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Annuario CAI Lanzo 2012

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Annuario del CAI di Lanzo Torinese (TO)

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C.A.I. Lanzo

nuto una scarsa partecipazione a causa del cattivo tempo. È stato stilato un accordo di collaborazione tra la nostra sezione e il gruppo fotografico “effe8” che, nel prossimo anno, terrà un corso di fotografia per tutti i nostri soci. Sarà an-che indetto un concorso fotografico sul tema “Lungo il sentiero” che prevede l’esposizione delle foto migliori e la premiazione delle pri-me tre classificate. Altra novità per il prossimo anno è il corso sul riconoscimento dei funghi. Per il 2012 abbiamo anche in programma il rifacimento del nostro sito internet. Nella prossima primavera speriamo di poter pub-blicare il nuovo sito, sempre con la stessa ric-chezza di contenuti ma con una grafica più moderna ed accattivante. Oltre a tutti i Soci che hanno collaborato con il CAI, è doveroso ringraziare anche le Asso-ciazioni e gli Enti con cui abbiamo lavorato assieme, in particolare il Gruppo Amici di Castagnole, il Comune di Lemie, il Gruppo Amici della Perinera. Un grazie anche a tutti i Componenti delle Commissioni ed ai nostri Inserzionisti che, con la loro pubblicità, ci aiutano a redigere questo annuario.

Bruno Visca

Cari Soci e Amici,è di nuovo arrivato il momento di analizzare le molte attività realizzate dalla nostra sezione nel corso di quest’anno, ma è soprattutto il momento di guar-dare avanti per cercare nuove idee e nuovi progetti da intra-prendere. Quest’anno, oltre alle normali attività escursioni-stiche, è da evidenziare la salita effettuata da un gruppo di soci della nostra sezione all’Ururu Peak, meglio conosciuto come Kilimagiaro, di 5895 m, la più alta vetta del continente africano. A tutti loro le più vive congratulazioni. Era da molto tempo che al CAI Lanzo si par-lava della realizzazione di una cartina delle Valli, ebbene quest’anno siamo riusciti a con-cretizzarla. Si tratta di un’opera, prodotta in collaborazione tra il CAI Lanzo e il nuovo marchio editoriale “sentieri.biz”, costituita da tre mappe in scala 1/25000 comprendenti, ol-tre le Valli di Lanzo, anche le Valli Tesso e Ma-lone. Ringrazio tutti i Volontari che mi hanno aiutato nel rilievo dei sentieri tramite GPS. Il nuovo “Corso base di escursionismo”, ri-volto a coloro che desiderano affrontare e conoscere meglio la montagna, ha affiancato quelli ormai tradizionali e consolidati, come il “Corso di sci di fondo”. Le lezioni teoriche e le uscite pratiche hanno avuto una buona partecipazione di soci. I lavori sulla sentieristica e l’alpinismo giova-nile, con le molteplici attività previste nel loro calendario, hanno avuto anche quest’anno un notevole aumento di partecipanti.Il neonato gruppo speleologico ha proposto due uscite: mentre quella nelle Grotte di Pu-gnetto ha avuto un’ottima riuscita, purtroppo quella nelle grotte del Rio Martino ha otte-

Lettera del presidente

Lunedì 5 Marzo Assemblea dei Soci presso la sede in via Don Bosco 33, Lanzo Torinese.1º convocazione ore 20,00 - 2º convocazione ore 20,30

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l 'Annuario 2012

l 'Annuario 2012

Club Alpino itAliAno

Sezione di Lanzo T.seVia Don Bosco, 33 - Tel. 0123.320.117

[email protected]

• T - Percorso turistico, su facili sentieri, per itinera-ri brevi e con poco dislivello.

• E - Percorso escursionistico, generalmente su sen-tieri o su tracce, anche con dislivelli e percorrenze notevoli, a volte su terreno aperto senza sentiero. Occasionali passaggi che possono richiedere de-strezza e conoscenza della montagna.

• EE - Percorso per escursionisti esperti, su tragitti non sempre segnalati, anche lunghi, che richiedo-no capacità di muoversi su terreni misti, spesso ad alta quota e ripidi.

• EEA - Percorso per escursionisti esperti con attrezzatura; oltre al dislivello precedente com-prende le vie ferrate e/o attrezzate o brevi tratti di nevaio che richiedono piccozza e ramponi.

• EAI - Percorso per escursionisti in ambiente in-nevato, che richiede l’utilizzo di racchette da neve, su percorsi evidenti e riconoscibili, con facili vie di accesso, di fondo valle o in zone boschive non impervie o su crinali aperti poco esposti, con di-slivelli e difficoltà generalmente contenuti che ga-rantiscono sicurezza di percorribilità.

• F - Percorso alpinistico facile, richiede esperienza nelle difficoltà precedenti e collaudate nozioni al-pinistiche.

• PD - Percorso alpinistico poco difficile. • AD- Percorso alpinistico abbastanza difficile.

• D - Percorso alpinistico difficile. • TD - Percorso alpinistico molto difficile.

• ED - Percorso alpinistico estremamente difficile. • MS - Itinerario per medi sciatori. • BS - Itinerario per buoni sciatori. • OS - Itinerario per ottimi sciatori. • MSA - Itinerario scialpinistico per medi sciatori. • BSA- Itinerario scialpinistico per buoni sciatori. • OSA - Itinerario scialpinistico per ottimi sciatori. •MCAeBCA - Medi cicloalpinisti e buoni

cicloalpinisti. Si richiedono anche capacità tecniche di guida su sentieri rispettivamente ele-mentari o buone.

• OCA - Ottimi cicloalpinisti. Si richiedono ottime capacità tecniche di guida su sentieri ed occorre aver partecipato a uscite precedenti.

• TI - Itinerario turistico invernale su racchette, su strade o facili mulattiere innevate generalmente a bassa quota e senza pericoli oggettivi.

• EI - Escursionismo invernale con racchette su ter-reno aperto, anche a quote elevate.

• EIE - Escursionismo invernale con racchette per praticanti esperti, su terreno aperto e potenzial-mente insidioso.

Legenda delle Abbreviazioni

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C.A.I. Lanzo

Redazione:

CommissionePubblicazioni

STaMPa:

Curcio Grafiche s.r.l.Via Lanzo, 18110071 Borgaro T.se

in coPeRTina:

Alpinismo Giovanile al lago della Rossa(foto: S. Fornelli Genot)

l 'Annuario 2012

Club Alpino itAliAno

Sezione di Lanzo T.seVia Don Bosco, 33tel. 0123.320.117

[email protected]

SommarioLettera del presidente ...............................................................................pag. 01Legenda delle Abbreviazioni/Sommario ........ pag. 02/03La Nostra Sezione ...........................................................................................pag. 04Comunicazione ai Soci ............................................................................pag. 05Consiglio Direttivo .........................................................................................pag. 06Una gita per tutti ................................................................................................pag. 07Novità in Libreria ............................................................................................pag. 08Baita San Giacomo ........................................................................................pag. 10Incontri su funghi con Giancarlo Moretto ....................pag. 11Giovedì dell’Intersezionale ...............................................................pag. 12Gite Escursionistiche CAI Lanzo 2012 ..........................pag. 16Escursioni con Racchette da neve 2012 ......................pag. 24Corso di sci alpinismo ...............................................................................pag. 26Alpinismo Giovanile ....................................................................................pag. 28Corso di Fotografia.........................................................................................pag. 33Programma associazione fotoamatori “eƒƒe 8” .............pag. 34Mount Kilimanjarodi Stefania Fornelli Genot.............................................................................pag. 35Uja di Ciamarelladi Roberto Maruzzo ..............................................................................................pag. 46Concorso Fotografico .................................................................................pag. 49La carta delle Valli .........................................................................................pag. 51Commissione speleologica ..................................................................pag. 57Commissione sentieri e segnaletica .....................................pag. 58Calendario giornate di pulizia sentieri ...........................pag. 59Corso teorico-pratico sull’uso dell’ARTVA ...............pag. 60Corso sci di fondo ............................................................................................pag. 61Gite in Autobus 2011di Laura Carena.......................................................................................................pag. 62I pericoli della montagna innevatadi Pier Luigi Mussa ...............................................................................................pag. 64Gite con le scuole .............................................................................................pag. 67LEM Laboratorio Energia Mentale .....................................pag. 68Breve storia dell’alpinismodi Dario Airola ............................................................................................................pag. 72Sottosezione di Viùlettera del reggente .................................................................................................pag. 74Materiale in Vendita ....................................................................................pag. 80Giorno per giorno ...........................................................................................pag. 82

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l 'Annuario 2012

La NostraSezione

La sede della Sezione di Lanzo del Club Alpino Italiano è in via Don Bosco 33 ed è aperta ogni gio vedì non festivo dalle 21 alle 23 circa. Grazie all’alto numero di soci, risulta essere l’associa-zione più numerosa di tutte le Valli di Lanzo; tutte le nostre attività sono coordinate da apposite commissioni e gruppi di soci. La molteplicità delle nostre attività porta molte associazioni e amministrazioni valligiane a collabo rare con la sezione.

I soci al 31 ottobre 2011 sono 1035, di cui 608 ordinari, 295 familiari, 127 giovani e 5 vitalizi.

Le notizie sulle attività sezionali le potete trovare:

• sulle pagine del notiziario mensile LO SCARPONE • su Internet al sito www.cailanzo.it • sul settimanale locale IL RISVEGLIO.

Le strutture della sezione sono: il Bivacco Molino con 24 posti letto, la Capanna sociale S.Giacomo con 20 posti letto, il Museo mi niera Brunetta, il Bivacco Gandolfo con 8 posti letto.

ISCRIZIONI E RINNOVI

Per l’iscrizione al CAI è necessario portare due foto formato tessera e compilare l’apposito mo-dulo in segreteria. Per i minori è necessaria la firma di un genitore. Per il rinnovo è sufficiente acquistare l’apposito bollino annuale da applicare sulla tessera.

Il rinnovo può essere effettuato con le seguenti modalità:

• direttamente in sede; • con bonifico bancario presso Banca Sella, Ag. di Lanzo Torinese codice IBAN: IT16K032 6830 5600 5385 8461 490.

Nel caso del pagamento con bonifico si prega i soci di avvertire via mail o telefono dell’avvenuto pagamento, in modo da poter accelerare le operazioni di messa in regola con l’assicurazione, in attesa dell’arrivo del bonifico e riportare nella causale i nominativi da rinnovare.

L’iscrizione o il rinnovo come socio ordinario dà diritto a ricevere LA RIVISTA DEL CLUB AL-PINO ITALIANO, notiziario della Sede Centrale. Inoltre, tutti i soci hanno diritto a usufruire di: • condizioni preferenziali rispetto ai non soci nei rifugi CAI e di altre associazioni alpinistiche

con le quali è stabilita parità di trattamento; • utilizzare materiale tecnico, bibliografico, cinematografico e geografico della sezione; • partecipare alle attività sezionali e intersezionali: gite, corsi, scuole, serate culturali; • polizze assicurative stipulate da organi centrali e sezionali.

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LE QUOTE PER IL TESSERAMENTO 2012 SONO:

SOCI RINNOVO NUOVO SOCIOORDINARIO 42.00 46.00FAMILIARE 22.00 26.00GIOVANE 16.00 20.00

Per chi è già socio, il termine ultimo di rinnovo è fissato al 31 MARZO DELL’ANNO SUCCESSI-VO, giorno di scadenza della copertura assicurativa; il rinnovo successivo a questa data diverrà effettivo 15 giorni dopo il versamento della quota presso la sezione: durante questi 15 giorni non vi sarà copertura assicurativa. Si ricorda che l’assicurazione comprende il soccorso alpino per attività sezionale e personale, mentre la copertura infortuni copre solamente l’attività sezionale. E’ possibile avere un’inte-grazione della copertura infortuni (con raddoppio dei massimali in caso di morte e invalidità permanente) mediante il versamento di una quota aggiuntiva. L’integrazione deve essere richie-sta espressamente al momento del rinnovo/iscrizione in segreteria e non potrà essere attivata in momenti successivi.

COMUNICAZIONE AI SOCICaro socio, attraverso questa pagina vorremmo ricordarti alcuni appuntamenti che non sono prettamente escursioni ma che fanno comunque parte delle nostre attività sociali. Speriamo possano essere di tuo gradimento e di averti con noi il:

9aprile Pasquetta in baita

20aprile Serata introduttiva alle ferrate

14ottobre Castagnata in baita

10novembre Cena sociale

ottobre Inizio Ginnastica presciistica

20dicembre Serata degli auguri natalizi

Se qualche socio volesse contribuire alla realizzazione dell’annuario, con articoli o pro-poste di escursioni, è il benvenuto! Fateci pervenire i vostri scritti e/o proposte entro la fine di agosto, indicando il vostro nome, cognome, numero di telefono ed eventuale email, direttamente in sede oppure all’indirizzo e-mail [email protected].

Il direttivo

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Consiglio Direttivo (in carica dal Settembre 2009 al Settembre 2012)

Presidente: VISCA BrunoVice Presidenti: AIROLA Dario, GENINATTI GinoSegretario: BRACCO GiuseppinaTesoriere: MAGNETTI SergioConsiglieri: BENEDETTO MAS Livio, BORGNA Wilma, CARENA Laura, CASASSA Cesare,

DEVIT Ivano, FORNELLI GENOT Marco, GISOLO Giovanni, MAZZON Marino, TESSIORE Gianni, VIGNA LOBIA Luciano

Probiviri, revisori dei conti: BARRA Tiziana, FESTIVI LuciaAddetti alla segreteria: FORNELLI GENOT Stefania, TOGLIATTO Franco

SOTTOSEZIONEVALGRANDEReggente: CHIARIGLIONE Aldo Consiglieri: ALA Roberto, BOLOGNA Marco, VANGI Alessandro.

SOTTOSEZIONEVALDIVIU’Reggente: BARBOTTO VittorioVice Reggente: GUGLIELMOTTO FrancoSegretario: FANTASIA GuidoConsiglieri: BORLATTO Giorgio, FINO Luigi, GIACOBINO Ezio, MACHETTA Sergio, RU

Andrea, RU MarioRev. dei conti: BARBOTTO Maria Caterina, GIACOMELLI Raffaella, PERIOLATTO Massimo

LECOMMISSIONIDELCLUBALPINOITALIANODILANZOCommissione RifugiGeninatti Gino (Presidente), Gisolo Giovanni (Vicepresidente), Airola Dario, Berra Giaco-mo Renzo, Borgna Wilma, Bossi Emanuele, Camponi Antonio, Casassa Cesare, Facchinetti Fulvia, Giuliano Franco, Giuliano Alberto, Mazzon Marino, Tessiore Gianni, Visca Bruno, Zecchinato Rita.

Commissione Alpinismo GiovanileFornelli Genot Marco (Presidente), Tessiore Gianni (Vicepresidente), Barra Tiziana (Segretaria), Fornelli Genot Stefania, Geninatti Gino, Geremia Alice, Negri Daniele, Pieri Francesco, Porro Gisella, Togliatti Walter, Tonin Marco, Rossatto Beatrice.

Commissione Segnaletica e SentieriAirola Dario (Presidente), Berra Giacomo Renzo (Vicepresidente), Benedetto Mas Livio, Borgna Wilma, Brunati Enrico, Cagliero Luigi Fulvio, Camponi Antonio, Carena Laura, Coletti Dana Piergiacomo, Cresto Aleina Giovanni, Facchinetti Fulvia, Geninatti Gino, Mazzon Marino, Schi-na Paolo, Tessiore Gianni, Togliatti Walter, Vigna Lobia Luciano, Visca Bruno.

Commissione Escursionismo Vigna Lobia Luciano (Presidente), Brunati Enrico, Chiariglione Aldo, Coletti Dana Piergiacomo, Leyduan Giuseppe, Stevano Cristiana, Tessiore Umbro, Visca Bruno.

Commissione Speleologica Visca Bruno (Presidente ad interim), Macario Silvio (Vicepresidente), Camponi Antonio, Casassa Cesare, Moschelli Danila, Reano Ivo.

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C.A.I. Lanzo

Tempo salita: due ore circaDifficoltà: EIl Vallone di Sea è, indubbiamente, uno dei luoghi più selvaggi delle Valli di Lanzo e anche uno dei più suggestivi. Nella sua parte bassa si sale tra due pareti rocciose incombenti, men-tre il vallone si apre repentinamente una volta arrivati al bellissimo pianoro del Gias Nuo-vo, meta dell’escursione proposta. Sono stati anche restaurati i due ponti che consentono di superare il torrente Sea e quindi conviene approfittarne. Se poi si sale in una tranquilla giornata di fine estate o inizio autunno non è affatto inusuale imbattersi in branchi più o meno numerosi di stambecchi.Salita: Forno Alpi Graie si raggiunge dopo aver risalito tutta la Val Grande. Giunti a For-no si può parcheggiare nell’ampio piazzale che si trova prima dell’Albergo Savoia; nei pressi si trova anche un’ottima fontana. La-sciando l’edificio dell’albergo a sinistra si gira dietro ad esso (indicazioni) per andare a su-perare il Torrente Gura su un ponte (indica-zioni). Si va a sinistra seguendo la strada ster-rata che porta al celebre santuario, godendo dell’ombra di un fresco bosco mentre si lascia a sinistra un bel prato. Poco dopo, a un bivio, si sale a destra superando degli edifici dell’ac-quedotto. La strada va seguita fino al termine, quando si giunge non lontano dal Torrente Sea. Non si attraversa il corso d’acqua ma si prosegue diritto, imboccando una traccia che sale brevemente per poi “tagliare”, con

percorso a picco sul vallone, un tratto ripido della parete. Si prosegue in salita lasciando a sinistra, dall’altra parte del torrente, un altro edificio dell’acquedotto (non è inconsueto ve-dere stambecchi nei pressi dell’edificio). Un tratto di salita più ripido porta a una zona dis-seminata di grossi massi usati come palestra di arrampicata; la zona è detta Polvere di stelle. In questo tratto di salita sono stati affissi dei piccoli pannelli di legno che riportano alcu-ne frasi di coloro che, negli anni 70-80 resero celebre Sea, facendone il regno dell’arrampi-cata, tra tutti Gian Piero Motti e Gian Carlo Grassi. Oltrepassati i massi ci si avvicina al torrente fino a raggiungere un ponte in legno, che consente di attraversare il corso d’acqua e raggiungere le baite di Balma Massiet (1500 m –Un’ora circa da Forno). Superati gli alpeg-gi, la salita prosegue costante lungo la destra orografica del torrente; potrebbe sembrare noiosa ma il torrente Sea ci accompagna con il suo fragore e regala la visione di pozze e salti d’acqua. Dopo un buon tratto si arriva in vista dell’Alpe di Sea (1785 m), posta al riparo di un roccione e nei pressi si trova anche la deviazione (ormai non tanto evidente) per il Ghicet di Sea e per il Passo dell’Ometto. Si raggiunge l’Alpe di Sea attraversanto un pon-te e si oltrepassano i vecchi edifici passando tra di essi. Si prosegue la salita risalendo una zona rocciosa (ogni tanto il sentiero è invaso dall’acqua ma basta seguire i bolli di vernice e gli ometti) per sbucare repentinamente su un pianoro. Si risale un dosso erboso e si en-tra in vista del Gias Nuovo, posto sulla destra di un grosso e suggestivo pianoro circondato da immani pareti rocciose. Con facile marcia pianeggiante in pochi minuti si raggiunge il vecchio alpeggio (1888 m –Due ore circa da Forno). Il ritorno avviene per la via di salita.

Una gita per tuttiDa Forno Alpi Graie (1219 m) al Gias Nuovo nel Vallone di Sea (1888 m)

diRobertoBergamino

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LIFOLDäLROTChëSS152 pagine / colori14 euroAutore : Marco BlattoEditore: Uja Editrice

Incompresi o ammirati, blasonati o talvolta addirittura denigrati, gli alpinisti e le loro imprese hanno accompagnato le fortune turistiche valligiane, contribuendo altresì in modo significativo alla conoscenza della geografia delle terre alte, fino ad allora ignorata o mal compresa.A distanza di quasi due secoli molti sono coloro che ogni anno si riversano sulle montagne delle Valli di Lanzo, per percorrere le vie che hanno fatto la storia dell’alpinismo torinese, mentre l’esplorazione rimane ancora prerogativa di pochi.Questo libro non vuole essere l’opera omnia dell’alpinismo delle Valli di Lanzo, ma si prefigge piuttosto di esaminarne nel tempo i tratti storico – sociali ed etico - filosofici, attraverso il racconto in chiave giornalistica delle sue tappe fondamentali. Conoscerete così le gesta e le motivazioni di un manipolo di appassionati, che hanno fatto di queste montagne il loro mondo.

IPERICOLIDELLAMONTAGNAINNEVATA96 pagine 7 colori12 euroAutore: Pier Luigi MussaEditore: Uja Editrice

Per frequentare in sicurezza l’ambiente montano innevato è fondamentale saper valutare la stabilità del manto nevoso per capire quando, come, dove e perché ci potrebbero es-sere insidie. E’ necessario conoscere la neve e le sue tra-sformazioni, ed è fondamentale un’adeguata preparazione e pianificazione della gita. Scopo del libro è far capire le dimensioni del problema e non trasformare rapidamente in un esperto un frequentatore della montagna inverna-le. Acquisire esperienza è un percorso lungo, che richie-de tempo, approfondimento e interesse, fino ad arrivare a ottenere la capacità di riconoscere insidie e problemi, analizzarli e individuare soluzioni efficaci.

Novità in LibreriaPrima di parlare dei nuovi libri bisogna dire che a gennaio 2010 è nata, a Lanzo,

una piccola casa editrice. Si chiama UJA EDITRICE (www.ujaeditrice.it). La finalità della casa editrice è la realizzazione di piccoli volumi di itinerari escursionistici e di

cultura locale, con particolare attenzione alle Valli di Lanzo.

ILIBRIDELL’UJAUSCITINEL2011

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In caso di valanga è anche necessario saper trovare ed estrarre la persona travolta in pochi mi-nuti e la rapidità può essere garantita solo da chi si trova sul posto. E’ il cosiddetto autosoccorso per il quale occorre un set di attrezzature composto da apparecchio di localizzazione (ARTVA), pala e sonda. Il testo vuole anche sensibilizzare sull’importanza di questi presidi di sicurezza, che bisogna avere con sé e saper usare.

Si tratta di un’opera, realizzata in collaborazione tra il CAI Lanzo e il nuovo marchio editoriale sen-tieri.biz, costituita da tre mappe in scala 1/25000 comprendenti, oltre le Valli di Lanzo, anche le Valli Tesso e Malone. Sulle carte sono presenti ol-tre 250 sentieri di cui circa l’80% rilevati tramite GPS e quindi con una maggior precisione. Il ri-lievo delle tracce ha impegnato per oltre due anni molti volontari del CAI che li hanno percorsi per rilevarli. Sulle carte sono indicati solo i sentieri percorribili con linee di colore e tratto differenti a seconda della loro tipologia, come indicato nella legenda, tralasciando quelli che con il tempo sono andati dispersi. Il kit comprendente le tre carte è in vendita a 18,00 euro in vari punti vendita (vedi sul sito www.sentieri.biz) ed è a disposizione dei soci CAI al prezzo speciale di 12,00 euro presso la sede del CAI Lanzo.

NUOVECARTEDELLEVALLIDILANZO

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l 'Annuario 2012

CLUBALPINOITALIANOSEZIONEDILANZOCOMMISSIONERIFUGI-Tel.0123/320117

(sedeCAIilgiovedìseraore21-23)

CapannaSociale

“Baita San Giacomo”CaiLanzo

STRUTTURAADATTAATRASCORREREUNASETTIMANA

NELLAPIU’ASSOLUTATRANQUILLITA’Si tratta di un alpeggio ben ristrutturato posto in panoramica posizione

a circa 1400 metri di quota, sullo spartiacque Valle del Tesso-Val Grande di Lanzo, in località San Giacomo di Moia immerso completamente nel verde.

La struttura, suddivisa in due alloggi autosufficenti, dispone di 20 posti letto, servizi autonomi con doccia, illuminazione con pannelli solari.

Indicata per soggiorni settimanali anche per famiglie di soci CAI. Le settimane, da sabato a sabato, completamente autogestite

sono offerte a prezzi popolari. Le quote sono da intendersi come rimborso spese per uso legna da riscaldamento, lavaggio periodico delle coperte di lana, ammortamento batterie per pannelli solari uso luce.Possibilità di prenotare anche per 2 giorni • 1 notte da 1 a 5 persone = € 50,00(oltre le 5 unità maggiorazione di € 10,00 a persona)

LEESCURSIONIDALLACAPANNASOCIALEPresepio meccanico: presso la frazione di Vrù raggiungibile con 1,30 di marcia - Difficoltà: ELago di Monastero (1992 m) Tempo complessivo: 2 h 15 minuti - Difficoltà: ERifugio Agrituristico Salvin (1550 m) Tempo compl.: 2 h 20 minuti circa - Difficoltà:TAntica miniera di talco “Brunetta” da Vrù (1580 m) Tempo compl.: 2,30h circa - Diff: EAntica miniera di talco “Brunetta” da Menulla (1580 m) Tempo compl: 2h circa - Diff: E

QUOTESOGGIORNO2012(Turnisettimanalidasabatoasabato)•GIUGNO=€130,00•LUGLIO=€170,00

•AGOSTO=€200,00•SETTEMBRE=€130,00+€10,00apersonaasettimana(perusobombolagas)

PALESTrA DI roccIA: Sul retro della casa è stata attrezzata una palestra artificiale di roccia

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C.A.I. Lanzo

DueincontriperparlaredifunghiconGIANCARLOMORETTO

Vice presidente dell’Associazione Micologica Piemontese

Presso la sede del CAI Lanzo Via Don Bosco 33

MARTEDì17APRILEORE21Funghi: Un mondo da scoprire

MARTEDì24APRILEORE21Funghi commestibili a confronto

con i loro sosia velenosiA conclusione del corso uscita pratica in luogo e data da definire

Gli iscritti alle serate sono invitati alla Mostra Micologica che si terrà a maggio 2012,(probabile prima domenica) presso la Cascina Rampa di Venaria,

Parco della Mandria, ingresso compreso nella quotaCostodelcorso10,00euro

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l 'Annuario 2012

26GENNAIOPuntaLeretta(1784m)GitaconracchetteL’itinerario si svolge nella riserva naturale del Monte Mars. Percorso in ambiente natu-rale molto vario, con diverse esposizioni ed interessanti scorci panoramici sul M. Mars, sulle Dame di Challand e la bassa valle d’Ao-sta.Partenza da Fontainemore frazione Plan Coumarial (1445 m)Ritrovo ore 8.30 parcheggio prima di Fontainemore.Resp. B. Rebora Sez. Chivasso

23FEBBRAIOPratidellafontana(1700m)GitaconracchetteSeconda escursione con ciapsole, facile e panoramica. Parte del programma percorre il sentiero dei “Tre Rifugi”. Gli alpeggi che attraverseremo sono numerosi ed alcuni do-cumentati fin dal XIII secolo.. Sarà dunque, una piacevole escursione.Partenza da Sistina (1120 m)Ritrovo ore 8.30 Stazione di Germagnano.Resp. I. Reano Sez. Lanzo

22MARZOAnelloTêteduMont1897mTestaColon1917m(E/EE)Il sentiero si snoda su facili cengie ed è opera di grande maestria, con circa 500 gradini, fino a Barmelle. Di qui,si sale di-rettamente alla Tête du Mont per prose-guire facoltativamente alla Testa Colon (in parte EE). Ottimo panorama. La discesa sarà effettuata fino al Col Plan Fenêtre 1686 m per scendere poi a Gran Rosset. L’anello si

chiude con un ultimo tratto di asfalto di circa 300 m, per arrivare a Selleret. Nel caso le condizioni non consentissero questa gita, si farà un anello al Santuairo di Machaby, nella valle centrale di Arnad, rimanendo sempre nella stessa zona.Partenza da Selleret (1110 m)Ritrovo ore 9,15 Selleret.Resp. D. Agnoletto, V. Di Bari Sez. Ivrea

26APRILEAnelloMolardelLupoColleLunella-ColleGrisonMolardelLupoQuesto itinerario permette di visitare il bel-lissimo e angusto vallone del Rio di Richia-glio, un tempo molto frequentato perché via d’accesso ai colli del Lys e Portia. L’escursio-ne si svolge quasi interamente su comoda mulattiera.Partenza da Molar del Lupo (690 m). H Max 1405 mRitrovo ore 8 stazione di Germagnano.Resp. F. Guglielmotto Sottosezione Viù

24MAGGIOLagodiAfframont(1986m)IlForte(2366m)Il lago è posto in una bella conca delimitata dal Bec Fausset, la zona è ricca di minerali. Dal lago con un dislivello di circa 400 m si può raggiungere la Cima Il Forte, dov’è posta una minuscola statua della Madonna. Punto panoramico. Partenza da Balme (1408 m)Ritrovo ore 8 stazione di Germagnano.Resp. C. Brizio Sez. Venaria

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C.A.I. Lanzo

21GIUGNOAnelloCeresole-Ca’Bianca-CasottoCialme-CeresoleClassico anello panoramico che ci permette-rà di percorrere il “Sentiero balcone”, ripri-stinanto pochi anni or sono, e di godere, du-rante l’intera escursione, della vista del lago di Ceresole delle Levane e delle montagne che segnano il confine con la Valle di Lanzo. Il casotto delle Cialme appartiene al PNGP ed è situato in posizione strategica a picco su Ceresole R. Durante l’escursione possono essere frequenti gli incontri con i camosci.Partenza da Ceresole (1570 m)Ritrovo ore 8 Cuorgnè ex piazzale Due Rotonde.Resp. B. Martino Sez. Cuorgnè

26LUGLIOOresteshutte(RifugioOreste)(2600m)Il rifugio è stato inaugurato nell’agosto del 2010 e voluto dalla famiglia Squinobal in memoria del figlio Oreste, guida alpina, scomparso nel 2004, che, con il fratello Arturo è stato tra i rappresentanti di punta dell’alpinismo valdostano. La costruzione sorge nella conca ai piedi dell’Hoch Liecht e dello Stolemberg, ed è raggiungibile sia su sentiero che con impian-ti di risalita. Partenza da Staffal (Gressoney Trinitè) (1850 m)Ritrovo ore 9 Staffal piazzale funivia Gabiet/BettaforcaResp. A. Gabutti Sez. Torino (aggregato intersezionale)

30AGOSTOLaghid’Ovarda(2300m)Escursione in uno dei più selvaggi luoghi della Valle di Viù che ci porterà alla scoperta di sette splendidi laghetti.Partenza da Alpe d’Ovarda (Lemie) (1890 m)Ritrovo ore 7.30 stazione di Germagnano.Resp. G. Cresto Sez. Lanzo

27SETTEMBRELagoUmbrias(2205m)–MonteCo-lombino(2437m)–CristodelleVetteEscursione nel selvaggio e bellissimo vallo-ne di Umbrias, il lago da raggiungere è una gemma incastonata fra grossi massi . La salita al Monte Colombino è facoltativa e richiede un po’ d’attenzione in quanto ci sono passag-gi di facile arrampicata. Partenza da Forzo (Ronco Canavese) (1160 m)Ritrovo ore 7.30 Cuorgné, ex piazzale Due Rotonde.Resp. D. Bertotti Sez. Rivarolo

25OTTOBRELagoSantanel(2360m)Anello nel selvaggio e assolato vallone di Piamprato. Dopo la salita al Lago Santanel e attraverso un colle quotato ma non no-minato sulle carte, si risale di circa 150 m per arrivare alla punta di Belvedere (o della Marmotta) sulla quale spicca una originale statua del Cristo delle Vette. Passando poi per l’Alpe la Marmotta si giunge nuovamente a Piamprato. Partenza da Piamprato (1550 m)Ritrovo ore 8 Cuorgné, piazzale Due Rotonde.Resp. D. Bertotti Sez. Rivarolo

22NOVEMBREAnelloPonteDiavoloCa’Bianca730m-PonteDiavoloLa partenza di questa escursione avviene dal famoso Ponte del Diavolo o del Roc, che è diventato il simbolo della città di Lanzo.È una facile escursione attraverso boschi e strade sterrate, adatta anche ai mesi invernali (in assenza di neve), che offre buoni scorci sulla valle di Lanzo e dintorni.. La Ca’ Bian-ca è una piccola costruzione, visibile anche dalla pianura. Partenza da Lanzo (500 m)Ritrovo ore 9 Lanzo, Albergo Sangri-La.Resp. B. Visca Sez. Lanzo

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l 'Annuario 2012

13DICEMBRESant’AnnadeiMeinardi(1481m)Dalla frazione Fey, famosa per il monumento allo Spazzacamino, ha inizio l’itinerario che con ripida salita in mezzo ai boschi raggiun-ge diversi alpeggi, ormai abbandonati. In circa due ore di cammino si giunge alla bor-gata Meinardi e al relativo Santuario, il più grande edificio religioso costruito nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.Partenza da Fei (Nasca) (800 m)Ritrovo ore 9 Cuorgné, piazzale Due Rotonde.Resp. B. Martino Sez. Cuorgnè

TELEFONORESPONSABILIESCURSIONI:

B. Rebora 3391930136 I. Reano 3455039993 V. Di Bari 3477844147 D. Agnoletto 3471031777 F. Guglielmotto 3389682333 C. Brizio 3288331491 B. Martino 3387582737 A. Gabutti 0118190420 G. Cresto 012328603 340340314 D. Bertotti 3470172527 B. Visca 3497336929

La sezione declina ogni responsabilità per eventuali incidenti occorsi ai partecipanti alle gite

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C.A.I. Lanzo

Da noi la cucinaDa noi la cucinadella miglioredella migliore

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l 'Annuario 2012

25MARZOVisitaalMuseoMinerariodellaMinieraGambatesa

Sita in provincia di Genova è stata nello scorso secolo la più grande miniera di manganese a livello europeo. Verranno illustrate le

varie fasi per estrarre il minerale; per entrare ed uscire dalla miniera si utilizzerà il trenino che anticamente i minatori usavano per il tra-sporto del minerale. Per il percorso a piedi sarà necessario il caschetto che verrà fornito dal museo. Possibilità, per chi non vuole visi-tare la miniera, di escursione a piedi.Resp. Laura Carena

15APRILEEscursionealleGrottediPugnetto(837m)

Seppur degradate, sia a causa di atti vandalici che ne hanno divel-to stalattiti e stalagmiti, sia per l’incuria degli enti locali, le grotte

di Pugnetto costituiscono un’area di notevole rilevanza ambientale e naturalistica che, pro-

prio per le sue peculiari caratteristiche, è stata inserita dalla Regione Piemonte nel censimento dei “biotopi” (cioè un’unità di ambiente fisico in cui vive una singola popolazione animale o ve-getale), nell’ambito dei programmi di tutela am-bientale della Comunità Europea.Uscitaacaratterespeleologico.Abbigliamentoperlavisitainterna:abbigliamento adeguato ad un luogo umido e freddo. Si consiglia inoltre di indossare abiti adatti in quanto c’è la possibilità di sporcarsi, casco (può essere fornito dalla sezione per chi ne fosse sprovvisto) e lampada frontale.Resp. Silvio Macario

22APRILEGirodelleCinqueTorri(OrganizzazioneacuradellasezionediAcquiTerme)

Camminata non competitiva sui crinali delle Langhe Astigiane. Il pro-gramma prevede il ritrovo a Mona-stero Bormida con due possibilità:

1º percorso: integrale lungo 30 Km. Dislivello complessivo in salita 1100 m circa. Tempo di

Gite EscursionisticheCAI Lanzo 2012

Escursioni per tutti, adatte per famiglie conragazzi

Gite in autobus

Escursioni, anche con notevole dislivello, ma senza difficoltà alpinistiche

Escursioni che possonopresentare qualche leggera difficoltàalpinistica

Escursioni alpinisticheche prevedono l’uso dicorda, ramponi e picozza

Escursionispeleologiche

Legenda

La sezione declina ogni responsabilità per eventuali incidenti occorsi ai partecipanti alle gite

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C.A.I. Lanzo

percorrenza 8/9 ore.2º percorso: ridotto, con trasferimento a San Giorgio Scarampi in pullman, lungo 18 Km. Dislivello complessivo in salita 450 m. Tempo di percorrenza 5/6 ore.Al termine, verso le 16/17, polentata e premi per tutti i partecipanti.Costo previsto dell’iscrizione 12,00 euro.Resp. Gino Geninatti

28APRILE-1MAGGIOCostaAzzurra-RegionedelVar

- Percorreremo tratti del “Sentier du Littoral” da Agay passando per Saint Tropez, per Cap du Pi-net e la lunghissima spiaggia di

Pampelonne con finissima sabbia. Nel comu-ne di Agay, nella parte più orientale del Var, il sentier du Littoral contorna le bellissime rosse rocce di Cap Dramont, con splendidi scorci sull’Ile d’Or. Si camminerà sempre a pochi passi dal mare su sentiero ben segnalato e vario.Resp. Laura Carena

6MAGGIOFerrataSacradiSanMichele(962m)

Si tratta di una interessante e lunga via ferrata, mai difficile, che si svol-ge sul versante nord del Monte Pir-chiriano, sulla cui sommità sorge

l’antica Abbazia della Sacra di San Michele, uno dei monumenti simbolo del Piemonte. Salendo le rocce rossastre di serpentino locale lungo la ferrata, oppure dalla vetta del Monte, è possibile godere di un vasto panorama sulla Val di Susa e su tutti i monti della zona.La discesa di ritorno è effettuata sull’antica mulattiera che scende a Sant’Ambrogio.Dislivello 600 m. Durata complessiva com-preso il ritorno 5 h. Difficoltà EEA (AD-)Resp. Giuseppe Leyduan

13MAGGIOEscursionealPiandelleMutte(incollaborazioneconilLEM)

Passeggiata su sentiero da Corgno-lero (sede LEM) fino agli Asciutti, quindi traversata fino a Pian Mut-te e a Roc Sapai (con possibilità di

mettere in pratica insegnamenti di nordic

walking). Discesa ai Tornetti di Viù, pranzo all’agriturismo Runch e rientro a Corgnolero mediante sentiero.Per maggiori informazioni guardare il capito-lo riguardante il LEM.Resp. Maria Piera Mano

19MAGGIOGitacrepuscolarealRifugioMellano(CasaCanada)

Partiremo nel tardo pomeriggio e saliremo al rifugio Mellano per la cena: bel panorama su pianura, Monviso e sulla Rocca Sbarua che

sovrasta il rifugio. Rientro al chiaro di luna (e pile). Saliremo da una parte, da Cantalupa di-slivello m 520 tempo h 1,30 e scenderemo al Talucco.Resp. Laura Carena

20MAGGIOEscursioneaCimaLoit(2035m)(incollaborazioneconsottosezionediViù)

Cima facile e panoramica con possibilità di raggiungere facil-mente sia l’Uja d’ Ingria sia Cima Rosta. Sotto la punta si apre il fa-

moso “Pian delle Masche”. Dislivello 1035 m. Tempo di salita 3 h. Dif-ficoltà EResp. Franco Guglielmotto, Giovanni Scrivani (Sott. Viù). Referente CAI Lanzo Luciano Vigna

26-27MAGGIOEscursioneaElva(ValMaira)“Aspassperlouviol”

Escursione ad anello in terra oc-citana che si svolge per lo più su antiche mulattiere e tocca tutte le borgate di Elva. La parrocchiale è

dedicata a Santa Maria Assunta ed è famosa per un ciclo di affreschi attribuiti ad Hans Clemer detto il Maestro d’Elva. Tali affreschi rappresentano scene della vita di Maria e una maestosa Crocifissione, databile al 1493.Località di partenza borgata Serre (1637 m). Dislivello 400 m. Tempo complessivo 7 h 30 min. Difficoltà EPernottamento presso la Locanda Occitana San Pancrazio d’Elva Hans Clemer Foresteria

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l 'Annuario 2012

“La Fernisolo” http://www.lalocandadielva.it/Prenotazione richiesta entro giovedì 3 Maggio Resp. Cristiana Stevano

10GIUGNOEscursionealMonteDoubia(2463m)

Il Doubia può essere considerato la montagna di Ala in quanto domina con la sua mole possente l’abitato e parte della valle. Il toponimo è do-

vuto alla particolare morfologia della montagna che pare caratterizzata da due punte. Per rag-giungere la vetta del Monte Doubia si percorre tutto il vallone del rio d’Attia, toccando l’Alpe d’Attia ed il colle d’Attia. Il toponimo Attia, che si troverà più volte lungo la salita, è legato ad Atti-la, sovrano e condottiero degli Unni, che duran-te le invasioni barbariche si sarebbe spinto sino in queste contrade. L’itinerario, che nella sua prima parte attraversa bei boschi di faggi ac-compagnati da larici, è molto panoramico. L’Uja di Mondrone domina maestosa tutta la salita. Man mano che si sale la vista si allarga sulle cime della Val d’Ala, evidentissimo il Monte Ros-so d’Ala e la curiosa sagoma della Testa Paian. Al colle la vista si apre ulteriormente su parte delle cime della bassa Val Grande di Lanzo (Monte Bellavarda, Punta Marsé, ecc.). Località di partenza Ala di Stura.Dislivello 1388 m. Tempo di salita 3 h 30 min. Difficoltà EResp. Giuseppe Leyduan

17GIUGNOEscursioneaCimaAdois(2507m)(incollaborazioneconsottosezionediViù)

Modesta cima sullo spartiacque tra la Val di Susa e la Valle di Viù, con panorami sul Vallone del Gravio, la vicina Lunella e l’alta Valle di Viù.

Dislivello 1000 m. Tempo di salita 3 h 50 min. Difficoltà EResp. Raffaella Giacomelli, Sergio Machetta (Sott. Viù). Referente CAI Lanzo Luciano Vigna

23GIUGNOGiraregionalealRifugioPastore(1575m)

Il rifugio è posto su un ripiano prativo ai piedi della parete Val-sesiana del Monte Rosa, di fronte alla cascata dell’Acqua Bianca e

sovrasta la cascata delle Caldaie del Sesia. Su di un roccione, nei pressi, sono scavate alcune Marmitte dei Giganti. Al di là del Sesia, oltre il ponte coperto, la nuova Casa del Parco e l’Orto Botanico. Il rifugio è inserito nel Parco Naturale Alta Valsesia, il più alto parco europeo.Partenza da località Wold (1 Km dopo Alagna) con possibilità di usufruire della navetta sino a località Acqua Bianca.Tempo di salita 1 h 15 min da Wold, 30 min da Acqua Bianca. Difficoltà EResp. Gino Geninatti

30GIUGNO-1LUGLIOEscursionealColledeiBecchi(2990m)(VallonediPiantonetto)

Escursione nel Parco Nazionale del Gran Paradiso (bassa Valle Orco) ove l’ambiente risulta an-cora intatto e selvaggio. Dal Piano

delle Muande si affacciano, a semicerchio, la Becca di Gay, la Testa di Money, il Gran San Pietro, la Punta Ondezana, il Becco di Valsoe-ra. Ad inizio stagione, in presenza di neve dura, possono servire ramponi e piccozza per salire il tratto terminale del Colle dei Becchi. Pernottamento: Rifugio Pontese al Pian delle Muande (2217 m)Località di partenza: Lago di Teleccio (1917 m)Dislivello: 1º giorno 300 m, 2º giorno 773 m. Tempo di salita: 1º giorno 45 min, 2º giorno 2 h 30 min. Prenotazione richiesta entro giovedì 7 giugno. Resp. Cristiana Stevano

8LUGLIOMinieraBrunetta(1580m)

Visita guidata ad un’antica miniera di talco ripristinata dal CAI Lanzo alla fine degli anni ‘90 e attualmente Ecomuseo. Purtroppo per motivi di

sicurezza non è possibile visitare l’intero complesso delle gallerie ma solamente la prima parte della galleria principale. È comunque possibile visitare tutto l’esterno comprendente i locali del magazzi-no, dell’officina e gli alloggi dei minatori.Partenza da Vrù (Cantoira) (1050 m)Dislivello 530 m. Tempo di salita 1 h 30 min. Difficoltà EResp. Silvio Macario

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C.A.I. Lanzo

8LUGLIOOrrididiUriezzo

Andremo a visitare queste mera-viglie geologiche che si trovano in Val Antigorio. Partiremo da Pre-mia ed arriveremo a Baceno, pas-

sando in mezzo a tre orridi per ammirare le profonde incisioni nella roccia scavate dall’antico sistema di torrenti che scorrevano sotto il ghiacciaio che anticamente occupava la valle. Andremo anche a visitare le marmitte dei giganti: caratteristiche forme di erosione sulla roccia lungo il corso del Toce.Resp. Laura Carena

15LUGLIOEscursioneaCimaCristalliera(2801m)Seconda vetta più elevata del parco Orsiera Rocciavrè. Grazie alla sua posizione centrale, dalla cima si può ammirare un grandioso pa-norama a 360°.Partenza dal Rifugio Selleries (2023 m)Dislivello 778 m. Tempo di salita 2 h 30 min. Difficoltà EEResp. Luciano Vigna

20..23LUGLIOTrekkingintersezionalenelleVallidelRosa

Trekking di quattro giorni al cospet-to del Monte Rosa e del Cervino. Un percorso ai piedi delle grandi mon-tagne, Monte Cervino e Monte Rosa,

dalla valle Tournanche alla valle di Macugnaga, attraverso le valli d’ Ayas, del Lys e Sesia, anco-ra una volta per condividere il cammino con i soci delle altre sezioni del Canavese e delle valli di Lanzo. 1º giorno Cervinia/Rif. Ferraro dislivel-lo salita 904 m, discesa 916 m - 2º giorno Rif. Ferraro/Rif. Città di Vigevano dislivello salita 1662 m, discesa 847 m - 3º giorno Rif. Città di Vigevano/Rif. Pastore dislivello discesa 1306 m - 4º giorno Rif. Pastore/Macugnaga dislivello sa-lita 1163 m, discesa 1418 m.Difficoltà EResp. Massimo Bigo, Luigi Bedin (Sezione di Ivrea)

22LUGLIOEscursioneaiLaghidiUnghiasse(2492m)

Questa escursione si snoda in un vallone stupendo, uno dei gioielli più preziosi delle Valli di Lanzo.

Alboni, punto di partenza dell’itinerario, si trova su un panoramico terrazzo a solatio, punteggiato da numerose costruzioni in pie-tra, molte delle quali ristrutturate, e da una graziosa chiesetta bianca.Località di partenza Alboni di Groscavallo (1384 m).Dislivello 1108 m. Tempo di salita 3 h 30 min. Difficoltà EResp. Giuseppe Leyduan

29LUGLIOEscursioneaCimaLucellina(3002m)

Si parte dalle Grange del Pian della Mussa (1.764 m) e per ripi-do sentiero si raggiunge l’Alpe Saulera (2.098 m) ampio pianoro

panoramico nel verde dei pascoli e degli ulti-mi larici. Si raggiunge quindi il Piano degli Allemandi superiore e si gira a sinistra e per canalino si perviene al Colle Pariate (2.583 m) che si affaccia sulla Valle del Servin. Si prosegue per pietraia sino alla base dell’anti-cima e su cresta si raggiunge la cima stessa. Ritorno per lo stesso itinerario di salita.Dislivello 1238 m. Tempo di salita 4 h 30 min. Difficoltà EEResp. Enrico Brunati

5AGOSTOEscursioneaiLaghidell’Autaret(2985m)

L’itinerario proposto percorre un antico itinerario (anche se il sen-tiero attuale non segue sicura-mente quello vecchio) che condu-

ce in Francia passando per il Colle dell’Autaret. Utilizzato già in epoca romana (passava una strada secondaria per le Gallie) e poi dalla posta a cavallo, nel medioevo il valico era frequentato da chi voleva evitare il vicino e più controllato Colle del Moncenisio. Nell’VIII secolo serviva per indicare il confine della diocesi torinese mentre nella seconda metà del XVI secolo il col-le fu posto sotto stretta sorveglianza, per evitare il contagio della peste. In quell’epoca gli abi-tanti della Valle di Viù dovevano effettuare delle corvé per mantenere in efficienza la mu-lattiera che conduceva al valico. Il valico ven-ne presidiato durante l’ultima guerra mondia-

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le e lungo la salita si vedono ancora casematte, casermette e resti di reticolati. Nell’autunno del 1944 i partigiani della valle ripiegarono in Francia proprio passando da questo valico, che è l’unico che si presenta senza ghiacciai da entrambi i versanti lungo tutta la cresta di confine Valli di Lanzo - Valle dell’Arc. I laghi dell’Autaret, di notevole estensione, sono i più in quota delle Valli di Lanzo. Località di par-tenza Lago di Malciaussia (1805 m). Dislivello 1180 m. Tempo di salita 4 h. Difficoltà EResp. Cristiana Stevano

8-9AGOSTOUiadiBessanese(3592m)SalitadallaviaNormale

L’Uja di Bessanese prende il nome dall’abitato francese di Bessans, posto sotto la vetta. Anche la via normale di accesso è francese,

percorre i detriti del versante S e la finale roc-ciosa cresta SE. La vetta, come spesso accade nella catena alpina, è formata da una lunga cre-sta rocciosa, oltre 150m, orientata da SE a NW e ad una altezza oscillante attorno i 3600 m. Escursione di 2 giorni con pernottamento al Rifugio Gastaldi. Dislivello: 1° giorno 850 m, 2° giorno 1000 m. Tempo di salita: 1° giorno 2h 30 m, 2° giorno 5 h. Difficoltà FResp. Umbro Tessiore

12AGOSTOEscursionealBricdiGhinivert(3037m)

Escursione alla cima più elevata del Parco della Val Troncea, attra-verso i sentieri

che portano alle vecchie miniere abbandona-te del Beth e all’omonimo colle. Partenza dal parcheggio di Laval (1677 m). Dislivello 1360 m. Tempo di salita 4 h. Difficoltà EResp. Luciano Vigna

15AGOSTOConcertodiFerragosto

Gita per assistere al consueto concerto in montagna.Resp. Laura Carena

19AGOSTOAnellostoricodiLemie

Facile escursione ad anello su di un sentiero recentemente ripristi-nato dal CAI. Durante il cammino si incontrano due storiche cap-

pelle: la Cappella della Madonna del Truc o della Consolata, del XVIII secolo, e la Cappel-la di San Giulio del XV secolo. Altro elemento storico è il Ponte di Forno di Lemie posto alla partenza dell’escursione.Dislivello totale 550 m. Tempo intero per-corso 4 h. Lunghezza del percorso 9,5 Km. Difficoltà EResp. Gino Geninatti

20AGOSTOGiornatadiarrampicataallapalestradelGenevrè

La palestra di roccia del Genevrè, che si trova poco sopra Balme, rappresenta una ottima scuola per chi vuole arrampicare in tutta

sicurezza. Questa giornata è l’occasio-ne per provare ad arrampicare e ridi-scendere in corda doppia.Resp. Umbro Tessiore

20..27AGOSTOTrekkingAltaViadeiGiganti(Valled’Aosta)

L’Alta via n°1, chiamata anche Alta Via dei Gi-ganti, è un trekking che attraversa la parte nord

della Valle d’Aosta da est, valle di Monte Dubia

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C.A.I. Lanzo

Gressoney, a ovest, Courmayeur, percorrendo alcune tra le vallate più belle e selvagge. I massicci più alti d’ Europa, il Monte Bianco, il Cervino e il Monte Rosa, fanno da scenario a questo itinerario che percorre antichi sentieri, che la gente di montagna ha percorso attra-verso i secoli, oggi resi nuovamente percorri-bili e adatti a tutti coloro che desiderano fare un esperienza indimenticabile. Un viaggio af-fascinante e ricco di punti panoramici sui gi-ganti d’Europa. Percorso straordinario per veri amanti del trekking e della montagna!! L’itinerario proposto si articola su parte del percorso, partendo da Gressoney-Saint-Jean e terminando a Saint-Rhémy; tocca 6 rifugi e un posto tappa a Closé. Durante il percorso sono previste (facoltative) le salite alla Testa Grigia (3314 m), alla Becca-Trécare (3032 m) e al Mont-Faroma (3071 m).Dislivello variabile a seconda del giorni. Tem-po di percorrenza 6-7 ore giornaliere. Diffi-coltà ETermine ultimo prenotazione allagita:31maggio2012Resp. Stefania Fornelli Genot

2SETTEMBREEscursioneaiLaghidelSeone(2540m)

Si ritenta l’escursione annullata nel 2011 per meteo inclemente. Im-pressionante, lungo tutta l’escursio-ne, l’altissimo numero di alpeggi

che si superano o si avvistano lungo i pendii e tutta la serie di opere realizzate per “addomesti-care” la montagna (ponti, canali per irrigare i prati, mulattiere selciate) che ogni tanto compa-iono improvvisamente e per brevi tratti. I laghi sono come delle gemme incastonate nella parta alta del Vallone di Vassola.Località di partenza Vonzo (1231 m) Fraz. di Chialamberto.Dislivello 1309 m. Tempo di salita 4h. Diffi-coltà EResp. Giuseppe Leyduan

8-9SETTEMBREEscursionenelleGrigne

Il massiccio delle Grigne, che si eleva nel cuore delle Prealpi lom-barde, è conosciuto sia nel cam-

po alpinistico per le famose arrampicate dove è nato l’alpinismo lombardo, sia nel campo speleologico dove ci sono grotte tra le più pro-fonde d’Italia (-1190 m), sia per il rinomatis-simo panorama che si può godere dalla vetta (2410 m del Grignone o Grigna Settentriona-le) che spazia dall’Oberland Benrese, al Cervi-no e al Triveneto.Il percorso proposto è adatto sia per escursio-nisti poco allenati sia per quelli più allenati.1° giorno: si parte dall’Alpe del Vò di Mon-codeno (1436 m) per raggiungere il Rifugio Bietti-Buzzi a 1719 m dopo circa 1.30/ 2 h di cammino. Il rifugio Bietti-Buzzi nato nel 1886 è di proprietà del Cai Grigne di Mandello. E’ un rifugio molto accogliente con ottima cucina.2° giorno: ci sono varie opportunità. Per i più allenati proponiamo la vetta della Grigna Settentrionale (2410 m) raggiungibile tramite il sentiero del Caminetto (h 1,30) o la Ferra-ta dei Carbonari (circa h 3) su cui si trova il Rifugio Brioschi per poi ridiscendere al par-cheggio toccando il rifugio Bogani (h 3). Per i meno allenati con un’ora circa di cammino si possono raggiungere il rifugio Elisa, il rifugio Bogani o il Sasso Cavallo (1920 m) ecceziona-le punto panoramico.Se il n. dei partecipanti raggiunge le 20/25 unità possiamo prevedere l’utilizzo di un au-tobus per il trasporto.Resp. Cesare Casassa, Ines Pirec

16SETTEMBREGitainLiguria

Consueto pranzo a base di pesce in Liguria, preceduto da passeggiata in luogo ancora da definirsiResp. Laura Carena

23SETTEMBREEscursioneallaCimaVaccarezza(2203m)

Il Monte Vaccarezza è un ottimo punto panoramico sulle basse valli di Lanzo e Locana. Eccezio-nale il panorama dagli Appennini

alle Alpi Marittime per proseguire con il Mon-viso, le Cozie e tutte le più note montagne delle Valli di Lanzo, si continua con il gruppo del Gran Paradiso ed, in lontananza, il gruppo

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l 'Annuario 2012

del Rosa. Nelle giornate particolarmente lim-pide appaiono anche a nord-est le montagne lombarde del Bernina e dell’Adamello. Anche sulle pendici di questa montagna si trovano numerosi alpeggi e molti altri se ne vedono sulle montagne vicine, che ricordano gli sten-ti che i vecchi montanari dovevano sopporta-re per strappare a questi pascoli, non molto ricchi, il necessario per vivere con le proprie famiglie ed i propri greggi.Partenza da Banche di Coassolo.Dislivello 1293 m. Tempo di salita 4h 30 min. Difficoltà EEResp. Enrico Brunati

30SETTEMBREEscursioneLPVaPlattadeGrevon(2752m)(incollaborazioneconsottosezionediViù)

20º Escursione interregionale LPV nella conca di Pila (Valle d’Aosta) a raggiungere la Platta de Grevon che offre panorami a 360 ° della

valle centrale.Dislivello 920 m. Tempo di salita 3 h 30 min. Difficoltà EEResp. Sergio Machetta, Ezio Giacobino (Sott. Viù). Referente CAI Lanzo Luciano Vigna

30SETTEMBREEscursionealLagodiViana(2206m)(incollaborazioneconilLEM)

Salita ai Laghi di Viana: il percorso inizia dall’Alpe Bianca (1450 m) e si scende da Pian Mutte - Asciutti. Dislivello 750 m. Tempo di salita 3

h. Difficoltà E. Per maggiori informazioni guar-dare il capitolo riguardante il LEM.Resp. Maria Piera Mano

7OTTOBREEscursioneallaGugliaRossa(2545m)(incollaborazioneconsottosezionediViù)

La Guglia Rossa è una caratteri-stica piramide dai pendii detritici e dalle imponenti pareti di roccia calcarea rossastra da cui il nome.

Sullo spartiacque del Colle della Scala, di Thures e della valle di Nevache Dislivello 950 m. Tempo di salita 3 h.

Difficoltà EResp. Cinzia Dantonia, Alfredo Frison (Sott. Viù). Referente CAI Lanzo Luciano Vigna

Telefonoresponsabiliescursioni:

Laura Carena: 3491543869Gino Geninatti: 3355694257Silvio Macario: 3389636332Sergio Machetta: 3487690220Raffaella Giacomelli: 0123-696549Ezio Giacobino: 3334508856Umbro Tessiore: 3484738128Giuseppe LeyduanCristiana Stevano 3338665178Enrico Brunati 3391534751Luciano Vigna 3403241209Stefania Fornelli Genot 3490999397Maria Piera Mano 3389254442Luigi Bedin 3389093354Massimo Bigo 3392482367Franco Guglielmotto 0123-697508Giovanni Scrivani 3385698818Cinzia Dantonia 3496983824Alfredo Frison 011-9244332Cesare Casassa 3470868859Ines Pirec 3477686834

Ferrata Sacra San Michele

Il CAI declina ogni responsabilità per eventuali incidenti occorsi

ai partecipanti alle gite

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C.A.I. Lanzo

Lee Gend sport

Produzione e diffusione di Abbigliamento sportivoLavorazioni in sedePersonalizzazione con vostri loghi

Jerzees Mountain - RocFruit of Loom - SpiroSconti per soci C.A.I.

Tel. 011-9296777 [email protected] circonvallazione,23 - Nole TO

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Tel.0123-506390Cell.3498490840

ApertodaMarzoaSettembre Ègraditalaprenotazione

Cucinadell’AnticoPiemonte-VenditaprodottiorticoliebiologiciPranzipercerimonie-Labaseperilvostrosportpreferito

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l 'Annuario 2012

05FEBBRAIOCiaspolataconavvicinamentoinautobusaNevacheDopo Briancon in bus ci inoltreremo nella vallèe de la Clarèe ed arriveremo a Neviche (1600 m). Da qui la possibilità di scegliere un percorso con le ciaspole verso l’Haute Vallèe oppure una pista di sci di fondo. Il percorso per le ciaspole è su pista con partenza dalla Ville Haute di Nevache e arrivo a Fontcou-verte (1880 m). Dislivello circa 300 m con un percorso di km 6,5 di sola andata. Per il tempo dipenderà dalle condizioni della neve.Resp. Lanzo

11FEBBRAIOCiaspolatacrepuscolarealColledelLysCiaspolata al chiaro di luna sulla mulattie-ra che dal Colle del Lys porta alla Cappella di San Vito con distribuzione di vin brulè e cioccolata calda al posto tappa di San Vito. Al termine spaghettata in allegria al rifugio Yeti Village al Colle del Lys.Resp. Lanzo

12FEBBRAIOCiaspolataaAilefroide(1507m)

Facile escursione nel cuore degli Ecrins. Fantastici panorami sui massicci del Pelvoux, la Barre e il Dome des Ecrins.Resp. Viù

19FEBBRAIOCiaspolataalRifugioSalvin(1578m)Ciaspolata sulla strada che da Mecca sale al rifugio passando per il Santuario di Marsaglia. Merenda al rifugio.Resp. Lanzo

26FEBBRAIOCiaspolataaPuntaLeysser(2771m)

Escursione impegnativa per la du-rata, consente di visitare una delle zone più soleggiate della Valle d’Ao-sta, con squarci panorami sui vicini Vertosan, Fallere e il gruppo della Grivola - Grand Nomenon.

Resp. Viù

06GENNAIOCiaspolatadell’EpifaniaTradizionale e facile escursione dell’Epifania con un primo allenamento per i mesi a veni-re.... pranzo al sacco con meta a sorpresa.Resp. Viù

08GENNAIOCiaspolataUsseglio-AndrieraPianBenotEscursione sul sentiero recentemente ripristina-to dal CAI con spaghettata finale ad Usseglio.Resp. Lanzo

15GENNAIOCiaspolataAnellodellaValServinIl vallone del Servin è posto nella conca di Balme, il più alto comune delle Valli di Lan-zo. L’escursione sarà l’occasione per risco-prire ciò che rimane della secolare opera dell’uomo: incisioni preistoriche, un’antica ghiacciaia naturale, un villaggio abbandonato dove s’insediarono nel medioevo minatori di origine savoiarda, bergamasca e valsesiana. Al termine presso i Cornetti risotto alla balmese!Resp. Lanzo

21GENNAIOCiaspolatacrepuscolareSistinaPassodellaForchetta(1583m)Semplice ciaspolata sulla strada che da fonta-na Sistina sale al Lago di Monastero. Al termi-ne merenda sinoira al Ristorante Sistina.Resp. Lanzo

28GENNAIOCiaspolatanotturnaaMargoneSemplice escursione notturna con racchette sul sentiero delle Masche. Al termine a Mar-gone vin brule e bomboloni. Durata prevista: 1h 30 min. Adatta per famiglie.Resp. Lanzo

29GENNAIOCiaspolataalPassodelleMiette(2002m)

Nello splendido vallone dei Tor-netti , sulle pendici di Cima Mon-tù, dove il fagiano di monte ha il suo habitat naturale.Resp. Viù

Escursioni con Racchette anno 2012

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C.A.I. Lanzo

04MARZOCiaspolatadaiTornettidiViù(1135m)all’AlpeBianca(1428m)Classica ciaspolata nello splendido Vallone dei Tornetti con merenda sinoira all’agrituri-smo “Il Runch”.Resp. Lanzo

11MARZOCiaspolataaCimaFournier(2424m)

Dolce e arrotondata cima che me-rita una visita per lo splendido panorama verso il Delfinato; pas-sando dalla Capanna Mautino.Resp. Viù

17MARZOCiaspolatacrepuscolareallaPerineraTradizionale ciaspolata crepuscolare alla Pe-rinera con cena e balli provenzali a Usseglio.Resp. Lanzo

25MARZOCiaspolataaPuntaSeaBianca(2721m)

Bella montagna delle Alpi Cozie. Itinerario facile e piacevole che si svolge su ampi pendii e crestone finale con vista spettacolare sul Monviso.Resp. Viù

15APRILECiaspolataalLagoAlpeCrot(2321m)

Escursione in un isolato vallone che si dirama dal più gettonato Paschiet in Val d’Ala. Vista sulle vicine punte della Bessanese e della Ciamarella.Resp. Viù

Altre gite saranno programmate in base all’innevamento e verranno

comunicate di volta in volta.

GLIINTERESSATISONOPREGATIDITELEFONARE

AINUMERI:

Per le gite organizzate dalla sottosezione di Viù:

Enzo Giacobino 3334508856

Sergio Machetta 3487690220

Raffaella Giacomelli 0123696549

Giovanni Scrivani 3385698818

Per le gite organizzate dalla sezione di Lanzo:

Bruno Visca 3497336929

Gino Geninatti 3355694257

Sede CAI Lanzo il giovedì ore 21-23 0123320117

=ObbligatoriARTVA,palaesonda.

La sezione declina ogni responsabilità per eventuali incidenti occorsi

ai partecipanti alle gite

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l 'Annuario 2012

Club Alpino ItalianoSezione di Lanzo T.Se

ALpINISMO GIOVANILEAttivitàanno2011

Come ogni anno, prima di presentare il nuo-vo programma, ci prendiamo qualche riga per fare un commento sull’anno passato. In genere siamo stati abbastanza fortunati con il meteo, anche se una gita è stata annullata e mai recuperata, quindi prima o poi la ripro-porremo nel programma. Molti aquilotti erano alla loro prima esperienza, ma, nonostante la novità della fatica cui non sono abituati e la loro giovanissima età, non si sono mai fatti spaventa-re e hanno persistito per tutto l’anno, senza mai arrendersi, ricavando notevole soddisfazione (lo dicono loro, non lo inventiamo noi!). Oltre alle ormai consolidate ciaspolate a marzo (la cui meta è sempre una incognita fino all’ultimo mi-nuto per via delle precipitazioni nevose sempre più capricciose), anche quest’anno i ragazzi si sono cimentati nella pulizia sentiero, in modo da apprendere che, per camminare bene - come piace a loro - con sentieri comodi e puliti, è ne-cessario comunque darsi da fare per prepararli e che è fondamentale il lavoro dei volontari sia per ripristinare i sentieri andati perduti dal non utilizzo, sia per mantenere aperti quelli già riaperti. Visto che sembra piacere molto abbiamo effettuato ben due escursioni utiliz-zando il treno come mezzo per raggiungere l’imbocco dei sentieri anziché il no-stro super-pulmino: siamo quindi andati a Chiaves e a Santa Cristina utiliz-zando la rinata Ferrovia Torino-Ceres. Per quanto riguarda le gite più impe-gnative, risolta la questio-ne Chaberton lo scorso anno, ci siamo spostati verso altre mete: per tutto il gruppo è stata proposta una escursione dal Pian

della Mussa fino al Bivacco S. Camillo al Lago della Rossa, con pernottamento e poi discesa il giorno successivo a Margone. Gita sicuramente impegnativa, soprattutto per gli aquilotti di re-cente acquisizione, meno allenati, ma che li ha portati a provare nuove esperienze, dal dormire in bivacco all’effettuare la traversata di piccoli nevai. Per i più grandicelli, abbiamo tentato la Testa dell’Assietta in campeggio, per poter vede-re la famosa rievocazione storica della battaglia francese-piemontese del 1747. Come tutte le gite di un certo grado di impegno per i ragazzi de-gli anni passati, anche questa non ha raggiun-to il suo obbiettivo e dovrà essere ritentata: le cattive condizioni meteo hanno limitato lo svolgimento della festa, quindi siamo scesi senza di fatto aver visto nulla! Dell’esperien-za rimangono però le risate nel montare il campeggio e di chi ruzzola dal materassino durante la notte, oltre alle mucche curiose che vogliono inciampare nelle nostre tende. Quest’anno, gli aquilotti-scrittori sono stati trop-po impegnati per scrivere qualcosa per la no-

stra pagina di impressioni. Lasciamo quindi spazio all’unica aquilotta, di re-cente acquisizione, che ha voluto darci il suo pensie-ro. Noi terminiamo come al solito con un sincero ringraziamento a tutte le persone e associazioni che hanno condiviso il nostro cammino e ci hanno dato una mano, ma soprattut-to grazie a voi aquilotti! Senza di voi l’alpinismo giovanile non avrebbe ragione di esserci: grazie di aver partecipato alle nostre uscite e restate con noi!

La Commissione A.G.Monte Musiné

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C.A.I. Lanzo

Quest’annomisonoiscrittaalgruppodelC.A.I.diLanzo,gliAQUILOTTI.Le gite che ho fatto sono: la notturna alla Cialma, l’arrampicata a Bertesseno, Santa Cristina, pulizia sentiero Anello Val Servin, Rifugio Gastaldi, quattro giorni in baita, in tenda alla “Testa dell’Assietta” e al Musinè. Tra queste gite, le più dure, secondo me, sono state: la notturna, Santa Cristina, rifugio Ga-staldi, il bivacco San Camillo, l’Assietta e il Musinè. La più bella, invece, è stata la Baita in cui ho imparato a fare la frittata di ortiche e le frittelle di mele. Poi ho anche imparato ad arrampicare sulle pareti artificiali. Inoltre ho conosciuto nuove persone e fatto nuove esperienze. Spero di farne altre ma soprattut-to ho conosciuto: Tiziana, Stefania e Marco che sono delle persone stupende!

Margherita Novero (di anni nove)P.S. della Commissione .Margherita ci ha consegnato il suo articolo scritto con colori diversi per eviden-ziare le cose per lei più importanti e impreziosito da alcuni disegni della sua esperienza con gli aquilotti. Purtroppo non possiamo riprodurli in questa sede, ma la ringraziamo molto per il pensiero!

PROGRAMMAA.G.2012SABATO3MARZOCiaspolatainnotturnaalPiandellaMussaAbbiniamo la nostra ciaspolata alla notturna, sperando anche quest’anno in un’altra nevi-cata a ravvivarci ancora di più la discesa come avvenuto due anni fa.

DOMENICA18MARZOCiaspolatainlocalitàdadefinirsiLa meta della ciaspolata sarà scelta in base alle condizioni meteo e di innevamento.

DOMENICA1APRILELosa-ChiavesNell’ottica di insegnare ai nostri aquilotti cosa vuol dire mantenere efficiente un sentiero, riproponiamo di nuovo lo stesso percorso dell’anno scorso, sempre in treno trekking.

DOMENICA15APRILEPuliziasentieroBogliano-MontiLa cura dei sentieri è molto importante, per-ché essi rappresentano la prima forma di strada creata dall’uomo. La loro pulizia e la segnatura consentono a tutte le persone amanti della na-tura di camminare in mezzo al verde lungo gli antichi e i recenti percorsi della montagna.

SABATO28APRILENotturnaallaMadonnadellaNeveUna passeggiata al chiaro di luna, se si de-gnerà di mostrarsi, altrimenti al chiaro di … lampadina!

DOMENICA6MAGGIOArrampicataalGinevrèAnche quest’anno vogliamo far provare l’emo-zione di questo tipo di attività di montagna, scegliendo una delle belle palestre presenti nelle Valli di Lanzo, che ancora non abbiamo avuto modo di provare con i nostri aquilotti.

DOMENICA27MAGGIOAnelloMargone-MalciaussiaSalendo per i vecchi sentieri di montagna e scendendo lungo la vecchia decauville (ferro-via a scartamento ridotto).

DOMENICA10GIUGNORifugioJervis(Ceresole)Alla scoperta delle strutture delle Alpi occiden-tali. Salita al Rifugio sopra Ceresole, nell’incan-tevole valle omonima, per vedere anche le valli vicine a casa nostra.

GIOVEDI’21DOMENICA24GIUGNOQuattrogiorniinbaitaCome ogni anno, proponiamo la tradizionale permanenza in baita, per far comprendere ai ragazzi l’importanza dello spirito di collabora-zione e di convivenza in un ambiente naturale.

SABATO14–DOMENICA15LUGLIODuegiorniintendaalla“Testadell’Assietta”Ci riproponiamo di andare ad assistere alla famosa rievocazione storica presso la Testa dell’Assietta. Dormendo in tenda, al mattino Campeggio alla Testa dell’Assietta

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saremo già lì all’arrivo dei soldati in costume e non ci perderemo nulla, unendo al contem-po la possibilità di praticare il campeggio in montagna (sperando che quest’anno vada me-glio dello scorso anno).

SABATO28DOMENICA29LUGLIORocciameloneGita impegnativa, alla scoperta di uno dei monti più famosi della zona, il Rocciamelone, sulla cui vetta vi è la famosa Madonna del Rocciamelone. Pernottamento nel bivacco posto sulla cima del-la montagna.

DOMENICA9SETTEMBREPianFrigerola,RifugioPerettiGrivaTorniamo alla scoperta di piccoli angoli delle nostre valli, quasi nascosti eppure poco distanti dalle nostre case. Il Rifugio è in fase di ricostru-zione, ma l’area gode di un buon panorama sul-la pianura torinese.

DOMENICA23SETTEMBREBellavardaSaliamo sulla montagna all’imbocco delle Valli di Lanzo, molto soddisfacente per il panorama sulla pianura che si gode dalla sua cima.

SABATO6OTTOBRECenadegliaquilottiPer concludere l’anno, ci si ritrova in allegra compagnia a ricordare i momenti più belli delle varie uscite.

DOMENICA14OTTOBRECastagnataSocialePer assaporare l’autunno in compagnia e alle-gria, l’ultima uscita propone una scorpacciata di castagne alla Baita San Giacomo.

Raggiungendo il Bivacco S. Camillo

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C.A.I. Lanzo

L’Associazione Fotoamatori “eƒƒe 8” è la concretizzazione di un’idea espressa da un gruppo di persone appassionate di fotografia, diverse per età e professione, ma che al tempo stesso condividono la stessa passione. L’ Associazione, che nasce nel luglio 2011, è molto più di un banale “luogo di ritrovo”, dove si impara a realizzare e conoscere l’arte fotografica, bensì un luogo di aggregazione, in cui la passione del fotoamatore si coniuga con il divertimento e lo scambio con gli altri soci al fine

di rendere interessante e formativo ogni incontro. Lo scopo che ci si pone in questo ambiente amichevo-le è quello di crescere e far crescere, a chi ne prende parte, attraverso la visualizzazione di immagini, il confronto sulle tecniche fotografiche, l’uso corretto del materiale fotografico e soprattutto visionare e commentare le immagini dei partecipanti, condividendo le proprie esperienze e conoscenze mettendole a disposizione degli altri, uniti da un rapporto di amicizia e stima reciproca. Considerando il fatto che gli iscritti, sono principalmente amici e che il motivo per il quale una persona sceglie un hobby è divertirsi, verranno anche organizzate almeno 4 gite sociali, sia con propri mezzi sia con il treno, in varie località che offrono caratteristiche fotografiche di grande impatto. Gli incontri si svolgono tutti i martedì dalle ore 21.00 presso la sede di viale Copperi 16, a Balangero.

corso di FOTOGRAFIA

Associazione Fotoamatori eƒƒe 8, in collaborazione con il CAi di Lanzo, Organizza un corso base di fotografia con indirizzo “montagna”.

Il corso è riservato esclusivamente agli associati CAI Lanzo, sottosezione di Viù, sottosezione di Cantoira e Soci Effe 8.

Il corso sarà tenuto da due fotografi professionisti e si svolgerà nel mese di febbraio 2012 presso la sede del CAI Lanzo Via San Giovanni Bosco 33 dalle ore 21,00 alle 23,00.

Si prefigge di offrire ai soci la possibilità di approfondire la loro tecnica per usare al meglio l’apparecchio fotografico.

- mercoledì 15/02 prima lezione - mercoledì 22/02 seconda lezione} Corso teorico in sede - mercoledì 29/02 terza lezione - domenica al termine del corso} Uscita pratica in ambiente montano

Quotaiscrizione:Euro15,00daversarepressolasededelCAIdiLanzoIscritti:Numerominimopartecipanti5-massimo15.

Termineiscrizionenonoltreil31gennaio2012

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l 'Annuario 2012

ATIVITA’INERENTILAFOTOGRAFIA

Tutti i mesi:concorsi interni ultimo martedì, portare stampa fotografica 30x45 con soggetto relativo al mese. Saranno visionate e commentate dai presenti alla serata.

Mese data TemaGennaio 25 Visto da dietroFebbraio 28 Le lineeMarzo 27 Le maniAprile 24 Un giorno al mercatoMaggio 29 Luna ParkGiugno 26 PescatoriLuglio 31 La terza etàAgosto -- (chiusura per ferie)Settembre 25 Passaggio livello Ottobre 30 La velaNovembre 27 La montagna vista da me Dicembre 18 Religiosità

4VOLTEANNO:Nei mesi Gennaio – Aprile – Luglio – Novem-bre Sociosottolalente presentazione fo-tografica dei lavori del /dei socio/i previsto/i nella serata.

TUTTIIMESI:Un martedì da stabilire Pratichefotogra-fiche in sede, si commenteranno fotografie, in generale su tema libero, o immagini viste da libri di fotografi ecc.

DADEFINIREDATA:Computer PillolediPhotoshop Discus-sioni interne su elaborazioni immagine.

pROGRAMMA ASSOCIAZIONEFOTOAMATORI “eƒƒe 8” 2012

GEMELLATA CON IL CAI DI LANZO

RITROVO: Tutti i martedì ore 21,00 Viale Copperi 16 - Balangero TESSERAMENTO: Soci 20,00 Euro Soci CAI 15,00 Euro

MOSTREFOTOGRAFIChE

PRIMAVERADATADASTABILIRE:in contemporanea alla Fiera BalangeroinFiore esposizione fotografica dedicata a Balangero vecchia.

Settembredataelocalitàdastabilire:Lungoilsentiero in collaborazione con il CAI di Lanzo

Altre mostre sia come titoli, località e date sono da stabilire.

CONCORSOFOTOGRAFICO

in collaborazione con il CAI di Lanzo; regolamento ed i dettagli saranno stabiliti

successivamente.

USCITEFOTOGRAFIChE:Mese data LocalitàFebbraio 18 Genova - Città vecchia e Porto

antico. Gita in treno, con i pro-pri mezzi sino alla stazione.

Maggio 12 Aosta - Gita con i propri mezzi

Settembre 15 Ricetto di Candelo e Biella Gita con i propri mezzi

Novembre 10 Saluzzo Gita con i propri mezzi

CENASOCIALE:1°semestre 06 Luglio ritrovo ore 20,00 Ca’ di Martu - Groscavallo2°semetre data e località da stabilire

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C.A.I. Lanzo

Mount Kilimanjaro - febbraio 2011Il Kilimanjaro è un monte coperto di neve alto 5.890 metri e si dice che sia la più alta montagna africana. La vetta occidentale è detta Masai Ngàje Ngài, Casa di Dio. Presso la vetta c’è la carcassa stecchita e congelata di un leopardo. Nessuno ha saputo spiegare che cosa cercasse il leopardo a quell’altitudine». Questa citazione di Hemingway (“Le nevi del Kilimanjaro”) ha sempre suscitato in me molta curiosità rispetto a questo vulcano dalle forme quasi perfette, che si eleva imponente sulle remote pianure nord-orientali della Tanzania. Peren-nemente innevato e non ancora del tutto spento, i suoi attuali 5895 m di altezza ne fanno davvero la vetta più alta del continente, con una varietà di paesaggi e abitanti quasi inimmaginabili. Salirne la cima, vedere l’alba che illumina e risveglia la pianura africana è il sogno di molti, e, infatti, in molti tentano di arrivare a toccare il cielo, talvolta con successo e talvolta dovendo rinunciare ad un passo dalla meta agognata per non trovarsi a fare compagnia al solitario leopardo.

diStefaniaFornelliGenot

Atterrando di notte al Kilimanjaro International Airport dopo il lungo volo da Milano via Amsterdam, non ho la visione di cosa sia l’Africa: vedo solo la pista vuota. Le uniche luci provengono dall’aereo che ci scarica nel cal-do (siamo a febbraio!) e dall’edificio in cui si sbrigano le pratiche d’ingresso in Tanzania, nel caos della gente stanca del lungo viaggio che ha fretta di uscire. Fuori, siamo circondati da numerosi abitanti locali, colori e ru-mori ma nella confusione, con la fretta e la stanchezza, non mi fermo a pensare più di tanto. Trovato il nostro riferimento, siamo condotti alle nostre jeep, caricati e portati al nostro albergo per la prima notte a Moshi. Sono le 11 di sera, si viaggia su strade non illuminate se non da poche macchine dirette chissà dove, attraversan-do sparuti gruppetti di case lievemente illuminati dai nostri fanali, dove si vedono ancora alcune persone in giro che ci guardano sfrecciare sulla strada asfaltata, mentre in cielo si staglia luminosa la Via Lattea, seppure non al suo massimo splendore in questa stagione. Un po’ stanca, ascolto a metà le parole che la nostra guida Isaac ci dice prima di andare a dormire in comodi bungalow. Il mattino successivo, un po’ più presente nella situazio-ne, faccio la prima colazione con sapori nuovi e sola-mente ora mi rendo conto che mi trovo a migliaia di chilometri da casa. La preparazione di un anno intero a questo viaggio, tra organizzazione e tentativi di allena-mento falliti a causa del frequente maltempo e dei mol-teplici impegni quotidiani, mi aveva fatto un po’ perdere di vista il fatto che alla fine di tutto quello avrei, per la prima volta nella mia vita, cambiato continente, seppure temporaneamente. Ora, se-duta a questo tavolino, guar-dando la frutta così poco comune da noi, i fiori rigo-gliosi e colorati sulle piante a me sconosciute, i camerie-ri che mi parlano in inglese e che comunicano tra loro in una lingua a me incom-prensibile, realizzo che sono davvero in Tanzania. Dopo colazione, finisco la prepa-razione della borsa, perché solo parte del bagaglio può essere portato sulla monta-gna, dove un portatore lo

trascinerà per me fino ai vari campi base. Limitando all’essenziale, tanto non ci si può lavare sulla montagna quindi non servono tanti ricambi di abiti, i borsoni sono presto fatti e caricati sulle nostre jeep, già in attesa da-vanti all’albergo. Finalmente vedo meglio anche la no-stra guida Isaac. Non vedo solo lui. Ora, con il sole, si vede anche l’Africa… dopo aver letto tanto, visto un mare di foto, ma, come sempre, la realtà è diversa da come s’immagina. La prima cosa che vedo sono le bana-ne: caschi interi di frutti verdi che una donna sta portan-do in una cesta sulla testa e mi sorge la domanda su come faccia a portare un peso del genere! E poi, natural-mente vedo le piantagioni di banane (e anche di altre piante commestibili), man mano che si risale lungo le pendici della montagna, quando le piante dai vivaci fiori gialli o rossi che incorniciano le strade lasciano il posto alle coltivazioni, in mezzo alle quali sorgono sparuti vil-laggi con i negozietti in baracche semidecadenti, dove pezzi di animali appesi direttamente a ridosso della stra-da incoraggiano l’acquisto della gente che vive qui. Lei, la montagna, appare da lontano come una grossa e tozza ombra nella foschia del mattino, così indistinta che qua-si non ci si fa caso, così grande che sembra occupare tutto l’orizzonte, indifferente al nostro arrivo, alla ragio-ne del nostro viaggio e al successo della nostra meta. Dopotutto, forte della sua venerabile età, che gliene può importare di noi? Nata più di 500.000 anni fa da eventi tettonici ancora in atto che coinvolgono tutto il settore nord-orientale del continente, menzionata più di 5000 anni fa dagli storici di Alessandria d’Egitto, musa di scrit-

tori antichi arabi e cinesi ol-tre che di quelli moderni, ha da sempre stimolato lo spiri-to conquistatore dell’uomo, che tuttavia ne ha raggiunta la cima solamente nel 1889 (prima salita documentata ufficialmente, ma non primo tentativo noto…). Mentre le jeep sfrecciano sulla strada tortuosa, mi viene in mente che la Montagna Scintillante o Kilima Njaro (in Swahili) ospita numerose leggende: il popolo Chaga, che vive alle sue pendici, parla di spiriti a

Foto di gruppo con portatori

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guardia dei tesori presenti al suo interno, gemme e ar-gento, in grado di congelare chiunque osi avventurarsi sulle sue pendenze… speriamo che non si arrabbino an-che con noi! Arrivati all’ingresso del Parco Nazionale del Kilimanjaro, a Machame Gate la prima cosa che si nota è la confusione. Molti gruppi si preparano a partire con il nostro stesso obiettivo (mi fanno ridere i coreani, che sono imbacuccati per il freddo, mentre noi stiamo già sudando nelle nostre magliettine a maniche corte: se si mettono le ghette e il passamontagna a 1500 m, a 5000 m cosa si mettono?). Mentre noi firmiamo il registro d’ingresso al parco e ci carichiamo i nostri litri di acqua per la giornata, abbiamo la prima coscienza del numero di persone che ci accompagnerà in questa nostra salita. Davanti al cancello del parco ci sono, infatti, molti ragaz-zi in paziente attesa di essere chiamati come portatori dalle guide dei gruppi, oltre naturalmente ai venditori di cappelli, bastoncini e qualsiasi cosa uno possa aver di-menticato di portarsi. Un volta selezionati dalle guide, essi si dirigono verso il punto di controllo del peso, dove i responsabili dei vari gruppi pesano i carichi che do-vranno portarsi dietro per una settimana in modo che non si affatichino più del dovuto. Ognuno di noi avrà mediamente tre portatori, uno con il bagaglio personale e due che portano altre cose in comune, tra tende, acces-sori vari e cibarie. Poi ci sono il cuoco, gli assistenti cuo-co, i camerieri… insomma uno squadrone di gente per accompagnarci in cima! Mi sento un po’ in colpa a farmi portare le mie cose, non ci sono abituata, in genere mi porto da sola ciò che mi serve, ma qui si usa così, quindi bisogna adeguarsi. Alla partenza, dopo aver fatto cono-scenza anche delle aiuto-guide, Nile, Lazaro e Abdallah, ci incamminiamo verso il primo campo: in una mattina di febbraio stiamo iniziando il nostro tentativo di salita alla vetta d’Africa! Siamo in 12, quasi tutti soci del CAI. Alcuni già dubitano di farcela, ma la salita è ancora lun-ga… c’è tempo per dubitare! Mentre camminiamo sulla strada sterrata, che si snoda tra alti alberi della foresta pluviale con le liane pendenti (c’è qualche novello Tar-zan che si vuole cimentare...), i portatori ci sorpassano a passo di marcia. Portano sacconi enormi di tela bianca, con appese le cose più disparate, da pentole a taniche vuote fino a bollitori per l’acqua, e qualcuno passa addi-rittura con i tavolini da campeggio sulla testa. Sono di-

stratta da quello che ci circonda: si dice che salire il Ki-limanjaro sia come camminare attraverso 4 stagioni in 4 giorni, a causa della sua eccezionale altezza e per la sua posizione geografica. La sua flora si differenzia notevol-mente con la quota: qua e là, tra il verde delle felci gi-ganti, nella foresta fa capolino una piccola orchidea rossa e gialla che si trova solo qui, oppure una bellissima violetta lilla, anche questa tipica di questa montagna. Ci sono anche animali nella giungla, si sentono gli uccelli cantare, ma sono distratta dai fiori e non vedo se qualche scimmietta sta sorvegliando il nostro passaggio. La strada diventa una mulattiera battuta e ben curata racchiusa sempre da questi alti fusti dalle enormi radici contorte che a volte escono dalla terra e mi ricordano subito gli Ent del Signore degli Anelli: sembra proprio che da un momento all’altro, questi alberi enormi debbano muo-versi e mettersi a camminare con noi. La foresta si chiu-de sempre di più intorno a noi, ma non è oppressiva, mentre il sentiero serpeggia sempre più in alto. Comin-cia a venire fame, dopo un paio di ore di cammino; Nile, con cui ho iniziato a fare lezione di inglese-kaswahili-italiano mi dice che siamo quasi arrivati al punto previ-sto per il pranzo, proprio dietro la prossima curva. Non sono sicuramente preparata a quello che mi aspetta! Tro-varmi un tavolo apparecchiato con tanto di sedie, piatti, posate e bicchieri (di vetro!) era totalmente fuori dai miei pensieri! E per fortuna le guide ci dicevano che ci saremmo dovuti accontentare per oggi… io mi aspettavo un panino da mangiare seduta su una radice di Came-lia…non un super pranzo freddo! Dopo esserci strafoga-ti per benino (e meno male che non hanno potuto cuci-

nare, ma quando hanno avuto tempo di preparare tutto questo? Siamo così lenti a camminare? Sono partiti con noi!), ripartiamo verso il primo campo, Mac-hame Camp a circa 3000 m di quota; arriviamo nel pomeriggio dopo aver as-sistito alla fine della prima “stagione” e all’inizio della brughiera alpina, caratte-rizzata da piante più basse e da erba e da nuovi fiori sempre dai colori scintil-lanti e vivaci. Al campo, la prima cosa da fare è firmare il registro (quest’ope-razione sarà fatta a ogni campo, serve per sapere chi arriva e chi no… si vede che temono di perdere qualcuno per strada). Aspettiamo quindi che le guide ci indichino il nostro campo, che è già stato montato a fianco del ruscello. Ci scegliamo una tenda e dopo aver recu-

Propaggini di ghiaccio

La cima

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C.A.I. Lanzoperato il bagaglio dalle mani del ragazzo che gentilmen-te l’ha portato alla tenda, ci prepariamo il posto per la notte. Nel frattempo uno dei camerieri passa a chiederci se vogliamo dell’acqua calda per lavarci: mi sembra di essere in un hotel, più che in un campeggio africano. Appena rinfrancati, la guida chiama tutti a raccolta, per-ché è ora di merenda… e troviamo ad accoglierci la no-stra tavola apparecchiata nella tenda-mensa (che contie-ne anche la cucina dietro un paravento di tessuto) con bevande calde e soprattutto un piatto enorme di popcorn appena fatti! Usciti dalla tenda, sono un po’ sopraffatta da tutto questo: prima di partire mi ero immaginata un’esperienza dura e impegnativa, anche a sentire i rac-conti di chi era venuto prima di me, ma mi sento un po’ servita e riverita, mica è spartano come pensavo sarebbe stato! Nei prossimi giorni avrò modo di vedere che il trattamento riservatoci è sempre questo, con un’organiz-zazione quasi perfetta della loro squadra di lavoro. Assi-stiamo al tramonto dietro la nebbia e si va a dormire, perché la stanchezza, tra cambio clima e primi contatti si fa sentire. Il mattino dopo, uscendo dalla tenda vedo per la prima volta uno scorcio della cima innevata. Dopo colazione, i bagagli sono nuovamente consegnati ai gio-vanotti in attesa e ci mettiamo in cammino nella bru-ghiera. Il sole è caldo, il sentiero ripido e sassoso, con continui spostamenti per far passare la fila di portatori carichi come muli e occasioni di guardare il panorama sulla piana africana: dalla foschia mattutina emerge so-lamente il Monte Meru, altro vulcano spento dell’area, che da qui sembra un cono perfetto. Riprendiamo a sali-re, anche se poco dopo dobbiamo fare una pausa im-provvisa perché la mia compagna di tenda non si sente bene: non si capisce bene se è mal di montagna o se è un effetto di qualche medicinale che ha preso sommato alla ripidezza della salita, ma in ogni caso, dopo un poco sembra stare meglio e riusciamo a ripartire. La salita è scandita dalla voce della nostra guida, Lazaro, che a in-tervalli pressoché regolari ci fa fermare al suono di “kunywa maji” (“bere acqua”), parole che ci ripeteran-no fino alla nausea per tutta la salita. Man mano che proseguiamo, gli alberi semisecchi e contorti si abbassa-no sempre di più, fino a divenire arbusti rivestiti da li-cheni o muffe, non so bene, che danno al paesaggio un aspetto molto bizzarro: i pochi alberi, piegati dal vento e scheletrici, sono rivestiti da “tendaggi” che conferiscono loro un aspetto quasi da fantasma, tanto più enfatico man mano che sale la nebbia ad avvolgere tutto quanto. Camminiamo su sentieri di roccia rivestita da licheni, in mezzo a cumuli di pietre e a piante a volte simili ai nostri semprevivi a volte totalmente aliene alle mie (scarse, lo ammetto) conoscenze botani-che. Le guide ci fanno vedere le piante endemiche dell’area, il Senecio e la Lobelia, caratte-ristiche dell’area di brughiera. All’improvviso, girando l’ango-lo, il mio primo incontro con la fauna dell’area… un grosso corvo dal collare bianco ci fissa tutto di sbieco, facendomi sor-gere il sospetto che si stia chie-dendo se sono commestibile

come l’osso che sta sgranoc-chiando col suo becco aguzzo. La nebbia ormai avvolge tutto quanto, pur non essendo ancora neanche l’ora di pranzo; emerge all’improvviso una tenda, poi un’altra… siamo finalmente arri-vati a Shira Camp, 3840 m. Qui ci sono già le nostre tende e i nostri portatori in attesa e sta-volta riesco a fare la cono-scenza con il poverino cui è toccata in sorte la mia valigia, Manu. Siccome fatica al posto mio, mi sembra il minimo imparare il suo nome, oltre che il suo volto! Mi rendo comunque conto, dopo due soli giorni con loro, che sto iniziando a ricono-scere già alcuni dei portatori, anche se faccio ancora confusione con i nomi, alcuni dei quali dalla pronuncia un po’ ostica per me. Sul nostro campo sventola la ban-diera italiana che un membro del gruppo ha portato per tutto il giorno appesa allo zaino, a identificare il nostro campo senza dubbi. Dopo pranzo, le guide ci portano a vedere la grotta (Shira Cave) dove dormivano i portatori prima che iniziassero a portarsi le tende anche per loro. E’ un antro naturale di roccia vulcanica le cui pareti sono annerite da fuochi accesi negli anni passati e in cui ora è proibito dormire: non si riesce neanche a stare in piedi lì dentro, figuriamoci dormire nelle notti gelide! Ci raccontano anche un po’ di cose sulla montagna e sull’organizzazione del parco. Per esempio, da qui in poi, il soccorso può essere fatto solo a piedi e non più con l’elicottero; inoltre ci spiega che ogni campo deve pesare la spazzatura prima di sloggiare per il giorno successivo, perché niente deve essere abbandonato sulla montagna. Mi sembra un modo molto intelligente di tenere sotto controllo la questione rifiuti, per preserva-

re questa bellissima area. Nel frattempo, intravedo il profilo dello Shira, il primo dei vulcani che costituiscono questo enorme panettone che ci ospita, il più vecchio e consumato, di cui so-pravvive solo più parte della caldera sommitale e tutto il resto è collassato a formare il cosid-detto Shira Plateau, di cui avrò una piena visione solo il giorno successivo. C’è un vento freddo

Lazaropensieroso

Ciò che resta del ghiacciaio

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e impetuoso, che continua a spostare le nebbie che sem-brano essere abbonate al pomeriggio sul Kili. Mentre passeggiamo tra le colate, ecco che appare finalmente la cima del Kibo, bella tondeggiante e con alcuni nevai, fi-nora timida e nascosta. Dopo un riposino, un’abbondan-te cena e qualche scatto di irritazione di alcuni membri della spedizione forse per via della stanchezza, finalmen-te si va a dormire. Non sembra ma, tra la quota, le novi-tà, il dormire in tenda, la sera sono sempre molto stanca e non ho grandi problemi a dormire, anche se non pro-fondamente come servirebbe a causa del vento e del freddo, nonostante i sacchi a pelo termici. La mattina, il sole bacia la montagna e ci sveglia nelle tende gelate e coperte di brina ghiacciata. Partiamo per la terza tappa, camminando stavolta nel deserto alpino. Sono scompar-se le piante ad alto fusto, sono svaniti gli arbusti contorti e i fiori colorati. Rimangono le rocce coperte di licheni sventolanti nel vento e qualche sporadico fiorellino che evidentemente ama la solitudine. Girandosi indietro ver-so lo Shira Plateau, immenso nel mattino terso, le uniche macchie di colore sono le tende ancora non smontate e la fila pressoché continua di sacchi bianchi in testa ai portatori già in movimento. Tutto il resto è scuro e mo-notono. Oggi saliamo fino a quota 4600 m, alle Lava Towers, per acclimatarci: la salita è dolce e non troppo impegnativa, consente di tenere a bada eventuali sintomi del mal di montagna, unica cosa che mi spaventa. Dopo poco tempo in cammino, la nebbia ci avvolge di nuovo (comincia a essere monotona). Lascia emergere per un breve momento il ghiacciaio pensile del Kibo, per poi tornare a mascherare di nuovo tutto il paesaggio. Mi per-do nel guardare le rocce vulcaniche, così diverse da quelle che ho visto finora, contenenti cristalli enormi, grossi come le mie dita, e comincio a raccogliere qualche campione per ricordo (me li porterò io perché non vo-glio caricare di altro peso Manu). Qualcun altro invece preferisce provare a vedere se può avere una carriera come portatore, sollevando il carico di uno dei ragazzi: la sua conclusione è che sollevare è una cosa, portare un’altra! Scendiamo verso le Towers per il pranzo e qui vedo un altro abitante della montagna, una specie di to-polino a strisce che viene a cercare qualcosa da mangia-re dalle nostre guide, giocando nello stesso tempo a na-scondersi tra le rocce. Gli uccellini dalle lunghe zampe sono meno timidi e non esitano a lanciarsi sulle briciole cinguettando (ma come fanno a cantare a questa quota, io ho già problemi a respirare!). Oggi il cuoco ci ha pre-parato il cestino da picnic e sono sorpresa dai dettagli, come mettere un pacchettino con il sale da usare con l’uovo sodo (onnipresente nei suoi cestini da picnic, come imparerò nei giorni successivi) oppure aver prepa-rato una sorta di sfoglia ripiena di verdure, che, si capi-sce chiaramente, è stata preparata fresca la mattina. A che ora si sarà alzato per prepararci tutto questo, se noi siamo partiti con il box alle 8 di mattina? Sicuramente molto presto! Non posso fare a meno di pensare che queste persone ci stiano davvero trattando benissimo, ben oltre ogni mia attesa. E se questo è il trattamento normale, non voglio pensare a come sia il trattamento di lusso! Dopo pranzo e qualche riflessione, anche fisica, nelle immancabili latrine presenti lungo il percorso (perché sono veramente organizzati in questo parco), si

riparte in discesa verso il Barranco Camp. Scendendo nella nebbia, le rocce scure contrastano con il pallido dell’aria e da loro emergono strane figure: sono gli esem-plari di Senecio e di Lobelia giganti. Soprattutto il primo, arriva ad altezze inaspettate per la quota cui siamo: nelle valli più riparate, vicino al torrente (il primo che vedo sulla montagna), alcuni esemplari sono anche 5-6 m di altezza. Facciamo qualche foto divertente con le guide, che travestono una Lobelia alta poco più di un metro, con occhiali e berretto e la fanno diventare una quinta guida! Sono proprio dei simpaticoni questi tanzanesi, sempre a scherzare! Camminando e scherzando, all’im-provviso ci troviamo in mezzo alle tende, siamo a Bar-ranco Camp circa 3950 m, finalmente. Mi giro a cercare subito il famoso muro, letto su tutte le riviste e sentito in tutti i racconti, ma non lo vedo… Isaac mi indica la di-rezione dove si trova e mi dice che entro domani lo ve-drò! Poi, all’improvviso, la nebbia si dirada e la muraglia verticale emerge alla vista. Qua e là nella nebbia s’intra-vede anche qualcosa di bianco… forse i nevai terminali del Kibo. Inganniamo l’attesa tra la merenda e la cena conversando con i giovani portatori, che sembrano entu-siasti di insegnarci qualche parola nella loro lingua e poi tutti a nanna, perché domani ci aspetterà una giornata non lunga ma sicuramente interessante, con una salita fino a 4200 m sulla parete vulcanica! Come sempre, il mattino è sereno e vediamo bene quello che dobbiamo affrontare. Il Barranco Wall sembra quasi verticale e strapiombante, ma le guide ci rassicurano, infatti, come ho già letto sulle varie descrizioni, c’è un comodo sentie-ro per salirci sopra. Mentre partiamo, il campo è pieno di attività, perché qui tutte le spedizioni, a differenza dei campi precedenti, sono concentrate in poco spazio e, quindi, oltre ai nostri portatori, c’è un continuo andiri-vieni di gente, mentre i corvi aspettano pazientemente sulle rocce che ce ne andiamo per vedere cosa lasciamo indietro. La salita procede tranquilla in fila indiana, lun-go il sentiero che in alcuni punti richiede l’aiuto delle mani per affrontare piccoli dislivelli. Fa im-pressione vedere i portatori che ci superano di cor-sa, alcuni con delle scarpe che non userei nean-che in pianura, anche tutte scas-sate… e mi chie-do come sia pos-sibile che non ci siano mai inci-denti! Forse è la conoscenza del percorso, che fanno diverse volte l’anno, che li mette al riparo da gravi inciden- Senecio gigante

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C.A.I. Lanzoti, chissà! Intorno a noi, solo lo scuro della roccia, con lo sfondo di scorci della pianura africana, che appare pro-prio piatta da qui in alto, nonostante sappia che poco distante da noi c’è la famosissima Rift Valley. Sull’al-tro lato, il versante sud della vetta. Si nota bene ora che il ghiacciaio si è fortemente ritirato, esponendo la roccia lisciata dal peso del ghiaccio. Ci stiamo avvicinando al Karanga Camp, circa 3960 m, tappa intermedia fatta sempre per miglio-rare l’acclimatamento alla quota. Mentre risaliamo verso il campo, vedo dei portatori che tornano indietro con le taniche per approvvigionarsi di acqua. La guida mi spie-ga che quella presente a circa mezz’ora dal campo odier-no è l’ultima acqua che incontriamo sul nostro percorso: questo vuol dire che per i campi successivi, essi devono scendere fino a qui per prendere l’acqua necessaria a cucinare e da darci da bere. Insomma, mi rendo conto che fanno una vita abbastanza infame, per uno stipen-dio, se così si può chiamare, veramente minimo. Parlan-do con queste persone da qualche giorno, so ora che sono quasi tutti molto giovani, alcuni appena maggio-renni, che vengono a lavorare qui per guadagnarsi i soldi per andare a scuola e/o mangiare. Per quanto disdicevo-le sia sfruttare queste persone facendosi portare le pro-prie cose, mi rendo conto che comunque per loro è un modo di sopravvivere faticoso ma comunque dignitoso e rispettabile. Non deve essere facile per loro avere che fare con tante persone, alcune delle quali magari li con-siderano poco più di schiavi al loro servizio. Tuttavia, quando incrocio il loro sguardo, hanno sempre un sorri-so e un saluto per me, cui ricambio volentieri, e sono sempre molto allegri anche: sono molto pazienti e genti-li con me, tanto più dopo quasi 4 giorni in cui li assillo con domande sulla vita nel loro paese e sulla loro lingua! A Karanga Camp fa freddino, il vento tira forte… si sen-te la quota! Tuttavia, se non ci fosse la nebbia, sono sicu-ra che si goda un bellissimo panorama, ma come sem-pre, bisogna aspettare il sorgere del sole per poterne godere. Anche a questa quota cresce qualcosa, altre piante endemiche di questa montagna piena di sorprese, nonostante sia in sostanza roccia secca (siamo nel deser-to di alta quota). Partiamo ora per l’ultimo campo, Bara-fu Camp, 4550 m, una passeggiatina in confronto a quel-lo che ci aspetta dopo. Si attraversano ampie valli vulcaniche, incise dal ghiacciaio e quindi caratterizzate da morfologie dolci e arrotondate. Avvicinandosi al cam-po (che nella lingua locale vuol dire “ghiaccio”), posizio-nato su una cresta rilevata e affilata, mi viene in mente quanto ho letto sulla guida in merito a questo campo: attenzione a quando vi alzate di notte per andare in ba-gno. Ora capisco anche perché: le latrine sono i soliti gabbiotti, ma sono posti su strapiombi! Se ci si confonde nell’oscurità, si rischia di mancare la porta e farsi qual-che decina di metri di volo libero. Arrivati al campo, mentre si firma il registro, qualcuno del gruppo chiede e ottiene di assaggiare quanto stanno mangiando le guar-

die del campo, una specie di pasta di pane con verdu-re… per evitare problemi, visto che fino adesso sto bene,

evito! La guida è categorica e ci spiega come fun-zionerà il resto della giornata: possiamo riposa-re, alle 18 ci da-ranno cena, poi dovremo andare in tenda a dormi-

re, perché alle 23 ci verranno a svegliare per iniziare la salita… ma come si fa a dormire a quell’ora? E, infatti, direi che non posso… alle 23 quando la tenda viene scossa dal cameriere per la sveglia sono ancora con gli occhi aperti come un gufo. Uscita dalla tenda mi danno la colazione, tè caldo e biscotti, quindi zaino in spalla e ben vestita perché fa un freddo boia e si parte, alla luce dei frontali. Uno del gruppo, meno attrezzato degli altri poiché unico non montanaro, decide di tornare a dormi-re subito e abbandonare il tentativo. Comprensibile an-che perché unico del gruppo che ha patito fortemente il mal di montagna finora, non mangia niente da giorni. Partiamo quindi nella notte più buia. Guardando verso l’alto si vede chiaramente una fila di luci di chi ci prece-de … una processione diretta alla cima. Abbassando lo sguardo (consigliabile), posso vedere dove si mettono i piedi nel ristretto cerchio di luce proiettato dalla mia lampadina. Un piede dopo l’altro nella notte, senza aver dormito… una specie di coma semisveglio, in cui non devo mai perdere la concentrazione e dimenticare di respirare a fondo, altrimenti avverto la mancanza dell’aria e non è una sensazione piacevole… Cammi-nando nella notte non mi rendo conto del tempo che passa e le uniche variazioni sono le soste (rare) che la nostra guida ci impone per bere. Mi sconvolge, mentre cerco di non dimenticare di inserire ossigeno nei miei polmoni, sentire le guide che cantano e ballano intorno a noi… ma quanto fiato hanno? Si vede proprio che sal-gono questa montagna dalle 5 alle 10 volte l’anno. Qual-che momento di sconforto, qualcuno si arrende e torna indietro, qualcun altro si riprende quando sorge il sole. Appare una lunga striscia rossastra a est e dalla notte emerge il profilo ancora tremolante del Mawenzi, il ter-zo cono che costituisce questa montagna, il secondo ge-ologicamente parlando. Una fila di guglie frastagliate che si colorano man mano che il sole si alza e finalmente la luce raggiunge il bordo sopra di noi: vediamo il fianco del ghiacciaio lassù alla nostra sinistra, il sentiero davan-ti a noi, e lassù, il cielo dietro la roccia, a indicare che siamo vicini alla meta. Il sorgere del sole ci vede allo Stella Point, quota circa 5700 m, sul bordo sommitale del Kilimanjaro. Qui si vede finalmente la cima del vulcano Kibo, collassato in un’enorme caldera, tuttavia ancora attiva per la presenza di alcune fumarole vicino a un cono minore posto sull’altro lato rispetto a quello dove siamo noi. Ci vorrebbe un supergrandangolo per pren-dere tutta la caldera in una foto sola, talmente è enorme. Ci rifocilliamo brevemente, quindi ripartiamo per l’ulti-mo tratto, per raggiungere Uhuru Peak, il punto più alto del bordo della caldera e cima del Kili (5895 m). Mentre

Ngorongoro Crater

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si sale lungo la pista, vediamo il ghiacciaio o almeno uno dei pezzi ancora sopravvissuti. Altre parti si vedono in lontananza sull’altro lato della caldera, completamente staccati da questo più vicino a noi. Il bizzarro di questo ghiacciaio, almeno per me che non ne ho grande espe-rienza in generale, sono le pareti verticali: il ghiacciaio è come una sorta di scalinata, ma non credo che siano se-racchi come succede da noi, sotto non c’è un salto di roccia. Anche le pareti laterali, da noi in genere degra-danti in pendio, qui sono verticali. Continuando a cam-minare si arriva velocemente alla cima, al Picco della Libertà, e al suo famosissimo cartello. Da qui, mi sarei aspettata di vedere tutta la pianura africana o quasi, ma in realtà, a causa della forma a panettone della monta-gna, il panorama è quasi tutto su di essa e sul ghiacciaio, anche perché in basso le nuvole impediscono di vedere il territorio più lontano. Quassù virtualmente niente po-trebbe vivere, per via del vento, del freddo e della man-canza di acqua. Eppure anche qui la natura trova spazio: i licheni che crescono anche su questa cima, in partico-lare quelli più grandi, a causa della loro ridotta velocità di crescita, potrebbero essere le creature viventi più an-tiche della terra, forse anche con centinaia se non mi-gliaia di anni sulle “spalle”. C’è poco tempo per la cima, tuttavia. Le guide fanno fretta, quindi appena fatte le foto di gruppo, giù per un percorso diverso da quello della salita: si scende, infatti, lungo le morene, dove un passo che fai equivale a tre metri di discesa per via della sabbia che fa scendere quasi di corsa. In questo modo, se ci ho messo 8 ore circa a salire, ci metto 2 ore scarse a tornare al campo! Arrivata qui trovo la sorpresa, i nostri compagni che hanno rinunciato alla salita ci aspettano, mentre il cuoco ci fa trovare un bel succo di frutta fresco per ristorarci! Si può scegliere poi tra il mangiare pranzo oppure riposare un paio di ore prima di ripartire per l’ultimo campo sulla montagna. Siccome di dormire non se ne parla proprio, scelgo senza dubbio di mangiare, anche perché comunque sono affamata. Sono molto stanca, per la mancanza di sonno e per la fatica, ma mi preoccupa la lunga discesa fino a Mweka Camp (3100 m), sarà una cosa impegnativa più della salita. Partiamo quindi poco dopo aver mangiato, e riattraversiamo le quattro stagioni in una giornata sola, soffermandoci an-cora a guardare questi fiori enormi e colorati che vivono solo qui. Arrivati al campo, finalmente mi posso rilassa-re, lavarmi per bene di nuovo con l’acqua calda che ci portano i camerieri e pensare a ciò che ho fatto. La mat-tina dopo si fa qualche discussione in merito alla mancia da dare ai portatori e al personale che ci ha accompa-gnati in quest’avventura: in teoria la mancia non è obbli-

gatoria, ma in pratica esiste quasi un tariffario. Personalmente ritengo che si siano fatti un mazzo grande come una casa e si meritino una ricompensa per questo. Accordi raggiun-ti, provvediamo quindi a dare a Isaac le quote e a dirgli come distribuirle, quindi avviene la cerimonia di saluto e ringraziamento, dove tutta questa gente si mette a ballare e a canta-re per noi, un’emozione molto forte! Salutare alcuni di loro, con cui ho avuto modo di par-lare un po’ di più, mi mette un po’ di tristezza. Dopo le foto di rito, gli ultimi passi per arriva-

re a Mweka Gate, circa 2000 m di quota, dove si esce dal parco e dove ci sarà dato il certificato di salita al Kili, a ricordo dell’impresa. Infine, tutti a bordo del furgone jeep e via, diretti all’albergo di Arusha, dove finalmente mi posso fare una bella doccia, seppure i canoni di effi-cienza dei bagni africani si discostino leggermente da quelli cui siamo abituati in Europa. Si può anche dormi-re su un letto comodo e non più sul materassino. Ci serve un minimo di riposo, perché il nostro viaggio non è an-cora finito, abbiamo due giorni e mezzo di safari per vedere la famosa fauna africana. Ho insistito molto per inserire anche il safari nel viaggio, perché sarebbe stato uno spreco andare fino in Tanzania e non visitare alme-no una parte dei grandi parchi naturali. Di Tarangire mi resta ancora negli occhi lo spazio immenso: i boschi di acacie sotto i quali passeggiano e si riposano branchi di Impala; le giraffe che camminano elegantemente attra-verso la savana dall’erba bruciata dal sole per andare a spiluccare le foglie di acacia più in alto; gli elefanti che pascolano in branco a pochi metri dalle macchine, men-tre il piccolo elefantino appena nato, che sembra sorri-dere sempre, si nasconde dietro la mamma. Il caldo è quasi opprimente mentre aspettiamo che le zebre attra-versino la strada davanti a noi, mentre ci ragliano (mi sembrerebbero degli asini, se non le vedessi davanti a me colorate a strisce) ma senza darci attenzione più di tanto. Sotto un albero di acacia una leonessa prende fia-to, fissando il branco di zebre sull’altro lato del fiume, forse domandandosi come raggiungerle in tempo per l’ora di pranzo. Ovunque si guardi, si vedono uccelli dai colori vivaci e variegati, come se in quest’ambiente vin-cesse chi è più appariscente. E da lontano, sulle acacie scheletriche e contorte, si vedono anche i grifoni appol-laiati ad aspettare chissà cosa… in mezzo all’erba spunta la coda ritta del facocero mentre scappa spaventato dalla nostra presenza (curioso modo di mangiare di quest’ani-male, messo in ginocchio, mah!), mentre i Dik Dik si confondono perfettamente con l’erba alta. Ci sono mol-tissimi animali, alcuni dei quali non immaginavo di ve-dere, come le tartarughe; la nostra guida ha un occhio di falco, nonostante gli occhiali che sembrano fondi di bot-tiglia, e vede anche dei roditori immobili e lontanissimi, frenando sempre molto bruscamente quando c’è qual-cosa da vedere. Se non ci siamo mai ribaltati per via della sua guida, qualcuno di noi doveva avere un santo protettore! A un certo punto, vagando per le piste terro-se, si vede una giraffa ferma immobile, come se fosse un po’ confusa; poco lontano da lei, una leonessa pasteggia nell’erba con un pezzo della sua compagna, chiaramente riconoscibile dalla pelle maculata in mezzo alle fauci.

Shira Camp

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C.A.I. LanzoDopo l’aperta savana, ci spostiamo attraverso la Rift Val-ley, la più famosa spaccatura del continente africano, oggetto di studio per la geologia come evoluzione e for-mazione di un nuovo bacino. Dalla nostra prospettiva, ciò che si vede sono molte colline dai fianchi lineari, generate da faglie, e una lunghissima scarpata, che è il bordo vero e proprio del rift. Risalendo sul bordo, si vede in basso il Lake Manyara, uno dei grandi laghi che carat-terizzano tutta la faglia, un’enorme distesa azzurra e bianca che quasi si confonde con il cielo. Oltre il rift, ri-salendo i fianchi per raggiungere la sommità di Ngoron-goro, siamo immersi nella giungla, dove non mancano i babbuini ad attraversare la strada all’improvviso. E final-mente il bordo: dal punto di vista panoramico si vede un’enorme distesa piatta racchiusa da pareti quasi verti-cali. Questa caldera vulcanica ha dimensioni di circa 16 km di diametro ed è indicata dalle guide come il regno degli animali, ma da qui dove sono non ne vedo. Ci diri-giamo al campeggio, dove ci sistemiamo nelle nostre tende. Per chi vuole, nel pomeriggio si può andare a vi-sitare un villaggio Masai: esso è utilizzato per i turisti e mi sembra un po’ scortese andare a vedere questo popo-lo come se fosse un fenomeno da baraccone, ma allo stesso tempo sono curiosa. All’arrivo, queste persone ve-stite con tuniche dai colori vivaci e coperti da numerosi gioielli di perline, ci accolgono con canti e balli tribali di cui capiamo poco o niente, quindi ci fanno entrare nel villaggio, costituito da casette in terra e letame secco im-pastato su intelaiatura di legno, raccolte intorno ad uno spazio centrale libero. Ci permettono di entrare nelle loro capanne buie e ci spiegano un poco come vivono, quindi ci portano a vedere la scuola del villaggio, dove i bambini cantano i numeri in inglese. Per questa visita, mi è chiesta in cambio la mia macchina fotografica che assolutamente non cedo, per cui alla fine mi metto d’ac-cordo per acquistare un monile di ricordo dell’esperien-za. Questo popolo mi mette un po’ a disagio, perché in realtà non capisco bene cosa pensano, probabilmente a causa del loro modo di vivere nomade e senza attacca-mento alle cose materiali. La guida mi spiega che i bam-bini più grandi vanno alla scuola pubblica che sta a chi-lometri di distanza, viaggiando a piedi tutti i giorni dal villaggio alla scuola e ritorno, e non è escluso che nel tragitto non incontrino un leone o un ghepardo, ma che sono abituati a nascondersi e a non farsi prendere…. La sera, prima di andare a dormire, la guida ci avverte di non tenere nulla da mangiare nella tenda, perché po-trebbero venire degli animali e cercare di entrare! Il giorno dopo, nessuno è stato mangiato (qualcuno dice che probabilmente è passato solo un facocero e che i cani del campeggio l’hanno mandato via). Scendiamo finalmente nella caldera: dall’alto sembra vuota… Ma man, mano che si scende, appaiono dei puntini neri e bianchi che si rivelano essere centinaia di gnu e zebre e antilopi di Grant, mischiati tra di loro. Ci sono molti cuc-cioli, sono carini con le loro zampe fini e la barba (gnu) oppure la loro criniera ispida (zebra) o la codina agitata (antilope), mentre caracollano dietro le madri. Nel mez-zo della confusione, una iena attraversa il branco con la sua buffa fisionomia, spero che stia lontana perché so che hanno mascelle molto pericolose… in ogni caso non c’è mai permesso scendere dal mezzo, come non lo era a

Tarangire, eccetto che in poche aree più sorvegliate, pro-prio per evitare problemi! In apparenza gli animali sem-brano ignorare questo predatore: sia le zebre sia gli gnu sembrano, infatti, abbastanza indifferenti sia a lei sia allo sciacallo in fuga da noi. Andando avanti siamo immersi negli animali: qui non c’è bosco, solo savana, sono tutti molto visibili. Mancano le giraffe che qui non trovereb-bero alberi da cui mangiare. A fianco della strada ogni tanto compare un uccello un po’ stupito e un po’ dub-bioso su quello che stiamo facendo, che ci guarda con l’occhio storto, alcuni sembrano delle gru dai piumaggi bizzarri. All’improvviso l’autista inchioda dietro altre macchine: in mezzo alla savana spunta la testa di un ghepardo, che ignora bellamente sia l’antilope sia la ze-bra che pascolano a pochi metri da lui. Mi rendo conto che il ghepardo deve aver già mangiato, e che quindi quando non c’è la fame, questi animali possono convive-re a fianco a fianco in tranquillità. Lontano, il lago è tutto rosa per via dei fenicotteri, mentre le iene prendo-no il sole sulla riva, i bufali e le antilopi passeggiano e spiluccano l’erba ingiallita. Da molto lontano, la nostra guida ci dice che ci sono anche ippopotami e rinoceron-ti, ma riconoscerli è davvero un’impresa! Lungo la stra-da, un leone dorme ansimando, indifferente al traffico di mezzi. Un secondo leone cammina ansimando ancora di più dell’altro in mezzo alle jeep, per poi sedersi all’om-bra di una di queste (tanto vicino alla ruota che secondo me, dal salto che ha fatto, la jeep gli ha pestato la coda o la zampa quando è ripartita). Dopo aver girato in lungo e in largo tutta la caldera, ci dirigiamo verso l’uscita; un’ultima occhiata alla savana e alle bertucce, quindi risaliamo le pendici di terra rossa e usciamo da questo parco pazzesco. Siamo diretti all’aeroporto, stasera ci imbarchiamo e domani sera saremo già a casa, l’avven-tura è finita purtroppo. C’è ancora molto da vedere ma, almeno per il momento, mi devo accontentare di questa breve visita e conservare le immagini di ciò che ho visto, durante la salita e durante il safari. Mi rimane vivo il ri-cordo della gentilezza di queste persone con cui ho avu-to a che fare, sempre sorridenti e allegri. In merito al famoso leopardo, che tuttavia in cima non ho visto: tor-nata a casa, ho cercato e trovato la sua storia. Una leg-genda Masai spiega infatti: «Il leopardo inseguì per tre giorni la gazzella che, disperata, cercò rifugio tra le brac-cia di Ngai, Dio. Ngai l’accolse, ma non diede aiuto al leopardo. Il suo scheletro giace ancora sulla montagna per dire: chi corre verso Ngai deve avere pensieri buoni; chi corre con pensieri cattivi muore prima di averlo raggiunto». Ora che ho visto questa montagna posso anche capire il si-gnificato di questa leggenda. Sebbene appaia come dor-miente, la Montagna Splendente è tuttavia molto viva, con i suoi segreti racchiusi nelle sue pareti e nei suoi ghiacci. Salirne i sentieri può essere un’esperienza profonda e alzare lo sguardo verso le nuvole che turbinano sulla sua cima, chiedendosi se e come ci si arriverà, tuttavia non impedisce di pensare, come il naturalista americano John Muir, che andare in montagna è come tornare a casa.

“As wide as all the world, great, high and unbelievably white.”

(“Larga come tutto il mondo, grande, alta e incredibilmente bianca”)

Ernest Hemingway

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Ciaspolata crepuscolare a Lemie

Ripristino sentiero Castagnole-Moujetta

Pian Fum

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In vetta al Kilimagiaro

In vetta al Monte CapanneIsola d’elba

Gita in autobus a Varazze

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In vetta all ’Uja di Calcante

Tour del Monviso Passo di Vallanta

Alpi Apuane Il gruppo al Monte Forato

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Uja di Ciamarella 3676 m, cresta Est dal VALLONE di SEA

diRobertoMaruzzoCi sono quelle salite che prima ti affascinano, poi sogni, poi insegui ed alla fine realizzi. 15 anni fa cominciavo a camminare per i sentieri delle mie valli, e rimasi subito affascinato dalla cresta est della Ciamarella, la più alta vetta delle valli di Lanzo, coi suoi 3676 m, e sognai che forse un giorno avrei salito quella cresta.Salii l’Uja nel settembre 1998 per la via norma-le, in una splendida giornata di forte vento geli-do. Poi passarono gli anni, ed un po’ di espe-rienza in più ha cominciato a spingermi a sognare seriamente quella salita.. lo scorso anno eravamo pronti per farla, ma il caldo atroce di inizio luglio ci fece desistere. Quest’anno l’ab-biamo presa “per la coda”, fidandoci ciecamen-te delle previsioni e della finestra di bel tempo prevista per la domenica mattina. Siamo solo in due, io e l’amico Beppe, a partire da Forno Alpi Graie 1219 m, imboccando la stradina ed il sen-tiero per il Vallone di Sea. E’ qualche anno che non torno qui, ma è sempre magico, ed ora ci sono cartelli e segnali che ricordano la storia alpinistica del vallone. Il Nuovo Mattino è nato tra qui e la contigua valle dell’Orco. Gli spiriti di Grassi e Motti ci osservano ancora da queste pa-reti. Su un masso, detto “il libro” c’è la firma di Gian Carlo Grassi e di altri alpinisti che hanno aperto vie sulle lisce pareti di Sea. Percorriamo tutto il vallone, il clima è assai afoso, e la fatica si fa sentire. Superiamo il Gias Balma Massiet, e poi l’Alpe di Sea. Il ginocchio mi da assai fasti-dio, non ha ancora smaltito la Levanna Orientale della domenica precedente. Piccola sosta, poi saliamo al Piano di Sea, solitario e poetico. Non c’è nessu-no in giro. Oltre il piano non salgo da dieci anni.. si sale ripidi sulle “scale di Napoleone”, questo ultimo tratto ci spezza le gambe, arriviamo al bivacco Soardi-Fassero un po’ stanchi, ma ab-biamo evitato la temuta pioggia. Siamo in parte avvolti dalla nebbia, ma den-tro al ricovero si sta benissimo. Tempo di cambiarci e riprenderci, e ci prepa-riamo una bella polentina concia per pranzo, poi, visto che domani ci dovre-mo alzare prestissimo, ne approfittia-mo per un paio di ore di sonno, nella pace di quassù. Le “speranze” di Bep-pe vengono esaudite, e veniamo sve-

gliati dall’arrivo di due fanciulle (!!!). Sono due escursioniste, ci faranno compagnia al bivacco. Viene presto ora di cena, diamo fondo a buona parte delle provviste. Nel mentre fuori si incupi-sce, si mette a piovere. Dopo cena arriva dalla Francia un furioso temporale, che scarica un bel po’ di acqua, grandine e fulmini che rimbomba-no per tutta la montagna. E’ sempre bello go-dersi un temporale in montagna al riparo come questa sera…Dura un bel po’, poi si allontana martoriando la valle e sfociando in pianura. Qui l’aria si fa più limpida, il profilo dell’Uja di Mon-drone fa da cornice ai continui lampi e fulmini verso est. Viene ora di ritirarsi in branda, doma-ni ci si alza alle 3. La notte scorre tranquilla, dormo bene, e quando mi sveglio sono abba-stanza riposato. Esco fuori, è stellatissimo, otti-mo. Facciamo colazione in silenzio, poi, alle 3.45 lasciamo il bivacco. Il sentiero non è evi-dente, ci sono pochi ometti, ed alla sola luce delle frontali facciamo un po’ fatica a tenere la traccia giusta. Perdiamo una ventina di minuti in un bel ravanage al buio, e sono consapevole che è bene non sbagliare traccia, perché qui sia-mo su delle balze rocciose. L’erba è bagnata ed una scivolata potrebbe essere fatale. In ogni caso, con pazienza ed intuito riusciamo a trova-re e mantenere il sentiero. Percorriamo tutto il vallone, lasciamo a sinistra il caratteristico mas-so erratico (ottimo punto di riferimento), poi siamo sul primo nevaio, a quota 2400. Lo supe-

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riamo direttamente, poi la traccia prosegue su terreno morenico mentre la Stura di Sea fa un rumore impressionante a pochi metri. Il secon-do, grande nevaio, lo superiamo sulla destra, per una ripida rampa di terriccio cedevole e de-triti. Un passo avanti e due indietro, usciamo allo sbocco del vallone glaciale abbastanza stan-chi. E qui rimango sorpreso. La fronte del ghiacciaio di Sea non è più qui, e non si vede nemmeno dove possa essere. Ma quello che mi impressiona è il ritiro della seraccata del ghiac-ciaio Tonini. Me la ricordavo rigogliosa, possen-te, scendere con una cascata di seracchi sul sot-tostante ghiacciaio di Sea. Ora al suo posto c’è una parete di rocce lisce, e i seracchi sono in alto, sospesi su di essa. E’ incredibile come sia cambiata la montagna negli ultimi dieci anni.. sigh. Nel frattempo schiarisce, spegniamo le frontali. Aggiriamo una fascia di rocce monto-nate, ed è chiaro il percorso che dovremo fare, nel valloncello detritico e nevoso che ci porterà al ghiacciaio dell’Albaron di Sea. Sembra ben innevato (per fortuna, altrimenti sarebbe una distesa di pietre immonde), e quindi mettiamo i ramponi. C’è un discreto rigelo, ma non sempre sufficiente a tenere il nostro peso, per cui la marcia comincia ad essere faticosa. E sarà solo l’inizio…Ci alterniamo a battere la traccia, stu-diando la via migliore tra i vari raccordi di neve. Lasciata alla nostra sinistra la gobba detritica quotata 2980 m, siamo quasi al bordo del ghiac-ciaio dell’Albaron. Per un altro nevaio, con un ultimo tratto ripido e ricoperto di grandine ge-lata, usciamo sulla calotta superiore del ghiac-ciaio, al sole. L’ambiente è solitario e grandioso, immenso, e ci siamo solo noi. La marcia è sem-pre più faticosa, quando la neve sembra tenere, sfonda.. lo strato di grandine del temporale di ieri sera è rigelato, ma non ha permesso un buon rigelo della neve sottostante. Ci portiamo sulla calotta dell’Albaron di Sea, e puntiamo alla “clessidra”, il canalino nevoso che raccorda il ghiacciaio con il “pan di zucchero” e la parte finale della cresta est della Ciamarella. In realtà la “clessidra” non è più nevosa come una setti-mana fa, ed è impraticabile. Saliamo per il pen-dio di neve sempre più ripido (40°), sprofon-dando ad ogni passo, fino alla fascia rocciosa. Superiamo questa sulla destra, per sfasciumi fa-ticosi ed instabili, ma abbastanza agevoli, fino ad uscire alla base del “pan di zucchero” , il caratteristico pendio di neve e ghiaccio a 40-45° che culmina sull’anticima della nostra monta-gna. Ci leghiamo, e passo avanti io per far ripo-sare il socio. La musica non cambia, questa neve balorda sfonda quasi ad ogni passo, e que-sti 150 m sono estenuanti. Salgo per la massima pendenza fino a quando non trovo ghiaccio vivo

sotto lo strato di grandine e mi sposto a sinistra, andando in traverso ascendente fin quando la pendenza diminuisce. Quasi alla sommità sono esausto anche per il male al ginocchio, e ci ri-cambiamo al comando della cordata. A Beppe l’onore di fare gli ultimi metri ed uscire sulla cima del “pan di zucchero”. Di fronte a noi la parte finale della cresta, bellissima. Pochi metri di cresta nevosa e siamo sull’anticima della Cia-marella, quota 3637 m. Si scende leggermente, e poi c’è una fascia di roccette esposte da supe-rare. Alla nostra sinistra 1800 m più in basso c’è il Pian della Mussa, alla destra il pendio nevoso si inabissa sulla parete nord. Il passaggio è meno ostico del previsto. Con un’assicurazione “vo-lante” su uno spuntone Beppe supera il passag-gino, poi è il mio turno, traversino con i piedi sulla neve sull’orlo della nord, ma per le mani ci sono belle fessure per tirarsi su, ed in breve sia-mo fuori. Ora, di fronte a noi, l’ultima parte di cresta, la più bella, sinuosa ed elegante, a fil di cielo. E’ quella che sognavo di percorrere da anni, ed infatti mentre salgo mi vien la pelle d’oca dall’emozione. La neve qui è bella portan-te, ma bisogna guardare bene dove si mettono i piedi, visto che il fianco destro precipita lungo la parete nord. Non ci sono cornici sul lato sud, e questo rende meno complicate le cose. Siamo stanchi ma felici quando raggiungiamo il punto in cui la cresta est si fonde con la via normale. Ormai la vetta è lì. Pochi metri e ci siamo, siamo arrivati. Dopo 13 anni sono di nuovo quassù, ma salendo per la via più bella che c’è a questa montagna. Ci stringiamo la mano, è stata fatico-sa, ma ce l’abbiamo fatta. Le condizioni della neve ci hanno fatto impiegare più tempo del previsto, 5 ore e mezza dal bivacco. Ci conce-diamo una pausa di 40 minuti in vetta, anche se intorno a noi stanno montando le classiche neb-bie delle valli di Lanzo. Scrivo ad una persona laggiù, che aspetta mie notizie, giusto un pensie-ro per chi, in ogni caso, è come se fosse salito quassù insieme a me. Il panorama è un po’ limi-tato dalle nuvole, ma comunque bellissimo, ed a perdita d’occhio. Poi decidiamo che è meglio scendere, anche perché le cordate che avevamo visto in salita sul ghiacciaio della normale erano molto lontane ancora. La nebbia però ci gioca un brutto scherzo, la nevicata di ieri sera dopo la grandine fa il resto, avendo livellato comple-tamente le tracce. Pensando di scendere la via normale, facciamo un errore seguendo un cana-le nevoso, assai ripido, che si raccorda più in basso con il “traversone” della normale. Non è difficile, ma le condizioni della neve e la stan-chezza impongono una discesa faccia a monte che ci impegna un po’. Scendiamo comunque puntando ad un tipo che sembra in difficoltà, sta

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effettuando un traverso a velo-cità ridotta, tornando indietro. Anche le cordate sul ghiacciaio hanno preso la via del ritorno, rinunciando alla vetta. Usciamo sotto le nebbie, e la pendenza di-minuisce quando intercettiamo le tracce del tizio, e lo raggiungia-mo. E’ un po’ scosso e ci racconta del suo socio che è scivolato, ruz-zolando su questo terreno delica-to (sfasciumi cementati da gran-dine, neve e ghiaccio) per un centinaio di metri buoni, ferman-dosi prima del salto di rocce che piomba sul ghiacciaio. Questo è poi sceso con le sue gambe fino al ghiacciaio, dove è assistito da al-cuni istruttori del CAI Saluzzo, quelli della gita sociale che ave-vamo visto dall’alto. Il suo compagno è un po’ in crisi, e scende con noi, seguendo le nostre orme. Il terreno si fa più facile, ora finalmente ricono-sco la via normale, ma guardando indietro non si vede niente, il pendio di sfasciumi è un unico pendio nevoso assai ripido. Comunque, in ogni caso, siamo fuori dai casini. Scendiamo per la buona traccia fino sul ghiacciaio, e poi ci diri-giamo dal ferito, che è già stato bendato dagli altri alpinisti. E’ malconcio, con un braccio fuo-ri uso e pieno di escoriazioni e lividi, ma può ringraziare il Padre Eterno, visto che è caduto rotolando senza casco per più di un centinaio di metri su quel terreno.. han già chiamato l’elicot-tero, ma non si sa se riuscirà a salire, viste le nebbie che vanno e vengono. Se non salirà, do-vremo scendere a piedi accompagnando il feri-to. Ma poi arriva l’elicottero, fa un primo giro passando alto, poi con una schiarita ritorna, fa un volo radente alla cresta della Ciamarella. Facciamo i segnali di chiamata, ma sparisce sul versante francese.. un attimo di sconforto, ma probabilmente doveva solo studiare la corrente, perché ritorna subito e si dirige verso di noi. Non ero mai stato così vicino ad un elicottero del Soccorso Alpino, e beh, di aria ne fa girare parecchia… l’intervento è rapidissimo, scende il tecnico, aggancia sé stesso ed il ferito al verri-cello, e l’elicottero si rialza in volo, sparendo oltre le nuvole. Ed ora non ci resta che scende-re… il sole va e viene, quando si infila tra le nebbie, c’è da morire di caldo. Appena riparto il ginocchio destro comincia a farmi male.. ed il dolore mi accompagnerà fino al Pian della Mus-sa. Scendiamo il ghiacciaio, ormai la neve è molle, abbiamo perso parecchio tempo anche in discesa, ma per una buona causa, direi. A quota 3100 finisce il ghiacciaio, ci sleghiamo e toglia-

mo ramponi e piccozza, e lo zai-no torna ad essere pesantuccio. La traccia scende sulle morene, io devo fare i passi al rallentato-re, perché ho male ogni volta che carico il ginocchio. Lenta-mente raggiungiamo il Pian Gias, e poi il bivio dove trovia-mo il resto della gita sociale in attesa di quelli che si sono fer-mati ad assistere il ferito (che comunque non faceva parte della loro comitiva). Si scende tutti insieme, il paesaggio cam-bia, le pietre e le ghiaie lasciano spazio ai pascoli ed al verde. In breve (si fa per dire) arriviamo al Gias della Naressa, e quindi sul classico sentiero del Gastal-di, dove ci sorprende la pioggia.

Il classico rovescio pomeridiano estivo delle val-li di Lanzo. Lascio che la pioggia mi cada addos-so, non è fastidiosa e mi rinfresca. La stanchezza si fa sentire, il sentiero è scivoloso, sono dolo-rante e non posso ancora permettermi di rilas-sarmi. Ecco il Pian dei Morti, ecco il canale del-le Capre, ecco il termine della discesa e Rocca Venoni. Attraverso la Stura ed arrivo anche io al parcheggio di Pian della Mussa, 10 minuti buo-ni dopo Beppe. La traversata è finita, siamo ar-rivati. Tra le persone conosciute al pian Gias troviamo un passaggio in auto fino a Ceres, dove abbiamo lasciato un’auto. Scendiamo subito, per poi risalire a Forno Alpi Graie a recuperare la mia, di auto. Il socio deve scappare, quindi niente sosta in piola.. scenderò fino a casa, dove finalmente potrò bermi una birra e mangiare un bel panino caldo, visto che oggi abbiamo saltato pranzo e sono andato avanti solo con qualche pezzettino di grana.. Sono stanco, dolorante, ma felice. Ho realizzato un sogno che inseguivo da anni, ora quando guarderò quella cresta dalla pianura la guarderò con uno sguardo diverso, e probabilmente con un filo di emozione. E’ bello quando realizzi dei sogni che hai cullato per così tanto tempo. E’ stato un vero e proprio viaggio, dai 1200 m di Forno Alpi Graie ai quasi 3700 della vetta, partendo dal caldo fondovalle dei boschi, e salendo per il solitario vallone di Sea fino al regno dei ghiacci e delle rocce, fino a quella sinuosa cresta di neve a cavallo del cie-lo. E poi ancora la lunga discesa sull’altro lato della montagna, ritornando nuovamente ai pa-scoli del pian della Mussa. Già, un vero e pro-prio viaggio. Indimenticabile. Nel bene e nel male, emozionante ed indimenticabile, sulle mie montagne, su quelle montagne che mi guardano dall’alto da più di trent’anni.

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C.A.I. Lanzo

Organizzato da Effe 8 e CAI Lanzo con il patrocinio del Comune di Lanzo.Riservato ai soci CAI Lanzo, sottosezione Viù, sottosezione Cantoira e Effe 8.

Sezione unica Colori /Bianco e nero.

Tema “LUNGOILSENTIERO”Termine consegna opere entro e non oltre 31 Agosto 2012

Le opere partecipanti saranno esposte in una mostra collettiva nel mese di settembre.

Ogni partecipante potrà inviare un massimo di 3 foto, alla sede CAI Lanzo, tramite email o stampate su carta fotografica in formato 30 x 45.

Costodiiscrizione10,00euro.Il regolamento dettagliato del concorso

verrà comunicato sul sito internet del CAI Lanzo entro il 31 maggio 2012.

Concorso Fotograficoa premi

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Correndo dietro ad un tempo, forse troppo veloce per la mie gambe, anche questo 2011 mi presenta già il conto del fatto, dei bilanci…del mio modesto con-tributo di “segna sentieri” del Cai di Lanzo. Tutto il lavoro svolto si delinea già alle mie spalle, con tutta la fatica, che però si trasforma in soddisfatta parte-cipazione, apprendimento, scoperta di piccoli tesori, più o meno nascosti nelle valli lanzesi…e la sentita vicinanza degli amici di sempre, di quelli ritrovati, dei nuovi che si aggiungono ad ogni nuova impresa. Il 2011 ha visto il Cai di Lanzo impegnato in una im-presa di più ampio respiro: “La Carta delle Valli” si è conclusa appunto, dopo più di due anni di lavoro del Presidente Bruno Visca e di tutti i volontari che hanno dato il loro contributo. Essi hanno lavorato molto di più dei quattro sentieri annuali solitamente ripristinati o nuovamente curati: un grande lavoro! Sulle tre car-tine (scala 1/ 25000) sono presenti oltre 250 sentieri (di cui l’ 80% rilevati tramite GPS per una maggiore precisione) con numerazione corrispondente al Cata-sto della Regione Piemonte. Gli itinerari sono con-trassegnati in base alla tipologia della segnaletica orizzontale e verticale, con bolli bianchi - rossi e sentieri natura. Tre le cartine sentieri: Valle Tesso - Malone, Val di Viù - d’Ala, Val d’Ala - Val Grande. Questa appassionata ricerca, atta oltre al ripristi-no della percorribilità dei sentieri, ha visto il Cai di Lanzo, in collaborazione con la Compagnia San Paolo, proseguire quello che è da sempre l’impe-gno del Cai nelle valli alpine: azione di ripristino e valorizzazione degli antichi sentieri di interesse storico, che conducono a beni di particolare inte-resse e parte integrante del passato e vita operosa delle Terre Alte. Nonostante questo 2011 sia stato piovoso e capriccioso, il cielo ha avuto pietà di noi, quel tanto che basta per lasciarci svolgere la nostra opera, regalandoci giornate soleggiate o variabili; l’avventura è così iniziata il 17 aprile, ore 7,30 al Sangri-la di Lanzo …consegna materiali e attrezzi, suddivisione dei volontari presenti in squadre per coprire l’intero percorso di sentieri, che si unisco-no ad altri o si intersecano. -Sentiero “Castagnole – Moietta – Germagnano” – Per me e la mia squa-dra, il lavoro è iniziato a Germagnano, vecchia area

La carta delle Valli di Lanzoe dei suoi sentieri

diWilmaBorgna

picnic dietro al cimitero; il sentiero è il proseguo di quello che si diparte dal Ponte del Diavolo “Antica strada per Viù” 101, costruito ai tempi delle Signo-rie presenti a Lanzo (che esercitavano il loro potere esigendo dazi sulle merci che transitavano in valle) per evitare il paese dove veniva esercitato l’obbligo di pagamento; sistematicamente il sentiero veniva distrutto dalle milizie. Ora si snoda a mezzacosta, lungo tutto il lato definito “inverso” del Monte Basso seguendo il torrente Stura…dall’area picnic si sale su una parte di strada sterrata, poi sentieri in mezzo ai boschi… in una mattinata fresca, con nubi che si spostavano veloci a coprire e scoprire il sole, abbiamo raggiunto Pian Castagna; ancora strada sterrata, poi si piega sulla sinistra salendo per un sentiero roccioso tra pini e profumatissimi cespugli di Daphne odoroso, quel giorno in piena fioritura, sino alla cappella di San Giovanni 675 m (101). A quel punto il sentiero si biforca (segnato e pulito dall’altra squadra): a sinistra sale in cresta verso gli 852 m di Pian di Coppa e poi Moietta, da dove si gode un’allargata vista sulla distante pianu-ra. Noi abbiamo nuovamente segnato il sentiero che scende tra boschi sino a Castagnole, sede dell’Eco Museo degli attrezzi di un tempo che fu… e altre memorie. Sempre in Castagnole è stato ripristinato un antico forno a legna, che regala ottimo pane e deliziosi biscotti e torte! Nella prima domenica di ottobre è possibile effettuare in zona una passeg-giata gastronomica degli antichi forni e gustarne le bontà! Da Castagnole si scende al Ponte di Barolo (donato alla comunità dalla Contessa di Barolo, as-sidua frequentatrice della Valle di Viù 80.000 lire dell’epoca)… dall’altro lato si risale verso Tese di Traves. Il nostro premio per il lavoro, un pranzo squisito offerto dalle Signore di Castagnole… come

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dessert, biscotti e uno zabaglione incredibile che resterà nei nostri ricordi, penso per molto tempo… Grazie!Domenica 22 maggio: “Anello storico di Lemie” (131/131 A); il compimento di questo anello è il frutto di tre anni di lavoro per la Commissione sentieri del Cai di Lanzo ! Sono felice di avere an-cora nella memoria anche le altre giornate di lavoro, soleggiate, lun-ghe che terminavano non prima delle 16.00, giusto in tempo per “la merenda sinoira”! Il primo anno abbiamo davvero pulito! Sa-lendo dall’antico, bellissimo ponte in pietra del ‘400, che sembra un Ponte del Diavolo in miniatura, in località Forno di Lemie, si arriva alla piccola chiesa della Madon-na Consolata, scenario di un miracolo 200 anni or sono. Nel corso dei festeggiamenti, un fulmine che avrebbe potuto fare una strage tra i fedeli, ha fortunosamente colpito un grande albero, presente all’epoca accanto alla chiesa, lasciando tutti illesi! La chiesa è visibile anche dalla strada asfaltata della valle. Il sentiero prosegue tra boschi e, oltre una zona denominata mujè per la grande presenza di acqua che inzuppa a volte, anche disordinatamente, il terreno, si incontrano dei bellissimi, antichi lava-toi in pietra. Si prosegue arrivando alla caratteristi-ca, piena di fiori, Frazione di Pessinea …si prosegue ancora piegando a sinistra e si inizia a salire, tra boschi, baite abbandonate, antiche sorgenti, poi sul culminare di un prato, alquanto strapiombante sul-la vallata sottostante, sulla strada, sulla Frazione di Forno e sullo splendido panorama di boschive, poi rocciose, opposte montagne… ci si trova ad osser-vare un Pilone votivo, fatto erigere da una famiglia del luogo emigrata in Argentina, in uno dei tanti periodi alterni di “fame” delle nostre valli …forse non più ritornata ai luoghi di origine, ma grata di aver trovato fortuna altrove, mandando il denaro ai parenti rimasti in loco per la costruzione. La prima giornata ci ha visti, in special modo coloro che con le motoseghe tagliano i vari alberi, aventi ripreso possesso del territorio, arenarci in un groviglio in-descrivibile di alberi e rovi, tanto da non potere se-gnare tutto il sentiero che scende verso Forno. Se-conda tornata, anno seguente, io e Fulvia abbiamo iniziato a salire e segnare dalla Frazione Villaretti di Lemie 1149 m. Il sentiero si alza a quota altalenan-te media di 1200 m per tornare verso Pessinea, pas-sando in zone ricoperte da enormi felci, alte anche

più di 150 cm; la zona è stata ripulita quest’anno, grazie a un potente decespugliatore in dotazione (i tempi si evolvono…), ma nel nostro primo percor-so sembrava di essere in una foresta amazzonica! La parte relativamente esposta curva verso i boschi

passando vicino ad uno sperone roccioso denominato “la Cresta del vento “dove effettivamente il vento la fa da padrone… e aggrappate alla roccia, come gioielli rosa cari-co, bellissime piante di Sempervi-vum. Si prosegue per la fontana di Barmasse, si risale verso la Tinetta 1171 m, si sale ancora il vallone, si guada un ruscello per ridiscende-re ai 995 m di Pessinea… e anche

questa volta il lavoro delle pittrici è finito oltre le sedici. Nel 2011, un nutrito numero di volontari ci ha permesso di dividerci in squadre e completare l’anello. Una squadra, dal ponte di pietra di Forno, ha fatto la zona boschiva dell’inverso sino alla cap-pella di San Giulio, altri hanno ripercorso il tratto Villaretti-Pessinea. Io e la mia squadra (quest’an-no nuova compagna di pittura Laura Calderoni), arrivati in auto ai Villaretti, abbiamo seguito una bella mulattiera, tuttora usata dai non molti abi-tanti del luogo (una signora ci ha detto di solo tre in inverno) per scendere a Lemie… un caratteri-stico pilone votivo abbarbicato in un angolo della mulattiera, enormi cespugli di rose canine in fio-re… una piccola svolta in mezzo ai prati, seguendo il rumore di acqua scrosciante, ed ecco davanti a noi incastonata nel verde il salto della cascata di Ovarda… una fresca lama del torrente, evocante bagni estivi, purtroppo diroccati e in disuso, mulini ad acqua. Tornati al percorso tracciato e riportato nella nuova Cartina, eccoci nell’abitato di Lemie, bella strada lastricata e vecchie case restaurate: si scende al torrente Stura, prati in fiore rosati di Bistorta e bianche ombrellifere, ondeggianti nella fresca brezza mattutina, piccola area picnic sotto secolari tigli, solido guado di pietra si prosegue su comoda sterrata verso la Frazione Villa (il percor-so nei mesi invernali è utilizzabile come pista per ciaspole, anche in crepuscolare) e ci si rituffa nei boschi seguendo la Stura. A Villa abbiamo vissuto un simpatico momento: una mamma cinciallegra ha pensato bene di usare la buca per le lettere di una casa come nido per le sue uova; noi abbiamo potuto immortalare l’attimo in cui i piccoli usciva-no per imparare a volare! Ripreso il cammino sul lato d’inverso del torrente Stura, siamo giunti alla

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C.A.I. Lanzocappella di San Giulio, manufatto datato intorno al quindicesimo secolo, ora restaurato grazie all’impe-gno della Compagnia San Paolo, attiva nel settore patrimonio artistico, oltreché ricerca-istruzione superiore-attività culturali-sanità e politiche so-ciali. Attorno alle 14.00 pranzo al ristorante della frazione Villa, commentando felici il compimento di questo bellissimo “anello storico” e facendo pro-getti per il prossimo anno con il sindaco di Lemie. Domenica 29 maggio: assieme ai piccoli e adole-scenti componenti dell’Alpinismo giovanile, in una bellissima giornata di sole abbiamo rifatto il maquil-lage all’Anello del Servin, ripristinato per la prima volta 10 stagioni or sono. Per variare un po’ siamo partiti dalla Frazione Cornetti di Balme, sulla sini-stra, ponte in legno sul torrente che, raccolte le ac-que del Rio Paschièt, emissario del lago omonimo, e quelle del Rio Pountàt, che scende dalle omonime cascate, si getta nel torrente Stura. Grazie al lavo-ro delle mie assistenti Aurora-Viviana-Beatrice… ho più che altro supervisionato, anziché lavorare, il percorso; mi sono così dedicata, a pieni polmoni di aria pura, a fotografare tutta quella meravigliosa natura che avevo attorno! Quando si ritorna in un luogo, ci si abbandona ai ricordi delle varie volte che si è percorso, si annotano i cambiamenti… così nel bosco, oltrepassata l’antica ghiacciaia naturale in cui un tempo tutta la comunità balmese conser-vava le provviste deperebili… ecco incontrare una nuova strada, che per un bel tratto ha “trinciato” il nostro sentiero natura, senza capire da dove arriva-va, andante a morire per ora al torrente, a monte del ponte in legno della Frazione Li Frè (nome de-rivante dalle antiche fucine di fabbri, che per anni hanno, oltre le normali mansioni, forgiato anche chiodi battuti a mano uno per uno). Il ponte è la porta della Valle Selvaggia ricca di suggestioni! Pro-seguendo tra prati in fiore: botton d’oro, genzianel-

le, rododendri ferruginosi, enormi Cardamini ama-re sulla sponda del torrente… abbiamo raggiunto le baite di Pian Sulè 1580 m; superate le enormi rocce montonate e oltrepassato praterie colme di Rumex alpino (Tuvej, i gambi teneri, ottimi cotti e passati in padella con burro e parmigiano), ecco il primo guado sul Rio Paschièt, con la nuova passerella in legno. Con il naso all’insù verso le cascate del Rio Pountàt e un occhio a dove si mettono i piedi, tra i tanti luccicanti rivoli d’acqua nelle praterie dette l’sàgness, ci accingiamo a scendere il percorso dal lato opposto, sino alla ennesima nuova passerella in legno sul Rio Pountàt, il quale tra valanghe e alluvioni nell’epoca del disgelo delle ambite cascate di ghiaccio per intrepidi scalatori nei gelidi inverni balmesi, si diverte spesso a combinare qualche gua-io: così vediamo nell’acqua i resti della prima passe-rella molto rustica, composta dai tronchi di due ro-busti Larici, della prima nostra avventura in loco. Il percorso è bello e suggestivo anche per i più calmi camminatori con ciaspole. Pranzo al sacco nei prati vicino al torrente, presso la baita Li soùgn (acqui-trini) nell’entusiasmo dei ragazzi che hanno picco-nato, usato roncole per districare fantasiose foreste di felci e cespugli. Dopo pranzo risaliamo ancora dal lato delle antiche miniere, tra boschi e resti di valanghe con alberi divelti… memore di passati in-contri, i miei occhi cercavano… le Peonie mascule selvagge color fucsia, unica stazione in valle dove si possono “solo” ammirare, quest’anno grazie alla stagione piovosa, enormi! Così sono tornata a casa, con il mio tesoro di foto. Uno sguardo malinconico ai resti del “casoùn” sempre più diroccato, sotto il suo enorme riparo di inamovibile roccia… discesa a Li Frè, risalita verso l’ Arbosetta (vaccheria) 1539 m e altra sorpresa! Sul fusto di un albero morto due enormi funghi parassiti uno sopra l’altro… incredi-bile! Ritorno ai Cornetti… stupenda giornata!

Domenica 19 giugno: Perinera - antica Cava di Lose- verso Pian Lunella 1914 m sotto lo sguardo un po’ arcigno di Pun-ta Lunella 2772 m- a formare un allarga-to anello- Madonna delle nevi- Usseglio. La nostra squadra, con nuovi amici del WWF, è partita dalla Chiesetta della Ma-donna delle Nevi (vicino strada asfaltata per Pian Benòt); tra bellissime faggete siamo tornati a Usseglio centro… risa-liti in auto, lavoro per sole pittrici trat-to: Traversetto - Madonna delle Nevi e ritorno, incontro ravvicinato con so-cievoli capre… Le altre squadre sono

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partite da Perinera e salite alla cava di lose non più produttiva di proprietà della famiglia Perino, da cui il nome alla frazione. Su questo tratto il lavoro più duro, con tanti alberi da tagliare. Ritrovati tutti co-loro il cui lavoro si è dilungato a Traversetto, altro tratto di mulattiera per completare l’anello sino a Perinera 1398 m e finalmente verso le 15.30 con ormai una fame da lupi… l’ambito e gustosissimo pranzo, offerto dalla comunità “Amici dla Parinera”. Tutti i sentieri di questa zona in inverno vengono usati come percorsi da ciaspole. Alla Perinera è sta-to ristrutturato un antico forno, usato non so bene quante volte all’anno, visto il lungo procedimento di riscaldamento delle pareti (richiede 4- 5 giorni di fuoco costante). La storia cita che un tempo si pa-nificava una sola volta all’anno; vista la povertà dei luoghi tutti gli abitanti raccoglievano la legna per l’occasione… l’altitudine del luogo permetteva solo la semina di segala, usando anche la paglia per i tetti delle case… alla fine del periodo annuale, il pane era durissimo, si poteva mangiare previo ammollo nel lat-te o povero brodo, non di carne, per i più poveri. Ma ai tempi nostri alla festa della frazione, il 18 agosto… il pane misto segala è fragrante, i biscotti “i roc dla Pa-rinera”, ottimi, garantito! Siamo stati presenti all’inau-gurazione del sentiero. Gli abitanti partecipano attiva-mente al mantenimento dei sentieri, è stato un vero piacere collaborare con persone che comprendono il nostro operato! Ma non finisce qui! Il nostro presi-dente Bruno Visca e molti altri volontari che con lui hanno lavorato al progetto delle cartine, per tutta la stagione estiva hanno contribuito, diciamo, a rinfre-scare anche praticamente tutto il tratto GTA (Gran-de traversata delle Alpi) che attraversa il territorio delle Valli di Lanzo. Il celebre itinerario, creato ol-tre 30 anni or sono, entra nelle valli lanzesi dalla Val di Susa valicando il Colle della Croce di ferro 2546 m, scende a Malciaussia 1804 m, poi attraver-sa Usseglio (Val di Viù), prosegue per il Passo Pa-schièt 2431 m. Dal Passo Paschièt passa da Balme (Val d’Ala) al Colle del Trione 2498 m e da Pialpetta al Colle della Crocetta 2641 m (Val Grande). Il 12 agosto mi è stato dato modo di segnare anch’io un tratto di questa importante Via Alpina, da Pialpetta alla Madonna dei Rivotti- Crest 1533 m… Da un bellisimo prato pieno di fiori, dove abbiamo consu-mato un frugale pranzo al sacco, in attesa dell’altra squadra salita al Colle della Crocetta, ho ammirato il panorama, ripromettendomi un giorno con calma di salirci, passando per il Lago di Vercellina (sono numerosi i laghi sul percorso) e ammirare da lassù il lago di Ceresole Reale nel Parco del Gran Paradi-

so. Questi sentieri e molti altri, potrete trovarli nelle nuove Cartine delle Valli di Lanzo, ora anche in ven-dita nelle edicole e naturalmente in sede Cai – Lanzo. Sempre parlando di GTA, molto interessante è stata la presentazione a Lanzo del libro “la scAlpinada” di Sandro Bissaca, che, prima di lasciare questa vita, ha voluto coronare un sogno, una fantastica traversata dalle Alpi Giulie alle Alpi Marittime, un cammino del cuore, l’amore per le montagne… una fatica estrema, il racconto di 85 giorni, 1000 km di percorso effetti-vo… ma come scrisse Julius Kugy “…la vita e i ru-mori del mondo sono lungi, il suono non giunge fin qui. Stai in ascolto ed odi soltanto il battito del tuo cuore…”. Ed è quello che faccio anch’io, ascolto il mio cuore… grata di salire ancora, quelli che sono anche un po’ i miei “sentieri”, segni bianchi e rossi, i miei passi sulle pietre consunte… Ultimo lavoro il 2 settembre con Bruno Visca a segnare un vecchio sentiero sul Monte Basso, riportato alla luce dalla Guardia Forestale o uomini del comune di Lanzo… è stato il nostro contributo alla neonata corsa podi-stica. Dal Ponte del Diavolo al traliccio Enel -101 C- il sentiero scende alla Ca’ Bianca e poi a Cafas-se… ma noi siamo tornati dal lato di Germagnano, quasi un sopralluogo a un altro sentiero da pulire che incrocia il sentiero natura -Antica strada per Viù- ma la ciliegina sulla torta è stato il salvataggio di una capra, rimasta prigioniera con le corna in-garbugliate in una rete, di quelle usate per recintare provvisoriamente i terreni dove pascolano le muc-che. L’animale, inquieto e ribelle, aveva cercato una via di fuga saltando la rete vicino a delle rocce; ad ogni salto si imprigionava sempre di più, tanto che l’ultima caduta l’ha costretto al suolo… con un po’ di timore mi sono avvicinata cercando di blandirlo, accarezzandolo, così Bruno ha potuto tagliare le corde attorno alle corna. Appena libera è corsa verso la stalla… meno male che Bruno ha voluto tornare per quella via! Sabato 10 settembre, 12 volontari Cai hanno presidiato in sei postazioni, i sentieri dove tran-sitava la Maratona delle valli, edizione zero, con par-tenza da Val della Torre- Valli Casternone e Ceronda, transito per il Ponte del Diavolo -Lanzo- Viù ritorno a Val delle Torre, 75 km… una quarantina di concor-renti, potevo mancare? No, con il giubbetto giallo con la scritta Staff… abbiamo segnato il tempo dei passaggi, dando indicazioni… e per questo 2011 è tutto. Ringrazio tutti coloro che mi hanno letta sino a qui, perdonate se posso avervi tediato, è solo amore per un lavoro che faccio con piacere… alle prossime avventure.

Ciao

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Val ServinVal Servin

Fraz. Cornetti - 10070 BALME (To)Cell. 346.5219724

Gradita Prenotazione

M e n u t i p i c i d e l l a v a l l a t aM e n u t i p i c i d e l l a v a l l a t aV a r i e t à P i z z aV a r i e t à P i z z a

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Da quando la Commissione Speleolo-gica è nata, ovvero nel 2010, non sono ancora stati fatti articoli sull’attività che veniva svolta. Quest’anno desidero rac-contarvi in cosa consiste la nostra at-tività. La Commissione è composta da persone esperte che, con il Cai Lanzo, si sono sempre distinte come escursio-nisti, oltre a speleologi della Società Speleologica Italiana (SSI); questa fu-sione ha permesso al Cai Lanzo di po-ter ottenere una Commissione in grado di occuparsi di tutti i siti ipogei esistenti nelle nostre valli. L’attività vera e propria ha avu-to inizio circa 20 anni fa, con esplorazioni sul territorio e posizionamento dei siti ipogei, ora a distanza di tanto tempo collaboro con il resto della commissione allo scopo di poter istituire a buon termine un censimento o accatastamen-to delle opere minerarie delle nostre valli, con un grande progetto: scrivere un libro sui nostri siti minerari. Siamo partiti con la ricerca delle miniere della Rambaisa, dove abbiamo trovato l’ingresso di un cunicolo che, a mio avviso, è una miniera a cielo aperto, oltre a un magazzino e il dormitorio dei minatori. Successivamente, in collaborazione con una grande amica, Mariate-resa Serra, abbiamo effettuato una interessante

Commissione Speleologica

esplorazione del territorio, identificando un al-tro ingresso ancora da esplorare. Inoltre possia-mo confermare il ritrovamento delle miniere di talco sotto punta Serena, quelle di Voragno e da parte degli amici Cesare e Ivo quelle dei laghi di Unghiasse. Dopo anni di ricerche siamo riusciti a identificare le famigerate miniere del Trione, per il momento c’è un solo ritrovamento e una parziale traccia di bivacco ancora da studiare, probabilmente utilizzato come dormitorio dai minatori. Altra grande attività è data dalle visi-te guidate alle Grotte di Pugnetto. Da qualche anno organizziamo vere e proprie escursioni, siamo di fronte ad un sito ipogeo particolare, infatti una grotta che si apre nei calcescisti an-ziché nel calcare, di prevalenza di crollo, è rite-

nuta una rarità, ma caratteristica nei suoi ambienti, popolata da famiglie di pipistrelli che sverna-no all’interno delle gallerie. Per il prossimo 2012 continueremo l’attività esplorativa, per quanto concerne le miniere, mentre per la Grotta di Pugnetto, apertura dal 1° aprile al 31 ottobre, a ri-chiesta si potranno fissare escur-sioni, mentre per altri siti ipogei, organizzeremo alcune date per accompagnare chi volesse vedere i loro spettacolari scenari.

Macario Silviose non pensiamo di accatastarlei nostri giovani non potranno conoscere il loro passato

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Un anno da ricordare: nonostante un discre-to livello di piovosità, le giornate dedicate alla pulizia sentieri sono trascorse all’inse-gna del sole e tempo bello.Il gruppo di soci che partecipano a questa importante attività è sempre più numeroso ed unito.Si può ben dire che il problema del mante-nimento delle nostre “vie” – i sentieri – è molto sentito ed apprezzato anche dalle va-rie associazioni ed amministrazioni comu-nali: Gruppo amici di Castagnole, Comune di Lemie, Gruppo amici della Perinera (Us-seglio), che sentitamente ringraziamo per le squisite merende sinoire che ci offrono a fine giornata. Questo è un momento specia-

C.A.I. Sezione di Lanzo

Commissione sentieri e segnaleticaAttività 2011

le, in cui fame, allegria ...sudore si fondono insieme e cementano le amicizie.Invitiamo tutti a partecipare almeno una volta ad una giornata di lavoro, segnalando il proprio nominativo il giovedì sera in sede.Da ricordare inoltre che continua la colla-borazione con il gruppo giovanile sezionale. Quest’anno, come da programma, la pulizia del sentiero Val Servin ha visto la partecipa-zione di un festante gruppo di giovani che armato di pennello e vernice bianco e rossa ha ottimamente “segnato” tutto il percorso.Fiducioso di ritrovarci di nuovo tutti insie-me, vi ringrazio di cuore e vi dò appunta-mento alla prossima primavera

Airola Dario

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Calendario giornate di pulizia sentieri 2012

DOMENICA1APRILETrinità - Case Rughet

Ritrovo Sangri - La (Lanzo) alle ore 7,30

DOMENICA13MAGGIOBussoni (Chialamberto) - Missirola

Ritrovo Sangri-La (Lanzo) alle ore 7,30

DOMENICA17GIUGNO“Giro dei 7 laghi d’Ovarda”

Ritrovo Sangri-La (Lanzo) alle ore 7,30

Al termine di ogni giornata merenda sinoiraMunirsi di roncola e guanti (+ pranzo al sacco)

(Possibilità di usufruire del materiale della sezione per chi ne fosse sprovvisto)

INTERVENITE NUMEROSI

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Corso teorico-pratico sull’uso dell’ARTVA

Il corso vuole insegnare a tutti coloro che praticano attività in neve fresca fuo-ripista, scialpinismo, racchette da neve, escursionismo invernale, come utilizzare l’ARTVA, la pala e la sonda per l’autosoc-corso in caso di incidente da valanga.Il corso prevede una lezione teorica da tenersi nella sede del CAI in via Don Bo-sco 33, Lanzo Torinese martedì 10 gen-naio alle ore 21 ed una lezione pratica di ricerca domenica 15 gennaio in località ed orario che saranno comunicati duran-te la lezione teorica.ATTREZZATURA NECESSARIA: ARTVA, pala e sonda. Per chi ne fosse sprov-visto possibilità di prestito da parte del CAI.

Prezzodelcorso5Euro

Direttore del corso: Tessiore Umbro

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Quest’anno le gite in pullman sono iniziate molto presto: il 23 di gennaio con la ciaspo-lata ai rifugi Geat Val Gravio e Amprimo. Partenza da Città sopra San Giorio: subi-to abbiamo trovato un po’ di ghiaccio sulla strada, poi man mano che si saliva il ghiaccio ricopriva tutta la carreggiata. Ci siamo det-ti: pazienza sul sentiero poi …. Ed invece il sentiero è una lastra di ghiaccio fino a un po’ prima del rifugio Amprimo, dopo finalmente neve! Le ciaspole comunque sono state utili perché i piccoli ramponcini di cui sono do-tate ci hanno aiutato a non scivolare troppo.Al rifugio Amprimo lo spettacolo delle cime innevate è notevole; fa parecchio freddo e così dopo aver scattato le foto ricordo ci siamo rintanati al caldo del rifugio per consumare il pranzo che avevamo prenotato. Domenica 8 maggio andiamo a Varazze per percorrere il vecchio tracciato ottocentesco della fer-rovia Varazze – Cogoleto, dismesso, risiste-mato e reso percorribile anche in bicicletta. E’ un tratto solitario con una geologia così particolare da essere riconosciuto “geoparco Unesco”. A Cogoleto chi voleva è andato in spiaggia; noi siamo andati fino alla pineta di Arenzano: che delusione! È ormai tutta costruita, villette e alberghi sorgono ovun-que fin vicino al mare. Ponte del 2 giu-gno: quattro giorni all’isola d’Elba. Quat-tro giorni di sole e caldo, mentre al Nord, nelle nostre zone pioveva, pioveva. Quattro giorni, viaggio incluso è un po’ poco per vi-sitare tutta l’isola, che sembra piccola, ma non è così: cale, calette, promontori, forti. Il paesaggio cambia spesso. Appena arriva-ti visitiamo Portoferraio, la parte antica dei Forti. Poi, mentre ci avviciniamo all’hotel, che è a Procchio, ci fermiamo per vedere la

Villa Napoleonica S.Martino. Non è possibile visitarla all’interno in quanto le visite sono ridotte a poche ore al mattino. Il secondo giorno alcuni salgono al Monte Capanne a piedi, altri scelgono il percorso a mezza costa che da Poggio porta a Marciana e poi al San-tuario Madonna del Monte. Nel pomeriggio visita alle località di Chiessi, Pomonte, Fe-tovaia, Marina di Campo e arrivo a Lacona per escursione a piedi a Capo Stella. Abbia-mo subito capito che le strade non sono un granchè per i pullman: strette, molto spesso i divieti ci bloccano lontano dalla meta. Quel-lo che fa indispettire è che l’ente turismo che ha fornito i depliants con l’indicazione di gite e percorsi non ha segnalato i divieti, eppure di pullman traghettati sull’isola ce ne sono davvero tanti! Terzo giorno, andiamo a visitare Capoliveri, poi Calanova con escur-sione a piedi sulla Costa dei Gabbiani: che spettacolo! Poi ci spostiamo a Porto Azzurro. Fa un gran caldo. Visita a scelta tra salita al Santuario di Monserrato, percorso dei Forti, sentiero attrezzato di Punta Stendardo, op-pure percorso costiero verso

GITE AUTOBUS 2011

diLauraCarena

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la spiaggia di Barbarossa. Infine breve visita a Rio nell’Elba, antico paese di minatori. Ul-timo giorno ed ultima escursione al caratte-ristico Capo Enfola poi l’imbarco. Arrivati a Piombino primi acquazzoni e temperature in forte calo. Il 3 di luglio saliamo in Valle Stura e precisamente a Terme di Vinadio poi a Cal-lieri. Chi vuole può trascorrere la giornata alle terme. Chi invece ha scelto di cammina-re, parte a piedi da Callieri, raggiunge prima il rifugio De Alexandri Foches al Laus poi superato un piccolo colletto, il lago di San Bernolfo, da dove inizia il vallone di Colla-lunga. Salendo incontriamo ancora un po’ di neve; il tempo è molto bello e ci permette di individuare anche alcune postazioni mi-litari incassate nella roccia. Quest’anno non c’è il consueto appuntamento con il concerto di ferragosto in quanto questo si svolge qui vicino a noi: a Superga. Il 18 settembre an-diamo a visitare i giardini botanici di Villa Hanbury che si estendono su una superficie di 18 ettari ed occupano tutto il promontorio di Capo Mortola a Ventimiglia. La protezione delle montagne e la felice esposizione hanno consentito l’acclimatazione di piante prove-

nienti da tutto il mondo. Il tempo non è bel-lo: a tratti pioviggina. Visitiamo velocemente i giardini e poi saliamo in pullman per tra-sferirci a Ospedaletti per il consueto pranzo di pesce.Quest’anno c’è ancora una gita in pullman ad ottobre, nelle Alpi Apuane e precisamente a Fornovolasco. Visiteremo la famosa Grotta del Vento, poi saliremo al Monte Forato con le sue vette gemelle collegate tra loro da un ciclopico arco naturale. Al rientro, passere-mo a visitare Isola Santa, borgo fortificato del 1260 e poi la Fortezza delle Verrucole a S.Romano in Garfagnana, considerata la più importante vestigia medioevale della zona.E’ trascorso un altro anno ed è tempo di bi-lanci: il gruppo ha acquistato nuovi simpatici partecipanti; tutti insieme abbiamo visitato posti nuovi, scattato molte foto da riguardare nelle fredde giornate invernali e consolidato l’amicizia. A tutti i partecipanti un grazie di cuore per la compagnia e con la speranza di ritrovarci il prossimo anno di nuovo tutti insieme, in cammino verso nuove mete.

Un abbraccio a tutti.

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La montagna, tanto più in veste innevata inverna-le, offre scenari ed emozioni impagabili; ma chi vuole frequentarla in sicurezza con sci o racchette deve essere consapevole della presenza di perico-li da riconoscere ed evitare, come le ben temu-te valanghe (ma attenzione a non considerarle un problema limitato agli sport più “estremi”). Va sottolineato che, pur trattandosi di un evento normale/naturale, oltre il 90% delle valanghe che fanno vittime sono provo-cate dalle vittime stesse o comunque da qualcuno a monte. Ha certo un peso il fatto che queste valanghe, per fortuna, non sono così frequenti, cosa che talvolta induce una distorsione al ribasso della percezione del pericolo. Negli ultimi 30 anni ci sono stati circa 100 morti/anno sulle Alpi (20 in Italia); i numeri non sono calati nonostante la diffusione di presidi di sicurezza come l’ARTVA e dell’impiego dell’elisoc-corso. D’altro canto c’è stata un’espansione delle attività fuori dagli ambiti controllati, dal freeride al sensibile aumento della pratica in pieno inverno dello scialpinismo; e poi il boom delle racchette, che oggi “contendono” i percorsi allo scialpinismo. A conferma, in Italia le racchette, dal rappresentare il 2% degli inter-venti del Soccorso Alpino per valanga nel perio-do 2000-2005, sono balzate al 21% nel periodo 2006-2009.Curvadisopravvivenzaedimplicazioni. In caso di valanga la probabilità di sopravvivenza è superiore al 90% se la persona travolta viene estratta entro i primi 20 minuti, per poi precipita-re sotto il 30% alla fine dei successivi 20 minuti; in questo intervallo la causa di morte è quasi sempre l’asfissia, ineluttabile se non si è riusciti a ricavarsi una sacca d’aria prima dell’arresto della massa ne-vosa; poi subentra, con più lentezza, l’ipotermia. I tempi stringenti richiedono una tempestività che non può essere garantita dal Soccorso Alpino/118,

I pericoli della montagna innevata diPierLuigiMussa

che impiega comunque del tempo per arrivare sul posto; elicottero compreso (e se è impegnato? e se il telefono non prende? e se il tempo è brutto?). E poi c’è il tempo di localizzazione ed estrazione: se la persona sotto la neve non ha uno strumento che ne permette la localizzazione si può solo sperare nel cane da valanga, ma le pur encomiabili unità cinofile non fanno miracoli; il sondaggio richiede troppo tempo, anche con tante persone. Quindi

per essere rapidamente localizzato è indispensa-bile che il sepolto abbia un apposito trasmettitore, l’ARTVA. L’importanza dell’autosoccorso. Chi è già sul posto può invece operare da subito, nei primi 20’, quando le chances sono elevate; e an-cora l’ARTVA, stavolta usato come ricevitore, è lo strumento che consente la rapida localizzazione della persona travolta. Che poi bisogna comunque liberare dalla neve, ed è meglio non illudersi di riuscirci con le mani o usando uno sci, soprattutto in profondità; che è la norma, visto che la media è stata calcolata in 98cm. Solo una pala robusta consente di compiere il faticoso lavoro, che può durare parecchio, visto che con nevi da valanga si arriva ad impiegare 10 minuti per toglierne un metro cubo. La profondità complica anche la lo-calizzazione, con problemi quali quello dei “falsi massimi” e della non perpendicolarità del sepolto rispetto al massimo segnale in superficie; una son-

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da consente di risolverli abbastanza in fretta oltre ad indicare la profondità esatta, consentendo di lavorare in modo energico fin nelle vicinanze del corpo. Spesso il tempo di localizzazione precisa e di estrazione sono più alti del tempo ARTVA e l’operazione di salvataggio può avere successo solo al termine di tutte e 3 le fasi. Quindi tutti coloro che si muovono sulla neve devono avere con sé il set di sicurezza individuale composto da ARTVA, pala e sonda; e devono saperli usare. Occorre co-noscere il proprio strumento e le tecniche di ricer-ca, ma anche saper risolvere complicazioni come i seppellimenti multipli, con l’ARTVA in ricezio-ne che riceve più segnali. Anche qui attenzione a considerarla una situazione da esperti, visto che in oltre il 50% dei casi c’è più di un seppellito. E spesso a non essere preparati a questa tipologia di intervento sono proprio i gruppi organizzati! L’allenamento è fondamentale ed almeno ogni tanto è meglio rendersi conto di cosa significa operare sullo “scomodo” di una valanga vera, seguendo linee diritte, mantenendo l’assetto dello strumento, muovendosi magari sprofondando; ov-viamente si prova su resti di valanga sicuri.Meglio prevenire. Chi si muove al di fuori degli ambiti controllati deve essere in grado di va-lutare in prima persona la stabilità del manto ne-voso per ipotizzare quando, dove, come e perché la situazione potrebbe essere pericolosa. Si tratta in sostanza di: conoscere la neve e le sue dinami-che di trasformazione; conoscere le valanghe, cioè imparare ad individuare punti critici, meccanismi di formazione, terreni candidati, condizioni che possono portare ai distacchi; conoscere la situa-zione nivo-meteo pregressa del luogo della gita, visto che il manto nevoso in un certo giorno e luo-go è il risultato di nevicate precedenti, accumuli da vento, variazioni di temperatura e così via; ed infine conoscere la situazione nivo-meteo previ-sta. Per tutto questo serve la lettura costante dei bollettini nivo-meteorologici. In sostanza occorre innanzitutto pianificare un itinerario sicuro, con tanto di “piano B”, anche grazie a relazioni valide, alla propria memoria del territorio, ad informazio-ni di esperti; ovviamente rinunciando alla gita se non ci sono le condizioni.La conoscenza della neve. Le nevi non sono tutte uguali. Se il mattoncino base è sempre acqua allo stato solido (il resto è aria), il conte-nuto d’acqua (umidità) cambia di molto, dal 3% delle nevi fresche più asciutte ad oltre il 60% del firn. Anche il grado di coesione dei cristalli varia di molto: è nell’esperienza fin da bambini che la

neve farinosa non è il massimo per fare palle di neve, contrariamente alla neve umida. La coesio-ne, insieme ad ancoraggi e attriti, è un elemento fondamentale per la stabilità del manto nevoso, opponendosi alla forza di gravità che lo “invoglia” a scivolare verso il basso; le valanghe si staccano quando l’equilibrio si rompe. Le condizioni cam-biano nel tempo; ad esempio il sole fa fondere i grani più piccoli e i legami tra grani (metamor-fismo di fusione); tanto più è intenso tanto più la coesione diminuisce ed inoltre l’acqua liberata può, penetrando in profondità, “lubrificare” e favorire gli scaricamenti. Le condizioni cambiano anche nello spazio; ad esempio, a parità di altre condizioni, sia ripidezza che sovraccarico rendono più precario l’equilibrio. La neve al suolo evolve con modificazioni continue di struttura, aggrega-zione, volume, forma dei cristalli. Queste trasfor-mazioni (metamorfismi), che compattano o porta-no a distacchi, sono originate dall’azione di attori come sole, vento, differenze di temperatura aria/terreno, nuove precipitazioni. In questo campo la conoscenza media è quantomeno parziale: tutti conoscono i pericoli legati al caldo, ma spesso fini-sce lì, con una sottovalutazione di almeno 2 peri-colose situazioni. L’azione del sole è generalmente nota a tutti, almeno nelle sue linee principali, con l’evoluzione verso croste da fusione-rigelo, poi portanti, poi firn; anche se spesso non si riflette abbastanza sul fatto che in pieno inverno molte zone ne sono escluse e su molti pendii l’azione è molto limitata. Ben diversa la conoscenza degli ef-fetti del vento, in particolare per i pericolosissimi accumuli sottovento: i famigerati lastroni, densi e rigidi, che se non resistono alla sollecitazione si frantumano interamente in un attimo. In genere si riconoscono, ma il problema è quando vengono ricoperti, visto che si trasformano solo per fusio-ne ed in quota/ombra (versanti nord) possono passare settimane prima che la temperatura salga sopra lo zero. Il disinnesco (per fortuna) è spesso provocato dal sovraccarico “spontaneo” (nuova precipitazione/riporto da vento), ma purtroppo è talvolta il passaggio a scatenare il fenomeno. A riprova della poca sensibilità per il problema basti un dato: oltre l’80% delle vittime sono dovute a valanghe legate al vento ed al freddo. Sì perché l’altro grande problema misconosciuto è quello dei pericoli legati alle trasformazioni originate dal freddo intenso. Molti/troppi credono che sottoze-ro sia tutto uguale e soprattutto sicuro: “il pericolo è legato ai rialzi termici e al caldo, per cui basta muoversi al mattino presto, o comunque col fred-

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do”. È il tipico approccio “estivo”, peraltro corretto ma (purtroppo) parziale. Perché invece accadono 2 cose ben diverse. Se non fa molto freddo o co-munque c’è molta neve (basso gradiente, meta-morfismo distruttivo) si arriva alla neve farinosa (1/10mm): è il “dopo 2-3 giorni la neve fresca è as-sestata”. Ma se fa molto freddo con poca neve (alto gradiente, metamorfismo costruttivo), ad esempio in annate con nevicate precoci poco intense se-guite da un lungo periodo bello e molto freddo, si formano grani molto grandi (1cm), detti brine: con bassa coesione, si trasformano solo per fusione e indeboliscono sempre più il manto. È l’errore del: “con poca neve non c’è pericolo, “più fa freddo meglio è ”, “è tanto che non nevica, quindi il manto è stabile”. Troppi infine sottovalutano il fatto che il manto nevoso è a strati. Ogni strato è ad esempio il ri-sultato di una nevicata (temperatura ed umidità diverse da una volta all’altra), poi dell’azione di-retta degli agenti atmosferici, che hanno portato ad esempio al formarsi di una crosta superficiale che una successiva nevicata ha inglobato nel man-to. Non bisogna mai limitare i ragionamenti alla superficie: magari c’è un metro di neve molto con-solidata che poggia su uno strato di 10cm di neve a bassissima coesione (es. neve pallottolare): un gigante dai piedi d’argilla. Ed in effetti la valanga può interessare l’intero manto (valanga di fondo), ma molto più spesso solo uno o più strati super-

ficiali (valanga di superficie), con scorrimento su strati intermedi deboli o su crosta intermedia.Prevenzione sul campo. Una volta sul campo (dove bisogna sempre avere l’attrezzatura adeguata) occorre fare le opportune osservazioni, valutazioni e scelte, adeguando la pianificazione in base alla situazione reale, all’evoluzione meteo effettiva, alle sorprese; eventualmente integrando la conoscenza con test empirici. In pratica vuol dire guardarsi intorno (per riconoscere ad esem-pio l’azione del vento), analizzare il terreno (at-tenzione a pendii ripidi uniformi, in ombra nel periodo, ai riporti sottovento, agli avvallamenti, ai cambi di pendenza, a dove si sbuca in cresta/dorsale, ai canaloni), prendere decisioni, sceglie-re le linee più sicure (privilegiare creste, dorsali, costoni, gobbe e seguire punti che offrono prote-zione come rocce, alberi, pianetti). Le creste sono un’ottima scelta, ma occhio alle cornici, ed occhio al taglio di pendii, eventualmente da fare il più in alto possibile. Capita che la linea più sicura sia più lunga, faticosa ed articolata. Non è detto che le tracce esistenti siano sicure, magari in relazione all’ora di passaggio. Occorre rispettare gli orari pianificati, non sempre, ma “quando ci vuole ci vuole”. Bisogna cercare con-ferma al meteo previsto (oggi le previsioni a 24 ore hanno un 2% di probabilità di essere sbagliate), e prestare attenzione a visibilità ridotta e nebbia (che nasconde pericoli altrimenti visibili, oltre ad allentare la coesione). Ci sono vari piccoli accorgi-menti, come stare distanziati per ridurre il sovrac-carico ed evitare movimenti “violenti”, visto che il carico della caduta di una persona può arrivare a 8 volte il carico della sua progressione in salita. In buona sostanza la gita va scelta in modo oculato, preparata e pianificata adeguatamente, condotta in modo rigoroso e prudente. Sempre. Ma ricor-dando che, pur con tutte le precauzioni, il rischio zero non esiste. Di qui l’importanza della capacità di autosoccorso… E siamo tornati all’inizio. Unpo’dipubblicità. Ho approfondito tutti questi temi nel libro “I pericoli della montagna innevata”, uscito a fine 2010 (Uja Editrice, 96 pa-gine, formato 12x20, 12 Euro). Scopo del libro è spingere ad una maggiore consapevolezza delle possibili insidie e far capire dimensione e com-plessità dei vari aspetti, affrontandoli ed illustran-doli con esempi concreti ed il supporto di oltre un centinaio di schemi, disegni ed immagini. Tra l’al-tro riferiti, per precisa scelta, ai terreni delle Valli di Lanzo, che meriterebbero una ben maggiore frequentazione e valorizzazione.

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Gite con le scuole anno 2011

Tra le attività del CAI di Lanzo vi è anche quella di accompagnare i bambini delle scuo-le a scoprire i sentieri del nostro territorio.La maggior parte dei percorsi avviene su quegli stessi sentieri già puliti e “segnati” dal CAI. Lo scopo è duplice: avvicinare gli scolari alla montagna ed al tempo stesso tenere pu-liti i sentieri percorrendoli. Quest’anno molte sono state le richieste avanzate dalle maestre: hanno partecipato le scuole di Lanzo, Grosso, Pessinetto con la presenza di circa 300 alun-ni. I sentieri percorsi sono stati: sentiero del Museo dei Chiodaioli di Mezzenile, sentiero del Museo dei Mestieri di Castagnole, sentiero Lanzo – Cates, sentiero Losa – Chiaves, sen-tiero di Coassolo – giro dei mulini e i vari sen-tieri di Pessinetto. A tutti i volontari un grazie di cuore ed un arrivederci al prossimo anno.

Marino Mazzon

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Il LEM ha sede a Corgnolero (Viù) ed è un rifugio per escursionisti, attrezzato anche per i ciclisti da strada e mountain-bike, oltre che la sede di una scuola di tiro con l’arco. La filosofia della struttura è tuttavia puntata soprattutto sul miglioramento dello stile di vita. Nella sua sede, ristrutturata di recente, si organizzano, infatti, eventi e attività mirate a fornire gli strumenti utili per acquisire nella pratica quotidiana uno stile di vita equilibra-to, divertente e sano che aiuti i partecipanti a (ri)trovare l’armonia della mente e del corpo.

L’obiettivo del Lem è quindi in primo luogo il recupero di un modo di vivere che negli ulti-mi cinquanta anni ha subito un rilevante cam-biamento. Se da un lato lo stile di vita attuale comporta un allungamento della durata della vita stessa, dall’altro è spesso condizionato da malanni cronici (e talora da malattie) che in-teressano sia la sfera del fisico sia della psiche. Si calcola che il 70% delle persone sopra i cin-quanta anni sia in terapia per malattie meta-boliche (ipertensione e diabete), cardiovasco-lari (rischio d’infarti e ictus), osteoarticolari (tipo osteoporosi o artrosi) o per demenze se-nili. La maggior parte di queste malattie sono collegate, secondo recenti ricerche mediche, alla cosiddetta sindrome metabolica, uno stato patologico cronico caratterizzato da sovrappeso o da normopeso (obesi-snelli) ma con scarsa massa muscolare e adiposità loca-lizzata a livello addominale e/o iperglicemia, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia. Tali sintomi, presenti talvolta anche a livelli non patologici (e quindi trascurati dai soggetti che ne soffrono) non necessariamente sono legati all’avanzare dell’età (come ritenuto da molti), bensì a comportamenti e abitudini non cor-rette. Sempre alla sindrome è stato correlato il grande incremento di tumori dell’ultimo cin-quantennio. Lo studio da parte di ricercatori medici ha evidenziato che laprevenzione

LEM Laboratorio Energia

Mentaleelacuraditalesindromesirealiz-zanoconl’alimentazionecorrettaesoprattutto con l’attività fisica. Que-sti dati, sebbene siano noti e dimostrati nel mondo accademico-scientifico da oltre cin-que anni, non sono ancora sufficientemente diffusi nemmeno nel mondo degli “addetti ai lavori” (oncologi e nutrizionisti). Il LEM si propone di diffondere, seppure nel suo picco-lo, una maggiore coscienza in merito.Sul piano della psiche, è importante il ruo-lo che gioca lo stress (soprattutto nell’ambito delle patologie cardiovascolari). Ancora più importante e subdola, perché meno evidente, è la depressione cronica provocata dal males-sere che si riferisce al proprio modo di vivere e caratterizzata dall’incapacità di rimuove-re o non riconoscere problemi quali quelli collegati al luogo dove si vive, alla famiglia, al lavoro, alla scuola, ecc. Questa situazione causa uno stato di disagio misconosciuto e spesso ignorato, “spinto” in profondità (sot-to il livello di coscienza) e di conseguenza il sistema immunitario diventa meno efficace. Anche la depressione è prevenibileconl’alimentazionecorrettael’atti-vitàfisica.

Al LEM s’imparano e si praticano attività che, in un clima ludico

e con esperti qualificati, ci riportano l’energia per

vivere allegramente, per prevenire e/o far

scomparire la sindrome metabolica.

Quest’obiettivo è proposto mediante alcuni corsi e attività svolte nei seguenti campi:Alimentazione. Si cerca di fornire le in-formazioni, scientifiche e pratiche, necessarie a nutrirsi con cibo sano, secondo le raccoman-

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dazioni del WCRF (World Cancer Research Fund). Questo si può fare mediante la cucina naturale-mediterranea e secondo il tao, cioè con l’equilibrio dei cibi (ci stiamo rendendo conto che la tradizione orientale e la scienza occidentale sempre più convergono). Si cerca di evidenziare quali sono i micro nutrienti ne-cessari al nostro corpo (e le corrette quantità necessarie al fabbisogno giornaliero del cor-po) e che il cosiddetto cibo “spazzatura” indu-striale odierno non fornisce (questa mancanza fa sì che il nostro corpo rischia di morire di fame ... ingrassando, perché la mancanza di ciò che serve al corpo porta ad un consumo esagerato di cibo). S’insegna a recuperare la tradizione mediterranea e/o a scoprire la cucina orientale, anche mediante l’utilizzo di prodotti biologici che garantiscano materie prime senza pesticidi e conservanti, oltre a fi-liere controllate e non sottoposte a trattamen-ti conservativi aggressivi. Il centro propone inoltre corsi di cucina con erbe spontanee e corsi per imparare a leggere le etichette nu-trizionali dei prodotti commerciali.Attività fisica. Anche se pochi lo sanno, essa è fondamentale per ridurre non solo gli effetti dell’invecchiamento, del rischio cardio-vascolare - oltre a numerose altre patologie (tra cui anche il peso eccessivo) - ma aiuta anche a ridurre ansia e depressione e soprat-tutto diminuisce il rischio di ammalarsi e di recidivare malattie oncologiche. Perché sia ef-ficace, l’attività fisica deve essere condotta in maniera adeguata (non basta soffrire e sudare per perdere calorie!), intensa e “di forza” e, soprattutto, deve essere costante nel tempo. E’ quindi importante occupare parte del tempo libero con l’attività fisica, ma in maniera pia-cevole, affinché possa essere mantenuta ed ef-ficace. Il LEM propone attività divertenti che mettono anche il nostro corpo in equilibrio e in contatto con la nostra “coscienza” pro-fonda, combattendo la depressione: yoga, tiro con arco e arti marziali, danze folk, mountain bike, nordic-walking sono alcuni dei corsi te-nuti presso la sua sede, allo scopo di insegnare le basi dell’attività fisica che ogni partecipante potrà praticare in seguito anche privatamente.Mente. Il centro non trascura il fattore emotivo: mediante i Laboratori sulla creati-vità cerca, infatti, di aiutare lo sviluppo della

coscienza dei partecipanti, spesso soffocata dagli impegni quotidiani, mediante l’attività artistica (non occorre essere dei talenti natu-rali per ricavare soddisfazione dalle attività manuali creative); mediante i seminari del benessere psicofisico, si tenta invece di aiutare a raggiungere la coscienza di sé per scegliere gli strumenti e le metodologie utili al cambia-mento personale e al raggiungimento della serenità interiore in una società che spesso e volentieri tende a distrarre e a soffocare il singolo individuo, portandolo spesso ad am-malarsi mentalmente e fisicamente.

ATTIVITA’2012Incollaborazione

conilCAIdiLanzo•13MAGGIOPasseggiata su sentiero da Corgnolero (sede LEM) fino agli Asciutti, quindi traversata fino a Pian Mutte e a Roc Sapai (con possi-bilità di mettere in pratica insegnamenti di nordic walking). Discesa ai Tornetti di Viù, pranzo all’agriturismo Runch e rientro a Corgnolero mediante sentiero.

•30SETTEMBRESalita ai Laghi di Viana: il percorso ini-zia dall’Alpe Bianca e si scende da Pian Mutte - Asciutti.

Tutte le uscite terminano al centro LEM di Corgnolero con apericena o merenda cinoira e proiezioni su argomenti storico naturalistico che illustrino le bellezze naturali delle aree delle Valli di Lanzo.

E’ possibile inoltre partecipare anche alla se-rata del sabato precedente la gita (con tratta-mento di mezza pensione presso la struttura), quando sarà tenuta una lezione sulla corret-ta alimentazione da tenere prima, durante e dopo l’attività fisica.

Per maggiori informazioni sulle attività del Laboratorio, consultare il sito

web www.laboratorioenergiamentale.it.

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Gran Lago d’Unghiasse

Colle dei Becchi

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Le Valli di Lanzo sono state la culla dell’al-pinismo torinese, infatti su queste monta-gne, prossime al capoluogo, si ebbero le prime ascensioni degli alpinisti torinesi cre-ando l’anima del nascente Cai. Fin dall’inizio dell’ottocento le valli erano luogo di villeg-giatura della ricca borghesia torinese. Questa aumentò con l’avvento della ferrovia giunta in Lanzo nel 1876 e poi a Ceres nel 1916. I primi che si avventurarono sulle pendici dei nostri monti sono stati i montanari non per dilet-to, ma per necessità, come cacciatori o come minatori, numerose sono infatti le miniere di ferro anche a quote elevate, e come “con-trabbandieri” in realtà era un piccolo com-mercio con i paesi doltralpe. La prima scalata conosciuta di una vetta nelle Valli di Lanzo è quella del Rocciamelone nel 1358 che avven-ne però dal versante di Susa. Il conte Luigi Francesetti la raggiunse nell’agosto del 1820 e scrive che ancora in quel tempo “la Rocca Melone è ritenuta la più alta vetta d’Italia”. Le prime ascensioni del-la Ciamarella, Bessanese, Croce Rossa, Uia di Mondrone avvennero nell’estate del 1857, anche queste non per dilet-to, dall’ingegnere Tonini, precursore dell’alpinismo moderno. Tonini era un ingegnere catastale accompagnato, pena il licenziamento, dal suo canneg-giatore Ambrosini per le operazioni di rilievo trigonometrico del nuovo cata-

sto degli stati sabaudi. Di notevole rilevan-za, in 3 giorni bivaccando in quota, salì la Ciamarella, il Collerin e la Bessanese fino al segnale che porta il suo nome. Dopo questi topografi giunsero gli esploratori alpinisti inglesi Cowell (1860), Ball, Taylor e Bonney (1864) e Nichols nel 1866 e i primi italiani Bartolomeo Gastaldi e Paolo Ballada con-te di Saint-Robert. Paolo di Saint-Robert compì la seconda ascensione alla Ciamarel-

la, 3676 m che è la massima elevazione delle Valli di Lanzo interamente in territorio italia-no, il 17 agosto 1867 (la prima 31 luglio 1857 ing. A. Tonini) accompagnato da G.B. Abbà, D. Aimo e dal debuttante Antonio Castagneri (Toni dij Touni) che diventerà una delle guide più forti del suo tempo. Toni dij Touni nacque a Balme il 17 gennaio 1845 e morì il 18 o il 19 agosto 1890 sul Monte Bianco, nel pieno fulgore della carriera, aveva compiuto ben 43 prime ascensioni, ed era una guida com-pleta forte su ghiaccio ma fortissimo su roc-cia. Di rilevanza storica è la salita all’Uia di Mondrone compiuta il 24 dicembre 1874 per la cresta sud con E. Martelli e L. Vaccarone in quanto è l’inizio dell’alpinismo invernale sino allora non praticato. Numerose furono le guide natie di Balme, detto anche il paese delle guide alpine, principalmente della fami-

Breve storia dell’alpinismo nelle Valli di Lanzo

diDarioAirola

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glia Castagneri-Touni ma anche delle fami-glie Bricco-Bric, Bricco-Roc, Bricco-Minass e Boggiatto-Giachin. In Val di Viù le guide erano principalmente originarie di Usseglio; delle famiglie Ferro-Famil e Re Fiorentin, bi-sogna ricordare Cibrario Rocchietti Giuseppe detto Vulpot, nato a Usseglio nel 1825 e dece-duto il 27 giugno 1890, perché con Martino Baretti e un alpigiano soprannominato Pertus, il 27 luglio 1873 espugnarono la vetta della Bessanese (il Cervino delle Valli di Lanzo) che pareva inviolabile effettuando la carat-teristica “piramide umana”. In Val Grande le guide erano originarie di Groscavallo delle famiglie Ricchiardi e Girardi. Con l’avvento sempre più numeroso di alpinisti coadiuvati da questo folto numero di guide sparse nei 3 paesi di fondovalle furono costruiti i primi ri-fugi. Il primo rifugio delle Valli di Lanzo fu il Gastaldi costruito nel 1880, nel 1887 quello della Gura e nel 1891 il rifugio al Peraciaval (il Cibrario). Nel ‘900 vennero costruiti il Taz-zetti e il Daviso. Il Tazzetti venne realizzato in legno a Torino dalla ditta Michele Ferrua nel 1911 e venne trasportato e montato nel 1912, il Daviso venne realizzato nel 1922 dal-la S.A.R.I. sottosezione del Cai di Torino. Tutti questi rifugi sono ora in attività e sono stati ultimamente rimodernati. Oltre ai rifugi nelle Valli ci sono parecchi bivacchi, il Gandolfo ai laghi Verdi a 2300 m, il bivacco Bruno-Moli-no all’Uia di Mondrone a 2280 m, il bivacco Uget Fassero-Soardi nel Vallone di Sea a 2297

m, il bivacco S.Camillo al Lago della Rossa a 2750 m. Purtroppo altre strut-ture sono cadute in rovi-na come il rifugio S.A.R.I. ai laghi Verdi, inaugurato il 24 luglio 1911 e cadu-to in disuso nel 1935 o il rifugio Giustina Bosio ai Rivotti aperto nel 1953 dal Cai di Ciriè e chiuso nel 1959 o il rifugio Ma-ria Galizia in località “I Lombardi” sopra Mal-ciaussia inaugurato il 17 luglio 1933 costruito dalla GAF (Guardia Ar-

mata di Frontiera) dove ora sono visibili solo dei ruderi. Vicissitudini migliori ha avuto il ri-fugio Città di Ciriè al Pian della Mussa, questo era un ex caserma militare acquistata dal Cai di Ciriè, venne inaugurato nel 1954 come ri-fugio alberghetto e ha subito diversi interven-ti di miglioria e ammodernamento nel corso degli anni. Negli anni 1920-1930 sorsero nel-le Valli di Lanzo le più antiche palestre di ar-rampicata torinesi, “Le Lunelle” sopra Traves e il “Plu” con la Piramide, la cresta Botto e lo Sperone Grigio aperte da G. Boccalatte, G. Castelli, R. Ronco (1935), G. Dionisi, I. Mar-chini, Silvestrini (1938), Lino e Piero Fornelli e M. De Albertis (1950). Le Curbassere sopra Ala da Gino e Giovanni Gandolfo e dai fratelli Giorgio Daniele e Sergio Rosenkrantz, e il bec di Mea sopra Bonzo di Groscavallo da G.M. Motti e G.C. Grassi (1969). Ora nelle tre valli numerose pareti e massi sono stati attrezza-ti per l’arrampicata sportiva in special modo il “Ginevrè” a Balme presenta numerose vie (fine anni ’80). Fu nelle Valli di Lanzo che nacque questa nuova arrampicata il cui scopo non era più quello del raggiungimento della vetta, ma il superamento dei gradi di difficol-tà dell’arrampicata stessa (il Nuovo Mattino) grazie a Gian Piero Motti nel 1964 che tracciò eleganti vie al Bec di Roci Ruta e nei roccioni del Biollè, a Isidoro Meneghin che nel 1978 si rivolse al Vallone di Sea ma soprattutto a Gian Carlo Grassi che in 10 anni effettuò più di duecento scalate su roccia e ghiaccio.

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Come negli anni precedenti esprimo il mio ringraziamento, ai soci che hanno partecipato numerosi alle nostre attività ed a quanti hanno collaborato attivamente nella gestione della no-strea Sottosezione. Con l’inizio del diciottesimo anno sociale il Consiglio Direttivo ha potenziato le normali attività, rivolgendo grande attenzione alle uscite invernali con racchette da neve (Cima del Bosco, Tomba di Matolda ed altre), alle vie ferrate ed all’escursionismo giovanile questa collegata con la sezione di Lanzo oltre che all’al-pinismo che quest’anno ha realizzato importan-ti ascensioni oltre i 4000 metri quali la Punta Giordani ed il Polluce. Con grande impegno della Commissione Escursionismo sezionale quest’anno in valle si e’ svolta la 19ª Escursione Interregionale LPV con afflusso di circa 200 escursionisti e con meta la Uja di Calcante. A causa delle avverse condizioni meteorologiche la manifestazione non ha potuto essere completata, pero’ ha rag-giunto gli scopi prefissati. Grande successo ha ottenuto la gita sociale sul Lago di Garda con escursione a Riva del Garda e visita alle impo-

nenti cascate del Varone. Ricordiamo con piace-re le due proiezioni di diapositive riguardanti la prima i panorami e la seconda i Parchi di monta-gna della Regione Piemonte. Continuano le attività con le Istituzioni Scolastiche con le quali quest’an-no sono state effettuate escursioni nel circonda-rio del comune di Viù dove sono state svolte due uscite in mountbike nel circondario di Usseglio. La collaborazione con le Istituzioni Comunali ed associazioni varie site nell’ambito comunale prosegue con partecipazione costante ed attiva. Unitamente all’Intersezionale CVL (Canavese – Valli di Lanzo) sono state programmate ed effettuate delle interessanti escursioni infraset-timanali. Si ricorda che la sede continuerà ad essere aperta il sabato dalle ore 21.00 alle ore 22.30 e continuerà ad esserci uno spazio sulla rivista “Lo Scarpone” con le notizie inerenti la nostra Sottosezione. Le notizie sono re-peribili anche attraverso il sito INTERNET www.caiviu.it e indirizzo e-mail: [email protected]

Il ReggenteVITTORIO BARBOTTO

CLUB ALpINO ITALIANO

Sottosezione di ViùLETTERADELREGGENTE

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Gradita Prenotazione.

Pranzi - Cene - Merende sinoirePernottamento in baita su prenotazione

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RACChETTE DA NEVE(Rando Alpinismo)

PERLEESCURSIONICONLERACChETTEDANEVEE’NECESSARIALASEGUENTEATTREZZATURA:ARTVA,

PALAESONDA(possibilitàdinoleggio)

06GENNAIO(InValdiViù)Tradizionale e facile escursione dell’Epifania con un primo allenamento per i mesi a venire... Pranzo al sacco con meta a sorpresa.

15GENNAIOLezionepraticasull’usodell’ARTVA,consigliata a tutti coloro che intendono partecipa-re alle prossime escursioni; meta da definire in base all’innevamento. Si terrà una lezione teorica nei giorni precedenti presso la sede CAI “Valle di Viù”.

29GENNAIOPassodelleMiette(m2002)Nello splendido vallone dei Tornetti , sulle pendi-ci di Cima Montù , dove il fagiano di monte ha il suo habitat naturale.

12FEBBRAIOAilefroide(m1507)Facile escursione nel cuore degli Ecrins. Fantasti-ci panorami sui massicci del Pelvoux, la Barre e il Dome des Ecrins.

26FEBBRAIOPuntaLeysser(m2771)Escursione impegnativa per la durata, consente di visitare una delle zone più soleggiate della Valle d’Aosta, con squarci panorami sui vicini Vertosan, Fallere e il gruppo della Grivola - Grand Nomenon.

11MARZOCimaFournier(m2424)Dolce e arrotondata cima che merita una visita per lo splendido panorama verso il Delfinato; pas-sando dalla Capanna Mautino.

25MARZOPuntaSeaBianca(m272)Bella montagna delle Alpi Cozie. Itinerario facile e piacevole che si svolge su ampi pendii e cresto-ne finale con vista spettacolare sul Monviso.

Sottosezione di Viù15APRILELagoAlpeCrot(m2321)Escursione in un isolato vallone che si dirama dal più gettonato Paschiet in Val d’Ala. Vista sulle vici-ne punte della Bessanese e della Ciamarella.

Altre escursioni con racchette potranno essere programmate in base all’innevamento

ESCURSIONISMO06MAGGIOFerratadiCamoglieres(m1221)Difficoltà: DDislivello: 330 mTempo di salita: h 3.30Partenza: Camoglieres ( Val Maira )Ritrovo: Viù P.za Mercato ore 6.30Attrezzatura: casco, imbrago, set da ferrata. Ferra-ta che si svolge in un ambiente naturale, selvaggio e incontaminato. Richiede il superamento di cin-que balze rocciose e un ponte tibetano di 50 mReferenti: Giovanni Scrivani, Gianluigi Fino

26MAGGIOCimaLoit(m2035)Difficoltà: EDislivello: 1035 mTempo di salita: h 3.00Partenza: Vasario (Sparone Valle Orco)Ritrovo: Viù P.za Mercato ore 6.30 Lanzo Albergo Sangri-La ore 6,45 Cima facile e panoramica con possibilità di raggiun-gere facilmente sia l’Uja d’Ingria sia Cima Rosta. Sotto la punta si apre il famoso “Pian delle Masche”.Referenti: Franco Guglielmotto, Giovanni ScrivaniIn collaborazione con CAI Lanzo

03GIUGNOPuntaGolai(m2819)Difficoltà: EE - Dislivello: 1440 mTempo di salita: h 4.00Partenza: S. Bartolomeo (vallone di Ovarda) LemieRitrovo: Viù P.za Mercato ore 6.00Bella e facile vetta con grandioso panorama sulla Torre di Ovarda. La vista spazia dal Monviso, Cro-ce Rossa , Bessanese , Levanne, Ciamarella , Gran Paradiso e via via fino al Monte Rosa. Referenti: Ezio Giacobino , Franco Guglielmotto

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l 'Annuario 2012

17GIUGNOPuntadell’Adois(m2507)Difficoltà: EDislivello: 1000 mtTempo di salita: h 3.50Partenza: Pian Benot (Valle di Viù )Ritrovo: Viù P.za Mercato ore 7.00Modesta cima sullo spartiacque tra la Val di Susa e la Valle di Viù, con panorami sul Vallone del Gravio, la vicina Lunella e l’alta Valle di Viù.Referenti: Raffaella Giacomelli , Sergio Machetta

08LUGLIOPuntaRibon(m3527)Difficoltà: F+Dislivello: 1700 mTempo di salita: h 6,00Partenza: Lago di Malciaussia ( Valle di Viù )Ritrovo: Viù P.za Mercato ore 4.30Rifugio Tazzetti ore 7.30Attrezzatura: piccozza e ramponiPosta interamente in territorio francese è una vetta poco frequentata, ottima alternativa al più rinomato e affollato Rocciamelone. Possibilità di dividere la salita in due giorni pernottando al rifugioTazzetti con prenotazione di propria competenza.Referenti: Ezio Giacobino, Sergio Machetta

21-22LUGLIODomedeChasseforet(m3586)Difficoltà: F+Dislivello: 1° gg 950 mt 2° gg 1250 mtTempo di salita: 1° gg h 3.00 2° gg h 4.30Partenza: Pont de Chatelard (Termignon, Savoia)Ritrovo: Viù P.za Mercato ore 8.30Pernottamento: Refuge d’ArpontAttrezzatura: ramponi, piccozza, imbrago, mo-schettoni cordini. Il Dome de Chasseforet e il Dome d’Arpont sono due cime molto conosciute dagli alpinisti francesi. Data la vicinanza delle due cime è possibile salirle in una unica soluzione.Referenti: Gianluigi Fino, Raffaella Giacomelli, Sergio MachettaNota a piè di pagina

08AGOSTOCharbonnel(m3752)Difficoltà: PDDislivello: 1900 m

Tempo di salita: h 5.00/6.00Partenza: posteggio di Vincendières (Bessan)Attrezzatura: piccozza e ramponiRitrovo: Viù P.za Mercato ore 3.30Sulla più alta cima delle Alpi Graie Meridionali, con vista panoramica sui versanti ovest delle no-stre montagne (valli di Lanzo)Referenti: Ezio Giacobino, Stefania Chiotti

20-21AGOSTOLevannaOrientale(m3555)Difficoltà: F+Dislivello: 1 ° gg 1060 m 2° gg 1275 mTempo di salita: 1° gg h 3.30 2 gg h 4.00Partenza: Forno Alpi GraieRitrovo: Viù P.za Mercato ore 8.00Pernottamento: Rifugio DavisoAttrezzatura: ramponi, piccozza, imbrago, casco, moschettoni e cordini. Montagna massiccia, dalla lunga cresta sommitale visibile da Torino, spar-tiacque tra la Val Grande, la Valle dell’Orco e la Valle dell’Arc.Referenti: Ezio Giacobino , Sergio Machetta

02SETTEMBREFerratadiValloire(St.Pierre)m1650Difficoltà: DDislivello: 350 mTempo di salita: h 3.00Partenza: St. Pierre Ritrovo: Viù P.za Mercato ore 6.00Attrezzatura: casco, imbrago, set da ferrataFerrata dai due percorsi: Poingt-Ravier prima fer-rata attrezzata in Savoia e di facile approccio; St. Pierre, atletica e decisamente più impegnativa.Referenti: Gianluigi Fino , Giovanni Scrivani

30SETTEMBREEscursioneLPV-Pila:PlattadeGrevon(m2752)Difficoltà: EEDislivello: 920 mTempo di salita: h 3.30Partenza: Pila Ritrovo: Viù P.za Mercato ore 6.00Lanzo Albergo Sangri-La ore 6,1520ª Escursione interregionale LPV nella conca di Pila (Valle d’Aosta) a raggiungere la Platta de Gre-

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C.A.I. Lanzo

von che offre panorami a 360° della valle centrale.Referenti: Ezio Giacobino, Sergio MachettaIn collaborazione con CAI Lanzo

07OTTOBREGugliaRossa(m2545)Difficoltà: EDislivello: 950 mTempo di salita: h 3.00Partenza: Grange di Valle StrettaRitrovo: Viù P.za Mercato ore 6.00 La Guglia Rossa è una caratteristica piramide dai pendii detritici e dalle imponenti pareti di roccia calcarea rossastra da cui il nome. Sullo spartiac-que del Colle della Scala, di Thures e della valle di Nevache Referenti: Cinzia Dantonia, Alfredo Frison

Per le uscite in cordata, il numero dei partecipanti è subordinato alla disponibilità di

PRIMI DI CORDATA. Per le uscite di escursioni-smo e alpinismo: informazioni, prenotazioni ed eventuali disdette contattare i referenti indicati.

Alfredo Frison 011-9244332Cinzia Dantonia 3496983824Ezio Giacobino AEAI 3334508856Franco Guglielmotto 0123-697508Gianluigi Fino 011-9269310Giovanni Scrivani 3385698818Raffaella Giacomelli 0123-696549Sergio Machetta AEAI 3487690220Stefania Chiotti 3284894779

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l 'Annuario 2012

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C.A.I. Lanzo

Per tutti i Soci C.A.I.

sconto 10% su libri di montagna, guide e cartine

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UJA EDITRICE - EDICOLA - LIBRERIAVia C. Miglietti, 41 - Germagnano - Tel 0123 / 28344

Chiuso il pomeriggio di domenica e lunedì

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l 'Annuario 2012

Materiale in Vendita presso

La SedePresso la segreteria è possibile acquistare: ade-sivi, magliette, cappellini ricamati (estivi ed in-vernali) e pile della Sezione, portachiavi, spille e cravatte del CAI, nonché alcune delle cartine 1:25.000 della serie “Alpi senza Frontiere”, al-cune novità editoriali inerenti la montagna e al-tro ancora.DESCRIZIONE PREZZO AI SOCI

Adesivo vetrofania / normale ..........................€ 0,30Portachiavi (3 modelli differenti) ...................€ 2,60Adesivo grande ..................................................€ 1,80Scudo normale...................................................€ 3,90Distintivo argentato piccolo (bottone/spilla) ....€ 1,30Stemma in stoffa sezione .................................€ 1,00Orologio Sottosezione Viù ...............................€ 16,00

TITOLO AUTORE PREZZO PREZZO DI COPERTINA AI SOCINel grembo del mondo/Guida alle miniere della provincia di Torino AA.VV./Mattioda P. .................I 10,00 .................I 8,00Escursionismo per tutti - Monti di Balme Bergamino R. ...........................I 12,00 .................I 10,00Andar per laghi nelle valli di Lanzo Bergamino R. ...........................I 14,46 .................I 10,33Escursionismo per tutti ad Ala di Stura Bergamino R. ...........................I 5,00 .................I 4,00Tra Canavese e Valli di Lanzo Bergamino R. ...........................I 20,00 ..................I 17,00Escursionismo per tutti - Valle Malone, Valle Tesso, Bassa Val di Lanzo Bergamino R. ...........................I 8,00 ...................I 6,00Valli di Lanzo, Tesso e Malone Sci alpinismo Bezze, Mussa, Sesia.................I 19,00 .................I 18,00I pilastri della fede Buschino L. ..............................I 18,00 .................I 15,50

DESCRIZIONE PREZZO AI SOCI

Cappello estivo (3 colori disponibili) .............€ 5,20Cappello invernale (2 colori disponibili) ......€ 6,70Maglietta sezione (2 colori disponibili) .........€ 5,20Felpa con logo sezione .....................................€ 25,00Cravatta con logo CAI ......................................€ 13,00Polo sezione (2 colori disponibili) ..................€ 12,00Canotta sezione ................................................€ 5,00

CARTINESerie Alpi senza Frontiere (fino ad esaurimento scorte): ........................................................ € 8.00Serie Alpi Canavesane (Val Soana, Valle Dora Baltea Canavesana, Valchiusella): ............. € 5.50

la nuova Serie Valli di lanzo Carta dei Sentieri: € 12.00

(pacchetto completo con 3 cartografie)

Nella piccola edicola del CAI sono disponibili i seguenti titoli (fino ad esaurimento scorte):

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C.A.I. Lanzo

Sono inoltre disponibili, su ordinazione, i Manuali del CAI e le guide Monti d’Italia, nonché i vari gadget della sede centrale

Tracce sulla neve CAI Lanzo ................................I 20,00 .................I 15,00Sentieri Natura nelle Valli di Lanzo CAI Lanzo ................................I 10,00 ...................I 8,00Valli Tesso e Malone Conte M. ...................................I 12,91 .................I 10,33Mountain bike nelle valli di Lanzo Gallo M. ....................................I 14,46 .................I 12,00Itinerari di Alpinismo Giovanile L.P.V. .........................................I 10,33 .................I 7,80 Tour Monte Rosa - Cervino Valsesia T. .................................I 25,00 .................I 20,00Binari e … scarponi Bergamino R. ...........................I 12,00 .................I 10,00Una famiglia in montagna Bergamino R. ...........................I 15,00 .................I 12,00Archivio del Comune di Balme Castagneri G. ............................I 25,00 .................I 20,00Passeggiare in Valle Tesso Bergamino R. ...........................I 13,00 .................I 11,00Sentieri Natura 2 Airola D., Bergamino R, Mariano F. .I 12,00 .................I 10,00Presto io parto Castagneri G., Sguayzer M. ....I 12,00 .................I 10,00Ai piedi del Rosa Bergamino R. ...........................I 12,00 .................I 10,00Camminare in Val Grande Bergamino R. ...........................I 12,00 .................I 10,00Camminare in Val di Viù Bergamino R. ...........................I 12,00 .................I 10,00Balme Castagneri G., Sguayzer M. ....I 14,00 .................I 11,50I pericoli della montagna innevata Mussa Pier Luigi .....................I 12,00 .................I 10,00Guida sci-alpinistica del Canavese CAI Rivarolo ............................I 15,00 .................I 12,00Li Fol dal Rotches M. Blatto ...................................I 14,00 .................I 11,50Manuale di cicloescursionismo Lavezzo M., Zangirolami D. ....... n.d . .................I 11,50

Calendario Valli di Lanzo I7,00anzichè I12,00

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l 'Annuario 2012

Giorno per giorno 2012

gennaio

o

febbraio

06 Tradizionale ciaspolata dell’Epifania in collaborazione con sottosezione di Viù (C.E.)08 Ciaspolata Usseglio-Andriera Pian Benot10 Lezione teorica sull’uso dell’ARTVA (C.E.)14 Inizio corso sci di fondo15 Inizio corso sci di fondo 15 Ciaspolata Anello della Val Servin (C.E.)15 Esercitazione sull’uso dell’ARTVA (C.E.)21 Ciaspolata crepuscolare Sistina passo della Forchetta (C.E.)21 Corso sci di fondo22 Corso sci di fondo26 Gita con racchette a Punta Leretta (C.V.L.)28 Ciaspolata notturna a Margone (C.E.)28 Corso sci di fondo29 Ciaspolata al Passo delle Miette (C.E.)29 Corso sci di fondo

04 Corso sci di fondo05 Corso sci di fondo05 Ciaspolata a Nevache con avvicinamento in autobus (C.E.)11 Ciaspolata crepuscolare al Colle del Lys (C.E.)11 Corso sci di fondo12 Corso sci di fondo12 Ciaspolata a Ailefroide (C.E.)15 Prima lezione corso di fotografia19 Ciaspolata al Rifugio Salvin (C.E.)22 Seconda lezione corso di fotografia23 Gita con racchette ai Prati della Fontana (C.V.L.)26 Ciaspolata a Punta Leysser (C.E.)29 Terza lezione corso di fotografia

03 Gita sulla neve in notturna al Pian della Mussa (A.G.)04 Ciaspolata Tornetti di Viù Alpe Bianca (C.E.)04 Uscita pratica corso di fotografia05 Assemblea dei soci11 Ciaspolata a Cima Fournier (C.E.)17 Ciaspolata crepuscolare alla Perinera (C.E.)18 Gita sulla neve con ciaspole (A.G.)22 Gita Anello Tête du Mont-Teste Colon (C.V.L.)25 Visita in autobus alla miniera di Gambatesa (C.E.)25 Ciaspolata a Punta Sea Bianca (C.E.)

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C.A.I. Lanzo

aprile

giugno

luglio

aggio

01 Pulizia sentiero Pian Audi (C.S.)01 Escursione Losa – Chiaves (A.G.)09 Pasquetta in Baita15 Escursione nelle Grotte di Pugnetto (C.S.P.)15 Pulizia sentiero Bogliano-Monti (A.G.)15 Ciaspolata al Lago Alpe Crot (C.E.)17 Corso riconoscimento funghi20 Serata introduttiva sulle vie ferrate22 Giro delle cinque torri (C.E.)24 Corso riconoscimento funghi26 Anello Molar del Lupo-Colle Lunella-Colle Grisoni-Molar del Lupo (C.V.L.)28 Gita notturna alla Madonna della Neve (A.G.)

28 - 01 Maggio Gita in autobus alla Costa Azzurra (C.E.)06 Arrampicata al Ginevrè (A.G.)06 Ferrata alla Sacra di San Michele (C.E.)13 Gita Pian delle Mutte con pranzo all’agriturismo Runch in collaborazione con LEM (C.E.)13 Pulizia sentiero Missirola (C.S.)19 Gita crepuscolare in autobus al Rifugio Mellano (C.E.)20 Cima Loit in collaborazione con sottosezione di Viù (CE)24 Gita al Lago di Afframont (C.V.L.)26 - 27 Val Maira (C.E.)27 Anello Margone-Malciaussia-Margone (A.G.)

10 Gita al Rifugio Jervis (A.G.)10 Gita al Monte Doubia (C.E.)17 Pulizia sentiero laghi d’Ovarda (C.S.)17 Cima Adois in collaborazione con sottosezione di Viù (CE)21 Gita Anello Ceresole Cialme-Ceresole (C.V.L.)21..24 Quattro giorni in Baita (A.G.)23 Gita regionale al Rifugio Pastore (C.E.)30 giugno-1 luglio Colle dei Becchi (C.E.)

08 Orridi di Uriezzo (C.E.)08 Escursione alla Miniera Brunetta (C.S.P.)14 - 15 Assietta in tenda (A.G.)15 Gita al Monte Cristalliera(C.E.)20 - 23 Trek di 4 giorni aperto a tutte le 12 sezioni dell’intersezionale22 Laghi di Unghiasse (C.E.)26 Gita Orestes Hutte (C.V.L.)28 - 29 Gita al Rocciamelone (A.G.)29 Gita alla Cima Lucellina (C.E.)

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l 'Annuario 2012

10 Cena sociale22 Anello Ponte del Diavolo - Ca Bianca Ponte del Diavolo (C.V.L.)

13 Gita a Sant’Anna dei Meinardi (C.V.L.)20 Serata auguri natalizi

C.S. = Commissione Segnaletica Sentieri A.G. = Commissione Alpinismo Giovanile C.E. = Commissione Escursionismo C.S.P. = Commissione Speleologica C.V.L. = Intersezionale Canavese-Valli di Lanzo

ILPROGRAMMAPOTREBBESUBIREVARIAZIONIAGIUDIZIODEGLIORGANIZZATORI

agosto

ottobrenovembre

dicembre

settembre

05 Gita ai Laghi d’Autaret (C.E.)08 - 09 Escursione all’Uia di Bessanese (C.E.)12 Gita al Bric di Ghinivert (C.E.)15 Concerto di Ferragosto (C.E.)19 Anello storico di Lemie (C.E.)20 Arrampicata al Ginevrè (C.E.)20 - 27 Trek Alta via dei Giganti (C.E.)30 Gita ai Laghi d’Ovarda (C.V.L.)

02 Gita ai Laghi del Seone (C.E.)08 - 09 Escursione nelle Grigne09 Gita Case Picat-Rif. Peretti Griva (A.G.)16 Gita in autobus al in Liguria (C.E.)23 Gita alla Bellavarda (A.G.)23 Gita alla Cima Vaccarezza (C.E.)27 Gita al Lago Umbrias-Monte Colombino (C.V.L.)30 Gita lago di Viana in collaborazione con LEM (C.E.)30 Escursione LPV in collab. con sottosezione di Viù (CE)

Inizio ginnastica presciistica06 Cena A.G.07 Guglia Rossa in collaborazione con sottosezione di Viù (CE)14 Castagnata sociale25 Gita al Lago Santanel (C.V.L.)

l 'Annuario 2012

Club Alpino itAliAnoSezione di Lanzo T.se - Via Don Bosco, 33 - Tel. 0123.320.117

[email protected] - www.cailanzo.it

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Rifugio AgrituristicoSalvin

Come raggiungerciCi sono due strade da Torino che portano a Lanzo. Si può prendere quella dell’aeroporto di Caselle oppure quella da Venaria. Da Lanzo, seguite le indicazioni per Monastero di Lanzo. Dopo Monastero di Lanzo si svolta a destra per frazione Mecca e si prosegue per 8 Km di strada sterrata fino al Rifugio Salvin.

Tel. Rifugio 012327205Cellulare [email protected]

NOVITA: apertura invernale per le ciaspolate, usufrendo del nuovo sentiero da Menulla a Salvin.

Camere nuove con riscaldamento e bagno in camere.

Campo estivo con animazione in Inglese nei mesi di Giugno e

Luglio per ragazzi dai 6-13 anni.

Cucina tipica; polenta concia, risotto alla toma, pane cotto nelforno a legna,merende sinoire.

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• Rifugio escursionistico raggiungibile in auto.• Aperto tutto l’anno.

• Camere dotate di servizi privati.• Attrezzato per disabili. • Merende sinoire.

•Cucina piemontese con prodotti tipici di montagna (specialità: polenta con selvaggina, dolci di produzione propria).

•Attività sportive: trekking, alpinismo, mountain bike, falesia di arrampicata (con 140 vie),

sci di fondo, racchette da neve, snow park per i bimbi con sci alpino, bob, slittini, giochi gonfiabili.

Novità inverno 2011/2012:

(accessibile anche ai disabili)

L’UNICA IN VAL DI LANZO!!ancora più divertente,

ancora più emozionante!!!!!(anche notturna).

Tel 340 9597234 - 348 3132585e-mail: [email protected]

web: www.turismocolledellys.it

Rifugio Colle del Lys