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Al via la campagna tesseramento ANNO 8 NUMERO 2 FEBBRAIO 2021 Un patto per il lavoro e per il clima Piano vaccinazione: serve chiarezza

ANNO 8 NUMERO 2 FEBBRAIO 2021 - CGIL Ra · Piacenza a Rimini, negli scatti del foto-grafo Michele Lapini (grafica a cura di Lance Libere). Dal 15 febbraio e per un mese potrete vedere

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Al via la campagnatesseramento

ANNO 8NUMERO 2FEBBRAIO 2021

Un patto per il lavoro e per il clima

Piano vaccinazione:serve chiarezza

Un Patto per il lavoro e per il climaSi chiama “Patto per il lavoro e per il

clima” ed è l’accordo che traccia le

traiettorie per lo sviluppo futuro del-

la Regione Emilia Romagna. Il docu-

mento mette d’accordo la Regione

con sindacati, associazioni datoriali,

terzo settore, volontariato, università

e associazioni ambientaliste. “Rappre-

senta un’evoluzione dei Patti via via

sottoscritti, a partire da quello nato a

seguito della crisi occupazionale del

2008 – commenta la segretaria genera-

le della Camera del lavoro di Ravenna,

Marinella Melandri - e nel tempo sono

cresciuti sia i firmatari che la dimen-

sione progettuale”.

Melandri parla di una straordinaria op-

portunità per ridisegnare il futuro del

territorio dal punto di vista del lavoro,

del welfare e dell’ambiente: il patto,

che dovrà tradursi in piani attuativi,

anche territoriali, si colloca a monte

della programmazione di spesa delle

risorse del recovery plan e dei fondi

strutturali europei. Ciò significa che

tutti i finanziamenti pubblici, ordinari

e straordinari, saranno indirizzati sugli

obiettivi condivisi con il patto, operan-

do una selezione basata sulla soste-

nibilità sociale e ambientale. Il piano

indica interventi che avranno effetti

immediati, accanto a programmi di

azione proiettati nel prossimo decen-

nio.

Il Patto prosegue sul solco tracciato

dall’accordo precedente (Il patto per

il lavoro) in materia di occupazione.

“Sono previsti investimenti e azioni

per la salvaguardia dei posti di lavoro

e di creazione di buona occupazione –

dice Marinella Melandri -. Il Covid ha

portato a stravolgimenti epocali, basti

pensare ai milioni di ore di cassa in-

tegrazione che sono stati utilizzati nel

2020. Ci aspettano mesi complicati,

scanditi dalla scadenza al 31 marzo del

blocco dei licenziamenti. Il Patto sigla-

to con la Regione prevede che nessuna

crisi aziendale possa essere affrontata

senza il coinvolgimento dei sindacati.

Non ci potranno essere licenziamenti

unilaterali e dovranno essere utilizza-

ti tutti gli strumenti a disposizione per

mantenere agganciati i lavoratori alle

loro aziende, aprendo, se necessario

tavoli di crisi regionali”.

Sul piano ambientale c’è l’impegno di

raggiungere il 100% di energie rinno-

vabili entro il 2035 e la neutralità car-

bonica entro 2050: “Questi sono temi

strategici per Ravenna e il suo sistema

economico caratterizzato dalla presen-

za di aziende e competenze e in mate-

ria energetica – commenta Melandri -.

Abbiamo le carte in regola per diven-

tare un hub ambientale nel segno di

una giusta transizione, che sappia cioè

salvaguardare l’occupazione e la tenu-

ta dell’economia. A questo proposito,

il Patto necessita di essere declinato

concretamente: bisogna specificare

come garantire il fabbisogno energeti-

co nella transizione e quale ruolo pos-

sa giocare il gas. È un tema di politiche

energetiche nazionali che impatta si-

gnificativamente sul sistema ravenna-

te, dove ci sono diversi progetti che

possono contribuire a ridisegnare lo

sviluppo del territorio in termini pro-

duttivi, occupazionali e ambientali: la

captazione e lo stoccaggio della CO2,

il parco eolico a mare, il fotovoltaico

galleggiante. Su questi progetti occor-

re aprire immediatamente un confron-

to per comprenderne impatti, investi-

menti, piani industriali, conseguenze

occupazionali ma anche quali profes-

sionalità serviranno e come formarle.

Il tutto va legato alle potenzialità del

porto, al sistema industriale presente

ed in evoluzione, alle esigenze dell’e-

conomia circolare”.

L’irruzione del Covid ha pesantemente

inciso sulla sanità nell’ultimo anno e

il Patto promette di contribuire a dare

risposte: “La sanità regionale è anda-

ta in affanno, anche se meno di altre

– commenta Melandri -. I tagli, la man-

canza di investimenti, la carenza di

// REGIONE

professionisti della sanità degli ultimi

decenni hanno lasciato il segno. Han-

no portato a scelte che vanno riviste:

bisogna cambiare il rapporto fra con-

centrazione e prossimità, il taglio dei

posti letto si è rivelato insostenibile, la

pandemia ci ha costretti a pensare allo

spazio e alle distanze in modo diverso.

La sanità territoriale, pur indicata da

tempo come un obiettivo, non è ancora

stata realizzata in maniera capillare. Le

case della salute non sono così diffuse,

servono ospedali di comunità, servi-

zi domiciliari sostenuti da tecnologie

avanzate. In questo contesto, il Patto

conferma: la centralità del sistema e

del governo pubblico della sanità, l’u-

niversalità del diritto alla salute e deter-

mina la necessità di tornare a investire

nel settore, sia in termini di strutture

che di programmazione e personale”.

Gli anziani sono stati le principali vit-

time della pandemia, evidenziando

un’estrema fragilità del sistema: “La

Regione in passato ha istituito, in ac-

cordo con i sindacati, il fondo per la

non autosufficienza, supplendo in par-

te alla mancanza di interventi nazio-

nali – conclude Marinella Melandri -.

La pandemia ha però fatto emergere

la fragilità del sistema di assistenza e

di presa in carico nei confronti degli

anziani. Serve un’azione più integra-

ta sul territorio che sappia rispondere

in modo progressivo, con una filiera

dell’assistenza calibrata sulle residue

autosufficienze, all’invecchiamento

della popolazione. La sfida del momen-

to riguarda le vaccinazioni”.

Riconoscimento contributivo per il part-time verticale ciclico

Nella Legge di Bilancio 2021, al com-

ma 350 dell’art 1 della legge n.178 del

30.12.2020, si prevede il riconoscimen-

to in maniera piena della contribuzione

previdenziale riferita ai periodi di lavo-

ro come part-time verticale ciclico.

Si tratta di un risultato politico impor-

tante, ottenuto attraverso la mobilita-

zione dei lavoratori che con iniziative,

presidi e tantissimi ricorsi legali negli

ultimi anni hanno indotto il Governo a

un intervento risolutivo, che permette-

rà finalmente ai lavoratori in part-time

verticale di poter accedere al pensio-

namento, considerando tutti gli anni di

lavoro al pari di tutti gli altri lavoratori.

Di fatto vengono considerati ai fini

del calcolo dell’anzianità contributiva

necessaria per acquisire il diritto alla

pensione, i periodi di sosta lavorativa.

Più precisamente, il numero delle set-

timane da assumere ai fini pensionisti-

ci si determinerà rapportando il totale

della retribuzione annuale al minimale

contributivo settimanale determinato

ai sensi dell’articolo 7, comma 1, del

decreto-legge n. 463 del 1983 (minima-

le settimanale 206,23 euro nel 2020).

// PREVIDENZA

Invece, con riferimento ai contratti di

lavoro a tempo parziale terminati pri-

ma della data di entrata in vigore della

LdB, il riconoscimento dei periodi non

interamente lavorati è subordinato alla

presentazione di apposita domanda

dell’interessato corredata da idonea

documentazione.

Su questo punto la Cgil vigilerà affinchè

la circolare dell’Inps sia coerente con la

novità normativa, consentendo a tutti

coloro che hanno svolto periodi di la-

voro in part-time verticale, di avere tale

riconoscimento.

Eroi della classe lavoratrice:al via la campagna della CgilSette volti, sette lavoratrici e lavora-

tori, per raccontare una storia iniziata

nel febbraio dell’anno scorso quando

la pandemia è entrata nelle nostre vite

sconvolgendo tutto, a partire dal lavo-

ro. La tenuta occupazionale e dei salari,

la sicurezza e la tutela della salute nei

luoghi di lavoro, tutto ciò è stato possi-

bile soprattutto grazie al contributo dei

sindacati confederali (dai protocolli di

sicurezza, al blocco dei licenziamenti,

all’attivazione della cassa integrazione e

delle indennità). Ma i veri protagonisti,

ancora una volta, sono stati i lavorato-

ri e le lavoratrici che, anche in Emilia-

Romagna, attraverso il loro impegno

quotidiano, hanno reso degna di signifi-

cato la parola lavoro. C’è chi si è trovato

in prima linea più di altri, per la natura

stessa del proprio lavoro: pensiamo al

settore socio sanitario, all’agroalimenta-

re e alla logistica, ai trasporti e ai servizi,

al commercio e all’industria. Settori e

lavoratori che non si sono mai fermati e

che hanno permesso che beni e servizi

essenziali per la popolazione non venis-

sero mai a mancare. Sono stati subito ri-

battezzati “eroi” e poi presto dimentica-

ti. Noi non dimentichiamo. E così come

Cgil regionale assieme a tutte le Camere

// INIZIATIVE

del Lavoro dell’Emilia-Romagna abbia-

mo deciso che la campagna per il tesse-

ramento 2021 dovesse essere dedicata

a loro, che dovesse essere un omaggio

a quanto hanno fatto fino a ora. Sono i

nostri “working class heroes”, proprio

come il titolo della celebre canzone di

John Lennon che abbiamo scelto come

claim della nostra campagna che ritrae

appunto sette lavoratrici e lavoratori, da

Piacenza a Rimini, negli scatti del foto-

grafo Michele Lapini (grafica a cura di

Lance Libere). Dal 15 febbraio e per un

mese potrete vedere questi volti nelle

tante strade delle nostre città, sui media

e sui social network, un grande grazie

perché se il nostro Paese ha retto, anco-

ra una volta è stato per merito loro.

“Il futuro del Paese e dell’Emilia-Roma-

gna passa dal lavoro e dalla sostenibilità

ambientale. Per questo abbiamo sotto-

scritto con la Regione e tanti altri fir-

matari il Patto per il lavoro e il clima. Al

centro, c’è la difesa dell’occupazione e la

qualità del lavoro, con l’impegno a esclu-

dere procedure di licenziamento collet-

tivo (anche attraverso l’uso preventivo

degli ammortizzatori sociali) e rafforzan-

do la tutela dei lavoratori impiegati negli

appalti - – spiega il segretario della Cgil

Emilia-Romagna Luigi Giove -. Que-

sta è la strada intrapresa dall’Emilia-

Romagna per orientare le sue scelte di

sviluppo futuro, ma questo accordo può

diventare, ora più che mai, un riferimen-

to anche per il governo nazionale”.

“La campagna di tesseramento della Cgil

rende omaggio a chi, in piena pandemia,

ha permesso e permette ogni giorno al

Paese di andare avanti in un contesto di

grandissima difficoltà – commenta Ma-

nuela Trancossi, della segreteria della

Cgil di Ravenna -. Le lavoratrici e i la-

voratori sono un elemento imprescindi-

bile per il benessere e la coesione della

società. In questo contesto la campagna

tesseramento della Cgil è un’occasione

per rafforzare ulteriormente il mondo

del lavoro e con esso le rivendicazioni

a favore dei lavoratori, delle famiglie e

dei pensionati. Le Camere del lavoro

sono sempre state operative, anche nei

mesi più difficili dell’epidemia, e si sono

attrezzate, garantendo tutte le norme di

sicurezza, per rimanere sempre un pun-

to di riferimento per i cittadini e per ac-

cogliere tutti coloro che si rivolgono al

sindacato. Il nostro impegno proseguirà

al fianco di tutti i nostri iscritti”.

Cgil Emilia Romagna e Cgil Ravenna

Incidente mortale sul lavoroLa vittima aveva appena 26 anniFare chiarezza sull'accadutoUn nuovo infortunio mortale sul lavo-

ro ha funestato il territorio di Raven-

na. Lo scorso 14 gennaio, il giovane la-

voratore Christian Vernocchi ha perso

la vita nella stazione di trasferenza di

Hera Ambiente di Cervia.

Vernocchi, appena 26 anni d’età, stava

lavorando per la ditta Ravenna Chimi-

ca, azienda del Gruppo Ciclat. Gli in-

terrogativi che accompagnano la sua

morte sono diversi, a partire dall’orario

in cui è avvenuto l’incidente e dalle ma-

novre che si svolgevano nella stazione.

La Cgil esprime profondo cordoglio e

vicinanza ai familiari della vittima.

“Ci auguriamo che le indagini della

magistratura possano fare piena luce

sulla dinamica dell’incidente e su

eventuali responsabilità – commen-

tano la Cgil e la Fp Cgil, assieme agli

altri sindacati –. Un giovane ha perso

la vita e dovremo fare tutto il possi-

bile affinché si chiarisca ogni aspetto

dell’accaduto. La sicurezza rappre-

senta una priorità assoluta e l’impe-

gno quotidiano del sindacato è fare in

modo che tragedie come questa non si

verifichino mai”.

L’impegno della Cgil

per la sicurezza

Il nuovo lutto riporta sotto i rifletto-

ri un tema, quello della sicurezza sul

lavoro, che la Cgil affronta quotidiana-

mente: “Gli infortuni che non si pos-

sono evitare, se esistono, sono raris-

simi – commenta Andrea Marchetti,

responsabile Salute e Sicurezza per la

Cgil di Ravenna -. Per evitarli occorre

innanzitutto agire sulla prevenzione,

che è un’azione continua di ricerca

e individuazione di misure di miglio-

ramento della situazione in essere.

L’approccio di alcune aziende, che si

limitano ad affermare ‘abbiamo i do-

cumenti aggiornati’, è del tutto insuf-

ficiente. Si deve poter lavorare solo in

sicurezza, con una valutazione accu-

rata di tutti i rischi presenti nell’atti-

vità lavorativa, formazione efficace,

organici adeguati, diritti per tutti con

particolare riferimento al mondo degli

appalti dove, sotto il ricatto occupa-

zionale, si ha più timore di rivendicarli

e dove il sindacato viene spesso la-

sciato ai margini”.

Marchetti sottolinea il fatto che spesso

viene effettuata una valutazione dei ri-

schi poco accurata, “a volte può esse-

re più puntuale – dice Marchetti - ma

anche in questi casi succede frequen-

temente che il modo in cui si permette

di lavorare, o si ‘auspica’ si lavori, è

un altro. La cu ltura della prevenzio-

ne non è vedere la salute e sicurezza

come un mero adempimento: valuta-

zione dei rischi, misure di prevenzione

e protezione, vigilanza continua sulla

loro applicazione devono essere effi-

cacemente attuate. Diversamente, nel

mondo del lavoro di oggi, chi coman-

da è la fretta con la gestione improv-

visata di urgenze e picchi di lavoro. In

questo contesto le regole più elemen-

tari possono saltare con conseguenze

spesso molto gravi”.

Marchetti conclude l’intervento con

una riflessione sulla sicurezza sul lavo-

ro in fase pandemica: “La lotta al Co-

vid è diventata prioritaria, ma accanto

a essa permangono altre problemati-

che. Non ci si ammala solo di Covid, i

rischi sul lavoro sono anche altri.

La pandemia sembra aver spazzato

via tutti gli altri temi, ma non è così,

tanto più che il timore dei contagi ha

radicalmente cambiato il mondo del

lavoro. Come Cgil non ci stancheremo

mai di incalzare le aziende, nella con-

sapevolezza che la sicurezza non è un

costo, ma un investimento”.

// SICUREZZA

Vittoria della Flc Cgil in tribunale:tutelate tre lavoratriciIl giudice del tribunale di Ravenna ha

dato ragione alla Flc Cgil di Ravenna

che, nel 2020, ha promosso una causa

a tutela di tre lavoratrici Ata nei con-

fronti dell’istituto di scuola secondaria

di secondo grado Ginanni e del mini-

stero dell’Istruzione.

Il sindacato ha deciso di ricorrere alle

vie legali in quanto il dirigente scola-

stico del Ginanni ha deciso di negare

a tre collaboratrici scolastiche, per gli

anni scolastici 2018/19 e 2019/20, il

diritto alla riduzione dell’orario di la-

voro a 35 ore settimanali, anziché le

36 previste.

“I lavoratori Ata hanno diritto alle ri-

duzione oraria settimanale a 35 ore –

spiega Marcella D’Angelo, segretaria

generale Flc Cgil Ravenna - quando si-

ano verificabili e verificati due presup-

posti: la scuola è aperta per almeno 10

ore al giorno, per almeno tre giorni a

settimana, e i lavoratori devono svol-

gere il proprio lavoro su più turni o

devono essere coinvolti in sistemi d’o-

rario comportanti significative oscilla-

zioni degli orari individuali”.

Le lavoratrici - che hanno voluto pro-

cedere con la causa affidandosi alla

// SCUOLA

Flc Cgil, assistita dall’avvocata Fe-

derica Moschini - avevano ottenuto

legittimamente la 35esima ora negli

anni scolastici precedenti, quando lo

stesso istituto era guidato da un altro

dirigente. Con il cambio di dirigenza le

cose sono cambiate. Il nuovo dirigen-

te, sebbene i presupposti contrattuali

per mantenere il diritto alla 35esima

ora non fossero mutati, si è ostinato a

negare il diritto alla riduzione oraria,

adducendo il fatto che le lavoratrici in

questione non svolgessero il loro la-

voro su turni e non vi fosse per loro

alcuna gravosità. L’interpretazione del

dirigente è stata respinta dal giudice,

che ha dato ragione alla Flc Cgil, ac-

certando il diritto delle tre collabora-

trici scolastiche alle 35 ore settimanali.

Il Ministero è stato condannato al

pagamento delle somme dovute con

relativi interessi per l’anno scolastico

2018/2019.

Per l’anno scolastico 2019/20, invece,

i due presupposti per la 35esima ora

sono venuti meno, considerato il pe-

riodo di sospensione delle attività do-

vuto all’emergenza Covid.

“La sentenza – conclude la segretaria

Marcella D’Angelo – ci consegna una

grande vittoria fondata sulla legitti-

mità dell’applicazione del diritto del

lavoro previsto dal contratto colletti-

vo nazionale e dell’applicazione dello

stesso. Il giudice ha rigettato le errate

interpretazioni della norma da parte

del dirigente del Ginanni e del Ministe-

ro. Il diritto del personale Ata, di svol-

gere il proprio orario di lavoro su 35

ore settimanali anziché 36, non deve

essere minimizzato riconducendolo a

una semplice riduzione di un’ora alla

settimana; ma va inserito nel contesto

lavorativo e nelle mansioni svolte. I

turni di lavoro e la gravosità degli stes-

si sono elementi indiscussi per far sì

che la macchina della scuola pubblica

lavori in efficienza”.

Carenza di personale a Poste ItalianeLa Slc Cgil proclama lo scioperoNon avendo ricevuto risposte dall’a-

zienda, la Slc Cgil ha proclamato lo

sciopero, dal 1 febbraio al 1 marzo,

di ogni prestazione straordinaria e

aggiuntiva, compresa la flessibilità

operativa del personale addetto al

recapito e il monte ore del persona-

le addetto allo sportello. Oltre a ciò,

è stato proclamato uno sciopero per

l’intera giornata del 1 marzo per tutto

il personale di Poste Italiane applicato

in Emilia Romagna.

In questi mesi la Slc Cgil ha svolto as-

semblee in ogni luogo di lavoro della

regione. Sono state svolte in presenza,

garantendo il rispetto delle normative

anticontagio, e con il collegamento da

remoto consentendo e assicurando al-

tre modalità di partecipazione.

“Coerentemente con il percorso as-

sembleare e con il mandato ricevuto

nelle assemblee – spiega la Slc Cgil -,

lo sciopero non è più rinviabile, non

avendo nessuna intenzione di rinun-

ciare alle nostre legittime rivendica-

zioni. La carenza di personale nei di-

versi ambiti aziendali continua, giorno

dopo giorno, ad assumere dimensioni

non più accettabili”.

In PCL (settore portalettere) le nuove

assunzioni tardano ad arrivare, con

numeri irrisori, con il ricorso sempre

più massiccio ai contratti a tempo de-

terminato che, nel recapito, sta met-

tendo a nudo le criticità del settore.

Nei Centri di Smistamento, l’esterna-

lizzazione delle linee di trasporto con-

tinua in modo imperterrito, insieme

alla riduzione degli organici.

In MP (settore mercato privati) le

sportellizzazioni non sono più procra-

stinabili. La mancata trasparenza per

la non pubblicazione, dopo la selezio-

ne, degli elenchi degli idonei al job-

// VERTENZE

posting, da noi più volte richiesta, crea

malumore e disorientamento tra i di-

retti interessati. L’assunzione di giova-

ni con contratto part-time “involonta-

rio” a orario ridotto, non è la soluzione

corretta da percorrere.

In provincia di Ravenna ci sono ancora

uffici postali con orari ridotti e lunghe

code, non tanto per l’emergenza sani-

taria, ma per la forte carenza di per-

sonale.

“Rispetto a questo tema – conclude

la Slc Cgil - abbiamo coinvolto anche

le istituzioni locali, con tavoli di con-

fronto con sindaci del territorio, sen-

sibili alle lamentele dei cittadini, per i

disservizi di Poste, e nei prossimi gior-

ni interesseremo anche le istituzioni

regionali. Siamo di fronte a un forte

ridimensionamento del servizio uni-

versale che, giorno dopo giorno, sta

venendo meno. Ribadiamo che, sep-

pure in una condizione difficile per il

Paese, il sindacato non può abdicare al

proprio ruolo. Insieme possiamo cam-

biare in meglio la più grande azienda

del Paese per numero di addetti, mi-

gliorando le condizioni di lavoro in

Poste. L’adesione allo sciopero diventa

fondamentale per avere una disconti-

nuità con il passato, mettendo in cam-

po una piattaforma rivendicativa che

abbia il consenso dei lavoratori di Po-

ste in Emilia-Romagna e che sia in gra-

do di migliorarne le condizioni di lavo-

ro riconoscendone la giusta dignità”.

Roberto Cornigli,

segretario generale di Slc Cgil Ravenna

Dalla Questura permessi speciali per “grave sfruttamento lavorativo”La Questura di Ravenna ha rilasciato

il permesso speciale “per grave sfrut-

tamento lavorativo” (ai sensi dell’art.

22 Testo Unico immigrazione) a due

lavoratori migranti richiedenti asilo sot-

tratti, grazie ad una attività congiunta

sindacale e istituzionale, alla condizio-

ne di sfruttamento da parte di un’orga-

nizzazione criminale attualmente sotto

processo. Inoltre, a conclusione delle

indagini condotte assieme all’Ispettora-

to del lavoro e all’Inail, su disposizione

del Gip di Forlì, la Polizia ha eseguito

un’ordinanza di custodia in carcere nei

confronti di quattro cittadini pachistani

accusati di aver reclutato i lavoratori, di

averli accompagnati al lavoro in un cli-

ma di minacce e intimidazioni, oltre ad

aver individuato e gestito i committenti.

Nella primavera 2020 l’emergenza Co-

ronavirus ha messo in grave difficoltà i

migranti braccianti agricoli che hanno

avuto sempre più difficoltà a trovare la-

voro, anche nella nostra regione. Alcuni

di loro, già prima della pandemia ave-

vano preso contatti con la Flai Cgil di

Forlì per il controllo degli stipendi e dei

contributi previdenziali (da cui è nata

un’indagine della Procura della città

romagnola). Successivamente, a pande-

mia in corso, si è attivata la Flai Cgil di

Ravenna, poiché la casa di campagna in

cui erano domiciliati si trovava a Bagna-

ra. Il sindacato e il Comune di Bagnara

hanno subito contattato le forze dell’or-

dine e attivato i servizi sociali per offrire

ai lavoratori un sostegno alimentare e la

sanificazione dei luoghi in cui vivevano.

Parliamo di più di venti lavoratori (in

gran parte pachistani e afghani, sia in

possesso di un titolo di soggiorno che

richiedenti asilo) che alloggiavano in

una grande e isolata casa di campagna.

Al mattino venivano condotti a lavorare

// DIRITTI

per raccogliere frutta e verdura o potare

gli alberi fuori dal territorio di Bagnara

(con viaggi medi di un’ora), per tornare

solo alla sera, guadagnando 50 euro al

mese e lavorando fino a 80 ore settima-

nali. Le indagini della Squadra Mobile

di Forlì hanno ricostruito un quadro di

sfruttamento da parte di un’organizza-

zione che li faceva lavorare in diverse

aziende agricole non solo dell’Emilia-

Romagna e li alloggiava senza acqua

calda, poco cibo e materassi a terra am-

massati in poche stanze. Nel casolare,

abitazione dei lavoratori ma anche sede

operativa della rete di sfruttamento, è

avvenuta la prima visita del Comune

di Bagnara, dei servizi sociali e della

Polizia locale. Erano anche presenti un

rappresentante della Flai Cgil e l’avvo-

cato incaricato di assicurare assistenza

e difesa a queste vittime del caporalato.

Attraverso il coinvolgimento della Re-

gione Emilia-Romagna, che a sua volta

ha attivato il servizio Immigrazione del

Comune di Ravenna, è stato possibile

l’ingresso di due lavoratori all’interno

di un progetto “Oltre la Strada” (siste-

ma integrato di interventi socio-sanitari

nel campo della prostituzione, del gra-

ve sfruttamento e della tratta di esseri

umani). Tra i loro diritti è previsto il ri-

lascio di un permesso di soggiorno spe-

ciale per grave sfruttamento.

Come Cgil Emilia Romagna esprimia-

mo soddisfazione per questo esito e per

l’iniziativa messa in campo, che va sem-

pre perseguita affinché i lavoratori de-

boli vengano sottratti dal giogo di nuovi

sfruttatori e di reti criminali che violano

i diritti e la dignità umana. Le associa-

zioni criminali, qualunque esse siano,

impediscono ai sindacati di esercitare le

proprie attività di promozione e tutela

dei diritti dei lavoratori e delle lavora-

trici. Per questa ragione, le organizza-

zioni confederali dell’Emilia Romagna

si sono costituite parte civile anche nel

processo di Forlì per rivendicare il ruolo

di garanzia della tutela dei diritti dei la-

voratori e delle lavoratrici. Non smette-

remo di denunciare queste situazioni e

non smetteremo di rivendicare diritti e

dignità per ogni essere umano sperando

di poter sempre contare sulle istituzioni

al fine di garantire il controllo del ter-

ritorio e la partecipazione democratica.

L'impegno della Flai Cgil contro le irregolarità in agricoltura

Incontro con l’Ausl Romagna sul piano di vaccinazioneLe Cgil di Ravenna, Forlì, Cesena e Ri-

mini hanno chiesto un incontro con la

dirigenza dell’Ausl Romagna per chia-

rire come sarà affrontato dal punto di

vista organizzativo il piano vaccinale.

Il sindacato intende ottenere risposte

dall’Ausl ad alcuni interrogativi sul-

le vaccinazioni che diverse persone

stanno ponendo agli operatori delle 78

sedi territoriali della Cgil sparse in Ro-

magna. Si tratta di domande di anziani

spesso soli e di famiglie che trovano

un punto di riferimento nel sindacato.

Le prossime settimane saranno cru-

ciali per affrontare la lotta al virus e

proteggere le fasce più deboli della po-

polazione. In questo momento la Cgil

ritiene prioritari i temi della prossimità

delle vaccinazioni, di un’informazione

precisa e capillare, della possibilità di

effettuare prenotazioni rapide, della

protezione degli assistenti familiari

(badanti) e di coloro che si occupano

dell’assistenza degli over 80.

La Cgil riconosce l’impegno che Ausl

Romagna ha assunto, assieme alle

istituzioni, sulla campagna vaccinale,

come va anche sottolineato lo straor-

dinario lavoro del personale sanitario

// SALUTE

e amministrativo dell’Ausl per far sì

che ogni passaggio sia gestito nelle

modalità migliori.

Le prossime vaccinazioni saranno il

primo vero banco di prova di una cam-

pagna vaccinale che dovrà raggiunge-

re l’intera popolazione.

“Ci sono alcuni aspetti che è impor-

tante chiarire in merito all’imminente

campagna vaccinale sulla popolazio-

ne ultra 80enne – dicono i segretari

generali dei territori -. Ci chiediamo

ad esempio se l’Ausl Romagna ha

già pensato a percorsi specifici per le

persone anziane che, pur non avendo

assistenza domiciliare, non possono

recarsi in maniera autonoma ai punti

di vaccinazione. Vanno inoltre chiarite

le procedure per effettuare le preno-

tazioni, se ci sarà una linea telefonica

dedicata e quali saranno i luoghi in cui

sarà possibile prenotarsi fisicamente

evitando assembramenti. Chiarezza

va fatta inoltre rispetto ai ‘caregiver’

o conviventi che hanno in famiglia

anziani over 80, specificando anche

se rientreranno nella priorità vaccina-

le gli assistenti familiari, le cosiddette

‘badanti’; infine sarà determinate la

prossimità del luogo in cui i vaccini

verranno effettuati e le modalità con

le quali si organizzano su tutto il ter-

ritorio romagnolo navette o mezzi di

trasporti adeguati per raggiungere i

luoghi di vaccinazione”.

“Sul piano regionale di vaccinazione

– conclude la Cgil - le organizzazio-

ni sindacali sono state positivamente

coinvolte: è necessario proseguire il

confronto sui territori. La Cgil, con la

presenza capillare delle Leghe Spi, può

svolgere un ruolo proattivo e di soste-

gno in questa fase cruciale”.

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Si ringrazia

per la collaborazione

Andrea Marchetti

Manuela Trancossi

Registrato nel Tribunale

di Ravenna

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sono consultabili sul sito

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in anticipo per tutti i suggerimenti e i contributi che ci farete arrivare.

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Basta alla propaganda in favore del

fascismo e del nazismo. Lo Spi Cgil

aderisce all’iniziativa del sindaco

di Stazzema, Maurizio Verona,

che ha lanciato una campagna

di raccolta firme per presentare

alle Camere una proposta di

legge di iniziativa popolare che

prevede pene severe a chi si rende

colpevole di propaganda delle

ideologie fasciste e naziste con

qualunque mezzo di diffusione e

l’aggravante di diffusione in rete,

e della produzione e la vendita

di oggetti celebrativi dei regimi

fascista e nazista.

Per avere successo l’iniziativa

// SPI CGIL

Una legge di iniziativa popolare contro la propaganda fascista e nazista. Servono 50mila firme entro il 31 marzo

partita dalla Toscana dovrà

raccogliere 50 mila firme entro

il prossimo 31 marzo. Per

dare il proprio contributo alla

riuscita dell’iniziativa i cittadini

devono recarsi nel loro Comune

di residenza e sottoscrivere

la proposta di legge. La legge

attraverso il ripudio

della memoria e allo

stravolgimento della storia

provano a minare la base della

nostra democrazia che è la nostra

Costituzione – commenta il

segretario generale dello Spi Cgil,

Ivan Pedretti -. Il nostro sindacato

è sempre stato in prima linea nelle

battaglie di civiltà ed è per questo

che invito tutte le iscritte e tutti

gli iscritti allo Spi Cgil ad aderire.

Facciamo sentire forte la nostra

voce antifascista perché una volta

per tutte il fascismo e il nazismo

vengano condannate con una

legge che nasce dal basso.

L’Assemblea Generale della

Cgil di Ravenna ha approvato

un ordine del giorno in cui

sottolinea di trovare inaccettabile

l’astensione dell’Italia e dei Paesi

dell’Unione Europea in merito

alla risoluzione Onu approvata

contro la glorificazione del

nazismo, il neonazismo e altre

pratiche che contribuiscono ad

alimentare razzismo e xenofobia.

Nel novembre 2020, la terza

commissione dall’assemblea

generale Onu ha discusso di

diverse situazioni nelle quali si

sarebbe verificato il mancato

rispetto dei diritti umani anche

con la presenza in Parlamento

di rappresentanze di movimenti

// CAMERA DEL LAVORO

neonazisti. La risoluzione è stata

approvata con 122 voti, ma con

la contrarietà degli Stati Uniti e

Ucraina e l’astensione dell’Italia e

dell’intera UE, oltre a Australia e

Giappone.

L’Assemblea Generale della Cgil

di Ravenna ritiene che tematiche

di tale rilevanza politica e

valoriale, sancite dalla nostra

Costituzione, non debbano essere

oggetto né di tatticismi, né di

strumentalizzazioni e debbano

anzi rappresentare con chiarezza

il punto di riferimento per tutti i

Governi mondiali.

La Cgil di Ravenna considera la

presenza negli arsenali anche

italiani di armi nucleari, una

Ordine del giorno a sostegno della campagna “Italia ripensaci”

intende introdurre “norme contro

la propaganda e la diffusione di

messaggi inneggianti a fascismo e

nazismo e la vendita e produzione

di oggetti con simboli fascisti e

nazisti”.

“Siamo di fronte a nuovi razzismi,

nazionalismi, sovranismi che

grave minaccia per la pace e

per la sicurezza internazionale

e un grave errore dell’Italia non

aver aderito al Trattato sulla

proibizione delle armi nucleari.

La Cgil di Ravenna fa appello

alla Cgil nazionale e regionale

per aderire alla campagna di

mobilitazione “Italia ripensaci”,

promossa dalla Rete italiana per

il disarmo e da Senzatomica,

affinché anche l’Italia ratifichi

il Trattato e ne recepisca le

prescrizioni.