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Manuale di medicina di montagna Emmanuel Cauchy e Ronand Bégoc 1 apitolo 4 TRAUMATOLOGIA BENDAGGI E IMMOBILIZZAZIONE

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Manuale di medicina di montagna Emmanuel Cauchy e Ronand Bégoc

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apitolo 4 TRAUMATOLOGIA BENDAGGI E IMMOBILIZZAZIONE

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Testa e collo

• Ferite e traumi cranici • Ferite e traumi oculari • Epistassi • Traumatismi dentari • Lussazione della mandibola

Arto inferiore • Contusione • Ematomi • Strappi muscolari • Distorsione della caviglia• Distorsine del ginocchio • Frattura • Lussazione

Arto superiore • Ematomi ungueali • Dito a martello • Distorsione e frattura delle dita Entorse • Lussazione delle dita • Distacco acromio-claveare • Frattura della clavicola • Lussazione della spalla

Generale • Ustioni • Ferite • Contusioni • Ematomi • Strappi muscolari • Distorsioni • Fratture • Lussazioni • Manovre sanitarie • Trattamento anticoagulante

Tronco

• Traumi dorsali • Fratture costali

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ENERALITA’

G

• Ustioni • Ferite • Contusioni • Ematomi • Strappi muscolari • Distorsioni • Fratture • Lussazioni • Manovre sanitarie • Trattamento anticoagulante

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STIONI

Tre criteri determinano la gravità di un’ustione:

• Il grado e la profondità dell’ustione - 1o grado: arrossamento e calore e dolore senza vesciche. - 2o grado: arrossamento, calore, dolore e comparsa di vesciche (flittene). - 3o grado: aspetto marrone – nerastro insensibile.

� La percentuale di superficie corporea colpita

- fino al 10% con interessamento di una zona sensibile (faccia, collo, mani, organi genitali o perineo). - fino al 30%, richiede un trasferimento urgente.

� L’interessamento di una zona sensibile.

- Faccia, collo, mani, organi genitali o perineo.

U

Regola del 9: per calcolare approssimativamente e rapidamente la superficie ustionata, si somma la percentuale delle zone ustionate seguendo questa figura. Ogni arto inferiore rappresenta il 18%, la testa il 9%, e ogni arto superiore il 9%, gli organi genitali l’1%, il tronco e l’addome il 36%.

Un ustionato grave si disidrata e si raffredda velocemente! In situazioni di isolamento, farlo bere e proteggerlo dal freddo +++

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erite

Le ferite che necessitano di un intervento urgente sono le seguenti:

• Ferita il cui sanguinamento abbondante e pulsante lascia presumere la lesione di una arteriola o di una arteria.

• Ferita importante del cuoio capelluto con abbondante sanguinamento. • Ferita oculare (si veda cap 2)

Le altre ferite possono aspettare qualche ora prima di essere ricucite, anche se ciò dovrebbe avvenire il più presto possibile. Certe ferite non necessitano di sutura ( ferite poco profonde, lunghe fino ad 1 cm, ferite puntiformi, dermoabrasioni e contusioni). Le ferite da morso e le ferite che risalgono a più di 12 ore, si infettano sistematicamente in caso di sutura: la cicatrizzazione con l’utilizzo di medicazioni idro-colloidali darà migliori risultati. Nelle ferite importanti e slabbrate si possono dare dei punti di avvicinamento. Alcuni metodi per trattare le ferite:

� Medicazione adesiva semplice: in caso di ferita non grave e ben posizionato può risultare sufficiente purché rinnovato ogni 2 o 3 giorni.

� Stristrip: sono delle strisce adesive autocollanti che permettono di avvicinare i

margini di piccole ferite rettilinee (coltello). Sul volto questo tipo di medicazione non aderisce corrttamente e la ferita può macerare. Affinché gli steristrip risultino efficaci, la pelle deve essere ben sgrassata e che lle strisce siano lunghe al fine di aderire a una superficie di ancoraggio sufficientemente grande.

F

Pulire bene la ferita e i bordi.

Posizionare delle strisce lunghe per aumentare la superficie di ancoraggio.

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Colla chirurgica (DERMABOND): può essere utilizzata solo su ferite lineari. Stare attenti a non utilizzare la colla in una ferita +++.

Bisogna aspettare alcuni minuti che cessi il sanguinamento affinché la colla non formi un agglomerato anti estetico ed infiammatorio. L’applicazione richiede due persone. Mentre uno tira la pelle a ognuna delle estremità della ferita, l’altro deposita un film di colla il più largo possibile con l’aiuto di un applicatore. Rinnovare l’applicazione dopo 1 minuto per ottenere due film di colla. Lasciare seccare per 5 minuti. Lasciare seccare per 5 minuti e evitare di grattarla successivamente. Questa colla è impermeabile ma è meglio evitare di bagnarla.

Come utilizzare la colla chirurgica

• Piccole ferite lineari. • Assenza di sanguinamento (aspettare che la ferita smetta di sanguinare). • Disinfettare la ferita. • Asciugare i margini. • Proteggere i punti sensibili (ad esempio gli occhi) con una garza. • Tendere le estremità per avvicinare i margini della ferita (due soccorritori). • Applicare un primo strato largo con il tampone applicatore. • Lasciare asciugare un minuto, applicare un secondo strato e lasciare asdciugare per 5

minuti. • Non applicare medicazioni perché la colla crea uno strato protettivo impermeabile. • Lasciare che la colla si elimini da sola in qualche giorno. • Se la colla dovesse cedere nelle prime 6 ore è possibile un ulteriore tentativo.

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� Sutura: esperienza e materiale adeguato sono necessarie per fare questo atto. La sutura è molto utile in caso di ferite importanti perché queste rischiano di infettarsi molto più facilmente e di cicatrizzarsi con difficoltà.

Materiale • Un paio di guanti sterili • Garze sterili • Disinfettante liquido (soluzione iodata) • Siringa da 10 ml e ago sottocutaneo • Flacone di lidocaina a 1% • Ago curvo con filo non riassorbibile e diametro 3/0 • Portaghi sterile • Pinzetta sterile • Paio di forbici sterili

Metodo

• Indossare i guanti sterili. • Disinfettare la ferita con soluzione antisettica. • Anestetizzare i bordi della ferita iniettando piccole dose di lidocaina ( massimo 1 flacone da

20 ml a 1% per un adulto). Si può anestetizzare i bordi nei punti verdi (vedi figura seguente) o iniettare direttamente nei margini all’interno della ferita (zona meno sensibile).

• Con l’aiuto di un portaaghi, infilare l’ago ricurvo dall’alto in basso uscire dall’altro lato dal basso verso l’alto.

• Annodare i fili senza forzare con due nodi piatti. • Distanziare i punti di 1 cm per chiudere tutta la ferita.

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� Suturatrice: si acquista in farmacia ed è di facile impiego. E adatta particolarmente nelle grandi ferite, soprattutto del cuoio capelluto e può essere usata anche da persone non esperte. Disinfettare correttamente la ferita anche all’interno eliminando eventuali corpi estranei. Avvicinare i margini, mantenerli a contatto con una pinza o esercitando una trazione all’estremità della ferita con il pollice. Suturare ogni 5 mm.

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ontusioni

La contusione muscolare o ossea è frequente nell’alpinismo e non rappresenta alcun fattore di gravità particolare. Bisogna saper pazientare che la guarigione avvenga da sola sapendo che questo può richiedere alcuni giorni. L’aspetto rossastro e in seguito violaceo rivela la diffusione del sangue nelle parti molli. Sfortunatamente alla volte quando la contusione è importante l’ematoma può formare una raccolta che può essere fastidiosa. Se l’utilizzo di farmaci antidolorifici e antinfiammatori può dare giovamento, unguenti e pomate antigonfiore si rivelano quasi sempre inutili. L’applicazione del freddo per qualche ora è sempre utile. L’evoluzione dal colorito bruno a giallastro è tipica di un’evoluzione positiva e indica la guarigione. Un massaggio delicato è benefico perché permette al sangue di diffondersi nei tessuti evitando la formazione di ematomi, mentre il massaggio energico è sconsigliato perché aggrava il sanguinamento.

C

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matomi

L’ematoma è una raccolta di sangue che non può essere riassorbita dai tessuti e che forma come una tasca nelle masse muscolari profonde. Quando non è molto rilevante, presto o tardi può incistarsi con la spiacevole tendenza a lasciare una tumefazione prominente che può disturbare soprattutto in certe localizzazioni (coscia, natica). Quando la raccolta è importante, è imperativo agire per evitare il formarsi di una cisti. Una valutazione ecografia delle dimensioni della posizione e il consulto di un chirurgo sono necessari ma possono aspettare alcuni giorni. In una spedizione, in caso di impotenza funzionale maggiore ( zoppia, dolore), si potrà pensare ad un rimpatrio anticipato. Il chirurgo potrebbe proporre di drenare l’ematoma per limitare il volume cicatrizziale della cisti sia con un’incisione sia con una puntura-aspirazione. Questo atto può essere ritardato di alcuni giorni.

E

• Applicazione di neve o ghiaccio per molte ore. • Massaggio delicato per qualche giorno. • Antalgici e anti-inflammatori. • Se la raccolta persiste formando una massa voluminosa, consultare un

medicoentro 8 giorni per drenare l’ematoma.

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acerazioni muscolari

La lacerazione evidenzia la rottura di un numero più o meno importante di fibre muscolari. Essa avviene in occasione di uno sforzo fisico violento sovente effettuato senza adeguato riscaldamento.

Vi sono diversi gradi di gravità:

� Stiramento: lacerazione di qualche fibra muscolare senza soluzioni di continuità.

Essa può impedirel’attività fisica senza comprometterla del tutto. Questo tipo di lesione guarisce in qualche giorno utilizzando il freddo, antinfiammatori e massaggi delicati.

� Strappo: rottura di una parte più o meno importante di un gruppo muscolare con

discontinuità. Si può apprezzare una tumefazione più o meno importante passando la mano sul muscolo colpito. L’attività fisica è compromessa e il trattamento sarà lungo, utilizzando alle volte la fisioterapia e alle volte la chirurgia. In caso di spedizione il rimpatrio anticipato è consigliabile. Il polpaccio, la coscia o il bicipide sono sedi frequenti di questo tipo di lesione.

L

Diversi gradi di lacerazione muscolare

• Riposo. • Antalgici e antinfiammatori. • Pomata antinfiammatoria. • Massaggio delicato. • Visita specialistica entro 8 giorni se lo strappo è importante con impotenza e perdita

di continuità percepita sulla massa muscolare.

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istorsioni

La distorsione è il risultato di una sollecitazione esagerata e forzata di un’articolazione. Colpisce gli elementi vitali dell’articolazione e cioé:

• i legamenti, che mantengono in sede le estremità di ossa vicine; • la capsula articolare che contiene il liquido sinoviale; • le superfici cartilaginee che sono a contatto; • i menischi di alcune articolazioni (ginocchio, anca, spalla).

Le articolazioni più sovente colpite in montagna sono le caviglie, le ginocchia, il collo, le spalle, i gomiti, i polsi e le dita.

� La distorsione benigna è semplicemente una distensione dei legamenti. Si rivela con un’impotenza parziale che non impedisce la funzione articolare. Solo il dolore che rimane sopportabile limita l’utilizzo dell’articolazione. Guarisce senza sequela in alcune settimane.

� La distorsione di media gravità evidenzia la lacerazione parziale delle fibre dei legamenti. E più dolorosa e impedisce l’utilizzo dell’articolazione colpita. L’edema è in generale più importante. Non c’è una totale rottura del legamento e anche se la guarigione può essere lunga e incompleta, questo tipo di distorsione non giustifica a priori alcun intervento chirurgico. Si differenzia dalla distorsione grave dall’assenza di lassità totale dell’articolazione. La totale guarigione può richiedere molti mesi.

D

Indipendentemente dallo stadio di gravità della distorsione ci sono 5 regole di gestione devono essere rispettate per limitare l’edema, evitare l’aggravamento alleviare il dolore :

• Compressione : bendaggio serrato per ridurre l’edema • Sollevamento dell’arto per limitare l’edema • Raffreddamento: applicazione di eve o ghiaccio • Riposo: evitare di sollecitare l’articolazione colpita • Trattamento del dolore: assumere antalgici o/e antinfiammatori

• Compressione – Sollevamento – riposo – raffreddamento – antalgici. • Strapping o steccatura. • Durata: da 1 a 3 settimane.

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� La distorsione grave è caratterizzata da una rottura di uno o più legamenti dell’articolazione, rendendola completamente instabile e di conseguenza inutilizzabile. Può essere associata a rotture della capsula articolare, a lesioni delle superfici cartilaginei articolari o dei menischi. Il legamento, invece di rompersi può strappare il frammento di osso su cui si inserisce. Frequente è l’emartrosi cioè un versamento ematico nell’articolazine. L’esame obiettivo rivelerà la presenza di una lassità e di un’instabilità. La distorsione grave necessita di un parere specialistico in breve tempo perché richiede un’attenzione particolare e più tardivamente un eventuale ricorso alla chirurgia.

• Compressione – Sollevamento – riposo – raffreddamento – antalgici +/-

antinfiammatori. • Immobilizzazione: steccatura o gesso/resina. • Durata: da 45 giorni a 3 mesi.

• Compressione – Sollevamento – riposo – raffreddamento – antalgici +/-

antinfiammatori. • Immobilizzazione: steccatura o gesso/resina. • Durata: da 3 a 12 mesi +/- chirurgia.

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ratture

Traumatismo frequente, la frattura è molto invalidante quando capita in montagna. Un immobilizzazione sul campo è a volte necessaria.

� Le fratture composte: i frammenti dell’osso sono contigui.

� Le fratture composte esposte: i frammenti di osso hanno perforato la pelle

aprendo una porta ai microbi.

� Le fratture scomposte: i frammenti ossei non sono più contigui; c’è una deformazione dell’arto con sensazioni di mobilità e una tumefazione.

F

• Immobilizzazione (bloccando l’articolazione a monte e a valle). • Sollevamento dell’arto interessato. • Anticoagulanti (enoxaparina) se si tratta della frattura di un arto inferiore con

divieto di carico. • Antalgici per trattare il dolore (paracetamolo, tramadolo, morfinici).

• Immobilizzazione (bloccando l’articolazione a monte e a valle). • Sollevamento dell’arto interessato. • Anticoagulanti (enoxaparina) se si tratta della frattura di un arto inferiore con

divieto di carico. • Antalgici per trattare il dolore (paracetamolo, tramadolo, morfinici). • Lavaggio, disinfezione con iodio e bendaggio della ferita. • Antibiotici +++ (amoxicillina o ciprofloxacina).

• Riallineamento per quanto possibile secondo l’asse principale dell’arto. Questa

manovra che è dolorosa e richiede una vera competenza sanitaria deve essere effettuata su terreno se la medicalizzazione non è possibile nelle ore successive. È consigliabile somministrare un antidolorifico potente (morfinico) 15 minuti prima della manovra.

• Immobilizzazione (bloccando l’articolazione a monte e a valle). • Sollevamento dell’arto interessato. • Anticoagulanti (enoxaparina) se si tratta della frattura di un arto inferiore con

divieto di carico. • Antalgici per trattare il dolore.

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ussazioni

Si tratta della perdita di contatto tra due elementi ossei di una stessa articolazione. Riposizionare i segmenti ossei – riduzione – nella posizione originale è la condotta appropriata. Sul profilo medico legale, la riduzione è di competenza sanitaria, ma in ambiente ostile il non intervenire può avere delle gravi conseguenze sia sulla vitalità dell’arto sia sul piano logistico (autonomia della persona). Questa manovra può essere compiuta da un soccorritore esperto a condizione che nessuna struttura sanitaria possa essere raggiunta in un intervallo ragionevole (molte ore) e in asssenza di apporto sanguigno nella parte distale dell’arto lussato (ricerca dei polsi periferici). Il soccorritore deve avere il consenso del paziente e in caso di insuccesso non bisogna insistere. La riduzione consiste nel trazionare lungo l’asse per riallineare l’articolazione. E più facile praticare questa manovra il più presto possibile dopo una premedicazione sedativa e antalgica. Le articolazione più coinvolte sono la spalla, il gomito, la rotula e le dita (si veda la fine del capitolo).

L

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anovre sanitarie

Iniezione sottocutanea (SC) Il gesto è semplice e può essere realizzato senza alcun pericolo. La via sottocutanea permette di iniettare un anticoagulante per evitare la trombosi in caso di frattura o di immobilizzazione degli arti inferiori. Essa permette inoltre di iniettare degli antidolorifici potenti o dei cortisonici in assenza di altre possibilità. I prodotti iniettati per via sottocutanea impiegano un pò più di tempo ad agire rispetto alla via intramuscolare ma la loro iniezione è generalmente meno dolorosa.

M

Iniezione sottocutanea • Utilizzare un ago sottocutaneo fine da 3 a 4 cm e di diametro 31 Gauge (ago

arancione). • Disinfettare la pelle nel luogo prescelto. • Eliminare l’aria dalla siringa orientando l’ago verso l’alto. • Sollevare la piega della pelle tra il pollice e l’indice (sul ventre, sulla natica o la

coscia). • Infiggere l’ago tangenzialmente per un centimetro. • Iniettare il prodotto lentamente.

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Iniezione intramuscolare (IM) La tecnica è meno facile ma può essere imparata facilmente. Il prodotto viene assorbito più rapidamente nell’organismo e diventa attivo in 10-15 minuti. In caso di urgenza, è la via di iniezione da preferire qualora non ci sia abilitazione alla tecnica endovenosa. Consente di somministare ad esempio dei cortisonici in caso di edema cerebrale d’alta quota, farmaci contro il vomito, farmaci antinfiammatori, farmaci contro il dolore ecc…

• Riempire la siringa con il prodotto da iniettare. • Eliminare l’aria dalla siringa orientando l’ago verso l’alto. • Scegliere un ago intramuscolare lungo da 5 a 7 centimetri e di diametro 20 gauge

(ago verde). • Immaginare di dividere in quattro quadranti uguali (o con un pennarello) la natica

destra o sinistra del paziente. • Disinfettare la pelle nel punto prescelto per l’iniezione. • L’ago deve essere piantato verticalmente, fino al cono, nel quadrante supero

esterno della natica, per essere sicuro di essere nel muscolo (etichetta del jeans). • è anche possibile effettuare un intramuscolare nella faccia esterna della spalla o nel

bordo laterale della coscia. In questi due casi l’ago può essere infisso fino a metà della sua lunghezza.

« étiquette du Jean »

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Bendaggio a croce E l’unico mezzo per mantenere in sede una medicazione, soprattutto a livello di una articolazione. L’altra soluzione è di utilizzare una rete elastica (retlast).

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rattamento anticoagulante

T Anticoagulante (EBPM: Eparina Basso Peso Molecolare) Quando l’appoggio su una gamba è impossibilitato il rischio di formazione di un trombo nelle vene profonde della gamba è elevato, soprattutto in alta quota dove il sangue è più denso (disidratazione e poliglobulia). L’anticoagulante è indicato perché diminuisce efficacemente la comparsa di flebiti (si veda capitolo 3) e quindi dell’embolia polmonare. E disponibile sotto forma di piccole iniezioni da somministrare una volta al giorno fino alla ripresa dell’appoggio sulla gamba. Metodo Disinfettare la pelle, sollevare una piega cutanea all’altezza della faccia anteriore della coscia o della parete addominale. Infiggere trasversalmente nella zona sottocutanea ed iniettare. La dose indicata nel caso di immobilizzazione di un arto inferiore è da 0,2 a 0,4 ml al giorno in relazione al peso corporeo. Malgrado che il dosaggio delle piastrine sia impossibile nel corso di una spedizione, si considera che il rischio aumentato dall’altezza di sviluppare una trombo flebite supera largamente quello, molto più raro di avere una carenza di piastrine.

Per iniettare SC l’anticoagulante vengono scelte di preferenza le zone dove il pannicolo adiposo è più rappresentato!

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rattamento del dolore

Gestire il dolore in ambiente estrospedaliero richiede delle competenze particolari che un medico può acquisire avendone la possibilità. Per il non medico l’azione del freddo è la sola alternativa possibileper la gestione del dolore. La diminuzione della pressione parziale dell’ossigeno, l’isolamento e la mancanza di sicurezza impediscono il ricorso ai pesanti farmaci anestetici abitualmente utilizzati negli interventi sulla strada ed in generale in situazione preospedaliera.

T

Anestesia intrafocale La tecnica di anestesia nel focolaio è poco utilizzata in emergenza a causa delle altre tecniche di anestesia presenti in ospedale. Trova il suo utilizzo in situazione extraospedaliera e in corso di spedizione per ridurre un afrattura scomposta. Tecnica Iniettare sterilmente lidocaina a 1% (al massimo 40 ml) direttamente al focolaio di frattura per tentare la riduzione nei minuti successivi. E essenziale il rispetto delle norme di asepsi.

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L’analgesia locoregionale attraverso blocchi plessici E riservata ad anestesisti e rianimatori o a medici esperti nel settore. Le numerose tecniche possibile non sono qui descritte ma sono raccomandate per la loro efficacia nella sedazione del dolore e per la durata dell’azione che permette di migliorare la qualità del rimpatrio delle vittime.

Analgesia-sedazione per via generale Questa tecnica è possibile ma deve essere attuata con la più grande prudenza da un anestesista o da un medico esperto in urgenza. Deve rispettare le seguenti regole: 1° Disponibilità di ossigeno, di un pallone di Ambu e di un saturimetro. 2° Acclimatazione della vittima all’alta quota (soggiorno di più settimane alla stessa quota e mai al di sopra dei 5000 metri). 3° Somministrazione farmaci a piccole dosi: l’utilizzo di boli è sconsigliato. 4° utilizzare farmaci antagonizzabili: flumazenil, naloxone… Poiché la ketamina non ha antidoti si adotterà l’atropina per contrastare gli effetti secondari (iperscialorrea). I soli prodotti raccomandati sono il midazolam, la ketamina e alcuni morfinosimili.

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ESTA E COLLO

T

Testa e collo

Ferite e traumi cranici • Cosa fare • Ferite del cuoio capelluto • Trauma cervicale Ferite e traumi dell’occhio • Edema e ferite palpebrali • Emorragia sottocongiuntivale • Segni di allarme Sangue dal naso • Epistassi • Tamponamento Traumi dentari • Ascesso • Caduta o lussazione • Frattura • Anestesia • Estrazione Lussazione della mandibola

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erite e traumi cranici

Il trauma cranico è frequente in montagna. E sempre consigliabile indossare un casco. E difficile valutare questo incidente, ma differenti elementi possono aiutare per un corretto riconoscimanto :

• Fattori evidenti: – Violenza del colpo (caduta da molti metri, dimensioni del corpo contundente

ecc… ). – Immediata perdita di coscienza. – Vasta ferita emorragica. – Vomito a getto.

• Fattori soggettivi, più determinanti ma sovente più tardivi:

– Persistente perdita di coscienza. – Turbe del comportamento o turbe neurologiche (disturbi della vista, alterata

funzionalità di un arto ecc…). – Emorragia dall’orecchio o dal naso. – Vomiti più tardivi dopo un intervallo libero. – Cefalee importanti. – Agitazione incontrollabile o anormale sonnolenza.

La posizione in cui si può far sdraiare il ferito deve essere scelta in funzione dello stato di coscienza.

• Se cosciente, si preferisce la posizione semi seduta per diminuire la pressione intracranica.

• Se incosciente, si preferisce la posizione laterale di sicurezza (PLS), poiché il rischio di inalazione è elevato in caso di vomito.

F

Ferito cosciente

Ferito inconsciente

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I traumi cranici possono essere classificati in modo semplice seguendo questo schema per avere un’idea della condotta da tenere, dell’urgenza, della sorveglianza, del trasporto ecc…

Ferito cosciente

Respiro spontaneo

Risponde in

modo coerente

Ferito cosciente

Respiro

spontaneo

Frasi incoerenti

Ferito

incosciente

Non respira

Non reagisce agli stimoli dolorosi.

Ferito poco cosciente

Respiro rallentato

Rantola e

reagisce agli stimoli

neurologici.

Sorveglianza molto accurata. Evacuazione urgente.

Attenta sorveglianza. Posizione semi seduta. Evacuazione per sorveglianza in ambiente ospedaliero.

Riposo e sorveglianza. Antalgici minori in caso di mal di testa.

Evacuazione urgente o manovre di rianimazione.

Ogni traumatizzato cranico potrebbe presentare una frattura cervicale: attenzione a queste vertebre!

• Ogni traumatizzato cranico lieve può scompensarsi nelle ore successive: bisogna dunque

sorvegliarlo!

• Una ferita del cuoio capelluto sanguina molto, bisogna dunque realizzare in fretta un bendaggio compressivo di fortuna !

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Ferite del cuoio capelluto Una ferita del cuoio capelluto sanguina molto: non agitarsi e controllare l’emorragia con la compresione manuale. Una suturatrice permette di chiudere una ferita che sanguina molto. Usatela senza indugio.

Un berretto molto stretto è un mezzo eccellente per gestire un bendaggio compressivo sulla testa. Anche il freddo può essere utile.

Un bendaggio sulla testa non durano molto e sono difficili da sopportare. Su questo tipo di ferite, utilizzare una rete semplice e leggera.

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Trauma cervicale Bisogna sempre sospettare una frattura delle vertebre cervicali in caso di trauma al collo e al cranio. Anche in assenza di segni classici (paralisi, tetraplegia), bisogna essere molto prudenti. È indispensabile saper riconoscere altri segnali più discreti: formicolii alle dita o dolori irradiati alle spalle.

I fronte al minimo dubbio è meglio attivarsi per posizionare un collare cervicale con i mezzi a disposizione in casi dubbi e prima che appaiano segni evidenti. D

Attenzione all’asse collo-testa che deve essere rispettato senza movimenti di rotazione, flessione ed estensione. Se non si ha un collare cervicale si può confezionarne uno con una stecca Sam Splint o con carta di giornale!

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erite e traumi oculari

I traumi oculari possono provocare lesioni gravi. Edema o ferita delle palpebre con ecchimosi (occhio nero) Le feriti sono difficili da superare e devono essere gestite da un medico esperto con materiale adatto. Le ecchimosi regrediscono in una settimana con l’applicazione di garze umide e la somministrazione di antinfiammatori. Emorragia sottocongiuntivale E sovente associata alla ferita o all’edema della palpebra e si caratterizza per una macchia rossa nella congiuntiva. Queste lesioni, brutte a vedersi, guariscono spontaneamente in una o due settimane senza un particolare trattamento.

F

Lesioni gravi che bisogna sapere diagnosticare ed evacuare quando :

� La pupilla è dilatata e asimmetrica rispetto all’occhio sano � L’occhio è molle, ipotonico � Vi sono delle turbe importanti della vista (visione doppia, cecità) � La mobilità dell’occhio è alterata o impossibile rispetto a quello sano

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raumi dentari

E’ buona norma di prudenza, prima di partire per un trekking o una spedizione consultare il vostro dentista per individuare le carie, i potenziali ascessi o un dente da consolidare. In questo caso correrete pochi rischi di problemi dentari acuti al di là delle lesioni dovute a dei traumi. In assenza di un precedente consulto e soffrite di mal di denti, molto spesso si tratta di un ascesso in formazione. Ascesso Si tratta di un’infiammazione della radice che evolve in una raccolta purulenta. Assumere antidolorifici e sperare che l’ascesso si incisti il più rapidamente possibile. A volte può drenarsi spontaneamente in bocca e ciò dona sollievo. Il dentista consiglierà antibiotico per raffreddare l’ascesso e un antiffiammatorio per diminuire il gonfiore. Lussazione o caduta di un dente Nel caso di un traumatismo facciale violento, non è raro perdere un dente senza che si rompa. Il dente può restare in mano o spostarsi nella sua sede. Lavarlo sotto l’acqua senza fregarlo per non rovinare le fibre strappate alla sua base. Se sarà riposizionato i breve tempo maggiori saranno le possibilità di un reinserimento spontaneo. Riposizionarlo nella buona posizione ed esercitare una posizione continua per più di un quarto d’ora.

T

• Antalgici e antinfiammatori a base di cortisone (DELTACORTENE 5 mg). • Compresse umide o bustine di infusione. • Bendaggio oculare. • Antibiotici: amoxicillina (VELAMOX) o ciprofuroxacina (CIPROXIN) in caso di lesione

grave ed evacuazione del ferito.

• Antidolorifico minore o maggiore se il dolore è importante. • Antibiotico in caso di ascesso (amoxicillina per 6 giorni o azitromicina per 3

giorni). • Antinfiammatorio (chetoprofene) in associazione all’antibiotico.

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Evitare i cibi duri per almeno 48 ore. Se non è possibile riposizionarlo correttamente conservarlo con cura nella bocca senza inghiottirlo o custodirlo in una garza umida per rimetterlo in sede appena possibile. Un dente rotto alla base non potrà essere reinserito.

Frattura Solo un dentista è in grado di intervenire. Comunque, un amalgama provvisorio può servire da medicazione. Si tratta di una pasta che si posiziona sulla parte del dente rotto. È indispensabile al rientro in patria consultare un dentista per pulire il dente e rifare il lavoro correttamente. Estrazione (in riquadro rosso) In spedizione o in trekking capita spesso di incontrare dei locali che chiedono di estrarre dei denti in cattivo stato. Tocca al medico valutare la necessità di curare queste persone. È però preferibile non intervenire in assenza di una certa pratica e se non si dispone dell’attrezzatura necessaria. In caso di intervento, bisogna sapere che i denti cariati si rompono facilamente e se il dente viene estratto facilmente non bisogna dimenticare di esercitare una compressione per almeno un’ora per controllare il sanguinamento (fare mordere una garza!). Anestesia dentaria (in riquadro rosso) L’anestesia di una parte della gengiva è possibile usando un ago molto fine (ago di anestesia dentaria o ago per intradermo-reazione). Si può utilizzare lo stesso prodotto anestetico delle ferite cutanee: lidocaina a 1 % (meglio se con adrenalina!). L’anestesia del nervo mandibolare anteriore è un gesto facilmente realizzabile ad opera di un medico anche non esperto.

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Sangue dal naso o epistassi Traumatismi e alta quota possono essere cause di sanguinamento dal naso. In riquadro arancione

Perché con la testa all’indietro il sangue si raccoglie in faringe, dando una falsa impressione di guarigione. Pinzare il naso con forza!

Tamponare Introdurre profondamente il tampone in fondo alla narice sanguinante. Del cotone, un angolo di fazzoletto o meglio una garza possono servire, ma esistono delle garze grasse che aumentano di volume ca contatto col sangue (tipo Merocel).

Non inclinare la testa indietro!

Il tampone deve essere infilato bene in fondo alla narice e lasciato per almeno 24 ore

NO

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ussazione della mandibola

È fortunatamente un evento raro ma molto fastidioso che capita durante uno sbadiglio troppo pronunciato o ridendo o addentando il cibo. Per avere una possibilità di metterla a posto, bisogna cercare di far assumere un antidolorifico potente e un miorilassante alla persona almeno quindici minuti prima del tentativo (cosa non facile perché la lussazione impedisce la deglutizione). Si fa sedere il paziente in una posizione inferiore rispetto all’operatore facendo attenzione che la testa sia bloccata perché non possa piegarla all’indietro o abbassarla durante la manovra. Dopo aver posizionato i due pollici in fondo alla bocca del paziente sugli ultimi molari da ogni lato l’operatore deve prima spingere energicamente verso il basso e in un secondo tempo all’indietro. Indossare dei guanti per evitare morsicature!

L

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RTO SUPERIORE

A

Arto superiore

• Ematomi ungueali • Dito a martello • Distorsione e frattura delle dita • Lussazione delle dita • Distacco acromio-claveare • Frattura della clavicola • Lussazione della spalla

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matoma ungueale

Una raccolta di sangue si forma sotto l’unghia a causa di urti ripetuti (calzatura troppo corta che comprime l’alluce) o in seguito ad un traumatismo violento (schiacciamento di un dito a causa di una pietra o di una martellata…). Questo trauma guarisce quasi sempre ma il dolore può essere insopportabile, pulsante e particolarmente doloroso durante la notte per anche 48 ore.

E

- Assumere degli antalgici e aspettare stoicamente che il dolore si attenui. Provvedere ad un drenaggio con l’aiuto di una graffetta arroventata. Questo metodo pressoché indolore se la raccolta di sangue è abbastanza importante fornisce un immediato sollievo.

Arroventare la punta di una graffetta evitando di scottarsi, ed in seguito forare l’unghia al centro della raccolta ematica sottostante. La graffetta attraversa la superficie dell’unghia bruciandola in una frazione di secondo e si raffredda istantaneamente a contatto dell’ematoma che, sottopressione, si svuota alleviando rapidamente il dolore. Successivamente posizionare il dito dentro una garza umida per completare lo svuotamento. L’unghia si annerirà e si distaccherà alcune settimane più tardi sotto la spinta dell’unghia nuova.

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ito a martello

Un trauma leggero può bastare a volte per provocare la rottura del tendine estensore. Questo evento da al dito un aspetto adunco con un cedimento dell’ultima falange. È dunque impossibile distendere quest’ultima. E fondamentale mantenere il dito in estensione forzata con una stecca se si vuole dare al tendine la possibilità di reinserirsi spontaneamente. Questa immobilizzazione non dovrà mai essere rimossa per almeno 6 settimane, neanche per pochi minuti. Successivamente un ortopedico dovrà essere consultato per controllare la cicatrizzazione. La probabilità di guarigione sarà del 50%. Un cucchiaino può diventare una stecca adatta. L’ultima falange deve essere ben riposizionata perché la steccatura sia efficace.

D

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istorsione o frattura delle dita

In caso di distorsione il miglior modo per immobilizzare un dito è quello di utilizzare il dito vicino come una stecca naturale. Questa manovra viene definita una sindattilia. Essa è indicata anche per le microfratture. Si può utilizzare una piccola benda elastica ma ancor meglio servirsi di una benda adesiva (ELASTOPLAST) coprendo completamente le dita per evitare una possibile eccessiva compressione. Posizionare una garza tra le due dita per migliorare il confort e limitare la macerazione. È bene utilizzare due spessori rigidi per evitare il cedimento del bendaggio e soprattutto non stringere eccessivamente! Senza radiografie la diagnosi di frattura non è possibile ma anche immobilizzare un dito su una stecca rigida troppo a lungo provoca delle rigidità articolari.

D

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istorsione del pollice

Questa lesione colpisce di frequente gli sciatori e la causa è il lacciolo del bastoncino. La rottura parziale o completa del legamento laterale interno dell’articolazione metacarpo-falangea (base del pollice) provoca dolore, gonfiore e una impotenza funzionale del pollice. Il movimento di pinza con le altre dita è difficoltoso. Se il legamento è parzialmente stirato senza rottura la distorsione può essere curata sia con un bendaggio da tenere da tre a sei settimane in base alla gravità, sia con una stecca con velcro (come si trova in commercio). Quando il legamento è rotto si ha una lassità importante. In questo caso un intervento di sutura è da prevedere nei giorni successivi. Nell’attesa, utilizzare il freddo per diminuire l’edema e non lasciare pendere per evitare che si gonfi.

D

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ussazione di un dito

Ogni lussazione di una falange deve essere ridotta “a caldo” sul terreno rispettando il metodo trazione e riduzione. Si possono avere delle sequele da non sottovalutare se l’articolazione faringea resta lussata per diversi giorni. Per evitare che il dito scivoli dalla mano dell’operatore arrotolare un pezzo di tessuto intorno alla falange da trattare. Una volta ridotta la lussazione, l’articolazione deve essere immobilizzata per 4 settimane utilizzando il metodo della sindattilia.

L

• Trazione e allineamento. • Applicazione di neve o ghiaccio per alcune ore. • Eventuali antalgici. • Immobilizzazione da 8 a 10 giorni e successivamente sindattilia per 4

settimane.

Lussazione laterale di un dito con sindattilia.

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rattura o contusione della mano

Quando una mano è gravemente lesa, che si tratti di contusione o frattura, la tecnica della boccia è il metodo di immobilizzazione meno pericoloso. Permette di dare sollievo alla vittima rispettando una posizione la più neutra possibile per l’insieme delle ossa della mano. La boccia può essere fatta con una benda, della carta o con un calzino.

F

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raumi del polso

Una caduta di lato o all’indietro che avvenga in snowboard o semplicemente scivolando sul ghiaccio, provoca il riflesso di attutire la caduta con la mano e quindi dei frequenti traumi al polso. Il grado di dolore o tumefazione non è indice di una frattura o di una frattura-lussazione. La deformità importante porta a supporlo ma solo la radiografia sarà determinante. Nell’attesa la condotta da tenere è raffreddare l’infiammazione e immobilizzare il polso con una stecca E.Bone o una doccia in resina. Bisogna in seguito portare la vittima ad un centro medico. In assenza di questi materiali si può utilizzare un giornale o un pezzo di materassino.

T

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ottura del bicipite

La rottura muscolare è molto rara a livello dell’arto superiore ad eccezione del bicipite. Una sensazione di strappo o di schiocco può capitare durante uno sforzo violento di flessione. Clinicamente si osserva come una palla dolorosa nella parte alta del bicipite e la flessione è difficile o impossibile. La rottura del bicipite non è operabile, ma è difficile continuare l’attività fisica.

R

La rottura totale o parziale del bicipite genera una tumefazione con impotenza muscolare.

• Mettere a riposo il muscolo dentro ad un foulard.

• Antidolorifici e antinfiammatori.

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42

istorsione e frattura del gomito

Durante un trekking o una spedizione, un gomito molto doloroso e infiammato deve essere immobilizzato con una steccatura posteriore in gesso o in resina avendo cura di lasciare libera la faccia anteriore. In assenza di questi materiali, nell’attesa di una evacuazione della vittima, mettere il braccio al collo. Valutare il braccio dopo qualche giorno per verificare che la lesione non sia una semplice contusione perché l’immobilizzazione deve durare il meno possibile. Se la deformazione è importante e ogni movimento è impossibile è probabile che il gomito sia lussato (lussazione posteriore o della testa radiale). L’indicazione per una riduzione deve essere valutata in rapporto alla lontananza da un centro medico.

D

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ussazione del gomito

E piuttosto frequente e consiste nella perdita di allineamento dell’articolazione. Generalmente è dolorosa, impedisce ogni movimento impedendo ogni attività. Alcune lussazioni possono essere ridotte a caldo. Malgrado che nelle nostre montagne si raccomandi di non intervenire sul posto ma di portare le vittime il più rapidamente possibile verso un centro medico, nello scenario particolare dell’alta montagna, si considera che una riduzione debba essere tentata se i soccorsi medicalizzati non possono essere raggiunti in giornata. Si preconizza la riduzione a caldo se vi sono delle turbe sensitive a valle della lussazione con una sparizione del polso periferico. Le manovre di riduzione devono rispettare una prima fase di trazione seguita da un successivo riallineamento. Se dopo tre tentativi non hanno risolto il problema, è consigliabile non insistere per non provocare altri danni.

Sono proposte due manovre per la riduzione.

L

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Tecnica più usata: Una mano deve uncinare con forza la testa del olecrano mentre l’altra mano spinge il braccio all’indietro.

Tecnica di riduzione per una lussazione posteriore del gomito.

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istacco della spalla

Una caduta sulla spalla provoca molto spesso una lesione chiamata distacco acromio-claveare. A essere colpita è l’articolazione tra la clavicola e la scapola. Il distacco è evidente se si scatena un dolore violento appoggiando una mano sull’articolazione. Il trattamento in un ambiente ostile si fonda sullo strapping (uso di cerotti anaelastici per bendaggio funzionale) e gli antidolorifici. Esistono 3 stadi di distacco

D

stadio 3 «tasto di pianoforte»

• Stadio 1: dolore senza spostamento: strapping per 3 settimane. • Stadio 2: dolore con leggera risalita della clavicola (distacco parziale del legamento acromio-

coracoide): strapping per 45 giorni. Operazione da valutare. • Stadio 3: dolore con risalita e distacco totale della clavicola con un aspetto da «tasto da

pianoforte». Intervento chirurgico da prevedere.

Strapping semplice utilizzando poco materiale (da privilegiare in spedizione).

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Strapping della spalla per distacco importante dello stadio 3

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rattura della clavicola

La frattura della clavicola è un evento frequente e manifesta se la pressione delle dita sull’asse della clavicola provoca un dolore vivo. La maggior parte delle fratture alla clavicola non sono operabili. In montagna, bisogna prendere degli antidolorifici e immobilizzare facendo un bendaggio clavicolare, realizzabile con una semplice sciarpa (in farmacia si trovano dei bendaggi clavicolari più confortevoli). Questa immobilizzazione deve essere tenuta giorno e notte per un mese. Anche se non c’è urgenza, è consigliabile fare una radiografia di controllo e consultare uno specialista.

F

Realizzazione di un bendaggio clavicolare con una striscia di tessuto o una sciarpa, da indossare sopra una maglietta per evitare sfregamenti sulla pelle.

La vittima deve pensare a gonfiare il torace e spingere le spalle all’indietro affinché i

frammenti ossei si riallineino.

La maggior parte delle volte la clavicola si frattura nella parte centrale.

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ussazione della spalla

La lussazione della spalla è frequente e dolorosa. In questo caso il ferito non può distendere il braccio lungo il corpo. Se la riduzione non è impossibile, si può aiutarlo con uno zaino ben imbottito da posizionare sotto l’ascella.

L

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Prima tecnica proposta per cercare di ridurre una lussazione della spalla sul terreno senza forzare: Verificare sempre la presenza del polso radiale e l’esistenza di deficit neurologici (formicolii, anestesia nel braccio o sulla spalla). In questo caso la riduzione della lussazione è urgente. Chiedere al ferito di rilassarsi e trazionare progressivamente il braccio allo zenith. Questa tecnica può essere effettuata senza aiuto.

Un’altra tecnica, più classica, consiste nel trazionare progressivamente il braccio lungo l’asse descritto in questa immagine. Può essere utile farsi aiutare da un assistente che faccia passare un lenzuolo intorno al collo e lo controtrazioni nell’altro senso.

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Frattura della clavicola, del braccio o dell’avambraccio, lussazione del gomito o della spalla: ecco un metodo molto pratico per immobilizzare la spalla con la giacca a vento.

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RONCO

T Tronco Trauma dorsale Mobilizzazione Ked Fratture costali Strapping

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rauma dorsale

I traumi dorsali si rivelano spesso come contusioni muscolari dolorose ma senza gravità a lungo termine. Bisogna sempre sospettare l’associazione di fratture costali o vertebrali che possono sovente avere conseguenze drammatiche. Mobilizzare una vertebra fratturata può danneggiare il midollo spinale e provocare dei deficit neurologici irreversibili. Per semplificare possiamo classificare i traumi dorsali in tre categorie: � Le contusioni muscolari. � Le contusioni muscolari con fratture del rachide. � Le contusioni muscolari con fratture del rachide e disturbi neurologici. In corso di spedizione sapere se la vertebra è fratturata non è facile in assenza di radiografia. Tutti devono quindi imparare a riconoscere i segni di presunzione. Non bisogna mai spostare il ferito senza rispettare le regole di mobilizzazione di un trauma del rachide. � Essere abbastanza numerosi per spostare o gestione della vittima. � Effettuare le manovre di trazione. � Mai effettuare movimenti di rotazione (mantenere il paziente sempre sullo steso asse). � Trasportare la vittima su un piano duro rigido (scala, porta, materasso a depressione,

KED*…).

T

Antalgici: paracetamolo, tramadolo +/- morfinici. Antinfiammatori : chetoprofene. Miorilassanti: diazepam.

� Dolore acuto alla pressione (che si ricerca appoggiando le dita su ogni processo

spinoso lungo la colonna vertebrale). � Constatazione di una paralisi completa o incompleta degli arti inferiori. � Constatazione di disturbi di sensibilità agli arti inferiori. � Dolore intenso al dorso quando il ferito è in piedi.

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NO

SI

In tre per un adolescente

In quattro per un adulto

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Il Kendrix Engine Device (KED) è un sistema

rigido di contenzione che permette di mantenere il rachide cervicale, dorsale e

lombare sullo stesso asse.

Quando il KED è posizionato, la vittima può essere spostata e vericellata senza pericolo.

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rattura costale

la frattura costale è molto invalidante. Il dolore è aumentato dal movimento che impedisce l’esercizio fisico. Il posizionamento di uno strapping (uso di cerotti anaelastici per bendaggio funzionale) può dare sollievo. Altre volte è meglio senza. Antidolorifici e pazienza sono la miglior cura. Quando un frammento osseo ferisce il polmone sopravviene una netta difficoltà respiratoria con aumento della frequenza. Diventa urgente somministrare ossigeno e evacuare la vittima. In corso di spedizione, il cassone iperbarico può migliorare i sintomi e limitare temporaneamente la difficoltà respiratoria.

F

Strapping costale

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RTO INFERIORE

A Arto inferiore Traumi al piede

– Sindattilia – Stecca

Traumi alla caviglia – Distorsione – Strapping – Steccobenda

Traumi alla gamba – Strappi muscolari – Frattura – Frattura con spostamento

Traumi del ginocchio – Distorsione – Strapping – Frattura – Lussazione della rotula

Traumi della coscia – Strappi muscolari – Frattura del femore

Traumi dell’anca – Lussazione

Frattura del bacino

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raumi al piede

Contusione e fratture del piede La diagnosi della frattura delle ossa del piede, a seguito di un movimento forzato o ad opera di un oggetto proiettato è difficile da apprezzare. La condotta da tenere in prima istanza è la seguente:

• Se il dolore resta localizzato ad un dito confezionare una sindattilia. • Se interessa l’avampiede o il tallone mettere il piede in elevazione per 24, 48 ore. • Raffreddare con ghiaccio o neve. • Antidolorifici e antinfiammatori. • Effettuare un appoggio prudente. Se il dolore è rilevante pensare ad una frattura e immobilizzare tutta la caviglia con una stecca di fortuna o una doccia in resina. La vittima deve essere evacuata e bisogna evitare di appoggiare il piede fino all’effettuazione della radiografia. In questo caso iniziare un trattamento anticoagulante.

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raumi alla caviglia

Distorsione Lesione molto frequente in escursioni, puòIl legamento laterale interno è quello più sovente lesionato.

Quando l’edema è modesto ed è ancora possibile camminare, significa che il legamento è semplicemente stirato. È una

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� Compressione: bendaggio stretto (evitando il laccio) per ridurre l’edema. � Sollevare l’arto. � Raffreddare con neve o ghiaccio sulla� Riposo: evitare di sollecitare l’articolazione. � Trattamento del dolore: assumere

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i alla caviglia

esione molto frequente in escursioni, può avere diversi stadi di gravità. erale interno è quello più sovente lesionato.

Quando l’edema è modesto ed è ancora possibile camminare, significa che il legamento È una distorsione benigna: strapping per 1 a 3 settimane.

Compressione: bendaggio stretto (evitando il laccio) per ridurre l’edema.

Raffreddare con neve o ghiaccio sulla parte colpita. Riposo: evitare di sollecitare l’articolazione. Trattamento del dolore: assumere antidolorifici o/e antinfiammatori

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Quando l’edema è modesto ed è ancora possibile camminare, significa che il legamento : strapping per 1 a 3 settimane.

Compressione: bendaggio stretto (evitando il laccio) per ridurre l’edema.

antinfiammatori.

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Quando l’edema simula un uovo di piccione e l’appoggio del piede è impossibile, significa che il legamento è parzialmente strappato. È una distorione grave (stadio 2): stecca bivalva con velcro e uso delle stampelle sono inevitabili (si consiglia l’evacuazione). L’immobilizzazione è sovente inevitabile per immobilizzare una grave distorsione o una frattura. A seconda dei mezzi a disposizione si può realizzare una stecca di fortuna o una doccia. Antalgici e antinfiammatori sono fortemente consigliati. La resina ha sostituito il gesso, meno solido, e che sopporta male l’umidità. La regola è di non confezionare mai una steccobenda circolare e chiusa perché in caso di edema da compressione vi è necessità di una sega elettrica per tagliare la resina o il gesso. Bisogna sempre associare un trattamento anticoagulante in caso di immobilizzazione della gamba.

• Mettere guanti di protezione. • Mettere un pezzo di stoffa o un calzino sull’arto colpito. • Aggiungere uno strato circolare di cotone. • Posizionare 4 strati di bendaggio in resina ripiegati su se stessi.

Doccia posteriore solida realizzata in gesso o resina per una frattura o un distorsione grave del piede o della caviglia.

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raumi della gamba

Frattura Una frattura di gamba deve essere trattata con delicatezza perché è molto dolorosa. E facilmente riconoscibile per l’impossibilità di appoggiare la gamba ferita.

Frattura scomposta della gamba Riduzione La procedura di riduzione risponde sempre allo stesso principio : «trazione – rotazione – allineamento». La manovra è molto meno dolorosa quando un medico esperto può effettuare una anestesia intrafocale, una anestesia locoregionale o una analgesia con sedazione per via generale. In emergenza, in assenza di medico e se i soccorritori non possono intervenire, bisognerà comunque rimettere in asse l’arto fratturato prima del rimpatrio.

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Mobilizzazione e immobilizzazione di fortuna.

� Immobilizzazione: con stecca di fortuna (Sam Split) o doccia posteriore (gesso o resina).

� Sollevamento dell’arto per limitare l’edema. � Raffreddare con neve o ghiaccio. � Antidolorifici e antinfiammatori. � Anticoagulanti.

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Strappo del polpaccio Colpisce i muscoli gemelli della loggia posteriore del polpaccio che hanno un ruolo importante per l’estensione della caviglia e dunque per il cammino. Lo strappo o lo stiramento che avviene nel corso di una sollecitazione fisica importante provoca un dolore violento descritto come un colpo di coltello. Alla palpazione si può facilmente riscontrare una tumefazione dolorosa. La condotta da tenere è la seguente:

• Raffreddare con neve o ghiaccio. • Riposo o cammino con un bastone. • Confezionare uno spessore nella scarpa per limitare la sollecitazione del

muscolo. • Antalgici e antinfiammatori. • Massaggi delicati.

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raumi del ginocchio

Distorsione La distorsione è frequente in montagna e sovente incompatibile con l’attività fisica. E definita da una rottura parziale o totale di uno o più legamenti che formano l’articolazione del ginocchio. Può essere associata a una lesione degli altri elementi che costituiscono questa articolazione (menischi, cartilagine, capsual articolare, rotula). Vengono definiti 3 livelli di gravità:

� Livello 1: distensione e dolore modesti senza versamento intraarticolare (il ginocchio non è gonfio). E ancora possibile camminare per brevi distanze.

� Livello 2: rottura e dolore rilevanti senza versamento intraarticolare. È difficile camminare anche su brevi distanze.

� Livello 3: rottura totale di uno o più legamenti con versamento intraarticolare instabilità e lassità del ginocchio. È impossibile camminare.

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Livello 1 Antalgico – Antinfiammatorio – Freddo – Strapping per 3 settimane. Livello 2 Antalgico – Antinfiammatorio – Freddo – Strapping per 6 settimane o stecca semirigida. Livello 3 Antalgico – Antinfiammatorio – Freddo – stecca semi-rigida – Consulto medico entro 15 giorni.

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Frattura

• Si immobilizza in posizione rettilinea con 5 o 10% di flessione con una doccia posteriore (gesso, resina o stecca di fortuna).

• L’appoggio al suolo non è consentito. • Il trattamento anticoagulante è indispensabile. • Antiffiammatori e antalgici sono consigliati.

Le steccobende circolari di ancoraggio (in blu scuro) non devono essere troppo strette per non fare da laccio. Le steccobende di contenzione laterali (in azzurro) possono essere meno elastiche. Le steccobende incrociate bianche devono essere elastiche (Elastoplast).

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Lussazione della rotula Colpisce spesso il sesso femminile con legamenti iperlassi. In caso di caduta o di movimento forzato la rotula si sposta lateralmente il più sovente all’esterno della sua sede. Il ginocchio si trova così in flessione irriducibile iperalgica. È una delle lussazione più facili da ridurre; bisogna spingere energicamente la rotula con i pollici per produrre un effetto di bascula tenendo la gamba estesa.

Rotula basculante – Riduzione con i due pollici

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rauma del femore

Frattura E molto dolorosa e la diagnosi non pone problemi poiché vi è un deformazione importante della coscia, in posizione anomala. Se è presente un medico esperto, si raccomanda un’analgesia sedazione o un blocco plessico per mobilizzare e condizionare la vittima. Se la deformazione non è evidente ma sono presenti il dolore e una posizione anomala può trattarsi di una frattura del collo del femore (più rara nei giovani) o di una lussazione di anca. Vista la frequenza di frattura di femori viene qui descritta il metodo di presa in carico detto metodo Pépin. Tale metodo può essere utilizzato sulle piste di sci per installare un ferito in un materasso a depressione. Può anche essere effettuato in una spedizione per spostare e condizionare la vittima su un piano duro di fortuna (scala o porta con zaino sotto le ginocchia). Condizionamento e riduzione secondo il metodo Pépin.

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Trazionare con forza la coscia lungo l’asse unendo le due mani dietro le ginocchia.

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Lussazione dell’anca Fortunatamente è un trauma più raro e i sintomi assomigliano a quelli della frattura del femore. All’ispezione della coscia, ci si può rendere conto che non vi è né deformazione né aumento del volume della coscia. D’altra parte la rotazione esterna dell’arto evoca sia una frattura del collo del femore sia una lussazione di anca. Per queste due lesioni bisogna evacuare il ferito poiché è molto difficile ridurre in urgenza una lussazione di anca con l’utilizzo di forti sedativi. Inoltre senza radiografia, la differenza con una frattura di collo di femore non è evidente.

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rauma del bacino

Frattura

La frattura di bacino può essere modesta, ma quando è importante il rischio per morte di emorragia interna è elevato. L’evacuazione del ferito in urgenza è imperativa e il solo gesto da tentare in assenza di medico è quello di stringere con forza un lenzuolo o un capo d’abbigliamento attorno al bacino della vittima per limitare l’emorragia interna.

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Les fractures du bassin sont connues pour entraîner