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ARCIDIOCESI DI CAPUA
PARROCCHIA SACRO CUORE
Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi
SUSSIDIO
PASQUA-PENTECOSTE 2017
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Cari amici,
come vorrei che il mio augurio,
invece che giungervi
con le formule consumate
del vocabolario di circostanza,
vi arrivasse con una stretta di mano,
con uno sguardo profondo,
con un sorriso senza parole!
Come vorrei togliervi dall'anima,
quasi dall'imboccatura di un sepolcro,
il macigno che ostruisce la vostra libertà,
che non dà spiragli alla vostra letizia,
che blocca la vostra pace!
Posso dirvi però una parola.
Sillabandola con lentezza
per farvi capire di quanto amore
intendo caricarla: “ CORAGGIO ” !
La Risurrezione di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, è il paradigma
dei nostri destini. La Risurrezione. Non la distruzione. Non la catastrofe.
Non l'olocausto planetario. Non la fine. Non il precipitare nel nulla.
Coraggio, fratelli che siete avviliti, stanchi, sottomessi ai potenti che abusano
di voi. Coraggio, disoccupati.
Coraggio, giovani senza prospettive, amici che la vita ha costretto ad accor-
ciare sogni a lungo cullati.
Coraggio, gente solitaria, turba dolente e senza volto.
Coraggio, fratelli che il peccato ha intristito, che la debolezza ha infangato,
che la povertà morale ha avvilito.
Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di "amare",
non c'è morte che tenga, non c'è tomba che chiuda, non c'è macigno sepolcrale
che non rotoli via. Auguri.
La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione.
Vostro, don Raffaele
Introduzione al Tempo Liturgico della Pasqua
Da Pasqua a Pentecoste
Passata la Pasqua, i Cristiani in tutto il mondo si preparano per la Pentecoste, che
ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli (Atti degli Apostoli 2, 1-4). A
Gerusalemme la festa è celebrata nell’Abbazia Hagia Maria Sion sul Monte Sion.
La celebrazione prolungata della Messa riflette l’intensa e incessante preghiera della
comunità Cristiana che imita gli Apostoli uniti in preghiera con la Madre di Gesù.
Sua Santità Giovanni Paolo II ha descritto una volta il mistero della Pentecoste come
“un segno continuo della presenza dello Spirito Santo nella Chiesa, una festa che
risveglia la fede, la speranza e la carità nei cuori dei fedeli”.
PENTECOSTE, dalla festa della mietitura allo Spirito Santo
In origine era la festa ebraica che segnava l'inizio della mietitura e si celebrava 50
giorni dopo la Pasqua ebraica. Nel Cristianesimo, invece, indica la discesa dello
Spirito Santo su Maria e gli apostoli riuniti insieme nel Cenacolo. Assieme alla
Pasqua è una delle solennità più importanti dell'anno liturgico
A Pentecoste si ricorda e si celebra la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli
apostoli riuniti insieme nel Cenacolo. La Chiesa, in questa solennità, vede il suo vero
atto di nascita d’inizio missionario, considerandola insieme alla Pasqua, la festa più
solenne di tutto il calendario cristiano.
Gli Ebrei la chiamavano “festa della mietitura e dei primi frutti”; si celebrava il
50° giorno dopo la Pasqua ebraica e segnava l’inizio della mietitura del grano; nei
testi biblici è sempre una festa agricola. È chiamata anche “festa delle Settimane”, per
la sua ricorrenza di sette settimane dopo la Pasqua; nel greco “Pentecoste” significa
50° giorno. Il termine Pentecoste, riferendosi alla “festa delle Settimane”, è citato in
Tobia 2,1 e 2 Maccabei, 12, 31-32.
Lo scopo originario di questa ricorrenza era il ringraziamento a Dio per i frutti
della terra, cui si aggiunse più tardi, il ricordo del più grande dono fatto da Dio al
popolo ebraico, cioè la promulgazione della Legge mosaica sul Monte Sinai. Secondo
il rituale ebraico, la festa comportava il pellegrinaggio di tutti gli uomini a
Gerusalemme, l’astensione totale da qualsiasi lavoro, un’adunanza sacra e particolari
sacrifici; ed era una delle tre feste di pellegrinaggio (Pasqua, Capanne, Pentecoste),
che ogni devoto ebreo era invitato a celebrare a Gerusalemme.
Al capitolo 2 degli Atti degli Apostoli. Gli apostoli insieme a Maria, la madre di
Gesù, erano riuniti a Gerusalemme nel Cenacolo, probabilmente della casa della
vedova Maria, madre del giovane Marco, il futuro evangelista, dove presero poi a
radunarsi abitualmente quando erano in città; e come da tradizione, erano affluiti a
Gerusalemme gli ebrei in gran numero, per festeggiare la Pentecoste con il prescritto
pellegrinaggio. «Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste», si legge, «si
trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo,
come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si
trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su
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ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare
in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi. Si trovavano allora in
Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione che è sotto il cielo. Venuto quel
fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare
nella propria lingua. Erano stupefatti e, fuori di sé per lo stupore, dicevano:
“Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno
parlare la nostra lingua nativa?…».
Cos'è e cosa rappresenta lo Spirito Santo
È la terza persona della Santissima Trinità, principio di santificazione dei fedeli, di
unificazione della Chiesa, di ispirazione negli autori della Sacra Scrittura. È colui che
assiste il magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della verità (è detto
anche “Paraclito”, cioè “Consolatore”).
L’Antico Testamento, non contiene una vera e propria indicazione sullo Spirito Santo
come persona divina. Lo “spirito di Dio”, vi appare come forza divina che produce la
vita naturale cosmica, i doni profetici e gli altri carismi, la capacità morale di
obbedire ai comandamenti.
Nel Nuovo Testamento, lo Spirito appare talora ancora come forza impersonale
carismatica. Insieme però, avviene la rivelazione della “personalità” e della “divinità”
dello Spirito Santo, specialmente nel Vangelo di san Giovanni, dove Gesù afferma di
pregare il Padre perché mandi il Paraclito, che rimanga sempre con i suoi discepoli e
li ammaestri nella verità (Giov. 14-16) e in san Paolo, dove la dottrina dello Spirito
Santo è congiunta con quella della divina redenzione. È concesso a tutti i battezzati (1
Corinzi, 12, 13), lo Spirito fonda l’uguale dignità di tutti i credenti. Ma nello stesso
tempo, in quanto conferisce carismi e ministeri diversi, l’unico Spirito, costruisce la
Chiesa con l’apporto di una molteplicità di doni. I doni dello Spirito Santo
L’insegnamento tradizionale, seguendo un testo di Isaia, ne elenca sette: sapienza,
intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio. Essi sono donati
inizialmente con la grazia del Battesimo e confermati dal sacramento della Cresima. Il simbolo dello Spirito Santo
Pochissime volte è stato rappresentato sotto forma umana; mentre
nell’Annunciazione e nel Battesimo di Gesù è sotto forma di colomba, e nella
Trasfigurazione è come una nube luminosa.
Ma nel Nuovo Testamento, lo Spirito divino è esplicitamente indicato, come lingue di
fuoco nella Pentecoste e come soffio nel Vangelo di Giovanni (20, 22); “Gesù disse
loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo
aver detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete
i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. Lo
Spirito Santo, più volte preannunciato nei Vangeli da Gesù, è stato soprattutto
assimilato al fuoco che come l’acqua è simbolo di vita e di morte.
I cristiani inizialmente chiamarono Pentecoste, il periodo di cinquanta giorni dopo la
Pasqua. A quanto sembra, fu Tertulliano, apologista cristiano (155-220), il primo a
parlarne come di una festa particolare in onore dello Spirito Santo. Alla fine del IV
secolo, la Pentecoste era una festa solenne, durante la quale era conferito il Battesimo
a chi non aveva potuto riceverlo durante la veglia pasquale. Le costituzioni
apostoliche testimoniano l’Ottava di Pentecoste per l’Oriente, mentre in Occidente
compare in età carolingia.
L’Ottava liturgica si conservò fino al 1969; mentre i giorni festivi di Pentecoste
furono invece ridotti nel 1094, ai primi tre giorni della settimana; ridotti a due dalle
riforme del Settecento.
All’inizio del XX secolo, fu eliminato anche il lunedì di Pentecoste, che tuttavia è
conservato come festa in Francia e nei Paesi protestanti.
In quali occasioni si invoca lo Spirito Santo
Nel conferimento dei Sacramenti, in particolare nel Battesimo e nella Cresima e con
liturgia solenne nell’Ordine Sacro; e più in generale in ogni cerimonia liturgica o
occasione particolarmente importante, come ad esempio l’inizio del Conclave per
eleggere il Papa, dove s’implora l’aiuto divino.
La preghiera di invocazione è contenuta nel magnifico e suggestivo inno del Veni
Creator, attribuito all’arcivescovo di Magonza Rabano Mauro e risalente al IX
secolo. È un inno che unisce preghiera, meditazione e invocazione.
A questo punto riporto una considerazione dell’arcivescovo emerito di Bologna, card.
Carlo Caffarra, molto bella e significativa: “… il tempo liturgico da Pasqua a
Pentecoste è il periodo in cui fiorisce l’albero della croce piantato sul Calvario. Su
quel tronco, che affonda le radici nella storia dell’umanità, si sviluppano i rami, poi i
fiori e quindi i frutti: è la Chiesa che gradualmente sboccia al calore dello Spirito
Santo, per realizzare il progetto salvifico del Padre.
I segni di questa “primavera” sono: le apparizioni di Cristo risorto ed il suo invio
degli apostoli in missione; la rilettura pasquale degli eventi e dell’insegnamento del
Maestro e la bella testimonianza dei credenti; la conversione di singole persone,
famiglie e gruppi e la diffusione della fede oltre i confini di Israele; i miracoli operati
nel nome di Gesù e l’efficacia del trinomio: annuncio, Battesimo, rinnovamento della
vita; il magistero di Pietro come centro della predicazione; l’avvio di nuovi ministeri
per rispondere alle urgenze della storia ed il riferimento privilegiato dello Spirito
Santo. Il tempo post-pasquale è caratterizzato dalla lode a Dio e dalla sorpresa per le
sue meraviglie; dalla missionarietà spontanea e dalla fedeltà nella persecuzione; dalla
giovinezza interiore e dalla fecondità della grazia; dal consolidamento della Chiesa e
dall’inserimento del suo lievito nella società; dal riconoscimento del Mistero
generante e dalla preghiera. Quell’esperienza unica, e insieme perenne, viene
riproposta ogni anno dalla liturgia, prima ed insostituibile scuola di vita cristiana. E’
un “memoriale”, cioè un’attualizzazione qui ed ora, di quanto è avvenuto allora. E’ il
dono che aiuta a penetrare gradualmente nella profondità della Pasqua celebrata. E’ la
Chiesa che ritrova la sua iniziale freschezza, si modella sul suo stampo originario,
recupera la sua forza primordiale ed attinge ad una metodica pastorale mai superata.
C’è il rischio che il periodo da Pasqua a Pentecoste non venga adeguatamente
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valorizzato. Alla Quaresima, solitamente ricca di proposte e di iniziative, può seguire
un certo calo di vitalità spirituale e pastorale. Eppure la Quaresima è finalizzata alla
Pasqua, la quale raggiunge il suo compimento nella Pentecoste, che è l’anima di tutta
la vita cristiana. Occorre dunque favorire una continuità di impegno comunitario e
personale, per non sprecare la grande ricchezza propositiva di questo “tempo forte”
della Chiesa, che trova il suo perno nella meditazione del libro degli Atti degli
Apostoli. Vivendo più intensamente l’itinerario pasquale, incentrato sulla risurrezione
di Cristo, sarà più facile sperimentare la gioia di appartenere alla Chiesa e la
responsabilità di testimoniare la “novità cristiana” nell’odierna società, rattrappita
dalla cultura di morte. Non si può presumere di “andare al largo” nel terzo millennio
senza ripartire dal nucleo fondamentale della fede: Cristo morto e risorto, operante
per lo Spirito Santo nella Chiesa, suo corpo vivente. L’obiettivo di questo percorso di
fede è di arrivare più preparati alla Pentecoste, per accogliere nuovamente il dono
dello Spirito, insieme a Maria, Madre della Chiesa e Regina della pace”.
SOLENNITA’ DELL’ASCENSIONE
Con la solennità dell’Ascensione di Gesù al Cielo si conclude la vita terrena di Gesù
che con il suo corpo, alla presenza degli apostoli, si unisce fisicamente al Padre, per
non comparire più sulla Terra fino alla sua Seconda venuta (Parusìa) per il Giudizio
finale. Questa festività è molto antica e viene attestata già a partire dal IV secolo. Per
la Chiesa cattolica e le Chiese protestanti, l’Ascensione si colloca di norma 40 giorni
dopo la Pasqua, cioè il giovedì della sesta settimana del Tempo pasquale, ovvero
quello successivo alla VI domenica di Pasqua. Nel Credo degli Apostoli viene
menzionata con queste parole: «Gesù è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di
nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine».
Nella Chiesa ortodossa l'Ascensione è una delle 12 grandi feste. Questo termine
sottolinea che Gesù salendo al cielo ha completato il lavoro della redenzione. Più
chiari ancora gli Atti, che nominano esplicitamente il monte degli ulivi, poiché dopo
l'ascensione i discepoli «ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che
è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato.»(Atti 1:12) La
tradizione ha consacrato questo luogo come il Monte dell'Ascensione.
Senso biblico della parola Ascensione
Secondo una concezione spontanea e universale, riconosciuta dalla Bibbia, Dio abita
in un luogo superiore e l’uomo per incontrarlo deve elevarsi, salire. L’idea
dell’avvicinamento con Dio, è data spontaneamente dal monte e nell’Esodo (19,3), a
Mosè viene trasmessa la proibizione di salire verso il Sinai, che sottintendeva
soprattutto quest’avvicinamento al Signore; “Delimita il monte tutt’intorno e dì al
popolo; non salite sul monte e non toccate le falde. Chiunque toccherà le falde sarà
messo a morte”. Il comando di Jahvè (JHWH) non si riferisce tanto ad una salita
locale, ma ad un avvicinamento spirituale; bisogna prima purificarsi e raccogliersi per
poter udire la sua voce. Non solo Dio abita in alto, ma ha scelto i luoghi elevati per
stabilirvi la sua dimora; anche per andare ai suoi santuari bisogna ‘salire’. Così lungo
tutta la Bibbia, i riferimenti al “salire” sono tanti e continui e quando Gerusalemme
prende il posto degli antichi santuari, le folle dei pellegrini ‘salgono’ festose il monte
santo; “Ascendere” a Gerusalemme, significava andare a Jahvè, e il termine,
obbligato dalla reale posizione geografica, veniva usato sia dalla simbologia popolare
per chi entrava nella terra promessa, come per chi ‘saliva’ nella città santa. Nel
Nuovo Testamento, lo stesso Gesù “sale” a Gerusalemme con i genitori, quando si
incontra con i dottori nel Tempio e ancora “sale” alla città santa, quale preludio
all’”elevazione” sulla croce e alla gloriosa Ascensione.
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IIa DOMENICA DI PASQUA
FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA
La festa della Divina Misericordia è stata istituita
ufficialmente da Giovanni Paolo II nel 1992 che la fissò per
tutta la Chiesa nella prima domenica dopo Pasqua, la
cosiddetta “Domenica in Albis”.
DOVE È STATA CELEBRATA PER PRIMA QUESTA RICORRENZA?
Il card. Franciszek Macharski con la Lettera Pastorale per la Quaresima (1985) ha
introdotto la festa nella diocesi di Cracovia e seguendo il suo esempio, negli anni
successivi, lo hanno fatto i vescovi di altre diocesi in Polonia. Il culto della Divina
Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua nel santuario di Cracovia -
Lagiewniki era già presente nel 1944. La partecipazione alle funzioni era così
numerosa che la Congregazione ha ottenuto l'indulgenza plenaria, concessa nel 1951
per sette anni dal card. Adam Sapieha. Dalle pagine del Diario sappiamo che suor
Faustina Kowalska fu la prima a celebrare individualmente questa festa con il
permesso del confessore.
QUALI SONO LE ORIGINI DELLA FESTA?
Gesù, secondo le visioni avute da suor Faustina e annotate nel Diario, parlò per la
prima volta del desiderio di istituire questa festa a suor Faustina a Płock nel 1931,
quando le trasmetteva la sua volontà per quanto riguardava il quadro: "Io desidero
che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l'immagine, che dipingerai con il
pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa
domenica deve essere la festa della Misericordia". Negli anni successivi Gesù è
ritornato a fare questa richiesta addirittura in 14 apparizioni definendo con precisione
il giorno della festa nel calendario liturgico della Chiesa, la causa e lo scopo della sua
istituzione, il modo di prepararla e di celebrarla come pure le grazie ad essa legate.
PERCHÉ È STATA SCELTA LA PRIMA DOMENICA DOPO PASQUA?
La scelta della prima domenica dopo Pasqua ha un suo profondo senso teologico:
indica lo stretto legame tra il mistero pasquale della Redenzione e la festa della
Misericordia, cosa che ha notato anche suor Faustina: "Ora vedo che l'opera della
Redenzione è collegata con l'opera della Misericordia richiesta dal Signore".
Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla novena che precede la festa e che
inizia il Venerdì Santo. Gesù ha spiegato la ragione per cui ha chiesto l'istituzione
della festa: "Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (...). Se non
adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre". La preparazione alla festa
deve essere una novena, che consiste nella recita, cominciando dal Venerdì Santo,
della coroncina alla Divina Misericordia. Questa novena è stata desiderata da Gesù ed
Egli ha detto a proposito di essa che "elargirà grazie di ogni genere".
COME SI FESTEGGIA?
Per quanto riguarda il modo di celebrare la festa Gesù ha espresso due desideri:
- che il quadro della Misericordia sia quel giorno solennemente benedetto e
pubblicamente, cioè liturgicamente, venerato;
- che i sacerdoti parlino alle anime di questa grande e insondabile misericordia Divina
e in tal modo risveglino nei fedeli la fiducia. "Sì, - ha detto Gesù - la prima domenica
dopo Pasqua è la festa della Misericordia, ma deve esserci anche l'azione ed esigo il
culto della Mia misericordia con la solenne celebrazione di questa festa e col culto
all'immagine che è stata dipinta".
CHI ERA SUOR FAUSTINA KOWALSKA?
Nata in un villaggio polacco e battezzata col nome di Elena, è la terza dei 10 figli di
Marianna e Stanislao Kowalski. Che sono contadini poveri, nella Polonia divisa tra
gli imperi russo, tedesco e austriaco. Lei fa tre anni di scuola, poi va a servizio.
Pensava di farsi suora già da piccola, ma realizza il progetto solo nell’agosto 1925: a
Varsavia – ora capitale della Polonia indipendente – entra nella comunità della
Vergine della Misericordia, prendendo i nomi di Maria Faustina. E fa la cuoca, la
giardiniera, la portinaia, passando poi per varie case della Congregazione (tra cui,
quelle di Varsavia, Vilnius e Cracovia). Ma al tempo stesso è destinataria di visioni e
rivelazioni che i suoi confessori le suggeriscono di annotare in un diario (poi tradotto
e pubblicato in molte lingue). E tuttavia non crede che questi fatti straordinari siano
un marchio di santità. Lei scrive che alla perfezione si arriva attraverso l’unione
intima dell’anima con Dio, non per mezzo di “grazie, rivelazioni, estasi”. Queste
sono piuttosto veicoli dell’invito divino a lei, perché richiami l’attenzione su ciò che
è stato già detto, ossia sui testi della Scrittura che parlano della misericordia divina e
poi perché stimoli fra i credenti la fiducia nel Signore (espressa con la formula:
"Gesù, confido in te") e la volontà di farsi personalmente misericordiosi. Muore a 33
anni in Cracovia. Beatificata nel 1993, è proclamata santa nel 2000 da Giovanni
Paolo II. Le reliquie si trovano a Cracovia-Lagiewniki, nel santuario della Divina
Misericordia. La sua festa ricorre il 5 ottobre.
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MONIZIONE INIZIALE
La tomba vuota e le apparizioni di Gesù risorto ai discepoli sono i segni
dell’annuncio pasquale che i testimoni hanno diffuso nel mondo e affidato
ai loro successori, perché risuoni fino alla fine dei tempi. Oggi giunge ai
nostri orecchi e al nostro cuore grazie all’esperienza dell’apostolo
Tommaso. Così la misericordia del padre viene conosciuta e sperimentata
anche dagli uomini e dalle donne del nostro mondo.
Preghiera Finale
Ti benediciamo, Padre Santo:
nel tuo immenso amore verso il genere umano,
hai mandato nel mondo come Salvatore
il tuo Figlio, fatto uomo nel grembo della Vergine purissima.
In Cristo, mite ed umile di cuore
tu ci hai dato l'immagine della tua infinita Misericordia.
Contemplando il suo volto scorgiamo la tua bontà,
ricevendo dalla sua bocca le parole di vita,
ci riempiamo della tua sapienza;
scoprendo le insondabili profondità del suo cuore
impariamo benignità e mansuetudine;
esultando per la sua resurrezione,
pregustiamo la gioia della Pasqua eterna.
Concedi o Padre che i tuoi fedeli,
onorando questa sacra effigie
abbiano gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
e diventino operatori di concordia e di pace.
Il Figlio tuo o Padre, sia per tutti noi la verità che ci illumina,
la vita che ci nutre e ci rinnova,
la luce che rischiara il cammino,
la via che ci fa salire a te per cantare
in eterno la tua Misericordia.
Amen.
Giovanni Paolo II
Adorazione Eucaristica 23 aprile 2017
Canto iniziale: Davanti al Re
Sac: Sia lodato e ringraziato, ogni momento.
Tutti: Il Santissimo e Divinissimo Sacramento.
Sac: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo...
Sac: “O Cuore Eucaristico di Gesù, che ardi d'amore per noi,
Tutti: Accendi i nostri cuori d'amore per te!”
Sac: Sia lodato e ringraziato, ogni momento...
Sac: Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo...
Raccogliamoci. Distacchiamoci dalle nostre preoccupazioni. Siamo alla presenza del
Signore Gesù.
È lui l’immagine del Padre, Dio della misericordia e del perdono; è lui che ha versato
il Suo sangue perché fossimo riconciliati con Dio. Adoriamolo e lodiamolo con gioia
e gratitudine.
Silenzio
Preghiera di adorazione a Gesù Maestro
Gesù Maestro: che io pensi con la tua intelligenza e la tua sapienza.
Che io ami con il tuo cuore.
Che io veda in tutto con i tuoi occhi.
Che io parli con la tua lingua.
Che io oda soltanto con le tue orecchie.
Che io assapori quello che tu gusti.
Che le mie mani siano tue.
Che i miei piedi siano sui tuoi passi.
Che io preghi come preghi tu.
Che io mi doni come tu ti sei donato.
Che io sia in te e tu in me.
don Giacomo Alberione
Davanti al Re,
ci inchiniamo insiem
per adorarlo
con tutto il cuor.
Verso di lui
eleviamo insiem
canti di gloria
al nostro Re dei Re.
12
Oh Oh Oh Adoramus te Domine
Salmo 100
Acclamate il Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza.
Riconoscete che solo il Signore è Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome;
perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.
Grazie Gesù, perché ci hai chiamati qui, tutti insieme: hai desiderato e reso possibile questo incontro delle nostre comunità con te.
Grazie per il tuo amore che ci accompagna. Questa famiglia ti benedice, Signore, la tua misericordia ci risolleva dalle nostre debolezze.
Oh Oh Oh Adoramus te Domine
Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di
gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la
parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo
con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita
nel cuore di ogni persona, quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel
cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il
cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro
peccato.
La misericordia divina è una grande luce di amore e di tenerezza, è la carezza di Dio
sulle ferite dei nostri peccati. (Papa Francesco)
Misericordias Domini in aeternum cantabo
Tu Gesù ci dici, "chi è senza peccato, scagli la prima pietra": quante volte cadiamo e
tu ci risollevi sempre. Aiutaci a non scagliare le pietre del giudizio, delle chiacchiere,
delle mancanze di attenzione e di amore.
Insieme
Aiutaci, o Signore, a far sì che le nostre mani siano misericordiose e piene di buone
azioni, in modo che sappiamo fare unicamente del bene al prossimo. Aiutaci a far sì
che i nostri piedi siano misericordiosi, in modo che accorriamo sempre in aiuto del
prossimo, vincendo la pigrizia e la stanchezza. Aiutaci, Signore, a far sì che il nostro
cuore sia misericordioso, in modo che partecipiamo a tutte le sofferenze del
prossimo. O Gesù trasformaci in te Stesso, poiché tu puoi fare tutto.
Misericordias Domini in aeternum cantabo
Ciò che ti spinge, o Padre, alla misericordia, non è il nostro peccato, ma ciò che di
bello e di buono c'è nell'uomo, cioè la tua immagine in noi. (S. Agostino)
Quando mi sento solo, quando sono debole e peccatore, tu, Signore, sei lì, pronto a
donarmi il tuo abbraccio, intenso, di Padre e di Madre: mi chiedi solo una cosa,
l'umiltà di affidarmi a te, riconoscendomi bisognoso.
Misericordias Domini in aeternum cantabo
Signore Gesù, che alla peccatrice hai detto: "Donna, nessuno ti ha condannata? Neanch'Io ti condanno",
Insieme
aiutami ad aprire la porta del mio cuore
per imparare ad essere misericordioso come te.
Tu sei buono e perdoni.
Tu ti fai vicino a tutti e consoli chiunque chiede il tuo aiuto.
Vorrei proprio essere come te
Io ho ricevuto il tuo amore e la tua misericordia.
Donami la tua forza e il tuo Santo Spirito. Amen
Misericordias Domini in aeternum cantabo
Giovanni 7,53-8,11
Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. Ma all'alba si recò di nuovo nel
tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. Allora gli
scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo,
gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora
Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne
dici?». Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma
Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. E siccome insistevano
nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per
primo la pietra contro di lei». E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi.
14
Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna,
dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Misericordias Domini in aeternum cantabo
Dal peccato, tu, o Dio ne ricavi la parte più bella:
come Santa Maria Maddalena, che si è lasciata plasmare dal tuo amore
incondizionato, aiutaci, Signore, a capire che le nostre infedeltà, le nostre debolezze,
possono diventare l'occasione per una vita spirituale più intensa e che la nostra stessa
colpa è vinta e travolta sul nascere dalla tua più grande forza d'amore che salva.
Silenzio
Cristo è venuto a dirci: "Seguimi!", ossia: "Imitami. E tu, discepolo, e tu, discepola,
dovete sapere che sono venuto nel mondo perché il mondo abbia la vita. Ho bisogno
di te, per farmi vedere attraverso te, per mostrarmi attraverso te all'uomo d'oggi, per
dire all'uomo di oggi: "Io sono la Via, la Verità, la Vita" per dire a ciascuno,
attraverso la tua esistenza di testimonianza: "Sono venuto perché abbiano la vita e
l'abbiano in abbondanza". Per mezzo tuo, discepolo o discepola, sono venuto a dire al
fratello e alla sorella, per quanto siano peccatori: "Sono venuto per i peccatori, non
per i giusti, sono venuto per i malati, non per i sani, per imprimere e infondere
nell'uomo il mio Spirito di eternità che è vita d'amore".
Misericordias Domini in aeternum cantabo
Se vogliamo trovare aiuto, coraggio, spinta, ardimento verso Dio, dobbiamo guardare
a Maria, Madre della Misericordia. A lei affidiamo, con la preghiera del Santo
Rosario della Misericordia, le nostre vite, le nostre famiglie, le nostre comunità, i
nostri sacerdoti e le intenzioni che ci stanno più a cuore.
La preghiera, come dice Papa Francesco, è "una forza che muove il mondo, è
un’opera di misericordia spirituale, che vuole portare tutto al cuore di Dio. È un dono
di fede e di amore, di cui c’è bisogno come del pane, perché significa affidare la
Chiesa, le persone, le situazioni al Padre, affinché se ne prenda cura. La preghiera è
una chiave che apre il cuore di Dio".
ORE TRE POMERIDIANE
L’ORA DELLA MISERICORDIA
Gesù vuole che quest’ora non ci lasci indifferenti:
«Alle tre del pomeriggio implora la Mia Misericordia specialmente per i peccatori e
sia pure per un breve momento immergiti nella Mia Passione, particolarmente nel
Mio abbandono al momento della morte. È un'ora di grande Misericordia per il
mondo intero. Ti permetterò di penetrare nella Mia tristezza mortale. In quell'ora
non rifiuterò nulla all'anima che Mi prega per la Mia Passione...». (Diario, p. 703)
“Figlia Mia, ogni volta che senti l'orologio battere le tre, ricordati di immergerti
tutta nella Mia Misericordia, adorandola ed esaltandola; invoca la sua onnipotenza
per il mondo intero e specialmente per i poveri peccatori, poiché fu in quell'ora che
venne spalancata per ogni anima. In quell'ora otterrai tutto per te stessa e per gli
altri; in quell'ora fu fatta grazia al mondo intero, la Misericordia vinse la giustizia.
Figlia Mia, in quell'ora cerca di fare la Via Crucis, se i tuoi impegni lo permettono e
se non puoi fare la Via Crucis, entra almeno per un momento in cappella ed onora il
Mio Cuore che nel SS.mo Sacramento è pieno di Misericordia. E se non puoi andare
in cappella, raccogliti in preghiera almeno per un breve momento là dove ti trovi.
Voglio il culto della Mia Misericordia da ogni creatura, ma prima di tutto da te,
poiché a te ho fatto conoscere questo mistero nella maniera più profonda.”(Diario, p.
820)
† CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA †
(Si recita con una normale Corona del Santo Rosario)
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Orazione nell'Ora della Misericordia
Gesù, Tu sei appena morto e già una sorgente di vita è sgorgata per le
anime. O sorgente di vita, incomprensibile misericordia di Dio, avvolgi il
mondo intero e riversati su di noi. O Sangue ed Acqua che scaturisci dal
Cuore di Gesù, come sorgente di misericordia per noi, confido in Te.
PADRE NOSTRO
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Padre nostro, che Sei nei Cieli sia santificato il Tuo Nome, venga il Tuo
Regno sia fatta la Tua volontà, come in Cielo così in terra. Dacci oggi il
nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo
ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Amen.
AVE MARIA
Ave Maria, piena di Grazia, il Signore è con Te, Tu sei benedetta fra le
donne e benedetto è il frutto del Tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di
Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
CREDO APOSTOLICO
Io Credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in
Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, (ci si inchina) il quale fu
concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio
Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno
risuscitò da morte; salì al Cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente:
di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa
Chiesa cattolica, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la
risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Poi sui grani del Padre Nostro si recitano le parole seguenti:
Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del
Tuo Dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei
nostri peccati e di quelli del mondo intero.
Poi sui grani dell’Ave Maria si recitano le parole seguenti:
Per la Sua dolorosa Passione, abbi Misericordia di noi e del mondo intero.
Per finire si ripete per tre volte:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo
intero.
Poi: “O Sangue ed Acqua che scaturisci dal Cuore di Gesù, come Sorgente
di Misericordia per noi, confido in Te”.
Gesù dice: “Quando reciterai questa preghiera (cioè:“O Sangue ed Acqua che
scaturisci dal Cuore di Gesù, come Sorgente di Misericordia per noi, confido in Te”)
con cuore pentito e con fede per qualche peccatore, gli concederò la grazia della
conversione …”
CONSACRAZIONE DEL MONDO
ALLA DIVINA MISERICORDIA
Dio, Padre misericordioso
che hai rivelato il Tuo amore
nel figlio tuo, Gesù Cristo
e l’hai riversato su di noi
nello Spirito Santo consolatore
Ti affidiamo oggi
i destini del mondo e di ogni uomo.
Chinati su di noi peccatori
risana la nostra debolezza
sconfiggi ogni male
fa’ che tutti gli abitanti della terra
sperimentino la Tua misericordia
affinché in te, Dio uno e trino
trovino sempre la fonte della speranza.
Eterno Padre, per la dolorosa passione
e la Risurrezione del tuo Figlio
abbi misericordia di noi
e del mondo intero.
Amen.
(Giovanni Paolo II)
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IIIa DOMENICA DI PASQUA
LO RICONOBBERO
ALLO SPEZZARE DEL PANE
MONIZIONE INIZIALE
La prima comunità cristiana, dopo la risurrezione di Gesù, ha compiuto un
lungo ed impegnativo cammino, per comprendere e gustare i diversi modi
della presenza del Risorto. Il racconto dell’esperienza dei due discepoli di
Emmaus ne indica due in maniera particolare: la Sacra Scrittura e
l’Eucaristia.
Preghiera Finale
Come i due discepoli del Vangelo,
ti imploriamo, Signore Gesù; rimani con noi!
Tu divino Viandante, esperto delle nostre strade
e conoscitore del nostro cuore,
non lasciarci prigionieri delle ombre della sera.
Sostienici nella stanchezza,perdona i nostri peccati,
orienta i nostri passi sulla via del bene.
Benedici i bambini, i giovani, gli anziani,
le famiglie, in particolare i malati.
Benedici i sacerdoti e le persone consacrate.
Benedici tutta l'umanità.
Nell'Eucaristia ti sei fatto"farmaco d'immortalità":
dacci il gusto di una vita piena,
che ci faccia camminare su questa terra
come pellegrini fiduciosi e gioiosi,
guardando sempre al traguardo della vita che non ha fine.
Rimani con noi, Signore! Rimani con noi! Amen!
IVa DOMENICA DI PASQUA
Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
CRISTO
CI CHIAMA PER NOME
MONIZIONE INIZIALE
È la domenica del Buon Pastore. Il Padre l’ha chiamato dall’eternità e lo
ha mandato nel mondo per fare di tutta l’umanità la sua famiglia. Gesù ha
realizzato la sua missione dando la vita. E’ la sua voce che oggi chiama
ciascuno di noi ad appartenere a lui, a lasciarci nutrire con il suo corpo ed
il suo sangue e a collaborare con lui per l’unità dei credenti e per
l’evangelizzazione del mondo.
Celebrando oggi la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni,
siamo invitati a rinsaldare il nostro legame con il Buon Pastore. È Lui
sorgente della nostra speranza, perché sappiamo che nessuno può
strapparci dalla mano di Dio. È in Lui che crediamo, e per fede in Lui ci
accostiamo a questa mensa eucaristica, chiedendo che nella Chiesa
nessuna vocazione manchi, che risplenda la luce di ogni battezzato, in
adesione alla propria personale chiamata.
Preghiera Finale
O GESÙ,
divino Pastore,
che hai chiamato gli Apostoli
per farne pescatori di uomini,
attrai a te cuori ardenti e generosi di giovani,
per renderli tuoi discepoli e tuoi ministri.
Tu, o Signore, sempre vivo a intercedere per noi,
dischiudi gli orizzonti del mondo intero,
ove la silenziosa e sofferta supplica di tanti fratelli e sorelle
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chiede luce di Fede e benedizione di Speranza.
Rispondendo alla tua chiamata,
possano essere sale della terra e luce del mondo,
per annunciare la vita buona del Vangelo.
Estendi, o Signore, la tua amorosa chiamata
a tanti cuori disponibili e generosi;
infondi loro il desiderio della perfezione evangelica
e la dedizione al servizio della Chiesa e dei fratelli.
Amen.
Va DOMENICA DI PASQUA
IO SONO LA VIA,
LA VERITÀ E LA VITA
MONIZIONE INIZIALE
Il desiderio di essere sempre con Gesù e di abitare con lui nella casa del
Padre alimenta la vita spirituale di ogni cristiano. La parola del Signore
Gesù e l’Eucaristia sono per chi crede consolazione, incoraggiamento, vita
nuova e promessa di beatitudine senza fine.
Preghiera Finale
Le tue parole, Gesù, gettano una luce nuova
sul legame che ci unisce a te,
sulla relazione che ha trasformato questa nostra esistenza.
Sono tanti i percorsi che ci troviamo davanti:
molti di essi appaiono allettanti e pieni di promesse,
ma poi generano un’amara delusione.
Ma sei tu, Gesù, la via, l’unica via che conduce al Padre,
tu sei la strada su cui mettere i nostri passi
se desideriamo arrivare al traguardo dell’eternità.
Sono tante le verità
che gli uomini si affannano a spacciare per autentiche,
paghi di aver trovato dei clienti che si lasciano ingannare.
Ma sei tu, Gesù,
la verità che scandaglia le profondità di questo mio cuore
così spesso in balìa di pericolose tempeste.
La tua parola non si limita a decifrare ciò che accade,
ma come un lavacro rigeneratore
rende feconda la mia terra
e mi fa assaporare una fecondità nuova.
Sì, perché tu, Gesù,
sei la vita che genera in me un frutto abbondante.
Amen.
VIa DOMENICA DI PASQUA
CHI AMA CRISTO
È AMATO DAL PADRE
MONIZIONE INIZIALE
Cristo risorto ha il potere di diffondere il suo amore che salva in tutti gli
uomini, attraverso l’azione dello Spirito Santo. Il suo dono si rinnova in
modo particolare in ogni celebrazione eucaristica. Da qui il cristiano
attinge la forza per essere testimone dell’amore di Dio e per attraversare
anche le persecuzioni, come Gesù ha attraversato la sua passione.
Preghiera Finale
Onnipotente, eterno,
giusto e misericordioso Iddio,
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concedi a noi miseri di fare,
per tuo amore,
ciò che sappiamo che tu vuoi
e di volere sempre ciò che a te piace,
affinché, interiormente purificati,
interiormente illuminati
e accesi dal fuoco dello Spirito Santo,
possiamo seguire le orme
del tuo Figlio diletto,
il Signore nostro Gesù Cristo,
e con l’aiuto della tua sola grazia giungere a te,
o Altissimo,
che nella Trinità perfetta
e nell’Unità semplice vivi e regni e sei glorificato,
Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
ASCENSIONE DEL SIGNORE
CRISTO TORNA AL PADRE
E CAMMINA CON NOI
MONIZIONE INIZIALE
L’Ascensione di Gesù alla destra del Padre segna il compimento della sua
missione nel nostro mondo e apre la strada al dono dello Spirito Santo.
Non è più visibile, ma è più presente. L’Eucaristia è il segno più ricco
della sua presenza nella vita della Chiesa e di ogni cristiano. Nessuno di
noi è solo nel vivere il Vangelo e nel compito di testimoniarlo ed
annunciarlo agli altri.
Preghiera Finale
La tua ascensione al cielo, Signore,
mi colma di gioia perché è finito per me
il tempo di stare a guardare ciò che fai
e comincia il tempo del mio impegno.
Ciò che mi hai affidato,
rompe il guscio del mio individualismo
e del mio stare a guardare
facendomi sentire responsabile
in prima persona della salvezza del mondo.
A me, Signore, hai affidato il tuo Vangelo,
perché lo annunciassi su tutte le strade del mondo.
Dammi la forza della fede,
come ebbero i tuoi primi apostoli,
così che non mi vinca il timore,
non mi fermino le difficoltà,
non mi avvilisca l'incomprensione,
ma sempre e dovunque, io sia tua lieta notizia,
rivelatore del tuo amore,
come lo sono i martiri e i santi
nella storia di tutti i popoli del mondo.
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PENTECOSTE
GESÙ
CI DONA
IL SUO SPIRITO
MONIZIONE INIZIALE
Con il dono dello Spirito Santo Gesù compie le promesse fatte ai suoi
discepoli. La solennità di Pentecoste dice che il dono dello Spirito Santo,
attraverso gli apostoli, giunge a tutti gli uomini fino alla fine del mondo. È
lo Spirito che realizza in noi la somiglianza con Gesù, rendendoci figli di
Dio. Nel cuore di ogni cristiano lo Spirito fa ricordare gli insegnamenti del
Signore.
Preghiera Finale
Vieni, Spirito Santo,
fuoco che raffini la mente e il cuore dell’uomo,
fiamma divina nel cuore di coloro che si amano,
fuoco disceso a consumare la legna dell’olocausto di Elia sul Carmelo.
Vieni, Spirito Santo, alito di vita per ogni vivente,
soffio di guarigione per gli occhi di Tobia,
vento d’amore nel giardino del Cantico dei Cantici.
Vieni, Spirito Santo,
fuoco che Gesù accende sulla terra,
lingue di fuoco che discesero sugli apostoli,
fuoco ardente nel cuore dei discepoli di Emmaus.
Vieni, Spirito Santo, fuoco diffusivo dell’Amore,
brezza delicata che accarezza il cuore,
danza leggera che dona armonia ai nostri corpi.
Vieni, Spirito Santo, alito di Vita del risorto,
gemito che grida nei nostri cuori,
fuoco luminoso nel tempio del nostro corpo.
LA RISURREZIONE DI CRISTO
LA VIA LUCIS
Riti introduttivi La vita è un cammino incessante. In questo cammino noi non siamo soli. Il Risorto ha promesso:
"Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). La vita deve essere un cammino
di continua risurrezione. Siamo qui riuniti, fratelli e sorelle, per prendere coscienza della nostra
vita come itinerario pasquale con il Risorto che illumina i nostri passi. Disse un giorno uno scriba
al Maestro: "Io ti seguirò dovunque andrai" (Mt 8,19). Dovunque: sul Calvario, lungo la Via Lucis.
Riscopriremo la risurrezione come fonte della pace, come energetico della gioia, come stimolo alla
novità della storia. La sentiremo proclamata nel testo biblico, commentata nell'esperienza
spirituale, ampliata nell'attualizzazione al nostro oggi. Che è l' "oggi" di Dio.
C. Nel nome del Padre e dei Figlio e dello Spirito santo. T. Amen.
T. Rallegrati, Madre della luce: Gesù, sole di giustizia, vincendo le tenebre del
sepolcro illumina tutto l'universo. Alleluia.
C. Preghiamo.
Effondi su di noi, o Padre, il tuo Spirito di luce, perché possiamo penetrare il mistero
della Pasqua del tuo Unigenito, che segna il vero destino dell'uomo. Che non è la fine
di tutto, ma è la novità di tutto. Perché l'ultima parola è tua, o Padre, che porti noi
figli dalla morte alla vita. Donaci lo Spirito del Risorto e rendici capaci di amare.
Così saremo testimoni della sua Pasqua.
T. Amen
PRIMA STAZIONE
LA RISURREZIONE
DI GESÙ
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal vangelo secondo Matteo (Mt 28,1-7)
Passato il sabato, all'alba del primo della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria
andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del
Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo
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aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come la neve. Per lo spavento che
ebbero di lui le guardie tremarono tramortite. Ma l'angelo disse alle donne: "Non
abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. E' risorto, come
aveva detto: venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi
discepoli: E' risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io
ve l'ho detto".
RIFLESSIONE
Dopo il sabato, la festa. Dopo l'attesa nel buio, la luce. Dal seno della notte esplode
l'aurora; l'unica fra tante, la prima di tutte, l'alba della Pasqua, l'inizio di un giorno
che non avrà mai tramonto. Inaugura l'uomo nuovo: ieri crocifisso, oggi risuscitato
per vivere senza fine. Il terremoto, il candore come di neve, la luce come sul Tabor,
sono segni della manifestazione di Dio. Egli tutto ribalta come la pietra del sepolcro:
"Ecco io faccio nuove tutte le cose" (Ap 21,5). Dio è novità, è "bellezza sempre
antica e sempre nuova", è giovane eterno, ci vuole giovani per sempre. Nel battesimo
ci ha dato il germe della giovinezza. Siamo portatori di novità. Le donne, fedeli al
Maestro, hanno in mano i vasetti degli aromi per i morti. L' angelo annuncia una
novità per la vita: "Non abbiate paura". Da sempre l'uomo aspettava questa notizia: la
morte è morta. E' scoppiata la vita.
PREGHIAMO
Gesù risorto, il mondo ha bisogno di essere rievangelizzato. La nuova
evangelizzazione placa il cuore frastornato da tanti messaggi. Fa' risuonare l'annuncio
sempre nuovo. E rendi le donne messaggere entusiaste della radice della vita nuova:
la tua Pasqua. Opera il trapianto: testa nuova, cuore nuovo, vita nuova. Fa' che
pensiamo come pensi tu, fa' che amiamo come ami tu, fa' che progettiamo come
progetti tu, fa' che serviamo come servi tu.
Per Cristo, nostro Signore
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
SECONDA STAZIONE
I DISCEPOLI TROVANO
IL SEPOLCRO VUOTO
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni. (20, 1-9)
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino,
quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora
e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro:
"Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!".
Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse
per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse
intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per
terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma
piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per
primo al sepolcro, e vide e credette.
RIFLESSIONE
Quanta concitazione attorno a una tomba. Maria di Màgdala, vista la pietra
ribaltata, corre in città. Pietro e Giovanni accorrono al sepolcro dove era stato deposto
il corpo in fretta, per l'imminente festa del Parasceve (Gv 19, 42). Uno spettacolo
inusuale in un sepolcro fresco: bende per terra e sudario da un canto. Le persone si
agitano attorno alla tomba e cercano di capire. Il nuovo incute timore. Giovanni
comincia a credere all'onnipotenza di Dio. Dio può, Dio vuole, Dio fa. Può, perché
onnipotente. Vuole, perché padre. Fa, perché fedele.
PREGHIAMO
Solo tu, Gesù risorto, ci riporti alla gioia della vita. Solo tu ci fai vedere una tomba
svuotatasi dall'interno. Facci convinti della nostra potenza impotente davanti alla
morte quando è senza di Te. Facci fidare totalmente della onnipotenza dell'amore, che
vince la morte. Per Cristo, nostro Signore.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
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TERZA STAZIONE
GESÙ RISORTO
SI MANIFESTA
ALLA MADDALENA
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni. (20, 11-18)
Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si
chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del
capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero:
"Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so
dove lo hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi;
ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?".
Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato
via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Essa
allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: "Rabbunì!", che significa: Maestro!
Gesù le disse "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai
miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro".
Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: "Ho visto il Signore"e
anche ciò che le aveva detto.
RIFLESSIONE
Giovanni e Pietro, tornati a Gerusalemme, attendono qualcosa di nuovo. Maria di
Màgdala invece resta lì: attraverso il velo delle lacrime, osserva la tomba. Agli angeli
che la interrogano espone il motivo del suo pianto: "Lo hanno portato via". E' come
paralizzata dal dolore. Gesù ancora in incognito la chiama per nome: "Maria". Il
cuore della Maddalena si infiamma, il volto si illumina di gioia, lo spirito si accende:
è lui che pronuncia il suo nome con quell'accento unico, con quella carica tutta sua.
Maria, chiamata per nome, risponde con quell'altro nome carico di affetto e di rispetto
immenso: "Maestro".
PREGHIAMO
Gesù risorto, tu mi chiami perché mi ami. Nel mio spazio quotidiano posso
riconoscerti come ti riconobbe la Maddalena. Tu mi dici: "Va' e annuncia ai miei
fratelli". Aiutami ad andare per le strade del mondo, nella mia famiglia, nella scuola,
nell'ufficio, nella fabbrica, nei tanti ambiti del tempo libero, per assolvere alla grande
consegna che è l'annuncio della vita. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
T. Amen. T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
QUARTA STAZIONE
GESÙ RISORTO
IN CAMMINO
CON I DISCEPOLI
DI EMMAUS
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal Vangelo secondo Luca. (24, 13-27)
In quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa
sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che
era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò
e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse
loro: "Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?". Si
fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: "Tu solo sei così
forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi
giorni?". Domandò: "Che cosa?". Gli risposero:"Tutto ciò che riguarda Gesù
Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il
popolo”(…..). Ed egli disse loro:"Stolti e tardi di cuore nel credere alla parola dei
profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella
sua gloria?". E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le
Scritture ciò che si riferiva a lui.
RIFLESSIONE
"Io sono la strada" aveva detto Gesù. Egli, strada di Dio all'uomo, incrocia i viottoli
oscuri dell'umanità lacerata dentro e sfilacciata fuori. L'emblema di questo incrocio
tra i passi luminosi di Cristo e quelli vacillanti dell'uomo l'abbiamo sulla strada che
va verso Emmaus, nel mattino del giorno della risurrezione. Il risorto, strada di Dio
verso l'uomo, comincia a diventare la strada dell'uomo verso Dio. Era il giorno della
luce, e i discepoli rimanevano ciechi. Era il giorno della gioia, e i discepoli
rimanevano tristi. Era il giorno della Pasqua, e i discepoli rimanevano come morti.
Dio tallona l'uomo sulle sue strade perché l'uomo è la sua premura. Gesù è Dio in
incognito a Emmaus, e diventa nostro compagno di viaggio. Non rompe i vetri delle
nostre finestre, ma bussa, attende, entra, ascolta, interroga. Poi, con paziente
pedagogia, si spiega.
PREGHIAMO
Resta con noi, Gesù risorto: si fa sera. Ti daremo una casa. Ti daremo un piatto. Ti
daremo calore. Ti daremo amore. Resta con noi, Signore: la sera del dubbio e
dell'ansia preme sul cuore di ogni uomo. Resta con noi, Signore: e noi saremo in
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compagnia con te, e questo ci basta. Resta con noi, Signore, perché si fa sera. E facci
testimoni della tua Pasqua. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
QUINTA STAZIONE
GESÙ SI MANIFESTA
A EMMAUS
ALLO SPEZZARE
DEL PANE
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal Vangelo secondo Luca. (24, 28-35)
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse
andare più lontano. Ma essi insistettero: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno
già volge al declino". Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro,
prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro
gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un
l'altro: "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il
cammino, quando ci spiegava le Scritture?". E partirono senz'indugio e fecero ritorno
a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali
dicevano:"Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone". Essi poi riferirono ciò
che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
RIFLESSIONE
Il Signore entra nella locanda. Su pressante invito dei due, si mette a tavola per la
prima volta dopo la risurrezione. È la prima cena del Gesù terrestre, è l'assaggio
dell'eterna cena del Regno. Il destino dell'uomo è la cena, cioè la comunione con Dio
e con i figli di Dio. I due discepoli, preparati dal Maestro lungo la strada mediante la
lettura della Scrittura, aprono gli occhi nella frazione del pane. La fede completa
l'apertura del cuore. È lui, il Signore. Emmaus è un lento processo di riconoscimento.
C'è la guida del Maestro verso il nucleo della Parola. E poi c'è il gesto del Maestro,
nell'attuazione della grande Parola: la Cena.
PREGHIAMO
Gesù risorto: nell'ultima tua Cena di uomo terrestre, hai indicato nella lavanda dei
piedi l'unico modo di partecipare all'Eucarestia. Nella prima Cena di te, come uomo
celeste, hai voluto riporre nell'ospitalità del diverso la condizione per la comunione
con te. Signore della gloria, aiutaci a preparare le nostre celebrazioni, lavando i piedi
stanchi degli ultimi, accogliendo nel cuore e nelle case "poveri, storpi, zoppi, ciechi"
(Lc 14,13), i bisognosi di oggi, che non hanno altro segno di riconoscimento se non
quello di essere la tua immagine viva. Per Cristo nostro Signore.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
SESTA STAZIONE
GESÙ RISORTO
APPARE AI DISCEPOLI
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal Vangelo secondo Luca. (24, 36-48)
Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse:"Pace a voi!". Stupiti e spaventati
credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse:"Perché siete turbati, e perché
sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!
Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io
ho". Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia
ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: "Avete qui qualche cosa da
mangiare?". Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò
davanti a loro. Poi disse: "Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con
voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei
Profeti e nei Salmi". Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e
disse: "Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e
nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati,
cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni".
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RIFLESSIONE
Il risorto è il maestro paziente sulla strada di Emmaus, come nel cenacolo. Ecco un
tratto della sua pedagogia pasquale: con la parola e con i gesti, guida i suoi alla
convinzione della verità della risurrezione. Li porta dal terrore iniziale alla gioia
incontenibile. "Toccatemi, verificatemi" (Lc 24,39). Il verbo che adopera connota
l'esperienza tattile. Sarà il verbo del realismo dell'annuncio cristiano. Giovanni, nella
sua prima lettera, lo userà: "Lo abbiamo toccato con le nostre mani" (1 Gv 1,1). Il
Risorto non è un'ombra. La risurrezione non è una favola. La Pasqua non è un mito. Il
Risorto è vivo. Il Risorto è vero. È il segno vero del Dio vivo. È la sua potenza
d'amore. Il Risorto è il segno dell'uomo: la sua vittoria sulla morte, sempre sognata e
mai raggiunta, Il bello della vita, che vive, qui diventa vero. E sta davanti all'uomo.
Palpabile come la carne di un bimbo appena nato. Il mondo ha bisogno di questa
pedagogia pasquale.
PREGHIAMO
Gesù risorto, noi ti ammiriamo per la tua pazienza nella passione: il silenzio. Noi ti
ammiriamo per la tua pazienza nella risurrezione: la pedagogia. A noi, che come
uomini del nostro tempo vogliamo tutto e subito, dona la capacità di un amore che sa
aspettare, che sa operare questo in preghiera. Tu sei vivo e non sei un fantasma.
Donaci di trattarti come il Vivente (Ap 1,18). E liberaci dai fantasmi che di te
costruiamo. Rendici atti a presentarci come tuoi segni. Il mondo li aspetta per poter
credere.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
SETTIMA STAZIONE
GESÙ RISORTO
DÀ AGLI APOSTOLI
IL POTERE
DI RIMETTERE
I PECCATI
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni. (20, 19-23)
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte
del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in
mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i
discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come
il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". Dopo aver detto questo, alitò su di loro
e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi
non li rimetterete, resteranno non rimessi".
RIFLESSIONE
Lo Spirito Santo: ecco il primo dono pasquale che il Risorto, ormai costituito
Signore invia, insieme con il Padre e l'Unigenito risuscitato offrono il loro massimo
dono. È il loro vincolo eterno d'amore. E' il loro "bacio infinito". È la loro gioia
reciproca. È la loro festa, senza ombre. Lo Spirito è simboleggiato con l'alito, che è il
soffio di vita che parte dal profondo del petto. Proprio come lo Spirito, che sgorga dal
profondo del petto. Proprio come lo Spirito, che sgorga dal profondo della vita del
Padre e del Figlio. Perciò il Risorto comunica qui la pace, lo shalom: la remissione
dei peccati. Lo Spirito è l'armonia perfetta fra il Padre e il Figlio. "Tanto il Padre ha
amato il mondo da donare suo Figlio" (Gv 3,16). Tanto il Padre e il Figlio risorto
hanno amato il mondo da donare il loro Spirito. Qui si tocca il fondo dell'amore, che
dona e perdona.
PREGHIAMO
Vieni o Spirito Santo. Tu, primo dono di Gesù risorto, sii l'entusiasmo del Padre e
del Figlio in noi, che nuotiamo nella noia e nel buio. Tu, armonia del Padre e del
Figlio, spingici verso la giustizia e la pace: sbloccaci dalle nostre capsule di morte.
Tu, vita eterna del Padre e del Figlio, soffia su queste ossa inaridite e facci passare
dal peccato alla grazia. Tu, giovinezza del Padre e del Figlio, rendici giovani
perenni, rendici uomini entusiasti, rendici esperti della Pasqua. Per Cristo nostro
Signore.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
OTTAVA STAZIONE
GESÙ RISORTO
CONFERMA LA FEDE
DI TOMMASO
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C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal vangelo secondo Giovanni. (20, 24-29)
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
Gli dissero allora gli altri discepoli: "Abbiamo visto il Signore!". Ma egli disse loro:
"Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei
chiodi e non metto la mano nel suo costato, non crederò". Otto giorni dopo i
discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a
porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: "Pace a voi!". Poi disse a Tommaso:
"Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio
costato; e non essere più incredulo ma credente!". Rispose Tommaso: "Mio Signore
e mio Dio!". Gesù gli disse: "Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur
non avendo visto crederanno!".
RIFLESSIONE
Tommaso, l'incredulo, viene condotto per mano a toccare le piaghe di un morto
risuscitato. Tocca, si prostra ed esclama: "Mio Signore e mio Dio!". Quelle cicatrici
sono le credenziali di Dio, sono la firma di Dio nell'operato di Gesù di Nazaret. Sono
la garanzia delle sue dichiarazioni, con al centro la sua autoaffermazione: "Io sono la
verità. Io sono la vita. Io e il Padre siamo una cosa sola" (Gv 14,6; 10,30). Qui il
mondo tocca il segno vero del Dio vivo. Tommaso faceva la sua esperienza a nome di
noi tutti. Fu invitato a toccare le piaghe per noi tutti per noi tutti. E questo lo fece
guarire dalle sue piaghe personali di incredulo. E attraverso questa esperienza, anche
noi guariamo dalle nostre piaghe. E rifiorisce la fede.
PREGHIAMO
O Gesù risorto, ti diciamo ogni giorno nella fede, "Signore mio e Dio mio". La fede
non è il meriggio della visione. La fede non è facile, ma rende felici. La fede è fidarsi
di Te nelle tenebre. La fede è affidarsi a Te nelle prove. Signore della vita, aumenta la
nostra fede. Donaci la fede, che è radice della tua Pasqua. Donaci la fiducia che è il
fiore di questa Pasqua. Donaci la fedeltà che è il frutto di questa Pasqua.
Per Cristo nostro Signore.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
NONA STAZIONE
IL RISORTO
SI INCONTRA
CON I SUOI
AL LAGO DI TIBERIADE
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni. (21, 1-9.13)
Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si
manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso, Natanaèle di Cana di
Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a
pescare". Gli dissero:"Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla
barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l'alba Gesù si presentò
sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: "Figlioli,
non avete nulla da mangiare?». Gli risposero."No". Allora disse loro: "Gettate la rete
dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non potevano più tirarla su
per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: "È
il Signore!". Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il
camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero
con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se
non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del
pesce sopra, e del pane. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così
pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo
essere risuscitato dai morti.
RIFLESSIONE
“Getta la rete dall’altra parte: cerca altrove, cerca in altro modo. Con più calma,
con più fiducia in me. Cerca con la fede e con la preghiera, e troverai quello che hai
cercato, finora, invano, con tutte le tue forze!”. La Parola del Signore Risorto chiama
a gettare le reti:nel tempo della consolazione e nel tempo della difficoltà; nel buio
della notte - di una notte sterile come quella vissuta dagli apostoli sul lago di
Tiberiade - e ai primi bagliori dell’alba; nel mare calmo della fede, come in quello
tempestoso del dubbio e della tentazione.
PREGHIAMO
Gesù risorto, rendici docili per rigiocare la speranza, dopo i nostri fallimenti. Tu, il
Risorto, siedi a mensa con noi. Nei giorni pasquali della tua convivenza non ti sei
mostrato il Dio vittorioso tra fulgori e con tuoni, ma il Dio semplice dell'ordinario,
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che celebra la Pasqua sulla riva di un lago, presso una mensa all'aperto. Facci
testimoni della tua Pasqua, nel quotidiano, con le sue monotonie, dove tu ci aspetti da
sempre, sulle rive dei nostri travagli. Siedi alle nostre mense di uomini sazi, ma vuoti.
Siedi alle mense degli uomini poveri, che hanno ancora speranza. E il mondo che tu
ami sarà nuovo, modellato sulla tua Pasqua. Per Cristo nostro Signore.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
DECIMA STAZIONE
GESÙ RISORTO
CONFERISCE
IL PRIMATO A PIETRO
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni. (21, 15-19)
Gesù disse a Simon Pietro: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?".
Gli rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci i miei
agnelli". Gli disse di nuovo: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Gli
rispose: "Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene". Gli disse: "Pasci le mie
pecorelle". Gli disse per la terza volta: "Simone di Giovanni, mi vuoi bene?". Pietro
rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli
disse: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene". Gli rispose Gesù: "Pasci le mie
pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da
solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti
cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi". Questo gli disse per indicare con quale
morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: "Seguimi".
MEDITAZIONE
Gesù risorto incontra Pietro a cuore a cuore, con lo sfondo sonoro dello sciabordìo
del suo lago. Dopo ogni grande incontro, c'è una grande consegna. Gli sollecita la
triplice dichiarazione di amore: "Mi ami tu, Simone, più di costoro?". Tre volte,
qualche giorno prima, lo aveva rinnegato. Tre volte ora, doveva riparare al tradimento
d'amore con una rinnovata dichiarazione d'amore. "Tu lo sai, tu sai tutto, sai che io ti
amo". E dopo ogni attestazione del cuore, il conferimento di quei poteri, che sono il
servizio dell'amore: "Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle". Amare Gesù, al di
sopra di tutto, non è un idillio: è un impegno per quanto Gesù ha di più caro. L'ha
pagato con il suo sangue.
PREGHIAMO
Noi ti ringraziamo, Gesù Risorto, per il Pietro di oggi, il nostro Papa. Che vive il suo
servizio apostolico con tanta generosità e calore, nel sacrificio di questi tempi così
belli, ma così duri. Ogni giorno tu interpelli anche noi: "Mi ami tu più di costoro?". A
noi, con Pietro e sotto Pietro, affidi una porzione del tuo gregge. E noi ci affidiamo a
te. Persuadici, Maestro e datore di vita, che solo se amiamo pasceremo il tuo gregge;
e solo con il nostro sacrificio, lo nutriremo della tua verità e della tua pace. Per Cristo
nostro Signore.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
UNDICESIMA STAZIONE
IL RISORTO AFFIDA
AI DISCEPOLI
LA MISSIONE
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dal Vangelo secondo Matteo. (28, 16-20)
Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro
fissato. Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano. E Gesù,
avvicinatosi, disse loro: "Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate
dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo".
RIFLESSIONE
Il Risorto è il Signore della storia. Il potere che il Padre gli dà lo trasmette ai suoi.
Sul monte di Galilea inaugura la nuova storia. Come sul monte delle beatitudini. Egli
ha indicato il nuovo codice genetico, oggi, sul monte di Galilea, uomini di carne,
investiti dallo Spirito, ricevono la consegna di trasformare il mondo. Battezzare è
divinizzare l'uomo, ogni creatura fragile. Ammaestrare è fare luce sulla nuova
destinazione del mondo. Far discepole tutte le genti è inserirle nella comunità
pasquale, la Chiesa, senza distinzione di razza e di cultura. Questa comunità è casa e
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segno dell'amore trinitario. Casa a cui tutti sono chiamati. Compito immane, quello
dell'invio, della missione: dedizione totale all'annuncio. A Pasqua, il dinamismo non
finisce, ma comincia. Il campo del lavoro, la sua vigna, è il mondo intero, fino alla
fine dei secoli.
PREGHIAMO
Gesù risorto, giunge confortante la tua promessa: "Io sono con voi tutti i giorni"
(Mt 28,20). Da soli, non siamo capaci di portare il minimo peso con perseveranza.
Tanto meno di reggere sulle nostre povere spalle il peso del mondo. Noi siamo la
debolezza, Tu sei la forza. Noi siamo l'incostanza, Tu sei la perseveranza. Noi siamo
la paura, Tu sei il coraggio. Noi siamo la tristezza, Tu sei la gioia. Noi siamo la notte,
Tu sei la luce. Noi siamo la stasi, tu sei la Pasqua.
Per Cristo nostro Signore.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
DODICESIMA STAZIONE
GESÙ RISORTO
SALE AL CIELO
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dagli Atti degli Apostoli. (1, 4-11)
Mentre Gesù si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da
Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre "quella, disse,
che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete
battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni". Così venutisi a trovare insieme gli
domandarono: "Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?". Ma
egli rispose: "Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato
alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete
testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini
della terra». Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse
al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco
due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di Galilea,
perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al
cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo".
RIFLESSIONE
Il Risorto ha vinto la morte. E' entrato nella sfera della vita senza fine. Anche il suo
corpo è segnato dalla gloria. Nei quaranta giorni pasquali si fa vedere, toccare,
abbracciare; conversa, mangia e cammina con i suoi; fra di loro l'ultima suprema
promessa: "Avrete forza dallo Spirito Santo" per dare compimento alla missione
universale. Quel grido: "Tutto è compiuto", emesso sulla croce, diventa ora realtà in
pienezza. Entrando nella sfera della vita senza fine, il Risorto si sottrae alla vista
normale della fragilità del nostro occhio. Ma il Risorto resta con gli uomini, come ha
promesso: "Sarò con voi tutti i giorni". Gesù condivide con il Padre la signorìa
universale. Ora siede alla sua destra. Così la natura dell'uomo entra nella sfera di Dio.
Nessun materialista potrà mai glorificare tanto la materia quanto essa è glorificata nel
mistero dell'ascensione del Risorto.
PREGHIAMO
Gesù risorto, sei andato a prepararci un posto. Il posto dell'uomo-figlio è alla destra
del Dio-Padre e madre. Il biglietto ce l'hai acquistato. Non dobbiamo stracciarlo. Fa'
che i nostri occhi siano fissi là dove è l'eterna gioia. Un pezzo di paradiso aggiusta
veramente tutto. Guardando alla Pasqua piena, noi ci impegneremo a realizzare sulla
terra la Pasqua per ogni uomo e per tutto l'uomo. La pasqua di oggi, che libera
l'uomo, è profezia gioiosa della beatitudine senza fine.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
TREDICESIMA STAZIONE
GLI APOSTOLI
CON MARIA ATTENDONO
NEL CENACOLO
LO SPIRITO SANTO
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dagli Atti degli Apostoli. (1, 12-14)
Allora i discepoli ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è
vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato. Entrati in città
salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e
Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo
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Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera,
insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui.
RIFLESSIONE
In attesa dello Spirito. Discesi dal monte, entrano in preghiera. Gesù non è più
visibile. La "nube" dell'ascensione lo ha fissato nella gloria. Il Risorto, non più
visibile con gli occhi della carne, è raggiungibile solo con quelli della fede. La
comunità pasquale implora lo Spirito. Ora egli è atteso nella pienezza dei suoi doni.
Suggellerà la nascita della Chiesa, l'inizio del suo cammino come missionaria del
Risorto. L'implorazione dello Spirito è sempre efficace. L'aveva garantito Gesù: "Se
voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre
vostro dei cieli darà la Spirito Santo a coloro che lo chiedono" (Lc 11, 13). Da
allora e per sempre la comunità pasquale è radunata nel nome del Risorto, con Lui
in mezzo, per implorare dal Padre lo Spirito Santo d'amore, che rinnova la faccia
della terra. Ed è Pentecoste perenne. La preghiera pasquale è segnata dalla presenza
di Maria, la Madre di Gesù; già è presente a Cana, ove il primo gruppo comincia a
credere ai segni; presente sul Calvario, ove la Chiesa è in gestazione; ora presente
nel Cenacolo, ove nasce la Chiesa. Maria, l'esperta del mistero pasquale: morte e
vita, croce e risurrezione.
PREGHIAMO
Gesù risorto dalla morte, sempre presente nella tua comunità pasquale, effondi su di
noi, per intercessione di Maria, ancor oggi, qui, lo Spirito Santo tuo e del Padre tuo
diletto: lo Spirito della vita, lo Spirito della gioia, lo Spirito della pace, lo Spirito
della forza, lo Spirito dell'amore, lo Spirito della Pasqua. Per Cristo nostro Signore.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
QUATTORDICESIMA STAZIONE
GESÙ RISORTO
INVIA SUGLI APOSTOLI
LO SPIRITO SANTO
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Dagli Atti degli Apostoli. (2, 1-6)
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso
luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte
gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di
fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di
Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il
potere d'esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni
nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita
perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.
MEDITAZIONE
Pentecoste, patto mantenuto. Il Risorto adempie la sua promesse solenne: "Il
Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome" (Gv14,26). Dio è
fedele. Mantiene i suoi appuntamenti. Egli disse: il Figlio dell'uomo darà la sua "vita
come prezzo per molti" (Mt 20,28). E la sua Parola fu storia: venerdì santo. Egli
disse: " Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere... ". Egli parlava del
tempio del suo corpo" (Gv 2,19.21). E la sua parola fu la vittoria sulla morte. Egli
disse: "Avrete la forza dello Spirito Santo, che scenderà su di voi" (At 1,8). E a
compimento delle sette settimane pasquali la sua parola fu Pentecoste: forza dello
Spirito, natale della Chiesa. L'umanità nuova in cammino.
PREGHIAMO
O Dio che nel mistero della Pentecoste santifichi tutta la tua Chiesa in ogni popolo e
nazione, diffondi i doni del tuo Santo Spirito sino ai confini della terra e continua
oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della
predicazione del vangelo. Per Cristo nostro Signore.
T. Amen.
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
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RITO DI CONCLUSIONE
C. Il Battesimo è la Pasqua del Risorto
partecipata all'uomo. Concludiamo il nostro
itinerario rinnovando le promesse battesimali,
grati al Padre, che continua a chiamarci dalle
tenebre alla luce del suo Regno. Fratelli, se
volete seguire il Risorto nelle strade del
mondo:
C. Rinunziate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?
T. Rinunzio.
C. Rinunziate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato?
T. Rinunzio.
C. Rinunziate a Satana e a tutte le sue opere?
T. Rinunzio.
C. Credete in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
T. Credo.
C. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria
Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
T. Credo.
C. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la
remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
T. Credo.
C. Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal
peccato e ci ha fatti rinascere dall'acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua
grazia in Cristo Gesù, risorto dalla morte, per la vita eterna.
T. Amen.
PREGHIAMO
C. O Dio, che nella gloriosa risurrezione del tuo Figlio hai ridato la gioia al mondo
intero,per intercessione di Maria vergine concedi a noi di godere la luce della vita
senza fine.
T. Amen.
INDICE Presentazione 2
Introduzione al Tempo liturgico della Pasqua 3
IIa Domenica di Pasqua 8
Adorazione Eucaristica 11
Coroncina alla Divina Misericordia 15
IIIa Domenica di Pasqua 18
IVa Domenica di Pasqua 19
Va Domenica di Pasqua 20
VIa Domenica di Pasqua 21
Ascensione 22
Pentecoste 24
Via Lucis 25
a cura dell’Area Sacerdotale
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