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Analisi e Progetto - Giorgio Grassi in L'Illusione e i Cristalli. A.Renna (a cura di)

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Page 1: Analisi e Progetto - Giorgio Grassi in  L'Illusione e i Cristalli. A.Renna (a cura di)

À Giorgio Grassi

ANALISI E PROGETTO

Noi diciamo* gheie[s BJfraEurrLftail.rnomento"-dell'analisi-e .quello del progefto .perché..Jfogg-e,tto dell'analisi è, i-n sens,gs(1s{-to, lo stesso oggetto delprogetto.

Questo postulato può aver ingenerato I'equivoco di una di-scendenza diretta dell'uno dall'altra, ma se non altro ha tagliatofuori ogni interpretazione favolosa di questo rapporto: I'analisicome momento di ispirazione, la nostalgia del passato come emo-zione creativa, ecc.

Naturalmente io sono d'accordo sul fatto che non esistela possibilila--.41-S!-g . derivazione mecca.nica, agf-. p19g6:E=,I'anàiíii. tuttavia credo anche che la relazione che intercorreiH*ffiàjisi e progetto abbia, malgrado tutto, i caratteri di unprocesso deduttivo. E questo vuol dire, rovesciando un'ipotesigrossolana anch'essa abbastanza frequente, che il progetto puòessere visto come una parte dell'analisi; vuol dire secondo meche il Drosetto è in realtà un tipo particolare di analisi.**T;r6fièí'àicliít"iTóîìó rtabilecon ciò che essa stessa diventa, senza mutare strumenti e tecni-che, nel progetto. Sono due modi di conoscere molto diversi:quanto piùr uno ha caratteri di generalità e di globalità rispettoal senso delle forme, al rapporto di queste con la vita, ecc', quan-to più I'altro si identifica con I'apprendimento, con un apprendi-mento tecnico-pratico, quasi meccanico, manuale.

Non è tanto il fine pratico, cioè il progetto, quanto il fattodi stare operando per quel particolare fine pratico che trasfor-

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ma il processo di conoscenza in apprendimento. E' quindi ir fat-to stesso di entrare in un tipo particolare di lavoro che trasfor-ma a tal punto il nostro rapporto con l'oggetto; fino a trasfor_mare radicalmente la qualità dell'oggetto stesso. perché in real-tà l'oggetto si trasforma e, malgrado il fatto che si tratta cli unapprofondimento preminentemente tecnico, l'attualità o menosul piano tecnico dell'oggetto non ha alcuna rilevanza: in quelmomento cioè tutta I'attenzione è rivolta al come.

A]lora in che senso possiamo dire che si tratta ancora di unprocesso deduttivo? secondo me possiamo ancora affermarlonel senso che si tratta di un processo che si svolge comunquein senso lineare: non in cerca di relazioni causali, non in cercadi perché, ma in cerca di come. Un processo che si svolge in pro_fondità: nel senso di cogliere anzitutto quella qualità specificadella forma che si dispiega soltanto di fronte alla attività pra-tica, al mestiere.

Allora io credo che il prob*lg4gg non. gia tanro quello di ri_conoscere che ruolo ricopre l'analisi rispèito al progetto, quan-to quello di definire quale direzione assume, che fercorso se-gue, il processo di definizione del progetto, rispetto al mondodelle forme architettoniche sperimentate. L'anarisi in quanto ta-ie in questo processo c'entra- ben poco e il proble-u ài un suoruolo riconoscibile diventa secondario.

Allora poiché il progetto non può essere altro che una pro-posizione squisitamente, esclusivamente affermativa, io penso chequesto processo, debba essere condotto mirando direttamente aqùéí ÉióbG"mi'ófie sono il nucleo stesso delle forme, la loro stessaragi,one-di essere. Penso che si debba cioè puntare dritti al pro-getto stesso, così come si mira a un centro da colpire, anche acosto di essere didascalici.

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