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ANNO XXXII N° 1 - 11 Gennaio 2015 1.00 EDITORIALE Abbonamento annuo ordinario 30,00 - sostenitore 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno Nel 1° Anniversario della consacrazione episcopale e della presa di possesso della diocesi del Vescovo Carlo, alla PREGHIERA aggiungiamo AUGURI di un’attiva azione pastorale. Abbiamo pensato di riproporre alcune testimonianze di quei giorni attraverso il materiale (foto ed espressioni augurali) pervenuteci, un articolo del nostro direttore e di d. Adriano Bianchi, direttore del settimanale cattolico di Brescia. SOCIETà Tre eredità per il nuovo anno A pag. 2 Crocetti: Luca: seconda e terza Beatitudine A pag. 3 DIOCESI DI S. BENEDETTO DEL TRONTO RIPATRANSONE - MONTALTO (1 Cor. 15, 4b-5) “E’ risorto il terzo giorno secondo le Scritture e apparve a Cefa e quindi ai dodici” In missione alle periferie per portare l’annuncio di Cristo risorto III INCONTRO FORMATIVO DIOCESANO 14 GENNAIO 2015 ORE 21:00 Teatro S. Filippo Neri S. Benedetto del Tronto Introduzione “I capitoli 15-16 della I Lettera ai Corinzi” Prof. Don Andrea Andreozzi PER TUTTI GLI OPERATORI PASTORALI Mons. Carlo Bresciani DIOCESI D RIPATRANSONE - DI S. BENEDETTO D MONTALTO DEL TRONTO (1 Co or 15 4b-5) (1 Co or. 15, 4b-5) PAS OPE PER TU STORALI ERATORI UTTI GLI S. Benedet Teatro S Int tto del Tronto S. Filippo Neri troduzione P “I c Prof. Don Andrea capitoli 15-16 della I Let Andreozzi ttera ai Corinzi A pag. 3 Da Ripatransone prof. Antonio Giannetti, primo anniversario della morte A pag. 6 A pag. 7 A pag. 4/5 IL DIRITTO DI SOGNARE C'è un'Italia che vorremmo Libera, coraggiosa, giusta, buona, aperta, pacifica e pa- cificata. Direte che sogniamo a occhi aperti. Noi prefe- riamo scommettere sui nostri sogni che svelano il seme di Dio che è stato piantato in noi. Un seme che è la ra- dice del nostro umanesimo. Un seme morto a Gerusa- lemme, lanciato nel cuore dell'Europa e in quella terra prediletta che è l'Italia. Domenico Delle Foglie Nel passaggio da un anno all’al- tro è giusto sognare. Così come è giusto sperare. Purtroppo l’anno che abbiamo alle spalle è stato durissimo e tante nostre fa- miglie hanno sofferto. Ma in tanti abbiamo saputo resistere e costruire, nonostante tutto. Ma ora, in barba ai “purtroppo” e ai “nonostante”, proviamo a sognare l’Italia che vorremmo. L’Italia che amiamo e che conta su di noi, cittadini e credenti. Dopo l’ANGELUS di domenica 4 gennaio, il Papa Francesco an- nuncia 20 nuovi Car- dinali, tra questi con sorpresa il nostro Ar- civescovo di Ancona Osimo. Nuovi Cardi- nali ai quali papa Francesco conferirà la porpora il prossimo 14 febbraio nel suo secondo Concistoro. E’ dal XX secolo che Ancona non aveva un Vescovo Cardinale. L’ul- timo fu il Cardinale Achille Manara all'inizio del XX secolo (12 maggio 1879 - 15 febbraio 1906). Quindici dei nuovi cardinali saranno elettori, e tra questi c’è proprio monsignor Menichelli, il quale pur non eserci- tando la propria funzione di vescovo in una sede cardinali- zia, evidentemente è stato ritenuto dal Papa un “testimone credi- bile del Vangelo”. La nomina è giunta ina- spettata per il monsi- gnore, che lo scorso marzo, al raggiungi- mento dei 75 anni di età, come da prassi ha presentato le sue di- missioni al pontefice. Papa Francesco gli aveva però chie- sto di rimanere a capo della diocesi. A dargli la notizia della nomina a car- dinale, è stato un amico che ascoltava l'Angelus in tivù e sentito il Papa fare il nome dell'arcivescovo di Ancona tra i nuovi cardinali. ha pensato bene di chiamarlo. A chi giova? In merito all’articolo di Vittorio Messori su papa Francesco apparso sul Corriere della sera Che pena leggere la vigilia del S. Natale “I dubbi sulla svolta di Papa Francesco” di Vittorio Messori pubblicati sul Corriere della Sera. La memoria che entrando nell’ottantesimo anno di età è ancora lucida, mi ha fatto riassaporare il clima sessantottino quando si frequentava la Pro Civitate Christiana di Assisi , alla ricerca di quella “roccia” sulla quale edificare attraverso i corsi di Cristologia per laici. Frequentai pochissimo nelle visite che facevo a mia sorella Giuseppina volontaria, ma fu suf- ficiente per notare Messori, tra un intervento e l’altro, con quel senti- mento che normalmente si avverte per il più bravo della classe. Credo di aver letto tutte le sue pubblicazioni che ho molto apprezzato, pur contornandole di punti interrogativi. Ringrazio il Signore che mi sta dando ancora il tempo di risolverne qualcuno, ma a questo punto me ne ri- trovo aggiunti altri su Papa Francesco. Perché quelli scritti sul detto ar- ticolo sono per me, il cattolico medio sono io. Ringrazio perché mi son sempre considerato scarsetto, ma anche perché mai avrei pensato a cattolici distinti a vota- zione, inoltre da lasciare tranquilli. Tralascio altre considerazioni per non sfociare nella polemica, ma vorrei puntualizzare che a me appare incomprensibile l’articolo, soprattutto perché viene detto che è stato ri- chiesto e Messori si dice quasi costretto a scriverlo contro voglia. Vuole manifestare la contrarietà dei potentati economici e giornalistici a quanto il papa va dicendo sulle ingiustizie economiche? Si tratta di un tentativo maldestro di farlo tacere? Papa Francesco sta certamente sollecitando alcuni poteri economici forti con critiche puntuali per la poca attenzione alla povertà e per una ingiusta distribuzione della ricchezza nella società: non c’è da meravigliarsi che questi poteri non gradiscano queste critiche; ci sarebbe veramente da meravigliarsi se il papa non prendesse le parti dei poveri che invece apprezzano molto quanto egli sta facendo e di- cendo. Quello che il papa sta cercando di dire alla Chiesa e al mondo è la necessità di superare quella che lui chiama la ‘globalizzazione del- l’indifferenza’ nei confronti di tutti gli emarginati della società: per que- sto compie gesti che vogliono essere significativi e vogliono indurci a recuperare capacità di attenzione, di compassione e di tenerezza, uscendo dalle chiusure dei nostri egoismi e dei nostri schematismi troppo spesso incapaci di comprendere le ragioni dell’altro. Per questo celebra il giovedì santo in un carcere minorile, va a Lampedusa per ri- chiamare l’attenzione dell’Europa a chi è costretto ad emigrare a rischio della vita, si impegna riportare pace tra Cuba e Stati Uniti a favore di un popolo da troppi anni sottoposto ad embargo, critica il sistema econo- mico-finanziario che arricchisce sempre di più i ricchi, ecc. Facendo questo, qualche volta è sferzante e spinge a un esame di coscienza che mette a nudo le nostre mancanze, anche quella della Chiesa, come sanno fare solo i profeti che invitano a conversione, chiamando i pec- cati con il loro nome. A qualcuno questo schietto esame di coscienza non piace, pazienza, ma noi dobbiamo essergli grati, e lo siamo con convinzione, perché sta aiutandoci a recuperare il genuino spirito evan- gelico. È proprio vero, come scrivi: “Chi sono io per giudicare?”. Allora non ci lasciamo attirare in forme di polemica e di contrapposizioni che non servono a nessuno. A chi giova? Occorre favorire il comportamento del rispetto. Siamo perplessi nei confronti di modalità che ci paiono poco chiare, soprattutto nei confronti delle finalità che le muovono. Pietro Pompei segue a pag. 2 segue a pag. 2 Il nuovo anno inizia con una lieta sorpresa per le Marche S.E. Mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, cardinale

Ancora n 1

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Settimanale Diocesano

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ANNO XXXII N° 1 - 11 Gennaio 2015 € 1.00

EDITORIALE

Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno

Nel 1° Anniversario della consacrazione episcopale e dellapresa di possesso della diocesi del Vescovo Carlo, alla PREGHIERA aggiungiamoAUGURI di un’attiva azione pastorale. Abbiamo pensato di riproporre alcune testimonianze di quei giorni attraverso il materiale (foto ed espressioni augurali) pervenuteci, un articolo del nostro direttore e did. Adriano Bianchi, direttore delsettimanale cattolico di Brescia.

SOCIETàTre eredità per il nuovo anno

A pag. 2

Crocetti: Luca: seconda e terza Beatitudine

A pag. 3

DIOCESI DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

RIPATRANSONE - MONTALTO

(1 Cor. 15, 4b-5)

“E’ risorto il terzo

giorno secondo le

Scritture e apparve a

Cefa e quindi ai dodici”

In missione alle periferie

per portare l’annuncio di

Cristo risorto

III INCONTRO

FORMATIVO

DIOCESANO

14 GENNAIO 2015

ORE 21:00Teatro S. Filippo Neri

S. Benedetto del Tronto

Introduzione

“I capitoli 15-16 della I Lettera ai Corinzi”

Prof. Don Andrea Andreozzi

PER TUTTI GLI

OPERATORI

PASTORALI

Mons. Carlo Bresciani

DIOCESI D

RIPATRANSONE - DI S. BENEDETTO D MONTALTO DEL TRONTO

(1 Co or 15 4b-5)(1 Co or. 15, 4b-5)

PASOPE

PER TU

STORALIERATORI

UTTI GLI

S. Benedet Teatro S

Int

tto del Tronto S. Filippo Neri

troduzione

P “I c

Prof. Don Andrea capitoli 15-16 della I Let

Andreozzi ttera ai Corinzi

A pag. 3

Da Ripatransone

prof. AntonioGiannetti,

primo anniversario

della morte

A pag. 6

A pag. 7

A pag. 4/5

IL DIRITTO DI SOGNARE

C'è un'Italia che vorremmoLibera, coraggiosa, giusta, buona, aperta, pacifica e pa-cificata. Direte che sogniamo a occhi aperti. Noi prefe-riamo scommettere sui nostri sogni che svelano il semedi Dio che è stato piantato in noi. Un seme che è la ra-dice del nostro umanesimo. Un seme morto a Gerusa-lemme, lanciato nel cuore dell'Europa e in quella terraprediletta che è l'Italia. Domenico Delle Foglie

Nel passaggio da un anno all’al-tro è giusto sognare. Così comeè giusto sperare. Purtroppol’anno che abbiamo alle spalle èstato durissimo e tante nostre fa-miglie hanno sofferto. Ma intanti abbiamo saputo resistere ecostruire, nonostante tutto.Ma ora, in barba ai “purtroppo” e ai “nonostante”, proviamo a sognare l’Italiache vorremmo. L’Italia che amiamo e che conta su di noi, cittadini e credenti.

Dopo l’ANGELUS didomenica 4 gennaio,il Papa Francesco an-nuncia 20 nuovi Car-dinali, tra questi consorpresa il nostro Ar-civescovo di AnconaOsimo. Nuovi Cardi-nali ai quali papaFrancesco conferirà laporpora il prossimo14 febbraio nel suosecondo Concistoro.E’ dal XX secolo che Ancona nonaveva un Vescovo Cardinale. L’ul-timo fu il Cardinale Achille Manaraall'inizio del XX secolo (12 maggio1879 - 15 febbraio 1906). Quindicidei nuovi cardinali saranno elettori,e tra questi c’è proprio monsignorMenichelli, il quale pur non eserci-tando la propria funzione di vescovo

in una sede cardinali-zia, evidentemente èstato ritenuto dal Papaun “testimone credi-bile del Vangelo”. Lanomina è giunta ina-spettata per il monsi-gnore, che lo scorsomarzo, al raggiungi-mento dei 75 anni dietà, come da prassi hapresentato le sue di-missioni al pontefice.

Papa Francesco gli aveva però chie-sto di rimanere a capo della diocesi.A dargli la notizia della nomina a car-dinale, è stato un amico che ascoltaval'Angelus in tivù e sentito il Papa fareil nome dell'arcivescovo di Anconatra i nuovi cardinali. ha pensato benedi chiamarlo.

A chi giova?In merito all’articolo di Vittorio Messori su papa Francesco apparso sul Corriere della sera

Che pena leggere la vigilia del S. Natale “I dubbi sulla svolta di PapaFrancesco” di Vittorio Messori pubblicati sul Corriere della Sera. Lamemoria che entrando nell’ottantesimo anno di età è ancora lucida, miha fatto riassaporare il clima sessantottino quando si frequentava la ProCivitate Christiana di Assisi , alla ricerca di quella “roccia” sulla qualeedificare attraverso i corsi di Cristologia per laici. Frequentai pochissimonelle visite che facevo a mia sorella Giuseppina volontaria, ma fu suf-ficiente per notare Messori, tra un intervento e l’altro, con quel senti-mento che normalmente si avverte per il più bravo della classe. Credo

di aver letto tutte le suepubblicazioni che homolto apprezzato, purcontornandole di puntiinterrogativi. Ringrazioil Signore che mi stadando ancora il tempo dirisolverne qualcuno, maa questo punto me ne ri-trovo aggiunti altri suPapa Francesco. Perchéquelli scritti sul detto ar-ticolo sono per me, il

cattolico medio sono io. Ringrazio perché mi son sempre consideratoscarsetto, ma anche perché mai avrei pensato a cattolici distinti a vota-zione, inoltre da lasciare tranquilli. Tralascio altre considerazioni pernon sfociare nella polemica, ma vorrei puntualizzare che a me appareincomprensibile l’articolo, soprattutto perché viene detto che è stato ri-chiesto e Messori si dice quasi costretto a scriverlo contro voglia. Vuolemanifestare la contrarietà dei potentati economici e giornalistici a quantoil papa va dicendo sulle ingiustizie economiche? Si tratta di un tentativomaldestro di farlo tacere? Papa Francesco sta certamente sollecitandoalcuni poteri economici forti con critiche puntuali per la poca attenzionealla povertà e per una ingiusta distribuzione della ricchezza nella società:non c’è da meravigliarsi che questi poteri non gradiscano queste critiche;ci sarebbe veramente da meravigliarsi se il papa non prendesse le partidei poveri che invece apprezzano molto quanto egli sta facendo e di-cendo. Quello che il papa sta cercando di dire alla Chiesa e al mondo èla necessità di superare quella che lui chiama la ‘globalizzazione del-l’indifferenza’ nei confronti di tutti gli emarginati della società: per que-sto compie gesti che vogliono essere significativi e vogliono indurci arecuperare capacità di attenzione, di compassione e di tenerezza,uscendo dalle chiusure dei nostri egoismi e dei nostri schematismitroppo spesso incapaci di comprendere le ragioni dell’altro. Per questocelebra il giovedì santo in un carcere minorile, va a Lampedusa per ri-chiamare l’attenzione dell’Europa a chi è costretto ad emigrare a rischiodella vita, si impegna riportare pace tra Cuba e Stati Uniti a favore di unpopolo da troppi anni sottoposto ad embargo, critica il sistema econo-mico-finanziario che arricchisce sempre di più i ricchi, ecc. Facendoquesto, qualche volta è sferzante e spinge a un esame di coscienza chemette a nudo le nostre mancanze, anche quella della Chiesa, comesanno fare solo i profeti che invitano a conversione, chiamando i pec-cati con il loro nome. A qualcuno questo schietto esame di coscienzanon piace, pazienza, ma noi dobbiamo essergli grati, e lo siamo conconvinzione, perché sta aiutandoci a recuperare il genuino spirito evan-gelico. È proprio vero, come scrivi: “Chi sono io per giudicare?”. Alloranon ci lasciamo attirare in forme di polemica e di contrapposizioni chenon servono a nessuno. A chi giova? Occorre favorire il comportamentodel rispetto. Siamo perplessi nei confronti di modalità che ci paionopoco chiare, soprattutto nei confronti delle finalità che le muovono.

Pietro Pompeisegue a pag. 2

segue a pag. 2

Il nuovo anno inizia con una lieta sorpresa per le MarcheS.E. Mons. Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo, cardinale

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Anno XXXII

11 Gennaio 2015

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Continua dalla prima pagina Continua dalla prima pagina

Parola del SignoreBATTESIMO DEL SIGNORE - ANNO B

Dal VANGELO secondo MARCO

In quel tempo , Giovanni predicava: "Dopo di me viene uno che è più forte di me e al

quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho bat-

tezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo". In quei giorni Gesù venne

da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall'acqua,

vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce

dal cielo: "Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto". (vAngelO DI

mARCO 1,7-11 )

Una gran folla, si rivolge a Giovanni il battezzatore, per ricevere il suo battesimo nelle acquedel Giordano, a tutta questa gente si unisce anche Gesù. Giovanni che riconosce il Lui ilMessia, colui al quale non è degno di sciogliere i sandali, oppone un rifiuto, ma Gesù glichiede di non opporsi alla sua richiesta perché così insieme possano adempiere ogni giustizia.La giustizia è opera di Dio e pertanto comporta un rapporto speciale con il Signore, cioè lasantità, ma la giustizia non è una cosa astratta, quindi deve essere rivolta anche ai fratelli, ri-conoscendo i diritti di ognuno. La giustizia potremmo anche definirla come amore verso Dioe verso i fratelli, in un rapporto non scindibile. Adempiere la giustizia comporta la ricercadel Regno di Dio e la sua realizzazione al di sopra di ogni cosa. Anche noi siamo chiamatia questo adempimento, a questa ricerca del Regno, a questo amore verso Dio e verso i fratelli.Non è forse questo il comandamento principe che Gesù ci lascia: ama il Signore Dio contutto il cuore, con tutta la tua anima, e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso.E ancora: amatevi gli uni gli altri come IO ho amato voi.Giustizia e Amore sono due parole che vanno di pari passo, sono inscindibili, non è certa-

mente una virtù facile quella di praticare la giustizia, ma è sicu-ramente una virtù a cui dobbiamo tendere con tutte le nostreforze, poiché va ricordato che solo così potremo raggiungere laserenità del cuore e la perfetta letizia, infatti il Signore ci ricordache solo così facendo potremo essere felici: Farai ciò che è giustoe buono agli occhi del Signore, perché tu sia felice (Dt. 6,18).Pochi uomini biblici, che io mi ricordi, ricevono l’appellativo diGIUSTO, ma sono uomini di uno spessore incredibile, sono veriamici di Dio, sono Noé che rigenererà l’umanità dalla distruzionedel diluvio, Abramo a cui venne accreditato come giustizia il suooperato e la sua fede, Giuseppe figlio di Giacobbe che diventeràviceré d’Egitto e Giuseppe sposo di Maria e custode del Cristo.Pensiamo a questi uomini e se possibile rileggiamo la loro storianella Bibbia, capiremo certamente meglio la giustizia di cui ci

vuole parlare Gesù. Inoltre potremo capire la frase finale del brano e il tipo di compiacimentodi cui si parla. Poiché il compiacimento del Padre Eterno nasce proprio dal comportamentodel Figlio che inizia il suo cammino pubblico adempiendo ogni giustizia con la più singolareumiltà. Chiediamo al Signore Gesù di aprire il nostro cuore alla giustizia e all’amore affinchéanche noi possiamo diventare veri amici di Dio e possiamo sperare di dargli un piccolo com-piacimento. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA

VERA GIUSTIZIA E’ COMPIERE LA VOLONTA’ DI DIO, SENZA TENTENNAMENTI E SENZA RIPENSAMENTI (Anonimo)

UOMO GIUSTO E’ COLUI CHE SI AFFIDA AL SIGNORE E A LUI RIMETTE OGNI COSA (Anonimo)

Mons. Edoardo Menichelli è nato a Serripola diSan Severino Marche il 14 ottobre 1939, ha stu-diato a Roma presso la Pontificia Università La-teranense, dove ha conseguito la licenza inTeologia Pastorale. Dopo l'ordinazione sacerdo-tale, nel 1965 è stato vice parroco della Parroc-chia di S. Giuseppe a San Severino Marche econtemporaneamente insegnante di religione inun istituto professionale femminile. Negli anni'70 è stato assistente spirituale del gruppo "Roma71" dei lupetti. Dal 1968 fino al 1991 ha lavoratocome Officiale presso il Supremo Tribunaledella Segnatura Apostolica, divenendo segretarioparticolare dell'allora prefetto, il cardinaleAchille Silvestrini. A Roma si è impegnatomolto nella pastorale della salute come cappel-lano della Clinica e collaboratore del Consulto-rio Familiare della Facoltà di Medicina alPoliclinico Gemelli, fin quando nel 1994 è statonominato arcivescovo di Chiesti-Vasto, trasferito10 anni dopo a guidare la metropolia di Ancona-Osimo. Attualmente è assistente ecclesiasticonazionale dell'Associazione Medici Cattolici Ita-liani. ha partecipato al recente Sinodo comemembro di nomina pontificia. La nostra Chiesa diocesana è lieta del ricono-scimento attribuito ad un vescovo della nostraRegione, e si unisce al proprio vescovo Carlo,nel ringraziare papa Francesco per la sceltae prega il Signore perché assista Sua Emi-nenza Edoardo nel nuovo compito cui è statochiamato.

Il nuovo anno inizia con una lietasorpresa per le Marche

S.E. Mons. Edoardo Menichelli,arcivescovo di Ancona-Osimo,

cardinale

Noi sogniamo un’Italia libera. Dai suoi vizi (opeccati?), dagli inaccettabili silenzi omertosi,dagli orizzonti culturali ristretti, dai tic del “poli-ticamente corretto”, dalle invidie sociali, dalle re-strizioni mentali, dalle reazioni socialistereotipate, dalle fughe consolatorie e assolutorienel “così fan tutti”, dalle reazioni irrazionali alleemergenze. Dunque, un’Italia libera di testa. Noi sogniamo un’Italia coraggiosa. Capace didare un calcio alle proprie paure, di tornare a ri-schiare come ha fatto in tanti frangenti dolorosidella propria storia civile ed economica, di lan-ciare il cuore oltre l’ostacolo, di guardare più lon-tano dei prossimi tre mesi, di intravedere unorizzonte comune. Dunque, un’Italia di donne euomini consapevoli delle proprie forze e dei pro-pri talenti. Noi sogniamo un’Italia giusta. Dovei giovani abbiano la parte che spetta loro di diritto,dove il futuro non sia una lotteria sociale, dovel’ascensore sociale sia rimesso in moto, dove lagiustizia degli uomini sia tale da rendere meno

pesante il fardello dei cittadini, dove tutti paghinola giusta dose di tasse perché tutti ne traggano be-neficio, dove i diritti basilari siano garantiti a tuttisenza distinzione alcuna di sesso razza cultura ereligione. Insomma, un’Italia in cui la giustiziasociale sia cercata e praticata. Noi sogniamoun’Italia buona. Nella quale i buoni non sianoconsiderati fessi, in cui gli onesti meritino il ri-spetto di tutti, in cui i disonesti siano oggetto dellariprovazione sociale, in cui il volontariato sia sti-mato, in cui lo sguardo non sia sempre velato dal-l’ombra del sospetto, in cui sia ancora possibiletendere la mano a chi sta un passo indietro, in cuicamminare e crescere insieme sia la norma. Dun-que, un’Italia in cui il bene sia considerato unvantaggio competitivo rispetto al male.Noi sogniamo un’Italia aperta. All’Europa e alMondo. All’accoglienza senza retropensieri raz-zisti e malmostosi. Alle intelligenze più vive egiovani. Alle forze fresche che vengono su daiterritori. Ai suoi giovani eternamente in panchina.

Ai suoi vecchi che giorno dopo giorno sono con-siderati un peso insostenibile. Ai figli che tardanoa venire. Insomma, un’Italia aperta al futuro.Noi sogniamo un’Italia pacifica e pacificata.Che rifiuti la violenza in ogni sua forma, sappiacontenere l’esasperazione sociale causata dal di-sagio, gestisca la protesta dentro i cardini del ri-spetto reciproco, non alimenti lo scontro di classee il conflitto sociale, sappia portare in tutti i con-sessi internazionali la voce di chi ama la pace erifiuta la guerra come forma di soluzione dei con-flitti tra i popoli. Un’Italia, dunque, che scelga lapace per sé e per gli altri, senza se e senza ma.Direte che sogniamo a occhi aperti. Noi prefe-riamo scommettere sui nostri sogni che svelanoil seme di Dio che è stato piantato in noi. Un semeche è la radice del nostro umanesimo. Un sememorto a Gerusalemme, lanciato nel cuore dell’Eu-ropa e in quella terra prediletta che è l’Italia. Anoi tutti, italiane e italiani, credenti e non credenti,la responsabilità di farlo rifiorire. L’umanesimo.

Si apre un anno e sarà intenso. Alcuni processi so-ciali nel 2014 si sono consolidati e continuerannoad attraversare le maglie della nostra comunità,coinvolgono le dinamiche comunicative, la parte-cipazione democratica, la morfologia demogra-fica. Gli esiti finali sono imprevedibili, però si puòdescrivere la loro direzione e immaginare comeinfluenzare la loro traiettoria per l’Italia che verrà.Il rapporto tra cittadini e politica è il primo pro-cesso che segna un cambiamento nella vita demo-cratica. I risultati nelle ultime tornate elettorali nesono una testimonianza: il rumore dell’astensio-nismo, che nell’anno ha condizionato le votazioniper il Parlamento europeo come quelle per alcuneregioni italiane, è fragoroso. Ci indica una doppiatendenza: l’incapacità delle forze politiche di coin-volgere l’elettorato e le forti disaffezione e delu-sione dei cittadini. Questo è solo un tassello delrapporto controverso degli italiani con le istitu-zioni: solo il 15% ha fiducia nello Stato, il 20%nelle Regioni, dice una ricerca Demos, nella qualesi aggiunge che la fiducia nel Parlamento italianoè al 7: tanti indicatori che mostrano la fatica delnostro sistema democratico e la difficoltà di tro-vare una via nuova. Un elemento che rimane è il

legame tra la pratica delvolontariato e la dimen-sione partecipativa,forse da lì si potrebberoinnestare nuove dinami-

che per il futuro. Però oltre alritmo che è stato evocato peril nuovo anno servirannoanche credibilità e coinvolgi-mento. La diffusione di nuoviambienti comunicativi è il secondo processo: nel2014, ha registrato il Censis, ormai il 63,5% dellapopolazione accede quotidianamente al web traquesti c’è la quasi totalità dei giovani fino ai 29anni e oltre l’84% degli adulti tra i 30 e 40 anni.Si affermano e si affiancano ai precedenti, nuoviambienti relazionali nei quali abitano e convivonoricordi di esperienze, informazioni sugli eventigiornalieri, commenti sui fatti di cronaca mondialee della strada sotto casa. Con la semplice pressionedi un dito la nostra socialità cambia modalitàespressive; assume forme di linguaggio meno ra-zionali e più emotive. Nel nuovo anno il trendcontinuerà; la modalità comunicativa e ambienterelazionale sono i veicoli da cui si trasmettono sa-pere e saggezza. C’è l’esigenza di una riformaeducativa che supera il tentativo lodevole di rior-ganizzare il sistema di istruzione, tocca lo stile ela forma dei rapporti intergenerazionali.Lo squilibrio demografico è il terzo processo: per

la prima volta i nuovi natisono stati meno di100mila. Cambia la mor-fologia della nostra so-cietà: incontreremosempre più capelli grigi,con una prospettiva divita media intorno agli 80anni per gli uomini e a 84per le donne, e avremo a

che fare sempre meno con i bambini. D’altrondegli uomini si sposano a 34 anni e le donne a 31;l’età media al primo matrimonio ogni anno saleun pochino. Le coppie continuano a formarsi sem-pre più tardi ancora dopo si generano figli. Per in-vertire il trend occorre una nuova attenzione allafamiglia che parta da politiche di conciliazione eper l’abitazione oltre che dalla lotta alla precarietà.Urge sanare la frattura generazionale nel mondodel lavoro che continua a crescere: il confronto didue periodi storici proposto da Italia Lavoro è im-pietoso: tra il secondo trimestre 2008 e il secondotrimestre del 2014, l’occupazione cala del 27% trai ventenni (20-29 anni), e aumenta del 56.8% tra i60-64enni. Nel nuovo anno il Jobs act favoriràprobabilmente una maggiore presenza delle fascegiovanili, rimane da scoprire se migliorerà le lorocondizioni economiche e se garantirà una stabilitàcapace di offrire prospettive progettuali.

ANDREA CASAVECChIA

IL DIRITTO DI SOGNARE

C'è un'Italia che vorremmo

SOCIETàTre eredità per il nuovo annoDisaffezione politica, nuova comunicazione, denatalità

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3Anno XXXII

11 Gennaio 2015 PAG

Leggiamo la seconda e la terza Beatitudinecon i rispettivi secondo e terzo Guai (Lc6,21.25).

1. La seconda Beatitudine. «Beati

voi, che ora avete fame, / perché sarete sa-

ziati» (6,21). «Voi, che ora avete fame» sono ipeinôntes, coloro che non solo sentono il bi-sogno di dover mangiare, ma, ancor più, chesono in situazione abituale di fame perché nonhanno modo di procurarsi il cibo.

«Sarete saziati», chortasasthésesthe. Ilverbo ricorre quasi sempre per indicare il sa-ziarsi degli uomini; per esempio, nei raccontidella moltiplicazione dei pani (Lc 9,17).L’Apocalisse, presentando i salvati che sonogià alla presenza di Dio, «non avranno piùfame né avranno piùsete perché l’Agnello,che sta in mezzo altrono, sarà il loro pa-store e li guiderà allefonti delle acque dellavita.» (Ap 7,16 citandoIs 49,16.17).

2. Il secondo

Guai: «Guai a voi, che

ora siete sazi, / perché

avrete fame» (Lc6,25a). Il verbo em-

pímplemi, essere ri-pieni, ricorre ancora solo un’altra volta nelVangelo di Lc, nel Magnificat, con un disticoin una forma antitetica che molto si avvicinaalla rispettiva coppia Beatitudine-Guai: «Haricolmato di beni gli affamati, / ha rimandato iricchi a mani vuote» (1,53). Noi diamo valoreingressivo ai due aoristi del testo greco. Percui, con l’incarnazione del Figlio di Dio dallaVergine Maria, la promessa è incominciata arealizzarsi. Invece, nella Beatitudine, il rove-sciamento si è già compiuto nell’al di là, e inperpetuo. E’ quanto Abramo risponde alla ri-chiesta del ricco epulone: «Per di più, tra noi evoi è stato fissato un grande abisso: coloro chedi qui vogliono passare da voi, non possono,né di lì possono giungere fino a noi» (16,26).

3. La terza Beatitudine. «Beati voi, che

ora piangete, / perché riderete» (Lc 6,21b). Ilpianto può ben essere una componente dellapovertà e della fame.

Il verbo «ridere», geláô, è presente nellaBeatitudine e nel rispettivo Guai (6,25b), ma,come si rileva dal contesto, con diverso signi-ficato. Nella Beatitudine Gesù dichiara beati ipiangenti in ragione del fatto che la loro sof-ferenza si cambierà con il sorriso, cioè con lagioia più schietta e profonda. Un abbozzo di

tale gioia si era avuto tra i deportati in esilioquando poterono tornare liberi nella TerraSanta: «Quando il Signore ristabilì la sorte diSion, / ci sembrava di sognare. / 2 Allora la no-stra bocca si riempì di sorriso, / la nostra lin-gua di gioia»al 126,1-2). «Su di essa [su lastrada preparata da Dio per il secondo esodo]ritorneranno i riscattati dal Signore / e ver-ranno in Sion con giubilo; / felicità perennesplenderà sul loro capo; / gioia e felicità li se-guiranno / e fuggiranno tristezza e pianto» (Is35,10). Questo secondo esodo, da Babilonia aGerusalemme, diventa annuncio del terzo,quello di realtà nuove: «Ecco, infatti, io creonuovi cieli e nuova terra; / non si ricorderà piùil passato, / non verrà più in mente»; e il testo

continua spiegando:«poiché si godrà e sigioirà sempre / diquello che sto percreare, / poiché creoGerusalemme per lagioia, / e il suo popoloper il gaudio» (Is65,17-18).

Il «riderete» dellaBeatitudine raccogliequesti preannunci e liporta al compimentodefinitivo nella gloria

del cielo. «Io preparo per voi un regno, comeil Padre mio l’ha preparato per me, 30perchémangiate e beviate alla mia mensa nel mioregno» (Lc 22,29); «In verità io ti dico: oggicon me sarai nel paradiso» (23,43).

4. Il terzo Guai. «guai a voi, che ora ri-

dete, / perché sarete nel dolore e piangerete»(Lc 6,25b). Dopo 6,21 «ridere», geláô, nelNuovo Testamento si ha ancora solo qui e, conun significato ben diverso che rileviamo, intesto di Giacomo parallelo al nostro. Giacomoscrive: «Peccatori… Riconoscete la vostra mi-seria, fate lutto (penthéô) e piangete (kláiô);il vostro riso (gélôs) si cambi in lamento (pén-

thos) e la gioia (chará) in tristezza (katéfeia)»(Gc 4,8-9). Giacomo dice a dei peccatori dipentirsi e smettere di ridere così sguaiatamenteper la loro cattiva condotta.

Anche oggi alcuni peccatori ridono sfrena-tamente per il male che fanno. Ad essi Gesùdice di smettere «perché sarete nel dolore e

piangerete» presentandovi al giudizio di Dio.Conclusione. Agli eletti e in paradiso, Dio

«asciugherà ogni lacrima dai loro occhi / enon vi sarà più la morte / né lutto né lamentoné affanno» (Ap 21,4).

[email protected]

Discorso della pianura. Seconda e terza Beatitudine

37. vOI cHE OrA AvEtE FAmE. vOI cHE OrA PIAnGEtE

DOmEnIcA 11 GEnnAIO

Ore 17.30 San Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa. Anniversario

dell’Ordinazione episcopale

mErcOLEDì 14 GEnnAIO

Ore 10.00 Loreto: CEMOre 21.00 San Benedetto Tr.

Teatro S. Filippo Neri: Incontro formativo diocesano

GIOvEDì 15 GEnnAIO

Ore 10.00 San Benedetto Tr.: Istituto Suore Concezioniste: Ritiro del Clero

vEnErDì 16 GEnnAIO

Ore 16.00 San Benedetto Tr. Cattedrale: Confessioni

Ore 20.00 Padri Sacramentini: lezione alla scuola di formazione teologica

SAbAtO 17 GEnnAIO

Ore 9.30 San Benedetto Tr. Curia Vescovile: Consiglio Diocesano Affari Economici

Ore 18.00 Grottammare Parrocchia Madonna della Speranza: Ingresso del nuovo Parroco don Dino Pirri

DOmEnIcA 18 GEnnAIO

Ore 11.00 Valtesino: Parrocchia Madonna di Fatima: S. Messa

Ore 16.00 Porto d’Ascoli Parrocchia SS. Annunziata: Ingresso del nuovo Parroco don Anselmo Fulgenzi

Impegni Pastorali del Vescovo

DALL ’11 AL 18 GENNAiO 2015

In preparazione alla XXIII Giornata del MalatoFra Patrick Nshamdze, morto il 2 agosto a Monroviaa 52 anni,, 23 di professione religiosa. Fra GeorgeCombey, morto a Monrovia l’11 agosto a 47 anni, 16di professione religiosa. Fra Miguel Pajares Martin,morto a Madrid il 12 agosto a 75 anni, 57 di profes-sione religiosa. Fra Manuel Garcia Viejo, morto il 25settembre a Madrid a 69 anni, 51 di professione reli-giosa… I quattro frati dell’Ordine Ospedaliero SanGiovanni di Dio Fatebenefratelli uccisi quest’annodal virus Ebola - insieme a suore e a collaboratori laici– testimoniano quanto siano vere le parole del SantoPadre, che nel messaggio per la XXIII giornata mon-diale del malato ha definito oggi un “grande cammino di santificazione” l’accompagnamento spiri-tuale e l’assistenza che tanti religiosi offrono quotidianamente ai malati in tutti i Paesi del mondo. L’estremo sacrificio della vita – previsto negli statuti dell’Ordine dei Fatebenefratelli - è tuttavia uncaso limite di questa testimonianza: anche se non fa notizia, ogni giorno i religiosi offrono la vitaagli altri con spirito evangelico e la giornata del malato è un’occasione per ricordare l’importanzadel loro ruolo e della preparazione con cui accompagnano chi soffre in un tempo che svaluta il valoredella vita, un altro tema toccato dal Papa. Su questo punto, vale la pena di ricordare che i Fatebene-fratelli hanno promosso un corso per gli operatori sanitari con l’Università cattolica, che inizierà agennaio a Brescia e che affronta il problema dell’accompagnamento spirituale sotto il profilo tera-peutico. Si tratta di un approccio nuovo che si fonda sulla consapevolezza che la malattia è un in-contro spirituale ed una esperienza fisica ed emotiva, di particolare difficoltà o turbamento che, comepuò risolversi in bene o in male sul piano fisico, può avere sbocchi positivi o negativi anche su quellomorale. L’obiettivo dell’accompagnamento spirituale non è dunque quello di offrire al paziente unsignificato alle sue sofferenze, ma piuttosto di assisterlo in un cammino che, partendo dalle sue do-mande, attraverso il dolore della crisi, lo conduca ad elaborare un ‘suo’ significato, quel significatoche può far integrare la sofferenza nel più ampio contesto della sua vita. Questo vale anche per uncredente: ricerca di senso vuol dire riuscire a dare un significato che aiuti a ‘gestire’ la sofferenzanell’ambito di un rapporto con Dio, un rapporto da conquistare anch’esso nell’alternarsi degli statid’animo della paura di Dio e dell’abbandono a Dio, che sembrano contraddistinguere il mondo spi-rituale del malato. Questo approccio consente all’operatore sanitario – e non solo al religioso - disuperare la “menzogna sulla qualità della vita” di cui parla papa Francesco, che ha ricordato comesia una "grande menzogna" quella che "si nasconde dietro certe espressioni che insistono sulla 'qualitàdella vita per indurre a credere che le vite gravemente affette da malattia non sarebbero degne di es-sere vissute".

DIOCESI DI S. BENEDETTO DEL TRONTORIPATRANSONE - MONTALTO

(1 Cor. 15, 4b-5)

“E’ risorto il terzo giorno secondo le

Scritture e apparve a Cefa e quindi ai dodici”

In missione alle periferie per portare l’annuncio di

Cristo risorto

III INCONTROFORMATIVODIOCESANO

14 GENNAIO 2015ORE 21:00

Teatro S. Filippo NeriS. Benedetto del Tronto

Introduzione

“I capitoli 15-16 della I Lettera ai Corinzi”

Prof. Don Andrea Andreozzi

PER TUTTI GLIOPERATORIPASTORALI

Mons. Carlo Bresciani

DIOCESI DI S. BENEDETTO DEL TRONTORIPATRANSONE - MONTALTO

DI S. BENEDETTO DEL TRONTO MONTALTO

DEL TRONTO

(1 Cor. 15, 4b-5) or. 15, 4b-5)(1 Cor. 15, 4b-5) or. 15, 4b-5)

PASOPERATORI

PER T

STORALIERATORI

TUTTI GLI

S. Benedetto del TrontoTeatro S. Filippo Neri

In

tto del Tronto S. Filippo Neri

troduzione

P “I capitoli 15-16 della I Lettera ai Corinzi”

Prof. Don Andrea Andreozzi capitoli 15-16 della I Lettera ai Corinzi”

Andreozzi ttera ai Corinzi

INVITO AI SACERDOTI Carissimi Confratelli, nella ricorrenza del 1° anniversario della Consacrazione

Episcopale del nostro Vescovo Carlo, come comunità diocesana viviamo questo evento con sentimenti di grato ricordo, partecipando

alla Concelebrazione Eucaristica

DOMENICA 11 GENNAIO ALLE ORE 17,30nella Cattedrale S.Maria della Marina.

A questo scopo, per rendere partecipe tutto il popolo, nelle celebrazione

della domenica si può inserire una particolare intenzione di preghiera

per il nostro Vescovo,

Per il nostro vescovo Carlo, nel 1° anniversario dell’ordinazione episcopale,

donagli o Signore la sapienza e la carità degli Apostoli perché maestro,

pastore e padre guidi noi suo popolo nel cammino della salvezza, preghiamo.

Augurando a tutti un sereno anno nuovo nel cammino pastorale, sorretti dalla forzadella fede e dalla collaborazione tra tutti noi, vi saluto fraternamente.

Il Vicario Generale

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4 Anno XXXII

11 Gennaio 2015PAG

Eccellenza, Auguri!Dopo un anno dalla consacrazione episcopale, partendo dallo stemma

Al primo anniversario di un evento comela consacrazione episcopale, che ha cam-biato radicalmente la vita del nostro Ve-scovo, fermarsi agli Auguri edaggiungendo magari qualche aggettivo,è la cosa più saggia, si rimane nella con-suetudine e non si rischia nulla. È proprio

quello che suggerisce Vittorio Messori, come si può leggere nell’editorialedi questo giornale, consigliando di “non turbare la tranquillità del cattolicomedio, abituato a fare a meno di pensare”.

Pro corpore eius A favore del suo corpo che è la chiesaLa scelta di un motto per il proprio stemma lascia sempre intravvederequale sia l'orientamento di un vescovo nella sua azione di guida del popoloche gli è affidato. Ci vuole ovviamente del tempo per verificare quanto ecome dell'impegno programmatico espresso nel motto sarà realizzato,ma,già fin dai primi tempi del mandato, ai fedeli più attenti è possibile coglierealcune tracce di conferma, almeno nelle intenzioni, di un certo percorso.Anche per il vescovo Carlo Bresciani, ad un anno dalla sua consacrazioneepiscopale, si può provare a individuare qualche linea di indirizzo nellasua azione pastorale a partire dal motto riportato nel suo stemma in latino-pro corpore eius- che è - la Chiesa. La citazione paolina è tratta da Filip-pesi 1,25, ma lo stesso S.Paolo ne svilupperà più ampiamente il senso e ilsignificato nella Prima Lettera ai Corinzi, dove, oltre a porre l'immaginedel corpo che indica la Chiesa come realtà viva, sottolinea il legame diquesto corpo vivente con il suo capo, che è Cristo, il quale lo guida, lonutre e lo sostiene.Il fatto che il vescovo della nostra diocesi, nella sua prima lettera pastorale,affermi esplicitamente di voler mettere in evidenza alcuni aspetti propriodi questa lettera di S. Paolo, traendo da essa alcune piste di riflessione chepossano guidare in quella conversione personale e pastorale che la chiesaci va chiedendo, lascia trasparire la sua particolare consonanza con questotesto e anche un abbastanza preciso intento di seguirne lo spirito. L'insi-stenza di S. Paolo sulla necessità che la chiesa non sia ferita da divisionifra le stesse membra del suo corpo è la medesima con cui il vescovo Carlo,con amorevolezza, ma anche con determinazione, invita i fedeli della suadiocesi a tendere pervicacemente all'unità. Tutti i suoi interventi, omelie,relazioni, comunicazioni varie, vanno in questa direzione, e ciò è partico-larmente valido in un ambiente come quello della nostra diocesi così riccodi parrocchie, conventi, gruppi, associazioni, movimenti, che, però po-

trebbe correre il rischio di una frammentarietà o di una competitività di-sgreganti qualora non rimanesse profondamente legato a Cristo, che solopuò dare la forza dell'amore che fa la comunione. Ed ecco allora che nellastessa lettera pastorale il vescovo afferma il suo "no al costituirsi di variechiesuole" ed esorta i fedeli a riflettere e a domandarsi: "le diverse appar-tenenze a gruppi, movimenti o anche parrocchie mi aiutano a vivere l'unicae fondamentale appartenenza alla chiesa diocesana e a camminare conessa? Oppure mi chiudo nel mio movimento, nel mio gruppo, nella miaparrocchia e dimentico che, prima di tutto, sono Chiesa diocesana?" Sic-come "il corpo di Cristo non può essere diviso dallo spirito di Cristo" ènecessario- continua il vescovo- "conformare sempre più il nostro dire e ilnostro operare alla carità", percorrendo insieme il cammino impegnativoverso la comunione, "in cordiale collaborazione tra presbiteri,e tra presbi-teri, religiosi e laici" ,anche contribuendo alla "realizzazione di idee e diprogetti", non privilegiando solo i propri personali, ma anche quelli "cheprovengono dalla parrocchia o dalla diocesi". Ho notato come ogni gruppo,categoria, realtà della diocesi, siano esse di ordine religioso, spirituale osociale sono state, in questo primo periodo della sua cura episcopale, in-contrate dal vescovo, il quale, valorizzando la specificità dei singoli carismipur senza privilegiarne alcuno, con la sua presenza donata a tutti, ha volutotestimoniare, riassunta nella sua persona,l'unità della Chiesa diocesana. Intutte le decisioni prese mi è parso di cogliere l’intensa tensione versol'unità, che il vescovo vorrebbe pervadesse non solo il suo, ma anche ilcuore di tutti i fedeli, e questo si potrà sviluppare via via in modo più con-creto e deciso nella vita della diocesi se vi sarà la disponibilità di ciascunoe di tutti ad accogliere e a mettere in pratica le parole che il Vescovo hascelto significativamente di pronunciare nel giorno del Corpus Domini, at-traversando in processione la città del popolo ormai suo:la Chiesa come corpo di Cristo si costituisce attorno all'altare della ce-lebrazione. Celebrando insieme, le diverse membra riconoscono di essereChiesa solo se unite al Capo e nutrite dal suo Corpo e dal suo Sangue chedona vita a tutto il corpo ecclesiale. ma si è realmente Chiesa solo se ognimembro, insieme al Capo, Cristo, dona se stesso per il bene del corpo in-tero, quindi anche per il bene delle altre membra. Solo così le diversità diciascuno diventano arricchimento di tutti.Osservazione ben precisa che non va presa come supina obbedienza, macome suggerimento per una crescita equilibrata insieme agli altri.È in questa consapevolezza che gli Auguri acquistano sostanza svolgendol’attività di lievito e tutto “a favore del suo corpo, la chiesa” di cui ci dob-biamo sentire membra. Il Direttore

“Siamo costruttori, insieme con Dio, di un mondo nuovo e inedito, nel quale la gloria di Dio risplenda più chiara di quanto non lo sia oggi”

Da un anno don Carlo è vescovo. “Siamo costruttori, insieme conDio, di un mondo nuovo e inedito, nel quale la gloria di Dio ri-splenda più chiara di quanto non lo sia oggi”. Così si rivolse a luiil vescovo Luciano Monari durante la sua ordinazione nella Catte-drale di Brescia. Un augurio sincero che insieme a tante altre parolerisuonarono nei presenti non tanto come esplicazione dottrinaledel ministero del vescovo quanto come prefigurazione e condivi-sione fraterna del vivere, del patire e del gioire di un pastore in cam-mino con la sua comunità. Così, ormai da 12 mesi, don Carlo vivee percorre questo cammino con la diocesi di San Benedetto delTronto – Montalto - Ripatransone. Chissà con quali sentimenti, adun anno di distanza da quel momento solenne, di grazia e di festa,in lui riprendono vita quelle parole e che ormai può accostare a si-tuazioni, volti, scelte vissute di quella che ora è la sua famiglia. Chi

dei suoi concittadini lo ha incontrato sia a Brescia che a San Benedetto ha certamente colto nelvostro Vescovo uno sguardo sereno. Credo che l’aria marchigiana gli faccia proprio bene. Nonche manchino, credo, anche da voi pesi da portare, ma se ci sono il volto di don Carlo, per ora,non è stato segnato. Vi è stato, invece, l’incontro felice del suo cuore pastorale con una comunitàreale, viva e desiderosa di incontrare il Signore. Un dono di grazia per lui e per voi. Per mons.Bresciani voi siete il dono di Dio al suo cuore di pastore. Un afflato che sempre ha coltivato daprete, da insegnante, da educatore anche a Brescia, ma che oggi, in voi, ha preso carne. Di voi,nel nome del Signore, egli si può prendere cura e questo per lui, credo, sia motivo di grandegioia e consolazione. Anche voi vi siete presi cura di lui. Anche a Brescia l’abbiamo colto, findal primo incontro in diocesi in quella domenica di gennaio. Subito gli avete voluto bene. E sesentirci amati ci apre alla fiducia, all’accoglienza e alla speranza, penso che abbiate preso il ve-scovo Carlo dal verso giusto. Cura, fiducia e preghiera. Già preghiera. Perché, come ci insegnacontinuamente papa Francesco, un pastore ha bisogno della preghiera del suo popolo. E voiavete un pastore per cui pregare. Un pastore che intercede per voi ogni giorno presso il Signoreperché insieme possiate continuare a costruire “un mondo nuovo e inedito, nel quale la gloriadi Dio risplenda ancora più chiara di oggi”. Auguri vescovo Carlo! d. adriano bianchi

ingresso nel Duomo di Ripatransone

Nel Duomo di Montalto Marche

Parr

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5Anno XXXII

11 Gennaio 2015 PAG

continua nel prossimo numero

La Diocesi che diventa storia

Ecc. carissimaLa consulta laicale diocesana, vuol gioire, oggi, suoprimo anniversario di ordinazione episcopale, insiemea tutta la Chiesa truentina e renderle viva gratitudine,preghiera e amicizia per quest'anno di "servizio"; unapreghiera come sincero augurio: “donaci Signore, ilgusto di sentirci famiglia attorno al nostro vescovo, disentirci protesi verso un'unica missione.Donaci, signore, il gusto di sentirci estroversi contutta la chiesa locale, rivolti verso il mondo.Mettici le ali si piedi, perché come Maria, possiamo"raggiungere in fretta la città", quella che tu ami ap-passionatamente”.

Fraterni auguriResp. Consulta dei laici Mascia

Acquaviva Picena - Parrocchia S. Niccolò. Visita del Vescovo Carlo all'Oratorio Estivo 2014.

Gli immigrati

“Signore, insegnami la Route: l’atten-

zione alle piccole cose  al passo di chi

cammina con meper non fare più

lungo il mio; alla parola ascoltataper-

ché non sia un dono che cadenel

vuoto;agli occhi di chi mi sta vicino-

per indovinare la gioia e dividerla; per

indovinare la tristezza e avvicinarmiin

punta di piedi; per cercare insiemela

nuova gioia. Signore, insegnami la

Route: la strada su cui si cammina in-

sieme:insieme nella semplicitàdi es-

sere quello che si èinsieme nella

gioiadi avere ricevuto tutto da Tein-

sieme nel Tuo amore. Signore, inse-

gnami la RouteTu, che sei La Strada e

la gioia. Amen”. Laura (Grottammare 1,

Monteprandone 1, San Benedetto 1 CNGEI).

Vi siamo davvero gratiEccellenzaSoprattutto viciniCon la preghiera in questo giorno specialeO meglio ancoraVi promettiamo diOnorare gli anni che Dio vorrà donarci in questoCammino insiemeA servizio della nostra bellaRealtà diocesana secondo lo stile della nostra associazione, sempreLieti di annunciare la buona Novella eOrgogliosi di testimoniare Gesù nelle nostre vite! L’Azione Cattolica Diocesana

“30 settembre 2014: Pellegrinaggio Unitalsi a Lourdes. Il Vescovo Carlo, con un gruppodi pellegrini e don Vincenzo Catani davanti all’ovile usato daSanta Bernadette fino a pochigiorni prima dell’apparizionedell’11 febbraio 1858”.

rocchia S. Savino

25 Marzo - Ss. Annunziata

“I giovani della parrocchia di S. Pio X si affidanoalla Madonna nel Santuario dell’Ambro” 27 luglio 2014: Festa della Madonna della Marina

Parrocchia Sacra Famiglia Campo invernale giovani a Altino

di Montemonaco il 27 - 30 dicembre 2014

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6 Anno XXXII

11 Gennaio 2015PAG

Domenica 21 dicembre ore 17,00:tanta gente, un numero crescente, lafolla delle grandi occasioni, accorrenella Chiesa dell’Adorazione di viaCrispi a San Benedetto del Tronto.E’ un giorno speciale ,quello che pre-cede il S.Natale 2014: è il 50°anni-versario dell’ordinazione sacerdotaledi Padre Alberto, Padre Diego. Pa-dre Francesco, tre sacramentini che,mezzo secolo fa, proprio in questaChiesa, consacrarono la loro vita alSignore ed anche se le loro sedi sisono diversificate , hanno tenutosempre fede alla loro promessa conamore crescente verso Dio e verso il prossimo,ed hanno deciso di incontrarsi di nuovo per fe-steggiare insieme, nella stessa Chiesa, il 50° delloro sacerdozio.E’ difficile descrivere l’emozione particolare chesi respirava in Chiesa, perché certi momenti bi-sogna viverli per assaporarli in pieno. La Chiesapiù luminosa del solito, già abbellita per il Nataleimminente, sembrava più accogliente e festosaper contenere centinaia e centinaia di fedelivenuti anche dai paesi limitrofi. Dietro l’altare,a semicerchio tanti tanti sacerdoti, con paramentibianchi e dorati facevano da corona ai tre fe-steggiati, con Monsignor Gervasio Gestori,Vescovo emerito della nostra Diocesi, celebrante.La corale parrocchiale, diretta magistralmenteda Paola Olivieri, ha completato l’atmosfera fe-stosa, coinvolgendo i presenti con musica ecanti paradisiaci.Padre Gabriele di Nicolò, Superiore della Co-munità ha presentato i tre sacramentini, motivandola ricorrenza del grande evento e dando inizioalla S.Messa con Monsignor Gervasio.Nell’omelia ha evidenziato l’impegno costantee intenso della vita religiosa dedicata interamenteal Signore e ai fratelli bisognosi non solo dipane, ma soprattutto, di comprensione, di amore, di fede. Il momento più alto e più atteso quandoMonsignor Gervasio ha letto la benedizione delSanto Padre, Papa Francesco per il cinquantesimo

di ordinazione sacerdotale.ma il regalo più prezioso ed inatteso è statol’annuncio che il Papa Francesco attende itre P. Diego, P. Alberto e P. Francesco allaconcelebrazione eucaristica per il 26 gennaio2015 a Santa marta.Tutti sono rimasti profondamente commossi esorpresi per questo straordinario invito.Dopo la comunione ai fedeli così numerosi, ilcoro ha intonato uno dei canti più coinvolgentidel Rinnovamento nello Spirito e, immediata-mente, quattro ragazze vestite di azzurro, rag-giunto il centro della Chiesa, davanti l’altare,hanno accompagnato con movenze di danza“sacra” la musica e il canto per ringraziare elodare il Signore per il grande evento ormaigiunto a conclusione. Bel momento ! …che hapreceduto i saluti del giovane sacerdote senegalesePadre Martin Tine, Consultore Generale che si ècongratulato con i tre sacramentini per la lorospecchiata vita di fede augurando loro di continuarealla realizzazione di un mondo di pace e solidarietà.E’ seguito il breve ma intenso saluto del SuperioreProvinciale, Padre Domenico Avogadro che hacommosso l’intera Chiesa gremita, quando haricordato a tutti, le parole di Papa Francesco“Scusa, per Favore, Grazie” che devono distin-guere, sempre, non solo i religiosi, ma tutti icristiani. Quindi Padre Diego, anche a nomedegli altri due confratelli, ha ringraziato tutti per

la partecipazione numerosa, attenta esentita alla loro festa ed ha promesso dipregare per tutti l’indomani, quando itre sacramentini avrebbero concelebratola S. Messa nella Santa Casa di Loreto.Fra canti e suoni si è conclusa la solennecerimonia religiosa, quindi l’immensafolla si è trasferita nel grande salone at-tiguo dove c’è stato un momento di gio-ioso incontro fraterno, con distribuzionedi immaginette a ricordo della ricorrenzae tanta convivialità… con brindisi e tortaa non finire! Alfiera Carminucci Fava

Sabato 3 gennaio la vita di Debora Borgiani,una giovane ragazza di appena 20 anni dellaParrocchia Madonna di Fatima è stata stron-cata in un tragico incidente verificatosi in auto-strada all’altezza dell’uscita del casello di PortoSan Giorgio, mentre era in auto con la sua fa-miglia. Dalla parrocchia comunicano: “La no-stra Comunità Parrocchiale vive con profondodolore questi momenti in cui Il Signore ha vo-luto chiamare a sé la nostra carissima DeboraBorgiani a causa di un tragico incidente avve-nuto sabato sera. In questo momento l’unicacosa che tutti noi ci sentiamo di fare è pregareil Signore per Debora, perché la accolga tra lesue braccia misericordiose e per la sua famigliaperché Dio possa donarle la forza e la pace nel

cuore necessari pervivere e superare que-sti tragici momenti”.La sera, di lunedì 5Gennaio alle ore 21,si è tenuta in Chiesauna veglia di pre-ghiera per la nostracara Debora allaquale tutti siamo invi-tati a partecipare!” Lanostra redazione siunisce con sentimentidi fraterna partecipazione al dolore di tutti,unendo sentite condoglianze alla famiglia.

“…unA FOLLA ImmEnSA …”rIunItA PEr cELEbrArE

IL 50° AnnIvErSArIODI OrDInAZIOnE SAcErDOtALE

DI trE PADrI SAcrAmEntInI

ripatransone ricorda il prof. Antonio GiannettiSerie di iniziative in programma per domenica 4 gennaio, in memoria dello storico

scomparso giusto un anno fa

RIPATRANSONE – Ha animato la vita culturale cittadina per oltre qua-rant’anni. Ripatransone ricorda quindi con riconoscenza il prof. AntonioGiannetti con una serie di iniziative, in programma per domenica 4 gen-naio, primo anniversario della sua morte.Alle ore 16:30, alla presenza del sindaco Remo Bruni, la cerimonia diintitolazione al professore della biblioteca dell’ArcheoClub, nella Pa-lazzina delle Associazioni. Alle 17:30, nel Duomo, la messa in suffragioanimata dalla corale Madonna di San Giovanni, che Giannetti ha fon-dato, restandone presidente per 42 anni. Alle 18:30, infine, la celebra-zione dell’anniversario al Museo Diocesano. Morto all’età di 74 anni,Giannetti è stato docente nelle scuole medie della provincia, in particolare a Montalto delle Mar-che, dove è rimasto per il maggior numero di anni, concludendovi la sua carriera. I funerali delprof. Giannetti, un anno fa, furono celebrati in Duomo dal vescovo Gestori. Giannetti fu consi-gliere e assessore comunale, presidente della proloco, consigliere della Cassa Rurale ed Artigiana,collaboratore di varie amministrazioni comunali. Ha inoltre svolto un’intensa attività di storico,pubblicando diverse opere su fatti e personaggi legati al territorio, portando all’attenzione collet-tiva molti anniversari significativi per la città. Ha suggerito e portato avanti personalmente varieiniziative culturali. Dal 1994 si è occupato, come volontario, della conservazione e promozionedel patrimonio librario e artistico della città, accrescendo il patrimonio della biblioteca di Ripa-transone. Seguiva personalmente le varie fasi di ristrutturazione e catalogazione dei reperti delMuseo Archeologico (luogo dove abitualmente si poteva trovare immerso nella lettura di libri, ri-viste, giornali, o mentre scriveva con la sua Olivetti) promuovendone la fruizione e guidando ivisitatori anche delle scuole di ogni ordine e grado. Responsabile dell’Ufficio turistico dal 1994,sempre come volontario, rivestiva i panni di guida solerte, nel far conoscere Ripa attraverso imusei, le chiese, il celebre vicolo più stretto d’Italia. Giannetti è stato anche un cronista: dal 1966collaboratore del settimanale diocesano “La Vedetta”, fu tra i fondatori de l’Ancora, cui collaboròper 31 anni; collaborò inoltre al quotidiano “Il Resto del Carlino”, sempre preciso nel riferirenomi e date. Ricercatore e studioso di documenti, amava condividere le sue conoscenze con chicondivideva questa passione, anche di altri territori, e con chi ne faceva espressa richiesta.

noi de “l’Ancora” abbiamo programmato di ricordare il prof. Antonio Giannetti,

nostro indimenticabile, solerte e puntuale collaboratore il giorno 24 gennaio, festa di S.Francescodi Sales, patrono dei giornalisti, al quale, Antonio era particolarmente devoto. Intanto plaudiamoa tutte le iniziative della sua città natale per far conoscere tutto il lavoro svolto dal prof. Giannettinell’interesse di Ripatransone. A distanza di un anno ci accorgiamo sempre più del vuoto che halasciato e quanto fossero importanti i suoi meticolosi articoli con tanti riferimenti storici. Nel gen-naio del 2004 alla presentazione della nuova guida storico-turistica, un nostro collaboratore lo de-finì il genius loci della città. Entrambi riposano nella pace del Signore e noi li ricorderemo insiemeai colleghi della nostra diocesi la Redazione.

Da Ripatransone a cura di Silvio Giampieri

Quest’anno dall’Ammini-strazione Comunale è giuntauna gradita sorpresa natali-zia, cioè il ripristino, dopomolto tempo, dell’anticopresepe del convento deipadri Cappuccini. Si tratta diuna rappresentazione moltocara ai Ripani perché per de-cenni è stata curata dalla co-munità dei Frati che persecoli si sono legati alle sorti della popolazione,servendola sia nei bisogni spirituali che in quellimateriali. Il cosiddetto presepe di “padre Agatan-gelo” è stato da sempre mèta di tanti visitatori checon affetto si soffermavano ad ammirare i pupazziantichi in gesso e quelli meno recenti in plastica,tutti sapientemente armonizzati con la maestria ti-pica dei francescani. Ormaipiù di un decennio fa, durantela malattia del suddetto reli-gioso, l’allestimento era statoaffidato dal medesimo ai vo-lontari dell’associazione“Croce Azzurra” che ne hannocurato qualche edizione ascopo benefico. Dopo varie vi-cissitudini solo quest’anno èstato possibile riunire i varipezzi tutti assieme in un’unicacomposizione. È stato anchenecessario provvedere al re-stauro di alcune statuine, men-tre le casette di terracottahanno conservato il loro antico

fascino malgrado i segni deltempo. Ovviamente l’arti-stica composizione è stata ri-proposta nella sede naturale,cioè nell’ex convento deifrati Cappuccini di Ripatran-sone, nel braccio corto delchiostro, bonificando unvecchio ripostiglio di utensiliche si è rivelato idoneo sce-nario per l’occasione. La

particolare prospettiva scenica ha permesso quindidi esaltare gli effetti dell’illuminazione diurna enotturna che si alternano in un delizioso gioco dicolori. Tra le figure nella rappresentazione è pre-sente anche San Francesco orante, piccola licenzastorica, concessa dal contesto. Sempre per rispet-tare lo spirito francescano tutti i materiali utilizzati

sono naturali: la pietra, il mu-schio, la terra e i sassi, assestaticon arte grazie al lavoro ap-passionato dell’Assessore Ro-berto Pasquali che ha lavoratoanche nottetempo per la buonariuscita dell’opera. L’aperturadel presepe è avvenuta ilgiorno della vigilia di Natale eproseguirà per tutte le festività,avendo richiamato da subitocuriosi e nostalgici che si sonodetti entusiasti di potersi sof-fermare a contemplare il Bam-binello nuovamente in questacornice storica.

L’ANTICO PRESEPE DEI FRATI CAPPUCCINI A RIPATRANSONE

Parrocchia Madonna di Fatima

In un tragico incidente, è morta Debora Borgiani

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Venerdi 26 dicembre 2014 alle ore 18.00, pressola Chiesa di San Francesco a Castevecchio Su-bequo (AQ), è stato conferito al M° Patrizio Paciil Premio Nazionale “Padre Mario Di Pasquale”,alla carriera di Direttore di Coro. Sono stati rico-nosciuti i 27 anni di Concerti e Rassegne a cuiha preso parte con il Coro La Cordata di Mon-talto Marche, che dalla fondazione ha portato allivello dei cori trentini, distinguendosi per la per-sonale, raffinata interpretazione e per il gustomusicale, il tutto impreziosito da un personalerepertorio, di prossima pubblicazione, fruttodella ricerca di Giovanni Ginobili di Petriolo(MC) per i canti popolari marchigiani e trattodalle raccolte delle Maggiolate di Ortona per lemelodie abruzzesi. Questo lavoro di elabora-zione è riconosciuto a pieno titolo dalla prefa-zione di Mauro Pedrotti, direttore del celebreCoro della SAT di Trento e viene eseguito ormaida diversi anni anche da cori trentini, veneti,abruzzesi, piemontesi, emiliani e friulani. La se-rata è stata introdotta dall’esibizione del CoroMaschile e dall’Ensemble Vocale “Padre Mario”.Suggestiva la cerimonia di consegna del presti-gioso riconoscimento, assegnato dalla localeAmministrazione Comunale su segnalazionedell’ARCA (Ass. Reg. Cori Abbruzzesi): un di-pinto olio su tela dell’artista Serenella Polidoro,recato a mano da due vallette che si sono incam-minate centralmente dal fondo della chiesa alsuono di un vecchio zampognaro. Il M° EnzoVivio, presentatore della manifestazione, ha vo-luto sottolineare nella musicalità del M° Paci, ilfrutto della passione trasmessa dal padre Giu-seppe, maestro della Banda di Montalto Marche,realtà musicale spesso presente nelle feste popo-lari abruzzesi della zona aquilana. Patrizio, visi-bilmente commosso, ha voluto così ringraziare:“Con grande gioia è pervenuta la bellissima ed

inaspettata notizia del conferimento del Premio

Nazionale “Mario Di Pasquale”, motivo di

grande soddisfazione per me, per i miei fami-

liari, per chi mi sta accanto e per tutto il Coro

“La Cordata”, orgoglioso per tutto il percorso

svolto fin d'ora, con autentica passione. E' un ri-

conoscimento che qualifica ancor più il grande

e prezioso lavoro di studio vocale ed etnomusi-

cale. E’ un onore ritirare il prestigioso premio,

assegnato nelle precedenti edizioni ad illustri

personaggi come Ennio Vetuschi, Paolo Mantini,

Carlo Mantini, Carmine Leonzi ed Antonio Pio-

vano. Un sentito ringraziamento all'organizza-

zione, all'Amministrazione Comunale di

Castelvecchio ed all'Associazione Regionale

Cori Abruzzesi che ha segnalato la mia attività

di direttore di coro. Un segno di gratitudine è ri-

volto ai miei coristi che mi hanno seguito in que-

sto cammino, condividendo la gioia del cantar

bene.” Al termine dei vari interventi di autoritàpresenti, il Coro di Montalto ha eseguito il me-glio del suo repertorio, dedicando il canto finale“J’Abbruzzu” alla figura di Padre Mario ed alnumeroso pubblico abruzzese presente, entusia-sta nel tributare scroscianti applausi ed autenti-che ovazioni.

In un clima davvero invernale, conla neve che è iniziata a cadere sul fardella notte, in molti si sono ritrovatinell’ampia aula liturgica della Basi-lica Concattedrale di Montalto perascoltare un‘ora abbondante di mu-siche natalizie, attraverso le esecu-zioni di brani corali da parte dialtrettante realtà locali. Dopo l’intro-duzione del Presidente del Coro “LaCordata” di Montalto delle Marche,Patrizio Ciotti, intorno alle 18:30, a cui spettava il compito di fare gli onori di casa, ha preso la parolail Parroco, nonché corista dello stesso Coro, don Lorenzo Bruni, il quale ha rivolto agli astanti unindirizzo di augurio per le Feste in corso, ed una brevissima riflessione sul significato che questamanifestazione ha assunto da qualche anno, inserita com’è nel contesto della Domenica dopo Natale,Festa della Santa Famiglia di Nazaret, che richiama molto bene il titolo del Concerto, “CapannaSanda”, nel nostro tradizionale e caldo dialetto marchigiano. Poi è stata la volta del Sindaco, Pro-fessor Raffaele Tassotti, il quale, dopo aver rivolto anche lui un saluto ai Cori partecipanti, ha ricor-dato come dal lontano 1988, primo anno di una Rassegna per il Coro montaltese, dovesse di nuovotoccare lui, come Primo cittadino, presenziare e dare il via alla manifestazione. Sono stati quindi icoristi de “La Cordata”, diretti come sempre dal Maestro Patrizio Paci, recentemente insignito di unprestigioso premio alla carriera in terra d’Abruzzo, ad iniziare il canto, con l’esecuzione di quattrobei brani tradizionali, tra cui “Dormi, dormi bel bambin”, di spiccata tenerezza e delicatezza. Quindisi sono esibiti i cantori della Corale “Santa Maria in Viminatu” di Patrignone, diretti dalla competenteguida del Maestro Marco Fazi, presentando un particolare canto di montagna, dal titolo Tag Net Tag,in lingua cimbra (zimbar), idioma di origine germanica diffuso in alcune zone del Veneto e delTrentino. A chiudere il Concerto la Corale ospite “Ars Vocalis”, da Roseto degli Abruzzi, nel vicinoteramano, diretta dal Maestro Carmine Leonzi, che ha spaziato un repertorio che è andato dalletradizionali note del canto polifonico italiano ed europeo, fino alle celebri melodie natalizie delmondo anglosassone e americano (come l’”Oh! happy Day”), regalando un sorriso e coinvolgendoa pieno i presenti, tornati così entusiasti alle loro case. Lauretanus

UNA SERATA DI MUSICA E DI CANTI NATALIZI NELLA BELLA BASILICA SISTINA

Torna anche per questo Natale 2014 la tradizionale Rassegna Puer natus est del Piceno.

SAn bEnEDEttO DELtrOntO – Il monastero delleBenedettine di Amandola ha ac-colto, nelle giornate del 2 e 3 Gen-naio, il gruppo giovani dellaparrocchia San Benedetto Martire,che ha scelto di trascorrere l’iniziodi questo nuovo anno fermandosiinsieme davanti alla Parola, con-frontandosi con il tema propostoda Don Giuseppe: “il peccato e lamisericordia di Dio”. Ad accom-pagnare le giornate di ritiro è statala presenza di due amici, invitatida don Peppe, Francesco Santoried Enrico Brancozzi. Il gruppo,formato da ragazzi provenienti dadiverse parrocchie della diocesi, ha scelto il ri-tiro come tappa di un un cammino insieme, av-viato facendo riferimento alle parrocchie di SanBenedetto Martire e Sant’Antonio da Padovache ospitano gli incontri nel corso dell’anno.Questo ha dato loro modo di scoprire, anchegrazie al confronto tra realtà diverse – che si-gnificano persone diverse, caratteri diversi, dif-ferenti modi di sentire e vivere la fede –l’importanza di un percorso in comunione in cuisia possibile condividere dubbi e difficoltà, af-

frontandole insieme e lasciandosi interrogare dachi cammina con noi. L’incontro tra Gesù e lapeccatrice narrato in Luca 7,36-50 e la para-bola del padre misericordioso (Lc 15, 11-32) hanno permesso ai giovani di confrontarsicon la complessa dimensione del peccato, unacondizione profondamente umana all’internodella quale la misericordia di Dio raggiungeciascuno di noi, perché l’incontro col Signorenel perdono passa per l’accoglienza totale di ciòche siamo Simone Caffarini

“Ho da dirti qualcosa” Il ritiro giovani di San benedetto martire

Ripatransone

Il presepe realizzato nel quartiere Agello: sentimento religioso e aggregazione socialeTra le varie iniziative che contrassegnano il Nataleripano va menzionata quella promossa dal comitatodel quartiere Agello, formatosi spontaneamente perrivitalizzare l’aggregazione sociale dell’omonimazona della città. Esso sostiene le proposte culturalidel comune di Ripatransone, e promuove iniziativeallo scopo di rendere fruibile al pubblico la bellachiesa barocca di Santa Chiara, di proprietà dioce-sana e facente parte del complesso dell’ex seminarioripano. Nel periodo natalizio viene, infatti, realizzatodai volontari il tradizionale fuoco per la “venuta”della Beata Vergine Lauretana, nella serata del 9 di-cembre, ed un artistico presepe nella sacrestia del-l’edificio sacro. Per inaugurarlo quest’anno si èpensato di organizzare un piccolo evento canoro “IlPresepe InCanta con Elettra” nel pomeriggio di Sa-bato 21 Dicembre. Elettra Benedetto è una giovane ripana, appassionata da sempre di musica edotata di un evidente talento canoro, che ha iniziato ad esibirsi in piccoli concerti ed in occasionedi alcune feste. Un abbinamento azzeccato quello di ascoltare una promessa musicale, per soste-nere un’iniziativa partita dalle giovani famiglie del quartiere. È stato proposto un repertorio vario,della tradizione natalizia, che ha richiamato molte persone piacevolmente colpite dalla cantanteesibitasi senza l’ausilio della base musicale. Alla fine del concerto c’è stato un simpatico fuoriprogramma: il corpo bandistico della città di Ripatransone che suonava per le vie della città, es-sendo in corso l’inaugurazione del presepe a grandezza naturale in piazza XX Settembre, si è esi-bito per la prima volta anche nel complesso monumentale della chiesa di Santa Chiara. Al terminedella serata è stato offerto a tutti un piccolo rinfresco, che ha dato occasione ai presenti di scam-biarsi gli auguri per le imminenti festività. Il presepe è restato aperto per il periodo natalizio nellafascia oraria pomeridiana dalle ore 17,00 alle ore 20,00 grazie alla presenza instancabile di alcunivolontari che hanno effettuato una turnazione, tra cui si è distinta anche nelle edizioni precedentil’Ins. Emanuela Lanciotti per disponibilità ed abnegazione. I “mastri presepari” che hanno rea-lizzato il manufatto sono Daniele Monopoli, Livio Ragni, Giampiero Ciarrocchi, Michele Virgili,che quest’anno hanno realizzato un’ambientazione veramente suggestiva, adattando la visualeanche ad altezza di bambino.Le offerte raccolte dalla generosità dei visitatori saranno devoluteper il restauro del portone della chiesa. Silvio Giampieri

Da Montalto Marche

Premio Nazionale “Padre Mario Di Pasquale” alla carriera di Direttore di Coro conferito al M° Patrizio Paci

Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

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Chi non corre è perduto?Il passo dell'umanità da un anno all'altro Paolo Bustaffa

Il passaggio da un anno all’altro richiama la bellaimmagine della staffetta 4x100 quando un atleta incorsa consegna a un altro il testimone. Sulla pistatutto accade molto rapidamente e secondo regoleprecise. Ed è la velocità a determinare l’esito dellagara. Ma ciò che ha significato in una competizioneatletica ha uguale significato nello snodarsi della vitadell’uomo nel tempo? Occorre sempre correre? Ladomanda nasce ai bordi di una cronaca che raccontafatti e problemi accostandoli velocemente e senzaalcuno stacco tra l’uno e l’altro. Si voltano rapidamente le pagine senza concedere una sosta. Sullafrontiera tra un anno e l’altro questo movimento si ripete e diventa sintesi di dodici mesi. È un in-crociarsi rapidissimo di luci e di ombre accompagnato dall’auspicio di un futuro migliore. Unanno è uscito di scena: non è il caso di fare ancora una volta l’elenco delle tragedie messe in primapagina oppure lasciate in un angolo interno. Non si tratta neppure di rifare l’elenco dei fatti e deipensieri positivi che, di solito, hanno minor fortuna mediatica. Sulla frontiera dove un anno scivolanell’altro le domande che nascono ai bordi della cronaca riguardano soprattutto lo spessore del-l’umanità. Riguardano il futuro dell’uomo. E così l’ultima inquietudine, in ordine di tempo, nascedalle riflessioni che si susseguono a proposito della vita di tante persone disperate in balìa delleonde del Mediterraneo. Abbandonarle al loro destino perché solo così si può fermare un turpetraffico oppure intervenire nella convinzione che la salvezza di tanti innocenti non deve ridurrema, al contrario, intensificare la lotta alla criminalità? In questa domanda se ne raccolgono moltealtre e tutte, collegate alla cronaca di un anno, mettono sotto esame lo spessore dell’umanità dioggi e vanno al cuore del futuro. La cronaca non ha risposte perché non è questo il suo compito.Dalla cronaca, se letta con intelligenza, viene un continuo rilancio della domanda sulla tenutadell’umanità. È un rilancio che avviene sia con il racconto di atrocità enormi sia con il raccontodi fatti minori ma non meno laceranti e sconvolgenti. Quale umanità in un rom diciottenne cheuccide per 15 euro un’anziana donna? Quale umanità in chi, condannando giustamente un crimineorrendo, vorrebbe punire o umiliare l’intero popolo rom? Domande che sulla frontiera tra un annoe un altro bussano alla coscienza per chiedere quale pensiero sia rimasto sull’uomo, sulla sua vita,sulla sua dignità. Il fiume incessante e impetuoso d’informazioni rendono tutti un po’ più umanioppure no? Nel passaggio da un anno all’altro ci si chiede allora se i dodici mesi trascorsi abbianoavuto un’anima e se il tempo che verrà avrà un’anima. Perché l’anima è la misura, è il respirodell’umanità. Ancora una volta ci si trova di fronte al bivio tra l’essenziale e il superficiale, tral’apparenza e la realtà, tra l’egoismo e la solidarietà. Non saranno i fuochi artificiali, i brindisi, ibotti a indicare la direzione da prendere. Neppure saranno gli auguri che a volte si riducono a pa-role consunte e impoverite. Sarà altro. Sarà la serena consapevolezza di chi ai bordi della cronacacrede in un’umanità che muove i suoi passi verso il futuro con fermezza, senza affanno. Un’uma-nità che cammina nella storia e che lascia giustamente dire “Chi non corre è perduto” agli atletiin gara nella staffetta 4x100.

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia AmabiliVia F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

Nuova vita nel Parco di Via Monteconero, quartiereRagnola, tra addobbi natalizi ed arredi urbani

È arrivato l’albero di Natale anche nel Parco di Via Monte Conero.L’abete fornito da Garden La Fiorita di Porto d'Ascoli a prezzo agevo-lato è stato addobbato con palline e puntali dalle famiglie di Via MonteConero nel Quartiere Ragnola con un decoro a testa. Il parco è quindidiventato lo scenario naturale, ove si sente pullulare la gioia del vivere,la bellezza, la magica aria del Natale. Sempre nell’ottica di rendere ilparco di Via Monte Conero più vivibile ed al centro della vita dei re-sidenti nelle aree limitrofe, i volontari dell'Associazione Monteconerohanno inoltre installato una fontanella dell’acqua all'interno del parco,

dando ung r a n d eservizioalla comunità, in particolare ai bimbiche fruiscono dello spazio verde neimesi estivi. L’acqua infatti è buona,sicura e controllata. Un ringrazia-mento particolare a Massimo Mar-coni, Maximiliano Marconi,Antonino Laversa, Andrea Sacri-panti e Simone Izzi per il tempo de-dicato gratuitamente alle migliorie.

Chi fosse Dionigi, il Piccolo,sono pochi a saperlo, eppureogni inizio d’anno ci rifacciamoa quanto da lui stabilito, per con-tare gli anni. Prima della fine delV secolo dopo Cristo, il calenda-rio veniva fissato rifacendosialla fondazione di Roma o altempo di Diocleziano: “A questo

imperatore - scrisse Dionigi alVescovo Pietro - si rifece San

Cirillo (d’Alessandria) nello sta-

bilire il primo ciclo pasquale…

ma io non ho voluto porre alla base dei miei

calcoli il ricordo di quell’uomo senza legge e

persecutore dei cristiani, ma ho voluto calco-

larli dalla nascita di nostro Signore gesù Cri-

sto, perché in tal modo venisse da tutti

conosciuto l’inizio della nostra speranza e per-

ché appaia più evidente la causa della reden-

zione dell’umanità, cioè la Passione del nostro

Redentore”. Questa lettera è riportata nell’ap-profondito studio su Dionigi, fatto da Mons.Aloisie Tautu che negli anni trenta fu canonicoe rettore a Roma. Dionigi stabilì la data di na-scita di Gesù e quindi l’inizio dell’ ERA CRI-STIANA, il 25 dicembre dell’anno 754 dallafondazione di Roma. Calcoli più precisi, fatticon i nuovi strumenti, hanno dimostrato un er-rore di sette anni , 747, nonostante ciò egli ri-mane, come scrive Mons. Tautu, “il padre

dell’era Cristiana”. Ma chi era questo Dionigie perché si interessò di questioni calendaristi-che? Dionisius Exiguus (appellativo che lui

stesso si era imposto per umiltà e non già per-

che piccolo di statura), era originario della Sci-zia e venne a Roma sotto il pontificato diAnastasio II (496-98), successore di Gelasio, equi rimase fino alla fine della sua vita, esplican-dovi l’opera di traduttore e collezionista di ca-noni. Troviamo alcune sue notizie nel “De

istitutione divinarum littera-

rum” del suo amico Cassiodoro,famoso ministro dell’imperatoreTeodorico. A Roma si ambientòperfettamente tanto da sembrare“moribus omnino romanus”. Alui si devono le traduzioni dimolte agiografie tra cui la cele-bre vita di S. Pacomio, la Peni-tenza di Taide, De hominisopificio di Gregorio di Nissa, itesti antinestoriani di Cirillod’Alessandria, di Proclo ed altri.

Fu il primo a dare alla Chiesa romana il “liber

canonum”. Quando Dionigi giunse a Roma,due erano i problemi che tormentavano laChiesa d’Occidente e che rendevano difficili lesue relazioni con la Comunità Orientale: lo sci-sma di Acacio (che sosteneva l’eresia monofi-sita) e le divergenze sulla data di celebrazionedella Pasqua. E’ merito suo se lo scisma di Aca-cio potè avere termine e la supremazia dellaChiesa di Roma essere accettata dalla Chiesad’Oriente. Anche la questione della data dellaPasqua (dalla quale dipendevano le date dellefeste mobili) venne affrontata da Dionigi conalto spirito di conciliazione. Le decisioni del Si-nodo di Nicea sulla contemporaneità di dettefeste in Oriente ed Occidente, trovavano unagrande difficoltà di applicazione per la diversitàdell’equinozio di primavera sul quale le datedovevano essere fissate. Accadeva che in alcunianni la Pasqua degli Occidentali non corrispon-deva, come data, a quella delle Chiesed’Oriente. Papa Giovanni II diede incarico aDionigi di risolvere la questione. Fu proprionello stabilire la data della Pasqua e nell'elabo-razione di un ciclo pasquale di novantacinqueanni, che egli introdusse l’innovazione dell“eRA CRISTIAnA”, che ancor oggi sta allabase dei nostri calendari. Pp

DIOnIGI IL PIccOLO E I cALEnDArIA questo studioso del v secolo d.c. si deve l’inizio dell’Era cristiana

unione tra i comuni di Acquaviva Picena, monsampolo del tronto e monteprandone.

Sul filo di lana: lunedì 29 dicembre 2014i Sindaci dei tre Comuni piceni, nella sededel Comune di Acquaviva Picena, hannosottoscritto ufficialmente l’atto ammini-strativo che sancisce l’Unione tra le tremunicipalità picene. L’istituto giuridicodell’Unione è previsto dal corpus legisla-tivo amministrativo vigente: le tre muni-cipalità picene metteranno a sistema

alcuni servizi amministrativi che saranno meglio fruibili dalla nuova realtà comprensoriale.Con tanto di fascia tricolore con i rispettivi Gonfaloni al seguito il Sindaco di Monteprandone,Stefano Stracci, il Sindaco di Acquaviva Picena, avv. Pierpaolo Rosetti, il Sindaco di Monsampolodel Tronto, arch. Pierluigi Caioni, hanno posto l’imprimatur ufficiale alla loro unità di intenti peril coordinamento di alcuni servizi essenziali alla quotidianità della vita dei cittadini residenti nelnuovo comprensorio intermunicipale. La data del 29 dicembre 2014 è così entrata a pieno titolonelle cronache e negli archivi storici delle tre municipalità interessate. FC.

Concorso Presepi ParrocchiaSacra Famiglia di Michela Galieni

Gaudio e bellezza per la Parrocchia Sacra Fa-miglia di Ragnola. Per le festività Natalizie2014 e per valorizzare la tradizione dei presepiche caratterizzano il periodo natalizio arric-chendone l’atmosfera, si è indetta la prima edi-zione del concorso “Presepi aRagnola”.Le festività natalizie del 2013avevano già visto un suc-cesso di partecipazione e dicreatività, attraverso l’allesti-mento dei presepi presso ilcortile parrocchiale a cuihanno aderito operatori pa-storali, bambini e ragazzi del

catechismo. Il Concorso presepi del 2014 vesteuna nuova formula che intende coinvolgeremaggiormente i bambini e ragazzi con le lorofamiglie. L’esposizione si arricchisce dunque dicontributi dei residenti del quartiere che, dopoaver realizzato un presepe in casa, piccolo ogrande, artistico o tradizionale, hanno scattatouna foto e stanno pubblicando sulla pagina Fa-cebook ufficiale “Parrocchia Sacra Famiglia” le

immagini dei presepi casa-linghi, indicando il nomedell’esecutore. Il 5 gennaio2015 la giuria presieduta dalparroco è stata chiamata alvoto dei migliori tre presepi,scelti tra i più votati in baseal numero dei “Mi piace”espressi sulla pagina fb isti-tuzionale.