Appunti n.14 - Luca Rizzatello

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  • 7/25/2019 Appunti n.14 - Luca Rizzatello

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    APPUNTI:Berr il mojito e avr i

    suoi occhi. Alcuneosservazioni n a favore

    n contro il valoredidattico della poesia.

    diLuca Rizzatello

    Quando avevo diciassette anni il mio compagno di

    classe Nicol mi raccont che un giorno al

    matematico David Hilbert arriv la notizia che un suo

    studente aveva abbandonato il corso per seguire

    quello di poesia. La sua risposta fu non sono

    sorpreso. Non aveva abbastanza immaginazione per

    diventare un matematico. 14

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    Titolo: Appunti: Berr il mojito e avr i suoi occhi. Alcune osservazioni n afavore n contro il valore didattico della poesia.

    Autore: Luca Rizzatello

    Fonti: La parte iniziale di questo saggio apparsa sulla rivista Chichibio,il resto inedito.

    Il presente documento da intendersi a scopo illustrativo e senza fini dilucro. Tutti i diritti riservati allautore.

    Poesia2.0

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    Luca Rizzatello

    APPUNTI:

    Berr il mojito e avr i suoiocchi. Alcune osservazioni n

    a favore n contro il valoredidattico della poesia.

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    Non coccodrilli ma opere di bene

    Uno solo poteva ridere mentre Derossidiceva dei funerali del Re, e Franti rise.

    Scrive Edoardo Sanguineti in Postkarten, 24.:

    ho insegnato ai miei figli che mio padre stato un uomo straordinario: (potrannoraccontarlo, cos, a qualcuno, volendo, nel tempo): e poi, che tuttigli uomini sono straordinari:

    e che di un uomo sopravvivono, non so,

    ma dieci frasi, forse (mettendo tutto insieme: i tic,i detti memorabili, i lapsus):e questi sono i casi fortunati:1

    La costruzione del testo fa s che i riflettori siano puntatisullo scarto conclusivo (vv. 4-7), consistente in una lezioneironico-materialistica volta a demistificare la retorica dellamemorabilit dei trapassati, illustri e non illustri. Tuttaviasono i primi tre versi a rivelare la poetica profonda, lacostante della trasmissione intergenerazionale diinformazioni (culturali, biografiche, biologiche, ); e a

    corollario, luso del racconto come strumento privilegiato di

    trasmissione: la tecnica di riproduzione narrativa adifferenza della cronaca, intesa come forma dicomunicazione fondata sulla puntualit dei dati prevede

    0Edmondo De Amicis, Cuore1

    Edoardo Sanguineti, Postkarten, Feltrinelli, 1978

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    omissioni, riprese, sostituzioni e ogni sporcatura riferibilealla fisiologia del raccontante. In una recente intervista

    radiofonica Sanguineti ha dichiarato che il Gruppo 63 nonaveva nessun programma, salvo il fatto di respingere quellache allora era la letteratura dominante, e non solo laletteratura, perch investiva un poco tutta la culturadellepoca e configurare un nuovo tipo di intellettuale. In fondo

    il tipo intellettuale era prima di tutto un uomo di lettere, dibelle lettere, quello che dominava ancora attraverso leredit

    dellermetismo, neoermetismo o post ermetismo, come si vuol

    dire; e noi cercavamo di configurare un altro tipo umano, che

    era interessato alla sociologia, alla psicoanalisi, ai rapporti conle altre arti, a tutto quello che una cultura diversa portava incampo.2Il medesimo approccio risuona come un leitmotivnella storiadelle letterature, riscontrabile nelle riflessioni di autoriistituzionali, il cui pensiero nel corso dei secoli statooggetto di normalizzazione, ciascuno fatto accomodare inuna rassicurante vulgata. Si pensi ad esempio a Lucrezio3, a

    Dante

    4

    , a Giacomo Leopardi

    5

    .

    2Le musiche della vita, Rai Radio 3; la puntata stata trasmessa il 14 febbraio 20103Lucrezio, De rerum natura, I, 136-145: N certo sfugge al mio animo che arduo spiegare | le oscurescoperte dei Greci con versi latini, | soprattutto perch se ne devono trattare molte | con nuovi vocaboli

    per la povert della lingua e la novit dei concetti; | ma il tuo alto valore e lo sperato piacere della dolceamicizia | mi persuadono tuttavia a sostenere qualsiasi fatica | e m'inducono a vegliare durante le nottiserene | escogitando con quali parole e quale canto alfine | possa diffondere davanti alla tua mente unasplendida luce, | per cui tu riesca a vedere il fondo delle cose arcane. (traduzione di Luca Canali)4 Dante Alighieri, De Vulgari Eloquentia, 1, XVI: Abbiamo cos conseguito ci che cercavamo, edichiariamo che in Italia il volgare illustre, cardinale, regale e curiale quel volgare che appartiene a tuttele citt italiane senza apparire proprio di alcuna di esse, quel volgare con cui vengono misurati, valutati econfrontati i volgari italiani, e 2, I: Quanto poi allaffermazione circa la necessit per chiunque di ornare

    per quanto pu i propri versi, noi dichiariamo che corrisponde a verit; tuttavia non diremo adorno unbove bardato o un porco col pettorale (che anzi lo deridiamo, in quanto imbruttito): lornamento consisteinfatti nellaggiunta di qualcosa di conveniente. Quanto alla dichiarazione secondo cui la mescolanza di

    ci che superiore e di ci che inferiore arreca profitto, affermiamo che ci vero qualora cessi ladistinzione fra superiore e inferiore (per esempio se fondiamo loro con largento); ma, se la distinzionerimane, linferiore perde valore (per esempio quando belle donne si mescolano a donne brutte).5 Giacomo Leopardi, Zibaldone, 26 Giugno 1821. Ora la massima parte di questo Vocabolariouniversale manca affatto alla lingua italiana accettata e riconosciuta per classica e pura; e quello ch'

    puro in tutta l'Europa, impuro in Italia. Questo voler veramente e consigliatamente metter l'Italiafuori di questo mondo e fuori di questo secolo. [] E siccome le scienze sono state sempre ugualidappertutto (a differenza della letteratura), perci la repubblica scientifica diffusa per tutta l'Europa hasempre avuto una nomenclatura universale ed uniforme nelle lingue le pi difformi, ed intesa da per tuttoegualmente. Cos sono oggi uguali (per necessit e per natura del tempo) le cognizioni metafisiche,

    filosofiche, politiche ec. la cui massa e il cui sistema semplicizzato e uniformato, comune oggi pi o

    meno a tutto il mondo civile; naturale conseguenza dell'andamento del secolo. [] E le lingue sono

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    In questottica lutilizzo di registri linguistici provenienti da

    campi altri, la tecnica di scrittura programmaticamente

    onnivora e inclusiva, la lucidit di matrice scientifica perlimpostazione del discorso, sono da ritenersi espedientistilistici volti a un potenziamento della comunicazione, siapure con tutte le complicazioni del caso. Un tentativo dipotenziamento che ha origine nella presa di coscienzadellesiguit di mezzi (metrici, retorici) messi in campo dalla

    poesia contemporanea media, esiguit resa ancora pievidente tanto da un esame interno (della tradizioneletteraria tout court), quanto da un confronto con lesterno

    (con le pi recenti esperienze artistiche). Molti anni primadellintervista succitata Sanguineti aveva scritto:

    Dir soltanto che se, componendo il Laborintus, si stabilivano da parte mia riferimentiintenzionali a talune situazioni tecnico-espressive di altre arti (della musica, intendodire, non meno che della pittura), e segnatamente alla situazione rappresentatadallespressionismo astratto, ci era dovuto, se altre motivazioni non vi fossero state,anche semplicemente al fatto che, presso gli esemplari poetici contemporanei, inquegli anni 1951-1954, un riferimento era assai meno agevole da stabilirsi. Una crisi dilinguaggio, quale io intendevo stabilire e patire nei miei versi, trovava conforto eanalogia in affini esperimenti pittorici (e musicali), assai pi che in esperimenti diordine letterario: il privato richiamo ad altre situazioni artistiche era un modo dirompere, in solitudine, la solitudine stessa di poetica in cui mi trovavo praticamentegettato.[] Lo straniamento si voleva e, credo, si doveva sperimentare, in primo luogo come

    straniamento, non dalla poesia (anche se questo era, evidentemente, il rischionecessario da affrontarsi: ma un rischio comune a ben altre, e ben pi cautamentefondate, posizioni di poetica), ma da una poesia, storicamente concreta, da unapoetica letteraria, daunaidea della lirica.6

    Due luoghi, entrambi appartenenti a Stracciafoglio7,consentono di meglio definire il modus operandidellAutore;il primo 39.:

    sempre il termometro de' costumi, delle opinioni ec. delle nazioni e de' tempi, e seguono per natural'andamento di questi.6Edoardo Sanguineti, Poesia informale?, in I Novissimi. Poesie per gli anni 60, Einaudi, 2003, pp. 202-2037

    Edoardo Sanguineti, Stracciafoglio, Feltrinelli, 1980

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    con un progetto di inventario globale, ci sono nato, si pu dire, io: (e questospiega, insieme, e insidia, e inficia, il mio sentimento della totalit):

    mi vedo,vedi, il mondo, quindi, come un catalogo permanente, anche, e unesposizione permanentedi s stesso, moltiplicato per esempi e eventi: (da classificare): (da ordinaree riordinare): (e da modificare):

    un polimorfo, luniverso, perverso:

    Il secondo nella posizione topica di chiusura di raccolta, iltesto 47., che esordisce con il mio monologo esteriore.

    La definizione di monologo esteriore, fatti i dovuti distinguo,pu essere applicata anche alla tecnica compositiva diAmelia Rosselli. LAutrice ha espresso a pi ripreselimportanza dei suoi studi metrici per la costruzione di una

    griglia logica che fosse in grado di contenere il flusso delpensiero, e consequenzialmente della scrittura. Ma questaoperazione non basta per uscire dal cerchio della poesiadellinteriorit

    8, pur trattandosi di una poesia dellinteriorit

    sui generis. La svolta non sta nella rinuncia ad un approcciolirico, bens nel trovare soluzioni alternative alla dittaturadellio:

    Tentai di osservare ogni materialit esterna con la pi completa minuziosit possibileentro un immediato lasso di tempo e di spazio sperimentale. Ad ogni spostamento delmio corpo aggiungevo tentando, un completo quadro dellesistenza circondantemi;

    la mente doveva assimilare lintero significato del quadro entro il tempo in cui essa vipermaneva, e fondervi la sua propria dinamicit interiore.Nello scrivere sino ad allora la mia complessit o completezza riguardo alla realt era

    stata soggettivamente limitata: la realt era mia, non anche degli altri: scrivevo versiliberi.[]Per caso volli rileggere poi i sonetti delle prime scuole italiane; affascinata dallaregolarit volli ritentare l'impossibile.[...]I miei versi poetici non poterono pi scampare dalluniversalit dello spazio unico: le

    lunghezze e i tempi dei versi erano prestabiliti, la mia unit organizzativa era definibile,

    8 E evidente che la poesia, nella dimensione di forma espressiva frutto dellingegno individuale, inscindibile da unidea di interiorit. Pertanto in questa sede si definir esteriorit tutto ci che va oltre

    il proprio ombelico.

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    i miei ritmi si adattavano non ad un mio volere soltanto ma allo spazio gi deciso, equesto spazio era del tutto ricoperto di esperienze, realt, oggetti e sensazioni.9

    Non possibile analizzare la poetica di Rosselli senza tenerconto dei suoi studi musicali, e di composizione, e dietnomusicologia10. Entrambi gli aspetti si dimostranonecessari per la pratica di unesegesi organica e capace di

    comprendere appieno il gioco di variazioni formali chesfuggirebbe limitandosi alla sola interpretazione semantica.La trasposizione sul piano della scrittura dei contributi

    metodologici offerti dalle sperimentazioni musicali (lusodella tecnica per produrre effetti potenzialmente infiniti diripetizione, rovesciamento, montaggio e scomposizionedelle cellule sonore, ampliamento macroscopico dellospettro sonoro)11 una chiave di lettura riscontrabilesottotraccia nellintera opera dellAutrice, in cui alla densa

    omogeneit intertestuale fa da contraltare il senso dipeculiarit proprio di ciascun libro12: organismi nonriconducibili a unidea di evoluzione, bens di lucida

    mutazione.

    9Amelia Rosselli, Spazi metrici,Garzanti, 1964;orain Le poesie, Garzanti, 2004, pp. 337 ss.10 Gli studi privati di composizione sfociarono poi in studi di teoria musicale (etnomusicologia). Annidopo pubblicai i primi saggi su Diapason (1952-53) e Civilt delle macchine (1954), con laiuto diLeonardo Sinisgalli. il verri, tramite Luciano Anceschi, pubblicher lintero lavoro, costatomi quattordici

    anni di ricerche in biblioteche italiane, francesi e inglesi. A Darmstadt, presso Francoforte, avevo ancheapprofondito studi di composizione, nei corsi estivi (1959-60). Frequentai anche gli studi elettronici dellaRai, partendo per da tradizioni bartokiane, e studiando, per esempio, al Muse de lHomme di Parigi,musiche non temperate del Terzo Mondo e orientali. Detti spiegazione del sottostante sistema intuibile

    e analizzabile, seguito istintivamente dai musicisti non influenzati dal razionalismo leibnitziano del Sei-

    Settecento. Da Intervista ad Amelia Rosselli, a cura di Giacinto Spagnoletti; ora in Una scritturaplurale, a cura di Francesca Caputo, Interlinea Edizioni, 2004,p. 29611 Ha scritto Luciano Berio: La musica elettronica ha infatti contribuito ad approfondire una visioneunitaria dei processi musicali, a superare concretamente la dicotomia armonia-timbro e a scoprire unareale omogeneit e continuit di senso musicale fra caratteri acustici diversissimi fra loro, siano questi il

    prodotto di voci, strumenti, generatori elettronici o altro.[]Mi viene chiesto spesso quale il senso, il perch profondo della musica elettronica, di questa esperienzamusicale che impone al compositore di comporre i suoni (non solo di comporre coi suoni) invitando lo a

    prendere in considerazione, a non sottovalutare, tutti gli aspetti dello spazio acustico e musicale, daglielementi minimi, i pi elementari, ai pi globali. Sono convinto che il senso profondo della musicaelettronica comune al senso di qualsiasi altra esperienza che ci fa ricordare del dettaglio uomo quando

    parliamo di umanit. In Prefazione, da La musica elettronica, Feltrinelli, 1976, pp. VII ss.12Si segnala la rilevanza della terminologia musicale nella scelta dei titoli delle opere. Nello specifico:

    Variazionibelliche, Serieospedaliera, Impromptu.

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    Che le mie ricerche in campo folk, ossia etnomusicologico, abbiano influito nellaricerca dun versificare pi stretto, pi severo, e di formulazioni geometriche, ovvio;

    [] non si tratta di sistematizzazioni grafiche ma di sensibilizzare il poeta ad altrediscipline, quali quella delloperatore cinematografico, la fisica moderna,

    laerodinamica.13

    Nella copertina del secondo numero di bab ilu, rivista del1962 diretta da Adriano Spatola, si legge: SIAMO CONTRO:MORAVIA, ROVERSI, RENDICONTI, PASOLINI, PIOVENE. Epoco sotto, specularmente secondo lasse orizzontale:

    SIAMO CON: ANCESCHI, ZOLLA, BANFI, BALESTRINI,

    VILLA, CESAIRE, ROBBE-GRILLET. Occorre sgomberare finda subito il campo dal sospetto di una boutade da primapagina; e dato che le motivazioni di una poetica possonoessere estrapolate anche per differenza, si prenderanno lemosse da due di quei contro, cogliendo loccasione perrilevare la produttivit (artistica e critica) che un approcciodialettico e quindi passibile di contraddizioni ha saputooffrire per buona parte della storia letteraria italiana.Il primo a pagina 3 dello stesso numero, la recensione di

    Dopo Campoformio(Feltrinelli, 1962) di Roberto Roversi:

    Avevo osato pensare che la poesia fosse una prostituta mai che aspirasse allaverginit. Lautore si presenta come il difensore della povera, buona, vecchia lingua

    italiana: il fatto che non ci sono al mondo mutamenti, esigenze, proposte che nonabbiano una ragione; e se da pi da cinquantanni la povera, buona, vecchia Europaha perso tutte le scommesse con se stessa, i motivi non sono stati certo filologici. []

    Insomma, il manifesto del neo-crepuscolarismo che segue il manifesto pasoliniano delneo-romanticismo. La nostra cara citt sta morendo di noia.

    Il secondo relativo ad una intervista14datata Marzo 1979,rilasciata alla rivista Romanica:

    13Amelia Rosselli, Introduzione a Spazi metrici, 199314 Invisible City, n. 23-25, Los Angeles, marzo 1979. (Gli estratti dalla presente intervista e altro

    materiale critico sono riconducibili allArchivio Maurizio Spatola)

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    ROMANICA: Il tuo ragionamento dunque decisamente ideologico, ma evita ildibattito pubblico che caratterizza molta poesia politica, come quella di Pier PaoloPasolini, per esempio.SPATOLA: S, sono daccordo. La poesia che si esprime con un linguaggio politico,

    secondo me, in competizione diretta con un linguaggio che ha sviluppato mezzi dipersuasione, e che simultaneamente mistificante e fortemente oppressivo.

    Nel percorso di ricerca di Spatola il concetto di linguaggio15assume connotati polimorfi. Non c mai un aut aut tra lapoesia lineare e la poesia visiva, o addirittura la poesiasonora; la compresenza dei due (o dei tre) momenti simuove secondo direttrici parallele, alimentanti luna laltra.Ma lo studio filosofico sotteso alla sua opera (alle sue opere) unitario, non scindibile nelle differenti esigenzeespressive. C il sospetto che le derive dei recenti slam

    poetry, legati perlopi allintrattenimento, abbiano prodottodei fraintendimenti circa limportanza centrale della ricerca

    sul suono nel fare la poesia (prima che nel dire la poesia,ovvero nel dire lelenco del telefono), appiattendo cos sullosfondo le esperienze radicali e seminali. Spatola ha avuto un

    ruolo fondamentale nella storia delle riviste votate allaricerca, come redattore (il Mulino, il verri, Malebolge,Quindici) e come direttore (bab ilu, Tam Tam, Baobab); le suescelte intellettuali, editoriali ed esistenziali sono lennesimadeclinazione del rapporto complesso tra il poeta e la societ:

    Come lesistenza dei poeti garantisce al poeta la propria esistenza, cos la concorrenza

    tra poeti rassicura i poeti della sopravvivenza della poesia. Un certo numero dipersonalit dominanti (delle quali vanno prese in considerazione lascendenza, let, le

    malattie, ecc.) costituisce il modello su cui si struttura linterpretazione, positivamente

    15 SPATOLA: Ogni parola del dizionario contiene dei residui oggettivi e soggettivi, e alcuni di essisono inconsci. Per me il dizionario non una banca dati ma un organismo vivente, con i suoi traumi etutto il resto. Ma ci che di massima importanza il recupero cosciente del materiale necessario.[]ROMANICA: State allora parlando delleliminazione consapevole di un io soggettivo, decisamente

    anti-lirico.SPATOLA: Certo. un procedimento che, in un certo senso, inizia con Baudelaire, o se preferisci, conlego esasperato di Rimbaud, che daltro canto, finisce allInferno, ed una discesa nellinferno del

    poeta, meno soggettivo di quanto non sia linguistico.ROMANICA: Una discesa nel linguaggio?

    SPATOLA: S, una discesa nellinferno del linguaggio.

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    o negativamente. [] Tuttavia il poeta fa fatica a rendersi conto del fatto che le

    garanzie e le soddisfazioni costituzionali di cui egli gode in quanto membro del clansono dovute a un equivoco spaventoso. La societ (che si fonda sul principio tutto vietato tranne quello che permesso) conferisce al poeta, indipendentemente dallavolont iniziale del poeta, un ruolo che rimanda in maniera ambigua al sacro (ma ilsacro non ha purtroppo a che fare soltanto con lo sciamano, ma anche con lafamiglia, con dio, con la patria, con il denaro, con il potere, ecc.). E mentre il poetaannusa con sospetto quellosso spolpato che per lui il sacro, la societ proclama diessere ancora civile per il fatto che d ancora da mangiare ai poeti.

    []La societ sa che un poeta un buon poeta nel momento in cui si rende conto che lapedagogia del poeta coincide o finir per coincidere con la propria pedagogia(perfino a livello di scuola media, liceo o universit).16

    Un altro tipo di rapporto, forse legato al precedente pi diquanto possa sembrare di primo acchito, quello tra il corpodel poeta e il corpo della poesia. Il ripensamento di un certotipo di lirica implica il ripensamento di un certo tipo di io,astratto e in quanto tale non soggetto a particolari attriti ousure di sorta. Si pensi, solo per fare un esempio, al celebreritratto fotografico del giovane Arthur Rimbaud, con lagiacchina scura, la casacchina chiara, il fiocco storto, lo

    sguardo sardonico e sfuggente, i capelli pettinati eppurearruffati: dettagli estetici che compongono il correlativooggettivo della sua poetica, talmente eclatante da poteressere considerato la sintesi di un manifesto. Sarebbe assaiardito abbandonarsi a tali suggestioni, arrivando a pensaremagari che la fisiognomica, o lassetto posturale, possano

    avere una qualche influenza sulla scrittura, o viceversa. Ilfatto molto riduttivamente che chi suona bene ilviolino il violino lo sta suonando, chi dipinge bene una tela la

    tela la sta dipingendo, ma chi scrive bene non detto chestia scrivendo, ma che stia pensando.Perci opportuno ricominciare.

    Scrive Edoardo Sanguineti in Postkarten,53.:

    16Adriano Spatola, Poesia apoesia e poesia totale, Quindici, n. 16, 1969; ora in Gruppo 63. Critica e

    teoria, Testo&Immagine, 2003, pp. 98 e ss.

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    mi accorgo che ho sperato di rinascere: e che la forma giusta, invece, per me, era poi questache mi porto addosso:

    la mia evoluzione si arrestata a uno stadio di piedi sudaticci,di narici eccessive (e, in pi, eccessivamente irritabili), di costole distortecome costolette troppo corte, di forfore, di gibbosit varie: (il resto, se ci tieni,te lo aggiungi da sola, qui):

    sono arrivato a queste conclusioni in un locale che si chiamaGobule cupol, perch si tiene le sue cupole blu, in effetti, in testa, e che una ciai-can (e insomma una casa da t), dove ho discusso con un Predragdella catena cosmopolitismo-nazionalismo-imperialismo (e dellinternazionalismo alternativo):al telegramma, invece, ho rinunciato:

    perch mi accorgo che morire, adesso, non mi serve:17

    Tutto ci che plasticamente innato (la conformazionefisica) diventa il pretesto per una esposizione di altaconsapevolezza poetica e politica; e il nastro che lAutore

    desidererebbe riavvolgere si rivela in realt un nastro diMbius, essendo sia lautoritratto anatomico che il ritrattodellambiente due luoghi poetici equipollenti, frutto delle

    scelte di un inconscio stilistico che non si pone limiti. E inquesto paradosso ci si chiede quanto e se gli automatismipossano influenzare uno stile, o addirittura determinarlo.

    Secondo Sanguineti il gioco delle parentesi, degli incisi, dellapunteggiatura, che ad altri possono sembrare ostacoli, sonoper me strumento di dicibilit. Cos anche per la mia scrittura.Noi tutti parliamo attraverso incisi, digressioni, ritorni, e ormaiio giungerei a dire: a questo mondo non esiste chelallitterazione; io credo che noi siamo guidati da strategie

    allitteranti inconsce si parli anche solo del tempo che fa rispondenti a un bisogno ritmico-fonetico che pilota i nostridiscorsi anche quando noi crediamo di seguire una linearazionale, o una linea semplicemente casuale.18

    La forma del suono che si sovrappone alla forma delpensiero, e si rileva: dicibilit, non: eseguibilit. Unaposizione analoga si riscontra in Amelia Rosselli:

    17Edoardo Sanguineti, Postkarten, Feltrinelli, 197818

    Edoardo Sanguineti, in Introduzione, daTeatro Antico, Bur, 2006, p. 15

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    La frase era da enunciarsi dun fiato e senza silenzi e interruzioni; rispecchiando la

    realt parlata e pensata, dove nel sonoro noi leghiamo le nostre parole e nel pensarenon abbiamo interruzioni salvo quelle esplicative e logiche della punteggiatura.Pensavo infatti che la dinamica del pensiero e del sonoro si esaurisse generalmente infin di frase o periodo o pensiero, e che lemissione vocale e la scrittura seguissero

    dunque senza interruzioni questo suo nascere e rinascere.19

    Ovvero:

    Attorno a questo mio corpostretto in mille schegge, iocorro vendemmiando, sibilandocome il vento destate, che si nasconde; attorno a questovecchio corpo che si nascondestendo un velo di paludi sullecoste dirupate, per scenderepoi, a patti.

    Attorno a questo corpo dallemille paludi, attorno a questaminiera irrequieta, attornoa questo vaso di tenerezzemal esaudite, mai vidi altro

    che pesci ingrandire, divenirealtro che se stessi, altroche una incontrollabile angosciadi divenire, altro che sestessi nellarcadia di unmondo letterario che si fornivaformaggi da s; sentendosicombattere, nelle vacue ceneda incontrollabili istintidi predominio: logori fanciulliche stiravano altre membrapulite come il sonno, in vacue

    miniere.20

    Il corpo disgiunto dallio: se il primo patisce lemetamorfosi, il secondo agisce, pur tuttavia in forme nonantropomorfe. Il corpo non patisce soltanto le metamorfosi,ma anche la violenza della societ, dellarcadia del mondo

    19Amelia Rosselli, Spazi metrici,Garzanti, 1964;orain Le poesie, Garzanti, 2004, pp. 337 ss.20

    Serie Ospedaliera, Il Saggiatore, 1969; ora in Le poesie, Garzanti, 2004

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    letterario. Loggettivazione dellangoscia in chiavepsicoanalitica ha la forma della coazione a ripetere; ma c di

    pi: la variazione sul tema, la serie, la ripresa di parole chiave(attorno, questo/a, corpo, paludi, altro/e, miniera/e, divenire)non possono essere relegate al solo ruolo di spie verbali di undisagio psichico. Tale tecnica andrebbe interpretata per unverso come un debito formale nei confronti delleprogressioni iterative di Dino Campana (debito esplicitato api riprese dallAutrice), per laltro, citando Gabriele Frasca

    in merito alla natura delle parole-rima, come un uso dielementi la cui originaria funzione religiosa, devocazione e

    invocazione mistica sembrerebbe ricondurre a unatteggiamento psicologico per il quale il canto ancora, incerta misura, incantesimo21. La ricombinazione deimedesimi elementi genera organismi differenti, ma nonsolo, abbatte il sistema di difese residente tra lio e il

    paesaggio (e rende di fatto fin da subito il corpo unelemento del paesaggio), collocando sullo stesso piano i datirealistici/biografici e quelli immaginifici.

    Non si dir nulla del corpo di Adriano Spatola comestrumento scenico. Ma interessa riportare una suadichiarazione, utile per allargare la prospettiva allanalisi del

    corpo sociale del poeta:

    I giovani poeti moderni non sono nemmeno in grado di parlare, non hanno talento perquanto riguarda luso corretto della lingua italiana, si servono piuttosto di una

    fraseologia marcatamente anglo-sassone, tipo quella beat, e questo assurdo. una

    sorta di colonialismo pesante, molto commercializzato, come se fosse Coca-Cola oqualcosa del genere

    22

    Per quanto possa suonare lapalissiano, il colonialismopesante, il gusto massificato, non arrecano alcun danno allapoesia se non vengono elevati allo statuto di poesia. Non ci

    21Gabriele Frasca, La furia della sintassi. La sestina in Italia, Bibliopolis, 1992, p. 2022

    Invisible City, n. 23-25, Los Angeles, marzo 1979.

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    si riferisce qui alle esperienze legate alla pop art, al nouveaurealisme, allinserzione del linguaggio quotidiano e gergale in

    una stesura retorica alta, eccetera. Ci si riferisce al ruolopredominante assunto dai Premi Letterari nella definizionedel panorama culturale, vuoi per processo di auto-investitura, vuoi per il progressivo spegnimento delleesperienze editoriali orientate alla critica, vuoi per il lentoscivolamento dei membri dellAccademia (e degli Operatori

    Culturali) nel bacino dei concorsi a premi. Si tratta di untema delicato, tanto pi pericolosamente fraintendibilequanto pi ci si avvicina ad una definizione sbrigativa di

    democrazia.

    La critica ufficiale (ma forse la critica ha sempre uninconscia tendenza a diventare

    ufficiale) cerca di sistemare le cose prima che la situazione diventi esplosiva. Qui giocaun ruolo fondamentale la nozione di umilt della poesia, che una nozioneindissolubilmente legata a quella di mecenatismo. La critica ufficiale accetta e richiedeil mecenatismo come luogo culturale ideale per il proprio lavoro. Questo lavoro sempre apologia dello status quo.23

    Lo status quo e la tradizione giocano in due campionatidifferenti. Perci verr preferita la pars construens, espressaicasticamente ne La composizione del testo:

    1un aggettivo la respirazione la finestra apertalesatta dimensione dellinnesto nel frusco della pagina oppure guarda come il testo si serve del corpo

    guarda come lopera cosmica e biologica e logica nelle voci notturne nelle aurorali esplosioninel gracidare graffiare piallare od accenderequi sotto il cielo pastoso che impiastra le ditaparole che parlano

    []

    23Adriano Spatola, Poesia apoesia e poesia totale, Quindici, n. 16, 1969; ora in Gruppo 63. Critica e

    teoria, Testo&Immagine, 2003, pp. 98 e ss.

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    6 incoerente indeterminato la sua malattia non ha scopoadesso che siamo nel testo gli infissi sembrano cedereun sostantivo un accesso di tosse il principio dellisteria la volgare dilatazione la trancia sanguinolentasenza falconi senza promesse senza corni da caccia senza catarsiil bosco pieno di fragili docili stupide vittimeil bosco pieno damore e come odia lamore questa parola

    7fra poco nel testo avr inizio la parte finalecatalogo di manierismi e di stupri canzone e narcosisul calendario segnare con la matita la data della consegna

    un verbo il parassita il narciso la rabbia sottocutaneama guarda come la macchina mastica e schiuma e riscaldala musica sale la mano corregge la luce si abbassapi bassa la testa allargale braccia non chiudere gli occhicancella quella parola24

    Il nostro secolo si avvia a compiere cinquantanni e ha caratteriche vanno intesi e studiati fin dora. Come potrebbero farlo i

    posteri se la catena delle indagini critiche si spezzasse? Adistanza di trenta, di quarantanni, un gruppo, un movimentoletterario incomprensibile a chi abbia perduto il filo, il nessostorico che lo univa al suo tempo. dunque utile purdeplorando certe esagerazioni che il capitolo dei moderniappaia nei nostri manuali, e sia mantenuto nelle debite

    proporzioni: non lazzaretto di appestati che si offra in caudaper semplice dovere di completezza, ma senza convinzione; enemmeno orto delle Esperidi, dove centinaia di scrittori viventi(viventi ma non vivi) celebrino i primi riti della loro suppostaimmortalit.25

    24Adriano Spatola, Majakovskijjjjj, Geiger, 197125 Eugenio Montale, Anche senza giganti un bel panorama, apparso in Corriere dInformazione, 10

    ottobre 1949; ora inSulla poesia, Oscar Mondadori, 1997, p. 168

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    Jolanda e le altre orfane

    Se la scienza falsificabile, allora la menzogna deve essereespressa con metodo rigorosamente ascientifico.

    W. Reyhnardt

    Il poeta Arthur Rimbaud ha scritto che quando haidiciassette anni non fai veramente sul serio.

    Il pomeriggio in cui le torri gemelle sono crollate io stavotrasferendo il girato della gita scolastica a Londra dallavideocamera al videoregistratore. E pi tardi, come tantialtri, avrei dichiarato: credevo fosse un film, o comunque

    qualcosa di finto.

    Stando alle tendenze della critica pi recente, prerogativadella poesia raccontare la quotidianit cos com, per

    permettere al giovanotto di identificarsi con lopera, di

    realizzare che la sua vita l, sulla pagina.

    Da bambino ho letto il romanzo Il Corsaro Nero, e mi sonoidentificato nel Corsaro Nero, che come noto un

    bambino che vive nel nord est dItalia sul finire degli anniottanta.

    Quando avevo diciassette anni il mio compagno di classeNicol mi raccont che un giorno al matematico DavidHilbert arriv la notizia che un suo studente avevaabbandonato il corso per seguire quello di poesia. La sua

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    risposta fu non sono sorpreso. Non aveva abbastanzaimmaginazione per diventare un matematico.

    Ma questi non sono concetti che posso spiegare con parolemie. Mettiamola cos.

    Il Premio Nobel Bertrand Russell ha scritto che la vita, cidicono, si sviluppata per gradi dal protozoo al filosofo, equesto sviluppo, ci assicurano, senza dubbio un progresso.Purtroppo tutto questo ce lo assicura il filosofo, non ilprotozoo.

    Due anni fa durante la ricreazione un giovanotto di tredicianni mi ha detto che con una donna lo stesso se la lasci tu oti lascia lei, perch tanto comunque lei che decide. Poi miha chiesto se seguivo il giro dItalia. Ha detto con una donna,

    non con le donne.

    Poi la sua professoressa mi ha chiesto in disparte se trovavo

    giusto il dover spiegare tutte quelle figure retoriche dellapoesia, e se forse non era troppo difficile per dei ragazzidella loro et.

    Ieri pomeriggio nella tratta casa-stazione ferroviaria ho vistosul marciapiede linvolucro di una siringa, e ho provato un

    fastidio metonimico, data la mia aichmofobia. Poco pi in l,dopo essermi chinato, mi sono allacciato una scarpa.

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