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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO
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ANNO XXXI N° 39 - 16 Novembre 2014 € 1.00
SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI SAN BENEDETTO DEL TRONTO - RIPATRANSONE - MONTALTO
Abbonamento annuo ordinario € 30,00 - sostenitore € 50,00 - Taxe parcue - Tassa riscossa Ufficio di AP - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - DL 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 1 commerciale business Ascoli Piceno
Cattolici, politica e Dottrina Sociale della Chiesa
LE ANSIE DI OGNI GIORNO
Ci mancavano pure i cicloni...
All’avvicinarsi delle ele-
zioni regionali i media
sono giornalmente preoc-
cupati nella scelta di nomi.
Lasciamo ai partiti questo
delicato compito, noi
tuttavia desideriamo
ricordare l’importanza
che la politica ha per la
chiesa. Lo attingiamo
dall’esortazione aposto-
lica Evangelii gaudium (=EG) di papa Francesco che
è il documento program-
matico del suo pontificato.
Esso esorta tutto il popolo
di Dio, pastori e fedeli, ad assumere un determi-
nato “stile” (EG 18; 33; 35) «per una nuova
tappa evangelizzatrice» (EG 17), vale a dire un
modo di essere, un atteggiamento che renda cre-
dibile oggi l’evangelizzatore. Papa Francesco ci
traccia così una spiritualità – cioè una vita ani-
mata dallo Spirito – valida per la Chiesa tutta e
per ogni cristiano che, in quanto tale, è chiamato
ad essere evangelizzatore, con la vita e con la
parola, nel luogo in cui abita e lavora”.
Per quanto riguarda la politica in questo docu-
mento si legge: “La politìca, tanto denigrata, è
una vocazione altissima, è una delle forme più
preziose di carità. perché cerca il bene comune”
scrive il Papa - “Prego il Signore che ci regali
più politici che abbiano davvero a cuore la so-
cietà. il popolo, la vita dei poveri!” (205). Invita
ad avere cura dei più deboli: “i senza tetto, i tos-
sicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli
anziani sempre più soli e abbandonati”. Ri-
guardo ai migranti esorta “i Paesi ad una gene-
rosa apertura, che, al posto di temere la
distruzione dell’identità locale, sia capace di
creare nuove sintesi culturali (210)”.
Rintanati nel periodo di tangentopoli e dietro
l’imperversare delle vio-
lenze sessantottine, a noi
cattolici giunge l’invito di
papa Francesco ad uscire e
a considerare la politica
luogo privilegiato per
l’evangelizzazione. I cat-
tolici non ci vanno sprov-
veduti. Possono attingere
alla Dottrina Sociale catto-
lica, la quale, come affer-
mava Russell Hittinger,
“al di là della mera politica
cerca di chiarire l’ordine e
l’armonia tra le società”.A
partire dal 1878, con l’ele-
zione di Leone XIII, i Papi hanno diffuso più di
250 Encicliche e altre Lettere. Circa la metà di
queste è collegata a questioni riguardanti il pen-
siero e la dottrina sociale cattolica. “Nes-
sun Governo, nessun partito politico,
nessuna enciclopedia o università ha pro-
dotto una tradizione così continuata e
voluminosa di pensiero sociale”, osser-
vava Hittinger nel 2007, in una magi-
strale lezione tenuta presso la Pontificia
Università Lateranense. Secondo Hit-
tinger, Leone XIII “ha dato ai cattolici
un sofisticato corpus dottrinale sulle
questioni sociali che trascendeva
quelle che potevano essere chiamate
semplicemente dichiarazioni di ‘poli-
tica’”. Il professore ha ricordato che
alcuni elementi dell’Enciclica leonina
“Rerum novarum” hanno ispirato
anche San Giovanni Paolo II, anche
se questo Pontefice ha avuto a che fare “con le
crisi del XX secolo”. L’Enciclica “Centesimusannus”, “la grande analisi narrativa e filosofica
di San Giovanni Paolo II di tutti questi cambia-
menti”, è servita anche da base per la “Deus ca-
ritas est” di Benedetto XVI. L’Enciclica del
Papa tedesco “forse non getta nuova luce nel-
l’insegnamento sociale, ma sicuramente ribadi-
sce e rende più chiaro che la missione della
Chiesa non è quella di essere confusa con lo
Stato e gli altri strumenti temporali di giustizia
sociale”. “Da un certo punto di vista, la seconda
parte della ‘Deus caritas est’ porta avanti le am-
monizioni magisteriali sul non rendere la Chiesa
un mero strumento politico e la ricerca della giu-
stizia”…Ad ogni modo, Benedetto XVI voleva
ricordare che “se la Chiesa insegna e promuove
la giustizia sociale, Cristo ha dato alla Chiesa
una missione ben specifica quanto alla carità”.
“L’integrità di questa missione deve essere pro-
tetta”, ha dichiarato, il che significa “non con-
fonderla con gli oggetti e gli scopi ordinari del
governo civile”.Tuttavia non vanno dimenticate
quelle generazioni di cattolici che dettero vita a
scuole, centri di formazione professionale, uni-
versità, assistenza,
cooperazione, banche,
a s s o c i a z i o n i s m o ,
mondo di cura, acco-
glienza. Per ognuno di
questi ambiti una ri-
cerca obiettiva e non
pregiudiziale potrebbe
individuare personalità
non solo di grande va-
lore, ma addirittura
esempi di santità vera e
riconosciuta dalla
Chiesa. L’esempio di
quanti vissero una coe-
renza di impegno su di-
versi fronti, induce alla
speranza che non sia del tutto tramontata l’im-
magine del politico “cattolico” seriamente for-
mato e orientato al bene comune. A volte
ritornano! Pietro Pompei
Quanti tipi di ansie riusciamo a sopportare inuna giornata? La sfida quotidiana è lunga: cisvegliamo e pensiamo al traffico che ci inchio-derà sulla via verso il posto di lavoro. Quandoci arriviamo pensiamo che senza l’“articolo 18”potremmo essere licenziati (non viviamo negliUsa e qui in Italia non troveremmo un lavoroalternativo). Sui figli adolescenti abbiamo l’an-sia che non prendano brutte strade, non si dro-ghino, non brucino la loro giovinezza. Circa lasalute avvertiamo l’ansia di non buscarci un tu-more a lenta incubazione, così quando ce ne ac-corgiamo è troppo tardi.E poi sopportiamo le tante ansie sociali: quelladelle tasse a ripetizione, del tipo Ici Imu TariTasi Tarsu Irpef, Iva, Irap e presto Local Tax.Ma abbiamo anche le ansie da esenzione ticket,con l’Isee da aggiornare pena la decadenza delbenefit. E poi l’ansia di dimenticarci o confon-dere i numerosi Pin che utilizziamo: per le mail,il pc, il cellulare, il tablet, il bancomat, il contocorrente online, la porta di casa a codice. E an-cora l’ansia di rincorrere gli sconti dei super-market di cui abbiamo le “tessere”, creando unpuzzle di acquisti alternati (un giorno di qua euno di là) senza i quali il bilancio familiare col-
lasserebbe. E che dire dell’ansia per i figli piùgrandi disoccupati, che ogni giorno inviano de-cine di curriculum vitae a cui nessuno risponde?E l’ansia da crisi politica, con Renzi che gettala spugna, Napolitano che si dimette definitiva-mente e il voto che si avvicina, senza sapere secon il sistema elettorale del “mattarellum”, del“porcellum” o dell’ “italicum”? E l’ansia sel’Italia facesse la fine della Grecia col crack deiconti pubblici? Ci sarebbe poi l’ansia delleansie, quella dei più disperati che non hanno la-
voro e vagano tra le mense Caritas e l’accatto-naggio allo stato puro.Ma, oggi vogliamo solo accennare al ritorno diun’ansia “vecchia”, che sembrava non dovervenire più: quella del maltempo, per il quale siesce di casa e si potrebbe anche morire. Oppureche, se piove, la nostra casa è allagata e per-diamo tutto. Avete notato, in questi ultimi anni,quanti disastri ambientali sono avvenuti? Equante persone sono morte travolte dalla pienaimprovvisa di un torrente? Ma vi sembra nor-
male, nell’epoca di internet,dell’uomo bionico, del mondoglobalizzato, che sia così fa-cile essere impreparati davantia un uragano? Forse è il mo-mento di essere ansiosi…. ditornare alle cose semplici econcrete. Costruiamo muri eargini, puliamo torrenti e fo-gnature, deviamo corsi d’ac-qua pericolosi. Ci sarà piùtranquillità per tutti, e forsecreeremo anche qualche postodi lavoro in più. Con menoansia in giro. SIR
A siPArio cAlAto
A pag. 2
come deveagire il centro
Missionario diocesano
nelle aree piùpovere del
mondo?
A pag. 4
san Paolo e la libertà cristiana
(lettera pastorale,
7ª parte)
A pag. 5
A Montedinove lA secondA edizione
dellAscuolA
dellA PArolA
A pag. 6
A pag. 8
Anno XXXI
16 Novembre 2014
2PAG
Presso i Padri Sacramentini, l’Imam Mustaphà Baztami ha discusso sul tema:
“Misericordia e pace nell’Islam”: fede e storia, tensioni in atto e prospettive
Sabato pomeriggio presso il salone dei Padri Sacramentini si è svolto un interessante incontro tra
due culture, due religioni. Padre Leopoldo Cristinelli ha infatti invitato l’Imam d’Abruzzo Mu-
staphà Baztami per discutere insieme sul tema: “Misericordia e pace nell’Islam”: fede e storia,
tensioni in atto e prospettive. Le due relazioni ed il dibattito che ne è seguito, moderato dal Dr.
Giuseppe Romani ha messo in risalto i punti in comune tra le due religioni soprattutto per ciò che
riguarda la misericordia di Dio che accoglie tutti quanti si rivolgono a Lui con il cuore puro e
invita tutti gli uomini ad essere misericordiosi con gli altri fratelli. Le differenze, e sono tante, ri-
mangono soprattutto per quanto riguarda il rapporto col potere politico: nell’occidente la separa-
zione tra la sfera religiosa e la sfera civile è oramai un dato acquisito mentre nell’oriente e
soprattutto nei paesi islamici ancora troppo spesso il fondamentalismo religioso governa gli stati.
Confrontandosi comunque con la Bibbia ed il Corano, cercando le cose che ci uniscono piuttosto
che quelle che ci dividono, pregando insieme come abbiamo fatto recitando il salmo finale sulla
misericordia di Dio è possibile cominciare a gettare piccoli semi per far incontrare le persone e
guardare i fratelli musulmani che vivono nel nostro paese con rispetto e non con diffidenza . E’
lo stesso concetto espresso da Papa Francesco nell’Angelus di Domenica quando parlando del-
l’anniversario della caduta del muro di Berlino (venticinquesimo anno) ha ribadito con forza la
necessità di favorire e ricercare sempre la cultura dell’incontro e che nei rapporti con le persone
servono ponti e non muri. Padre Leopoldo ha anche ripreso due documenti del Concilio Ecume-
nico Vaticano II, il decreto Unitatis Redintegratio sull’unità delle confessioni cristiane e la di-
chiarazione Nostra Aetate sulle
religioni non cristiane che riconobbero
la presenza di “semi di verità” anche
nelle altre Chiese cristiane e nelle altre
confessioni religiose, rispettivamente.
Il Concilio ha ribadito con forza che
Cristo è la Verità e l’unica Via per giun-
gere al Padre, ma si riconobbe il ruolo
delle altre realtà religiose nel contri-
buire all’elevazione morale del genere
umano. “…La Chiesa cattolica nulla ri-
getta di quanto è vero e santo in queste
religioni. Essa considera con sincero ri-
spetto quei modi di agire e di vivere,
quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa
crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli
uomini…La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l’unico Dio, vivente e sus-
sistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini.
Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sot-
tomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano
Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta
pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà
tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprat-
tutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno. Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e ini-
micizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato
e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per
tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà”. Prof. Fernando Palestini
Parola del Signore33’ doMenicA teMPo ordinArio Anno A
Dal VANGELO secondo MATTEO
in quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: un uomo partendo perun viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti,a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì... (Matteo25,14-30)
Analizziamo, subito, la figura del Padrone, egli viene presentato come molto generoso e fi-ducioso nei confronti dei tre incaricati, infatti consegna loro molto denaro da gestire; fa unaconsegna personale dei beni, quindi conosce e rispetta la loro individualità; dà delle sommediverse a ciascuno di loro, indicando così la conoscenza e il rispetto delle capacità e dellepotenzialità di ciascuno di loro. Da questa piccola analisi, notiamo come Gesù presenta ilPadre, perché è Lui il Padrone, come un genitore che ha fiducia in noi, è molto generoso neinostri confronti, ci conosce ad uno ad uno e ci dà incarichi adatti alle nostre forze, alle nostrecapacità. Dall’altra parte notiamo come gli incaricati (noi) abbiano un atteggiamento diversol’uno dall’altro. Due di loro si danno molto da fare, “trafficano ” con i beni loro assegnati eriescono a farli fruttificare fino al doppio, ad entrambi viene riservato lo stesso premio a pre-scindere dal ricavato, ad entrambi dice :” Bene, servo buono e fedele, sei stato fedele nelpoco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone “ . Il terzo incaricatoinvece si comporta in maniera diversa, non “traffica “ il suo talento, ma lo lascia, figurati-vamente, marcire sotto terra, il suo “ non lavoro “ è ovviamente infruttuoso e infatti vieneredarguito dal Padrone con gli aggettivi : malvagio, pigro e inutile. Il Padrone sottolineacosì la sua completa delusione e il suo dispiacere per il comportamento del suo fiduciario,che viene colto dalla inevitabile punizione.
L’affermazione che viene fatta dal Padrone:”A chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbon-danza; ma a chi non ha sarà tolto anche quelloche ha “; ai nostri orecchi potrebbe sembrarestrana, anzi quasi ingiusta, ma per capire beneil significato di questa frase, dobbiamo dare ilgiusto significato alla parola “talenti” così dainquadrare bene il discorso del Padrone. Se laparola talenti, la sostituiamo ad esempio con“capacità di amare” vediamo che il significatoappare più comprensibile; infatti è noto comequesta capacità (talento) più viene esercitatapiù aumenta, più amiamo, più lo Spirito di Dio
che è in noi può espandere la nostra CARITAS, più ci conformiamo a ciò che Dio vuole danoi, più gli siamo vicini. Al contrario, meno amiamo, meno usiamo la nostra capacità diamare, più il nostro cuore si indurisce, diventa gelido, in pratica ci allontaniamo da Dio,fonte di amore. Per questo chi ama, seguendo il dettato di Gesù, ingrandisce questa sua ca-pacità, mentre chi non ama, sarà sempre più lontano da quella fonte e più inaridirà il suocuore. Chiediamo al Signore di aiutarci ad amare sempre più per essere sempre più similia Lui. RICCARDO
PILLOLE DI SAGGEZZA
QuAndo coMinciAte Ad AMAre, dio coMinciA Ad ABitAre nellA vostrA AniMA (S.Agostino)
solo l’AMore conosce il seGreto di ArriccHirsi donAndo (C. Brentano)
A siPArio cAlAto Alla fine, Brittany “doveva” morire…i dubbi ci assalgono: davvero ha scelto “liberamente” di togliersi la vita? Quanto ha pesatonella sua decisione il fatto che, in un certo senso, “ormai” si era “esposta” agli occhi del mondo?e se avesse pensato di non poter più tornare indietro, perché il clamore suscitato era statotroppo grande? e’ andato in scena una sorta di terribile “truman show”
Alla fine Brittany ha deciso che non voleva piùvivere. Anzi, per usare il linguaggio politica-mente corretto tanto in voga, si è avvalsa dellafacoltà di interrompere autonomamente la suavita. Così si è messa a letto, circondata dalla suafamiglia, ha preso le pillole che si era fatta pre-scrivere ed è morta. Non per il cancro al cer-vello, ma di sua spontanea volontà.
Alla fine Brittany ha de-ciso che non voleva piùvivere. Anzi, per usare illinguaggio politicamentecorretto tanto in voga, si èavvalsa della facoltà di in-terrompere autonoma-mente la sua vita. Così si èmessa a letto, circondatadalla sua famiglia, hapreso le pillole che si era fatta prescrivere ed èmorta. Non per il cancro al cervello, ma di suaspontanea volontà. Nel dare la notizia, la mag-gior parte dei titoli online si è orientata sul sui-cidio, non sull’eutanasia. Come a voler marcarecomunque una qualche distinzione nel raccon-tare l’epilogo di una storia dolorosa. Eppure, ora che tutto è finito e nella speranzache Brittany abbia finalmente trovato la pace,non si può fare a meno di chiedersi: davvero hascelto “liberamente” di morire? In altre parole,quanto ha pesato nella sua decisione il fatto che,in un certo senso, “ormai” si era “esposta” agliocchi del mondo? Per fare un esempio molto terra-terra, quando siinizia una dieta, soprattutto se particolarmenteferrea, il consiglio più caldeggiato è quello didirlo a più persone possibili, di formare ungruppo di auto mutuo aiuto, di cercare una com-munity solidale anche online. In questo modo,si sostiene, da un lato più persone ti potrannoaiutare a rispettare il tuo proposito appoggian-doti attivamente e, dall’altro, tu ti sentirai mo-ralmente vincolato a portarlo avanti emantenerlo proprio per l’impegno preso conloro. Brittany ha scelto una condivisione ose-remmo dire “estrema”, ovvero di rendere pub-blica l’ultima parte della sua vita con il contoalla rovescia verso il punto di non ritorno. Ildubbio che resta è che, suo malgrado, si sia tro-
vata in una situazione più grande di lei. MicheleSerra, in una sua “amaca” di pochi giorni fa,aveva messo in guardia contro la difficoltà di pa-droneggiare l’esposizione mediatica: facile dainnescare, impossibile da contenere. “Mancasolo che sia la conta dei clic (un televoto aggior-nato)” – ha scritto Serra – “a stabilire se equando Brittany deve morire”.
Ecco, chiunque si occupi di co-municazione dovrebbe onesta-mente almeno porsi ilproblema: e se Brittany avessepensato di non poter più tornareindietro, perché il clamore su-scitato è stato troppo grande? Aripercorrerle sono state setti-mane di campagna mediaticamartellante, di ossessione inte-rattiva per ogni suo gesto, ogni
sua parola. Si seguiva l’avanzare inesorabiledella sua “to do list” prima di morire, e sono statimigliaia i messaggi lasciati sul sito internet co-struito appositamente. I social network si sonoscatenati: i suoi video, i suoi appelli e le sue in-terviste, diffusi con mirata tempistica, sono di-venuti rapidamente virali, con coda di commentiinclusa. Senza contare il colpo di scena a qua-rantott’ore dalla data fatale, un “forse ci ripenso”che aveva rinfocolato le speranze di chi le chie-deva di non arrendersi, causando un sobbalzo dipartecipazione e una pletora di glosse.Una sorta di terribile Truman show consapevole,in cui il mondo ha vissuto quasi in diretta le ul-time avventure terrene di una ragazza bella esfortunata. E l’aggettivo qualificativo riferito alsuo aspetto fisico non è pleonastico, forse ci-nico, ma sollevato nientemeno che dal bioetici-sta Arthur Caplan che ha concluso che sì,Brittany ha spostato il modo di guardare al di-battito sull’eutanasia proprio perché giovane,carina, appena sposata. Testimonial perfetta(“Tu... eri vero! Per questo era così bello guar-darti!” dice Cristof, il regista-padrone, a Trumanche vuole uscire dalla trappola del sistema) perfar breccia su un elettorato giovane, sensibile, ein grado di esercitare una consistente pressionemediatica sulle istituzioni con la semplice pres-sione di pochi tasti sullo smartphone: share, like,tweet.
3Anno XXXI
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Pastorale Giovanile, un sogno che continua FestA del ciAo PArroccHiA sAn Pio X.sABAto 7 e doMenicA 8 noveMBre.In segreteria ci si appresta a preparare il pros-
simo incontro di novembre, “Sentieri di spiri-tualità”
Da tempo la nostra diocesi non godeva di unapastorale giovanile ma la passione e la voglia diunire i ragazzi hanno spinto qualche nostro sa-cerdote a voler riformare un gruppo che si oc-cupasse di loro, dei giovani, che s’interessassedel loro percorso come cristiani e come futuriadulti. La storia della nostra pastorale giovanilecomincia nel settembre del 2013, quando donPierluigi Bartolomei, don Matteo Calvaresi, donGuido Coccia, don Giuseppe Giudici, don LucaRammella e don Roberto Traini organizzaronoun ritiro a Montemonaco convocando un paio digiovani da ogni parrocchia della diocesi per fareil punto della situazione.Timidamente, hanno co-minciato a conoscersi inquesto primo incontro,che portava il nome di“Sichem”, come la cittàin cui il popolo d’Israele,terminato l’esodo, rin-novò l’alleanza con il suoDio prima di entrare nellaterra promessa.
I ragazzi di Sichem nonerano molti, ma abba-stanza perché l’unionedei loro cuori facessescattare in loro qualcosa:la voglia di formare dinuovo un gruppo simile auna grande famiglia e distringere amicizie al di làdel confine parrocchiale.
Dopo Sichem, i sacerdoti cominciarono a cre-dere a questo grande progetto e a convocare i ra-gazzi per le riunioni: a dicembre venneorganizzato il primo incontro di pastorale pressola parrocchia di San Filippo Neri, come salutoal vescovo Gervasio al quale partecipò un nu-mero così alto di giovani cui la pastorale nonaveva pensato; a gennaio invece venne preparatal’accoglienza al nuovo vescovo Carlo e il ve-
nerdì di Pasqua i giovani di tutta la diocesi sisono ritrovati ancora una volta insieme, ad Ac-quaviva, per vivere la passione di Cristo adoran-dolo dal crocifisso duecentesco proveniente daMontalto. A giugno la GMG Diocesana ha vistopartire circa 30 ragazzi che, a piedi e con glizaini in spalla, hanno girato tutta la nostra dio-cesi e portato il loro sorriso e la loro voglia divivere a Colonnella, Sant’Egidio, Castignano,Montalto, Ripatransone e San Benedetto delTronto. Il prossimo appuntamento per i ragazzidella nostra diocesi si estende a più giorni ed èfissato al 28, 29 e 30 novembre: i “Sentieri dispiritualità” sono aperti a tutti i giovani dai 17ai 35 anni che con coscienza decidono di rita-gliare un momento per loro, per scostarsi datutto ciò che il mondo artificiale ci ha costruito
intorno e vivere duegiorni nell’amicizia,nella preghiera e nellacondivisione.
Ad oggi la segreteria dipastorale giovanileconta, oltre che i sacer-doti sopra citati, NicoleDe Micheli della parroc-chia di Madonna dellaSperanza, Simone Ga-lieni e Remigio Gian-netti di Madonna diFatima, Stefano Merliproveniente dalla SS.Annunziata, MariaFrancesca Novelli ,Arianna e Floriana Pale-stini di Santa Mariadella Marina. La segre-teria ha visto numerosi
educatori di giovani partecipare al PG Forum,l’incontro organizzato l’11 ottobre e animatodalla pastorale giovanile di Senigallia, cui la no-stra segreteria è molto legata. In virtù di questaamicizia, nel prossimo futuro gli amici della no-stra segreteria verranno ospitati insieme al ve-scovo Carlo dalla pastorale di Senigallia pervedere attraverso i loro occhi il cammino con igiovani di don Paolo e don Andrea (responsabiledella PG di Senigallia).
Una grande gioia nello scoprire i talenti di cia-scuno e metterli al servizio di tutti: Ma chebella invenzione Divertente, intensa, sorpren-dente, sono alcuni degli aggettivi che i ragazzie i bambini della Parrocchia di San Pio Xhanno usato per descrivere le giornate di sabatoe domenica, dove hanno fatto FESTA. Ma chebella Invenzione, hanno pensato dopo aver ri-flettuto insieme sulla parola di Dio (Mc. 6,45-52) grazie al gruppo di ACG che ha rappresentatoil brano biblico dell’annoassociativo. Occhi ridentie lingue veloci per com-mentare, e orecchie tesead ascoltare il Parroco,Monsignor Vincenzo Ca-tani, spiegare la Parola,rendendola comprensibileanche ai più piccini.Poi tutti a cercare gli ele-menti necessari per rea-lizzare l’ESPERIMENTOSCIENTIFICO, non pri-ma di aver fatto ordine in laboratorio con il Dr.Leo e la D.ssa Provetta, interpretati magistral-mente da due giovani e pimpanti educatori.I ragazzi e i bambini, guidati dai loro AssistentiScientifici (educatori) hanno giocato per tuttoil pomeriggio di sabato 8 novembre, ed ognigruppo ha trovato, alla fine delle prove speciali,i vari elementi dell’esperimento, aiutando cosìil dr. Leo e la d.ssa Provetta per la sua riuscita.Domenica mattina tutti di nuovo in laboratorio,per preparare il migliore esperimento scientificodel mondo: la Santa Messa domenicale. Ibambini e i ragazzi si sono presentati alla co-
munità creando un grande e complesso mac-chinario, pieno di ingranaggi di forma e di-mensione diversa. Ogni ingranaggio aveva ilnome del ragazzo che lo ha preparato. In questomodo gli acierrini hanno messo a disposizionedella comunità loro stessi, le loro capacità.Trepidazione ed emozione nei loro volti quandotutti hanno partecipato attivamente alla cele-brazione, chi leggendo le preghiere, chi portandoall’altare le offerte, tra le quali c’era anche un
circuito elettrico funzio-nante, preparato dai ra-gazzi della terza media.Il circuito aveva dellepiccole lampadine cherappresentano i ragazzi,tutti collegati tra loro,perché solo così possonorisplendere, e alla batteriainesauribile che è Gesù.Ed ecco l’interruttore chefa si che si accendano lelampadine: esso rappre-
senta la volontà di ognuno di seguire o menol’insegnamento e l’esempio di Gesù. Viva edemozionata anche la partecipazione dei genitori,aiutati a riflettere dalle attività che hanno coin-volto i loro figli, ma anche partecipativi al-l’animazione della liturgia. Tutto da Scoprire èlo slogan dell’iniziativa annuale dell’AzioneCattolica dei Ragazzi, che li accompagnerà du-rante tutto l’anno. I ragazzi hanno quindi iniziatocon gioia e bellezza, la preparazione per diventareveri apprendisti nella scoperta dell’amore diDio e dei fratelli. (Nicola Antolini – PresidenteParrocchiale di AC – San Pio X)
La Pastorale Sociale si prefigge l’obiettivo di
aiutare la Chiesa locale in tutte le sue articola-
zioni territoriali a definire ed attuare percorsi ef-
ficaci per la “nuova evangelizzazione”, in
relazione ai grandi cambiamenti in atto nel
mondo sociale. Supporta la Chiesa in tutte le sue
articolazioni territoriali nel definire percorsi di
“nuova evangelizzazione” in relazione ai grandi
cambiamenti in atto nel mondo. Ha la vocazione
e missione di testimoniare la fede comunitaria in
riferimento ai valori fondamentali della dottrina
sociale della Chiesa si impegna nel far crescere
la partecipazione alla vita cristiana attraverso ini-
ziative di formazione e sensibilizzazione in di-
versi ambiti:
Chiesa e societàSalvaguardia del CreatoLavoro Formazione al socio - politico Tra le sue finalità evidenziamo:
lo studio e l’approfondimento dei problemi pa-
storali inerenti alla vita sociale e al mondo del
lavoro; curare gli ambiti pastorali in sintonia con
il vescovo; promuovere i documenti del Magi-
stero; la cura della formazione degli operatori di
pastorale sociale e del lavoro; il sostegno alle at-
tività attinenti la promozione umana, con speci-
fica attenzione pastorale ai vari settori produttivi
e imprenditoriali (agricola, industriale, artigia-
nale, commerciale, dei servizi), sindacali e del
Terzo Settore; l’elaborazione e la realizzazione
di progetti con ricadute nel mondo del lavoro e
del sociale in genere, in modo particolare attra-
verso il Progetto Policoro; un contributo per il
sostegno e il coordinamento dei referenti parroc-
chiali e cittadini, avvalendosi anche di esperti e
di gruppi di lavoro; la preparazione e lo svolgi-
mento di convegni, seminari, corsi di forma-
zione, master, dibattiti, tavole rotonde, confe-
renze; la sensibilizzazione delle comunità cri-
stiane a recepire i valori e i problemi della società
attuale con particolare attenzione ai lavoratori, ai
rapporti collettivi che caratterizzano il mondo del
lavoro e la società contemporanea;
la predisposizione di iniziative specifiche, orien-
tate a promuovere una presenza di Chiesa nel
mondo del lavoro e del mondo del lavoro nella
Chiesa e a favorire il coordinamento tra le forze
operanti in diocesi; il mantenimento dei rapporti
con le varie realtà e le strutture nelle quali si ar-
ticolano il mondo del lavoro e la società civile,
promuovendo e/o partecipando attivamente a
consulte ed assemblee.
Priorità:
Grande impegno si vuole dedicare, in questa
fase, a due importanti attività: da un lato la for-
mazione all’impegno sociale e politico attraverso
“laboratori di formazione al bene comune”;
dall’altra la questione lavoro con l’attuazione del
Progetto Policoro, in stretta collaborazione con
la Caritas e la Pastorale giovanile. Promozione
avviso pubblico microcredito per l’avvio di im-
presa per giovani. Promozione multifunzione
dell’ agricoltura e fattorie sociali.
Equipe servizioCon queste finalità e priorità, condivise dal no-
stro Vescovo, si rende necessaria una equipe di
persone che per volontà di S.E. Carlo Bresciani
rappresentino il territorio della diocesi, e siano
persone motivate e competenti nel settore. Per-
tanto si richiede ai sacerdoti coordinatori delle
varie Vicarie di indicare dei nominativi e relativi
recapiti telefonici per poi essere contattati.
Un cordiale saluto ed un sincero grazie per la
collaborazione comunitaria. Franco Veccia
Mail: [email protected] Cell.: 3331492083
Servizio Pastorale Sociale e del Lavoro Diocesi di S. Benedetto del Tronto
4 Anno XXXI
16 Novembre 2014PAG
I festeggiamenti per tale ricorrenza sono ormaiconclusi; dopo la celebrazione della data storicadel 9 settembre scorso nella comunità e contanti amici, ho vissuti altri momenti altrettantoricchi di particolari emozioni, prima in famigliaa Bologna e poi a Roma nell’ incontro quasipersonale con Papa Francesco.Durante le mie vacanze in famiglia, ho consi-derato doMenicA 5 ottoBre una datastorica e provvidenziale: mentre a Roma siapriva il Sinodo sulla famiglia, io con tutti imiei familiari, circa una quarantina, vivevo unagiornata luminosa di affetti e particolarmentemotivata per festeggiare il mio 50° di Consa-crazione oltre la ricorrenza della prima decadedegli incontri annuali dell’intera mia famiglia;tale giornata è un segno molto positivo per tutti,è forte la motivazione per organizzarla nelmodo più opportuno e piacevole. Ogni anno, in-fatti, l’ organizzazione di tale giornata venivaaffidata a un figlio con la sua famiglia in ordinedi età; poi ai nipoti che si sono mostrati, per laloro giovane età, vivaci ecreativi. Ora sento vivagratitudine a Mons. Testi
rettore del Santuariodella “Beata VergineMaria” di San Luca diBologna di aver potutofesteggiare, domenica 5ottobre u.s., con l’in-tera mia famiglia che,vive in quella città da de-cenni, il mio 50° di vitaconsAcrAtA nellaCongregazione delleSuore di San GiovanniBattista, fondata dal sa-cerdote, il Beato AlfonsoM. Fusco nel 1878 inAngri (SA); il rettore orgoglioso e con gioia miha inserito, ben volentieri, nella celebrazioneEucaristica delle ore 10,30 presieduta da luistesso e mi ha concesso di poter ringraziare elodare il Signore pubblicamente del grandedono della chiamata e poter rievocare i motiviessenziali della mia risposta a Lui, mi ha sug-gerito di dare una breve testimonianza di vitaconsacrata al popolo di Dio. Avendo ricevutomolto da Gesù, mi sono resa disponibile ed ho
testimoniato alla mia famiglia e a tutti presentila gioia della fede adulta e della fedeltà al Si-gnore. Con la sua presenza al nostro fianco tro-veremo sempre l’aiuto necessario per ognipasso e le parole giuste per annunciarlo..In famiglia, nell’attesa del giorno per recarci aRoma e partecipare all’udienza generale diPapa Francesco, ognuno comunicava gioia euna certa ansia; con un discreto numero di fa-miliari, giovani e meno giovani; eravamo pre-senti in Piazza San Pietro mercoledì 8 ottobreper ascoltare la parola forte del Papa; a diffe-renza dei miei, a me fu dato un biglietto riser-vato per il posto sul sagrato per salutare
personalmente il SantoPadre; nel cuore avver-tivo forte il sentimentodell’incontro con una per-sona che conquista icuori, poi, al momentogiusto lui, il Papa, strin-gendomi le mani e fissan-domi intensamente con isuoi occhioni penetranti,mi ha donato la ricchezzadella sua personale bene-dizione.Ringrazio, in modo parti-colare Papa Francescoper la sua persona ricca diDio e capace di coinvol-gere ogni nella ricercadella verità; riconosco
che le vie del Signore sono insondabili, ma incerti momenti sorprende, anzi invita a scorgerei germogli del suo campo e, aver il coraggio diriconoscere la sua generosità e abbondanza digrazia. Egli opera sotto i nostri occhi continua-mente e spesso ci rende non solo spettatori dellesue meraviglie ma soprattutto testimoni dellasua resurrezione. Grazie Signore dal profondodel mio cuore.
suor Alfonsa ha festeggiato il 50° di vita consacrata in famiglia
sAn Benedetto deltronto - Il centro Missio-
nario Diocesano ha lo scopo di sostenere e co-ordinare la pastorale missionaria sul territoriodiocesano e in tutto il mondo.Il principale responsabile della vita missionariaè il Vescovo, che agisce con gli altri settori pa-storali nell’elaborazione e nell’attuazione delpiano pastorale della Diocesi.Il Centro Missionario predispone e realizza per-corsi animativi e formativi volti a far riscoprirel’impegno missionario come realtà costitutivadella Chiesa, coordina le iniziative e le raccoltedi offerte a carattere missionario promossenell’ambito della Diocesi, dandone puntuale re-soconto alla comunità ecclesiale locale e pro-muovendo la partecipazione della stessa allecollette missionarie a carattere universale.Inol-tre il Centro promuove la cooperazione con lealtre Chiese del mondo, attività di collabora-zione in progetti di evangelizzazione e di svi-luppo. Il Centro è fondamentale nel contestodiocesano al fine di sensibilizzare i fedeli ai bi-sogni delle Chiese più povere e alle iniziative
di solidarietà in loro favore. In relazione a taleaspetto, ascoltiamo le parole di Italo Scoccia,Padre Comboniano:“Il Centro Missionario Diocesano dovrebbe es-sere motore per questa sensibilizzazione dellacomunità cristiana nelle diverse Diocesi chepossono anche sensibilizzarsi a delle necessitàspecifiche prioritarie quando si scopre che c’èun’emergenza, c’è sempre una risposta privile-giata. Poi, in una società piuttosto indifferente,ci vuole certe volte il riferimento diretto, con-creto, preciso, progetti ben definiti per poterscuoterci dal nostro letargo e il Centro Mission-ario Diocesano può utilizzare anche questostrumento di conoscenza di realtà particolariper motivare e per preparare questa sensibilitàmissionaria che poi dopo si riversa anche intutte le altre direzioni della pastorale, perché laDiocesi o è missionaria o non è chiesa di GesùCristo. Infine, il Centro Missionario Diocesanodovrebbe coinvolgere ed unire gli sforzi di tuttiperché si possa essere più incisivi, perché latestimonianza di chi cerca di far bene possa an-imare ad altra persone”.
sAn Benedetto del tronto - PadreItalo Scoccia è da un mese uno dei rappresentantidei Missionari Comboniani. 64enne marchigianonatìo di Ripe San Ginesio (Macerata), ha recen-temente visitato la nostra Diocesi.Lo abbiamo in-contrato a San Benedetto nella sede di Via Pizzidell’Ufficio Missionario Diocesano, in cui ci haspiegato non solo la sua attività missionaria, male difficoltà di contesti difficili come il SudSudan, neonata realtà statale del nostro Mondo.Padre italo come è nata questa vocazione,dapprima in Perù e poi in una neonatanazione dell’Africa, il sud sudan? “Fin dapiccolo desideravo essere missionario e unprimo ricordo lo avevo all’età di otto anni,quando ho fatto piangere mamma perché le dissiche volevo essere un missionario in Africa. Nonho potuto mai togliere dal mio cuore questodesiderio, la cosa più bella che poteva suc-cedere. In quel tempo non si poteva partire senon si era sacerdoti o religiosi, per cui entrai inseminario, prima dai salesiani, poi nella Diocesiper poter partire, per poter andare in missione.La prima occasione che ho avuto fu dare il cam-bio a un sacerdote fidei donum che ritornava daLima. La Diocesi di Camerino aveva tre sacer-doti in una periferia poverissima della città diLima e uno dopo nove anni aveva chiesto di fareil cambio e io ho preso al volo questa occasionee sono stati gli anni più belli della mia vita, dod-ici anni tra la gente semplice e povera che peròaccoglie il Vangelo e da frutti di solidarietà e divita Cristiana insomma. Quando è morto miopadre, mia mamma è rimasta sola e sono ritor-nato in Diocesi e adesso che anche mamma sen’è andata, vorrei dedicare il tempo e la vita cheil Signore mi dà a questa salute per andare inAfrica finalmente e compiere il grande desideriodella mia infanzia”. A tal proposito, qual è ilsuo ruolo all’interno dei Padri comboni-ani?“Sono appena nato come Comboniano, hofatto i voti un mese fa (una settimana fa al tempodelle riprese, ndr.) è mio desiderio andare in SudSudan. Ci sono stato solo un mese l’anno scorsoprima che cominciasse la guerra, in una mis-sione nel nord di questa Nazione, la più giovanedella Terra e anche la più povera con tante dif-
ficoltà per poter costruire la propria storia. Iovado per essere presenza di una Chiesa checerca di aiutare il popolo a vivere nella pace ead essere protagonista perché questo è l’idealedei Comboniani, da San Daniele Comboni, “sal-vare l’Africa con l’Africa”. come ha vistol’aspetto evangelico in quest’esperienza?“Miha sorpreso come i comboniani s’inseriscono elavorano con la povera gente come il Vangelo èannunciato ai poveri e come questo crea comu-nione, crea speranza con piccoli segni, piccolestrutture, piccole iniziative come la scuola di ed-ucazione all’agricoltura e all’allevamento. Sonosegni di speranza, piccole cose, perché poi lagente stessa possa progredire e organizzarsi, ècosi”. il sud sudan è una neonata realtàstatale al 70% popolata da cristiani e vi sonostate delle persecuzioni. cosa ha tratto dallasua esperienza? “Le gravi situazioni (1 milionedi profughi, 10000 morti, ndr.) hanno creato unagrande tensione tra la gente e un grande disor-dine. Anche la nostra missione dove ero statol’anno scorso, è stata saccheggiata e bruciata.Si pensa ad una presenza più semplice, più abasso profilo, dove il protagonismo sia più diret-tamente affidato alla gente del posto” come sipuò evangelizzare quest’area piena di tantedifficoltà?“ E’ quella che suggeriva il nostrofondatore San Daniele Comboni che quando nonera in Africa faceva animazione missionaria quiin Europa e andava in Francia, in Germania, intante parti chiedendo preghiera per la missionepiù difficile del mondo, così s’esprimeva DanieleComboni. Il Centro Africa è un territorio inospi-tale. Ci sono tante difficoltà climatiche per lasalute, per la stessa indole dei popoli che sonopopoli guerrieri, quindi la preghiera è la cosapiù importante, noi non siamo all’altezza diquesto compito. Diceva Comboni che questamissione è di tutta la Chiesa, è arrivato il mo-mento della redenzione dell’Africa Centrale e al-lora tutta la Chiesa deve unire le forze perchécollaborassero per l’evangelizzazione diquest’area”. Qual sarà il suo futuro mission-ario? “Se sarò mandato nel Sudan del sudvoglio dedicare la mia vita per i più poveri in-sieme con loro e facendomi povero con loro”.
come deve agire il centro Missionario diocesano nelle aree più povere del mondo?
a cura di Nicolas Abbrescia
A tu per tu con Padre italo scoccia
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Leggiamo Lc 5,27-32. Gesù chiama Levi;
poi Levi offre un banchetto al quale partecipano
anche Gesù e i suoi discepoli. Si veda il testo
parallelo di Mt 9,9-17 (Serie su Matteo n. 46).
1. Gesù vede e chiama Levi. «Dopo questo
egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, se-
duto al banco delle imposte, e gli disse: “Se-
guimi!”. 28Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo
seguì» (Lc 5,27-28).
Gesù «uscì e vide».. Uscì poco fuori della
città dove si ponevano abitualmente gli esattori
di tasse per controllare quelli che entravano in
essa. E’ lì che «vide» Levi. Mentre Matteo e
Marco usano il verbo eîden (aoristo da ôráô,
vedere), dandogli già un forte significato, Luca
usa un altro verbo più evo-
cativo, cioè, etheásato /
theáomai, che forse equi-
vale a “osservò» con un
particolare interesse che
nasceva da un amore pro-
fondo. Infatti, Luca usa
theáomai per le pie donne,
che erano venute con Gesù
dalla Galilea e dice che
«esse osservarono (etheá-
santo) il sepolcro e come
era stato posto il corpo di
Gesù» (23,55), ovviamente
per ben ricordare il posto e per ritornarvi e por-
tarvi, passato il sabato, «aromi e oli profumati»
(23,55.56). Cosa simile, ma con ancor mag-
giore intensità, fece Gesù stesso con Levi. Nel
passo parallelo di Mt 9,9 «Levi» viene chia-
mato “Matteo”. Dopo quello sguardo amoroso,
Gesù chiese a Levi di diventare suo discepolo:
«seguirmi». Con quel comando, che è grazia,
Gesù trasforma il pubblicano in apostolo. Levi
«lasciando tutto, si alzò e lo seguì». Come
Matteo, anche Luca presenta la generosa rispo-
sta di Levi; in più la rafforza con quel «tutto»
caratteristico del pensiero lucano. Nella realtà
si trattò di un distacco interiore che si realizzò
progressivamente nel tempo; non poteva la-
sciare all’istante la sua cassa doganale e gli im-
pegni che aveva con il capo dei gabellieri – a
Gerico, Zaccheo era «capo dei pubblicani» – e
dal quale dipendeva. D’altra parte il lasciare
tutto era quanto avevano fatto i Dodici: «Pietro
allora prese a dirgli: “Ecco, noi abbiamo la-
sciato tutto e ti abbiamo seguito”» (Mt 19,27).
In proprio, Luca estende questa povertà to-
tale per la sequela anche al singolo cristiano:
«Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi
averi, non può essere mio discepolo» (Lc
14,33). La prima beatitudine è per i poveri ef-
fettivi: «Beati voi, poveri» (6,20). Luca carat-
terizzerà la chiesa nascente come animata
idealmente da povertà e condivisione: «Tutti i
credenti stavano insieme e avevano ogni cosa
in comune; 45vendevano le loro proprietà e so-
stanze e le dividevano con tutti, secondo il bi-
sogno di ciascuno» (At 2,44-45). Però,
diversamente dai monaci di Qumran, nessuno
era obbligato a privarsi del dominio radicale dei
beni. Infatti, Pietro rimprovera Anania perché
ha mentito “allo Spirito Santo” dicendo che
stava dando agli Apostoli tutto il ricavato dalla
vendita; invece ciò non era vero. Quel campo,
«prima di venderlo, non era forse tua proprietà
e l’importo della vendita non era forse a tua di-
sposizione?... Non hai mentito agli uomini, ma
a Dio» (At 5,3-4). La colpa è l’aver mentito agli
Apostoli.
2. Levi offre un ban-
chetto. «Poi Levi gli preparò
un grande banchetto nella
sua casa. C’era una folla nu-
merosa di pubblicani e di
altra gente, che erano con
loro a tavola» (Lc 5,29a-30).
Levi invita i suoi colleghi e
altri amici per dare, con essi,
addio alla sua vita prece-
dente. Luca chiarisce – ri-
spetto a Matteo e, in parte, a
Marco – che fu Levi a offrire
il banchetto. Così Luca intro-
duce il tema ricorrente in lui, di Gesù che man-
gia con i peccatori, in vista del loro
ravvedimento.
3. La critica contro Gesù e i discepoli. «I
farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano
ai suoi discepoli: “Come mai mangiate e be-
vete insieme ai pubblicani e ai peccatori?”» (L
5,30). Accogliendo l’invito del pubblicano
Levi, qui messo simpliciter nella categoria dei
peccatori, Gesù e i suoi discepoli hanno trasgre-
dito gli obblighi di separazione che i rabbini im-
ponevano. Anche altrove: «I farisei e gli scribi
mormoravano dicendo: “Costui accoglie i pec-
catori e mangia con loro”» (Lc 15,2).
4. La risposta. «Gesù rispose loro: “Non
sono i sani che hanno bisogno del medico, ma
i malati; 32io non sono venuto a chiamare i giu-
sti, ma i peccatori perché si convertano”» (Lc
5,31-32). In queste sue parole Gesù presenta il
vero contenuto della sua missione, quello della
salvezza. Rispetto a Marco, Luca aggiunge –
letteralmente – «alla conversione», metánoian:
da realizzare nell’ambito della comunità eccle-
siale. Conclusione. Coltiviamo l’impegno mis-
sionario verso i lontani in vista del loro ritorno
a Cristo e alla Chiesa: «Mi sono fatto servo di
tutti per guadagnarne [a Cristo] il maggior nu-
mero» (1Cor 9,19)[email protected]
La seconda controversia: sono venuto a chiamare i peccatori
30. LA VOCAZIONE DI LEVI
lunedì 17 noveMBre
Ore 10.30 San Benedetto Tr. - Episcopio: Collegio dei Consultori
MArtedì 18 noveMBre
Ore 16.00 Grottammare-Chiesa Madonna della Speranza: S. Messa per il Movimento sacerdotale mariano
Mercoledì 19 noveMBre
Ore 21.00 San benedetto Tr. - Teatro S. Filippo Neri: Incontro formativo diocesano
Giovedì 20 noveMBre
Ore 10.00 Ripatransone - Ritiro del CleroOre 21.15 Grottammare - Chiesa di
S. Agostino: presentazione del libro di d. Giorgio Carini
venerdì 21 noveMBre
Ore 10.00 San Benedetto Tr. - Porto: visita ai pescatori
Ore 16.00 Cattedrale: ConfessioniOre 18.00 Chiesa S. Pio X: S. Messa per la
Virgo fidelisOre 20.00 Padri Sacramentini: Lezione alla
scuola di formazione teologicasABAto 22 noveMBre
Ore 16.00 San Benedetto Tr. S. Messa per l’ASMO
doMenicA 23 noveMBre
Ore 17.30 San Benedetto Tr. - Cattedrale: S. Messa per la Solennità di Cristo Re
Impegni Pastorali del Vescovo
DAL 17 AL 23 NOVEMbrE 2014
Per la riflessioneCon la nostra libertà possiamo fare male,molto male, a noi stessi e agli altri. Con lasua libertà l’essere umano ha fatto guerre,ha ucciso, ha compiuto ogni genere di de-litto. Spetta a noi guidare la nostra libertà albene. Ciò implica la necessità di educare lalibertà: vale non solo per i bambini e i ra-gazzi, ma per tutti. È veramente libero solocolui che ha imparato ad amare e fare ilbene, per questo “la verità vi renderà liberi”(Gv.8,32). Uso la libertà che Dio mi ha do-nato pensando solo a me e ai miei desideri ointeressi, o penso anche agli altri e alle loro
necessità? Facciosolo ciò che mipiace al momento ocerco di fare ciòche è utile a me,alla mia famiglia,agli altri, anchese a volte micosta? So rinun-ciare alla mia li-bertà per rispettare l’altro e i suoi dirittioppure uso la mia libertà per impormi suglialtri? Impegno la mia libertà e il mio tempoanche per costruire la comunità cristiana?
“NOI ANNUNCIAMO CRISTO CROCIFISSO” (lettera pastorale, 7ª parte)
sAn PAolo e lA liBertÀ cristiAnA
Paolo quando scrive ai Corinti che la fede in quel Gesù che hannoaccolto deve tradursi in precise scelte di vita non intende affatto ne-gare la libertà del cristiano. Ricorda solo che la libertà non sta nellasciarsi guidare dai propri desideri secondo la mentalità del “tuttomi è lecito” (cap. 6, 12 e 10, 23). Egli dice loro che la libertà senzaverità genera solo schiavitù, degrado umano e violenza, e che la ve-
rità che salva e ci rende veramente liberi è solo quella annunciata da GesùCrìsto. La fede che non diventa novità dj vita nella carità rischia di essere ridotta a fantasticherieinutili, incapaci di liberare l’essere umano delle molteplici schiavitù personali e sociali. Una libertànon guidata dalla carità genera negative conseguenze umane, relazionali e comunitarie. I Corintiinvocavano la propria coscienza a sostegno della libertà di agire come meglio credevano. Paoloricorda loro che il principio che deve guidare il giudizio della coscienza è l’amore di Dio e lacarità verso il prossimo per il quale Gesù ha dato la sua vita (cap. 8, ii). La libertà della coscienzaè per il bene, non per la ricerca dei propri interessi (cap. 10, 24). Il cristiano si confronta e si lasciagiudicare dalla Parola di Dio non dai propri desideri spontanei, i quali renderebbero lecito tutto,perfino nella celebrazione eucaristica (cap. li, 17-34). Una libertà che lacera il corpo di Cristo cheè la Chiesa rende vana la salvezza portata da Gesù. Paolo sostiene che la libertà è certamente unvalore, ma non è il valore supremo cui deve fare riferimento la coscienza del singolo: il valoresupremo è la carità, che è amore di Dio e del vero bene dell’altra persona. È un insegnamentofondamentale da tenere sempre con fermezza, poiché la libertà, senza la carità, diventa violenzae provoca tante sofferenze a sé e agli altri. L’apostolo esorta a vivere nella libertà (“Cristo ci haliberati per la libertà”: Gal 5, 1; “fratelli siete stati chiamati a libertà”: Gai 5, 13), ma sa bene che,se la carità non guida la libertà, il risultato è la divisione anche nella Chiesa e porta a mordersi edivorarsi a vicenda, distruggendosi gli uni gli altri (cfr. Gai 5, 15). Non si può usare la libertà perfare il male a sé e agli altri: questo non è ciò che Dio vuole.
AvvisoAi reverendi sacerdoti, religiosi, diaconi della diocesi
“Ciascuno sia attento a come costruisce” (I Cor. 3,10)Carissimo,a nome del nostro Vescovo ti ricordo l’incontro formativo diocesano per tutti sulla Prima Letteraai Corinzi (capp. 5-11). Sarà offerto da don Andrea Andreozzi
Mercoledì 19 novembre alle ore 21.00presso il teatro s. Filippo neri in San Benedetto del Tronto.
Giovedì 20 novembreritiro del Clero presso le suore Teresiane a Ripatransone.
ProGrAMMAore 10.00: recita dell’ora media
Meditazione offerta da don Andrea AndreozziAdorazione Eucaristica
ore 12.00: Concelebrazione in suffragio dei vescovi, presbiteri, diaconi e familiari defunti in duomo
ore 13.00: Pranzo presso le suore teresiane - Condivisioneore 16.00: TermineCon molti auguri di ogni bene per la tua persona e per la tua comunità, ti saluto fraternamente.San Benedetto del Tronto, 28 ottobre 2014
Il Vicario GeneraleMons. Romualdo Scarponi
NOMINE e DECRETIIl Vescovo S.E. Mons. Carlo Bresciani in data 4 novembre 2014
ha nominatoDon Lorenzo Bruni Parroco della Parrocchia S. Maria in Viminato in località Patrignone(prot. n. 55/2014). La nomina ha durata nove anni.
e ha incaricatoDon Vincent Ifeme a collaborare con il Parroco nelle Parrocchie di S. Maria Assunta inMontalto, S. Maria in Viminato in Patrignone e S. Lucia in Porchia, mantenendo l’Ufficio diAmministratore Parrocchiale a S. Lorenzo in Rotella (prot. n. 56/2014).
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“Cari amici, tutto questo ci fa comprendere perchéle comunità cristiane riconoscono nel vescovo undono grande, e sono chiamate ad alimentare unasincera e profonda comunione con lui..” queste leparole di Papa Francesco in una recente udienza ge-nerale commentando il messaggio dell’apostoloPaolo rivolto a Tito. In questa chiave va letta la vi-sita del nostro pastore Carlo Bresciani che ha volutoedificare con la sua presenza la comunità di Ripa-transone, presiedendo le celebrazioni eucaristiche nelle giornate dell’1 e 2 Novembre. Non quindila volontà di ossequiare un privilegio antico dell’ex capoluogo diocesano, ma quella precisa diessere quanto più possibile vicino al popolo di Dio. Per la festa di Ognissanti il vescovo si èdunque recato in Duomo per la messa delle ore 11 sottolineando nella sua omelia come la comunitàCristiana sia una famiglia nella quale si cammina tutti assieme giovandosi del sostegno reciproco.In modo particolare santi e beati sono come i fratelli maggiori che con il loro luminoso esempioci indicano la strada che porta a Cristo, percorso tuttavia non disincarnato dalle fatiche della vitaquotidiana. Per la commemorazione dei fedeli defunti, invece, Mons. Bresciani ha presieduto l’eu-carestia presso il civico cimitero di Riaptransone nella chiesa francescana di Santa Croce, annessaall’ex convento dei frati cappuccini. Qui Il vescovo ha potuto anche venerare alcune reliquie tracui quella insigne della Santa Croce, di proprietà comunale ed esposta eccezionalmente per l’oc-casione, essendo custodita in municipio. Da rilevare la generosità di molti ripani che in questigiorni hanno avuto piacere di offrire fiori e candele per addobbare decorosamente questo luogo,oltre che per le tombe dei propri cari. Un ringraziamento doveroso va anche al diacono WalterGandolfi che con discrezione ed affabilità ha permesso in queste occasioni uno svolgimento dellaliturgia che favorisse la preghiera. Nell’omelia il presule ha voluto mettere in luce come la spe-ranza cristiana guidi il fedele a guardare oltre il limite della morte e l’importanza di mantenersiuniti con l’orazione ai propri cari defunti, in particolare ricordando doverosamente coloro chehanno dato la vita per la comunità ecclesiale: sacerdoti, religiosi e tanti collaboratori laici. Al ter-mine della liturgia tutta l’assemblea si è portata nel portico monumentale del cimitero, dove il ve-scovo ha guidato la preghiera e benedetto simbolicamente alcune sepolture, soffermandosi avisitare la tomba dei canonici del capitolo della cattedrale ripana. Sicuramente la presenza del no-stro pastore diocesano ha molto aiutato i fedeli a vivere questi momenti di festa e di riflessionenella comunione della chiesa. Silvio Giampieri
Monteprandone: Inaugurato il centro socio-educativo riabi-litativo “La Clessidra”.L’assessore regionale Canzian: “Questo centro è buona amministrazione in
momenti così difficili”.
Sabato 8 giugno alle ore 11,30, in via
2 Giugno , 38, Centobuchi, al termine
dei saluti istituzionali coordinati dal
Sindaco di Monteprandone, Stefano
Stracci, è stato tagliato il nastro inau-
gurale del nuovo centro socio- edu-
cativo –riabilitativo “La Clessidra”
rivolto alla cura dei ragazzi e degli
adulti portatori di disabilità psicologi-
che. La nuova struttura realizzata dal
Comune di Monteprandone opererà in
collaborazione con l’Ambito 21 ed è gestita da personale altamente qualificato. Il Vice presidente
della Giunta Regionale e assessore, Dott. Antonio Canzian, nel suo indirizzo di saluto ha ben sinte-
tizzato l’encomiabile operato del Comune di Monteprandone “questo centro rappresenta una scelta
di buona amministrazione in momenti difficili e di crisi come questi”. Erano presenti: il rappresen-
tante della Prefettura di Ascoli Piceno, i sindaci che hanno aderito all’iniziativa, il direttore dell’ASL
12 , Dott. Del Moro, il Parroco Don Alfonso che ha impartito la benedizione, la coordinatrice del
centro, Dott.ssa Alessandra Norcini, il vice-sindaco Sergio Loggi, gli assessori Stefania Grelli, Eme-
renziana Cappella, il consigliere comunale Alessio Capecci, il prof. Bruno Menzietti, consigliere
provinciale e l’ex assessore comunale ai servizi sociali, Giacinta Maoloni. FC.
ventiquattresimo convegno Fides vitaSi è concluso domenica scorsa il ventiquattresimo Con-vegno Fides Vita, ed anche quest’anno è stata una me-ravigliosa edizione, un aiuto al cammino quotidiano diciascuno. Sicuramente tra gli appuntamenti più attesi c’era l’incontro-testimonianza con la vedovadel carabiniere Antonio Santarelli, ucciso da un giovane fermato dalla pattuglia di Santarelli al ri-torno da un rave party in una località toscana. Sul tavolo del palco, al nostro Convegno, si sonosedute una accanto all’altra, Claudia Francardi e la madre del giovane colpevole, Irene Sisi. Unastoria di perdono e di amicizia che non può che provocare a un cambiamento. La giornata di sabato1 novembre è stata all’insegna della santità, perché dopo un incontro come quello appena accen-nato, il pomeriggio è stato segnato dalla testimonianza di tanti amici della nostra Compagnia, ilmarito di Alessandra Amabili Pilota, Marino; la grandissima Fiorella, l’infermiera amica di Ales-sandra nonché l’ infermiera di “tutti”, l’infermiera delle infermiere…e Stefano e Cristina, duecari amici della famiglia di Alessandra. La serata poi è stata vissuta festeggiando per la gioia diCristo presente in mezzo a noi. Ogni incontro è stato nel segno di un’Amicizia grande, vera, comequella che ci lega a Mons. Emilio Rocchi, dell’arcidiocesi di Fermo; come quella con i nostri ca-rissimi amici di Fides Vita Claudio Carloni e Silvia Cingolani che hanno concluso il nostro Con-vegno. Immancabile la benedizione dei padri della chiesa con la presenza del vescovo CarloBresciani e del vescovo emerito Gervasio Gestori. Durante la settimana è stato possibile visitarele mostre, quest’anno si è avuto l’onore di avere due giorni con noi la signora Demetrescu, mogliedi Camilian, un artista rumeno le cui opere sono state esposte con le altre mostre presenti al Con-vegno. Per concludere, un grazie infinito al Signore per averci donato Nicolino, sempre presentein mezzo a noi come un indomabile testimone di Cristo che non può che attrarre. Moina Maroni
rIPATrANSONE
due MoMenti di FestA e riFlessione vissuti
col vescovo cArlo
Presentazione del libro II edizione
Modera la scrittrice Antonella Roncarolo
Intervengono:Stefano Stracci - Sindaco del Comune di Monteprandone
- Antropologa Grazia MandrelliFranca Maroni Anna Rosa Romano
- Giornalista- Sociologa - Poetessa
Maria Rita Bartolomei
Mostra fotografica dei Valorosi Piceni della I Guerra Mondiale
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in collaborazione con Studio Campanelli Fotografo
Asilo infantile “M. Immacolata”
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di Graziella Carassi
Graziella Carassi
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- Sindaco del Comune di MonteprandoneAntropologa-
- Sociologa i
del Comune di Monteprandoneoga G
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di MonteprandoneGrazia MandrelliAnna Rosa Romano
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Guerra Min collaborazione con Studio Campanelli Fotografo
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A Montedinove lA secondA edizione dellA scuolA dellA PArolA
Il Ministro dei Minori Conventuali Padre Corsini ripropone ai fedeli la sua catechesi mensile.
Il primo incontro mensile con la lettura orante della Parola diDio per la Vicaria della Beata Maria Assunta Pallotta (la cui me-moria liturgica è stata celebrata in Diocesi proprio il giorno 7novembre u. s.) si è svolto giovedì 6 novembre c. a. a Montedi-nove, presso il Convento di S. Tommaso di Canterbury. Esso èstato come sempre diretto e guidato da Padre Giancarlo Corsini,Provinciale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, che noipartecipanti abbiamo salutato con entusiasmo, per il fatto dipoter riascoltare e interiorizzare la “Lectio divina” che egli consapienza e conoscenza sa proporci. In seguito alla Lettera pa-storale del nostro Vescovo “Noi annunciamo Cristo crocifisso…”, e in riferimento al cammino evangelizzatore di San Paoloapostolo, il nostro relatore baserà il suo ciclo di lezioni mensilisulla prima Lettera ai Corinzi. Pertanto ci ha introdotto in modoesaustivo alla conoscenza della città di Corinto, a quei tempi in-comparabilmente ricca e florida, e della stessa società corinzia,molto varia: infatti commercio e ricchezza, cultura ma anchecorruzione, tra molte religioni diverse, si mescolavano fra loro,e naturalmente minavano la primitiva comunità cristiana, fon-data negli anni precedenti da San Paolo, che si trovava a viverepericolosamente il Vangelo in un contesto lontano da riferimentietici tradizionali come quelli ebraici. Quindi è stato proclamatoil brano paolino del primo capitolo, dal v. 6 al v. 17; il Ministroha voluto soffermarsi sui problemi esistenziali che la comunitàcristiana di Corinto doveva affrontare rispetto alle divisioni ealle contese sorte fra i suoi membri, e di cui Paolo era venuto aconoscenza (in fondo l’argomento di allora sembra molto at-tuale, se lo confrontiamo con ciò che avviene ancora oggi…).E l’esortazione che San Paolo fa nella sua lettera a “essere uniti
in una medesima mente e inun medesimo sentire”, prin-cipio ispiratore della sua
evangelizzazione, è quell’unioneche supera gli egoismi, apre lastrada all’accoglienza e al con-fronto con l’altro, cioè quantol’Apostolo aveva voluto inculcarenel cuore dei fedeli di Cristo. Ed èsu questo concetto che Padre Cor-
sini ha approfondito poi che ogni cristiano può portare il suocontributo nel dirimere diatribe, nell’offrire consigli, nel solle-vare ansie e afflizioni che deprimono gli animi, gravando tal-volta su intere situazioni familiari. A tutti i battezzati infatti èstato donato da Dio un carisma, che deve essere riconosciuto emesso al servizio dei fratelli; la comunità cristiana così intesadiventa una “Chiesa-fraternità”. Nel servizio, nella preghiera,nella comune conversione, nella reciproca conoscenza e nel pa-cifico dialogo ci sentiamo e ci riconosciamo fratelli. Con questo‘compito’ a vivere la quotidianità, ci siamo congedati, dandociappuntamento al prossimo mese di dicembre, grati già al nostrorelatore dell’approfondimento che ci ha competentemente of-ferto. lauretanum
restAurAto e ricollocAto A MontAltoun PreGevole crociFisso liGneola suggestiva cerimonia si è svolta vicino al cimiteroproprio il giorno del due novembre.
7Anno XXXI
16 Novembre 2014 PAG
8 Anno XXXI
16 Novembre 2014PAG
Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”
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Acquaviva Picena
Palio del Duca Convocazione Assemblea dei Soci
l’Associazione Palio del Duca riunitasi in assem-
blea ordinaria dei Soci Lunedì 27 Ottobre 2014 ha
approvato il bilancio consuntivo dell’esercizio
2014. Le Manifestazioni di rilievo organizzate dal-
l’Associazione nel 2014 sono state: La sagra rap-
presentazione della Via Crucis, Il palio dei
Bambini. Il Nuovo Mercatino del Mercoledi di
Luglio e Agosto, e Sposalia; per questa XXVII
edizione sono state organizzate ben 5 giornate
dove i visitatori oltre che partecipare alle serate di
Sponsalia potevano avvicinarsi agli stand gastro-
nomici che proponevano piatti tipici medievali
con la collaborazione del Catering Papillon.
Nella stessa assise sono state approvate le mani-
festazioni per i prossimi due mesi.
Sabato 15 Novembre 2014 ore 16:00 presso la
sala consiliare in occasione della IX Giornata della
storia promossa dalla Federazione Italiana Giochi
Storici, l’Associazione Palio del Duca organizza
il convegno; Ceti e Classi Sociali dal XI al XV se-
colo.
Per la prima volta su interessamento del Sindaco
e Giunta Comunale, l’Associazione Palio del
Duca viene incaricata di organizzare la Festa del
Patrono S.Niccolò.
Programma Religioso: Venerdi 5 Dicembre ore
18,30 Santa Messa a seguire la fochera di S. Ni-
colò con fave e vin brulè a cura dell’Associazione
S. Francesco,
Sabato 6 Dicembre ore 15,00 Processione del
Santo Patrono, ore 15,30 Messa Solenne presie-
duta dal Vescovo Emerito Mons. Gervasio Ge-
stori.
Inoltre è previsto: concerto bandistico “La Mar-
chigiana”; presentazione del libro “il palazzo co-
munale di Acquaviva Picena - storia, arte e
vicende” di Alessandro Sciarra , curato dall’Asso-
ciazione Terraviva; degustazioni di vini; esibi-
zione musicale degli artisti del consorzio Istituto
Musicale “Gaspare Spontini” di Ascoli Piceno;
rappresentazione teatrale dell’associazione A-6A.
Per l’occasione a grande richiesta è organizzata la
festa della polenta, nei giorni 5-6-7-8 Dicembre,
con la fattiva collaborazione del Catering Papillon.
Nel centro suggestivo centro storico Sa-
bato 6 e Domenica 7 Dicembre torna il
Mercatino dei prodotti di artigianato crea-
tivo e prodotti tipici, dalle 15:00 alle
20:00.
Il paese verrà illuminato dalle luminarie
natalizie, dal 5 Dicembre al 6 Gennaio.
Sante messe come da programma Parroc-
chiale. Al termine dei quattro giorni sono
previsti fuochi pirotecnici.
A Grottammare
giovedì 20 novembre alle ore 21,15 nella chiesa di S. Agostino il vescovo Carlo presenterà un libretto di don Giorgio Carini dal titolo: “LOVE STORIES MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER IL MATRIMONIO CATTOLICO”.È stato patrocinato dall’Ufficio Diocesano di Pastorale Familiare.
FAMIGLIE E SINODODomenica 23 novembre 2014 alle ore 15.30, presso il Biancazzurro, si
svolgerà l'incontro con i coniugi di San Giovanni Rotondo, Giuseppe Pe-
tracca Ciavarella e Lucia Miglionico, medici all'Ospedale Casa sollievo
della sofferenza e responsabili della Consulta di pastorale familiare della
Puglia. Ci offriranno la loro testimonianza circa l'evento del Sinodo stra-
ordinario sulla famiglia al quale, nominati da Papa Francesco, hanno par-
tecipato come uditori. Sono invitate tutte le famiglie e i fidanzati, ma
soprattutto gli operatori di pastorale familiare. Per tutti infatti, è il messag-
gio dell'amore di Dio per la coppia. A tutti sono anche necessari quegli
aiuti concreti che possono venire dalla testimonianza di altre famiglie per
continuare a vivere, pur in mezzo a tante difficoltà, il progetto di Dio. L'in-
contro terminerà alle 18.30. E’ previsto un servizio di baby-sitter per i bam-
bini. Un affettuoso e fraterno salutoEquipe di Pastorale Familiare