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DIARIO ASIATICO Dagli appunti originali Thomas Merton

Anteprima - Diario asiatico

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Dagli appunti originali di Thomas Merton

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I CURATORI DEL VOLUME

MARIO ZANINELLI, sacerdote della Diocesi di Milano. Si oc-cupa da più di vent’anni dello studio e della traduzione in italiano degli scritti di Thomas Merton. È coordinatore scien-tifico dell’Associazione Thomas Merton Italia (ATMI), affiliata all’International Thomas Merton Society (ITMS) americana.

ANTONIO MONTANARI, sacerdote della Diocesi di Pavia, docente di Storia della Spiritualità presso la Facoltà Teolo-gica dell’Italia Settentrionale e il Centro Studi di Spiritualità di Milano, di cui è anche direttore. Autore di diversi studi di teologia e spiritualità.

www.gabriellieditori.iteuro 18,00 i.i.

ISBN 978-88-6099-246-8

Il 15 ottobre del 1968, Thomas Merton, mo-naco e scrittore dell’Abbazia Trappista di No-stra Signora del Gethsemani, nel Kentucky, Stati Uniti, lascia il suolo americano per diri-gersi ad una Conferenza che si sarebbe svol-ta a Bangkok in Tailandia dove il tema fu il rin-novamento del monachesimo in Asia. Merton preparò con grande intensità spirituale ed in-tellettuale il viaggio verso l’Oriente che con-siderava un pellegrinaggio, secondo un pro-getto considerato e ponderato da alcuni anni. Il viaggio si snodò attraverso l’India, Sri Lanka (allora Ceylon), il Tibet e la Tailandia. Incontrò monaci occidentali, monache, eremiti, espo-nenti del mondo religioso Buddista (tra cui l’attuale Dalai Lama), di quelli del mondo In-duista, e altri personaggi che rappresentava-no le personalità anche di altre esperienze re-ligiose come lo Zen. Di tutto ciò abbiamo come risultato questo vo-lume che a distanza di cinquant’anni viene ri-proposto al pubblico dei lettori italiani in oc-casione del Centenario della nascita del mo-naco trappista Thomas Merton (31 gennaio 1915). Del testo precedentemente pubblicato da Garzanti nel 1975, si è voluto conservare solo tutto quello che strettamente era attinen-te all’esperienza del viaggio di Merton stesso. La scelta è stata quella di valorizzare l’aspetto del diario più personale piuttosto che eviden-ziare anche quegli aspetti teorici che comple-tavano la proposta precedente. In altre paro-le, la semplificazione nasce dalla volontà di far parlare il cuore di Merton, venuto in Oriente come pellegrino e come profeta del dialogo interreligioso.

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THOMAS MERTON è considerato uno dei più im-portanti scrittori americani cattolici del ventesimo secolo. La sua opera autobiografica: “La montagna dalle sette balze” è stata pubblicata in milioni di co-pie e tradotta in ventotto lingue. Merton scrisse altri sessanta libri, centinaia di poesie, articoli, let-tere, diari che spaziano dalla spiritualità monastica ai diritti civili alla non violenza all’ecumenismo, agli armamenti nucleari. Nato a Prades, Francia, il 31 gennaio 1915, morto a Bangkok, Tailandia, il 10 dicembre 1968, figlio di artisti, un fratello: Jean Paul (1918 – 1943). I geni-tori e il fratello lasciano Tom completamente solo entro i 28 anni della sua esistenza. Prima di entrare in Abbazia, Merton si forma accademicamente in Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Si laurea alla Columbia University di New York con una tesi su William Blake nel 1938. Nella sua formazione si accosta ad autori come Etienne Gilson, Aldous Huxley, Gerald Manley Hopkins, James Joice e Jac-ques Maritain di cui divenne amico e incontrò in Abbazia al Gethsemani nel 1966. Nel 1938, il 16 novembre riceve il Battesimo presso la Chiesa di Corpus Christi in New York e, dopo un percorso di riflessione e di ritiro presso l’Abbazia del Ken-tucky, entra nel monastero di Nostra Signora del Gethsemani dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (Trappisti) il 10 dicembre 1941. Tho-mas Merton è stato scrittore prolifico e i suoi campi d’interesse sono stati svariati: letteratura, poesia, religioni cristiane e discorso ecumenico oltre al fi-nale interesse verso le religioni dell’estremo orien-te: zen, buddismo e relativo dialogo interreligioso. Nel 1965 riceve il permesso di vivere da eremita all’interno delle mura del monastero stesso. Il vo-lume Diario asiatico lascia a noi tante suggestioni che ci fanno apprezzare la straordinaria vita di ri-cerca del monaco trappista sempre aperto a nuovi orizzonti spirituali.

DIARIOASIATICODagli appunti originali

Thomas Merton

“Il nostro vero viaggio è un viaggio interiore:è un impegno di crescita, di approfondimento, e un

abbandonarci sempre più all’azione creativa dell’amore e della grazia nei nostri cuori. Mai come oggi è stato così necessario rispondere a questa azione. Io prego perché tutti noi possiamo farlo. Che Dio vi benedica.

Con tutto l’affetto in Cristo, Thomas Merton”.

(Lettera circolare del settembre 1968 agli amici).

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Thomas Merton

DIARIO ASIATICOdagli appunti originali

Nuova edizionea cura di Mario Zaninelli

Introduzione di Antonio MontanariPostfazione di Alessandro Barban O.S.B. Cam

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Il presente volume è nato dal desiderio congiunto dell’Editore e dell’As-sociazione Thomas Merton Italia (ATMI) che hanno voluto ricordare il Centenario della nascita di Thomas Merton con la pubblicazione rinnova-ta dell’ultima sua produzione letteraria-spirituale. Per ogni informazione in riferimento all’ATMI si rimanda al sito www.thomasmerton.eu

Titolo originale dell’opera: The Asian Journal of Thomas Merton, a cura di Naomi Burton, Fratel Patrick e James Laughlin con la consulenza di Amiya Chakravarty © 1968, 1970, 1973 by The Trustees of the Merton Legacy Trust, © 1973 by New Directions Publishing Corporation. Pubblicato negli Stati Uniti da New Directions Books.Prima edizione italiana Aldo Garzanti Editore, 1975, traduzione dall’inglese di Delfo Ceni.

Nuova edizione © Il Segno dei Gabrielli editori, 2015Via Cengia 6737029 San Pietro in Cariano (Verona)Tel. 0457725543 Fax [email protected]

ISBN 978-88-6099-246-8

StampaGennaio 2015

Progetto grafico copertinaLucia Gabrielli

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INDICE

PRESENTAZIONE DELLA NUOVA EDIZIONE ITALIANA 7di Mario Zaninelli

INTRODUZIONE di Antonio Montanari 11

DIARIO ASIATICOriproduzione anastatica 27

IN VOLO VERSO ORIENTE (15 – 18 ottobre) 29

CALCUTTA (19 – 27 ottobre) 47

NUOVA DELhI (28 – 31 ottobre) 71

L’ hIMALAIA (1 – 25 novembre) 91

MADRAS (26 – 28 novembre) 187

CEyLON (29 novembre – 6 dicembre) 203

BANGkOk (7 – 8 dicembre) 233

POSCRITTO di Fratel Patrick Hart O.C.S.O. 241

APPENDICI 247

I – Lettera circolare del settembre 1968 agli amici 249

II – Lettera circolare di novembre agli amici 251

III – Lettera all’abate Flavian Burns 257

ConclusioneLA CONOSCENZA DELLA LIBERTà INTERIOREE DELLA TRASCENDENZA di Alessandro Barban O.S.B. Cam 275

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GLOSSARIO 269

BIBLIOGRAFIA 295

BIBLIOGRAFIA AGGIUNTA NELLA NUOVA EDIZIONE 299

RINGRAZIAMENTI 300

NOTIZIE BIOGRAFIChE E BIBLIOGRAFIChEDEI CURATORI 302

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PRESENTAZIONE - 7

PRESENTAZIONE DELLA NUOVA EDIZIONE ITALIANA

Mario Zaninelli

Il testo Diario Asiatico venne pubblicato negli Stati Uniti da New Direction Books con la prima edizione del 1968 e, successivamente, nel 1970 e nel 1973, sempre con l’autoriz-zazione de The Trustees of Thomas Merton Legacy Trust.

In Italia la prima edizione avvenne nell’ottobre 1975, con la traduzione di Delfo Ceni. La casa editrice Garzanti pro-pose al pubblico italiano la traduzione completa dell’opera americana così come venne presentata ai lettori americani.

Oggi, a distanza di quasi cinquant’anni dalla prima pub-blicazione, Gabrielli editori propone una nuova edizione dell’ultimo testo di Thomas Merton, apportando alcune mo-difiche, non sostanziali ma di facilità, al testo precedente, rendendolo così più semplice nell’approccio e nella lettura, anche per chi non è particolarmente “esperto” di termini re-ligiosi specifici del mondo orientale, specialmente in riferi-mento all’esperienza del buddismo e dell’induismo.

Già nella prefazione di Amiya Chakravarty1 e nella avver-tenza di James Laughlin,2 presenti nella prima edizione italiana, si evidenziavano parecchie difficoltà nella pubbli-cazione del volume di Thomas Merton.

Il libro, pieno di annotazioni affrettate e di altre notizie che assumono l’aspetto più di appunti che di testi pronti per

1 Cfr. Prefazione di Amiya Chakravarty in: Thomas Merton, Diario asia-tico, (dagli appunti originali, a cura di Naomi Burton, fratel Patrick e James Laughlin, con la consulenza di Amiya Chakravarty), Garzanti, Milano 1975, pp. 5-7.

2 Cfr. Avvertenza di James Laughlin in Diario asiatico, pp. 9-17.

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8 - PRESENTAZIONE

la pubblicazione, ha lasciato qualche dubbio circa l’esattez-za del testo e del contesto, anche a chi ne ha curato la prima redazione,3 ma, pur non apportando cambiamenti all’origi-nale, ogni frase è stata esaminata attentamente e l’opera è stata corredata di note, appendici e di un glossario4 che ne rendono l’intero tomo più accessibile.

Inoltre, altri problema notevoli, quali ad esempio la scrit-tura di molte parole che furono riportate “ad orecchio” da Merton e non secondo la grafia corretta, ed anche lo stile di cui abbiamo già detto: buttato giù a mano, di fretta, spesso a tarda notte, nei ritagli di tempo tra i suoi numerosi impegni, simile più ad uno stile stenografico che ad un pensiero com-pitamente esposto, spesso privo di verbi, congiunzioni, han-no reso la redazione del testo molto complicata.5

Non solo, ma la redazione di Diario asiatico è avvenuta uti-lizzando tre distinti quaderni di appunti che lo stesso Mer-ton aveva compilato nel suo viaggio in Oriente e che avevano un significato non del tutto simile tra loro.6 Così è spiegato nell’Avvertenza all’edizione del 1975:

«Il diario “pubblico” che venne catalogato come l’“A”, un quaderno di scuola con legatura a spirale, destinato da Mer-ton alla pubblicazione; il “B”, il diario “privato”, una specie di mastrino in tela che è in gran parte il duplicato dell’ “A” ma che contiene anche, qua e là, annotazioni intime e analisi della sua anima;7 ed infine il “C”, il “taccuino”, un libricci-

3 Cfr. Prefazione, Diario asiatico, p. 6.4 Cfr. Ibid, Diario asiatico, p. 7.5 Cfr. Avvertenza, Diario asiatico, p. 11.6 Cfr. Ibid., p. 12.7 «In ossequio alle clausole del suo testamento ed a quelle del Merton Le-

gacy Trust, da lui costituito nel 1967 per l’amministrazione dei suoi diritti d’autore, devoluti all’Abbazia del Gethsemani, il diario “privato” (“B”), al pari di altri suoi precedenti diari o scritti di carattere personale, non può es-sere per il momento pubblicato e nemmeno consultato da studiosi, eccezion fatta per il suo biografo ufficiale John howard Griffin. [La restrizione preve-deva l’impossibilità a pubblicare i suoi diari personali fino a venticinque anni dalla sua morte. N.d.C.]. Pur tuttavia il Merton Legacy Trust ha concesso alla New Directions di integrare il testo del diario “pubblico” (“A”) con alcuni

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no con legatura a spirale che evidentemente Merton portava in tasca per prendere appunti durante i colloqui, per fissarvi ispirazioni poetiche improvvise, per segnarvi nomi e indirizzi di persone, orari e numeri di voli ed altre annotazioni, alcune delle quali da lui rielaborate nel quaderno “A”8».

I curatori dell’edizione precedente hanno anche ritenuto opportuno di riunire a parte, sotto il titolo di «Letture com-plementari», quanto avrebbe compromesso la scioltezza del-la narrazione, e alcuni commenti astrusi oltre a citazioni che non si riferivano direttamente al tema del libro di Merton9. Però in questa edizione non sono state volutamente propo-ste.

è un dovere quindi far presente al lettore che la scelta di “alleggerire” il testo precedentemente pubblicato in tradu-zione italiana e composto da alcune Appendici, ora mancan-ti, nasce dalla consapevolezza che quanti non hanno dime-stichezza con le dottrine orientali avrebbero trovato il libro estremamente tecnico e probabilmente molto pesante da leg-gere per intero. Si rimanda il lettore interessato a uno studio più sistematico delle religioni dell’Asia, e perciò anche alla storia dello sviluppo delle varie credenze, della loro graduale trasformazione e della loro diffusione geografica, a studi più importanti e soprattutto recenti, in quanto i dati riportati da Thomas Merton risentono degli anni in cui Diario asiatico fu scritto (ad esempio si è voluto lasciare il nome dell’isola di Ceylon ed evidenziare in parentesi il nuovo nome di Sri Lanka, così da palesare la differenza e l’evoluzione storica del termine).

Mi auguro che la scelta di offrire una nuova edizione più alleggerita del Diario asiatico, lo renda di più immediata frui-zione e che l’intento dell’editore di porre in evidenza solo ciò che è pertinente al volume, in particolar modo la riduzione

brani puramente descrittivi contenenti informazioni o particolari non inclusi nel medesimo», Diario asiatico, pp. 12-13.

8 Cfr. Avvertenza, Diario asiatico, p. 12.9 Cfr. Ibid., p. 14.

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del numero delle Appendici al testo, possa avvicinare anche il lettore neofito allo stile di Thomas Merton preoccupato sempre ad aprirsi a tutti gli orizzonti spirituali dell’uomo.

Sono inoltre convinto che Merton ritenesse veramente im-portante e fondamentale che il bene dell’umanità non risie-desse solamente in una rinuncia alla violenza ma, altresì, nel porsi continuamente in un atteggiamento di ricerca intellet-tuale e spirituale, così da rafforzare in ogni uomo il proces-so religioso attraverso la testimonianza del proprio pensiero.

Si potrebbe addirittura affermare che Merton, entrando in monastero, non abbia abbandonato l’attitudine alla spe-rimentazione, la ricerca e la formazione di ogni coscienza umana che nasce anche dall’accostarsi alla letteratura, all’ar-te, alla musica e ad ogni forma di manifestazione delle capa-cità dell’uomo di porre a servizio dell’umanità i propri talenti donategli da Dio.

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INTRODUZIONE - 11

INTRODUZIONEAntonio Montanari

Abbiamo scalato fino alla cima,fino alla fine, questa fine:

ritorneremo ancora alla Madre Asia?Alcuni di noi ci andranno,

altri aspetteranno.1

Un secolo fa, il 31 gennaio 1915, nel piccolo villaggio di Prades, nei Pirenei orientali al confine con la Spagna, nasce-va Thomas Merton. I suoi genitori erano venuti a Prades «dai confini del mondo»: suo padre infatti era neozelandese e sua madre statunitense. Erano entrambi artisti e da loro il picco-lo Tom aveva ereditato buone doti per lavorare, sognare, go-dere ed esprimersi. In realtà, essi si trattennero a Prades sol-tanto il tempo necessario perché il figlio nascesse e muovesse i primi passi, poi ripartirono.2 Da allora la vita di Merton fu piuttosto movimentata. Già nel 1916, infatti, egli si trasferì negli Stati Uniti dove venne affidato alle cure dei nonni ma-terni. Nel 1921, dopo la morte della madre, Tom, che aveva solo sei anni, trascorse qualche tempo alle Bermuda con suo padre, che là si dedicava alla pittura. Nel 1925 tornò di nuo-vo in Francia e si stabilì a Saint Antonin. Nel 1926 iniziò a frequentare il Liceo a Montauban e due anni dopo, nel 1928, si trasferì in Inghilterra, per continuare gli studi a Oakham. Il 18 gennaio 1931 anche suo padre morì. Allora Tom aveva

1 T. MerTon, The Other side of the Mountain: The End of the Journey (The Journals of Thomas Merton, vol. 7, 1967-1968), a cura di P. hart, harper Col-lins, San Francisco 1999, p. 167).

2 Cfr. T. MerTon, La Montagna dalle sette balze, Garzanti, Milano 1979, p. 10.

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16 anni e suo fratello John Paul quasi 13. Nel 1934, all’età di vent’anni, dopo un’esperienza universitaria fallimentare a Cambridge, Merton si trasferì definitivamente negli Stati Uniti, dove frequentò la Columbia University di New york, fino al conseguimento del titolo di Bachelor of Arts nel 1938 e del Master of Arts nel 1939. In questo viaggio vorticoso si inserisce anche il percorso di fede, che portò gradualmente Merton a ricevere il Battesimo il 16 novembre 1938, all’età di 23 anni, nella chiesa del Corpus Christi di New york.

Rileggendo nella propria autobiografia quegli avvenimen-ti, a quasi dieci anni di distanza, egli descrive la propria con-versione con la metafora del Purgatorio dantesco: «Stavo per approdare sulla spiaggia ai piedi dell’alta montagna dalle set-te balze di un Purgatorio più ripido e arduo di quanto potessi immaginare, e nulla sapevo della scalata che mi attendeva».3

Di fatto, la vocazione di Thomas Merton non fu meno ar-dua e travagliata del percorso precedente. Il desiderio di di-ventare sacerdote, avvertito poco dopo il Battesimo, fu in-fatti scoraggiato dai francescani ai quali si era rivolto, a mo-tivo sia della conversione troppo recente, sia delle incertez-ze e dei dubbi che ancora lo assalivano. Solo nella Pasqua del 1941, in occasione di un ritiro nel monastero trappista di Gethsemani, nel kentucky, si configurò in modo sempre più preciso il desiderio di farsi monaco in quel luogo. Una conferma si presentò la sera del 28 novembre 1941, dopo una preghiera rivolta a santa Teresa di Gesù Bambino. Mer-ton ricorda così quella circostanza: «All’improvviso, appena terminato di formulare questa preghiera, divenni consape-vole del bosco, degli alberi delle montagne nere, del vento umido della sera, e poi, con una chiarezza maggiore di quella delle realtà evidenti, nell’immaginazione cominciai a sentire la grande campana di Gethsemani che suonava nella notte, la campana della grande torre grigia che suonava e suonava come se si trovasse appena dietro l’altura più vicina. Quella

3 T. MerTon, La Montagna dalle sette balze, p. 264.

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INTRODUZIONE - 13

sensazione mi lasciò senza respiro e dovetti pensarci due vol-te per comprendere che solo con la fantasia sentivo la cam-pana dell’abbazia trappista suonare nelle tenebre. Eppure, come calcolai in seguito, era esattamente l’ora in cui la cam-pana suona ogni sera per la Salve Regina, alla fine di Com-pieta. Pareva che la campana mi dicesse qual era il mio po-sto, pareva che mi chiamasse a casa».4 Effettivamente, il 10 dicembre 1941 Thomas Merton entrò nell’abbazia trappista di Our Lady of Gethsemani, dove ricevette il nome di Bro-ther Louis. Si concludeva così quel «viaggio un po’ lungo», che lo aveva finalmente condotto a una dimora stabile e alla pace agognata. Aveva quasi 27 anni. Quando, infine, il 10 di-cembre 1968 Merton morì a Bangkok, in Tailandia, folgorato nella sua stanza da un ventilatore difettoso, ne erano trascor-si altri 27 dal suo ingresso in monastero.

Certamente queste poche date non sono sufficienti per dire chi era questo monaco poeta e scrittore del Novecento e ci sfugge ancora molto del suo profilo umano, spirituale e intellettuale. Tuttavia, alla luce della fede, anche le tappe geografiche di questa biografia sembrano rivelare un senso compiuto, come incise in trasparenza sul corpo stesso di Cri-sto: «My life is written on Christ’s Body like a map» – scri-veva Merton in un testo poetico degli anni Quaranta. «It is my narrative that drowns and is forgotten in your five open Jordans, your voice that cries my: “Consummatum est”».5 In questi versi persino la morte viene riscattata nell’immagine vorticosa dell’affogare di tutta questa avventura nelle piaghe del Crocifisso, fino a gridare con lui, a una sola voce: «Con-summatum est».6

4 T. MerTon, La Montagna dalle sette balze, p. 435.5 «La mia vita è segnata come una mappa sul Corpo di Cristo [...] è la mia

storia che affoga e si cancella nei tuoi cinque copiosi Giordani, la tua voce che grida il mio Consummatum est» (T. MerTon, Poesie, a cura di A. Guidi, Mor-celliana, Brescia 1952, pp. 40-43).

6 Per un approfondimento riguardo al senso di questo percorso rinvio al mio saggio: In dialogo con il Buddhismo: Thomas Merton (1915-1968), in A. Pacini (ed.), Oltre la divisione. L’intuizione ecumenica e il dialogo interreligio-

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Ripubblicando il Diario asiatico di Thomas Merton a un secolo dalla nascita e a oltre quarant’anni dalla sua tragica scomparsa, si rimane stupiti nel constatare la continua riedi-zione delle sue opere, come del resto il moltiplicarsi di bio-grafie, dissertazioni, saggi e studi a lui dedicati. Tutto ciò può essere interpretato come un segno dell’interesse che i suoi scritti continuano a suscitare, ma al tempo stesso ci costringe a confrontarci con le diverse prospettive con cui sono state rilette le tappe e gli eventi salienti della sua vita. Tale con-fronto diventa ancor più urgente in queste pagine, che in-tendono offrire una chiave di lettura dell’ultimo dei diari di Merton.

Cercherò pertanto, senza sottrarmi alla fatica della com-plessità e al conflitto delle interpretazioni, di precisare le li-nee metodologiche che intendo seguire, per consentire al let-tore di accostarsi a questo testo con la consapevolezza non solo delle circostanze in cui è stato elaborato, ma anche del lavoro che ha richiesto all’editore in vista della pubblicazio-ne. Se infatti oggi questo diario è accessibile, è grazie all’im-pegno e alla fatica di James Laughlin, il quale ne ha curato l’edizione a partire da quelle pagine scritte di getto, a notte tarda o nei brevi ritagli di tempo, e pertanto bisognose di un’attenta revisione e perfino del completamento di alcune frasi “stenografiche”.7

Certamente la ricchezza di questo diario sta nel fatto che esso ci trasmette non solo la cronaca del viaggio, ma anche le impressioni nate dagli incontri, insieme ad alcune folgoranti intuizioni, che fanno di queste pagine un testamento spiri-tuale, portatore di una ricca esperienza di umanità e di fede.

so, Paoline, Milano 2011, pp. 255-279.7 Cfr. J. LaughLin, Avvertenza, in T. MerTon, Diario asiatico, Garzanti, Mi-

lano 1975, pp. 9-17. Questo diario inizia il 15 ottobre 1968 con alcune note riguardanti il viaggio aereo che stava portando Merton in Oriente, e si con-clude a Bangkok con un accenno alla Messa per la festa dell’Immacolata Con-cezione, l’8 dicembre di quello stesso anno, due giorni prima della sua tragica morte.

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INTRODUZIONE - 15

Non si può però dimenticare che si tratta di semplici appunti scritti a mano e non rivisti per la pubblicazione, che ci tra-smettono solo la prima stesura di un progetto – certamente più ampio – che l’autore non ha potuto condurre a compi-mento. Invece, purtroppo, alcune letture affrettate e parziali, diffondendo interpretazioni surrettizie di quell’ultimo viag-gio, ne hanno pregiudicato la comprensione e hanno gene-rato non poca confusione e disagio nei confronti dell’autore. Un sintomo di tale malessere può essere percepito in un fat-to emblematico. Nel 2004 i vescovi degli Stati Uniti hanno rimosso il nome di Thomas Merton dalla versione finale del Nuovo Catechismo Cattolico Americano (U.S. Catholic Ca-techism for Adults). E per giustificare questa decisione han-no addotto la motivazione che non era possibile conoscere tutti i dettagli della ricerca che ha segnato la fine della sua vita: «We don’t know all the details of the searching at the end of his life».8 Ora la discussione non è ancora finita e si continua a indagare se la visione contemplativa di Merton sia rimasta fedele alla fede cattolica faticosamente abbracciata trent’anni prima, o non si sia piuttosto sbilanciata verso le religioni dell’Estremo Oriente.

Pur non essendo questo il contesto più opportuno per in-serirci nel dibattito, mi sembra tuttavia utile offrire al letto-re qualche strumento che gli consenta di accostarsi in modo non pregiudicato, alle pagine del Diario asiatico.9 Le inevita-bili lacune e le reticenze del testo ci stimolano certamente a ricostruire legami e ad avanzare ipotesi attraverso le quali la narrazione possa prendere consistenza. Tuttavia, perché ciò avvenga correttamente, occorre non solo restituire le annota-zioni di Merton al contesto delle circostanze immediate nel-le quali sono state vergate, ma anche tener conto degli altri

8 Cfr. Merton and Catechism Letter Campaign, in http://www.merton.org/Letter/.

9 Riprendo qui alcune precisazioni metodologiche che ho già esposto nel mio saggio In dialogo con il Buddhismo: Thomas Merton (1915-1968), pp. 255-279.

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scritti, lettere o biglietti risalenti allo stesso arco temporale, alla cui luce devono essere interpretate.10

10 Sono utili a questo riguardo i due libri di Thomas MerTon, Preview of the Asian Journey, Crossroad, New york 1989 e il settimo volume dei The Journals of Thomas Merton, che contiene i diari del 1967 e 1968: The Other Side of the Mountain: The End of the Journey, a cura di P. hart, harper Col-lins, San Francisco 1999.

segue

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DIARIO ASIATICOThomas Merton

�iproduzione anastatica

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IN VOLO VERSO ORIENTE

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