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I.S.I.S. “A CHECCHI”
Fucecchio (FI)
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ANALISI DEI FABBISOGNI FORMATIVI
Rivolta alla identificazione delle figure professionali : formazione relativa alla qualifica per Addetto alla realizzazione,rifinitura e stiratura di capi di abbigliamento
Data di redazione 15/05/2015
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L’Agenzia Formativa dell’I.I.S. “Arturo Checchi” effettua, tra le azioni preparatorie
alla erogazione di attività formative, analisi dei fabbisogni nei settori in cui si
rilevano maggiori problematiche e maggiori richieste al fine di favorire
l’occupabilità di giovani drop out nel distretto attraverso formazione professionale.
Ritenendo il settore abbigliamento significativo nell’ottica della rivalutazione di
produzioni artigianali strettamente connesse al territorio, è stata, dunque, la filiera
della confezione oggetto di questa indagine. La iniziale raccolta di contatti personali
diretti e di una congrua documentazione ha evidenziato carenze formative e richieste
nell’ambito manifatturiero come addetto alla realizzazione, rifinitura e stiratura di
capi di abbigliamento. Tale figura risulta essere necessaria nelle aziende industriali
proprio per la specificità delle sue capacità professionali e per far fronte ai
preoccupanti dati relativi alla dispersione scolastica in età di obbligo formativa.
All’individuazione del problema hanno partecipato l’I.I.S. “A.Checchi” , l’Agenzia
Formativa Fo.ri.um. e Centro LIFE, che hanno integrato l’analisi dei fabbisogni
scaturita dal monitoraggio dei dati relativi al mercato del lavoro nel Circondario
Empolese Valdelsa, finalizzandole all’individuazione dei profili professionali di
riferimento; questi ultimi sono stati quindi condivisi ed analizzati con rappresentanti
di Enti pubblici e dei settori professionali interessati direttamente; il loro
coinvolgimento nella fase di analisi ha permesso di ottimizzare e definire
sinergicamente i percorsi formativi ed i contenuti delle eventuali azioni. Di seguito
vengono citati tutti coloro che hanno contribuito al buon esito dell’indagine:
Ente/Azienda Attività dell’Ente/Azienda
Uff. SIT Circondario Empolese Valdelsa Ente pubblico
Provincia di Pisa Ente pubblico
ASSOCIAZIONE PRATIKA Associazione culturale (formazione e
orientamento)
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ISTITUTO MODARTECH Agenzia formativa
CGIL. Empoli Associazione sindacale
L'Istituto Statistico Italiano (Istat) all’interno della pubblicazione annuale “Noi Italia”
offre, tra gli altri, un quadro completo sulla situazione dell’istruzione in Italia, al fine
di analizzare i livelli di preparazione e di abbandono scolastico, i titoli di studio
acquisiti dagli studenti italiani e quanto il governo considera l'istruzione un settore sul
quale investire per lo sviluppo del paese. I dati raccolti sono poi stati confrontati
con quelli degli altri paesi europei. Il quadro che si viene a delineare non è molto
roseo. Prima di tutto (e forse non è una novità!) risulta che l'Italia investe poco nell'
istruzione. Il settore Istruzione, infatti, incide sul PIL per il 4,8%, mentre la media
europea è del 5,6%.
La Strategia Europa 2020 ha posto, tra gli obiettivi da raggiungere nel campo
dell’istruzione e della formazione, la riduzione al di sotto del 10 per cento della quota
di abbandoni scolastici/formativi precoci (early leavers from education and training).
L’obiettivo è una riformulazione di quello definito come prioritario dalla precedente
Strategia di Lisbona, ma non raggiunto nel 2010 dalla maggioranza dei paesi
europei tra cui anche l’Italia. In generale, la scelta di non proseguire gli studi, spesso
indice di un disagio sociale che si concentra nelle aree meno sviluppate, non è assente
neanche nelle regioni più prospere, dove una sostenuta domanda di lavoro può
esercitare un’indubbia attrazione sui giovani, distogliendoli dal compimento del loro
percorso formativo in favore di un inserimento occupazionale relativamente facile. In
Italia, sebbene il fenomeno sia in progressivo calo, si è ancora lontani dagli obiettivi
europei: nel 2013 la quota di giovani che ha interrotto precocemente gli studi è pari al
17,0 per cento, il 20,2 tra gli uomini e il 13,7 tra le donne.
I dati sull'abbandono scolastico si differenziano molto a seconda delle regioni
italiane. Maglia nera va alle regioni del Sud Italia: in Sicilia, Sardegna e Campania la
percentuale di studenti che hanno lasciato gli studi prima del diploma è superiore al
20%.
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La Toscana con quasi il 16% si segnala, tra le regioni più grandi, come quella con la
più alta percentuale di abbandoni di tutto il Centro-Nord.
Se analizziamo la serie storica 2004-2013 si segnala che, accanto ad una riduzione di
breve periodo, la percentuale di abbandoni in Toscana sia invece un fenomeno
strutturale di grossa rilevanza sociale ben lontano da essere risolto.
Se analizziamo invece la situazione dei NEET (giovani che non lavorano, non
studiano e non fanno formazione), la situazione dell’Italia, rispetto al quadro europeo,
è ancora più critica: quasi il 25% dei giovani italiani tra 15 e 29 è in questa
situazione. Peggio di noi in Europa fanno solo la Grecia e la Bulgaria e in
riferimento alla sola popolazione maschile. anche Irlanda e Spagna (dal che si evince
che all’interno della complessa questione giovanile la sotto-rappresentazione nel
mercato del lavoro delle donne in tutte le fasce di età si conferma anche in questo
contesto).
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Tali divari sono da ascrivere in primo luogo al minore inserimento dei giovani italiani
nell'occupazione e in secondo luogo alla loro maggiore condizione di inattività
(piuttosto che di disoccupazione) rispetto ai giovani degli altri paesi europei. I
risultati mettono in luce la minore capacità del mercato del lavoro italiano di
includere i giovani, e il rischio che, per molti, la permanenza prolungata in uno stato
di inattività si trasformi in una condizione permanente.
A complicare il quadro è il fatto che la percentuale di NEET è in aumento in tutta
Europa, ma in modo molto più marcato in Italia:
Quota di NEET (15-29 anni) e composizione (disoccupati vs. inattivi) dei NEET
italiani
Dal Piano di attuazione italiano – piano esecutivo della regione Toscana (DGR
511.2014) del Programma Europeo “Garanzia per i giovani” emergono ulteriori
elementi di criticità:
- alta percentuale di alunni toscani con competenze giudicate insufficenti nelle
materie di base (22% per la
matematica, 21% per l’italiano e 19% per le scienze
- scarsa corrispondenza tra i percorsi scolastici e formativi è le esigenze delle
imprese.
Rispetto a tale elemento significati risultano i dati de “L’ANALISI DEL TRA
FILIERE PRODUTTIVE E SCOLASTICHE NEI TERRITORI DELLA
TOSCANA” effettuata all’interno della Pubblicazione della Regione Toscana “Dal
nido alla scuola superiore” – Rapporto sulla scuola 2014 da cui risulta che quasi il
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50% delle scuole toscane non hanno nemmeno uno degli indirizzi in cui sono
articolate, coerente con le filiere produttive del territorio. In tale contesto si segnala il
rapporto “Le specializzazioni produttive e formative in Toscana” Strumenti per la
programmazione dell'offerta formativa IRPET Firenze, 2015 che evidenzia invece
una coerenza tra alta specializzazione economica e formativa per la filiera moda nel
territorio dell’Empolese-Valdelsa.
Complessivamente però la distribuzione per filiere formative mette in evidenza non
pochi squilibri rispetto al peso delle filiere economiche sull’economia regionale. Le
tre principali filiere formative per disoccupati (turismo, sanità assistenza e
agribusiness) assorbono una percentuale di corsisti sovradimensionata rispetto al
peso effettivo delle filiere economiche. Al tempo stesso, filiere economiche come la
moda o le costruzioni, non trovano un’adeguata copertura all’interno dell’offerta
formativa per l’inserimento occupazionale.
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no
Analizzando il contesto locale del territorio dell’Unione Empolese-Valdelsa relativo
al sistema istruzione di tutti e 11 i Comuni della zona socio educativa si segnalano
alcune criticità come emerge dal della Pubblicazione della Regione Toscana “Dal
nido alla scuola superiore” – Rapporto sulla scuola 2014.
In particolare abbiamo:
- bassi livelli di regolarità negli studi e inferiori alla media regionale (tale dato
risulta aggregato per l’intera territorio della Città metropolitana di Firenze)
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- livello molto elevato di esiti negativi in particolare negli istituti tecnici e
professionali (livello più elevato di tutta la provincia di FI)
Analizzando gli ultimi dati sul mercato del lavoro in Toscana (IRPET RAPPORTO
SUL MERCATO DEL LAVORO IN TOSCANA Anno 2014 - Anticipazioni sul
2015 Firenze, luglio 2015) si evidenzia
come gli effetti della crisi siano stati particolarmente pesanti per le donne, i giovani e
sui lavoratori stranieri.
Ovviamente gli effetti si cumulano e si amplificano nel caso di presenza di tutti
queste condizioni portando a
disoccupazione sempre più di lunga durata.
Le tre principali filiere formative per disoccupati (turismo, sanità assistenza e
agribusiness) assorbono una
percentuale di corsisti sovradimensionata rispetto al peso effettivo delle filiere
economiche. Al tempo stesso, filiere economiche come la moda o le costruzioni, non
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trovano un’adeguata copertura all’interno dell’offerta formativa per l’inserimento
occupazionale.
Particolarmente significativa nell’analisi dei fabbisogni formativi risulta la ricerca
“Anticipare i fabbisogni: i risultati dell’indagine sulle imprese dinamiche
toscane” IRPET, Firenze, 2015.
L’obiettivo principale dell’indagine era infatti quello di interrogare sul tema delle
figure professionali strategiche le realtà produttive che meglio hanno saputo
affrontare le sfide recenti, crescendo in addetti e/o fatturato negli anni della crisi
economica. In tal modo, è stato possibile identificare le modalità che la punta
avanzata del sistema produttivo toscano adotta nel soddisfare i propri fabbisogni
formativi, evidenziando anche le difficoltà di reperimento delle figure più strategiche.
Le figure professionali strategiche per filiera la MODA risultano quelle nella
tabella sottostante e indicate come strategiche dalle imprese intervistate; l’ordine
delle figure professionali rispecchia la frequenza con cui sono segnalate dalle
imprese. Accanto viene riportata l’informazione sulla difficoltà di
reperimento e sulla previsione di crescita del fabbisogno (+, bassa; ++ media; +++
alta). Infine, nell’ultima colonna troviamo esempi specifici di figure professionali
afferenti alle figure della classificazione Isco a 3digit, così come indicate dalle
imprese.
Filiera Figure
professionali
(classificazione
ISCO 3 digit)
Difficoltà di
reperimento
Esempi di figure
specifiche
MODA
Artigiani ed operai
specializzati della
lavorazione del
cuoio, delle pelli e
delle calzature ed
assimilati
++ Conciatori di pelli e di
pellicce,confezionatori
di pelletteria,
modellisti
MODA
Operai addetti a
macchinari
dell'industria
tessile, delle
confezioni ed
assimilati
++ Macchinista di
pelletteria, addetti a
telai e macchine
diverse del tessile
MODA
Artigiani ed
operai
specializzati del
tessile e
+++ Cucitrici,
rammendine,
tagliatori
pelle, modellisti,
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dell'abbigliamento prototipisti
Complessivamente emerge che la figura proposta, sia pure in un contesto
complessivo di difficoltà, ha una buona appetibilità sul mercato del lavoro in
particolare su quello locale; risultano, inoltre, per le imprese (soprattutto per le PMI)
di difficile reperibilità e necessitano pertanto di ulteriore formazione aziendale in
modo molto significativo.
Significativa per la continuità dei possibili percorsi da attivare è l’adesione del ISIS
Checchi e di altri due partner al POLO TECNICO PROFESSIONALE SISTEMA
MODA PRO.MO. – PROfessione MOda – Ambito Conciario, Calzaturiero,
Pelletteria, Abbigliamento approvato con DD 1866/2014 dalla Regione Toscana.
Contesto di riferimento
Il territorio della Provincia di Firenze e del Circondario Empolese è caratterizzato
dalla presenza di una pluralità di distretti industriali:
- Il Distretto industriale di Castelfiorentino è specializzato nella produzione di
Pelle, cuoio e calzature;
- Il Distretto del tessile e abbigliamento di Empoli è il terzo più grande della
Toscana e comprende dieci comuni: Capraia e Limite, Castelfiorentino, Cerreto
Guidi, Certaldo, Empoli, Gambassi Terme, Montaione, Montelupo F.no,
Montespertoli, Vinci. La produzione è caratterizzata da un artigianato diffuso,
specializzato nella produzione di impermeabili, cappotti, giacche (soprattutto
per donna), indumenti in pelle (shearling, pellicce, ecc.).
Mentre il solo Comune di Fucecchio fa parte del:
- Distretto di Santa Croce sull’Arno situato tra le province di Pisa (dove
risiedono la maggior parte delle imprese) e di Firenze, e comprende i comuni
di Bientina, Castelfranco di Sotto, Montopoli Val d’Arno, San Miniato, Santa
Croce sull’Arno e Santa Maria a Monte in provincia di Pisa, e Fucecchio in
provincia di Firenze. Le aziende sono specializzate nell’intera filiera produttiva
della pelle, dalla concia della pelle al prodotto finito, che si tratti di calzature o
di pelletteria (borse, abbigliamento).
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Nel territorio della Provincia di Firenze insiste un altro distretto legato in modo molto
forte al settore moda e alla filiera pelle:
- Il Distretto delle pelli, cuoio e calzature del Valdarno superiore, racchiuso nel
triangolo Firenze – Arezzo - Siena, comprende quattro comuni in provincia di
Firenze (Rignano sull’Arno, Reggello, Incisa Valdarno e Figline Valdarno) e
nove in provincia di Arezzo (San Giovanni Valdarno, Cavriglia, Pian di Scò,
Castel Franco di Sopra, Montevarchi, Terranova, Bracciolini, Loro Ciuffenna,
Bucine). Qui opera una fitta rete di aziende di medie dimensioni, legate ai
grandi gruppi con radici toscane (Prada, Gucci e ferravamo) e alle griffe
internazionali (Fendi, Louis Vuitton, Chanel, Dior e Céline).
Significativa la presenza di industrie legate alla pelletteria e alla calzatura anche
artigianale anche nei Comuni di Scandicci, di Firenze e in alcuni altri comuni della
Piana di Firenze.
Complessivamente l’area si caratterizza per una struttura produttiva costituita in
prevalenza da piccole e medie imprese che trattano la trasformazione di ogni tipo di
pellame e la realizzazione di calzature, di pelletteria, di abbigliamento e arredamento
in pelle. Qui si concentrano anche le maggiori aziende e i grandi gruppi legati alla
moda e alle griffe internazionali e complessivamente il settore ha una vocazione
all’esportazione particolarmente costituendo uno dei poli del made in italy nazionale;
questa realtà ha favorito la maggior capacità del territorio di rispondere alle 2 diversi
fasi di recessioni che si sono avute nel 2008-2009 e nel 2012-2013 in modo più
brillante che altri settori produttivi come risulta dalla tabella seguente:
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Allargando il quadro all’intero settore delle esportazioni si verifica inoltre che la
Toscana all’interno delle principali Regione esportatrice ha avuto la crescita
maggiore sopravanzando di molto tutte le altre regioni con volumi di export più
elevati (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Friuli Venezia Giulia).
Come risulta dal rapporto IRPET La situazione economica della Toscana. Consuntivo
anno 2012- Previsioni 2013 – 2014 malgrado l’indebolimento del ciclo economico
internazionale, le imprese esportatrici hanno continuato a realizzare risultati
mediamente migliori rispetto alle non esportatrici. Tale realtà ha premiato
particolarmente le aziende che esportano al di fuori dei 27 paesi dell’Unione Europea.
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Studi e ricerche utilizzati
- Excelsior – Camera di Commercio di Firenze - Sintesi dei principali risultati 2014
Provincia di Firenze
- Excelsior – Camera di Commercio di Firenze - II trim. 2014 Provincia di Firenze
- Giunta Regione Toscana - Toscana Notizie
- Irpet Toscana - La situazione economica della Toscana. Consuntivo anno 2014.
Previsioni 2014-2015
- Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2014
prospettive future a cura di Annalisa Petri (pubblicata su www.forium.it e
www.polotecnologico.com )
- Irpet – Regione Toscana – Il mosaico territoriale dello sviluppo socio-economico
della Toscana. Schede sintetiche dei Sistemi Economici Locali della Toscana -
-soggetti che hanno variamente partecipato alla individuazione/soluzione del
problema: le aziende, le associazioni datoriali e sindacali e CGIL hanno collaborato
per evidenziare l’esigenze formative delle aziende del territorio e dei lavoratori al
fine di definire la struttura del progetto.
In particolare hanno collaborato all’individuazione del problema e alla definizione
dell’ analisi:
- Grazia Focardi per ISS CHECCHI di Fucecchio,
- Stefano Scibetta CGIL Empolese Valdelsa
- Anna Maria Sonnimini - Consigliera di Parità Provincia di Firenze
- Alessandro Bertini – Istituto Modartech
- Lino Gabriel Del Sarto - ASSOCIAZIONE PRATIKA
SITOGRAFIA
http://ec.europa.eu/ploteus/home.jsp?language=it
http://europa.eu/youth
http://www.eurodesk.it
http://www.agenziagiovani.it
http://www.erasmusplus.it
http://giovanisi.it/
https://ec.europa.eu/eures/public/it/homepage