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“Cinquanta sfumature di gneiss” Rocce fantastiche dei portici di Torino, e perché sono lì. Avete sempre pensato a Torino come ad una città grigia? Be’, avete ragione. Almeno se parliamo dei portici costruiti con la pietra di Malanaggio, parente più incolore e amorfo della famosa pietra di Luserna che… Come dite? Non state più capendo cosa state leggendo? Allora questo è il Patacca Tour che fa per voi. Stimolati dai 110 anni intercorsi dalla pubblicazione del fondamentale articolo di Federico Sacco “Geologia urbana della Città di Torino” (1907), abbiamo l’ambizione di presentare la storia e le storie delle rocce impiegate per edificare Torino, dai primi ciottoli raccolti nel greto della Dora ai più pregiati marmi statuari scelti con cura direttamente in cava dall’architetto Garove (nella foto uno splendido tavolino presente a Palazzo Barolo con tutti i marmi piemontesi conosciuti all’epoca). Ma altre storie ci attendono. L’invenzione della ferrovia e l’Unità hanno fatto affluire nella nuova capitale le pietre da tutta Italia e il Piemonte ha risposto fornendo il materiale per i Muraglioni di Roma. E le vasche in Centro non saranno più le stesse se riuscirete a distinguere un granito piemontese da uno cinese. Eh, sì. La globalizzazione è ovunque. L’ambizione comunque è quella di caricarvi di molte nozioni perfettamente inutili quali poter decantare le bellezze di spiagge tropicali scomparse da qualche milione d’anni (foto a sinistra: i pallini sono tutto ciò che resta dei

“Cinquanta sfumature di gneiss” Rocce fantastiche dei portici ...“Cinquanta sfumature di gneiss” è un percorso pedonale a lunghezza variabile lungo tutti i portici di Torino;

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Page 1: “Cinquanta sfumature di gneiss” Rocce fantastiche dei portici ...“Cinquanta sfumature di gneiss” è un percorso pedonale a lunghezza variabile lungo tutti i portici di Torino;

“Cinquanta sfumature di gneiss”

Rocce fantastiche dei portici di Torino, e perché sono lì.

Avete sempre pensato a Torino come ad una città grigia? Be’, avete ragione. Almeno

se parliamo dei portici costruiti con la pietra di Malanaggio, parente più incolore e

amorfo della famosa pietra di Luserna che… Come dite? Non state più capendo cosa

state leggendo? Allora questo è il Patacca Tour che fa per voi.

Stimolati dai 110 anni intercorsi dalla pubblicazione del fondamentale articolo di

Federico Sacco “Geologia urbana della Città di Torino” (1907), abbiamo l’ambizione

di presentare la storia e le storie delle rocce

impiegate per edificare Torino, dai primi

ciottoli raccolti nel greto della Dora ai più

pregiati marmi statuari scelti con cura

direttamente in cava dall’architetto Garove

(nella foto uno splendido tavolino presente a

Palazzo Barolo con tutti i marmi piemontesi

conosciuti all’epoca). Ma altre storie ci

attendono. L’invenzione della ferrovia e

l’Unità hanno fatto affluire nella nuova capitale le pietre da tutta Italia e il Piemonte

ha risposto fornendo il materiale per i Muraglioni di Roma. E le vasche in Centro non

saranno più le stesse se riuscirete a distinguere un granito piemontese da uno cinese.

Eh, sì. La globalizzazione è ovunque.

L’ambizione comunque è quella di caricarvi di

molte nozioni perfettamente inutili quali poter

decantare le bellezze di spiagge tropicali

scomparse da qualche milione d’anni (foto a

sinistra: i pallini sono tutto ciò che resta dei

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Piazza Statuto. Pomelli d’ottone e manici…., no. In questo caso cristalli di pirite. L’elegante pietra di Pont

per la Torino postunitaria. Teniamocela cara perché le cave non sono mai state ritrovate.

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Portici di via Roma. Trame di paesaggi nascosti negli alabastri apprezzati anche dai pontefici.

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Corso San Martino, via del Carmine. Stalattiti o stalagmiti? L’autarchico travertino offre miriadi di spunti

speleologici.

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Elegante passeggio di via Po. Con la pietra che piacque alla contessa di Castiglione.

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Via Cernaia. Quando la natura gioca a domino.

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Via Po. Quando a Torino c’era il mare.

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Piazza CLN. Quando le montagne erano più antiche delle Alpi.

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San Filippo. Sanguigni cristalli in candidi marmi rimandano all’opera del Maligno.

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Via Roma. Antiche creature e contemporanei artisti.

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E ancora… ancora… e ancora. Troppi portici e troppe storie.

Piazza Carlo Felice.

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granelli di sabbia calcarea; siamo in piazza San Carlo, un po’ di immaginazione ci

vuole) o poter indicare in uno stipite una roccia tipica della Luna (in entrambi i casi

andate sul sicuro poiché nessuno potrà mai controllare).

Il tutto con un pizzico di scienza, ma a modo nostro. Infatti avremo a che fare…

…con l’arte: avete sempre pensato che surrealismo e metamorfismo fossero

collegati? Che tettonica e costruttivismo, in fondo, fossero la stessa cosa? Noi sì.

Con la Storia: qual è la roccia resa famosa a Parigi dalla contessa di Castiglione?

Quale roccia ha voluto Vittorio Emanuele II per la casa della Bela Rosin? Perché il

monumento al traforo del Frejùs non è fatto con le rocce cavate durante lo scavo,

come invece si dice?

Con i miti: San Bernardo e il demonio: dove si nascondeva il Maligno e come fu

sconfitto? Quale roccia apparteneva allo scomparso continente di Lemuria?

Insomma, ce n’è per tutti. Anche per gli amanti delle pietre artificiali. Ma il Patacca

Tour non vi dirà mai quali sono. (Nella foto: in corso Vittorio, Scherzetto o sassetto?)

“Cinquanta sfumature di gneiss” è un

percorso pedonale a lunghezza variabile

lungo tutti i portici di Torino; le foto

presentate sono solo indicative di alcuni

particolari dei moltissimi in gran parte

ancora da scoprire. A prescindere dal punto

di partenza, si raccomanda il seguente punto

di arrivo: piazza Vittorio, angolo via della Rocca (ovviamente), di fronte alle colonne

più eleganti della città (giudizio insindacabile dell’Autore).

Testi e foto di Daniele Pesce

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Via Cernaia. Un tempo il mondo era rosso.

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Piazza San Carlo. Ma fu anche nero. E popolato da strane

creature.

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Piazza San Carlo. All’improvviso divenne grigio e le creature

cambiarono.

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Via Roma. Una barriera corallina d’antan: spugne, alghe e…

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Via Cernaia. Vulcani in Piemonte!

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Via Barbaroux. Granito Rapakivi. Sembra di essere alle Hawaii

invece siamo in Finlandia!