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25 CULTURA il Giornale Lunedì 4 gennaio 2010 Alessandro Gnocchi I l veronese Cesare Lombroso era razzi- sta, e le sue teorie hanno avuto un ruolo decisivo nel diffondere lo stereotipo del- la «stirpe terrona», inferiore e quindi na- turalmente lazzarona. Ok. Ma i «meridiona- li» riuniti in Facebook e intenzionati a marcia- re per protesta sul museo lombrosiano di To- rino, riaperto da poco, dovrebbero considera- re anche il «nemico interno». Infatti non è più un mistero: tra i principali sostenitori delle suddette idee c’erano diver- si meridionali, spesso socialisti. Prendiamo ad esempio Alfredo Niceforo, discepolo di Lombroso, nato a Castiglione di Sicilia nel 1876. Accanto ad appassionati richiami allo Stato sociale e alla sbandierata necessità di superare la proprietà privata, Niceforo impo- stava la questione meridionale in termini pu- ramente antropologici. Il clima spossante «si è cristallizzato nei tessuti degli individui», e quindi «nel Sud ogni organamento sociale è impossibile». Voilà. Poi Niceforo si spinge fi- no a ipotizzare la presenza in Italia di due raz- ze: una euroasiatica (cioè «ariana») al Nord e una euroafricana (cioè «negroide») al Sud. Ma le sue parole sono senz’altro più eloquen- ti: «La razza maledetta, che popola tutta la Sar- degna, la Sicilia e il mezzogiorno d’Italia do- vrebbe essere trattata ugualmente col ferro e col fuoco - dannata alla morte come le razze inferiori dell’Africa, dell’Australia, ecc.». An- che Giuseppe Sergi era razzista come Nicefo- ro. E come Niceforo era siciliano, essendo na- to a Messina nel 1841. Sergi distingue tra «bra- chicefali» e «dolicocefali». I primi sono mem- bri di una «razza superiore, evoluta, nordi- ca». I secondi, col «cranio» troppo «lungo», appartengono alla «razza inferiore, degenera- ta, mediterranea». Il caso più discusso è però quello di Giusti- no Fortunato, grande storico, nato a Rionero in Vulture (Basilicata) nel 1848, meridionali- sta acceso, uomo politico moderato e stre- nuo oppositore di Benito Mussolini. An- ch’egli non era immune dai pregiudizi tipici del positivismo, se proprio non vogliamo usa- re la parola «razzismo», come alcuni studiosi, nel suo caso, ritengono inopportuno. Nel 1904 Fortunato, di fronte al fallimento dello Stato unitario, giustificava così il ritardo del Sud: «Sospetto che essendo il grado di svilup- po fisico e morale di un popolo correlativo al- le condizioni di clima e di suolo, le cause del ritardato progresso fossero particolarmente da ricercare in queste». Inoltre, a Fortunato sembrava che nella penisola convivessero «due stirpi originariamente dissimili, l’una prevalente al Nord, l’altra al Sud del parallelo di Roma, bionda e di statura alta la prima, bru- na e di viso ovale la seconda, sottoposte a ine- guale vicenda di nascita, di vita e di morte, a un diverso atteggiamento dello spirito e del- l’intelletto». Chi fosse interessato, può ricostruire l’inte- ra storia dell’antimeridionalismo meridiona- le leggendo Bassa Italia (Guida editore, 2008) di Marco Demarco, direttore del Corrie- re del Mezzogiorno (da lì vengono le citazioni in questo articolo). Il libro mette in luce due caratteristiche complementari della classe di- rigente sudista. Quando è in difficoltà si au- toassolve attribuendo la colpa al popolo: se è antropologicamente diverso, se manca di co- scienza civile, che ci vuoi fare? Alla natura non c’è rimedio. Quando è in sella passa alla orgogliosa ma acritica autocelebrazione, co- me accadde all’epoca del famoso «Rinasci- mento» bassoliniano, in cui Napoli assunse le sembianze irreali di una capitale meticcia e mediterranea, lontana dalle metropoli in- dustriali del Nord per scelta e destino storico. Un bel sogno finito dritto dritto nella spazza- tura. Alcuni reperti esposti al «Mu- seo di Antropologia Crimi- nale “Cesare Lombroso”» di Torino: gli «strumenti di lavo- ro» di un detenuto e la masche- ra mortuaria di un assassino Daniele Abbiati C esare Lombroso era di origini ebraiche. Ma og- gi, a oltre un secolo dalla sua morte, a dargli ad- dosso non sono (per for- tuna di tutti) orde di na- ziskin con la bava alla bocca. Niente svastiche e niente braccia tese nel sa- luto hitleriano: il movimento avver- so all’antropologo criminale che sta montando con un gruppo numero- so su Facebook (circa 2000 membri) se dovesse scegliere un simbolo, pro- penderebbe forse per il simpatico Pulcinella. Tuttavia, c’è poco da ride- re, la questione è seria e, guardacaso, si pone proprio mentre ferve il dibat- tito sull’Unità d’Italia, appressando- si le celebrazioni per il centocinquan- tenario. Adaccenderelamicciadiuna Fuori- grotta polemica contro l’autore di L’uomo delinquente e Genio e follia è la recente apertura, a Torino, del mu- seo che presenta il suo ricchissimo ar- chivio, con tanto di crani, armi, abiti, maschere mortuarie... E, soprattutto, un concetto che serpeggia lungo tutta la produzione lombrosiana, vale a di- re la presunta inferiorità dell’uomo meridionale rispetto a quello del Nord.«Quelmuseo- sostengono ipro- motori dell’iniziativa di boicottaggio della “galleria degli orrori” piemonte- se - contiene studi utilizzati dagli stes- si nazisti e ormai smentiti nettamente dalla scienza ufficiale. Cesare Lom- broso, infatti, teorizzò l’inferiorità del- la “razza meridionale”, che sarebbe stata geneticamente portata alla de- linquenza». E a questa conclusione giunse «sulla base di misurazioni di centinaia di resti e di crani prelevati al seguito delle truppe piemontesi che invasero il Regno delle Due Sicilie e massacrarono migliaia di meridiona- li che si erano ribellati a quell’invasio- ne cancellandoli dalla storia come “briganti”». Nonè tutto:«I “neoborbo- nici”chiedonoal ministroAlfano la re- stituzionedei restidei“briganti” meri- dionali». Non siamo alla sommossa. Nessu- no si sogna di imbracciare lo schiop- po e di marciare sulla capitale sabau- da per lavare con le armi la grave on- ta subita. Ma, inserita nel contesto della sempiterna diatriba Nord-Sud, la presa di posizione è destinata a fa- re più rumore di un innocuo borbot- tio del Vesuvio. L’orgoglio mediterra- neo alza la voce: «Organizziamoci per una manifestazione da tenere a Torino presso il Museo sito in Via Pie- tro Giuria 15 entro Gennaio 2010. Sa- rà una buona occasione anche per ri- cordare (nella città sede di Casa Savo- ia) la colonizzazione subita dal Meri- dione ad opera di “ITALIAUNITA S.P.A”, succursale Sabauda della Massoneria e del Grande Capitale». Come si vede, la carne al fuoco è tan- ta, e fa pensare al bollito misto, non a caso una specialità piemontese, piat- to gustoso, ma pesante. Conviene ricordare, allora, che le fonti alle quali Lombroso attingeva per i suoi studi criminologici, in un’Italia dominata dall’ideale positi- vista e dall’illusione di tutto cataloga- re e tutto sistematizzare, piegando spesso e volentieri i fatti alle opinioni, erano due: il carcere e il manicomio. L’antropologia, allora, non scendeva nelle strade, non frequentava gli sta- di, le discoteche, le scuole. E la televi- sione, che oggi sappiamo essere il più grande catalogo vivente di «tipi» cui attingere, era di là da venire. Se a ciò aggiungiamo che anche allora il Pae- se viaggiava a due velocità, con il Nord che, per quanto ancora diffusa- mente agricolo e arretrato, si avviava all’industrializzazione e il Sud che ri- manevaquasitutto ancoratoallarura- lità, comprendiamo come fosse faci- le, per una scienza immatura,aggrap- parsi ai ruvidi pastrani dei briganti ca- labresi o lucani. Ese leprovedocumentali mancava- no? Ci si rivolgeva altrove. Lo dimo- stra il seguente episodio che sarà mu- sica per le orecchie dei meridionali del nascente «No L. Day». Una volta Lombroso chiese al capo della polizia parigina fotografie di donne delin- quenti per illustrare un’opera. Quan- do il libro fu pubblicato, egli ne inviò unacopia a Parigi.Soltanto allora i de- stinatari del grazioso omaggio si ac- corsero dell’errore commesso: all’ita- liano,invece delleimmaginidi perico- lose criminali, erano state inviate quelle di alcune commercianti che avevano chiesto licenza di vendita. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. COLPEVOLI PREGIUDIZI Gli antropologi attaccavano la proprietà privata e biasimavano l’inaffidabilità della fiacca «stirpe» mediterranea Le teorie I più convinti razzisti antimeridionali? Meridionali e socialisti ANTROPOLOGIA VIRTUALE L’incontro «Tolstoj ha le sembianze del folle» DIVISIONI Un nuovo ostacolo sulla strada delle celebrazioni per i 150 anni dell’Italia unita Il Sud organizza il «No Lombroso Day» Gli ex sudditi del Regno delle Due Sicilie hanno creato un gruppo su Facebook contro il museo del criminologo ottocentesco: «Teorizzò la nostra inferiorità». E preparano la marcia su Torino FERITA AL CUORE Cesare Lombroso (Verona, 6 novembre 1835 - Torino, 19 ottobre 1909) visto da Dariush Radpour «Venero Kant, ma confesso che quella sua definizione (essere il ge- nio un esemplare “originalità della mente”) mi par un assai oscuro sino- nimo, certo meno chiaro della cita- ta definizione di Göthe, che quanto a genio se n’intendeva al pari di Kant, il quale, sia detto fra parente- si, aveva una sorella alienata». Così scriveva Cesare Lombroso in una lettera. E quando, nel 1897, trovan- dosi in Russia per un congresso me- dico, fece visita a Tolstoj (nella foto a sinistra), trovò conferma alle sue teorie. L’autore di Guerra e pace edi Anna Karenina presentava fisio- gnomicamente tutti i tratti distinti- vi del genio, cioè del folle. All’incon- tro fra l’antropologo italiano e lo scrittore russo Paolo Mazzarello de- dicò, nel 1998, un gustosissimo sag- gio: Il genio e l’alienista (Bibliopo- lis, poi Bollati Boringhieri, 2005). Ma una traccia della singolare visi- ta ricevuta a Jasnaja Poljana è pre- sente in un’altra opera del russo, Re- surrezione, il suo ultimo grande ro- manzo, terminato nel 1899. Dove la redenzione della prostituta Katiuša serve, fra l’altro, a sgretolare il con- cetto di atavismo, un cardine della dottrina lombrosiana. DAbb

ANTROPOLOGIAVIRTUALE Il Sud organizza il «No Lombroso … · relaparola«razzismo»,comealcunistudiosi, nel suo caso, ritengono inopportuno. Nel 1904 Fortunato, di fronte al fallimento

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25 CULTURAil GiornaleLunedì 4 gennaio 2010

Alessandro Gnocchi

I l veronese Cesare Lombroso era razzi-sta, e le sue teorie hanno avuto un ruolodecisivoneldiffondere lostereotipodel-la «stirpe terrona», inferiore e quindi na-

turalmente lazzarona. Ok. Ma i «meridiona-li»riunitiinFacebookeintenzionatiamarcia-reper protesta sul museo lombrosiano di To-rino,riapertodapoco,dovrebberoconsidera-re anche il «nemico interno».

Infatti non è più un mistero: tra i principalisostenitori delle suddette idee c’erano diver-si meridionali, spesso socialisti. Prendiamoad esempio Alfredo Niceforo, discepolo diLombroso, nato a Castiglione di Sicilia nel1876. Accanto ad appassionati richiami alloStato sociale e alla sbandierata necessità disuperarelaproprietàprivata,Niceforoimpo-stavala questionemeridionaleinterminipu-ramente antropologici. Il clima spossante «siè cristallizzato nei tessuti degli individui», equindi «nel Sud ogni organamento sociale èimpossibile». Voilà. Poi Niceforo si spinge fi-noaipotizzarelapresenzainItaliadidueraz-ze: una euroasiatica (cioè «ariana») al Nord euna euroafricana (cioè «negroide») al Sud.Malesueparolesonosenz’altropiùeloquen-ti:«Larazzamaledetta,chepopolatuttalaSar-degna, la Sicilia e il mezzogiorno d’Italia do-vrebbe essere trattata ugualmente col ferro ecol fuoco - dannata alla morte come le razzeinferiori dell’Africa, dell’Australia, ecc.». An-cheGiuseppe Sergi era razzistacomeNicefo-ro.EcomeNiceforoerasiciliano,essendona-toaMessinanel1841.Sergidistinguetra«bra-chicefali»e«dolicocefali».Iprimisonomem-bri di una «razza superiore, evoluta, nordi-ca». I secondi, col «cranio» troppo «lungo»,

appartengonoalla«razzainferiore,degenera-ta, mediterranea».

Il caso più discusso è però quello di Giusti-no Fortunato, grande storico, nato a Rioneroin Vulture (Basilicata) nel 1848, meridionali-sta acceso, uomo politico moderato e stre-nuo oppositore di Benito Mussolini. An-ch’egli non era immune dai pregiudizi tipicidelpositivismo,sepropriononvogliamousa-relaparola«razzismo»,comealcunistudiosi,nel suo caso, ritengono inopportuno. Nel1904 Fortunato, di fronte al fallimento delloStato unitario, giustificava così il ritardo delSud:«Sospetto cheessendoilgradodisvilup-pofisico emorale diun popolo correlativoal-le condizioni di clima e di suolo, le cause delritardato progresso fossero particolarmenteda ricercare in queste». Inoltre, a Fortunatosembrava che nella penisola convivessero«due stirpi originariamente dissimili, l’unaprevalente al Nord, l’altra al Sud del parallelodiRoma,biondaedistaturaaltalaprima,bru-naediviso ovalelaseconda,sottoposteaine-guale vicenda di nascita, di vita e di morte, aun diverso atteggiamento dello spirito e del-l’intelletto».

Chifosseinteressato,puòricostruirel’inte-rastoriadell’antimeridionalismomeridiona-le leggendo Bassa Italia (Guida editore,2008)diMarcoDemarco,direttoredelCorrie-re del Mezzogiorno (da lì vengono le citazioniin questo articolo). Il libro mette in luce duecaratteristichecomplementaridellaclassedi-rigente sudista. Quando è in difficoltà si au-toassolve attribuendo la colpa al popolo: se èantropologicamentediverso,semancadico-scienza civile, che ci vuoi fare? Alla naturanon c’è rimedio. Quando è in sella passa allaorgogliosa ma acritica autocelebrazione, co-me accadde all’epoca del famoso «Rinasci-mento» bassoliniano, in cui Napoli assunsele sembianze irreali di una capitale meticciae mediterranea, lontana dalle metropoli in-dustrialidel Nord perscelta edestino storico.Un bel sogno finito dritto dritto nella spazza-tura.

Alcuni reperti esposti al «Mu-seo di Antropologia Crimi-nale “Cesare Lombroso”»

diTorino: gli «strumenti dilavo-ro» di un detenuto e la masche-ra mortuaria di un assassino

Daniele Abbiati

Cesare Lombroso era diorigini ebraiche. Ma og-gi,aoltreunsecolodallasua morte, a dargli ad-dossononsono(perfor-tuna di tutti) orde di na-

ziskin con la bava alla bocca. Nientesvasticheenientebracciatesenelsa-luto hitleriano: il movimento avver-so all’antropologo criminale che stamontando con un gruppo numero-so su Facebook (circa 2000 membri)sedovessescegliereunsimbolo,pro-penderebbe forse per il simpaticoPulcinella.Tuttavia,c’èpocodaride-re,laquestioneèseriae,guardacaso,si pone proprio mentre ferve il dibat-tito sull’Unità d’Italia, appressando-silecelebrazioniperilcentocinquan-tenario.

AdaccenderelamicciadiunaFuori-grotta polemica contro l’autore diL’uomo delinquente e Genio e follia è

larecente apertura, a Torino, del mu-seochepresentailsuoricchissimoar-chivio, con tanto di crani, armi, abiti,maschere mortuarie... E, soprattutto,unconcettocheserpeggialungotuttalaproduzione lombrosiana,vale adi-re la presunta inferiorità dell’uomomeridionale rispetto a quello delNord.«Quelmuseo-sostengonoipro-motori dell’iniziativa di boicottaggiodella“galleriadegliorrori”piemonte-se-contienestudiutilizzatidaglistes-sinazistieormaismentitinettamentedalla scienza ufficiale. Cesare Lom-broso,infatti,teorizzòl’inferioritàdel-la “razza meridionale”, che sarebbestata geneticamente portata alla de-linquenza». E a questa conclusionegiunse «sulla base di misurazioni dicentinaiadirestiedicraniprelevatialseguito delle truppe piemontesi cheinvasero il Regno delle Due Sicilie emassacraronomigliaiadimeridiona-lichesieranoribellatiaquell’invasio-ne cancellandoli dalla storia come“briganti”».Nonètutto:«I“neoborbo-nici”chiedonoalministroAlfanolare-stituzionedeirestidei“briganti”meri-dionali».

Non siamo alla sommossa. Nessu-no si sogna di imbracciare lo schiop-poedimarciaresullacapitalesabau-da per lavare con le armi la grave on-ta subita. Ma, inserita nel contestodella sempiterna diatriba Nord-Sud,la presa di posizione è destinata a fa-re più rumore di un innocuo borbot-tiodelVesuvio.L’orgogliomediterra-neo alza la voce: «Organizziamociper una manifestazione da tenere aTorinopressoilMuseositoinViaPie-troGiuria15entroGennaio2010.Sa-ràunabuonaoccasioneancheperri-cordare(nellacittàsedediCasaSavo-ia)lacolonizzazionesubitadalMeri-dione ad opera di “ITALIAUNITAS.P.A”, succursale Sabauda dellaMassoneria e del Grande Capitale».Come si vede, la carne al fuoco è tan-ta, e fa pensare al bollito misto, non acasounaspecialitàpiemontese,piat-

to gustoso, ma pesante.Conviene ricordare, allora, che le

fonti alle quali Lombroso attingevaper i suoi studi criminologici, inun’Italia dominata dall’ideale positi-vista e dall’illusione di tutto cataloga-re e tutto sistematizzare, piegandospesso evolentieri i fatti alle opinioni,erano due: il carcere e il manicomio.L’antropologia, allora, non scendevanelle strade, non frequentava gli sta-di, le discoteche, le scuole. E la televi-sione,che oggisappiamoessereil piùgrande catalogo vivente di «tipi» cuiattingere, era di là da venire. Se a ciòaggiungiamo che anche allora il Pae-se viaggiava a due velocità, con il

Nord che, per quanto ancora diffusa-mente agricolo e arretrato, si avviavaall’industrializzazione e il Sud che ri-manevaquasituttoancoratoallarura-lità, comprendiamo come fosse faci-le,perunascienzaimmatura,aggrap-parsiairuvidipastranideibrigantica-labresi o lucani.

Eseleprovedocumentalimancava-no? Ci si rivolgeva altrove. Lo dimo-strailseguenteepisodiochesaràmu-sica per le orecchie dei meridionalidel nascente «No L. Day». Una voltaLombrosochiesealcapodellapoliziaparigina fotografie di donne delin-quenti per illustrare un’opera. Quan-do il libro fu pubblicato, egli ne inviòunacopiaaParigi.Soltantoalloraide-stinatari del grazioso omaggio si ac-corserodell’errorecommesso:all’ita-liano,invecedelleimmaginidiperico-lose criminali, erano state inviatequelle di alcune commercianti cheavevanochiestolicenzadivendita.Cisarebbe da ridere, se non ci fosse dapiangere.

COLPEVOLI

PREGIUDIZI Gli antropologiattaccavano la proprietà privatae biasimavano l’inaffidabilitàdella fiacca «stirpe» mediterranea

Le teorie I più convintirazzisti antimeridionali?Meridionali e socialisti

ANTROPOLOGIA VIRTUALE

L’incontro «Tolstoj ha le sembianze del folle»

DIVISIONI Un nuovoostacolo sulla stradadelle celebrazioni per i 150anni dell’Italia unita

Il Sud organizza il «No Lombroso Day»Gli ex sudditi del Regno delle Due Sicilie hanno creato un gruppo su Facebook contro il museodel criminologo ottocentesco: «Teorizzò la nostra inferiorità». E preparano la marcia su Torino

FERITA AL CUORECesare Lombroso (Verona,6 novembre 1835 - Torino,19 ottobre 1909) vistoda Dariush Radpour

«Venero Kant, ma confesso chequella sua definizione (essere il ge-nio un esemplare “originalità dellamente”)miparunassaioscurosino-nimo, certo meno chiaro della cita-ta definizione di Göthe, che quantoa genio se n’intendeva al pari diKant, il quale, sia detto fra parente-si, aveva una sorella alienata». Cosìscriveva Cesare Lombroso in unalettera. E quando, nel 1897, trovan-

dosi in Russia per un congresso me-dico, fece visita a Tolstoj (nella fotoa sinistra), trovò conferma alle sueteorie. L’autoredi Guerra e pace e diAnna Karenina presentava fisio-gnomicamente tutti i tratti distinti-vi del genio, cioè del folle. All’incon-tro fra l’antropologo italiano e loscrittorerussoPaoloMazzarellode-dicò, nel 1998, un gustosissimo sag-gio: Il genio e l’alienista (Bibliopo-

lis, poi Bollati Boringhieri, 2005).Ma una traccia della singolare visi-ta ricevuta a Jasnaja Poljana è pre-senteinun’altraoperadelrusso,Re-surrezione, il suo ultimo grande ro-manzo, terminato nel 1899. Dove laredenzionedellaprostituta Katiušaserve, fra l’altro, a sgretolare il con-cetto di atavismo, un cardine delladottrina lombrosiana.

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