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Geografia dell’ambiente
Renato Ferlinghetti
Università degli Studi di Bergamo
Centro Studi Sul Territorio ‘L. Pagani’
Bergamo, 30 marzo 2020
Anno accademico 2019-2020
Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione
• Il nostro percorso:
• La geografia scienza del territorio
• La costruzione del paesaggio montano
• Il processo di territorializzazione (vedi Geo. urbana)
• Il cammino verso lo sviluppo sostenibile
• I termini della questione ambientale: aspetti della
biodiversità (genetica, specifica, ambientale)
• I caratteri ambientali del territorio lombardo
• Le specie rare: problemi e pericoli
• Al soccorso della biodiversità
• I fenomeni di degrado dell’ambiente
• Le aree protette caratteri, evoluzione e prospettive
• Per un riconciliazione ecologica negli ambiti urbani
• Ambiente partecipazione
• Itinerari di studio?
• Elaborati individuali
Scheda individuale: La costruzione del paesaggio
montano
• Stendi un tuo elaborato di presentazione del paesaggio
della montagna da inserire in un testo per la scuola
primaria (3° elementare) così articolato:
• - tre/quattro capoversi e una decine di righe, (massimo
12-15!), che illustrino ì caratteri e la genesi del paesaggio
montano
• - una o due immagini (massimo tre!), a supporto al tuo
testo
• Articola l’elaborato in una pagina così composta:
• Titolo
• Testo
• Iconografia
• Inserisci la pagina nel tuo quaderno disciplinare
Scheda individuale: La costruzione del paesaggio
montano
• Gli studenti con cognome dalla E alla H, sono pregati di
inviarmi cortesemente la loro scheda individuale relativa
alla costruzione del paesaggio montano
• Inviare l’elaborato in versione pdf e word all’indirizzo
Il cammino verso la sostenibilità
Gli anni Sessanta: pionieri e precursori
La svolta degli anni Settanta
Gli anni Ottanta e l’invenzione dello sviluppo
sostenibile
Donne che hanno rivoluzionato il nostro sguardo sul
mondo
Gro Harlem Brundtland (Oslo,
20 aprile 1939) medico e
politico norvegese
Il Futuro di noi tutti
• Nel testo per la prima volta, sviluppo economico e
salvaguardia ambientale non vengono considerati due
obbiettivi contrapposti, ma obiettivi primari di un fine
comune: garantire un dignitoso futuro all’umanità. ‘ In
passato ci siamo preoccupati degli impatti che la crescita
economica aveva sull’ambiente, oggi siamo costretti a
preoccuparci degli impatti delle tensioni ecologiche (degrado
dei terreni, regimi idrici, atmosfera, foreste) sulle nostre
prospettive economiche (WCED, 1987).
• Il modello proposto, dove economia ed ecologia
giungevano a una nuova sintesi fu definito sviluppo
sostenibile. Quest’ultima aggettivazione deriva dall’inglese
sustainable (suscettibile di essere mantenuto) e significa
conservare, mantenere in vita, tener duro senza fallire o
cedere, espressioni che vanno applicate al contesto
ambientale
Il cammino verso la sostenibilità
• Gli anni Ottanta e l’invenzione dello sviluppo sostenibile
• 1987 pubblicazione del rapporto della Commissione
Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (Rapporto
Brundtland): Il futuro di noi tutti
• Per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo che
soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la
capacità delle generazioni future di soddisfare i propri
• (WCED, 1987)
Le Garanzie della sostenibilità
• Il concetto di sviluppo sostenibile ha attivato un fecondo
dibattito tra politici, ecologi, economisti, filosofi, studiosi di
scienze della Terra, finalizzato a definire quali garanzie un
modello di sviluppo deve presentare per essere definito
sostenibile.
• Dal punto di vista ecologico
• - la conservazione dell’habitat, cioè dello spazio in cui si sviluppano le
comunità biologiche
• - la conservazione del numero di specie, cioè della diversità biologica
(biodiversità) esistente sul pianeta
• - la tutela della resilienza, cioè della capacità dell’ecosistema di
continuare a evolversi nello stesso modo pur in presenza di disturbi
provenienti dalle comunità umane;
Le Garanzie della sostenibilità
• Dal punto di vista sociale
• - equità sociale: a ogni componente della comunità devono essere
garantiti i diritti naturali, soprattutto le fondamentali libertà personali e la
possibilità di esprimere le proprie capacità
• - equità rispetto all’ambiente: ogni persona deve poter utilizzare le
risorse dell’ecosistema e fruire dei suoi valori estetici
• Equità rispetto alle generazioni future: esse hanno il diritto di fruire
dell’ecosistema in misura almeno uguale a quella con cui ne fruiscono le
attuali generazioni.
• Dal punto di vista economiche
• - ottimizzazione cioè il raggiungimento dei fini con il minimo spreco e la
massima adeguatezza di strumenti e di risorse utilizzabili
• - efficienza nel determinare uno sviluppo armonico e solidale fra le
diverse regioni del pianeta
Il cammino verso la sostenibilitàGli anni Novanta: i tentativi di attuazione dello sviluppo sostenibile
1992 Conferenza di Rio, Ambiente e Sviluppo
Summit di Rio, vertice che si è tenuto a Rio de Janeiro(Brasile) nel giugno del 1992, a vent’anni dallaconferenza di Stoccolma (Habitat). Ha rappresentato unodei passaggi fondamentali nel processo di cooperazioneambientale internazionale, noto anche come summit dellaTerra e come Conferenza sull’ambiente e lo sviluppodelle Nazioni Unite (UNCED, United Nations Conferenceon Environment and Development). Ha coinvolto 172governi, 108 capi di Stato e numerosissime organizzazioninon governative, ed è approdato ad alcuniimportanti risultati.
Il cammino verso la sostenibilitàGli anni Novanta: i tentativi di attuazione dello sviluppo
sostenibile
1992 Conferenza di Rio, Ambiente e Sviluppo
I frutti di Rio
Dichiarazione sull’ambiente e lo sviluppo
Convenzioni internazionali (Biodiversità, Foreste, Clima)
Agenda 21
• La Dichiarazione di Rio. Con questo documento sono stati fissati i
principi cardine per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile
nel mondo. Secondo la dichiarazione, l’unico modo di ottenere una
crescita economica di lungo periodo è garantire che essa sia
inscindibilmente legata alla protezione dell’ambiente. In particolare, il
principio 7 sottolinea come i singoli Stati abbiano responsabilità
«comuni ma differenziate» nel processo di cooperazione verso la
protezione e il ripristino degli ecosistemi, mentre il 15 richiede l’utilizzo
di un approccio precauzionale nella protezione dell’ambiente.
• La Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica. L’art. 2
della CBD (Convention on Biological Diversity) definisce la diversità
biologica come «la varietà degli organismi viventi di qualsiasi fonte,
inclusi, tra l’altro, gli ecosistemi terrestri, quelli acquatici e i complessi
ecologici dei quali fanno parte; essa comprende la diversità all’interno di
ogni specie, tra le specie e degli ecosistemi». La CBD si pone 3
obiettivi: la conservazione della diversità biologica, l’utilizzo
sostenibile delle sue componenti e la ripartizione giusta ed equa
dei vantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse genetiche.
• Dichiarazione dei principi per la gestione sostenibile
delle foreste. Si tratta di un documento (non vincolante) che
definisce una serie di azioni finalizzate a uno sfruttamento
sostenibile delle risorse forestali e alla salvaguardia del
patrimonio forestale.
• Agenda 21. È il programma completo di azioni da
intraprendere, a livello globale e da parte di singoli Paesi e
regioni, per il raggiungimento di un ampio spettro di obiettivi
legati allo sviluppo sostenibile.
• Dal livello globale a quello regionale e locale
• 1994 1° Conferenza europea sulla città sostenibile e
approvazione della Carta delle città europee verso la
sostenibilità o carta di Aalborg
Agenda 21, l’agenda mondiale verso lo sviluppo sostenibile. L’articolo 28: dalla
scala globale a quella locale
Agenda 21, dalla scala globale a quella regionale
Dalla teoria alla pratica, dalla scala regionale a quella locale
Dalla teoria alla pratica, dalla scala regionale a quella locale
Agenda 21 locale il caso della provincia di Bergamo. Il Paino
d’azione lo strumento operativo per l’attuazione delle azioni
Agenda 21 locale il caso della provincia di Bergamo. Stralcio
del Piano d’azione, il caso della raccolta differenziata, una
delle eccellenze lombarde
Regione che vai paesi ricicloni
che trovi! Nell’edizione 2019, 86
comuni lombari hanno soddisfatto
le condizioni richieste, in Sicilia
solo 1 centro
La raccolta differenziata, una delle eccellenze lombarde
E la tua realtà territoriale come si comporta?
Verifica le tue ‘prestazioni’ locali a scala provinciale, regionale e nazionale
nel sito http://www.ricicloni.it/
La Lombardia una realtà articolata, dov’è più marcata l’epidemia di
coronavirus è più alta la raccolta differenziata. Solo una casualità?
Fonte:
Le qualità di oggi sono le potenzialità
per costruire un domani di qualità
ambientale capace di economie circolari
Fonte: http://www.ricicloni.it/edizioni-regionali
Agenda 21 locale il caso della provincia di Bergamo. Stralcio
del Piano d’azione
Il piedibus, una risposta sostenibile per una mobilità dolce
• La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento
climatico. Pur non prevedendo target vincolanti, la United
Nations Framework Convention on Climate Change (
UNFCCC) si pone come obiettivo la stabilizzazione delle
concentrazioni di gas-serra, promuovendo interventi, a livello
internazionale e dei singoli Paesi, per il raggiungimento di tale
obiettivo.
• 1997 Protocollo di Kyoto relativo alla riduzione dei gas a
effetto serra (anidride carbonica, metano, protossido di azoto,
fluorocarburi idrati, perfluorocarburi e esafluoro di zolfo)
responsabili del riscaldamento globale del pianeta
• Ulteriori sviluppi. Il summit di Rio, dando una centralità senza precedenti al
tema dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, ha costituito uno snodo
fondamentale per ulteriori convenzioni, come quella per la lotta alla
desertificazione, e ha dato il via a un gran numero di interventi nei singoli
Paesi firmatari.
A partire dagli anni Cinquanta l’aumento delle automobili, lo sviluppo
dell’industria petrolchimica e del traffico aereo determinarono un’impennata
dei consumi energetici con conseguente esponenziale aumento dei carichi
ambientali dovuti alle emissioni.
Dalla crescita illimitata allo sviluppo sostenibile
• La sfida
• Il Protocollo di Kyoto, che ha terminato la sua validità al
31/12/2012, prevedeva una riduzione emissiva per gli Stati
che mediamente vale il - 5% (rispetto alla baseline emissiva
del 1990), da conseguire entro il 2012. Alcuni stati Europei
già nel 2009 avevano superato il proprio target di riduzione
emissiva a dimostrazione che si trattava di obiettivi possibili.
Gli Stati che hanno investito nell'economia low carbon hanno
agevolmente conseguito risultati di alto livello (con positive
ricadute sull'economia nazionale).
• L’Italia, brava ma non virtuosa!!!
• Nell'ambito del Protocollo di Kyoto, l'Italia aveva sottoscritto un obiettivo
di riduzione emissiva del -6,5%: tale obiettivo di riduzione era stato
identificato sulla base delle indicazioni di Enti di ricerca nazionali, che lo
avevano quantificato come risultato dell'attuazione di un pool di azioni
necessarie per l'ammodernamento del Paese e per lo stimolo
dell'economia nazionale.
Il protocollo di Kyoto (1997-2012), una sfida di carattere
mondiale