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Cittadinanza e cambiamento di nome........3 Esercizio della potestà sui figli minori di genitori non coniugati...................................4-5 Il Presidente Gullini all’ XI conferenza ISTAT ............. ........................................................10 Videolezioni gratuite in quota D: Renzo Calvigioni parla di filiazione......................... 11 NOTIZIARIO ANUSCA Anno XXVIII, n. 3 • Marzo 2013 Copia € 3,50 (stampato da Maggioli Editore - Santarcangelo RN) Viale Terme, 1056 • 40024 Castel San Pietro Terme (BO) • tel. + 39 051/944641 • www.anusca.it • e-mail: [email protected] • sped. in abb. post. AP 45% art. 2. comma 20/b legge 662/96 - DCI Umbria - Reg. Trib. BO n. 5270 il 10/06/1985 • Dir. Resp. Primo Mingozzi - Vice Dir. Paride Gullini Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe E ALL’INTERNO di Silvia Zini BAD SALZSCHLIRF E CASTEL SAN PIETRO TERME: DUE ACCADEMIE ALLO SPECCHIO (continua a pag. 9) S ono soltanto due i Paesi europei in cui gli ufficiali di stato civile e anagrafe possono contare su una sede totalmente dedicata per la propria formazione. La Germania ha aperto la strada già nel 1949 con l’Accademia di Bad Salzschlirf, nel land dell’Assia e gestita dalla BDS (l’associazione tedesca omologa di ANUSCA), seguita nel 2004 dall’esperienza italiana dell’Accademia degli Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe, di Castel San Pietro Terme. Realtà fortemente voluta da ANUSCA e condivisa dallo Stato italiano che con legge ordinaria, lo ricordiamo, ha previsto uno stanziamento economico riconoscendo l’importanza di questa esperienza “in considerazione dell’alto spessore delle finalità dell’Accademia, che è destinata ad incrementare la formazione e l’aggiornamento professionale degli ufficiali di stato civile, non solo per l’importanza strategica rivestita in generale dalla formazione ai fini dell’ammodernamento e del buon funzionamento della pubblica amministrazione, ma anche per la complessità delle competenze professionali e delle conoscenze giuridiche richieste oggi, rispetto al passato, a coloro che espletano dette funzioni” . Il fatto che nell’ambito dell’intero Continente europeo esistano soltanto due Accademie di questo genere, e Semplifica il tuo lavoro quotidiano, utilizzando tutti i servizi di ANUSCA con l’adesione alla quota “D” LE VIDEOLEZIONI GRATUITE IN QUOTA D S ono così rare oggi le buone notizie che la novità delle Videolezioni ANUSCA gratuite per i Comuni che nel 2013 sceglieranno la quota D (nel box a pag. 7 tutti i servizi che offre), è da evidenziare subito. Perché? In momenti in cui tutto sembra precipitare, l’esperienza insegna di aggrapparsi alle certezze, ai punti di riferimento più affidabili, come abbiamo la presunzione di affermare sia oggi ANUSCA, in un’Italia ancora più confusa e in emergenza dopo le Politiche 2013. L’esito del voto del 24-25 febbraio è riuscito a complicare la già preoccupante situazione dell’Italia, a cominciare da quel debito pubblico che un po’ troppe volte ci dimentichiamo di di Sauro Dal Fiume Campagna Tesseramento COMUNI 2013 (continua a pag. 6) L’ Accademia di Bad Salzschlirf in Germania

Anusca - Notiziario Marzo 2013

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Notiziario Anusca - Rivista di aggiornamento per operatori nei Servizi Demografici

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Page 1: Anusca - Notiziario Marzo 2013

Cittadinanza e cambiamento di nome........3

Esercizio della potestà sui figli minori di genitori non coniugati...................................4-5

Il Presidente Gullini all’ XI conferenza ISTAT............. ........................................................10

Videolezioni gratuite in quota D: Renzo Calvigioni parla di filiazione......................... 11

NOTIZIARIO ANUSCA

Anno XXVIII, n. 3 • Marzo 2013 Copia € 3,50 (stampato da Maggioli Editore - Santarcangelo RN)

Viale Terme, 1056 • 40024 Castel San Pietro Terme (BO) • tel. + 39 051/944641 • www.anusca.it • e-mail: [email protected] • sped. in abb. post. AP 45% art. 2. comma 20/b legge 662/96 - DCI Umbria - Reg. Trib. BO n. 5270 il 10/06/1985 • Dir. Resp. Primo Mingozzi - Vice Dir. Paride Gullini

Associazione Nazionale Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe

E ALL’INTERNO

di Silvia Zini

BAD SALZSCHLIRF E CASTEL SAN PIETRO TERME: DUE ACCADEMIE ALLO SPECCHIO

(continua a pag. 9)

Sono soltanto due i Paesi europei in cui gli ufficiali di stato civile e anagrafe possono contare su una

sede totalmente dedicata per la propria formazione.La Germania ha aperto la strada già nel 1949 con l’Accademia di Bad Salzschlirf, nel land dell’Assia e gestita dalla BDS (l’associazione tedesca omologa di ANUSCA), seguita nel 2004 dall’esperienza italiana dell’Accademia degli Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe, di Castel San Pietro Terme.Realtà fortemente voluta da ANUSCA e condivisa dallo Stato italiano che con legge ordinaria, lo ricordiamo, ha previsto uno stanziamento economico riconoscendo l’importanza di questa esperienza “in considerazione dell’alto spessore delle finalità dell’Accademia, che è destinata ad incrementare la formazione e l’aggiornamento professionale degli ufficiali di stato civile, non solo per l’importanza strategica

rivestita in generale dalla formazione ai fini dell’ammodernamento e del buon funzionamento della pubblica amministrazione, ma anche per la complessità delle competenze professionali e delle conoscenze

giuridiche richieste oggi, rispetto al passato, a coloro che espletano dette funzioni”.Il fatto che nell’ambito dell’intero Continente europeo esistano soltanto due Accademie di questo genere, e

Semplifica il tuo lavoro quotidiano, utilizzando tutti

i servizi di ANUSCA con l’adesione alla quota “D”

LE VIDEOLEZIONI GRATUITE IN QUOTA D

Sono così rare oggi le buone notizie che la novità delle Videolezioni ANUSCA gratuite per i Comuni

che nel 2013 sceglieranno la quota D (nel box a pag. 7 tutti i servizi che offre), è da evidenziare subito.Perché? In momenti in cui tutto sembra precipitare, l’esperienza insegna di aggrapparsi alle certezze, ai punti di riferimento più affidabili, come abbiamo la presunzione di affermare sia oggi ANUSCA, in un’Italia ancora più confusa e in emergenza dopo le Politiche 2013.

L’esito del voto del 24-25 febbraio è riuscito a complicare la già preoccupante situazione dell’Italia, a cominciare da quel debito pubblico che un po’ troppe volte ci dimentichiamo di

di Sauro Dal Fiume

Campagna Tesseramento COMUNI 2013

(continua a pag. 6)

L’ Accademia di Bad Salzschlirf in Germania

Page 2: Anusca - Notiziario Marzo 2013

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Pag. 3

di Marina Caliaro

CONCESSIONE DELLA CITTADINANZA E CAMBIAMENTO DEL NOME

Tra le diverse e complesse attività che impegnano quotidianamente gli uffici di stato civile ritengo

utile condividere alcune riflessioni su una problematica che, da diverso tempo e ora più che mai, si evidenzia ogniqualvolta un cittadino straniero ottenga il provvedimento di concessione della cittadinanza italiana nel quale sia stabilita la modifica dell’identità posseduta. In queste situazioni i cittadini esprimono vivamente la propria contrarietà nel momento in cui vengono resi edotti, all’atto della prestazione del giuramento per l’acquisto della cittadinanza, delle conseguenze per quanto riguarda il cognome e nome spettanti, a seguito della registrazione del decreto di conferimento e del loro atto di nascita: ovviamente la posizione dell’ufficiale di stato civile risulta alquanto difficile, considerato che tali modifiche derivano da decisioni adottate altrove.Non sono pochi i casi in cui ci si deve confrontare con le argomentazioni sviluppate dagli studi legali per poi rispondere del proprio operato al Tribunale competente, a fronte di ricorsi presentati dai cittadini che si oppongono alla modifica del nome. Le pronunce dei giudici mostrano come la linea interpretativa adottata dal Ministero dell’Interno, applicata nei decreti di concessione della cittadinanza, non venga condivisa in quanto considerata non allineata con i principi formulati dalla Corte Costituzionale (TAR Veneto sentenza 13/2008; Tribunale di Reggio Emilia decreto 28 maggio 2007; Tribunale di Cagliari 18 maggio 2005; Tribunale di Torino 10 marzo 2000, Corte d’Appello di Torino 3 giugno 1998). Del resto da tempo si nutrono perplessità sulla legittimità dell’intervento unilaterale di modifica del nome da parte della pubblica autorità nei decreti di concessione della cittadinanza e lo stesso Ministero dell’Interno ha convenuto, richiamando gli orientamenti costituzionali e i principi del diritto comunitario, che nei confronti del neo cittadino vada salvaguardata l’intangibilità del

cognome, sia nei casi in cui voglia mantenere il cognome di origine, sia nelle ipotesi in cui si debba tutelare l’identità acquisita e consolidata nel tempo (Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, circolare n.14/2012 - D.P.R. n.54 del 13-03-2012. Modifiche al D.P.R. 396/2000 in materia di procedimento per il cambiamento di cognome; Ministero dell’Interno Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione – circolare n. K.60 prot. n. 0008247del 12 giugno 2008 Disposizioni in ordine alle generalità da attribuire con decreto di concessione della cittadinanza italiana; Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, circolare 15 maggio 2008 n.397 “Comunicazione urgente in tema di applicabilità dell’alt. 98 e: 2 del D.P.R. n.396/2000).Nonostante queste affermazioni di principio, nella prassi i decreti di concessione della cittadinanza continuano a stabilire la modifica dell’identità della persona senza che alcuna norma di legge la preveda espressamente. Infatti nella legge 91/1992 in materia di cittadinanza e nei conseguenti regolamenti D.P.R. 12 ottobre 1993 n.572 e D.P.R. 18 aprile 1994, n. 362 non si rinvengono disposizioni specifiche in tal senso. Anche il riferimento alla legge 31 maggio 1995, n. 218 agli artt.19, 24 e 2 non appare pertinente. Nell’art.19 si afferma la prevalenza della legge italiana quando l’interessato possieda

più cittadinanze tra cui appunto quella italiana, ma nulla si dice in merito all’obbligo di cambiare il cognome, legittimamente attribuito all’estero: tale conclusione è condivisa dal Ministero. L’art.24 stabilisce che l’esistenza ed il contenuto dei diritti della personalità (tra cui è certamente compreso il diritto al nome) sono regolati dalla legge nazionale del soggetto: ora il neo cittadino italiano, in quanto tale, gode della tutela che nel nostro ordinamento giuridico la Costituzione e la legge assicurano a tali diritti, e quindi, per essere chiari, ha pieno diritto alla conservazione della propria identità personale. Con l’art.2, che fa salve le convenzioni internazionali in vigore per l’Italia, si è ritenuto giustificato il riferimento alla Convenzione di Monaco del 5.9.1980 sui cognomi e nomi, che all’art.1, c.2 dispone: “in caso di cambiamento della nazionalità, viene applicata la legge dello Stato della nuova nazionalità”. Ma questa Convenzione non tratta le fattispecie di pluripolidia, le più frequenti oggi, e le pronunce giurisprudenziali in materia hanno chiarito che la legge italiana potrà trovare applicazione nella determinazione del nome dell’interessato solo per vicende che si verifichino successivamente all’acquisto della cittadinanza stessa e incidenti anche sulla determinazione del nome.Vorrei ricordare anche quanto stabilito dalla Convenzione europea sui diritti dell’uomo, all’art.8, per quanto concerne il diritto al rispetto della vita privata e familiare, con statuizioni che non hanno bisogno di ulteriori commenti: 1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare, del suo domicilio e della sua corrispondenza. 2. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria per

(continua a pag. 11)

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L’ ESERCIZIO DELLA POTESTA’ SUI FIGLI MINORI DI GENITORI NON CONIUGATI E NON CONVIVENTI

di Nicola Corvino

L’art. 3, lett. a), della legge 21/11/1967, n. 1185 dispone che non possono ottenere

il passaporto (e, quindi, anche la carta d’identità valida per l’espatrio) “coloro che, essendo a norma di legge sottoposti alla patria potestà o alla potestà tutoria, siano privi dell’assenso della persona che la esercita e, nel caso di affidamento a persona diversa, dell’assenso anche di questa; o, in difetto, dell’autorizzazione del giudice tutelare”.Tale norma va correlata al titolo IX del libro I del codice civile, che riguarda la potestà dei genitori e, in particolare, all’art. 317 bis che dispone circa l’esercizio della potestà sui figli minori nati da genitori non coniugati, per i quali si è sempre più affermato il principio secondo cui il “riconoscimento” comporta l’assunzione di tutti i diritti e doveri che il genitore ha nei confronti dei figli legittimi. Ne consegue che il figlio riconosciuto da due genitori conviventi, al fine della richiesta del documento valido per l’espatrio, deve avere l’assenso di entrambi, mentre, se è riconosciuto soltanto da uno, l’esercizio della potestà spetta soltanto all’unico che ha effettuato il riconoscimento. Ovviamente, tutto ciò fatta salva una eventuale diversa disposizione del giudice tutelare.Quando i due genitori non sono conviventi, il citato art. 317 bis, comma 2, prevede che l’esercizio della potestà competa al genitore col quale il figlio convive ovvero, se non convive con alcuno di essi, al primo che ha effettuato il riconoscimento e che il giudice, nell’esclusivo interesse del minore, possa decidere diversamente, disponendo anche l’esclusione dall’esercizio della potestà di entrambi i genitori e provvedendo alla nomina di un tutore.Sull’applicazione della predetta norma, dopo l’entrata in vigore

della legge 8/2/2006, n. 54, recante “Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli”, si è sviluppato un ampio dibattito che ha generato due tesi contrastanti, la prima delle quali prevedeva la sua implicita abrogazione laddove dispone che l’esercizio della potestà spetta al solo genitore convivente col figlio naturale e l’altra che sosteneva la sua sopravvivenza.A ciò si aggiunga il problema interpretativo sorto per l’attribuzione della competenza a decidere in materia di potestà genitoriale sull’affidamento dei figli naturali che ha creato un vero e proprio conflitto tra il giudice ordinario e quello minorile.Dopo varie vicissitudini legate alle interpretazioni contrastanti della giurisprudenza e che hanno provocato sicuramente intralci alla definizione dei casi riguardanti la prole minore, è intervenuta la Corte di Cassazione, sez. I che, con ordinanza 24/3/2011, n. 6841, richiamando la sua precedente ordinanza 16/10/2008, n. 25290, ha affermato che è competente il Tribunale per i minorenni sulle “domande finalizzate ad ottenere i provvedimenti di decadenza dalla patria potestà, mentre rientrano nella competenza del Tribunale ordinario, in sede di separazione personale dei coniugi, le pronunzie di affidamento dei minori che mirino solo ad individuare quale dei

due genitori sia più idoneo a prendersi cura del figlio”.Ancora la Cassazione, sez. I, con sentenza 10/5/2011, n. 10265 è intervenuta nel merito dell’esercizio della potestà, effettuando, una scelta inequivocabile e ribadendo, peraltro, che i figli nati fuori del matrimonio devono avere la medesima tutela riconosciuta alla prole legittima in modo che alla sostanziale equiparazione fra figli legittimi e naturali corrisponda un modello unitario di genitorialità.Infatti, a seguito di ampia disamina delle varie posizioni assunte nel frattempo dai vari Tribunali, ha sostenuto che l’ art. 317 bis citato, comma 2, fatta salva la previsione dell’esercizio della potestà da parte dei genitori conviventi, sia stato tacitamente abrogato per evidente incompatibilità dalla legge n. 54/2006 che ha consolidato il principio della bigenitorialità, evitando le discriminazioni tra figli di genitori coniugati e non, “cosicché la cessazione della convivenza tra genitori naturali non conduce più alla cessazione dell’esercizio della potestà”.Allo stato, in caso di separazione personale dei coniugi o delle coppie di fatto, l’affidamento ad un solo genitore risulta un’ eccezione e deve essere disposto soltanto quando l’interesse del minore è orientato in tale direzione e l’affidamento condiviso può provocare una situazione di pregiudizio per il minore stesso.Quando sembrava tutto ormai definito, il Tribunale dei Minorenni di Milano, con decreto 7/2/2012, in contrasto con l’orientamento della Cassazione, ha ritenuto che la legge n. 54/06 non abbia comportato alcuna abrogazione implicita della prima parte dell’art 317 bis e pertanto, in assenza di convivenza e prima che sia intervenuto un provvedimento del giudice, la potestà è esercitata esclusivamente dal genitore convivente col minore.Laddove non sussista la condivisione delle responsabilità, prevarrebbe, a parere del Tribunale, il rilievo giuridico

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del rapporto tra il figlio ed il singolo genitore convivente.Successivamente, il Ministero dell’Interno ha ritenuto doveroso intervenire per fare chiarezza sul comportamento da tenere per quanto attiene al rilascio del documento abilitante all’espatrio in favore dei minori, figli di genitori naturali non conviventi.A tal riguardo, con circolare n. 7 del 15/03/2012, ha affermato che, anche in presenza di figli minori naturali conviventi con uno solo dei genitori, occorre richiedere l’assenso di entrambi i genitori.Tale atteggiamento, assunto previo parere, espresso dal Ministero della giustizia su richiesta del Ministero degli affari esteri, in materia di passaporti, trae origine dalla considerazione che la tutela dei minori, sancita dall’art. 30 Cost. quale esigenza di pubblico interesse, prevale sul diritto di libera circolazione di cui all’art. 16 Cost..Infine, è stata pubblicata la legge 10/12/2012, n. 219 in vigore dal 1° gennaio 2013, recante “Disposizioni in materia di riconoscimento dei figli naturali”.Per l’aspetto che interessa, preme rilevare che tale novella ha sostituito la rubrica del titolo IX del libro primo del codice civile, con la seguente: “Della potestà dei genitori e dei diritti e doveri del figlio” e ha riconosciuto il rapporto

di parentela tra i soggetti discendenti dallo stesso stipite, prescindendo dal rapporto coniugale dei genitori. In altri termini, consente la creazione di rapporti di parentela tra il figlio “naturale” e i familiari del genitore. Ne discende la definitiva affermazione del principio della pari dignità e la scomparsa dell’anacronistica distinzione normativa tra figli legittimi e naturali in quanto «tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico»..L’ art. 38 disp. att. c.c., integralmente sostituito dall’art. 3 della legge 219, pone fine alla disputa sulla giurisdizione, conferendo al Tribunale ordinario la competenza sui procedimenti riguardanti l’affidamento dei figli minori, anche nati fuori dal matrimonio, e tutte le azioni di accertamento e disconoscimento della filiazione di minori di età. Inoltre, attribuisce al Tribunale per i minorenni la competenza sui procedimenti relativi alla limitazione e decadenza della potestà ed alla tutela dei minori, nonché per quelli riguardanti la dichiarazione di adottabilità.Prendendo atto delle sostanziali modifiche apportate all’istituto della filiazione e della definizione di alcuni principi fondamentali, tra i quali emerge l’incondizionata applicazione del principio di eguaglianza, si ritiene che il conflitto giurisprudenziale preesistente non abbia più motivo di sussistere, anche se sarebbe stato opportuno disporre la parziale

abrogazione dell’art. 317 bis c.c.. per evitare eventuali residui dubbi.Con la completa equiparazione dei figli, sorge l’obbligo dei genitori non coniugati all’osservanza di tutti i doveri che la legge impone verso la prole e, col novellato art. 315 bis c.c., anche il diritto del figlio ad essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni.Ovviamente se un genitore non convivente col minore ha degli obblighi cui non può sottrarsi, allo stesso tempo non gli si può negare la titolarità dei diritti conseguenti. Tra questi ultimi, può essere annoverato sicuramente l’esercizio della potestà genitoriale.Forti di tale assunto, pare evidente che se la potestà sul minore poteva e può essere esercitata da entrambi i genitori già coniugati, poi separati e quindi sicuramente non conviventi, è impensabile negare la stessa possibilità al genitore “naturale”, non convivente. Pertanto, richiamando e “valorizzando” il precitato parere ministeriale, l’atto di assenso richiesto per l’espatrio dei minori compete sempre e comunque ad entrambi i genitori, anche se non legati dal vincolo matrimoniale e non conviventi. Nel caso non sia possibile acquisire l’assenso, occorre l’autorizzazione del giudice tutelare.

La polizza assicurativa, tutela ormai indispensabile per gli operatori

(continua da pag. precedente)

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avere. Questo deleterio “stallo” post-elettorale ricadrà nuovamente sui Comuni, andandosi a sommare alle crude previsioni del Presidente Anci, Graziano Delrio: ‘’Il 2013 lo abbiamo già definito come l’annus horribilis per i Comuni italiani. Costrette a innalzare nel 2012 tutte le aliquote Imu per cercare di limitare il minore introito (nelle casse comunali) della nuova imposta, le Amministrazioni locali non avranno, nel 2013, altre leve fiscali da utilizzare con lo stesso scopo. Gli ulteriori tagli alla finanza locale derivanti da patto di stabilità e spending review non potranno quindi essere ammortizzati in alcun modo. In questa situazione, predisporre i bilanci consuntivi 2012 e quelli di previsione 2013, è un’impresa impossibile’’.In un quadro così negativo per i Comuni, la formazione professionale è sempre più a rischio, mentre, di contro, crescono le nuove problematiche da affrontare. Come dicevamo, nei servizi demografici, una risposta certa

arriva da ANUSCA che dal 1980 ha fatto tanto per questo settore, accettando sfide difficili, per sostenere, formare e aggiornare la professionalità di migliaia e migliaia di operatori demografici. Nel 2012 sono state organizzate sull’intero territorio nazionale 305 iniziative con 17677 giornate presenza. Oggi ANUSCA sta dedicando tanti dei propri sforzi ad assicurare, anche nel confuso 2013, un buon numero di corsi gratuiti, a favore degli Enti e dei soci in regola con l’adesione dell’anno in corso. Come ha recentemente ricordato il Presidente Paride Gullini “ANUSCA già da anni sta tentando di contrastare questa preoccupante situazione, per garantire un minimo di aggiornamento professionale anche ai dipendenti dei Comuni in difficoltà”.Una scelta coraggiosa del Presidente Gullini e degli altri dirigenti ANUSCA, in parte confortati dal sensibile incremento del numero di soci individuali: 7.277 nel 2012, una vetta mai toccata nella storia di ANUSCA, un

“record” che rende merito dell’impegno costante dell’Associazione e dei suoi dirigenti sia a livello centrale sia provinciale a fianco degli operatori demografici, soprattutto nella ricerca di nuovi strumenti e servizi aggiornati per venire incontro all’esigenze dei propri soci. Un’attenzione dimostrata anche nel mantenere invariate le quote di adesione, sia dei soci individuali che degli Enti (queste ultime sono ferme addirittura al 2006!). ANUSCA sta anche continuando a stanziare fondi propri per l’organizzazione di corsi gratuiti per i soci (sono quasi una trentina nei primi cinque mesi del 2013). Sul tesseramento degli Enti, sono stati finora 4.207 i Comuni a versare la quota associativa 2012 (dato del 5 marzoo 2013), ma contiamo di incrementare ulteriormente questa cifra, considerando che ancora un centinaio di Comuni che hanno

(continua da pag.1)

(continua a pag. 14)

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DAL 5 MARZO DISPONIBILE LA SECONDA VIDEOLEZIONE DEL 2013. Renzo Calvigioni parla di filiazione.

La quota “D” comprende:

· Quesiti on-line – sul sito www.anusca.it - comprendente la risoluzione di cinque quesiti con risposta entro le 48 ore;· Mensile “Notiziario ANUSCA” con informazioni tecnico-giuridiche ed organizzative;· Newsletter ANUSCA, notiziario elettronico quindicinale con le novità più interessanti e commenti alla legislazione ;· Sconto sulle quote di partecipazione alle iniziative organizzate da Anusca e da Anusca s.r.l. (socio unico Anusca);· Corso on-line per Ufficiale di Stato Civile;· Corso on-line per Ufficiale Elettorale;· FORUM (INA-SAIA – MATERIE GENERALI -QUESTIONI SINDACALI);· Anusca FLASH – Notizie in tempo reale di avvenimenti di particolare rilievo in materia di Servizi Demografici;· Servizio di pareristica legale a prezzi convenzionati;· GRATUITO su richiesta: volume “trentennale” di Anusca (scaricare cedola d’ordine dal sito internet);- Banca dati Legislazione in collaborazione con Maggioli: aggiornamento professionale delle norme pubblicate in materia demo-grafica;- Breve guida alle Elezioni Amministrative a cura di (Umberto Coassin). ·Le convenzioni internazionali : banca dati con ricerca tramite parole chiave di tutte le Convenzioni Internazionali in materia di Servizi Demografici;· Il bollo on line: prontuario on-line in materia di Imposta di Bollo corredato da tutti i riferimenti normativi. L’operatore tramite il sito ANUSCA può vedere direttamente se il documento richiesto dal cittadino deve essere rilasciato in carta libera od uso bollo;· Stranieri on-line: che consente all’operatore, grazie alla completezza della normativa e delle circolari, alla semplicità d’uso e del linguaggio utilizzato, di risolvere, direttamente dal proprio ufficio, tutte le problematiche che possono sorgere allo sportello nei rapporti con i cittadini stranieri;· La partecipazione gratuita di un numero illimitato di Operatori ad UNA iniziativa di formazione organizzata da Anusca sul territorio: una giornata (pranzo escluso) o un pomeriggio (escluso convegni nazionali e regionali);· Albo on-line fornisce tutto il quadro normativo dell’Albo Pretorio on-line nonché un apparato di FAQ (frequently asked que-stions); domande e risposte sulle caratteristiche ed i contenuti dell’Albo on-line, periodicamente aggiornati;

· NOVITA’: Videolezioni gratuite su richiesta· NOVITA’: Accesso esclusivo all’ archivio quesiti risolti attraverso la password riportata sulla tessera

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IL PRESIDENTE GULLINI ALL’XI CONFERENZA NAZIONALE ISTAT di Cecilia Bortolotti

Si è svolta a Roma il 20 - 21 Febbraio l’ undicesima conferenza nazionale di statistica dal titolo

“Conoscere il presente, progettare il futuro”, un incontro dedicato al ruolo strategico dell’informazione statistica nella conoscenza e la progettazione delle politiche e della governance del Paese, cui hanno partecipato migliaia di funzionari e dirigenti delle Amministrazioni centrali, regionali e comunali.Nella relazione di apertura il Presidente Enrico Giovannini ha sottolineato come “una statistica che misuri solo il passato non basti più: serve una statistica che allunghi il suo cono di luce anche al futuro, conservando la sua scientificità e la sua indipendenza. Una statistica che sia in grado di misurare rischi e opportunità, aiutando i decisori a valutare ex-ante le politiche e la società tutta a prendere decisioni basate su analisi di scenario scientificamente fondate.”Nel corso della conferenza, si è svolta anche una tavola rotonda dal titolo “Agenda digitale, anagrafe, censimento”, presieduta dal Direttore centrale per i censimenti generali Andrea Mancini, il quale, nel presentare gli ospiti, ha sottolineato i positivi risultati ottenuti nel censimento 2010-2011, esprimendo gratitudine per l’ attività svolta dalle migliaia di operatori dei Servizi Demografici coinvolti. E’ poi intervenuto Gerardo Gallo dell’Istat, che si è soffermato in particolare sul numero elevatissimo di irreperibili (2.400.000, di cui il 40% stranieri). Gallo ha poi lasciato la parola al Presidente ANUSCA Paride Gullini il quale, dopo aver ringraziato il Direttore Mancini per le espressioni di gratitudine rivolte agli oltre 30.000 operatori coinvolti nelle operazioni censuarie, ha proceduto nella disamina del dato relativo all’alta percentuale di irreperibili. “A nostro modo di vedere si impone una rivisitazione dell’attuale normativa per attenuare questo fenomeno – ha affermato il Presidente – Per questo abbiamo approfondito quello

che accade in altri Paesi europei che gestiscono l’ anagrafe praticamente con le stesse nostre modalità e precisamente: Austria, Belgio, Germania e Olanda.” In Austria e Germania la cancellazione per irreperibilità dall’ anagrafe avviene quando l’ autorità (ufficiale d’ anagrafe tramite vigile) accerta lo stato di fatto e procede alla cancellazione d’ ufficio dall’ elenco dei residenti. Non ci sono termini di tempo specifici da osservare, il tutto normalmente avviene entro un mese dall’accertamento negativo. In Belgio e Olanda, invece, dopo gli accertamenti fatti eseguire dall’ufficiale d’anagrafe, spetta al Sindaco in un tempo compreso tra le 8 settimane ed i 6 mesi. “Su questo tema – ha proseguito il Presidente Gullini – Anusca, sollecitata dai Comuni della provincia di Vicenza, ha fatto proprio il progetto Accomuna, per lo sviluppo e la gestione delle procedure informative all’utenza e la registrazione da parte degli uffici preposti a svolgere le funzioni autorizzative per l’ingresso degli immigrati e loro famigliari con collegamenti telematici tra Prefettura, Comuni e AUSL”.Nel condividere gli obiettivi di semplificazione che si pone il legislatore con l’ANPR, Gullini ha poi ricordato che sin dal 2003 Anusca, in collaborazione con Postecom, aveva presentato il progetto “Domicilio virtuale del cittadino” anticipatore del “Domicilio digitale del cittadino” previsto dall’Agenda Digitale. Il Direttore Centrale per i Servizi Demografici, Prefetto Giovanna

Menghini, ha incentrato il proprio intervento sull’istituzione dell’anagrafe nazionale della popolazione residente: “Si tratta di una progettualità importantissima. Se l’ ANPR nella primissima fase è costituita dall’ INA e dall’ AIRE, essa, e questa è l’ assoluta novità legislativa, dovrà poi “subentrare” alle anagrafi della popolazione residente e della popolazione residente all’ estero tenute dai comuni, attraverso un piano di graduale subentro da completare entro il 31 dicembre 2014. Ci si può chiedere il perché di questa decisione. La ratio normativa affonda nel livello di qualità raggiunto negli anni dall’ INA, dalla sua evoluzione conseguenza degli interventi normativi richiamati e dalla considerazione positiva della sua utilità espressa dalle amministrazioni collegate al sistema INA attraverso la stipula di convenzioni con il Ministero dell’ Interno. E’ di tutta evidenza la carica semplificatrice dell’ Anagrafe centralizzata, che costituisce l’ unico interlocutore delle pubbliche amministrazioni, a fronte di collegamenti con i circa 8100 comuni, la sua razionalizzazione procedurale in quanto attraverso il suo aggiornamento ogni singolo comune assolve agli obblighi comunicativi con le pubbliche amministrazioni, la sua completezza visto l’ assorbimento delle anagrafi comunali, l’ utilità anche per i cittadini in conseguenza dell’ inclusione del domicilio digitale, il suo livello di sicurezza, per il quale è previsto un audit da parte del Garante per la protezione dei dati personali, la sua strumentalità per l’ effettuazione dei censimenti.”Agostino Ragosa, Direttore dell’Agenzia Digitale per l’Italia, ha infine chiuso facendo una carrellata su quello che sarà il mondo che ci attende e sui risultati di maggiore efficienza che si possono ottenere con la collaborazione tra Enti Istituzionali, citando, tra questi, proprio ANUSCA e il suo impegno per l’ innovazione tecnologica e l’ anagrafe centralizzata, che la nostra associazione, grazie ai frequenti contatti con Paesi esteri che l’ hanno già adottata, promuove già da tempo.

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(continua da pag.1: Due Accademie...)

una di queste sia in Italia, riveste un significato e un valore ben precisi per gli operatori del nostro Paese. ANUSCA, che da oltre trent’anni opera concentrando la sua mission sulla riqualificazione dei demografici, ha inteso consacrare in questa sede la professionalità degli operatori, avviando una collaborazione stretta e proficua con il Ministero dell’Interno.E’ presso l’Accademia che sono stati organizzati i corsi di abilitazione alle funzioni di ufficiale di stato civile residenziali, i corsi di aggiornamento anagrafico, il corso di alta formazione in materia demografica, tutte esperienze che hanno sancito in maniera incontrovertibile il ruolo della formazione come fondante per la valorizzazione degli operatori e per il miglioramento dell’azione amministrativa.Sono diversi i punti di contatto fra le due Accademie, anzi è singolare di come le due realtà siano affini: anche Bad Salzschlirf è un centro termale al pari di Castel San Pietro Terme (tra l’altro, le due città sono gemellate), anche se di dimensioni più ridotte (parliamo di poco più di 3000 abitanti), collocato abbastanza centralmente in Germania e facilmente raggiunto dalle vie di comunicazione.L’Accademia degli Ufficiali di Stato Civile, da cui nel 2011 si è staccata una sorta di “costola” che cura la formazione sugli specifici temi di cittadinanza e anagrafe, è gestita dalla BDS, l’Associazione tedesca, che a sua volta raccoglie le associazioni dei 17 lander. Naturalmente ogni land organizza le proprie attività formative sul territorio di competenza, ma è all’Accademia di Bad Salzschlirf che compete un piano didattico strutturato durante tutto l’anno, con pause estive ed invernali. L’Accademia è un ente morale, che autofinanzia la propria attività con le quote di partecipazione ai corsi; ogni anno sono circa 3000 gli operatori che frequentano la scuola.Anche a Bad Salzchlirf, oltre alle aule didattiche, è presente una struttura recettiva di oltre 100 stanze che consente agli operatori tedeschi, una esperienza intensiva al pari di quella

dei colleghi italiani che frequentano i corsi all’Accademia e soggiornano presso l’AnuscaPalace Hotel.Dal punto di vista formativo, i corsi sono estremamente affini alla proposta italiana; ogni anno, vengono organizzati corsi introduttivi e di base (con esame finale) sia per quanto riguarda l’anagrafe sia per lo stato civile, ma sono previsti percorsi formativi anche per manager/dirigenti in Comuni oltre i 30000 abitanti, che quindi necessitano di competenze ancor più complete e approfondite. I docenti che si alternano per le varie materie trattate, quindi quelle strettamente professionali, ma anche il diritto internazionale privato e il diritto di famiglia, sono al pari dell’esperienza ANUSCA, dirigenti di uffici demografici che si fregiano di competenze ed esperienza nel settore demografico di alto livello e pongono la propria professionalità al servizio della didattica per i colleghi.Una esperienza dunque estremamente concreta e attiva, che in Italia era stata emulata nel migliore dei modi dall’Accademia degli Ufficiali di Stato Civile, che in questi anni, come si diceva, ha operato per la sinergia di Ministero dell’Interno e ANUSCA. Pare, per questa ragione ancora più paradossale che, laddove non vengano previsti ulteriori fondi per la formazione da parte dello Stato, l’esperienza dell’Accademia rischi

seriamente di concludersi.E’ vero che ANUSCA rimane al fianco degli operatori demografici con le sue iniziative presso la sede e in tutto il Paese, ma è da individuarsi l’Accademia come sede di elezione per la formazione degli ufficiali di stato civile e anagrafe. Si tratta di due realtà non fungibili, ma che si intersecano e si completano. Sarebbe una grossa deminutio per gli operatori demografici una conclusione o, quanto meno, una forte riduzione di questa esperienza, che finora ha riportato risultati soddisfacenti e tangibili.L’auspicio è, specie considerando che la formazione svolta finora in Accademia è stata finanziata con fondi originariamente stanziati per i Comuni dalla legge finanziaria 244/2007, che nel prossimo futuro lo Stato, cui compete questa attività, riesca a reperire nelle pieghe del bilancio, risorse da destinare all’aggiornamento degli operatori tramite i corsi residenziali consentendo una programmazione annuale organica e di ampio respiro, che permetta non solo alla struttura formativa di ottimizzare tempistiche e risorse nella fissazione del programma delle attività, ma anche agli operatori destinatari dei corsi di poter conciliare al meglio il momento didattico con l’attività degli uffici.

L’Accademia degli Ufficiali di Stato Civile e Anagrafe di Castel San Pietro Terme

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Il ciclone “Decertificazione” era destinato ad avere, almeno nelle intenzioni del legislatore,

importanti ricadute nell’attività della Pubblica amministrazione italiana, ancora tenacemente affezionata al certificato, classico veicolo di scambio di dati e informazioni; l’obiettivo, inseguito da decenni, è quello di far dismettere al cittadino il ruolo di postino. Com’era prevedibile, nulla di più complicato !In questo contesto si inserisce una riforma di grande rilievo, sia per la materia coinvolta, sia per il grande impatto che è destinata ad avere sul piano pratico: si tratta della modifica dell’art. 3 comma 2 del d.P.R. n. 445/2000, che nella sua stesura originaria così disponeva: «I cittadini di Stati non appartenenti all’Unione regolarmente soggiornanti in Italia, possono utilizzare le dichiarazioni sostitutive di cui agli articoli 46 e 47 limitatamente agli stati, alle qualità personali e ai fatti certificabili o attestabili da parte di soggetti pubblici italiani, fatte salve le speciali disposizioni contenute nelle leggi e nei regolamenti concernenti la disciplina dell’immigrazione e la condizione dello straniero». Su tale disposizione è intervenuto l’art. 17 commi 4-bis e 4-quater del D.L. 9.2.2012 n. 5 (convertito con modifiche in L. 4.4.2012 n. 35) che, a partire dal 1° gennaio 2013 ha soppresso le parole «fatte salve le speciali disposizioni contenute nelle leggi e nei regolamenti concernenti la disciplina dell’immigrazione e la condizione dello straniero». In termini concreti, questa modifica si traduce nella possibilità per il cittadino straniero di utilizzare le dichiarazioni sostitutive di certificazione e dell’atto di notorietà anche nei rapporti con la Questura e nel corrispondente obbligo, in capo a quest’ultima, di accettare tali dichiarazioni.Si tratta di una scelta normativa importante, poiché si pone

perfettamente in linea con il processo di decertificazione in atto, e coraggiosa al tempo stesso, soprattutto se si considerano, da un lato tutti i difetti che l’istituto dell’autocertificazione porta notoriamente in dote, dall’altro una situazione piuttosto critica nella attivazione dei collegamenti telematici fra Questure e Comuni.In estrema sintesi, l’art. 17 (con i commi 4-bis e 4-quater) del D.L. n. 5/2012 ha eliminato la clausola di salvaguardia che era stata posta in favore della disciplina dell’immigrazione, con l’impossibilità di utilizzo delle dichiarazioni sostitutive da parte degli stranieri. Per effetto di tale riforma, in pratica la disciplina dell’immigrazione non ha più il connotato della specialità e viene ricondotta nell’ambito dei normali rapporti fra cittadino e Pubblica Amministrazione con il dovere, a carico di quest’ultima, di procedere alla acquisizione d’ufficio di dati e informazioni e di accettare le dichiarazioni sostitutive di certificazione e dell’atto di notorietà. Dunque, un grande passo avanti, destinato a rivoluzionare il modus operandi delle Questure, ma che richiede un rilevante sforzo organizzativo per risolvere le prevedibili difficoltà sul piano logistico. Fin qui tutto bene,

si potrebbe dire. Infatti, era notizia diffusa che a partire dal 1° gennaio 2013 le Questure avrebbero dovuto accettare le autocertificazioni; invece, con una tempestività sorprendente – e, si potrebbe dire, provvidenziale per le Questure stesse - l’articolo 1, comma 388, della legge 24.12.2012, n. 228 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge di stabilità 2013 (pubblicato in G.U. 29.12.2012 n. 302) in vigore dal 1° gennaio 2013 ha disposto il rinvio al 30 giugno prossimo dell’obbligo per le Questure di accettare l’autocertificazione o di procedere alla acquisizione d’ufficio. Sulla questione il Ministero dell’Interno - Dipartimento di Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale dell’Immigrazione ha diramato la circolare prot. n. 66 del 02/01/3013, che si riporta di seguito: “Oggetto: Modificazioni apportate al D.P.R. 445/2000, recante il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa. Proroga dei termini di scadenza, prevista dalla legge 24 dicembre 2012, n. 228 recante “Disposizioni per la formazione dei bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge di stabilità 2013”. Di seguito al parere espresso da questa Direzione Centrale nel gennaio 2012, in merito al corretto ambito applicativo del Decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, novellato dalla legge 12 novembre 2011, n. 183, ed alle indicazioni operative fornite nell’aprile 2012, conseguentemente alla diramazione della direttiva congiunta del Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione e del Ministro dell’Interno, per i profili di interesse degli Uffici Immigrazione, si comunica che il termine di scadenza del 1° gennaio 2013” previsto dall’articolo 17 comma 4-quater della legge 4 aprile 2012, n. 35 “Conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 9

di Liliana Palmieri

SLITTA DI 6 MESI L’OBBLIGO PER LE QUESTURE SULLA DECERTIFICAZIONE

Decertificazione e stranieri

(continua a pag. 11)

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la sicurezza nazionale, per la pubblica sicurezza, per il benessere economico del Paese, per la difesa dell’ordine e per la prevenzione dei reati, per la protezione della salute o della morale, o per la protezione dei diritti e delle libertà altrui”. L’incoerenza nell’applicazione dei principi richiamati dallo stesso Ministero dell’Interno si rende tanto più palese nella situazione attuale in cui il Prefetto, in virtù della direttiva 7 marzo 2012, emana il decreto di concessione della cittadinanza ex art.5 della legge 91/1992, disponendo a tutt’oggi la modifica del cognome per poi essere chiamato, secondo le stesse istruzioni ministeriali di cui

alla circolare del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali n.14/2012, ad accogliere la volontà del cittadino, nei cui confronti è riconosciuto il diritto alla conservazione dell’identità personale, dando avvio ad un ulteriore procedimento amministrativo che si concluderà con l’emanazione di altro decreto a firma dello stesso Prefetto di ripristino del nome precedente.E’ elementare comprendere come questi cambiamenti di generalità determinino per il cittadino disagi notevoli nella sua vita di relazione nonché in ambito lavorativo, per non parlare degli aspetti di natura sanitaria, fiscale, e altro ancora.Difficile rinvenire in questo modus

operandi la realizzazione di quei criteri di semplificazione e snellimento che il legislatore sembra voglia porre alla base delle recenti modifiche apportate ai procedimenti amministrativi in esame.Sarebbe quanto mai opportuno che tali aspetti fossero rapidamente valutati nelle sedi competenti al fine di evitare estenuanti contenziosi con i cittadini e per garantire una maggiore efficacia dell’azione amministrativa oltre che un’ uniformità di comportamenti, a livello nazionale, da parte degli uffici coinvolti nell’emanazione dei provvedimenti descritti.

(continua da pag.3: Cittadinanza...)

POLIZZA DI TUTELA LEGALE: CHE NE PENSI?

febbraio 2012. n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo è stato prorogato e fissato al 30 giugno 2013.L’aggiornamento del suddetto termine è inserito all’articolo 1, comma 388, della legge 24 dicembre 2012, n. 228 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge di stabilità 2013”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre scorso, in vigore dal 1° gennaio 2013”. In buona sostanza, con un poco lineare giro

di parole viene ricordato che le Questure possono ancora rifiutarsi di accettare l’autocertificazione, dato che l’eliminazione della “clausola di salvaguardia”, che consente alle Questure di non accettare l’autocertificazione dal 1 gennaio scorso è stata di fatto rimandata al 30 giugno prossimo. In questo momento, se si può esprimere un auspicio, speriamo e confidiamo che il tempo che ci separa dalla fatidica data del 30 giugno, sempre che la riforma non subisca ulteriori rinvii, oltre che per approntare il Decreto del

(continua da pag. 10)

Ministro dell’ Interno per individuare le modalità per l’acquisizione d’ufficio dei certificati e documenti necessari per l’istruttoria (casellario giudiziale, iscrizioni relative ai procedimenti penali in corso sul territorio nazionale, dati anagrafici e di stato civile, ecc. ecc. ) e per individuare le misure idonee a garantire la rapidità nell’acquisizione della documentazione, sia anche utile per consentire alle Questure di organizzarsi adeguatamente. Diversamente, sarebbe solo tempo sprecato !

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LO STATO RICONOSCE BUDDISTI E INDUISTI: LE NOVITA’ IN MATERIA FUNERARIA

Sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n. 14 del 17 gennaio 2013 le due leggi in

data 31/12/2012 n. 405 “Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Unione Buddhista Italiana, in attuazione dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione” e n. 406 “Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e l’Unione Induista Italiana, Sanatana Dharma Samgha, in attuazione dell’articolo 8, terzo comma, della Costituzione”.Le leggi emanate regolano seguono le intese già stipulate entrambe il 4 aprile 2007.Le materie trattate sono diverse e vanno dalla libertà religiosa, al servizio militare, all’insegnamento religioso nelle scuole, fino all’otto per mille. Un articolo specifico, titolato “Trattamento delle salme e dei cimiteri” riguarda la materia funeraria. Questo il testo, identico nelle due leggi:1. Agli appartenenti all’UBI (o U.I.I.) e’ assicurato il rispetto delle regole della propria tradizione per quanto riguarda il trattamento delle salme, in conformita’ alle norme vigenti in materia. 2. Ove possibile, possono essere previste nei cimiteri aree riservate ai sensi della normativa vigente.Il comma 1 prevede l’assicurazione del rispetto delle singole tradizioni per quanto riguarda il trattamento delle salme: la formulazione è tale da lasciar intendere una coerenza tra “tradizioni proprie” e “norme vigenti”.Ma le tradizioni prevedono talvolta particolari pratiche funerarie, come ad esempio la cremazione di persone professanti la fede buddista eseguita non utilizzando gli impianti tecnologici, ma ricorrendo alla cremazione su cataste di legna. Questa pratica appare poco conciliabile con le “norme vigenti” in ordine alle procedure di cremazione

e di emissioni in atmosfera.

Meno problematica senz’altro sarà la tradizionale pratica della dispersione delle ceneri, specie nei fiumi, che già ora risulta richiesta ed eseguita, anche se non proprio nel Gange, ma… nell’Isarco.

Peraltro, essere buddisti o induisti non vuol dire necessariamente essere stranieri, anche se è molto più probabile che siano proprio gli stranieri i fruitori di queste intese. E allora non si può dimenticare che esiste anche l’art.

24 della legge 218/1995 (Art. 24. (Diritti della personalita’) 1. L’esistenza ed il contenuto dei diritti della personalita’ sono regolati dalla legge nazionale del soggetto).Il comma 2 comprende una previsione peraltro già presente nelle norme in materia, sia nazionali che regionali, ovvero la possibilità di prevedere aree riservate nei cimiteri per chi professa culti diversi. Nell’eventualità lo strumento da utilizzare è il piano regolatore cimiteriale, laddove il Comune potrà accogliere eventuali istanza in tal senso.

di Graziano Pelizzaro

Più Enti iscritti,Più forza per la tua

Associazione

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AGGIORNAMENTO DELLA RESIDENZA SULLE PATENTI

di Noemi Masotti

Il 2 febbraio 2013 è entrato in vigore il D.Lgs. 16/01/2013 n. 2 (Pubblicato sulla G.U. del 18/01/2013, n. 15)

intitolato “Modifiche ed integrazioni ai decreti legislativi 18 aprile 2011, n. 59 e 21 novembre 2005, n. 286, nonché attuazione della direttiva 2011/94/UE recante modifiche della direttiva 2006/126/CE, concernente la patente di guida.”L’art. 2, comma 1, lett. b) in particolare prevede l’abolizione della trasmissione per posta da parte del compente Ufficio Centrale del Dipartimento per i trasporti, la navigazione e i sistemi informativi e statistici, alla nuova residenza del titolare della patente di guida, del tagliando di aggiornamento del nuovo indirizzo.La norma prevede infatti che l’aggiornamento del dato anagrafico venga effettuato direttamente a cura del suddetto Dipartimento nell’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida.La norma si prefigge di adeguare le patenti rilasciate in Italia agli standard europei i quali non prevedono l’indicazione della residenza.Il Ministero dell’Interno con Circolare Prot. n. 300/A/744/13/101/3/3/9 del 25/01/2013 ha diramato le prime disposizioni operative ma non ha previsto nulla in merito agli adempimenti degli Ufficiali d’anagrafe in occasione delle variazioni di residenza di titolari di patenti o veicoli intestati.Una prima osservazione da rilevare

riguarda il fatto che la norma si occupa solo di aggiornamenti di patenti e non anche di titoli di proprietà dei veicoli. Al momento non è chiaro se si tratti di una dimenticanza o se debba considerarsi “implicitamente” estensibile la norma anche per i veicoli registrati.La seconda e più rilevante riflessione riguarda invece l’aspetto delle comunicazioni tra l’anagrafe e la Motorizzazione Civile.Sotto questo profilo nulla è cambiato: i Comuni devono continuare ad inviare le comunicazioni delle variazioni anagrafiche dei titolari di patenti e veicoli registrati telematicamente oppure su supporto informatico, come ribadito dall’art. 116, comma 13 del Codice della Strada, modificato dal D.Lgs. 2/2013.Si ricorda che l’invio telematico

avviene tramite la proceduta INA-SAIA.Per quanto riguarda la consegna al cittadino del modulo cartaceo attestante la variazione dell’indirizzo sulla patente ed i veicoli intestati (vedasi Circolare del Ministero dell’interno n. 1 del 10/1/1997) si ritiene che da un lato il principio ispiratore della norma (adeguamento alla Direttiva Europea) porterebbe a considerare superfluo il rilascio di tale ricevuta, ma dall’altro lato si è consapevoli del fatto che sarà necessario un certo periodo di tempo affinchè le stesse Forze dell’Ordine addette ai controlli “su strada” vengano adeguatamente informate della modifica normativa.Pertanto, al fine di non recare disguidi a danno dei cittadini, si ritiene opportuno attendere precise ed esplicite istruzioni ministeriali che stabiliscano l’abolizione di questo adempimento di competenza degli uffici anagrafici.Nel frattempo è consigliabile continuare a rilasciare tale modulo cartaceo di aggiornamento della residenza, con le seguenti avvertenze:

- eliminare dal modulo il riferimento al successivo invio del tagliando a cura della Motorizzazione Civile

- informare adeguatamente i cittadini della modifica normativa.

NOTIZIARIO ON LINE: LO PREFERITE?

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Con la Denuncia dei redditi 2012

PIU’ FORMAZIONE? DESTINA IL TUO 5X1000 ALL’ANUSCA

assicurato il pagamento, accusano ritardi burocratici. Quindi anche da questo punto di vista, i numeri sono confortantiPer superare la crisi generale, senza rinunciare a un valore imprescindibile come l’ aggiornamento professionale, è quindi necessario un impegno sempre maggiore, alla ricerca di un servizio ancora migliore da offrire agli operatori demografici. A tal proposito la Giunta Esecutiva ANUSCA alla fine dello scorso anno

ha deliberato di aggiungere al già vasto pacchetto di servizi compresi nella “quota D” anche la grande novità delle “Videolezioni”. Nel 2012 quelle realizzate dagli Esperti ANUSCA Sergio Santi, Romano Minardi, Liliana Palmieri, Mariangela Remondini e Graziano Pelizzaro hanno avuto davvero un ottimo riscontro da parte dei Comuni, gradimento che incoraggia a proseguire su questa strada e che stimola a incrementare la proposta delle videolezioni nel

2013, facendo diventare ancora più vantaggiosa l’ adesione del proprio Comune con la quota D, che consente di potere avere tutte le videolezioni senza spese aggiuntive. Una certezza, in questo difficile momento per gli Enti pubblici. Confermata dalle oltre 150 adesioni di Comuni con quota “D” nei primi due mesi del 2013, tra le quali 32 di Comuni che hanno scelto la “D” per la prima volta!

(continua da pag.6)

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LA PAGINA DEI QUESITI RISOLTIa cura di Agostino Pasquini

1) Esenzione dell’ imposta di bollo a seguito della decertificazioneStante la L.183/2011 e il vigente D.P.R. n.642/1972 con le relative tabelle di esenzione dal bollo. Vista inoltre la risoluzione n. 25/E del 29.03.2010 dell’Agenzia delle Entrate e la tabella ANUSCA sulle esenzioni, si chiede per quanto concerne i certificati d’anagrafe che vengono richiesti da Notai e CAAF per la predisposizione della domanda di successione da inoltrare poi all’Agenzia delle Entrate, quale sia il regime fiscale a cui assoggettare i suddetti certificati anagrafici: in bollo o non in bollo? E più in generale, se un cittadino entra in Anagrafe e richiede un certificato invocando un uso esente (prima previsto per le P.A., classico uso tributi) è possibile rifiutarne l’emissione dato che nessuna specifica abrogazione vi è stata da parte del D.P.R. 642/1972? Può in generale essere sufficiente ricordargli che l.183/2011 fa divieto alle pubbliche amministrazioni di ricevere e richiedere certificati e quindi dove potrebbe portarlo nel caso un siffatto certificato?

Risponde l’Esperto ANUSCA Nicola Ciro Corvino

Si ribadisce che la legge 12 novembre 2011, n. 183 nulla ha modificato in tema d’ imposta di bollo che, si ricorda, va applicata esclusivamente in funzione dell’ uso cui l’ atto è destinato.Pertanto, nel caso di rilascio del certificato destinato a soggetti privati, occorre semplicemente far riferimento alla Tabella B allegata al DPR 642/72 e alle tante norme esentative sparse in

altre leggi.Quindi, se un cittadino chiede un certificato per finalità private e invoca correttamente una norma esentativa, occorre rilasciare il certificato in carta libera, annotando in calce l’ uso cui è destinato. Si rileva, peraltro, che per l’ improprio uso del certificato, rilasciato in esenzione dal bollo, la responsabilità è solidale e ricade sui tre soggetti, parte attiva nel procedimento: l’ Ufficio rilasciante, il richiedente e l’ ufficio destinatario.Se l’ Ufficio rilasciante ha indicato il motivo esentativo, su richiesta dell’ interessato, non può essere ritenuto responsabile dell’ eventuale evasione dell’ imposta.Nel caso specifico, essendo destinatario l’ Agenzia delle Entrate (organo della P.A.), sarebbe superfluo il rilascio del certificato, ma, se il Notaio o il CAAF (soggetti privati) lo richiedono, occorre comunque provvedere al rilascio in esenzione, giusta risoluzione n. 25/E del 29/3/2010, facendo presente il contenuto dell’ art. 15 della citata legge 183. In quest’ ultima ipotesi, dovrebbe essere proprio l’ Agenzia delle Entrate a non richiedere, né ad accettare il certificato.

2) Interdizione perpetua dai pubblici uffici e possibilità di reiscrizione nelle liste elettoraliTre nostri cittadini avevano perso il diritto elettorale a seguito di INTERDIZIONE PERPETUA DAI PUBBLICI UFFICI (pena accessoria), nello specifico:1° cittadino: L’ufficio esecuzione penale della Procura presso il Tribunale competente della sentenza di condanna ha comunicato che il cittadino al quale è stata comminata la pena accessoria ha terminato di espiare la pena detentiva.2° cittadino: agli atti di questo ufficio risulta comunicazione della PROCURA che al cittadino è stata inflitta la pena accessoria INTERDIZIONE PERPETUA DAI PUBBLICI UFFICI 3° cittadino: la Questura competente ha segnalato ai sensi dell’’art. 8 Legge 7.10.1947 n.1058 e art. 8 legge 22-1-1996, n.1, che il cittadino è tuttora sottoposto a misure di libertà vigilata.

Abbiamo richiesto il casellario giudiziale per tutti e tre, ma è pervenuto con l’ indicazione: “nulla”.Come ci dobbiamo comportare?

Risponde l’Esperto ANUSCA Sergio Santi

Distinguiamo le diverse situazioni: Per il primo e per il secondo caso, trattandosi di cittadini interdetti in perpetuo dai PP.UU. il riacquisto del diritto elettorale potrà avvenire solo nell’ eventualità in cui l’ uno o l’ altro chieda e ottenga la concessione della riabilitazione. Il fatto che un interdetto in perpetuo dai PP.UU. abbia espiato la pena detentiva non rileva ai fini del riacquisto della capacità elettorale. Suggerisco soltanto, per scrupolo, di accertare che dalla comunicazione della Cancelleria relativa alla sentenza di condanna risulti il passaggio in giudicato. Quanto al terzo cittadino, manca un’ informazione essenziale, ossia la data in cui è stato sottoposto alla libertà vigilata: se però si trova a tutt’ oggi in questa condizione e non è iscritto nelle liste elettorali, dovrà restarne cancellato; anche in questo caso occorre accertare se il provvedimento è definitivo. Suscita qualche perplessità il “nulla” risultante dalla certificazione del Casellario, rispetto alla quale sono comunque prevalenti le comunicazioni delle Cancellerie o della Questura: in questi casi deve essere inoltrata al Casellario stesso copia delle diverse comunicazioni, con la richiesta di verifica e conferma.

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GESTIONE ASSOCIATA: LA NUOVA SFIDA DEI DEMOGRAFICI. PRONTA LA CONSULENZA DI ANUSCA

Nel variegato mondo dei servizi comunali, i demografici abitano da sempre in una

dimensione del tutto peculiare, per via delle particolari funzioni che essi assolvono. Anagrafe, stato civile ed elettorale, benché servizi essenziali per la comunità e portatori di valore per ogni livello della pubblica amministrazione e della vita civile, restano i nodi fondamentali di una filiera di competenze che parte dallo Stato attraverso il Ministero dell’Interno. Nell’attuale fase storica, tuttavia, questa sorta di status-quo si sta rimodellando perché a cambiare è il luogo amministrativo ove tali funzioni si esercitano: il Comune. Sebbene i demografici restino un servizio di competenza statale, essi non possono, infatti, ignorare il processo di riorganizzazione dei Comuni di piccole dimensioni nelle forme di gestione associata, oggi possibili con le Unioni o le convenzioni. Si tratta di un processo di enorme portata, basti pensare che i Comuni sotto i 5.000 abitanti, che dovranno in tempi stretti condividere le proprie funzioni, sono ben 5.683: se è vero tuttavia che vi sono oggi 1.871 Unioni in Italia, è altrettanto vero che molte di queste ancora non funzionano realmente, o hanno competenze limitatissime. Un fenomeno, insomma, di mutazione quasi antropologica dei Comuni, che proprio per questo è ancora nella sua fase iniziale, quasi embrionale proprio in quelle Regioni (Lombardia e Piemonte su tutte) dove i piccolissimi Comuni sono maggiormente diffusi. E i demografici? In questo lento ma inevitabile processo, che non li ha naturalmente visti includere dal decreto-legge n. 95/2012 nelle funzioni fondamentali che dovranno obbligatoriamente passare a forme di gestione associata, anch’essi potranno, e forse anzi dovranno, giocare la loro partita. Non è infatti pensabile che, in un contesto di gestione in forma

associata di tutte le altre funzioni, essi restino in disparte: è molto più logico pensare a forme di riorganizzazione gestionale e operativa che ponga anche i demografici all’interno della cooperazione fra più enti, con evidenti vantaggi in termini di efficienza complessiva della gestione.Prendere la strada giusta è la vera scommessa ed è per questo che ANUSCA, da sempre al fianco degli enti e dei propri associati nei momenti di svolta più delicati, è pronta ad accompagnare i Comuni nella costruzione dei servizi demografici del futuro. L’Associazione lancerà un servizio di consulenza in-house, personalizzato ed effettuato direttamente presso i Comuni richiedenti, che consenta a tutto il personale coinvolto di comprendere a fondo le opportunità e i possibili scenari e dare vita a un tavolo di lavoro che consenta loro di riorganizzare il servizio nel modo migliore rispetto alle esigenze del territorio, del personale a disposizione e delle professionalità a disposizione.Anche la normativa dei servizi demografici si sta adeguando all’esigenza di razionalizzazione ed efficienza che molti Comuni hanno già compreso: l’articolo 2 comma 6 del decreto-legge n. 179/2012, convertito dalla legge n. 221/2012, ha infatti previsto che, nelle Unioni di

Comuni, i Sindaci avranno la possibilità di delegare le funzioni di ufficiale di anagrafe e di Stato Civile anche a personale di altri Comuni o dell’Unione stessa, previa apposita convenzione.Il servizio di formazione in-house lanciato da Anusca metterà a disposizione uno staff di esperti che, dopo aver analizzato i dati fondamentali degli enti coinvolti, si recherà direttamente sul posto per una o due giornate di formazione personalizzata. L’obiettivo è presto detto: approfondire le modalità tecniche, operative e gestionali della gestione associata dei servizi demografici lavorando direttamente con il personale e i dirigenti coinvolti, in modo da fornire loro un quadro complessivo che consenta di rendersi parte attiva e propositiva nel processo di riorganizzazione in atto.Le macro-aree su cui si svilupperà l’intervento saranno due. Una prima riguardante la strategia di fondo e l’organizzazione, che punterà a definire l’aspetto motivazionale della gestione associata e porre l’accento sul valore che si andrà a realizzare in termini di qualità del servizio, efficienza, economicità dell’azione amministrativa, terminando con la costruzione del tavolo di lavoro, l’analisi costi-benefici e la struttura della convenzione. La seconda fase riguarderà direttamente i servizi demografici e la loro gestione operativa nella nuova forma che potrà assumere con la cooperazione fra più Comuni: si ridefinirà l’iter di moltissimi procedimenti, dalla gestione del front-office anagrafico alla certificazione, dal back-office ai servizi online e la dematerializzazione, il tutto con una corretta gestione delle deleghe.

L’offerta ANUSCA sul tema vedrà anche la realizzazione, nei giorni 23 – 24 aprile, di un seminario di studio di una giornata e mezza presso l’Accademia di Castel San Pietro Terme.

di Andrea Antognoni

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L’OPPONIBILITA’ AI TERZI DELLA SENTENZA DI FALLIMENTO DI UN CONIUGE

di Grazia Benini

Il quesito posto da un Comune associato,  fornisce l’opportunità di approfondire la problematica

dell’opponibilità ai terzi delle sentenze di fallimento. La collega infatti giustamente rileva come l’articolo 191 del c.c preveda anche la dichiarazione di fallimento di uno dei coniugi quale causa di scioglimento della comunione tra i coniugi, ma, al contempo,  mancando  disposizioni a riguardo, il modus operandi non sia uniforme: alcuni Comuni infatti provvedono ad annotare le sentenze di fallimento a margine degli atti di matrimonio su richiesta dei cittadini, mentre altri rifiutano ai cittadini tale adempimento.Alcune riflessioni in proposito.L’articolo 191 del c.c. prevede espressamente tra le cause di scioglimento della comunione, il fallimento di uno dei coniugi.  Nonostante la disposizione dell’articolo, gli ufficiali dello stato civile non hanno mai avuta indicazione nè con norma regolamentare nè conseguentemente con l’indicazione di una formula di annotare a margine degli atti di matrimonio tale

evento modificativo della situazione patrimoniale. Non dimentichiamo che anche la separazione personale tra i coniugi, ricompresa nell’art. 191 del c.c. quale causa di scioglimento della comunione tra i coniugi, viene comunicata agli uffici dello stato civile dalle Cancellerie dei tribunali solo dal settembre  1988, data in cui il Ministero di Grazia e Giustizia ha disposto l’annotabilità a margine dell’atto di matrimonio con apposita circolare prot. 1/50/fg/15 (88) 1145 del 14 settembre

1988 inviata sia agli ufficiali dello stato civile che alle cancellerie dei Tribunali. Riguardo alla dichiarazione del fallimento il Ministero dell’Interno, nel Massimario per l’ufficiale dello stato civile si è comunque pronunciato sull’annotabilità a margine dell’atto di matrimonio con i seguenti termini: “Analogamente,  si  ritiene possibile l’annotazione  della dichiarazione di fallimento di  uno dei coniugi, utilizzando una  formula adattabile al caso, in quanto  tale dichiarazione è espressamente  indicata dal legislatore tra le cause di scioglimento della comunione dei beni (art. 191 c.c.). “Su istanza del privato che allegherà alla richiesta copia della sentenza di cui trattasi si potrà apporre un’annotazione similare: “Con sentenza del tribunale di............in data..............è stato pronunciato il fallimento dell.. spos...controscritto “. Gli effetti di tale annotazione sul regime patrimoniale dei coniugi, stante il carattere di mera pubblicità dell’annotazione apposta, saranno valutati  dalle persone interessate. 

“Archivio quesiti” è il servizio online

più visto nel mese di Febbraio

La riorganizzazione dei dati interni e la nuova veste grafica hanno pre-miato l’archivio quesiti, che nel mese di Febbraio con 2595 visite si è ag-giudicato la palma di servizio online più utilizzato dai soci!

Ricordiamo che l’archivio quesiti è accessibile a TUTTI i soci indivi-duali e ai Comuni in quota D.

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I SERVIZI DEMOGRAFICI E …LE ATTIVITA’ BUCOLICHE!

Qualcuno si ricorderà della L. 29 gennaio 1992, n. 113 che imponeva ai Comuni

di residenza di piantare un albero per ogni neonato a seguito della registrazione anagrafica.Orbene, il 15 febbraio 2013 entreranno in vigore le modifiche apportate a questa normativa dalla L. 14 gennaio 2013, n. 10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, novità che, naturalmente riguardano i Comuni ed in particolare i servizi demografici.Innanzitutto, modificando l’art. 1 L. n.92/113 cambia il campo di applicazione delle norme “agricole”: infatti, la normativa si applica solo ai Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e l’ obbligo di piantare un albero, il cui termine viene ridotto a 6 mesi dalla registrazione anagrafica rispetto ai dodici precedenti, riguarda non solo i neonati ma anche i minori adottati. Ma è proprio nel rispetto di questo termine che il responsabile d’anagrafe diventa… un esperto agricoltore. Infatti, il termine di sei

mesi entro il quale piantare l’albero a seguito di una nuova registrazione anagrafica, deve essere individuato tenendo conto del periodo migliore per la piantumazione. La messa a dimora può essere differita in caso di avversità stagionali o per gravi ragioni di ordine tecnico. Naturalmente il luogo dove l’albero va piantato non deve essere sottoposto a vincolo

monumentale, altrimenti si deve tener conto anche di quanto dispone in proposito il Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. lg. 22.01.04, n.42).Sempre entro i sei mesi di cui sopra, il Servizio anagrafe deve fornire a chi ha richiesto la registrazione anagrafica, informazioni “dettagliate” circa la tipologia dell’albero e il luogo dove l’albero è stato piantato. Ma le novità non finiscono qui. L’art. 3-bis inserito dalla L. 10/13 stabilisce che entro due mesi prima della scadenza naturale del mandato, il Sindaco deve comunicare il “bilancio arboreo” del Comune, indicando il rapporto tra il numero degli alberi piantati in aree urbane di proprietà pubblica rispettivamente al principio e al termine del mandato stesso, dando conto dello stato di consistenza e manutenzione delle aree verdi urbane di propria competenza. In ogni caso di cessazione anticipata del mandato del Sindaco, il soggetto che subentra nelle sue funzioni provvede alla pubblicazione delle suddette informazioni.

di Stefano Paoli

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FOTONOTIZIA

La notificazione è atto fondamentale dei processi civili, penali, tributari, ammini-strativi, fallimentari e del lavoro, nonché del procedimento amministrativo. Il pro-cedimento notificatorio costituisce una fase molto delicata, in quanto permette ad un soggetto interessato di venire a co-noscenza di un provvedimento che lo ri-guarda. Ecco perchè ANUSCA ha deciso di organizzare in Accademia, nei giorni 27 e 28 febbraio, un corso di aggiornamen-to tenuto dall’esperto Stefano Paoli, con tanto di esame finale.Il corso ha abilitato una ventina di mes-si notificatori ai sensi dell’ art. 1, c. 159 L. 296/06 e ha dato la possibilità ai par-tecipanti di passare in rassegna tutte le norme in materia di notifica: fra i temi più “caldi” le notifiche telematiche e degli atti tributari. L’ iniziativa ha riscosso un ottimo gradi-mento, per questo verrà ripetuta anche nei giorni 23 e 24 Aprile prossimi.

di C.B.

FOTONOTIZIA

Erano 60 gli operatori giunti da tut-ta Italia per partecipare al seminario gratuito per i dipendenti degli Enti in regola con l’iscrizione ad ANUSCA per l’anno 2013 dal titolo “Universo de-mografici: dall’ABC ai casi pratici”.L’iniziativa, strutturata in tre sessioni, si è svolta presso la sede dell’ Accademia nei giorni 28 febbraio - 1 marzo 2013 eha visto alternarsi i docenti Agostino Pa-squini, Renzo Calvigioni e Noemi Masotti.Il corso ha tracciato una disamina a 360 gradi delle funzioni dell’ ufficia-le di anagrafe e di stato civile e, al ter-mine dei lavori, gli esperti Calvigioni e Masotti hanno preso parte alla tavola rotonda conclusiva, procedendo alla risoluzione dei casi pratici e dei quesiti sollevati dai partecipanti al seminario.

di C.B.

Nella foto qui sopra, un dettaglio della classe dei partecipanti al seminario per messi notificatori

Un’ immagine dei partecipanti al corso gratuito “Universo demografici: dall’ABC ai casi pratici”

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Comuni in vetrina

CASTELFRANCO VENETO, la città di Giorgionedi Cecilia Bortolotti

Castelfranco Veneto è un Comune di circa 34.000 abitanti in provincia di Treviso e deve il proprio nome

al castello ‘franco’ da imposte per i suoi primi abitanti-difensori. Il possente quadrato di mattoni rossi è stato eretto sopra un preesistente terrapieno, tra la fine del XII e primi decenni del XIII secolo, dal Comune medievale di Treviso, a presidio del turbolento confine verso le terre padovane e vicentine. Città murata per sua stessa definizione, conserva quasi integralmente la cinta muraria alta circa 17 metri, le torri che si innalzano ai quattro angoli e nei due punti mediani. Il governo di Ezzelino III da Romano nella metà del ’200, la dominazione veneziana, il breve periodo carrarese - di cui rimane lo stemma con il carro a quattro ruote ancora visibile sotto la volta della torre civica – la guerra di Cambrai: vicende storiche che hanno lasciato il loro segno indelebile. Oggi il castello è diventato il simbolo della città ed è al centro di una campagna di sensibilizzazione per il restauro della storica cinta muraria. Città di commerci fin dall’origine, Castelfranco lega indissolubilmente la sua storia alla strategica posizione nel Veneto centrale, tappa obbligata tra Venezia, la Germania e le Fiandre, tra l’Europa occidentale e le pianure dell’Est. Castelfranco Veneto è anche universalmente nota per aver dato i natali a una delle figure più straordinarie della storia della pittura: Giorgione.Sorge in pieno centro storico il Museo Casa Giorgione, inaugurato nel 2009 e allestito nel quattrocentesco edificio che fu dei nobili Barbarella. Il Museo è dedicato alle due opere dell’artista che ancora si conservano in città, nella loro collocazione originaria: la Pala di Castelfranco, custodita nel duomo cittadino e il Fregio delle Arti liberali e meccaniche, che decora una delle sale del museo e che documenta la temperie culturale dell’epoca, tra scienza e astrologia. Accanto al Museo Casa Giorgione, il Duomo di S. Maria Assunta e S. Liberale, progettato da Francesco Maria Preti nel 1723, riassume le teorie rivoluzionarie dell’architetto, in primis la media armonica proporzionale. Oltre alla Pala giorgionesca l’edificio è ricco di

Il museo e il Duomo della città

opere d’arte, tra cui la Discesa di Cristo al Limbo di Giovanni Battista Ponchini e il Martirio di San Sebastiano di Palma il Giovane. Nella Sacrestia si possono ammirare 7 frammenti degli affreschi che il Veronese aveva realizzato per villa Soranza di Treville. Passeggiando tra i vicoli e le piazzette dentro le mura, eleganti palazzi e antiche dimore testimoniano un passato ricco di storia. Tra i siti di maggior interesse il Teatro Accademico, il Palazzo del Monte di Pietà, oggi sede della Biblioteca Comunale, il Conservatorio A. Steffani e Casa Costanzo, abitata da Tuzio Costanzo, committente della Pala di Giorgione. Fuori le mura si apre la scenografica Piazza Giorgione, con il Paveion o Loggia dei grani (1603) vecchia sede di attività di contrattazione mercantile, e la schiera di eleganti palazzi affrescati che si susseguono elegantemente lungo tutto il Corso XXIX Aprile. Nel Borgo di Treviso sorge l’imponente Villa Revedin-Bolasco eretta in stile neo-rinascimentale tra il 1852 e il 1865, circondato da uno dei giardini all’inglese più importanti del Veneto. Castelfranco è socio ANUSCA dal lontano 1986 e dal 2009 aderisce con la quota C. Ci spiega il Sindaco della città Luciano Dussin: “L’Associazione, come è ben noto, rappresenta il punto di riferimento sulle tematiche demografiche sia a livello nazionale che internazionale

per tutti gli operatori del settore.Proprio per questo motivo ho sempre ritenuto doveroso far partecipare gli addetti ai Servizi di Stato Civile e Anagrafe alle iniziative dell’Associazione.Credo fermamente nell’investimento sulla formazione e sull’aggiornamento del personale comunale; una adeguata professionalità consente, infatti, di affrontare ogni cambiamento normativo, ma in primis, di migliorare la qualità dei servizi resi e di ridurre i tempi di risposta ai problemi dei cittadini. Sono molti i servizi offerti dal ANUSCA a partire dalla consultazione del sito ufficiale, dove si possono trovare informazioni utili per l’espletamento delle funzioni. Il fiore all’occhiello, a mio avviso, è la possibilità di porre quesiti agli esperti del settore e riceverne in 48 ore la risposta”.Castelfranco ospiterà, il 3 Giugno prossimo, un’iniziativa sulla nuova legge sulla filiazione, tenuta dall’esperto Renzo Calvigioni: “Un argomento di notevole interesse - conclude il Sindaco - e il fatto che ANUSCA abbia scelto come location Castelfranco Veneto, uno dei Comuni più importanti della Provincia, che ho l’onore di rappresentare, è da ritenersi più che positivo per l’immagine dell’Ente, soprattutto in considerazione dell’alto livello del relatore, la cui notorietà riuscirà a portare in città operatori da tutta la Regione”.

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QUOTE COMUNI ANNO 2013

MODALITA’ DI ADESIONE

Una…“top-ten” di formazione gratuitadi S.D.F.

Dal 18 marzo (Castelvetro P.) all’8 maggio (Chions) propone una…“top-ten” di formazione gratuita per gli Enti e i soci iscritti in regola con l’adesione 2013, ovvero altre 10 iniziative alle quali si può partecipare senza versare nulla! In questi primi mesi del 2013 sono già una ventina i corsi e i pomeriggi di formazione organizzati gratuitamente per gli operatori dei Comuni e soci, un segnale forte e chiaro che l’Associazione fa arrivare al settore dei servizi demografici, in uno dei periodi più difficili per gli Enti pubblici e l’intero Paese. Vi ricordiamo che è possibile sostenere la formazione professionale, destinando, in occasione della denuncia dei redditi 2012, il vostro “5x1000” all’ANUSCA, fondi che l’Associazione utilizzerà esclusivamente per organizzare corsi gratuiti per i propri soci, ma la scelta più importante rimane il tesseramento del proprio Comune (unita all’adesione del socio individuale), che costituisce un serbatoio di risorse per ANUSCA, affinché la formazione possa, almeno in parte, essere svolta senza oneri.Infine, per tutti gli aggiornamenti sui corsi: www.anusca.it (nella finestra “Corsi di formazione”).

18 marzo: CASTELVETRO PIACENTINO (PC) – “INA SAIA 2013: Popolamento INA, residenza in tempo reale, ANPR. Cosa fare?” - Pomeriggio di studio - Partecipazione GRATUITA18 marzo: MODENA – “La gestione dei comunitari” - Pomeriggio di studio19 marzo: BRINDISI – “Filiazione; Cittadinanza; Diritto Internazionale Privato; Cambio di residenza in tempo reale” - Giornata di studio - Partecipazione GRATUITA per Enti e Soci iscritti anno 201320 marzo: ERICE (TP) – “Polizia mortuaria” - Giornata di studio - Partecipazione GRATUITA per i Soci iscritti ANUSCA anno 201321 marzo: BRESCIA – “Accertamenti? Sì, grazie!” - Seminario di studio - In collaborazione con ACB Servizi25 marzo: MONTECCHIO EMILIA (RE) – “INA SAIA 2013: Popolamento INA, residenza in tempo reale, ANPR. Cosa fare?” - Pomeriggio di studio - Partecipazione GRATUITA5 aprile: BAGNATICA (BG) – “L’Anagrafe in tempo reale, bilancio della situazione e conseguenti modifiche al regolamento anagrafico” - Pomeriggio di studio8 aprile: MODENA – “Le anagrafi alla prova del cambio di residenza in tempo reale: rebus per gli operatori?” - Pomeriggio di studio - Partecipazione GRATUITA per gli Enti iscritti ANUSCA anno 2013 8 aprile: ZERO BRANCO (TV) – “L’innovazione tecnologica nei Servizi Demografici” - Pomeriggio di studio9 aprile: MEDE (PV) – “Il diritto di soggiorno permanente: la Corte di Giustizia dell’UE cambia le regole” - Pomeriggio di studio - Partecipazione GRATUITA per gli Enti iscritti ANUSCA anno 201310 aprile: TROFARELLO (TO) – “I residenti non residenti” - Pomeriggio di studio11 aprile: CASTEL SAN PIETRO TERME (BO) – “Cittadinanza ieri, oggi... domani; prassi e problematiche” -Seminario di studio - Partecipazione GRATUITA per gli Enti iscritti ANUSCA anno 201312 aprile: SAN ZENO NAVIGLIO (BS) – “Le anagrafi alla prova del cambio di residenza in tempo reale: rebus per gli operatori?” - Pomeriggio di studio - Corso organizzato in collaborazione con A.C.B. Servizi17 aprile: PARMA – “Morire fuori dal proprio Paese: il decesso dello straniero in Italia e dell’italiano all’estero” - Pomeriggio di studio - Iniziativa GRATUITA organizzata utilizzando i fondi del 5x1000 destinati ad ANUSCA (riservata a Enti e Soci iscritti ANUSCA anno 2013) 19 aprile: LECCE – “Il minore e lo Stato Civile” - Giornata di studio - Partecipazione GRATUITA per Enti e Soci iscritti anno 20138 maggio: PARMA – “I figli sono tutti uguali: la nuova legge sulla filiazione” - Pomeriggio di studio 8 maggio: CHIONS (PN) – “Le anagrafi alla prova del cambio di residenza in tempo reale: rebus per gli operatori?” - Pomeriggio di studio - Iniziativa GRATUITA organizzata utilizzando i fondi del 5x1000 destinati ad ANUSCA (riservata a Enti e Soci iscritti ANUSCA anno 2013)

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