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ANIEM

Rassegna Stampa del 18/06/2015

INDICE

ANIEM

Il capitolo non contiene articoli

ANIEM WEB

Il capitolo non contiene articoli

SCENARIO EDILIZIA

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

Voluntary, pacchetto semplificazioni6

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

Opportunità di crescita per i campus universitari7

18/06/2015 Il Giornale - Milano

Colletta per una Milano più «pop»9

18/06/2015 QN - Il Resto del Carlino - Pesaro

I professionisti si aspettano la semplificazione regionale11

18/06/2015 MF - Nazionale

Grimaldi investe 600 mln per 10 navi porta-auto Fca12

18/06/2015 MF - Sicilia

Tagli all'ex Rodriquez Le commesse non bastano13

18/06/2015 Panorama

«COSÌ È STATA TAGLIATA FUORI LA MALAVITA»14

18/06/2015 DailyNet

Editoria Il Sole 24 Ore lancia il Quotidiano del Condominio e dell'Edilizia15

18/06/2015 Pubblicita Today

Dal sole 24 ore due nuovi verticali dedicati al mondo immobiliare16

18/06/2015 Pubblicom Now

Due nuovi quotidiani digitali dal Sole 24 Ore17

17/06/2015 Recycling

GIÙ LA CIMINIERA UN PEZZO ALLA VOLTA18

17/06/2015 Recycling

PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI DA C&D20

SCENARIO ECONOMIA

18/06/2015 Corriere della Sera - Nazionale

La sfida di Passera «Cambiare l'Italia iniziando da Milano»23

18/06/2015 Corriere della Sera - Nazionale

L'esperto: con quella norma si può licenziare «La difesa? Riscoprire mail e telefoniprivati»

26

18/06/2015 Corriere della Sera - Nazionale

Economisti e banchieri nell'Osservatorio giovani-editori28

18/06/2015 Corriere della Sera - Nazionale

Dalle Ferrovie alle Poste la frusta dei rinnovi anticipati29

18/06/2015 Corriere della Sera - Nazionale

Yunus: «Il microcredito aiuta 170 milioni di donne»31

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

«Mille scuse», così Ségolène si pente sulla Nutella33

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

Michelle Obama al Cenacolo a Milano34

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

Sui controlli a distanza scontro governo-sindacati35

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

La Fed prende tempo: sale Wall Street, corre l'euro36

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

Tangenti per appalti tv, 44 indagati38

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

«Catastrofica un'uscita dall'euro»39

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

Borse, la crisi greca costa 600 miliardi41

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

Nel mirino Rai, Mediaset, La 7 e Infront*43

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

Vivendi pronta a entrare in Telecom col 15% *45

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

Ue: rinnovare le sanzioni alla Russia*47

18/06/2015 La Repubblica - Nazionale

I dubbi della Bce sulla cordata per rilevare la Bim da Veneto Banca48

18/06/2015 La Stampa - Nazionale

"Grecia, c'è il rischio contagio ma l'euro non è in pericolo"49

18/06/2015 MF - Nazionale

Debito, tegola derivati da 3,3 mld51

18/06/2015 MF - Nazionale

Non solo Mps: Axa trova altri partner in Italia52

18/06/2015 MF - Nazionale

Dopo la Cdp anche Inail pronta a entrare nel fondo Salva-Imprese53

SCENARIO PMI

18/06/2015 Il Sole 24 Ore

Singapore punta sull'Italia55

17/06/2015 Harvard Business Review Italia

Cuba: alla ricerca di una nuova alma56

SCENARIO EDILIZIA

12 articoli

COMMERCIALISTI Voluntary, pacchetto semplificazioni pDall'Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili di Milano arrivano delle proposte operative per la

soluzione di alcune criticità legate alla procedura di collaborazione volontaria.A elaborarleè stato il gruppo di

studio sulla voluntary disclosure dell'Ordine di Milano, con la Fondazione nazionale dei commercialisti. Nel

documento, suddiviso in diciotto temi di interesse, si propone: 7 l'eliminazione di qualsiasi meccanismo

presuntivo finaliz­ zatoa considerarei prelievi quali redditi; 7 l'illustrazione di alcune assunzioni per lo

svolgimento dei calcoli con il metodo analitico; 7 l'inquadramento fiscale dei soggetti esterovestiti; 7 la

semplificazione per la gestione delle voluntary disclosure peri delegati. L'Ordine di Milanoe la Fondazione dei

commercialisti «auspicano inoltre che si proceda a un attento esame di altre importanti questioni legate alla

voluntary, come ad esempio il tema dei criteri residuali in assenza di informazioni peri conteggi analitici, la

considerazione delle imposte pagate all'estero e un trattamento appropriato per i redditi assoggettatia euro

ritenuta».

18/06/2015Pag. 41

diffusione:334076tiratura:405061

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 6

Sviluppi Opportunità di crescita per i campus universitari Paola Pierotti pag. 22 Opportunità di crescita per i campus universitari In Italia si contano oltre 800mila studenti fuori sede e

i posti letto negli alloggi pubblici o regolati sono meno di 47mila (meno del 6%). I campus universitari possono

essere dunque un'opportunità per gli operatori immobiliari e un motore per la rigenerazione urbana. Come si

giustifica quindi il ritardo nella realizzazione di housing per studenti in Italia? Innanzitutto si deve al fatto che i

margini imprenditoriali sono certi ma minimi rispetto ad altri settori. Non secondaria è poi la scarsità di gestori

specializzati, capaci di fare tesoro di economie di scala. A gravare sul decollo di queste iniziative ci sono

inoltre sempre gli affitti in nero e l'incertezza di tipo urbanistico che danneggia gli investitori che chiedono

tempi rapidi e hanno scadenze per la disponibilità di liquidità. Le criticità sono notee condivise, ma gli

operatori confermano che questo mercato è una delle poche opportunità concrete in un periodo di forte crisi

per il comparto. «Stiamo implementando il nostro impegno in questo settore, ci sono interessanti occasioni di

progettualità», dice Carlo Cerami, vicepresidente di Investire Immobiliare Sgr. In generale il successo di

queste operazioni dipende dalla grande efficienza fin dalla redazione del business plan, integrando la qualità

del prodotto edilizio, del progetto, dell'efficientamento energetico, dei servizi e dell'informatizzazione

dell'intero processo. La partnership pubblico-privata è fondamentale e da più fronti si auspica che il quarto

bando per l'assegnazione di finanziamenti statali (Legge 388/2000) per realizzare residenze universitarie,

atteso per fine anno (ma non confermato dal Miur), favorisca il cofinanziamento anche a soggetti privati,

facilitando quindi le condizioni di sostenibilità economica nel tempo. Tra le Sgr più attive in tema di campus

universitari c'è Fabrica che una decina d'anni fa con l'Inpdap ha promosso il Fondo Aristotele e

complessivamente ha realizzato 3.500 posti letto e 70mila mq di edilizia universitaria: 5 progetti per circa

200milioni di investimenti. «Fabrica ha promosso anche il Fondo Erasmo- spiega Luca Petrichella,

responsabile del team di gestione della Sgr- doveè previsto un co-investimento con il Fia (Fondo Investimenti

per l'Abitare promosso da Cdpi Sgr)e sta valutando diverse opportunità nell'ambito di un piano triennale di

portata nazionale per circa 160milioni». Nel 2014, forte di un'esperienza decennale,è nata In-Domus

sfruttando il know how e la volontà di Fondazione Housing Sociale di fornire alloggi a studenti e lavoratori

fornendo servizi completi ad un prezzo calmierato. «Oggi la società gestisce Campus Certosa - spiega

Davide Dalbon, ad della società -e da settembre 2015 prenderà in gestione una nuova residenza in fase di

ultimazione in zona Lambrate. Complessivamente parliamo di circa 580 posti letto e nel 2017 arriveremo a

mille con la gestione di un'altra residenza in fase di progettazione. In Domus opera come gestore

professionale di residenze temporanee per conto di investitori che intendono affidare la gestione a operatori

specializzati». Tra i più attivi sul campo ci sono anche Fondazione Pier Giorgio Falciola e la Fondazione Ceur

che da oltre vent'anni gestiscono su scala nazionale studentatie complessi immobiliari, reperiscono e

gestiscono posti letto in appartamenti: si tratta di una delle realtà più dinamiche che ha visto nascere alcuni

brand come Camplus, una rete di 8 residenze universitarie, Campus Living con un sistema di foresteriee

Abitaplus, una rete di appartamenti con servizi condivisi. Anche Cdp è in campo sul tema dell'housing per

studenti. Cdpi Sgr, operando nell'ambito del Fia (Fondo Investimenti per l'Abitare). Finora sono in fase di

realizzazione 22 interventi di residenzialità studentesca su 220 deliberati nell'ambito del social housing, è

stato stimato un investimento di 270 milioni per circa 5.750 posti letto; cinque strutture sono state completate

per 801 posti letto e 159 alloggi (Torino via Ivrea, Milano Campus Certosa, Milano Pompeo Leoni, Milano

Bovisa via Cosenz e Genova via Doria)e altre tre sono in costruzione per altri mille posti letto (Milano

Monneret de Villard, Torino Campus San Paolo e Bologna via De' Carracci) con una previsione di consegna

entro settembre 2015. «Cdpi investe nel settore delle residenze universitarie collaborando con fondi che

territorialmente investono in housing sociale, ma anche partecipando attivamente allo sviluppo di una linea

interregionale portata avanti da Fabrica sgr attraverso il Fondo Erasmo»: Paola Del Monte, direttore

18/06/2015Pag. 19CASA 24 PLUS

diffusione:334076tiratura:405061

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 7

responsabile dell'area social housing per Cdpi sgr porta come esempio virtuoso il lavoro fattoa Torino con

Fondo Piemonte Case dove è stata realizzata una residenza temporanea gestita da Sharing, un albergo

sociale, che integra alloggie un hotel low cost ricavati in un vecchio palazzo delle Poste. Un hotel con 58

cameree 122 alloggi,a prezzi calmierati, integrati con un ristorante, una biblioteca e la connessione wifi

gratuita, compresi servizi per il quartiere, car e bike sharing. Per il costo di costruzione i progettisti si

orientano intorno ai 1.200 euro/mq. In linea generale le Sgr mettono a budget un investimento di circa 40mila

euro/posto letto, tenendo presente che mediamente a persona, integrando servizi e aree comuni, si considera

una superficie di circa 25mq.

venezia protagonista Dopo lo Iuav, al via anche Ca' Foscari Aggiudicazione attesa a Venezia per il nuovo

campus dell'Università Ca' Foscari. A due anni dall'inaugurazione della Residenza Ai Crociferi, dove la

Fondazione Iuav con un investimento di 22miloni di euro ha ricavato 255 posti in un immobile che per mille

anni era stato usato come edificio religioso e poi come caserma, anche Ca' Foscari sogna la sua residenza. Il

Fondo Erasmo (Cassa di previdenza, Fondo Fia Cdpi Sgr) si è presentato come unico soggetto alla gara

indetta dall'Università per realizzare una residenza nell'area di Santa Marta, dove l'università ha messo a

disposizione un'area con diritto di superficie per realizzare alloggi a canoni calmierati (circa 600 posti). La

gara arriva dopo un tentativo fallito di project financing, probabilmente anche alla luce del basso rendimento

di questo tipo di investimenti. Nel dealda circa 40 milioni gli operatori cercheranno di far convivere i fondi del

Fia con i contributi del Miur (per un 10% del totale)

18/06/2015Pag. 19CASA 24 PLUS

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 8

NUOVO MECENATISMO Quattordici nuovi progetti metropolitani Colletta per una Milano più «pop» Un'associazione lancia una raccolta fondi per sostenere opere a sostegno della cultura e dell'ambiente Servizi a cura di Lucia Galli Si definiscono «vivaisti» perché la loro sfida è quella di coltivare nuove idee che rendano Milano più pop. Anzi

Expop, come il programma che l'associazione Vivaio, nell'anno dell'Esposizione universale, lancia nel fine

settimana e fino ad ottobre, per promuovere 14 progetti per la Milano che verrà. Due le parole chiave: una

antica, come mecenatismo, e una modernissima, come crowdfunding. L'idea è quella di investire in ciò che ci

convince, come fece Mecenate, ma di farlo partecipando, ognuno come può, attraverso una raccolta fondi

collettiva. «E' un modo per far costruire ai milanesi il futuro della loro città», spiega Andrea Zoppolato,

«cuore» pulsante del Vivaio. Le Istituzioni promettono il loro supporto. Sia dal Comune con gli assessorati

Lavoro, Sviluppo e Ricerca di Cristina Tajani, e con Filippo Del Corno per la Cultura, sia dalla Regione che

mette a disposizione il 39simo piano di Palazzo Lombardia. Qui, nel fine settimana, e in contemporanea al

Vivaio Riva di via Arena 7, sarà possibile conoscere progetti e inventori, mentre la "finale" sarà il 26 ottobre

alla Triennale. Nel frattempo sul web si potrà votare e sostenere l'idea più convincente. Ogni versamento,

anche 10 euro, da diritto ad un Milano «coin», in una sorta di virtuoso Monopoli. Tutto su www.expop.org

AMBIENTE Cibo ed energia riciclabile due soluzioni contro gli sprechi I 14 progetti di «Expop» sono suddivisi

in cinque aree, dalla cultura al sociale, dall'energia ai servizi alla persona, al lavoro. I progetti sono diversi per

temi e per costi, che variano dai 10mila ai 100 mila euro. Sulla base di quanta copertura economica avranno

ottenuto col crowdfunding, se ne valuterà l'effettiva sostenibilità. L'area più visionaria riguarda il cibo e

l'energia, con due progetti innovativi. «Eat your planet» è un laboratorio di «wild food» che ha già ottenuto

plauso e borsa di studio a Copenaghen: pensato da Valeria Margherita Mosca mira a trasformare il cibo

selvatico in commestibile. Punta su «Energia e benessere» Rossella De Focatiis, esperta di alimentazione,

che vede in Milano il primo centro per lo sviluppo energetico legato all'individuo. NUOVA OCCUPAZIONE

Una rete per i lavori a domicilio e un premio ai curricula creativi Questo è il settore di maggior utilità che

potrebbe anche suggerire al Governo qualche soluzione parallela al «Jobs act». Eh sì, perché in Italia si parla

così poco di meritocrazia, ma l'idea di Marianna Poletti è semplice, come il suo nome: «Just knock». Basta

bussare alla porta, ed ecco la soluzione. Si tratta di un progetto che permette di trovare lavoro non sulla base

di un curriculum, ma per le idee. Una sorta di lavoro a chiamata che muova dai contenuti, e poi sia collegato

alle persone che lo hanno sviluppato. Si chiama, invece, «Praber» la rete di lavori manuali cui ha pensato il

manager Nicolas Nemni. Idraulici, artigiani, per piccole o più grandi opere, si mettono tutti in rete per offrire

lavori manuali a domicilio. Ma guai a chiamarla la «Uber degli idraulici». ARTE E URBANISTICA

Performance in rete e vernici antismog Quattro i progetti di quest'area che ha l'obiettivo di far cambiare pelle

a Milano. Intanto con il progetto «Anime nascoste» di Alberto Oliva che ha il pallino di mettere in rete locali

indipendenti. L'obiettivo? Ospitare performance culturali in un grande circuito espositivo. Pensa, invece, a

colori Alberto Geneletti con un programma per rendere anche l'arredo urbano più accattivante. «RetakeMI» di

Andrea Amato ha l'intento di individuare zone da dedicare alla street art. Ha già preso, invece, piede in molte

città futuribili, come Dubai, la vernice «che respira» e che a Milano viene riproposta da Antonio Cianci: in

grado di assorbire l'anidride carbonica, restituisce aria pulita per la sua idea di «Milano che respira». Se

adottata nella costruzione dei nuovi palazzi, sarà come camminare in un bosco, pur restando in città.

URBANISTICA Strizzano l'occhio all'arte, ma anche al concetto di condivisione di luoghi e spazi le quattro

proposte di questo settore che ha come base comune quello di portare più arte in città. «Art in the dark» di

Giorgia Sarti punta a valorizzare il buio, o la notte, come «luogo non luogo» dove gustarsi opere d'arte

realizzate con vernici speciali che si «vedono» e si leggono solo in assenza di luce. La manager partecipa

anche con un secondo progetto «Vetrine d'artista» per mettere in rete negozi e spazi che si vogliano

reinventare come gallerie d'arte, in una sorta di atelier diffuso per la città. «ArTiviamo», invece, punta, con

18/06/2015Pag. 13 Ed. Milano

diffusione:192677tiratura:292798

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 9

Cristina Manasse, ad individuare una ventina di piazze milanesi, dove valorizzare istallazioni e facendo

scegliere gli artisti al quartiere. Andrea Thomas Gambetti ha invece pensato a un «Milano music network».

SERVIZI SOCIALI Si parla tanto di acceleratore d'impresa, ma a mettere il turbo con gli ultimi due progetti di

Expop 2015, è innanzitutto l'individuo. Si chiama «Milano restarting» il progetto curato da Giorgia Benusiglio

per tornare ad essere protagonisti in società. L'idea è rivolta, per esempio, ai carcerati, ma anche a chi, per

una malattia, vede «spuntata» la sua vita sociale. Per non restare ai margini ecco il primo principio del

marketing: trasformare il problema in opportunità con una serie di piccoli lavori ed occupazioni che possano

favorire o il reintegro in società. Punta, invece, a far dialogare il mondo della scuola con quello del primo

impiego l'idea di Gianluca Meardi: un «Laboratorio metropolitano» che lancia un nuovo paradigma scolastico

per permettere allo studente di essere in grado di «spendersi» e collocarsi.

18/06/2015Pag. 13 Ed. Milano

diffusione:192677tiratura:292798

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 10

NORMATIVA EDILIZIA IN 750 AL CONVEGNO ORGANIZZATO DA ORDINI E COLLEGI I professionisti si aspettano la semplificazione regionale BEN 750 PROFESSIONISTI, tra geometri, architetti e ingegneri, hanno partecipato al seminario di

formazione sul tema La semplificazione in edilizia nelle Marche, promosso dal Collegio Geometri e Geometri

laureati, dall'Ordine degli architetti e dall'Ordine degli ingegneri della provincia di Pesaro e Urbino e ospitato

all'Hotel Flaminio di Pesaro. Una presenza massiccia di professionisti, di rado registrata a Pesaro in

un'occasione convegnistica, legata all'importanza che la Legge regionale n.17/2015 in materia di edilizia

riveste per il settore. UNA LEGGE molto attesa dal mondo professionale e dalle aziende del settore edile.

«Scaturita anche dal fattivo contributo fa notare il presidente del Collegio Geometri Carlo Cecchetelli offerto

dalle federazioni degli ordini e collegi professionali, che si pone obiettivi per noi estremamente rilevanti: il

riordino e la semplificazione della normativa regionale, che nel tempo è stata più volte orientata dalla

giurisprudenza amministrativa, civile e penale, creandoci notevoli difficoltà interpretative. Ora, finalmente, si

apre la strada all'omogeneità interpretativa in tutto il territorio marchigiano, con notevoli vantaggi in termini di

costi sociali, che saranno notevolmente ridotti grazie all'informatizzazione della gestione delle pratiche

edilizie». n.g.

18/06/2015Pag. 8 Ed. Pesaro

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 11

Grimaldi investe 600 mln per 10 navi porta-auto Fca Nicola Capuzzo Il gruppo Grimaldi di Napoli si prepara ad annunciare nei prossimi giorni un investimento da 600 milioni di

dollari per la costruzione di dieci navi che serviranno a trasportare auto nuove di Fca (Fiat Chrysler

Automobiles) fra Europa e America. Secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, è stato infatti firmato con il

cantiere navale cinese Yangfan l'ordine per la costruzione di cinque navi Pctc (Pure Car/Truck Carrier) con

consegne previste a partire dal 2017. Oltre a questa prima serie di navi, è prevista un'opzione per altre

cinque unità che porterebbero a un raddoppio della commessa. Il valore unitario di ciascuna nave è di circa

60 milioni di dollari e l'investimento complessivo si aggira dunque sui 600 milioni di dollari. Nei giorni scorsi, in

occasione della premiazione del concorso giornalistico «Mare Nostrum Awards» tenutasi a Roma, Emanuele

Grimaldi, amministratore delegato del gruppo armatoriale insieme con il fratello Gianluca, aveva di fatto

confermato la firma di questo nuovo contratto dicendo: «Le autostrade del mare sono ormai un progetto

maturo e il gruppo Grimaldi conferma la costruzione di dieci nuove navi tra le più grandi al mondo da adibire

al trasporto di veicoli Fiat tra l'Italia e gli Stati Uniti». Lo scorso marzo lo stesso armatore aveva preannunciato

questo nuovo ordine spiegando che «dopo alcuni anni di pesante crisi ora l'economia nelle regioni del Sud

Europa sembra essersi ripresa e ci sarà una risalita anche nelle vendite di automobili». Al convengo «Mare

Forum Italy» dello scorso maggio, poi, aveva aggiunto che Fca, uno dei loro più importanti clienti, prevede di

produrre e vendere sul mercato americano un numero crescente di auto costruite in Europa anche grazie alla

forza del dollaro nei confronti dell'euro. «Abbiamo i contratti di trasporto firmati e ci aspettiamo enormi volumi

di veicoli da trasferire fra Europa e Stati Uniti. Ecco perché costruiamo una nuova serie di navi», aveva

spiegato il presidente di Confitarma (la confederazione italiana degli armatori). Il portafoglio ordini del gruppo

armatoriale partenopeo, al netto di questa nuove commessa per dieci nuove costruzioni, prevede la

consegna ancora di otto navi da cantieri cinesi e sudcoreani: tre ro-ro per le linee intercontinentali di Grimaldi

Lines e cinque con-ro per la controllata Atlantic Container Line. Il gruppo ha chiuso il 2014 con 2,8 miliardi di

euro di fatturato (in crescita rispetto ai 2,68 miliardi nel 2013), un ebitda di 543 milioni (da 505 milioni) e un

risultato netto positivo per 245 milioni (da 179 milioni). (riproduzione riservata)

18/06/2015Pag. 13

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 12

AVVIATI I LICENZIAMENTI PER 31 DIPENDENTI SU 65 Tagli all'ex Rodriquez Le commesse non bastano Elisabetta Raffa Una commessa da 500 milioni non basta per non licenziare. Almeno alla ex Rodriquez Cantieri Navali di

Messina, ormai Intermarine spa, una controllata della Immsi del Gruppo Colaninno, che ha appena avviato i

licenziamenti per 31 dipendenti su 65. A raccogliere l'appello dei sindacati il prefetto di Messina Stefano

Trotta, che ha scritto al presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, al sindaco di Messina Renato

Accorinti, alla presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile e al presidente dell'Autorità Portuale, Nino De

Simone. L'obiettivo, oltre al mantenimento dei posti di lavoro, è l'avvio di un confronto concreto sul futuro

della cantieristica navale in città. Ad Accorinti, in particolare, il prefetto Trotta chiede che «nell'ambito della

propria attività politica di programmazione strategica assuma le opportune determinazioni operando

un'opportuna sintesi tra le parti interessate», ricordandogli «la valenza strategica del comparto per l'economia

messinese». Nei giorni scorsi, subito dopo la notizia dei licenziamenti, i segretari generali di Fiom Cgil, Fim

Cisl e Uilm Uil di Messina Salvatore Chiofalo, Nino Alibrandi e Pasquale Rizzo si erano rivolti al prefetto

Trotta perché scongiurasse l'ennesima crisi occupazionale. La società sventola i dati su una produzione

ormai ridotta all'osso, ma i sindacati respingono al mittente la scusa, ricordando che a marzo scorso la

Intermarine «ha acquisito commesse per 500 milioni di euro tutte dirottate nel cantiere di Sarzana, in Liguria,

dove ha assunto nuovo personale, sfruttando marchio e know how della Rodriquez». Di soluzioni tampone

per i 31 lavoratori licenziati i sindacati non ne vogliono sapere. «Vogliamo garanzie per tutti i livelli

occupazionali in cantiere», puntualizzano Chiofalo, Alibrandi e Rizzo, «che dal 2008 è interessato a una

continua riduzione di personale che in pochi anni, con l'alibi della crisi, ha portato una realtà fiore all'occhiello

della cantieristica mondiale da oltre 100 lavoratori ai 65 attuali». Stando così le cose e in assenza di un piano

industriale che la giustifichi, per Cgil, Cisl e Uil è inspiegabile che a marzo scorso l'Autorità Portuale abbia

rinnovato fino al 2028 alla Intermarine la concessione delle aree occupate. Di recente i sindacati hanno

chiesto al presidente De Simone di essere ascoltati in Comitato Portuale. «La concessione delle aree era

stata approvata in ragione di un'azione di sviluppo del cantiere», dichiarano, «ma i fatti degli ultimi giorni

contraddicono gli impegni dichiarati. Ai componenti il Comitato Portuale esprimiamo le nostre preoccupazioni

e vogliamo confrontarci sui possibili scenari e sui percorsi da porre in essere per evitare ogni speculazione

delle aree del cantiere e ridare lavoro alle maestranze». Quando nel 2004 la Immsi arrivò a Messina in molti

gridarono al miracolo, ritenendo che la nuova proprietà avrebbe riportato la Rodriquez ai livelli di un tempo.

Unica voce fuori dal coro le organizzazioni sindacali. Il decennio successivo sembra avere confermato le loro

previsioni. (riproduzione riservata)

18/06/2015Pag. 2 Ed. Sicilia

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 13

INTERVISTA EXPO 2015 «COSÌ È STATA TAGLIATA FUORI LA MALAVITA» Le norme speciali e il decreto legge 90 hanno funzionato. «E grazie alle nuove banche dati si può risalire lafiliera delle aziende infiltrate» dice il prefetto di Milano Tronca. Mikol Belluzzi La più grande occasione per il malaffare». Non usa mezzi termini il prefetto milanese Francesco Paolo

Tronca quando parla di Expo: ha mobilitato 140 nazioni, ma anche gli appetiti di malavitosi e affaristi. Una

gigantesca torta da 3,2 miliardi spesi per realizzare i padiglioni che fino al 31 ottobre accoglieranno milioni di

turisti, ma anche l'epicentro di un lavoro delicato e complesso per le istituzioni che hanno dovuto fronteggiare

l'assalto della criminalità creando un sistema sofisticato di contrasto. E i numeri parlano chiaro: dal 2011 al 26

maggio scorso il malaffare nei cantieri di Expo è stato arginato con 80 provvedimenti interdittivi antimafia su

55 imprese. In particolare, con questa normativa introdotta un anno fa, il governo ha attribuito all'Autorità

nazionale anticorruzione guidata da Raffaele Cantone il potere di chiedere al prefetto competente di

commissariare la società appaltante coinvolta in atti illeciti, che porterà a termine i lavori ma dovrà rendere

conto delle sue attività a un esperto esterno. Una svolta che ha consentito a Expo di aprire regolarmente i

battenti il 1° maggio. termini di prevenzione contro la mafia. Ci ha insegnato che bisogna giocare d'anticipo e

usare tutti gli strumenti a disposizione, come l'accesso ai cantieri e il Gicex, il Gruppo interforze centrale per

Expo creato con il compito di monitorare la realizzazione delle infrastrutture. Con questa organizzazione il

ventaglio del controllo si apre del tutto ed è difficile che sfuggano certi segnali. Ma per alcuni osservatori,

Confindustria in primis, il commissariamento è uno strumento eccessivo. Non mi pare che si tratti di un

sistema invasivo, perché il commissariamento riguarda gli appalti irregolari non l'azienda, ma di una garanzia

anche per i dipendenti. E poi, una volta accertata l'infiltrazione, la scelta di mettere una coppia d'esperti

formata da un docente di economia e da uno di ingegneria gestionale la vedo più come un'attività di supporto

al know how aziendale che come un'invasione. Anche la gestione della sicurezza del sito Expo finora è stata

un successo. Da due anni stiamo approfondendo le problematiche di sicurezza e mobilità per cui abbiamo

preparato 25 piani d'intervento differenti. Finora è andato tutto bene, ma non deve esserci alcuna caduta di

tensione fino al 31 ottobre. Prefetto, possiamo tracciare un primo bilancio delle misure applicate a Expo?

Posso dire che grazie alle norme speciali antimafia per Expo e al decreto legge 90 si è creato un

meccanismo innovativo: per la prima volta, infatti, abbiamo usato le diverse banche dati a nostra disposizione

in modo dinamico e sofisticato, intrecciando le informazioni. Le piattaforme informatiche esistenti, poi, ci

consentono d'intercettare i tentativi d'aggiramento della normativa e di risalire la filiera delle società, per

trovare quello che c'interessa. Una vera rivoluzione copernicana. In che senso? In tema di appalti il certificato

antimafia veniva rilasciato solo dopo numerosi controlli, ma ci siamo resi conto che il certificato non basta più,

ma è necessario un nuovo approccio basato su analisi di contesto che risalgono via via la filiera delle società.

Quindi quello di Expo è un modello da esportare? Si tratta di un patrimonio che non va disperso ed Expo è

stato il più grande laboratorio in Luca Matarazzo

Foto: Il prefetto di Milano Francesco Paolo Tronca e, in alto, una pattuglia di carabinieri a Expo.

18/06/2015Pag. 86 N.25 - 24 giugno 2015

diffusione:446553tiratura:561533

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 14

Editoria Il Sole 24 Ore lancia il Quotidiano del Condominio e dell'Edilizia 8 Editoria Il Sole 24 Ore lancia il Quotidiano del Condominio e dell'Edilizia il sole 24 ore raddoppia

l'informazione per il mondo immobiliare. prendono il via due nuovi quotidiani digitali verticali: il Quotidiano del

condominio e il Quotidiano edilizia e territorio. il sistema multimediale del sole 24 ore ideato dal direttore

roberto napoletano raggiunge quindi quota 12 quotidiani verticali dedicati ai professionisti: un sistema

multipiattaforma di prodotti e servizi esclusivi dalla formula collaudata, che offre aggiornamenti in tempo

reale, approfondimenti e personalizzazione dei contenuti, per soddisfare tutte le necessità informative delle

categorie professionali interessate, intrecciando contenuti cartacei e digitali del quotidiano con quelli (aurei)

delle nostre banche dati e del sistema di tabloid e riviste specializzate. entrambi i quotidiani sono disponibili

su pc, tablet e smartphone e saranno consultabili gratuitamente da tutti i lettori nelle prime settimane di

lancio. la campagna pubblicitaria a sostegno dei due quotidiani verticali è stata curata internamente ed è

pianificata su mezzi interni del gruppo. "Abbiamo realizzato due nuovi "abiti su misura" per il mondo

condominiale e per il mondo immobiliare e delle grandi opere, due settori che da sempre presidiamo in modo

costante sulle pagine del quotidiano, delle riviste specializzate e online, con il nostro modo unico di fare

informazione e sempre al servizio dei professionisti" spiega il direttore editoriale del gruppo 24 ore roberto

napoletano. IL QuOTIDIANO DEL CONDOMINIO il Quotidiano del condominio offre ogni giorno il quadro

aggiornato di tutte le novità sul mondo immobiliare e condominiale e gli approfondimenti sulle tematiche più

«calde», con due guide pratiche al mese dove sono sviluppati i temi di gestione dell'edificio. sul quotidiano

digitale, dedicato a tutti i professionisti dell'immobiliare, sarà disponibile anche tutto ciò che viene pubblicato

dalle fonti più autorevoli in materia condominiale e immobiliare offerte dal sole 24 ore: le pagine di norme e

tributi del Quotidiano, il consulente immobiliare, l'esperto risponde e le banche dati di condominio24. IL

QuOTIDIANO EDILIzIA E TERRITORIO il Quotidiano edilizia e territorio è il primo quotidiano online pensato

per chi lavora nelle imprese di costruzione, per ingegneri, architetti, geometri, tecnici delle pubbliche

amministrazioni. novità normative, guide pratiche alla loro applicazione, giurisprudenza, notizie su progetti e

concorsi, bandi di gara, programmi e iniziative del governo, delle regioni e degli enti locali. Una volta al mese

un dossier normativo approfondito, ogni giorno il servizio bandi con nuovi avvisi e aggiudicazioni di lavori e

progettazione. e poi l'esperto risponde e i servizi che aiutano a gestire l'impresa e gli studi professionali. e

ancora: le analisi e i commenti sui principali temi del settore, e spazio inoltre all'innovazione e alla tecnologia,

per aiutare le imprese e i professionisti ad agganciare la ripresa.

18/06/2015Pag. 1

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 15

in formato digitale Dal sole 24 ore due nuovi verticali dedicati al mondo immobiliare Il Sole 24 Ore raddoppia l'informazione per il mondo immobiliare. Prendono il via due nuovi quotidiani digitali

verticali: Il Quotidiano del Condominio e Il Quotidiano Edilizia e Territorio . Il Sistema multimediale del Sole 24

Ore ideato dal direttore roberto napoletano raggiunge quindi quota 12 quotidiani verticali dedicati ai

professionisti. "Abbiamo realizzato due nuovi 'abiti su misura' per il mondo condominiale e per il mondo

immobiliare e delle grandi opere, due settori che da sempre presidiamo in modo costante sulle pagine del

quotidiano, delle riviste specializzate e online, con il nostro modo unico di fare informazione e sempre al

servizio dei professionisti", ha spiegato Napoletano. Il Quotidiano del Condominio offre ogni giorno il quadro

aggiornato di tutte le novità sul mondo immobiliare e condominiale e gli approfondimenti sulle tematiche più

'calde', con due guide pratiche al mese dove sono sviluppati i temi di gestione dell'edificio. Diviso in diverse

sezioni tematiche, il nuovo quotidiano on line è rivolto a tutti i professionisti dell'immobiliare, a cominciare

dall'amministratore e dagli avvocati che seguono il settore ma anche ai professionisti tecnici e alle imprese

della manutenzione edilizia e impiantistica. Sul quotidiano digitale sarà disponibile anche tutto ciò che viene

pubblicato dalle fonti più autorevoli in materia condominiale e immobiliare offerte dal Sole 24 Ore : le pagine

di Norme e Tributi del Quotidiano (soprattutto gli articoli che escono ogni martedì sulla pagina dedicata al

condominio), il Consulente immobiliare, L'Esperto Risponde e le banche dati di Condominio24. Il Quotidiano

Edilizia e Territorio è il nuovo punto di riferimento informativo per il mondo delle costruzioni. E' infatti il primo

quotidiano online pensato per chi lavora nelle imprese di costruzione, per ingegneri, architetti, geometri,

tecnici delle pubbliche amministrazioni, e più in generale per chi segue il mondo dell'edilizia, dei lavori

pubblici, dell'urbanistica, del territorio, dell'architettura e delle grandi opere. Novità normative, guide pratiche

alla loro applicazione, giurisprudenza, notizie su progetti e concorsi, bandi di gara, programmi e iniziative del

Governo, delle Regioni e degli enti locali. Una volta al mese un dossier normativo approfondito, ogni giorno il

servizio bandi con nuovi avvisi e aggiudicazioni di lavori e progettazione. E poi l'Esperto risponde e i servizi

che aiutano a gestire l'impresa e gli studi professionali. E ancora: le analisi e i commenti sui principali temi del

settore, e spazio inoltre all'innovazione e alla tecnologia, per aiutare le imprese e i professionisti ad

agganciare la ripresa. Entrambi i quotidiani sono disponibili su pc, tablet e smartphone per consentire ai

professionisti di avere sempre a disposizione le informazioni per il loro lavoro e saranno consultabili

gratuitamente da tutti i lettori nelle prime settimane di lancio agli indirizzi www. q u o t i d i a n o c o n d o m i n

i o . ilsole24ore.com e www. quotidianoediliziaterritorio. ilsole24ore.com . La campagna pubblicitaria a

sostegno del lancio dei due quotidiani verticali è stata curata internamente ed è pianificata su mezzi interni

del gruppo. arrivano il Quotidiano del Condominio e il Quotidiano edilizia e territorio

18/06/2015Pag. 27.29 Pubblicita Today

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digital Due nuovi quotidiani digitali dal Sole 24 Ore Il Sole 24 Ore raddoppia l'informazione per il mondo immobiliare. Prendono il via due nuovi quotidiani digitali

verticali: "Condominio" ed "Edilizia e Territorio". Il sistema multimediale del Sole 24 Ore raggiunge così quota

12 quotidiani verticali dedicati ai professionisti. pagina 16 Il Sole 24 Ore raddoppia l'informazione per il mondo

immobiliare. Prendono il via due nuovi quotidiani digitali verticali: "Condominio" ed "Edilizia e Territorio". Il

sistema multimediale del Sole 24 Ore ideato dal direttore Roberto Napoletano raggiunge quindi quota 12

quotidiani verticali dedicati ai professionisti: un sistema multipiattaforma di prodotti e servizi esclusivi dalla

formula collaudata, che offre aggiornamenti in tempo reale, approfondimenti e personalizzazione dei

contenuti, per soddisfare tutte le necessità informative delle categorie professionali interessate, intrecciando

contenuti cartacei e digitali del quotidiano con quelli (aurei) delle nostre banche dati e del sistema di tabloid e

riviste specializzate. «Abbiamo realizzato due nuovi "abiti su misura" per il mondo condominiale e per il

mondo immobiliare e delle grandi opere, due settori che da sempre presidiamo in modo costante sulle pagine

del quotidiano, delle riviste specializzate e online, con il nostro modo unico di fare informazione e sempre al

servizio dei professionisti - spiega il direttore editoriale del Gruppo 24 Ore Roberto Napoletano. - Il successo

dei quotidiani digitali del Fisco, Lavoro, Diritto, Finanza, Enti Locali e P.A., Scuola, Sanità conferma la forza

della nostra strategia digitale fondata sull'idea che si vince con i contenuti e che i contenuti vengano prima del

mezzo tecnologico. La tecnologia mette insieme quei contenuti nel modo più accessibile e fruibile per il

singolo lettore, confezionando uno strumento indispensabile di lavoro per il volume e la qualità dei contenuti

informativi/operativi che riesce a selezionare e offrire con giuntamente. Grazie a questa strategia abbiamo

realizzato un sistema unico nel panorama editoriale globale confermato da un primato digitale in Italia che ha

raggiunto la quota di oltre 213.000 copie digitali medie diffuse». Il Quotidiano del Condominio offre ogni

giorno il quadro aggiornato di tutte le novità sul mondo immobiliare e condominiale e gli approfondimenti sulle

tematiche più «calde», con due guide pratiche al mese dove sono sviluppati i temi di gestione dell'edificio. Di

viso in diverse sezioni tematiche, il nuovo quotidiano on line è rivolto a tutti i professionisti dell'immobiliare, a

cominciare dall'amministratore e dagli avvocati che seguono il settore ma anche ai professionisti tecnici e alle

imprese della manutenzione edilizia e impiantistica. Sul quotidiano digitale sarà disponibile anche tutto ciò

che viene pubblicato dalle fonti più autorevoli in materia condominiale e immobiliare offerte dal Sole 24 Ore:

le pagine di Norme e Tributi del Quotidiano (soprattutto gli articoli che escono ogni martedì sulla pagina

dedicata al condominio), il Consulente immobiliare, L'Esperto Risponde e le banche dati di Condominio24. Il

Quotidiano Edilizia e Territorio è il nuovo punto di riferimento informativo per il mondo delle costruzioni. E'

infatti il primo quotidiano online pensato per chi lavora nelle imprese di costruzione, per ingegneri, architetti,

geometri, tecnici delle pubbliche amministrazioni, e più in generale per chi segue il mondo dell'edilizia, dei

lavori pubblici, dell'urbanistica, del territorio, dell'architettura e delle grandi opere. Novità normative, guide

pratiche alla loro applicazione, giurisprudenza, notizie su progetti e concorsi, bandi di gara, programmi e

iniziative del Governo, delle Regioni e degli enti locali. Una volta al mese un dossier normativo approfondito,

ogni giorno il servizio bandi con nuovi avvisi e aggiudicazioni di lavori e progettazione. E poi l'Esperto

risponde e i servizi che aiutano a gestire l'impresa e gli studi professionali. E ancora: le analisi e i commenti

sui principali temi del settore, e spazio inoltre all'innovazione e alla tecnologia, per aiutare le imprese e i

professionisti ad agganciare la ripresa. Entrambi i quotidiani sono disponibili su pc, tablet e smartphone per

consentire ai professionisti di avere sempre a disposizione le informazioni per il loro lavoro e saranno

consultabili gratuitamente da tutti i lettori nelle prime settimane di lancio. La campagna pubblicitaria a

sostegno del lancio dei due quotidiani verticali è stata curata internamente ed è pianificata su mezzi interni

del gruppo.

18/06/2015Pag. 1

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 17

DEMOLIZIONI E BONIFICHE GIÙ LA CIMINIERA UN PEZZO ALLA VOLTA Un intervento dì demolizione controllata per lo smontaggio di una ciminiera, reso complesso dall'elevazionedella stessa nonché dalla logìstica del sito, ha richiesto una accurata pianificazione delle operazioni el'utilizzo delle attrezzature da demolizione a filo diamantato Tyrolit, Elevata precisione esecutiva e massimasicurezza delle tecniche impiegate hanno consentito dì concludere le operazioni a tempo di record Non sono rare, soprattutto nel settore delle demolizioni, situazioni di cantiere che, pur non presentando

particolari difficoltà dal punto di vista tecnico, richiedono una dettagliata pianificazione operativa e l'utilizzo di

attrezzature specializzate in grado di adattarsi a condizioni di lavoro complesse dal punto di vista logistico. Ed

è proprio questo il contesto affrontato nell'intervento qui presentato: lo "smontaggio" di una ciminiera da 51 m

di altezza all'interno di un complesso industriale sito a Villa Poma (MN), condotto a termine con successo

grazie a una accurata organizzazione del cantiere e all'utilizzo delle attrezzature da demolizione a filo

diamantato Tyrolit. Qui all'opera in un'usuale situazione di lavoro ad alta quota. Lo smontaggio della ciminiera

è un intervento previsto nell'ambito dei lavori di demolizione di alcuni edifici del sito industriale appaltati

all'impresa A.C. R. di Reggiani Albertino S.p.A. con sede a Mirandola (MO). La ciminiera oggetto

dell'intervento di smontaggio, dell'altezza di circa 51 m per un diametro esterno di 250 cm, presentava una

composizione complessa costituita da una struttura portante in calcestruzzo armato da 20 cm di spessore, un

rivestimento intemo in mattoni da 25 cm di spessore, un paramento refrattario da 5 cm e, infine, un camino

metallico da 5 mm. Il progetto della demolizione prevedeva in particolare l'abbassamento della struttura fino a

una quota di circa 19 m, a partire dalla quale l'intervento sarebbe stato completando utilizzando una pinza

frantumatrice montata su escavatore. Sin dalle prime fasi della progettazione, l'utilizzo della sperimentata

tecnica di taglio a filo diamantato mediante attrezzature installate su piattaforma aerea per la rimozione

progressiva delle sezioni di anello della ciminiera, da portare successivamente a terra attraverso l'utilizzo di

una gru telescopica per poter precedere alla loro demolizione secondaria, è apparsa la tecnica più idonea in

relazione alle peculiarità del sito. Definita nel dettaglio la logistica del cantiere e selezionate le attrezzature di

sollevamento da impiegare - nel caso specifico, una piattaforma aerea in grado di operare a quote fino a 107

m e una autogrù della portata di 200 t - l'impresa specializzata incaricata delle operazioni di smontaggio - la

Calcestruzzi Taglio s.r.l. con sede a Corno - ha individuato nelle attrezzature per il taglio a filo diamantato

Tyrolit la soluzione più efficace e con le maggiori garanzie di rapidità ed efficienza operativa per affrontare la

complessa logistica dell'intervento e le impegnative opere di demolizione. Ad essere impegnato nel cantiere è

stato un insieme di attrezzature Tyrolit diversificato in funzione delle diverse lavorazioni coinvolte nelle

operazioni di smontaggio. Per le carotature di imbraco necessarie alla rimozione e trasferimento a terra degli

anelli di ciminiera, in particolare, è stato utilizzato un supporto di carotaggio Tyrolit DRA 400, munito di guida

a rulli facilmente regolabile, intercambiabile e resistente all'usura e di sistema di serraggio rapido ModulDrill,

in combinazione con il motore percarotatrice DME 33 e corone diamantate a settori CDLP3 con tecnologia

brevettata TGD da 300 mm di diametro. Per le operazioni di taglio vere e proprie sono state invece utilizzate

una sega WCE14 con filo diamantato di tipo DWMC in versione con motore elettrico, accoppiata a un'unità

invertercon radiocomando WSE1217, in genere utilizzata in combinazione con le seghe a muro del

costruttore ma in questo caso impiegata per il controllo a distanza delle operazioni. La WCE14, in particolare,

grazie a un accumulatore del filo estremamente capiente e una corsa lunga garantisce la massima resa

consentendo di gestire perimetri di taglio fino a 11 m; l'avanzamento preciso del filo consente un controllo

ottimale delle operazioni grazie all'innovativo sistema di smorzamento delle vibrazioni, mentre il soft start

elettrico assicura un avviamento graduale del taglio garantendo, insieme alla possibilità di controllare in

remoto come avvenuto in questo caso - tutte le funzioni della macchina, la massima sicurezza operativa. La

WCE14, di dimensioni compatte e perciò facilmente trasportabile in cantiere, è inoltre dotata di avviamento

graduale del filo tramite il potenziometro del radiocomando, e di un carter facilmente rimovibile per agevolare

17/06/2015Pag. 23 N.2 - mar/apr 2015 Recycling

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 18

le operazioni di manutenzione. Le operazioni di smontaggio hanno seguito una rigida pianificazione per fasi,

che ha previsto nell'ordine per ogni sezione della ciminiera il preventivo allineamento delle carotature di

imbraco da 300 mm di diametro in numero di due peranello, necessarie al trasporto a terra dei conci via via

sezionati, e la loro esecuzione. A questa è seguito l'imbraco progressivo con bilancino appositamente

predisposto degli anelli da rimuovere, dimensionato in funzione del peso calcolato dei singoli conci (da un

minimo di 7 fino a un massimo di 61 t), il successivo sezionamento orizzontale degli stessi con filo diamantato

nonché il sollevamento e messa al piano degli anelli per successiva frantumazione secondaria. Gli ultimi 19

m della ciminiera, come accennato, sono stati demoliti con pinza frantumatrice montata su escavatore; le

operazioni sono state completate in una tempistìca contenuta a soli dodici giorni. Rapidità, precisione,

efficienza e sicurezza: caratteristiche tipiche delle lavorazioni eseguite con attrezzature Tyrolit che nel

cantiere di Villa Poma sono state, ancora una volta, esaltate per un risultato finale di assoluto valore. O

I- COMPANY PROFILE Tyrolit è uno dei maggiori produttori al mondo di, utensili per la rettifica, il taglio, ia

perforazione e la levigatura oltre che di macchinari per l'edilizia. L'azienda a conduzione familiare è parte del

Gruppo Swarovski. E stata fondata nel 1 91 9 e ha sede centrale a Schwaz, in Tirolo: attualmente conta oltre

4.500 dipendenti su 27 impianti produttivi dislocati in 12 Paesi. Tyrolit produce 80.000 prodotti diversi per il

settore edilizio, della pietra e del vetro, del metallo e della precisione. Questi prodotti sono commercializzati in

tutto il mondo attraverso 29 società di vendita e altri distributori, dislocati in 65 Paesi. I prodotti Tyrolit

rettificano, tagliano e perforano una vastissima varietà di materiali, anche estremamente duri, grazie a

un'avanzata tecnologia sviluppata in Tirolo. Gli esperti Tyrolit sono noti in tutto il mondo per la loro capacità di

raccogliere le sfide più diverse e sono considerati partner fondamentali nello sviluppo di soluzioni nuove e

innovative. In Tyrolit la Divisione Trade è specializzata nella commercializzazione e fornitura di servizi per le

migliori rivendite in edilizia e meccanica. La Divisione Construction è specializzata nella fornitura di sistemi

macchine e utensili per la demolizione controllata. R|o dimantat0 TyroNt per ca | cestruzzo

Foto: L'avvio delle operazioni di decostruzione

17/06/2015Pag. 23 N.2 - mar/apr 2015 Recycling

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 19

DEMOLIZIONI E BONIFICHE PRODUZIONE E GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI DA C&D BARBARA VILLANI", CECILIA CAVAZZUTI , GIACOMO ZACCANTI" Le risorse minerali destinate alle costruzioni (edili, civili e recuperi ambientali) provengono dall'attività

estrattiva (cave di roccia e di depositi detritici), dagli scavi in terra e roccia, dal recupero dei rifiuti inerti

prodotti dalle attività di costruzione e demolizione (C&D) e dal recupero e trattamento di materiali di scarto

provenienti da attività produttive industriali (es. industria siderurgica). A seconda della loro natura le sostanze

minerali possono essere primarie (materiali naturali) o secondarie (materiali riciclati). In generale tali materiali

possono essere utilizzati senza alcuna trasformazione (utilizzo tal quale) o sottoposti a lavorazione per la

produzione di prodotti finiti (es. misti granulari da rilevato) o di materiali costituenti di altri prodotti (es.

calcestruzzi e conglomerati bituminosi). I rifiuti derivanti dall'attività di costruzione e demolizione (C&D)

appartengono in massima parte alla categoria merceologica dei rifiuti della costruzione e della demolizione,

che secondo la classificazione della Commissione 2000/532/CE del 3 maggio 2000 corrispondono ai rifiuti

appartenenti al capitolo CER 17. La disciplina di riferimento a livello nazionale per la gestione dei rifiuti da

costruzione e demolizione è la parte IV del Dlgs 152/06. Nell'art. 181 delD.Lgs. 152/06, comma b, in

recepimento della Direttiva 98/2008/ CE, si prevede entro il 2020, l'aumento, almeno al 70 percento in termini

di peso, del riutilizzo, riciclaggio e altri tipi di recupero di materiale (incluse le operazioni di colmatazione) che

utilizzano i rifiuti da costruzione e demolizione non pericolosi (escluse le terre e rocce allo stato naturale

definito con CER 17 05 04 dell'elenco dei rifiuti). ARPA Emilia-Romagna in qualità di Sezione Regionale del

Catasto Rifiuti, gestisce ed elabora le informazioni contenute nella banca dati MUD (Modello Unico di

Dichiarazione ambientale) fonte ufficiale per quanto riguarda la produzione e gestione dei rifiuti. Il flusso delle

informazioni prevede che i singoli produttori e gestori di rifiuti speciali trasmettano le dichiarazioni MUD alle

camere di commercio, che procedono all'informatizzazione e omogeinizzazione dei dati rendendoli disponibili

a Ispra e alle sezioni regionali del catasto, alle quali compete l'attività di bonifica ed elaborazione dei dati.

Completata tale fase le singole sezioni regionali predispongono i report e rendono disponibili i dati di dettaglio

regionale ai diversi enti, come riportato in figura 1. Relativamente alla copertura dell'informazione va rilevato

che il D.Lgs. 152/2006 prevede diverse esenzioni dall'obbligo di dichiarazione, soprattutto per il settore edile

caratterizzato da piccole imprese, rendendo quindi non completa l'informazione contenuta nella banca dati

MUD. Nel 2012, secondo i dati elaborati da Ispra sono stati prodotti in Italia 53.072.414 tonnellate di rifiuti

speciali da C&D, incidendo per il 39,5% sul totale dei rifiuti speciali prodotti (Figura 2). La regione Emilia-

Romagna contribuisce alla produzione nazionale per l'8,6% (Figura 3). L'andamento della produzione di rifiuti

speciali da C&D risulta essere ben correlato (R=0,9788) con il trend del prodotto interno lordo (valori a prezzi

correnti), come riportato nella figura 4. Il MUD, pur costituendo l'unica fonte dati ufficiale, non è esaustivo nel

rappresentare la produzione di rifiuti speciali non pericolosi, in quanto l'obbligo di dichiarazione vige

solamente per i produttori con più di 10 dipendenti. Dal momento che la maggior parte delle imprese edili è

costituito da un numero di addetti inferiore a 10 e che i rifiuti da C&D costituiscono una massa significativa di

rifiuti, si è proceduto ad una stima della produzione più realistica partendo dal dato della gestione al netto

delle giacenze, sommando le differenze tra i flussi in uscita e in entrata dalla regione. La figura 5 riporta il

trend della produzione stimata (linea rossa) e quello relativo alla produzione elaborata da MUD. Nel 2012 la

produzione da MUD risulta pari a 2.458.690 tonnellate mentre quella stimata risulta 4.437.544 tonnellate. In

Emilia-Romagna i C&D incidono per il 36% sulla produzione complessiva di rifiuti speciali e sono

prevalentemente non pericolosi (96%) I dati di gestione (Tabella 1) comunicati ufficialmente attraverso il MUD

permettono di ricostruire un quadro attendibile e completo dei quantitativi di rifiuti da C&D che vengono trattati

nel territorio regionale. Nel 2012 sono state gestite 4.795.102 tonnellate di C&D avviate in prevalenza a

recupero di materia. La figura 6 riporta le tipologie di rifiuti maggiormente trattate. II MUD fornisce anche

informazioni utili a ricostruire i flussi, ovvero gli spostamenti a cui sono sottoposti i rifiuti. All'interno del

17/06/2015Pag. 30 N.2 - mar/apr 2015 Recycling

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 20

territorio nazionale l'Emilia-Romagna scambia rifiuti da C&D prevalentemente con Lombardia, Piemonte

eToscana mentre invia all'estero, in Germania, soprattutto rifiuti da C&D pericolosi contenenti amianto (Figura

7 e Figura 8). Per completare la conoscenza di questa importante tipologia di rifiuti, risulterebbe utile

integrare il dato MUD con le conoscenze specifiche dei soggetti coinvolti nella gestione di questi materiali;

tale confronto sarebbe funzionale alla conoscenza del processo di recupero di questi materiali in funzione del

raggiungimento dell'obiettivo nazionale di riciclo previsto dalla normativa vigente. (fr Figura 1- Flusso dei dati

Camera di commercio Ricevete dichiarazioni MUD e procede ad una omogenizzazione dei dati Ispra Rende

disponibili i dati MUD a tutte le Sezioni Regionali del catasto Sezione Regionale del Catasto Rifiuti Arpa -

Direzione tecnica Analisi e correzione dei dati MUD a scala regionale e provinciale Elaborazione delle

informazioni e predisposizione di report Ispra- Regione Emilia-Romagna- Enti locali

Fonte: ISPRA 60.000 70.000 80.000 90000 PII- a prezzi correnti settore C&D (milioni di V.) Figura 4 -

Relazione tra produzione dei rifiuti da C&D non pericolosi e PIL Fonte: ISPRA

attività manifatturiere 25.6% agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca 0.3% Fonte: ISPRA estrazione minerali

0.5% acqua: gestione reti fognarie 4.2% servizi, commercio, trasporto 4.1% pubblica ammìnist razione,

istruzione e sanità 0.4% trattamento rifiuti 22.7% energia elettrica, gas, vapore e aria 2.7%

^ Non pericolosi (da MUD) Figura 5 - Trend della produzione dei rifiuti da C&D da MUD e stimata

Figura 8 - Flussi extra-nazionali, 2012

Figura 6 - Tipologia dei rifiuti da C&D gestiti, 2012 • 1709O4 (rifiuti misti dell'attività di costruzione e

demolizione, diversi da duelli di cui alle voci 17 09 01,17 09 02 e 17 09 03) D170302 (miscele bituminose

diverse da quelle di cui alla voce 17 03 01) • 170504 {terrae rocce, diverse da quelle di cui alla voce 17 OS

03) D17040S (ferro e acciaio) D170107 (miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche,

diverse da quelle di cui alla voce 17 0106) D170101 (cemento) QAItriCER17 Tabella 1- Modalità di gestione

de Totale

°DOTT. SSA - RESPONSABILE DEL CTR GESTIONE INTEGRATA RIFIUTI, SUBSIDENZA E SUOLO

DIREZIONE TECNICA DI ARPA EMILIA-ROMAGNA ""Don. SSA/DOTT - COLLABORATORE TECNICO

PROFESSIONALE DEL CTR GESTIONE INTEGRATA RIFIUTI, SUBSIDENZA E SUOLO - DIREZIONE

TECNICA DI ARPA EMILIA-ROMAGNA

Recupero di energia t Recupero di materia t Incenerimento t Altre operazioni di smaltimento t Smaltimento in

discarica t Giacenza t Totale gestito t

Foto: Figura 2 - Ripartizione della produzione totale dei rifiuti speciali per attività economica in Italia, anno

2012 Figura 3 - Produzione regionale dei rifiuti da C&D, anno 2012

17/06/2015Pag. 30 N.2 - mar/apr 2015 Recycling

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SCENARIO EDILIZIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 21

SCENARIO ECONOMIA

20 articoli

INTERVISTA L'ex ministro La sfida di Passera «Cambiare l'Italia iniziando da Milano» Giangiacomo Schiavi a pagina 13 A vanti il primo. Corrado Passera, supermanager, ex ministro, bocconiano, amministratore delegato di

Olivetti, Mondadori, Poste, Intesa San Paolo. Nel cassetto un progetto per l'Italia, nel futuro un programma

per Milano. Si candida a sindaco. Se riparte Milano riparte l'Italia, dice.

Chi ha dietro?

«Dietro nessuno. A fianco spero tanti milanesi».

Solo contro tutti?

«Contro questo Pd renziano, contro una destra che ha perso identità, contro il salvinismo. Ma insieme a tanti

miei concittadini nell'interesse generale».

Con il potere che ha avuto nella gestione di banche e di aziende, possibile che non abbia una rete che lo

spinge, qualche potere che lo appoggia, una lobby in campo?

«Porto la mia esperienza al servizio della città. Sono convinto di poter fare qualcosa di utile. Credo che lo

dimostrino i miei risultati».

Chi la dovrebbe votare senza un partito alle spalle?

«Mi rivolgo ai milanesi. Quelli delusi dai partiti esistenti, insoddisfatti, che vogliono una città in grado di

competere con le prime dieci del mondo, che vogliono vivere meglio e avere più sicurezze per il futuro proprio

e delle proprie famiglie».

Come pensa di convincerli?

«Con un chiaro progetto per Milano. Proposte concrete che diano voce ai vari pezzi della città. Milano ha

bisogno di un concerto di voci e di un direttore d'orchestra al servizio della comunità. Per me il primo passo è

sempre stato l'ascolto, da qui inizierò in queste settimane».

Sarà il candidato del centro?

«No, è uno schema superato. Voglio aggregare sulla base di un programma e di una squadra. Il mio intento è

unire i vari pezzi di elettorato deluso a favore di un progetto di città che porti lavoro, sviluppo e qualità della

vita. La mia sfida è uscire dalle sigle esistenti: la gente non ci crede più».

È una partenza in salita...

«Non ho mai pedalato in discesa. Ogni cosa che ho fatto è stata realizzata con fatica, impegno e passione».

Ha il piano B, se le cose non andranno nel modo giusto?

«Non c'è un piano B. Non l'avevo nemmeno quando ho lasciato Intesa per fare il ministro del governo Monti».

Perché si è convinto a scendere in politica?

«Dedicare una parte della vita alla mia comunità è parte del senso della vita, un impegno che mi hanno

sempre insegnato mio nonno, medico condotto, e mio padre, piccolo imprenditore. Serve una politica di

servizio: da Milano può partire la scossa positiva per l'Italia».

Non pensa che essere stato un banchiere possa danneggiarla in campagna elettorale?

«Milano è un importante centro finanziario, ha grandi banche, amministrare è gestire bene ciò che ti viene

affidato. Questo lo rivendico come competenza. So come trovare risorse per dare lavoro. Non dimentichiamo

che Intesa è la banca che è uscita meglio dalla crisi: ne sono orgoglioso».

Come vede Milano oggi?

«Conserva un suo orgoglio per le cose che funzionano e ha un forte senso civico. Vanno bene piste ciclabili e

car sharing, ma Milano deve avere ambizioni di ben altro livello. Può essere la capitale della sanità, della

ricerca, dell'innovazione, della moda, della cultura, dell'università e del Terzo settore. Così è possibile creare

lavoro vero».

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 23

Può indicare le prime tre cose che farebbe?

«Mi piacerebbe indicarle le prime 50 cose da fare, solo con un insieme di interventi si restituisce ambizione a

una città complessa come Milano. La politica che mi fa venire l'orticaria è quella che, con la scusa delle prime

tre cose da fare e di generiche buone intenzioni, ha mandato in malora il nostro Paese».

Soddisfatto dell'Expo?

«È un acceleratore positivo di opportunità. Anche se la riflessione sul tema dell'alimentazione a livello

mondiale ha portato finora a pochi risultati e il beneficio per Milano deve ancora arrivare. E trovo inaccettabile

che nessuno sappia ancora che cosa sarà il dopo Expo per la città».

Crede nella città metropolitana?

«Ne sono un fautore. Finalmente su sanità e trasporti Milano avrà voce in capitolo senza essere schiacciata

dalla Regione. Anzi, dimostrerà che se ne può fare a meno».

Il suo giudizio su Pisapia?

«Un intellettuale di spessore che si è trovato ad amministrare una realtà complessa. Non era facile, specie

per i condizionamenti di una giunta a trazione renziana. Spiace che abbia annunciato con tanto anticipo il suo

disimpegno: nel pieno dell'Expo e con i problemi della città c'è bisogno di una guida».

Che cosa pensa di altri sindaci di Milano: Tognoli, Albertini, Moratti?

«Ognuno di loro andrebbe ricordato anche per il contesto che si sono trovati ad affrontare. Ricordo di Tognoli

lo stile, di Gabriele la concretezza, di Letizia l'energia.

Come ha letto l'aut aut del presidente della Regione Maroni su profughi e immigrati?

«Temo che per questioni interne al suo partito, il governatore alzi i toni ben oltre le sue convinzioni. L'allarme

va unito alle proposte. Una contrapposizione tra potere centrale e amministrazione locale è ancor più grave

visto che proviene da un ex ministro dell'Interno».

La linea del candidato Passera è compatibile con quella dell'attuale Lega?

«L'elettorato leghista a Milano è composto prevalentemente da persone che non sono né razziste, né

antieuropeiste, né tantomeno tifose di CasaPound o di Marine Le Pen. Donne e uomini che chiedono legalità

e giustizia ma soprattutto sicurezza: quando vanno al parco coi bambini, quando si spostano sui mezzi

pubblici, quando sono in casa davanti alla tv».

E con il leader leghista Salvini, come la mettiamo?

«Far leva sulla paura può far crescere i consensi, ma non aiuta a governare. È una visione corta, poco

responsabile».

Cosa resta di Berlusconi?

«Per vent'anni ha rappresentato il sogno di una rivoluzione liberale che non si è realizzata. Neppure le ultime

amministrative bastano a coprire un presente di frantumazione».

Come vede l'Italia di Renzi?

«Il Paese è a rotoli. Ci sono 10 milioni di persone senza lavoro e nessuna politica economica coraggiosa per

dare risposte strutturali. Qualche tempo fa pensavo che Renzi fosse una risorsa. Oggi dico che è pericoloso.

Molte parole, poca sostanza, nessuna meritocrazia. Premia la fedeltà, è attaccato al vecchio potere. Da

Milano si può lavorare per cambiare l'Italia in un altro modo».

[email protected]

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Il mio obiettivo è uscire dalle sigle esistenti: la gente non ci crede più. E unire i vari pezzi di elettorato deluso su un progettoEssere stato banchiere non penso mi danneggerà

È una competenza che rivendico: so come trovare le risorse

Pisapia è un intellettuale che si è trovato a gestire una realtà complessa Spiace per un disimpegno con tanto

anticipo

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 24

Chi èCorrado Passera,

60 anni, è stato amministratore delegato di Poste italiane e Banca Intesa Nel 2011 viene nominato dal

premier Mario Monti ministro dello Sviluppo economico Nel febbraio 2014 fonda il movimento politico Italia

unica

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 25

Intervista L'esperto: con quella norma si può licenziare «La difesa? Riscoprire mail etelefoni privati» La cyber-security Ma in termini di sicurezza informatica è un passo avanti. Molti Paesi già lo fanno Massimo Sideri Se la domanda è «con le nuove norme contenute nella bozza del decreto legislativo potremo essere licenziati

a causa di smartphone e altre tecnologie aziendali?», la risposta di Giangiacomo Olivi, partner dello studio

legale DLA Piper e grande esperto di tematiche legate all'innovazione, proprietà intellettuali e privacy, è «sì.

Da quanto c'è scritto i dati e le immagini potranno essere usati anche per questioni disciplinari. Con le leggi

attuali era più difficoltoso». Detto questo, Olivi non crede che la legge porti a uno «scenario da Grande

fratello».

Cosa cambierà per i dipendenti di un'azienda con la nuova legge?

«C'è una modernizzazione dello Statuto dei lavoratori in ottica di cyber security. Per le aziende sarà più facile

difendersi. Peraltro norme simili ci allineano a molti altri Paesi».

Questo è un beneficio per le aziende, ma cosa cambia in termini di controllo? Oggi si poteva già

geolocalizzare e controllare, per esempio, gli smartphone aziendali?

«In determinate circostanze era già possibile farlo oggi. Esistono dei precedenti. Ad esempio Ericsson nel

2014 aveva chiesto al Garante della privacy se poteva procedere per finalità organizzative con un sistema di

localizzazione dei propri tecnici anche per intervenire rapidamente sui propri clienti. E il Garante aveva detto

di sì ma ad alcune condizioni. E cioè: adottare delle misure tecniche affinché le informazioni fossero limitate

solo ai dati di geolocalizzazione e introdurre un'icona sui software che segnalasse la funzione così che il

tecnico potesse saperlo. Inoltre era consentito il trattamento dei dati in tempo reale solo in presenza di

specifiche esigenze, come in situazioni di emergenza. In ogni caso veniva fatto salvo l'articolo 4 dello Statuto

dei lavoratori (divieto di controllo a distanza salvo accordo con i sindacati)».

Ora non ci sarà più bisogno di un accordo con i sindacati e sarà sempre possibile.

«Il coinvolgimento dei sindacati rimane solo per gli impianti audiovisivi. Ciò che cambia è che prima c'era il

divieto generale che si poteva superare in via eccezionale. Ora si ritiene legittimo l'utilizzo degli smartphone

con determinate condizioni: che siano impiegati per esigenze organizzative, produttive e per la salvaguardia

del patrimonio aziendale».

In pratica tutto. Ogni azione rientra in questa quadro.

«È vero, ma non può che essere così dal punto di vista dei controlli della sicurezza informatica».

Brutalmente: dovremo abituarci ad essere "spiati" dal nostro datore di lavoro?

«Rimangono i principi del codice della privacy che non mutano. Ci deve essere la necessità dell'azione per

cui i sistemi informativi e anche i controlli dovranno essere configurati riducendo al minimo la raccolta di dati

personali. In sostanza il controllo non può essere fine a se stesso. E poi c'è anche il principio di correttezza: i

controlli devono essere resi noti al lavoratore e devono essere fatti solo per finalità specifiche».

Ci potranno leggere anche le email?

«Se uno utilizza gli account di lavoro - e sarà sempre di più così - dovrà essere consapevole che le email

potranno essere lette. D'altra parte già il Garante nel 2007 dava le linee guida sulle email del dipendente. Il

fulcro del provvedimento era la corretta informativa data al dipendente. Questo principio ora diventa legge».

Molte persone sono abituate a usare le email aziendali per comunicazioni private. Cosa prevale, lo strumento

o il contenuto?

«Se si usa la mail aziendale si presume che sia una comunicazione di lavoro. Dovremmo abituarci a usare

account personali che, comunque, potranno essere tracciati se usati dal computer aziendale».

[email protected]

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 26

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I rischiLa legge, secondo l'esperto, non porta a uno scenario da «Grande Fratello» ma i dati e le immagini potranno

essere usati ora anche per questioni disciplinari I precedenti: Ericsson aveva chiesto al Garante della privacy

di poter «localizzare»

i propri tecnici

Foto: Giangiacomo Olivi, partner dello studio legale specializzato in tematiche legate a innovazione e

tecnologie, DLA Piper. Olivi è il responsabile dell'area Intellectual property, privacy e tecnologie

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 27

Economisti e banchieri nell'Osservatorio giovani-editori Da Trichet a Messina e Ghizzoni, il team per l'alfabetizzazione finanziaria. Ceccherini: progetto leader nell'Ue Alessio Ribaudo Ci sarà anche l'economista Jean-Claude Trichet, già numero uno della Banca centrale europea, nel nuovo

advisory board dell'Osservatorio permanente giovani-editori (Opge). Con il banchiere francese siederanno

Gabriele Galateri di Genola, presidente di Generali; Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit;

Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo; Fabrizio Saccomanni, già direttore generale di Banca

d'Italia; Fabrizio Viola, amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena e Andrea Ceccherini,

presidente dell'Osservatorio stesso. Questo organo dovrà definire l'indirizzo da imprimere ai progetti di

alfabetizzazione economico-finanziaria dedicati agli studenti e la regia strategica dell'iniziativa «Young

Factor». Un progetto che lo scorso anno, alla prima edizione, ha coinvolto oltre 330 mila ragazzi delle scuole

superiori italiane. «È una gran bella squadra quella che abbiamo composto, una squadra di serie "A" - dice

con orgoglio Andrea Ceccherini, presidente dell'Opge - e con questa squadra vogliamo vincere una partita

importante: quella di conquistare il primato europeo, con "Young Factor", che vorremmo divenisse, nel

prossimo quinquennio, il progetto europeo leader di alfabetizzazione economico-finanziaria nella scuola

secondaria superiore dell'intera Comunità Europea». L'obiettivo è quello di coinvolgere un milione di studenti.

Una sfida che ha convinto Trichet. «Avere a bordo un fuoriclasse del suo calibro - prosegue Ceccherini - ci dà

fiducia e coraggio e ci ricorda il livello della sfida che abbiamo scelto di lanciare». Intanto, nella sede

dell'Osservatorio, c'è un gran lavorio per preparare la seconda edizione di «Young Factor» che sarà

inaugurata, a Firenze, il 25 settembre. Ceccherini anticipa che ad aprirla sarà «un grandissimo protagonista

della scena economico-finanziaria internazionale». Anche se il nome è ancora top secret, con ogni

probabilità, sarà uno dei governatori più in vista delle banche centrali europee. Non a caso Ceccherini ha già

avuto alcuni incontri privati con grandi governatori internazionali a cui ha presentato «Young Factor». Colloqui

che seguono quelli avuti con i vertici della Federal Reserve negli Stati Uniti e con Klaas Knote, governatore

della Banca centrale d'Olanda mentre, la prossima settimana, vedrà Luis Maria Linde, governatore della

Banca centrale spagnola. A luglio, poi, Ceccherini presenterà in un incontro privato l'iniziativa a Jens

Weidmann, governatore della Banca centrale tedesca.

AlessioRib

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Cos'èL'Osservato-rio permanente giovani-editori è stato ideato

e fondato

nel 2000,

a Firenze,

da Andrea Ceccherini Lo scopo

è «contribuire a fare dei giovani (lettori) di oggi

i cittadini liberi

di domani»

Foto: Jean Claude Trichet, ex numero uno della Banca centrale europea e, a destra, Andrea Ceccherini

presidente dell'Osservatorio permanente giovani-editori

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 28

Retroscena Dalle Ferrovie alle Poste la frusta dei rinnovi anticipati I top manager in fibrillazione dopo le parole del premier Antonella Baccaro ROMA A scorrere l'elenco del Tesoro alla voce «società direttamente controllate con organi sociali da

rinnovare nel corso del 2015», dopo la tornata di nomine della scorsa settimana che ha riguardato Enav,

Consip, Sogei e Invimit, ormai si trova ben poco. Certo, c'è il consiglio di amministrazione della Rai, quello

della controllata di Ferrovie, Trenitalia, e poco altro. Eppure sono in tanti i manager di società in qualche

modo pubbliche a trattenere il fiato, aspettando le prossime mosse di Matteo Renzi, tornato «rottamatore».

Quell'elenco stilato in tv delle società promosse («Enel va alla grande, Eni è la più grande azienda del Paese

con prospettive di sviluppo meravigliose, Finmeccanica mi rende molto orgoglioso»), seguìto dalla

«sentenza» su Cassa Depositi e Prestiti, di cui «dobbiamo cambiare cinque consiglieri e questo porta a far

decadere l'intero cda», è destinato a cambiare le carriere di molti «boiardi di Stato». Il fatto che il premier

possa avocare a sé la possibilità di troncare, sia pure con artifici tecnici, quali la procurata decadenza del

cda, il mandato di un manager appena nominato da lui stesso, è un fatto nuovo. E getta scompiglio un po'

ovunque.

A piazza della Croce Rossa, sede delle Ferrovie, ad esempio, ieri si interrogavano se le battute al vetriolo

fatte da Renzi, sempre in tv, sui treni regionali non fossero un messaggio in codice diretto ai vertici del

Gruppo nominati appena un anno fa: Marcello Messori, presidente, e Michele Elia, ad, in scadenza nel 2017

e alle prese con una privatizzazione davvero difficile. E l'assenza nell'elenco delle società che «passano il

turno» di Poste, anch'essa incagliata nella stessa problematica, a alcuni non è parsa casuale. Saranno

queste le prime società a assaggiare il nuovo corso di Renzi, tornato «rottamatore»?

Al ministero dell'Economia, azionista di entrambe, le bocche sono cucite ma l'umore che si percepisce è

abbastanza «nero»: l'operazione di Cassa depositi e prestiti viene vissuta da alcuni come una pericolosa

forzatura dagli esiti sul piano legale-amministrativo tutti da verificare. D'altra parte in Ferrovie si fa notare che

il focus sulla privatizzazione c'è e che nel gruppo di lavoro del Tesoro lavorano uno accanto all'altro

presidente e amministratore, malgrado la falsa partenza del «duplex». «L'impressione è che da parte del Mef

ci sia un momento di riflessione sulla privatizzazione, un pit-stop » osserva qualcuno dall'interno, come a dire

che se l'operazione non procede più spedita non è colpa certo dei vertici delle Ferrovie, ma

dall'indeterminatezza circa la strategia da seguire per la quotazione, dossier su cui non si è ancora

concentrato il premier. Che però potrebbe farlo molto presto, cominciando proprio col «rinfrescare» i vertici. I

nomi dei «papabili» che sono circolati finora sembrano per lo più legati all'attualità: l'uscita di Luigi Gubitosi

dalla Rai e quella ormai probabile di Gorno Tempini e Bassanini da Cdp, creano un apparente incastro

perfetto.

Del resto il premier ha già saggiato il metodo del «ribaltone» in Anas, dove un manager di lungo corso, come

Pietro Ciucci, ha dato le dimissioni dopo aver tentato la resistenza, a seguito delle dimissioni dei due unici

altri consiglieri, entrambi di nomina ministeriale. Ma Ciucci era un manager nominato da un altro governo e a

un anno dalla propria scadenza, come da un altro esecutivo erano stati scelti i vertici di Cassa depositi. Il

ricambio in Ferrovie sarebbe ben più fulminante e peraltro non legato a specifici episodi di cronaca, come

quelli che hanno travolto Pietro Ciucci, che ha infilato una malaugurata serie di crolli di viadotti.

Anche per questo ieri in Ferrovie c'era chi teneva a far notare che il servizio regionale, attaccato da Renzi in

tv, «è tutt'altro che criticabile»: «Basterebbe chiedere informazioni ai presidenti delle Regioni, a partire dalla

Serracchiani (governatore del Pd e vicesegretario del Pd, ndr )» si sottolineava. Ma intanto il treno è partito, e

a poco serve il monito di chi fa notare come il metodo Cdp, qualora venisse davvero usato, potrebbe creare

problemi anche in Europa, dove la permanenza del suo debito fuori dal perimetro pubblico è sempre sotto

osservazione.

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 29

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Le principali partecipazioni dello Stato Corriere della Sera SOCIETÀ QUOTATE ENEL ENI* Finmeccanica

SOCIETÀ NON QUOTATE Cdp FS Poste Italiane RAI ANAS Consap Consip ENAV GSE INVIMIT IPZS

*Cassa depositi e prestiti S.p.a. detiene una partecipazione del 25,76% 25,50% 4,34% 30,20% 100% 100%

99,56% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 80,10%

Foto: Ferrovie

Michele Elia,

59 anni, è l'amministra-tore delegato

di Ferrovie

Foto: Equitalia

Ernesto Maria Ruffini è l'amministra-tore delegato

di Equitalia

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 30

L'intervista Yunus: «Il microcredito aiuta 170 milioni di donne» L'allarme «Lo Stato bengalese vuol gestire la banca dei piccoli prestiti: così si perde la natura sociale» Luca Mattiucci «Cambiare l'intero sistema finanziario per rendere il sistema finanziario al servizio di tutti, in particolare dei

disoccupati, dei beneficiari dell'assistenza sociale, delle minoranze, delle donne e dei giovani. In sostanza,

renderlo inclusivo». È il pensiero dell'economista bengalese Muhammad Yunus, che aggiunge: «Quello che

dobbiamo fare è riparare il sistema».

Yunus è ideatore e realizzatore della Grameen Bank dedicata al microcredito moderno, il sistema di piccoli

prestiti destinati a persone troppo povere per ottenere credito dai circuiti tradizionali, che nel 2006 gli è valso

il Nobel per la pace. Nel 1983, dopo aver meditato sulla povertà del Paese, ebbe il merito di fondare in

Bangladesh la Grameen Bank, anche detta «banca dei poveri». Prima, però, vagò a lungo nelle strade per

analizzare l'economia di un villaggio rurale nel suo svolgersi quotidiano. Dal suo studio approfondito ebbe

modo di comprendere che la povertà non era affatto dovuta all'ignoranza o alla pigrizia delle persone, bensì

al carente sostegno da parte delle strutture finanziarie del suo Paese. L'economista sarà a Milano dal primo

luglio, in occasione del Forum Mondiale delle Imprese sociali.

Professor Yunus, lei è per tutti «il banchiere dei poveri». Dopo decenni di attività è tempo di bilanci.

«Il microcredito ha percorso una lunga strada. Si è dimostrato che i servizi finanziari possono essere forniti ai

più poveri in modo efficiente e sostenibile, senza garanzia. Funziona in tutte le situazioni economiche,

geografiche e politiche. E si è visto come i poveri possono possedere una loro banca con successo».

Quale è il volume oggi del microcredito?

«Già più di 170 milioni di donne hanno ricevuto un prestito. L'anno scorso la banca ha dato 1,5 miliardi di

dollari sotto forma di prestiti e le persone povere hanno accumulato 1,5 miliardi sui propri conti risparmio. Il

Bangladesh ha raggiunto l'obiettivo del Millennio di ridurre la povertà della metà entro il 2013, molto prima del

termine, il dicembre 2015».

Iniziativa tutta privata o anche frutto di una sinergia con il pubblico?

«Se vengono prese iniziative giuridiche adeguate per consentire la creazione di banche dei poveri lo

svantaggio economico può essere azzerato».

Ora però la sua Grameen Bank è passata in gestione allo Stato del Bangladesh.

«La Grameen Bank è di proprietà prevalente (75%) delle persone che prendono i prestiti. La sua struttura di

gestione non consente al governo di controllare la banca. È un peccato che la politica abbia sostenuto che

dovesse diventare una banca del governo, imponendo la propria volontà. Questa decisione minaccia il futuro

della Grameen».

Un'idea di banca ripresa in tutto il mondo non esente da critiche, su tutte l'aggressività nel creare mercato a

scapito di chi sottoscrive prestiti.

«È un terribile allontanamento dalla visione originale del microcredito. L'ho creato per fare banca sociale in

modo sostenibile, all'opposto di una banca commerciale che fa guadagnare denaro ai benestanti».

Siamo prossimi alla scadenza degli obiettivi del Millennio, e le disuguaglianze tra ricchi e poveri crescono.

«La struttura capitalistica dell'economia è progettata per continuare ad allargare la forbice. É necessario

allontanarsi da un'idea di impresa convenzionale che mira al solo profitto personale; bisogna dare il via a un

business sociale che non preveda dividendi per risolvere i problemi umanitari, preparare i giovani a divenire

buoni imprenditori e avviare un processo di cambiamento che porti il sistema finanziario al servizio di tutti».

Milano è l'occasione per un cambiamento reale?

«Con gli organizzatori stiamo lavorando insieme per un "mondo a tre zeri": zero povertà, zero disoccupazione

e zero emissioni di carbonio. Si può fare se ci muoviamo fuori dell'attuale pensiero economico».

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 31

lucamattiucci

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Il forumA Milano

Il Social Enterprise World Forum (sewf2015.org) lanciato nel 2008 a Edinburgo torna in Europa (1-3 luglio),

mentre in Senato si discute la riforma del Terzo Settore centrata sull'impresa sociale. Oltre a Yunus, ci

saranno Michael Green e Harish Hande L'impegno

«Si parlerà di impact investing - dice il presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti - L'evento è tra

quelli che Milano ospita per Expo, facendo della città la capitale del Terzo Settore»

Foto: Orizzonte femminile Un gruppo di studentesse alla Effat University, in Arabia Saudita. La Cisco

Academy, progetto della Cisco Systems, si propone di formare giovani donne per ruoli di leadership e

responsabilità nel Paese

Foto: Alleanza L'economista e banchiere Muhammad Yunus insieme

ad alcune aderenti alla sua rete di microcredito per imprenditori poveri

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 32

AGNESE RENZI ALLO STAND EXPO DIFENDE IL MARCHIO ITALIANO «Mille scuse», così Ségolène si pente sulla Nutella Marco Moussanet «Mille scuse per la polemica sulla Nutella. D'accordo per valorizzare i progressi che sono stati fatti». Il

ministro francese dell'Ambiente e dell'energia Ségolène Royal, peso massimo del Governo ed ex moglie del

presidente François Hollande, ha cercato di chiudere così, con un messaggio sul suo ac­ count Twitter, il

putiferio nato dalle sue dichiarazioni di lunedì sera. Quando, durante una seguitissima trasmissione televisiva

su Canal+, aveva accusato il gruppo Ferrero di essere corresponsabile del processo di deforestazione,

soprattutto nel Sudest asiatico,a causa dell'utilizzo dell'olio di palma nella fabbricazione della Nutella.E aveva

invitatoa non mangiarla più. Continua pagina 12 Continua da pagina 1 PARIGI. Dal nostro corrispondente pIl

colosso italiano aveva immediatamente replicato spiegando come da ormai alcuni anni sia impegnato proprio

nel favorire un processo produttivo che limiti,e in prospettiva eviti, la deforestazione. Lo stesso ha fatto

l'associazione che raggruppa i grandi utilizzatori di olio di palma. Spiegando che certo si possono e si devono

fare altri passi avanti (visto che attualmente solo il 20% della produzione mondiale di olio di palma, cioè circa

12,5 milioni sui 57 complessivi, rispetta i criteri di certificazione previsti dalla Roundtable on sustainable palm

oil di cui fa ovviamente parte Ferrero), ma che sostituire l'olio di palma con i prodotti di altre oleaginose dal

rendimento inferiore sarebbe devastante dal punto di vista ambientale. Il ministro italiano dell'Ambiente, Gian

Luca Galetti, ha detto di essere «sconcertato» per le parole della collega francese: «Che Ségolène Royal

lasci in pacei prodotti italiani.E questa sera pane e Nutella!». La moglie del premier Matteo Renzi, Agnese,

non ha neppure aspettato la sera. A Milano con il marito, che ha incontrato il premier inglese David Cameron

e lo ha accompagnato in una visita dell'Expo, si è seduta insieme alla figlia Ester al concept store della

Nutella (all'interno dello spazio Eataly del sito espositivo)e ha ordinato crepes con Nutella e crema chantilly.

Mentre la figlia ha alzato una maxi­confezione da 5 chili della crema alla nocciola come se fosse una coppa.

Un modo simpatico, e di grande impatto mediatico, per rispondere indirettamente alla Royal. La quale nonè

peraltro nuovaa uscite da «dilettanti allo sbaraglio», mettendoci anche un po' di supponenza tutta francese, in

particolare quando si tratta dell'Italia. L'anno scorso, fresca di nomina, aveva guidato la protesta dei

manifestanti corsi contro il passaggio al largo delle coste dell'isola della Costa Concordia, trainata dal Giglio

verso il porto di Genova, sostenendo che vi fossero enormi rischi di inquinamento per le preziose acque

francesi. Nonostante avesse appena incontrato Galetti che l'aveva rassicurata al riguardo. E sempre l'anno

scorso era partita lancia in resta in una crociata contro la società Ecomouv', detenuta dall'italiana Autostrade,

per supposte irregolarità nell'esecuzione del contratto per la messa in opera dell'ecotassa sui camion. La

Royal aveva moltiplicato accuse strampalate e dichiarazioni imprecise, quando non palesemente false, con

l'evidente obiettivo di evitare il pagamento delle penalità dovute dal Governo francese a fronte del mancato

rispetto del contratto. Il risultato è che nel silenzio totale, quasi di nascosto, il Governo ha puntualmente

pagato. Chissà che il caso Nutella non l'aiuti d'ora in poia riflettere,e informarsi, prima di parlare.

Eataly. Agnese Renzi con la figlia Ester visita il Padiglione Nutella e (sotto) il tweet con cui la Royal si scusa

OLIO DI PALMA Boom dei consumi L'olio di palmaè un olio vegetale estratto dai frutti della palma da olio,

che cresce nelle zone equatoriali.I principali produttori (con l'85% della produzione mondiale) sono

Indonesiae Malesia. La sua efficacia nell'utilizzo da parte dell'industria alimentare siè tradotta in un boom dei

consumi: dai 15 milioni di tonnellate del 1995 agli attuali 57 milioni (pari al 40% della produzione mondiale di

oli vegetali). Dodici milioni di ettari sono coltivatia palma da olio; il 20% della produzione complessiva rispetta

i criteri di certificazione ambientalie sociali fissati dalla Rspo (l'associazione che riunisce i grandi produttori,

trasformatori e utilizzatori), finalizzati anchea limitare la deforestazione. Da quest'anno Ferrero utilizza

esclusivamente olio di palma certificato come sostenibile

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 33

OGGI LA VISITA ALL'EXPO Michelle Obama al Cenacolo a Milano Paolo Bricco pagina 13 Michelle Obama al Cenacolo a Milano Una botta di adrenalina. Una specie di supercucchiaio di

Nutella sparato dritto nelle vene dell'autostima italiana, alla faccia di Ségolène Royale che lunedì ha attaccato

la crema di Alba e l'olio di palma in essa contenuto, per poi scusarsi. La visita di Michelle Obama, con le sue

campagne sulla salubrità degli alimenti mediterraneie il suo stupore di fronte alla summa dell'Umanesimo e

del Rinascimento impersonata da Leonardo da Vinci e dal Cenacolo, ha avuto un effetto rinfrancante - se non

eccitante - sull'esangue (e contraddittorio) umore italico, sempre sospeso fra autoreferenzialità soddisfattae

umor cinico. L'Expo che non aveva un vero pensiero, ma che accoglieva tutti - dalle multinazionali del food

and beverage ai teorici del chilometro zero ­ con un ecumenismo giudicato dai benpensanti peloso e inutile.

L'Expo sentina di tutti i corrotti, ennesima occasione per ruberie in grande stile, in fondo l'unica cosa che

sappiamo fare bene. L'Expo che, comunque sia, sarà un insuccesso. E, invece, all'improvviso il meccanismo

dello show business - fra politica ed economia, "House of Cards" e quella cosa per noi normale e per gli altri

pazzesca che è la storia e la civiltà italiana - si mette il moto. E fa bum. Michelle Obama con Renzi. Le figlie

del Presidente degli Stati Uniti e la famiglia del Premier. Il vestito di un noto stilista indossato dalla moglie del

nostro presidente del Consiglio. Nessuna retorica o nessun provincialismo per le colonne delle auto

presidenziali per Milano. Che resta una città molto più simile di quanto non si pensi alla Roma che accoglie il

marziano nel racconto di Ennio Flaiano. Solo una puntina più sovraeccitata. Ma l'impatto reputazionale e

identitario della visita di Michelle è profondo. Salubrità del corpo, cultura del cibo, arte. Più soft economy di

così. Quella soft economy che, al punto di inter­ sezione fra trasformazione industriale dei prodotti della terra,

cura di sé e trasformazione della cultura storica in un progetto di business morbido e esistenzialistae non

ossessivamente grevee soltanto money­oriented, rappresenta una delle tracce su cui l'economia - e la

società, nell'indistinguibilità tutta italiana delle due componenti - prova ad esercitarsi. Nonostante la

corruzione. Nonostante la pubblica amministrazione. Nonostante il debito pubblico. Nonostante la

gerontocrazia. Nonostante la cleptocrazia. Nonostante la ripresa che non è sistemica. Nonostante tutto. Oggi

si replica all'Expo. Sono soltanto due giorni? Sì, ma sono bastatia Michelle LaVaughn Robinson Obama,

avvocato di Chicago e moglie del Presidente, per ricordarci che, in fondo, come diceva un italiano veramente

italiano come Ennio Flaiano, «la felicità è desiderare esattamente ciò che si ha». E, nel nostro Paese, non

abbiamo poco.

Foto: Protagonista. La first lady americana al James Beard American Restaurant (a sinistra) e a Santa Maria

delle Grazie per visitare il Cenacolo. Ad accoglierla il premier Matteo Renzi insieme alla moglie Agnese.

Michelle Obama è accompagnata dalle figlie, Sasha e Malia

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 34

JOBS ACT Sui controlli a distanza scontro governo-sindacati Giorgio Pogliotti pagina 43 Sui controlli a distanza scontro governo-sindacati ROMA All'indomani della trasmissione dell'ultimo

pacchetto di quattro Dlgs attuativi del Jobs act alle Camere peri pareri,i sindacati scendono sul piede di

guerra sulle novità introdotte alla disciplina sui controlli a distanza. Cgil, Cisl e Uil annunciano che «daranno

battaglia in Parlamento», contro la norma contenuta nel Dlgs sulle semplificazioni che modifica l'articolo 4

dello Statuto dei lavoratori, la legge 300 del 1970 (peri contenuti si veda l'articolo di sopra). «Siamo al colpo

di mano», sostiene Serena Sorrentino (Cgil) che parla di «arretramento pesante», poiché «non occor­ rerà più

l'autorizzazione sindacaleo delle direzioni territoriali del ministero per l'assegnazione ai lavoratori degli

strumenti utilizzati dallo stesso lavoratore per la prestazione lavorativa, pur se da questi derivi la possibilità di

controllarlo, dal telefono la tablet al pc al gps a qualsiasi strumento che abbia un microchip». Sorrentino

spiega che si verificherà con il garante della privacy se «ciòè consentibile anche alla luce della

Raccomandazione del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, che mira a proteggere la privacy dei

lavoratori di fronte ai progressi tecnologici che permettono ai datori di lavoro di raccogliere e conservare ogni

tipo di informazione», convinta che possa dar luo­ go al contenzioso «in un qualsiasi tribunale italiano si potrà

invocare la Raccomandazione». In vista delle audizioni parlamentari, critiche arrivano anche dalla leader

della Cisl, Annamaria Furlan: «Ci faremo ascoltare anche nelle Commissioni parlamentari ­ afferma ­. Questa

norma deve essere cambiata edè attraverso la contrattazione sui luoghi di lavoro, la contrattazione di

prossimità che si devono gestire questi aspetti così delicati per la vita di un lavoratoree anche per l'azienda».

Anche la Uil, per voce di Guglielmo Loy, chiede di «cambiare» la norma, sottolineando che «la fattispecie del

controllo a distanza dei lavoratori, derivante dall'uso che essi fanno dei nuo­ vi strumenti tecnologici, è oggi

efficacemente regolamentata dalla contrattazione aziendale o di settore». Il tema sarà in agenda a partire da

giovedì della prossima settimana, quando le commissioni lavoro di Camerae Senato inizieranno ad

esaminare i 4 schemi di decreti legislativi che l'11 giugno hanno avuto il prima via libera del consiglio dei

ministri, in vista della scadenza del 16 luglio per i pareri. Difende le modifiche sui controllia distanza il

presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap), che invitaa farei conti con la quarta

rivoluzione industriale che è in corso: «A distanza di 40 anni il governo ha finalmente modificato l'articolo 4

dello Statuto definito in un'epoca dalle tecnologie straordinariamente inferiori afferma­. Occorre una norma

semplice e certa che consenta ad ogni impresa di digitalizzarsie proteggersi ricordando, peraltro, che il lavoro

sta diventando 4.0 in termini geometricamente crescenti con una certa indifferenza per il luogo e per il tempo

delle prestazioni, men­ tre vi è ancora chi si preoccupa degli impianti di video sorveglianza del 1970. Ogni

resistenza al cambiamento è solo espressione di antiquariato». Mai sindacati una sponda politica sembrano

averla trovata alla Camera; il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano (Pd) sostiene che «sui

controlli a distanza previsti dal Jobs act non bisogna far rientrare dalla finestra quello cheè uscito dalla porta».

Per Damiano «la delega prevede un controllo sugli impiantie non sulle persone. L'uso dei nuovi strumenti

tecnologici, come telefoninie tablet, non può contemporaneamente essere strumento di controllo sull'attività

dei lavoratori. Buon senso vorrebbe che il governo, com'è avvenuto nel passato, affidasse questa regolazione

alla contrattazione delle parti sociali. Solo nel caso di non raggiungimento di un'intesa può intervenire la

legge». La parola finale, comunque, spetterà al governo, visto che i pareri delle due commissioni non sono

considerati vincolanti. 4 L'ARTICOLO DELLO STATUTO DEI LAVORATORI CAMBIATO

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 35

L'ANNUNCIO DELLA YELLEN SUI TASSI La Fed prende tempo: sale Wall Street, corre l'euro I tempi dell'aumento dei tassi Usa saranno più lenti delle attese ed entro quest'anno ci sarà forse un solo

rialzo. Lo ha fatto capire ieri sera Janet Yellen, presidente della Fed, dichiarando che le condizioni per una

stretta «non si sono ancora realizzate», sia per l'incertezza sulla velocità della crescita americana sia per i

contraccolpi globali di un eventuale default della Grecia. Wall Street ha chiuso in rialzo dopo le parole della

Yellen, e il dollaro ha perso quota sull'euro. Marco Valsania pagina 2 NEW YORK La Federal Reserve si

muove verso un rialzo quest'anno dei tassi d'interesse, ma il cammino di una stretta sarà molto prudente in

omaggio alle tensioni sull'economia americana e globale. Al termine di un vertice di due giorni, la Banca

centrale americana ha lasciato invariato il costo del denaro, segnalando che la strategia ultra­accomodante

dei tassi a zero oggi «rimane appropriata». La forza che l'economia sembra però aver riguadagnato dopo la

contrazione invernale ha spinto il presidente della Fed e la gran maggioranza dei suoi colleghi del Federal

Open market Committee a mettere in pista l'avvio di una normalizzazione delle politica monetaria, con uno ­ o

forse due ­ aumenti di un quarto di punto dei tassi interbancari entro dicembre. L'insistenza sulla gradualità

dell'approccio ai tassi, tenuto conto delle continue fragilità della crescita statunitense e globale alle prese con

la crisi greca,è però diventata semmai più esplicita. Se 15 dei 17 esponenti Fed danno credito a una

mini­stretta nel 2015, solo cinque chiedono rialzi di mezzo punto percentuale, due in meno dei sette che lo

auspicavano alle precedente riunione di marzo. Yellen, nella conferenza stampa seguita al vertice, ha

rincarato che «un primo aumento dei tassi non deve essere sopravvalutato», perché la politica mo­ netaria

rimarrà comunque procrescita. E che dentro la stessa Fed esiste «un ventaglio di opinioni» sui tempi di una

stretta. «Nessuna decisione è stata presa su quando alzeremo i tassi ­ ha detto ­ dipenderà dall'evoluzione dei

dati. Un aumento quest'anno è certamente possibille, potremmo ricevere informazioni che lo giustificano».

Anche per i prossimi due anni le attese mediane sul rialzo dei tassi sono state ridimensionate: nel 2016

all'1,625% dall'1,875% precedente e nel 2017 al 2,875% dal 3,125 per cento. Segno delle preoccupazioni:

l'espansione statunitense, nell'aggiornamento dei pronostici economici della stessa Fed, è stata rivista al

ribasso per l'anno in corso, all'1,8%­2% dal 2,3%­2,7 per cento. L'attività economica, stando alla Banca

centrale, sta conoscendo una «moderata espansione» e il mercato del lavoro «si sta rafforzando», con

segnali incoraggianti in arrivo dai consumi come dal settore immobiliare. La Fed ha tuttavia notato l'impatto

negativo sulla crescita del rafforzamento del dollaro, citando «esportazioni deboli». E Yellen ha ricordato che

la crisi finanziaria del 2008 ha lasciato «effetti residui nel creditoe nella spesa». I mercati, altrettanto nervosi

per i destini dell'economia, hanno tirato un sospiro di sollievo davanti alla cautela della Fed: gli indici di Borsa

hanno guadagnato circa mezzo punti percentuale dopo la decisione. Ma la sfida per la Yellen di gestire quella

che resta l'economia di riferimento per la ripresa mondiale, secondo numerosi operatori, continuerà a tenere

sul chi vive i mercati, accanto alla saga della crisi greca. «I movimenti sui mercati sono diventati più volatili,

dolorosamente volatili», dice Mark Grant di Southwest Se­ curities. Yellen stessa ieri ha ammesso che «è

difficile sapere quale sarà la reazione dei mercati alle decisioni della Fed, ci sono state sorprese in passato».

Con una soluzione sul dramma di Atene oggi incerta, tanto che gli hedge fund tagliano ormai le scommesse

positive sulle borse europee, aumentano anche le incognite sulle ripercussioni globali di una prima stretta

della Fed dal 2006 per quanto graduale. Le strategie ultra­accomodanti capitanate dalla banca centrale

statunitense sono state il grande carburante dei mercati negli ultimi anni: da fine 2008 l'indice S&P 500 ha

guadagnato ormai il 140 per cento. L'allarme affiora però dagli ultimi dati sui flussi di investimenti: in maggio

dai fondi azionari statunitensi sono fuoriusciti 18 miliardi. E un sondaggio di Bank of America ha trovato che

gli investitori globali si sono spostati sempre più verso il "cash", con gli asset liquidi saliti in media al 4,9%, ai

massimi da sei mesi a livello globale.

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 36

Foto: AP Fed. Janet Yellen

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 37

INCHIESTA A ROMA Tangenti per appalti tv, 44 indagati I.Cim. Quarantaquattro tra funzionari e dirigenti di Rai, società del gruppo Mediaset, La7 e Infront sono indagati a

Roma nell'ambito di un'inchiesta sull'affidamento di lavori e servizi in cambio di soldi, viaggi e assunzioni di

parenti e amici. La Guardia di Finanza ha eseguito ieri 60 perquisizioni. L'operazione coordinata dalla

Procura di Roma fa luce sugli appalti ottenuti dal gruppo Biancifiori, tra i quali quello relativo alla produzione

video del semestre della presidenza italiana del Consiglio della Ue e uno legato a Sanremo 2013. L'inchiesta

chiama inoltre in causa, per l'ipotesi di corruzione, anche due ex dirigenti della presidenza del Consiglio dei

ministri quando era premier Silvio Berlusconi: nel mirino dei magistrati una commessa da 8 milioni di euro.

pagina 8 ROMA Nel mirino c'è l'affidamento di appalti della Presidenza del Consiglio dei ministri ai tempi del

governo Berlusconi per un valore di otto milioni. Gare che, attraverso pubblici ufficiali compiacenti, sarebbero

state ottenute dal gruppo imprenditoriale Biancifiori attraverso il pagamento di tangenti. Il filone investigativo è

tra i più delicati, in quanto mira a presunte commesse manipolatea vantaggio degli imprenditori David e

Danilo Biancifori. In questo troncone della maxi­inchiesta ­ della Procura della Repubblica di Roma e del

Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, al comando del colonnello Cosimo Di Gesù ­ i fari si sono

posati su Giovanni Mastropietro e Roberto Gasparotti, funzionari di palazzo Chigi, il primo dirigente della

Presidenza del Consiglio, il secondo «direttore della fotografia del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi».

Poi ci sono Massimo Schettini, responsabile unico del procedimento per un appalto, Antonio Ragusa, capo

dipartimento per le risorse strumentali della Presidenza del Consiglio, Maurizio Tambone, funzionario

amministrativo, e Maurizio Papitto, responsabile dei servizi informatici di palazzo Chigi. Nei loro confronti

sono ipotizzati,a vario titolo,i reati di corruzione e turbativa d'asta. Stando al capo d'imputazionei Biancifiori

avrebbero indotto i pubblici ufficiali a turbare «la gara del Dipartimento per le risorse strumentali della

Presidenza del Consiglio» relativa alla «fornitura di un servizio di assistenza e manutenzione hardware e di

personale specializzato per il buon funzionamento delle tecnologie audiovideo della Presidenza e per

l'allestimento e l'organizzazio­ ne tecnica di eventi connessi all'attività istituzionale del presidente del Consiglio

dei ministri» con stipula del contratto il 14 aprile 2009. In particolare,è scritto nel capo d'imputazione, «la

suddetta gara veniva totalmente pilotata, essendo invitate alla gara solo le società indicate da David

Biancifiori, con l'accordo e l'avallo da parte di Ragusa, Mastropietro e Gasparotti». Gli investiga­ tori avrebbero

accertato che «Papitto si recava presso la società del Biancifiori per preparare unitamente alla dipendente

Lucia Mariotti il capitolato che meglio potesse favorire nella gara» l'azienda del gruppo imprenditoriale. Tutto

questo avrebbe avuto una contropartita. Mastropietro avrebbe ottenuto «l'assunzione presso società del

gruppo Biancifiori dei nipoti Matteo, Alessandra e Daniele Rossi, del fratello Marco Mastropietro, della figlia

Aurora Mastropietro - nel 2014- nonché del nipote Alfredo Sallusti». Gasparotti, invece, «la consegna di un

container e di un ciclomotore per la figlia». Entrambi, invece, avrebbero avuto denaro derivante dalla

sovrafatturazione sull'appalto pubblico. A Schettini, responsabile unico del procedimento per la gara

d'appalto, sarebbero state date «somme di denaro ed altre utilità, quali la consegna presso la sua abitazione

di un pianoforte del valore di 6mila euro, la consegna di buoni carburante, un tablete telefoni cellulari, nonché

il rifacimento a spese di Biancifiori (tramite una delle sue società) dell'impianto elettrico dell'abitazione». A

Ragusa, capo Dipartimento risorse strumentali della Presidenza del Consiglio, sarebbero state date somme

attraverso il «sistema» della sovrafatturazione e altre utilità. Tra queste risultano esserci «biglietti aerei e

vacanze presso resort di lusso». Tambone e Papitto, infine, sarebbero stati destinatari di importanti

remunerazioni in denaro. Negli atti è annotato che ottenevano soldi affinché autorizzassero «il regolare

pagamento delle fatture gonfiate negli importi o addirittura facenti riferimentoa servizi mai espletati».

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 38

Europa e mercati Il documento della banca centrale ellenica «Le conseguenze sarebbero molto dolorose eporterebbero anche a un'uscita dall'Ue» Oggi l'Eurogruppo dell'ultima occasione Vigilia tesa tra le parti, ilpremier greco pronto a dire «un grande no» ai creditori IL NEGOZIATO CON LA GRECIA «Catastrofica un'uscita dall'euro» Monito della Banca nazionale greca a Tsipras - La Bce aumenta la liquidità alle banche LA LINEA ROSSA DIATENE Il governo greco non vuole tagliare ulteriormente le pensioni e tantomeno riformare in profondità ilmercato del lavoro Beda Romano BRUXELLES. Dal nostro corrispondente A poche ore da un incontro dei ministri delle Finanze europei che

rischia di essere inconcludente, e mentre la Grecia appare sempre più vicina al tracollo finanziario, la Banca

centrale greca ha preso posizione contro l'uscita del paese dalla zona euro, descrivendo vividamente le

conseguenze sociali ed economiche di questa eventualità. Sul fronte politico, sia Atene che Bruxelles si sono

espresse ieri con animosità, confermando le loro posizioni in un clima tra le parti ormai avvelenato. Dopo il

fallimento domenica del più recente round negoziale, la Grecia e i suoi creditori si guardano in cagnesco.

Neppure l'incontro di oggi dei ministri delle Finanze, fissato da tempo, dovrebbe sortire risultati. Un alto

funzionario europeo ha spiegato ieri quia Bruxelles che la discussione sul dossier greco sarà «piuttosto

breve». I creditori hanno fatto le loro proposte per sbloccare nuovi aiuti alla Grecia; spetta ad Atene

avvicinare le sue posizioni, mentre mancano 14 giorni alla fine dell'attuale memorandum. Il fallimento della

Grecia e la sua uscita dalla zona euro sono scenari a cui ormai Germania, Olanda, Portogallo dicono di

prepararsi. Ieri la Banca centrale greca ha avvertito che la mancanza di un accordo con i creditori

comporterebbe «conseguenze dolorose». Lo sconquasso debitorio si trasformerebbe, secondo l'istituto

monetario, in «una crisi incontrollabile», con «grandi rischi» per il settore bancario e la stabilità finanzia­ ria,

finoa provocare una crisi del cambio e una «impennata dell'inflazione». I ministri delle Finanze ascolteranno

oggi in Lussemburgo il resoconto delle tre istituzioni creditizie chiamate a negoziare nuovi aiuti alla Grecia

(oltre alla Commissione, anche il Fondo monetario internazionale e la Banca centrale europea). L'idea di un

vertice europeo a livello di capi di stato e di governo non sembra probabile, per ora. Si preferirebbe che la

soluzione alla crisi greca venga trovata dai ministri. «La palla è nel campo dei greci. Noi siamo a

disposizione», ha detto il funzionario europeo. Da Atene, il linguaggio del premier Alexis Tsipras è stato quasi

minaccioso. Alla luce di una soluzione sostenibile, «il governo greco recentemente eletto dal popolo farà i

sacrifici necessari», ha detto il primo ministro. In assenza di una soluzione sostenibile, «assumeremo la

responsabilità di dichiarare il grande No alla continuazione di politiche catastrofiche». Tsipras ha confermato

che il suo governo non vuole accettare nuovi impegni sul fronte pensionistico e del diritto del lavoro. Da più

parti, esponenti comunitari hanno respinto le accuse greche che le ultime proposte dei creditori, rifiutate dai

greci, siano assurde o insignificanti. Il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis ha spiegato:

«La Grecia deve comunicare ciò che vuole. Non solo ciò che non vuole». L'ex premier lettone ha detto chei

creditori sono venuti incontro ad Atene su vari fronti, in particolare riducendo gli obiettivi di bilancio. Il clima di

sospetto reciproco avvelena i rapporti e aumenta le chance di incidenti. «Non vi sarà accordo se la Grecia

non modifica le sue posizione significativamente», ha avvertito dal canto suo il ministro degli Esteri tedesco

FrankWalter Steinmeier. Da una intesa dipendono 7,2 miliardi di euro di nuovi aiuti da sbloccare entro la fine

del mese. La Grecia, in gravissima crisi di liquidità, deve rimborsare in giugno 1,6 miliardi di euro al Fondo

monetario internazionale. Ieri il capo negoziatore greco Euclide Tsakalotos ha detto che il suo paese non ha i

soldi per pagare. Lo stesso accordo, semmai si riuscisse a raggiungere, richiederà tempi tecnici lunghi per

l'esborso di nuovi aiuti. Come spiegano alcuni diplomatici, l'intesa va redatta, tradotta, e presentata ai paesi

creditori, alcuni dei quali devono ricevere poi il benestare parlamentare. Intanto, in un clima teso e incerto, la

Banca centrale europea ha deciso ieri di consentire all'istituto monetario greco di aumentare ulteriormente i

prestiti di emergenza al settore creditizio nel paese mediterraneo, da 83 a 84,1 miliardi di euro.

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 39

Banche greche sotto stress 0 132 148 200 150 50 100 Marzo Apr ile* (*) Stime 138,6 140,4 160,3 164,3

Famiglie Imprese Febbraio Dicembre Gennaio 2015 Novembre 2014 In miliardi di euro LA FUGA DAI

DEPOSITI UN DEFLUSSO CONTINUO Depositi di pr ivati e aziende presso le banche greche. In miliardi di

euro '05 '06 '07 '07 '08 '09 '10 '11 '12 '13 '14 Fonte: Banca centrale greca e Moody's; Oxford

Economics/Haver Analytics

Foto: Incontro ad Atene. Il premier greco Alexis Tsipras con il cancelliere austriaco Werner Faymann

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 40

Europa e mercati Titoli di Stato I rendimenti del BTp a 10 anni sono risaliti di 119 punti in 3 mesi, ai livelli dinovembre Listini azionari Da gennaio il bilancio delle Borse europee è positivo nonostante la correzione inatto TENSIONE TRA ATENE E I CREDITORI Borse, la crisi greca costa 600 miliardi Dai massimi dell'anno Piazza Affari ha bruciato 43 miliardi e Francoforte 203 DUE SETTIMANE DIPASSIONE Entro fine mese Atene dovrà raggiungere un accordo con i creditori internazionali se vuoleevitare il default e/o l'uscita dall'euro Vito Lops Per inquadrare la crisi greca un'immagine di un film in cui due macchine viaggiano l'una contro l'altraa tutta

velocità può aiutarea rendere l'idea. In un'auto ci sono il premier greco Tsipras e il ministro delle Finanze

Varoufakis. Nell'altra c'è il "gruppo di Bruxelles" (Ue, Bce, Fmi), fino a poco tempo fa chiamato Troika.

Mancano pochi metri all'impatto micidiale (se entro fine mese non raggiungono un accordo per un nuovo

prestito Atene rischia il default e/o l'uscita dall'euro e i creditori perdono parecchi soldi). La domanda che gli

investitori si pongono è: alla fine una delle due macchine cambierà direzione (cederà qualcosa nelle

trattative) per evitare lo scontro finale? Al momento entrambe le auto viaggianoa tutta, continuando a

sostenere le proprie ideologie. Nel frattempo sui mercati finanziari vengono bruciati miliardi. Dai massimi

dell'anno (raggiunti grazie alla spinta iniziale del quantitative easing della Bce annunciato a fine gennaio e

partito operativamente il 9 marzo) le Borse dei 19 Paesi che compongono l'Eurozona hanno bruciato 600

miliardi. La correzione più ampia riguarda il listino di Francoforte (­11,2%, ovvero 203 miliardi). Anche Piazza

Affari, dai massimi del 15 aprile, è stata colpita dalle vendite, accusando un calo di periodo del 7%,

corrispondente a 43 miliardi. Pesante anche il ­8% della Borsa francese, l'equivalente di 151 miliardi di

capitalizzazione andati in fumo. Secondo molti esperti la fase di turbolenzaè destinataa proseguire fino a che

non verrà trovato un accordo strutturale per riportare un po' di pace tra Atene (che non vuole più austerità)ei

creditori internazionali (che rivogliono i denari prestati ma fanno comunque fatica a riconoscere di aver

assunto un rischio elevato elargendo prestiti alla Grecia quando il saldo delle partite correnti era ancora più

pesante del ­4% consentito dalle regole sugli squilibri macroeconomici europei). Oggi potrebbero arrivare

novità dall'Eurogruppo ma in molti ipotizzano che il duello a tutta velocità possa protrarsi almeno fino al

Consiglio europeo del 24­25 giugno. Dopodiché difficile sapere come andrà senza un accordo: anche perché

Atene entro fine mese dovrà versare 1,6 miliardi al Fondo monetario internazionale a cui si aggiungono

rimborsi in scadenza per oltre 3 miliardi a luglio al­ l'Unione europea. Nel mezzo di tutto ciò, le vendite stanno

colpendo anchei titoli di Stato.I tassi dei BTpa 10 anni sono risaliti al 2,32% (119 punti base in più rispetto ai

minimi toccati l'11 marzo, e si tenga conto in proiezione per le prossime aste che per ogni punto percentuale

in aggiunta il Tesoro spende su base annua 10 miliardi in più per sostenere il debito) e sono tornati sugli

stessi livelli dello scorso novembre, quando del "Qe" c'erano solo velati rumors. Stesso destino per il

rendimento del decennale tedesco che dal minimo storico del 20 aprile (0,04%) è violentemente risalito allo

0,8% (con punte fino all'1%a inizio giugno) riaccomodandosi sui livelli dell'ultimo autunno. I tassi dei Bonos

sono risaliti al 2,34% (pagando quindi un rischio più alto rispetto all'Italia), tornando indietro nel tempoa

settembre. Mentre le Borse conservano da inizio anno un margine positivo (nonostante la correzione in corso

Milano da gennaio è salita del 17,% Parigi del 12%, Francoforte dell'11% e Madrid del 5%) fatta eccezione

per Atene (­45%)i titoli di Stato, i primi destinatari della manovra di quantitative easing, hanno invece

polverizzato il margine iniziale offerto dall'impegno di acquisti mensili della Bce attraverso la manovra di "Qe".

Va detto, però, che la responsabilità di questo nuovo trend non è solo legata alla "tragedia greca" in atto.

Molto dipende anche dall'aumento delle stime di inflazione nell'Eurozona per il 2015 e il 2016 annunciate da

Mario Draghi il 3 giugno scorso. I rendimenti nominali dei titoli di Stato si stanno così adeguando alle nuove

prospettive inflazionistiche, riflesse anche nell'andamento dell'indice 5y5y sull'inflazione attesa nell'Eurozona

che dai minimi a 1,5% del 29 gennaio (data in cui non a caso è stato annunciato il "Qe") sta lentamente

risalendo verso l'obiettivo del 2% (ieri è stato fissato all'1,74%). Questo parametro svela che il "Qe" sta

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 41

funzionando. Anzi, resta da chiedersi a questo punto su quali livelli sarebberoi tassi dei bond della periferia

dell'Eurozona se la Bce non avesse varato la manovra espansiva. Probabilmente sarebbero molto più alti

perché, anziché andare ad aggiornare le stime crescenti di inflazione, sarebbero cresciuti, e molto di più, per

effetto dell'altra componente che ne determina il rendimento complessivo: quella del rischio Paese, che

sarebbe, per Italia, Spagna e compagnia bella decisamente più alto se non ci fosse alle spalle una banca

centrale forte, in grado di tenere a bada gli speculatori. Sempre prontia puntare un gettone sull'effetto

contagio che avrebbe un eventuale (e comunque poco probabile) "Grexit".

L'andamento dei mercati IERI Italia Spagna Irlanda Francia 3,21% 1,74% 1,23% Spagna 2,34% 2,32%

0,80% 1,13% 1,13% 1,36% 0,56% 0,35% 0,04% Portogallo 14/11/2014 16/09/2014 14/11/2014 05/11/2014

30/10/2014 19/11/2014 Germania -8,33% 16/03/15 15/04/15 16/04/15 20/04/15 11/03/2015 11/03/2015 -

11,92% Portogallo Data del minimo Irlanda Italia -2,64% -7,06% LA CAPITALIZZAZIONE I RENDIMENTI

DECENNALI (e ultima data in cui il rendimento era sullo stesso livello) Francia Germania -8,01% -11,29%

Var iazioni dai massimi dell'anno (toccati tra marzo e apr ile)

Foto: .@vitolops

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 42

Nel mirino Rai, Mediaset, La 7 e Infront* Ivan Cimmarusti Servizio pagina 8 Nel mirino Rai, Mediaset, La 7 e Infront ROMA Dalla Raia Mediaset, finoa La7e Infront: il

gruppo imprenditoriale Biancifiori era riuscito ad accaparrarsi importanti lavori attraverso la presunta

corruzione di funzionari pubblici nella televisione di Statoe la ripartizione di utili con i dipendenti delle emittenti

private, derivanti dalle sovrafatturazioni in danno delle società stesse. Questo c'è dietro la vasta operazione

investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, il cui obiettivoè di smantellare ipotizzate

operazioni illecite che avrebbero consentito al gruppo imprenditoriale, a cui vertici ci sonoi fratelli Davide

Danilo Biancifiori, di ottenere commesse attraverso uno scambio, quasi sempre in denaro. Si tratta di una

nuova e ulteriore indagine, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dal sostituto Paolo Ielo,

che presto potrebbe riservare nuove sorprese. Perché nel mirino ci sarebbero diverse commesse soprattutto

con la Rai che, standoa ipotesi tutte da verificare, sarebbero state concesse attraverso la turbativa d'asta e la

corruzione. Ma andiamo per gradi. Nel registro delle notizie di reato risultano 44 persone, accusate,a vario

titolo, di corruzione, turbativa d'asta, falsa fatturazione e appropriazione indebita. Per quanto riguarda la

televisione di Stato,i fari investigativi si stanno concentrando su diversi appalti, trai quali quello relativo alla

produzione video del «semestre della presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea» e uno legato a

Sanremo 2013. Stando ai magistrati, i fratelli Biancifiori avrebbero indotto a turbare una gara, Maurizio

Ciarnò, vicedirettore dell'emittente con delega specifica alla produzione dei grandi eventie all'estero. Per fare

questo, avrebbero erogato al funzionario pubblico «somme di denaro in contanti, perché costui compisse atti

contrati ai doveri del suo ufficio». Inoltre, avrebbero corrotto anche altri dipendenti Rai: Ivan Pierri, «con

incarico della fotografia», avrebbe ottenuto «somme di denaro in contanti» e fatto «assumere, in qualità di

procuratrice, la moglie del medesimo, Maddalena Tucci, presso la Lobel Graphics srl, società riconducibile a

Biancifiori». Somme di denaro, inoltre, sarebbero state date anche ad altri due dirigenti, Montesie Savoretti.

Quest'ultimo, «production manager Rai per il semestre della Presidenza italiana del Consiglio dell'Unione

europea», avrebbe ottenuto anche l'assunzione dei figli Fabioe Manuela nelle società di Biancifiori. Mediaset,

La7 e Infront, invece, finiscono in un vero e proprio raggiro che sarebbe stato organizzato da Biancifiori

assieme ai vari dirigenti aziendali. La tecnica sarebbe stata sempre la stessa: le aziende affidavano lavori al

gruppo imprenditoriale, il quale emetteva fatture riportando importi molto più alti di quelli previsti dai contratti.

Così, avrebbero diviso il surplus coni vari dirigenti societari. In Mediaset, per esempio, David Biancifiori «in

concorso con i dipendenti» dell'azienda di Berlusconi: «Giovanni Mastropietro, Roberto Priora, Sabrina De

Capitani di Vicemercate, Giorgio Brambilla, Davide Fabris, Pietro Fibra, Andrea Fantauzzi, Franco Fratus e

Massimo Pascucci» si sarebbe «appropriatoa più riprese di ingenti risorse economiche appartenenti alle

società Reti televisive italiane spa, Videotimee Fascino produzione gestione teatro», ottenute «mediante la

sovra­ fatturazione da parte delle società del gruppo Biancifiori». Il denaro così accumulato, sarebbe stato

spartito con i dipendenti indagati. Anche a La7 stessa cosa: con i funzionari «del gruppo, Simone Madoni,

Sergio Pascarella, Roberto Innocenzi e Alberto Clavarino», Biancifiori si sarebbe appropriato «di ingenti

risorse economiche delle società La7 srl e Telecom Italia media spa, ottenute mediante la sovrafatturazione

da parte delle società del gruppo Biancifiori, le quali emettevano sistematicamente, nel corso dell'esecuzione

degli appalti ad esse affidati, fatture relative a servizie forniture mai prestatee comunque con importi superiori

a quelli dovuti, per poi spartire l'illecito surplus di guadagno coni citati dipendenti del gruppo La7». I

dipendenti di Infront iscritti nel registro degli indagati sono Claudio Cavallottie Sergio Colicchio. Un capitolo

rilevante dell'indagine, infine, riguarda «l'emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti». In

particolare,è l'ipotesi della Procura della repubblica, attraverso questo supposto «sistema» si sarebbero

create le provviste per il pagamento delle tangenti. La Rai «garantisce la massima collaborazione all'autorità

giudiziaria» e informa che «l'area interessata dalle indagini è stata peraltro oggetto di verifiche interne che

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 43

hanno comportato interventi organizzativi e disciplinari». Mediaset afferma che «nella sua qualità di parte lesa

ha assicurato agli inquirenti la propria collaborazione alle indagini.I dipendenti accusati di infedeltà sono stati

sospesi in attesa di ulteriori elementi». La7 «si riserva di costituirsi parte civile nell'eventuale processo penale

per chiedere il risarcimento di tutti i danni subiti». Infront assicura che «non verrà tollerata alcuna forma di

condotta di business non eticae verrà dato il viaa un'indagine interna per verificare le accuse».Dirigenticorrotti e contratti gonfiatiRAI

MEDIASET

LA 7

INFRONT IMAGOECONOMICA Biancifiori si sarebbe appropriato «di ingenti risorse economiche delle

società La7 srl e Telecom Italia media spa», ottenute con la sovrafatturazione nel corso dell'esecuzione di

appalti. In quyesto modo veniva accumulato denaro da spartire con i dipedenti finiti sotto indagine

Tra gli appalti finiti sotto la lente della magistratura quelli relativi alla produzione video del semestre della

presidenza italiana del Consiglio dell'U» e a Sanremo 2013. I fratelli Biancifiori avrebbero corrotto con denato

contante, Maurizio Ciarnò, vicedirettore con delega alla produzione dei grandi eventi Come La7 e Infront è

finita in un raggiro organizzato da Biancifiori con alcuni suoi dirigenti aziendali. Le aziende affidavano lavori al

gruppo imprenditoriale, il quale emetteva fatture riportando importi molto più alti di quelli previsti dai contratti.

Un modo per creare un surplus da spartire con i dirigenti Il sistema di sovrafatturazione creato da Biancifiori

sarebbe stato subito anche da Infront. I dipendenti della società iscritti nel registro degli indagati sono Claudio

Cavallotti e Sergio Colicchio. La società ha annunciato che «verrà dato il via a un'indagine interna per

verificare le accuse»

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 44

Vivendi pronta a entrare in Telecom col 15% * Antonella Olivieri Pagina 31 Vivendi pronta a entrare in Telecom col 15%

Tlc/1. La media company francese avrebbe già preparato con i derivati il raddoppio della quota Vivendi

pronta a salire al 15% di Telecom Italia ll cda presieduto da Bolloré in preallerta già nel week end di Antonella

Olivieri pTelecom Italia avrà a giorni un nuovo azionista di riferimento al 15%. Secondo quanto risulta, infatti,

il board di Vivendi potrebbe riunirsi forse già entro il fine settimana per dare il via libera all'ascesa fino al 15%

nel capitale dell'incumbent tricolore. Il presidente Vincent Bolloré avrebbe convinto il consiglio a "cogliere

l'opportunità" offerta dalla cessione della brasiliana Gvt a Telefonica, operazione che ha massimizzato

l'introito per la media company transalpina grazie al pagamento supplementare in natura: una quota di

minoranza di Telefonica Brasil senza diritti di voto, ma soprattutto l'8,3% del capitale votante di Telecomm

Italia. Bollorè si sarebbe già assicurato la possibilità di arrotondare fino al 15%, senza il rischio di far

scappare i prezzi, con strumenti derivati, a un valore predeterminato. Intanto da ieri la compagine Telco è

ufficialmente sciolta, con la stipula dell'atto notarile di scissione nelle quattro subholding che fanno capo agli

azionisti: Telefonica, che girerà l'8,3% ai francesi, Generali, Mediobanca e IntesaSanPaolo, tutti in annunciata

uscita dal capitale Telecom. Servizio u pagina31

pTelecom Italia avrà a giorni un nuovo azionista di riferimento al 15%. Secondo quanto risulta, infatti, il board

di Vivendi potrebbe riunirsi forse già entro il fine settimana per dare il via libera all'ascesa fino al 15% nel

capitale dell'incumbent tricolore. Il presidente Vincent Bolloré avrebbe convinto il consiglio a "cogliere

l'opportunità" offerta dalla cessione della brasiliana Gvt a Telefonica, operazione che ha massimizzato

l'introito per la media company transalpina grazie al pagamento supplementare in natura: una quota di

minoranza di Telefonica Brasil senza diritti di voto, ma soprattutto l'8,3% del capitale votante di Telecomm

Italia. Bollorè si sarebbe già assicurato la possibilità di arrotondare fino al 15%, senza il rischio di far

scappare i prezzi, con strumenti derivati, a un valore predeterminato. Fin dallo scorso settembre, quando era

stato raggiunto l'accordo su Gvt con il gruppo guidato da Cesar Alierta, Bollorè aveva dichiarato che Vivendi

sarebbe stata in Telecom «azionista di lungo periodo», lasciando viva sul mercato la curiosità sui motivi del

ritorno di fiamma per le tlc, subito dopo che il gruppo aveva smantellato la propria divisione nel settore, un

portafoglio di quote di controllo che andava dall'operatore mobile francese Sfr, all'incumbent nord­adfricano

Maroc Telecom, alla rete in fibra ottica brasiliana Gvt. Cessioni realizzate in rapida successione che hanno

reso Vivendi ricca di liquidità (un tesoretto dell'ordine di 10 miliardi che ha ribaltato la precedente, pesante,

posizione debitoria), ma anche lasciato il gruppo ridimensionato alla pay tv france­ se Canal Plus e alla

musica dell'americana Universal ­ senza più una strategia definita. O meglio con una strategia tutta da

costruire. Il nuovo corso, per bizzarria della sorte, potrebbe partire proprio dal rientro (forse a termine) nel

settore delle tlc, con la quota importante, ma pur sempre di minoranza, in Telecom Italia. Bolloré, dice chi lo

conosce, è convinto che Telecom possa ancora esprimere valore, perchè è l'unico dei grandi gruppi europei

del settore a non dover fronteggiare la concorrenza del cavo, che in Italia, per ragioni "storiche" dell'assetto

televisivo, nonè mai arrivato. L'idea sarebbe quella di mettere in piedi tempestivamente gruppi di lavoro per

studiare come sviluppare contenuti attraenti per la nuova generazione di utenti del "quadruple play", telefonia

fissae mobile in banda ultralarga che renda fruibili in modo efficiente video e musica. Poi da lì si vedrà. Lo

stesso Bolloré ha però "elegantemente" escluso un intervento di Vivendi in Mediaset Premium, osservando

che se lui personalmente ama l'Italia, la maggioranza del suo consiglio non avrebbe visto con favore l'ipotesi.

Peraltro Telecom ha ancora in corso colloqui con la pay tv del Biscione per arrivare a stringere un accordo

commerciale, sulla falsariga di quello da poco concluso con Sky. Ma c'è attesa anche per verificare se, e

come, Vivendi vorrà essere rappresentata nel consiglio di Telecom, che al momento è composto in

maggioranza da indipendenti, lìultimo lascito di Telco. Teoricamente ci sarebbe spazio per integrare il

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 45

consiglio, visto che lo Statuto della società ammette un board più numeroso dell'attuale. Ma per farlo

occorrerebbe convocare un'assemblea. Più semplice e veloce sarebbe invece la cooptazione in consiglio di

un paio di amministratori espressi dal nuovo azionista se qualcuno degli attuali componenti decidesse di fare

un passo indietro per consentirlo. Nel caso,i nomi più gettonati sono quelli del ceo di Vivendi, Arnaud de

Puyfontaine (che conosce bene l'Italia per aver lavorato nel gruppo Mondadori), e di Dominique Delport,

direttore generale di Havas (gruppo della pubblicità controllato dallo stesso Bolloré), che ha fatto ingresso in

aprile nel supervisory board di Vivendi insieme a Tarak Ben Ammar, già presente da anni nel cda di Telecom.

Si vedrà. Intanto da ieri la compagine Telco è ufficialmente sciolta, con la stipula dell'atto notarile di scissione

nelle quattro subholding che fanno capo agli azionisti: Telefonica, che girerà l'8,3% ai francesi, Generali,

Mediobanca e Intesa­SanPaolo, tutti in annunciata uscita dal capitale Telecom. Il 17 non porta fortuna:

l'avventura Telecom, iniziata nel 2007, ha regalato alla holding, che deteneva finoa ieri il 22,4% della

compagnia di tlc, minusvalenze complessie dell'ordine di 5 miliardi. Qualche giorno ancora, per i tempi

necessari alla registrazione presso il Registo delle imprese, e le azioni saranno girate.LA

CAPITALIZZAZIONE DI MERCATO

Dati in miliardi di euro

Vodafone Group

Il settore e i numeri di Telecom Italia

85,7469,5125.75962,7723.40721.57320,5252,5329,6826,045.8364.98713,6410,308,59340,671.350-6745,533,65-1.62735,81

12,34

4,86 Tdc Iliad Tele2 Orange Telenor Asa Pharol Sgps 2012 2012 2012 2013 2013 2013 Ricavi 2014 2014

2014 Telecom Italia Bt Group Koninklijke Kpn Nv Deutsche Telekom Belgacom Telekom Austria Telefonica

Swisscom Ag-Reg Turkcel Iletisin Hizme Reddito netto Dati in milioni di euro CONTO ECONOMICO DI

TELECOM ITALIA Reddito operativoIndex24 5.188 Telecom 25,85% FtseMib 16,90% 5.053 IN BORSA

TELECOM REDDITO NETTO 222 80 I tr im. 2014 I tr im. 2015 In milioni di euro I tr im. 2014 I tr im. 2015 In

milioni di euro 30/12/14 17/06/15

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 46

Ue: rinnovare le sanzioni alla Russia* Beda Romano Intesa degli ambasciatori presso la Ue per estendere finoa gennaio le sanzioni alla Russia per indurlaa non

interferire negli affari interni dell'Ucraina: lunedì il via libera della decisione dai ministri degli Esteri. pagina 25

BRUXELLES. Dal nostro corrispondente pIn un contesto politico molto teso e mentre nell'Europa dell'Est si

assiste a una corsa al riarmo, i Ventotto hanno deciso ieri a livello diplomatico di rinnovare fino alla fine di

gennaio le sanzioni economiche contro la Russia. Il pacchetto di misure, adottate l'anno scorso dopo lunghe

trattative, devono servire a indurre il governo russo a smetterla di interferire negli affari interni dell'Ucraina.

Contribuiscono tuttavia a un pericoloso nervosismo internazionale. Secondo alcuni diplomatici qui a

Bruxelles, la decisione di rinnovare le misure sanzionatorie è stata presa per consenso dagli ambasciatori

accreditati presso l'Unione. La decisione sarà approvata formalmente lunedì dai ministri degli Esteri in

Lussemburgo, «come punto procedurale», ha precisato un diplomatico. Per molti versi la scelta era attesa. Si

tratta in fondo di far coincidere le sanzioni con il calendario del­ l'Accordo di Minsk. Da quasi due anni ormai,

l'Ucraina è teatro di una guerra civile tra nazionalisti ucraini e comunità russofona. L'Occidente considera che

Mosca sta interferendo nella vita politica del paese, appoggiando i secessionisti pro­russi nella loro battaglia

contro Kiev. La stessa Russia nei mesi scorsi ha annesso al proprio territorio la penisola della Crimea. In

questo contesto, l'Unione europea ha deciso di adottare sanzioni sia economiche che personali contro

imprese e personalità russe. A Minsk, in febbraio, le parti hanno firmato un cessate­ilfuoco che si è dimostrato

fra­ gile. In quella occasione, era stato deciso che l'intesa avrebbe previsto diverse misure graduali, oltre alla

tregua: decentramento amministrativo dell'Ucraina, così come misure economiche e sociali di sostegno della

parte orientale e prorussa del paese. L'adozione di tutte le misure previste deve essere effettuata, secondo

l'intesa di Minsk, entro la fine dell'anno. La scelta europea di rinnovare le sanzioni fino a gennaio giunge

mentre crescono le tensioni tra Russia e Occidente. Le autorità americane hanno lasciato trapelare il

desiderio di spostare truppe in Europa dell'Est sulla scia della crisi ucraina. Nel contempo, la Russia ha

annunciato lo spiegamento di 40 missili intercontinentali alla frontiera con l'Unione. Parlando a Der Spiegel, il

ministro degli Esteri tedesco Frank­Walter Steinmeier ha detto di temere «una escalation delle parole e poi

degli atti». Con la decisione di ieri la durata delle misure economiche coincide con la tempistica dell'accordo

bielorusso. Alla domanda se la Grecia, tradizionalmente legata alla Russia, avesse rumoreggiato contro la

proroga delle sanzioni, un diplomatico ha risposto: «No, assolutamente». Le scelte in politica estera sono

prese dai Ventotto all'unanimità. «Il messaggio è che l'Europa continua a fare pressione sulla Russia», ha

detto a Bloomberg l'ambasciatore lituano presso l'Unione, Raimundas Karoblis. Le misure economiche

prevedono tra le altre cose restrizioni al finanziamento delle banche russe, il blocco dell'export europeo verso

la Russia di equipaggiamento sofisticato nel campo dell'esplorazione petrolifera, e l'embargo di mezzi militari.

Inoltre, la politica sanzionatoria contro il governo russo prevede anche il divieto di viaggio in Europa contro

151 personee 37 societào organizzazioni accusate di destabilizzare l'Ucraina. Queste misure scadono il 15

settembre.LE SANZIONI Divieto di viaggio Sono 151 i cittadini russi e delle regioni orientali ucraine e 37 le

società russe inserite nell'elenco dei destinatari delle sanzioni della Unione europea per la crisi ucraina.

L'elenco comprende anche le 19 persone e le nove nuove entità aggiunte a marzo A tutte le persone inserite

nella "lista nera" è negato l'accesso nel territorio dei 28 Paesi dell'Unione europea e sono congelate le attività

finanziarie presso banche europee Le misure colpiscono figure prominenti dell'establishment russo, molto

vicine al presidente Vladimir Putin. Le prime sanzioni erano state imposte dall'Unione europea il 27 marzo

2014, subito dopo il referendum sull'indipendenza della Crimea

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Le banche I dubbi della Bce sulla cordata per rilevare la Bim da Veneto Banca Vigilanza verso il veto: -13% in Borsa A rischio il patrimonio dei venditori ANDREA GRECO MILANO. «La cessione di Bim è l'ultima delle tappe più significative del piano di rafforzamento patrimoniale

varato a novembre 2013. Con questo passaggio il nostro Cet1 è ora ben oltre la soglia di sicurezza stabilita

dalla Bce». Con queste parole, lo scorso agosto, il presidente di Veneto Banca Francesco Favotto salutava

l'accordo con una cordata di imprenditori piemontesi per cedere il 51% di Banca Intermobiliare a 289 milioni.

Ma la vigilanza di Francoforte s'è messa di mezzo, con un progetto di decisione negativa. Non è una

bocciatura, ma potrebbe diventarlo: con l'effetto di riportare il patrimonio dell'istituto di Montebelluna sotto le

richieste dell'Eurotower. Il processo di valutazione prudenziale (Srep) aveva infatti stabilito, a febbraio, un

patrimonio Cet1 adeguato per i veneti al 10%, sopra il 9,6% con cui l'istituto ha chiuso il 2014 (dopo avere

superato di poco i test della vigilanza unica). E la cessione di Bim, vista produrre benefici patrimoniali di circa

50 punti base, era il cardine per rientrare nei parametri. La notizia ha provocato un brusco calo per Bim a

Piazza Affari: dopo l'asta di liquidità il titolo ha chiuso in calo del 13,6% a 3,02 euro. Sulla cessione, che

prevede il successivo lancio di un'Opa obbligatoria su Bim, la vigilanza ha comunicato alla cordata «il

progetto di decisione di diniego della richiesta autorizzazione che intenderebbe adottare, concedendo la

facoltà di presentare osservazioni entro il 19 giugno in merito a fatti e addebiti», si legge in una nota. In tre

giorni i compratori dovranno «valutare le argomentazioni svolte a supporto di quanto notificato dalla Bce e

attivarsi per difendere i propri diritti».

Secondo fonti di mercato ritenute attendibili i dubbi di Francoforte riguarderebbero i primi tre criteri dell'art. 23

della direttiva Crd IV (quello che autorizza i compratori di banche). E sono nell'ordine «reputazione

dell'acquirente», «reputazione, professionalità ed esperienza del management dell'istituzione rilevata»,

«solidità finanziaria dell'acquirente. Anche il dettaglio che 60 milioni della transazione fossero corrisposti in

azioni Veneto Banca non quotate avrebbe sollevato critiche all'Eutotower. La cordata di compratori è

imperniata su Pietro D'Aguì, vice presidente e storico socio di Bim, e nel futuro schema detentore del 10%.

Accanto a lui i due fondi Duet Bim sa (10,5%) e SerendiEquity Bim (10,4%), la famiglia Giovannone con

l'8,6%, i Segre con il 5%, e con quote del 2% Luca Montezemolo e la Romed di Carlo De Benedetti.

Veneto Banca comprò Bim da Danilo Coppola nel 2010. www.bancaintermobiliare.com www.gruppocarige.it

PER SAPERNE DI PIÙ

Foto: IL BANCHIERE Francesco Favotto, presidente di Veneto Banca che puntava sulla cessione di Bim per

rimpolpare il patrimonio: ma la Bce la mette in forse

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 48

TRATTATIVA IN SALITA Intervista "Grecia, c'è il rischio contagio ma l'euro non è in pericolo" Weidmann, presidente Bundesbank: nei trattati Ue va previsto il crac di un Paese TONIA MASTROBUONI INVIATA A BERLINO Il rischio di un contagio, nel caso di una Grexit, c'è. Anche il pericolo che modifichi «il carattere dell'unione».

Ma l'euro sopravviverebbe. E Jens Weidmann aggiunge che è «sconcertante» che Tsipras dica che anche

l'Italia e la Spagna uscirebbero automaticamente. C'è una lezione da trarre da questa crisi, secondo il

presidente della Bundesbank: bisogna introdurre nei Trattati la possibilità di far fallire gli Stati. Lo abbiamo

incontrato, insieme agli inviati di altri due giornali europei, nel quartier generale della Bundesbank: tredici

piani di architettura brutalista fine Sessanta immersi nel verde. Per i tedeschi, sin dai tempi del marco, un

tempio. QuantoèlontanalaGreciadalrischioconcretodiundefault? «Gli ultimi giorni dimostrano che non è

rimasto molto tempo per un accordo. E' evidente che tocca al governo greco decidere in che direzione

guidare il proprio Paese. A parte i rischi di un default dello Stato greco e i rischi di un contagio, dobbiamo fare

in modo che non vengano svuotate le fondamenta dell'unione monetaria come unione della stabilità. Gli aiuti

e la solidarietà ne fanno parte, ma anche il fatto che si rispettino i patti». Se la Grecia non rimborsa i prestiti al

Fmi e si supera la scadenza del programma, a finemese, laBcenonrischiadiesserel'"uomo nero", insomma

dovendo tagliarei fondid'emergenzaEla, di essere il "grilletto" del default? «Molto chiaramente: no. Non è

compito della Bce, anzi, le è vietato finanziare gli Stati. Se i colloqui falliscono, al livello politico, la Bce non

potrà fare altro che trarne le dovute conseguenze. E' compito della politica, dei governi e dei parlamenti,

decidere se finanziare la Grecia». L'obiettivodiundebito/Pilgreco al 120% entro il 2022 è ancora realistico?

«Già l'attuale programma non avrebbe consentito di raggiungere quell'obiettivo senza ulteriori misure. Ma

questo differenziale è cresciuto ulteriormente, con questo governo. Lo scorso autunno la Grecia aveva

vissuto un recupero economico e i mercati avevano ricominciato ad avere un po' di fiducia.Nel frattempo le

prospettive economiche e la situazione dei conti pubblici sono decisamente peggiorati. Quindi anche le

prospettive per il debito si sono incupite. Decisivi per la sua sostenibilità sono il rapido raggiungimento di una

solidità nei conti pubblici e un suo connesso abbassamento costante». E' possibile che la Grecia fallisca

marestinell'eurozona? «Il debito greco è già stato ristrutturato senza che il sistema finanziario sia collassato e

senza che la Grecia sia uscita dall'euro. Ma ciò è avvenuto perché all'epoca il governo ellenico si era

mostrato disponibile a sottoscrivere le condizionalità di un programma in cambio di aiuti finanziari. Una

disdetta degli accordi e un blocco dei rimborsi ai creditori o alla Bce avrebbe conseguenze difficilmente

controllabili. La responsabilità su una permanenza del Paese nell'area euro è unicamente nelle mani del

governo greco». Tsipras ha detto che se la Grecia abbandonerà l'euro, anche l'Italia e la Spagna ne

usciranno quasi automaticamente. «Ritengo minacce di questo tipo sconcertanti. Penso che qualsiasi

osservatore possa vedere che la situazione in Italia e in Spagna è molto diversa rispetto a quella in Grecia.

La cosa decisiva è la percezione che in questi Paesi i governi e le popolazioni sono disponibili ad affrontare i

problemi». MarioDraghisostienechel'euro è irreversibile. Ma non pensa che nel caso di una Grexit si

tornerebbepiuttostodaun'unione aunsistemamonetario? «La sopravvivenza dell'euro non è legata agli sviluppi

in Grecia. Ma non si possono escludere determinati effetti di contagio: una Grexit modificherebbe il carattere

dell'unione monetaria. Ma il carattere dell'unione monetaria cambia anche se singoli Paesi non si prendono le

loro responsabilità per garantire la stabilità della moneta e l'unione monetaria si trasforma in un'unione di

pagamenti, su cui i cittadini non possono mai votare. Anch'essa implica rischi di contagio, le cui conseguenze

negative non andrebbero sottovalutate». In che direzione andrà l'unione monetaria? «Finché i governi e gli

elettori della zona euro non ambiranno a un'unione politica, in cui si decide insieme e si condividono le

responsabilità, dobbiamo orientarci al principio della responsabilità dei singoli Paesi, stabilita da Maastricht.

L'autonomia decisionale e la responsabilità sono nazionali. Tuttavia la cornice di Maastricht deve essere

superata e rafforzata. Le regole fiscali devono tornare ad essere più dure e devono essere applicate con una

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 49

maggiore severità. Il nesso fatale tra banche e Stati deve essere spezzato. Bisogna fare in modo che le

insolvenze siano possibili non soltanto per le banche, ma anche per gli Stati, senza rischiare ogni volta il

collasso del sistema finanziario. Perciò occorre continuare a rafforzare il sistema finanziario». Come giudica

gli sviluppi in ItaliaconilgovernoRenzi? «La riforma elettorale e quella del mercato del lavoro sono punti

importanti di un programma di riforme su cui il governo si è impegnato per delle buone ragioni. E rendono

fiduciosi rispetto alle difficili riforme, ad esempio nell'ambito della giustizia e del fisco, che il governo deve

ancora affrontare». Nel settore bancario c'è ancora un enorme problema di sofferenze. «La responsabilità per

la pulizia dei bilanci nel settore creditizio è del governo. L'attuale, basso livello dei tassi rappresenta un

notevole sollievo. Ma la soluzione dei problemi ancora presenti non può essere sempre rimandato. Anche i

miei colleghi della Banca d'Italia lo hanno sempre detto».

120 per cento È l'obiettivo del debito/Pil della Grecia entro il 2022 Un traguardo che a Weidmann appare

difficile

330 miliardi È il valore del debito pubblico che la Grecia fatica a rimborsare ai creditori internazionali

Non è rimasto molto tempo alla Grecia, la decisione di restare nell'euro è unicamente nelle mani delgoverno di AteneNon è compito della Bce finanziare gli Stati. Tocca alla politica decidere se aiutare Atene. Italia e Spagna?

Nessun rischio di uscire dall'euro

La riforma elettorale e quella del mercato del lavoro sono punti importanti delle riforme su cui Renzi si è

impegnato a fondo Jens Weidmann Presidente della Bundesbank

Conseguenze del default Drastica riduzione dei redditi Uscita dall'euro Notevole aumento dei disoccupati

Uscita dall'Unione europea Ritorno alla dracma con acuta crisi dei cambi - LA STAMPA La Grecia diviene lo

Stato più povero del sud Europa Profonda recessione (caduta pil) Impennata dei prezzi (inflazione) Fonte:

Banca di Grecia (BoG) Secondo la Banca centrale ellenica Il mancato accordo fra Atene e creditori si

tradurrebbe in fallimento. I probabili effetti per il Paese

Foto: YORGOS KARAHALIS/AP

Foto: Parlamento di Atene, un corteo manifesta contro le politiche di austerity imposte dall'Europa

Foto: Jens Weidmann (47 anni) guida la Bundesbank

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 50

CONTI PUBBLICI È L'EFFETTO DELLE ULTIME OPERAZIONI EFFETTUATE DAL TESORO SUSTRUMENTI CHE UNISCONO SWAP E OPZIONI Debito, tegola derivati da 3,3 mld Francesco Ninfole A gennaio e febbraio di quest'anno quattro «swaption» del ministero dell'Economia sono state esercitate dalle

banche controparti, facendo così aumentare l'esposizione dello Stato. Nessun effetto contabile invece sul defi

cit (Ninfole a pagina 3) Quattro swaption, ovvero derivati che mescolano swap e opzioni, sono state

esercitate da banche controparti del Tesoro «tra gennaio e febbraio del 2015, determinando un aumento del

debito pubblico italiano di 3,3 miliardi». L'informazione è contenuta in una recente audizione alla Camera di

Luigi Federico Signorini, vicedirettore generale di Banca d'Italia. La cifra contabilizzata nel debito pubblico

non corrisponde a un'uscita di cassa, ma al valore attuale dell'Irs (interest rate swap) che si è attivato in

seguito all'esercizio della swaption da parte delle banche. In un caso come questo, le nuove regole statistiche

europee impongono l'inclusione del valore negativo attuale nel debito pubblico (valido ai fini dei vincoli di

Maastricht). Lo Stato aveva venduto la swaption ottenendo una commissione che, come tale, ha contribuito a

ridurre il deficit. Al contrario, il recente esercizio delle swaption non ha avuto effetti sul deficit, ma solo sul

debito. Il valore di mercato negativo, oggi pari a 3,3 miliardi, potrebbe cambiare a seconda dell'andamento

dei tassi: si può presumere che non crescerà di molto, perché i tassi oggi sono vicini allo zero (più si

abbassano, più aumenta il valore negativo per lo Stato); nello stesso tempo, il valore non dovrebbe

abbassarsi di molto, se i tassi resteranno bassi a lungo, come garantito dalla Bce. Le swaption aggiungono,

rispetto a un normale swap, la possibilità per le banche controparti di attivare lo swap a condizioni predefinite

(option). Il Tesoro ha dichiarato in più occasioni che la finalità dei derivati non è speculativa, ma di contenere i

rischi di tassi troppo alti sui titoli di Stato italiani. Perciò sono stati sottoscritti strumenti che fanno registrare

guadagni in caso di tassi alti e perdite in caso di tassi bassi. Le politiche monetarie della Bce hanno spinto i

rendimenti vicino allo zero: un beneficio per lo Stato, che per finanziarsi sta pagando in questi anni un costo

basso, solo in parte ritoccato al rialzo dall'andamento sfavorevole dei derivati. Contattato da MF-Milano

Finanza, il Tesoro ha detto di non poter fornire ulteriori dettagli sulle banche coinvolte, sull'incasso ricevuto al

momento della vendita della swaption e su quando questi derivati sono stati definiti, poiché si tratta di

contratti di diritto privato. Il ministero aveva fatto sapere a marzo, in merito alle swaption, che «fino alla metà

degli anni 2000 la gestione del debito attraverso derivati aveva la finalità di stabilizzare e potenzialmente

contenere la spesa per interessi, ma anche di contenere il fabbisogno pubblico. Gli obiettivi erano perseguiti

anche mediante il ricorso alla vendita di swaption». Peraltro «le swaption venivano concepite in maniera tale

che il loro eventuale esercizio avrebbe comportato per il Tesoro la sottoscrizione di un Irs a condizioni

predeterminate alla definizione dell'opzione e in linea con la strategia di allungamento della duration (e quindi

pagando un tasso fisso a lungo termine in cambio dell'incasso di un tasso variabile)». Con le swaption lo

Stato, ha osservato Bankitalia, «quale venditore assume inizialmente un rischio, per il quale viene

remunerato, senza che contemporaneamente emerga una corrispondente passività nel debito pubblico». Per

l'Italia «il rischio era in sostanza quello di non beneficiare integralmente di una forte riduzione dei tassi, come

quella che si è in effetti realizzata nel periodo più recente».A parte alcuni casi specifici, come quello

dell'esercizio di una swaption, le passività nette sui derivati non sono registrate nel debito pubblico nella

definizione di Maastricht, ma sono registrate nei conti finanziari di Bankitalia: da questi ultimi emerge il dato,

già noto, del valore negativo sui derivati per 40,6 miliardi a fine 2014, nonostante esborsi di cassa per oltre 20

miliardi dall'inizio della crisi (12 miliardi di proventi netti nei 15 anni precedenti).A fine 2014 solo 3,4 miliardi di

euro di passività in derivati sono state considerate simili a prestiti e quindi incluse nel debito pubblico ai fini di

Maastricht (1,8 miliardi legati all'esercizio di due swaption nell'ultimo trimestre del 2014). L'esercizio di una

swaption ha l'effetto di chiudere la swaption e di far partire l'Irs collegato: non si tratta quindi di un'estinzione

anticipata di un contratto, con relativo esborso di cassa. (riproduzione riservata)

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 51

LA COMPAGNIA DI ASSICURAZIONE FRANCESE, STORICO ALLEATO DEL MONTE, SIGLA INTESACON LA POPOLARE DI BARI Non solo Mps: Axa trova altri partner in Italia Anna Messia Il big punta a crescere con accordi di bancassicurazione e tratta anche con Pop Puglia e Basilicata (Messia a

pagina 12) Il rapporto con il Monte dei Paschi di Siena resta proficuo e ben saldo, come dimostrato anche

dalla recente partecipazione di Axa al maxi aumento di capitale lanciato dalla banca. Ma l'annunciata

intenzione del colosso assicurativo francese di cercare anche altri alleati bancari, attraverso i quali collocare

polizze e crescere nel mercato assicurativo italiano, sta iniziando a concretizzarsi. Dopo l'accordo firmato a

inizio anno con Bnl Bnp Paribas in un comparto di nicchia, quello delle polizze dedicate alle pmi, ora Axa

Italia, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, ha firmato un'altra importante alleanza con la Banca

Popolare di Bari. I punti di forza di Axa sono indubbiamente la specializzazione e l'internazionalizzazione, cui

si aggiunge la competenza acquisita in questi anni nel mercato bancassicurativo italiano grazie alle joint

venture, Vita e Danni, con il Monte. Esperienza che la compagnia guidata da Frédéric de Courtois ha deciso

di far fruttare. L'accordo con la Banca Popolare di Bari consentirà ad Axa di collocare polizze danni nelle filiali

dell'istituto, offrendo anche in questo campo prodotti per le piccole e medie imprese. Una partnership che non

sarebbe esclusiva, visto che la banca presieduta da Marco Jacobini ha già altri alleati nel settore assicurativo

con i quali intende continuare a lavorare. Ma che rappresenta comunque un'occasione di crescita importante

per Axa, che potrà di fatto accedere con i suoi prodotti ai poco meno di 400 sportelli della banca. Con circa 8

miliardi di premi, Axa in Italia ha una quota del mercato assicurativo italiano di circa il 5% e le compagnie con

cui opera nel Paese (oltre alla joint venture con Mps c'è la rete di agenzie di Axa Assicurazioni) hanno chiuso

il 2014 con un utile netto complessivo di 355 milioni. Più volte l'assicuratore ha tentato di fare il salto con

acquisizioni, poi sfumate, ma non ha mai smesso di dirsi pronta a crescere in Italia. A partire proprio dal

mercato bancassicurativo, come ribadito anche nell'ultima intervista di de Courtois sulle pagine di MF-Milano

Finanza il 4 giugno. Per attuare questa strategia Axa ha deciso di lanciare una nuova società, Quadra, nata a

fine 2014 dalla trasformazione di una scatola vuota, la ex Axa Mps Real Estate. In pochi mesi la newco

assicurativa, anche questa guidata da de Courtois, ha quindi portato a casa due accordi bancassicurativi

importanti, ma sta continuando a lavorare per accrescere ancora il perimetro distributivo. Secondo voci di

mercato la compagnia starebbe guardando anche a un altra banca meridionale in cerca di alleati nel settore

delle polizze, sempre nel settore danni, Si tratta delle Banca popolare di Puglia e Basilicata. In questo caso la

trattativa sembra ancora alle battute iniziali ma appare evidente che Axa sia pronta a giocarsi tutte le carte

per crescere ancora nel mercato assicurativo italiano. (riproduzione riservata)

AXA17 mar '15 17 giu '15 21 24 23 22 25 quotazioni in euro 22,5 € -0,4% IERI

Foto: Frédéric de Courtois Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/axa

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 52

CON 200 MILIONI Dopo la Cdp anche Inail pronta a entrare nel fondo Salva-Imprese (Leone a pagina 5) Una manifestazione di interesse non vincolante per la partecipazione al fondo Salva-

Imprese. L'ha fatta recapitare martedì scorso l'Inail al ministero dell'Economia, mettendo sul piatto, come già

anticipato da MF-Milano Finanza, un importo fino a 200 milioni di euro da investire nel capitale della società di

servizio per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese, meglio conosciuta come fondo Salva-

Imprese o di turnaround. Il passo in avanti è arrivato in contemporanea a quello della Cassa Depositi e

Prestiti, che proprio l'altroieri ha ufficialmente comunicato l'ok del consiglio di amministrazione alla

presentazione di una manifestazione di interesse non vincolante per una partecipazione fino a 1 miliardo di

euro. Difficile dire al momento se qualcuno degli altri interlocutori istituzionali ai quali il veicolo era stato

presentato nei giorni scorsi, come le casse previdenziali, abbia deciso di mettere un chip sull'iniziativa. Per la

verità al momento anche la disponibilità di Cdp e Inail è solo preliminare, anche perché ancora non sono noti i

termini con i quali il ministero dell'Economia curerà le aste per la concessione della garanzia pubblica,

prevista dal decreto pubblicato lo scorso 25 maggio. Lo scudo statale infatti non sarà gratuito e quindi, in

teoria, il Tesoro dovrebbe concederlo a chi è disposto di pagarlo di più, anche se con un occhio al

raggiungimento del livello minimo di capitale (830 milioni) previsto per la partenza della società. Di certo al

momento è difficile immaginare che ci sia una ressa per ottenere le garanzie, ma non è detto che martedì non

siano arrivate anche altre manifestazione di interesse da parte di investitori che intendono avvalersene.

Scade invece martedì prossimo il termine per la presentazione di offerte non vincolanti alla partecipazione al

capitale della società di turnaroud per gli investitori che non hanno intenzione di avvalersi della garanzia

pubblica. Sostanzialmente si tratta dei privati, probabilmente investitori di settore, che decideranno

eventualmente di partecipare all'iniziativa. Una partecipazione peraltro indispensabile perché se almeno il

30% del capitale non sarà sottoscritto da azionisti non garantiti, il fondo di turnaround non potrà partire.

(riproduzione riservata)

Foto: Massimo De Felice Quotazioni, altre news e analisi su www.milanofinanza.it/inail

18/06/2015Pag. 1

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SCENARIO ECONOMIA - Rassegna Stampa 18/06/2015 53

SCENARIO PMI

2 articoli

Il caso. Un gruppo di imprenditori del Paese asiatico visita i distretti italiani dell'alimentare Singapore punta sull'Italia HUB PER L'ESTREMO ORIENTE Il Paese asiatico porta d'ingresso per l'Asean economic community, areadi libero scambio a dazio zero da 600 milioni di consumatori Laura Cavestri «Ma perchè voi imprenditori, dopo 30­40 anni di attività, non sentite la necessità di diversificare il business?».

Thomas Chua Kee Sengè il presidente della Singapore Chinese Chamber of Commerce (40mila aziende) ma

anche managing director di Teckwah, azienda del packaging nataa Singapore, negli anni'60, che oggi si

occupa anche di business onlinee logistica.A Singaporeè una Pmi, perchè fattura più di 100 milioni di dollari

singaporiani, per l'esattezza 108 (80 milioni di euro)e ha più di 200 dipendenti. Se no, sarebbe micro.

Assiemea una decina di colleghi è in Italia sinoa sabato, su iniziativa dell' Italian Chamber of Commerce di

Singapore (Iccs). Obiettivo: cre­ are "ponti" con aziende italiane (dal vino ai latticini, dagli alcolici alle carni),

toccare con mano le realtà produttivee valutare sinergie. Intanto l'Asean cresce del 6% l'anno. Entro il 2015

entrerà in vigore l'Asean Economic Community, un'area di libero scambio a dazio zero da 600 milioni di

consumatori. «Possiamo essere- ha concluso Seng- una porta d'ingresso, un hub logistico essenziale per

servire l'in­ tera area». Lo conferma il presidente di Iccs, Federico Donato: «Vogliamo favorire gli investimenti

in Italiae supportare Singapore come hub strategico per il sudest asiatico». Una città­Stato da5 milioni di

abitanti con il Pil procapite dei danesi, dove le nostre esportazioni sono aumentate, nel 2014, dell'11%,

sfiorandoi 2,1 miliardi di euro. Poco in valore assoluto, restiamo al 39° posto trai fornitori. Ma gli italiani

sembrano crederci. «Siamo in Giappone da anni e a Singapore - ha spiegato Paolo Ziliani, di Berlucchi (45

milioni di fatturato) -. In valore è ancora poco. Ma Singaporeè strategico per conquistare una clientela

raffinata e la top class cinese». «Esportiamo i nostri formaggi direttamente dalla Tailandia ad Hong Kong - ha

spiegato Giuseppe Ambrosi, di Ambrosi Spa- ma Singapore potrebbe rappresentare una sede per l'Asean.

Dei 320 milioni di euro di fatturato 2014, il 42% viene dall'export. Il 10% dall'Asean.E nei prossimi anni

crescerà ancora». In più, dal 1° aprile, il ministero dell'Economia ha escluso Singapore dalla blacklist su

indeducibilità dei costie Cfc. «Dovete essere più aggressivi nel marketing - suggerisce Wess Wong, director

Finance &Business di Fna, che distribuisce oltre 70 marchi dolciari -. Esportare è promuovere, investire, con

visione di lungo periodo. Questo un po' vi manca». Conferma Ang Kiam Meng, Ceo della catena di ristoranti

Jumbo Group: «Vogliamo migliorare l'offerta di vini. Di italiani ne arrivano pochi. Sono più cari e meno noti

degli australiani».

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 18/06/2015 55

SPONSORED REPORT / #SACE Cuba: alla ricerca di una nuova alma Tra luci e ombre, l'isola castrista si apre progressivamente al mondo, offrendo alle imprese tutte leopportunità tipiche di un mercato di frontiera. Sospesa tra passato e futuro ha un potenziale ancora tutto daesplorare, con una posizione strategica tra le Americhe. Per posizionarsi con successo in questo contestooperativo complesso, con rischi politici ed economici ancora elevati, il supporto di un partnerassicurativofìnanziario come SACE può fare davvero la differenza. a cura dell'Ufficio Studi di SA OGGI OLTRE IL 50% DELL'EXPORT italiano si concentra ancora in Europa. Nonostante la progressiva

evoluzione registrata negli ultimi anni, le nostre imprese esportatrici hanno notevoli margini di sviluppo e

diversificazione delle proprie destinazioni, al di fuori dei mercati emergenti più noti, verso quelle che si

possono definire le nuove "frontiere" per l'internazionalizzazione. Cuba ne è uno degli esempi più attuali.

Sebbene la pianificazione economica continui ad essere preponderante, il riawicinamento nei confronti della

comunità internazionale e il lento processo di riforme per una graduale e controllata apertura dell'economia

possono offrire interessanti opportunità alle imprese straniere più attente. Si sta dunque aprendo un nuovo

corso per operatori privati e stranieri che guardano a Cuba? Il potenziale c'è tutto, con le dovute cautele. Per

questo s'intensificano le missioni di sistema per accompagnare le imprese italiane verso questo mercato (la

prossima è prevista a luglio) e per questo SACE, parte attiva del processo, ha progressivamente ampliato la

propria operatività, deliberando un sostanziale aumento - da 10 a 100 milioni di euro - del plafond destinato al

sostegno di operazioni di export e investimenti in questo mercato. Oltre all'oggettivo miglioramento del

contesto politico-economico e del business dimette, rafforzano questo giudizio positivo l'accordo di

ristrutturazione del debito a breve termine firmato da SACE con il Governo di Cuba nel 2011 (sinora onorato

con pagamenti regolari) e il proseguimento del dialogo per la ristrutturazione del debito di medio-lungo

termine a livello internazionale. Questa rinnovata attenzione richiede cautela per via dei significativi rischi di

mancato pagamento e dei ritardi per restrizioni al trasferimento e alla disponibilità di valuta; non tutte le

strutture dello Stato infatti dispongono di fondi sufficienti per gli acquisti all'estero. Il portafoglio di impegni

assicurati da SACE a Cuba presenta dunque importanti prospettive di crescita. In collaborazione con il Banco

Nacional de Cuba e altre controparti bancarie locali, sta valutando nuove operazioni nei settori dell'energia,

metallurgia, meccanica strumentale e apparecchi elettro-medicali. Settori funzionali allo sviluppo industriale e

socio-economico di Cuba, in cui il Made in Italy ha molto da offrire, beneficiando peraltro della recente riforma

della Ley de Inversión Extranjera, approvata con l'obiettivo di incrementare le esportazioni, l'import

substitution, lo sviluppo delle infrastrutture e del know-how tecnologico nel Paese. La nuova legge apre la

porta agli investitori esteri in molti settori, dal turistico all'estrattivo, dall'agricolo al farmaceutico, dall'industria

metallurgica al commercio all'ingrosso; rimangono esclusi alcuni comparti, tra cui sanità, istruzione e difesa.

Secondo le stime di SACE, se il programma di riforme intraprese dal governo dispiegherà a pieno il suo

potenziale, le imprese italiane potrebbero guadagnare 220 milioni di euro di nuovo export entro il 2019.

Periodicamente il Ministero del Commercio Estero di Cuba (Mincex) predispone una lista aggiornata di

opportunità di investimento (Carierà de Oportunidades de Inversión Extranjera), dove sono elencati i progetti

varati dal governo cubano con il dettaglio delle operazioni e l'indicazione della controparte cubana interessata

ad avviare una partnership con investitori stranieri. La creazione della Zona Speciale di Sviluppo Mariel, che

sarà una sorta di "area di libero scambio" a regime di tassazione particolare, costituirà un volano importante

di attrazione d'investimenti esteri e sviluppo infrastrutturale e industriale: sorge in una zona geografica mente

strategica (il porto più vicino agli Stati Uniti) e sarà in grado di accogliere le navi post-Panamax, oltre a essere

una possibile base operativa per l'esplorazione di greggio offshore e per la produzione industriale leggera e

legata al ramo delle biotecnologie, settore trainante della ricerca cubana. La nuova legge e lo sviluppo della

Zona Speciale offrono, insieme alle garanzie giuridiche sugli investimenti, una serie di benefici fiscali

aggiuntivi rispetto a quanto previsto dal regime tributario ordinario. Nonostante gli innegabili progressi sul

fronte dell'apertura ai capitali stranieri, il flusso di investimenti in entrata rimarrà comunque sotto potenziale a

17/06/2015Pag. 14 N.6 - giugno 2015

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 18/06/2015 56

causa dell'embargo statunitense ancora vigente, dei regolamenti stringenti e del difficile contesto operativo.

Uno dei limiti maggiori segnalati dagli operatori esteri è il permanere dell'obbligo di contrattazione del

personale attraverso agenzie dello Stato. Altri elementi di criticità, a livello sociale, sono legati alle condizioni

di vita della popolazione, alle restrizioni ai diritti civili e politici e all'assenza di figure per gestire la futura

transizione politica. Inoltre, la mancanza di dati economicofinanziari aggiornati e credibili rende difficile la

valutazione del Paese. Sebbene il governo cubano sia molto impegnato nel rilanciare l'attività manifatturiera,

aumentandone il valore aggiunto e il contenuto tecnologico, la struttura economica del Paese resta ancora

poco diversificata, con una base industriale limitata e dipendente dall'import. Nel periodo 2008-2013 l'attività

economica è cresciuta a un tasso medio annuo del 2,7%, mentre le stime per il biennio 2014-2015 indicano

un rallentamento (+1,5% medio), su cui pesano la bassa produttività del settore manifatturiero, il

peggioramento delle ragioni di scambio e l'aumento dell'instabilità politico-economica in Venezuela (principale

partner commerciale di Cuba), con possibili impatti sull'accordo Petrocaribe. A livello settoriale, il governo

prevede un contributo positivo dall'industria dello zucchero, dalla produzione agricola e dal comparto degli

hotel e ristoranti. Il settore turistico è uno dei principali fornitori di valuta estera del Paese insieme a quelli

minerario (cobalto e nickel) e dei servizi professionali (principalmente, personale sanitario). Le entrate di

questi settori non sono comunque sufficienti a compensare il fabbisogno di valuta necessario per l'import di

petrolio e di beni di base. Le importazioni dell'isola caraibica dal mondo sono cresciute del 6,5% nel 2013,

raggiungendo 14,7 miliardi di dollari. I principali Paesi fornitori sono il Venezuela (33%), i Paesi dell'UE (23%),

la Cina (10%) e l'area NAFTA (9%). L'Italia rappresenta il secondo esportatore comunitario dopo la Spagna.

L'export cubano è principalmente composto da nickel (19% sul totale), prodotti chimici (11%), zucchero

(8,5%) e tabacco (5%) e. nel 2013, si è attestato a 5.3 miliardi di dollari (-5% rispetto al 2012). La bilancia

commerciale tra Italia e Cuba registra un surplus per il nostro Paese. Nel 2014 le esportazioni italiane di beni

sono state di circa 230 milioni di euro (-14.1%) e si sono concentrate nei settori della meccanica strumentale

(35.5% del totale), prodotti chimici (13.4%). gomma e plastica (12.2%). e apparecchi elettrici (10.9%). Le

principali ragioni di tale contrazione risiedono nell'ancora stretto controllo dello Stato sulle importazioni,

attraverso il sistema delle licenze, i limiti alla disponibilità di valuta estera, i ritardi nei pagamenti (attualmente

negoziati a 360 giorni, a causa del deterioramento della bilancia dei pagamenti). Un quadro complesso,

dunque, dove luci e ombre si intrecciano indissolubilmente, che fa di Cuba un mercato di frontiera per

eccellenza. Con i nuovi servizi di advìsory. SACE mette a disposizione delle Pmi un team di specialisti in

grado di fornire supporto manageriale per la definizione e l'implementazione di opportunità di crescita

all'estero, nonché un'assistenza a 360 gradi per valutare la coerenza dell'approccio al mercato e ai diversi

profili di rischio, individuando soluzioni finanziarie e assicurative a supporto delle singole transazioni

commerciali e di investimento. Giocare d'anticipo per posizionarsi con efficacia in un mercato come quello

cubano comporta molti rischi, ma affrontarli insieme a un valido partner è una scommessa che si può vincere

davvero.

Settori di opportunità ENERGIA E MINIERE INDUSTRIA ALIMENTARE TRASPORTI E LOGISTICA

INDUSTRIA METALLURGICA LEGGERA, CHIMICA ED ELETTRONICA

SACE Officiai Partner for Italy's International Growth

17/06/2015Pag. 14 N.6 - giugno 2015

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SCENARIO PMI - Rassegna Stampa 18/06/2015 57