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Una storia per l’anima Il segnale (di Bruno Ferrero) Un povero naufrago arrivò sulla spiaggia di un'isoletta deserta aggrappato ad un piccolo relitto della barca su cui stava viaggiando, dopo una terribile tempesta. L'isola era poco più di uno scoglio, aspro e inospitale. Il pover'uomo cominciò a pregare. Chiese a Dio, con tutte le sue forze, di salvarlo e ogni giorno scrutava l'orizzonte in attesa di veder sopraggiungere un aiuto, ma non arrivava nessuno. Dopo qualche giorno si organizzò. Sgobbando e tribolando fabbricò qualche strumento per cacciare e coltivare, sudando sangue riuscì ad accendere il fuoco, sì costruì una capanna e un riparo contro le violente bufere. Passò qualche mese. Il pover'uomo continuava la sua preghiera, ma nessuna nave appariva all'orizzonte. Un giorno, un colpo di brezza sul fuoco spinse le fiamme a lambire la stuoia del naufrago. In un attimo tutto s'incendiò. Dense volute di fumo si alzarono verso il cielo. Gli sforzi di mesi, in pochi istanti, si ridussero a un mucchietto di cenere. Il naufrago, che invano aveva tentato di salvare qualcosa, si buttò piangendo nella sabbia. "Perché. Signore? Perché anche questo?". Qualche ora dopo, un grossa nave attraccò vicino all'isola. Vennero a prenderlo con una scialuppa. "Ma come avete fatto a sapere che ero qui?" chiese il naufrago, quasi incredulo. "Abbiamo visto i segnali di fumo" gli risposero. Le tue difficoltà di oggi sono segnali di fumo per la grazia futura. Dio verrà a salvarti. In questo numero: Novena a don Bosco pag. 2 Alla scoperta di G.P. II pag. 3 Speciale don Bosco pag. 4 Parrocchie di Lucoli 22 gennaio 2012 Anno II Numero 4 III Domenica del T.O.: Ecco Dio che entra nella storia degli uomini! Il Vangelo di Marco ha al centro della scena i primi discepoli di Gesù, uomini così determinati che la loro risposta è incondizionata: "subito, lasciate le reti, lo seguirono". Ma anche qui l'iniziativa parte totalmente da Dio. Lo sguardo di Gesù li sceglie. Gesù li chiama durante il loro lavoro quotidiano. E il mettersi al servizio del Maestro di Nazareth li porterà ad una nuova "professione", ad una nuova vita: da pescatori del lago a pescatori di uomini, chiamati a conquistare gli uomini a Dio, a strapparli dal male, dalle banalità e delle preoccupazioni della vita per introdurli nel Regno di Dio. Il Signore chiama! Chiama anche noi, ciascuno di noi. Ci chiama per la conversione, per l’accoglienza del Regno di Dio, per il rinnovamento della famiglia, della parrocchia, della Chiesa, della società. Quando ci chiama, cosa facciamo? Qual è il nostro comportamento? Ci possono essere esitazioni, paure, incertezze… ma seguire la sua chiamata è la nostra vera realizzazione, la nostra gioia, la nostra salvezza. A che cosa mi chiami Signore, cosa vuoi da me? Che cosa hai pensato di bello e di grande per me? “Fammi conoscere Signore le tue vie!”. (www.qumran2.net). La nostra fortuna è seguire Lui. Se accetteremo di seguirLo e di fare la sua volontà, riusciremo a diminuire un po' quella sproporzione che avvertiamo, tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere. … e Buone Notizie! Un Giornalino al servizio dei Cuori di Gesù e Maria 1

Anno II Numero 4 22 gennaio 2012 Parrocchie di Lucoli 2012... · cosa hai pensato di bello e di grande per me? “Fammi cono un po' quell Una storia per l’anima Il segnale (di Bruno

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Una storia per l’anima Il segnale (di Bruno Ferrero)

Un povero naufrago arrivò sulla spiaggia di un'isoletta deserta aggrappato ad un piccolo relitto della barca su cui stava viaggiando, dopo una terribile tempesta. L'isola era poco più di uno scoglio, aspro e inospitale. Il pover'uomo cominciò a pregare. Chiese a Dio, con tutte le sue forze, di salvarlo e ogni giorno scrutava l'orizzonte in attesa di veder sopraggiungere un aiuto, ma non arrivava nessuno. Dopo qualche giorno si organizzò. Sgobbando e tribolando fabbricò qualche strumento per cacciare e coltivare, sudando sangue riuscì ad accendere il fuoco, sì costruì una capanna e un riparo contro le violente bufere. Passò qualche mese. Il pover'uomo continuava la sua preghiera, ma nessuna nave appariva all'orizzonte. Un giorno, un colpo di brezza sul fuoco spinse le fiamme a lambire la stuoia del naufrago. In un attimo tutto s'incendiò. Dense volute di fumo si alzarono verso il cielo. Gli sforzi di mesi, in pochi istanti, si ridussero a un mucchietto di cenere. Il naufrago, che invano aveva tentato di salvare qualcosa, si buttò piangendo nella sabbia. "Perché. Signore? Perché anche questo?". Qualche ora dopo, un grossa nave attraccò vicino all'isola. Vennero a prenderlo con una scialuppa. "Ma come avete fatto a sapere che

ero qui?" chiese il naufrago, quasi incredulo. "Abbiamo visto i segnali di fumo" gli risposero. Le tue difficoltà di oggi sono segnali di fumo per la grazia futura. Dio verrà a salvarti.

In questo numero: Novena a don Bosco pag. 2

Alla scoperta di G.P. II pag. 3

Speciale don Bosco pag. 4

Parrocchie di Lucoli 22 gennaio 2012

Anno II Numero 4

III Domenica del T.O.: Ecco Dio che entra nella storia degli uomini! Il Vangelo di Marco ha al centro della scena i primi discepoli di Gesù, uomini così determinati che la loro risposta è incondizionata: "subito, lasciate le reti, lo seguirono". Ma anche qui l'iniziativa parte totalmente da Dio. Lo sguardo di Gesù li sceglie. Gesù li chiama durante il loro lavoro quotidiano. E il mettersi al servizio del Maestro di Nazareth li porterà ad una nuova "professione", ad una nuova vita: da pescatori del lago a pescatori di uomini, chiamati a conquistare gli uomini a Dio, a strapparli dal male, dalle banalità e delle preoccupazioni della vita per introdurli nel Regno di Dio. Il Signore chiama! Chiama anche noi, ciascuno di noi. Ci chiama per la conversione, per l’accoglienza del Regno di Dio, per il rinnovamento della famiglia, della parrocchia, della Chiesa, della società. Quando ci chiama, cosa facciamo? Qual è il nostro comportamento? Ci possono essere esitazioni, paure, incertezze… ma seguire la sua chiamata è la nostra vera realizzazione, la nostra gioia, la nostra salvezza. A che cosa mi chiami Signore, cosa vuoi da me? Che cosa hai pensato di bello e di grande per me? “Fammi conoscere Signore le tue vie!”. (www.qumran2.net).

La nostra fortuna è seguire Lui. Se accetteremo di seguirLo e di fare la sua volontà, riusciremo a diminuire

un po' quella sproporzione che avvertiamo, tra ciò che siamo e ciò che

vorremmo essere.

… e Buone Notizie! Un Giornalino al servizio dei Cuori di Gesù e Maria

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Alla ricerca di pace e di una guarigione mentale

Per molti questo è un mondo di preoccupazioni, in cui il ruolo principale è giocato dalla paura invece che dall’amore. L’amore e l’intimità sono diventati fonte di paura; ciò che ci aspettiamo dietro ogni angolo è un nuovo motivo di sofferenza. Molti vivono in un mondo costituito dall’accusa e dall’auto-accusa; la sola legge che si accetta è quella dell’“attacco” e della “difesa”. A dispetto di ogni successo conseguito, c’è sempre un vuoto interiore, una sensazione di deprivazione spirituale che spesso ci ha fatto sospettare che la vita debba essere qualcos’altro. C’è una crescente fame interiore, una smaniosa ricerca di un senso spirituale che nessuna cosa del mondo può appagare. Il nostro sistema di pensiero ci ha condotti a credere che corriamo sempre pericolo di essere rifiutati, abbandonati e isolati. Tutto ciò causa una sorta di ottundimento, l’incapacità di percepire le proprie pulsioni emotive. Le riflessioni che qui faremo non saranno una soluzione ma un cammino. Si tratta di iniziare un nuovo modo di vivere, credere e pensare. Si tratta di “svegliarci” a una vita in armonia e cooperazione, a una vita di semplicità e di equilibrio, invece che di complessità e caos. Si tratta di imparare a liberarsi dalle paure del passato e dalle preoccupazioni del futuro, togliendo dalla propria mente tutti i pensieri conflittuali. Cercheremo di donarvi è un po’ di cibo “sano”, capace di soddisfare la “fame spirituale”, aiutandovi a rimuovere gli ostacoli che separano dalla consapevolezza della presenza dell’amore. Occorre svegliarsi dai nostri sogni di rabbia, odio e sensi di colpa. Impareremo a vivere e ad amare di un amore che viene dalla Sorgente che ci ha creati. (G. Jampolsky, Inviti al risveglio, 1993, p. VII)

IL SORRISO DEI SANTI Novena a San Giovanni Bosco ( dal 22 al 30 Gennaio)

San Giovanni Bosco è il “Padre e Maestro dei giovani”, a lui ognuno affidi la crescita dei propri figli, nipoti…. Noi dell’ oratorio gli affidiamo i giovani con cui ci incontreremo il 27 gennaio. Offriamo un fioretto per queste intenzioni! Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. I - O glorioso San Giovanni Bosco, per l'amore ardente che portasti a Gesù nel Santissimo Sacramento e per lo zelo con cui ne propagasti il culto, soprattutto con l'assistenza alla Santa Messa, con la Comunione frequente e con la visita quotidiana, ottienici di crescere sempre più

nell'amore, nella pratica di queste sante devozioni e di terminare i nostri giorni rinvigoriti e confortati dal cibo celeste della Santa Eucaristia. Gloria al Padre... II - O glorioso San Giovanni Bosco, per l'amore tenerissimo che portasti alla Vergine Ausiliatrice che fu sempre tua Madre e Maestra, ottienici una vera e costante devozione alla nostra dolcissima Mamma, affinché possiamo meritare la sua potentissima protezione durante la nostra vita e specialmente nell'ora della morte. Gloria al Padre... III - O glorioso San Giovanni Bosco, per l'amore filiale che portasti alla Chiesa e al Papa, di cui prendesti costantemente le difese, ottienici di essere sempre degni figli della Chiesa Cattolica e di amare e venerare nel Sommo Pontefice l'infallibile vicario di Nostro Signore Gesù Cristo. Gloria al Padre... IV - O glorioso San Giovanni Bosco, per il grande amore con cui amasti la gioventù, della quale fosti Padre e Maestro e per gli eroici sacrifici che sostenesti per la sua salvezza, fa' che anche noi amiamo con amore santo e generoso questa parte eletta del Cuore di Gesù e che in ogni giovane sappiamo vedere la persona adorabile del nostro Salvatore Divino. Gloria al Padre... V - O glorioso San Giovanni Bosco che per continuare ad estendere sempre più il tuo santo apostolato fondasti la Società Salesiana e l'istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ottieni che i membri delle due Famiglie Religiose siano sempre pieni del tuo spirito e fedeli imitatori delle tue eroiche virtù. Gloria al Padre... VI - O glorioso San Giovanni Bosco che per ottenere nel mondo più abbondanti frutti di fede operosa e di tenerissima carità istituisti l'Unione dei Cooperatori Salesiani, ottieni che questi siano sempre modelli di virtù cristiane e sostenitori provvidenziali delle tue Opere. Gloria al Padre... VII - O glorioso San Giovanni Bosco che amasti con amore ineffabile tutte le anime e per salvarle mandasti i tuoi figli fino agli estremi confini della terra, fa' che anche noi pensiamo continuamente alla salvezza della nostra anima e cooperiamo per la salvezza di tanti nostri poveri fratelli. Gloria al Padre... VIII - O glorioso San Giovanni Bosco che prediligesti con amore particolare la bella virtù della purezza e la inculcasti con l'esempio, la parola e gli scritti, fa' che anche noi, innamorati di così indispensabile virtù, la pratichiamo costantemente e la diffondiamo con tutte le nostre forze. Gloria al Padre... IX - O glorioso San Giovanni Bosco che fosti sempre tanto compassionevole verso le sventure umane, guarda a noi tanto bisognosi del tuo aiuto. Fa' scendere su di noi e sulle nostre famiglie le materne benedizioni di Maria Ausiliatrice; ottienici tutte le grazie spirituali e temporali che ci sono necessarie; intercedi per noi durante la nostra vita e nell'ora della morte, affinché possiamo giungere tutti in Paradiso e inneggiare in eterno alla Misericordia divina. Gloria al Padre...

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ALLA SCOPERTA DI PAPA GIOVANNI PAOLO II … In missione, per amore del destino eterno dell’uomo

Continua dal Portaparola del 18.12.2011 “… Ad esempio, dopo il crollo del Muro di Berlino (1989), egli rese sempre più profeticamente esplicita la critica al sistema delle società più industrializzate, spiegando con grande lucidità come il materialismo pratico renda i Grandi della Terra corresponsabili della crisi che attanaglia i Paesi in via di sviluppo. Costante l’accento che ha sempre posto nei suoi discorsi sul tema della pace, in riferimento, particolarmente, alle tante “guerre dimenticate” che insanguinano vaste regioni del pianeta, all’utilizzo dei “bambini soldato” e all’assurda proliferazione di armi in Paesi dove si muore d’inedia e pandemie. Non ha mai perso occasione, sia al termine degli Angelus domenicali come anche durante le tradizionali udienze nella Sala Nervi, di enunciare il pensiero della Chiesa in difesa dei diritti umani, del rispetto dello Stato di diritto e sulla necessità della cancellazione del debito estero che grava ancora oggi, come una spada di Damocle, sul destino delle nazioni povere. Di questi messaggi,

dalla forte valenza evangelica, si fece interprete nei suoi oltre cento viaggi internazionali in 140 Paesi, proiettati verso le frontiere più estreme e proibitive. Una lunga maratona missionaria che ha avuto nella “Maison des Esclaves” dell’isola senegalese di Gorée, il 22 febbraio 1992, forse la tappa più significativa Su quello scoglio, da cui

partivano incatenati milioni di schiavi, a bordo di bastimenti negrieri, per essere deportati oltreoceano, lanciò al mondo un monito accorato e indimenticabile contro ogni forma di oppressione e in difesa della dignità umana. Ma al di là di ogni possibile considerazione sullo spirito missionario del Beato Wojtyla, le parole che meglio riassumono la sua teologia missionaria sono quelle che leggiamo nella Redemptoris Missio: “La fede si rafforza donandola!” (n.2). Per dirla col verbo di un suo grande estimatore, padre Piero Gheddo: “Uno slogan che è tutto un programma”. L’antidoto a ogni fiacchezza e scoraggiamento.” [Giulio Albanese Gli Editoriali – Avvenire, 1° maggio 2011]

Cresciamo ai piedi della Sacra Famiglia

Ogni persona ha un suo «luogo dell’anima», dove ritorna volentieri con il pensiero e con il cuore, per riprendere fiato

nella vita, per ricordare memorie dolcissime, che diano il coraggio di andare avanti nei momenti di difficoltà. Chi

ritorna ad Assisi, luogo di speranza legato a san Francesco; chi a Lourdes, dove è stato pellegrino o da malato o da

accompagnatore di malati; chi a Taizé, spazio di incontro di varie religioni, di giovani in ricerca di senso alla vita; io,

umilmente, con tanti altri, ritorno al mio oratorio, che è stato il luogo dell’anima, dove ho coltivato le prime

amicizie, ho fatto le prime esperienze di gioco, di libertà, di incontro con Dio. Ma l’oratorio è ancora una

risposta al mondo giovanile? Non è forse una formula superata, che solo il romanticismo di gente di una certa età

tiene ancora in piedi? «Andare all’oratorio» non è fuori dal tempo? (…) Forse sto esagerando, affermando che già lo

stare con i ragazzi da parte del prete o del diacono, di laici appassionati di oratorio, è un gesto di fede, un annuncio di

Vangelo, un atto d’amore, che darà i suoi frutti quando il buon Dio vorrà. A volte ci si sente dei falliti, perché

l’oratorio non è quel «luogo dell’anima» che respira di Vangelo, di Chiesa, ci sembra che i ragazzi siano diventati

indifferenti ai valori religiosi, che perdiamo del tempo con loro. I nostri ragazzi ci sembrano più sazi che disperati: non

hanno voglia di Vangelo. Che non siano più abbordabili «i disperati»? Forse sì, se trovano un ambiente umano,

accogliente, qualcuno che parli di Gesù, che non hanno mai conosciuto o conosciuto

male, qualcuno che creda in loro, che abbia la pazienza del seminatore che semina,

sperando nella buona stagione e, quando va male, nella prossima ancora. Il

fallimento, nella prospettiva della Pasqua e della Risurrezione non esiste: il bene alla

lunga vince sempre. Questo deve rassicurarci perché, nel costruire l’oratorio come luogo

dell’anima, non siamo soli, il Signore non ci abbandona e non permette che il male vinca

sul bene e che il bene seminato vada disperso. ( di don Vittorio Chiari, tratto da

www.donboscoland.it)

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Speciale Don Bosco 1° parte: la vita Straordinario educatore e indimenticabile parroco, Giovanni Bosco nacque il 16 agosto 1815 in una famiglia contadina poverissima a Becchi Castelnuovo d'Asti (oggi rinominata Castelnuovo Don Bosco). Rimasto orfano di padre a soli due anni matura la vocazione sacerdotale fin da subito. Nel 1841, giovane prete, arriva a Torino e comincia ad esplorare la città per farsi un'idea delle condizioni morali dei giovani. Ne rimane sconvolto. Ragazzi che vagabondano per le strade, disoccupati, sbandati e depressi pronti a qualsiasi cosa. Rimane inoltre profondamente impressionato dal constatare come tanti di quei ragazzi prendano da subito la via delle patrie galere. Capisce che non può rimanere indifferente a tutto ciò e decide di agire per cercare di sanare, come può, la difficile situazione. Aiuta dunque i ragazzi a cercare lavoro, si prodiga per ottenere condizioni migliori a chi è già occupato e fa scuola ai più intelligenti. Nasce così nella periferia torinese il primo oratorio. Nell'aprile 1846 apre a Valdocco nella "casa Pinardi" un oratorio intorno al quale nascerà col tempo il grandioso complesso della casa-madre dei Salesiani. Il problema di accogliere non per alcune ore bensì a tempo pieno ragazzi senza casa diventa fondamentale ma si apre un problema di natura finanziaria. Don Bosco diventa promotore in prima persona della sua iniziativa e si mette alla ricerca di fondi. La prima benefattrice è la madre Margherita che vende tutto quello che possiede per sfamare i ragazzi. Tra i giovani che hanno don Bosco per padre e maestro, qualcuno gli chiede di "diventare come lui". Così nasce, con la cooperazione di don Rua e di don Cagliero, la "Società di San Francesco di Sales" che darà vita all'omonimo ordine dei Salesiani. I Salesiani danno ai giovani non solo pane e una casa, ma procurano loro istruzione professionale e religiosa, possibilità di inserirsi nella vita sociale e buoni contratti di lavoro. Don Bosco diventa col tempo una figura di rilievo nazionale. Uomo di straordinaria intelligenza, tanto da essere spesso consultato da Papa Pio IX, era dotato di "poteri" quasi sovraumani e forse, per chi crede, di natura divina (ad esempio, ripeteva fedelmente intere pagine di libri dopo averle lette una sola volta), Don Giovanni Bosco rimase sempre altrettanto straordinariamente una persona umile e semplice. Nel 1872, instancabile, fonda la Congregazione femminile delle figlie di Maria Ausiliatrice, detta delle Suore Salesiane. Pochi anni dopo, è il 31 gennaio 1888 quando si spegne a Torino, circondato dal cordoglio di tutti quelli che lo avevano conosciuto, lasciando dietro di sé una scia luminosa di opere concrete e di realizzazioni. Don Bosco venne dichiarato venerabile nel 1907, Beato nel 1929 e Santo nel giorno di Pasqua, 1 aprile 1934. Il 31 gennaio 1958 Pio XII, su proposta del Ministro del Lavoro in Italia, lo ha dichiarato "patrono degli apprendisti italiani".www.biografieonline.it

1. La fonda Giovanni Bosco a Chieri – 2. La

sorella di Maria e Lazzaro – 3. Lo era la famosa Circe

che trasformava gli uomini in animali – 4. Era

prodigiosa quella di San Giovanni Bosco – 5. Dove il

sacerdote si veste per le celebrazioni liturgiche – 6.

Giovanni Bosco lo era di padre – 7. La mamma di

Giovanni Bosco – 8. Venivano accolti da don Bosco

nei suoi oratori – 9. Lo è Papa Benedetto XVI – 10.

La ingaggia Giovanni Bosco con i ragazzi del sogno –

11. Ha segnato la vita di Giovanni Bosco – 12. Lo

diventa Giovanni Bosco il 5 giugno 1841 – 13. Gli

anni di Giovanni Bosco quando ebbe il sogno – 14.

Un insieme di lezioni – 15. Il rudimentale baseball al

quale giocava Giovanni Bosco – 16. Il nome

dell’ordine fondato da don Bosco – 17. Nel sogno dei

9 anni si trasformano in agnelli – 18. Un bosco di

sempreverdi – 19. Si usa per produrre il vino – 20.

Una catena montuosa italiana – 21. Servono per

volare – 22. Il capoluogo del Piemonte – 23. Vi si

reca ogni domenica il piccolo Giovanni Bosco – 24.

Un pesce... in scatola – 25. Il biglietto che Giovanni

Bosco fa pagare per i suoi spettacoli – 26. L’anno con

366 giorni – 27. Il... palcoscenico di Giovanni Bosco

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