17
Andar per monti in collaborazione con: Club Alpino Italiano Delegazione Regionale del Friuli Venezia Giulia Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico del Friuli Venezia Giulia in Friuli Venezia Giulia Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Protezione Civile della Regione

Andar per monti - satlavis.weebly.comsatlavis.weebly.com/uploads/3/2/4/9/3249414/andar_per_monti_1.pdf · uno dei principali compiti della Protezione Civile della Regione, che in

  • Upload
    lecong

  • View
    215

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Andarper monti

in collaborazione con:

Club Alpino Italiano Delegazione Regionale del Friuli Venezia GiuliaCorpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico del Friuli Venezia Giulia

in Friuli Venezia Giulia

Regione Autonoma Friuli Venezia GiuliaProtezione Civile della Regione

som

mar

io

Il significato più corretto del concetto di protezione civile èlo sviluppo di azioni di previsione e prevenzione dei rischi, attra-verso la creazione di un sistema che deve partire dall’analisi edalla conoscenza del territorio, per poter individuare i livelli dirischio e gli scenari dei fenomeni che si possono verificare.

La prevenzione, infatti, sta diventando sempre più l’ele-mento principale per garantire la sicurezza delle persone edel territorio. Tuttavia tale azione non può essere delegatasolamente all’utilizzo di strumenti tecnologici.

Accanto ad essi, a volte, molto può fare la sensibilità el’attenzione dei cittadini, e semplici conoscenze di base sonoin grado di aiutare a riconoscere e segnalare elementi che

possono mettere a repentaglio la nostra incolumità e quella altrui e adaffrontare correttamente eventuali situazioni di pericolo.

Formare ed informare i cittadini affinché i concetti di prevenzione dibase diventino sempre più bagaglio conoscitivo e culturale di ciascuno èuno dei principali compiti della Protezione Civile della Regione, che inquest’ottica di divulgazione della conoscenza, ha progettato e realizzato, incollaborazione con il CAI ed il Soccorso Alpino della Regione, questa pub-blicazione dedicata al tema della montagna, alle sue problematiche e aicomportamenti da tenere, perché la montagna non diventi fonte di pericolo.

La ragione di quest’iniziativa sta nel tentativo di limitare e controllarequegli incidenti più o meno gravi che ogni anno si verificano in montagna,soprattutto nella stagione estiva e causati dall’imprudenza o dall’incertez-za del comportamento da tenere in occasione di situazioni di pericolo.

In questo spirito, nell’intendimento di fornire un valido strumentosoprattutto a chi non sia esperto di montagna ma intenda avvicinarvisi,la Protezione Civile della Regione Friuli Venezia Giulia mette, a disposi-zione questo piccolo volume, con l’obiettivo che diventi una preziosa rac-colta di nozioni di base, di norme di comportamento, per facilitare eincentivare “l’autoprotezione” di ognuno di noi.

Da ultimo, ma non per questo meno importante, si vuole offrireun’occasione di riflessione per sviluppare il senso di responsabilità, checiascuno di noi deve avere verso se stesso, verso gli altri, verso il territorioe il suo patrimonio naturale.

È con questo auspicio, quindi, che invito tutti a sfogliare, leggere eportare con sé questa pubblicazione, certo che ne verrà compreso il valore,non solo come mezzo tecnico, ma anche come strumento che contribuiràall’affermazione di una cultura di protezione civile.

Assessore Regionale alla Protezione CivileGianfranco Moretton

Pubblicazione promossa dalla Protezione Civile della RegioneAutonoma Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione del Club Alpino Italiano,Delegazione Regionale del Friuli Venezia Giulia, e del Corpo Nazionale del Soccorso Alpinoe Speleologico del Friuli Venezia Giulia.

Anno 2004

Distribuzione gratuitaStampato in 137.000 copieRiproduzione vietata

Stampa: Ipf Industrie Poligrafiche S.p.a. - Maniago (Pn)Comunicazione: TubelloAssociati - Udine

I testi della sezione “Protezione Civile”sono a cura della Protezione Civile della Regione.

I testi delle sezioni “Territorio” ed “Escursione”sono a cura del Dott. Paolo LombardoLe illustrazioni sono tratte dai“Quaderni della commissione di alpinismo giovanile”,dall’edizione della Commissione TAM del CAIe dai Manuali dell’escursionismo SAFdel Club Alpino Italiano.

I testi della sezione “Soccorso”sono a cura del CNSAS Regionale.

Per richiesta corsi di formazioneed avvicinamento alla montagna rivolgersi a:1. Scuola di Alpinismo e Sci-Alpinismo

delle Sezioni CAI di:Tolmezzo, Spilimbergo, Udine, Cividale,Pordenone, XXX Ott. Trieste, S.A.G. Trieste, Gorizia

2. Collegio regionale delle guide Alpine, sede di Tolmezzo.

Andarper monti

in Friuli Venezia Giulia

pag. 4 La Protezione Civilepag. 8 Il territoriopag. 16 L’escursionepag. 22 La sicurezzapag. 24 Il Soccorso Alpino

impegnata nel monitoraggio deilivelli dei corsi d’acqua e delle condi-zioni metereologiche, nonché nelmonitoraggio dei dissesti importanti(frane) incombenti in alcune zonemontane.

> attività di prevenzione <

Si fa prevenzione tramite un’ade-guata politica di coordinamentodelle attività che riguardano lagestione del territorio, delle risorseumane, di mezzi ed attrezzature.

Sono attività che consentono diprepararsi adeguatamente all’emer-genza, predisponendo le risorseumane, le strutture e i mezzi neces-sari per fronteggiarla e diffondendonei cittadini e negli operatori spe-cializzati le conoscenze e per svi-luppare comportamenti sociali edorganizzativi in grado di minimiz-zare il rischio.

La Protezione civile della Regioneinterviene con la realizzazione diopere nei casi in cui si avverta unasituazione di pericolo: ad esempioopere di messa in sicurezza di ver-santi dove si ravvisino possibilità didistacco di massi, opere di regima-zione di corsi d’acqua, qualora si ipo-tizzino dissesti idraulici.

In questa fase i volontari svolgo-no un ruolo fondamentale, in quan-to il loro impegno consente la realiz-zazione di importanti attività di pre-venzione, quali ad esempio:

• ricognizione sul territorio monta-no delle opere di difesa dai rischi;

• manutenzione delle strade fore-stali affinchè siano, in ognimomento, percorribili in caso diemergenza in montagna;

• pulizia degli alvei e degli arginidei fiumi per garantire il regolareflusso delle acque;

• vigilanza ai fini di prevenzionedegli incendi boschivi.Tra le attività di prevenzione ha

fondamentale rilevanza inoltre l’atti-vità formativa specialistica destinataagli operatori di protezione civile, e leattività di informazione-formazionerivolte a tutti i cittadini, affinché iprecetti di prevenzione di basediventino parte integrante del baga-glio conoscitivo e culturale dellapopolazione.

La Regione Friuli Venezia Giuliadal 1986 si è dotata, prima in Italia,di una legge propria in materia diprotezione civile. Il sisma del 1976ha, infatti, reso evidente la necessitàdi dotarsi di un sistema integrato diprotezione civile diffuso sul terri-torio, a difesa dell’incolumità dellepopolazioni, dei beni e dell’ambiente.

Predisporre e coordinare tutte lemisure e le azioni di tipo conoscitivo,normativo e gestionale che permet-tano di intervenire in situazioni diemergenza per garantire l’incolumitàdelle persone costituisce l’obiettivoprincipale della Protezione civiledella Regione.

Queste finalità si realizzano attra-verso le 4 attività principali:

1) previsione2) prevenzione3) emergenza4) ripristinoCiascuna di esse assume un ruolo

ancor più rilevante sul territoriomontano, che, presentando proble-matiche peculiari, richiede unacostante tutela.

In tale ambito, ma non solo, unadelle risorse più preziose dellaProtezione civile è rappresentatadalle organizzazioni di volontariato.In ogni Comune, infatti, esiste unGruppo comunale di protezione civi-le pronto ad intervenire in caso dicalamità e ad impegnarsi nelle attivi-tà di prevenzione sul territorio.

Rilevante è inoltre l’apporto datodalle diverse Associazioni iscritte

nell’Elenco Regionale di volontariatodi protezione civile, come il CorpoNazionale Soccorso Alpino, cheaffianca e supporta, insieme aiGruppi comunali, le forze istituzio-nali che intervengono nelle variesituazioni.

Fulcro di ogni emergenza è la SalaOperativa Regionale, che si prefiguracome presidio permanente e operati-vo H24. Alla Sala Operativa compe-tono le operazioni di coordinamento,soccorso e monitoraggio continuodell’evolversi della situazione, i con-tatti con la stampa e i report ai ver-tici regionali per eventuali provvedi-menti necessari a superare la situa-zione di emergenza.

> attività di previsione <

La previsione consiste nell’acqui-sizione dei dati per conoscere i rischie le variabili del territorio.

Fondamentale importanza assumein questa fase la componente scienti-fica del sistema di protezione civile,che consente di prefigurare i possibi-li scenari di rischio sul territorio, laprobabilità del loro accadimento, itempi di ritorno, i danni attesi.

In questo campo la Regione FriuliVenezia Giulia dispone di sistemiall’avanguardia nel monitoraggio delrischio sismico e di quello idrogeolo-gico. Riguardo al secondo, partico-larmente rilevante per la montagna,la Protezione civile è costantemente

5

della Regione Friuli Venezia Giulia

4

La Protezione CivileLA

PRO

TEZI

ON

E CI

VILE

Pulizia di alvei

Sala Operativa della Regione;chiamare subito:

La Sala Operativa della Regioneprovvederà immediatamente ad atti-vare i soccorsi tramite le pattuglieforestali in servizio antincendio piùvicine e le squadre di volontari diprotezione civile del comune interes-sato. Per questo è importante saperindicare con la massima precisionedove si trova l'incendio: ciò permet-terà al personale d'intervenire nel piùbreve tempo possibile.

La Sala Operativa della Regione,se necessario, attiva l’intervento del-l’elicottero, dotato di attrezzaturespecifiche per lo spegnimento degliincendi, che talvolta rappresenta l’u-nico mezzo possibile per arrestarel’incendio.

Quindi chiunque, nel caso di avvi-stamento di un elemento di poten-ziale pericolo (focolai di incendi,

piccole frane, massi sporgenti e peri-colanti….), può supportare laProtezione civile della Regione conuna semplice telefonata.

> attività di ripristino <

L’azione per il superamento dell’e-mergenza consiste nell’adozione dimisure e procedure per la ricostru-zione e la riabilitazione degliambienti fisici e del tessuto socialeed economico eventualmente dan-neggiato.

Relativamente al territorio mon-tano, anche eventi di entità pocorilevante (come ad esempio piccolefrane) possono causare situazioni digrave pericolo. In questi casi laProtezione civile della Regione inter-viene per la messa in sicurezza utiliz-zando preferibilmente tecniche diingegneria naturalistica che permet-tono di effettuare interventi che siinseriscano nel paesaggio con ilminimo impatto ambientale.

> attività di gestionedell’emergenza <

Le principali emergenze che sipossono verificare in montagna sonodi tre tipi:• Incendi boschivi: gli interventi di

spegnimento vengono coordinatidalla Protezione civile dellaRegione in collaborazione con ilCorpo Forestale Regionale.

• Ricerca di persone disperse o insituazioni di pericolo. I gruppicomunali di protezione civile e leassociazioni di volontariato,soprattutto quelle cinofile, inter-vengono, in caso di necessità, asupporto del Corpo Nazionale diSoccorso Alpino e Speleologico.

• Alluvioni e frane. Le operazioni disoccorso sono coordinate diretta-mente dalla Sala Operativa regio-nale, con l’intervento di tutte lealtre forze istituzionali.

GLI INCENDI rappresentano unadelle più gravi minacce al territoriomontano, responsabili ogni annodella perdita di migliaia di ettari dibosco. In questo caso, è fondamen-tale l’adozione di comportamenticorretti finalizzati sia a prevenire chea fronteggiare l’emergenza.

Semplici regole possono faremolto per evitare che si creinosituazioni di pericolo.

È bene ricordare, infatti, che lamaggior parte delle cause di incen-dio sono dovute all’inosservanza da

parte dell’uomo di semplici norme diprevenzione, quali:• Non accendere fuochi nei boschi

in nessun periodo dell’anno e pernessun motivo;

• Non gettare fiammiferi accesi emozziconi di sigarette, non fuma-re nei boschi ed in macchina usaresempre il posacenere;

• Accendere il falò del pic nic solonelle aree appositamente attrez-zate e comunque porre la massi-ma attenzione alle braci ed aicolpi di vento;

• Non gettare rifiuti che possonoalimentare incendi;

• Non parcheggiare l’auto dovel’erba è alta e secca: il calore dellamarmitta potrebbe innescare unincendio. …e se ci si trova coinvolti in unincendio:

• Non cercare di avventurarsi tra lefiamme per spegnerle;

• Individuare una via di fuga, unastrada od un corso d'acqua checonsenta di sottrarsi alle fiamme;

• Attraversare il fronte del fuocodove è meno intenso, per passaredalla parte già bruciata;

• È bene allontanarsi dall’incendio,osservando da che parte arriva ilvento: fiamme e fumo vanno inquella direzione;

• Non ripararsi in grotte o cavitànaturali: se entra del fumo sirischia di rimanere soffocati;

• Non pensare che sicuramentequalcuno abbia già avvisato la

76

Frana:inizi dell’intervento di messa in sicurezza

Situazione a conclusione dell’intervento di messa in sicurezza

LA PROTEZIO

NE CIVILE

Strade forestali, comunali edinterpoderali collegano il fondovallee le malghe che in parte sono stateriattate e di cui molte sono destina-te ad agriturismi montani.

I rifugi alpini raggiungibili solo apiedi sono 16, mentre i bivacchiposizionati in alta quota sono unatrentina. Numerosi sono inoltre irifugi escursionistici il cui accesso èpermesso anche alle macchine e lecasere ristrutturate da molte sezionidel Club Alpino.

Tre sono le principali aree pro-tette regionali:1) la Foresta di Tarvisio, curata e

gestita dal Corpo Forestale delloStato;

2) il Parco delle Prealpi Giulie, ilcui territorio appartiene a seicomuni (Moggio, Resia, Resiutta,Venzone, Lusevera, Chiusaforte) esi estende fino al confine sloveno;

3) il Parco delle Dolomiti Friulane,il cui territorio interessa seicomuni in provincia di Pordenonee due in provincia di Udine e siestende sino al confine con ilVeneto.In queste aree, salvo per alcune

zone molto limitate, destinate ariserva integrale, la frequentazione èlibera purché corretta e rispettosadelle prescrizioni degli Enti di governo.

Venti sono le specie di floraalpina per cui vige il divieto diraccolta per legge regionale sulnostro territorio, tra cui ad esempio,

la stella alpina, il giglio martagone,la primula auricola e la wulfenia.

> i rifugi <

I rifugi alpini sono strutturericettive sorte ad opera del ClubAlpino Italiano per offrire ospitalitàe pernottamento a quanti hannoesigenza di trovare un convenientesupporto all’attività escursionisticaed alpinistica in quota.

Sono di norma aperti dalla secon-da settimana di giugno alla terzasettimana di settembre ed oltre, con-dizioni meteorologiche permettendo.L’apertura è indicata dalla bandieraitaliana esposta sul pennone.

La maggior parte sono di proprietào in gestione al CAI, sono aperti atutti e senza obbligo di consuma-zione, fatto salvo per i non soci delCAI, soggetti al pagamento di un

98

Il territorio montano del FriuliVenezia Giulia è percorso da circatrecento sentieri per 4200 km., curatidalla Commissione Giulio Carnica delCAI regionale e contrassegnati consimbolo bianco e rosso el’indicazione del numerodel sentiero.

Ci sono inoltre 62 sentieri attrez-zati e ferrate, la cui manutenzioneviene effettuata dalla DelegazioneRegionale del CAI, d’intesa con leGuide Alpine. La regola minima diprudenza prevede un sufficienteallenamento, l’uso di casco, cordino eset da ferrata e l’assenza di vertigine.

Il territorioIL

TER

RITO

RIO

1110

piccolo corrispettivo per l’uso delposto a tavola.

Un prezziario specifico proponeservizi essenziali per i soci del CAI peri quali è stato abolito lo sconto del10% praticato sinora.

È obbligatorio l’uso del sacco len-zuolo per il pernottamento, in venditapresso i rifugi stessi.

Tutti i rifugi alpini sono dotati diricovero invernale con alcuni postiletto e dotazione minima di emer-genza.

Un apposito regolamento fadivieto di fumare, limita l’accessoagli animali, fissa l’orario (22,00) diassoluto silenzio. L’acqua è unarisorsa preziosa in quota e come

tale può non essere disponibile inmaniera indiscriminata.

Il gestore è punto di riferimentoper ogni problema in quell’ambiente,soprattutto in casi di emergenza.

Quasi tutti i rifugi alpini delFVG hanno il telefono pubblico, edin molti casi non c’è alcun segnaledi nessun operatore per i telefonicellulari.

Disposizioni di legge regionalevietano l’accesso in macchina a tutti irifugi alpini eccetto in alcuni casi, peremergenza o per il soccorso alpino.

I rifugi alpini (raggiungibili solo a piedi) del FVG sono:

DOLOMITI ORIENTALI Alt. m. Tel.1 Rifugio Maniago 1689 0427/8791442 Rifugio Pordenone 1249 0427/873003 Rifugio Giaf 1400 0433/880024 Rifugio Flaiban-Pacherini 1587 0433/885555 Rifugio Pussa 930 0427/87050

ALPI CARNICHE6 Rifugio De Gasperi 1767 0433/690697 Rifugio Lambertenghi 1951 0433/720178 Rifugio Marinelli 2111 0433/7791779 Rifugio Pietro Fabiani 153910 Rifugio Grauzaria 1250 attualmente non agibile

ALPI GIULIE11 Rifugio Grego 1389 0428/6011112 Rifugio Di Brazzà 166013 Rifugio Corsi 1874 0428/6811314 Rifugio Pellarini 1499 0428/6013515 Rifugio Gilberti 1850 0433/5401516 Rifugio Zacchi 1380 0428/61195

Rifugio Marinelli

IL TERRITORIO

• A casa, il giorno precedente lagita, è necessario osservare l’iti-nerario sulla carta topografica,prestando attenzione alla direzionee all’andamento del sentiero, aibivii, alle caratteristiche del terreno(pendenza, zone boschive o rocciose,presenza di costruzioni, sorgentiecc.);

• Durante l’ascensione megliousare la carta ogni volta che sorgo-no dubbi sul percorso; sarà poiindispensabile guardarsi intorno,osservare ogni elemento che puòessere utile per il ritorno e cercaredi stamparselo nella memoria;

• È importante fare particolareattenzione alle biforcazioni che siincontrano o ai tratti in cui il sentierodiventa poco visibile; se si teme dinon ricordare la strada si puòcostruire un “ometto” di pietra chesarà d’aiuto al rientro.

> i bivacchi <

I bivacchi fissi sono in generecostruzioni prefabbricate monolocaledi modeste dimensioni con capienzanormalmente inferiore a dieci posti,ubicate nelle zone più elevate dellacatena alpina. Sono frequentati disolito per l’alpinismo classico qualebase per l’attacco alle vie di salita olungo percorsi alpinistici in quota.

Sono incustoditi ed aperti inpermanenza e dotati con quantoessenziale per il riparo di fortunadegli alpinisti.

L’utilizzo del bivacco deve esse-re limitato al tempo strettamentenecessario all’attività prevista, nonessendo infatti previsto per regola-mento alcuna possibilità di soggior-nare in senso tradizionale.

La maggior parte appartiene allesezioni del Club Alpino e sulle nostremontagne sono circa una trentina,con tempi di accesso mediamente di3 ore ed in genere raggiungibili consentieri segnalati.

Alcuni bivacchi sono previsti perl’attività speleologica nella zonadelle Alpi Giulie in particolare nel-l’area del Canin.

> la carta topograficaed orientamento <

Sentieri, rifugi, bivacchi, luoghiabitati, ed altre realtà del territoriosono riportati sulla carta topograficache ogni escursionista deve avere esaper leggere.

Durante l’escursione è necessarionon accontentarsi di andare “arimorchio” di chi conosce la strada:bisogna imparare a contare su sestessi.

Scegliere il percorso giusto, capiredove ci si trova, orientarsi quando lavisibilità è scarsa, ritrovare la stradadel ritorno possono diventare ungioco entusiasmante e non troppodifficile e possono risparmiare faticheinutili e brutte esperienze.

1312

IL TERRITORIO

14

La carta topografica è fondamen-tale. Come si legge:

• La scala: le più usate in monta-gna sono le carte 1:25.000 (ad ognicentimetro sulla carta corrispondono25.000 centimetri, cioè 250 metri,sul terreno) ed 1:50.000 (1 cm. = 500metri).

È utile per una valutazioneapprossimativa della lunghezza deltragitto.

• Tinteggiatura: nelle carte acolori, gradazioni più scure di grigioo marrone rappresentano quote piùelevate, il verde rappresenta le zoneboschive e prative, l’azzurro i ghiacciai.

È utile per capire la natura delterreno da percorrere.

• Quote: le carte indicano laquota in metri dei punti significativi(cime, colli, laghi, costruzioni).

Sono utili per valutare i tempi dipercorrenza.

• Curve di livello: uniscono conuna linea punti con la stessa quota esono tracciate a intervalli di livellogeneralmente di 100 o 25 o 20 metri(vedi la legenda della carta).

Sono utili per valutare la pen-denza del terreno e la sua confor-mazione: più le curve sono fitte,maggiore è la pendenza; le concavitàa monte indicano i crinali, quelle avalle i valloni.

Simboli relativi all’idrografia(in azzurro nelle carte a colori,in nero nelle altre).

Simboli relativi alla vegetazione.

Simboli relativi a strade,costruzioni, sedi umane.

IL T

ERRI

TORI

O

L’escursionepeggiorare le cose! Anche in questocaso i consigli del Soccorso Alpinosono un’efficace opera di prevenzione.

10) Non fidarsi del cellulareperché spesso in montagna non c’èalcun segnale di campo.

11) Infine, in caso di incontro

“indesiderato” con qualche animaleo insetto, spesso una puntura dizecca, è sempre opportuno passareal pronto soccorso, perché solo ilmedico potrà verificare se c’è ilrischio di “animale infetto” con con-seguenze anche pericolose.

Alcune regole per godere delpiacere di un’escursione ben riuscita:

1) Un po’ di allenamento primadi partire per l’alpe. Meglio consultareil medico per individuare eventualilimiti all’attività in quota e per adot-tare qualche precauzione.

2) Preparare il percorso, studia-re la carta topografica, prevedere ipunti di sosta, ricordare i numeri deisentieri, e soprattutto informarsi suitempi, quando partire e quando ini-ziare il rientro per non farsi sor-prendere dal buio. Ricorrere even-tualmente alla consulenza dellelocali Sezioni del CAI o delle GuideAlpine, per ottenere informazioniaggiornate. Non uscire mai daisentieri!!

3) Informare su dove si va, conchi, quando si rientra e lasciare unsegno del proprio passaggio sui libridei rifugi, dei bivacchi e di vetta.Evitare di muoversi da soli!!

4) Preparare con cura lo zaino el’abbigliamento dopo aver consul-tato le previsioni meteo: se è previ-sto tempo a rischio è meglio riman-dare o accorciare il percorso.

5) Partire piano per scaldare imuscoli e poi mantenere un ritmocostante e lento calcolando circa350 metri all’ora di dislivello in salitae 500 in discesa. Non spendere subitotutte le energie: bisogna affrontareanche il ritorno. La rarefazione del-l’ossigeno in quota, provoca unaprogressiva riduzione della forza

muscolare e può portare anche adelle conseguenze fisiologiche gravi.Modulare quindi lo sforzo facendoattenzione ai sintomi del “mal dimontagna” quali il mal di testa,colpi di tosse, insonnia, nausea evomito, malessere generale o debo-lezza. Tali sintomi possono migliorarescendendo di quota.

6) Fare attenzione che il ritmocardiaco non superi le 130 pulsa-zioni al minuto, fermarsi ogni 2 orealmeno, bere spesso (almeno 2-3 litriper escursione) e mangiare anchesaltuariamente cioccolata, frutta,biscotti. Non bere alcolici, soprattut-to con il freddo, poiché l’alcool pro-duce vasodilatazione e quindi accen-tua l’azione del freddo. Se c’è vento,l’azione del freddo si moltiplica per10, con l’umidità per 14.

7) Informarsi sul rischio tempo-rali e sulla presenza di rocce a baseferrosa lungo l’itinerario. Il fulminecolpisce i luoghi più elevati edappuntiti, quindi evitare creste, puntiesposti e cime; mantenere la distanzadi sicurezza di 30 metri tra le perso-ne, evitare la sosta a fianco dellepareti verticali liberandosi di oggettimetallici ed evitare i margini delbosco con piante di alto fusto; incasi estremi rannicchiarsi a “palla”.

8) In caso di emergenza, richia-marsi alle norme di comportamentosuggerite dal Soccorso Alpino (vedipag. 24)

9) Se ci si è persi, evitare di“arrangiarsi” poiché si potrebbero

1716

L’ES

CURS

ION

E

> l’equipaggiamento <

LO ZAINO L’attività fisica in montagna

determina sempre un notevoleimpegno, per cui si deve evitare unozaino troppo pesante.

Lo zaino dovrebbe avere leseguenti caratteristiche:- deve essere capiente, in genere

per un’escursione giornaliera lasua capacità non dovrebbe supe-rare i 40-50 litri;

- spallacci larghi ed imbottiti,cosicché le spalle soffriranno dimeno;

- dorso imbottito, con un telaiorigido interno alla struttura e taleda consentire un minimo di aera-zione e una buona distribuzionedei pesi;

- cintura ventrale a sgancio rapido,per mantenerlo stabile sullaschiena;

- almeno una tasca esterna supe-riore utile per riporre oggetti diuso frequente.

Nello zaino è utile mettere:- giacca a vento- un maglione o pile (meglio 2 leg-

geri, secondo il metodo di utilizzoa “cipolla”);

- una mantellina ed il coprizainoantipioggia;

- biancheria intima e camicie perricambio, tutto in sacchetto diplastica per proteggere dall’acquache può eventualmente entrarenello zaino;

- contenitore di plastica rigida peralimenti;

- occhiali da sole, crema protettiva,berretto;

- tessera CAI se iscritti, copia dellibretto sanitario, medicinali edocumenti personali;

- coltellino multiuso, pila, fischiettoper eventuale emergenza e possi-bilmente telo termico in fogliod’alluminio.

L’ABBIGLIAMENTOSono utili i calzoni lunghi per

ridurre il rischio “zecche”, camicie inflanella e scarponcini da trekkingcon suola scolpita in gomma, robusti,alti alla caviglia, comodi e mai giustiper non soffrire a causa di calzatureche diventano strette per il fisiologi-co gonfiore durante la giornata.Inoltre, è consigliabile sovrapporredue paia di calzetti: prima quelli incotone, poi quelli in lana.

È opportuno che il colore dell’ab-bigliamento sia di “contrasto” conl’ambiente, per esempio non “verde”.

> l’alimentazione <

L’alimentazione deve essere costi-tuita da cibi facilmente consumabilidurante le soste che devono essere:- energetici, poiché il fabbisogno

calorico giornaliero può ancheraddoppiare sotto sforzo ed incondizioni ambientali avverse;

- digeribili poiché durante l’attivitàfisica e soprattutto in quota ladigestione è più difficile e lenta;

- leggeri da trasportare per nonappesantire lo zaino.Un esempio di alimentazione

equilibrata per l’escursione di ungiorno può essere:- prima colazione abbondante a

base di latte fresco oppure thecon miele;

- pane biscottato con burro emarmellata;

- un bicchiere di frullato o succo difrutta.

Nello zaino:- pane, biscotti, cracker, che sono

più digeribili e conservabili delpane fresco;

- prosciutto magro, formaggiograna;

- frutta fresca e frutta secca mistacome nocciole, albicocche, noci;

- succhi di frutta, possibilmente inbrick, the, acqua;

- tavolette a base di müesli, mar-mellatine, cioccolate.Evitare bevande gassate e cibi in

scatola, soprattutto con contenutooleoso.

1918

L’ES

CURS

ION

E

4) Rispetto tutti gli animali, anchei più piccoli

5) Non danneggio alberi e fiori

6) Non accendo fuochi nei boschi

7) Non asporto rocce, minerali,fossili, reperti archeologici estorici

8) Seguo i sentieri

9) Non faccio rotolare pietre, pergioco o disattenzione, perchépotrei colpire persone che cam-minano nei sentieri sottostanti

10) Non transito con mezzi motoriz-zati fuori dalle strade carrozza-bili aperte al traffico

11) Non utilizzo le ferrate senzal’attrezzatura di sicurezza.

Troppi divieti? Troppe regole?Solo rispettandole e facendolerispettare darai un contributo adifendere la montagna!

2120

> come mi comportoin montagna < 1) Non abbandono rifiuti

2) Evito i rumori inutili

3) Rispetto il lavoro dei contadini emontanari

L’ESCURSIO

NE

La sicurezza

22

> per riassumere <

Andare in montagna senza cono-scerla e senza essere preparati vuoldire rinunciare alla possibilità di sco-prire segreti affascinanti e di vedereambienti unici. Le statistiche elabo-rate dal Soccorso Alpino parlanochiaro. La maggior parte degli inci-denti di montagna avvengono supercorsi non difficili, spesso su sen-tieri e su pendii erbosi, e sono cau-sati dall’imprudenza e dall’imprepa-razione. Quindi non cercare incon-sciamente un’avventura temeraria.Ricordati queste regole fondamentali:

1 Preparati fisicamente per potersostenere gli sforzi che la monta-gna comporta.

2 Preparati moralmente con quel-la carica di energia interiore checonsente di far fronte a qualsiasievenienza.

3 Preparati tecnicamente aggior-nando le tue conoscenze sull’e-quipaggiamento e sul suo impie-go in modo da poter procedereagevolmente su qualsiasi tipo diterreno.

4 Conosci la montagna e i suoipericoli (scariche di pietre, valan-ghe, crepacci, maltempo) in mododa poterli evitare. Informati sulleprevisioni meteorologiche.

5 Conosci i limiti delle tue forze econserva sempre un adeguatomargine di energie.

6 Scegli le imprese adatte alle tuepossibilità e studia preventiva-mente il percorso.

7 Scegli bene i compagni perpoterne fare pieno affidamentoanche nell’emergenza.

8 Non lasciarti trascinare dal-l’ambizione o da un malintesospirito di emulazione in impresesuperiori alle tue possibilità.

9 Stai costantemente all’ertasoprattutto là dove le difficoltàdiminuiscono e quando la stan-chezza annebbia i tuoi riflessi.

10 Sappi rinunciare se il tempopeggiora o l’escursione è superio-re alle tue forze. Non c’è da ver-gognarsi. Le montagne ci atten-dono sempre anche la prossimavolta.

LA S

ICU

REZZ

A

> la storia <

Ufficialmente costituito nel 1954,il Soccorso Alpino ha iniziato a svol-gere l’attività di soccorso sulle nostremontagne già ben prima di questadata. Grazie alla disponibilità di alcu-ni alpinisti della zona di Cave delPredil si formò la prima squadra delCorpo Nazionale Soccorso Alpino.

Tra questi, Cirillo Floreanini, chenei successivi 40 anni ha fatto cre-scere sull’intero territorio regionalel’organizzazione del Soccorso Alpino.

Nel 1961, grazie ad un primoimpiego di un elicottero provenientedalla base NATO di Aviano si intravide

la possibilità di rendere ancora piùefficace la preparazione dei soc-corritori.

Iniziò così l’esperienza del soccor-so in montagna con mezzi aerei.

Dagli elicotteri dell’esercito USA sipassò negli anni ’70 all’impiego diquelli dell’Esercito Italiano del V° ALERIGEL di Casarsa e dell’AeronauticaMilitare del S.A.R. di Istrana.

Le esperienze fatte portarononegli anni ‘90 alla collaborazione conil Servizio Aereo Regionale diProtezione Civile e successivamentecon il neonato servizio di Elisoccorsodel 118.

Negli ultimi anni vi è stato uncontinuo incremento delle operazio-ni di soccorso in montagna, in parti-colare per gli escursionisti.

Troppo spesso l’avventurarsi oltrei propri limiti di preparazione fisica,senza un’adeguata programmazionee conoscenza del percorso, porta adover chiedere aiuto.

Ci si affida allora all’onnipresente“telefonino”, che costituisce sicura-mente un elemento utile per l’imme-diatezza dell’allertamento, ma ancheuna falsa sicurezza: in montagnaspesso non c’è un’adeguata copertu-ra del segnale, o peggio ci si puòrendere effettivamente conto dinon essere in grado di togliersi daipasticci.

In ogni caso, è preferibile cercaredi inviare una richiesta di aiuto conla massima tempestività.

Il C.N.S.A.S. FRIULI V.G. opera sianei casi in cui l’emergenza abbia unarilevanza sanitaria per traumi, malori,ecc., sia nel caso di dispersi, incrodati(bloccati e legati in parete) o comun-que situazioni che necessitino del-l’accompagnamento a valle.

Grazie all’elicottero oggi si è ingrado di poter rispondere con tem-pestività alle richieste di soccorso.

La presenza di un Tecnico diElisoccorso del C.N.S.A.S. pressol’elibase 118 di Udine garantisce la

possibilità di un intervento rapidosu terreno impervio da parte di unaqualificata equipe medica con ilconseguente trattamento e traspor-to presso le più indicate struttureospedaliere.

Caratteristiche diverse ha l’elicot-tero della Protezione Civile cheviene impiegato per esigenze di tiponon strettamente sanitario, quali lericerche di persone disperse, tra-sporto in quota di squadre di soc-corso e recupero di alpinisti“incrodati”.

Purtroppo queste eccezionalimacchine sono però soggette a limi-tazioni dovute alle condizionimeteorologiche o all’oscurità.

25

Il Soccorso AlpinoIL

SO

CCO

RSO

ALP

INO

Elicottero Militare

Elicottero della Protezione Civile della Regione

> cos’è il SoccorsoAlpino <

Il Corpo Nazionale SoccorsoAlpino e Speleologico (CNSAS) è unasezione particolare del Club AlpinoItaliano, i cui componenti, tuttiVolontari, sono Operatori Tecnici diSoccorso Alpino e Speleologico ingrado di portare rapidamente soc-corso primario (sanitario e non) conefficacia, efficienza e sicurezza apersone infortunate ed in pericolo,per qualsiasi causa, compreso l’even-tuale recupero salme e la ricerca dipersone scomparse (Legge n. 91/63 eLegge n. 776/85).

L’attività del CNSAS, strutturaoperativa della Protezione Civile, aisensi della Legge n. 225/92, con larecente approvazione della Legge n.74/01 viene riconosciuta dalla

Repubblica Italiana come servizio dipubblica utilità.

Al personale del Soccorso Alpino,considerata la legge n. 298/02, vienedi norma attribuito il soccorso allepersone in montagna, in grotta, in

ambienti ostili e impervi.Allo stesso CNSAS spetta il coor-

dinamento dei soccorsi in caso dipresenza di altri enti dello Stato oorganizzazioni di Protezione Civile,con esclusione delle grandi emer-genze o calamità.

Nel momento in cui il CNSAS e lesue strutture operative regionali,vengono individuate come i soggettidi riferimento esclusivo per l’attua-zione del soccorso sanitario nel terri-torio montano ed in ambiente ipo-geo (Legge n. 74/01), la stessa attivi-tà del CNSAS viene ad assumere ilcarattere di un pubblico servizio.

Proprio per le assolute specificitàlegislative, il Soccorso Alpino delFriuli Venezia Giulia, detiene un fortelegame con le strutture del SistemaSanitario e della Protezione CivileRegionale.

> chi siamo <

Gli oltre 270 Volontari Operatoridi Soccorso Alpino sono oggi adde-strati secondo uno standard nazio-nale, attraverso un’articolata for-mazione obbligatoria e permanente,che prevede periodici moduli adde-strativi e di verifica per poter garan-tire la propria operatività su tutti iterreni impervi.

Su roccia, su ghiaccio, su neve evalanghe, sulla ricerca di personedisperse, sulla evacuazione passeg-geri degli impianti di risalita, sia in

estate che d’inverno ed anche incondizioni estremamente sfavore-voli, i Tecnici del Soccorso Alpinodevono saper operare senza valicareperò i limiti di sicurezza derivantidall’operare in ambienti potenzial-mente pericolosi.

Attualmente nella nostra regionesono presenti:1 Scuola regionale di Soccorso

Alpino composta da n.1Istruttore Nazionale e n.8

Istruttori Regionali;1 Gruppo di formazione sanitaria;19 Tecnici di Elisoccorso;10 Tecnici di Soccorso Alpino;22 Tecnici di ricerca;5 Unità Cinofile da Valanga, di cui

n. 2 Istruttori Nazionali;8 Unità Cinofile da Ricerca in

Superficie, di cui n. 2 IstruttoriNazionali.

2726

IL S

OCC

ORS

O A

LPIN

O

> dove operiamo <

Il Soccorso Alpino Regionale pre-sta il proprio servizio su tutto il ter-ritorio montano e carsico dellanostra Regione.

La copertura delle zone imperviedella Regione è garantita da 9Stazioni di soccorso: Cave del Predil,Forni Avoltri, Forni di Sopra,Maniago, Moggio Udinese-Pontebba,Pordenone, Gemona del Friuli,Trieste, Valcellina.

Tutte le Stazioni di soccorso sonoautonome ed indipendenti, così dapoter operare con rapidità ed effica-cia in concomitanza di più interven-ti di soccorso anche di tipologie dif-ferenti.

Gli scenari operativi sono tra ipiù vari: alpinismo, free-climbing(arrampicata sportiva), salita di vieferrate, trekking, escursionismo, can-yoning (discesa di torrenti), sci escur-sionismo e sci alpinismo, free-ride(fuori pista), ice-climbing (scalata dicascate di ghiaccio), volo a vela(parapendio e deltaplano), caccia,speleologia.

Ma in questi difficili ambientihanno luogo anche diverse attivitàlavorative, che possono dar corso aincidenti anche gravi, dove le opera-zioni di soccorso possono essereaffrontate in sicurezza solo daiTecnici del Soccorso Alpino, come nelcaso di lavori forestali, messa in sicu-rezza di pareti rocciose o scogliere,attività in alpeggi, ecc.

> prevenzione e sicurezzain montagna <

• Nel caso vi siate persiMantenete la calma, cercate se

possibile un luogo sicuro dove fer-marvi, altrimenti restate dove siete.Facendo così non correte alcunrischio; non cercate per nessunaragione di “aprirvi” un passaggioverso valle.

Chiamate soccorso con il cellulare,se funzionante, oppure usando isegnali convenzionali di soccorso.

Trovarvi sarà più facile se avretelasciato indicazioni sul vostro per-corso.

• Nel caso di IncidenteRagionate ed evitate qualsiasi

forma di panico.Valutate la situazione generale

cercando di individuare i pericolipresenti.

Adottate subito misure idonee perevitare e prevenire altri rischi.

È necessario dare l’allarme il piùvelocemente possibile.

Compiere, nei riguardi degli infor-tunati, solo le operazioni che si ècerti di poter e saper fare.

2928

Cave del PredilMoggio UdineseForni AvoltriForni di SopraVal CellinaManiagoPordenoneUdineTrieste

Numeri di telefonoda utilizzare per richiedere l’intervento di soccorso:

AUSTRIA ITALIA SLOVENIA

140 118 112

IL SOCCO

RSO ALPIN

O

> quali sono i segnaliper chiedere soccorso <

Se non riuscite a mettervi in con-tatto telefonico, usate il segnale“convenzionale” di soccorso, checonsiste nel ripetere sei volte in unminuto una segnalazione acusticao luminosa (ogni dieci secondi), acui far seguire una pausa di unminuto.

Poi ripetere il segnale fino adottenere una risposta, che consiste inun segnale acustico o luminoso, daripetere tre volte in un minuto (nelminuto di pausa della chiamata).

> cosa non si deveassolutamente fare <

Non richiamare l’attenzione deisoccorritori se non necessario, evi-tando di “sbandierare” fazzoletti,maglioni o giacche a vento.

In prossimità dell’elicottero tene-re i bambini per mano ed i cani alguinzaglio.

Prestare molta attenzione a tuttociò che può volare via spinto dal flus-so d’aria del rotore, come indumenti,zaini, cappellini ecc., tutte cose chepossono essere molto pericolose.

Non avvicinarsi ASSOLUTA-MENTE all’elicottero, attendendosul posto, l’arrivo dei soccorritori.

> come attivareil Soccorso Alpino <

Chiunque intercetti una richiestadi soccorso, deve rispondere allerichieste di aiuto ed avvertire imme-diatamente, tramite il cellulare o itelefoni posti nei rifugi alpini, for-mando il numero 118.

Se il luogo dell’incidente è lonta-no dal posto telefonico, prima diallontanarsi, memorizzare o annota-re i riferimenti visivi utili al ritrova-mento.

> come si effettuala chiamata <

• Comunicare in modo chiaro leproprie generalità, da dove si staeffettuando la chiamata ed ilnumero telefonico dell’apparecchio.

• Spiegare sommariamente checosa è accaduto e dove; riferire sepossibile l’ora dell’incidente.

• Precisare numero e condizionidegli infortunati e/o degli even-tuali dispersi, indicando il coloredel loro abbigliamento.

• Descrivere le condizioni meteo-rologiche del luogo ed in partico-lare le condizioni di visibilità.

• Attendere una chiamata di con-ferma con le eventuali istruzionida parte del soccorso alpino,rimanendo accanto al telefonoper fornire eventuali ulterioriinformazioni.

• Nel caso vi siate persi, mantenetela calma, cercate se possibile unluogo sicuro, altrimenti restatedove siete.

3130

Se la zona dove si è verificato l’in-cidente è sorvolata da un elicottero, laposizione da assumere per segnalarela richiesta di aiuto è la cosiddetta “Y”.

Se invece la zona non è quella doveè avvenuto l’incidente, dovrete assu-mere la posizione “N”.

IL SOCCO

RSO ALPIN

O

Non abbiamo bisogno di soccorso(Segnali CISA / IKAR)

Sì, necessitiamo di soccorso(Segnali CISA / IKAR)

Andarper monti

in Friuli Venezia Giulia

Protezione Civiledella Regione Friuli Venezia GiuliaVia Natisone, 4333057 Palmanova (Ud)Fax 0432 928681

Previsioni Meteo0432 934189

CAI - Delegazione Regionale del Friuli Venezia Giulia328 8872471

Soccorso Alpino 118

Vigili del Fuoco 115