20
Anno X. TOBINO, 5 Norembre 1911. ». 45. LA STAMPA - £ Automobilismo - dettame Olpi&ieno - Seccateti** Ippica - Atletica » S e b e r m e « bm <U h - C h .1 i - Tiri - Cedi»** M Mass ili Sporti*! . Veri età tace ogni Romanica in 20 pagine Hhutrate. SPORTIVA (CeaU corrente colla pesta). 1 1 i • -—mi- ) .... .... ... ABSOflAJBBJlTI A n n o L , . e - R e t e r ò & ! DI Rei IO RE OCSTAVO VKKUI»A DIREZIORE E aBCRISTSftZlORE | 1 toppo - Via Pavide Bertelo**, 3 - tosino | Tsiiirau u-»e f lussazioni l'Atneo ini* trazione del ai « m e i » 5H5S5mm«iiniiMtM«MiMWBm*niniHillHW I giuochi atletici in Scozia. Oonl anno a quest'epoca si svolgono oltre Manica dei concorsi ginnastici di grande importanza - Le nostre istantanee ricordano due atleti, ugni anno a qusm spum « ^ ^ ngl , anci0 fleUa Dalla di ferr0j |„ bass0j nel i ancl0 dei (j, SCo.

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A n n o X . T O B I N O , 5 N o r e m b r e 1911. » . 45 .

LA STAMPA - £

A u t o m o b i l i s m o - d e t t a m e Olpi&ieno - Seccateti**

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tace ogni Romanica in 20 pagine Hhutrate.

SPORTIVA (CeaU corrente colla pesta).

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l'Atneo ini* trazione del ai « m e i » 5H5S5mm«iiniiMtM«MiMWBm*niniHillHW

I giuochi atletici in Scozia. Oonl anno a quest'epoca si svolgono oltre Manica dei concorsi ginnastici di grande importanza - Le nostre istantanee ricordano due atleti, ugni anno a q u s m s p u m « ^ ^ n g l , a n c i 0 fleUa D a l l a d i f e r r 0 j | „ b a s s 0 j n e l i a n c l 0 de i (j ,S Co.

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Dopo questo crescendo di generose iniziative, vi [ spontanea la domanda:

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LA S1AMPA SPORTIVA

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di Ginnastica tonatosi in Torino nel Maggio 1911. 4 0 O n o r l f l o o n z o ,

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L'aviatore Maffeìs dopo l'arrivo della prima tappa racconta al commissario ing. Barosi il suo viaggio. (Fot. Morsolin e Ubertalli - Torino).

d'ogni nazione, ma molti e molti del pubblico si accontentarono di osservare i concorrenti nel volo standosene in città.

Anche il grandioso programma non scosse più il nostro pubblico.

Con tale precedente certo una nuova gara avia-toria non raccoglieva ancora le simpatie di chi ; doveva finanziariamente assicurarne il successo.

Ma l'entusiasmo si trovò ancora anche in chi poteva giustamente essere venuto meno dopo il raid Parigi-Roma-Torino. Ci volevano i mezzi e gli uomini.

L'on. Montù seppe agitarsi una volta di più e con pieno successo, ciò che torna anche ad onore e vanto della Società di aviazione di Torino di cui è il degno presidente. Così egli ottenne dal-l'autorità comunale tutto l'appoggio morale e ma-teriale atto ad assicurare l'impresa sportiva.

Milano aviatoria si accordò subito con i nostri organizzatori ed in pochi giorni il raid Milano-Torino fu cosa compiuta.

Vi fu chi ostacolò l 'impresa; ma questa, ripe-

Il successo del primo raid aviatorio nazionale

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MENTE DEPOSITATA A X i E X * E LA PAROLA A Q U I L A S x

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« Occorre una prova per i soli italiani, il raid nazionale che metta in gara una buona volta i nostri migliori aviatori, ci ripeteva un mese fa l'amico ing. Jachia ».

Una nuova gara nel 1911? Un nuovo raidl esclamavano coloro che in fatto di areonautica vorrebbero erigersi a maestri.

Ma non parliamone più di raids per quest'anno, rispondeva il Comitato dell'Esposizione di Torino. E qualche maligno aggiungeva : — Cosa volete, il pubblico nostro si è scosso veramente una volta sola per l'aviazione con le gare promosse alla fine del 1910, ma quell'entusiasmo si è mutato troppo presto in apatia.

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L'aviatore Maffeis riceve gli auguri dal senatore conte Frola prima di partire per la seconda tappa. " a (Fot. Morsolin e Ubertalli - Torino).

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Verona I due trionfatori del raid Milano-Torino-Milano.

Munissero (Fot. Ubertalli e Morsolin Torino).

Il Parise, che fu indubbiamente un profondo teo-rico di scherma, nonché un apprezzatiseimo maestro di spada, non volle né potè avendo dedicato tutto il suo ingegno e le sue cure all'arma sua prediletta, la spada, trattare con la stessa non comune perizia ed abilità anche la sciabola, che aveva invece trovato in Kadaelli un meraviglioso ed insuperato maestro.

« l i schermitori che nanno — beati loro! — l'invi-diabile fortuna di contare poche primavere, non pos-sono ricordare la lunga, accanita, implacabile campa-gna fatta prima e dopo la morte del povero Eadaelli per demolire il suo sistema che aveva dato all'Italia i migliori e più forti schermitori. Basterà ricordare

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svolgono il loro trattato teoricamente e praticamente. Un vero inuo di riconoscenza e di stima i maestri lo sciolgono al comandate della Scuola magist aledi Bonn che è il distinto colonnello di artiglieria ea-valier Salonna, appassionato e valente schermitore nonché fervido apostolo del sistema Radaelli, per la accoglienza ch'egli fece al loro arrivo alla Scuola ma-gistrale.

Ultimato il corso ebbe luogo un banchetto fra tutti i maestri chiamati a Roma e gl.'insegiaanti dellaSeuola magistrale. Quale gradito ricordo il colonnello Sa-lonna volle il gruppo fotografico d.i tutti i maestri intervenuti al fraterno simposio. E. C.

Il nostro redattore-fotc grafo premiato all'Esposizione di Torino.

Al cav. Ernesto Zoppis, il benemerito reporter foto-grafo del nostro giornale e della consorella La Stampa, è stata assegnata dalla Giuria dell'Esposizione di To-rino una g aode medaglia d'oro p-r gli ottimi oggetti fotografici esposti nella Mostra analoga.

Tale onorificenza è venuta a riconoscere ufficial-mente il valore artistico dell'egregio nostro oollabo-ratore, cui porgiamo le nostre più cordiali felicita-zioni, alteri è lusingati del concorso ch'egli ci ha riconfermato per l'anno venturo.

tiamo, che era un'impresa sportiva e giusta, riu-scì tuttavia al completo.

I risulsati che più sotto pubblichiamo sono me-ravigliosi. L'abilità di alcuni nostri aviatori fu appunto controllata in questo raid al quale si iscrissero ben 9 concorrenti. Munissero, Maffeis e Verona con il loro volo si sono affermati piloti coraggiosi e meccanici al tempo Btesso provetti da non temere certo pili il concorrente e ad un tempo maestro, e cioè l'aviatore francese.

L'unico appunto, imputabile ai nostri aviatori, potrebbe essere quello di conoscere poco la bus-sola e le carte topografiche.

» Per navigare nell'aria come sull'acqua occorre conoscere bene questi due strumenti.

L'orientamento in una parola non può essere sussidiato solo dalle segnalazioni lungo il percorso.

Per viaggiare bene occorre avere molta confi-denza con gli apparecchi che rispondono precisa-mente al nome di bussola e barografo.

Obbligati a salire oltre i 1000 metri o mante-nendosi anche a 500 metri, ad attraversare le nubi, non è possibile distinguere i segnali che i singoli Comitati potessero avere disposti sulla terra luDgo il percorso.

Quindi ingiuste ed inopportune riescono sempre le proteste di chi non vedendo giungere un avia-tore o sapendolo avere deviato, imputa al Co-mitato organizzatore la cattiva organizzazione stradale.

Gli aviatori italiani hanno dimostrato col re-® cente raid coraggio e più che tutto conoscenza

della macchina. Hanno spiccato il volo sicuri della riuscita e

sono giunti alla mèta da veri trionfatori del-l'aria.

Hanno volato a 1000 e più metri dalla terra, hanno raggiunta una velocità qnasi doppia di un direttissimo marciando a 100 km. all'ora.

La prima prova italiana è quindi completa-mente riascita ; e noi ci auguriamo che da tali risultati si prenda motivo per iniziare anche in Italia una vera crociata pro-aviazione.

Noi italiani fummo forse gli ultimi che ci dedi-cemmo all'aviazione, e siamo oggi i primi che dimostriamo praticamente al mondo intero i suoi immensi vantaggi. La guerra con la Turchia in Tripolitania ce ne ha data la migliore occasione.

* Maoccorre sovratutto che dall'alto venga l'esempio. Occorre che l'autorità militare promuova come in Francia un concorso per areoplani e motori ; e che si istituiscano premi speciali^ dalle Fede-razioni areonautiche per premiare chi contribuisce a migliorare lo sport dell'aria.

Ben venuta dunque è stata la nuova gara avia-toria che ha, specie in questo momento, segna-lato alle autorità come un piccolo corpo di volon-tari aviatori si potrebbe formare da un momento all'altro in ainto di quello militare.

Fino a ieri, diciamo la verità, non tutti crede-vamo a tanto successo degli italiani, ma dopo il raid Milano-Torino-Milano nessuno più vorrà dubitarne.

Trionfo sportivo e di praticità riuscì al tempo stesso il raid. Accennato infatti alla velocità raggiunta, esaminiamo gli scopi pratici. — Tale

* prova doveva pnre servire come esperimento di un servizio della posta aerea. E quale risultato migliore ? Per le vie del cielo furono in un'ora e mezza inviati agli amici di Milano i nostri salati affidando le cartoline-ricordo del raid alla cu-stodia di ciascun aviatore, divenuto per l'occa-sione impiegato postale.

Con questi risultati l'aviazione italiana non potrebbe meglio chiudere il suo bilancio sportivo del 1911.

GUSTATO VERONA.

I risultati ufficiali , Tappa Milano-Torino.

Giunto 1° Verona in orel.46'19"; 2» Manissero in ore 1.46'40" 4/5; 3» Maffeis in ore 1.3933" 1/5.

Classifica di tappa : 1° Maffeis, 2<> Verona, 3® Ma-nissero.

Tappa Torino-Milano. Verona, partito da Torino alle ore 14,50, arri-

vato a Milano alle ore 16.2F.37", impiegando nel percorso ore 1.31'.37".

Manissero, partito alle ore 14,53, arrivato alle ore 16 22'.21" 4/5, impiegando ore 1.29'.21" 4/5.

Classifica ufficiale del Raid. 1» Manissero, ore 3.16' 2" 4/5 ; 2° Verona, ore

i 3.17'.56". * » (Vedi continuazione a pagina 8-9).

LA STAMFA ss FU M TI VA

di quella gloriosa falange i nomi di Ronca, Roggia, Cavalli, Ar aui, Vezzani, Pecoraro, Guasti, Giordano Rossi, Varrone, Pessina, Sartori, Barbasetti, Gallanzi, Tagliaferri ed altri ed altri molti aggiungendo a questi maestri di fama mondiale una pleiade for-midabili dilettanti d'alloia quali il Magrini, il Burba, 10 Scansi, il Sestini, il Santagalli, il Baldi, il Santo-ponte, il Ceccherini, il Pinelli, il Giurovick, ecc.

C'è adunque di che compiacersi e rallegrarsi cpn i valorosi maestri Pecoraro e Pessina, autori del nuovo trattato di sciabola, se per merito loro s'insegna uf-ficialmente alla scuola magistrale di Roma quell'a-borrito sistema Hi sciabola che, volere o no, da tutto 11 mondo schermistico è sempre stato ritenuto il mi-gliore. . -

Ad apprendere il sistema di sciabola Radaelli rive-duto e corretto dal Pecoraro e Pessina, sono ora chia-mati a Roma, divisi per gruppi, e per un corsa di 15 giorni, tutti i maestri civili e militari apparte-nenti ai vari istituti e corpi dipendenti dal Ministero della guerra.

Tale corso fn già ultimato dai maestri civili i quali hanno tutti parole di vivo elogio per il metodo chiaro e razionale col quale i professori Pecoraro e Pessina

Il nuovo sistema di sciabola adottato presso la Scuola Magistrale fluitare di Roma

Radaelli resurgit! Non è bene assodato se le ossa dei trapassati fre-

mano sotterra, ma, se ciò è vero, quelle del compianto grande maestro Giuseppe Radaelli debbono oggi sus-sultare di gioia nel sapere che il suo glorioso sistema di sciabola è ora nuovamente adottato presso la Scuola magistrale di scherma di Roma.

S i ; Radaelli resurgit' e r i s o r g e mercè l'approvazione del nuovo trattato di sciabola compilato dai valenti maestri Pecoraro e Pessina, direttore il primo, e vice direttore il secondo della scuola suddetta.

Poiché, con buona pace dei valorosi autori, il loro trattato approvato dal Ministero della guerra come testo ufficiale, non è che un ritorno all'antico, o, meglio, la rivendicazione del sistema Radaelli, ingiu-stamente condannato all'ostracismo dal defunto Ma-saniello Parise assunto alia direzione suprema della Scorila mavist.ralp di Roma nel 18S4.

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L A SIA MPA S P 0 li TI VA

nreonautica ed aviazione nel 1911 (i) Per l'areonautica il 1901 può dirsi finito. I due

mesi che ancora rimangono, mesi di nebbie, di pioggie, di venti, non concedono più le bellezze della libera navigazione per l'aria.

Districati dal loro cordame, afflosciati, ripiegati, gl' immensi involucri degli sferici attendono la nuova primavera per ritufl'arsi nel tepore e nella limpidezza dell'infinitu mare celeste. Ebbrezza pura, fatta di libertà, di pace e di silenzio so-lenne, non conturbata dal rombo di un motore, non troppo minacciata dal capriccio dell'aria. Per questo, pur ridotto a semplice mezzo di vero sport, lo sferico ha i suoi amanti e li avrà finché pia-cerà all'uomo il vagar libero nell'immensità, Benza altra preoccupazione che di goderne il piacere, che di gustarne il mistero.

Il cronista di questo sport puro non deve se-gnare, nella pagina del 1911, alcuna cifra nuova, alcuna nuova vittoria. Rimangono ancora, a signi-ficare l'ardire dell'areonauta, i records degli anni antecedenti: 1925 km. di percorso del Conte de la Vaulx ; 73 ore di navigazione del colonnello Schauk ; 10.500 metri di altezza del dott. Berson. Onde questo rapido sguardo all'areonautica e al-l'aviazione nel 1911 è tutto rivolto al dirigibile e all'areoplano.

Questi due strumenti di conquista aerea, pur non avendo subito modificazioni radicali e sostan-ziali, ci hanno dato nuovi e veramente significanti successi. Tutte le grandi nazioni, data l'importanza militare del dominio dell'aria, hanno cercato di costruire un loro speciale dirigibile o almeno di averne dal commercio straniero.

Ma le sole nazioni che, dalle prove ottenute, possano dire d'avere un efficace mezzo di difesa aerea sono la Francia e l'Italia.

Altre volte abbiamo parlato della bontà dei nostri dirigibili. Le loro più belle prove nel .1911 sono state compiute sulla regione veneta in alle-namento ai viaggi poi riuscitissimi da Venezia a Milano (km. 275) in 4 ore e mezza, cioè a circa 57 km. all'ora ; da Casale a Milano e Venezia ; da Verona a Milano, e tutta la campagna delle grandi manovre compiuta brillantemente in condizioni meteorologiche aBsai difficili. Questi risultati e i perfezionamenti che la Brigata Specialisti appor-terà ai nuovi dirigibili ci fanno sicuri d'avere nel 1911 nn insuperato mezzo di difesa aerea.

La Francia ha ottenuto recentemente con l'Adiu-tant Beau un brillante successo ; questo nuovis-simo dirigibile militare ha battuto tutti i records di distanza e di durata, rimanendo in aria oltre 21 ore, percorrendo 850 km.

La flotta aerea militare francese è composta del Ville de Paris, Liberti, Colonel Renard, Le Temps ; sono in allestimento il Gap. Marclial, ì'Adjutant Vincennot, il Lieut Oljauré. E' questa certamente la più forte flotta aerea del mondo e la non più debole base della potenza civile e militare della Francia.

La Germania è supe-riore alla Francia per nu-mero di dirigibili, ma le è certamente inferiore per potenzialità. Essa ha 4 Zeppelin (degli 11 co-strutti)^ Gross Basenach, 4 Parseval ; ma in caso di guerra essa mette-rebbe in campo 1 Siemens Schnckert, 1 Clouth, 1 Kielia, il Schuette Lanz, il Suchard (destinato alla traversata dell'Atlantico), il Veeb.

La Germania, infatuata dei suoi Zeppelin, ha v o l u t o organizzare i trasporti aerei; ma, se molti viaggi si sono fatti, essi hanno provato tutti gli errori fondamentali del sistema rigido, pagati cari con la distruzione di parecchi dirigibili.

L'Inghilterra preferisce certo ai suoi May Fly, Beta, Gamma, l'acquiBto francese Clément Bayard, che si portò da Lamotte a Londra (km. 390), in 6 ore e 16 minuti.

La Russia ha 3 Zodiac, 1 Lebaudy, 1 Parseval e il Krecet, il Gabut, l 'Ucebni,il Dux di costru-

ii) Touring Club Italiano. - An-nuario'deWj.reonuut,ca,J0U-12.

mgzxgg

* I

Il comandante Renard dell'esercito francese, che ha tenuto a Torino la conferenza sul tema: « Phase scientifique sportive et tecnique de l'aviation ».

zione nazionale. Nessuno però ha compiuto prove convincenti.

L'Austria ha due tipi Parseval, nn Lebaudy, nn Mannsbarth Stagi. Anche la flotta aerea, come quella marina austriaca, è inferiore alla nostra.

Delie prove all'estero nel 1911 sono notevoliil raid Parigi-Londra del Clément Baiard : il raid Londra-Parigi del Città di Oardiff; il raid Parigi-Londra del Morning Post e il raid di 22 ore dell'Adjutant Beau, che costituisce il record mondiale di di-stanza. La diiigibilità del più leggero, in condi-zioni normali è quindi ormai ottenuta ; ma an-cora siamo molto lontani dal dirigibile veramente pratico e sicuro, dal dirigibile come mezzo di tra-sporto ; la sua mole ingombrante, la sua fragilità, il suo costo ostacoleranno irrimediabilmente la praticizzazione del più leggero? o sapranno lo studio e il lavoro eliminarli in modo da farlo pre-ferire al più pesante?

La storia della tecnica aviatoria nel 1911 riduce a ben poca cosa. Quasi immutabilità forme, piccola riduzione di peso, aumento forza motrice: di sostanziale nulla di mutato.

Eppure le performences del 1911 superano di gran lunga quelle del 1910. Perciò da molti è stato detto che l'uomo ha migliorato sé stesso,

si di di

Un nuovo sistema escogitato dell'aviatore Curtiss per iniziare il volo da una località ristretta, " « f f * "™'" coperta d'una nave. L'apparecchio prenderebbe l'abbnvo coìrcndo su di un canapo teso. (tot. iSrocnerei;.

ma non la macchina. Nulla, purtroppo, di più vero. E dico pur troppo, perchè l'uomo non è suscettibile di tal perfezionamento nel volo da supplire alle infinite manchevolezze dell'areo-plano.

La macchina sola non ha limite di perfezione, ed è questa invece che pare si sia fermata come ad una forma ultima, immutabile. La constata-zione sarebbe dolorosa, se non pensassimo che a noi, desiosi di giungere a) più presto alla meta finale, può sembrar nullo l'impercettibile pro-gresso annuale della tecnica aviatoria. Ad ogni modo dobbiamo augurarci che al crescere del-l'allenamento umano s'accompagni una reale, profonda e rapida evoluzione della macchina.

Il 1911 ha visto moltiplicarsi i tipi di mac-chine, di poco differenti gli nni dagli altri, ma quasi tutti capaci di volare. La Francia ha più di cento tipi di apparecchi, e ha anche i migliori. La Germania, l'Inghilterra, l'Austria, perfino la Spagna, hanno areoplani loro. Ma hanno ancora il primato sugli altri i Blériot, gli Antoinette, i Nienport, i Morane, i Deperdussin fra monoplani, e i Farman, i Sommer, i Voisin, i Wright fra i biplani.

Ci piace anche poter dire della produzione ita-liana la quale, ancor giovane e stretta dall'in-vincibile concorrenza straniera, attende dal Go-verno quella protezione che si merita. Dico dal Governo, perchè oggi non è possibile pensare in Italia a un'industria aviatoria che possa soste-nersi col commercio privato, e perchè sarebbe per noi assai più dignitoso preparare in casa nostra le armi per la nostra difesa aerea, anziché ricor-rere alle fabbriche straniere.

Lo Spa-Faccioli, l'Asteria, il Chiribiri sono tre ottimi apparecchi con cui potrebbe essere costi-tuita una bellissima flotta aerea. Le autorità mi-litari incaricate dell'acquisto degli apparecchi militari dovrebbero occuparsi di quanto si può avere in Italia, prima dì portare il loro contri-buto all'industria straniera.

La speranza, appunto, di poter fornire l'eser-cito. unita a quella di popolarizzare così l'avia-zione da raccogliere numerosi gli adepti, spinse molti entusiasti a fondare da noi molte scuole di aviazione, a intraprendere l'industria aviatoria. Ma la prima speranza fa delusa perchè il Go-verno compra all'estero, e la seconda perchè non essendo ancora quella dell'aviatore che una pro-fessione... acrobatica assai rimunerativa, non si può esercitare in Italia. Ma riprendiamo il nostro tema- .

Garros, in settembre, ha raggiunto l'altezza di 4250 metri. — Non sarà la massima che rag-giungeremo in areoplano, ma, anche lo fosse, non dovremo certo dolercene, perchè non vediamo utilità alcuna a superare tale quota. I records veramente interessanti sono quelli di durata e di distanza. Appartengono questi entrambi a Fourny che a Bue volò, il 1» settembre, per 11 ore coprendo 723 km. Il record della velocità appar-tiene al povero Nienport con 133 km. all'ora.

Questi risultati dimo-strano il gran progresso dei motori, più grande certo di quello delle altre parti dell'areoplano. Ma più che queste prove rappresentano il progres-so dell'aviazione in que-st'anno i grandi raids internazionali. Le nume-rose traversate della Ma-nica, il Circuito Europeo vinto da Beanmont, che coprì 1600 km. in 59 ore; la Parigi-Madrid, vinta da Védrines, la Parigi-Roma, vinta da Bean-mont, il premio Michelin con la scalata al Pai du D ò m e , v i n t o da Renaux, il Giro d'Ioghil-terra, vinto da Beanmont, hanno dimostrato che il 1911 è stato un anno di mei a vigliosa attività avia-toria, di splendidi risul-tati pratici dell'areopla-no. Da questi successi sono stati consacrati fra i più bei nomi della storia dell'aviazione quelli di Beaumont, Védrines, Garros. E' questo il trio glorioso, s u c c e d u t o a quello di Blériot, Lathan, Pauhlan, e attorno a cui fanno corona cento e cento altri più modesti e più oscuri navigatori dell'aria.

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7 LA STAMPA SPORTIVA

Vorrei poter dire di tutti questi lavoratori ce-lesti e delle loro imprese, talora più degne di planso, per la piccolezza dei mezzi, delle mag-giori e più decantate, delle sfortunate vittime (più di 50) di questi ultimi dieci mesi di lotta per la conquista del cielo.

Ma lo spazio è tiranno, e d'altra parte il mio non voleva essere che un rapidissimo sguardo all'at-tività areonautica e aviatoria di quest' anno. Sguardo che io ho dato su quell'ampio e com-pleto quadro che è l'Annuario dell' areonautica del 1911-1912 del Turing Club italiano. Opera dili-gentissima di storia, tecnica, scienza aerea, alla quale possono ricorrere coloro che desiderano essere bene al corrente del febbrile movimento di civile progresso che ci condurrà alla più gran-diosa conquista umana, quella dell'aria.

©

aerea e della storia che ne segna gli annuali pro-gressi. L'augurio quindi che la più grande asso-ciazione italiana continui quest'opera, fino a segnare nelle sue pagine le lettere d'oro della vittoria fianle.

Giuseppe Àmbrosiui.

Intermezzo aviatorio Nella^giornata di mezzo

fra la prima e la seconda tappa del 1» Raid Nazionale Milano-Torino-Milano.

L'indomani dell'arrivo dei concorrenti al raid na-zionale Milano-Torino mi sono permesso il lusso di un franco e cinquanta centesimi di omnibus automo-

dine vario, elocubrate in un cantuccio del phaeton dell'ing. Barosi, cbe si prestò gentilmente con la sua, automobile a trasportare me ed alcuni altri colleghi dall'areodromo a Torino, a quell'ora serotina già tutta risplendente di luci...

Gli aviatori italiani. Di fronte allo spiazzo dove spalancano le loro grandi

bocche i numerosi hangars di Mirafiori, passeggiano persone note nello sport del volo, aviatori, commis-sari del raid, notabilità cittadine.

Dinanzi ai due hangars di Cbiribiri alcune signore, che hanno trovato modo di accomodarsi sn degli sgabelli, interrompono col loro garrulo chiaccherlo, l'astratta compassatezza degli aviatori, cbe misurano a grevi passi le zolle erbose, stretti da vicino dai soliti conoscenti ed amici dell'ultim'ora...

Dietro questa breve linea di signore, un ometto abbronzato, in maniche di camicia, è occupato ala-cremente intorno al motore d'nn monoplano...

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Motori ed aeroplani del Concorso Militare Francese. I. Motore Gnome - 2. Motore Salmson - 3.',Motore Renault - 4. Motore Dansette - 5. Motore (Jlerget - 6. Motore Antoni

del Bréguet - 9. Il demultiplicatore Bréguet. 7. Motore Chenu - 8. Velica a tre branche

L'Annuario del Touring ha una parte in cui tratta di tecnica, di sport, di cartografia e biblio-grafia, di locomozione aerea ; una in cui, dopo le disposizioni vigenti relative alla dogana, al tra-sporto, alla circolazione degli apparecchi, sono esposti alcuni progetti di segnalazioni aeree e alcuni giudicati di giurisprudenza areonautica: una terza donde si possono trarre tutte le indi-cazioni sulle associazioni, istituzioni scientifi-che, scuole, piloti, ecc., ed un'ultima che tratta dell'industria e del commercio areonautico.

Il Tonring, con questo secondo Annuario, si è guadagnata una nuova, preziosa benemerenza : quella di concorrere alla diffusione della scienza

bile pubblico per recarmi al campo di Mirafiori ed avvicinare un po' questi signori aviatori che, por la prima volta, avevano compiuto un volo di qualche importanza, fuori dello steccato d'nn areodromo... Il risultato della mezza giornata che volli dedicare al-l'aviazione nazionale è il seguente:

Mezz'ora impiegata (oh veloce automobilismo) a percorrere i dieci chilometri che separano il centro della nostra città dal campo di Mirafiori; una mezza dozzina di voli di alcuni monoplanisti e del biplano di Rossi; un arditissimo volo, a grande altezza, di Manissero dal campo alla vicina cittadina di Rivoli e ritorno; alcuni momenti di emozione per l'annun-ciata partenza da Milano dell'aviatore Dal Mistro; qualche frase passata fra la mia bocca e quella degli aviatori, ed infine un arruffio di considerazioni d'or-

Lo avvicino. Lavora lentamente come assorto in qualche preoccupazione che lo tenga lontano da quel cbe fa, quasi senza una precisa direttiva.

Appare mesto e taciturno... Lo abbordo: « Allegro!... Cbiribiri... » — Oh! lei... — Pare... Dunque come l'è andata questa mancata

partecipazione al raid dei suoi piloti?... — Non me ne parli... Vorrei esser capace io di

pilotare il mio apparecchio, e sarei già qui di ritorno da Milano, pronto per ritornarvi... Ma io bisogna che lavori, bisogna che stia in officina, non posso far l'aviatore... » E calcava queste sue parole quasi a trovare una giustificazione a sè stesso di non essere fra il manipolo dei trionfatori del primo raid na-zionale.

C I C L I I T I ! LE IN66MPARABILI

BICICLETTE PEUGEOT SONO RICONOSCIUTE! L E

PRIME DEL MONDO

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Alberto Verona. 1 tre primi aviatori che compirono la prima tappa Milano-Torino.

Romolo Munissero. Carlo Maffeis.

(Fot. Argus Photo-Reportage - Milano).

Era un uomo che stava per scattare contro quab qùno, 0 contro qualcosa, che soffriva di non potersi sfogare, e pure voleva conservarsi calmo.

— Via, Chiribiri... Cosa può farci lei se Ramassotti non s'è voluto arrischiare al gran volo? In fin dei conti le ragioni del suo consocio non sono poi insen-sate. Come potBva avviarsi al raid senza conoscere ancora sufficientemente il suo nuovo motore di 100 cavalli ?... Egli mi disse inoltre che l'apparecchio non era completamente a punto per tentare l'impresa...

— Ecco ciò che non giustifico. Il tempo c'era e se Ramassotti avesse voluto avrebbe benissimo potuto curarsi della mise au point dell'apparecchio. Invece i giorni son passati, ed ora eccomi qui, ad attendere un'altra occasione come questa per fare... quello che...

La frase del caro interlocutore non volle essere completata, ma un amico, imperdonabile motteg-giatore, mi canticchiò all'orecchio: < cherchez la lemme... »

— E dell'altro suo pilota, l'Umberto Re, se ne hanno notizie?

— SI. Mi si è telegrafato poco fa da Milano che egli era partito, ma dopo un breve giro dell'areo-dromò, discese infelicemente rovinando il carrello del-l'apparecchio. Pensi che sono solo una diecina di giorni che quel giovinotco sostenne le prove di bre-vetto, ed era quindi forse prematuro fargli tentare il raid. Ma così volle lui, ed i miei apparecchi son qui per fare il loro dovere...

« Vuol dire che tornerò alla mia officina a lavorare di nuovo di gran lena perchè, presto o tardi, il giorno buono verrà anche per me. Lo Bento, ne sono sicuro. Perchè mai del resto i miei piloti dovrebbero volare regolarmente per delle ore sul nostro areodromo, e non dovrebbero riuscire ad effettuare un raid; certo non enormemente difficile, <iome questo attuale?

Alberto Verona parla del suo « r a i d » . La ragione me la spiega subito un omonimo, dal

setto nasale molto pronunciato, con un immenso ber-rettone bianco che gli nasconde quasi totalmente il viso. Il signore è un aviatore, e la sua qualità è

tradita da quello strano abbiglia-mento da esquimes-, completato da un'enorme giubba impermea-bile che nella persona che l'in-dossa pare abbia trovato piut-tosto un portamantello che non un uomo di proporzioni anche solo comuni..

E' il più piccolo degli aviatori che io abbia conosciuto : un gen-tleman compitissimo, il sig. Al-berto Verona.

— Come! Lei è l'aviatore Ve-rona che ha fatto con tanta di-sinvoltura il raid?

— Ecco, con tanta disinvoltura assolutamente no ! La miglior ri-prova è che non farò più la se-conda parte, e cioè il ritorno a Milano.

— Così vorrebbe dichiararsi vinto ?

— Vinto o non vinto, il ritorno ho deciso di farlo in treno. I miei colleghi concorrono con appa-recchi della Scuola di Taliedo, ed il mio apparecchio invece è veramente mio, perchè me lo sono pagato io. Non me ne importa dei premi, perchè io ho parteci-pato alla gara come sportsman, a mio rischio e pericolo, per con-vincere me stesso d' essere ca-pace... Io non faccio ancora del-l'aviazione un mestiere, perchè se così fosse avrei giàdichiarato ban-carotta. Ho fatto qualche « esi-bizione», ho compiuto., l'infer-nale raid Perugia-Foligno nello scroscio d'una burrasca orribile, semplicemente perchè ciò mi pia-cque. Ma tornare a Milano per le vie del cielo non mi lusinga più. Pensi che una ventata mi

La partenza da Milano. — Ving. Jachia, direttore della Scuola',di aviazione Sada di Milano, e il prefetto l JUUZ, senatore PanizzarZ (Fot Argns Photo-Reportage - Milano).

( D o m a n d a t e I L

C a t a l o g o = 1 9 H

Maffeis, appena arrivato, è salutato dall'aviatore Rossi. " (Fot. ditta A. Barry - Torino),

ha scaraventato proprio sopra le risaie del Vercel-lese, da 500 metri d'altezza, a neppure una cinquan-tina da terra. Pensi che non ho visto nessuna città lungo il percorso, che ho tirato dritto senza sapere esattamente dove sarei finito, e che pure ad un certo punto ho... scovato il Po e seguendolo ho potuto giungere a Mirafiori. Sono soddisfatto della mia per-formance, e se non lo sono i Commissari, perchè non voglio rifarla, non so proprio cosa dir loro... -Ss?*!

Il piccolo aviatore era stato esplicito nelle sue di-chiarazioni. L'aveva passata brutta nel viaggio di andata, e non intendeva passarla peggio nel viaggio di ritorno.

Gli chiesi ancora : , 1 — Lasciando quindi questo tema... obbligato del

raid, in che dissentirebbe lei dalla frase detta dal sig. Chiribiri che se un apparecchio ed un pilota son capaci di girare per delle mezz'ore su di un areodromo, dovrebbero pur riuscire a compiere un raid relativamente breve come quello Milano-Torino?

— Veda, quando si esce dal proprio campo di avia-zione, un pensiero si affaccia subito alla mente. Dove atterrerò? E potrò atterrare? Basta questo spaurac-chio per non far più governare le leve di comando con la ealma necessaria. Aggiunga poi l'eventuale de-ficenza di orientamento di qualche pilota, i colpi d'aria che fan fare una danza maledetta, la continua tensione dello spirito e della vista... Creda, ai raids bisogna esserci allenati...

Cbe cosa tìan detto gli altri aviatori. Maffeis, succinto d'abbigliamento nel suo maglione

ve de-cupo, non è eccessivamente loquace. Ha fatto il miglior tempo nella Milano-Torino, e in ciò con-

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8 LA STAMPA SPORTIVA

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9 LA STAMPA SPORTIVA

siste ogni sua impressione... Cioè no, lui pure ha qualcosa da aggiungere, ed è che il volo non fu nè facile nè liscio. « Io la paura non la conosco, il pe-ricolo l'ho sempre guardato in fronte: quando cor-revo in motocicletta chi m'ha visto prendere le curve a tutta velocità sa che Maffeis ha del passato. Però... la Torino-Milano non voglio più farla ».

Egli mi parlò dall'alto del suo seggiolino, mentre il meccanico dava olio al motore. S'interruppe quindi, e volgendo il capo : « Siamo pronti ? » domandò. « Parò un giretto sul pampo », ed in nna folata di fumo acre in breve spiccò il volo...

Intanto Manissero, dall' immancabile calotta rossa fiammante che appariva come una chiazza di sangue fra la cabane del suo apparecchio che stava scendendo a picco dal eielo, in temerario volo plané, prendeva terra, di ritorno dal suo viaggio alla vicina Rivoli. Lo avvicinai poco dopo... Dichiarò d'aver trovato un freddo tale, lassù a mille metri, da sentirsi tutto inti-rizzito.

Indossava, sul maglione, nna leggera giacchetta, lo stesso unico indumento che aveva preso con sè nel partire da Milano,

— E cosi, domani si riparte? — Per conto mio eon qui, ma temo di essere il

solo. « Temo », egli mi disse, giacché tutti i forti temono

di trovarsi soli in nna gara. E' la lotta che essi ricer-cano, e quando la lotta manca, perdono l'entusiasmo.

Manissero è un ragazzo che se alle due gli si dice: « Vuole andare a Milano? », alle 2 e 5 sale sull'ap-parecchio e va a Milano... passando magari per Ge-nova, tanto è per lui facile sbagliar strada, e rimet-tersi in carreggiata con la massima disinvoltura...

Romolo Manissero . Romolo Manissero, senza far torto a nessuno, è in-

dubbiamente la più robusta ed audace tempra di avia-tore che ai abbia attualmente in Italia.

Rischia però troppo, e che abbia del coraggio lo han mostrato i giuochetti nei quali s'è divertito sul campo di Mirafiori, scendendo da mille metri d'altezza con certi voli a picco da far rabbrividire. E ciò dopo quel po' po' di caduta fatta a Rimini. Basta ! Vi deve essere un Santone anche per gli aviatori, Manissero non escluso !

Una notizia appresa ani suo conto. Se vera, è la se-guente. L'autorità militare avrebbe pensato di reclu-tarlo e di aggregarlo agli ufficiali aviatori attual-mente a Tripoli per il servizio di esplorazione, di avanscoperta.

La scelta sarebbe ottima, e Romolo Manissero po-trebbe cosi dirsi soddisfatto di aver finalmente tro-vato qualcosa da fare...

I risultati del raid. Parlandovi degli aviatori ho cosi staggito di intrat-

tenermi sul raid, di questo primo cimento veramente nazionale perchè riservato a soli aviatori nazionali. Degli otto iscritti tre soli giunsero felicemente al ter-mine della prima tappa, nel tempo seguente :

Maffeis, ore 1,89'88" ; Verona, ore l'46'19" ; Manissero, ore 1,46'40". Manissero però, partito da Milano con 18 minuti di

ritardo sull'ora fissatagli, avrebbe effettuato il percorso in ore 1,28 circa, e cioè nel minor tempo, volando alla velocità di oltre 100 chilometri all'ora.

Vapparecchio d'uno dei concorrenti al raid Milano-Torino-Milano. — Dinanzi a si Vaviatore aveva un chiaro rilievo fotografico del percorso. (Fot. Argus Photo-Reportage - Milano).

Gli altri iscritti, o non presero la partenza, o, come il Gianfelice che atterrava a Mortara, non riuscirono a compiere l'intero percorso della gara.

A questo punto si potrebbe aprire tutto un fuoco di fila di considerazioni sn questo raid, annunciato ed allestito in una quindicina di giorni, in una sta-gione non delle più favorevoli.

Ma a che prò sbizzarrirci in commenti che non di-rebbero più di quanto ha detto la percentuale dei tre arrivati sui quattro partiti ?

Con una preparazione un po' meticolosa i nostri aviatori potranno in breve fare molto di più, e con nna maggiore larghezza di vedute si potranno l'anno venturo bandire dei raids più interessanti di questo.

L'assaggio è stato fatto, ed i rienltati sono stati soddisfacenti.

Auguriamoci che oltre a degli aviatori italiani, si allineino alle prossime gare anche degli apparecchi italiani, ed allora la soddisfazione sarà completa per gli organizzatori dei raids e per i concorrenti etessi.

Ma sopratutto lavoriamo di buona lena. Se gli en-tusiasmi follaiuoli scemano, e se l'aviazione non sarà più quello spettacolo pericoloso che come tale ci com-piacevamo considerare fino a poco fa, sarà tanto di guadagnato per il vero sport e per la vera scienza aviatoria.

Sopratutto si faccia e si lavora. Chè chi lavora, anche non riuscendo di primo acchito alla perfezione, siano costruttori, od aviatori, od organizzatori di raids, è degno della pubblica estimazione.

Corradino Corradi ni.

flel mondo commerciate sportilo I palmers trionfatori di Damiani e O.

Dne belle prove hanno superato ieri, nella nostra città, i pneumatici Damiani, che tagliarono vittorio-samente due differenti traguardi. Allo Stadium, nel » Criterium Nazionale Femminile », giungeva prima le corridrice Milano Maria, sconfiggendo, sulla dif-ficile pista, avversarie come lei forti ed agguerrite.

Nel Campionato oiclo-giornalietico, altri due suc-cessi riportarono i palmers Damiani, che erano stati i prescelti da Giuseppe Ambrosini, che vinse la cate-goria «giornalisti dilettanti», e dal fratello Luigi Ambrosini, secondo classificato nel Campionato pro-fessionisti.

Registriamo questi due nuovi successi, a puro titolo di cronaca, poiché già troppo note sono le brillanti affermazioni stabilite questo anno dalla Casa G. Da-miani e C. di Torino.

La posta aerea durante il raid Torino Milano-Torino, (Fi. t. Nino Fornari - Torino), L'impostazione all'Areodromo di Tagliedo. (Fot. Argus Photo-Reportage - Milano), L'impostazione al Campo di Mirafiori.

Il comandante Renard. L'on. Montù. L'ing. Bonini.

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10 LA STAMPA SPORTIVA

Emilio Valvassori, pice-presidente della tederai. Italiana del Giuoco del Calcio.

Giuoco del Calcio L'attuale Federazione Italiana.

Un alto funzionario di Ministero mi diceva nn giorno che quando gli capitava di vedere insieme quattro piemontesi subito pensava : « Quelli... fanno nn regolamento ».

Medesimamente nel campo dello sport, quando io vedo quattro giovinetti che si affaticano in qualche salutare esercitazione fisica, subito mi viene da pensare che, a fatica finita, quei quattro fonderanno una Società.

Pare impossibile che un popolo individualista ed indisciplinato come il nostro, senta tanto la necessità di associarsi in aggruppamenti e di legiferare anche quando proprio non ve ne sa-rebbe il bisogno...

Ma il lato più caratteristico di questo fenomeno è il rovescio della medaglia. Costituita la Società ed elocubrato il regolamento, succede inevita-bilmente la crisi che tende a destituire gli nomini al comando od a modificare la legge poco prima sancita... E cosi tra il fare e il disfare si perde tempo e pazienza, si sciupano energie e scemano gli entusiasmi... E' il caso della nostra Federa-rione del Giuoco del Calcio (che, nell'effigie dei suoi costituenti, presentiamo in queste nostre pagine centrali, agli innumerevoli lettori che si appassionano alle vicende nazionali del bellis-simo sport del foot ball).

Al pari di molte altre Federazioni consorelle, quella del Calcio ha passati i suoi triboli e le sue crisi deleterie. Nata a Torino, appena adole-scente fn tradotta a Milano, e di là, già fatta

adulta, è venuta recentemente a prender stanza... all'Hòtel Fiorina, nella nostra città.

Le è venata forse la nostalgia del paese natio e degli amanti d'un tempo, ed è tornata — gra-vida di un fardello di protocolli, di circolari, di tessere e di timbri — a civettare con delle brave persone, degli ottimi sportsmen che han deciso di ridarle quella sana vitalità che le pesanti arie milanesi parevano averle viziata.

Ha trovato qui un ottimo papà nel marchese Ferrerò di Ventimiglia; un padrino affettuoso nel Valvassori ; uno zelante segretario nel sig. Pozzo ; e poi tutta una collana di persone egregie e com-petenti che non potranno che ben consigliarla nello svolgimento della sua laboriosa attività.

Uscendo di metafora, possiamo ben rallegrarci degli uomini che oggi tengono le redini della F. I. G. C. I primi atti emanati, le prime dispo-sizioni prese, han dimostrato nel Consiglio fede-rale più voglia di operare che di perdersi in chiacchiere; hanno affermato tutta la serietà di intendimenti che anima le egregie persone che si sono addossate il non lieve pondo del governo federale.

E' umano che Milano, per modo di dire, critichi quello che oggi fa Torino, dal momento che an-cora ieri Torino, sempre per modo di dire, cri-ticava quello che faceva Milano...

Del resto lo stesso fatto della critica dimostra che si opera, e quando si opera da un insieme di persone oneste e competenti, non può venirne che del bene. E' una logica nn po' sillogistica se volete, ma sempre logica...

Confortiamo quindi col nostro appoggio quanti si adoperano alla propaganda del foot-ball nelle nostre regioni, e non lasciamoci offuscare la vista da veli di diffidenza o di preconcetti.

Tutti si può sbagliare, e saggio sarà colui che si presterà a correggere, a far rilevare l'errore non per vituperarlo, ma per scongiurarlo in av-venire.

Siamo tutti uniti per una causa unica e supe-riore, quella di far prosperare uno dei più belli fra gli sporte atletici all'aria aperta; collaboriamo quindi tutti al raggiungimento dello scopo co-mune. Sarà la migliore dimostràzione che anche noi in Italia amiamo il giuoco del calcio, e se-riamente ci siamo messi a praticarlo per modo di non essere gli ultimi classificati nei grandi incontri internazionali.

I matches di Campionato.

E' di prammatica ormai che ogni girone di questo campionato debba venir caratterizzato da almeno un match-sorpresa. Il match-sorpresa di questa volta fu la difficilissima vittoria (1-0) ot-tenuta domenica scorsa a Casale dalla squadra del Genoa sul Club easalese.

Qualcuno ha sostenuto che se il Gasale avesse avuto all'attacco un calciatore deciso, la debole sua sconfitta si sarebbe tramutata in una brillante vittoria. j^Certo che anche così com'è la vittoria dei ge-novesi conta 2 punti nella classifica, e porta vir-tualmente il Genoa-Olub al primo posto di essa.

Malgrado però questa sua favorevole posizione, le migliori squadre aspiranti al campionato, dopo gli ultimi non eccessivamente brillanti risultati ottenuti nei suoi matches dall'anziana Società ge-novese, hanno tirato nn gran sospiro... I casalesi stessi, imbaldanziti certo dall'inatteso successo, non disperano di avvantaggiare ben presto nella

r

TI marchese Alfonso Ferrerò di Ventimiglia, presidente della Federai. Italiana del Giuoco del Calcio.

©

La prima squadra del Genoa Club, attualmei (Fot. Polo

Fono Vittorio, Segretario della Federaiione Italiana del Giuoco del Calcio.

I consiglieri della Federaiione] Italiana del ̂ Giuoco del Calcio. Avv. Luigi Boxino, di Vercelli. Avv.-Tornino Scamoni, dijTorin

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11 LA STAMPA SPORTIVA

Q

1 Consiglieri della Federazione Italiana del Giuoco del Calcio. Vieri Goetzlof, di Genova. Prof. laffeARaffade, di Casale.

BIANCHI - - PIRELLI

Delleani Gian Luigi, di Torino.

classifica quando si troveranno a lottare contro squadre meno quotate di quanto era fino a ieri il Genoa-Club.

Un esito consono all'aspettativa fu quello datoci

: in testa nella classifica del Campionato Italiano. oli - Vercelli).

Avv. Adolfo Tardy, di Vercelli.

dall'incontro delle prime squadre della Pro Ver-celli e della U. 8. M., la quale ultima — per mantenersi all'altezza della situazione — lasciò il campo vercellese col pesante fardello di 7 goals. De Simoni non poteva augurarsi di far da por-tiere in una squadra piix indicata a facilitargli l'allenamento per i prossimi matches della squadra nazionale di cui egli è elemento tanto importante!

All'Arena di Milano l'Andrea Boria chiuse con 4 goals al passivo il suo match con l'Internazio-nale. Esito regolare anche questo se si pon mente alla forma appalesata da queste due squadre nelle più recenti partite da esse disputate.

E veniamo infine ai dne matches di Torino. Sul campo della Juventus la prima squadra di

questa società si è misurata con quella del Milan Club che ottenne una relativamente facile vittoria per 4 goals a zero. Pare che il Milan aspiri deci-samente a riprendere il suo minaccioso posto di combattimento, trionfando sulla momentanea rilas-satezza che era venuta ad affliggerlo. Baldanzosi, i rosso-neri stanno impegnando le più vivaci bat-taglie contro avversari i più agguerriti per rigua-dagnare quel posto che l'esito incerto di un paio di matches pareva aver fatto loro perdere irrime-diabilmente. Gli juventini, ad una buona giornata ne fecero seguire una per loro pessima. Fra questo alternarsi di vicende auguriamo al vecchio club torinese di riuscire per lo meno in un passo avanti a quello sul quale l'anno scorso fermarono la loro marcia nel Campionato Italiano.

Veniamo per ultimo all'incontro F. 0. Piemonte-F. 0. Torino. Neppure domenica scorsa i granata seppero vincere nettamente il loro match. Fu anzi unico merito del portiere Morando se la partita non si chiuse con esito pari.

I piemontini tennero maggiormente l'offensiva che non gli avversari, ma la mancanza di deci-sione e di calcio sicuro tolse loro l'occasione di marcare più goals. Se ottima fu la difesa del Torino ed efficacissimo il lavoro della linea di sostegno, non altrettanto può dirsi della prima fila che ad eccezione delle sue ali mai riuscì mi-nacciosa nelle sue disordinate incursioni verso la rete di Faroppa.

II Piemonte ginocò veramente bene, benché

slegato fra i cinque uomini di attacco e i cinque di difesa; perdette con un goal a due, dei quali due uno lo regalò agli avversari uno stesso giuo-catore piemontino.

Non seppe poi usufruire di un calcio di rigore che, tirato con non troppa astuzia, fu tuttavia abilmente sventato dal portiere Morando.

L'arbitraggio del sig. Scamoni apparve deficente di conoscenza di giuoco e di prontezza nelle decisioni, sollevando frequenti proteste nel pub-blico scarso di numero nonché di temperanza...

reporter.

Il Castegglo vince la " Palla Genoa Club L'incontro svoltosi sul pittoresco campo del

Genoa Club a Marassi fra la II del Genoa e la I del Oasteggio ha davvero messo in vista la giovane squadra del Oasteggio, la quale con una azione ben composta e compatta ha saputo strappare una vittoria che certamente non s'aspettava di fronte alla squadra rosso e bleu genovese.

Nel primo tempo il Oasteggio segnò un punto e precisamente al 20" minuto dopo una ottima combinazione fra gli avanti.

E poi si mise, ad una ostinata difesa che non permise, malgrado i ripetuti attacchi dei genovesi, che la sua porta fosse penetrata.

I terzini del Oasteggio, il bravo portiere Scar-pazza ricacciarono risolutamente decisi facendosi applaudire.

Ed è giusto perchè i rosso-bleu piuttosto svo-gliati e poco decisi non seppero approfittare di buone occasioni. Marenghi fu quasi nullo, non volendosi assoggettare al gioco d'assieme e così gli altri in cattiva giornata non cooperarono com'era dato sperare al gioco dei compagni, spe-cialmente di Starace, Magni e Tadini, che furono efficaci per tutto il tempo.

II Oasteggio giocò a tutt'uomo: ottimi i due terzini, il portiere ed il cap. Mezzadra.

La vittoria rimase al Oasteggio con 1 a 0. Cosi la ricca Palla Oenoa Club fu portata a

Casteggio in attesa che una nuova sfida venga a riconfermare la bella prova del ^giovine; Olub^di Casteggio.

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LA STAMPA SPORTIVA 13

scomparsa dalla scena colla partenza dei suoi più appassionati sostenitori, la Sportiva Napoli è

* morta per mancanza di ossigeno e la Juventus molto probabilmente non sorgerà dato il passaggio ad altre società di alcuni dei suoi migliori uomini e l'andata sotto le armi del suo presidente. In tal maniera solo l'Audace ed il Naples vivono e con-tinueranno nella via gloriosa del passato. Però quest'ultima Bocietà ha subito una notevole tra-sformazione. Essa ha perduta infatti la sua carat-

società solidamente gettate fanno prevedere grandi e sicure cose per il futuro... Infatti già hanno stretto contratto colla società delle Terme di Agnano per uno spazioso campo di foot ball prov-visto di ampio e comodo ehàlet, rispondente ai più moderni dettami tecnici ed igienicamente sportivi. La società sarà pure fornita di due lawns per tennis. In tal maniera pure Napoli avrà final-mente un comodo campo di foot ball dove si potrà assistere a degli importanti incontri; ci risalta

e una fotografia dello chdlet che è opera proget-tata dal vostro ingegnere Bayon.

CORRISPONDENZA Firenze. P. Morandi. — Obbligati, appena potremo. Saluzzo. Varetti. — Grazie. Eccola accontentata.

V. G. „ . . NapoU. Bnyon, — Benissimo. Bologna. Borghi. — Grazie. Appena potremo. Torino. Natale Dal Fiume. — Ci manca lo spazio.

La difesa genovese strettamente impegnata. Il campionato italiano di 1• categoria. - Il match Casale-Genoa Club. Una veloce avanzata dei Casalesi. ' (Fot. Poli - Vercelli).

La squadra del Genoa Club, battuta dalla Bdel Casteggio^ ^ _s^adradel ^ ^ F. C, che'ha vinto, domenica scorsa, la « Palla Genoa Club ».

Il match internazionale di Saluzzo. - Le due squadre: « Etoile Sportive di Gi-nevra» (bianco-neri) e « V Unione Ginnico Sportiva di Saluzzo » (bianchi).

Il match intemazionale di Saluzzo. — I giuocatori ginevrini ricevuti'alla stazione di Saluzzo.

Foot-ball Partenopeo. Un'Unione Sportiva Internazionale fra calciatori.

Quantunque in ritardo, pure a Napoli si è ini-ziata la stagione del calcio ed in queste ultime domeniche ho veduto il campo dei Bagnoli abba-stanza animato. Però le società hanno subito delle grandi metamorfosi. Difatti, delle sei che esiste-vano, solo due sono rimaste sulla breccia. L'Operi Air è morto sin dalla passata stagione, ìE lios è

teristica di internazionalità, che la rendeva cosi malvisa fra le sue consorelle, diventando una società eminentemente nazionale, che metterà in lizza una squadra composta di soli elementi ita-liani.

I forestieri del Naples usciti da questa Società si sono uniti solidamente formando l'Unione Spor-tiva Internazionale. Scopo di questa società sarà l'esercizio di tutti i giuochi atletici in generale e il foot-ball in modo speciale. Le basi di questa

infatti ohe la neo Unione Sportiva Internazio-nale si metterà in relazione colle migliori squadre dell'Alta Italia per farle giuocare sul proprio campo dei matches interessanti in maniera da popolarizzare pure a Napoli questo giuoco che fino ad oggi non ha avuto la fortuna che ha avuto in Alta Italia, non avendo incontrato in quell'am-biente signorile che dà vita allo sport.

Per ora io chiudo queste brevi note riservan-domi in seguito di mandarvi uno schizzo del campo

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Il platonioo.

Come in tutte le forme di collettività umana anche in quella sportiva è facile riscontrare la più curiosa e interessante varietà di tipi. IH, Ma certo la maggioranza è costituita dal tipo che oggi mi propongo di adagiare sul mio tavolo di anatomista per poi procedere alla più crudele e barbara delle vivisezioni.

Il platonico: voi lo conoscete meglio di me, specialmente nel caso che lo siate voi stessi. E' diffusissimo: è come certe piante che allignano in ogni clima e potete trovarle tanto al tropico del cancro quanto a quello del capricorno. Il pla-tonico ha tutte le età e tutti i sessi... volevo dire che può appartenere tanto all'uno che all'altro sesso. Ma ha un carattere ben deciso che lo di-stingue da ogni altra categoria di personalità sportive: il platonico non fa dello sport. Ne parla, ne discute, se ne interessa, ma rifugge istintiva-mente dall'azione; per questo io lo chiamo il platonico per analogia con la psicologia di certi amatori.

Ma non per questo bisogna credere che su questa benemerita categoria io voglia gettare un'ombra di ridicolo, tutt'altro, anzi, vedrete che finirò per dirne molto bene. Se non facessi così mi guasterei troppe amicizie... Unico mio scopo (dato che io abbia uno scopo) o per lo meno desi-derio abbastanza pio, sarebbe questo: che la let-tura di quanto segue rivelasse ai molti platonici, ai troppi platonici che formano la grande folla sportiva quanto sia preferibile alla inerzia con-templativa che essi tanto amano, la pugnace atti-vità che amano... soltanto negli altri.

Il platonico dunque è all'uno dei poli del micro-cosmo sportivo: all'altro polo c'è il fanatico di cui vi parlerò altra volta, dato che in me persista la malinconia di dettare questi saggi di psicologia sportiva. La comune passione li unisce: ma per l'uno la passione è un lumino da notte che arde piano e si consuma lentamente, nell'altro è la fiamma vorace che il vento alimenta, è l'incendio. Il platonico vive nell'ombra e nell'ombra si strugge e nello struggimento sottilmente gode: il fanatico è sulla ribalta e strepita e urla e pontifica. E guai a chi non batte le mani!

Ma occupiamoci per ora del primo.

Il platonico, ho già detto, non fa dello sport. Perchè? Ve lo dice lui stesso, con un senso di profondo rammarico. Sentitelo. Il podismo? Roba da teppisti. La lotta? Idem da facchini e da sca-ricatori di porto. Il ciclismo? Troppo democratico, ormai. E così via. Perchè essi sono sovrattutto eroi dell'intenzione, o anche, piuttosto, martiri dell'ipotesi. Il platonico infatti andrebbe in bici-cletta se la bicicletta non fosse troppo democra-tica, (e dicono ciò con serietà degna di miglior causa e con malcelata nostalgia per i bei tempi in cui le biciclette costavano settecento franchi ed erano un oggetto per signori), se non fosse tanto facile sporcarsi il vestito di fango e di pol-vere e sovrattutto se non fosse tanto facile roto-lare nei medesimi. Andrebbe in montagna se l'andare in montagna non fosse tanto faticoso, se non soffrisse la vertigine e il mal di montagna, e se tutte le montagne, come la Jungfrau, fossero munite di una funicolare e se tutte le vette più 0 meno non avessero la pessima abitudine di essere inaccessibili. Per lui, s'intende.

L'automobilismo? Ecco, l'automobilismo non gli dispiacerebbe. Ma ci vuol la benzina che costa cara, ci vogliono i copertoni che costano carissimi. Poi bisogna avere l'automobile, e ciò, per quanta buona intenzione ci si metta, non è da tutti. 0 se non proprio l'automobile bisogna per lo meno avere un amico che abbia l'automobile. Ricordate 1 consigli di Tristan Bernard all'automobilista « che non possiede un'automobile per il momento? » GHi consiglia di fare dell'automobilismo con la macchina d'un amico e gli dice come dovrà com-portarsi. « E' di bon ton per un invitato di dar prova di una certa benevolenza nell'apprezzare il funzionamento del motore e della macchina. Questa affermazione: — Noi marciamo a sessantacinque... — non deve mai essere accolta che con la risposta: — Almeno... — E' una cosa di cattivo gusto il trai- di tasca in quel momento un cronometro. Se il padrone della vettura vi domanda con una mal dissimulata aria di indifferenza: — Trova che guido bene? — voi risponderete: — Sì, ma lei ha un difetto... Lei è un po' temerario... — anche se questo chauffeur ha l'abitudine di frenare ap-pena scorge una gallina. Se la vostra vettura è sorpassata da un'altra dite : — E' una cosa idiota il fare delle corse di velocità sulle strade — ».

Cosi Tristan Bernard insegna come si viva dell'automobile altrui: i suoi consigli potrebbero essere preziosi per qualche mio lettore.

Non c è sport che soddisfi il platonico. La caccia è roba da contadini, il nuoto da scugni« i, la gin-nastica andrà bòne per i ricreatori, ma via, una persona seria...

Il lancio del martello di 7 kg e 257. — il record appartiene a Flanagan con metri 52 e 13 centimetri.

1 giuochi atletici in Scozia. — Lancio del « caler ». ^

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LA SIA MP A SPORTIVA

Così l'ano dopo l'altro tutti gli sports passano al vaglio della sua incontestabile critica e tatti sono irrimediabilmente scartati chi per una ra-gione chi per l'altra, ma tutti per ragioni che molto si somigliano in quanto a plausibilità. Così l'unico sport cui gli rimanga di dedicarsi è quello di non fare dello sport... Sicuro, vi pare un bello spettacolo vedere una ventina di giovanotti, con tanto di baffi, che prendono a calci una palla come se fossero bambini ? Vi pare umano vedere due negri che si guastano i connotati a forza di pugni?

Eppure tutte queste argomentazioni il platonico le porta soltanto per tentare di giustificare la propria inerzia. Non che egli abbia serie inten-zioni demolitrici, non che egli disprezzi le varie forme dell'attività sportiva. Tutt'altro. Egli è anzi un appassionato. Ora, anzi, dopo aver esposto le sue qualità passive, dirò brevemente delle sue virtù attive. I platonici sono una vera e propria forza sportiva: sono la massa amorfa, sono il lie-vito poderoso, sono la spina dorsale, sono la grande anima della vita sportiva. Guai se non esistessero ! Bisognerebbe crearli. Intanto il pla-tonico è l'unico che legga i giornali sportivi, epperciò è il miglior nostro cliente. Poi è socio del Touring. Ha in tasca la tessera che gli serve per riscuotere i vaglia alla posta (lo sport con un po' di buona volontà può servire a tutto) e porta appesa come ciondolo alla catena la medaglia di bronzo con cui il T. C. I. nell'anno sacro alla patria ha contato i suoi centomila. E del massimo ente sportivo italiano egli è propagandista accanito. Per sole sei lire all'anno ! Solo la carta stampata che vi mandano ! All'arrivo delle corse il plato-nico è lì con tanto di fascia al braccio : egli fa parte della Giurìa, del Comitato, ecc. e attende con grande entusiasmo al servizio d'ordine e di polizia del traguardo applicando dei pugni sullo stomaco a quelli che si spingono più avanti per veder meglio. Una volta ebbe la fortuna di rice-vere una stretta di mano da Ganna. Quello fu il più bel giorno della sua vita. Tornato a casa, fra le pareti domestiche, prese in braccio il più grandi-cello dei frutti della fecondità di sua moglie (il platonico può anche aver moglie e relativi frutti) e cominciò a carezzarne soavemente i riccioli biondi con la mano... che gli aveva stretto Ganna. Quello gli sembrava il suo presagio per l'avve-nire della sua giovane prole.

Ma una lodevole abitudine sopratutto distingue l'ottimo platonico dagli altri individui che fanno professione di idealità sportiva, un'abitudine che ne forma il pregio più vero e maggiore. Il plato-nico, socio di infinite società, è l'unico che ne paghi regolarmente le quote mensili. Vi par poco ? Non per nulla ho detto sopra che i platonici sono una vera e propria forza sportiva.

Valentino Lardi, vis

L'Ydroaacoche, sperimentato domenica 29 ottobre sul Po.

L'YDROSACOCHE Ecco una nuova pregevolissima invenzione della

nota Società Meccanica Italo-Ginevrina di Torino. Si tratta di un apparecchio, sicurissimo e di facile manovra, azionato da un piccolo motore della stessa casa, con la semplice aggiunta di un ser-pentino pel raffreddamento, e con un'abile tra-smissione, la quale mette in moto una piccola elica sott'acqua, e questa a sua volta fa camminare velocissimamente X'Ydrosaccche, o meglio la bici-cletta sull'acqua.

Il noto capitano dei Bersaglieri Ciclisti, cav. Dho, e tante altre personalità del mondo sportivo tori-nese, presenziarono sul fiume Po i recentissimi esperimenti di questa macchina, e molti di essi vollero anche cavalcarla per assicurarsi del

regolare, facile e sicuro funzionamento dell'TrZro-saeoche.

La costruzione veramente ingegnosa dell'Italo-Ginevrina merita tutto l'appoggio delle nostre Autorità sportive, e dei signori amatori dello sport dell'acqua.

Ricordiamo ancora che l'Italo Ginevrina è fa-mosa per altre lavorazioni meccaniche in serie pel ramo motoristico, e fu recentemente premiata alla Esposizione Internazionale di Torino 1911 con Medaglia d'Oro.

Nella recente grande Corsa Motociclistica Coppa dell'Esposizione, svoltasi su 100 chilometri, il Premio ambito è toccato all'Italo-Ginevrina, contro a tutte le più note marche estere ed italiane.

Quante Case bramerebbero tali successi indu-striali ?

I grandi matches di boxe. — Gaillard trionfa sull'inglese Jack Foy.

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