Anno Accademico 2013 / 14 P.A.S. - Percorso Abilitante Speciale
Classe di Concorso A019 - Discipline Giuridiche ed Economiche
Professoressa Lara Trucco La Costituzione Diritti e Principi
fondamentali Francesca Ghiorzo
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Parte I Levoluzione del diritto nellantichit Nel mondo
primitivo non esistono Stati, bens villaggi e trib. Controversie
risolte dal capo-trib: diritto consuetudinario (tradizione orale)
=> Tutela dei diritti delle persone non garantita. Prime forme
di Stato => Evoluzione del diritto: compito di formulare ed
applicare le regole affidato allautorit suprema (es. faraone).
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Parte I Levoluzione del diritto nellantichit I Babilonesi =>
Passaggio dalle norme consuetudinarie a quelle scritte : Codice di
Hammurabi (XVIII secolo a.C.) norme di diritto civile; norme di
diritto pubblico; norme di diritto penale (legge del
taglione).
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Parte I Levoluzione del diritto nellantichit La Grecia antica.
La legislazione di Dracone (Atene, VII secolo a.C.): abolizione
della vendetta privata ed introduzione del processo pubblico. La
Costituzione di Clistene (Atene, 508 a.C.): il governo affidato a
nove arconti (scelti per sorteggio da una lista di candidati), il
potere legislativo e giudiziario riservati allecclesia (assemblea
popolare di tutti i cittadini). La Costituzione di Licurgo (Sparta,
VIII secolo a.C.): divisione dei poteri fra apella (assemblea
popolare che approva le leggi), gherusia (organo che giudica i
reati), efori (cittadini che controllano lapplicazione delle
leggi).
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Parte I Levoluzione del diritto nellantichit I Romani. Le Leggi
delle XII Tavole (VI secolo a.C.): simili al codice di Hammurabi.
Il Corpus iuris civilis dellimperatore Giustiniano (VI secolo
d.C.), raccoglie tutte le norme del diritto civile e si divide in:
Istituzioni (giuristi classici). Digesto (giurisprudenza e fonti).
Codice Giustinianeo (costituzioni imperiali). Novelle (leggi emesse
dopo la pubblicazione del codice).
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Parte I Levoluzione del diritto nellantichit Il periodo
medioevale. LEditto di Rotari (dellomonimo re longobardo, nel 643):
una minore crudelt rispetto al diritto penale precedente =>
evoluzione del sistema giuridico generale. Il Diritto Feudale
(prevalgono le consuetudini, fino all anno Mille): regola i
rapporti fra i signori e i contadini, regolamenta la propriet
immobiliare. Il sovrano riunisce ogni anno la Dieta: vi partecipano
tutti i nobili; emana i capitolari, leggi volte a regolare le
questioni giuridiche di maggiore rilevanza.
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Parte I Levoluzione del diritto nellantichit Il periodo
medioevale. Gli Statuti delle Arti (adottati dai Comuni a partire
dallanno Mille): regolamentano lattivit degli artigiani e dei
mercanti. La Magna Charta (Giovanni Senza Terra, Inghilterra,
1215): il primo documento fondamentale per il riconoscimento
universale dei diritti dei cittadini, elenca specifiche libert che
il potere sovrano si impegna a rispettare.
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Parte I Levoluzione del diritto nellantichit Il periodo
moderno. Le monarchie assolute di Francia, Spagna ed Inghilterra:
(dal XV secolo): il potere normativo completamente nelle mani del
re. La Costituzione Americana (1787) e la Dichiarazione dei Diritti
dellUomo e del Cittadino (Rivoluzione francese, 1789): danno valore
oggettivo ed universale ai diritti fondamentali delluomo, quali
leguaglianza, la propriet, la libert di pensiero e di riunione. La
codificazione (dal XVIII secolo): i codici sono testi in cui
vengono raccolte in modo organico le norme che disciplinano una
determinata materia (es. Codice Civile Napoleonico (1804) =>
primo Codice Italiano (1865) => Codice Italiano tuttora vigente
(1942)).
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Parte I Levoluzione del diritto nellantichit Il periodo
moderno. Nel periodo compreso fra il 1820 e il 1848, in seguito ai
moti rivoluzionari, molti sovrani europei concedono ai loro sudditi
gli Statuti, le cosiddette Costituzioni Liberali: flessibili:
possono essere modificate per mezzo di leggi ordinarie; brevi:
riconoscono al popolo poche libert e pochi diritti, lasciano la
partecipazione alla vita politica esclusivamente ai nobili e alle
persone pi ricche; concesse dallalto: un dono fatto dal sovrano ai
sudditi. Statuto Albertino (Regno di Piemonte e Sardegna, 1848)
=> esteso a tutta lItalia dopo lunificazione (1861).
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Parte I Levoluzione del diritto nellantichit Il periodo
moderno. Le Costituzioni democratiche: popolari: redatte da
assemblee costituenti liberamente elette dal popolo; rigide: il
loro cambiamento non si attua attraverso leggi ordinarie, bens con
il ricorso ad una complessa procedura di revisione costituzionale;
lunghe: dedicano ampio spazio ai diritti dei cittadini.
Costituzione Italiana (1948)
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Parte II Lo Stato Definizione: Lo Stato pu essere definito come
lente sociale che si forma quando un popolo, su un determinato
territorio, si organizza giuridicamente e si sottopone allautorit
di un potere centrale. Sotto laspetto giuridico: Stato Comunit:
organizzazione costituita da un popolo stanziato su un territorio e
sottoposto ad unautorit centrale; Stato Apparato: insieme di organi
che esercitano un potere di supremazia sui cittadini (Stato come
persona giuridica).
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Parte II Lo Stato Processo di formazione dello Stato: primario
=> senza modificare o estinguere altri Stati (monarchie assolute
del XV e XVI secolo); secondario => con modificazione o
estinzione di uno o pi Stati preesistenti (Repubblica Federale
Tedesca). Trattato di Westfalia del 1648: nascita dello Stato
moderno finisce legemonia imperiale in Europa, nascono enti
indipendenti ed autonomi; non esiste alcun potere superiore a
quello dello Stato; i diversi ordinamenti statali sono fra di loro
indipendenti.
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Parte II Lo Stato I caratteri dello Stato moderno => lo
Stato : un ente originario: deriva la sua esistenza e la sua
legittimazione solo da se stesso; un ente indipendente: non
subordinato ad altri ordinamenti; unorganizzazione territoriale:
esercita i propri poteri in un preciso ambito geografico; un
ordinamento politico a fini generali: finalizzato a soddisfare gli
interessi della collettivit ; un ente rappresentativo: opera in
nome dei propri cittadini, pur non rappresentandoli tutti (scelte e
orientamenti sono attuati da organi rappresentativi di una
maggioranza); un ente necessario: lappartenenza ad uno Stato non
dipende dalla volont dei singoli, ma da quella dello Stato,
manifestata attraverso le leggi.
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Parte II Lo Stato Gli elementi costitutivi di uno stato sono
tre: un popolo; un territorio; la sovranit;
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Parte II Lo Stato Popolo, cittadinanza, popolazione: il popolo
linsieme dei cittadini, cio delle persone legate allo Stato dal
rapporto di cittadinanza; la cittadinanza una condizione giuridica
da cui deriva la titolarit dei diritti e dei doveri propri dei
cittadini; la popolazione linsieme delle persone, cittadine e non,
che in un determinato momento vivono sul territorio dello Stato
(concetto statistico, da non confondere quello di popolo);
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Parte II Lo Stato Il concetto di nazione: identifica un insieme
di persone accomunate dalla stessa nazionalit (origini storiche,
lingua, tradizioni, cultura): in uno Stato possono convivere
persone di nazionalit diverse; persone della stessa nazionalit
possono vivere in Stati separati.
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Parte II Lo Stato Come diventa cittadini italiani: Per nascita:
ius sanguinis; ius soli (pochi casi: figli di sconosciuti o
apolidi) Per nascita: ius sanguinis; ius soli (pochi casi: figli di
sconosciuti o apolidi) Per adozione di un minore da padre e/o madre
italiani Per naturalizzazione: il cittadino di uno Stato dellUE che
risieda in Italia da 4 anni lextracomunitario che vi risieda da 10
per concessione del Presidente della Repubblica. Per
naturalizzazione: il cittadino di uno Stato dellUE che risieda in
Italia da 4 anni lextracomunitario che vi risieda da 10 per
concessione del Presidente della Repubblica. Per elezione: lo
straniero nato in Italia, se risiede legalmente fino ai 18 anni e
dichiara, entro lanno successivo, di voler acquisire la
cittadinanza italiana; il discendente di cittadini italiani per
nascita, se ricorre una delle condizioni previste dalla legge (es.
assunzione nel pubblico impiego) Per elezione: lo straniero nato in
Italia, se risiede legalmente fino ai 18 anni e dichiara, entro
lanno successivo, di voler acquisire la cittadinanza italiana; il
discendente di cittadini italiani per nascita, se ricorre una delle
condizioni previste dalla legge (es. assunzione nel pubblico
impiego) Per matrimonio: lo/a straniero/a o lapolide che sposa un/a
cittadino/a italiano/a purch risieda in Italia da almeno 6 mesi o
dopo 3 anni dal matrimonio Per matrimonio: lo/a straniero/a o
lapolide che sposa un/a cittadino/a italiano/a purch risieda in
Italia da almeno 6 mesi o dopo 3 anni dal matrimonio
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Parte II Lo Stato Il territorio di uno Stato: la porzione di
terra delimitata dai confini, su cui lo Stato esercita la propria
autorit): i confini possono essere naturali (un fiume) o
artificiali (da accordi con altri Stati); se uno Stato confina con
il mare, il suo territorio comprende parte di esso (in Italia il
limite delle acque territoriali pari a dodici miglia marine).
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Parte II Lo Stato Il territorio di uno Stato comprende: il
sottosuolo fino alla profondit che corrisponde alla possibilit di
utilizzo economico delle risorse sotterranee; lo spazio aereo fino
al limite dellatmosfera terrestre; le navi e gli aerei militari; le
navi e gli aerei civili quando non si trovino in zona soggetta alla
sovranit di altri Stati; le sedi delle rappresentanze diplomatiche
(immunit territoriale).
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Parte II Lo Stato La sovranit di uno Stato: lo Stato esercita
un potere assoluto nei confronti dei cittadini, obbligandoli,
mediante la minaccia di sanzioni, a rispettarne le norme. Questo
potere prende il nome di sovranit. Esistono limitazioni alla
sovranit dello Stato, che derivano da: le sue stesse norme
(Costituzione e leggi) lappartenenza a organizzazioni
internazionali (es. UE) ed impegno a rispettarne le regole. Nessuno
pu punire lo Stato che non rispetta tali regole: ogni Stato
indipendente e non esistono entit ad esso sovraordinate.
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Parte II Lo Stato In base al principio di sovranit lo Stato
titolare del monopolio della forza, per imporre ai cittadini le
proprie leggi. potere legislativo: emanare le leggi; spetta al
Parlamento. potere legislativo: emanare le leggi; spetta al
Parlamento. potere esecutivo: applicare leggi; spetta al Governo.
potere esecutivo: applicare leggi; spetta al Governo. Potere
giudiziario: punire chi non osserva le leggi; risolve le
controversie fra cittadini; spetta alla Magistratura. Potere
giudiziario: punire chi non osserva le leggi; risolve le
controversie fra cittadini; spetta alla Magistratura. La sovranit
dello Stato si manifesta attraverso lesercizio dei seguenti
poteri:
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Parte III Le Forme di Stato La forma di Stato linsieme delle
norme che regolano i rapporti fra gli organi che detengono i poteri
dello Stato e la collettivit dei cittadini. Le forme di Stato si
prestano ad una classificazione di tipo storico, che si articola
in: Stato assoluto; Stato liberale; Stato socialista; Stato
totalitario; Stato democratico sociale.
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Parte III Le Forme di Stato Lo Stato assoluto (tra il XV e il
XVI secolo in Spagna, Francia, Inghilterra) si identifica nel
sovrano, che titolare esclusivo dei poteri. Tutti i poteri statali
si concentrano nella persona del sovrano. Il re: emana le leggi;
nomina i giudici; comanda lesercito; impone le tasse; conia moneta.
I cittadini sono semplici sudditi privi di diritti politici e
soggetti allautorit senza limiti del sovrano.
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Parte III Le Forme di Stato I caratteri dello Stato assoluto:
la presenza di un apparato amministrativo e burocratico di
funzionari (cura soprattutto le finanze pubbliche); la esistenza di
un esercito permanente (sudditi ma, soprattutto, mercenari); la
continuit della Corona (successione al trono); il monopolio della
giustizia (le corti del re); il concetto di Stato patrimoniale,
ovvero popolo e territorio visti come patrimonio del re tributi
usati per mantenere la corte del re e finanziare le sue opere
monumentali.
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Parte III Le Forme di Stato Lassolutismo illuminato (tardo
Settecento): Stato di polizia (da politeia, comunit) NON
poliziesco. Distinzione fra Stato e Sovrano: il re subordinato allo
Stato; patrimonio regio e patrimonio statale sono due entit
distinte: il re non pu vendere beni dello Stato; i tributi non
pagano pi le spese della corte, ma alimentano un fondo patrimoniale
pubblico; il re deve assicurare il benessere della comunit, ovvero
servizi quali sanit; commercio; economia.
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Parte III Le Forme di Stato Lo Stato liberale nasce in seguito
alle rivoluzioni borghesi del XVIII secolo: Caratteristiche di
questa forma di Stato: riconoscimento delle libert dei cittadini
(personale, di manifestazione del pensiero, religiosa, etc.);
riconoscimento della libert economica, ovvero: libert di
intraprendere attivit di impresa senza limiti e controlli da parte
dello Stato; diritto assoluto alla propriet privata. Rivoluzione
americana (1776) Rivoluzione francese (1789)
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Parte III Le Forme di Stato Caratteristiche di questa forma di
Stato: riconoscimento ai cittadini di una Costituzione scritta;
riconoscimento ai cittadini della facolt di rivolgersi allautorit
giudiziaria in caso di violazione dei propri diritti (nascita dello
Stato di diritto); principio della sovranit popolare (sovranit
appartiene al popolo); principio di eguaglianza dei cittadini di
fronte alla legge; divisione dei poteri statali (Montesquieu):
Parlamento Potere legislativo Governo Potere esecutivo Magistratura
Potere giudiziario
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Parte III Le Forme di Stato La crisi dello Stato liberale:
riconosce la sovranit popolare, ma esclude la maggior parte dei
cittadini dal diritto di voto riservato a nobili, clero, ricchi;
uno Stato elitario, diretto da una minoranza: la borghesia laccesso
alle posizioni di privilegio non ereditario ma libero, perch legato
allappartenenza alla borghesia, cui tutti potevano accedere, in
linea di principio; va in crisi dopo la Prima Guerra Mondiale
(1914-1918) per lincapacit di fronteggiare le richieste della
classe operaia formatasi dopo la Rivoluzione industriale.
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Parte III Le Forme di Stato Le rivendicazione degli operai vs
lideologia liberale: Ideali di giustizia sociale Libert individuali
Idea di ingiustizia delle accumulazioni private Propriet privata
Partecipazione al potere della classe operaia Sistema Elitario
Stato socialista Crisi dello Stato liberale Stato totalitario Stato
democratico
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Parte III Le Forme di Stato Lo Stato socialista. Si afferma in
Russia dopo la Rivoluzione dei Bolscevichi (corrente estremista del
Partito Socialdemocratico Russo) nel 1917: nellottobre 1917 i
Bolscevichi assaltano il Palazzo dInverno a San Pietroburgo; i
Soviet (consigli di operai e soldati) prendono il potere ed emanano
i primi decreti rivoluzionari; il Consiglio dei Commissari del
Popolo, guidato da Lenin, assume le funzioni di governo.
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Parte III Le Forme di Stato Lo Stato socialista si caratterizza
per labolizione della propriet privata e lintroduzione del
principio di propriet statale dei mezzi di produzione. Sistema
economico collettivista: decreto sulla terra con abolizione della
propriet privata: i terreni diventano di propriet dello Stato, a
disposizione dei contadini che vogliono coltivarli;
nazionalizzazione delle banche; controllo da parte dei Soviet di
tutte le imprese con pi di cinque dipendenti.
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Parte III Le Forme di Stato Sistema economico collettivista:
pianificazione dellandamento economico: piani quinquennali; partito
unico al governo: libert individuali sacrificate in nome
dellinteresse comune; totalitarismo; repressione delle
manifestazioni di dissidenza, epurazioni di massa: purghe
staliniane, gulag siberiani, venti milioni di vittime fra dirigenti
del Partito Comunista Russo, dirigenti sindacali, intellettuali e
gente comune (Stalin, 1879-1953).
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Parte III Le Forme di Stato La crisi dello Stato socialista.
Nomina di Michail Gorbaciov a Segretario Generale del Partito
Comunista Sovietico (1985): avvio del processo di perestrojka:
attenuazione del carattere collettivistico delleconomia;
affermazione del principio della separazione dei poteri; maggiore
riconoscimento al ruolo del Parlamento. conseguenze della riforma:
crollo del sistema socialista in Europa (Unione Sovietica,
Repubblica Democratica Tedesca, Polonia, Ungheria); oggi siffatto
sistema sopravvive in Cina, Cuba, Corea del Nord e Vietnam.
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Parte III Le Forme di Stato Lo Stato totalitario. Si
caratterizza per la presenza di un regime che controlla ogni potere
statale e di unideologia esclusiva, che aspira al dominio totale di
ogni ambito della societ: dittatura (dictatura, regime di pieni
poteri) basata sulluso (o abuso) della forza da parte di chi impone
il proprio dominio sulla societ; convinzione dellinferiorit delle
masse: Italia: Benito Mussolini, Fascismo, Germania: Adolf Hitler,
Nazionalsocialismo; Spagna: Francisco Franco, fino al 1975;
Portogallo: Salazar e Caetano, fino al 1974. Argentina: Vileda,
fino al 1981, Cile: Pinochet, fino al 1988; Oggi: Corea del Nord
(Kim Jong-un), Siria (Bassar al-Asad)
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Parte III Le Forme di Stato Le cause dei totalitarismi: la
crisi economica dopo la Prima Guerra Mondiale, con elevate
inflazione e disoccupazione; il conseguente malcontento popolare:
scioperi, occupazioni; il sentimento di permanente insicurezza
della maggioranza della popolazione: timore per il futuro;
lincapacit dei Governi di gestire la crisi.
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Parte III Le Forme di Stato Le cause dei totalitarismi
(continua). Ascesa di movimenti che promettevano di riportare
ordine sociale anche con luso della forza e benessere economico
attraverso interventi pubblici.
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Parte III Le Forme di Stato Obiettivo: il consenso politico,
ovvero la completa accettazione da parte delle masse degli ideali e
degli obiettivi propri del potere. Strumenti: : scuola, spettacoli,
cultura, sport: il terrore: repressione violenta di ogni forma di
dissenso. Lo Stato totalitario. Messaggio: gli Stati sopravvivono
solo se guidati da una elite politica consapevole degli interessi
nazionali, per cui necessario affidarsi completamente alla guida
del capo, assumendo un atteggiamento di totale obbedienza e
sottomissione. la propaganda ideologica
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Parte III Le Forme di Stato Lo Stato totalitario. La
concentrazione dei poteri: concentrazione nella persona del capo
dei poteri e di tutte le funzioni pubbliche ( polizia ed esercito
in primis, economia, finanze, settore giudiziario e amministrativo)
; eliminazione delle libere elezioni; drastica limitazione delle
libert dei cittadini; persecuzioni di fasce di popolazione ostili o
non integrate: campi di sterminio nazisti; gulag staliniani;
confino per gli oppositori al fascismo.
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Parte III Le Forme di Stato Lo Stato democratico. Si afferma
nel XX secolo, dopo lesperienza dei totalitarismi e due Guerre
Mondiali. Lo Stato democratico fondato sul valore della democrazia,
quindi sul riconoscimento della volont popolare: fa suoi i principi
dello Stato liberale, ma non ne condivide il carattere elitario,
pertanto: tutti i cittadini partecipano alla vita pubblica; tutti i
cittadini beneficiano dei diritti fondamentali, in particolare
libert e uguaglianza; privilegia un sistema ad economia mista:
iniziativa privata + controllo e programmazione statale; dal punto
di vista sociale tende ad aiutare le categorie pi deboli: riduce
discriminazioni economiche e sociali.
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Parte II Lo Stato IL PLURALISMO POLITICO: tutti i cittadini
possono esprimere liberamente le proprie opinioni ed organizzarsi
in partiti politici. IL PLURALISMO POLITICO: tutti i cittadini
possono esprimere liberamente le proprie opinioni ed organizzarsi
in partiti politici. IL SUFFRAGIO UNIVERSALE: diritto di voto per
tutti i cittadini e le cittadine maggiorenni. IL SUFFRAGIO
UNIVERSALE: diritto di voto per tutti i cittadini e le cittadine
maggiorenni. LA LIBERTA DI MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO. I caratteri
dello Stato democratico
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Parte II Lo Stato LA LIBERTA DI STAMPA. LA LIBERTA DI RIUNIONE
E DI ASSOCIAZIONE. IL PRINCIPIO DI MAGGIORANZA. I caratteri dello
Stato democratico (continua) LA PRESENZA DI UNO STATO DI
DIRITTO.
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Parte III Le Forme di Stato Lo Stato democratico. Il principio
della sovranit popolare. La sovranit popolare pu essere esercitata
in due modi: la forma indiretta, attraverso lelezione dei propri
rappresentanti in Parlamento e nelle assemblee degli enti locali;
la forma diretta, partecipando direttamente alle decisioni,
attraverso il ABROGATIVO per abrogare, del tutto o in parte, una
legge. ABROGATIVO per abrogare, del tutto o in parte, una legge.
COSTITUZIONALE per confermare (se necessario) una modifica
apportata alla Costituzione. COSTITUZIONALE per confermare (se
necessario) una modifica apportata alla Costituzione. CONSULTAZIONI
LOCALI che non hanno effetto giuridico immediato, ma servono per
orientare loperato degli amministratori. CONSULTAZIONI LOCALI che
non hanno effetto giuridico immediato, ma servono per orientare
loperato degli amministratori. REFERENDUM
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Parte III Le Forme di Stato Principi dello Stato Democratico:
Principio di legalit Principio di costituzionalit Tutti gli atti
dello Stato devono essere conformi alla legge: garanzia rispetto al
potere esecutivo e giudiziario, ma non rispetto allo stesso potere
legislativo; la legge pu assumere qualsiasi contenuto, perch il
legislatore onnipotente, quindi pu commettere abusi. Anche il
legislatore vincolato al rispetto del diritto, in particolare delle
norme giuridiche contenute nella Costituzione, che deve essere
rigida, cio modificabile con un procedimento aggravato rispetto a
quello legislativo ordinario.
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Parte III Le Forme di Stato In relazione alla modalit con cui
lo Stato esercita il potere sovrano sul proprio territorio si
distinguono: Stato accentrato o unitario; Stato federale; Stato
regionale.
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Parte III Le Forme di Stato Nello Stato accentrato il potere
statale compete a organi centrali, che hanno sede nella capitale e
amministrano le funzioni pubbliche su tutto il territorio
nazionale. Lo Stato federale formato da pi Stati, dotati di
unautonoma sovranit sul proprio territorio, ma accomunati da uno
stesso governo centrale in relazione a determinati poteri, quali la
politica estera e la difesa. Storicamente il federalismo si esprime
con la nascita delle confederazioni di Stati: Stati Uniti
(1777-1787); Svizzera (1815-1848); Germania (1815-1867).
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Parte III Le Forme di Stato Lo Stato federale si caratterizza
per: esistenza di un ordinamento statale federale, fondato su una
Costituzione scritta e rigida, e di una pluralit di enti politici
territoriali; Stati membri negli Stati Uniti; Cantoni in Svizzera;
Lnder in Germania; ripartizione di competenze fra Stato centrale e
Stati membri, regolamentata dalla Costituzione; esistenza di un
Parlamento bicamerale, con una Camera rappresentativa del corpo
elettorale nazionale e una degli Stati membri: Senato negli USA;
Consiglio degli Stati in Svizzera; Consiglio federale in
Germania.
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Parte II Lo Stato Nella met del Settecento le colonie inglesi
sullAtlantico si ribellano alle pretese del Parlamento di Londra di
legiferare anche per loro. Conflitto dal 1775 al 1783. Nasce una
Confederazione basata su un patto di alleanza fra le ex-colonie che
d vita agli Stati Uniti dAmerica. PROCESSO DI TIPO FEDERATIVO NEGLI
STATI UNITI Dichiarazione di Indipendenza del 4 luglio 1776.
Costituzione del 1787: gli Stati membri si associano in uno Stato
federale.
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Parte III Le Forme di Stato Lo Stato regionale uno Stato
unitario, in cui si riconosce ampia autonomia agli enti locali (es.
Italia, vedi articolo 5 della Costituzione). Lo Stato regionale si
caratterizza per : riconoscimento nella Costituzione Statale
dellesistenza di enti territoriali autonomi, dotati di propri
statuti approvati con legge dello Stato; attribuzione alle Regioni,
da parte dalla Costituzione, di competenze legislative e
amministrative chiaramente individuate; partecipazione delle
Regioni ad alcune funzioni statali: presentare proposte di legge in
Parlamento o richiedere referendum; principio di sussidiariet: i
bisogni dei cittadini vengono soddisfatti dagli enti pi vicini
(Comuni) e, solo quando non possibile, da Province e Regioni.
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Parte III Le Forme di Stato Il federalismo italiano: aumento
dei compiti per gli enti locali: federalismo fiscale (work in
progress): effettiva autonomia di entrata e spesa degli enti locali
attraverso tributi determinati autonomamente; federalismo
demaniale: vendita di beni dello Stato (spiagge, fiumi, laghi) agli
enti locali, al fine di una adeguata valorizzazione nellinteresse
della comunit; federalismo comunale (dal 2011): possibilit di
aumentare l addizionale IRPEF; introduzione di un imposta
municipale sugli immobili (IMU e, dal 2014, TASI) e tassa per la
raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (dal 2014 TARI); introduzione
della tassa di soggiorno.
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Parte IV Le Forme di Governo Lo Forma di Governo linsieme delle
regole e delle modalit relative alla distribuzione del potere fra
organi dello Stato. RAPPORTI FRA GOVERNANTI E GOVERNATI. FORME DI
STATO RAPPORTI FRA GLI ORGANI COSTITUZIONALI DELLO STATO: FORME DI
GOVERNO Parlamento: potere legislativo. Governo: potere esecutivo.
Magistratura: potere giudiziario.
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Parte IV Le Forme di Governo La Monarchia. Si caratterizza per
la presenza, nello Stato, di un sovrano, che accede a tale carica
per eredit (pi frequentemente) o per elezione. LA MONARCHIA PUO
ESSERE: ASSOLUTA. COSTITUZIONALE. PARLAMENTARE.
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Parte IV Le Forme di Governo la Monarchia assoluta quando tutti
i poteri sono concentrati nelle mani del re: Monarchie europee fra
il XV e il XVI secolo; oggi Kuwait, Citt del Vaticano; la Monarchia
costituzionale quando il sovrano esercita un controllo indiretto
sui poteri dello Stato ed presente una Costituzione in cui sono
riconosciuti i diritti fondamentali dei cittadini: lo Stato
italiano fra il 1861 (unificazione) e il 1948 (entrata in vigore
della Costituzione repubblicana; la Monarchia parlamentare quando
la sovranit effettiva spetta al Parlamento e il re ricopre un ruolo
di rappresentanza: le moderne monarchie costituzionali europee;
Parlamento eletto a suffragio universale e Governo autonomo
rispetto al re; il re nomina il Capo del Governo e i ministri,
promulga le leggi ed capo delle forze armate.
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Parte IV Le Forme di Governo La Repubblica. La forma di governo
repubblicana si caratterizza per lattribuzione dei poteri statali a
organi eletti dai cittadini in loro rappresentanza. LA REPUBBLICA
PUO ESSERE: PRESIDENZIALE. SEMIPRESIDENZIALE. PARLAMENTARE.
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Parte IV Le Forme di Governo Nella Repubblica presidenziale il
Presidente rappresenta lunit dello Stato e detiene in via esclusiva
il potere esecutivo. La forma di governo presidenziale ha due
caratteristiche: elezione diretta dellesecutivo o del suo vertice;
tendenziale separazione tra poteri legislativo ed esecutivo.
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Parte IV Le Forme di Governo Il prototipo sono gli Stati Uniti
dAmerica: elezione come se diretta del Presidente; il Presidente
incarna il potere esecutivo; il potere legislativo affidato al
Congresso, eletto dal popolo e composto da Camera dei
Rappresentanti e Senato; il Presidente non pu scogliere il
Congresso; il Congresso non pu sfiduciare il Presidente (se non in
caso di impeachment).
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Parte IV Le Forme di Governo Il sistema USA presenta molti
check and balance: le pi importanti decisioni del Presidente (come
i Trattati) devono ricevere il cd. advise and consent del Senato;
il Presidente ha il potere di veto sulle leggi del Congresso: se lo
esercita egli obbliga il Congresso ad approvare nuovamente una
legge con i 2/3 dei voti; infine, il rinnovo biennale di tutta la
Camera e di un terzo del Senato costituisce il fondamento di quello
che si definisce il governo diviso: Presidente e Congresso sono
spesso di colore politico diverso.
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Parte IV Le Forme di Governo Il problema principale del
presidenzialismo il pericolo di blocco del sistema quando il
Presidente di colore politico diverso da quello in maggioranza nel
Congresso. Perch questa situazione in America Latina ha portato
spesso a colpi di Stato, mentre negli Stati Uniti non ha impedito
al sistema di progredire per vie democratiche? Lo snodo del
funzionamento del sistema degli USA sono i partiti politici: solo
due, non ideologici e flessibili partiti elettorali.
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Parte IV Le Forme di Governo QUALI SONO I PREGI DEL
PRESIDENZIALISMO ? LA STABILITA DELLESECUTIVO. LA CHIARA
IMPUTAZIONE DELLA RESPONSABILITA POLITICA. LA PERSONALIZZAZIONE
DELLA POLITICA CONTRO IL DISINTERESSE E LA C.D PARTITOCRAZIA.
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Parte IV Le Forme di Governo QUALI SONO I DIFETTI DEL
PRESIDENZIALISMO ? SE IL PRESIDENTE INCAPACE NON CI SONO MEZZI PER
SOSTITUIRLO. LA POSSIBILE DERIVA PLEBISCITARIA E VIDEOCRATICA. IL
PRESIDENTE NON PU OBBLIGARE IL CONGRESSO A SEGUIRLO. LO STRAPOTERE
DELLE LOBBIES CHE SI SOSTITUISCONO ALLE IDEOLOGIE.
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Parte IV Le Forme di Governo Perch il Presidenzialismo non si
mai affermato in Europa ? Per ragioni storiche: la formazione degli
Stati in Europa fu guidata dal Monarca la cui legittimazione era il
principio ereditario: mai si pose il problema di come eleggere il
Capo dello Stato; anche quando le Monarchie divennero Repubbliche,
il clima storico e politico in Europa non permise ladozione del
sistema presidenziale, perch la possibilit di una forte
concentrazione di poteri nella mani di una sola persona si scontr
con il passato dittatoriale e autoritario di molti Stati (es.
Costituente Italiana).
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Parte IV Le Forme di Governo Nella Repubblica semipresidenziale
il Presidente rappresenta lunit dello Stato ed esercita il potere
esecutivo, insieme con il Capo del Governo, in un rapporto di
fiducia con il Parlamento. La Forma di Governo semipresidenziale
recupera dal Presidenzialismo lelezione diretta del Presidente e
dal Parlamentarismo il rapporto di fiducia del Governo con il
potere legislativo: ci possibile perch lesecutivo bicefalo,
diarchico, a due teste: quella presidenziale e quella
governativa.
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Parte IV Le Forme di Governo Lesempio classico di
semipresidenzialismo la Francia. Le due teste dellesecutivo hanno
poteri ben distinti in Costituzione: il Presidente: presiede il
Consiglio dei Ministri; nomina il Primo Ministro, che per deve
avere la fiducia del Parlamento; pu sottoporre a referendum tutte
le leggi in materia di organizzazione dei pubblici poteri, di
Regioni e di Trattati; pu sciogliere il Parlamento;
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Parte IV Le Forme di Governo Il Presidente (continua); dispone
di poteri eccezionali in caso di minacce al territorio e
allindipendenza; detiene, inoltre, importanti poteri in politica
estera, come la negoziazione, la firma e la ratifica dei Trattati
internazionali. Il Primo Ministro: dirige lazione del Governo;
responsabile della difesa nazionale; esercita il potere
regolamentare.
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Parte IV Le Forme di Governo SEMIPRESIDENZIALISMO ALLA FRANCESE
Se il colore politico del Presidente e della maggioranza
parlamentare corrispondono, la figura presidenziale si rafforza a
scapito di quella del Primo Ministro. Nel 2000 in Francia si sono
equiparate le durate dei mandati del Presidente e del Parlamento
(quello del Presidente da sette a cinque anni): dovrebbe diminuire
la probabilit di avere coabitazioni. Se le maggioranze non
corrispondono (coabitazione, come tra Mitterrand e Chirac o tra
Chirac e Jospin), la figura del Primo Ministro si rafforza, fermi
restando i poteri del Presidente.
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Parte IV Le Forme di Governo Nella Repubblica parlamentare il
centro dei poteri risiede nel Parlamento, la cui fiducia necessaria
al Governo per esercitare la funzione esecutiva. La Forma di
Governo parlamentare nasce in Inghilterra e si basa sulla seguente
caratteristica: tra il potere legislativo e quello esecutivo esiste
un rapporto di fiducia permanente, nel senso che lesecutivo per
rimanere in carica deve godere della fiducia parlamentare.
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Parte IV Le Forme di Governo Questa caratteristica tipica di
tutte le forme di governo parlamentari senza alcuna esclusione.
Tuttavia, vi sono molte differenze nel rendimento di tali forme di
governo, in ragione di diversi fattori: il sistema dei partiti; il
sistema elettorale; diversi congegni di razionalizzazione delle
forme di governo parlamentari: razionalizzare una forma di governo
parlamentare significa rendere maggiormente stabile ed efficiente
lesecutivo, anche per evitare la tirannia del potere
legislativo.
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Parte IV Le Forme di Governo Esempi di Parlamentarismo: il
Sistema inglese del Premierato (difficilmente esportabile: non
esiste una Costituzione e si basa su prassi e convenzioni
centenarie). Il Governo sempre monopartitico; il sistema elettorale
uninominale; il sistema dei partiti bipolare, i partiti sono
fortemente disciplinati: il Parlamento inglese non ha mai
sfiduciato il Governo: il cambiamento del Governo pu avvenire per
motivi interni al partito (es. Thatcher, Blair); il Premier il
leader del partito di maggioranza in Parlamento; anche se
formalmente i forti poteri dellesecutivo appartengono ancora alla
Corona, questi sono di fatto di competenza del premier:
scioglimento della Camera dei Comuni, nomina o revoca dei
Ministri.
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Parte IV Le Forme di Governo Esempi di Parlamentarismo: il
Sistema tedesco del Cancellierato. Il Cancelliere viene eletto
senza dibattito dalla sola camera politica, il Bundestag; Lo
strumento di razionalizzazione classico del sistema tedesco la cd.
sfiducia costruttiva: il Cancelliere pu essere sfiduciato soltanto
se il Bundestag elegge a maggioranza un nuovo Cancelliere; il
Cancelliere pu proporre lo scioglimento del Bundestag se una sua
questione di fiducia non passata: lo scioglimento non avviene se si
elegge un nuovo Cancelliere. ulteriori elementi di
razionalizzazione: sistema elettorale con clausola di sbarramento
al 5%; le storiche decisioni del Tribunale Costituzionale che negli
anni cinquanta dichiararono antisistema il partito nazista e quello
comunista.
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Parte IV Le Forme di Governo Esempi di Parlamentarismo: Il
sistema inglese ha la pi forte concentrazione al mondo di potere
democratico in una sola persona. Il sistema tedesco ha una stabilit
di Governo eccezionale: i Cancellieri tedeschi sono stati meno
numerosi rispetto a tutti gli altri capi di Governo dei sistemi
parlamentari europei dal dopoguerra ad oggi.
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Parte IV Le Forme di Governo Esempi di Parlamentarismo: il
Sistema spagnolo. Il Re, Capo dello Stato e arbitro tra le
istituzioni: pu presiedere il Consiglio dei Ministri; nomina il
Presidente del Consiglio dopo che questi ha ottenuto la maggioranza
assoluta in Parlamento; nomina e revoca i Ministri, su proposta del
Presidente del Consiglio. il sistema elettorale del Congresso
proporzionale; anche in Spagna esiste la sfiducia costruttiva, per
approvata dalla maggioranza assoluta; il capo del Governo pu
chiedere al Re lo scioglimento delle Camere.
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Parte V LUnione europea L Unione europea unorganizzazione
sovranazionale che si propone lobiettivo di promuovere
lintegrazione fra i popoli europei in diversi settori: economia;
giustizia; sicurezza comune; rispetto dei diritti umani.
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Parte V LUnione europea Fine della Seconda Guerra Mondiale
Creazione di uneconomia europea per reggere il confronto
internazionale. Risolvere i contrasti per legemonia continentale
(Germania vs Francia). L Europa come forza di pace.
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L unione europea si costituisce progressivamente attraverso i
Trattati. I Trattati comunitari sono come una Costituzione
dellordinamento comunitario. Essi svolgono la stessa funzione delle
Costituzioni allinterno degli Stati: determinano gli organi e le
loro competenze, gli atti attraverso i quali si esprimono e la loro
efficacia, i diritti e i doveri dei singoli soggetti (che per sono
gli Stati e non i cittadini). Parte V LUnione europea
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RIFLESSIONE. I Trattati comunitari non sono deliberati da
unassemblea costituente in rappresentanza del popolo europeo, ma
secondo le norme dei Trattati internazionali. Lordinamento europeo
non d luogo ad uno Stato europeo, in particolare a uno Stato
federale. Parte V LUnione europea
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1951. Il primo Trattato europeo d vita alla CECA (Comunit
europea del carbone e dellacciaio). 1987. Entra in vigore lAtto
unico europeo (firmato a Schengen due anni prima): nasce il Mercato
unico europeo, uno spazio economico senza alcuno sbarramento alla
circolazione delle merci, dei capitali e dei lavoratori. 7 febbraio
1992. Trattato sullUnione europea o Trattato di Maastricht. La
creazione dellunione europea 1957. Estensione dellintegrazione ad
altri settori economici con i Trattati di Roma => nascono:
EURATOM (Comunit europea per lenergia atomica); CEE (Comunit
economica europea). 1957. Estensione dellintegrazione ad altri
settori economici con i Trattati di Roma => nascono: EURATOM
(Comunit europea per lenergia atomica); CEE (Comunit economica
europea).
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Trattato sullUnione europea o Trattato di Maastricht: da
Comunit europea a Unione europea, in una forma di tipo federale.
Unione monetaria: adozione delleuro in 12 paesi dellUnione europea
dal 1 gennaio 2002 (oggi sono 17); politica estera e di politica di
sicurezza comuni; tutela dei diritti dei cittadini degli Stati
membri attraverso listituzione di una cittadinanza dellUnione,
seppur integrativa rispetto a quelle nazionali; cooperazione nei
settori della giustizia e degli affari interni. Parte V LUnione
europea
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RIFLESSIONE. Con questo Trattato, lUnione europea tende ad
assumere le funzioni che tipicamente competono agli Stati sovrani:
moneta, difesa e giustizia. Si aumentano le competende comunitarie
riducendo lincidenza della volont dei singoli Stati.
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Parte V LUnione europea 1997 (in vigore dal 1999). Il Trattato
di Amsterdam amplia le competenze comunitarie in tema di giustizia
ed affari interni. Inoltre amplia i poteri del Parlamento, unico
organo elettivo (=> pi democrazia) e definisce interventi comuni
per loccupazione. La creazione dellunione europea (continua)
Dicembre 2000 (in vigore dal 1 febbraio 2003). Il Trattato di Nizza
introduce maggiore capacit decisionale e maggiore efficienza,
riducendo il ricorso allunanimit degli Stati per assumere
decisioni. Carta europea dei diritti o Carta di Nizza. Con lo
stesso valore giuridico dei Trattati, in 54 articoli elenca il
catalogo dei diritti relativi alla dignit, della persona, alla
libert, alluguaglianza, alla solidariet, alla cittadinanza e alla
giustizia, riconosciuti anche a coloro che non sono cittadini
europei. CONTESTUAL MENTE
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Parte V LUnione europea 2001. Si convoca una Convenzione per
definire un progetto di Costituzione dellUnione europea. La mancata
ratifica da parte di Francia e Paesi Bassi ferma il progetto =>
il Trattato viene abbandonato 2007 (in vigore dal 1 dicembre 2009).
Il Trattato sullUnione europea o Trattato di Lisbona recepisce
parzialmente le principali innovazioni contenute nel progetto di
Costituzione. La creazione dellunione europea (continua) 2003. La
Convenzione conclude i suoi lavori presentando un progetto di
Trattato costituzionale, la cd. Costituzione europea, sottoscritta
dai vari Stati nel 2004.
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Parte V LUnione europea Il Trattato di Lisbona. Frutto di un
difficile e lungo processo di riforma, esso ha dato vita ad un
unico soggetto dotato di personalit giuridica internazionale, che
lUnione europea. Trattato sullUnione europea Articolo 1 LUnione
sostituisce e succede alla Comunit europea.
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Parte V LUnione europea Il Trattato di Lisbona: riforma i
Trattati europei: il Trattato che istituisce la Comunit europea
prende il nome di Trattato sul funzionamento dellUnione europea;
riconosce la Carta dei diritti dellUnione europea; il Presidente
del Consiglio europeo non pi a rotazione semestrale ma eletto dal
Consiglio per un periodo di due anni e mezzo, rinnovabile una
volta; si prevede la possibilit di recedere dalUnione.
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Parte V LUnione europea Il Trattato di Lisbona elimina la
tradizionale struttura a pilastri dellUnione: 1.Comunit europea:
criterio di unanimit per le decisioni gradualmente abbandonato;
2.giustizia e affari interni: criterio di unanimit ancora valido;
3.politica estera e sicurezza comune: criterio di unanimit ancora
valido; I tre pilastri sono tutti assorbiti nellUnione: i processi
decisionali del primo si estendono al secondo; per il terzo permane
un regime particolare.
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Parte V LUnione europea Gli organi europei (cenni). Consiglio
dei Ministri: rappresentativo dei Governi degli Stati Membri;
esercita, insieme al Parlamento, il potere normativo, per mezzo di
regolamenti: norme giuridiche complete e vincolanti per gli Stati;
direttive: indicazioni obbligatorie degli obiettivi che gli Stati
debbono perseguire approvando proprie norme interne;
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Parte V LUnione europea Consiglio dei Ministri (continua):
assunzione decisioni: unanimit voto a maggioranza dal 2004 voto
ponderato: ogni Stato ha un numero di voti proporzionale alla
consistenza numerica della sua popolazione Trattato di Lisbona: dal
2014 voto a doppia maggioranza, sul numero degli Stati e sul numero
degli abitanti che ciascuno rappresenta.
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Parte V LUnione europea Commissione europea. Organo permanente
dellorganizzazione europea che esercita il potere esecutivo. 28
membri (uno per ogni Stato dellUnione); nominata sulla base di
accordo fra gli Stati e consenso del Parlamento europeo; tre
compiti: iniziativa per lapprovazione delle norme comunitarie;
attuazione delle deliberazioni comunitarie: approvazione di
regolamenti subordinati a quelli del Consiglio e vigilanza sul
rispetto degli obblighi comunitari da parte degli Stati membri;
gestione degli stanziamenti previsti per gli interventi della
Comunit.
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Parte V LUnione europea Parlamento europeo: titolare della
funzione legislativa insieme al Consiglio dei Ministri : procedura
di codecisione (Trattato di Lisbona), per cui latto legislativo pu
essere adottato dal Consiglio solo con il voto favorevole del
Parlamento; 751 deputati eletti direttamente dai diversi popoli
europei con leggi elettorali diverse (anche se tutte
proporzionali): non rappresentano il popolo europeo, ma le diverse
popolazioni nazionali per quote fisse. dispone di poteri di
controllo sullorgano esecutivo (la Commissione), incluso un voto di
sfiducia che comporta le dimissioni dello stesso.
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Parte V LUnione europea La Corte di Giustizia, con sede a
Lussemburgo. E composta da un giudice per ogni Stato dellUnione e
da otto avvocati generali (pubblici ministeri) nominati per sei
anni in seguito ad accordo fra i Governi nazionali; esercita il
potere giurisdizionale nellUnione per assicurare il rispetto del
diritto comunitario. Giudica: controversie relative alladempimento
degli obblighi comunitari da parte degli Stati membri; ricorsi
contro la validit degli atti comunitari; questioni sollevate dai
giudici nazionali circa la validit e linterpretazione del diritto
comunitario; controversie fra gli organi comunitari; rispetto dei
diritti fondamentali da parte delle istituzioni comunitarie.
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Parte V LUnione europea Tali competenze si sono allargate nel
corso degli anni attraverso il principio di sussidiariet (Trattato
di Maastricht): lUE interviene SOLO quando i suoi obiettivi non
possono essere adeguatamente realizzati dagli Stati membri, ma si
possono realizzare meglio a livello europeo. la teoria dei poteri
impliciti, elaborata dalla Corte di Giustizia: lUnione pu adottare
tutti i provvedimenti necessari per il perseguimento degli
obiettivi per cui stata creata. LUnione europea agisce sulla base
delle competenze attribuite dai Trattati. Principio nato per
difendere lidentit dei singoli Stati, diventato uno strumento per
ampliare gli interventi comunitari. le modifiche introdotte nei
Trattati.
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Parte V LUnione europea Le iniziative del Consiglio dEuropa
sono essenzialmente promozionali e consistono in Risoluzioni e
Convenzioni rivolte agli Stati membri. Le Convenzioni non obbligano
gli Stati finch non siano state ratificate, come qualunque Trattato
internazionale. Le Risoluzioni non hanno efficacia giuridica finch
non siano adottate con leggi nazionali che ne recepiscono i
contenuti. NON HA NULLA A CHE FARE CON LUNIONE EUROPEA Istituito
nel 1949, e composto da oltre 40 Stati europei, anche esterni
allUE, e ha sede a Strasburgo. Parte V Il Consiglio dEuropa
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Tra le convenzioni promosse dal Consiglio dEuropa: la CEDU
(Roma, 1950) Convenzione Europea dei Diritti dellUomo. la CEDU
(Roma, 1950) Convenzione Europea dei Diritti dellUomo. Per
garantirne losservanza Corte Europea dei Diritti dellUomo, con sede
a Strasburgo La Corte, se riconosce lesistenza della violazione,
condanna lo Stato a risarcire il cittadino e a ripristinare il
diritto violato. Un cittadino di uno Stato firmatario della
Convenzione lamenta una violazione dei diritti stabiliti dalla
stessa.
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DIRITTI FONDAMENTALI E TRATTATO DI MAASTRICHT o Trattato
sullUnione europea (TUE) LUE RISPETTA I DIRITTI FONDAMENTALI QUALI
SONO GARANTITI DALLA CEDU E QUALI RISULTANO DALLE TRADIZIONI
COSTITUZIONALI COMUNI DEGLI STATI MEMBRI, IN QUANTO PRINCIPI
GENERALI DEL DIRITTO COMUNITARIO. Parte VI Tutela dei diritti
nullUnione europea ART. 6 TUE LUNIONE SI FONDA SUI PRINCIPI DI
LIBERTA, DEMOCRAZIA, RISPETTO DEI DIRITTI DELLUOMO E DELLE LIBERTA
FONDAMENTALI, E DELLO STATO DI DIRITTO, PRINCIPI CHE SONO COMUNI
AGLI STATI MEMBRI. ART. 6.1 TUE
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DIRITTI FONDAMENTALI E TRATTATO DI MAASTRICHT o Trattato
sullUnione europea (TUE) POSSIBILITA DI SOSPENDERE UNO STATO DAL
GODIMENTO DEI SUOI DIRITTI IN CASO DI VIOLAZIONE GRAVE DEI DIRITTI
FONDAMENTALI. Parte VI Tutela dei diritti nullUnione europea ART. 7
TUE CONDIZIONE PER LADESIONE DI NUOVI STATI E IL RISPETTO DEI
PRINCIPI SANCITI NELLART. 6 TUE. ART. 49 TUE
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LA CARTA DI NIZZA Parte VI Tutela dei diritti nullUnione
europea ELABORATA DA UNA CONVENZIONE E APPROVATA NEL 2000.
DECISIONE DI NON INTRODURLA NEL TESTO DEI TRATTATI. VALORE
INTERPRETATIVO.
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I DIRITTI FONDAMENTALI DOPO LISBONA Parte VI Tutela dei diritti
nullUnione europea LA CARTA DI NIZZA ASSUME VALORE VINCOLANTE. ART.
6 TUE: LUNIONE RICONOSCE I DIRITTI, LE LIBERTA E I PRINCIPI SANCITI
NELLA CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI, CHE HA LO STESSO VALORE
GIURIDICO DEI TRATTATI. POSSIBILITA DI ADESIONE ALLA CEDU (ART. 6.2
TUE)
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Parte VI Tutela dei diritti nullUnione europea LAMBITO DELLA
TUTELA NORME NAZIONALI CHE DANNO ATTUAZIONE A NORME DELLUNIONE.
ATTI DELLUNIONE ART. 51 DELLA CARTA DI NIZZA A R T. 5 1 D E L L A C
A R T A D I N I Z Z A
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I PROBLEMI DERIVANTI DALLA COESISTENZA TRA I DUE SISTEMI Parte
VI Tutela dei diritti nullUnione europea CORTE DI GIUSTIZIA CORTE
EUROPEA. NECESSITA DI CONCILIARE TUTELA DEI DIRITTI DELLUOMO ED
ESIGENZE DEL DIRITTO DELLUNIONE EUROPEA (ES. LIBERTA DI
CIRCOLAZIONE). IL PROBLEMA DELLINCOMPATIBILITA TRA GLI OBBLIGHI
DERIVANTI DAL DIRITTO DELLUNIONE EUROPEA E QUELLI DERIVANTI DALLA
CEDU.
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I PROBLEMI DERIVANTI DALLA COESISTENZA TRA I DUE SISTEMI Parte
VI Tutela dei diritti nullUnione europea CORTE DI GIUSTIZIA CORTE
EUROPEA. SENTENZA OPEN DOOR. CONTROLLO SOLO SULLE MISURE CHE
RICADONO NELLAMBITO DEL DIRITTO DELLUNIONE EUROPEA.
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LADESIONE DELLUE ALLA CEDU Parte VI Tutela dei diritti
nullUnione europea 1979: PRIMA PROPOSTA DELLA COMMISSIONE. 1990:
RINNOVO DELLA PROPOSTA. PARERE NEGATIVO DELLA CORTE SITUAZIONE
ATTUALE: PROTOCOLLO N. 14 CEDU E BASE GIURIDICA PER LADESIONE NEL
TRATTATO DI LISBONA