Appunti Biologia Vegetale Applicata

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RT Pwv RT RH(%) ln * + w gh = ln + w gh V w Pwv Vw 100

APPUNTI DI BIOLOGIA VEGETALE APPLICATA prof. Stefano Conti Biomi e adattamenti allambiente La macchia mediterranea caratterizzata da scarse precipitazioni (intorno ai 700 mm allanno) concentrate nel periodo autunno-invernale e scarsissime destate, inoltre caratterizzata da inverni non troppo freddi, estati calde e quindi clima mediterraneo. Queste caratteristiche hanno portato alla formazione di piante adattate per lo pi arbustive, che riescono a sopravvivere e a riprodursi in questo ambiente, per lo pi sclerofille (piante con strutture lignificate, tipiche delle zone semi-aride) e piante persistenti. Le caratteristiche biotiche ed abiotiche di un ambiente determinano una pressione selettiva. Ladattamento il risultato del processo evolutivo di una specie: consente la sopravvivenza ed il successo riproduttivo in quellambiente. Gli adattamenti delle piante possono essere sia strutturali che fisiologici e quindi possono influenzare la forma e la funzione delle piante. Tra i primi ricordiamo le spine che sono un adattamento morfologico difensivo contro gli erbivori, la cuticola molto spessa, foglie piccole, basso rapporto superficie/volume e epidermide anche bistratificata; tra i secondi i diversi metabolismi C3, C4 e CAM. Il clima il principale fattore di pressione selettiva . Per clima si intende il complesso delle condizioni meteorologiche di una zona e quindi temperatura, umidit, precipitazioni, insolazione, vento, ecc. Fondamentali sono temperatura e disponibilit idrica. Per ecofisiologia vegetale si intende linfluenza delle condizioni ambientali sulla fisiologia della pianta. La geografia delle comunit vegetali nel mondo: i BIOMI. La pianta mediterranea un esempio di bioma. Studio della distribuzione delle comunit vegetali in relazione al clima: la conoscenza del clima utilizzabile per predire la disposizione delle comunit vegetali; possibile risalire al clima di una zona se se ne conosce la distribuzione della vegetazione (piante come bioindicatori). Residui fossili sono stati utilizzati per risalire alla storia delle glaciazioni. Il clima ha forgiato i tipi funzionali di vita vegetale presenti sul globo: in ogni particolare clima presente il tipo di vegetazione con la massima fitness (massima capacit di accrescersi e riprodursi). I tipi funzionali di vegetazione + fauna associata sono stati classificati in pochi gruppi con caratteristiche funzionali simili ed adattamenti specifici e costituiscono i cosiddetti BIOMI. Lo stesso BIOMA presenta caratteri funzionali del tutto simili anche se composto da specie completamente differenti ed evolutosi in maniera separata in differenti parti del mondo. Esempi sono la foresta tropicale o la macchia mediterranea in emisfero Nord o Sud. LA TUNDRA La Tundra essenzialmente presente nellemisfero Boreale ma in continenti diversi. Tundre articoalpine sulle cime delle catene montuose. E il bioma della regione sub-artica senza alberi o altri tipi di piante alte e perenni. Il clima sub-artico e quindi caratterizzato da stagioni di crescita brevi ed inverni lunghi e rigidi. La tundra dominata da specie erbacee perenni e da arbusti prostrati. Le piante hanno poco tempo per vegetare ogni anno, quando la temperatura sufficiente per questo le piante perenni non si adattano bene a questo tipo di ambiente perch non avrebbero il tempo necessario per accumulare 1

sostanze di riserva e per lo pi si sviluppano piante con habitus vegetativo ridotto con ciclo di sviluppo rapido (come muschi, licheni e graminacee) e foglie in cui accumulano le sostanze di riserva. Le piante basse sfruttano leffetto limite: lirraggiamento solare riscalda laria vicino al suolo e attorno alle piante basse (riduzione effetto vento). Quando c un flusso di un fluido lungo una parete, questi si muove pi lentamente e lo stesso accade per laria sulle foglie, poich le piante in questo tipo di ambiente (che si ritrova nelle parti pi alte delle montagne, quindi fredde e ventose) sono prostrate il vento si muove pi lentamente per cui si ha un minore ricambio daria che consente di ottenere una temperatura leggermente pi alta e minore traspirazione. Le piante ad alto fusto - pi esigenti per bilancio termico e fotosintetico - non possono sopravvivere. La Taiga o foresta boreale La Taiga (o foresta boreale o foresta di conifere) presente nellemisfero Boreale e presenta una situazione maggiormente migliore per le piante ad alto fusto. Presente anche sulle catene montuose (ex Alpi Interne con le foreste di Abete Rosso). Il clima caratterizzato da inverni rigidi come quelli della Tundra (medie da -5C a Varsavia, -9 C a Mosca, -20 C Edmonton in Canada). La stagione di crescita pi lunga con un periodo di estate calda o temperata (medie di 20 - 28C). La maggior parte degli alberi che formano la Taiga sono aghifoglie sempreverdi (caratteristica convergente che si ritrova sia nelle Gimnosperme che nelle angiosperme, come il leccio), poche specie caducifoglie. Le caducifoglie in genere hanno foglie abbastanza larghe (latifoglie; ad eccezione del Larice che aghiforme) per cui lapparato fotosintetico non ce la fa nel periodo invernale e diventa un costo eccessivo da un punto di vista nutrizionale e per la perdita dacqua per cui hanno maggiore convenienza a perdere lapparato di inverno e ricostruirlo successivamente. Le piante sempre-verde sono aghifoglie, per cui traspirano di meno e sono adattate a climi aridi e in questo caso conviene mantenere intatto lapparato fotosintetico perch riescono a sfruttare la poca luce presente per effettuare un minimo di fotosintesi. Tipiche sono varie specie di Abeti e Pini. Bassa biodiversit per cui non si ha eccessiva competizione. Boschi con limitata struttura in strati (uno o due) e quindi o presente lo strato di alberi o lo strato di piante basse. La foresta Temperata Questo il Bioma delle foreste dominate dagli alberi a foglia caduca durante il periodo freddo dellanno. Presente in Europa Centrale, UK, Nord Italia, Cina orientale, Giappone, Nuova Zelanda, Sud Cile, Est USA. Nel complesso sono una limitata superficie del globo. Il clima caratterizzato da inverni freddi ma non molto lunghi, stagione temperato-calda prolungata ed umida durante la quale avviene lo sviluppo della vegetazione. Generalmente sono presenti foreste miste di caducifoglie. In alcuni casi sono miste con specie sempreverdi. La diversit degli alberi varia da bassa ad intermedia (fino a 30 specie arboree/ha). Un esempio di bassa diversit sono le faggete, come sul Faito, che un bosco di soli faggi che essendo molto sviluppati determinano un grosso ombreggiamento per cui le piante basse non si sviluppano, inoltre sul suolo si ha un forte di accumulo di foglie (che costituiscono la lettiera) durante linverno che non rende semplice la crescita delle altre piante, si ha inoltre una rapida decomposizione della sostanza organica quando la temperatura si alza, anche grazie alla presenza di funghi e piccoli animali per cui si ha un riciclo molto rapido della sostanza organica che determina la formazione di uno strato di terreno molto ricco in humus. Le foreste con maggiore diversit sono in Cina e in USA. In Europa la diversit bassa a causa delle estinzioni avvenute durante le glaciazioni. La produttivit elevata durante il periodo di crescita come anche la decomposizione della sostanza organica. Questi processi rallentano fino ad arrestarsi durante linverno. In tali condizioni vantaggioso avere foglie ampie ma caduche piuttosto che aghifoglie e perenni a causa delle temperature eccessivamente basse.

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Sono presenti foreste con struttura sviluppata in 3-4 strati quando mature (alberi dominanti, alberi dominati, arbusti, erbe). Gli strati inferiori sono costituiti da piante adattate a vivere a scarsa luminosit (piante sciafile). La Foresta Tropicale Ampiamente diffusa ma in rapido declino nelle sue forme primarie (vergini) a causa del crescente impatto antropico (uso agricolo, legno pregiato, etc). Le piogge cadono per tutto lanno con periodi di stress idrico molto limitato e temperature elevate per tutto lanno. Vista dallalto appare come un tappeto di foglie uniforme; c una competizione enorme, quindi il metabolismo delle piante molto rapido anche grazie alle temperature che permettono una crescita rapida e continua. Caratteristiche le specie arboree di grandi dimensioni e sempreverdi (primo strato a 40 metri ed alberi emergenti fino a 60 mt). Nelle zone con periodo arido pi prolungato (aree sub-tropicali) alcune specie divengono caducifoglie e perdono il fogliame durante il periodo arido. Foresta strutturata in pi strati di vegetazione (fino a sei): alberi dominanti, alberi dominati grandi, alberi dominati piccoli, arbusti, grandi erbe ed erbe, liane (piante con fusto molto lungo e volubile) ed epifite. Piante con fiori molto vistosi (molto profumati o puzzolenti) e frutti molto carnosi per impollinazione e dispersione per animali. La biodiversit molto elevata, fino a 300 alberi diversi per ettaro e oltre 1000 specie di piante/ha. Ci sono casi di adattamenti estremi della vita come gli alberi strangolatori, epifite (piante che crescono sopra altre piante senza esserne parassite ma utilizzandole come sostegno, si sviluppano dove ci sono biforcazioni tra le branche dove si accumula acqua, pulviscolo e residui vegetali; bromeliaceae ed orchidee con adattamenti allaridit in zone iper-umide, anche lananas una bromeliaceae ma non unepifita) e piante carnivore per deficit di azoto. La savana Tropicale Anche questa zona a cavallo dellequatore ma si ha un clima caldo con una prolungata stagione arida (diversi mesi). Non permette lo sviluppo di una densit di alberi tale da formare una foresta. Alberi con tipica forma schiacciata perch non si sviluppano eccessivamente in altezza in quanto c scarsa competizione per la luce per vengono limitati in basso dalla brucatura. Tipici alberi multistrato e con forti protezioni contro lerbivoria (spine, simbiosi con formiche ecc). In aridit gli alberi riducono la loro densit: la penetrazione della luce permette la crescita di erbe. Supporta una elevata biomassa animale, grazie al grosso sviluppo di pascoli (graminacee), come erbivori pesanti e differenziati (gazzelle, zebre, bufali, ippopotami, elefanti, giraffe) e predatori (leoni, iene, ghepardi, leopardi, sciacalli). Sono diffusi gli spazzini (avvoltoi). Il fuoco molto comune ed un fattore ecologico importante per il riciclo della sostanza organica e per ripulire gli strati pi bassi di suolo; il riciclo della biomassa lento a causa della mancata disponibilit idrica e quindi il fuoco interviene per liberare i minerali immobilizzati nella sostanza organica. Tra laltro molti semi sono attivati nella germinazione solo dalle elevatissime temperature che si sviluppano durante gli incendi. La Prateria temperata Bioma presente in USA, Cina e Mongolia, Russia, Argentina. Le praterie presenti in Italia sono al 90% secondarie (generate dalluomo) e si trovano nel parco nazionale dAbruzzo al di sopra del limite della faggeta. Le praterie primarie di alta montagna sono simili alla tundra. Il clima caratterizzato da inverni freddi, estati calde, precipitazioni scarse e irregolari. Zone dominate da grandi praterie, erbe C4 (in zone pi calde) e C3 (in zone pi temperate) con produttivit alta in estate, piante basse essenzialmente perenni. Le praterie sono del tutto senza alberi e non ci sono spiegazioni plausibili a livello ecologico per questo pattern, probabilmente 3

possono esserci state estinzioni come durante le glaciazioni. Anche qui il fuoco serve per mantenere questo bioma grazie al riciclo della sostanza organica. In assenza di impatto antropico la fauna simile a quella della savana con ungulati pesanti (cervi, bisonti), carnivori grandi (puma, lupi e sciacalli) e spazzini (avvoltoi, iene e sciacalli). Deserti Caldi e Freddi Elevata copertura del suolo terrestre: 17% mondo; 46% dellAfrica. Il deserto sta avanzando molto rapidamente a causa di deforestazione e altri interventi antropici. Nella sua forma pi estrema non dotato di copertura vegetale (Sahara sabbioso) ma soltanto da sabbia e/o rocce. I deserti possono essere freddi e/o caldi e la caratteristica comune laridit che dovuta nei primi allacqua ghiacciata presente e nei secondi allevaporazione dovuta alle elevate temperature. A causa dellaridit il bioma deserto non in grado di sostenere n gli alberi n la prateria ma solo vegetazione discontinua di piante altamente specializzate. Le tipiche piante del deserto sono C4 (mais, introdotta con la scoperta dellAmerica, molto produttiva adatta ad utilizzare luminosit maggiori e livelli di anidride carbonica pi bassi senza interferenze dellossigeno) oppure succulente CAM con steli rigonfi pieni di acqua (come i cactus). Spine difensive verso erbivori sono adattamenti morfologici molto diffusi per proteggere lacqua dei cactus. Le piante sono ampiamente distanziate fra loro per ridurre la competizione per le limitate risorse idriche e sviluppano quindi un apparato radicale molto espanso. Piante effimere post-piogge abbondanti (terofite) che sfruttano per vegetare e riprodursi e presentano quindi un ciclo vitale molto rapido; producono semi che resistono fino alle piogge successive. Ottimizzare il bilancio termico e la protezione dai predatori. Dracene e palme sono le principali monocotiledoni legnose, le palme presentano un fusto cilindrico che si chiama stipite caratterizzato dallassenza di un cambio secondario. Il Clima Mediterraneo La Foresta di Sclerofille Assume nomi differenti in relazione alle diverse zone della Terra caratterizzate dalle stesse condizioni climatiche: Chapparal in California, Macchia Mediterranea nel mediterraneo, Finbos in Sud Africa. Il clima caratterizzato da inverni freddi e umidi ed estati calde e secche. Si ha la disgiunzione fra il periodo di crescita vegetativa e il periodo umido. Alberi e arbusti sclerofilli sono la vegetazione pi caratteristica della macchia mediterranea. Gli sclerofilli presentano foglie sclerificate, coriacee, dure e molto cutinizzate per cui diventano lucide (come leccio, mirto, lentisco) e la cui funzione di mantenere la stessa forma anche con bassa disponibilit idrica che permetta di avere una superficie espansa in grado di recepire la luce incidente. Presentano anche altri adattamenti per resistere alla traspirazione come la presenza di boschi e cespugli folti con foglie permanenti che creano un microambiente favorevole con alta umidit relativa, spesso pubescenti (il margine inferiore ricoperto di peli per rallentare il flusso di aria sulla superficie della foglia), coriacee. Nelle aree pi aride alcune specie perdono le foglie durante il periodo asciutto per evitare perdite per traspirazione (come Euphorbia che per tutta la primavera ha le foglie per poi perderle a fine Giugno e riformarle successivamente). Questa vegetazione ricaccia e rigenera dopo un incendio, il termine ricacciare si riferisce al fatto che le piante emettono nuovi getti dalla parte ipogea che non viene danneggiata dallincendio in quanto il calore non arriva al di sotto dei 10-15 cm di suolo; questo fenomeno non riguarda specie come i pini che essendo ricchi di resina sono buoni combustibili e quindi bruciano completamente venendo poi rimpiazzati da piante erbacee; le pigne sfrutteranno il calore del fuoco per aprirsi e rigerminare successivamente. Il fuoco mantiene tale bioma e rimette in circolo la sostanza organica. Comunit ad alta diversit in tutte le parti del mondo. In Italia si ha il passaggio fra bioma mediterraneo e bioma della foresta temperata caducifoglia: dove il clima estivo pi umido la 4

vegetazione tende al tipo della foresta caducifoglia, dove il clima invernale troppo freddo la vegetazione tende al tipo della prateria. La strategia dei cespugli di sclerofille di vegetare in inverno (se non troppo freddo), in primavera ed in autunno. In estate la vegetazione si arresta (quasi) completamente se landamento climatico molto secco. Lo sviluppo di piante arboree ostacolato dal secco estivo se troppo prolungato e dal fuoco se reiterato. Le erbe sono escluse dalla competizione dei cespugli pi alti (competizione per la luce ed per via allelopatica). I roditori e uccelli granivori sono comuni, gli ungulati (cervi, daini) sono comuni ma non abbondanti perch la produttivit non elevata. Gli erbivori mantengono i lupi o grandi felini ma lelevato impatto antropico in tali aree ha decimati i predatori da tempo. Trasformazione ed adattamenti delle piante Si possono ritrovare in tutte le parti della pianta come foglie, fusti e radici. Foglie Le foglie mostrano grande variet di trasformazioni ed adattamenti. La foglia costituita dalla base, dal picciolo (che pu essere presente o meno) e dalla lamina che nel caso di foglie semplici pu essere incisa pi o meno profondamente fino a formare foglie composte. E possibile distinguere le foglie dalle foglioline delle foglie composte perch nelle prime presente al nodo una gemma ascellare. Tutte le foglie sono protette dallambiente tramite lepidermide. In genere lepidermide superiore pi spessa, con una cuticola spessa, con pochi stomi e in alcuni casi pelosa. Tutte le foglie contengono un mesofillo (diviso in mesofillo a palizzata e spugnoso nella maggior parte delle dicotiledoni). Alcune foglie possono essere bifacciali, altre unifacciali, nel caso in cui abbiano due facce diverse si parla di foglie dorso-ventrali (o bifacciali) come nel caso di leccio o quercia oppure le facce possono essere uguali (foglie equifacciali o isolaterali) come nel caso delleucalipto in cui le foglie essendo disposte in verticale non necessitano di facce diverse. Gli stomi sono aperture delimitate da due cellule di guardia la cui regolazione data dalla variazione del potenziale idrico della foglia e quindi delle cellule di guardia e anche dalla concentrazione di acido malico e potassio. Nel caso della foglia dorso-ventrale gli stomi generalmente sono pi concentrati nella pagina inferiore (e possono essere presenti allinterno di cripte stomatiche o protetti da peli per ridurre la traspirazione) e la pagina superiore si presenta pi lucida e ricca di cuticola, da un punto di vista anatomico le foglie presentano un mesofillo a palizzata al di sotto dellepidermide superiore e presenta maggiori cloroplasti a differenza del mesofillo spugnoso o a palizzata che presenta meno cloroplasti. Nel caso delle foglie isolaterali gli stomi sono presenti su entrambi i lati; nelle piante acquatiche gli stomi sono disposti sulla pagina superiore (come le ninfee). Tutte le foglie sono fornite di un sistema vascolare che pu essere molto variabile ma contiene sempre xilema e floema. La foglia il sito primario di esposizione della pianta allatmosfera. Le foglie sono generalmente esposte alla radiazione solare diretta mentre svolgono le loro funzioni di scambi gassosi, traspirazione e assimilazione del carbonio. Chiaramente, la forma e la funzione della foglia rifletteranno lambiente in cui la pianta vive e a cui si adattata. I vari tipi di adattamento possono riguardare: Lo spessore della cuticola: una spessa cuticola aggiunge uno strato impermeabile allinterfaccia tra le cellule epidermiche e subepidermiche con laria circostante; la cuticola svolge diverse funzioni, prima di minimizzare la perdita dacqua per diffusione; inoltre agisce come unulteriore barriera isolante e terzo consente di riflettere la luce. Una cuticola spessa non consente il passaggio di elevate volume di vapore ma contemporaneamente limitano anche lo scambio di CO2 eO2. In alcuni casi la cuticola non piana o lucida ma presenta delle irregolarit per aumentare lo spessore dello strato limite (grazie alla rugosit). Imbellimenti cuticolari: in alcuni casi la cuticola non piana o lucida ma presenta delle irregolarit e questo aumenta lo spessore dello strato limite determinando un rallentamento del flusso daria, lintrappolamento della maggior parte daria sulla superficie della foglia minimizzando la traspirazione 5

Stomi infossati: come nel caso delloleandro (Nerium oleander) che una tipica pianta della macchia mediterranea in cui ci sono cripte stomatiche come adattamento allambiente arido Arrotolamento delle foglie: larrotolamento fogliare assicura che una zona ad elevato contenuto di vapor dacqua sia mantenuta sulla superficie fogliare, lSVP si abbassa e lo scambio di gas avviene in condizioni pi favorevoli. Minimizzazione della superficie fogliare: la riduzione degli spazi intercellulari riduce gli scambi quindi si ottiene prima una saturazione da umidit ma questo comporta una minore presenza di CO2 e quindi un ridotto sviluppo vegetativo. Questa una caratteristica di piante presenti negli ambienti pi aridi in cui da un punto di vista volumetrico c meno acqua che possa uscire. Normalmente latmosfera allinterno della foglia satura di umidit e maggiore il volume daria pi acqua ci vuole per saturare questo volume quindi allapertura stomatica si ha una maggiore perdita di acqua. Hakea un esempio di una piante che cresce in condizioni estremamente variabili, durante le stagioni estive calde e secche e durante gli inverni freddi e umidi. La sezione trasversale della sua foglia assomiglia ad un ago di pino e sembra contenere unelevata quantit di materiale tanninico e pigmenti come xantofille allinterno delle cellule del mesofillo. La regolazione della perdita dacqua in ambienti aridi ha come fattore critico, nel caso delle piante del deserto, il rapporto tra la superficie fogliare e il volume fogliare; maggiore la superficie fogliare e maggiore la perdita dacqua. Il volume fogliare totale controlla il contenuto di acqua disponibile per cui unampia superficie fogliare associata ad un piccolo volume determiner un rapido appassimento mentre un ampio volume con una piccola superficie un sistema migliore contro la perdita di acqua. Laumento di volume a discapito della superficie ottenibile con organi sferici come nel caso delle piante carnose succulenti come cactus a palla o cilindrici o come nel caso delle specie di Senecio (in cui la forma sferica determina una massimizzazione del contenuto idrico interno che quindi rappresenta una riserva); in queste piante spesso non ci sono foglie ma spine per cui la funzione fotosintetica si trasferisce ai fusti; le spine vengono usate come protezione meccanica contro gli erbivori. Si pu arrivare ad una condizione estrema di assenza di foglie come nel caso di Acanthosicyos horridus. Nel caso di Dinteranthus si osserva lo sviluppo di una superficie fogliare minima ottenuta con la presenza di foglie semisferiche attaccate ai due lati. Lithops una specie affine a Dinteranthus, per cui anche questa pianta appartiene alle Aizoaceae; questa pianta presenta solo due foglie che hanno una superficie piana e sono gli unici organi epigei, traslucidi che conduce la luce nel clorenchima sotterraneo. La conduzione della luce avviene grazie a delle finestrature che permettono la ricezione della luce dagli organi fotosintetici sotterranei, alla fine di ogni anno le foglie esterne cominciano a seccare per essere sostituite lanno successivo. Un altro esempio Fenestraria che presenta foglie cilindriche e tronche costituite essenzialmente da parenchima acquifero in cui la luce viene riflessa nella foglia da tutta lacqua presente nel parenchima e la luce illumina il mesofillo sia dallesterno che dallinterno. Stomi presenti solo sulla superficie inferiore: dovrebbe apparire chiaro che piante anfistomatiche perdano acqua su entrambi i lati della foglia, mentre le piante ipostomatiche perdono acqua solo da un lato. Questo non significa che tutte le xerofite siano ipostomatiche o che tutte hanno stomi infossati al di sotto dellepidermide. Round shape Ispessimento delle pareti delle cellule di guardia: pu essere utile per rendere la chiusura pi stagna. Mascheramento della clorofilla. Gli adattamenti delle foglie riflettono il bisogno di protezione dai predatori (spine o denti) o per assistere nel sostegno. Tra queste ricordiamo: Spine: le piante del deserto, specialmente le succulenti hanno protezioni appositamente costruite soprattutto nella forma di spine o denti che effettivamente scoraggiano i predatori. Le spine 6

sono differenti dai thorns che sono tessuti dello stelo modificati derivanti dalle sue ramificazioni e si osservano in piante come il Lycium. Le piante che pi comunemente portano le spine appartengono alla famiglia delle Cactaceae. Viticci: altre piante useranno dei viticci per consentire una rapida arrampicata. I viticci in genere hanno steli molto sottili e flessibili. In questo modo solo piccole quantit di carbonio sono consumate per costruire strutture di supporto molto forti. I viticci vengono impiegati per arrotolarsi intorno ad oggetti solidi fornendo cos un supporto per la pianta. Alcune hanno un doppio sistema di viticci come la vite in cui sono modifiche dello stelo; mentre nel caso del pisello si hanno veri e propri viticci derivanti da foglie. Il pisello come tutte le leguminose ha una foglia composta, cos come in Lathyrus e altri membri delle Fabaceae, Passiflora e Bignonia e in alcuni casi il viticcio deriva dalla nervatura centrale della foglia. Cladodi (cladofillo, un ramo che assomiglia ad una foglia): i cladodi sono strutture simili alle foglie e si trovano in specie come la monocotiledone Myrsiphyllum asparagoides. Un altro esempio Opuntia microdasys (fico di india) della famiglia delle cactaceae, anche nota come orecchie di coniglio. Lo stelo succulento e appiattito (cladodi) di questa platiopunzia protetto da areole che hanno innumerevoli spine ricurve derivanti da foglie e sono glochids, irritanti e decidue. Il cladode, o pala (anche chiamata giuntura, e rappresenta linternodo) rappresenta un fusto con apici che invece di sviluppare dei rami corti li arrangia in maniera elicoidale e portano spine invece di foglie. I cladodi possono essere separati dalla pianta madre e clonarsi attraverso la produzione di radici avventizie e questo il motivo per cui sono delle infestanti. Un singolo fiore pu essere prodotto da una qualsiasi di queste areole, ma in questa e nella maggior parte delle specie di cactus, solo unareola va in fiore, e viene utilizzato lapice per cui la crescita dellareola si interrompe. Il frutto si sviluppa a partire da questa areola di spine. Foglie di piante acquatiche come Victoria amazonica la cui foglia pu crescere fino ad un diametro di 2 metri ad un tasso di pi di 1 m2 al giorno e sostiene un peso maggiore di 150 Kg senza collassare. La foglia presenta una grossa struttura di sostegno e di nervature e parenchima aerifero per facilitare il galleggiamento. Il corpo della pianta si trova sotto lacqua e il picciolo molto lungo e serve per trasportare le sostanze al corpo. Un ulteriore esempio di adattamenti morfologici dato da piante come Venus flytrap, Pitcherplant (Neplentes), Sundew (Drosera capensis) che sono carnivore e vivono in genere in ambienti poveri di azoto. Nella parte centrale delle foglie di Venus flytrap ci sono cellule che riescono a perdere di turgore immediatamente e quindi si ha la chiusura della foglia per intrappolare gli insetti. Per quanto riguarda la Pitcherplant sulla superficie interna si hanno una serie di peli che hanno la funzione di ostacolare luscita di insetti che in questo modo vengono attirati verso il basso dove depositato un liquido contenente sostanze in decomposizione e ricco di enzimi idrolitici che digeriranno linsetto. In questo modo la pianta pu disporre di azoto proteico animale ed importante soprattutto in ambienti come le torbiere dove il ricambio delle sostanze organiche scarso a causa dellacidit del suolo. Il alcune piante, come Kalanchoe pinnata, si osservano dei propaguli al margine delle foglie che sono un organi di propagazione agamica. Unaltra modificazione fogliare data dalle foglie dei bulbi tunicati che sono incavate e le foglie pi esterne rivestono le foglie pi giovani che si sviluppano allinterno. Il picciolo fiorale il pi interno ed anche la foglia maggiormente modificata. Le foglie pi esterne di un bulbo tunicato si seccano fino ad avere una consistenza fragile simile ad un foglio di carta mentre quelle pi interne sono carnose e fanno da riserva. Queste tuniche aiutano ad evitare un ulteriore essiccamento. Allinterno presente il fusto che ha internodi molto corti e che porta ancora le radici. Acclimatamento ed adattamento 7

Bisogna distinguere ladattamento dallacclimatamento, il primo dato da una variazione genotipica mentre il secondo dato da una plasticit fenotipica. Un caso dato dalle foglie dombra che alcune piante sviluppano per un adattamento genetico allombra (come Oxalis acetosella). La betulla (Betulla) non tollera lombra: per vegetare necessita di esposizione aperta al sole. Genotipicamente una pianta da sole a differenza del faggio (Fagus selvatica) che ha una spiccata capacit di acclimatamento a condizioni variabili di esposizione al sole per cui nella chioma di una stessa pianta troviamo foglie dombra e foglie di sole. Le foglie dombra hanno unepidermide pi sottile e una cuticola meno spessa; sono caratterizzate da un mesofillo a palizzata meno stratificato e meno compatto, mentre il mesofillo spugnoso presenta grandi spazi auriferi. Le foglie di luce presentano caratteristiche opposte. Modificazioni del fusto Gli adattamenti del fusto includono una variet di cambiamenti sia da un punto di vista morfologico esterno che da un punto di vista anatomico interno. Adattamenti minori includono lo sviluppo di una spessa corteccia (come nel caso del Redwood che come risultato resistente al fuoco), o uno stelo pi flessibile (fusti volubili e arrampicatori), o sostegni basali come nel caso del Cipresso delle paludi. Lalbero del Baobab ha un tronco altamente specializzato che conserva una grossa quantit di acqua. I tuberi sono regioni del fusto che si modificano (alcuni a seguito della sepoltura) e possono essere stoloniferi in origine (gli stoloni sono dei fusti modificati sotterranei). Nella patata, la punta dello stolone produce i tuberi. La patata ha evoluto una struttura di immagazzinamento di amido, come nei tuberi di Chlorophyton. I tuberi della patata producono gli occhi (zone meristematiche) da cui si sviluppano nuovi germogli e radici. I rizomi sono fusti orizzontali che si formano subito sotto la superficie del suolo e hanno funzione di riserva. Superficialmente assomigliano a radici ma sviluppano nodi ed internodi, producono gemme e spesso possono produrre foglie. Da un punto di vista strutturale assomiglia ai fusti, molti sono perenni e possono vivere per molti anni. Un esempio di rizoma dato da quello dellIris. Nei cormi, i fusti sono racchiusi in sottili foglie cartacee. La struttura produrr radici avventizie. Modificazioni della radice Ci sono numerose piante che sono unimportante fonte di alimenti e tutte consistono in radici modificate. Esempi sono le carote (Daucus carota; che un fittone che funziona come organo di riserva al cui apice c una gemma da cui possono formarsi tutte le foglie), la patata dolce (Ipomea batatas), la barbabietola (Beta vulgaris), il ravanello (Raphanus sativus) e le rape (Brassica campestris). Nessuno di questi sono alimenti fondamentali a causa del loro basso contenuto in proteine rispetto al contenuto in carboidrati. In ogni caso, la barbabietola da zucchero unimportante fonte di saccarosio nellemisfero settentrionale. Radici di sostegno: spesso osservabili vicino alla base del fusto formano un sistema di sostegno estremamente forte spesso con una struttura altamente lignificata come nel caso del mais le cui radici sono avventizie in quanto si sviluppano dal fusto. Queste radici forniscono una capacit aggiuntiva di assorbimento cos come ulteriore stabilit come nel caso di Zea mays. Persino i rami possono formare ulteriori radici di sostegno consentendo, in alcuni casi, di estendere i rami ad una notevole distanza dal tronco principale. Carenatura: le radici carenate si formano in risposta alla necessit di supporto in terreni poco profondi, tipici delle foreste tropicali e sono caratteristici di alberi molto alti per dare una base dappoggio molto solida. Radici contrattili: si ritrovano in numerose famiglie, compresa Oxalis, Gladiolus e altre piante tipicamente dotate di bulbi. Poich le radici sono fortemente fissate al suolo, la contrazione della porzione superiore porta il fusto o il bulbo ad essere tirato fortemente dentro al suolo o 8

mantenuto al suo livello e ci avviene a seguito della riduzione di acqua per favorire la conservazione. Le contrazioni sono causate da espansioni laterali rapide e simultanee e accorciamenti radiali delle cellule, che causano e rigonfiamento e ondulazione dei tessuti vascolari. La contrazione potrebbe avere a che fare con il raggiungimento di un regime di temperatura stabile nel suolo. Molte orchidee sono epifitite, in quanto vivono attaccate ai rami degli alberi. Le loro radici si diffondono dalla superficie di attacco al fusto e sono sempre esposte allaria. Nonostante possano vivere in foreste piovose, le piante sono adattate ad una condizione di siccit; queste radici sono (in alcuni casi) fortemente adattate allassorbimento dellacqua dallaria umida attraverso la punta verde delle radici e i minerali dalle polveri che si depositano. La perdita di acqua prevenuta da un tessuto specializzato chiamato velamen. Le mangrovie prosperano in acque poco profonde, dove linondazione causato dalle maree un evento comune. Lo strato melmoso in cui si sviluppano gli alberi di mangrovia particolarmente anaerobico e quindi povero di ossigeno. Per superare questo problema, le mangrovie hanno sviluppato delle strutture simili a gomiti, che spuntano dal fango e consentono laerazione attraverso tessuti modificati allapice del gomito. Queste strutture sono chiamate pneumatofori e sono delicate. I noduli radicali sono una delle pi semplici e vantaggiose. Nonostante lazoto atmosferico abbondantissimo (circo l80%) le piante non possono convertirlo direttamente in una forma utilizzabile. Le piante richiedono azoto per formare nitrati e nitriti cos come altre forme che possono essere facilmente assorbite dalle radici. I membri delle Fabaceae (la famiglia delle leguminose tra cui piselli e fagioli) formano unassociazione con i batteri del suolo che stimolano la formazione di rigonfiamenti parenchimatici localizzati chiamati noduli radicali. Questi noduli contengono una grossa quantit di batteri azoto fissatori chiamati Rhizobium. I noduli non dovrebbero essere confusi con i noduli creati dallinvasioni dei nematodi. Adattamenti delle piante allambiente Si hanno diversi adattamenti delle piante in base alla disponibilit idrica per i diversi tipi di ambiente perch lacqua il fattore limitante lo sviluppo della maggior parte delle piante. Le piante si dividono in base alladattamento alla disponibilit idrica in: Mesofite: si sviluppano in ambienti con disponibilit dacqua media come girasole (Helianthus) e pisello (Pisum) Idrofite: piante che vivono immerse completamente o parzialmente in acqua, sono piante acquatiche o che si adattano a vivere sottacqua. Saggittaria riesce a vivere in ambienti allinterfaccia perch presenta foglie adattate per lambiente acquatico e foglie per lesterno, questo tipo di piante presentano diverse strutture di adattamento come le lacune e altri tessuti connettori che trasportano laria. Un altro esempio la Photos che si adatta bene anche alla coltura idroponica perch lapparato radicale si adatta e muta, infatti c sempre un adattamento genetico e fenotipico. Ci sono segnali che indirizzano lo sviluppo morfologico in un senso o in un altro e quindi ci deve essere un meccanismo di percezione dallesterno, trasduzione del segnale, ecc. Gli adattamenti delle idrofite iniziano a partire dallepidermide che nelle piante sommerse non presentano cutina e stomi, presentano cloroplasti nellepidermide (perch pi in profondit la radiazione rossa diminuisce) e un grosso rapporto tra la superficie e il volume. In questo caso lanidride carbonica diffonde direttamente attraverso le cellule dellepidermide nellacqua. Non sono piante succulente. Un grosso problema per queste piante lapprovvigionamento di ossigeno, infatti, nellatmosfera presente circa il 20% di ossigeno (N 28%, CO2 350 ppm -0,035% e altri per arrivare a 100 come lO3) la cui percentuale si riduce notevolmente in acqua. Questo viene risolto attraverso la produzione di aerenchima che tessuto lacunoso che serve ad aspirare aria dallesterno e trasportarlo ai tessuti sommersi, un esempio la Marsilea (il vero quadrifoglio) che una felce capace di crescere in ambienti soggetti ad inondazioni. Funzioni simili possono averle gli idioblasti e le lacune. Ricordiamo inoltre il 9

giunco (Juncus) e la Typha la cui parte sotterranea in genere cresce in zone paludose. In queste piante il tessuto vascolare molto ridotto perch queste piante riescono ad assorbire acqua anche dalla superficie esposta; presentano meno xilema rispetto al floema per evitare sprechi energetici e in alcuni casi sono poco lignificati. Essendo piante acquatiche presentano laerenchima che fa da galleggiante e sostiene le piante, quindi ci sono meno tessuti di supporto come lo sclerenchima. Xerofite: piante in grado di fuggire o tollerare frequenti periodi di siccit. Si possono dividere in due gruppi a seconda delle strategie di sopravvivenza adottate: le piante che riescono a fuggire la siccit che sono le piante effimere e le piante che tollerano la siccit come il cactus che contengono una grossa riserva idrica. Le piante effimere sono piante apparentemente normali ma che sono in grado di usare la poca acqua disponibile per completare il ciclo prima che arrivi la siccit e hanno quindi un ciclo molto breve. Esistono piante che evitano il danno da essiccamento pur non essendo resistenti alla siccit. Per tali piante importante che solo la forma di resistenza sia capace di superare il periodo arido. Pluvioterofite o terofite effimere. Sono piante a vita breve che germinano dopo una forte precipitazione e risolvono rapidamente (settimane) il loro ciclo di sviluppo fino alla produzione di semi. Queste piante sopravvivono alla siccit nello stadio latente di semi. Geofite. Possiedono organi ipogei ricchi di umidit (rizomi, bulbi) e di sostanze nutritive ed energetiche di riserva. Riparate nel suolo dalla disidratazione, protette chimicamente dallerbivoria (es: cipolla, aglio che presentano composti sulfurati). In tempo di pioggia le geofite germinano rapidamente, fioriscono e fruttificano. Tutti i dispositivi che le piante mettono in atto per conservare lacqua in presenza di siccit si possono riassumere come resistenza alla disidratazione. Diverse vie - complementari o alternative: o Aumentare la sottrazione di acqua al suolo attraverso un ampio sistema radicale (radici laterali e profonde. Ex max deep 60m specie freatiche max root radii 300 m). In aree che limitano lo sviluppo radicale la situazione si pu fare critica (piantumazioni urbane). Spesso sono necessarie piante xerofite anche in climi umidi. o Abbassamento rapporto chioma/radice: le dimensioni relative dei due organi sono legate alla loro funzionalit. Pi lambiente diviene arido pi si riduce la funzionalit della radice (lo stesso assorbimento viene effettuato da una radice pi grande). Il rapporto fra massa aerea e radicale A/R si sposta verso la radice (A/R si abbassa). Tipico caso di acclimatamento. o Conservare a lungo lacqua riducendone le perdite o attraverso resistenza alla traspirazione e quindi strategie per ridurre la perdita di acqua per traspirazione (chiusura progressiva stomi, stomi infossati e pelosi, arrotolamento foglie e/o perdita di parte delle foglie riducendo la superficie traspirante; ispessimento cuticole -uso antropico di antitraspiranti) o attraverso la perdita di foglie nel periodo arido (cespugli e alberi) con la presenza di uno stato latente fino al periodo umido e quindi perdite di acqua estremamente ridotte. o Formazione di una riserva idrica: la forma pi perfezionata di resistenza. Riduzione della superficie traspirante ed elevata resistenza alla traspirazione cuticolare. Succulenza= contenuto di acqua/superficie. Radici effimere che si sviluppano superficialmente con rapidissima crescita dopo le piogge e che nel periodo di siccit si riducono ad un filo secco che attraversa la cavit del suolo evitando per il contatto e quindi evitando un ulteriore essiccamento; metabolismo CAM (assorbimento di acqua e CO2 di notte mentre la fotosintesi viene effettuata di giorno a stomi chiusi). Resistono alla siccit per mesi. o Resistenza alla disidratazione: capacit del protoplasma di sopportare una perdita di acqua con laumento della concentrazione osmotica (spesso tipico di alofite e di quelle cactacee che non hanno riserve dacqua che sono molto ricche di soluti

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compatibili come la prolina; quando questo meccanismo si innesca vanno incontro ad una pausa vegetativa perch non riescono a crescere). Progressiva riduzione della funzionalit cellulare. I vegetali inferiori sono pi resistenti (muschi, briofite, che hanno diversi sistemi metabolici che gli consentono di disseccarsi e riprendere lattivit in periodi favorevoli) mentre le piante superiori non resistono alla disidratazione. Questa capacit dei muschi e delle piante particolarmente adattate dovuta anche alla possibilit di evitare i danni meccanici alle membrane e quindi evitare la plasmolisi ricostruendo le membrane con lacqua che diventa improvvisamente disponibile. La ridotta disponibilit di acqua pu essere dovuto ad un essiccamento da gelo, infatti, nei suoli gelati lacqua non disponibile per le piante. In ambienti sub-polari o montani il suolo resta gelato per lunghi periodi. Se gli organi emergono dalla neve e vi vento secco, la pianta si disidrata (es Erica in Scozia con danni da freddo negli anni con poche precipitazioni nevose); la presenza di neve assicura una temperatura non inferiore allo 0 grazie allequilibrio tra la neve sciolta e quella che si risolidifica. Le xerofite presentano sia adattamenti comportamentali, che morfologici che anatomici che fisiologici. Vivono in zone con basse disponibilit idriche ed elevate intensit luminose ed hanno un rapporto superficie/volume basso che comporta una ridotta cattura della luce che gi abbastanza intensa, esempi sono le foglie aghiformi (Hakea), cladodi (Casuarina, cactus), phillodi (piccioli trasformati, Acacia). Sono piante che si ritrovano in deserti, dune sabbiose (ritrovabili anche nel cilento in Italia), zone in cui non c fisicamente acqua disponibile (siccit fisica), zone in cui c acqua ghiacciata (nelle zone alpine) o salina in cui lacqua presente ma non disponibile (siccit fisiologica). Caratteristiche xeromorfiche sono la presenza di una spessa cuticola (cutinizzazione), liginificazione (dellepidermide, dellipoderma e dei tessuti vascolari) per ridurre il danneggiamento da appassimento tipico delle sclerofille; pu essere presente un ipoderma pluristratificato spesso lignificato e contenente tannini; possono essere presenti stomi infossati come nelle foglie di Hakea (foglie aghiformi) e nellEucalyptus (foglie isolaterali con cuticola molto spessa). Le foglie possono essere tomentose o pelose per incrementare lo strato limite (per ridurre il movimento dellaria e quindi la traspirazione), per difendersi dagli erbivori e dagli insetti e danno un aspetto argentato perch la luce viene riflessa e quindi riducono il surriscaldamento. Ulteriore adattamento dato dalle foglie arrotolate o con margini ricurvi per creare un microambiente protetto (Ammophila); foglie succulente sono una riserva di acqua (tipica delle Crassulaceae, Cactaceae, Chenopodiaceae, Aizoaceae) e sono spesso associate a metabolismo CAM in cui la pianta chiude gli stomi di giorno per ridurre la perdita di acqua. Come adattamento comportamentale possibile trovare piante con habitus effimero, o con organi di riserva sotterranei dove la temperatura non sale come negli organi esterni (bulbi, stoloni e rizomi) o habitus deciduo (piante che quando c poca acqua perdono le foglie come Brachychiton rupestris, Gyrocarpus e Terminalia). Come adattamento alla siccit fisiologica ricordiamo le alofite che crescono in ambienti con basso potenziale idrico a causa dellelevata concentrazione salina. Possono avere adattamenti xeromorfici (una ridotta perdita dacqua significa un ridotto accumulo di acqua e quindi di sale); osmoconformi (che mantengono uno stabile gradiente di potenziale e che spendono molta energia per mantenere fuori i sali, abbassando il proprio potenziale, e quindi crescendo poco); possono mostrare un assorbimento selettivo degli ioni (esclusione salina o ultrafiltrazione passiva); secrezione di ioni come gli estrusori di sali per cui possono assorbire acqua salata ed espellere i cristalli a livello delle foglie in ghiandole specializzate (Aegiceras, Aegilitis, Avicennia, Sporobolus, Spartina); accumulo do ioni con traslocazione degli ioni in foglie vecchie, radici, peli radicali o nella corteccia. Possono inoltre avere vari adattamenti dellapparato radicale: ancoraggio e respirazione; aerenchima e lenticelle; pneumatofori (Avicennia); radici di sostegno (Rhizophora). 11

Ulteriore comportamento adattativo pu essere la viviparit e dispersione delle piante con cui cercano di fare cicli brevi, producono propaguli (se non hanno il tempo di fare semi) che colonizzano il terreno rapidamente e tutta la progenie clone della pianta madre. Per le piante un vantaggio perch si ha poca variabilit genetica perch i pochi individui che riescono ad adattarsi riescono a colonizzare lambiente. La vegetazione mediterranea Dai poli verso lequatore in base alla variazione del clima si individuano 4 ampie fasce climatiche: glaciale, freddo, temperato e tropicale. Ogni fascia climatica caratterizzata da un bioma. Un bioma un complesso di comunit animali e vegetali in equilibrio con le condizioni ambientali in una data area geografica. Il clima mediterraneo caratteristico della zona di transizione tra la fascia temperata e la fascia tropicale ed caratterizzato da inverni miti e piovosi, estati molto calde e aride, escursione termica annua molto elevata (> 20C) e precipitazioni medie annue < 1000 mm. Nelle nostre zone si ha una UR di circa il 70-80% e nelle giornate con cielo limpido e vento si arriva al 60% mentre nelle giornate nuvole si pu superare l80%. Si ha un paesaggio vegetale naturale molto vario caratteristico della zona di transizione climatica. Caratteristiche generali: specie precoci alla fine dellinverno (non sono piante effimere e hanno bisogno di molta acqua e appena si alza la temperatura approfittano della quantit di acqua di fine inverno e fioriscono anche prima di mettere le foglie); pausa nei mesi pi caldi; specie tardive alla fine dellestate. Si hanno essenze in fioritura tutto lanno. Associazioni vegetali: insieme di variet botaniche diverse ma omogenee che si manifestano in un determinato ambiente. Caratteristica comune: sclerofille termofile (leccio, lentisco, corbezzolo, mirto). Le associazioni vegetali seguono una legge evolutiva che partendo dal gradino pi basso, se "lhabitat" lo consente, arrivano al massimo sviluppo. In un determinato clima non si trovano sempre tutte le piante previste, innanzitutto lambiente viene colonizzato dalle piante pioniere (primo tipo di vegetazione che si forma su uno strato nudo) e formano la steppa, poi c la gariga, macchia e foresta sempreverde. L equilibrio il "climax". Nel nostro clima il massimo la foresta sempreverde ma ogni volta che c un disturbo naturale o antropico la vegetazione tende a tornare indietro di uno stadio; nelle nostre zone che sono molto disturbate si hanno soprattutto macchia e gariga. LA GARIGA Costituisce, assieme alla macchia, la principale associazione vegetale presente nel Mediterraneo. Arbusti radi, aromatici (ricchi di olii essenziali), spinosi, a foglie tomentose (con peli o collosit), ricoperte di lanugine (adattamenti al periodo di siccit estivo). E il primo livello dellevoluzione e spesso deriva dal disturbo della Macchia. La gariga pi ricca in variet della macchia: tra gli arbusti radi possono insediarsi numerose specie erbacee. La maggior parte delle sue specie termina il ciclo biologico prima del grande caldo lasciando sul terreno i semi per la riproduzione. Essenze tipiche della gariga sono timo, santoreggia, lavanda, elicriso, cisto, euforbia, ginepro e rosmarino. LA MACCHIA La macchia la regina della flora mediterranea; deriva dalla rigenerazione della gariga oppure pu derivare dal disboscamento della foresta sempreverde. E formata da arbusti e alberi folti, alti fino a due metri, con rami aggrovigliati e foglie coriacee persistenti; a questi alberi sono intrecciate piante rampicanti e parassite. I principali componenti della macchia sono: leccio (Quercus), roverella (Quercus), sughera, pino domestico, pino dAleppo, pino marittimo. Gli arbusti: lentisco, terebinto, alaterno, fillirea, corbezzolo, mirto, erica, ginestra, ginepro. Le piante rampicanti: salsapariglia, caprifoglio, vitalba (anche detta capelli dangelo). LA FORESTA SEMPREVERDE

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Levoluzione della macchia mediterranea porta alla foresta sempreverde o foresta di sclerofille costituita da essenze a foglie persistenti e coriacee. La lecceta nello stato di "climax" un ricordo del passato. Prima la degradazione a bosco ceduo (alberi da legno) poi i ripetuti incendi hanno ridotto queste leccete in macchia se non addirittura in gariga. In alcuni lembi di fascia collinare litoranea (Toscana, Calabria, Sardegna, Puglia) esiste una condizione che si avvicina allo stato di "climax". La lecceta composta in prevalenza da leccio accompagnato da roverella e orniello (frassino); nel sottobosco sono presenti arbusti di corbezzolo, fillirea, alaterno, rosa canina, pungitopo e rampicanti come vitalba, caprifoglio, salsapariglia che tentano di guadagnare luce aggrappandosi ai tronchi degli alberi. Adattamenti per superare il periodo di aridit estiva sono: Criptofitismo, trasferimento delle funzioni vitali in organi sotterranei (bulbi, rizomi, tuberi) che consentono alla pianta di superare la stagione critica in riposo vegetativo (es. Orchidee) anche perch si hanno temperature pi stabili anche durante linverno. Defogliazione: perdita delle foglie che consente alla pianta un periodo di riposo vegetativo. Largamente utilizzato dalle piante per superare il periodo invernale, viene utilizzato da alcune piante della macchia per superare il periodo di aridit estiva (es. Euforbia). Lucentezza fogliare: presenza sulla pagina superiore della foglia di una patina traslucida che consente alla pianta di riflettere i raggi luminosi, limitando cos l'assorbimento di calore, (es. Mirto) Pelosit: presenza sul fusto e sulle foglie di fitta peluria; quella presente sul fusto e sulla pagina superiore delle foglie serve ad ombreggiare i tessuti sottostanti mentre quella della pagina inferiore serve a limitare la traspirazione, (es. Santolina, Olivo) Involuzione del margine fogliare: consiste nellaccartocciamento verso il basso del margine fogliare e serve a creare una sorta di camera d'aria per limitare la perdita d'acqua, (es. Olivo) Riduzione fogliare: riduzione delle foglie a piccole squame o completa assenza di esse; consente alla pianta di limitare la traspirazione e quindi di evitare la perdita di acqua, (es. Ginepro, Ginestra) Sclerofillia: presenza di foglie coriacee che permette alle piante di evitare l'avvizzimento fogliare, (es. Leccio, Lentisco) Spinescenza: trasformazione delle foglie in spine assume lo stesso significato della riduzione fogliare e funge da meccanismo di difesa contro i predatori (es. Oleastro) Succulenza: presenza nel fusto e nelle foglie di tessuti acquiferi che fungono da riserve d'acqua. Terofitismo: riduzione del ciclo biologico (nascita, vita, morte) nello spazio di pochi mesi, coincidenti con la primavera; la pianta supera cos il periodo critico sotto forma di semi. (es. Avena). Esempi di piante tipiche di questo clima sono: OLIVO Adattamenti: sclerofillia, revoluzione del margine fogliare, foglie piccole, pelosit. ALLORO (Laurus nobilis) Adattamenti: sclerofillia, lucentezza fogliare. Le foglie sono utilizzate in cucina come condimento, in infuso o decotto per le loro propriet digestive, antireumatiche ed espettoranti. Lolio estratto dai frutti viene usato in medicina veterinaria come antiparassitario e in profumeria. Simbolo di vittoria e di sapere, con le sue foglie si intrecciavano corone con le quali si adornavano le teste dei condottieri e dei poeti. CARRUBO (Ceratonia Siliqua) - Leguminosa Adattamenti: sclerofillia, lucentezza fogliare e pelosit nella pagina inferiore delle foglie. Le carrube (zuccherine), vengono ancora oggi utilizzate come foraggio per il bestiame e per la produzione di bevande alcoliche; i semi venivano a volte utilizzati come surrogato del caff e 13

la farina che si ricava dai semi usata come addensante nell'industria alimentare. I semi, il cui nome arabo kirat hanno dimensioni molto uniformi. Venivano un tempo utilizzati come pesi per pietre preziose ed oro: i carati. CORBEZZOLO (Arbutus unedo) Ericaceae (stessa famiglia dellerica) Adattamenti: sclerofillia e lucentezza fogliare. Il decotto di foglie diuretico astringente ed antisettico; la corteccia, ricca in tannini, viene utilizzata nella concia del cuoio; il frutto commestibile ed usato per preparare ottime marmellate. Il termine latino unedo vuole essere un invito a mangiare un solo frutto per volta, dato il suo sapore aspro e le sue propriet astringenti; caratteristica la presenza contemporanea dei bei fiori bianchi, dei frutti rossi e delle foglie sulla stessa pianta. GINESTRA (Spartium junceum) Leguminose Adattamenti: riduzione fogliare. A deboli dosi diuretica e purgativa; forti quantitativi possono produrre avvelenamenti. Un tempo era utilizzata per la fabbricazione della carta. Il termine junceum del binomio scientifico, si riferisce all'uso che ne fanno i contadini, per costruire cesti in sostituzione dei giunchi. LECCIO (Quercus ilex) Adattamenti: sclerofillia e pelosit nella pagina inferiore delle foglie, anche lucentezza fogliare ma meno rispetto ad altre specie. Legno forte e duro utilizzato per costruire abitazioni, navi ed utensili; le ghiande vengono usate come pasto per i maiali e, tostate, come surrogato del caff. I tannini presenti nella corteccia sono usati nella concia delle pelli. Un tempo il leccio formava dense foreste (leccete) che si stendevano lungo le coste del mediterraneo; lo sfruttamento intensivo di cui stato oggetto ha distrutto tali foreste. LENTISCO (Pistacia lentiscus) Adattamenti: sclerofillia e lucentezza fogliare. La resina fornisce il mastice di Chio dalle propriet astrigenti, emostatiche ed espettoranti; rafforza le gengive e profuma l'alito; in Grecia utilizzato per aromatizzare i vini. Lolio ricavato dai semi usato per fabbricare sapone o per uso alimentare. Il Lentisco indice di terreni molto fertili. MIRTO (Myrtus communis) Adattamenti: sclerofillia e lucentezza fogliare. L'essenza di Mirto viene usata in profumeria ed in medicina per le sue propriet disinfettanti, balsamiche e astringenti; i frutti vengono utilizzati nella preparazione di un ottimo liquore. E cos ricca di tannini che veniva utilizzata per la concia delle pelli. Dall'utilizzo che se ne fa per aromatizzare gli insaccati, deriva il nome mortadella. Pianta sacra a Venere era simbolo d'amore e veniva usata come decorazione durante le feste nuziali; corone di Mirto adornavano le tavole durante i banchetti, perch si credeva che il suo profumo combattesse l'ubriachezza. ROSMARINO (Rosmarinus officinalis) - Labiateae Adattamenti: pelosit nella pagina inferiore della foglia e revoluzione del margine fogliare. Le foglie sono comunemente usate in cucina per le loro propriet aromatiche; gli olii essenziali che si ricavano dai rami giovani e dalle cime fiorite sono usati in profumeria (Acqua della Regina d'Ungheria); ha propriet stimolanti, toniche ed antiparassitarie. Pianta sacra ad Afrodite, i Greci ne bruciavano i rami nei riti sacri. Fiori ricchi di nettare visitati dalle api: ottimo miele. CISTUS INCANUS (esistono diverse specie con fiori rosa, gialli o bianchi e foglie lucide e bollose) CISTUS MONSPELIENSIS CLEMATIS VITALBA (fiori bianchi e frutti pelosi) EUPHORBIA DENDROIDES Relazioni idriche: le piante e lacqua 14

Lo studio della fisiologia vegetale necessario per gestire efficientemente le coltivazioni e quindi comprendere il funzionamento della pianta in relazione allambiente in cui vive. Lo studio delle relazioni idriche importante per una corretta irrigazione, cos come lo studio sulla nutrizione minerale necessario per la fertilizzazione e infine lo studio della fotosintesi per migliorare le rese produttive. Le relazioni idriche Lacqua il principale fattore limitante la distribuzione della vegetazione e delle produzioni agricole sul pianeta. Limportanza del fattore acqua per la vita della pianta conseguenza delle funzioni dellacqua nel metabolismo, quelle fisiche come il turgore cellulare e il raffreddamento (dovuto al calore latente di evaporazione che viene sottratto nel passaggio di stato dellacqua dallo stato liquido a gassoso) e quelle chimiche/biochimiche quale solvente in cui avvengono tutte le reazioni metaboliche, solvente e mezzo di trasporto dei nutrienti minerali e reagente nel metabolismo di fotosintesi e traspirazione. Inoltre il deficit idrico determina immediatamente il rallentamento della fotosintesi (chiusura degli stomi). Il contenuto dellacqua varia a seconda dei tessuti vegetali, infatti, nei tessuti erbacei (es. lattuga) pu raggiungere il 95%, nel legno pu variare dal 35% al 75% mentre nei semi quiescenti ce n un minimo del 5% (i semi recalcitranti non si conservano per lunghi periodi di tempo e hanno molta acqua come nel caso di castagno, noce e noce di cocco) . Lacqua tra i fattori di produzione quello richiesto in maggiore quantit perch lunico tra i fattori in costante flusso tra suolo, pianta e atmosfera (si parla di continuum). E possibile osservare 3 fasi successive nel flusso dacqua nel continuum: assorbimento (dal suolo alla pianta), flusso traspiratorio (allinterno della pianta) e traspirazione (dalla pianta allatmosfera); elemento unificante la forza che mette in movimento il flusso, infatti, lacqua circola nel continuum perch esiste una forza che la mette in movimento e c quindi un approccio biofisico allo studio delle relazioni idriche della pianta. Il principio generale che un sistema passa spontaneamente dallo stato 1 allo stato 2 quando questo passaggio risulta in una diminuzione della energia libera complessiva del sistema. Per lo studio delle relazioni idriche della pianta i fisiologi usano come unit di misura il potenziale Idrico (w ) che ununit derivata dalla definizione di energia libera: il potenziale idrico una misura dellenergia libera per unit di volume di acqua, esso una misura relativa ad un valore di riferimento. Il valore di riferimento il potenziale di acqua pura a pressione atmosferica e alla stessa temperatura del sistema in esame: *w = 0. Lacqua si muove da zone con potenziali meno negativi a zone con potenziali pi negativi (una soluzione salata aspira pi acqua di una meno salata). Il w una quantit relativa, cio la differenza di energia tra il sistema che stiamo studiando rispetto al sistema di riferimento a cui arbitrariamente assegnato il valore di w = 0. Nel calcolare la differenza di potenziale idrico tra due punti A e B il valore arbitrario w viene eliminato. Il potenziale idrico ha dimensioni fisiche di pressione, lunit di misura del SI il Pascal (Pa) ma in fisiologia vegetale si utilizza un multiplo dellunit: il MegaPascal (MPa). 1 Pa = 1 Nm-2 1 kPa = 103Nm-2 = 0.01 bar 1 MPa = 106Nm-2 = 1000 kPa = 10 bar

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Psi ununit di misura anglosassone che uguale a libra/pollice2. I parametri principali che determinano il valore di w in un sistema sono: la presenza di soluti, le interazioni con la matrice solida / colloidale e la pressione idrostatica agente sul sistema. Quindi il potenziale idrico complessivo di un sistema risulta dalla combinazione di tre componenti w = + m + P = potenziale dovuto ai soluti m = potenziale matriciale P = pressione idrostatica o turgore La presenza di soluti: determina una diminuzione della energia libera del solvente e quindi una diminuzione del potenziale idrico. = - c * i * R * T (legge di Vant Hoff) (pressione osmotica) = c * i * R * T c = concentrazione molale i = fattore di dissociazione, quanti ioni di un sale si sciolgono in acqua (nel caso di una mole di NaCl il fattore di dissociazione 2) C Il fenomeno che si osserva che regolato da queste leggi losmosi per cui lacqua si muove attraverso una membrana selettivamente semipermeabile da una regione a potenziale idrico pi elevato o a pi bassa concentrazione di soluto o da una soluzione ipotonica (meno soluto) o a potenziale osmotico pi basso verso una regione con rispettivamente potenziale idrico pi basso o a pi elevata concentrazione di soluto o verso una soluzione ipertonica (pi soluto) o a potenziale osmotico pi alto. Le interazioni con la matrice solida / colloidale: interazioni di natura diversa che riducono la libert delle molecole di acqua (cio la energia libera dellacqua) a causa di sostanze che non si disperdono uniformemente nellacqua. Queste interazioni possono consistere in legami tra lacqua e la matrice solida (adesione, idratazione, capillarit) o in interazioni (idratazione) con i colloidi presenti nel mezzo (proteine, polisaccaridi, molecole organiche di grandi dimensioni, parete dei vasi e membrane cellulari). Non esiste modello matematico per il calcolo di m. La pressione idrostatica agente sul sistema: nella cellula vegetale la parete cellulare permette lo sviluppo di pressione idrostatica. Il potenziale di pressione si indica come P. Leffetto della pressione idrostatica sullenergia libera dellacqua in un sistema di pi immediata intuizione rispetto agli effetti osmotici e di matrice. La pressione idrostatica pu essere positiva o negativa (nei vasi dello xilema, nelle radici e nel fusto per permettere il trasporto). w = + m + P < 0 m < 0 P 0 In cellule/tessuti maturi (grande vacuolo) generalmente il sensu strictu molto maggiore (in valore assoluto) del m. Nellunico termine si comprende la somma complessiva di interazioni osmotiche s.s. ed interazioni di matrice. La definizione semplificata di potenziale idrico quindi: w = + P Valori Indicativi espressi in MPa sono: -3 < < 0 -3 < < -0.6 0 < P < +3 Diventa quindi possibile definire i punti cardinali del potenziale idrico della cellula vegetale: Max turgore (completa idratazione): w = 0 = - P Plasmolisi incipiente (turgore zero): P = 0 w = < 0 Al massimo una cellula pu avere un valore di w pari a 0 che il valore dellacqua pura alla stessa temperatura del sistema studiato (se la temperatura non fosse la stessa si potrebbe verificare un fenomeno di termosmosi che un fenomeno osmotico che si genera anche in caso di due soluzioni alla stessa pressione osmotica ma a differente temperatura). Nella cellula un valore di w pari a 0 si pu raggiungere solo se = - P, il che significa che c una certa concentrazione di sali che tende 16

a far entrare acqua dallesterno, ci pero limitato dalla presenza della parete cellulare per cui lacqua entra fino a quando la parete comincia ad esercitare una pressione che pu bilanciare lo P; si raggiunge cos il turgore massimo. E da precisare che da questo momento in poi per potenziale osmotico si intende la somma tra quello osmotico e quello matriciale. Il potenziale di pressione non pu essere superiore al potenziale osmotico in valore assoluto, inoltre il potenziale della cellula non pu essere maggiore del potenziale dellambiente in cui si trova; esistono degli strumenti per misurare il potenziale della cellula tramite lutilizzo di capillari. In presenza di un potenziale ambientale minore di 0 e minore della cellula si ha la variazione del potenziale di pressione perch si considera che nel breve periodo il potenziale osmotico non varia e quindi esce acqua dalla cellula che diventa meno turgida il che non evidente immediatamente a livello cellulare ma si nota a livello di tessuto che risulta appassito. Lacqua che esce pochissima fino al punto in cui il potenziale di pressione diventa 0 e quindi da un punto di vista pratico si pu dire che il volume non cambia perch la parete poco elastica (si hanno quindi piccole variazioni di volume ma grandi variazioni di pressione) e pi rigida la parete maggiore la pressione che si genera. Quando il potenziale di pressione diventa pari a 0 si ha la plasmolisi incipiente (stadio in cui la met delle cellule turgida mentre laltra met plasmolizzata); le membrane cominciano a rovinarsi, i plasmodesmi si spezzano e quindi si interrompono le comunicazioni intercellulari. In questa fase la pianta pu ancora recuperare se la condizione non si prolunga troppo a lungo. Poich il potenziale di pressione non pu andare oltre lo 0, se il potenziale esterno continua a diminuire inizia la diminuzione del potenziale osmotico per cui il citoplasma si concentra perch diminuisce il volume. In questo modo la membrana comincia a rompersi, a volte il citoplasma si addossa alla parete se ci sono plasmodesmi molto fitti e robusti. A questo punto siamo in fase di plasmolisi avanzata e si verifica quando il potenziale esterno pi basso del potenziale osmotico normale della cellula e quando il potenziale di pressione uguale a 0. Questo fenomeno ci consente di capire il potenziale osmotico della cellula andando a vedere quando c la plasmolisi incipiente usando soluzioni sempre + concentrate. Il turgore Il turgore una delle caratteristiche uniche delle cellule vegetali i cui ruoli consistono nel: Mantenimento della forma: soprattutto importante nei tessuti delle piante erbacee dove non c tessuto di sostegno. Movimenti nictinastici (apertura chiusura dei fiori) e seismonastici (es. Mimosa pudica) Crescita per distensione: una delle cose pi importanti per la pianta. La crescita avviene nei meristemi apicali dove sono presenti le cellule indifferenziate, caratterizzate dal vacuolo molto piccolo, nucleo molto grande e da una dimensione cellulare molto ridotta dovuta alla presenza di pro-vacuoli associati al reticolo endoplasmatico e che solo successivamente si associano a formare i grandi vacuoli. La cellula passa da neonata ad adulta aumentando di volume in maniera economica, infatti, potrebbe avere due possibilit: o costruire una grossa quantit di citoplasma o lasciare questultimo inalterato e gonfiare i vacuoli; la cellula adotta questultima strategia e infatti il tonoplasto assorbe acqua dallesterno e quindi non c niente da sintetizzare. In questa fase la parete primaria gi presente ed rigida con le fibrille di cellulosa che hanno un orientamento molto variabile; affinch la cellula possa aumentare di volume deve avvenire un ingresso dacqua e quindi anche un aumento del volume della parete, in questa fase la legge del potenziale non vale ancora perch la parete flessibile e il potenziale di pressione pu modificarsi (propriet anisotropiche della parete). Quando la cellula esce dalla divisione cellulare deve regolare la plasticit della propria parete, com noto si ricorre alla teoria della crescita acida per la quale la parete diventa plastica quando diminuisce il pH della parete perch si ha lo scioglimento dei legami tra le fibrille di cellulosa che cos possono scorrere luna sullaltra. Quindi per aumentare di volume la cellula deve abbassare il e abbassare il pH interno alla cellula, in questo modo si avr un ingresso di acqua che determiner un aumento transitorio della pressione idrostatica (perch la parete plastica) che porta ad una deformazione della cellula che aumenta di volume fino a quando 17

raggiunge la forma e le dimensioni volute; labbassamento del pH avviene grazie alle ATPasi che cominciano a pompare protoni fuori dal citoplasma, un ruolo importante nel processo di crescita dato anche dalle proteine come le estensine. Questo fenomeno spiega perch le piante che crescono in ambienti aridi crescono pi piccole, infatti, avendo meno acqua a disposizione non riescono ad aumentare di volume. Movimenti di apertura/chiusura degli stomi Un movimento in discesaverso lalto All interno di un sistema l acqua si muove sempre in discesa lungo un gradiente di potenziale idrico: da potenziali maggiori verso potenziali minori. In fisiologia vegetale si tratta quasi sempre di potenziali idrici negativi: facile far confusione nell identificare la direzione del flusso: 3 MPa > 2 Mpa ma -3 Mpa < -2 Mpa Il flusso di acqua nel sistema suolo-pianta-atmosfera regolato fisicamente da passaggi successivi verso valori sempre minori di potenziale idrico. Per valutare come varia il potenziale lungo il percorso bisogna considerare il: Potenziale idrico del suolo: soil = m + . In condizioni medie -0.01 < < -0.2 Mpa, questi valori non particolarmente bassi sono dovuti al fatto che non si pu coltivare dove troppo basso. Quindi con buona approssimazione si pu assumere che suolo = m. Il valore di m nel suolo dipende in gran parte dalla pressione che trattiene per capillarit lacqua nei pori del terreno. La forza di capillarit, in generale, si ha quando il diametro di un tubo dello stesso ordine di grandezza del menisco che si genera allinterfaccia tra il liquido e il tubo stesso, pi piccolo il capillare maggiore sar la forza con cui lacqua viene trattenuta e maggiore sar laltezza raggiungibile quindi possiamo dire che la forza con cui lacqua viene trattenuta nei pori del suolo inversamente proporzionale al diametro dei pori (la stessa relazione vale per il potenziale di matrice). Con una abbondante irrigazione, il suolo raggiunge la saturazione idrica, la m raggiunge quindi valori alti che poi cominceranno a scendere. La gravit esercita una suzione equivalente a circa 5 KPa: dopo 2 - 4 giorni il suolo raggiunge la capacit di campo. Tutta lacqua si trova in pori con diametro minore di 60 m. Come conseguenza dellevapotraspirazione il suolo perde gradualmente lacqua contenuta; il suolo pu trattenere lacqua residua nei pori di diametro via via minore (i micropori esercitano una forza maggiore della forza di gravit). Potenziale idrico dellatmosfera: wv. Nellatmosfera la situazione diversa perch lacqua presente in forma di vapore e il potenziale direttamente proporzionale allumidit relativa (RH). RH % = densit del vapore acqueo attuale * 100 densit del vapore acqueo saturowv = RT Pwv RT RH(%) ln * + w gh = ln + w gh V w Pwv Vw 100

(se cliccate due volte sul grafico si aprir una sorta di finestra excel al suo interno, se passate al foglio 2 troverete i valori di potenziale al variare dellRH che non ho riportato per non occupare spazio inutile). In serra, allalba e dopo unirrigazione lUR raggiunge il valore di quasi il 100%.

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Nella tabella p va bene se si parla della cellula, ma quando si considera il suolo meglio parlare di m. Lo dei peli radicali inferiore a quello della soluzione circolante perch nel vacuolo sono accumulati dei sali selezionati dal trasporto attivo (questo potrebbe essere uno dei motivi per cui la pianta assorbe tanta acqua, cio per trasportare i soluti allinterno della cellula). Passando dal pelo radicale allo xilema si ha un aumento del flusso di acqua per cui si abbassa lo ; lacqua nello xilema in equilibrio con lacqua evaporata negli spazi auriferi tra le cellule e il potenziale di pressione minore di zero perch le cellule sono morte e quindi si genera una depressione allinterno dei vasi. Nella foglia c una forte tensione a causa dellevaporazione dellacqua (il gradiente maggiore si ha tra gli spazi auriferi e laria esterna). Nella parete del mesofillo la soluzione pi concentrata a causa dellevaporazione e quindi si ha una diminuzione dello . Se parliamo di piante molto alte anche lo g (gravitazionale) importante, infatti, ad ogni 10 m di una colonna dacqua corrisponde una differenza di 0,1 MPa di pressione (1 atmosfera). Assorbimento dal suolo la radice (ripetere la radice)

Il flusso di acqua segue due percorsi (dobbiamo ricordare che a differenza dellepidermide fogliare, la parete della radice non cutinizzata ed quindi permeabile): Via simplastica: Il movimento di acqua nel simplasto segue il gradiente di potenziale idrico definito dalle componenti w = + m + P. Nella prima fase c un gradiente maggiore a causa dello ; lacqua passa per diffusione per la differenza di concentrazione. 19

Via apoplastica: lacqua passa per capillarit perch le pareti sono molto idrofile. Nellapoplasto manca la componente (non ci sono membrane cellulari) pertanto le componenti del potenziale idrico sono: w = m + P. La componente m determinata dalle interazioni con le pareti cellulari. Allinterno dei vasi dello xilema P la maggiore componente del potenziale idrico; lacqua che si muove per flusso di massa allinterno dei vasi dello xilema sotto tensione (quindi lo p quindi da riferire alla tensione e non alla pressione); solo nei vasi dello xilema il potenziale di pressione ha valori negativi. Quantitativamente il flusso di acqua determinato dal gradiente di potenziale tra due punti e dalle resistenze al flusso. Il flusso quindi regolato dalla resistenza che oppone la pianta e che importante perch le consente di perdere meno acqua. La resistenza si pu esplicare su pi punti: Resistenza stomatica Caratteristiche anatomiche e citologiche delle cellule: pi denso il citoplasma maggiore la resistenza Resistenza cuticolare Dimensione dei vasi: pi grandi sono e minore la resistenza. Questo spiega perch si hanno vasi diversi in primavera ed in inverno. La traspirazione Per traspirazione intendiamo il flusso di acqua dalla pianta verso latmosfera; esso un fenomeno termodinamicamente inevitabile. A causa della traspirazione nella foglia si ha un abbassamento continuo del potenziale perch si asciugano le pareti e quindi si ha un richiamo di acqua dallo xilema. Se gli stomi sono chiusi gli spazi vuoti intercellulari si saturano di acqua e vapore per cui la traspirazione viene bloccata, in realt per, anche a stomi chiusi c un po di traspirazione (circa il 5% della traspirazione totale; il restante 95% traspirazione stomatica) perch la cuticola non completamente idrofobica. Il flusso traspiratorio passa quasi completamente attraverso gli stomi, cos come il flusso di CO2: il compromesso fotosintesi e traspirazione. La velocit della traspirazione dipende dalla differenza di potenziale idrico tra linterno della foglia e latmosfera esterna e dalle resistenze alla diffusione in questa via. Velocit del flusso di traspirazione: E = (cwv foglia - cwv aria) / (rs + rb) E (mol m-2 s-1) = flusso, quanti moli passano per la sezione unitaria per unit di tempo c (mol m-3) = concentrazione o anche cwv foglia - cwv aria = gradiente di potenziale tra foglie ed atmosfera r (s m-1) = resistenza; maggiore la resistenza pi tempo ci vuole per far avanzare lacqua lungo la sezione unitaria Le resistenze maggiori alla traspirazione sono: la resistenza dello strato limite in inglese: boundary layer - lo strato di aria ferma presente sulla superficie della foglia (rb): in effetti il gradiente tra la foglia e latmosfera a contatto con essa che pi umida dello strato daria ancora pi esterno; si formano quindi degli strati di aria via via pi asciutti e si guarda ad un certo strato limite e al suo potenziale medio, tanto pi spesso tanto pi la foglia protetta dalla traspirazione (aumenta la resistenza). Le foglie lisce hanno uno strato limite meno spesso a differenza di quelle che sono tomentose o bollose. la resistenza della rima stomatica (rs): gli stomi sono regolati dal grado di turgidit delle cellule di guardia che possono gonfiarsi o sgonfiarsi. Tutto dipende dalla struttura della parete, quella esterna deve essere pi flessibile di quella interna per cui quando si gonfia aumenta lo spessore verso lesterno. Nella parete interna ci sono degli ispessimenti radiali. Ci deve essere un flusso si acqua verso linterno delle cellule di guardia a causa dellabbassamento del potenziale osmotico a causa dellingresso di ioni K+ e acido malico per compensare il potenziale elettrico. Tutte le cellule epidermiche che contornano le cellule di guardia devono essere strettamente 20

collegate con queste ultime per consentire il passaggio di acqua e di ioni. Un sistema molto semplice per capire il grado di apertura degli stomi delle foglie lutilizzo di smalto trasparente con cui si spennella la pagina inferiore delle foglie, si lascia asciugare e si preleva la pellicina ottenuta che rappresenter unimpronta della foglia che ci d un indice dellapertura; questo si pu associare alla colorazione del K+ per vedere sei gli stomi sono aperti (se sono neri) o chiusi. In genere si prelevano due foglie, di cui una che cresce al buio che dovrebbe avere gli stomi chiusi. La pianta controlla il flusso traspiratorio mediante un controllo fine delle resistenze (rs e rb). Effetti dei fattori ambientali sugli stomi Luce : induce lapertura (eccezione CAM); le piante C3 e C4 hanno stomi aperti di giorno e chiusi di notte e quindi c una relazione diretta tra la radiazione luminosa e lapertura degli stomi. Per le CAM succede linverso perch gli altri fattori hanno un peso maggiore. Di notte le piante non fanno fotosintesi quindi non necessario un elevato ingresso di CO2 ma hanno bisogno di assorbire O2 che consumato durante la respirazione per questo motivo hanno necessit di mantenere gli stomi almeno parzialmente aperti. CO2 interna alla foglia: maggiore la concentrazione interna pi gli stomi tendono a chiudersi e viceversa e quando la fotosintesi riduce la CO2 allora vengono riaperti. C un bilancio tra queste due forze (luce e CO2) ma ci sono anche altri fattori da considerare. RH %: quando il gradiente supera un livello soglia e quindi laria esterna risulta essere eccessivamente secca si ha la chiusura degli stomi anche perch la riduzione del contenuto idrico porta ad un ridotto turgore delle cellule di guardia. foglia: diminuzione > chiusura Temperatura: oltre 30 - 35 C si ha la chiusura; effetto indiretto di deficit idrico per traspirazione oppure aumento di CO2 interna prodotta dalla respirazione. Vento: induce chiusura per aumento di CO2 ed aumento di traspirazione per riduzione dello strato limite. ABA: induce chiusura; viene prodotto nelle radici perch c un sistema di percezione del livello di acqua nel suolo, viene traslocato tramite lo xilema nella parte aerea della pianta, soprattutto nelle foglie, dove si accumula. LABA agisce direttamente sui trasportatori delle membrane delle cellule di guardia aumentando la fuoriuscita di potassio e determinando la perdita di turgore e quindi la chiusura degli stomi. LABA si accumula sia in presenza di deficit idrico nel suolo ma anche quando ci sono stress di tipo meccanico come risposte a ferite. Leffetto dellaumento del gradiente di potenziale di portare ad una riduzione del contenuto di acqua nella foglia (che gi per questo tenderebbe a chiudere gli stomi) il che se prolungato porta ad un segnale alle radici che cominciano ad asciugare il suolo e producono ABA (altro segnale di chiusura); inoltre anche i fattori precedenti possono portare ad una diminuzione dellumidit del suolo e quindi alla produzione di ABA. Cicli feedback - La regolazione fine degli stomi Ciclo feedback 1 La luce attiva la fotosintesi e per effetto indiretto porta allapertura degli stomi, si ha una diminuzione della CO2 interna che comporta lapertura degli stomi e quindi lingresso di CO2 ma anche traspirazione. La luce ha anche un effetto diretto sullapertura degli stomi. Ciclo feedback 2 La traspirazione fa diminuire il potenziale della foglia, il che porta alla chiusura degli stomi. Se la traspirazione prolungata si ha stress idrico nelle radici con conseguente produzione di ABA e quindi chiusura degli stomi. Esistono quindi almeno 3 modi che lavorano in contemporanea che lavorano per regolare lapertura e la chiusura degli stomi; ci sono forze che tendono a far aprire gli stomi ed altre che tendono a farli chiudere per cui non parliamo di stomi aperti o chiusi ma di grado di apertura che pu essere rilevati con appositi strumenti come i porometri (o misuratori di traspirazione) che ci consentono di 21

determinare la resistenza stomatica. I diversi fattori si intrecciano tra di loro quindi risulta complesso prevedere gli effetti della variazione di un singolo fattore. Tutta la vita delle piante in continua ricerca di un equilibrio tra la traspirazione la fotosintesi; e bisogna precisare che la traspirazione non solamente un fenomeno negativo ed infatti importante per il trasporto di nutrienti minerali nel flusso traspiratorio (anche se in assenza di traspirazione i nutrienti vengono traslocati attraverso il floema) e nel raffreddamento della foglia. Ci sono diversi parametri che ci danno indicazioni per capire la quantit di acqua che la pianta deve utilizzare: Rapporto di traspirazione = moli di H2O traspirata / moli di CO2 fissata Water Use Efficiency = g H2O traspirata / g sostanza secca prodotta La WUE pi globale e utile da un punto di vista pratico e si calcola determinano la quantit di acqua fornita nel corso della stagione e, alla raccolta, stimando con un campionamento la sostanza secca prodotta. Il potenziale idrico generalmente usato come indicatore dello stato di idratazione della pianta. Le piante molto raramente si trovano in condizione di massima idratazione e infatti condizioni di stress idrico sono comuni per le piante in qualsiasi ambiente. La perdita di turgore delle foglie (appassimento temporaneo) ha la funzione di ridurre la traspirazione.

Sullasse delle ordinate c il potenziale in MPa del suolo, della radice e della foglia. Sullasse delle ascisse c il tempo (bianco il giorno, nero la notte). Durante il giorno la velocit di traspirazione, che associata allaumento di temperatura, aumenta e di notte diminuisce. Quello che oscilla molto, nel corso dei giorni, il potenziale idrico della foglia che a diretto contatto con latmosfera. La riduzione del potenziale della foglia avviene dopo laumento della traspirazione ed per questo che i picchi sono sfalsati. Al progredire della traspirazione diminuisce la quantit di acqua nel suolo e quindi essendo pi difficile da estrarre la pianta soffre. Parliamo di appassimento di mezzogiorno come il picco di traspirazione che si ha nel momento pi caldo del giorno per cui la pianta chiude gli stomi per poi riaprirli nel pomeriggio. Minore la quantit di acqua nel suolo pi tempo ci vorr per recuperare dallo stress di mezzogiorno. Lultimo giorno il picco di traspirazione (nel grafico) pi basso perch c meno acqua e perch la pianta ha gli stomi parzialmente chiusi. Rispetto ai primi momenti (osservando la parte relativa al potenziale) la pianta ci mette pi tempo per recuperare lacqua necessaria per mettere in equilibrio lacqua perduta con la traspirazione con quella assorbita dal suolo, quindi aumenta le resistenze alla traspirazione perch gli stomi non sono completamente aperti, aumenta la resistenza dello strato limite e diminuisce anche il flusso di acqua attraverso lo xilema. La pianta quindi ha bisogno di una nuova irrigazione per continuare il ciclo. Al diminuire del potenziale idrico del suolo si hanno una serie di effetti: 22

Graduale perdita di turgore: riduzione/blocco dellespansione cellulare. Uno stress di lunga durata determina la formazione di foglie pi piccole, quindi riduzione della fotosintesi e minore produzione. Quindi riassumendo si ha produzione di ABA e di soluti osmoticamente attivi, la fotosintesi diminuisce, cos come la conduttanza stomatica (prima risposta alla riduzione prolungata del potenziale), poi si riduce la sintesi proteica e delle pareti e poi si ha una riduzione dellespansione fogliare. Saturazione del suolo 0 MPa Acqua gravitazionale acqua nei macropori Capacit di campo -0.03 Mpa Acqua facilmente disponibile acqua nei micropori Limite di intervento irriguo -0.1 MPa Punto di appassimento Acqua poco disponibile Punto di appassimento -1.5 MPa permanente acqua in pori fino a 0.2 m acqua in pori pi piccoli di 0.2 m < -1.5 MPa -0.15 MPa

Acqua non disponibile per le colture Altri effetti sono: Riduzione del turgore > diminuisce il volume cellulare > concentrazione dei soluti nelle cellule Calibrazione dellarea fogliare (abscissione) per ridurre la superficie traspirante Inibizione dellespansione fogliare > fotosintesi non immediatamente ridotta > pi carbonio disponibile per le radici per avere un apparato o pi profondo o pi ramificato (cascano le foglie pi vecchie e meno efficienti e quindi la fotosintesi non diminuisce) La pianta produce pi radici in strati di suolo pi profondi (perch pi umidi) In fase riproduttiva i frutti hanno la precedenza sulle radici: piante pi sensibili allo stress. ABA: se c un accumulo di H+ non si altera il potenziale osmotico ma solo lacidit a differenza delleffetto di altri ioni come il K+; lapertura degli stomi legato ad un metabolismo associato di zuccheri e ioni: si forma acido malico che si accumula nelle cellule di guardia, il potenziale elettrico diminuisce perch lacido si dissocia in malato e H+ (che riduce il potenziale elettrico), il protone esce ed entra il K+ e quindi si ha un raddoppio della concentrazione osmotica (perch agiscono K+ e malato) e quindi una diminuzione velocissima del potenziale osmotico. LABA fa fuoriuscire il K+ accumulato nelle cellule di guardia a cui segue la fuoriuscita di acido malico e quindi di acqua che determina la chiusura degli stomi. Chiusura degli stomi riduce drasticamente la fotosintesi (non un effetto diretto di stress sullapparato fotosintetico) Regolazione osmotica nelle radici: prolina, sorbitolo, glycilbetaina Alterazione della dissipazione di calore: in condizione di stress idrico si riduce la traspirazione e quindi aumenta la temperatura interna con possibili stress da calore. Cavitazione: pu essere dovuto allaumento di tensione nello xilema a causa del forte gradiente e della ridotta quantit di acqua; la tensione sullacqua aumenta fino a che il cilindro di acqua si spezza con il passaggio esplosivo da liquido a gas (e dipende dal calibro del vaso) quindi lo xilema si riempie di vapor dacqua che occupa tutto lo spazio disponibile. Un vaso viene quindi bloccato perch si perde la continuit della colonna dacqua; questi emboli in alcuni casi possono essere recuperati se si irriga entro un tempo ragionevole perch i vasi sono comunicanti e quindi potrebbe essere riallargato. Pi si va verso la stagione calda maggiore la quantit di vasi persi ed questo il motivo per cui le piante arboree ricostruiscono nuovo xilema di anno in anno. 23

Ispessimento della cuticola Perdita di turgore: avvizzimento. La foglia si accartoccia e quindi aumenta lo strato limite e diventa pi resistenza allo strato limite. Non bisogna confondere lavvizzimento con lappassimento, questultimo si ha quando si supera il punti di appassimento permanente ed irreversibile perch si hanno danni alle pareti e alle membrane con perdita della compartimentazione e blocco del metabolismo. Forti condizioni di stress causano = 0. Stress meccanico, danno alle membrane e disidratazione cellulare. Difficilmente si verifica plasmolisi: laria difficilmente pu infiltrarsi allinterno della foglia tra parete e plasmalemma. Diagramma di Hoefler

Potenziale idrico della cellula (MPa) 2 1 p 0 -1 -2 o Quando perfettamente turgida ha il massimo volume possibile che pari a 1 -3 1 0.9 0,8 Volume cellulare relativo potenziale idrico totale della cellula data dalla somma del potenziale di pressione (+) e quello osmotico (-).

Da un momento iniziale, se una cellula viene imbibita con una soluzione a concentrazione progressivamente pi elevata, il potenziale di pressione diminuisce perch lacqua esce dallesterno fino ad arrivare a 0. Lo stato idrico della pianta pu essere misurato attraverso: Contenuto idrico (WC) che ci consente di capire come varia la percentuale di acqua in condizioni di stress per capire se la pianta sta soffrendo. Per la misurazione si pesa il tessuto, lo si mette in stufa a 80C per 24 h e si pesa nuovamente. La differenza tra peso fresco (fw) e peso secco (dw) il contenuto in acqua (WC, si misura in grammi). WCdw = (WC / dw) * 100 (Misura %) WCfw = (WC / fw) * 100 (Misura %) Contenuto idrico relativo (RWC): si pesa il campione di partenza poi dopo averlo perfettamente idratato (mettendo in una busta di plastica o con una parte immersa in acqua per poi metterlo in frigorifero) ottenendo il peso reidratato (rw); dopo lo si mette in stufa a 80C. E pi indicativo. RWC = ( (fw dw) / (rw dw) ) * 100 E sempre minore di 1 RWC = contenuto idrico attuale / contenuto idrico in condizioni di perfetta idratazione (Misura %) rw dw = quantit di acqua massima possibile per quella pianta Maggiore la differenza peggiore era la condizione iniziale della pianta. Potenziale idrico: misura pi precisa ottenibile con psicrometri a termocoppia o con la camera di Scholander (bomba a pressione). La camera di Scholander d una misura complessiva del potenziale idrico (tensione xilematica) ed utilizzabile facilmente in campo; consiste in una 24

sorta di pentola a pressione con un buco nel coperchio dove si inserisce un pezzo di tessuto vegetale che viene sigillato da una gomma che nel coperchio. Se allesterno del tessuto mettiamo una pressione idrostatica leggermente pi alta del potenzia