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Informazione&Zootecnia Progetto realizzato da Associazione Regionale Allevatori dell’Umbria con il finanziamento del Piano di sviluppo rurale per l’Umbria 2007-2013, Misura 111 Azione A.
UNIONE EUROPEA
Effluenti zootecnici: aspetti
normativi, strategie di gestione
integrata, migliori tecniche disponibili.
L’ambiente è sempre più al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica per le continue emergenze che via via si presentano, sia per calamità naturali
accresciute dall’incuria dell’uomo, sia per veri e propri crimini ambientali come quelli determinati dalla mala gestione dei rifiuti. In questo contesto è forte l’attenzione anche in ambito agricolo e zootecnico soprattutto per quanto
riguarda l’uso dei concimi azotati ed in particolare degli effluenti zootecnici liquami e letami.
ARA Umbria Associazione Regionale Allevatori dell’Umbria SEDE LEGALE ED OPERATIVA di Perugia: Via O.P. Baldeschi, 59 06073 Taverne di Corciano (PG) Tel.: (+39) 075 6979217 Fax: (+39) 075 6979221 E-mail: [email protected] PI: 00561490541 SEDE OPERATIVA di Terni: Viale D. Bramante 3/A 05100 Terni Tel.: (+39) 0744 300998 Fax: (+39) 0744 304870 E-mail: [email protected]
INFORM
AZIONE&ZOOTECNIA
EFFLUENTI ZOOTECNICI
ARA UM
BRIA
ARA Umbria Informazione&Zootecnia: Effluenti zootecnici
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GLI EFFLUENTI ZOOOTECNICI Gli effluenti zootecnici presentano una loro variabilità nella composizione, per quanto riguarda l’azoto è presente nella sostanza organica in varie forme: - Azoto minerale prontamente assimilabile, equiparabile ai concimi chimici di sintesi - Azoto organico facilmente mineralizzabile, facilmente degradabile e disponibile per le piante nella stessa
stagione di coltura - Azoto organico residuale a lento effetto: difficilmente degradabile, perdura nel terreno e si rende
disponibile in periodi successivi.
PRINCIPALI SCOPI DELLE NORME SULL’UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO E DEI CONCIMI AZOTATI:
Protezione delle acque superficiali e sotterranee dall’inquinamento da nitrati di origine agricola attraverso una più attenta gestione del bilancio dell’azoto
Recupero delle proprietà nutritive, ammendanti degli effluenti.
Corretto utilizzo agronomico
Bilancio dell’azoto aziendale
Riduzione delle emissioni in aria dei gas serra e dannosi per l’ozono
Tutela della salute umana
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
LETAME BOVINO
LIQUAME BOVINO
LIQUAME SUINO
POLLINA
COMPOST
Ripartizione percentuale delle frazioni di azoto nei
principali effluenti zootecnici e nel compost Azoto organico residuale
Azoto org. facilmente
Mineralizzabile
Azoto Minerale
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RIFERIMENTI NORMATIVI
• D.Lgs. n. 152 del 03/04/06 (relativo a norme in materia ambientale)
• Decreto MIPAF del 07/04/06 (relativo a criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento)
• Decreto MIPAF del 19/04/99 (Codice di buona pratica agricola)
• DGR n.1492 del 06/09/06 (Direttiva tecnica regionale Utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento)
• DGR 2052 del 07/12/05 (Programma di azione per le zone vulnerabili da nitrati di origine agricola)
• DCR n. 357 del 1/12/2009 Piano di Tutela delle Acque (analisi della situazione regionale e misure di tutela ambientale da adottare)
• Regolamento Regionale 4 maggio 2011, n.4 (produzione di biogas da biomasse e utilizzazione agronomica del digestato)
• DGR 756 del 09/07/13 (attuazione delle misure del Piano di Tutela delle Acque)
• DGR n. 393 del 08/03/2010, relativa all’ampliamento della Zona Vulnerabile di Petrignano
• D. lgs 217/2006 (disciplina in materia di fertilizzanti),
• DGR 976/2012 Progetto per la realizzazione del sistema integrato per la gestione delle procedure aziendali (S.I.G.P.A.).
• D.P.R. 59/2013 Autorizzazione Unica Ambientale
OBBLIGHI IN SINTESI
Aziende produttrici di effluenti zootecnici (letami, liquami): Per tutti gli allevamenti esclusi quelli suinicoli:
o presentazione della comunicazione per l’utilizzazione agronomica degli effluenti ai sindaci dei comuni interessati
o Comunicazione delle variazioni delle consistenze degli animali e dei terreni a disposizione, o Informativa all’Arpa sui tempi di utilizzazione. o Compilazione del PUA (Piano di Utilizzazione Agronomica) per le aziende con terreni nelle
“zone vulnerabili” o con consistenza bovini maggiore di 500 UBA, o per le aziende soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale
Per gli allevamenti suinicoli o Presentazione del Documento Unico di Comunicazione al Sindaco del Comune e a tutti gli
organi/enti preposti al controllo
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o Compilazione del PUA (Piano di Utilizzazione Agronomica) per le aziende con terreni nelle “zone vulnerabili” e per le aziende soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale
Per gli impianti di Biogas per l’utilizzo del digestato: o Relazione agronomica iniziale per la stima delle biomasse a disposizione e comunicazione per
l’utilizzazione agronomica del digestato o Compilazione del PUA (Piano di Utilizzazione Agronomica)
In alternativa l’utilizzo degli effluenti e del digestato può essere autorizzato tramite Autorizzazione Unica Ambientale ai sensi del DPR 59/2013 per le aziende non soggette ad AIA se nel sito aziendale sono presenti attività per le quali è obbligatoria l’AUA
COMUNICAZIONE PER L’UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI EFFLUENTI ZOOTECNICI E DOCUMENTO UNICO DI COMUNICAZIONE (per gli allevamenti
suinicoli)
E’ una relazione tecnica che deve essere redatta su responsabilità delle aziende e viene consegnata in triplice copia al Sindaco del comune ove viene prodotto o utilizzato l’effluente , trenta giorni prima dell’inizio dell’attività di spandimento; per gli allevamenti suinicoli va trasmessa a tutti gli organi/enti preposti al controllo
Contiene informazioni relative alla produzione, allo stoccaggio ed alla utilizzazione degli effluenti zootecnici
Ha una valenza cinque anni a meno ché non ci siano variazioni nella consistenza del numero di capi, ubicazione dei terreni, tipologia, quantità e caratteristiche degli effluenti
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COMUNICAZIONI SUCCESSIVE
Integrazione alla Comunicazione
Ai sindaci dei Comuni interessati con una relazione tecnica che aggiorna la precedente con informazione scritta ogni qualvolta si verifichino variazioni di dati relativi a:
Tipologia, quantità e caratteristiche degli effluenti Ubicazione dei terreni Modalità di spandimento
Comunicazione successive
All’Arpa territoriale nel corso dell’anno almeno due giorni prima dell’inizio di ogni operazione di spandimento indicando la data di inizio e fine dello spandimento (Informativa via Fax, E-mail).
Per le aziende soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale è previsto l’utilizzo di un modello di comunicazione nel quale sono indicati i terreni oggetto di utilizzazione e le quantità di effluente.
CHI DEVE FARE LA COMUNICAZIONE?
L’obbligo di comunicazione per l’utilizzazione agronomica degli effluenti riguarda tutte le aziende che superano i limiti di produzione o di utilizzo dell’azoto da effluenti zootecnici.
I limiti cambiano in funzione della localizzazione dei terreni(zone vulnerabili o non vulnerabili).
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Aziende con terreni in zona VULNERABILE
Classe dimensionale Tipologia di comunicazione
Azoto da effluente di allevamento al campo prodotto/utilizzato Kg.anno
Minore o uguale a 1.000 Esonero dalla presentazione della comunicazione
Da 1.001 a 3.000 Comunicazione semplificata Oltre 3.000 Comunicazione completa
Aziende con terreni in zona NON VULNERABILE
Classe dimensionale Tipologia di comunicazione
Azoto da effluente di allevamento al campo prodotto/utilizzato Kg.anno
Minore o uguale a 3.000 Esonero dalla presentazione della comunicazione
Da 3.001 a 6.000 Comunicazione semplificata Oltre 6.000 Comunicazione completa
CALCOLO DELL’AZOTO PRODOTTO
Categoria animale Azoto al campo
Kg/capo/anno
Vacche in produzione(latte) peso vivo: 600 kg/capo 83 Rimonta vacche da latte ( peso vivo: 300 kg/capo) 36 Bovini all’ingrasso (peso vivo: 400 kg/capo) 33,6 Vacche nutrici 40,6 Vitelli a carne bianca (peso vivo: 130 Kg/capo) 8,6
*(t p.v.= tonnellate di peso vivo)
Categoria animale Azoto al campo Kg/t p.v./anno*
Ovicaprini 99 Equini 69 Suini accrescimento/ingrasso 110 Scrofe con suinetti fino 30 kg p.v. 101
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LIMITE DOSI DI APPLICAZIONE DI AZOTO DA EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO
Zone Vulnerabili
Kg. 170 per ettaro/anno da letame e/o da liquame e/o digestato
Nella zona di Petrignano sono stati dati ulteriori limitazioni all’uso dei concimi azotati (DGR 1330/2010)
Zone Non Vulnerabili
Kg. 340 per ettaro/anno da letame e/o digestato palabile
Kg. 240 per ettaro/anno da liquame e/o digestato non palabile
Kg. 340 per ettaro/anno da liquame solo se giustificati dalla redazione di un PUA (piano utilizzazione agronomica)
DISTANZE E LIMITAZIONI
Sono previsti limitazioni, e distanze
di rispetto relativamente a:
pendenze dei terreni distanze dai corsi d’acqua,
laghi, pozzi centri abitati, case sparse, loc.
turistiche, attività in genere boschi falda freatica superficiale,
terreni innevati, gelati, saturi d’acqua
normative comunali deroghe al rispetto di alcune
distanze in relazione alla modalità di spargimento o trattamento dei liquami
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DIVIETI DI UTILIZZAZIONE
Zone vulnerabili liquami
dal 1° ottobre al 28 febbraio,l’azienda deve individuare un periodo di non spandimento di 90 gg. consecutivi
Nella zona vulnerabile di Petrignano è vietato l’utilizzo di effluenti suinicoli anche letame proveniente da suino
Zone vulnerabili, letami, concimi azotati e
ammendanti
dal 1° ottobre al 28 febbraio,l’azienda deve individuare un periodo di non spandimento di 90 gg. di cui 60 consecutivi
Regolamenti comunali
i Comuni possono, attraverso regolamenti in materia, emanare ulteriori divieti, autorizzazioni, limiti
STOCCAGGI
In base al carico di bestiame e tipologia delle stalle, il calcolo dei quantitativi prodotti viene effettuato utilizzando le tabelle riportate nelle normative (DGR 2052/05, DGR 1492/06)
Le aziende che stoccano effluenti devono dimostrare di avere contenitori con capacità adeguata a contenerli per i periodi indicati dalla normativa.
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Bovini, Bufalini,Equini e Ovicaprini CAPACITÀ DI
STOCCAGGIO IN GIORNI
ZONA
VULNERABILE
ZONA NON
VULNERABILE
LETAME 90 90
LIQUAME 120 90
Tutti gli altri allevamenti
CAPACITÀ DI STOCCAGGIO IN
GIORNI
ZONA
VULNERABILE
ZONA NON
VULNERABILE
LETAME 90 90
LIQUAME 150 120
Impianti di biogas
CAPACITÀ DI STOCCAGGIO IN
GIORNI
ZONA VULNERABILE
ZONA NON VULNERABILE
DIGESTATO 150 150
TRASPORTO DEGLI EFFLUENTI ZOOTECNICI
• Non soggetto alle disposizioni delle normative in materia di rifiuti
• Effettuato con idonei mezzi onde evitare sversamenti
• Corredato da documento di accompagnamento da conservare 4 anni che riporti:
o Identificativo azienda origine effluenti o Natura e quantità effluenti trasportati o Identificazione mezzo di trasporto o Identificativo azienda destinataria e legale
rappresentante
• Esonerato dal documento di trasporto, ma accompagnato da copia della comunicazione, se effettuato all’interno dei terreni a disposizione dell’azienda per lo spandimento
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PIANO DI UTILIZZAZIONE AGRONOMICA (PUA)
Documento compilato su supporto informatico Regionale contenente informazioni sugli apporti di azoto al terreno
Compilato da soggetti abilitati dall’ARUSIA all’utilizzo del programma informatico telematico ( organizzazioni di categoria, professionisti, aziende agricole)
Prevede periodi di non spandimento dei concimi azotati (organici ed inorganici) da rispettare nel periodo compreso tra il 1° ottobre e il 28 febbraio
E’ obbligatorio per:
tutte le aziende agricole e zootecniche ricadenti anche parzialmente nelle zone vulnerabili identificate nell’allegato 6 della DGR 2052/2005 e che sono iscritte alla Camera di Commercio
le aziende soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale
chi utilizza il digestato
Per le aziende fuori area vulnerabile che hanno intenzione di utilizzare un quantitativo di azoto proveniente da liquami pari a 340 kg/ha
AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE E’ un autorizzazione rilasciata dalla Provincia obbligatoria per gli allevamenti con più di:
40.000 posti pollame 2.000 posti suini da produzione (di oltre 30 kg) 750 posti scrofe
L’autorizzazione comprende tutti gli adempimenti in materia ambientale riuniti in un unico documento autorizzativo.
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STRATEGIE DI GESTIONE INTEGRATA DEGLI EFFLUENTI ZOOTECNICI
Hanno lo scopo di
proteggere e risanare le zone vulnerabili dall’inquinamento da nitrati di origine agricola
limitare l’applicazione al suolo di fertilizzanti azotati riequilibrare il rapporto agricoltura ambiente ridurre il contenuto di azoto degli effluenti zootecnici
Tecniche consigliate:
Miscelazione
Per miscelazione e/o omogeneizzazione, si intende una tecnica che, mediante l'impiego di apposite attrezzature consente di ottenere un liquame di composizione uniforme
per:
• facilitare il funzionamento dei dispositivi di movimentazione,
• favorire lo svuotamento dei bacini nelle operazioni di spurgo;
• effettuare apporti omogenei di elementi della fertilità sulla superficie trattata con i liquami.
Separazione solido liquido (vagli rotativi, vibrovagli, vagli statici, separatori cilindrici rotanti, separatore a compressione elicoidale separazione per flottazione, centrifughe, nastropresse).
Tale tecnica permette di separare una parte solida che può essere:
• utilizzata tal quale
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• compostata
• trasferita anche a grande distanza con minor costi.
La frazione chiarificata può essere:
• utilizzata in volumi superiori rispetto al liquame tal quale grazie al ridotto contenuto di azoto e fosforo
• destinata alla somministrazione in copertura, sia per la minor presenza di solidi in sospensione che riduce il fenomeno dell’imbrattamento fogliare, sia perché l’azoto ivi presente è per lo più in forma minerale (azoto ammoniacale) pertanto immediatamente disponibile per la nutrizione vegetale.
Trattamento Aerobico della frazione chiarificata:
Riduce sensibilmente le sostanze maleodoranti Riduce il quantitativo di azoto presente
Le macchine utilizzabili per il trattamento aerobico dei liquami zootecnici sono:
• aeratori superficiali
• aeratori sommersi (a elica o eiettori)
• aeratori con eiettori verticali su circuito
Compostaggio:
Prodotto stabilizzato di elevato valore
agronomico ottenuto dalla miscelazione di
deiezioni animali con residui cellulosici quali
paglia, segatura, truciolame, residui legnosi
sminuzzati ecc., con le seguenti caratteristiche:
• elevato il contenuto di sostanza secca
• composto inodore
• sostanza organica stabilizzata con
migliori caratteristiche igienico sanitarie
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• agevole gestione e facile collocazione in altre aziende
In ambito nazionale il compostaggio è previso per la sola frazione solida separata degli effluenti zootecnici.
La regione Umbria nell’ambito del Piano di Tutela delle Acque ha promosso e reso obbligatorio tra le tecniche ammesse il compostaggio del liquame tal quale pur non essendo annoverato tra le Migliori Tecniche Disponibili.
Trattamento Anaerobico (impianti per la produzione di biogas)
Il trattamento anaerobico in condizioni controllate porta alla degradazione della sostanza organica, alla
stabilizzazione dei liquami e alla produzione di
energia sotto forma di biogas che è utilizzato per il
funzionamento di motori che generano energia
elettrica.
La digestione anaerobica degli effluenti comporta:
riduzione non significativa né del volume né del
contenuto di azoto e fosforo.
abbattimento degli odori, pressoché
completo per quelli più sgradevoli,
miglioramento della qualità agronomica dei liquami.
Vantaggi economici per la produzione di energia
Depurazione Consiste in un processo di abbattimento dell’azoto con impianti sofisticati che possono arrivare al conseguimento dei limiti di tabella richiesti per lo scarico in acque superficiali . È un tipo di trattamento molto costoso applicabile solo in ambiti con problematiche particolari per l’utilizzo agronomico. Più praticabile sarebbe il ricorso al conferimento dei liquami separati ad impianti di depurazione civili.
Tecniche di alimentazione
Impiego di mangimi a ridotto tenore proteico e integrazione con aminoacidi di sintesi
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Questa tecnica si basa sul principio di fornire agli animali mangimi ad appropriato contenuto quanti-qualitativo di proteine, in modo tale che essi possano assumere le giuste quantità di aminoacidi essenziali e non (proteina ideale), a cominciare da quelli limitanti come la lisina, evitando gli eccessi e gli squilibri. Alimentazione per fasi
È una tecnica che prevede l’adattamento della dieta e dei suoi contenuti in nutrienti alle specifiche
esigenze dei capi allevati nei vari stadi di sviluppo. Per il suino leggero sono ben sviluppate le tecniche basate su due fasi. Per il suino pesante italiano due o tre fasi sono ritenute praticabili. Sono inoltre applicabili le tecniche di alimentazione multifase, basate su programmi alimentari che cambiano settimanalmente o anche giornalmente. Ciò può essere ottenuto mescolando in proporzioni adeguate periodicamente due mangimi: uno ad alto tenore di nutrienti e l’altro a basso tenore.
SISTEMI INTEGRATI INTERAZIENDALI Sono impianti che integrano diverse tecnologie per gestire in modo efficiente i reflui zootecnici. Dette tecnologie possono essere gestite mettendo insieme diversi sistemi di trattamento e coinvolgendo più aziende (impianti interaziendali). Un’ipotesi potrebbe essere la seguente:
• digestione anaerobica per sfruttare al meglio il potenziale energetico dei liquami (produzione di biogas e recupero di energia rinnovabile)
• stabilizzazione e la deodorizzazione dei liquami con separazione solido/liquido
• la frazione solida viene stoccata e poi avviata, previo eventuale compostaggio, ad utilizzo agronomico;
• la frazione liquida dopo stoccaggio di alcuni mesi inviata all’utilizzazione agronomica
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE La regione Umbria ha emanato il “Piano di tutela delle Acque” (DGR 16 settembre 2008, n. 1175 ) che prevede alcune Misure di carattere ambientale per il mondo agricolo. In particolare, la misura Q34, prevede obbligatoriamente per i sottobacini del Trasimeno, Nestore, Chiascio, Piediluco e acquifero di Petrignano di Assisi, la trasformazione degli effluenti liquidi in effluenti solidi per gli allevamenti suinicoli con più di 250 UBA (circa 800 suini). Il termine di attuazione è il 30/06/2015 con il termine di avvio delle procedure di adeguamento entro il 31/12/2014. In seguito alla stesura del Piano Zootecnico Regionale è stata promossa una sperimentazione per la distribuzione del liquame, con iniezione diretta nel terreno, al fine di massimizzare l’efficienza di utilizzo dell’azoto da parte delle piante.
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L’obiettivo è quello di verificare la possibilità di utilizzo dei liquami nelle aree suddette, non previsto dalla Misura Q 34. MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI PER LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DALLO
SPANDIMENTO AGRONOMICO Il Ministero dell’ Ambiente con Decreto del 29/01/07 ha emanato un documento individuando le Migliori Tecniche Disponibile (MTD) in materia di allevamenti. Sono tecniche sviluppate e sperimentate, economicamente realizzabili, efficaci a promuovere un alto livello di protezione ambientale. Riguardano le pratiche di allevamento, la nutrizione degli animali, il tipo di stabulazione, i trattamenti aziendali degli effluenti, le tipologie di stoccaggio degli stessi e lo spandimento agronomico. In questa pubblicazione prenderemo in esame le MTD relative allo spandimento agronomico degli effluenti zootecnici. La tecnica di distribuzione degli effluenti al suolo è fondamentale al fine di ridurre le emissioni in atmosfera dei gas, in particolare ammoniaca e metano. Pertanto il ricorso alle migliori tecniche disponibili è il metodo corretto per ottenere una riduzione dell’inquinamento. MTD per lo spargimento di effluenti non palabili (liquami e materiali assimilati) Spandimento superficiale
con cannone irrigatore o con piatto deviatore seguita da incorporazione del liquame nel suolo (non
MTD). Non è da considerare MTD in quanto provoca formazione di aerosol con cattivi odori percepibili anche a grande distanza.
con tecnica a raso (spandimento per bande) (MTD). Con questa tecnica il liquame viene scaricato a livello del suolo in strisce o bande attraverso una serie di tubi flessibili montati su di una barra.
con leggera scarificazione del suolo al di sotto della copertura erbosa (MTD). Il liquame viene depositato sulla superficie del suolo in strisce distanti 20-30 cm. Le piantine dopo il passaggio ritornano nella loro posizione normale costituendo una specie di cappa sulle strisciate di liquame, limitando così le emissioni.
Spandimento con iniezione (MTD):
con profondità da 5 a 30 cm. La quantità di liquame da erogare non deve superare la capacità di riempimento del solco, onde evitare fuoriuscite e spargimenti superficiali. In caso di iniezione superficiale (5 – 15 cm) il solco può anche rimanere aperto.
MTD per lo spandimento di effluenti palabili (letami e materiali assimilati)
Per lo spandimento dei materiali palabili non è la tecnica di distribuzione il fattore che aiuta a ridurre le emissioni, ma l'intervallo di tempo che intercorre tra lo spandimento e l’incorporazione nel terreno. Lo spandimento degli effluenti palabili è considerato MTD se seguito da aratura finalizzata all'incorporazione dell’effluente nel terreno.
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Sommario
GLI EFFLUENTI ZOOOTECNICI ............................................................................................................................... 2
PRINCIPALI SCOPI DELLE NORME SULL’UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO E DEI CONCIMI AZOTATI: ........................................................................................................ 2
RIFERIMENTI NORMATIVI ..................................................................................................................................... 3
OBBLIGHI IN SINTESI ............................................................................................................................................... 3
COMUNICAZIONE PER L’UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI EFFLUENTI ZOOTECNICI E DOCUMENTO UNICO DI COMUNICAZIONE (per gli allevamenti suinicoli) ............................................ 4
COMUNICAZIONI SUCCESSIVE ...................................................................................................................................... 5
Integrazione alla Comunicazione .................................................................................................................................. 5
Comunicazione successive ............................................................................................................................................ 5
CHI DEVE FARE LA COMUNICAZIONE? ............................................................................................................... 5
Aziende con terreni in zona VULNERABILE ................................................................................................................... 6
Aziende con terreni in zona NON VULNERABILE ........................................................................................................... 6
CALCOLO DELL’AZOTO PRODOTTO .................................................................................................................... 6
LIMITE DOSI DI APPLICAZIONE DI AZOTO DA EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO .................................... 7
Zone Vulnerabili ............................................................................................................................................................ 7
Zone Non Vulnerabili .................................................................................................................................................... 7
DISTANZE E LIMITAZIONI....................................................................................................................................... 7
DIVIETI DI UTILIZZAZIONE .................................................................................................................................... 8
Zone vulnerabili liquami................................................................................................................................................ 8
Zone vulnerabili, letami, concimi azotati e ammendanti ............................................................................................. 8
Regolamenti comunali .................................................................................................................................................. 8
STOCCAGGI .................................................................................................................................................................. 8
TRASPORTO DEGLI EFFLUENTI ZOOTECNICI .................................................................................................. 9
PIANO DI UTILIZZAZIONE AGRONOMICA (PUA) ........................................................................................... 10
AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE ............................................................................................... 10
STRATEGIE DI GESTIONE INTEGRATA DEGLI EFFLUENTI ZOOTECNICI ............................................... 11
Tecniche consigliate: ................................................................................................................................................... 11
Miscelazione ............................................................................................................................................................... 11
Trattamento Aerobico della frazione chiarificata: ..................................................................................................... 12
Compostaggio: ............................................................................................................................................................ 12
Trattamento Anaerobico (impianti per la produzione di biogas) ............................................................................... 13
Tecniche di alimentazione .......................................................................................................................................... 13
SISTEMI INTEGRATI INTERAZIENDALI ............................................................................................................ 14
Sono impianti che integrano diverse tecnologie per gestire in modo efficiente i reflui zootecnici. ........................... 14
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE ....................................................................................................................... 14
MIGLIORI TECNICHE DISPONIBILI PER LA RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DALLO SPANDIMENTO
AGRONOMICO ........................................................................................................................................................... 15
MTD per lo spargimento di effluenti non palabili (liquami e materiali assimilati) ........................ 15
Spandimento superficiale ........................................................................................................................................... 15
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Spandimento con iniezione (MTD): ............................................................................................................................. 15
MTD per lo spandimento di effluenti palabili (letami e materiali assimilati) ............................................................. 15