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APPELLI ALLA PAURA Le evidenze mostrano che la valutazione del coping risulta un predittore più potente dell'azione precauzionale rispetto alla percezione di minaccia e che i processi di controllo della paura possono interferire con la motivazione precauzionale e si raccomanda prudenza e un impiego limitato di appelli alla paura nella promozione della salute. Sembra probabile che l'attivazione della paura abbia un ruolo meno importante nel motivare un'azione preventiva rispetto alla percezione di efficacia dell'azione e di autoefficacia. Inoltre la percezione dell'importanza personale può essere fondamentale nell'impatto emotivo e cognitivo delle informazioni minacciose. Le campagne sulla salute pubblica spesso combinano messaggi di minaccia e benessere con la raccomandazione ad adottare misure di protezione. Questa pratica si fonda sull'assunzione implicita relativa agli effetti dell'attivazione della paura e della percezione di minaccia sulla presa di decisione e sull'azione. Le revisioni di efficacia degli interventi non hanno identificato la paura tra le caratteristiche che permettono di distinguere tra interventi efficaci e non efficaci e nonostante questo i messaggi che suscitano paura continuano ad essere impiegati per la promozione della paura. L'appello alla paura è una comunicazione persuasiva che tenta di suscitare paura al fine di promuovere una motivazione precauzionale e azioni di autoprotezione. L'attivazione della paura è uno stato emotivo spiacevole innescato dalla percezione di stimoli minacciosi. Si presume che tali stati comportino eccitazione fisiologica e motivino risposte cognitive, affettive e comportamentali a ridurre la minaccia e a diminuire o eliminare la paura. Fornisce due tipi di informazioni: tentativo di suscitare paura presentando una minaccia alla quale il destinatario è suscettibile e raccomandazione di azioni protettive che può essere presentata come efficace per neutralizzare la minaccia e facile da eseguire. Per paura si intende una reazione emotiva interna composta da dimensioni psicologiche e fisiologiche che possono essere suscitate quando viene percepita una minaccia seria e personalmente rilevante, per appello alla paura una comunicazione persuasiva che cerca di spaventare le persone al fine di cambiare i loro atteggiamenti evocando le conseguenze negative che si verificheranno se non rispetteranno le raccomandazioni del messaggio.

Appelli Alla Paura

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APPELLI ALLA PAURA

Le evidenze mostrano che la valutazione del coping risulta un predittore pi potente dell'azione precauzionale rispetto alla percezione di minaccia e che i processi di controllo della paura possono interferire con la motivazione precauzionale e si raccomanda prudenza e un impiego limitato di appelli alla paura nella promozione della salute. Sembra probabile che l'attivazione della paura abbia un ruolo meno importante nel motivare un'azione preventiva rispetto alla percezione di efficacia dell'azione e di autoefficacia. Inoltre la percezione dell'importanza personale pu essere fondamentale nell'impatto emotivo e cognitivo delle informazioni minacciose.

Le campagne sulla salute pubblica spesso combinano messaggi di minaccia e benessere con la raccomandazione ad adottare misure di protezione. Questa pratica si fonda sull'assunzione implicita relativa agli effetti dell'attivazione della paura e della percezione di minaccia sulla presa di decisione e sull'azione. Le revisioni di efficacia degli interventi non hanno identificato la paura tra le caratteristiche che permettono di distinguere tra interventi efficaci e non efficaci e nonostante questo i messaggi che suscitano paura continuano ad essere impiegati per la promozione della paura.

L'appello alla paura una comunicazione persuasiva che tenta di suscitare paura al fine di promuovere una motivazione precauzionale e azioni di autoprotezione. L'attivazione della paura uno stato emotivo spiacevole innescato dalla percezione di stimoli minacciosi. Si presume che tali stati comportino eccitazione fisiologica e motivino risposte cognitive, affettive e comportamentali a ridurre la minaccia e a diminuire o eliminare la paura. Fornisce due tipi di informazioni: tentativo di suscitare paura presentando una minaccia alla quale il destinatario suscettibile e raccomandazione di azioni protettive che pu essere presentata come efficace per neutralizzare la minaccia e facile da eseguire.

Per paura si intende una reazione emotiva interna composta da dimensioni psicologiche e fisiologiche che possono essere suscitate quando viene percepita una minaccia seria e personalmente rilevante, per appello alla paura una comunicazione persuasiva che cerca di spaventare le persone al fine di cambiare i loro atteggiamenti evocando le conseguenze negative che si verificheranno se non rispetteranno le raccomandazioni del messaggio.

La paura comunemente pensata come una guida semplice che spinge le persone a seguire le richieste del persuasore, uno spiacevole stato psicologico che le persone sono motivate a ridurre, quando il messaggio fornisce raccomandazioni al fine di alleviare la paura le persone accettano la raccomandazione e modificano il comportamento.

La ricerca sull'attivazione di paura prende avvio nel 1953 con il classico esperimento di Janis e Feshbach sull'igiene orale, partirono dall'ipotesi in base alla quale la paura aumenta l'accettazione del messaggio, fu visto invece che elevati livelli di paura non causavano l'effetto persuasivo che si determinava con livelli medi di induzione di paura, relazione a U rovesciata dove moderati livelli di attivazione di paura, definiti da fattori personali e contestuali, determinano massima persuasione. Alti livelli avviano processi difensivi che interferiscono con l'accettazione del messaggio, in questo caso il comportamento rischioso rimane invariato o potr intensificarsi. Il supporto empirico a questo modello debole e la relazione curvilineare stata osservata raramente.

Leventhal ha affermato la necessit di una maggiore enfasi sugli antecedenti cognitivi dell'azione di autoprotezione, si d un ruolo minore alla motivazione e agli stati emotivi e introduce con il suo modello delle risposte parallele il concetto di valutazione della minaccia come mediatore tra lo stimolo ambientale e il comportamento. Si abbandona l'idea che la paura sia un necessario antecedente della risposta comportamentale al pericolo e si d rilievo alla valutazione cognitiva della minaccia che porta a due processi indipendenti:

Controllo della paura: implica risposte volte a ridurre la tensione emotiva spiacevole attivata dal fear appeal, genera rassicurazione tramite la negazione della minaccia o la deroga, non adattivo in quanto non scongiura la minaccia.

Controllo del pericolo: vengono valutate le possibili strategie di fronteggiamento della minaccia e dal quale dipende l'accettazione del messaggio persuasivo, si riferisce a processi cognitivi orientati alla minaccia presentata piuttosto che alla paura evocata, le risposte possono sollecitare un'azione protettiva. E' adattiva.

Le risposte del controllo del pericolo e della paura possono operare in modo indipendente ma una pu dominare sull'altra.

L'attivazione della paura non deve precedere i processi di controllo del pericolo che stanno alla base delle motivazioni precauzionali, la paura pu accelerare i processi alla base delle motivazioni precauzionali e la paura pu accelerare i processi focalizzati sulle emozioni che possono compromettere la motivazione precauzionale.

Questo modello ha dato un ruolo fondamentale al processo di valutazione cognitiva degli appelli alla paura e ha distinto fra risposte cognitive ed emotive ma non esplicita le condizioni in cui i due processi vengono messi in atto e interagiscono fra loro n come gli individui selezionino un processo piuttosto che l'altro. Partendo dalla revisione di questo modello Rogers elabora la Teoria della Motivazione a Proteggersi specificando i processi di valutazione cognitiva che precedono la tendenza all'azione. Rogers per primo fornisce la definizione di due componenti che possono motivare l'individuo all'azione protettiva in un messaggio persuasivo con attivazione di paura. Due dimensioni relative alla valutazione della minaccia (percezione di gravit e percezione della probabilit che la minaccia si realizzi) e due dimensioni relative alla valutazione del coping (efficacia della risposta raccomandata e autoefficacia). Le valutazioni si combinano interagendo in modo da sviluppare la motivazione a proteggersi che attiva, sostiene e dirige l'azione. La motivazione a proteggersi operazionalizzata come una misura dell'intenzione.

La revisione della teoria incorpora due costrutti aggiuntivi: i benefici alle risposte disfunzionali e i costi associati alle risposte adattive. Con queste due componenti Rogers ridefinisce il suo modello come un modello basato sull'atteggiamento.

Gli studi non hanno trovato notevole sostegno alla relazione fra percezione della minaccia e persuasione ma hanno visto che alti livelli di gravit e vulnerabilit percepita inducano maggiori effetti persuasivi a condizione che l'azione raccomandata venga considerata dal soggetto efficace per fronteggiare la minaccia. Autoefficacia, costo della risposta adattiva e intenzione sono forti predittori del comportamento corrente e futuro. Le componenti di efficacia risultano pi forti determinanti dell'azione protettiva rispetto alla percezione di minaccia. Sono le percezioni delle precauzioni stesse che sembrano essere le maggiori determinanti dell'azione protettiva. La percezione di minaccia in assenza di alta autoefficacia e d efficacia di risposta potrebbe indurre un controllo della paura non adattivo piuttosto che il controllo del pericolo nella forma della preparazione all'azione. Questa teoria non spiega quando e come i fear appeal falliscono (si concentra solo su danger control). Nessuna evidenza per la relazione moltiplicativa tra valutazione della minaccia e valutazione dellefficacia. Non illustra specifici meccanismi che spieghino come valutazione della minaccia e valutazione di coping lavorino insieme per influenzare la motivazione a proteggersi. Ha distinto tra vulnerabilit e gravit della minaccia. Secifica quali sono i fattori pi persuasivi delle raccomandazioni: efficacia e self-efficacy. Spiega quali sono i fattori pi influenti per laccettazione del messaggio Witte notava che Leventhal non specificava come i processi di controllo del pericolo e della paura fossero collegati e che Rogers si focalizzava solo sul controllo del pericolo. Per ovviare a questi limiti propone il suo modello esteso dei processi paralleli. Propone che le percezione di minaccia inizialmente determini i processi di controllo del pericolo, chi percepisce la minaccia valuta l'azione raccomandata nella sua efficacia e fattibilit e la sua risposta psicologica dipende dal risultato della valutazione del coping. Se l'azione raccomandata percepita come non efficace o impossibile. la continua percezione di minaccia risulter in un'attivazione emotiva di paura e verranno promossi processi di controllo della paura e quindi negazione e evitamento. Incorpora quindi i processi di controllo sia della paura che del pericolo zione