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Periodico di Fede, Attualità e Cultura
ANNO 9 - n° 26| 22 settembre 2018 | 1 euro omaggio
La Chiesa della Campania in festa
Ai fornelli con le mani pulite
Testimone di umanità
Giornate Europee del Patrimonio
Si avvicina la data,
fissata dal Conci-
storo dei Vescovi, della
canonizzazione del
Cari lettori, ci siamo
lasciati, prima della
pausa estiva, parlando de-
gli strofinacci da cucina
Salute e Svi-
luppo (SeS) è
una ONG fondata nel
1996 e riconosciuta
Sabato 22 settembre
ore 20.00 con ingres-
so simbolico di 1 €, il
Museo Provinciale Cam-
Chiesa 5 Attualità 6 Speciale ONG 8|9 Eventi 12
Riaprono le scuole, riparte l’avventura degli alunni del Liceo “Pizzi “ di Capua con Kairòs Lab
“INVIATI SPECIALI”
2 primo pianoSabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
Sul sentierodei giorni
La bellezza di una creatura non è altro
che una somiglianza della Bellezza di-
vina partecipata alle cose.
San Tommaso d’Aquino
La parola poetica è quella che dietro le
realtà dicibili e nei loro profondi abissi
evoca e attualizza l’eterno mistero.
Karl Rahner
Il libro più bello del mondo finisce e
dopo l’ultima pagina non si può chie-
dere che altre ne vengano aggiunte; ma
il libro vivo di un’anima non finisce mai.
Antonio Pozzi
Io sento mari/ininterrotti a sponda/di
questa breve vita.
Carlo Betocchi
Ma la cosa che più ci appartiene non
rappresenta sempre il più profondo
enigma per noi?
Rainer Maria Rilke
L’uomo porta il peso della sua gravita-
zione, come una macina al collo, l’uc-
cello come una piuma dipinta sulla
fronte.
Sain-John Perse
Che forza interiore m’innalza come s’io
fossi una torre di pietra grezza coronata
da una cuspide di libero argento.
Juan Jimenez
Io sono qui soltanto/per cantare il tuo
canto; nel tuo meraviglioso
universo/dammi il mio piccolo posto.
Tagore
Ricorda che tu sei tu. Sei tu che devi vi-
vere la tua vita, e se vuoi riuscire a rag-
giungere la felicità devi essere tu a
guadagnartela nessun altro può farlo per
te.
Lord Baden Pawell
A CURA DI MONS. GIUSEPPE CENTORE
Inizio del nuovo anno pastorale e nuove indicazioni per
tutti i parroci dell’Arcidiocesi
Il 17 settembre 2018 alcuni di noi studenti del Liceo Pizzi
abbiamo partecipato alla funzione che si è svolta in Cat-
tedrale, dedicata a San Roberto Bellarmino che ha inau-
gurato il nuovo anno pastorale. Si tratta di un cammino
annuale dell’Arcidiocesi, che generalmente inizia nel
mese di ottobre e termina con l’arrivo dell’estate succes-
siva. Noi studenti in veste di inviati speciali per il setti-
manale Kairòs News abbiamo avuto l’opportunità di
intervistare i parroci delle varie parrocchie dell’Arcidio-
cesi, ponendo ad ognuno la medesima domanda.
Da stasera inizierà il nuovo anno pastorale, il cui tema
sarà la trasfigurazione. Qual è il programma della sua
parrocchia di appartenenza?
A cura di Sara Di Rubbo e Chiara Rauccio
Padre Ciro Andreozzi, parrocchia dell’Immacolata Con-
cezione in Maria Vergine a Santa Maria C V
Il programma della nostra parrocchia prevede, perquest’anno, un occhio di riguardo verso i giovani, anchein occasione del sinodo che si terrà nel mese di ottobre.
È il verbo “trasfigurare” che ci stimola e ci sprona a pun-tare proprio alla Santità, e lo stesso Papa Francesco hascritto un’esortazione su quest’ultima.Come ho detto in precedenza, avremo sempre al centrodei nostri interessi le coppie, le famiglie e i giovani.
don Pierino Piccirillo, parrocchia di San Paolino in Santa
Maria CV
Il tema della trasfigurazione richiama l’episodio evange-lico in cui Gesù svela la sua gloria ai discepoli Pietro,Giovanni e Giacomo, assumendo dinanzi a loro un’appa-renza di splendore sovrumano. La mia parrocchia dedi-cherà quest’anno pastorale all’Eucarestia, perché è inessa che il popolo cristiano trova la sorgente per il pro-prio cambiamento.
Don Elpidio e Don Peppino Centore, non avendo una
propria parrocchia, pongono il loro programma a servi-
zio di tutti
A cura di Sara Ventriglia e Gabriele Sforza
Don Bruno Rossetti, parrocchia Santa Maria della Valle
in Castel Morrone
Nella nostra parrocchia io cerco di mettere in evidenza
Lino Barbieri ospite a Radio Gibson
Domenica 16 settembre 2018 è stato ospite di RadioGibson il comico e cabarettista Lino Barbieri. Eranopresenti alla trasmissione radiofonica anche i ragazzidell’alternanza scuola-lavoro dell’Istituto liceale S.Pizzi, i quali hanno colto l’occasione per porgli alcunedomande:
Quali sono a suo parere le occasioni lavorative chel’hanno resa più famoso ed apprezzato?Ho debuttato in Rai, negli anni ’90, nella trasmissionetelevisiva condotta da Gigi Sabani “Stasera mi butto”.Sebbene tale programma registrasse uno share moltoalto, con circa 13 milioni di telespettatori, credo chel’esperienza che mi abbia colpito di più sia stata reci-tare nella compagnia ‘Il Bagaglino’. Questa è statamolto importante non solo per la presenza di famosis-simi personaggi televisivi, ma anche perché vi eranograndi maestri di recitazione, capaci di trasmettere va-lori fondamentali. Insomma, credo di essere statomolto fortunato, ho realizzato il mio sogno con moltoseguito; infatti il più delle volte riuscivo ad ottenereun’audience di circa 7 milioni di persone.
Quali sono state le figure che hanno influenzato latua curiosità artistica e come influenza il tuo esserecomico la tua vita privata?Ognuno di noi da bambino ha un suo modello a cuiispirarsi, il mio è stato Walter Chiari, uno dei più noticomici dello spettacolo italiano. Per tutti coloro che infuturo vorrebbero intraprendere questa carriera, con-siglio di vedere importanti sketch dei più celebri attoricomici italiani, spesso riproposti in un programma te-levisivo intitolato Techetechetè. Con il passare deltempo, la figura del comico sembra sottovalutata sem-pre di più, in quanto, oggi, coloro che decidono di farequesto lavoro sono ragazzi o disoccupati che tentanola fortuna nei programmi televisivi. Per risponderealla seconda domanda, vi posso dire che il mio esserecomico non deriva dalla mia vita privata, bensì daquella sociale. Penso che, per essere un comico con la Cmaiuscola, bisogna girare l’Italia, nei posti più umili, evederla per quella che è realmente, nelle sue molteplicirealtà. Soltanto in questo modo, vivendo quindi la so-cietà, si possono scrivere dei “pezzi” per divertire il
pubblico e nel contempo indurre a riflettere su alcuniaspetti negativi della nostra cara Italia.
Guardando i suoi monologhi si nota come, nono-stante la grande simpatia ed espressività, gli argo-menti trattati sono spesso ricchi di significato e dispunti riflessivi. Quanto è importante per un co-mico portare il pubblico ad affrontare ed analiz-zare, seppur con leggerezza, i problemi cheaffliggono la nostra società? Al giorno d’oggi credo che ogni lavoro tenda alla mas-sificazione. Molte persone, infatti, tendono a smarrirela loro individualità rendendo la loro vita schiavadegli stereotipi. Io ritengo, invece, che il comico debbasempre esprimere se stesso cercando di proporre pro-dotti originali. Tutto ciò che ci circonda, e che caratte-rizza il nostro Paese, è fonte inesauribile di ispirazioneper i miei monologhi. Tempo fa, ad esempio, scrissiuno sketch dedicato agli anziani che spesso vengonomaltrattati dalle persone che dovrebbero assisterli. Inquell’occasione, quindi, affrontai questa triste realtàdei nostri giorni attraverso una satira pungente. Con ilmio lavoro io tendo a trattare tematiche sociali per en-trare nella “pancia” degli italiani, per portarli a riflet-tere sui diversi problemi dei nostri giorni. Moltepersone nel mondo dello spettacolo peccano di origi-nalità ironizzando semplicemente sugli stereotipi. Io,invece, mi sono inspirato al genio di Massimo Troisi,un artista che ha lottato contro le logiche di campanilee la massificazione. E’ giusto, dunque, a mio modo divedere, proporre sempre argomenti differenti e d’im-patto, da affrontare con leggerezza ed ironia.
Quale è stata la tua esperienza a eccezionale vera-mente e quali sono state le tue emozioni?Partecipare a Eccezionale Veramente è stato un modoper rimettermi in gioco, tanto è vero che molti colleghimi hanno remato contro, come sapete era un pro-gramma di persone sconosciutissime e alla domandadi Facchinetti “perché tu sei qua?”dissi “perché no?”Ho incontrato attori che facevano questo mestiere da40 anni e che non avevano avuto le possibilità che hoavuto io. Erano grandi artisti molto bravi, per cui èstata una bella esperienza ricca di emozioni.
INTERVISTA CURA DI FEDERICA SCOTTO DI LUZZO, MARTINA CIPULLO, ANTONIOPIO DEL VECCHIO, LUCA SERIO, GIUSEPPE SCIALDONE,
ANTONIO CANDIDO, MARTINA ABBATE, FRANCESCA RICCIARDI, LUIGI CECERE, UMBERTO DI CECIO
La TrasfigurazioneGuardiamo al futuro della Chiesa e dei giovani
primo piano 3Sabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
la centralità dell’Eucarestia, infatti ogni settimana
abbiamo un momento di Adorazione Eucaristica.
Credo che la preghiera, nell’Adorazione Eucaristica
e nella Santa Messa, sia il centro propulsore dell’at-
tività pastorale. Inoltre quest’anno nella Chiesa uni-
versale, c’è il Sinodo dei giovani, per cui vorremmo
avvicinare quanti più giovani possibile alla parroc-
chia: l’attenzione ai giovani renderà tutto più spe-
ciale dato che spesso, quando all’interno della
Chiesa c’è un’ampia pastorale giovanile, vengono
fuori molte vocazioni al presbiterato, al sacerdozio e
alla vita religiosa.
Don Giovanni Simone, parrocchia San Castrese in
Castel Volturno
Sono i giovani le iniziative. Non inizieremo oggi con
il programma, ma le prime settimane di Ottobre si
apriranno le attività, per cui non posso svelarvi
niente.
Don Paul Bernard, parrocchia del Santissimo Sal-
vatore in Triflisco
Le attività sono le stesse di ogni anno: gli Oratori
ogni settimana, il catechismo e l’animazione dei gio-
vani alla Santa Messa domenicale. Nonostante le at-
tività siano “regolari”, i ragazzi sono sempre capaci
di arricchirle e di creare una nuova e meravigliosa
realtà.
Don Raffaele D’Agosto, parrocchia del Sacro Cuore
in Capua
La mia parrocchia è una parrocchia di periferia, in
particolare di fronte ha una realtà di fabbrica, per
questo annunciare la tematica della Trasfigurazione
può risultare molto difficile. Ci troviamo in un con-
testo dove l’istruzione è problematica, dove si fa dif-
ficoltà a portare l’essenziale a casa per sfamare i
propri figli. Trasfigurare vuol dire innanzitutto cam-
biare vita, emergere alla luce, ma la prima regola da
dover annunciare è sicuramente il bene comune, lo
stare bene insieme.
Padre Berardo Buonanno, Francescano in Santa
Maria Capua Vetere
Iniziamo con la convocazione del Consiglio Pasto-
rale per la presentazione del programma che ci det-
terà il Vescovo stasera. Cercheremo di divulgare
questo programma per sensibilizzare i fedeli attra-
verso un dialogo più personale, che sicuramente rie-
sce ad andare oltre le nostre prediche e le omelie.
A cura di Manuela Antifoli e Ileana Argenziano
Don Franco Ruotolo, parrocchia di San Roberto Bel-
larmino di Capua
Abbiamo già da tempo rivolto la nostra attenzione al
Sinodo dei giovani, che si terrà ad ottobre in Vaticano
alla presenza del Papa e tutti i vescovi d’ Italia. La
cosa più importante è che si guardi al futuro della
chiesa e dei giovani.
Don Enrico D’Agostino, parrocchia di San Pietro
Apostolo di Portico di Caserta
Stiamo aspettando le direttive che il vescovo ci darà
stasera, pensiamo comunque di mettere su un anno
eucaristico poiché secondo la Trasfigurazione con
l’eucarestia siamo tutti trasfigurati in Cristo.”
Don Rosario Ventriglia, parrocchia di San Martino
Vescovo di Macerata Campania:
Per il nostro itinerario parrocchiale ci ispireremo
all’omelia programmatica che terrà stasera l’arcive-
scovo.
Don Raffaele Paolucci, parrocchia di San Giuseppe
di Capua
Ci riferiremo alle indicazioni del vescovo e in base a
queste stileremo il nostro programma parrocchiale.
Seguiremo sicuramente il programma degli altri anni:
la pastorale giovanile, gli anziani, tutto parte da que-
sta sera.
Don Giuseppe Sciorio, parrocchia dell’Agnena di Vi-
tulazio
Svilupperemo i nostri programmi dopo aver ascoltato
quello dell’arcivescovo, abbiamo un’idea di massima
ma ovviamente prima il vescovo e poi nelle parroc-
chie.
Don Antonio Iodice, parrocchia di San Secondino di
Bellona
Non abbiamo un’idea precisa, aspetteremo le indi-
cazioni del vescovo per poter poi impostare l’anno
pastorale.
A cura di Maria Teresa Bonaccio e Gaia Palumbo
don Aristide Ravelombe, parrocchia, San Luca Evan-
gelista a Casapulla
Quest’anno abbiamo tanti programmi, ma al centro
di tutto vi è lo stare bene insieme, in particolare con
il nostro gruppo di Azione Cattolica e Scout.
Padre Clemente, opera nei quartieri IACP di Santa
Maria Capua Vetere
Opero in zone caratterizzate da situazioni particolari
e proprio per questo il tema della Trasfigurazione è
un mio grande sogno e un concreto concetto. Potrebbe
aiutarci a riscoprirci come persone e a trasfigurarci
come il Signore chiede. Questo tema, per me, è impor-
tante anche all’interno del carcere nel quale opero
come cappellano, poiché trasfigurare significa pren-
dere conoscenza della propria umanità per riempirla
del Signore.
don Franco D’Amico, Santuario di Camigliano
Come programma per la mia parrocchia ho deciso di
aspettare le direttive del Vescovo e di attenermi ai suoi
punti più significativi.
Don John Mortty, parrocchia Santa Maria della Vit-
toria a Casagiove.
Quest’anno il tema è trasfigurarci in cristiani auten-
tici attraverso i Sacramenti, la preghiera e la Liturgia.
Padre GiovanGiuseppe, parrocchia della Madonna
delle Grazie a Santa Maria Capua Vetere
Quest’anno approfondiremo sicuramente il tema della
preghiera, poiché nella vita di ogni cristiano questa
non è mai abbastanza. Dovremmo tutti impegnarci
maggiormente nella vita cristiana per poi attuare
opere concrete come ci chiede il Signore.
Altri parroci, seguiranno qualche linea guida da inse-
rire nelle comunità parrocchiali. La programmazione
delle parrocchie, quindi, rimarrà generica finché il
consiglio pastorale non si riunirà per la programma-
zione decisiva.
4 chiesaSabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
erano altri, le lorologiche diverse, laloro preoccupa-zione lontana dalcuore di Gesù. Luiparla di donazionetotale, di offerta disé, nella crudezzadella croce e nelmistero della risur-rezione. Ma lorosono presi dall’an-sia di raggiungere iposti migliori, diavere visibilità. Eallora, davanti aGesù, tacciono:avevano paura difare brutta figura.“Di che cosa state
parlando?”. È la stessa domanda che Gesù porràanche a due discepoli dopo i fatti di Gerusa-lemme, mentre se ne ritornano delusi e impau-riti alla propria vita, diretti verso Emmaus. Nonhanno capito nulla nemmeno mentre è acca-duto. La morte e la resurrezione di Gesù noncorrisponde ai consueti dialoghi dei suoi, chesono come noi, come la stragrande maggioranzadella gente. Persone semplici, sebbene più for-tunate di altre: erano stati chiamati a seguire davicino questo Maestro che parla e agisce conuna autorità mai vista prima, ma che ora inizia afare discorsi poco ragionevoli, pressoché incom-prensibili!Erano fortunati, sì, e si sentivano privilegiati.Scelti per essere discepoli intimi e “stare conLui”. Loro potevano vantare di avere raggiuntoun gradino più alto nella scala dell’onore so-ciale. Non c’è niente di strano, forse neancheniente di male. Desiderare di occupare qualcheposto di prestigio, specialmente per chi è statosempre abituato ad abbassare la testa per farspazio ad altri più potenti, oppure a sudare perguadagnarsi la vita in un mestiere spesso pocogratificante... Beh, non è qualcosa di inedito nei cuori degliuomini! Onore, prestigio, riconoscimento...Per la strada avevano discusso tra loro chi fosseil più grande!E verso Emmaus, frustrati nei sogni di maestà esuccesso del loro Maestro, stavano parlando deldramma di un fallimento incompreso.E noi, di che cosa discutiamo per la strada? Diche cosa parliamo lungo la via? Che cosa oc-cupa i nostri pensieri e i nostri discorsi nel “tramtram” quotidiano, di discepoli desiderosi di se-guire il Maestro? La nostra vita di tutti i giorni cimette costantemente davanti situazioni e occa-sioni in cui c’è semplicemente da scegliere conquale logica affrontarle. C’è la tattica del mondoche si ritiene adulto e autonomo: fare a gara pervedere chi merita di stare un gradino più in altodegli altri, magari manifestando la furbizia di ar-rivarci servendosi degli altri. Ma c’è anche lasvolta del Maestro, la rivoluzione di Gesù, chepropone a modello la vulnerabilità dei bambini.Si tratta di scegliere di stare a livello degli ultimi,degli esclusi, degli “abbassati”, di coloro chedalla vita stessa sono costretti a stare “piegati e
curvi”, di coloro che non possono far altro chedecidere di appoggiarsi a Dio per stare in piedi!Scegliere fra le due logiche non è questionetanto di opposti, quanto piuttosto di profondità.Si vive a due livelli completamenti diversi.Quindi o si vive la vita in superficie, sciupan-done le parti più belle che stanno alla radicedella vita stessa; oppure si scava e si va giù,verso le fonti della vera gioia. Chi si piega per la-vare i piedi in fondo ha scelto la via migliore, lastrada della penetrazione nel mistero pienodella vita. La pienezza è beatitudine. Quando sisceglie di vivere da abbandonati a Dio, come unbambino si abbandona nel grembo della madre,si accoglie la parte migliore. Ai piedi degli ul-timi, si sta ai piedi del Maestro, come Maria diBetania. Si tocca così l’intensità dell’esistenza!Di che cosa, dunque, parliamo lungo la normalee ordinaria via della nostra vita? Mentre aspet-tiamo l’autobus affollato, durante le gite traamici, facendo la coda in posta o al mercato,cosa occupa i nostri dialoghi? Quale novità divita può portare un uomo o una donna di fede,che tra le preoccupazioni per i prezzi della ver-dura e le inquietudini circa il futuro dei proprifigli, sanno tenere presente che la vita stessa nonsi esaurisce al corpo e al pane, alla carriera e allasalute! Non è il successo il senso della vita, nonsono le opere e gli applausi che vanno in televi-sione la visibilità che conta, non restano i meritiguadagnati a spese degli altri nel cuore di Dio.Rimane piuttosto ogni parola ascoltata e dettacon amore. Rimane ogni gesto di affidamento edi abbassamento. Rimane ogni scelta di “starecon Lui” in profondità, senza rincorrere fugacigratificazioni. È questa logica dell’umile servo diDio che consegna all’uomo il primo posto nelRegno: quello del bambino fra le braccia delPadre!
Paolo include tra le più grandi colpe dei pagani,
che essi furono privi di affetto.
San Bernardo
Una prostituta attraversando
In un’ora rovente il deserto
S’imbatté in un cane
Che moriva di sete
Accanto a un pozzo.
Senza esitare
Si strappò le vesti
E ne fece una corda
A cui sospese
Quasi fosse un secchiello
Una scarpa.
E con essa attinse
Tant’acqua quant’occorse
Per dissetare il cane.
Stava per andar via, quando
Le apparve un Angelo
Di sovrana bellezza
Che sorridendo
A sé la strinse
E con sé la portò in Paradiso.
Giuseppe Centore
Una parabola
Tutte le parrocchie interessatealla pubblicazione degli oraridelle Sante Messesia festive che feriali, possono inviare i relativi datiall’indirizzo [email protected]
Non di solo pane…Il Vangelo nella Casa della Divina Misericordia
“Di che cosa stavate discutendo per la strada?”
XXV Domenica del Tempo Ordinario
Come la scorsa domenica, il Van-gelo di Marco riporta l’annunciodella morte e risurrezione di Gesù.Gesù prepara i suoi amici spie-gando ciò che sente nel suo in-
timo. Avverte che alcune persone nongradiscono la sua presenza e le sue parole a so-stegno dei più deboli, intuisce i pensieri e i ra-gionamenti di chi lo segue. Lui riesce proprio acapire il cuore degli uomini. Dal Vangelo cheabbiamo ascoltato emerge che Gesù leggeanche nel cuore dei suoi discepoli, i quali si ver-gognano di dirgli la verità. Dal loro imbarazzoprobabilmente Gesù capisce che si tratta diqualcosa di cui si vergognano. Magari anche nelloro cuore sussurra ancora la domanda con cuici siamo lasciati l’ultima volta: “A chi ti senti piùvicino? A un Dio che non prova niente o a un
Dio che soffre?”
In verità, cari amici della Casa della Divina Mi-
sericordia, i discepoli stavano valutando chi traloro fosse il più buono, il più grande, insommail migliore! Stavano facendo una specie di clas-sifica e chissà quali erano le azioni o le paroleche valevano di più e che secondo loro merita-vano il primo posto! “Di che cosa stavate discutendo per la strada?”.Colpisce questa domanda di Gesù fatta ai suoidiscepoli nell’intimità della casa. Nel segretodella loro amicizia, aveva parlato loro di mortee di resurrezione. Non avevano capito molto, enon avevano ancora la confidenza di fare do-mande. Perché per la strada i loro interessi
DI ANTONELLO GAUDINO
chiesa 5
Sabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
Si avvicina la data, fissata dal Concistorodei Vescovi, della canonizzazione delbeato Vincenzo Romano. Il parroco diTorre del Greco sarà infatti dichiaratosanto il prossimo 14 ottobre 2018, durante
il Sinodo dei Giovani. La canonizzazione arrivadopo il riconoscimento del miracolo attribuito allasua intercessione. Si tratta della guarigione di unmarittimo di Torre ammalato di tumore guarito, nel1989, senza chemioterapia.Vincenzo Romano, noto con l’appellativo di “prete
lavoratore”, fu parroco della basilica di Santa Croceproprio a Torre del Greco e fu beatificato da PaoloVI nel mese di novembre del 1963. Vincenzo Ro-mano fu parroco sempre accanto agli ultimi, e chefaticò insieme agli operai per ricostruire la città an-data distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 15 giu-gno 1794. Per Paolo VI fu “precursore della carità
sociale nella Chiesa dei nostri giorni”. «Il Sommo
Pontefice ha autorizzato la Congregazione a pro-
mulgare il Decreto riguardante il miracolo, attri-
buito all’intercessione del Beato Vincenzo Romano,
Sacerdote diocesano; nato a Torre del Greco il 3 giu-
gno 1751 e ivi morto il 20 dicembre 1831». Con queste parole, riportate sul bollettino ufficialedella Santa Sede, la città di “lava e corallo” ai piedidel Vesuvio saluta il “suo” Santo. Allievo di AlfonsoMaria de’ Liguori, San Vincenzo Romano, il primoparroco italiano del clero secolare elevato aglionori degli altari è il patrono e protettore dei sacer-doti napoletani. In particolare volle proprio la rico-struzione della Basilica di Santa Croce a Torre delGreco e dove per anni ha celebrato i sacramenti. Ed è li che ancora oggi riposano le sue spoglie.«Una ricostruzione, quella della Basilica di Santa
Croce che si può notare ad occhio nudo perché la
facciata della chiesa è più alta del campanile cin-
quecentesco che fu l’unica cosa rimasta in piedi».Don Giosuè Lombardo è l’attore della causa di ca-nonizzazione del parroco nato nel 1751 a Torre delGreco da una famiglia modesta ma ricca di fede. A14 anni volle seguire l’esempio di suo fratello Pietroentrato nella congregazione dei Dottrinari e mal-
Romano cominciarono a pregare anche otto
ore di fila. I medici alzarono le mani e non
diedero alcuna cura. Raimondo, infatti, rice-
vette anche gli ultimi sacramenti ma improv-
visamente guarì. Dopo quel miracolo ha
vissuto per 15 anni e ogni anno ha eseguito dei
controlli medici. Tutto era sparito e non si è
mai ripresentato. Così nel 2015 si è chiuso il
processo diocesano e finalmente possiamo pre-
gare il nostro Santo». Don Vincenzo morì il 20 dicembre 1831 peruna polmonite, ma il suo impegno per avvici-nare il popolo alla chiesa non è mai stato di-menticato. Due esempi sono il RosarioMeditato e la Messa Pratica ovvero un librettonel quale aiutava la gente a partecipare inmaniera attiva alle celebrazioni in un tempoin cui la messa veniva celebrata in latino, noncomprensibile quindi a tutti. «Il suo motto
programmatico era fare bene il bene con fede
viva e con gioia noi lo veneriamo» concludeDon Giosuè Lombardo.
Il 14 ottobre 2018 Canonizzazione del Beato Vincenzo Romano, il prete degli operai
grado un primo rifiuto la sua domanda poivenne accolta e nel 1775 venne ordinato sa-cerdote.Don Giosuè Lombardo è anche sacerdotemolto vicino all’Azione Cattolica della nostraArcidiocesi di Capua. È noto il suo impegnoper la nostra AC e allo stesso tempo la suacura spirituale concreta durante gli “Esercizi
spirituali” diocesani in Avvento e in Quare-sima. Propria a lui abbiamo chiesto notiziesullo stato d’animo dei suoi fedeli e di come lacittà sta vivendo l’attesa.«Una vita dedicata al prossimo - spiega an-cora Don Giosuè Lombardo - ed è per noi una
grande gioia soprattutto perché c’è una coinci-
denza molto speciale». Vincenzo Romano fubeatificato nel 1963 da Paolo VI, che lo definì“precursore della carità sociale nella Chiesa
dei nostri giorni” e la canonizzazione di Vin-cenzo Romano avverrà contemporaneamentea quella di Paolo VI. «Quella di Romano è una figura molto ricca,
possiamo scoprire tutti i tratti della persona-
lità spirituale che al giorno d’oggi chiede Papa
Francesco - continua Don Giosuè - in lui tro-
viamo l’immagine del pastore in mezzo al suo
popolo. Aveva una grande attenzione per la
gente e si deve a lui la figura del cappellano di
bordo sulle navi. Volle che a bordo delle im-
barcazioni che partivano da Torre del Greco
per la pesca del corallo sulle coste della Tuni-
sia o della Sardegna ci fosse un prete e un me-
dico a prendersi cura dei suoi parrocchiani».Dopo le guarigioni miracolose di due donnela terza a favore di un uomo è stata determi-nante per concludere il processo di canoniz-zazione. «Raimondo Formisano era un
commerciante di frutti di mare vissuto nel
1989 - ha raccontato Don Franco Ricciardivice Postulatore della causa di canonizza-zione - l’uomo cominciò a stare male, inizial-
mente si pensò ad un’appendicite, invece era
un tumore di 4 chili e mezzo. I suoi 14 figli co-
noscendo la devozione del padre per Vincenzo
DI ANTONELLO GAUDINO
La Chiesa della Campania in festaA convincere la Congregazione per le Cause dei Santi e papa Francesco della santità di don Vincenzo è statoun miracolo compiuto per sua intercessione in favore di RaimondoFormisano, un piccolocommerciante tornese di frutti di mare, padre di quattordici figli.Era ammalato di tumoreall’addome e non smisemai di credere che il beato Vincenzo Romano lo avrebbe guarito. Pochi mesi dopoil tumore scomparve inspiegabilmente, senza nessun tipo di motivazione medica
6 attualitàSabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
Cari lettori, ci siamo lasciati, prima della pausa estiva,parlando degli strofinacci da cucina che possono tra-sformarsi in ricettacoli di batteri potenzialmente peri-colosi per la nostra salute (Kairos News n.24). Questavolta l’attenzione è puntata sulle mani, mai sufficien-
temente lavate bene. Soprattutto quando si opera in cucina. Conil rischio di contaminare il cibo innanzitutto e, poi, tutto l’am-biente. Lo ha rilevato una ricerca del Dipartimento americanodell’Agricoltura. Come hanno fatto? Semplice. Hanno invitato383 volontari a cucinare il classico hamburger con insalata inuna cucina speciale dove ogni loro passo è stato monitorato e re-gistrato. Prima, però, metà dei partecipanti ha guardato videosulla sicurezza alimentare e sulle principali precauzioni da pren-dere in cucina, mentre l’altra metà, il gruppo di controllo, hasvolto il proprio compito senza alcun supporto. Inoltre, per potermisurare le potenziali contaminazioni, i ricercatori hanno ag-giunto alla carne cruda un batterio innocuo per l’uomo. A con-clusione dell’esperimento, guardando i filmati delle preparazionidei piatti, si è registrato che ben il 97% dei cuochi non si era la-vato le mani correttamente, compresi coloro che avevano visto ivideo, e il 34% non si era preoccupato di usare il termometro peralimenti per controllare la corretta cottura degli hamburger,quella che ci preserva da problemi di salute. Anche chi lo avevausato, alla fine, non aveva cucinato gli hamburger alla tempera-tura interna minima di sicurezza. Per di più, il tasso di contami-nazione non riguardava solo il cibo, un 5% ha passato il batterioall’insalata, ma interessava anche superfici e utensili da cucina.Sono risultati contagiati i barattoli delle spezie usate, per il 48%,le maniglie del frigorifero e i rubinetti per l’11%. “I batteri non sipossono né vedere, né odorare, né toccare, ma basta semplice-mente lavarsi le mani correttamente per proteggere la propriafamiglia e prevenire la contaminazione del batterio nel cibo enelle sezioni più importanti delle cucina”, ha commentato Car-men Rottenberg, vice direttrice del Food Safety del Diparti-mento. Già, ma come si fa? Le regole date dai Centri americaniper la prevenzione e il controllo delle malattie, che possiamo farenostre, sono: bagnare le mani, insaponarle, strofinarle per ben20 secondi, risciacquarle e asciugarle con un panno pulito. Glierrori più comuni: essere frettolosi nella fase dello sfregamento,asciugarsi con panni non puliti o non asciugarsi proprio, toc-cando gli alimenti crudi con le mani ancora umide.
DI ORSOLA TREPPICCIONE
Ricerca del Dipartimento americano dell’Agricoltura
Narciso è fra noi guire i consigli di bellezza, i nostri Millen-
nials sono anche abbastanza creduloni.Continuano a prestare fede, infatti, ancoraa notizie prontamente smentite più e piùvolte da medici e dermatologi: il 30% diloro è convinto che la cioccolata provochil’acne, il 22,3% crede che l’olio di coccocuri la pelle secca e circa il 70% pensa che ipori si aprano e si chiudano e che si pos-sano eliminare (in realtà sono lo sboccodei peli e delle ghiandole sebacee e la lorofunzione è comandata dai geni). Il 40%crede anche che il sudore scateni i brufolie il 54,7% è convinto che il cuscino peg-giori l’acne. Nativa digitale, la GenerazioneY è la massima utente ed esperta delle tec-nologie. Grazie ai vari social media, cono-sce, si informa, confronta. Anche per ciòche riguarda la bellezza. I Millennials clic-cano su video di spot commerciali (17%),di inspirazioni per il look (15%) e di consi-gli pratici (9%). Ma li seduconoparecchio,si arriva al 34%, i video tutorialdi blogger e esperti di bellezza. La più fa-mosa è la messicana Yuya, youtuber inco-ronata reginetta da 21,19 milioni difollowers in tutto il mondo. Pronta a tra-sformare i suoi ammiratori in tanti mo-derni Narciso, il mitologico fanciullo tantoinnamorato della sua immagine riflessanell’acqua da morire consumato d’amore.Si spera che i nostri Millennials non arri-vino a questo estremo.
Si torna a parlare deiMillennials,o Generazione Y, i nati tra glianni ’80 e il 2000. Del loro rap-porto con lo specchio. Unospecchio che riesce a disto-
glierli da letture e impegni giornalieri.Pubblicati su Cosmetic & Toiletries
science applied, i dati infatti evidenzianoche il 18% dei 18-34/enni (ragazzi e ra-gazze) spende più tempo per prendersicura della propria pelle che per leggere igiornali e il 32% dei maschi di questa etàpreferisce dedicarsi a lavare e idratare lapropria pelle piuttosto che pulire la pro-pria camera o allenarsi. Molto vanitosi, idue sessi si differenziano sul numero dicosmetici in fila sulla mensola del bagno.Ne hanno di più le ragazze, il 32,5% neusa dai tre ai quattro diversi, mentre i ra-gazzi, sono l’84,5%, ne usano due algiorno. Attente a detergere e idratare lapelle almeno una volta al giorno (il 41%),sono sempre più le ragazze, piuttostoche i ragazzi, a orientarsi verso i cosid-detti prodotti “fatti su misura” cioè for-mulati per ogni piccola parte del corpo.D’altra parte, nonostante il sesso forteabbia imparato a prendersi cura dellasua persona, un 25,5% si tiene lontanodall’acqua e dalle creme. Addirittura un7,3% di ragazzi ritiene assolutamente su-perfluo lavarsi dopo un allenamento,aver trascorso la giornata fuori casa oprima di mettersi a letto. Attenti nel se-
DI ORSOLA TREPPICCIONE
I Millennials e lo specchio
Ai fornelli con le mani pulite
Una corretta igiene abbassa il rischio di contaminazione
Fra cure di bellezza, falsi miti e video tutorial
azione cattolica 7
Sabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
ABenevento, presso il Centro La Pace, dal30 Agosto al 2 Settembre 2018 si è tenutoil campo scuola ACR da titolo “Sui passidi Rut – fedeli e coraggiosi”. Qui i ragazzihanno avuto modo di conoscere attra-
verso delle video-drammatizzazioni, in cui stessola protagonista si raccontava aiutata dai suoi amici,la storia di Rut: una straniera, anzi una moabita,appartenente cioè a un popolo che fu tra i classicinemici di Israele, che per la sua tenera pietà versola suocera ormai vedova, decide di lasciare tutto edi seguirla, meritando così non solo di essere ac-colta nel popolo di Dio, ma di entrare a far partedell’albero genealogico di Davide e quindi di Cristo(Mt 1, 5). Le attività di gruppo della mattina, igrandi giochi del pomeriggio e i momenti di pre-ghiera incentrati sul tema della SCELTA hanno ac-
compagnato le riflessioni dei ragazzi che, guidatidagli educatori e dai vari personaggi della storia,hanno esaminato se stessi, riscoprendo gli ele-menti e le relazioni essenziali della loro vita. Ilprimo giorno si sono impegnati come Noemi edElimelec a lasciare a casa il superfluo e a portarecon loro solo lo stretto indispensabile, riuscendocosì, attraverso il VIAGGIO e il CAMBIO DI PRO-SPETTIVA, tratti comuni alla vita dei ragazzi e aquella di Rut, a scorgere la bellezza di ciò che ci cir-conda, dei luoghi, dei momenti e delle relazionisincere, scoprendo nello STUPIRSI l’atteggiamentoguida della prima giornata. Il secondo giorno, spro-nati dalla figura di Orpa che, a differenza di Rut de-cide di lasciare la nuora, i ragazzi mettono indiscussione i loro atteggiamenti e sperimentano la
bellezza dell’andare versol’altro e del donare sestessi oltre ogni calcolo,conoscendo nella vegliaserale il personaggio diAnnalena Tonelli, donnadi fede e di missione e ri-scoprendo l’atteggia-mento del PRENDERSICURA come verbo-guidadella giornata. Il terzogiorno, attraverso i mo-menti di forte riflessionedel deserto e della con-fessione i ragazzi si inter-
rogano su come affrontare i dubbi nelle scelte cheritengono importanti per rimanere fedeli al bene e,approfondendo i temi dell’ANDARE INCONTRO edel VOLTARE LE SPALLE, hanno sperimentato lagioia della gratitudine verso Dio per ciò che ci donaogni giorno, per poi concludere la giornata RICO-NOSCENDOSI dono di Dio e rendendo grazie deimomenti e delle relazioni vissuti nei 3 giorni dicampo. Infine, nell’ultima giornata di campo, a cuihanno partecipato anche le famiglie, i ragazzihanno scoperto la loro missione nel mondo: quelladi TESTIMONIARE la gioia del vangelo e i donidella gratuità e del coraggio, solo così potranno ve-ramente seguire “i passi di Rut”.
DI ROBERTA CAPRIGLIONE
Nella suggestiva atmosfera dei Montidel Matese, dal 24 al 26 agosto c.a., haavuto luogo il Campo Unitario dellaAzione Cattolica della Diocesi diCapua. Erano presenti quasi tutte le
parrocchie della diocesi che hanno l’AC e l’assi-stente diocesano don Mariano Signore. Si è ri-flettuti e confrontati a partire dalla EsortazioneApostolica Gaudete et Exultate di papa France-sco.Si è fatto un percorso che non si esaurisce con ilcampo perché si è capito che esiste un sentieroche porta dritto alla Santità…un itinerario diFede! L’itinerario è un viaggio nella vita che hauna meta ben precisa, delle tappe intermedie conil riposo del corpo per temprare lo spirito. Per ini-ziare questo viaggio è necessario discernerenella propria vita, sce-gliere e progettare la vitaa partire da Gesù Cristo.Si inizia a cambiare pro-spettiva partendo anchedal presupposto essen-ziale che non si è soli masempre in compagnia dinostro Signore. “Abbiate il coraggio di es-sere felici!” ci esorta papaFrancesco e si è davverofelici non scoprendo diavere una vita perfetta,ma avendo una vitapiena di Cristo. Il primo del giorno delcampo si è approfonditala vita e l’esempio di chi
già è considerato Santo dalla Chiesa Cattolica.Persone che, con l’ordinario della loro vita, hannoreso straordinario ogni loro gesto perché intrisodella presenza di Dio. Ha aiutato nella riflessioneil prof. Antonio Ianniello che ha anche sintetiz-zato l’iter previsto dalla Chiesa per essere innal-zati agli onori dell’Altare.Il secondo giorno del campo, invece, ha guidatola riflessione don Salvatore Porcaro, docente diMorale presso Pontificia Facoltà Teologica del-l’Italia Meridionale, che ha traghettato tutti inmaniera particolarmente coinvolgente in unaesegesi sulla scelta concreta di aderire a Cristopartendo dal distacco dalle “nostre cose”, dalle no-stre certezze, dalle nostre ricchezze. Ha presen-tato la figura evangelica del giovane ricco e la suatristezza nell’allontanarsi da Gesù. Un’immagineforte utilizzata da don Salvatore è stata quelladello SGUARDO di GESU’.
“Fissatolo lo amò!” ha detto: “E’ proprio in questosguardo che si legge l’unicità del nostro rapportocon Lui. Gesù, guarda proprio me…fissa propriome…ama proprio me! E’ l’Eternità che si ferma perfissarmi e amarmi! Allora apriamo il nostro cuoree facciamo entrare l’Eterno, facciamo spazio den-tro di noi…solo scegliendoLo non ci allontane-remo da Lui tristi come il giovane ricco (…)”Don Salvatore ha anche più volte ribadito che perpartire in questo itinerario del viaggio della vita,per essere davvero felici, è necessario mettere la“locomotiva” del nostro treno al posto giusto.Si è tornati a casa allora sapendo di non esseresoli, di essere in cammino, consapevoli di esserefelici di incontrare nostro Signore lungo le stradedella vita. Vita che prende forma e significato veronella riscoperta dell’Amore di Dio per ciascunodei Suoi figli. Vita che diventa meravigliosa e fe-lice nella straordinarietà della propria unicità enella ordinarietà delle nostre giornate.“Non Lasciatevi vivere, ma prendete nelle vostremani la vostra vita e vogliate decidere di farne unautentico e personale capolavoro” (san GiovanniPaolo II).
Sui passi di Rutfedeli e coraggiosi
Alla ricerca della felicità
DI MARIA MEROLA
La gioia del Vangelo..
Nella gioia la scoperta della Santità. Riflessione sulla Gaudete et exultate
98Sabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26Sabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
speciale ONG
Testimone di umanità verso i malati e i più bisognosiSalute e Sviluppo (SeS) organizzazione non governativa
Salute e Sviluppo (SeS) èuna ONG fondata nel 1996e riconosciuta come orga-nizzazione non governa-tiva dal Ministero degli
Affari Esteri e della CooperazioneInternazionale. Abbiamo sentitospesso parlare di ONG e l’Italia stadando molta importanza alla coo-perazione in politica estera. SeSopera al fianco dei Camilliani inspi-randosi alla grande umanità di SanCamillo verso i malati, i poveri e ipiù bisognosi. Questa organizza-zione non governativa ha la propriasede a Roma ed uffici regionali inLombardia, Piemonte, Toscana,Abruzzo, Puglia e Sicilia. Nel nostroPaese, SeS informa e sensibilizzal’opinione pubblica e crea consape-volezza sulle tematiche legate al-l’educazione alla mondialità.All’estero invece opera attraverso lapromozione di progettiin Africa, Asia ed America Latina,sia in ambito socio-sanitario sia nelsettore dello sviluppo umano con ledelegazioni dell’Ordine Ospeda-liero di S. Camillo ed altre Istitu-zioni. L’obiettivo dell’ONG è quellodi migliorare le condizioni sanitariedelle popolazioni dei paesi in via disviluppo e contribuire alla loro cre-scita ed autonomia attraverso la co-struzione di ospedali, scuole eprogetti di sviluppo per la produ-zione alimentare. Questi progettisono realizzati attraverso la prepa-razione e l’invio dei volontari nellemissioni che si caratterizza per la
ricerca di personale professionaliz-zato la cui attività è in grado di tra-sferire conoscenze e competenzealla popolazione locale. I Camil-liani sono un Ordine Religiosoospedaliero fondato nel 1582 chelavora in oltre 40 paesi nel mondo.
I Progetti nel mondo
Moltissimi progetti sono stati esono portati avanti quotidiana-mente dalla Salute e Sviluppo ONG.A Bossemptélé in Repubblica Cen-trafricana si è realizzato e avviatoun reparto neonatologia nell’Ospe-dale Giovani Paolo II in grado di of-frire servizi sia ambulatoriali che adomicilio a mamme e bambini.
L’obiettivo del progetto è quello difavorire la sicurezza alimentaredella popolazione dell’area di Bagrée dei pazienti assistiti nei centri sa-nitari camilliani, contribuendo almiglioramento della sovranità ali-mentare e nutrizionale in BurkinaFaso. Nel Distretto di Nyatike inKenya è stato portato avanti unpiano di azione per la lotta al can-cro. In India nel distretto di Kri-shnagiri è stato realizzato uncampus di accoglienza e forma-zione per 100 ragazze e 100 ragazzisieropositivi. Oltre all’accoglienza eal trattamento della malattia, lastruttura offre percorsi di apprendi-mento scolastico e sviluppo dicompetenze professionali. NellaProvincia di Kien Giang, Vietnam, èstato realizzato un sistema di pota-bilizzazione dell’acqua e un labora-torio medico per fornire servizi perle diagnosi precoci del cancro. Altriprogetti sono stati e sono portatiavanti in Brasile, Colombia, Perù,Myanmar, Cina e Filippine. In que-sti Paesi le aree di intervento sonola formazione professionale e ilreinserimento sociale, la coltiva-zione idroponica, le persone an-ziane, i soccorsi alle vittime,l’educazione e l’assistenza alimen-tare ed infine le borse di studio Padre Efisio Locci, Presidente SeS(Foto) Dopo aver diretto diversiCentri Sanitari, fondato la Casa Edi-trice “Edizioni Camilliane” e la rivi-sta “Camilliani” di cui è ancora
Direttore editoriale, ha iniziato lagrande sfida nella cooperazione in-ternazionale trasformando Salute eSviluppo da piccola associazione aONG Internazionale.Padre Antonio Busiello, Vice Pre-sidente SeS È stato missionario ca-milliano per più di 20 anni inBénin, dove ha fondato l’OspedaleLa Croix di Zinvié. In Campaniacoordina le attività missionarie egli aiuti per sostenere le tanteopere realizzate.Mariella Oggioni, Consigliere SeSHa iniziato a lavorare nel mondodell’editoria, inizialmente nellaRizzoli Editori, e poi in “EdizioneCamilliane” e nella “Rivista Camil-liani” in qualità di Vice Direttore.Socia fondatrice di Salute e Svi-luppo, risiede a Torino, dove coor-dina anche il Centro di PastoraleSanitario dei Camilliani.
San CamilloCamillo de Lellis nasce nel mese dimaggio 1550. A solo tredici anni,piccolo ribelle irriducibile, iniziòad accompagnare il padre da unpresidio militare all’altro, assimi-lando da lui una passione distrut-tiva per il gioco dei dadi e dellecarte. A venticinque anni comePaolo sulla via di Damasco, si con-verte decisamente al Signore, tra-sformando il suo cuore e la sua vitaa beneficio dei sofferenti. Neigrandi ospedali di Palermo, Ge-nova, Milano, Roma, Napoli e do-vunque scoppiavano pestilenze ecarestie, Camillo è presente con isuoi Religiosi per soccorrere i ma-lati, riformare la sanità e testimo-niare con l’esempio l’amore verso ipiù sfortunati della società. Muorea Roma nel convento della Madda-lena il 14 Luglio 1614. Nel 1746Papa Benedetto XIV lo proclamasanto. Nel 1886 Papa Leone XIII lodichiara “Patrono universale deimalati e degli ospedali”. Nel 1930Papa Pio XI lo dichiara “Protettoredegli infermieri e degli operatorisanitari”. La sua memoria viene ce-lebrata il 14 luglio, come solennitànelle chiese dell’Ordine e comememoria nelle altre chiese. Ilcorpo del Santo è venerato nellaChiesa di Santa Maria Maddalenaa Roma; la reliquia del suo cuore ècustodita nel Santuario a lui dedi-cato a Bucchianico, suo paese na-tale.
Storia dell’ Ordine dei Ministri degli Infermi Nel 1586, la “compagnia di uominida bene” ottenne l’approvazione
dal Papa Sisto V e, nel 1591, il PapaGregorio XIV diede lo status di Or-dine, con il nome di “Ordine deiMinistri degli Infermi”, nome sceltodal Fondatore, per indicare che isuoi membri dovevano avere comemodello Cristo, che disse: “Non
sono venuto per essere servito, maper servire e dare la vita”. Oggi i Mi-nistri degli Infermi sono conosciutiin tutto il mondo come Camilliani.L’Ordine è costituito da sacerdoti efratelli che, come religiosi, godonodi uguali diritti e assumono gli
stessi obblighi. L’Ordine, come sta-bilisce la sua Costituzione, si de-dica “prima di qualsiasi cosa allapratica delle opere di misericordiaverso gli infermi” e fa sì che“l’uomo sia messo al centro dell’at-tenzione del mondo della salute”.
DI GIUSEPPE SIMEONE
famigliaSabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
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La famiglia è viva, evviva la famiglia! Per l’undicesimoanno consecutivo, questo è stato il grido che ha accom-
pagnato il pellegrinaggio delle famiglie per la famiglia,tenutosi a Pompei sabato 15 settembre. Organizzato dal
Rinnovamento nello Spirito e promosso dal PontificioConsiglio per la Famiglia, è diventato ormai un evento centrale
per dare rilievo alla famiglia, luogo privilegiato in cui si manifestapienamente l’Amore Trinitario del Padre. Come nelle scorse edi-zioni, il pellegrinaggio è partito da Scafati, per giungere al San-
tuario della Madonna di Pompei, attraverso un percorso di circa
quattro chilometri. Numerose sono state le famiglie convenuteda tutte le regioni che, nonostante il sole e il caldo, si sono messein cammino insieme a Maria per pregare e per testimoniare lagioia dell’amore. I partecipanti si sono ritrovati nell’area merca-tale di Scafati, dove si è svolto un breve momento di preghiera etestimonianze di famiglie che hanno sperimentato le meraviglie
di Dio nella loro vita, di coniugi che dopo periodi d’incompren-
sione e di separazione si sono riconciliati, di coppie di fidanzatiche, nonostante la precarietà, hanno deciso di unirsi in matri-monio. Il presidente del Rinnovamento nello Spirito, Salvatore
Martinez, durante il suo intervento, ha sottolineato più volte che
la crisi che attanaglia la nostra società è innanzitutto spiritualee di conseguenza ha origine proprio dalla lacerazione delle no-stre famiglie che schiudono le loro porte alla presenza di Gesù.
Perciò ha dettato l’“ABCD” della famiglia: A come amorevoli, B
come buone, C come coraggiose, D come disponibili. Dunquefamiglie amorevoli, buone, coraggiose e disponibili con il soste-gno della preghiera. Anche il Santo Padre ha inviato un Messag-gio attraverso il Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin. Nella
sua lettera Papa Francesco ha scritto: “E’ confortante vedere fa-miglie che mostrano la bellezza e la gioia dell’amore… Nientepiù della preghiera in famiglia schiude le porte di una casa alla
presenza del Signore. Niente più della preghiera di lode com-muove e muove il cuore misericordioso di Dio. Voi oggi fate dellapreghiera corale e della sua manifestazione pubblica il più fortelegame intergenerazionale e la più efficace via per la trasmis-sione della fede… Che il pellegrinaggio ridesti l’attenzione sulprotagonismo ecclesiale e sociale della famiglia, perché sia sem-pre più promossa nel Paese la cultura della vita, in ogni sua sta-gione, che è la via sicura per costruire un mondo più attento allapromozione dell’uomo e della sua dignità integrale e trascen-dentale”. Il pellegrinaggio si è concluso con la Celebrazione Eu-
caristica presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe.
DI ORSOLA ANTROPOLI
In missione nel mondo
donandoci fino alla fine; siamo chiamati adiventare Vangelo vivo tra gli uomini, a
mostrare il volto di Dio con le nostre vite,con le opere quotidiane, ad essere “lieti
nella speranza, forti nella tribolazione,perseveranti nella preghiera, solleciti per
le necessità dei fratelli, premurosi nel-l’ospitalità” e a continuare il disegno di sal-
vezza dell’uomo che Dio ha pensato findal principio e che oggi affida alle nostre
piccole “chiese domestiche”.E tra le vertigini di queste e tante altre
perle racchiuse dentro il nostro “sì”, siamoarrivati a rinnovare le nostre promesse
matrimoniali davanti a Gesù Eucaristia,presente tra noi nel momento di adora-zione che ha concluso questi due giorni di
formazione.
Non ci è stato dato nessun mandato, nonera necessario. Gesù Cristo il giorno diquel “si” ci ha scelti, chiamati e inviati,promettendoci che, con la sua Grazia, pos-
siamo essere capaci di quell’amore “sco-
nosciuto ai nostri occhi, un amoredisposto a donarsi senza chiedere nulla incambio” che Lui, sulla croce, ci ha mo-
strato e ci chiede di annunciare al mondo.
Un altro dono ci è stato fatto.Ancora una volta, tra stupore e
gratitudine, ci siamo trovati adascoltare e riscoprire l’impor-
tanza, la preziosità, la sacralitàe la potenza che il “sì”, proclamato nel
giorno delle nostre nozze in Cristo, con-tiene e si porta dietro. Il profumo dellabellezza di questo Sacramento lo ab-
biamo “annusato” attraverso la compe-tenza e la passione che trasudava dalla
coppia di coniugi Assunta e Piero DelBene, membri della commissione dioce-
sana per la revisione dei percorsi di pre-parazione al matrimonio, che hanno
condotto la due giorni di formazione pergli operatori di pastorale familiare della
diocesi tenutasi nel seminario di Capuail 15 e 16 settembre.
Gli incontri, basati su un condensato diteologia matrimoniale ed esperienza vis-suta, sono stati un excursus che, par-
tendo dalla formula del rinnovo delsacramento del Battesimo di cui si fa me-
moria all’inizio del rito del matrimonio,
ci ha portati alla scoperta dei gioiellicontenuti nello “scrigno” che ci è statodonato, col Sacramento, nel giorno dellenozze. Siamo stati condotti per mano
fino a giungere alla consapevolezza di
come, col nostro sì, Cristo ha sposato lanostra relazione, il nostro “Noi coniu-gale”, chiamandoci così a vivere, come
famiglia, la missione sacerdotale, regale
e profetica affidataci col Sacramento. Noicoppie, in quanto consacrati, quindi,siamo in missione nel mondo: chiamati
cioè a servire, a vivere il nostro amore
DI MARIANNA E LUIGI MONACO
Una due-giorni di formazione in preparazione
al sussidio diocesano per i fidanzati
In cammino con Maria
Undicesimo pellegrinaggio
delle famiglie per la famiglia
Un excursus che, partendo dal rinnovo del sacramento del Battesimo di cui si fa memoria all’inizio del rito del matrimonio, ci ha portati alla scoperta dei gioielli contenuti nello “scrigno” che ci è stato donato nel giorno delle nozze
vita consacrata 11
Sabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
Capua 16.09.2018. Celebrazione della Professione Perpetuadi 8 suore Francescane dei Sacri Cuori
Sr. Agnes, Sr. Bonefasia, Sr. Feliciana, Sr. Maria, Sr. Maria Laetitia, Sr Natalia,Sr Paola, Sr Yosefina hanno emesso i voti perpetui. Abbiamo avuto la possi-bilità di incontrare quattro delle 8 suore francescane dei Sacri Cuori che do-menica 16 settembre hanno pronunciato la Professione Perpetua.L’accoglienza in convento è stata calda e gioiosa come sempre. Insieme a
suor Paola, suor Agnes, suor Laetitia e suor Maria, ci siamo sedute intorno ad un ta-volo e, più che un’intervista, è stata unachiacchierata tra amiche che si raccon-tano un po’ della loro vita.La prima cosa che è emersa in manieraforte e coinvolgente, è stata la felicitàche traspariva dai loro occhi. Una feli-cità che proveniva dai loro cuori e cheriempiva tutta la stanza. Quando abbiamo parlato del significatodella loro professione perpetua, mihanno spiegato che il percorso per arri-varci è stato scandito da diverse profes-sioni temporanee, al massimo sette, chehanno professato negli ultimi anni. Masi era oramai compiuto il tempo diquella perpetua. “Esse desiderano corrispondere al-l’amore di Dio, scegliendo di seguireCristo Signore con la professione deiconsigli evangelici di castità, povertà eubbidienza. Desiderano rispondere cosìalla chiamata di Dio a santificarsi con lealtre Suore Francescane dei Sacri Cuori,seguendo il carisma ricevuto dall’amato
fondatore il Venerabile Servo di Dio P. Sim-pliciano della Natività”. Con queste paroleS. E. Mons. Caputo all’omelia della cele-brazione dei voti, ha descritto la sceltadelle otto sorelle.Ha poi continuato: “Gesù ci invita a se-guirlo con coraggio e con franchezza; ci in-vita a mettere in gioco tutta la nostra vitaed entrare nella logica di Dio: una logica diamore e di servizio, sino al dono totale disé, sull’esempio di Gesù. … Esse deside-rano vivere tutta la loro vita nella sequeladi Gesù, lo Sposo, offrendo la loro vita perLui, “perdendola” per la causa del Vangelo,mettendo cioè in pratica il Vangelo inmodo radicale. Facendone il progetto dellaloro vita. Esse si impegnano a vivere in castità: cosìda sentirsi libere nel cuore, per accenderlosempre più di carità verso Dio e verso tuttigli uomini.Esse si impegnano a vivere in povertà: par-tecipando alla povertà di Cristo, il quale da
ricco che era si fece povero per amore nostro, alloscopo di farci ricchi con la sua povertà… .
Esse si impegnano col voto di obbedienza: offrendo aDio, consacrando a Dio la loro volontà… unendosi inmaniera più salda e sicura alla volontà salvifica diDio… e sottomettendosi in spirito di fede ai Superioriche sono i rappresentanti di Dio; ponendosi sotto laguida dei Superiori al servizio di tutti i fratelli in Cri-sto…”.Mentre chiacchieriamo, non posso non rendermiconto di quanto le parole di Mons. Caputo si sianoincarnate nelle vite delle quattro ragazze che mi sie-dono accanto. Nei loro sguardi, nel suono delle lorovoci quando mi parlano della loro chiamata. Per chiè stata una presa di coscienza di scelte di vita già fattecon naturalezza; per chi è stato un cammino fatto diripensamenti e consigli materni; per chi un voto fattoin preghiera. Ma per tutte, nonostante i diversi puntidi partenza e le diverse strade percorse, la meta èquella del dono totale a Gesù che le riempie loro lavita di felicità.“Forse non ce ne rendiamo conto, ma il servizio che ireligiosi e le religiose rendono alla società e alle sin-gole persone è impagabile, è più prezioso di qualun-que altro, perché è il servizio essenziale, quello delsenso e della speranza. … Papa Francesco incon-trando in Vaticano a fine novembre 2013 i SuperioriGenerali ha detto parole forti: “La Chiesa deve essereattrattiva, Svegliate il mondo! Siate testimoni di unmodo diverso di fare, di agire, di vivere! È possibilevivere diversamente in questo mondo. Stiamo par-lando di uno sguardo escatologico, dei valori delRegno incarnati qui, su questa terra. Si tratta di la-sciare tutto per seguire Gesù. ... I religiosi seguonoGesù in maniera speciale, in modo profetico. Io miattendo da voi questa testimonianza. I religiosi de-vono essere uomini e donne capaci di svegliare ilmondo.” Queste le parole conclusive dell’omelia diMons. Caputo. Come non condividerle e come non riconoscerlenelle poche parole che abbiamo condiviso, in uncaldo pomeriggio con suor Paola, suor Agnese, suorLaetitia e suor Maria?Invitiamo i lettori a pregare per queste otto sorelleche hanno scelto di essere donne capaci di svegliareil mondo.
La felicità negli occhi e nel cuore
DI GIOVANNA DI BENEDETTO
22 settembre 2018La VI edizione della giornata di poesia
12 foranieSabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
SANTA MARIA C.V.
Gioca con il sorrisoper questa festa di Oratori. Iniziano così itornei e la squadra dell’Oratorio, accompa-gnati dall’animatore Michele La Cioppa, hapartecipato al torneo nazionale di Calcio a5. Martedì 4 settembre hanno partecipatoal convegno “Dalla famiglia al cortile: losport tra gioco e relazione” con relatori dispessore nazionale come: Marco Tarquinio,direttore del giornale Avvenire, EraldoPecci, commentatore Sportivo Rai, DonGionatan de marco Direttore UNTS CEI pa-storale Sport e tempo libero, e SuaEcc.Mons. Carlo Mazza e l’avvocato Giu-seppe Dessì, presidente Nazionale Anspi,il quale nel suo intervento precisava che“l’Anspi non nasce solo per fare sport, maper permettere a tutti di giocare. Nel pome-riggio di martedì 4 settembre i ragazzi sonostati accompagnati per una visita turisticaall’Italia in Miniatura. Mercoledì 5 settem-bre l’Oratorio si concede una serata disten-siva visitando Cesenatico, dove non si puònon gustare una saporita piadina. La rasse-gna si conclude nella mattinata di giovedì 6settembre con la celebrazione della SantaMessa allo stadio Enrico Nanni di Bellaria,presieduta da Don Luigi Pellegrini, assi-stente nazionale, durante la quale invitavatutti i partecipanti a portare i frutti raccoltinei propri territori e nelle proprie parroc-chie. Dopo la celebrazione Eucaristica,sono seguite la sfilata e le premiazioni. Ilpresidente nazionale, Avv. Giuseppe Dessì,ha premiato i cinque ragazzi per aver par-tecipato al corso di Educatore sportivo, lasquadra per essere arrivati al terzo postonel torneo di Calcio a 5, categoria Juniores,e l’intero Oratorio francescano Madonnadelle Grazie. Al rientro a casa, per i giova-nissimi sammaritani è tempo di ritornarealle attività dell’oratorio, sotto l’occhio sem-pre attento del parroco Padre Giovan Giu-seppe.
L’Oratorio francescano Madonna delleGrazie di Santa Maria Capua Vetere ha vis-suto, dal 2 al 6 settembre, un’esperienzaunica. Costituitosi a febbraio, ha parteci-pato alla rassegna annuale dell’ANSPI (As-sociazione Nazionale San Paolo Italia)“Gioca con il sorriso”, che ogni anno si tienea Bellaria e raggruppa oratori di tutto il ter-ritorio nazionale. L’ANSPI è un’associa-zione che raggruppa oratori e circoligiovanili, si propone di educare social-mente, civilmente e cristianamente tutticoloro che partecipano agli oratori e ai cir-coli attraverso iniziative nel campo forma-tivo e ricreativo. E una delle iniziative sitiene da anni proprio a Bellaria, giungendoalla 38ª edizione della manifestazione. De-siderato dai ragazzi, dai catechisti e dallefamiglie, condiviso dai frati e dal parroco,Padre Giovangiuseppe Cecere, l’oratorioin questi pochi mesi ha vissuto momentiimportanti. Un gruppo di giovani, si met-tono in gioco e senza non poche difficoltàrealizzano il Campo Estivo 2018, “I viaggidi Gulliver”. Passa così l’estate e un grupporistretto di animatori viene scelto dal par-roco per continuare l’esperienza formativaa Bellaria: Martina della Corte, ValentinoPalmiero, Roberta Tamburrino, MicheleLa Cioppa, Alessia Madonna e FrancescoLa Cioppa, insieme ai ragazzi della squa-dra di calcio Pietro Tamburrino, LucaTamburrino, Luca Giordano, GaetanoGiordano, Francesco Giordano, Gian-luca Nuzzo, Andrea Salzillo e VincenzoLiberti, al mister Nino ed alcuni loro geni-tori alle ore 6:00 di domenica 2 settembrepartono per la provincia di Rimini. Ad at-tenderli a Bellaria c’era un clima di festa edi gioia sia per i ragazzi che arrivavanodopo tante ore di viaggio (8 ore) sia perl’ambiente circostante che ogni anno acco-glie con una felicità contagiosa tutta Italia
Sabato 22 settembre, alle ore 20.00, si tiene la gior-nata della poesia che è giunta alla sua sesta edi-zione. L’organizzazione vede ancora unite la ProLoco, Sport e vita, il gruppo teatrale Vitulaccio ’89che sin dalla prima ora hanno creduto in questa
iniziativa e continuano a coltivarla. Alla riscoperta deiportoni, quest’anno la location prescelta è quella di VicoAppio Claudio. Qui, come in ogni portone, si respira iltempo che fu, qui si acciuffa la nostra storia, qui si rinven-gono le nostre radici, qui si spandono forse ancora i pro-fumi di una volta. È un evento culturale, partito in sordina,che va riscuotendo però un crescente interesse e una par-tecipazione che si fa più diffusa. “Le cose della vita”, è iltema prescelto. Finita l’estate, si è ritornati alla ferialitàdell’esistenza, si ritorna a frugare tra le cose di sempre, do-vendo fare i conti con lo zig-zag dell’umore, mentre iltempo veloce scala una marcia. Riprendiamo il contattocon il nostro piccolo mondo che ci gira intorno. Le cose egli oggetti di sempre, nella loro costante usualità, nellaloro asfissiante presenza, finiscono ai nostri occhi per sca-dere nell’indifferenza. Per il poeta quelle stesse cose,quelle che per noi ormai sono inespressive, sono fontivive di ispirazione. Una sedia, un tavolo, le scale, lo spec-chio, la nebbia, la candela, il caffè: tutto viene portatosull’altare della metrica. È il prodigio del verso che ac-cende l’anima. Leggi, ti fermi, ci pensi … e ogni volta fini-sci per condividere le parole di quel testo. “Come fa unpoeta a mettere nei versi, che sono suoi, i fatti che sonomiei?”, ti chiedi. Talvolta, leggendo un verso, una parola,un accento, sussultiamo sentendoci descritti, sentendoche le sue gioie erano le nostre gioie, le sue ferite le nostre,le sue paure le nostre, Quante volte all’inizio di una gior-nata, ci troviamo già stanchi, già annoiati, non aspettiamopiù nulla, sempre le stesse cose che ci guardano, non cisembra che valga neppure la pena iniziare la mattinata.Anche noi, in quei momenti più bui o annoiati, atten-diamo che qualcosa avvenga: restiamo in attesa di queltrasalimento, di un’ondata improvvisa di vita, del mira-colo che si proclama e che fa nuove tutte le cose. Sono gliaccadimenti quotidiani, una nuova amicizia o un inna-moramento, o un regalo, o magari ancora un sorriso, incui tutto ricomincia, in cui tutta la routine scompare, incui il buio si illumina e finalmente ci mette “nel mezzo diuna verità”. Il poeta dà vita a quei momenti, a quelle cose,e riesce a farceli amare! Si spazia, come ogni anno tra Au-tori italiani, stranieri, napoletani, alcuni più familiari, altrimeno noti, anche poeti contemporanei viventi. La decla-mazione, da parte dei componenti le associazioni, vieneaccompagnata da musicisti e dalla buona musica concanzoni anch’esse lasciate alla bella ugola delle signoreappartenenti agli stessi gruppi organizzatori. L’arte ri-chiama naturalmente l’arte. Un gustoso buffet suggella laconclusione della serata.
DI DOMENICO CUCCARI
Oratorio francescano Madonna delle Grazie
DI VALENTINO PALMIERO
u Capua
Le cose della vita
13foranieSabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
CASAGIOVE Casagiove, un augurio da parte di tutti
Circa quattro anni fa, hanno fatto illoro ingresso nella Parrocchia MariaSS. delle Vittorie di Casagiove, inco-raggiate dall’allora parroco DonGennaro Fusco, tre Suore della Con-
gregazione delle Suore Catechiste del sacroCuore: Suor Rosanna Faragone, Suor JulianaUto Hurint e Suor Aliança Mendonça. Subito,fin dal loro arrivo, sono state attivamente im-pegnate nella Parrocchia di Santa Maria dellaVittoria di Casagiove e in quella di San Vito diErcole di Caserta. Fondatrice di questa Con-gregazione è stata Madre Giulia Salzano no-stra conterranea e originaria di Santa MariaCapua Vetere. La comunità religiosa operanella città di Casoria già dal 1905, per conti-nuare ancora oggi in Italia e nel Mondo,l’opera della fondatrice che, ispirata da un Ca-risma specifico, dedicò la sua vita a far cono-scere, amare e servire Dio attraversol’annuncio del Vangelo. Loro compito princi-pale è quello di formare ragazzi, giovani eadulti. Suor Juliana e Suor Aliança essendo
provette musiciste, hanno messo su un belcoro parrocchiale. Suor Rosanna, invece, si èpreoccupata della Liturgia. Sempre pronte adaiutare tutti nel bisogno, sono entrate benpresto nel cuore dei fedeli. Il regalo più belloche le nostre tre Suore hanno fatto alla Comu-nità di Cuccagna è stato quello di aprire unbel asilo situato nell’oratorio della “Cascina”.La Madre generale, Suor Roberta Branco, è ve-nuta da Roma a visitarci spesso e a portare atutti e alle consorelle la sua parola materna,spronando l’intera Comunità a fare sempremeglio con l’aiuto del Signore. La gioia piùgrande l’abbiamo avuta il 30 giugno u.s. Dopoil loro percorso preparatorio, Suor Juliana eSuor Aliança, insieme ad altre dieci profes-sande, hanno fatto la loro Professione Perpe-tua. E’ stato questo un giorno memorabileperché è la prima volta che nel Duomo diSanta Maria Capua Vetere si è svolta una ceri-monia toccante come questa. Nella Cattedralegremita di fedeli, provenienti da varie località,e addobbata alla perfezione, le dodici suoretutte straniere, hanno fatto la loro professionesolenne. Tutta la celebrazione, officiata dal
Vescovo S.E. Monsignor Salvatore Visco coa-diuvato da altri sacerdoti, è stata accompa-gnata da canti scelti, eseguiti per l’occasionedal coro di Suore della stessa Congrezione.La cerimonia è iniziata con una danza indo-nesiana, in costume tipico, in onore delleSuore. Il tutto è culminato con la Professioneai piedi dell’altare dove, davanti a Sua Eccel-lenza, alla Madre Generale, a Suor Rosanna,alla Superiora della Casa di Casoria Suor Ber-tilla, la Vicaria Suor Chiara e la Segretaria Ai-leen, tutte hanno pronunciato il loro “SI”.Pregnante il discorso fatto da Sua Eccellenza,dalla Madre Generale Suor Roberta e toccantii ringraziamenti da parte di Suor Aliança eSuor Julita, visibilmente commosse. Dopo lacelebrazione, tutti ci siamo trasferiti in un cor-tile adiacente al Duomo dove insieme ab-biamo festeggiato, in modo molto sobrio, lenuove entrate nella Congregazione, l’augurioda parte di tutti è che tutte possano vivere inpieno la promessa fatta con la benedizionedel Signore.
Si allarga la famiglia delle Suore Catechiste del Sacro CuoreDI ZAIRA GROTTOLA
Stiamo per iniziare un nuovoanno pastorale. Un tempoper crescere nella fede echiedere al Signore -con leparole del nostro Arcive-
scovo- che “ci renda uomini e donnedi preghiera che sperimentano quo-tidianamente l’intimità divina, ciaiuti a costruire la nostra casa spiri-tuale sulla Roccia che è Gesù, ci dial’insegnamento evangelico con ri-spettosa, adeguata parola e limpidatestimonianza di vita. ...superando ilnostro egoismo e i nostri personali-smi per vivere come Lui vuole”.
Così in questa prospettiva, la nostracomunità delle Parrocchie di CapuaCentro si prepara a rinnovare l’impe-gno di attuare l’assiduità all’ascoltodella Parola, che prende forma nellacatechesi sistematica e comunitaria,la partecipazione e l’esperienza euca-ristica settimanale, la preghiera co-stante, la carità fraterna nei bisogniattuali.Un nuovo anno pastorale è sempreun’occasione speciale che il Signoreci offre per sperimentare la sua me-ravigliosa presenza nella nostra vita.Il trascorrere del tempo visto se-condo tali lenti non è uno sterile sus-seguirsi di eventi che si rincorrono
senza significato, al contrario èun’occasione di grazia per accorgerciche la nostra vita con la sua bellezzae le sue profonde contraddizioni èamata fortemente da Dio. Le proposte formative che ci impe-gniamo a vivere sono state discussedal 18 al 21 settembre dalle cinqueCommissioni del CPP (Catechesi, Li-turgia, Carità, Giovani e Famiglia). Illavoro svolto è partito da una riletturadel Programma Pastorale alla lucedegli Orientamenti del Vescovo edelle esigenze della Comunità. Avràla sua conclusione nel CPP di lunedì24 settembre, durante il quale le di-verse proposte confluiranno nel-l’unico Programma Pastorale2018-2019.In esso ognuno di noi potrà coglierenel corso dell’anno ciò che è su “mi-
sura della propria vita” e scegliere diprovare a compiere un cammino difede che lo aiuti a riscoprire la bel-lezza della propria esistenza. E’ que-sta l’occasione per introdurre il verboTrasfigurare che, in linea con il Con-vegno di Firenze, ci chiama a tra-smettere ad ogni vicino il volto diCristo attraverso la nostra esistenza,la nostra bellezza interiore. La pro-spettiva entro la quale muovere que-sti nuovi passi è sempre la stessa:insieme costruire comunità, insiemecamminare e incontrare i fratelli,quelli vicini ma anche i lontani. Perconsolidare relazioni belle tra di noici fermeremo a Cena al Centro Mo-mo’s, perché la mensa è il luogo pri-vilegiato per fare amicizia, costruirefraternità.
u Capua
DI LUCIA CASAVOLA
Costruire insieme
Un nuovo anno pastorale per la camunità delle Parrocchie Capua Centro
14 eventiSabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
Incarnazione della fede nel servizio
Per l’anno 2018 – 2019 in accordo col nostro Arcivescovo, si pro-porrà per la formazione dei nostri operatori pastorali, solo ilterzo anno (Incarnazione della fede nel servizio pastorale),del programma triennale previsto dal progetto diocesano e inatto oramai da alcuni anni e incontri di approfondimento (Mo-
duli) per coloro che anno terminato il percorso triennale (vedi pro-gramma)Quegli operatori delle parrocchie che l’anno scorso hanno frequentato ilII anno, inizieranno il terzo anno Mercoledì 10 ottobre (vedi pro-gramma).Questo non preclude la partecipazione a coloro che pur non essendo in-teressati ad un percorso completo (triennale – con attestazione arcivesco-vile finale), fossero interessati invece a dei singoli corsi (area pastorale –
biblica – liturgica – caritativa) previsti dal programma in atto dalla Scuoladi Base. Nell’anno pastorale adveniente in sintonia col progetto formativoper operatori pastorali proposto dalla Conferenza Episcopale Campana“Formazione al Servizio Ecclesiale” (FSE), (in realtà molto simile a quellogià attuato in Diocesi) si elaborerà un percorso su elementi suggeriti dalFSE e dall’esperienza settennale oramai da noi acquisita.Considerando che tale iniziativa è un aiuto che la Diocesi intende dare acoloro che svolgono un ruolo di servizio nelle nostre comunità parroc-chiali, gruppi o movimenti, tutti ci auguriamo che queste riflessioni, ap-profondimenti e condivisione, ci portino ad una maggiore comprensionedella nostra fede e favorire una più autentica testimonianza.Il Direttore: don Francesco Duonnolo La Segretaria: Suor Miriam Bo
DI DON FRANCESCO DUONNOLO
Arcidiocesi di Capua
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Scuola di Base – Formazione Teologico Pastorale
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La scuola di Base si rivolge non solo agli
operatori pastorali già impegnati nelle
varie attività ecclesiali, ma anche a tutti
coloro che desiderano approfondire la
propria fede.
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Ha la durata di tre anni e si articola in tre
moduli:
I. Il Mistero di Cristo vissuto nella Co-
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mento della Chiesa Cattolica
III. Incarnazione della Fede nel servizio
pastorale.
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Sac. Giuseppe Sciorio e-mail: [email protected]
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Docente: Sac Girolamo Capuano e-mail: [email protected]
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Un nuovo inizio per l’Istituto di Scienze Reli-giose Interdiocesano “Ss. Apostoli Pietro ePaolo” con sede a Capua. Venerdì 28 set-tembre 2018, alle ore 17.30 presso l’AulaMagna “Card. Alfonso Capecelatro”, si svol-
gerà la solenne inaugurazione seguitadalla Lectio Magistralis tenuta dalRev.Do Prof. Giuseppe Lorizio Ordinariodi Teologia Fondamentale (PontificiaUniversità Lateranense) dal titolo “GliI.S.S.R. frontiere della Teologia fra pas-sato e futuro”. Il Direttore Rev.do Prof.Emilio Nappa, a nome del Moderatore S.E. Mons. Giovanni D’Alise e dei VescoviOrdinari della Provincia di Caserta, èlieto di invitare tutti a partecipare. Nellanostra Provincia gli Istituti di Scienze Re-ligiose passano da tre ad uno (CasertaCapua e Aversa), questo permetterà di
DI ANNAMARIA MEDUGNO
CAPUA - ISTITUTOSUPERIORE DISCIENZERELIGIOSE“SS. APOSTOLIPIETRO EPAOLO”
Lectio Magistralis e Solenne inaugurazione continuare la peculiare attività didat-tica basata sullo studio della teologiae delle scienze umane e teologiche. Ciauguriamo che il continuo di tutte leattività favorisca un risveglio delle co-scienze per meglio sostenere le re-sponsabilità cristiane.
Sabato 22 settembreore 20.00 con ingressosimbolico di 1 €, ilMuseo Provinciale
Campano inaugura la primamostra del ciclo “CapuaFuori Capua” la Chiesa di S.Maria Assunta in Pago delVallo di Lauro. Interverrannoall’evento il Direttore delMuseo Campano Mario Ce-sarano, il Presidente dellaProvincia di Caserta GiorgioMagliocca, il Cons.Delegato ai BB. CC.Provincia di Ca-serta Luigi De Cri-stofaro, ilPresidente onora-rio Museo Cam-pano monsignorGiuseppe Centore,il Sindaco di CapuaEduardo Centore,
il Sindaco di Pago del Vallo diLauro Antonio Mercogliano.Il Museo Campano costitui-sce un grande attrattore cul-turale, nonché unostraordinario strumento disviluppo economico, capacedi contribuire al rilancio ealla crescita sociale dell’in-tera Terra di Lavoro. Renderefruibile tutte le opere e le suecollezioni rappresenta unatestimonianza culturale checi permette di valorizzare epromuovere l’intero territo-rio.
Giornate Europee del Patrimonio
CAPUA - MUSEOCAMPANO, L’ARTE DI CONDIVIDERE
22-23 settembre 2018DI ANNAMARIA MEDUGNO
orari messe 15Sabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
ARCIDIOCESI DI CAPUAA.C.L.I. Progetto San MarcelloC.so Gran Priorato di Malta, 22 81043 Capua (CE)P. Iva: 03234650616Reg. Trib di Santa Maria C.V.n. 764 del 22 Giugno 2010www.kairosnet.it
per contatti e pubblicità+39 338 7740103 - [email protected]
DIRETTORE RESPONSABILEAntonio Casale
CAPOREDATTOREGiovanna Di Benedetto
GRAFICAGiovanna Di Benedetto
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
Giuseppe Centore – Annamaria Medugnomons. Roberto Brunelli – Antonello GaudinoPiero Del Bene – Madre Amabile GalatàDaniele Nardi– Orsola TreppiccioneRoberto Forgillo – Giovanni Della CorteMons. Salvatore Visco - Anna MunnoAnastasia Oliviero – Maria MerolaTiberio Gracco
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"Kairòs News", tramite la Fisc (Federazione ItalianaSettimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istitutodell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Co-dice di Autodisciplina della Comunicazione Com-merciale.
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CITTÀ PARROCCHIA CHIESA
ORARI PRE
FESTIVI ORARI FESTIVI
CAPUA CAPUA CENTRO Cattedrale 18.00 8.30 11.30
CAPUA CAPUA CENTRO 17.00 -
CAPUA CAPUA CENTRO Chiesa San Domenico 19.00 -
CAPUA CAPUA CENTRO Chiesa Santi Filippo
e Giacomo - 9.30
CAPUA CAPUA CENTRO Chiesa della
Concezione - 10.30
CAPUA CAPUA CENTRO - 19.00
CAPUA CAPUA CENTRO Cappella ex Ospedale
Civile 8.15 8.45
CAPUA PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ - 19.00 10.00
CAPUA PARROCCHIA SAN GIUSEPPE - 18.00 9.00 11.00 18.30
CAPUA PARROCCHIA SAN PIETRO APOSTOLO - 18.00 9.00 11.30 18.00
CAPUA PARROCCHIA SAN PIETRO APOSTOLO Chiesa di San Lazzaro - 10.30
CAPUA PARROCCHIA SAN ROBERTO BELLARMINO - 18.30 9.30 11.00
PANTULIANO PARROCCHIA SAN GIOVANNI EVANGELISTA Chiesa San Giovanni
Evangelista 18.00 8.00 11.00
PANTULIANO PARROCCHIA SAN GIOVANNI EVANGELISTA Chiesa Santa Maria
Maddalena - 9.30
LEPORANO PARROCCHIA S. MARIA AD ROTAM MONTIUM - 17.00 9.00 17.00
CAMIGLIANO PARROCCHIA SAN NICOLA DI BARI - 18.00 9.00
VITULAZIO PARROCCHIA - 18.00 8.00 10.00
11.30 18.00
BELLONA SAN SECONDINO VESCOVO E CONFESSORE - - 7.00 9.00
11.00 18.00
TRIFLISCO PARROCCHIA DEL SS. SALVATORE Cappella SS. della Pietà 19.00 -
TRIFLISCO PARROCCHIA DEL SS. SALVATORE - - 10.00 19.00
S. ANGELO IN F. Suore 18.00 -
S. ANGELO IN F. Chiesa Madonna del
Carmelo - 8.30
S. ANGELO IN F. Chiesa
Padova - 10.00
S. ANGELO IN F. Basilica 11.30 19.00
CURTI PARROCCHIA DI CURTI Chiesa San Michele
Arcangelo 18.00 8.00 - 11.30
CURTI PARROCCHIA DI CURTI Tempio
dello Spirito Santo - 10.00 18.00
S. MARIA C.V. SANTA MARIA MAGGIORE
E SAN SIMMACO Duomo
8.00 9.00
18.30
8.00 10.00
11.30 18.30
S. MARIA C.V. SAN PIETRO APOSTOLO 19.00 9.00 11.00 19.30
S. MARIA C.V. SAN PAOLO APOSTOLO 19.00 8.00 11.30 19.30
S. MARIA C.V. 18.30 9.30 11.00 18.30
S. MARIA C.V. 18.30 8.30 10.30
S. MARIA C.V. SAN PAOLINO 18.30 9.00 11.00
S. MARIA C.V. 7.00 19.00 7.30 10.00 19.00
S. MARIA C.V. SANTA MARIA DELLE GRAZIE 7.30 19.00 7.30 10.00
11.30 19.00
S. MARIA C.V. IMMACOLATA CONCEZIONE 8.30 19.00 8.30 10.00
11.30 19.00
S. MARIA C.V. RETTORIA ANGELI CUSTODI 19.00 9.00 11.30 19.00
S. MARIA C.V. SAN VITALIANO 19.00 10.00 11.30 19.00
S. MARIA C.V. CHIESA MADRE CIMITERO 10.00
S. MARIA C.V. Suore Ancelle
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S. MARIA C.V. Suore Domenicane
di Pompei 7.15
S. MARIA C.V. Suore Vittime Espiatrici 7.30
S. MARIA C.V.
Suore Ancelle
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CASAGIOVE SAN MICHELE ARCANGELO 19.00 8.00 10.00
11.30 19.00
PORTICO
DI CASERTA SAN PIETRO APOSTOLO 19.00
8.00 10.00
11.30 19.00
MARCIANISE SANTA MARIA DELLA LIBERA 19.00 8.30 10.30 19.00
MARCIANISE SANTISSIMA ANNUNZIATA 18.30 7.00 8.30
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MARCIANISE 18.00 8.00 9.30 11.00
CASAPULLA 8.30 19.00 7.30 9.30
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CANCELLO
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MAZZAFARRO 9.30
SANTA MARIA
LA FOSSA MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO 17.00 8.00 11.30 17.00
SANTA MARIA
LA FOSSA MARIA SANTISSIMA ASSUNTA IN CIELO
Cappella in via Camino
(Poderi) 10.00
16 rubricheSabato 22 settembreo 2018 - Anno 9 n°26
Viaggio culinario
Eccoci qui! È arrivato settembre, che haportato con sé la fine dell’estate, dellevacanze, del relax e dei viaggi. Siamocon l’abbronzatura sul volto e sul corpo,ma la mente ricca di “cose da organiz-
zare”. Chi ha detto che si viaggia solo in estate espostandosi con il proprio corpo? Quest’anno viporteremo, mese dopo mese, nelle varie regionid’Italia per conoscere le loro tradizioni in cu-cina. Viaggeremo, attraverso il cibo, di città incittà, anche grazie a testimonianze di personedel posto che ringrazio, fin dal principio di que-
sto viaggio culinario.Che dirvi?! Buonviaggio … Culinario!Questo mese vi por-teremo in Sicilia.Questa regione ha
una storia millenaria: molti popoli l’hanno attra-versata e hanno lasciato il loro segno indelebile,non solo nell’arte, nella cultura, nella lingua ecc,ma anche nella cucina. Le tradizioni locali, il fol-klore, la religiosità e la creatività dei sicilianihanno fatto il resto dando vita a piatti ricchi, co-lorati, profumati e succulenti divenuti celebri nelmondo. Oltre agli ingredienti portati dai Greci,dai Romani o dagli Arabi, infatti, la Sicilia è unaregione rigogliosa e fertile che abbonda di pro-dotti di mare e di terra di altissima qualità:pesce, olio, pasta, frutta e verdura, spezie, erbearomatiche, formaggi, vini e tanto altro, trasfor-mano la tavola in un affresco che ricorda i capo-lavori variopinti degli impressionisti. Aproposito di pasta e verdure, oggi vi proponiamola ricetta della Pasta alla Norma:Le sue origini non sono certe ma è sicuramenteun piatto antico e nato dalla creatività delleclassi popolari, visto il costo contenuto degli in-gredienti. La differenza tra la pasta alla Normacatanese e la Norma messinese risiede nelle mo-dalità con cui si tagliano le melanzane, a fettenella prima versione e a cubetti nella seconda.L’origine del nome è un punto che alimenta al-meno tre diverse interpretazioni. La prima è col-legata al modo di dire “A norma” per intendereche qualcosa è fatta bene. Chi vuole, invece, cer-care l’etimologia nella storia fa risalire il nome
all’opera omonima composta dal musicista cata-nese Vincenzo Bellini che riscosse tanto suc-cesso da indurre i cittadini a dare lo stesso nomeal piatto di pasta. Infine, l’ultima versione attri-buisce l’invenzione allo scrittore e sceneggiatorecatanese Nino Martoglio (1870-1921) che definìla ricetta una “Norma” perché caratterizzatadalla perfezione.(da La Gazzetta del Gusto,lunedì 7 maggio 2018)
Ingredienti 300 g di penne250 g di melanzane150 g di ricotta salata350 g di polpa di pomodoro50 g di cipolla15 ml d'Olio Extra Vergine d'Oliva 5 foglie di basilicouno Spicchio d'agliosale e pepe q.b.
PreparazioneTagliare la melanzana a cubetti, salare legger-mente e lasciare riposare per 20 minuti circa, af-finché l’acqua che vi si trova all’interno possafuoriuscire. Fare quindi rosolare la cipolla tritatae l’aglio in una padella nella quale avrete prece-dentemente scaldato un goccio d’olio extra ver-gine d’oliva. Aggiungere la melanzana, la polpadi pomodoro, sale, pepe e cuocere per 15-20 mi-nuti circa. Nel frattempo cuocere le penne in ab-bondante acqua salata, scolare e condire con ilsugo preparato aggiungendo il basilico e la ri-cotta salata grattugiata.Buon Appetito!
DI ANASTASIA OLIVIERO
Oggi andiamo in…Sicilia
Pasta alla Norma
Tutti X Tutti
Sono stati proclamati online sul sitowww.tuttixtutti.it i 10 vincitori di Tut-tixTutti, il concorso che premia i pro-getti di utilità sociale delle parrocchie.Si è conclusa con un bilancio estrema-
mente positivo un’edizione che ha registratouna straordinaria partecipazione delle parroc-chie. Impegnativa la selezione per la giuria cheha analizzato le numerose candidature perve-nute, ben 567, sulla base dei criteri di valuta-zione, come l’utilità sociale dell’idea, lapossibilità di risolvere, grazie al progetto, pro-blematiche presenti nel tessuto sociale, la capa-cità di dare risposta a bisogni individuali e/ocollettivi della comunità di riferimento e l’even-tuale creazione di nuovi posti di lavoro.I primi tre vincitori della 8° edizione del con-corso, sono la parrocchia Santi Pietro e Paolo diCatania per il progetto denominato “Accogliere”che ha conquistato il 1° premio da € 15.000, laparrocchia Sacro Cuore in Soria di Pesaro checon “Multiservice Solidale” ha vinto il 2° premioda € 12.000 e la Parrocchia Santa Maria della Fi-ducia di Roma che si è aggiudicata il 3° premioda € 10.000 con “La Casa della Misericordia”.A seguire la parrocchia SS. Pietro e Paolo di Ver-temate con Minoprio (CO) che ha vinto il 4° pre-mio da € 8.000 per il progetto “Leali versol’umanità”, la parrocchia Cristo Re di Valderice(Tp) che ha ricevuto il 5° premio da € 6.000 con“Giochi senza sbarre …e non solo!”, la parrocchiaSan Pietro Martire di Cinisello Balsamo (MI)che si è aggiudicata il 6° premio da € 5.000 per
“Noi Nuovi Orizzonti insieme”, la parrocchiaSanta Marina Vergine di Polistena (RC) che haottenuto il 7° premio da € 4.000 per “Diamo vitaai giorni” e la parrocchia Cristo Re di Grossetoche ha ricevuto l’8° premio da € 3.000 per il pro-getto “ Orto al di là delle sbarre”. Gli ultimi due premi sono stati assegnati allaparrocchia Sacro Cuore di Gesù di Grottaferrata(RM) che ha vinto il 9° premio da € 2.000 per ilprogetto “Tutti in LabOratorio!” e alla parroc-chia San Nicola di Bari di di San Pietro a Maida(Cz) che ha ricevuto il 10° premio da € 1.000 per“Lab-Oratorio solidale”.“Siamo rimasti colpiti dalla fantasia e dallo spi-rito d’iniziativa delle parrocchie che hanno ade-rito al bando nazionale presentando progetti diutilità sociale validi e molto interessanti a soste-gno delle più diverse situazioni di disagio e fa-tica emergenti dal territorio in cui si trovano. Increscita la partecipazione complessiva al con-corso; sono ben 567, infatti, le parrocchie
iscritte all’8° edizione con migliaia di personecoinvolte e centinaia di progetti presentati. - af-ferma Matteo Calabresi, Responsabile del Servi-zio Promozione Sostegno Economico dellaChiesa cattolica- Anche quest’anno potremodare una mano alle parrocchie vincitrici contri-buendo alla realizzazione delle iniziative propo-ste, come nel caso del progetto presentato dallaParrocchia Santi Pietro e Paolo di Catania, vinci-trice del 1° premio dell’edizione 2018, che in-tende realizzare una casa d’accoglienza pernuclei familiari in difficoltà”. Per premiare l’impegno e lo sforzo organizza-tivo delle parrocchie partecipanti, il Concorso,anche quest’anno, ha previsto un contributo pertutte le parrocchie iscritte che hanno organiz-zato incontri formativi sul Sovvenire secondo icriteri indicati nel bando.
DI GIOVANNA DI BENEDETTO
1° premio a Catania, 2° premio a Pesaro e 3° premio a Roma
Proclamati online i 10 progetti di utilità sociale vincenti