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[email protected] [email protected] Il nuovo corriere della Tuscia cpadver-effigi.com cpadver-effigi.com – [email protected] BOLSENA CAPODIMONTE MARTA SAN LORENZO NUOVO ACQUAPENDENTE GROTTE DI CASTRO • MONTEFIASCONE DEL LA L’INIZIO Di Elena Tiribocchi La nascita di una rivista porta con sé curiosità e aspettative, come cer- tamente qualsiasi altra cosa che sta per prendere vita e deve crescere. Una creatura che avrà bisogno delle cure di molti ma che di mese in mese si svilupperà nella narrazione di luoghi e persone. Infatti è proprio questo l’obiettivo del Nuovo Corriere della Tuscia prendere consapevolezza che in ogni luogo ci sono molteplici storie particolari e straordinarie, quelle che rendono vivo un posto, quelle che fanno di una lan- da qualcosa di vivo. Nel succedersi delle pagine si svilup- peranno i racconti, sulla carta si tro- veranno impresse vicende di uomini e donne, che in molti conosceranno, molti altri impareranno a conosce- re, perché i fogli non siano soltanto mezzi su cui buttare l’inchiostro, ma delle piazze dove conoscersi, svilup- pare pensieri, incontrarsi sotto punti di vista nuovi. Il primo centro propulsore sarà il La- go e Bolsena ma nei mesi, come un mosaico a cui si aggiungono tasselli, si amplieranno le terre e i paesi a cui fare riferimento. Il Lago sarà il punto di avvio, come se ancora una volta dal bacino vulcanico si sviluppasse e attingesse una nuova civiltà; un lago fertile che sin dagli etruschi ha ca- ratterizzato e rafforzato la gente che abita questa porzione di Italia. Una scelta forse in contro tendenza, quella di dar vita ad una rivista car- tacea nell’epoca del web e delle noti- zie rapide, ma il senso lo si trova nella volontà di creare qualcosa che resi- sta. Le storie che verranno raccolte all’interno di ogni numero non saran- no volatili e rapide come la maggior parte delle pagine che troviamo su internet, ma resteranno a testimo- nianza di pensieri ed emozioni. Forse ci si augura che l’esigenza di incontrarsi, rapportarsi, relazionarsi delle persone trovi il suo spazio anche sulle pagine di questo giornale; e che non si fermi ai confini di pochi paesi ma diventi sempre più grande e sem- pre più importante. E-MAIL della REDAZIONE [email protected] All’Ambasciata italiana a Berlino U n prestigioso riconoscimento per il progetto “Amba- sciatore del buon vivere e del viaggiare nella Tuscia” è arrivato nei giorni scorsi direttamente dalla capitale tedesca. Nell’ambito di un’ intensa tre giorni dedicata alla promozione a Berlino del progetto organizzato dal Club UNESCO Viterbo Tuscia, dall’ Associazione “Di Tuscia un po’” e dall’ Agen- zia ”Ombrellone”di Berlino, lunedì 7 luglio, presso l’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Federale di Germania, si è svolta una si- gnificativa cerimonia che ha suggellato lo stage di tre settimane svolto a maggio dagli studenti della Brillat-Savarin-Schule nella Tuscia. Ai ragazzi della più grande scuola per cuochi e operatori dell’ospitalità della Germania che hanno partecipato al progetto, S.E. l’Ambasciatore d’Italia a Berlino Elio Menzione ha consegna- to il documento Europass che certifica in maniera formale le com- petenze acquisite durante il loro percorso di tirocinio nella Tuscia. Alla cerimonia hanno partecipato Luciano Dottarelli, presi- dente del Club UNESCO Viterbo Tuscia, Bernd Gasser, titolare dell’Agenzia “Ombrellone”, Carl Schuppan, responsabile del Pro- getto “Go Europe” della Friedrich-List-Schule, i titolari dell’Agen- zia di Comunicazione Mattheis e lo staff didattico della Brillat-Sa- varin-Schule / OSZ Gastgewerbe di Berlino. L o stage nella Tu- scia degli allievi della Brillat-Sa- varin-Schule di Berlino, organiz- zato dal Club UNESCO Vi- terbo Tuscia, dall’ Associa- zione “Di Tuscia un po’” e dall’ Agenzia ”Ombrellone” di Berlino nell’ambito del Progetto “Ambasciatore del buon vivere e del buon man- giare nella Tuscia” ha dedi- cato l’intera giornata di oggi ad uno dei prodotti più tipici della gastronomia viterbese. Si tratta della “Susianella” che dal 2011 è stata riconosciuta “Presidio” della città di Viter- bo nell’ambito del progetto di tutela della biodiversità, dei sa- peri produttivi tradizionali e dei territori che sta portando avanti dal 1999 la Fondazione “Slow Food”. La Susianella é un insaccato tradizionale, tipico della città di Viterbo, che veniva prodot- to nei mesi invernali, a base di avanzi della lavorazione del maiale, con l’aggiunta di in- gredienti simili a quelli delle salsicce di fegato del tipo dol- ce: ritagli di carni di seconda scelta, piccole quantità di co- rata suina (fegato cuore, reni, milza), sale, pepe, odori vari (finocchio, peperoncino). Il “Presidio” Slow Food della Susianella è stato il prota- gonista della giornata viterbese degli studenti di Berlino. Questa mattina infatti gli studenti hanno visitato l’Azien- da agricola “F.lli Stefanoni” che rappresenta una delle ec- cellenze della Tuscia nella pro- duzione di carni e salumi. segue a pag. 2 segue a pag. 2 Cerimonia per lo stage svolto dagli studenti tedeschi della Tuscia 1 [email protected] [email protected] Il nuovo corriere della Tuscia cpadver-effigi.com Gli studenti della Brillant-Savarin Schule di Berlino scoprono la Susianella presidio Slow Food della città di Viterbo Anno I, numero 1, Agosto 2014 1,50

Anno I, numero 1, Agosto 2014 All’Ambasciata italiana a Berlino · 2014. 8. 20. · E-MAIL della REDAZIONE [email protected] All’Ambasciata italiana a Berlino U n prestigioso

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Page 1: Anno I, numero 1, Agosto 2014 All’Ambasciata italiana a Berlino · 2014. 8. 20. · E-MAIL della REDAZIONE NCTuscia@gmail.com All’Ambasciata italiana a Berlino U n prestigioso

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BOLSENA • CAPODIMONTE • MARTA • SAN LORENZO NUOVOACQUAPENDENTE • GROTTE DI CASTRO • MONTEFIASCONE

DELLA

L’INIZIODi Elena Tiribocchi

La nascita di una rivista porta con sé curiosità e aspettative, come cer-tamente qualsiasi altra cosa che sta per prendere vita e deve crescere. Una creatura che avrà bisogno delle cure di molti ma che di mese in mese si svilupperà nella narrazione di luoghi e persone.

Infatti è proprio questo l’obiettivo del Nuovo Corriere della Tuscia prendere consapevolezza che in ogni luogo ci sono molteplici storie particolari e straordinarie, quelle che rendono vivo un posto, quelle che fanno di una lan-da qualcosa di vivo.

Nel succedersi delle pagine si svilup-peranno i racconti, sulla carta si tro-veranno impresse vicende di uomini e donne, che in molti conosceranno, molti altri impareranno a conosce-re, perché i fogli non siano soltanto mezzi su cui buttare l’inchiostro, ma delle piazze dove conoscersi, svilup-pare pensieri, incontrarsi sotto punti di vista nuovi.

Il primo centro propulsore sarà il La-go e Bolsena ma nei mesi, come un mosaico a cui si aggiungono tasselli, si amplieranno le terre e i paesi a cui fare riferimento. Il Lago sarà il punto di avvio, come se ancora una volta dal bacino vulcanico si sviluppasse e attingesse una nuova civiltà; un lago fertile che sin dagli etruschi ha ca-ratterizzato e rafforzato la gente che abita questa porzione di Italia.

Una scelta forse in contro tendenza, quella di dar vita ad una rivista car-tacea nell’epoca del web e delle noti-zie rapide, ma il senso lo si trova nella volontà di creare qualcosa che resi-sta. Le storie che verranno raccolte all’interno di ogni numero non saran-no volatili e rapide come la maggior parte delle pagine che troviamo su internet, ma resteranno a testimo-nianza di pensieri ed emozioni.

Forse ci si augura che l’esigenza di incontrarsi, rapportarsi, relazionarsi delle persone trovi il suo spazio anche sulle pagine di questo giornale; e che non si fermi ai confini di pochi paesi ma diventi sempre più grande e sem-pre più importante.

E-MAILdella [email protected]

All’Ambasciata italiana a Berlino

Un prestigioso riconoscimento per il progetto “Amba-sciatore del buon vivere e del viaggiare nella Tuscia” è arrivato nei giorni scorsi direttamente dalla capitale tedesca.

Nell’ambito di un’ intensa tre giorni dedicata alla promozione a Berlino del progetto organizzato dal Club UNESCO Viterbo Tuscia, dall’ Associazione “Di Tuscia un po’” e dall’ Agen-zia ”Ombrellone”di Berlino, lunedì 7 luglio, presso l’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Federale di Germania, si è svolta una si-gnificativa cerimonia che ha suggellato lo stage di tre settimane svolto a maggio dagli studenti della Brillat-Savarin-Schule nella Tuscia.

Ai ragazzi della più grande scuola per cuochi e operatori dell’ospitalità della Germania che hanno partecipato al progetto, S.E. l’Ambasciatore d’Italia a Berlino Elio Menzione ha consegna-to il documento Europass che certifica in maniera formale le com-petenze acquisite durante il loro percorso di tirocinio nella Tuscia.

Alla cerimonia hanno partecipato Luciano Dottarelli, presi-dente del Club UNESCO Viterbo Tuscia, Bernd Gasser, titolare dell’Agenzia “Ombrellone”, Carl Schuppan, responsabile del Pro-getto “Go Europe” della Friedrich-List-Schule, i titolari dell’Agen-zia di Comunicazione Mattheis e lo staff didattico della Brillat-Sa-varin-Schule / OSZ Gastgewerbe di Berlino.

Lo stage nella Tu-scia degli allievi della Brillat-Sa-varin-Schule di Berlino, organiz-

zato dal Club UNESCO Vi-terbo Tuscia, dall’ Associa-zione “Di Tuscia un po’” e dall’ Agenzia ”Ombrellone” di Berlino nell’ambito del Progetto “Ambasciatore del buon vivere e del buon man-giare nella Tuscia” ha dedi-cato l’intera giornata di oggi ad uno dei prodotti più tipici della gastronomia viterbese.

Si tratta della “Susianella” che dal 2011 è stata riconosciuta “Presidio” della città di Viter-bo nell’ambito del progetto di tutela della biodiversità, dei sa-peri produttivi tradizionali e dei territori che sta portando avanti dal 1999 la Fondazione “Slow Food”.

La Susianella é un insaccato tradizionale, tipico della città di Viterbo, che veniva prodot-to nei mesi invernali, a base di avanzi della lavorazione del maiale, con l’aggiunta di in-gredienti simili a quelli delle

salsicce di fegato del tipo dol-ce: ritagli di carni di seconda scelta, piccole quantità di co-rata suina (fegato cuore, reni, milza), sale, pepe, odori vari (finocchio, peperoncino).

Il “Presidio” Slow Food della Susianella è stato il prota-gonista della giornata viterbese degli studenti di Berlino.

Questa mattina infatti gli studenti hanno visitato l’Azien-da agricola “F.lli Stefanoni” che rappresenta una delle ec-cellenze della Tuscia nella pro-duzione di carni e salumi.

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Cerimonia per lo stage svolto dagli studenti tedeschi della Tuscia

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Gli studenti della Brillant-Savarin Schule di Berlino scoprono la Susianella presidio Slow Food della città di Viterbo

Anno I, numero 1, Agosto 2014

1,50

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Nel suo discorso di saluto, l’Amba-sciatore Elio Menzione - che ha dimostrato una profonda e diretta

conoscenza di Viterbo e del suo patrimonio culturale - ha ribadito il suo apprezzamento per il progetto che, oltre a far conoscere la cultura, la gastronomia e l’ambiente della Tuscia e dell’Italia, favorisce lo scambio e le relazioni reciproche tra i due popoli. In questo senso l’Ambasciatore ha auspicato che in un prossimo futuro anche gli studenti italiani della Scuola Alberghiera di Viterbo

possano avere a loro volta l’opportunità di svolgere un’analoga esperienza formativa a Berlino.

Nel ringraziare l’Ambasciatore Elio Menzione per il suo sostegno fattivo a tutte le iniziative tese a rafforzare le relazioni tra Italia e Germania, Bernd Gasser ha sottoli-neato l’attenzione del settore turistico berli-nese per la Tuscia mentre Carl Schuppan ha voluto esprimere un sentito riconoscimento ai partner italiani del progetto per lo spiri-to di ospitalità con cui la delegazione della Brillat-Savarin Schule e gli studenti sono

stati accolti nella provincia di Viterbo.Luciano Dottarelli, nel ricordare e rin-

graziare le istituzioni che hanno sostenuto fin dall’inizio il progetto “Ambasciatore della Tuscia” (la Regione Lazio e l’Arsial, la Camera di Commercio e la Provincia di Viterbo, i Comuni di Viterbo, Acquapen-dente, Castiglione in Teverina e Montefia-scone) ha ribadito la volontà di rafforzarlo con il coinvolgimento di altri soggetti pub-blici e privati già a partire dalla prossima fase, che si svolgerà in ottobre-novembre con il secondo stage, che avrà per tema “Il

vino e l’olio della Tuscia”. Salutato dalla stampa specializzata

come un modello innovativo di promozione territoriale - realmente efficace perché basa-to sul metodo diretto del passaparola e se-condo una prospettiva non occasionale ma di lungo termine - il progetto rappresenta infatti una formidabile occasione di cono-scenza e promozione delle eccellenze agro-alimentari della Tuscia e del Lazio in un’ot-tica di valorizzazione integrata dell’identità culturale del territorio.

Segue da pag. 1

All’Ambasciata italiana a Berlino

Tra i prodotti di punta dell’Azien-da, forte di una tradizione che si tramanda da generazioni,

c’è appunto la Susianella, che è stata rico-nosciuta Presidio Slow Food proprio sulla base della ricetta della famiglia Stefanoni.

Dopo la visita all’Azienda “F.lli Ste-fanoni”, che ha offerto una graditissima degustazione, gli studenti della Brillat-Sa-varin-Schule di Berlino sono stati ricevuti

presso la sede della Condotta Slow Food di Viterbo a Villa Ascenzi.

Il Fiduciario Angelo Proietti Palombi e Patrizio Mastrocola, storico pioniere del-la filosofia Slow Food, hanno illustrato le caratteristiche della Susianella e di altre produzioni agroalimentari di qualità della Tuscia ed hanno guidato una degustazione che ha conquistato il palato e la mente dei giovani chef berlinesi.

Ai salumi di qualità dei F.lli Stefanoni, ai deliziosi formaggi dell’azienda “Il Cir-

colo” di Anna Sperling, alle ciliegie di Cel-leno, sono stati abbinati i vini dell’Azienda agricola Antonella Pacchiarotti, presentati direttamente dalla titolare e dal maitre del-la Scuola Alberghiera di Viterbo, Claudio Sarti.

Nel corso dell’incontro presso la Con-dotta Slow Food hanno portato il loro salu-to il sindaco di Viterbo Leonardo Michelini e l’assessore Giacomo Barelli, che hanno ribadito l’apprezzamento per il progetto a cui il Comune ha dato fin dall’inizio la

propria convinta adesione, insieme alla Regione Lazio, all’Arsial, alla Camera di Commercio,alla Provincia, all’Ufficio Sco-lastico Provinciale e ad alcuni dei più si-gnificativi Comuni della Tuscia.

Nel pomeriggio gli studenti hanno vi-sitato i luoghi più suggestivi di Viterbo: la Chiesa del Gesù, il Palazzo dei Papi, e Viterbo Sotterranea, grazie alla collabo-razione offerta dall’Associazione “Tesori d’Etruria”.

Segue da pag. 2

Gli studenti della Brillant-Savarin Schule di Berlino scoprono la Susianellaa a

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Le Sorgenti

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Le “lavate-cantate” della Compagnia delle lavandaie della Tuscia

L’esordio viterbese della Compa-gnia delle lavandaie della Tu-scia è stato un successo strepi-

toso. La “città delle cento fontane” non po-

teva che essere uno dei luoghi deputati per un gruppo che trova nell’acqua il suo ele-mento scenografico naturale.

Fondata e diretta da Simonetta Chia-retti, pensata come una vera e propria “compagnia instabile”, la Compagnia delle lavandaie della Tuscia è un grup-po costituito da un nucleo di donne che hanno conservato l’uso e l’arte di lavare

i panni nelle acque del Lavatoio pubblico di Bolsena e da altre (di tutta la Tuscia) che hanno aderito con entusiasmo all’idea di recuperare e valorizzare un’esperienza tradizionale di lavoro e di socializzazione tra le donne.

La Compagnia – che mette insieme donne di tre generazioni - si è costitu-ita ed ha esordito nel 2013 con l’evento “Giù a Rrigo” che si è svolto nell’ambi-to del Lacuaria Bolsena Musica Festival, organizzato dal Club UNESCO Viterbo Tuscia. Ieri anche le fontane e le piazze di Viterbo sono diventate luoghi di festa

e di socialità grazie alla Compagnia del-le Lavandaie della Tuscia, che ha fatto la sua prima uscita estiva nell’ambito di Jazz Up, la storica manifestazione musicale che quest’anno si svolge in collaborazione con Caffeina Festival.

Ingredienti di questa originale serata di spettacolo per le strade di Viterbo e poi presso le fontane delle piazze principali sono stati la gioia e l’orgoglio di esibire la propria maestrìa, l’improvvisazione te-atrale e canora, la fantasia, lo scherzo e la partecipazione popolare.

Le “lavate-cantate” - che si sono svol-

te con modalità, abbigliamento e stru-menti tradizionali - sono state un ecce-zionale spettacolo musicale e teatrale, in cui la confidenza con l’acqua cor-rente e l’entusiasmo delle lavandaie ha contagiato il pubblico che, numeroso, ammirato e divertito ha assiepato le fontane e gli spazi intorno.

Con il proprio repertorio canoro, poi, alla fine del folk trekking per le vie e le piazze, la Compagnia delle lavandaie della Tuscia ha partecipato in Piazza del Gesù al concerto degli Organicanto, uno dei gruppi più coin-volgenti e affermati nel panorama della musica folk del centro Italia.

«Quella delle lavandaie – ha detto Simonetta Chiaretti nella sua presenta-zione al pubblico – è una vocalità fem-minile antica, naturale e volutamente “grezza”, con sbavature ritmiche e dal caratteristico timbro che sembra nasce-re da una ferita, tipico dei canti di la-voro. Conte, filastrocche, nenie, giochi mimati e cantati della tradizione ora-le del lago di Bolsena, rigorosamente appresi a memoria senza l’ausilio di spartiti o testi scritti, costituiscono il patrimonio di musica popolare che ho ricercato nel corso degli ultimi venti-venticinque anni e che ho messo volen-tieri a disposizione di queste straordi-narie donne a me molto care!».

Nella esibizione con gli Organi-canto particolarmente intensa è stata l’interpretazione da parte di Simonet-ta Chiaretti di uno dei canti di lavoro più noti della tradizione popolare della

Tuscia, So’ stato a laorà a Montesicuro, raccolto nell’area di Montefiascone.

Il prossimo appuntamento di rilievo della Compagnia delle lavandaie della Tuscia sarà la partecipazione il 19 agosto all’ Umbria Folk Festival di Orvieto, che quest’anno ospiterà i principali artisti del panorama musicale folk internazionale, da Caparezza ad Asaf Avidan, da Bombino ad Hevia, Ambrogio Sparagna e Luca Bar-barossa.

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Corso della Repubblica 1701023 Bolsena (VT)

La Medusa

Via Porta Fiorentina 901023 Bolsena (VT)

Via Porta Fioren

di Katia Maurelli

Fare tappa in una libreria, può essere esaltante, e consolante. C’è perfino chi lo definisce un miracolo, specie se si è memori della chiusura di decine di li-

brerie indipendenti in Italia nel corso de-gli ultimi anni. Gli scaffali di una libreria indipendente (di campagna o di periferia che sia), offrono universi da esplorare; per qualsivoglia persona che si autorizzi un tempo di lettura dei titoli esposti, ci sarà una scoperta, un dono. Forse l’evento più lieto che ci può capi-tare di vivere in una libreria indipenden-te, è l’incontro con un libro “impensato”,

ma che all’istante ci risuona dentro; che sia un romanzo, un saggio di fisica quan-tistica o un manuale di punto croce, il libro sul quale tornano gli occhi, quello che sfogliamo con una sorta di voluttà, è lì per noi. In una libreria indipendente i libri vengono scelti al di fuori delle logi-che commerciali; le classifiche, per lo più determinate dai pochi grandi poli editoria-li imperanti in Italia, passano in secondo piano, e si esalta il lavoro di case editrici indipendenti, fortemente caratterizzate da qualità, spirito creativo, ricerca e proposta innovativa. Lo spazio in primo piano che nelle librerie di catena è occupato dal best seller, viene lasciato a libri scelti a partire dalla pas-

sione della libraia/o, dalla sua cultura e dalla conoscenza del suo pubblico. Fon-damentale diventa anche l’appartenenza territoriale e il percorso culturale che la libreria indipendente sviluppa nel tempo, in diretto contatto con il pubblico ed il luogo in cui sorge la libreria. Nella libre-ria indipendente i lettori trovano ascolto e risposte, e lo scambio di letture si riflet-te sulla libreria stessa che può accogliere suggestioni del pubblico. La libreria indipendente diventa così spec-chio del suo territorio e dei suoi frequen-tatori. Con loro e per loro crea eventi culturali ed occasioni di incontro e ap-profondimento con autrici, esperti, artisti, per una produzione culturale “dal basso”.

Peccato dunque non frequentare un tal luogo, solo perché qualcuno ci ha convinti che non amiamo leggere, o perché si è in-timiditi dai libri in generale. La “paura” del libro, che attanaglia molti italiani – tanto da porre l’Italia fra gli ulti-mi paesi europei per numero di lettori – è indotta da un certo pensiero dominante. I libri, è risaputo non sono mai piaciu-ti al potere; quanti roghi, quante censure, quante librerie e tipografie chiuse con la forza nel corso dei secoli. È anche dai libri che passa l’emancipa-zione di una collettività umana da modelli culturali omologanti. Perché i libri sono spazi di libertà e di bellezza… e la bellez-za salverà il mondo!

Sul senso di una libreria di campagna

Tam-tam per un consumo critico

Nell’antico borgo di Bolsena… vestire naturale

di Diletta Farfante

C’è coscienza che il co-siddetto Mondo “svi-luppato” si è in realtà arricchito alle spalle del Mondo definito

“in via di sviluppo”? Da anni si parla di Nord e Sud del Mondo………un Sud co-stretto a produrre nella totale mancanza di rispetto dei diritti umani e dell’ambiente; il Nord spinto a consumare, consumare, comprando, nutrendosi di ciò che multi-nazionali, governi, banca mondiale e fon-do monetario, decidevano/decidono di produrre, coltivare…..Siamo consapevoli di come è andata l’economia negli ultimi decenni? Di cosa questa economia abbia prodotto e le conseguenze che il mondo vive? “Autorevoli tavole rotonde” si sus-seguono……ma sulle nostre tavole, tutti

i giorni, chi si siede, cosa consumiamo? Possiamo dire a nostra insaputa? Nostro malgrado? Si “vota” quando si fa la spesa: tutti i giorni quando si entra in un negozio piut-tosto che un altro. Da almeno 30 anni, in Italia, la “voce” di una economia più umanizzata, libera dall’avidità finan-ziaria si fa strada: una rete di economia solidale fatta di associazioni, comunità, movimenti, che oltre a mettere in atto principi equi di commercio, ha genera-to consapevolezza per il bene comune e quindi una crescita economica in equità. I consumatori sono pronti? Sono pronti a non acquistare più beni da quelle socie-tà (in genere multinazionali) che adotta-no una produzione che crea ingiustizia, impoverimento ed inquinamento? Con i nostri acquisti abbiamo la possibilità di far salire o scendere i loro profitti! Come

consumatori, attraverso le nostre scelte, inviamo segnali al mercato. Siamo pronti ad un consumo critico? Se la nostra visio-ne del Mondo comprende idee di giusti-zia sociale e la conservazione del Piane-ta, dobbiamo impostare i nostri consumi in base a questi valori: scegliamo i pro-dotti di un’azienda che adotta comporta-menti rispettosi dell’uomo e dell’ambien-te . “ buono pe chi lo produce, buono per chi lo consuma”: un prodotto ottenuto con tecniche che salvaguardano la tutela dell’ambiente e il risparmio energetico; fabbricato senza sfruttamento dei lavo-ratori o peggio ancora dei minori. Il commercio equo e solidale non è fatto più solo di zucchero, caffé e cacao. L’arti-gianato non è solo “et-

nico”. Prodotti tipici italiani, come pasta e biscotti (ma anche panettoni e colombe) vengono “impastati” con ingredienti equi e solidali. La moda si è vestita di dignità con cotone certificato; la cosmesi è di-ventata oltre che equa, anche biologica. Prima di acquistare, leggiamo le etichette e informiamoci sulle aziende che hanno prodotto la merce che stiamo compran-do. Con il nostro aiuto, le aziende de-finite etiche ed ecologiche aumenteranno così la loro forza e la loro importanza nell’ambito del sistema economico.

di Federica Vismara

Filati naturali e tinte vegetali...l’amore per i tessuti della tradizione ed il lavoro com-piuto in anni di ricerca e selezione mi por-tano oggi a promuovere nella mia attività una moda etica creata da giovani designers europei. Acquistare abbigliamento certificato bio o ecosostenibile vuol dire compiere una scel-ta etica, adottare uno stile di vita quanto più possibile in sintonia con la natura, indossare abiti divertenti e colorati di prima qualità.Dover parlare di consumo critico e di so-stenibilità ci ricorda di aver perso un em-

patico rapporto con la materia prima e con le maestranze e di aver disimparato a dare importanza alla storia di un prodotto ed al lavoro di chi lo ha realizzato.Ai nostri nonni bastava un’occhiata per ri-conoscere un tessuto ed individuarne al tat-to le proprietà. Magari parlavano di grogrè (grosgrain) ma sapevano che il valore di un abito era dato dalla qualità del filato,dal lavoro di chi lo aveva disegnato, prodot-to ed infine affidato al cliente. Il marchio di fabbrica era garanzia di qualità, non un Fashion Brand. I nostri nonni avrebbero riso dei nuovi ambigui ed illusori neologi-smi coniati da questo subdolo mercato avi-

do di vendite. Dire seta sintetica oppure pashmi-na di viscosa sarebbe stato come parlare di vino d’acqua! Quanta confusione pur di ven-dere fischi per fiaschi! E’ ora il momento di riavvicinarci alla terra,rispettando la natu-ra e i diritti umani e imparando ad essere consumatori critici in grado di dare ad un oggetto un valore equo, commisurato alla sua storia e congruo con le scelte compiute per produrlo e commercializzarlo.Bisogna avere il coraggio di cambiare, di

ascoltare il nostro corpo che si ribella, che rifiuta,sempre più allergico ed intollerante.Indossare abiti eticamente prodotti ed eco-logicamente sostenibili è scegliere di fare del bene a noi stessi, all’ambiente e alla comunità in modo costante e duraturo. Sce-gliere di vivere in modo sano è un gradino in più verso la felicità.

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Bar Gelateria OASIViale Cadorna 9 Bolsena (VT)

Il Museo Territoriale del Lago di Bolsena

Tuscia in musicadi Federica Sciamanna

Salve a tutti i lettori del Nuovo Corriere della Tuscia, qui scrive Federica, cantante della band The Shiver e manager della Backstage Academy.

In tanti anni di militanza nel panorama mu-sicale della nostra città, e soprattutto muo-vendomi con il mio progetto in tutta Europa, cercheró di illustrarvi brevemente quanto ac-cade in questo preciso momento storico per quanto riguarda il mondo nostrano.

La Tuscia è sempre stato un luogo cultu-ralmente e musicalmente valido specialmen-te per ciò che riguarda la musica alternativa ed underground, nonostante Viterbo sia fa-

mosa “per caserme e pizzerie” (cit. Viterbo Hardcore).

L’atteggiamento di chiusura mentale del-le alte sfere ha favorito purtroppo la fuga di cervelli verso realtà più accoglienti, special-mente negli anni ‘80 e ‘90, ma negli ultimi tempi è da notare un certo risveglio musi-cale promosso soprattutto dai giovani del capoluogo e degli altri centri della Tuscia. Realtà come Imaginaction, Mvm Concerti, All’Improvviso, Rebound Action Records, sono attive e propositive per quanto riguar-da molteplici generi musicali. Uno speciale plauso va a quelle venues che, seppur picco-le, tengono molto alla loro programmazione artistica. Come per noi musicisti è difficile portare avanti i nostri progetti in questo mo-mento di crisi, così anche per i locali è arduo

promuovere gli eventi che organizzano, conside-rando le vessazioni a cui sono sottoposti (a buon intenditor...). Un esempio per tutti è la Libr’Osteria Le Sorgenti, a Bolsena, in cui ci siamo esibiti poco tempo fa: ambiente piace-vole, splendida accoglien-za, e notevole attenzione da parte del pubblico.

Questa reazione è no-tevole, e spero verrà in-centivata dai vari comuni che dovrebbero porre più attenzione all’ambito culturale.

All’estero mi capita spesso di parlare delle nostre zone, e non so raccontarvi il ca-

lore con cui gli stranieri ricordano i luoghi del Centro Italia: per chi vive senza sole, sia-mo un paradiso terrestre. Non sarà allora il caso di valorizzare i nostri luoghi e la nostra cultura?

di Pietro Tamburini (Dir. museo)

Il Museo Territoriale del Lago di Bolsena è stato inaugurato il 5 mag-gio 1991 all’interno della Rocca Monaldeschi della Cervara, eretta tra il XII e il XV secolo sulla rupe

che domina Bolsena. La struttura museale illustra la documenta-

zione proveniente dal terri torio comunale e, al tempo stesso, segnala i musei locali e i siti di particolare interes se storico e ar-cheologico presenti nella zona. Dal 2000 coordina il Sistema museale del lago di Bolsena, attualmente costituito da tredici strutture museali che spaziano dalla valle del Tevere alla Maremma.Il percorso museografico del Museo ter-

ritoriale si apre con un monumentale sar-cofago in marmo greco, databile in epoca severiana (fine II – inizi III secolo d.C.) decorato in rilievo con scene del culto di Bacco. Nella sezione dedicata alla for-mazione del territorio sono esposti alcuni campioni di rocce vulcaniche, tra cui una “bomba vulcanica” di notevoli dimensioni e un poliedro di lava proveniente dalle co-

siddette “Pietre Lanciate”. La fase protostorica è documentata sia da vasi e manu fatti dell’età del bronzo (XVIII-X secolo a.C.) recuperati sui fon-dali lacustri sia da due contesti funerari delle necropoli di Bisenzio databili nell’età del ferro, periodo a cui si riferiscono anche i reperti provenienti dall’abitato villano-viano del “Gran Carro” (IX secolo a.C.), oggi sommerso lungo la sponda orientale del lago di Bolsena. Alla fase iniziale del pe riodo etrusco (fine VIII – inizi VII secolo a.C.) appartengo-no una trentina di corredi funerari, ricchi di oggetti in bronzo e in ferro, recuperati nella necropo li della Capriola, mentre alla fase più recente (III secolo a.C.) si data una tomba dalla località Melona, con nu-merosi vasi argentati e oggetti di bronzo. Dai resti della città romana di Volsinii pro-vengono i reperti esposti al piano superio-re del Museo (ceramiche, lucerne, terre-cotte architettoniche, af freschi), tra cui si segnala il celebre “Trono delle Pantere”, un manufatto in terracotta decorato in ri-lievo, pertinente al culto di Bacco. Al piano inferiore si presentano i resti del-le più antiche fortificazioni di Bolsena, le ceramiche medievali e rinascimentali re-cuperate nel “butto” della torre maggiore della Rocca e un grandioso acquario didat-tico d’acqua dolce, movimentato dai pesci, dai crostacei, dai molluschi e dagli anfibi caratteristici del lago di Bolsena e dei corsi d’acqua circostanti. All’esterno del museo è collo cato il La-pidarium, con epigrafi funerarie e votive data bili in epoca imperiale. Il percorso museografico si conclude con una visita degli spalti della Rocca, da cui si domina l’intero bacino lacustre e, quin di, l’intero territorio descritto e illustrato nel Museo.

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barBIG BANG

via Porta Romana n.1301023 Bolsena VT

392 2143409

P.zza Dante Alighieri, 5 01023 Bolsena VT

Per prenotazioni ed informazioni:Telefono & Fax: +39. 0761798810

Mobile: +39. 3397402318email: [email protected]

di Vinicio Barelli

Tuscia, terra di grande fasci-no, centri storici e paesaggi. E laghi, come quello di Bol-sena, vulcanico e misterioso, intorno al quale si intrecciano

vicende storiche e leggende sin dai tempi più remoti. Misteriosocome gli Etruschi, l’antico popolo che solcava le sue acque e abitava le sue sponde. Parlando degli Etruschi, non si può non citare il loro raf-finato artigianato che sfornava terrecot-te finemente lavorate, la più tipica delle quali è il bucchero.

Terracotta fine, spesso leggerissima, quasi sempre nera per la particolare tec-nica di cottura, richiama alla memoria og-

getti di raffinata fattura realizzati più di 2000 anni fa. Ed è proprio nel bucchero che Terre di Rasenna , piccolo laboratorio nel cuore storico di Bolsena, ha la propria punta di diamante.

Nella sua bottega, Mara modella l’argilla con perizia, cuoce vasi, piatti, braccialetti, collane ed altri oggetti, con la stessa tecnica di allora, decorando a mano con motivi di ispirazione sia anti-ca che moderna, sempre mantenendo uno stile originale volto alla realizzazione di pezzi unici che, ammiccando dalle vetri-ne, conquistano lo sguardo degli occhi più raffinati. Ma Terre di Rasenna non è soltanto bucchero.

Varie forme di ceramica, sia essa de-corativa o di uso comune, rapiscono lo sguardo in un festival di colori ed alle-gria.

Dalla terracotta al cuoio, nella mi-gliore tradizione artigianale italiana, il passo è breve. Tutto quello che si può de-siderare, viene qui disegnato e realizzato da Mila utilizzando pellame certificato, di alta qualità conciato al vegetale.

Taglio, colorazione e cuciture rigoro-samente manuali, sono spesso accompa-gnati da un minuzioso lavoro di sbalzo del cuoio, come da tecnica medievale, che va ad impreziosire la vasta gamma di articoli, anche personalizzati.

Sempre nel rispetto della tradizione, attenti alle esigenze della clientela e alla

conservazione degli antichi mestieri, nel laboratorio si effettua anche il servizio di riparazione calzature.

Mani in pasta e piedi in terra

Supplemento a:Il nuovo corriere dell’AmiataAnno I, numero 1, Agosto 2014Mensile dell’Associazione culturale omonima senza fini di lucro

Associato al CRIC

Produzione: C&P Adver > Mario PapaliniEdizioni: effigi 0564 967139

Iscrizione al Tribunale di Grosseto n. 10depositata il 26.11.2001

Iscrizione al ROC n° 12763

Direttore responsabile: Fiora Bonelli, Via del Gallaccino, 58033 Castel del Piano, Tel. 0564 955044 - e-mail: [email protected]

Segreteria di redazione: Alessandro Zecchini 331 3938386email [email protected]: Alessandro Zecchini, Lucia Antista, Andrea Teti, Mario Papalini, Elisa Conti, Luca Federici, Tommaso Baroncelli, Valentino Fraticelli, Elena Tiribocchi, Paolo Mastracca, Franco Dominici

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

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BBC Informa

La comunicazione è ritenuta da sempre una delle colonne portanti per qualsiasi istituzione, è il modo con cui essa si rapporta e appare al

mondo esterno, una cassa di risonanza che è bene curare nei minimi dettagli, dato che è anche grazie ad essa che si costruisce un’immagine.

Una buona comunicazione per essere efficace non può prescindere da alcuni canali cosiddetti “chiave” quali il mondo del web in tutto il suo insieme, la carta stampata e ogni media in generale, in poche parole

per essere efficaci occorre essere a trecentosessanta gradi.Una buona comunicazione però, è anche quella studiata ad hoc per il pubblico sul quale si va ad intervenire, tagliata su misura per il target sotto osservazione.

Per questi e per altri motivi, la nostra Banca ha deciso di riprendere la produzione del giornale riservato ai soci BCC Pitigliano; dal mese di agosto tornerà nelle case dei nostri soci e nelle filiali “La

Piazzetta”. Dopo una pausa durata circa un’anno e mezzo il nostro periodico si ripresenta al pubblico per la sua quindicesima uscita sotto una veste tutta nuova sia nella grafica sia nei contenuti.

Riteniamo ancora oggi la carta stampata uno strumento necessario e fruibile per ogni tipo di interlocutore, uno strumento di comunicazione magari più lento, ma sicuramente più vicino alla gente.

La Piazzetta torna a testimonianza del sentimento di vicinanza che ci lega ai nostri soci a cui offriamo un prodotto di sicura qualità con grazie al quale si possono rapportare con la propria Banca. Uno strumento che è anche conoscenza e consultazione per capire meglio quali iniziative e proposte la BCC ha in programma sempre nel segno della più assoluta trasparenza.

LA PIAZZETTAil giornale informativo della BCC

Fantastiche offerte e occasioni per tutti i titolari di Carta Bcc. Visitate il sito www.scontiriservati.it

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di Isabella BordoniP.zza dell’Orologio 15

01023 Bolsena (VT)

Il Crogiolo

di Stella MonicaVia P. Fiorentina 1501023 Bolsena (VT)

Via Cassia sud km 111Tel/Fax 0761 79805401023 Bolsena (VT)

La fornacellaRISTORANTE - PIZZERIA - ENOTECA

eventi

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SAPORI DI TOSCANA

Le mosfere un pò picine,

d’aiddri tempi ormai passati,

vivarete, rincantati

da le magiche cantine.

Un viaggio nel borgo

tra gli antichi muri

e gli stretti vicoli,

respirando l’aria

di una festa

dal sapore antico

e dal profumo

di vendemmia.

Patrocinio

Città di Pitigliano

CANTINEnelTUFO - Piazza San Gregorio VII, 58017 Pitigliano (GR) - [email protected]/pitigliano

Pitigliano (Gr)

4-5-6-7 Settembre 2014