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il cubo

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Annie Gottlieb Slobodan D. Pesic

IL CUBO ... Custodisci il segreto

MONDADORI

ISBN 88-04-41435-9 Published by arrangement with HarperCollins Publisher, Inc.

© 1997 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A., Milano Titolo dell'opera originale The Cube

Traduzione di Bruno Kleinefeld I edizione novembre 1997

Introduzione

Il Cubo è un gioco, un gioco di immaginazione. Ma non solo. Il Cubo è anche qualcosa di più. Nell'estate del 1991 nei fumosi bar dell'Europa dell'Est tutti giocavano al Cubo. Da dove veniva quel gioco? Chi l'aveva inventato? Tutti giocavano ma nessuno sapeva rispondere. Alcuni sostengono che il Cubo sia un antico passatempo sufi pieno di insegnamenti nascosti. Sostengono anche che il Cubo riappaia a distanza di secoli proprio là dove i suoi insegnamenti sono necessari. Là dove è necessario

che lo spirito ritrovi se stesso. È quello che sta avvenendo proprio qui. Ora. L'avvertenza posta alla pagina 23 di questo libro protegge il potere del Cubo. Perché il Cubo è come il genio della lampada. Se evocato al momento giusto il Cubo mostra i suoi tesori elargendo consapevolezza e sorpresa. Ma se i tempi non sono maturi allora ogni potere svanisce. Svanisce la saggezza, e la vista si indebolisce. Per raggiungere i più alti doni del Cubo - piacere e conoscenza - basta una raccomandazione: non leggere oltre la pagina 23 senza prima aver giocato al gioco. E in più non rivelare il segreto a coloro che ancora non hanno giocato!

Parte Prima

Il Cubo

Il deserto Immagina una landa deserta. È facile. Facilissimo. Basta un orizzonte infinito. Tanta sabbia. E cielo.

Il cubo Nel deserto c'è un cubo. Osservalo, Descrivilo. Quanto è grande? Dove si trova? Di cosa è fatto? (Non esistono regole, non ci sono risposte giuste né risposte sbagliate. Descrivi il cubo come tu lo vedi.)

La scala Ora: nel deserto, oltre al cubo, c'è anche una scala. Descrivine: la forma e le dimensioni,

la posizione, il materiale di cui è fatta.

Il cavallo Ora: nel deserto c'è anche un cavallo. Descrivilo. Di che cavallo si tratta? Quanto è grande? Di che colore è? In che posizione si trova rispetto al cubo e alla scala? E cosa sta facendo?

La tempesta Ora: da qualche parte nel deserto sta infuriando una tempesta. Descrivila. In che zona del deserto si trova? Che tipo di tempesta è? E che effetti produce sul cubo, sulla scala e sul cavallo?

I fiori Alla fine, nel deserto troviamo dei fiori. Descrivili. Quanti sono? Di che tipo? E quali sono i loro colori? E, infine, in che relazione stanno con il cubo, la scala, il cavallo e la tempesta?

Considera ciò che è accaduto fin qui. Hai creato un'immagine misteriosa: cinque elementi, disposti nello spazio di un deserto in un modo che è assolutamente unico e che ti appartiene. Nessun altro vede ciò che vedi tu. Chiudi gli occhi e osserva tutta la scena un'ultima volta. Ora riapri gli occhi e... volta pagina. Sei pronto per apprendere il segreto del Cubo.

Parte Seconda

Il segreto

Il cubo sei tu. La scala rappresenta i tuoi amici. Il cavallo è la persona che ami. La tempesta rappresenta le difficoltà della vita. I fiori sono i bambini.

Fermati ora! Prima di proseguire rifletti su ciò che hai appena letto. Cosa ci trovi di vero? E cosa di enigmatico? Nelle pagine che seguono, imparerai attraverso l'esperienza di chi ha giocato al Cubo prima di te. Ma per attingere da questo serbatoio di conoscenza occorre che tu ci metta qualcosa di tuo, come se presentassi i tuoi doni a chi ti accoglierà. Solo quando ti sarai affaticato a esplorare in solitudine il tuo personale deserto allora sarai pronto per voltare questa pagina e unirti alla comunità del Cubo.

Il cubo sei tu Non sappiamo il perché, ma sappiamo che è vero: «descrivi il cubo» è una specie di antica chiave che apre lo scrigno dell'anima. Tu non hai avuto bisogno di interrogarti su come fosse il tuo cubo, Lo sapevi già. Nel tuo cubo hai creato una tua immagine incredibilmente precisa e sottile: le sue dimensioni, la sua collocazione e il materiale di cui è fatto riflettono, come uno specchio, il modo in cui ti vedi, quello in cui rappresenti te stesso e le tue relazioni.

Osserva di nuovo il tuo cubo. Probabilmente sarai sbalordito dalla rivelazione, dal suo aspetto familiare e sorprendente al tempo stesso. Il cubo è in grado di dirti cose che non sapevi di sapere. Il cubo rappresenta la tua assoluta individualità. Non esistono due cubi uguali. Se vuoi averne una prova, proponi il gioco a un tuo amico. Sarai stupito dalla diversità delle visioni e dalla precisione dei dettagli. Quello che segue è solo un piccolo elenco di differenti immagini di cubi raccolte in tre anni di gioco. Abbiamo visto cubi

• d'alluminio, di 2 m per lato • di spugna, alti 4 cm • di vetro infrangibile e antigraffio, di 80x80x80 cm

• di ghiaccio • grandi come un isolato, con i lati di dimensioni diverse e

scuri all'interno • di diamante scintillante, grossi come un pugno • di formaggio, più grandi della luna • di cotone, morbidi e batuffolosi • blu e supercomputerizzati • d'acqua degli abissi oceanici e di 10 cm per lato • di vetro trasparente, con all'interno rocce e cascate • di lucite, in bilico su uno degli spigoli • d'acciaio, grandi come mezza casa, galleggianti • a dado, di ogni dimensione • di Rubik, di tutte le taglie • di limonata rosa ghiacciata, di 2x2x2 cm • d'alluminio finestrati e con gente che ci vive dentro • di teli di garza mossi dal vento • di carta • con un prato d'erba in cima • di nuvole • di luce

Non c'è bisogno di uno psicologo per capire il proprio cubo. Infatti, come accade con i sogni,

solo noi stessi siamo in grado di capire davvero il nostro cubo Perché il cubo è un messaggio che l'Io manda a se stesso. Ogni volta che viene osservato esso rivela sempre più cose, sempre più dettagli. Anche a distanza di mesi, all'improvviso, può arrivare una piccola rivelazione. Quelli che seguono sono alcuni suggerimenti e alcune domande che possono servirti a guidarti nel profondo dei misteri del cubo e di te stesso.

Quali sono le sue dimensioni?

Le dimensioni del cubo possono essere in stretto rapporto con quelle dell'individuo

che lo immagina, ma possono anche non aver nulla a che fare con la sua taglia.

È accaduto che un imponente ex pugile avesse un cubo sorprendentemente piccolo; ma fatto di titanio ultraresistente e trainato da un aereo da guerra supersonico e invisibile. (All'età di vent'anni l'uomo in questione riuscì a scappare da un campo di concentramento sovietico).

Si potrebbe dire che le dimensioni del cubo rispecchino la stima che ciascuno ha di se stesso. Ma anche questo non è del tutto corretto. Il tuo cubo infatti può essere minuscolo ma fatto di materiali preziosi - oro e diamante - oppure contenere il segreto della vita.

Una signora canadese madre di tre figli visualizzò il proprio cubo come un piccolo semplice

dado poggiato sulla sabbia Eppure esso mostrava il lato con il numero uno! (Il dado suggerisce anche l'idea di rischio e quella, connessa, di fortuna.)

Talvolta le dimensioni possono essere anche un ottimo travestimento, o un bluff.

Un poliziotto piccolo e un po' bullo, ma dal cuore generoso, immaginò un cubo così grande che oscurava l'intero orizzonte. Tuttavia esso non era null'altro che un miraggio: praticamente «aria fritta». Un'artista dell'ex Jugoslavia morì dal ridere quando realizzò che il suo piccolo cubo - dello stesso colore della sabbia in cui era mezzo sepolto - esprimeva perfettamente la sua attitudine a non farsi notare per vivere indisturbata.

Di solito si può affermare che più il bambino è piccolo e più il suo cubo è grande. Non a caso quando si è molto piccoli, il proprio ego invade e divora il mondo intero. La crescita è un processo lungo e faticoso in cui si scopre che esiste un immenso mondo esterno e che in questo mondo bisogna cercare il proprio posto. Le dimensioni del tuo cubo esprimono allora la complessa verità sul risultato di questa ricerca. Non esistono misure «giuste» ma solo una varietà infinita di proporzioni e prospettive. Un cubo molto grande può indicare un Ego molto sviluppato, ma anche una molteplicità di interessi, come se l'Io tenesse dentro di sé una grossa fetta di mondo.

Può anche esprimere una forte inclinazione per l'introspezione: come se la persona guardasse alla propria interiorità alla stregua di una realtà da studiare e di un mondo da esplorare. Un cubo molto piccolo può invece significare che l'attenzione è diretta a ciò che è molto vicino, oppure può essere indice di una personalità molto estroversa e aperta a «ciò che sta fuori». Ma può darsi anche che la persona si senta sperduta, oppure che si consideri come un piccolo segreto. Un cubo di media taglia può significare accettazione della normalità, accettazione del proprio posto nel mondo. Può anche stare a significare che le dimensioni, in fondo, non sono così determinanti e che ciò che è davvero importante è quello di cui siamo fatti.

Di che materiale è fatto?

Il materiale di cui è composto il tuo cubo è l'elemento più evocativo, il più sensuale e il più rivelatore di tutto il tuo autoritratto. È come se la superficie del tuo cubo fosse quella della tua anima. Essa può rivelarsi aperta al mondo oppure può mostrarsi dura e respingente.

• Il tuo cubo è trasparente, traslucido, oppure opaco?

• È morbido o duro? scintillante o satinato? fragile o resistente? poroso o liscio?

• La sua superficie è riflettente? (E se sì, che cosa riflette?)

• Di che colore/i è? È un colore cangiante?

• È uguale su tutti e quattro i lati? • L'interno e l'esterno

sono dello stesso materiale? L'interno del tuo cubo rispecchia come ti senti dentro.

• È pieno o vuoto? • È compatto oppure presenta delle aperture? • È scuro o luminoso? • È resistente o tenero? • È familiare o sconosciuto?

Riflettere sulla composizione interna del tuo cubo può spiegare

quanto leggibile e chiaro, quanto afferrabile, quanto fragile tu sia.

E altro ancora.

(Il vetro richiede che vi si guardi attraverso. L'erba e il cotone vogliono essere toccati. La roccia e l'acciaio affermano il proprio peso. Il mattone chiede di essere abitato. Il diamante abbaglia con la propria luce.)

Il materiale del tuo cubo è

• naturale o artificiale? • tecnologico o artigianale? • resistente o friabile? • raro o comune?

Può essere disciolto,

ammaccato, graffiato, scheggiato?

Può essere manipolato,

assorbito, tirato, crepato?

E tutto ciò in che modo parla di te?

Dove si trova?

Il posto che il tuo cubo occupa nel deserto - in relazione alla sabbia, al cielo, all'orizzonte e al livello del suolo - dice molte cose su di te.

• Sei a contatto con il terreno, ben calato nella realtà quotidiana?

• Sei semi-sepolto nella sabbia? • Sei affondato in un avvallamento profondo? • Oppure sei su un'altura, al di sopra di ogni cosa? • Hai «i piedi per terra», o ti innalzi sino al cielo? • Navighi forse sospeso a mezz'aria, con «la testa

fra le nuvole»?

Come fanno i grafologi e gli astrologi, potremmo «leggere» la posizione relativa del tuo cubo identificando tre differenti zone. La posizione al di sopra dell'orizzonte rappresenta il regno della mente e dello spirito, oppure l'ambizione e le aspirazioni.

La posizione lungo la linea dell'orizzonte o a contatto con la sabbia rimanda alla realtà tangibile e pratica. Quella al di sotto della linea dell'orizzonte o semi-affondata nella sabbia esprime il regno dell'inconscio e degli istinti, ma anche la famiglia, la tradizione e il proprio passato. Se il tuo cubo si trova vicino e in primo piano nella scena ciò può indicare che ti senti vicino agli altri, che lasci che essi si avvicinino a te; viceversa, che hai bisogno di spazio e solitudine Però potrebbe anche suggerire che la tua attenzione è diretta al «qui e ora», alla realtà presente. Se invece il cubo è lontano, può darsi che ciò riveli un atteggiamento lungimirante e distaccato. Ricorda: solo tu puoi interpretare il tuo cubo sino in fondo.

Cosa significa allora se il tuo cubo è in bilico su di un vertice, o su di uno spigolo? E se gira lentamente? Se dondola? Se è pesante, eppure sospeso a mezz'aria? Se è sepolto sotto la sabbia? Se sta sul palmo di una mano?

(Altri strumenti di interpretazione del tuo cubo si trovano nel «Vocubolario», a pag. 152.)

La scala rappresenta i tuoi amici

Questo è il simbolo più misterioso di tutto il gioco. Non è in fondo tanto difficile capire che il cubo sei tu o che il cavallo è chi ami, ma che i tuoi amici siano una scala, sembra davvero strano. Una cosa è certa: questo gioco rivela e mette in luce l'importanza degli amici, che sono secondi solo a te e vengono addirittura prima di chi ami. Nel deserto, all'alba, la scala è sola insieme al cubo, talvolta lo sostiene, oppure vi è appoggiata. Talvolta gli è semplicemente a fianco.

Può darsi che serva a raggiungere il cuore del cubo, o a salirvi sopra. Oppure che lo aiuti a collegarsi alla terra, o al cielo. Ma può anche darsi che la scala resti lontana dal cubo, che lo abbandoni. Che non serva a niente. Questa immagine ci rivela un altro segreto a proposito degli amici: La scala è infatti un simbolo spirituale. Nel sogno di Giacobbe essa metteva in comunicazione la terra e il cielo.

Ed egli sognò di una scala posta sulla terra ma che giungeva sino al cielo. E contemplò

gli angeli di Dio, che salivano e scendevano da essa. (I tuoi amici sono angeli custodi?)

Una scala nella chiesa del Santo Sepolcro, a Gerusalemme, è posta a significare la discesa compassionevole del Cristo sulla terra e il suo ritorno al cielo, allo Spirito. I buddisti, man mano che la loro anima evolve, salgono su una scala d'arcobaleno fatta di sette raggi sacri, ciascuno di un colore diverso. E così ogni scala - sia essa galvanizzata, esposta alle intemperie, chiazzata di vernice o anche sdraiata per terra - è segretamente un aiuto spirituale o anche pratico. Del resto, una scala è sempre una scala, anche se nessuno ci monta sopra.

Lo scopo nascosto dell'amicizia è quello di aiutarti a salire. Di farti crescere, dentro e fuori. Ma anche di riportarti a terra, se sei un sognatore. In che direzione ti portano le tue amicizie? Quanto in alto ti conducono? Dove stai andando? I tuoi amici ti stanno aiutando ad arrivarci?

Un uomo che lavorava nel mondo piratesco degli agenti cinematografici di Hollywood vide una scala nera a chiocciola che si incurvava dentro la sabbia. «È vero, non ho amici» confermò. «Ho imparato che non posso fidarmi di nessuno, solo della mia famiglia e di me stesso.»

Quanto è lunga la tua scala? Quanti scalini ha?

E tu hai molti amici o ne hai pochi?

La scala antincendio di un uomo era infinitamente lunga e conduceva sino al cielo. (Quell'uomo aveva un mucchio di amici che effettivamente gli avevano salvato la vita.) La scala di sua moglie invece era una semplice ma robusta scala a pioli di legno, con solo tre o quattro pioli: i suoi migliori amici.

La tua scala è più alta del tuo cubo? Sei tu che ti prendi cura dei tuoi amici o sono loro che assistono te? Oppure siete sullo stesso piano? La scala è solida,

è ferma, oppure è instabile?

È per caso scavata in un lato del cubo o magari conduce proprio nel suo centro? Forse la scala è appoggiata al muro. Magari è solo lì vicino, oppure giace distesa per terra. Può darsi che galleggi capovolta o che sia infissa nella sabbia. Può essere che scenda fino al centro della terra o che si perda nell'infinito del cielo. La tua scala è fatta di

acciaio temperato, legno dolce o stagionato, corda robusta e flessibile, alluminio saldato?

Il materiale di cui è fatta ti rivela qualcosa sui tuoi amici?

Se in nessun modo ti sembra che la scala ti parli dei tuoi amici, considera un'altra possibilità: la scala potrebbe anche rappresentare

la tua famiglia, le tue origini: la scala delle generazioni. La scala di una donna, tenuta insieme da corde annodate e fradicia dell'acqua della tempesta, era poggiata contro al suo cubo di vetro ed era così pesante da mandarlo in frantumi. «I miei amici non mi farebbero mai questo» protestò la donna. Però sua madre sì. La scala di legno di un uomo era poggiata a terra, e aveva un piolo rotto. Non solo suo fratello era morto in un incidente stradale. Anche un suo amico si era suicidato. «È una di quelle vecchie scale a pioli appese in garage che solo il nonno sa come tirare giù, quando deve salire sul tetto per salvare il gattino che non riesce più a scendere» disse un uomo. I suoi migliori amici erano per lui

come membri della sua famiglia e suo nonno era il suo migliore amico.

La scala è fatta dello stesso materiale del cubo? E se no, qual' è la differenza?

Una donna il cui cubo era una nuvola aveva una scala di sabbia scintillante che lo metteva in comunicazione con la terra. I suoi amici forse le sembravano molto realistici, ma certo non erano noiosi. Un pianista jazz, un Cancro, aveva una scala fatta d'acqua, come se conferisse alle amicizie la fluidità dell'improvvisazione (e sua moglie diceva che mettersi in comunicazione con lui era come nuotare controcorrente).

Quando tutto ti sembrerà più chiaro scoprirai che di tutti i cinque elementi che compaiono nel deserto, la scala è quello che conserva più a lungo il suo enigma. Essa ha qualcosa di stupefacente e affascinante. Anche nell'amicizia, del resto, c'è molto di più di ciò che appare.

(Fai riferimento al «Vocubolario» di pag. 152 per altre indicazioni che servano a svelare l'enigma della tua scala.)

Il cavallo è la persona che ami

Ora siamo su un territorio più familiare. Ogni ragazzina di undici anni sa bene, anche se forse non ne è consapevole, che il cavallo è un simbolo sessuale: una potenza indomita su cui montare, un'innocente onda in cui si mescolano gioia e vitalità animale e che si presenta da sola prima di apparire nelle sue spoglie umane. La persona che ami è l'animale nella tua vita: l'incarnazione e la personificazione dell'animale che è in te. Ma in questo c'è anche molto più della sola sessualità, poiché un amante, come un cavallo, può essere

il migliore amico, colui che ti protegge,

un giocattolo da coccolare, una peste indemoniata, un rinnegato, colui che dipende da te, una bestia da lavoro, una macchina da guerra.

L'amante è colui o colei che può portarti là dove da solo non saresti giunto mai,

può essere docile e disciplinato, orgoglioso e selvaggio, può scappare via con te, può scappare via da te, può calpestarti, può volteggiarti intorno o essere solo di passaggio

Il cavallo è chi ami così come tu lo vedi. Ne riconoscerai i colori, il cibo e il comportamento. Se il tuo cavallo è di un genere definito,

maschile o femminile ciò non riguarda le tue preferenze sessuali, ma è un segno delle qualità del tuo amante tradotte nel linguaggio degli antichi pregiudizi. La persona che ami, indipendentemente dal suo sesso, è audace, sicura, avventurosa? La ami per la sua resistenza e per la sua tempra o per il suo affetto accogliente? Se non hai nessuno in questo momento, allora il cavallo potrebbe essere il tuo amante ideale,

quello passato, o quello potenziale.

Che tipo di cavallo è il tuo?

Un fiero purosangue? Un destriero arabo? Un mustang selvaggio? Un pegaso alato? Un pony? Un cavallo da battaglia? Una bestia da soma?

Un cavallo comune? Un uomo (la cui fidanzata impazziva per il ballo) vide un cavallo grigio di Lipizza. Il marito di una donna alta, timida e fulva, s'immaginò un unicorno dorato. Il cavallo più triste mai descritto era quello di un uomo solo ai cui annunci sul giornale, nella rubrica dei cuori solitari, non rispondeva mai nessuno.

Egli vide un cavallino di legno.

Il tuo cavallo è

nudo e libero? sellato e bardato? ingioiellato e adorno? imbrigliato per il traino?

E tu come vedi il tuo amante? Selvatico? Indipendente? Addomesticato? Rispettoso? Magnifico?

Dove si trova il tuo cavallo?

Sul cubo? Nel cubo? Gli corre intorno? Si riposa alla sua ombra? E' fermo lì vicino, oppure lontano? Un'agente di borsa superimpegnata, che aveva un fidanzato molto appariscente, vide il suo fiero cavallo assai lontano, sullo sfondo: un'immagine esatta delle priorità nella sua vita.

Un'altra donna, che da bambina era stata oggetto di violenza sessuale

ma che era riuscita ad avere un matrimonio felice, si vide saltare dalla cima del cubo sulla groppa del suo stallone nero, il quale la condusse all'interno del cubo stesso, là dove da sola non aveva avuto il coraggio di avventurarsi. Un adolescente il cui impeto aveva già spaventato più di una ragazza vide il suo cavallo in trappola sulla cima di un cubo alto come una scogliera, che minacciava di buttarsi giù.

L'interazione tra il cavallo e il cubo parla della tua relazione affettiva così come la vedi tu, nel profondo del tuo cuore. Forse non è sempre come vorresti che fosse. Ma è sempre vera, per te. La persona che ami può vedere le cose diversamente.

Due persone che si amano possono giocare al Cubo insieme. Sicuramente le loro visioni non si influenzeranno reciprocamente. La visione è sempre la propria, assolutamente unica e personale. Questa è la magia del gioco. Ma se fai il gioco alla persona che ami sii preparato all'imbarazzo di quando si arriva al cavallo. Quello che scoprirai potrebbe farti molto piacere o darti molto fastidio.

Una donna, i cui figli privatamente ammisero che era lei, in casa, a portare i pantaloni, giocando seduta accanto al marito descrisse un piccolo, docile cavallo rannicchiato ai piedi del cubo. Un'altra donna, con il suo fidanzato accanto,

vide un cavallo dei cartoni animati. (Lui in realtà era davvero buffo.) Un compassato signore britannico vide il suo cavallo come un cammello e disse: «Uno splendido animale! (dopotutto siamo o non siamo nel deserto?)». Una volta che il segreto gli fu rivelato, osservando sua moglie, commentò con spirito: «A guardar bene anche lei ha due protuberanze!». Una donna, molto romantica, vide lui come un fiero stallone arabo nero ricoperto da una gualdrappa regale adorna di gemme (in effetti l'uomo aveva i capelli neri e assomigliava un po' al principe Carlo). Un altro uomo disse: «È un palomino, ma è così lontano dal cubo che non esiste praticamente relazione tra i due». Tuttavia la sua ragazza, dai lunghi capelli neri, gli stava proprio accanto.

Intanto i tre figli biondi dell'uomo correvano per la casa, giocando e ridendo. Assomigliavano proprio alla loro madre - l'ex moglie di quell'uomo.

Se il tuo cavallo non assomiglia per niente alla persona che ami nella realtà;

se è molto lontano; se il tuo cubo riflette soltanto il passaggio del cavallo, se nonostante tutti gli sforzi non vedi alcun cavallo; se ci sono due cavalli, o se il tuo cavallo si trasforma nel corso della visione; se il tuo cavallo è più vicino alla scala che al cubo...

... cosa può significare tutto ciò?

(Per altri spunti sulla figura del cavallo, consulta il «Vocubolario» a pag. 152.)

La tempesta rappresenta i guai della vita

Questo lo sapevi già, non è vero? La tempesta è un simbolo tanto classico da apparire banale. Basta pensare a tutti i cataclismi nei vecchi film, quando la pioggia sferza i vetri delle finestre, e tuoni e fulmini interrompono le liti degli amanti o coprono le grida disperate della donna. La cosa sorprendente, però, è ciò che la tempesta permette di scoprire. Fino a ora, nella nostra scena tutto è stato immobile, serenamente surrealistico. Solo il cavallo si muoveva, e in alcuni rari casi anche il cubo. In media la relazione tra di loro

appariva statica ed eterna. La tua vita assomigliava più a un'istantanea che a un film d'azione. La tempesta - la carta degli imprevisti - mette tutto in movimento. L'equilibrio è sconvolto. All'improvviso c'è qualcosa di pericoloso. Si crea la suspense, un intreccio! Il cubo sarà folgorato da un fulmine? La scala si metterà a volare? Il cavallo riuscirà a trovare un riparo? Così come nei momenti di crisi emerge il tuo vero carattere, nello stesso modo la tempesta mette alla prova te, i tuoi amici e la persona che ami: si vedrà chi protegge cosa, chi resisterà e come tu stesso affronterai il destino. A volte invece non succede nulla di tutto ciò. Molti di noi rifiutano la sfida

rappresentata dalla tempesta, tenendola lontana, all'orizzonte o anche oltre. Se la tua tempesta è modesta, o se ne sei estraneo, probabilmente il tuo motto è: «Non c'è problema!». Questo può essere un ottimo segno. Vuol dire che ti senti al sicuro e in piena forma.

«La tempesta è alle mie spalle» disse un'artista con decisione. Si era disintossicata già da otto anni. Nove anni prima una tempesta della vita l'aveva fatta naufragare su un'isola deserta, alcolizzata e a pezzi. Ora ha trovato un porto sicuro: il suo lavoro, un uomo, e una figlia meravigliosa.

D'altro canto, forse, ignorare la tempesta è come negare testardamente che ciò possa capitare anche a noi.

Non bisogna essere troppo severi. Il meccanismo di negazione fa parte del sistema immunitario dell'anima, che allontana le cattive notizie, per costruire la propria buona sorte con la forza di volontà. E tuttavia ci sono volte in cui il negare può uccidere.

A un uomo di 42 anni che fumava due pacchetti al giorno fu detto che aveva un inizio di enfisema. Egli ignorò i consigli del medico. La sua tempesta ovviamente era lontana, annidata nel fondo dei suoi polmoni.

Prima o poi, in ogni vita, la tempesta arriva. Se la tua è ancora lontana ringrazia Iddio. E pensa a inchiodare bene le assi del tetto.

Una tempesta all'orizzonte è un appuntamento con i guai. Tu sai che tutto è là che ti aspetta, ma almeno non è ancora qui, e sai anche che forse tutto potrebbe andare avanti come ora.

Un uomo di 76 anni, in buona salute, nove anni dopo un intervento al cuore, pensò che la sua tempesta fosse la morte: non era così lontana ma aspettava il momento opportuno. Egli la teneva sott'occhio e si crogiolava al sole.

E invece, se la tempesta entra in scena con tutta la sua potenza - vortici di sabbia, pioggia battente, lampi e saette - come ti comporti? Come affrontano la tempesta il cubo, la scala e il cavallo? E la affrontano uniti o separati?

Una donna il cui cubo

era una tenda fatta di tela leggera vi portò dentro la scala e il cavallo per ripararli dalla tempesta, mentre le pareti della tenda si gonfiavano come le vele di un vascello. (Da tenere presente che la donna era una veterinaria, romantica e materna.) Un uomo che confidava solo nella sua famiglia piazzò il suo cubo di diamante su una collina di sabbia, piantò i fiori lì vicino, mentre il suo cavallo, un unicorno, correva in circolo intorno a loro. Al di fuori del cerchio magico, descritto dalla corsa dell'animale, infuriava la tempesta, un vorticoso muro di sabbia. Forse è a causa del suo mestiere di scrittrice che una donna si era descritta come una specie di spettatrice passiva. Il suo agile cavallo schivava

un pericoloso tornado nero e la sua scala girava vorticosamente a gambe all'aria, mentre il suo cubo di acciaio lucidato semplicemente rifletteva tutto ciò. Una giovane madre dal cuore tenero incline al piacere e ai divertimenti vide il suo cubo come un'oasi, con tanto di palme, bar e piscina. Poi vide una tempesta di sabbia abbattersi sull'oasi provocando molti danni. Poi ogni cosa venne liberata dalla sabbia e i fiori sbocciarono di nuovo. Proprio come una bambina quella donna si arrabbiava facilmente, per dimenticare tutto poco dopo.

Il cubo tende a sopravvivere senza danni alla tempesta, a meno che negli ultimi due anni non abbiate subito dei grandi traumi.

Dopo un matrimonio andato in frantumi

(nessun rapporto sessuale per diciotto mesi) e un divorzio sofferto, il cubo di un uomo si allagò. Dopo la tempesta il pavimento del cubo era coperto d'acqua: lacrime non versate o desiderio frustrato? Una ragazza di 24 anni stava esitando se lasciare o meno il suo fidanzato che non sentiva vicino come avrebbe desiderato. «C'è un tuono, poi un lampo, la pioggia. Il cavallo scappa via. Il cubo... affonda.» Solo la scala stagionata rimase nella sua posizione orizzontale sospesa a mezz'aria: un parente su cui contare o un vecchio amico. Un uomo di 68 anni, ridotto sul lastrico, dovette cedere la sua attività e rassegnarsi a smettere di fare le cose di testa propria. «La tempesta è qui» disse.

«C'è un gran vento.» E del suo cubo (un dado da gioco), che ne era stato? «Sparito. Portato via dal vento.» «La tempesta spazza via ogni cosa» asserì con certezza una signora anziana, agitando davanti a sé le mani. «La tempesta stravolge completamente il paesaggio.» (La sua scala era fatta di rami legati e non aveva niente a che fare con il cubo.) Quando le venne svelato il segreto, disse: «E' naturale. Sono sopravvissuta all'Olocausto». Ma tutti i suoi amici e la sua famiglia erano stati sterminati.

Sia che la scala resti immobile o che venga sollevata da terra, oppure ancora che venga abbattuta, in ogni caso ciò parla di come le disgrazie si riflettono sulla relazione tra te e i tuoi amici. I tuoi amici ti stanno accanto? Si appoggiano a te?

Si librano su di te? Avete mai condiviso una difficoltà? Chi ne ha passate di più e chi se l'è vista peggio? Il comportamento del tuo cavallo nella tempesta può essere sin troppo familiare, e così anche il modo in cui tu reagisci.

«Il cavallo è completamente impazzito!» «Ha perso la strada.» «Si è nascosto sotto al cubo.» «Vola alto nella tempesta.» «Stai scherzando? Se ne è andato!» Un lato del cubo di una donna era fatto di tanti pezzetti di specchio che brillavano tutt'intorno e spaventavano il cavallo. (Lei è convinta che i problemi vadano affrontati, ma ammette di essere un po' drammatica. Suo marito invece,

propenso a infilare la testa nella sabbia, l'ha sempre accusata di ingigantire e di esagerare ogni cosa.)

A parte i disastri veri e propri le tempeste non sono poi così negative. I tempi duri almeno ci avvicinano gli uni agli altri, mettono a nudo le verità e rivelano le risorse interiori che non si sapeva di possedere. E in più portano l'acqua nel deserto.

Una donna vide la sua tempesta come una grande nuvola nera che campeggiava al di sopra del suo cubo lanciando fulmini e saette. Lei disse che le sue sofferenze interiori si erano rivelate illuminanti e che erano state la scintilla della sua crescita. Il matrimonio di un'altra donna era terminato con un divorzio turbolento, che l'aveva lasciata sola e senza figli.

La sua tempesta di sabbia aveva completamente sepolto sotto una morbida duna il suo cubo ricoperto di specchi.

Alla fine due fiori rossi erano spuntati, gloriosi, sulla sommità.(Per altre indicazioni sulla tempesta, consulta il «Vocubolario» a pag. 152.)

I fiori sono i bambini

Che i fiori vengano dopo la tempesta è una verità che ogni donna che ha messo al mondo almeno un figlio sottoscriverebbe senza esitazione. I bambini sono la ricompensa per la sopravvivenza, le rose quando cala il sipario, l'insopprimibile rinnovamento della vita... e il rischio finale. La loro carne è tenera come i petali dei fiori e altrettanto fragile. «Sono responsabile della mia rosa» diceva il piccolo principe di Saint-Exupéry. Ecco come i genitori descrivono i loro fiori,

deliziati dalla loro bellezza e al tempo stesso consapevoli del proprio compito. Le persone che hanno dei figli (o che vogliono averne) di solito collocano i loro fiori all'interno del cubo, o nelle immediate vicinanze, ben riparati dalle sue pareti, al sicuro dalla tempesta.

Una veterinaria di indole romantica aveva adottato due bambine e all'interno del suo cubo fatto di tenda aveva posto un vaso con splendidi fiori. Un musicista reggae (che sperava di avere due figli) vide due rose dal lungo stelo crescere all'ombra del suo cubo verde. Il cubo di una madre che faceva il medico era circondato alla base di margherite,

disposte su un prato verde, ben protette da un'immacolata staccionata bianca.

Talvolta il cavallo ha il compito di proteggere: in tal caso il partner è visto come uno scudo, una difesa.

Più di un padre ha descritto i propri fiori come una ghirlanda posta intorno al collo del cavallo, aggiudicandoli alle madri come fossero un ornamento o un trofeo in quella corsa a premi che chiamiamo vita. Un uomo, con grande sgomento, vide il suo cavallo che faceva la pipì sui fiori! «Ehi, cosa vorrebbe dire?! Che mia moglie disprezza i nostri figli?»

No, anzi. Semmai, nella stralunata logica dei sogni, lei li sta annaffiando, con il suo corpo sta dando loro l'acqua per farli crescere. Il fiore di una donna era cresciuto proprio al di sotto del suo cavallo: un pegaso bianco e alato, sospeso a mezz'aria. Il cubo di suo marito invece teneva i suoi fiori vicini, anche se, per lui, era piuttosto lei - l'unicorno che correva intorno - a creare una zona di remora dall'infuriare della tempesta.

Questo atteggiamento protettivo può durare anche quando i figli sono cresciuti, specialmente se i genitori li aiutano con dei soldi o se i ragazzi abitano ancora in casa.

Un uomo già in pensione aveva un cubo simile a una casa. Due fiori erano

nel vaso in una finestra del primo piano. Dei sei figli già grandi che aveva avuto, due gli erano molto cari. Erano i due che tornavano a casa in ogni occasione. Egli in realtà non li aveva mai lasciati andare. Una donna avrebbe voluto che i suoi figli, due ragazzi in gamba sui vent'anni, fossero in grado di cavarsela da soli. Ma uno dei due viveva ancora a casa ed era senza lavoro. I suoi fiori, di un rosa luminescente, risplendevano nel buio dell'interno del cubo mentre pendevano dal soffitto (o forse sarebbe stato meglio dire: di-pendevano). Alcuni genitori dispongono i loro fiori in una piccola oasi separata, in una tenda da giardino

o in una radura. Oppure li fanno galleggiare in una pozza di ninfee. Altri vedono dei fiori di cactus, luminosi come fiamme, cresciuti al di sopra di migliaia di spine. La loro bellezza valeva la pena. Una donna che veniva da un divorzio, madre di un figlio, disse che il cavaliere del suo cavallo era stato ucciso da un fulmine nella tempesta. I fiori crescevano sulla sua tomba.

D'altro canto, le persone senza figli (e senza alcuna fretta di averne) tendono a immaginare che i fiori crescano selvatici, fuori, tutt'intorno. Di solito sono gli stessi che asseriscono che i fiori

sopravviveranno alla tempesta senza l'aiuto di nessun altro elemento. I loro fiori hanno la tendenza a essere generici, indistinti, mentre quelli ideati da chi ha figli sono più assortiti e vengono descritti con maggior cura. Vi sono persone senza figli che amano e osservano i bambini. Alcuni non hanno potuto averne. Mentre per altri ciò non ha affatto importanza.

«Vorrei che i miei fiori fossero grandi e vermigli, ma non lo sono» disse un poeta (e di rado i poeti hanno figli). «Sono fiori selvatici, gialli e bianchi, molto piccoli e rari da quelle parti.» Una zia amorevole, invece, vide un campo di vispe margherite! «Io odio i bambini» disse un agente letterario tuttavia il girasole,

posto tra il cubo e la scala, cresceva rigoglioso, avvolgendosi in spirali sino al cielo. «Devono essere i miei clienti.» Non sempre i tuoi fiori devono rappresentare la carne della tua carne. Forse tu saprai stabilire se essi sono i tuoi progetti, le tue idee, i tuoi pazienti o magari solo i tuoi gattini. Qualsiasi cosa insomma che riceva da te un nutrimento, anche solo spirituale, e ravvivi con la sua presenza il deserto.

(Altri spunti sui fiori si trovano nel «Vocubolario», a pag. 152.)

Il deserto è il mondo

Non ci eravamo mai domandati quale fosse il significato del deserto finché qualcuno non ce l'ha chiesto. Avevamo semplicemente creduto che il deserto fosse solo un luogo neutro; niente più di una pagina bianca, lo sfondo su cui immaginare il proprio cubo. Ma poi abbiamo cominciato a notare che anche l'immagine del deserto viene vissuta in modi del tutto differenti. Per alcuni è un luogo proibitivo, arido, ostile e senza vita. E la sola cosa viva che vi cresce sono i cactus.

(Un bambino di otto anni impegnato a combattere il cancro vide un cactus che sputava fuoco contro il suo cubo.

Questo era una scatola di giocattoli che si apriva e rispondeva al fuoco con un getto d'acqua!)

Alcuni vedono il fatto che il deserto sia del tutto spoglio e vuoto, come un aiuto in termini di efficienza, di indipendenza e di chiarezza, o di consapevolezza spirituale. Per altri ancora è un luogo accogliente e lussureggiante. Nomini il deserto e loro pensano subito all'oasi. Per loro le dune sono sensuali, e spesso aggiungono una palma perché la scala possa appoggiarvisi o per dare ombra ai fiori.

Una donna vide il deserto di sabbia come fosse una spiaggia. Un'attrice equipaggiò il suo deserto con un Astrodomo, un luogo fantastico

dove potersi godere indisturbata i fuochi d'artificio della tempesta.

Il deserto, ovviamente, è il mondo così come appare a te: è il palcoscenico vuoto della tua esistenza, un Sahara che non puoi cambiare o un Gobi che puoi trasformare in una casa confortevole. i cactus possono essere terribili nemici, miraggi, seducenti illusioni. Le oasi mostrano la strada verso le sorgenti della fortuna e dell'amore.

Parte Terza

Come far fruttare il Cubo

Ora puoi vedere come mai, più che un semplice gioco, il Cubo sia un mezzo di divinazione, uno strumento mistico per analizzare e cambiare la tua vita. L'autoconsapevolezza è potere. Solo quando sei in grado di guardare dritto nella tua personale verità allora puoi amarla,

riderne, dimenticarla, migliorarla, cambiarla e finalmente viverla sino in fondo.

Il Cubo non mente e non esprime giudizi. Quello che vedi è ciò che hai, ed è più di quanto tu pensassi.

Sei sorpreso dall'arte, dall'umorismo e dalla saggezza con cui è stato tratteggiato il tuo Cubo? Hai semplicemente incontrato la tua immaginazione. Ciascuno di noi la possiede, e vive in essa, nel profondo, una vita privata e misteriosa. Il Cubo si esprime utilizzando quel linguaggio e ne evoca le immagini indipendentemente dal fatto che tu consideri te stesso dotato o meno di immaginazione. Il Cubo è un telefono magico per quel meraviglioso altrove che è in te stesso e nelle persone che ami. Qui di seguito troverai alcuni modi per evocare il potere del Cubo e riceverne autoconsapevolezza e guida, da solo o con qualcun altro.

Conosci te stesso

Prima di tutto, un fatto semplice ma importante: nessuno odia il proprio cubo. Se qualcuno ti dicesse «descrivi te stesso», faresti una lista delle cose che ami e di quelle che non ami. Ma il tuo cubo non ha né pregi né difetti... ha solo qualità concrete. E ogni qualità

- che il cubo sia duro o morbido, grande o piccolo, chiaro o misterioso, brillante o oscuro -

ha la sua propria bellezza, la sua strategia di sopravvivenza, e produce un suo proprio senso.

Il tuo cubo ti allontana dall'abitudine a giudicare te stesso, e dall'altra abitudine, così legata alla prima, che ti spinge a falsificare te stesso, pensandoti diverso da ciò che sei davvero. Proprio perché nasce nel profondo di te stesso il cubo è obiettivo e riflette un'immagine di te effettiva e fattuale, senza crudeltà né semplificazioni.

«Sì, è vero, sono dura, eppure le cose si riflettono in me con morbidezza» spiegò una donna il cui cubo era fatto di acciaio lucidato. «La gente in me riconosce la sua propria immagine, ma non può leggere cosa c'è davvero dentro di me. Il mio nucleo è denso e sepolto.»

Quella donna era molto divertita dalla trasparenza di una sua amica. Il cubo di quest'ultima era una serra di vetro e la sua vita interiore si svolgeva in piena vista. Era tutto vero: la sua amica non mentiva mai sui suoi sentimenti più intimi ed era persino abituata a girare nuda per casa!

Sei in grado di stabilire qual' è il miglior modo di essere? La questione in realtà non si pone. Il Cubo sposta la tua attenzione dal livello della comparazione a quello dell'unicità. Persino parole come «trasparenza» o «durezza» hanno un significato differente in ogni descrizione di cubo. E ogni punto di forza è tutt'uno con la debolezza, così come ogni vantaggio è al tempo stesso un limite.

Prova a elencare le qualità più appariscenti del tuo cubo. In che modo ogni qualità si rivela essere un vantaggio? E in che modo essa è anche un limite? Dopo aver giocato al Cubo, sei in grado di apprezzarti di più: in ogni aspetto del tuo cubo c'è qualcosa di notevole.

(Il Cubo può anche essere proposto a un gruppo di bambini o di ragazzini limitandosi magari al solo simbolo del cubo. Prima di rivelare il segreto sarà allora bene prendere appunti su ciò che i bambini dicono di se stessi, sottolineando gli aspetti divertenti, curiosi e positivi del cubo di ognuno. Quando il segreto sarà svelato ed essi sapranno di essere il proprio cubo, l'elenco di tali caratteristiche potrà essere consegnato a ciascuno di loro per aiutarli quando si sentono giù.)

Ti accorgerai di essere in grado di visualizzare i tuoi limiti con un certo grado di affettuosa ironia, in quanto parte di te stesso.

«Il mio cubo è nero, di marmo, e il suo lato misura 50 km: e io lo vedo dall'alto!» ammise ridendo un regista dell'Europa dell'Est. «La tempesta - una tempesta gigantesca è resa insignificante dalla mole del cubo.» Quell'uomo sapeva bene che il suo ego era in grado di sopraffare la gente. (E in effetti talvolta sul set poteva diventare un vero tiranno.) Ma allo stesso modo sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta nel suo paese e nel suo lavoro senza comportarsi così.

Qualche volta, tuttavia, il tuo cubo rivela dei tratti che vorresti cambiare: qualcosa che prima ti sembrava astratto o vago, ora appare chiaro nella visione. Ha perfino un colore, un peso. Magari un nome.

«Non me ne ero accorta» disse la donna il cui cubo era d'acciaio. «E' vero. Mi sono molto chiusa in me stessa. Non lascio che la gente si avvicini e non mostro quello che sento.»

Persino un cubo di granito non è fatto di pietra ma di semplice immaginazione, un campo in cui le trasformazioni sono ancora possibili. Su un aspetto di te che riesci a vedere chiaramente puoi lavorare con consapevolezza.

Cambiare se stessi

Tu non sei il tuo cubo per sempre, cioè come sei sempre stato e sempre sarai. Il cubo sei tu ora. Allo stesso modo l'intera visione dei cinque elementi è la tua vita di adesso. Cinque anni fa, il tuo cubo, la scala, il cavallo, la tempesta e i fiori, sarebbero stati qualcosa di diverso. Anche tra cinque anni essi non saranno più gli stessi. Certo le più grandi differenze sono tre: come si vede il cubo da giovani, come lo si vede da adulti e come lo si vede da vecchi.

Tu cambi, inevitabilmente. E, quindi, puoi cambiare. Come ogni cosa che fai, giocare al Cubo ti ha già cambiato, aprendoti una nuova prospettiva su te stesso. Gli scienziati sanno che la presenza dell'osservatore già di per sé modifica l'esperimento. E gli alchimisti sanno che lavorare su certe immagini agita gli aspetti sottili dell'esistenza. Chiamando in azione le forze sincroniche il Cubo può agire attraverso canali misteriosi.

Una donna vide una scala semplice, di legno sabbiato e ben proporzionata, galleggiare a una certa distanza dal suo cubo. «Sono capace di scegliere i miei amici,»

pensò «ma non sono davvero in contatto con loro.» Il giorno dopo due amici che non sentiva da mesi si fecero vivi.

Il modo più semplice per lavorare consapevolmente con il Cubo sta nel lasciare che esso ti giunga al cuore.

Conscia di aver preso l'abitudine di tenere per sé i propri pensieri e i propri sentimenti, la donna il cui cubo era tutto d'acciaio ora sta facendo uno sforzo consapevole per essere aperta e parlare di sé. L'uomo la cui scala era rotta e inservibile, risoltosi ad ammettere di avere avuto dei veri amici prima di arrivare a Hollywood, ci rimase molto male, soprattutto considerando

che alcuni dei suoi vecchi amici lo erano ancora.

Un altro modo consiste nell'immaginare come si potrebbe fare per trasformare il materiale del proprio cubo in qualcosa di gradevolmente diverso. Un avviso importante: non si può semplicemente prendere l'acciaio e farlo diventare vetro. Bisogna che la trasformazione venga da una sorta di «lavoro», un'operazione da compiere sul materiale dato. Per questo occorre riflettere e considerare il significato del lavoro.

Cosa potrebbe «ammorbidire» l'acciaio? (Il calore della passione! Il nucleo potrebbe fondere ed eruttare come un vulcano.) Se l'accondiscendenza a mostrarsi sconfina nell'esibizionismo,

come si potrebbe dare a una casa di vetro l'opzione della privacy, per non vivere sempre davanti agli occhi di tutti? (Che ne dite di un po' di tendine?)

Ora sai cosa manca nella tua vita: ciò a cui puoi aprirti e ciò di cui devi impadronirti. «Il solo guaio di questo gioco è che lo puoi fare una volta sola» ci disse con acume un amico. È vero. Se sai che il cubo sei tu non puoi più crearlo. Esso proverrebbe solo dal tuo ego, e non dalla tua anima. E ora che lo sai, hai perso la tua innocenza. Puoi solo speculare, senza saperlo davvero, su cosa il tuo cubo potrebbe essere

tra una decina d'anni. Ogni tentativo di cambiare il cubo (ben inteso, nell'immaginazione), seppure onesto e ben intenzionato, sarebbe frutto di uno sforzo e non di un libero gioco creativo. Ma ricorda che le immagini hanno una vita propria. Bisogna dare loro fede. Con lo sguardo della tua mente consulta ancora il cubo. Senza desideri. E senza pressioni. Osserva semplicemente. È sempre lo stesso? È cambiato almeno un po'? Lo ha fatto come tu speravi, o ha seguito una strada sua?

No, il cubo d'acciaio che fluttua nell'aria non si è aperto per rivelare il suo magico e misterioso contenuto. Però non è più d'acciaio. La sua superficie ora riflette nuvole che corrono veloci e piano, piano, ha iniziato a girare.

Il Cubo nelle relazioni interpersonali

Il dono di consapevolezza del Cubo non termina dove finisci tu. Giocando con gli altri - i familiari, i colleghi, gli amici e il partner - innanzi tutto ci si potrà divertire. Il Cubo insegna a vedere l'unicità di ciascuno di noi: esso rafforza la consapevolezza dei tratti che già sapevi di amare, rende giocoso il corteggiamento e ti suggerisce se l'amore ha una possibilità. Fornisce un punto di vista più interessante a partire dal quale approfondire la conoscenza di chi credevi di conoscere già, e in più - grazie alla scala o al cavallo - ti dice cosa gli altri pensano davvero di te. E sempre, naturalmente, è più che un semplice gioco. Ogni relazione,

vista sotto una nuova luce, non può mai essere la stessa. Puoi rendertene conto proponendo il Cubo in una situazione in cui alcuni si conoscono da molto tempo, mentre altri si incontrano per la prima volta. Come gioco di società il Cubo è un catalizzatore che può trasformare una riunione qualsiasi in un avvenimento che tutti ricorderanno. Stabilisci il deserto e fai in modo che ciascuno, a turno, descriva a tutti il proprio cubo. Poi ricomincia con la scala, poi con il cavallo... Se quando sarai alla tempesta sembrerà tutto troppo lungo e la gente comincerà a distrarsi parlando d'altro, allora segnala che mancano solo due oggetti e fai notare le curiose differenze. Non appena rivelerai il segreto

avvertirai un cambiamento. Come se una corrente d'aria fresca attraversasse all'improvviso la stanza. La prima risposta sarà la sorpresa accompagnata da risate imbarazzate, poi tutti si faranno pensierosi quando amici vecchi e nuovi si interrogheranno sulle loro figure e le coppie confronteranno i cavalli... Alla fine tutti saranno testimoni di alcune modeste rivelazioni e si sentiranno uniti da un sottile legame. Ricorderai quelli che hai incontrato con particolare piacere e tornerai a casa con un dono destinato a durare: una nuova consapevolezza di te stesso. Tra amici intimi il Cubo diviene un richiamo affettuoso,

un gioco privato, uno scandaglio, un'occasione per parlare. «Ah ecco, mi ero dimenticato di quanto è grande il tuo cubo!» «Non dirmi che il brocco è scappato di nuovo dal recinto!» Gli amici si confidano, si consolano l'un l'altro, si mettono in discussione, e il loro è un ruolo più antico di quello del terapeuta o del confessore. Il Cubo aggiunge a quest'intimità una ventata di aria nuova e un nuovo vocabolario. (Immagina di lamentarti della tua scala invece che di tua madre!) Può mostrarti quali problemi ha il tuo amico, e quale parte della sua vita lo addolora. Conoscendosi l'un l'altro nel profondo, si possono vedere nell'immaginario altrui

molte cose che possono essere usate come strumenti di guarigione. Occasionalmente, la tua scala rivelerà una dura verità a proposito dei tuoi amici: che non sono costanti, che tendono a prevalere su di te, che sono inaffidabili, che hanno grandi sbalzi d'entusiasmo, che non stanno andando da nessuna parte o che ti stanno prendendo in giro. Ora che lo sai sta a te decidere quello che vuoi fare in merito al valore dei tuoi amici, magari stabilire semplicemente che ti vanno bene così come sono. Il Cubo è solo uno specchio. __________ Hai appena incontrato qualcuno e stai domandandoti:

questa storia potrebbe andare avanti? Non dimenticare che tra le altre cose il Cubo è un eccellente rompighiaccio (e anche uno strumento di seduzione...). Ti consente di portare la discussione a un livello assai raro per un primo incontro, molto più di quanto non potresti fare parlando dei film appena visti o anche raccontando del proprio passato. In effetti con il Cubo più che di parlare del proprio passato si tratta di parlare dei propri misteri. Utilizzando il Cubo come un radar che trasmette le sue informazioni al cuore non ci si sente più lanciati in un volo cieco. Si può almeno capire a che altezza si vola, si ha un'anticipazione su cosa sarà bene aspettarsi, su ciò che lei o lui cercano in un partner, e si getta uno sguardo sulle immagini postume delle relazioni precedenti. Si potrà così sapere se la persona da conoscere è aperta oppure imperscrutabile, accondiscendente o rigida.

Si avrà così una forte immagine dello stile di una persona, un'immagine che parla all'anima e dice quello che l'istinto dice agli animali. È davvero quello che stavi cercando?

È una sorpresa deliziosa? Oppure non fa al caso tuo? O è addirittura l'invito a una catastrofe?

__________ Tra amanti, o tra coniugi, il Cubo può portare alla luce i conflitti mostrando senza mezzi termini - con l'intenso linguaggio dei sogni - quello che sente il proprio partner. Le differenze vengono allo scoperto e questo può servire a colmare le distanze.

Lei è un'inguaribile romantica e la sua scena è presa pari pari dalle Mille e una notte. Il suo destriero è ingioiellato,

altezzoso e regale, mentre quello di lui è, nel profondo della sua anima, piuttosto pratico: non un cavallo, ma un cammello! (Tu offriresti dei fiori a un cammello?) Nel suo intimo lei vorrebbe essere corteggiata e vezzeggiata e lui invece ammira la sua forza!

Spesso può essere una rivelazione (scioccante, terapeutica o stimolante) vedere le tue relazioni attraverso gli occhi di qualcun altro.

Una ragazza, molto tranquilla, aveva un ragazzo molto sicuro di sé. Il cubo di lei era grande e solido e aveva pareti imbiancate a calce verso cui si dirigeva il cavallo. Il cubo di lui invece era piccolo, di plastica, ben piazzato nella sabbia. All'orizzonte, lontano e alto,

il suo cavallo grazioso correva, senza nemmeno degnare di un'occhiata il cubo. Alla fine si sarebbe detto che quella sicura di sé fosse lei, non lui.

Il cavallo del tuo partner non solo ti mostra il posto che occupi nella sua vita e come ti percepisce, ma rivela anche l'ideale di persona a cui pensa, il ruolo che cerca di darti, che ti si adatti davvero o no. Ti ha visto bardato e sellato quando tu vorresti essere libero? Ti ha posto a grande distanza quando tu vorresti stargli vicino? Sembra che egli stia cercando un cavallo che non puoi essere tu? Una volta creata l'immagine, ogni cosa può essere messa in discussione. Persino le visioni del tutto contrastanti possono non essere un motivo sufficiente per arrendersi disgustati.

La chiave del cambiamento non consiste nel cercare di riarrangiare e modificare il senso delle tue parole per cercare di ricomporre l'armonia, ma semmai nel rendersi consapevoli dei bisogni e delle paure di ciascuno. Giocare al Cubo rende chiara ed evidente una verità che si dimentica troppo facilmente quando l'amore brucia oppure quando divampano le liti furibonde: il mondo non è mai come lo vedi tu. Non importa se l'amore è devastante o se vi amate da cinquantanni: restate comunque due persone separate. La persona che ami guarda con occhi che non sono i tuoi: due mondi che esistono uno accanto all'altro, due immagini, uniche e complete, dell'oasi dell'anima.

Parte Quarta

Cubi famosi

Una galleria di ritratti

Erica Jong

Autrice di best-seller come Paura di volare, Paura dei cinquanta, Paracadute e baci, Ballata di ogni donna ecc.

Il cubo

Oh, è un cubo di legno come quelli delle costruzioni dei bambini, e sui lati ha delle lettere disegnate in rosso, blu e giallo. È nel deserto, mi avvicino ma non mi riesce di leggere la parola formata dalle lettere, poi finalmente capisco che c'è scritto E-R-I-C-A, in rosso, blu e giallo: cioè nei colori primari, ma sbiaditi, perché il cubo è lì da secoli. Non so come ci è arrivato.

Quanto è grande? È abbastanza grande da stare nel palmo di una mano. Come un cubo di costruzioni per bambini. Mi alzo, lo raggiungo e sono sbalordita nel trovarlo lì, nel deserto, e con su il mio nome.

La scala Affonda nella sabbia, ma in alto è poggiata a una nuvola. For-

se può sembrare che non sia molto solida, ma non è così. La scala è d'oro, scintillante, ma mentre la guardo mi rendo conto che non so se dovrei arrampicarmici su, perché alla fine della scala, che è così invitante, potrebbe esserci l'angelo della morte, il malech hamovis. È l'estasi o è la morte? È l'inizio o la fine?

Quanto è vicina al cubo?

È lì nelle vicinanze.

Il cavallo

È un cavallo arabo bianco. Ha un muso stupendo e gli occhi blu. Ed è proprio il mio cavallo. E credo che il problema stia nella scelta tra montare sul cavallo o arrampicarmi sulla scala. Il cavallo è senza sella né briglie, ma io sono brava nel cavalcare a pelo. O almeno lo sono in questo sogno.

Che posizione occupa rispetto al cubo? È sulla sinistra, ma è voltato, come se volesse galoppare via verso casa. Eppure aspetta e scalpita.

La tempesta

È una nuvola nera, ma non è nelle immediate vicinanze, anzi è piuttosto lontana. Potrebbe essere diretta verso di noi, ma la cosa non è chiara. Forse passerà senza dare fastidio.

Ha qualche effetto sugli altri elementi? No... solo che, ora che ci penso, forse sarebbe meglio prendere la decisione in fretta [se salire sul cavallo o sulla scala]. Prima che accada qualcosa.

I fiori Una ghirlanda di rose rosse attorno al collo del cavallo. Molto belle.

Commenti Il cubo sono io? Be', visto che ci ho messo il mio nome sopra, forse potevo intuirlo.

È anche un cubo alfabetico: in fondo è fatto di lettere, che sono proprio gli strumenti del tuo mestiere.

È vero... È strano che la gente veda il cubo in modi differenti. Io riesco a vederlo solo in quel modo!

Cosa vuol dire che la scala è d'oro? Man mano che passano gli anni, ho sempre meno amici. Sono sempre meno le persone che identifico come veri amici. Una volta non era così: quando ero più giovane credevo di avere intorno molti amici. Poi ho scoperto che il numero delle persone che valgono davvero è molto limitato. Per me queste persone sono preziose come l'oro, perché non possono essere rimpiazzate. Credo anche di capire perché gli anziani, quando hanno ottanta o novant'anni, a un certo punto ti dicono: «Ora posso anche andarmene. Tutti i miei amici sono morti». Quando ero più giovane tutto questo mi era estraneo. Credo che ciò sia parte dell'associazione nel sogno, quell'arrampicarsi sulla scala... Credo che quando arrivi a quel punto nella tua vita in cui tutti quelli che ti stavano intorno e che erano testimoni della tua esistenza se ne sono andati, allora ti senti veramente alla deriva, sperduto nel mondo. È quello il punto in cui cominci a sentirti pronto per lasciare tutto e arrampicarti su quella

scala che si perde tra le nuvole. Forse per riunirti a loro, lassù... da qualche parte. Il cavallo bianco... Be', se il cavallo è colui che ami, mi sembra interessante che io l'abbia immaginato bianco e arabo, una sorta di compendio tra la purezza e il pericolo. Perché i cavalli arabi sono molto veloci e bizzarri, molto più dei purosangue. Sono cavalli molto fieri e hanno un muso bellissimo, mentre i purosangue hanno in genere un muso più tozzo e schiacciato. Così ci sono il pericolo e la bellezza, ma anche la rara purezza, ed è un po' come se un unicorno fosse in qualche modo coinvolto nell'immagine. Credo che ciò che vado cercando nei miei amori sia il loro essere ancora più eccezionali di un unicorno, al di là di ogni limite, cosa che naturalmente non accade con gli esseri umani. Così molto spesso nei primi periodi della mia vita ho chiuso molte relazioni solo perché la persona con cui mi trovavo non era l'unicorno che stavo cercando. Ora invece capisco che ogni persona è e non è al tempo stesso quell'unicorno. C'è una sorta di irrequietezza che ci costringe a gettare via le cose e le persone prima ancora di averle esplorate. È un atteggiamento che cerco di evitare. Mi sforzo di essere più paziente. Perché, in realtà, afferrare l'unicorno è possibile: è solo che non bisogna proiettare il proprio bisogno di assoluto sulle persone. Gli altri forse possono essere più di ciò che sembrano, ma devono essere lasciati liberi.

Così come bisogna accettare e permettere che le loro speciali qualità appaiano e svaniscano.

Giusto.

Ma perché i fiori circondano il collo del cavallo, come una ghirlanda? Forse anziché essere i figli reali essi potrebbero anche essere i frutti della tua creatività, i tuoi libri, una sorta di figliolanza spirituale.

Più di una volta ho avuto la sensazione che il mio lavoro fosse frutto di una relazione intima con qualcuno, come se questo qualcuno fosse in grado di ispirarmi. Ancor oggi ho la tendenza ad attribuire il ruolo di musa all'uomo che amo, leggendogli di tanto in tanto brani del libro a cui sto lavorando. Vado continuamente alla ricerca della sua approvazione. È come se questa speciale connessione tra noi fosse una parte essenziale del lavoro. La vedo come una ricapitolazione del rapporto tra il bambino e i genitori, o se volete di quello tra la persona e Dio. Ho la tendenza, quando mi blocco su qualcosa, a lasciare delle pagine per Ken [Ken Burrows, il marito] per poi domandargli: «Credi che possa funzionare?». E, se a lui piace, mi

sento incoraggiata a riprendere. Così forse i fiori intorno al collo del cavallo sono un po' un simbolo di questo omaggio creativo.

Gloria Steinem

Protagonista della lotta per l'emancipazione femminile e autrice del libro Autostima.

Il cubo

È un cubo trasparente e, sebbene poggi su uno dei vertici, è come se stesse galleggiando nel vuoto. Attraverso il cubo, che è lontano e immobile, si può vedere l'orizzonte. Forse però non è poi così lontano, diciamo che è a una media distanza. Si trova in gran parte sopra l'orizzonte, che riesco a intravvedere appena attraverso il suo punto di appoggio. Non mi sembra che questo cubo sia di un materiale preciso: potrebbe essere solo la sagoma di un cubo, un po' come in un quadro di Magritte.

La scala

Non è appoggiata al cubo... però non è neppure adagiata a terra: è sulla destra del cubo e ha un'estremità interrata e l'altra che si perde nel cielo. Comunque non poggia ad alcunché, almeno fin dove riesco a vedere. È leggermente più alta del cubo, anche perché questo è un

po' più distante. La scala è di legno e credo sia di colore verde antico, un po' come quello [e indica la parete marezzata, verde muschio, del suo appartamento].

Il cavallo

Mi sembra che sia sulla sinistra, dal lato opposto a quello in cui si trova la scala: entrambi comunque sono rivolti verso il cubo. Il cavallo assomiglia a un palomino ed è di un colore marrone chiaro, ma ha una folta criniera un po' più scura, come pure la lunga coda. È fermo davanti al cubo, ma il cubo ora mi sembra più vicino, mentre il cavallo e la scala appaiono più lontani.

La tempesta

È una tempesta di pioggia, non di neve, di quelle che oscurano il cielo all'improvviso e si sfogano come una furia per poi lasciare spazio al sereno subito dopo. La pioggia è forte, ma non sembra avere un qualche effetto sulla scala, sul cubo e sul cavallo. Semplicemente scende dal cielo.

I fiori

I fiori sono in primo piano, più vicini a me che al cubo. E, anche se in realtà ciò non sarebbe possibile se io fossi in piedi, è come se fossero solo di poco più bassi di me, a pochi centimetri di distanza. Non sembrano molti, ma in realtà quello che vedo è solo l'estremità del cespuglio di fiori, che io scorgo guardando in direzione del deserto. Sono di color rosso e porpora, simili ad anemoni... non so quanti siano esattamente. Forse sono pochi; sono sparsi, potrebbero essere disseminati su un prato. Il prato è vicino a me, e io sto lì, seduta, o forse in piedi, e guardo altrove. I fiori sono di dimensioni normali, così non riesco a spiegarmi perché sembrino tanto alti: forse sono seduta per terra.

Commento Mi sembra che abbia senso il fatto che io mi veda in qualche modo come trasparente, nel bene come nel male.

La scala non si appoggia a te, ed è verde... Punta verso il cielo, non è poggiata a terra... Mi chiedo cosa

significhi che tutti gli elementi siano slegati fra di loro, che ci sia spazio tra l'uno e l'altro, anche se il cavallo sta di fronte al cubo.

Hai per caso un amante villoso? L'hai mai avuto? No, ed è strano anche il colore del cavallo, perché dal punto di vista fisico sono sempre stata attratta dagli uomini con i capelli e la pelle scura. Il cavallo non si spiega molto, a meno che non voglia significare che non ho più l'età per avere un amante!

I fiori potrebbero essere i giovani che sono stati influenzati dal tuo lavoro: quelle donne che, come tu stessa hai detto, ti impressionano perché, come femministe, sanno quanto te pur avendo meno della metà dei tuoi anni?

Quando hai detto che essi sono in qualche modo le creature che io allevo, mi è sembrato molto vero: sono la sola cosa che è apparsa subito chiara nella mia visione. Fiori meravigliosi, nuovi o sconosciuti. Dei veri piccoli miracoli.

Willem Dafoe

Attore, interprete di film come Platoon, L'ultima tentazione di Cristo, Mississippi Burning, Nato il quattro luglio, Cuore selvaggio.

Il cubo

È un cubo di circa 75 cm di lato, trasparente e con i contorni molto marcati. Sembra, per intenderci, uno di quei finti cubetti di ghiaccio in plastica.

Come fosse di lucite? Esatto. Non è del tutto compatto, è come se ci fosse dell'aria dentro. Prima lo vedevo da lontano, perché era sullo sfondo di un paesaggio, ma ora, mentre lo descrivo, è ben presente.

La scala È una scala da imbianchino, di quelle a libro, dipinta di giallo, con una catenella che le impedisce di aprirsi completamente; è spruzzata di vernice ed è piuttosto vicina al cubo. È di legno e sopra vi sono degli utensili di metallo.

Il cavallo

È un cavallo marrone, abbastanza lontano, e ha delle macchie bianche all'altezza degli zoccoli, ma la criniera e la coda sono nere. È molto muscoloso. Non me ne intendo granché, ma potrebbe essere un cavallo selvaggio... un mustang. Sta correndo lungo l'orizzonte, eppure la scena ha una prospettiva bizzarra: infatti, l'animale si muove su una linea che è più bassa di quella dell'orizzonte, cosicché sembra più vicino anche se non è proprio in primo piano.

Vedi la sua silhouette stagliarsi contro il cielo? Sì.

La tempesta È abbastanza lontana. A ben guardare è sulla sinistra, e il cavallo sta proprio correndole incontro. Ci sono nuvole nere ma tra queste e l'orizzonte si aprono degli squarci di cielo sereno; poi però le nubi ricominciano ad accavallarsi, riempiendo tutto il cielo... Immagino questa scena un po' come se fosse chiusa in una cornice e le nuvole la riempissero per intero.

I fiori

Se mi concentro vedo in primo piano un terreno verde, irregolare e piuttosto arido, su cui spuntano stentati fili d'erba: lì si trovano piccoli grappoli di gigli tigrati. Nella mia visione il cubo è più o meno al centro, sì, e a metà strada, anzi no, a un quarto di strada, mentre il cavallo è tre volte più lontano, e la tempesta è ancora più lontana, sullo sfondo. Da questa parte, invece, vicino a me, ci sono i fiori, che potrei raggiungere e cogliere con una ventina di passi.

Commento Posso stare tranquillo. A giudicare dalla mia descrizione, sono una persona abbastanza sana.

Be', sei con i piedi per terra, tutto è chiaro, vedi linee nette, confini... [ride] e poi un cubetto di ghiaccio, freddo, ma solo per finta..,

[La scala a libro potrebbe riflettere la doppia vita di Willem Dafoe. Infatti, in aggiunta alla sua carriera di attore, egli è membro da diciassette anni del Wooster Group, un gruppo di

teatro sperimentale di New York, la cui direttrice, Elizabeth LeCompte, è anche sua moglie (e da lei ha avuto un figlio di dodici anni: Jack). Così gli amici di Willem appartengono a due mondi diversi - il cinema e il teatro d'avanguardia - che appaiono però nel simbolo collegati da un tramite - la catenella - la quale traduce proprio la flessibilità necessaria all'attore per muoversi e operare tra queste due realtà distinte.]

La tempesta significa energia o qualcos'altro?

Significa soprattutto problemi, ma ha anche un valore positivo: spesso è una sferzata di energia. Forse sfida è la parola giusta.

E il cavallo... sta correndo proprio verso la tempesta!

Evidentemente il tuo cavallo ha una sua vita autonoma. Già.

La tua compagna non gravita intorno a te... è una donna impegnata... e non teme le sfide.

Sì, la riconosco. Buona interpretazione, è interessante questo gioco.

Douglas Coupland

Scrittore, autore di Generazione X, La vita dopo Dio, Generazione shampoo.

Il cubo

Lo immagino più o meno come il monolite di 2001 Odissea nello spazio, ma di proporzioni diverse: è più simile a una zolletta di zucchero, compatta, levigata e nera. Una scatola nera. È come se lo avessi appena appoggiato sulla superficie della sabbia... Visto che ho appena traslocato, è circa delle dimensioni di una scatola da imballaggio... sapete, in questo momento quelle scatole sono la mia ossessione.

La scala

Mi viene in mente una comunissima scala da casa, di legno, ma telescopica, che si può allungare fino al terzo o al quarto piano: non so bene come si chiamino le scale fatte così. Dove si trova rispetto al cubo? La scala e il cubo non sono vicini fra loro: sono disposti come le

sculture o i sassi di un giardino zen, a qualche passo di distanza l'uno dall'altro. La scala è appoggiata su di un lato e ricorda la spalliera di un lettino per bambini.

Il cavallo

I cavalli non sono esattamente la mia passione. Mio padre è un vero intenditore, ma io no. A ogni modo, potrebbe essere un cavallo baio, con una macchia bianca sul muso e poi...

Fai fatica a immaginarlo? Decisamente, anche perché... insomma, cosa ci fa un cavallo nel deserto? Ah, ecco, ho un'idea: ha trovato un po' d'erba e sta brucando. Bene.

Dov'è l'erba? E dov'è il cavallo? Di nuovo, direi che sono disposti come gli elementi di un giardino di pietra. Hai presente certi giardini di Kyoto? Le posizioni del cubo, della scala e del cavallo che pascola rispondono a quella stessa rigorosa concezione spaziale: sono frutto di uno studio molto accurato.

La tempesta

Mah, sembrerà poco plausibile, ma... è una tromba marina. Ne hai mai vista una? È un fenomeno straordinario: una colonna d'acqua che si solleva sull'oceano piatto. Ha un non so che di sovrannaturale. Io ne vidi una a una certa distanza dalla costa, da mio cugino, alle Bahamas. Ora ho posto mentalmente me stesso fra i tre elementi, il cavallo sta mangiando calmo e poi c'è questa tromba marina, in lontananza. Ma non penso se ne stia andando... anzi sta per passarci vicino. C'è una bella luce, anche perché ogni tanto il cielo è squarciato dai lampi... Improvvisamente penso al sole; le nuvole che provocano la tromba marina oscurano tutto laggiù. Capisco che ormai è sera, perché tutto è soffuso di quella inconfondibile luce dorata che precede il tramonto. Per questo dico che si tratta di una tempesta serale. Comunque nessuno si spaventa, perché la tempesta è destinata a passare.

I fiori

Oh, lo sai dove sono i fiori: i fiori sono dappertutto! C'è un luogo in Africa, un posto in cui amo andare appena posso, chiamato Nama Valley. Lì crescono piante a non finire e poi miriadi di fiori:

margherite soprattutto, ma anche acetoselle e gerbere. Sotto terra dormono letteralmente trilioni di semi; e poi ogni sei o sette anni, arriva la pioggia. L'acqua arriva dal Congo e tutti i fiori rinascono: milioni di metri quadri di margherite e fiori colorati! Ecco, ora il deserto assume un significato preciso. La tempesta è come quella tempesta che fa crescere i fiori e quindi procura nutrimento anche al cavallo... E il cubo e la scala, quale è il loro posto in questa architettura dello spirito? Ho sempre amato il monolite di 2001 Odissea nello spazio; una scatola nera e misteriosa priva di accesso che però contiene qualche ineffabile mistero che non puoi neppure immaginare. Per me custodisce la promessa che alla fine, non importa quanto tu creda di sapere, esiste sempre un mistero più grande in attesa di essere scoperto. Quanto alla scala... non saprei. Credo di non averne mai usata una in vita mia.

Forse è questo il motivo per cui è appoggiata a terra? Conoscendomi, avrei potuto conficcarla nella sabbia solo per una questione estetica, tanto per farne una scultura adatta a un giardino di pietra. Così ora abbiamo un quadro completo: lampi, fiori, tromba marina e il cubo magico... e il cubo è solo mio! È diverso da quello di chiunque altro. Io ne sono il padrone. Non è così per la scala. Io sento che il cubo è mio e non me lo può portare via nessuno.

Nessuno può averlo. Diversamente il cavallo non è mio. Sta lì ed è come se dicesse: «Salve, che fai?». Grande. E anche la scala, è come se qualcuno l'avesse dimenticata qui. E... [dolcemente, come un pittore che si allontana dalla tela] Laggiù!

E non abbiamo ancora cominciato a interpretare le tue risposte! Oh, non sono sicuro di volerlo veramente!

Commenti

Il cubo sei tu. Okay, okay. [Lunga risata] Santo cielo, è spaventoso! Cosa risponde di solito la gente?

Di tutto. Davvero? Perché... mi sembra così naturale che il cubo sia nero e custodisca un mistero che un giorno sarà rivelato solo a te stesso! La gente parla di casse da imballaggio o cosa? È molto divertente. Per me quel cubo può essere una sola cosa. Non è una scelta arbitraria.

Lo ripeto: amo il mio cubo, e soltanto quello, perché contiene un grande mistero che alla fine sarà svelato. Non è un mistero inviolabile: un giorno sarà svelato, ma solo in un momento di trasformazione della propria vita. Non puoi forzare il cubo con un piede di porco né puoi comprarne il segreto. Sarà lui a svelarsi.

La scala rappresenta i tuoi amici.

Quanti tipi di scala ci sono? Una scala è una scala, o no? Non so, la mia risposta è pigra, come...

Prima la vedevi adagiata a terra, poi però hai pensato che avresti anche potuto conficcarla nella sabbia.

Per renderla più interessante. Ma se penso... Oh no! [sinceramente dispiaciuto] Non sono affatto carino con i miei amici! Tant'è. Passiamo ad altro.

Il cavallo è la persona che ami... Oh, oh, questo sì che è interessante.

... e che ha, nella tua visione, una vita indipendente. È un amico, ma non si trova proprio vicino al cubo, e non è percepito come

qualcosa che ti appartiene. Sì, è così; ognuno sta per conto suo, e quelle relazioni spaziali non sono casuali: corrispondono alle relazioni che sussistono fra i vari elementi. E la tempesta?

Simboleggia i problemi, le sfide, le turbolenze che possono mettere sottosopra la nostra esistenza.

Bene, almeno per quanto mi riguarda si tratta di guai davvero lontani. Ad ogni modo, quando accade qualcosa di brutto, io cerco sempre di vederne il lato positivo. La tempesta è per me anche la sua luce straordinaria e i fiori, l'avvincente drammaticità dell'evento... e poi, di nuovo, è un contenuto architettonico: proprio come la mistica colonna d'acqua della tromba d'aria.

I fiori sono i bambini, oppure le idee o i progetti. Penso che potrebbe essere vero. Di sicuro lo è in questo periodo: il leitmotif di questo mio anno sono le idee e i progetti. Tantissimi progetti! Non è fantastico?

Potrebbero essere i tuoi lettori.

Forse. So solo che quei fiori sono davvero un'infinità e su tutti i fronti. E così, cosa risponde a queste domande la maggior parte della gente? Chissà perché sono convinto che tutti vedano le cose esattamente come le ho viste io; è difficile per me credere il contrario... Stasera mi vedo con tre miei grandi amici: non vedo l'ora di fare loro questo gioco!

Adam «Fortunate Eagle»

Attivista nativo americano, guaritore ed educatore; tra i protagonisti dell'Occupazione di Alcatraz. Autore del romanzo Alcatraz, Alcatraz.

Il deserto Lo vedo sempre dalla mia finestra. Non devo immaginarlo.

È molto semplice. L'orizzonte, la sabbia, il cielo. Vedo le montagne. Lontano, a più di settanta miglia, vedo le cime innevate dei monti più alti.

Il cubo

È una specie di monolite, come quello di 2001 Odissea nello spazio. L'immagine di questo enorme e potente monolite nero e lucido che si staglia nel deserto e lo domina in qualche modo ci appartiene. È qualcosa completamente fuori posto. Il deserto infatti è un ambiente «morbido», naturale e rappresenta le energie creative dello spirito,

mentre il cubo rappresenta il dominio dell'uomo, geometrico e scintillante. È qualcosa che può trovarsi in completo contrasto con l'ambiente che lo circonda, anziché essere in equilibrio e in armonia con esso. Come l'uomo, anche quel grande cubo nero è un intruso invadente, una presenza che non può essere ignorata perché è in posizione dominante e perché ha potere.

La scala

Le scale sono viste in modo diverso all'interno delle differenti tradizioni. Nella società moderna una scala non è altro che un normale oggetto d'uso, utile nel lavoro come nella vita domestica. Nella visione dei popoli antichi, invece, le scale rappresentavano un simbolo della crescita spirituale. Salendo verso l'alto, l'uomo si elevava e si avvicinava al regno divino. Naturalmente la cosa viene a perdere significato se la scala è situata in casa o in un negozio. Ma visto che si trova in un deserto, forse l'antico significato spirituale è più presente.

Come è fatta?

È di legno, a pioli. Un tempo le scale erano diverse: erano dei tronchi

di legno massiccio con delle tacche intagliate che permettevano di arrampicarsi sino in cima. Poi le tacche intagliate hanno lasciato il posto agli scalini e le scale si sono evolute e raffinate.

Qual è la sua posizione in relazione a quella del cubo? Serve a mettere in comunicazione l'esterno con l'interno del cubo. Una parte permette agli uomini che sono fuori di salire ed entrare nel cubo, mentre un'altra, poggiata all'interno del perimetro del cubo, che ovviamente deve avere un'apertura, un po' come un kiva1 , permette a chi è dentro di uscire. Questo è anche un simbolo dell'equilibrio delle energie create dal cubo.

Il cavallo Be', qui è inevitabile che io pensi al mio cavallo, un Appaloosa che si chiama iMan, il contrario ovviamente del film Un uomo chiamato cavallo. Questo perché noi vogliamo che la gente si accorga che da queste parti le cose sono diverse. Ecco, ora 1 Locale, a volte interrato o semi-interrato, usato da alcune tribù indiane centro-americane come luogo rituale per riunioni e cerimonie.

riesco a visualizzare bene il mio cavallo, Man. Ho dovuto venderlo, anni fa, perché i miei pascoli non erano più liberi. Ora ci hanno costruito sopra una casa, e così Man è una vittima della società. Non lo vedo da anni, ormai. Ma so che è vivo, da qualche parte.

Che posto occupa nell'immagine? Non credo che abbia qualcosa a che fare con quel cubo. No. Man sarebbe totalmente indifferente: il cavallo chiamato uomo. Il cubo non rappresenta nulla nella mente di un cavallo, non avrebbe alcun ruolo nella sua esistenza. Gli sarebbe completamente estraneo.

La tempesta Qui noi possiamo vedere le tempeste quando sono ancora molto lontane, con il vento che fa da messaggero e mette a soqquadro tutto, sollevando nubi di sabbia e polvere. Nel deserto tutto ciò che dobbiamo fare per predire l'arrivo di una tempesta è guardare all'orizzonte. Proprio la settimana scorsa ne è passata una.

Puoi descrivere la posizione della tempesta?

Mi piace pensare alle tempeste come a qualcosa che accade lontano da me. E sicuramente meglio vedere una tempesta da lontano che trovarcisi in mezzo.

I fiori Sarebbe meglio se fossimo in primavera, quando le gelate notturne sono terminate. Oggi per esempio la temperatura è molto al di sopra della media, considerato che ci troviamo a metà di febbraio. E un segnale ingannevole mandato dal tempo ai germogli che sono portati a credere che la primavera sia già arrivata. I piccoli fiori cominciano così a spuntare, traditi da questa falsa primavera. Ma le condizioni normali si ristabiliranno ben presto e già la settimana prossima l'inverno si farà sentire di nuovo. Così tutti quei piccoli esseri cullati e ingannati da una falsa sicurezza faranno una fine inattesa e drammatica. E gli altri, quelli che hanno atteso un po' di più, diranno: «Visto? Ve l'avevamo detto noi!» [ride] «Voi avete rischiato e avete perso tutto. E pensare che sarebbe bastata solo un po' di pazienza in più...». Bisogna aspettare che la natura faccia il suo corso. Che la luna compia i suoi cicli e che il tramonto si sposti verso nord, quando arriva davvero la primavera. Quello è il momento in cui i piccoli fiori

possono venire al mondo senza rischiare di essere uccisi in una notte di gelo.

Se dovessero esserci dei fiori in questa storia, sarebbero fiori prematuri o fiori prudenti?

Preferirei che fossero fiori capaci di attendere lo svolgersi naturale delle cose. In questo modo sarebbero davvero in grado di sopravvivere. Se ci si spinge al di là dell'ordine naturale degli eventi, si rischia di venire travolti dagli eventi stessi. Proprio come il cubo, che è un elemento estraneo all'ordine naturale, in disequilibrio con le energie dell'ambiente esterno. Anche lui potrebbe essere travolto dalla tempesta che sopraggiunge. Con i suoi muri ampi e piatti, offre al vento una superficie molto maggiore di quella delle morbide e basse dune sabbiose. E se il vento sarà forte abbastanza, il cubo verrà abbattuto.

I fiori si trovano in prossimità del cubo? I fiori sono ovunque. Ma non sono in relazione con il cubo più di quanto lo sia il cavallo.

Commenti

Sembra che tu sia destinato a rivoluzionare il gioco, visto che il tuo cubo non ti assomiglia per niente.

No. È vero. Quello è l'atteggiamento dell'uomo sull'ambiente, che anziché cercare di piegarsi e accomodarsi per raggiungere un equilibrio, cerca invece il dominio ottenuto con l'imposizione e la forza. Proprio come l'uomo, il cubo è un intruso invadente.

Così questi simboli non sono universali! Il Cubo ha un'origine europea, e prima ancora, mediorientale. E la Kaaba, che adorano alla Mecca, è proprio un cubo.

Il nostro invece è un cerchio. Vedi? Ecco la Roundhouse Gal-lery, ecco l'Earth Lodge Museum. Sono tutti cerchi. Non cubi. La natura non conosce cubi. I cubi sono un prodotto dell'uomo. La nostra tradizione afferma che è la terra la madre di tutte le forma di vita concepite dal Grande Spirito. E noi, che siamo parte di questa totalità, non siamo superiori a nessuna altra creatura esistente. Anche se abbiamo una spiritualità ben definita, essa non va intesa nel senso di una religione organizzata. Le religioni vengono dall'Oriente: sono un'invenzione dell'uomo, un sistema di credenze che diviene uno

strumento di potere. «Se non credi ciò che io credo, allora ho il diritto di ucciderti.» Il Cattolicesimo e l'Islam hanno fatto tutto ciò: hanno sterminato milioni di persone solo perché esse non credevano ciò che loro credevano. Di nuovo si ripropone il modello del cubo, quello di una forza estranea dominante. Proprio come il cubo si pone in posizione dominante nella scena del deserto, così le confessioni religiose si propongono il dominio sulla terra e sulle genti. Ma le religioni si sono trasformate nel corso della storia. I popoli della terra hanno conosciuto ogni genere di divinità, prima dell'avvento del Cristianesimo e dell'Islam, tanto che da un punto di vista più ampio questi appaiono come fenomeni molto recenti. Quando consideri la presenza complessiva dell'uomo sulla terra -più di tre milioni di anni - gli ultimi duemila anni non contano più del calore del fiato di un bufalo nell'inverno. Noi vogliamo vivere in pace e in armonia con ogni essere vivente, perché ogni essere vivente è in relazione con noi. Non ci interessano il dominio, il controllo e questo genere di cose. Il cubo domina e controlla, non noi.

C'è qualcosa che ti appartiene nella tua immagine del cubo? No davvero!

Se tu fossi una forma, che forma saresti?

Sarei come gli animali, gli uccelli e i fiori. Sarei indifferente al cubo.

Eppure la scala in qualche modo apre il cubo. Sì, apre il cubo ed è come aprire il vaso di Pandora, perché nessuno sa cosa diavolo il cubo potrebbe farci e cosa noi potremmo fare con lui. Se entri nel cubo, entri in un mondo omologato e conformista. Questo perché le pareti e il soffitto e il pavimento sono fatti di angoli squadrati e linee rette. Così ti trovi intrappolato e costretto a conformarti a questi limiti e a questi parametri. La scala è la sola via di fuga. Così sali la scala ed esci dal cubo grazie a un'altra scala. Le scale ti permettono di entrare o di uscire, dipende dalla tua provenienza. Desideri davvero essere rinchiuso in un cubo e conformarti a tutte le imposizioni della società?

C'è qualcosa di tuo in quella funzione della scala. In fondo tu sei uno che aiuta gli altri a uscire dal cubo.

Questo è un po' quello che accade nel corso degli incontri che noi organizziamo. Proprio ieri abbiamo tenuto un incontro con un gruppo di veterani del Vietnam che hanno attraversato esperienze raccapriccianti e che ancora soffrono degli esiti di quei traumi. I nostri incontri sono come scale che servono alle persone a uscire dal

loro cubo. In questo caso le pareti del cubo erano fatte di pensieri e di ricordi. Quegli uomini agonizzano rinchiusi dai loro ricordi tragici e orribili da più di venticinque anni e inoltre hanno questo senso di colpa tipico dei sopravvissuti che li costringe in una prigione mentale da cui non riescono a scappare. Per questo è necessaria una scala che li aiuti a evadere e li porti fuori, a contemplare l'universo, la totalità della vita e il miracolo unico e irripetibile dell'esistenza. È grazie ai nostri nonni e poi ai nostri genitori che siamo qui, dove restiamo per un tempo limitato. Però anche noi, a nostra volta, possiamo ripetere il miracolo e dare la vita a un bambino, ed è così che ciascuno occupa il suo posto nella scala del tempo.

Il cavallo è la persona che ami. Ecco perché le donne di oggi quando vedono un bel ragazzo dicono: «Ehi ragazze, guardate che stallone!». Vorrebbero! Nei loro sogni! Ma non nei miei. Nossignore. Io non la penso affatto così. Man, il mio cavallo, era un mio amico e aveva una sua spiccata personalità. Alle volte era gentile e dolce come un agnellino, altre volte invece era litigioso e testardo come un mulo. Qualche volta mi è capitato di dovermi imporre. «Allora, ascoltami bene, io ho un lavoro da fare e adesso tu mi devi aiutare.» Mi è capitato di dover esser autoritario anche con il mio amico Man, ma solo in funzione di uno scopo e non perché volevo mostrare il mio potere su di lui. Solo

se era davvero necessario.

Non mi sembra male come modello per le relazioni umane, come per esempio quella con una compagna.

Sì. [Ride] È vero, perché bisogna lasciare che le persone siano se stesse, evitando di dominare e di mantenere il controllo per tutto il tempo. [Sua moglie lo chiama] Oh, stiamo per ricevere visite. Due miei giovani guerrieri, miei nipoti, stanno per arrivare. Sono stati educati nel modo tradizionale. In questo modo crescono apprezzando e imparando queste cose.

I fiori sono i bambini. Aspetta un attimo, devo dire loro una cosa... Ecco, mi hai appena sentito dare ai miei giovani guerrieri il comando di prendersi cura della compagnia e questa è una condivisione di responsabilità. Quando teniamo le nostre cerimonie cerco sempre di coinvolgere il più possibile i giovani. Questo è anche un modo per dare loro l'opportunità di fare, anziché di restare in seconda linea a guardare. Nessuno è spettatore in questa vita. Siamo tutti protagonisti.

Il Vocubolario

Immaginare il proprio cubo (come la scala, il cavallo ecc.) può rivelarsi sorprendentemente facile, ma interpretare le immagini può essere talvolta piuttosto arduo. In realtà il lavoro di decodificazione delle misteriose immagini prodotte dalle mente è un'abilità che richiede pratica ed esercizio. I Sufi la chiamano tasvir: l'arte dell'interpretazione delle figure. «Cosa significa tutto ciò?» è la domanda che più spesso pone chi ha appena giocato al Cubo. Paradossalmente la risposta migliore sarebbe: «Dimmelo tu cosa significa». Tuttavia questa risposta non può bastare. I dizionari dei sogni (quei libriccini dove c'è scritto che se hai sognato un pesce, allora stai per sposarti) di solito sono sbagliati, e tuttavia sono letti e consultati da un grande numero di persone. La maggior parte di noi infatti va in cerca di un piccolo aiuto nell'esercizio del tasvir. E così, sebbene noi non siamo assolutamente in grado di dirti con sicurezza cosa significhi il tuo cubo, siamo tuttavia in grado di dirti quali sono stati i significati che centinaia di persone che si sono già sottoposte al gioco hanno trovato nei loro cubi (e nelle scale, nei cavalli ecc.). Il risultato di questo lavoro di compilazione e di comparazione è questo Vocubolario: un compromesso tra l'assoluta unicità di ogni cubo e la comoda ispirazione data dai vocabolari di sogni.

Come usare il Vocubolario

Qui di seguito sono elencate in ordine alfabetico molte possibili qualità di cubi, scale, cavalli, tempeste e fiori. Prova a rintracciare tra di esse le caratteristiche salienti dei tuoi elementi: la loro dimensione, il materiale di cui sono fatti, il loro colore, la loro posizione relativa e la loro distanza. (Se il tuo cubo è così unico che non riesci a trovare nell'elenco alcuna delle sue caratteristiche, scegli quelle che più si avvicinano.) Per ogni caratteristica troverai un certo numero di possibili significati, dedotti in base a un vasto campionario composto da centinaia di persone e anche in base alla nostra personale intuizione. Non crediamo che essi debbano essere presi come significati definitivi di fronte ai quali arrestarsi, ma semmai come stimoli e spunti a partire dai quali procedere con la propria ricerca. C'è qualche significato tra quelli proposti che ti sembra adattarsi a te? (Nota che essi possono essere contraddittori: un cubo in bilico su di uno spigolo, per esempio, potrebbe essere «equilibrato» oppure «instabile». La stessa immagine può infatti essere ricondotta a significati opposti a seconda delle persone, o anche per la stessa persona ma in contesti differenti.) Ti sembra che almeno uno dei significati proposti ti metta sulla giusta strada? Se non è così, dai retta a ciò che senti dentro di te. Non forzare il tuo cubo nel tentativo di farlo aderire a una interpretazione preconfigurata. Il Vocubolario può solo coprire una modesta frazione di cubi possibili; non potrebbe mai essere completo, perché l'alchimia delle individualità è infinita. Pensa semmai a esso come a un lavoro in progress cui stai dando il tuo personale contributo. Prova a mettere in pratica una delle seguenti

tecniche per riuscire a sviscerare l'unica e ineffabile verità del tuo cubo. Poi aggiungila al Vocubolario. Ti saremmo grati se vorrai comunicarcela. • Domanda ai tuoi amici, al tuo partner e ai tuoi familiari cosa essi vedono nel tuo cubo. Le persone che ti conoscono bene possono spesso fornirti alcuni pezzi mancanti del puzzle. • Prova con il metodo delle libere associazioni. Qualunque cosa ti venga in mente in associazione con il tuo cubo, per quanto ti sembri assolutamente casuale, può essere una chiave per penetrare nel suo significato nascosto. Seguila! • Prova a giocare con gli aggettivi. Se il tuo cubo è di metallo, ad esempio, potresti dire: «Questo metallo è duro, è luminoso, riflette, è lavorato, è sotto stress...». Stai sempre descrivendo te stesso. • Tieni conto dei giochi di parole e delle immagini scherzose. La tua immaginazione contiene in sé dell'ironia. Mentre i cavalli alati solitamente rappresentano la magia o la purezza, una volta un uomo che vide un cavallo alato era semplicemente innamorato di una hostess di volo! Una donna che si domandava come mai la sua scala fosse di acciaio [in inglese «steel», Ndt] mentre tutti nella sua famiglia immaginavano vecchie scale a pioli di legno, si ricordò che il cognome del suo migliore amico era proprio Steele. • Tieni conto dell'intelligenza del corpo. Prova a sentire la posizione del tuo cubo e il materiale di cui è fatto cercando di immedesimarti in esso, cinesteticamente. Quali immagini ti giungono alla mente? Un cubo in bilico su di uno spigolo potrebbe farti sentire come un bambino scavezzacollo, o come un agile gatto, mentre cammina in cima a un muretto. Un cubo posto su di un vertice può farti venire in mente una ballerina sulle punte. E ancora: un cubo che offre alla vista uno spigolo può far pensare alla prua di

una nave che avanza tra le onde. Successivamente, chiediti quale significato possono evocare in te simili immagini. Puoi anche provare a fare lo stesso con gli altri elementi del quadretto metafisico nel deserto. • Rispetta il mistero. Ricorda che ogni immagine contiene molto più della somma delle sue interpretazioni. Per quanti stimoli e spunti di comprensione tu sia in grado di ricavare dal tuo cubo, esso rimane intatto: un compagno misterioso e un'immagine muta in cui si specchia la tua esistenza.

Il  cubo  Se  se  il  cubo  è...  allora  tu  sei...  

ACQUA   ARCOBALENO   BLU  emotivo eclettico, dai molti sereno mistico talenti freddo fluido tollerante spirituale sensibile ottimista elettrico pieno di potenzialità infantile leale vicino all'inconscio distante

ARIA   riservato AFFONDATO   aperto triste NELLA  SABBIA   indifeso

profondo discreto CARTA  testardo delicato vulnerabile conservatore in cerca di identità presuntuoso ATTRAVERSO   giocoso

L'ORIZZONTE   falso, simulatore A  METÀ  STRADA   visionario e pratico (se di grandi (vedi anche Vicino spirituale e sensuale dimensioni) e Distante) capace di trasformare

equilibrato idee e ideali in realtà

CASA CON LA SUPERFICIE CUBO DI RUBIK sensibile A SPECCHIO complesso affettuoso tendente a rispecchiare adattabile pratico gli altri versatile domestico realistico ingegnoso socialmente tendente a amante delle sfide consapevole un'elaborazione spiritoso per immagini

CAVO DADO

spazioso CON UNO SPIGOLO amante del rischio ricettivo IN PRIMO PIANO azzardato cuor leggero aggressivo fortunato obiettivo assertivo

protettivo energico DIAMANTE una persona d'azione brillante CIBO (formaggio, pane, dotato di duplice raro gelatina ecc.) personalità prezioso nutriente lucido affettuoso CRISTALLO frizzante generoso visionario tagliente consumato dagli altri spirituale deciso sensuale, epicureo puro indistruttibile chiaro sfaccettato CON GLI SPIGOLI

BEN EVIDENZIATI

chiaro

risoluto

determinato

DIFFERENTE FÒRMICA GHIACCIO CHE NON

IN OGNI LATO ordinato SI SCIOGLIE

dotato di una allegro imperturbabile personalità sempre pronto pieno di risorse molteplice a ricominciare intrepido complesso ambizioso razionale versatile

capace di cambiare GALLEGGIANTE GIALLO, LUMINOSO

consapevole ottimista allegro di te stesso idealista gioioso spirituale divertente DISTANTE sognatore

geloso dei tuoi spazi poco pratico GIREVOLE

indipendente al di sopra di tutto umorale lungimirante multiforme

previdente GELATINA attivo astratto vulnerabile

timido GOMMA

DUPLICE (due cubi) tenero resistente ma non duro ambiguo affettuoso elastico fisicamente malato divertente flessibile divertente ENORME GHIACCIO

fiducioso CHE SI SCIOGLIE GRANDE

egoista vulnerabile fiducioso dominante calmo capace grandioso piacevole sanamente egoista generoso innamorato

GRIGIO IN EQUILIBRIO LONTANO conservatore SU UNO SPIGOLO (vedi Distante) neutrale viaggiatore, nomade

giusto, onesto diviso tra due mondi MARRONE ambivalente indeciso terreno sottile irritabile caloroso annoiato perspicace serio preciso studioso IN BILICO equilibrato

SU UN VERTICE precario MATERIALE speciale, eccezionale spericolato INSOLITO (resine insolito tagliente particolari, materiali fastidioso per astronavi ecc.) spirituale IN MOVIMENTO originale equilibrato libero, indipendente solitario centrato mutevole differente pronto a spiccare senza radici consapevole il volo nomade

indagatore METALLICO (cavo) circospetto IN UNA MANO autoprotettivo intimo dalla pelle dura

affettuoso cinico fiducioso avventuroso pratico

METALLICO (pieno) OASI PARZIALMENTE indurito dalle ospitale BRUCIATO circostanze affettuoso modesto pesante aperto in agguato introverso amante del piacere camuffato impenetrabile profondo melanconico OLOGRAMMA oppresso elusivo

MINUSCOLO incorporeo PICCOLO intenso speculativo modesto concentrato futuristico riservato nascosto estroverso prezioso OPACO realistico circospetto

NERO guardingo PIETRA (blocchi di) elegante riservato complesso austero enigmatico in fase di sviluppo misterioso uno che si è fatto da sé guardingo ORO

dotato di autocontrollo valoroso

attratto dal mistero serio, importante

raffinato

NUVOLA leale, sincero

idealista attraente

sognatore ricco

immaginifico

puro

PIETRA (lavorata) PLASTICA ROCCIA ambizioso di origini modeste naturale raffinato senza pretese onesto calmo orgoglioso del tuo goffo anonimato rozzo

PIETRA «il sale della terra»

(un blocco unico) ROSSO (vedi anche Solido) PLEXIGLASS cordiale monumentale (vedi anche Vetro focoso immutevole e Plastica) appassionato saldo invisibilmente coraggioso difficile da influenzare schermato aggressivo testardo rivoluzionario chiaro, diretto POLICROMO

duraturo eclettico ROTANTE rassegnato multietnico intenso versatile affaccendato PIRAMIDALE umorale pieno di energie affascinato dal potere elusivo (sia temporale PORPORA

che spirituale) regale SCATOLA misterioso amante del lusso A SORPRESA enigmatico (cubo stravagante spiritoso semi-sommerso) pensieroso sorprendente moderato misterioso smodato

Romantico Saggio

SCAVATO SOPRA STRUTTURA NEL TERRENO L'ORIZZONTE METALLICA (con pareti profondo idealista di vetro, stoffa ecc.) introverso intellettuale energico in armonia spirituale determinato con te stesso sognatore

anticonformista SULLA SABBIA depresso SOSPESO pratico tentennante con i piedi per terra SCINTILLANTE libero di buon senso luminoso realistico ma aperto realistico capace di catturare a molte possibilità concreto l'attenzione

brillante SOTTO TESSUTO ambizioso L'ORIZZONTE flessibile pratico casalingo SOLIDO realista semplice sostanzioso con i piedi per terra elaborato sicuro sensuale colto consistente temprato da molte onesto SPUGNA esperienze poco introspettivo curioso

pieno di sentimenti assetato di conoscenze

inespressi facilmente influenzabile

TRASLUCIDO VETRO (tipo serra, VETRO pensieroso terrario o acquario) TRASPARENTE meditativo protettivo chiaro ricettivo possessivo candido selettivo animato da una vita aperto enigmatico interiore realistico affascinante esibizionista fragile TRASPARENTE VETRO VICINO candido ANTIPROIETTILE a tuo agio incapace di più forte di quello con l'intimità nascondere le che sembri socievole emozioni centrato sulla famiglia osservatore VETRO COLORATO impulsivo obiettivo immaginativo una persona che vive «un libro aperto» romantico nel presente poetico attento all'attualità VERDE una persona che vede

speranzoso solo ciò che vuole

ottimista spirituale

amante della natura religioso

ecologista nostalgico

benestante artistico

capace di rinascere

 

La  scala  (Per quanto riguarda i colori fai riferimento alla sezione dedicata al cubo)

Se  la  tua  scala  è...  allora  i  tuoi  amici...  

ACCIAIO ALLUMINIO ALTA MENO sono assolutamente ti danno un aiuto DEL CUBO affidabili pratico sono subordinati a te induriti dalle lavorano insieme a te sottomessi circostanze sono poco diversi da te indistruttibili sentimentali

schietti utilitaristici ALTA PIÙ DEL CUBO pratici aggiornati sono persone che disadorni affidabili ammiri leggeri ma forti che invidi A CHIOCCIOLA mai di peso che ti schiacciano vanno e vengono che vuoi imitare ci sono e non ci sono ALTA COME

ti aiutano a intervalli IL CUBO APPOGGIATA sono incostanti sono pari a te ALLA SOMMITÀ i tuoi compagni DEL CUBO d'avventura ti aiutano a sviluppare il

tuo potenziale

APPOGGIATA CACTUS CORDA

ALL'INGRESSO sono difficili sono flessibili DEL CUBO hanno un brutto dipendenti conoscono la chiave carattere molto legati a te che apre il tuo cuore viaggiatori sono i soli a cui ti apri CONFICCATA ti vengono incontro ti aiutano a conoscerti NELLA SABBIA

suscitano le tue sono solidi

emozioni leali fino alla COSTRUITA SU

morte UN LATO DEL CUBO

APPOGGIATA prendono una chiara sono i tuoi parenti CONTRO IL CUBO posizione acquisiti si appoggiano a te offrono un sostegno come parenti ti sostengono stretti ti stanno vicino CON MOLTI SCALINI

ti toccano sono numerosi DA BIBLIOTECA

amano leggere ASCENDENTE

AL CIELO

CON POCHI SCALINI ti guidano verso annoverano la divinità sono pochi la conoscenza e le potenze superiori CON SCALINI sono scrittori ti aiutano a crescere MANCANTI e insegnanti spiritualmente hai perso qualche ben informati ti aiutano a amico caro colti raggiungere l'oggetto distinti delle tue ambizioni viaggiano molto

DELLA PISCINA DI RAMI DISCENDENTE sono tuoi compagni sono naturali SOTTO TERRA di giochi sportivi ti calano nel profondo dividono con te incolti, rozzi dell'esistenza il piacere e il senza radici aiutano la tua divertimento parenti consapevolezza ti aiutano a rilassarti morti amano esplorare si calano nei tuoi i misteri sentimenti DISCENDENTE amano le profondità DAL CIELO ti stanno minando DENTRO E FUORI annoverano la divinità ti portano dritto DAL CUBO e le potenze superiori all'inferno sono di due tipi: sono di estrazione

alcuni intimi sociale differente DI SOSTEGNO altri semplici contatti influenti AL CUBO conoscenze spiritualmente ti supportano in ogni evoluti senso DENTRO IL CUBO possono aiutarti sono necessari alla li porti nel tuo cuore a crescere tua sussistenza sono in confidenza

con te ESTENDIBILE intimi continuano protetti da te ad aumentare ti trovano possessivo sono pieni di risorse accorrono nel momento del bisogno ti salvano la vita

FERRO ISOLATA (in posizione LEGNO

sono «pesi massimi» diagonale) COMPENSATO forti hanno un unico punto sono leggeri leali di vista sulle cose inaffidabili affidabili guardano al futuro angeli rozzi sono anticonformisti (figure labili, seri, sobri immaginarie, ISOLATA (in posizione Lontane o amici

spirituali

FERRO BATTUTO verticale) LEGNO LAVORATO sono colti sono indipendenti sono colti creativi ambiziosi beneducati

artistici tutti d'un pezzo aristocratici

hanno lavorato non si appoggiano benestanti

su se stessi a te (né tu a loro) snob godono della tua stima si preoccupano GALLEGGIANTE LEGATA CON delle apparenze

sono sognatori CINGHIE DI CUOIO LEGNO NUOVO intellettuali sono spontanei sono amici recenti filosofi atletici o più giovani di te

artisti abituati a vivere LEGNO VECCHIO

apprezzati all'aria aperta sono vecchi amici

per le loro idee casual figure familiari hanno

non molto pratici schietti più anni di te vanno alla deriva forti ma elastici

LONTANA METALLO PIEGHEVOLE DAL CUBO (vedi Acciaio, A PIOLI (aperta) non ti sono davvero Alluminio, Ferro) sono stabili vicini costanti vivono lontano da te ORO responsabili non li vedi spesso sono leali indipendenti non sono importanti non hanno prezzo hanno fiducia per te in se stessi PANE vivono a coppie MACCHIATA sono affettuosi divisi in due DI PITTURA compagni di gruppi sono i tuoi mangiate e

collaboratori creativi bevute PIEGHEVOLE hanno avuto molte A PIOLI (chiusa) esperienze PIEGATA, accorrono al momento CON SNODI E del bisogno MATERIALE GIUNZIONI E IN non tirano fuori il DIVERSO DA VARIE POSIZIONI meglio di se stessi QUELLO DEL CUBO sono intelligenti

sono diversi da te versatili ROTTA adattabili ti hanno tradito MATERIALE ingegnosi ti hanno deluso UGUALE A QUELLO sono nei guai DEL CUBO si sono allontanati ti assomigliano molto da te nel profondo

SDRAIATA A TERRA SOSPESA SOPRA TRA IL CUBO sono rilassati AL CUBO E IL SUOLO casual si librano al di sopra ti riportano con i piedi

compagnoni di te per terra

stanchi ti proteggono ti costringono ad

di non grande affrontare la realtà

aiuto, tranne TRABALLANTE sono la tua ancora

che nelle sono inaffidabili di salvezza

emergenze in cattiva forma bisognosi malsani scrocconi ammalati malati o invecchiati morti

Il  Cavallo  Se  il  tuo  cavallo  è...  allora  il  tuo  partner  è...  

ACCANTO AL CUBO AL PASSO A TESTA BASSA un tuo pari tranquillo rilassato un compagno leale casual una persona che cerca vicino determinato di soddisfare i propri capace di rispettare bisogni AFFAMATO i propri tempi depresso O ASSETATO

insoddisfatto di te AL TROTTO BARDATO (con finimenti determinato decorati) ALATO diretto verso uno romantico (vedi Volante) scopo esotico ben coordinato avventuroso AL GALOPPO di buone maniere regale affannato forbito impegnato ARABO eroico attivo ipersensibile benestante pieno di energie aristocratico

preoccupato elegante BIANCO atletico nervoso idealizzato orgoglioso idealista il tuo sogno di

retti principi buono

BRADO CAVALCATO DA TE DIETRO IL CUBO (senza sella né briglie)

il coniuge un valido appoggio

libero uno che conta su di te per i retroscena

sensuale colui che ti porta della tua vita

dove vuoi tu detentore di un potere

CAMMELLO il tuo compagno su di te che non

resistente di strada mostra

affidabile protetto da te

sposato da molto CLYDESDALE tendente a nascondersi

tempo (razza scozzese) dietro di te

capace di sopportare un vero lavoratore «indietro» nella

pesi e fatiche grande, pesante, solido carriera o nella

forte fisicamente crescita

CAVALCATO DA attaccato al passato

QUALCUN ALTRO CON LE SOLE

razionale, controllato IMPRONTE DI TROIA diretto verso solo un ricordo lanciato alla conquista

uno scopo infedele

gran lavoratore DENTRO IL CUBO incinta

innamorato di nel profondo del tuo infido

qualcun altro cuore imparentato con

una guida per trovare persone sgradevoli

te stesso protetto da te FEMMINA posseduto con gelosia (vedi Giumenta)

FERMO IMBIZZARRITO INESISTENTE calmo orgoglioso una persona che paziente rabbioso non esiste in pace con se stesso focoso se n'è andata impegnato pieno di energie escluso dalla tua fannullone teatrale anima solitaria dai solidi principi artificioso IN FUGA FERMO SOPRA IN CAMMINO LONTANO DA TE UN PICCOLO CUBO calmo una persona che ti sta dominatore disinvolto lasciando una cornice alla padrone del proprio indipendente tua vita tempo determinato disimpegnato GIOCATTOLO INTENTO A LECCARE un tuo capriccio IN CAMMINO IL CUBO in tuo potere INTORNO AL CUBO una persona che non preso sul serio una persona che si nutre di te gravita intorno a te dimostra il suo GIUMENTA affetto affettuoso IN CORSA un buon baciatore gentile (vedi Al galoppo) un buon amante paziente

fertile

resistente

di temperamento

INTENTO A SALIRE LONTANO DAL CUBO MUSTANG SULLA SCALA fisicamente lontano selvaggio in crescita nella tua indifferente duro stima molto indipendente un «ragazzaccio» ambizioso una persona che una persona che una persona che sta vive in un suo mondo ha fiducia in sé maturando si sta allontanando ribelle da te

INTENTO A SCENDERE

poco importante per te NERO

LA SCALA misterioso una persona che sta MARRONE romantico perdendo la tua caldo potente stima sensuale umorale non più idealizzato terreno un buon amante ordinario moro LEGATO senza pretese

sposato moro NERVOSO impegnato di colore emotivo non libero sensibile MASCHIO facilmente irritabile (vedi Stallone) di temperamento MORTO

deceduto

abbandonato, non più

amato

PALOMINO PUROSANGUE SOPRA IL CUBO amichevole beneducato dominatore bello (in ogni senso) competitivo stimato biondo un grande su un piedistallo buono conquistatore

di bell'aspetto posseduto da te

PEGASO SOTTO UN (vedi Volante) RIVOLTO VERSO GRANDE CUBO LA TEMPESTA O SU UN VERTICE PEZZATO una persona che dominato da te amichevole preoccupa, dà messo in ombra da te versatile pensieri sotto la tua protezione ombroso vigile, protettivo fedele artistico

oggetto di sentimenti SDRAIATO SPAVENTATO contrastanti rilassato DALLA TEMPESTA sicuro facilmente irritabile PINTO malato una persona che (vedi Pezzato) pigro preoccupa, a suo agio dà pensieri PONY sedentario sta attraversando piccolo un momento carino SELLATO difficile infantile maritato

affettuoso responsabile un gran lavoratore «addomesticato»

SPERDUTO UN INSIEME VOLANTE insicuro della DI CAVALLI un amore recente direzione della più di uno idealizzato propria vita umorale idealistico separato da te multiforme ammirato, corteggiato una persona dalla spirituale STALLONE doppia personalità intellettuale coraggioso magico assertivo VICINO AL CUBO una persona che avventuroso vicino a te ti porta in alto dominante leale ti porta via protettivo impegnato orgoglioso VICINO

UNICORNO ALLA SCALA

incantevole il tuo migliore amico

poco terreno amico prima ancora

timido che amante

puro vicino ai tuoi amici

innocente

spirituale

magico

La  tempesta  Se  la  tua  tempesta  è...  allora  i  problemi  sono...  

ALL'ORIZZONTE ELETTRICA LONTANA lontani nel futuro scioccanti poco importanti relativi ad altri galvanizzanti niente di cui relativi al mondo tali da darti una scossa preoccuparsi esterno illuminanti

istruttivi NON IN VISTA CON LAMPI assenti per ora dalla (vedi Tuono) IN ALLONTANAMENTO tua vita finiti per ora negati con forza CON NUBI NERE

preoccupazioni IN AVVICINAMENTO PASSATA minacciosi ma non non ancora qui nel tuo passato ancora presenti nell'immediato futuro per la maggior parte

superati CON PIOGGIA ACIDA LOCALIZZATA

preoccupazioni relativi solo a un SOPRA IL CUBO fastidiose aspetto della tua vita qui, ora affrontabili nella tua infanzia DIETRO IL CUBO intermittenti problemi di cui non nel tuo passato parli con gli altri ignorati da te unicamente riguardanti

te

SPETTACOLARE TEMPESTA CHE TEMPESTA una sfida SPAVENTA IL

CAVALLO DI SABBIA

uno spunto pieno tali da far arrabbiare accecanti di ispirazioni il tuo partner tali da creare parte della commedia confusione della vita TEMPESTA CHE irritanti SPAZZA VIA IL CUBO portatori di TEMPESTA CHE devastanti sconvolgimenti SEPPELLISCE una grande delusione una crisi finanziaria IL CAVALLO un fallimento o comunque il tuo partner una perdita qualcosa di materiale soccombe di fronte una malattia

a essi un forte senso TEMPORALE di caducità una crisi emotiva molte lacrime TEMPESTA CHE TEMPESTA CHE motivi di afflizione per SEPPELLISCE IL CUBO

SPAZZA VIA LA SCALA il tuo spirito

umilianti più preoccupanti deprimenti tali che tu soccombi di per i tuoi amici tali da rompere fronte a essi la tensione tali da trasformarti necessari per crescere un'esperienza da cui

apprendere TORNADO violenti distruttivi acuti

TUONO VENTO liti una crisi spirituale solo una sfuriata tensioni, stress minacciosi tali da stravolgere fragorosi le abitudini caotici forieri di cambiamenti stimolanti forieri di un rinnovamento

I  fiori  Se  i  fiori  sono...  allora  i  bambini  sono...  

BOUQUET   DENTRO  IL  CUBO   FIORI  DI  CACTUS  vicini l'uno all'altro desiderati un grosso problema vicini per età in grembo un impegno ben un dono per/da giovani ripagato il tuo partner dipendenti forti accuditi

CADUTI  DAL  CIELO   iperprotetti FIORI  SACCHI  O  PORTATI  DAL  

VENTO  

posseduti nei guai

benedetti un prolungamento vissuti come estranei accolti con gioia dite senza interesse per te capolavori morti o abortiti DIETRO   cresciuti e lontani, per

COLORATI   IL  CAVALLO   proprio conto

VIVACEMENTE   in arrivo quando

importanti per te troverai l'amore GIGLI  ACQUATICI,  vivi protetti dal tuo amato NINFEE  motivo di grande vicini all'inconscio attenzione DIETRO  IL  CUBO   vicini alla madre

sorgenti di piacere protetti da te puri i tuoi studenti/allievi

già cresciuti e fuori IN  PRIMO  PIANO   casa molto importanti per te

INTORNO IN UN VASO PICCOLI AL COLLO il tuo orgoglio giovani DEL CAVALLO accuditi messi sotto i piedi l'orgoglio del tuo in mostra cuccioli partner dominati di qualcun altro il suo trofeo non importanti nella LONTANI tua vita IN UN GIARDINO DAL CUBO

LONTANO di qualcun altro RECISI DAL CUBO non parte della tua adottati di qualcun altro vita figliastri materialmente lontani cresciuti e fuori casa IN UN GIARDINO

VICINO AL CUBO MARGHERITE ROSE tuoi innocenti amati tenuti al sicuro naturali appassionatamente coltivati, accuditi freschi figli di un amore biondi appassionato IN UN'OASI

protetti dall'aridità NUMEROSI SELVATICI della vita molti non sotto la tua sorgenti di speranza l'opera della tua vita responsabilità allevati in un ambiente di qualcun altro affidati alla vita ricco

SOPRA O SOTTO UN ALBERO cresciuti per conto loro affidati alla vita

SOSPESI NELL'ARIA SULLA SCALA VICINI AL CUBO non concepiti O VICINI A ESSA davvero tuoi non ancora voluti i tuoi migliori amici giovani nel futuro i figli dei tuoi amici sotto la tua protezione nipoti

SOTTO IL CAVALLO

protetti dal tuo partner

Le origini del Cubo In tre paragrafi

Paragrafo 1

Nell'estate del 1987, nell'isola di KorCula - sperduta nell'azzurro dell'Adriatico - mentre giacevo su di una spiaggetta privata lasciando che il mio corpo si beasse della luce del sole del Mediterraneo, alcuni miei amici di vecchia data mi «cubizzarono» per la prima volta. Rispondevo pigramente alle loro domande senza fare troppa attenzione ai loro ammiccamenti e alle risate calorose che talvolta scoppiavano. Quando mi venne data la soluzione del gioco, pensai semplicemente che il Cubo non era altro che il gioco dell'anno: una delle tante mode estive che si succedono anno dopo anno. A ogni modo nessuno conosceva l'origine di quello strano gioco. La molle e comoda pigrizia estiva ci aveva catturati e non ci preoccupammo più molto del Cubo. Il che non ci impedì, comunque, di usarlo come parte di un altro gioco, quello del costante esercizio della seduzione. E tuttavia, molti cubi vennero collezionati nel corso di quella felice estate del 1987.

Paragrafo 2 Un paio di mesi più tardi, a settembre inoltrato, mentre raccoglievo le

energie per le ultime riprese del mio primo film, passai un periodo nella casa di mia nonna nella Vojvodina, che ai tempi era una regione settentrionale del- l'ex Jugoslavia. Il piccolo villaggio adagiato sulle rive del Danubio è sempre stato per me un'insolita oasi di calma, così lontana dai fragori della politica e della guerra, e i suoi abitanti mi sono sempre sembrati semplici spettatori della grande messa in scena della Storia, sebbene le loro abitudini fossero profondamente radicate nella tradizione austro-ungarica. Ogni aspetto della vita locale rivelava la forte influenza di quell'impero una volta potente e oggi ormai dimenticato. Questo si notava soprattutto nel modo in cui la gente offriva e serviva il cibo. Mia nonna, naturalmente, non faceva eccezione. Un pomeriggio, dopo un pranzo ricco e interminabile come al solito, mi trovavo a subire il consueto interrogatorio da parte di mia nonna su come mai non avessi una ragazza fissa e su quando infine mi sarei deciso a mettere la testa a posto e a sposarmi. Per cercare di cambiare argomento mi venne in mente di proporle di giocare al Cubo. Con mia infinita sorpresa, rispose: «Non ti preoccupare del mio cubo. Dimmi piuttosto del tuo cavallo, così almeno cercherò di trovarti una bella ragazza del villaggio.» Spalancai gli occhi. «Cosa? Tu conosci questo gioco?» Rispose con un'aria di sufficienza. «Certo che lo conosco. Tutti lo conoscono. Ma non è un gioco.

Avanti ora, dimmi del tuo cavallo e io...» «Aspetta, aspetta! Da dove viene il gioco? Dove l'hai imparato?» «Senti, è una lunga storia e poi ora devo andare a dar da mangiare ai polli.» Mi lasciò solo con la mia curiosità. Pensai che l'unica persona che avrebbe potuto darmi altre informazioni senza per forza assillarmi con il tema del matrimonio fosse il parroco, e così mi decisi a fargli visita. Non era in chiesa, ma al suo solito posto: un'ansa dove il Danubio rallenta la sua corsa e dove lui era solito recarsi a pescare. Quando lo trovai, una bottiglia di buon rosso del posto servì a cancellare del tutto ogni ulteriore preoccupazione. Conoscevo bene padre Ambrosie e lui conosceva bene me. Mi rimproverava sempre dicendomi che io ero stato l'unico a non mostrare rispetto per la sua originale tecnica di battesimo, che consisteva nello spruzzare l'acqua santa in giro per tutta la chiesa, e che avevo strillato e pianto per tutta la funzione fino ad assordarlo. Scommetto che lo raccontava a tutti quanti. A ogni modo quella volta era di buon umore, nonostante i pesci non si decidessero ad abboccare. Così quando mi vide la sua faccia si illuminò in un largo sorriso, anche se forse, ripensandoci, non era a me che sorrideva quanto alla bottiglia di rosso. «Allora sentiamo un po', cosa vorresti estorcermi con questa?» disse dando un lungo sorso. «Ah, il Cubo? Sono stati i turchi a portarlo! O,

comunque, questa è la mia teoria. Altri la pensano diversamente, ma io non sono d'accordo. Se provi a spulciare negli archivi della chiesa andando indietro sino all'inizio del secolo scorso, non troverai nient'altro che il consueto registro delle nascite e delle morti. (Sorso.) Sai, proprio come in ogni archivio di ogni altro villaggio della periferia dell'impero... (Altro sorso.) Eccezion fatta per un breve periodo di circa vent'anni durante il quale le consuete annotazioni... sai, tutto quello che veniva registrato in quello stile fiorito che sarebbe dovuto durare per generazioni... bene, dove ero rimasto? (Sorso.) Ah sì, ecco, la tradizione delle annotazioni, che era sempre stata accuratamente mantenuta, di colpo si tramutò in un ammasso casuale di eventi narrati in forma di diario.» Mi guardò con fare da cospiratore e fece una pausa. Non ero già più un regista. Ero di nuovo un ragazzino e non desideravo altro che ascoltare il seguito della storia. (Sorso.) «Allora all'inizio, il diario fa il punto con chiarezza su di una serie di eventi che accaddero nel villaggio. Dapprima la lingua usata è il solito tedesco, poi si passa al serbo, poi arrivano l'arabo, il sanscrito e addirittura una lingua strana e incomprensibile che sta dando un sacco di grattacapi ad alcuni studiosi venuti sin qui da Heidelberg e da Oxford.» (Pausa e sorso.) «Il diario» continuò «inizia con la descrizione dell'eccezionale umidità dell'estate del 1804 che, stando allo scrivano, fu così forte da seppellire tutta la zona nella nebbia per giorni e giorni. Alcuni cavalli, dei bambini e

persino degli uomini si persero nella nebbia. Scomparsi. Inghiottiti. Non li trovarono più.» Si fece il segno della croce e poi diede un'altra gollata dalla bottiglia. «Quando la nebbia si alzò lui era già qui. Apparso dal nulla.» «Lui chi?» «Kariton! L'uomo che portò il Cubo!» «Ma, era turco? Il nome non sembra turco!» «Bah, alcuni dicono di sì. Io però credo che fosse un greco che aveva rubato il Cubo ai turchi e che poi se ne era scappato. A dire il vero il nome giusto era Hariton, ma siccome nessuno qui era in grado di pronunciare bene la H divenne per tutti Kariton. E poi così gli sembrava più cristiano. (Sorso.) A ogni modo, se vai avanti, scopri che Hariton o Kariton, o come diavolo si chiamava, organizzò l'intero villaggio basandosi sul Cubo. E il villaggio prosperò, fiorì. Era il centro del mondo. Ah, dovevano essere bei tempi quelli...» Sospirò, con lo sguardo perso nella luce del tramonto che si avvicinava. Cercai di immaginarmi il piccolo villaggio come il centro di qualcosa anche meno imponente del mondo intero, ma era davvero difficile. Si girò verso di me. «Non ci credi? Leggi. È tutto scritto. Be', naturalmente non accadde in un attimo. Dapprima questo divenne il luogo di sosta delle carovane che, per qualche ragione ignota, modificarono le loro rotte millenarie. Qui si parlavano tutte le lingue del mondo. Poi si cominciarono a

costruire scuole e i bordelli. Templi, moschee, sinagoghe e chiese di ogni genere spuntavano come funghi, e quando non servivano a onorare Dio servivano a onorare il dio denaro. Montagne delle più pregiate sete cinesi venivano scambiate con diamanti russi, tonnellate di oro spagnolo o navi arabe cariche di caffè e di spezie dall'Estremo Oriente. Tutto e tutti passavano di qui e questo non era più il villaggio...» «Non era più il villaggio? E cos'era?» «Era una magnifica e moderna capitale europea.» Pensai che era un fantastico bugiardo e che stava solo cercando di piazzare il suo piccolo villaggio da qualche parte nella storia del mondo. «E cosa ne fu di K... Hariton?» «Ah be', incontrò il suo cavallo, voglio dire sua moglie, e si sposò. Non mi ricordo come si chiamava lei, ma ebbero ben quattro figli. Due maschi e due femmine. Quando lui morì la sua famiglia se ne andò, portando con sé il Cubo. E così il centro del mondo li seguì e noi tornammo a essere di nuovo un piccolo villaggio.» «Ma la gente del paese, voglio dire... della metropoli, ormai conosceva le soluzioni. Perché allora...?» «Eh sì, sapevano le risposte, ma non sapevano come interpretarle! Ancora adesso, dopo tutti questi anni, stiamo ancora imparando.» (Sorso.) «E cosa c'è da imparare?»

«Ah, ah, senti questa. Cosa c'è da imparare? Dentro di te ragazzo mio ci sono cose che tu nemmeno immagini. (Sorso.) Per esempio lo sapevi che alcuni dei più grandi eventi politici e storici di tutti i tempi - e non parlo di qualche secoluccio, ma di migliaia e migliaia di anni - nel bene come nel male furono decisi consultando il Cubo? In base a quello le più grandi guerre furono vinte e perse: Cesare, Napoleone, Kutuzov e persino la Rivoluzione russa! (Sorso.) Persino un movimento artistico prese il suo nome proprio dal Cubo.» Cominciai a ridere. Anche lui si stava divertendo della sua storia. O forse era il vino. «E allora? Non mi credi?» «No, no, altroché se ti credo! Ma com'è che di tutte queste attività da centro del mondo non è rimasta neanche una traccia in paese?» Una lunga sorsata finale vuotò la bottiglia. «La vuoi sapere una cosa? Con tutte queste domande mi stai spaventando i pesci. Torna domani, porta un'altra bottiglia e ti farò vedere i diari.» Be', domani era un altro giorno e il destino mi richiamò alla moviola, di modo che potei finire il mio film, ma promisi a me stesso che sarei tornato per saperne di più sui diari. L'ultimo ricordo che ho di padre Ambrosie è lui sul greto del fiume che mi saluta agitando la bottiglia vuota.

Paragrafo 3

Molti anni, e molti cubi più tardi, mi trovo a New York, aspettando che mi richiamino da Hollywood. «Toc, toc.» Improvvisamente, il destino bussa alla mia porta sotto forma di Annie, di Big Jacques e di quattordici gatti. Annie (sorridendo): «Ciao! Siamo i nuovi vicini!». Jacques (perentorio): «Annie! Bando alle ciance e dagli subito da mangiare. Non possiamo permetterci nessun vicino ossuto!». I gatti non commentano, ma uno di loro, Mr. Coby (il più grosso e grasso Blu di Russia che abbia mai visto), mi guarda, sbatte le palpebre un paio di volte e, potrei giurarlo, bisbiglia qualcosa come: «Il tipo ossuto è a posto!». Poi tutti insieme mettono a soqquadro il mio appartamento. Quanto a me, sono senza parole, il che viene interpretato subito come se fossi affamato. Forse è vero. A ogni modo in un baleno mi ritrovo nel bel mezzo di un banchetto luculliano che potrebbe essere descritto senza riserve come un'orgia di cibo stile impero romano di proporzioni smisurate, con tanto di quattordici gatti, con Annie che continua a fare domande e Jacques che continua a rispondere al mio posto. Io sono ancora senza parole, per la maggior parte del tempo. Ma il cibo è così buono che mi ci vuole un po' per rendermi conto di chi siano davvero loro. Annie è meglio del Prozac e del Valium messi assieme. Basta

parlarle un paio di volte al giorno e la tua depressione è scomparsa. Un'improvvisa ondata di energia ti pervade e puoi finalmente riprendere a respirare normalmente, anche se ti trovi qui a New York. Il tuo cervello si fa più agile, come se avessi preso una specie di ginseng sotto forma di parole. Io consiglio assolutamente delle dosi quotidiane di chiacchiere con Annie. Vi sentirete meglio, è garantito! Big Jacques (e l'appellativo è sicuramente modesto) è il marito di Annie. Personalmente nulla smetterà di farmi credere che tutti e due mi stiano mentendo: Big Jacques dev'essere in realtà il genio della lampada, che si è disfatto della lampada non appena ne è uscito fuori. Lui è il cuoco. I gatti sono i gatti, con l'eccezione di Mr. Coby, che fuma i sigari nel mio bagno e ogni tanto scoppia a ridere senza alcun motivo apparente. Naturalmente ho giocato al Cubo con tutti loro (gatti compresi), che poi hanno giocato con i loro amici, che a loro volta hanno giocato con altri amici e così via, finché, dopo molte cene, una sceneggiatura ben riuscita e una grande collezione di cubi, ho pensato che avremmo dovuto pubblicare II Cubo e dirvi tutto quello che sapevamo. Devo anche confessarvi che il libro è stato in effetti scritto da Annie, mentre io, oltre a fornire alcuni cubi della mia collezione privata, mi sono limitato a dare un'occhiata finale (però so fare anche un caffè molto buono). La parte di Jacques è stata quella di nutrirci (troppo) e di ripeterci di continuo che avevamo sbagliato tutto. Anche i gatti

sono stati di grande aiuto, il più delle volte. Mia nonna è morta senza la gioia di vedermi sposato. Anche padre Ambrosie se n'è andato e ora probabilmente sta pescando da qualche nuvoletta mentre sorseggia un vino della zona (roba, pare, celestiale). Quanto a me, sto ancora aspettando che da Hollywood mi richiamino e mi dicano qualcosa. Nel frattempo prendo con regolarità le mie dosi di terapia verbale di Annie, mentre Mr. Coby sta cercando di smettere di fumare (direi senza successo). Se non mi credete, venite una volta a cena e controllate di persona. Ricordatevi solo di portare il vostro cubo. Al resto pensiamo noi.

Slobodan D. Pesic