def.]

Documento con cui lo Stato membro definisce le linee strategiche della sua azione nel quadro della politica comunitaria di coesione per il raggiungimento degli obiettivi da questa previsti:

1. Convergenza (per le regioni in ritardo di sviluppo) 2. Competitività regionale e occupazione (per le regioni fuori dall’Obiettivo 1) 3. Cooperazione territoriale europea (per le regioni transfrontaliere)

Conferenza Unificata (Stato – Regioni)

(Linee guida per l’elaborazione del QSN 2007-2013, Roma 3 febbraio 2005) L’elaborazione del QSN si articola in tre fasi:

Fase n. 1 (gennaio – settembre 2005)

Estrapolazione e visione strategica delle Regioni e del Centro

Ciascuna Regione (e Provincia autonoma) e il complesso delle Amministrazione centrali coinvolte preparano un Documento strategico preliminare. Detto documento deve descrivere e motivare, per ciascuno dei tre obiettivi comunitari, i seguenti profili strategici:

1. Obiettivi di coesione e competitività per il 2013 2. Priorità di intervento 3. Integrazione finanziaria e programmatica 4. Integrazione fra politiche regionali e politiche nazionali 5. Governance e capacità istituzionali

Il documento strategico predisposto dall’insieme delle Amministrazioni centrali prende il nome di:

Documento strategico nazionale (DSN)

Sede di raccordo: “Comitato di Amministrazioni centrali per il 2007-2013” Coordinamento fase istruttoria: Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione (DPS) del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF)

Il documento strategico predisposto da ciascuna Regione (e Prov. autonoma) prende il nome di:

Documento strategico regionale (DSR)

Obiettivo 1: le Regioni elaborano i rispettivi DSR d’intesa con il Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione (DPS) del MEF. Il DPS cura il coordinamento con le altre Amministrazioni. Regioni e DPS elaborano un breve documento: “ Linee per un nuovo programma per il Mezzogiorno”

Per entrambi i livelli di governo (Centro e Regioni) l’elaborazione del documento preliminare prevede:

- Concertazione con parti economiche e sociali, rappresentanze degli enti locali - Valutazione ex ante: Nuclei di valutazione e verifica degli interventi pubblici (L. 144/1999)

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Seminari tematici Centro – Regioni: supporto alla preparazione dei documenti strategici

Adozione da parte del Consiglio europeo del documento:

Orientamenti strategici comunitari per le politiche di coesione

Fase n. 2 (ottobre 2005 – dicembre 2005)

Confronto strategico Centro – Regioni

Centro e Regioni si confrontano sulla base dei rispettivi documenti strategici preliminari (DSN e DSR), tenendo conto degli Orientamenti strategici comunitari.

Obiettivi 2 e 3: individuazione di livelli di convergenza tra i due livelli di governo (Centro e Regioni) e di eventuali priorità comuni a più regioni (strategie interregionali).

Obiettivo 1: aggiornamento e articolazione del documento “Linee per un nuovo programma per il Mezzogiorno”: obiettivi, priorità, for me d’integrazione finanziaria e programmatica, governance.

Fase n. 3 (febbraio 2006)

Stesura del Quadro strategico nazionale

Si definisce uno schema programmatico finanziario integrato fra finanza comunitaria e finanza nazionale. Predisposizione della versione finale del QSN e dei Programmi operativi in cui si attua lo stesso QSN.

Approvazione del QSN da parte del CIPE

sentita la Conferenza Unificata (Stato – Regioni)

Invio alla Commissione europea del QSN (estate 2006)

Lo Stato presenta una proposta di QSN alla Commissione europea e può presentare, contestualmente, i Programmi operativi. Si apre così la fase di negoziazione in sede comunitaria.

Fonte: schema elaborato sulla base dei seguenti documenti (vedasi anche Ferrieri 2005):

Commissione europea, Proposta di Regolamento del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione, Bruxelles, 14 luglio 2004 [COM (2004) 492 DEF.] Presidenza del Consiglio dei Ministri - Conferenza Unificata (Stato–Regioni), Nota informativa concernente l’attuazione delle Linee guida per l’impostazione del Quadro strategico nazionale per la politica di coesione 2007 – 2013, Roma, 6 aprile 2005 Presidenza del Consiglio dei Ministri - Conferenza Unificata (Stato–Regioni), Intesa sulla nota tecnica relativa alla definizione del Quadro strategico nazionale per la politica di coesione 2007 – 2013, Roma, 3 febbraio 2005