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21 febbraio 2012 anno X - n. 7 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci ‘Taglia le ali alle armi’. Il 25 febbraio in 100 città italiane La legge anticorruzione si può fare, subito Non senza enfasi e generoso impegno mediatico, si sono celebrati i venti anni di mani pulite. Ma forse non si è dato abbastan- za risalto alla vera notizia: dopo vent’anni la corruzione è ancora dilagante e costa al paese 50 miliardi di euro l’anno. Illegalità, cor- ruzione e malaffare sono diffusi in misura di gran lunga superiore a quanto appare - denuncia il presidente della Corte dei Conti inaugurando l’anno giudiziario. La corruzione nella pubblica amministrazione e nella politica non è diminuita, ha solo individuato nuove strategie per drenare risorse pubbliche - con- ferma l’alto commissario anticorruzione nel suo recente rapporto in materia. Se negli anni ’90 si rubava per il partito, oggi si ruba per se stessi e per gli amici degli amici, e non pare proprio che siamo andati a migliorare. Mani pulite scoperchiò il pentolone di una partitocrazia che si spartiva di tutto, che aveva occupato le istituzioni e ne svuota- va sistematicamente le casse fino a far dera- gliare la spesa pubblica fuori da ogni control- lo. I magistrati contribuirono a diagnosticare la malattia della politica ma non spettava a loro indicare anche la cura. Sarebbe stato compi- to dei partiti, che però non ebbero la forza di autoriformarsi e divennero sempre meno cre- dibili sottraendosi al rapporto coi cittadini e lasciando spazio all’antipolitica e al populi- smo. Fu lo spazio in cui crebbe il berlusconi- smo, in un mix di rivalsa contro le toghe ed esaltazione del tornaconto personale e dell’e- goismo sociale che ha lentamente eroso la morale e l’etica pubblica del paese. Ora è il momento di ricostruire, anche a parti- re dalla lotta alla corruzione. C’è già un dise- gno di legge in Parlamento e sarebbe un segnale importante tradurlo in legge. Il mini- stro Severino ha chiesto tempo per studiare la materia: basta che il tempo non sia infinito. Ci sono cose che si potrebbero fare subito, a partire dal divieto di candidare persone già condannate; e poi ridefinire le regole di un finanziamento pubblico dei partiti sulla base di bilanci controllati e certificati. Certo, non sarà facile che a definire vincoli e controlli nel rapporto fra privati e pubblica amministrazione possa essere lo stesso Parlamento che più volte ha votato leggi per salvare i corrotti e sottratto alla giustizia i vari Cosentino e Milanese. Ma la questione è seria e il governo deve prenderla sul serio: c’è da recuperare un bel po’ di soldi e soprattutto la credibilità delle istituzioni agli occhi dei cit- tadini. WELFARE I PAGINA 3 Presentazione e programma della conferenza ‘Cresce il Welfare, cresce l’Italia’ AMBIENTE I PAGINA 5 Un articolo di Gabriele Moroni sulla manifestazione No Tav del 25 febbraio L a campagna Taglia le ali alle armi promossa qualche anno fa dalla Tavola della pace, dalla Rete disarmo e da Sbilanciamoci aumenta di intensità in queste settimane per sollecitare e premere su Governo e Parlamento affinché venga annullato il programma di acquisto dei cac- ciabombardieri F35. Uno solo di questi aerei, dice lo slogan della campagna, vale 183 asili nido per 12.810 bambini. Il no all'acquisto F35 è divenuto il simbolo di un'Italia che si vuole rispettosa del dettame costituzionale, che ripudia la guerra, che si mostra attenta a orientare la spesa pubblica verso il welfare e il lavoro, a evitare ingiusti- ficati sprechi di risorse pubbliche. Al tempo della crisi, in cui diminuiscono que- ste risorse per scuola, lavoro, servizi socia- li, in cui cresce la preoccupazione per il pre- sente, e la condizione dei giovani si fa allar- mante, in cui è ridotta al lumicino la spesa per la cooperazione internazionale, conti- nuare a voler investire in strumenti di guer- ra appare veramente inquietante oltreché ingiustificato. Al tempo della crisi bisognerebbe interro- garsi di più sul futuro, mettere all'ordine del giorno lo studio di interventi incisivi, di rifor- me strutturali, l'eliminazione degli sprechi e delle subalternità a lobbies economiche. La vicenda degli F35sollecita anche in que- sta direzione, nella necessità di ridefinire il nostro modello di difesa, in modo di ridise- gnarlo alla luce della nostra Costituzione, dei cambiamenti di scenario internazionale intervenuti, dell'integrazione e cooperazione europea, della forte riduzione dei suoi costi. Le misure proposte dal ministro non vanno purtroppo in questa direzione. Per questo Arci è impegnata nella giornata di mobilitazione del 25 febbraio, promossa dalla campagna in 100 città italiane, si fa promotore di o.d.g. dei consigli comunali sull'esempio di Firenze, rilancia la raccolta firme (http://www.disarmo.org/nof35/), si impegna con propri materiali e iniziative. Un manifesto e una cartolina per dire no all’acquisto degli F35

Arcireport numero 7

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La Campagna "Taglia le ali alle armi", la manifestazione No Tav del 25 febbraio, la conferenza "Cresce il welfare, cresce l'Italia", aggiornamenti sulla campagna L'Italia sono anch'io, le attività di Arci Book a Casablanca, le primarie a Genova, le iniziative Arcs, la proposta di un nuovo incontro della società civile a Firenze

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21 febbraio 2012anno X - n. 7

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

‘Taglia le ali alle armi’. Il 25febbraio in 100 città italiane

La legge anticorruzionesi può fare, subito

Non senza enfasi e generoso impegnomediatico, si sono celebrati i venti anni dimani pulite. Ma forse non si è dato abbastan-za risalto alla vera notizia: dopo vent’anni lacorruzione è ancora dilagante e costa alpaese 50 miliardi di euro l’anno. Illegalità, cor-ruzione e malaffare sono diffusi in misura digran lunga superiore a quanto appare -denuncia il presidente della Corte dei Contiinaugurando l’anno giudiziario. La corruzionenella pubblica amministrazione e nella politicanon è diminuita, ha solo individuato nuovestrategie per drenare risorse pubbliche - con-ferma l’alto commissario anticorruzione nelsuo recente rapporto in materia.Se negli anni ’90 si rubava per il partito, oggisi ruba per se stessi e per gli amici degliamici, e non pare proprio che siamo andati amigliorare. Mani pulite scoperchiò il pentolonedi una partitocrazia che si spartiva di tutto,che aveva occupato le istituzioni e ne svuota-va sistematicamente le casse fino a far dera-gliare la spesa pubblica fuori da ogni control-lo. I magistrati contribuirono a diagnosticare lamalattia della politica ma non spettava a loroindicare anche la cura. Sarebbe stato compi-to dei partiti, che però non ebbero la forza diautoriformarsi e divennero sempre meno cre-dibili sottraendosi al rapporto coi cittadini elasciando spazio all’antipolitica e al populi-smo. Fu lo spazio in cui crebbe il berlusconi-smo, in un mix di rivalsa contro le toghe edesaltazione del tornaconto personale e dell’e-goismo sociale che ha lentamente eroso lamorale e l’etica pubblica del paese.Ora è il momento di ricostruire, anche a parti-re dalla lotta alla corruzione. C’è già un dise-gno di legge in Parlamento e sarebbe unsegnale importante tradurlo in legge. Il mini-stro Severino ha chiesto tempo per studiare lamateria: basta che il tempo non sia infinito. Cisono cose che si potrebbero fare subito, apartire dal divieto di candidare persone giàcondannate; e poi ridefinire le regole di unfinanziamento pubblico dei partiti sulla base dibilanci controllati e certificati. Certo, non sarà facile che a definire vincoli econtrolli nel rapporto fra privati e pubblicaamministrazione possa essere lo stessoParlamento che più volte ha votato leggi persalvare i corrotti e sottratto alla giustizia i variCosentino e Milanese. Ma la questione èseria e il governo deve prenderla sul serio: c’èda recuperare un bel po’ di soldi e soprattuttola credibilità delle istituzioni agli occhi dei cit-tadini.

WELFARE I PAGINA 3Presentazione e programma della conferenza ‘Cresce il Welfare, cresce l’Italia’

AMBIENTE I PAGINA 5Un articolo di Gabriele Moroni sullamanifestazione No Tav del 25 febbraio

L a campagna Taglia le ali alle armipromossa qualche anno fa dallaTavola della pace, dalla Rete disarmo

e da Sbilanciamoci aumenta di intensità inqueste settimane per sollecitare e premeresu Governo e Parlamento affinché vengaannullato il programma di acquisto dei cac-ciabombardieri F35. Uno solo di questiaerei, dice lo slogan della campagna, vale183 asili nido per 12.810 bambini.Il no all'acquisto F35 è divenuto il simbolo diun'Italia che si vuole rispettosa del dettamecostituzionale, che ripudia la guerra, che simostra attenta a orientare la spesa pubblicaverso il welfare e il lavoro, a evitare ingiusti-ficati sprechi di risorse pubbliche.Al tempo della crisi, in cui diminuiscono que-ste risorse per scuola, lavoro, servizi socia-li, in cui cresce la preoccupazione per il pre-sente, e la condizione dei giovani si fa allar-mante, in cui è ridotta al lumicino la spesaper la cooperazione internazionale, conti-nuare a voler investire in strumenti di guer-

ra appare veramente inquietante oltrechéingiustificato.Al tempo della crisi bisognerebbe interro-garsi di più sul futuro, mettere all'ordine delgiorno lo studio di interventi incisivi, di rifor-me strutturali, l'eliminazione degli sprechi edelle subalternità a lobbies economiche. La vicenda degli F35sollecita anche in que-sta direzione, nella necessità di ridefinire ilnostro modello di difesa, in modo di ridise-gnarlo alla luce della nostra Costituzione,dei cambiamenti di scenario internazionaleintervenuti, dell'integrazione e cooperazioneeuropea, della forte riduzione dei suoi costi.Le misure proposte dal ministro non vannopurtroppo in questa direzione.Per questo Arci è impegnata nella giornatadi mobilitazione del 25 febbraio, promossadalla campagna in 100 città italiane, si fapromotore di o.d.g. dei consigli comunalisull'esempio di Firenze, rilancia la raccoltafirme (http://www.disarmo.org/nof35/), siimpegna con propri materiali e iniziative.

Un manifesto e una cartolina per dire no all’acquisto degli F35

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2l’Italiasonoanch’io

arcireport

Il 5 febbraio, con la conferenza stampanella quale sono stati presentati i risultatidella campagna, è terminata la raccoltadelle firme per L'Italia sono anch'io. Il comitato di Sassari è stato promosso daAcli, Arci, Caritas e Cgil, hanno poi aderitomolte altre associazioni impegnate datempo con noi nel campo dei diritti deimigranti. Questa campagna arriva infattidopo tre anni di lavoro con il Comitato 1°marzo, con cui abbiamo organizzato nel2010 e nel 2011 la manifestazione Vietatocalpestare i diritti. Abbiamo chiesto all'am-ministrazione comunale l'istituzione delconsigliere aggiunto come primo passoverso il riconoscimento dei diritti di cittadi-nanza e una particolare attenzione allepolitiche abitative per evitare soprusi e di-scriminazioni nei confronti degli stranieri. Anche con loro, da ottobre, abbiamo orga-nizzato banchetti per la raccolta firme ognifine settimana in due o tre delle piazzeprincipali della città anche quando la tem-peratura avrebbe sconsigliato di stare all'a-perto e abbiamo partecipato, chiedendoospitalità per il nostro banchetto, a granparte delle iniziative pubbliche organizza-

te da associazioni, partiti, movimenti.Nel frattempo abbiamo attivato tutti i cana-li che la Cgil e l'Arci hanno nei comunidella provincia di Sassari. Abbiamo distri-buito centinaia di moduli con le istruzioniper la raccolta delle firme. Noi stessi siamoandati ad alcune iniziative locali promossedai nostri compagni. Abbiamo incontratomigliaia di persone, a tutte abbiamo spie-gato con pazienza quello che chiedevamo,a tutte abbiamo chiesto un gesto di civiltàe di apertura. Non diremo che tutti ci hannoaccolto positivamente, qualcuno ci hainsultato, qualcuno ci ha detto che i pro-blemi sono ben altri, altri che prima dob-biamo pensare a noi, ma la gran partedelle persone ha risposto «sì, firmo». Sono stati quattro mesi intensi, faticosi ebellissimi. I risultati sono stati però confor-tanti, siamo riusciti a inviare a Roma circa3000 firme certificate, di queste circa 1000provengono dal territorio con comuni comeAlghero e Bonorva che hanno dato un con-tributo sorprendente. Ora siamo pronti perla nuova manifestazione Vietato calpestarei diritti. Info: [email protected]

Il prossimo 6 marzo il comitato promotoredella campagna L'Italia sono anch'io conse-gnerà all'ufficio competente della Camera

dei Deputati i moduli con le firme alle due leggidi iniziativa popolare per la riforma della citta-dinanza e per il diritto di voto alle elezioniamministrative per le persone di origine stra-niera. Si tratta del passaggio conclusivo di unperiodo impegnativo, ma interessante e utile,durante il quale abbiamo provato, comedichiarato all'inizio del percorso, a spostare ilpiano del dibattito pubblico sull'immigrazione.Un obiettivo che abbiamo ampiamente rag-giunto, non foss'altro per il numero delle per-sone e dei soggetti organizzati che hanno avario titolo partecipato alla campagna. Per completare positivamente la procedurac'è però un ultimo sforzo da fare. Va infatti veri-ficata la correttezza di tutti i passaggi previstiper la validità delle firme e va accelerato l'inviodei moduli, che devono pervenire entro e nonoltre il prossimo 27 febbraio. Serve infattialmeno una settimana per consentire la verifi-ca finale e per imballarli con le modalità richie-ste dagli uffici della Camera. La lentezza concui i comitati locali stanno procedendo al com-pletamento e all'invio dei moduli ci preoccupa

un po', e tuttavia siamo certi che l'obiettivodelle cinquantamila firme è stato raggiunto. In alcuni casi, la presenza di qualche firma dipersone non residenti nel comune della rac-colta può ritardare di molto l'invio delle firme. Il nostro invito è comunque a rispettare la datadel 27 febbraio, rinunciando alla certificazionedi quelle firme se rischiano di rallentare troppole operazioni di invio. In questo modo si evitache vadano perse anche tutte quelle già certi-ficate contenute negli stessi moduli. Nel frattempo, abbiamo organizzato un incon-tro per il prossimo 23 febbraio con alcuni rap-presentanti della Commissione Affari Costitu-zionali della Camera dei Deputati. Non ci illudiamo molto sulla volontà del centrodestra, in primis Pdl e Lega Nord, a discuteresu un’eventuale riforma della legislazione sul-l'immigrazione in senso positivo. Tuttavia ognistrada va tentata e quindi è nostra responsa-bilità provare a capire che spazi di confronto cisiano in Parlamento e promuovere iniziativenel Paese per fare pressione nei confrontidelle istituzioni centrali. I contenuti delle rifor-me che proponiamo sono quelli delle propostedi legge sulle quali abbiamo raccolto le firme.Saranno il Parlamento e i partiti, nelle sedi a

ciò deputate, a discutere delle eventualimediazioni necessarie. Noi ci auguriamo chela nostra campagna consenta di uscire dalladisputa ideologica e soprattutto strumentale,come è stato fino ad oggi. Affinchè ciò avvenga, dal 6 marzo lanceremouna campagna nazionale di comunicazione esensibilizzazione, provando a rendere prota-gonisti i promotori della campagna, i comitatilocali, i migranti e le loro organizzazioni, percostruire una immagine collettiva diversa e piùaderente alla realtà dell'Italia che cambia.L'Arci potrà intervenire anche in questa fase dirilancio della campagna per attivare sul territo-rio percorsi di partecipazione e di protagoni-smo dei migranti e dei giovani.Info: [email protected]

Il 6 marzo la consegna delle firme alla Camera e il lancio di una nuova campagna di comunicazione

La campagna ‘L’Italia sono anch’io’raggiunge quota 3000 firme a Sassari

Informazioni di servizioSperando di fare cosa utile, ricordiamoalcuni passaggi tecnici indispensabili per lavalidità delle firme raccolte: - vidimazione (parte alta della prima paginadel modulo): devono essere presenti datadella vidimazione, firma del vidimatore,timbro dell'ufficio competente;- autenticazione: devono essere presenti,oltre alla firma, il timbro personale dell'au-tenticatore, il timbro dell'ufficio competen-te, il numero delle firme autenticate, la datadell'autenticazione. Le eventuali correzionirelative ai dati dei firmatari devono ognunaessere timbrata dall'autenticatore; - certificazione: devono essere presentidata della certificazione, firma e timbro delcertificatore, timbro dell'ufficio competente.È importante che i comitati territoriali eregionali controllino con la massima atten-zione e foglio per foglio la corretta esecu-zione delle varie operazioni descritte sopraprima di inviare i moduli al centro di raccol-ta nazionale. Un solo errore in fase di vidi-mazione, autenticazione o certificazionecomporta l'annullamento dell'intero moduloe delle firme ivi contenute. Info: www.litaliasonoanchio.it

Il 25 febbraio nella sala consiliare delComune il convegno Quali prospettive

per la riforma della cittadinanza e il diritto di voto amministrativo

agli stranieri? promosso dal comitatolocale de L’Italia sono anch’io

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notizieflash

arci

n.7 21 febbraio 2012

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L' Arci è tra i promotori della conferen-za nazionale sul welfare, insieme aoltre 40 sigle del mondo associativo,

del volontariato, di movimenti sociali e orga-nizzazioni sindacali. Ciò che tiene insiemeun cartello così ampio e plurale è la comuneconvinzione che il sistema pubblico di welfa-re sia condizione e strumento insostituibiledi una società più giusta, coesa e democra-tica. Di seguito il programma, che vedrà lanostra associazione impegnata nei varigruppi di lavoro. Del gruppo Welfare di ini-ziative e di inclusione per creare benesserecureremo il coordinamento. Giovedì 1marzo, l'apertura dei lavori è prevista alle10.30, con l'intervento del comitato promoto-re. Seguiranno testimonianze e filmati. Alle11,45 ci sarà la comunicazione della sociolo-ga Chiara Saraceno su Europa e welfare:vincoli, criticità, opportunità. Seguirà la rela-zione dell'economista Paolo Leon su Lepolitiche sociali e lo sviluppo. Chiuderà i

lavori della mattinata l'intervento di StefanoRodotà su La Carta Costituzionale e i dirittidi cittadinanza. I lavori riprenderanno alle 14,30 con le sessioni parallele di approfondi-mento, che occuperanno l'intero pomeriggio.Le singole sessioni prevedono un coordina-tore e/o un rapporteur, una breve relazioneintroduttiva da parte di un esperto/studioso,una serie di interventi programmati e spazioper interventi dei partecipanti.I risultati della discussione di ciascuna ses-sione saranno presentati dai singoli rappor-teurs durante la sessione plenaria dellagiornata successiva. I temi delle sessioniparallele sono: 1. Universalismo e diritti dicittadinanza, 2. Profili di una nuova gover-nance territoriale, 3. Integrazione e coordi-namento delle politiche dell'assistenza edella sanità, 4. Tra lavoro, nuova doman-da sociale e responsabilità familiari, 5. Lerisorse per il welfare, 6. Politiche per lo svi-luppo e Terzo settore, 7. Welfare d'iniziati-

va e di inclusione, per creare benessere.Venerdì 2 marzo i lavori riprenderanno alle9 con la prosecuzione delle sessioni paral-lele.Alle 11,30 è prevista la plenaria con la pre-sentazione di elaborazioni sulle strategie ele prospettive del welfare di cittadinanza daparte di: Nerina Dirindin (Gruppo Abele),Cristiano Gori (Forum Terzo Settore), MariaLuisa Mirabile (Rps - Manifesto welfare XXIsecolo), Emanuele Ranci Ortigosa (Irs)Tiziano Vecchiato (Fondazione Zancan).Nel pomeriggio si riprenderà con la presen-tazione dei rapporti sui lavori delle sessioniparallele.Alle 15,00 - Tavola rotonda sui temi al cen-tro dell'iniziativa. Partecipano Governo,Conferenza delle Regioni, Anci, rappresen-tanti del mondo associativo e dei sindacati.Introduce e coordina il giornalista GiovanniAnversa.I lavori termineranno alle 17,00.

welfare

arcireport

I l welfare - quello straordinario complessodi aiuto e promozione offerto ai cittadinidalla sanità, dall'istruzione, dalla previ-

denza e dall'assistenza pubbliche - è il risul-tato più alto realizzato dalle democrazieeuropee. Democrazia, infatti, significa anchepoter costruire autonomamente un proprioprogetto di vita. Il sistema di protezionesociale sostiene i cittadini nella realizzazionedel loro progetto lavorativo ed esistenziale,consentendo di affrontare le difficoltà indivi-duali (malattie, infortuni…), ma anche glieffetti dei cambiamenti sociali ed economiciche incidono pesantemente sulla vita dellepersone. Il modello sociale europeo è natoproprio dal riconoscimento che, abbando-nando gli individui a se stessi, perderemmoo non valorizzeremmo molte energie, creati-vità, aspirazioni: creare le condizioni per svi-luppare queste risorse è diventato il compitodi una responsabilità pubblica, collettiva,ancorata alla tutela dei diritti di cittadinanza.Inoltre, questo modello - grazie alla certezzadi un sistema di aiuto offerto a tutti i cittadini- ha permesso di sviluppare senso di appar-tenenza alla collettività, che difficilmente puònascere dove non c'è reciprocità e disponibi-lità a sostenersi vicendevolmente. Più è forteil welfare, più è forte la cittadinanza.Infine, il welfare è stato una condizioneessenziale per lo sviluppo economico esociale che l'Europa, esempio unico nelmondo, ha conosciuto dal dopoguerra a

oggi. La coesione sociale, la fiducia, la soli-darietà, la redistribuzione delle risorse aiuta-no l'economia.Alla luce di queste convinzioni, i soggetti chepromuovono l'iniziativa Cresce il welfare,cresce l'Italia propongono a tutti i cittadiniresponsabili del proprio e altrui futuro, agliaddetti ai lavori e ai decisori politici un'impor-tante occasione di confronto e di riflessionesullo stato del welfare italiano, sulle sue criti-cità, nonché sulle proposte concrete e attua-bili per renderlo più adeguato agli standardeuropei e a bisogni sociali sempre più acuti,e dunque più equo e più efficiente. Non v'èdubbio che il sistema italiano di protezionesociale soffra di numerosi e rilevanti proble-mi: i tagli indiscriminati realizzati negli ultimianni, oltre a ridurre diritti e tutele, rendonoancora più grave la mancata coperturadinanzi a fenomeni sociali nuovi e rilevanti(come la povertà e l'esclusione sociale cre-scenti, l'impoverimento del ceto medio, lanon autosufficienza, la conciliazione tratempi di vita e tempi di lavoro), la profondadifferenziazione territoriale - effetto anchedell'assenza di un disegno organico sullepolitiche sociali -, l'insufficienza delle risorseeconomiche disponibili, l'incidenza di cliente-le e interessi particolari, la grave carenza diservizi e interventi promozionali.Questi limiti e storture, tuttavia, non inficianoil valore e il significato di un sistema di pro-tezione sociale a responsabilità pubblica, nel

senso che a questo termine viene dato dal-l'articolo 118 della Costituzione. I promotoridell'iniziativa considerano non più sostenibi-le - come ha evidenziato con chiarezza lacrisi economica e finanziaria che stiamoattraversando - una prospettiva che veda nelwelfare un mero costo, un freno alla crescitaeconomica. Piuttosto, invitano gli attori politi-ci, economici e sociali a ragionare insiemesu un nuovo patto per il sociale, una nuovaidea di responsabilità collettiva, che tengainsieme libertà e uguaglianza; sviluppo eco-nomico, sviluppo sociale, giustizia redistribu-tiva. Se da un lato vanno contrastati sprechie iniquità, dall'altro bisogna aver chiaro chel'austerità e i ‘sacrifici’ non ci permetterannodi rilanciare l'economia e si abbatteranno,ancora una volta, sui più deboli e sul cetomedio. È invece il momento di investire nelwelfare, parte rilevante di quei beni comuniche possono essere - con la green economy- il motore di un nuovo modello di sviluppo.In questo modo contribuiremmo a rilanciarela domanda e a innovare istituzioni, reti,organizzazioni, imprese e competenze cheproducono benessere non solo sociale, maanche economico. A Roma, il 1 e il 2 marzo,vogliamo parlare di tutto questo, con chiun-que vorrà confrontarsi, perché siamo convin-ti non sia più rinviabile una discussione pub-blica - tra opinioni differenti - sul futuro delnostro sistema di protezione sociale e, dun-que, della nostra democrazia.

‘Cresce il Welfare, cresce l’Italia’, il documento dipresentazione della conferenza nazionale di Roma

Il programma dei lavori dell’1 e 2 marzo

n.7 21 febbraio 2012

arci

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L e comunicazioni del Ministro DiPaola alle Commissioni parlamentarisul nuovo Modello di Difesa, che

dovrà ora approdare in Parlamento con unDisegno di Legge Delega, è un nuovogioco di prestigio per fingere un cambia-mento che nei fatti non esiste. La propostapresentata ha poco o nulla di nuovo, sipreannuncia come una operazione di fac-ciata con minime sforbiciate in pochi aspet-ti residuali senza portare un euro di rispar-mio nelle casse dello Stato. «Ci saremmoaspettati ben altri tagli alla Difesa, special-mente con la soppressione di costosi siste-mi d'arma come gli F-35 - commentaFrancesco Vignarca, coordinatore dellaRete Italiana per il Disarmo - i soldi ricavaticon la diminuzione del personale andrannoinvece solamente a coprire le maggiorispese previste per l'esercizio (formazione emanutenzione) ed investimento (sistemid'arma)». Il riequilibrio tra i costi del perso-nale (oggi quasi del 70%) e le altre voci dispesa non rappresenterà quindi un verodimagrimento dei fondi che lo Stato spendein questo comparto, stabilmente oltre i 21miliardi di euro comprendendo anche soldinon inseriti nel bilancio del Ministero. Conun vantaggio automatico per l'industria a

produzione militare e un assegno in biancopronto ogni anno per pagare scelte diacquisizione di sistemi d'arma che unavolta fatte vincoleranno il nostro Paese perdecenni. L'esplosione disequilibrata dellespese militari è da tempo denunciata dallaRete Italiana per il Disarmo che ne ha sot-tolineato l'ingestibilità e la scarsa efficacia.Alle sollecitazioni si è spesso risposto smi-nuendo con dati opachi il totale di spesa(per il 2012 quella prevista è di 23,1 miliar-di di euro) e difendendo acriticamente lasituazione. Viene anzi riproposta la solitalamentazione sui pochi fondi a disposizio-ne, ma ancora una volta presentando datipalesemente falsi. Nel conteggio infatti nonvengono mai considerati i fondi delle mis-sioni all'estero e quelli messi a disposizionedell'industria militare da parte del Ministerodello Sviluppo Economico. È la stessa Natoche nei documenti ufficiali colloca la spesamilitare italiana all'1,4% del Pil, ben al disopra di quanto dichiarato dal Ministro. Giàaltre volte si è tentato di spostare persona-le militare in altre amministrazioni, senzaottenere nessun risultato. Dare incentivi,come ipotizzato nel provvedimento presen-tato dal Governo, rappresenterebbe unagrave forma di disparità rispetto ad altre

categorie oggi colpite da tagli e ridu-zioni. Anche la tempistica propostaconferma la non volontà di intervenireconcretamente: vent'anni per comple-tare la riduzione di 30mila militari! Ladichiarata volontà di procedere all'ac-quisto degli F-35 può comportareaddirittura un aumento delle spesemilitari, anziché la loro diminuzione,perché una riduzione così piccoladegli aerei che si dovrebbero acqui-stare (ma con i corposi tagli sugli ordi-nativi fatti dagli USA) non abbassa lafattura complessiva ed anzi rischia divedere una crescita del costo unitario.Con il risultato di acquisire aerei nonancora pronti e di doverne gestire peranni il mantenimento senza alcunritorno reale in termini occupazionali eindustriali. Tutte queste scelte sonopoi presentate come già decise nelchiuso degli uffici del Ministero. Unarevisione così importante come quel-la del Modello di Difesa dovrebbeinvece partire da un ampio dibattitoparlamentare e nell'opinione pubblica:prima di fare qualsiasi scelta operati-va occorre capire cosa si intende per'difesa' e quali sono gli obiettivi daraggiungere. In questo senso anchela scelta di una Legge Delega allarma

tutto il mondo del disarmo che ben ricordapercorsi simili (che non lasciano nessunospazio ad un confronto reale) anche inmateria di commercio di armamenti. LaRete Italiana per il Disarmo è impegnatanella campagna Taglia le ali alle armi! con-tro l'acquisto degli F-35. Molti territori (siacon azioni della società civile che conmozioni degli Enti Locali) si stanno mobili-tando per chiedere al Governo l'uscita dalprogramma e una vera trasparenza suinumeri che lo riguardano.Info: www.disarmo.org/nof35

4disarmo

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Il ministro alla Difesa, ammiraglio Di Paola, hadeciso di confermare l'acquisto di 90 caccia-bombardieri F-35: una delle più micidiali armi daguerra mai costruite, che costa circa 115 milionidi euro al pezzo. In tutto più di 10 miliardi di euro,ai quali se ne dovranno aggiungere almeno altri30 per la loro gestione.Si tratta di una scelta irre-sponsabile, in un periodo di grave crisi economi-ca e mentre si costringono milioni di italiani afare enormi sacrifici. I tagli agli Enti locali e alleRegioni si tradurranno in minori servizi sociali oin aumento delle tariffe, e almeno 20 miliardi, inbase alla legge delega in materia fiscale e assi-stenziale, saranno sottratti alle prestazionisociali, senza contare il blocco dei contratti edegli stipendi ai dipendenti pubblici e l'aumentodell'Iva che inciderà pesantemente sui consumi.Con le risorse risparmiate si potrebbero farescelte molto diverse, per esempio costruirenuovi asili nido, mettere in sicurezza tutte lescuole pubbliche, garantire un'indennità di di-soccupazione ai lavoratori parasubordinati cheperdono l'impiego. È dunque importante accre-scere la pressione sul Parlamento, che saràchiamato a valutare questa decisione e, ci augu-riamo, a cancellarla. Per queste ragioni, ReteDisarmo, Sbilanciamoci e Tavola della Pace invi-tano tutti a partecipare alla Giornata nazionaledi mobilitazione contro gli F-35 che si svolgerà il25 febbraio. In particolare si propone di organiz-zare la raccolta delle firme per la petizione chechiede di bloccare l'acquisto degli F-35; di solle-citare i propri Comuni ad approvare Risoluzioniche chiedano a Governo e Parlamento di rive-dere la decisione del ministro; di invitare i parla-mentari eletti nel proprio territorio ad annuncia-re il proprio voto contrario agli F-35.

Una finta riforma della Difesa: nessun risparmio e via libera a nuove armi costose ed inutili

25 febbraio: giornatanazionale contro gli F35

La Risoluzione del Comune di FirenzeSu proposta della consigliera (e presidente dell'Arci)Francesca Chiavacci, il Consiglio comunale di Firenzedovrà pronunciarsi su una Risoluzione in cui si chiedeal Governo italiano:- di rivedere la scelta di aderire al programma plurien-nale relativo all'acquisizione del sistema d'arma JointStrike Fighter e dell'associata linea di assemblaggio;- di procedere in tempi rapidi ad una attenta ridefinizio-ne del Modello di difesa che sia rispondente al nostrodettato costituzionale e alla vocazione del nostroPaese all'integrazione europea e al ruolo di peacekee-ping delle nostre forze armate.Impegna la Presidenza del consiglio Comunale a tra-smettere la Risoluzione al Governo e alle Presidenze diCamera e Senato.Tutto ciò dopo aver premesso che in un momento digrave crisi economica e occupazionale, di tagli deifondi pubblici alle politiche sociali, alla scuola e all'uni-versità, appare una scelta ingiustificata e fortementeiniqua quella di destinare tante risorse all'acquisto dicacciabombardieri d'attacco, il cui eventuale utilizzosarebbe oltre a tutto in contrasto col dettato dellanostra Costituzione.

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n.7 21 febbraio 2012

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5ambiente

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I l popolo No Tav scenderà ancora unavolta in strada per ribadire il proprio rifiu-to al progetto inutile e devastante della

nuova linea ferroviaria Torino-Lione. L'appuntamento è per sabato 25 febbraio,alle ore 13 nella piazza della stazione diBussoleno, per poi marciare verso Susa, ele parole d'ordine sono quelle consuete divent'anni di proteste: «sarà una marciapacifica e a volto scoperto, ma determina-ta». Sarà una manifestazione importante,la prima dopo il 3 luglio dello scorso anno,organizzata dai comitati No Tav con laComunità Montana e l'assemblea dei sin-daci della val Susa e val Sangone, un'oc-casione imperdibile per ribadire l'unità delterritorio nel respingere quest'opera.Ci sarà anche l'Arci, saremo 'ancora incammino', come a Genova nel 2001 e aVenaus nel 2005, per difendere l'ambiente,i diritti e la democrazia, e confermare anco-ra una volta il nostro impegno a fiancodella popolazione e dei sindaci della valle.Si affiancano ai temi della difesa dei benicomuni e dell'opposizione alle grandiopere, la protesta per le recenti misurecautelari contro attivisti No Tav, ritenute da

più parti sproporzionate rispetto alle accu-se, e la richiesta della fine della militarizza-zione della Valle e dell'area del 'cantiere'della Maddalena di Chiomonte, del qualela delegazione di deputati del ParlamentoEuropeo ha certificato l'inesistenza duran-te la visita del 10 febbraio scorso.Il dibattito è purtroppo schiacciato dallepressioni degli interessi in campo, dalletensioni per lo sgombero del presidio manumilitari e dall'uso indiscriminato dei gaslacrimogeni, e dal fatto che anche in moltiambienti che si definiscono progressisti iltema dell'opposizione alla Tav sia un tabù.Nella polarizzazione fra sì e no, è comple-tamente sparito - non per demerito delmovimento, che ha sempre continuato lasua opera di informazione - il contradditto-rio sull'opera, che invece nel 2005 avevaportato i proponenti prima a respingere fer-mamente le critiche, salvo poi modificareradicalmente i tracciati. È sparito il confronto di merito non solo sulfatto se una seconda linea ferroviaria siautile o meno, ma anche - ad esempio -sulle priorità relative alla sua eventualerealizzazione, ovvero se sia più ragionevo-

le immaginare prioritario l'adeguamentodel nodo ferroviario di Torino (fra l'ingressodi Torino da Milano a nord-est e l'interportoferroviario di Orbassano, a sud-ovest),area più esposta a pericoli di saturazioneper il traffico ferroviario, piuttosto che parti-re con lo scavo del tunnel di base relativoalla tratta internazionale, in assoluto il trat-to più sottoutilizzato.A rigor di logica anche i Sì Tav dovrebberomarciare per la smilitarizzazione e la chiu-sura del cantiere della Maddalena, per evi-tare lo sperpero di risorse pubbliche utiliper interventi, maggiormente prioritarianche dal punto di vista della realizzazionedell'opera.Nonostante la tensione palpabile, l'obietti-vo è di portare in marcia un popolo pacifi-co e colorato - «Se qualcuno pensa divenire qui a fare casino, non paghi nem-meno il biglietto, non prenda il pullman ese ne stia a casa», precisa Alberto Perino- e la Valle accoglierà volentieri tutti coloroche verranno a manifestare come abbiamosempre fatto: con massimo rispetto pertutte le persone e le cose.Info: [email protected]

Il 25 febbraio manifestazione No Tav: ancora in cammino per l’ambiente, i diritti, la democrazia

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n.7 21 febbraio 2012

L a temperatura media della terra e deimari aumenta. Questo è vero, manon basta a capire dove stiamo

andando. Il primo effetto dello squilibrioambientale, indotto dall'aumento di anidridecarbonica immessa nell'atmosfera, lo silegge attraverso la crescita della frequenzadegli 'eventi estremi'. Uragani, pioggeabbondanti, ondate di siccità o eccezionaliprecipitazioni nevose ci sono sempre state,ma è la loro frequenza che è cambiata. Non solo, è stato registrato negli ultimi tren-t'anni un aumento dell'intensità di questifenomeni, insieme al fatto che stanno sal-tando i limiti verso l'alto e verso il basso delletemperature per cui avremo eccessi di fred-do e caldo in diverse aree del pianeta.Anche inei giorni, in cui in Europa si morivadi freddo, in Alaska si registrava un insolitoaumento della temperatura, in Australia iltermometro superava i 41 gradi e la peniso-la arabica era attraversata da violente tem-peste di sabbia rovente. Naturalmente venticentimetri di neve a Roma non costituisconoun ‘evento estremo' e solo un sindaco inetto

può prendersela con l'eccezionalità delfenomeno. Ma se un intero paese va in tilt in condizioninormali che cosa succede quando deveaffrontare seriamente gli 'eventi estremi'?L'abbiamo visto lo scorso autunno in Liguria,quando in poche ore sono caduti 500 mm dipioggia, provocando disastri umani e mate-riali; l'abbiamo visto a Giampilieri nel 2009,quando 375 mm di poggia in sei ore hannoprovocato 37 vittime e l'evacuazione dellacittadina. In un paese in cui non si fa più lamanutenzione ordinaria del territorio, figuria-moci quella straordinaria che è oggi neces-saria per prevenire i danni degli 'eventiestremi'. Altro che Tav, grandi opere e libe-ralizzazioni. I danni al territorio e ai suoi abi-tanti causati da incendi, alluvioni, mareggia-te, sono costati almeno 30 miliardi di euronell'ultimo decennio. Per sopravvivere agli'eventi estremi' dobbiamo cambiare radical-mente visione del mondo e del nostro futu-ro. Dobbiamo investire nella manutenzionedel territorio, nella protezione del nostropatrimonio (naturale, abitativo, storico), nella

'prevenzione' delle catastrofi annunciate.Oggi gli 'eventi estremi' meteorologici sonoprevedibili con buona approssimazione 48ore prima che si verfichino. È necessario unsistema di allarme e messa in sicurezzadelle popolazioni che superi il modello difunzionamento dell'attuale protezione 'incivi-le', che stabilisca una scala di priorità e diresponsabilità, individuando il soggetto pub-blico che funge da responsabile di ultimaistanza. Infine, dobbiamo porci seriamentela questione della sovranità energetica edalimentare. Fino ad oggi abbiamo pensatoche bastasse pagare per procurarsi risorseenergetiche e alimentari. Nel futuro non saràpiù così. La Russia che taglia le forniture digas per assicurarle ai suoi abitanti, non saràpiù un fatto eccezionale. Così comel'Argentina, l'India, il Vietnam, che in questiultimi anni di speculazioni finanziarie hannobloccato l'export di beni alimentari per assi-curarsi l'autosufficienza. Ciò significa chedobbiamo ridurre la nostra dipendenzaenergetica e alimentare, e che la questionedel 'risparmio' e della conversione ecologicaè diventata urgente per rispondere alle sfidedegli 'eventi estremi'.

Per rispondere alle sfide degli eventi estremi, ‘risparmio’e conversione ecologicaUn articolo di Tonino Perna, economista e sociologo

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I n questi giorni si arriverà all'epilogo delconflitto che vede contrapporsi da 4anni da un lato la controllata Enel -

Endesa e dall'altro le comunità residenti cheverranno sfollate per aprire spazio a unmega progetto idroelettrico dal valore di 837milioni di dollari fino.Il Quimbo, questo è il nome della diga chele multinazionali italo spagnole pretendonodi costruire, è una gigantesca opera cheinonderà 8.500 ettari delle terre agricole piùfertili del paese, per produrre energia desti-nata all'esportazione e a coprire il fabbiso-gno energetico interno, che si prevedeincrementerà in maniera esponenziale conla conversione in atto del territorio colom-biano in una enorme miniera a cielo aperto.Sono 4 anni che le comunità del Huila, laregione dove sorgerà la diga, protestano, sioppongono pacificamente e legalmente alladistruzione delle loro esistenze, della sicu-rezza alimentare del paese e di una vallebellissima, riserva protetta dell’ Amazzonia.

Lo hanno fatto portando avanti con insi-stenza le proprie ragioni, scontrandosi con-tro il muro di gomma di una burocrazia e diun mondo politico che non vogliono capire.O forse che hanno capito benissimo e sisono schierati, anche a costo di violare lestesse norme costituzionali colombiane. LaContraloria, un ente di controllo statale, hagià aperto una indagine contro le autoritàambientali e contro lo stesso ministro dell'ambiente, riscontrando pesanti irregolaritànella concessione dei permessi per la rea-lizzazione della idroelettrica. Ma i tempi diindagine sono lunghi. Il 20 febbraio Enel e Endesa hanno decisodi deviare il corso del Magdalena, il piùgrande fiume colombiano, causando undanno irreparabile. Le comunità resistono,si sono accampate nella zona dei lavori,dicono che non se ne andranno da lì. Da un lato ci sono centinaia di persone,pescatori, costruttori, braccianti, contadini emezzadri, accampati lungo il fiume.

Dall'altro buldozer, scavatrici, luci che illumi-nano a giorno il cantiere degli italiani e deglispagnoli. In mezzo esercito e ESMAD, i tri-stemente famosi squadroni antisommossacolombiani che, dalla loro creazione adoggi, hanno ucciso decine di persone repri-mendo il dissenso. L'impresa ha richiesto l'intervento dell'eser-cito e degli antisommossa per sgomberarel'area interessata.Il movimento colombiano che si batte con-tro la costruzione della diga ha lanciato unapetizione internazionale per chiedere lasospensione dei lavori. La petizione, che ha già raccolto migliaia difirme in tutto il mondo, verrà inviata al mini-stro colombiano per l'Ambiente e loSviluppo sostenibile.Firmiano anche noi. Aiutiamoli a fermarel'ennesima devastazione ambientale.Si può sottoscrivere la petizione sul sitoriportato di seguito:www.censat.org

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I l testo del decreto sulle liberalizzazioniapprovato dal Governo Monti nel Con-siglio dei Ministri dello scorso 20 gennaio

contiene al suo interno diversi provvedimen-ti che sono in netto contrasto con l'esito deireferendum di giugno. Ciò a dimostrazionedi come non ci sia grande discontinuità tral'attuale Governo e quello che lo ha prece-duto, almeno per quanto concerne il tentati-vo di cancellazione di quei risultati.Il Governo Berlusconi già con il decreto diferragosto aveva sostanzialmente ridotto dimolto la portata dell'esito dei referendumriproponendo di fatto l'obbligo alla privatizza-zione per tutti i servizi pubblici locali adesclusione dell'acqua. Sin dalle prime bozzedel decreto sulle liberalizzazioni circolate siera intuito che si voleva portare l'affondofinale ai referendum. Vi era infatti inseritauna norma con cui s'intendeva vietare lagestione pubblica dell'acqua, possibilitàriabilitata per l'appunto a seguito della straor-dinaria vittoria di giugno. Una forte mobilita-zione del movimento per l'acqua ha fatto sìche tale parte sia stata stralciata in sede diapprovazione in Consiglio dei Ministri. Permane però all'interno del decreto l'obbli-go per le aziende speciali - unica vera moda-lità di gestione pubblica dell'acqua - ad esse-re assoggettate al patto di stabilità interno.Ciò rende molto più complicato poter effet-

tuare gli investimenti necessari al migliora-mento della rete idrica e dunque rispondereal primo requisito che un'azienda deveassolvere. Attualmente il decreto è in discus-sione al Senato presso la CommissioneIndustria, dove sono stati presentati circa2.700 emendamenti. Il grosso della partita sigioca intorno all’articolo 25, quello cheriguarda i servizi pubblici locali. PdL, PD eTerzo Polo stanno tentando di far rientraredalla finestra la privatizzazione dell'acqua.Diversi, infatti, sono gli emendamenti che,andando a modificare il famigerato decretodi ferragosto, puntano ad eliminare l'esclu-sione dell'acqua da quel provvedimentofacendo così tornare indietro le lancette del-l'orologio a prima del 13 giugno. Si tratta diun attacco gravissimo alla volontà popolaree ai principi democratici su cui si fonda lanostra Repubblica. La maggioranza assolu-ta del popolo italiano ha definito quale fosseil mandato consegnato nelle mani dei proprirappresentanti istituzionali: no alla privatizza-zione dei servizi pubblici locali e sì ad unagestione pubblica e partecipativa dell'acqua.Tutte le istituzioni preposte non avrebberodovuto far altro che attuare tale esito. Al con-trario, da giugno ad oggi, si è assistito ad uncontinuo disconoscimento di tali risultati.Infatti nelle bollette che i gestori del servizioidrico continuano ad inviare agli utenti per-

mane ancora la quota relativa alla remune-razione del capitale investito - il profittogarantito delle aziende - abrogata dal secon-do quesito referendario.Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acquaha così deciso di lanciare all'inizio di febbraiola Campagna di Obbedienza Civile(www.obbedienzacivile.it), ovvero il rispettodella volontà popolare eliminando questaquota dalle bollette.La ‘remunerazione del capitale investito’nella generalità dei casi incide per una per-centuale che oscilla, a seconda del gestore,fra il 10% e il 20%. Perciò si chiede a tutti icittadini utenti del servizio idrico di pagare lebollette, relative ai periodi successivi al refe-rendum, applicando una riduzione pari allacomponente della ‘remunerazione del capi-tale investito’. È stata chiamata di ‘obbedien-za civile’ perché non si tratta di ‘disubbidire’a una legge ingiusta, ma di ‘obbedire’ alleleggi in vigore, così come modificate dagliesiti referendari. Lo scopo principale dellacampagna è ovvio: ottenere l'applicazionedel risultato che è inequivocabilmente scatu-rito dai referendum. Con la mobilitazione atti-va di centinaia di migliaia di cittadini si pro-pone inoltre di attivare una forma diretta didemocrazia dal basso, auto-organizzata,consapevole e indisponibile a piegare latesta ai diktat dei poteri forti di turno.

Una petizione internazionale contro la costruzione della diga diQuimbo in Colombia per fermare l’ennesimo scempio ambientale

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di Paolo Carsetti, portavoce del Forum italiano dei movimenti per l'acqua

L’acqua pubblica non è ancora al sicuro

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7cultura

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Dal 14 al 16 febbraio Arci Book, graziea una collaborazione con l'associa-zione Casamemoire, ha partecipato

alla 18ma edizione del SIEL (SaloneInternazionale dell'Editoria e del Libro) che siè svolto presso lo Spazio Fiera edEsposizioni di Casablanca (Marocco). In un contesto in cui erano presenti caseeditrici ed editori dell'area del Maghreb e delMedio Oriente, insieme ad alcune rappre-sentanze europee del settore, è stato strut-turato un ricco programma di dibattiti, incon-tri e conferenze che hanno toccato diversetematiche relative a diritti, cultura, migrazio-ni, pari opportunità, memoria, democrazia,attualità e cittadinanza attiva (molti, peresempio, i momenti dedicati alle primaverearabe). Il pomeriggio del 15 febbraio, all'in-terno dell'accogliente e colorato Espacerencontre gestito dal Consiglio nazionale deidiritti umani del Marocco, dal Consiglio dellaComunità Marocchina all'Estero, dalConsiglio per la libera concorrenza edall'Ufficio per la prevenzione della corruzio-ne, Arci Book ha presentato il progettoBabylon. I colori della lettura (www.arci-book.it). In questa sorta di spazio-agorà, fre-

quentatissimo dai visitatori del Salone, il pro-getto dell'Arci ha riscosso grande successoper alcune delle sue caratteristiche intrinse-che, prima fra tutte la strutturazione delleattività in format interdisciplinari realizzabiliall'interno dei circoli Arci: in questi anni,come ci insegna Abderrahim Kassou, anchesull'altra sponda del Mediterraneo diventasempre più importante sviluppare attività cul-turali, di aggregazione e di educazionepopolare all'interno degli spazi atipici di cittàe periferie. Il pubblico ha inoltre mostratointeresse per il bookcrossing: modalità dicondividere cultura e prodotti di intelletto inmodo assolutamente libero e democratico.Con noi, al SIEL, c'era Kaha MohammedAden, la scrittrice di origine somala che loscorso ottobre era stata ospite del circoloArci Bellavista di Civate (LC) per il seminarioLeggimi forte, realizzato in collaborazionecon l'associazione Casamèmoire di Casa-blanca, con il Centro per il libro e la lettura(Cepell) del Ministero dei Beni e delle attivi-tà culturali e con BJCEM. Kaha ha parlatodell'importanza di coinvolgere i giovani scrit-tori di origine straniera e di seconda genera-zione nella presentazione delle proprie

opere di intelletto all'interno del mondo Arci:un modo per rendere sempre più rari quei‘Fra-Intendimenti’ di cui parla nel suo ultimolavoro. Con la scrittrice siamo riusciti, trami-te i suoi racconti, a dare il via ad un impor-tante momento di confronto con alcuni gio-vani del luogo che hanno familiari ed amiciche vivono in Italia. Momenti di dialogo,quindi, sull'Europa, sul Mediterraneo, sulleseconde generazioni e sull'indispensabileutilizzo di quel nuovo linguaggio meticcioche è il motore che attiva dinamiche non piùsolo di integrazione, ma di dialogo fra le cul-ture che compongono questa società con-temporanea: il mondo in cui l'Arci riflette, dis-cute, sperimenta.Info: [email protected]

Arci Book presenta al SIEL di Casablanca le attività di ‘Babylon. I colori della lettura’

Gabriella Mercadini ci ha lasciato. Conla fotografia ha raccontato la storiadegli ultimi decenni. Una compagna

di viaggio che ci siamo trovati accantonelle comuni battaglie per un mondopiù giusto e solidale. Ciao Gabriella

CIAO GABRIELLA

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La scelta di costituire una rete Arci per lamusica live ha poggiato, sin da principio, sudi una intuizione: il consorzio dei tempi edei luoghi, delle proposte e degli investi-menti di ogni circolo impegnato nella musi-ca dal vivo avrebbe esponenzialmenteaumentato l'offerta per i musicisti promossi,l'appeal Arci nei territori, la forza propositi-va della rete. Un passo altrettanto impor-tante è stato quello di rendersi conto che lespecificità regionali rendono necessariinterventi modulari e adattati alle singolerealtà! Da qui il lavoro che ha impegnato ilgruppo nazionale e i referenti regionali daun anno a questa parte: l'elaborazione diuna strategia in grado di potenziare ulte-riormente la capacità che ogni comitato hadi dare alla rete e da essa ricevere. In que-sto quadro è nata Arci ReAL Puglia! Oggi,con il 2012 appena agli esordi, conta l'ade-sione di 14 circoli provenienti da 5 comitatiprovinciali differenti. Un dato importante,che si esprime in tutta la sua interezza seaggiunto alla capacità effettiva di crearespazi e occasioni di espressione per lamusica live nella regione Puglia. I nostri cir-coli hanno realizzato, nell'ultimo anno,

quasi 400 serate dal vivo, numeri importan-ti in un territorio in cui alla vivacità artisticasi affianca un'oggettiva difficoltà legata allacarenza di strutture e investimenti nel set-tore della musica emergente. Nell'ottica delrispetto delle specificità territoriali, ReAL-Puglia investe sulla rete regionale deiFestival. Essi, attivi perlopiù nella stagionedel turismo, rappresentano una fetta impor-tante del nostro percorso, poiché ci con-sentono, seppure in un contesto non esclu-sivamente associativo, di raggiungere ungrande numero di cittadini (solo nel 2011 lenostre serate hanno raggiunto oltre 40milapersone) e dunque di mantenere il fortelegame dell'esperienza live con le campa-gne sociali e politiche, fulcro del nostroimpegno. E infine un'attenzione (ennesimapeculiarità) anche alle sfere musicali di piùlargo consumo; un'attenzione che non ci fastupire se il palco dell'Ariston, nel 2012,lancia due artisti i cui primi passi hannoincrociato le nostre attività. C'è una Pugliache vuole suonare, c'è una Puglia da can-tare e il circuito ReAL, diventa, con forza, ilpalco ideale per farlo!Info: [email protected]

Arci ReAL: i circuiti regionali /A Modena ‘Le ragionidella laicità’Al Teatro dei Segni di Modena, il 28 febbraio,il 12 e 26 marzo proiezioni, conferenze edibattiti all'interno della rassegna Le ragionidella laicità. Si comincia martedì 28 febbraio,alle 21.00, con la proiezione del film Gior-dano Bruno di Giuliano Montaldo con GianMaria Volontè. Interviene Mustafa El Ayoubi,caporedattore della rivista Confronti.Il secondo appuntamento è per lunedì 12marzo, sempre alle 21.00, con la conferenzaL'ultima sfida di Darwin: linguistica e geneti-ca per ricostruire il passato umano. Relatricesarà Cristina Guardiano, ricercatrice di glot-tologia e linguistica al Dipartimento di comu-nicazione ed Economia dell'Università diModena e Reggio Emilia. La conferenza èorganizzata dal circolo UAAR. Infine, lunedì26 marzo, alle 21.00, proiezione del filmL'ora di religione di Marco Bellocchio conSergio Castellitto. Intervengono AdrianaQuerzè, assessore all'Istruzione del Comu-ne di Modena e Luciano Guerzoni, presiden-te della Fondazione Ermanno Gorrieri. L'iniziativa è organizzata da Ucca e Arci Mo-dena, in collaborazione con UAAR, i circolidel manifesto e l'associazione A Sinistra.L'ingresso è libero e gratuito.

C’è una Puglia che vuole suonare

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8genova

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D al 1996 ogni 21 marzo viene cele-brata la Giornata della Memoria edell'Impegno in ricordo delle vittime

delle mafie, organizzata da Libera e AvvisoPubblico. Quest'anno, diciassettesima edizione, laGiornata della Memoria si svolgerà aGenova, anticipata a sabato 17 marzo. Lascelta di una città del nord Italia è particolar-mente opportuna, perché troppe volte si ècollegato il fenomeno della mafia alle soleregioni meridionali. Come riportano anchealcuni recenti fatti di cronaca, la Liguria èspesso teatro di episodi di criminalità orga-nizzata. In Liguria, come in tutto il nord, trop-pi sono stati gli occhi chiusi per quieto vive-re, per incapacità di comprendere, talora perconnivenza. E così il consiglio comunale diBordighera è stato sciolto per infiltrazionimafiose, e subito dopo è stata la volta diquello di Ventimiglia. Perché la giornata del 17 marzo non resti unevento isolato, il Presidio Francesca Morvillo

di Libera Genova ha organizzato laSettimana della Legalità, con questo calen-dario: - sabato 25 febbraio, alle 19.30, pressol’Auditorium di Palazzo Verde ai Magazzinidell'Abbondanza, proiezione del documen-tario Toxic Europe, Italia, crocevia di trafficidi rifiuti tossici. Ospiti Cecilia Nesi, GiulioRubino e Filippo Sestito, presidente di ArciCrotone. Seguirà aperitivo.- lunedì 27 febbraio, alle 21.00, proiezionedel documentario In un altro paese presso ilTeatro Hop Altrove, in Piazzetta Cambiaso.- martedì 28 febbraio, alle 21.00, presso ilCircolo Arci Primo Maggio, Salita SanNicolò, presentazione del Dossier sullemafie in Liguria, con Matteo Lupi, referenteregionale di Libera.- giovedì 1 marzo, alle 18.00, presso ilTeatro Hop Altrove, presentazione del librodi Angela Lanza Ho fame di giustizia, in col-laborazione con la libreria Finis Terrae.

Ospiti l'autrice, Angela Lanza, la professo-ressa Giuliana Franchini e l'attrice FrancaFioravanti. Alle 21.00, proiezione del film La sicilianaribelle di Marco Amenta.

- venerdì 2 marzo, alle 17.00, presso laFacoltà di Giurisprudenza, presentazionedel Dossier sulle mafie in Liguria e confe-renza con Anna Canepa (magistrato dellaDirezione Nazionale Antimafia), Matteo Lupie il giornalista Ferruccio Sansa.Alle 22.00, al Milk Club, in via delle Grazie25, concerto di gruppi emergenti.Ingresso gratuito con tessera Arci.

- sabato 3 marzo, alle 17.00, flash mob inPiazza De Ferrari. La Settimana della legalità sarà preceduta,giovedì 23 febbraio, da un'iniziativa al circo-lo Arci Belleville: alle 19.30 (Insieme) Si può'fare - Storie di militanza associativa in terradi mafie. Interviene Filippo Sestito.Info: [email protected]

P er gli attenti (?) osservatori politicidella mia città la vittoria di MarcoDoria alle elezioni primarie del centro

sinistra è stata un fatto straordinario. Chi viscrive è stato invece fino all'ultimo testimonediretto di una sottovalutazione sistematica,quasi imbarazzante, del professore prestatoalla politica. I corridoi pullulavano di supporter convintiche Roberta Pinotti - la senatrice a capodella mozione Franceschini - l'avrebbe spun-tata su una Sindaco descritta come perden-te e antipatica. Anche i giornali cittadini finoall'ultimo hanno fatto intendere che, all'ultimovoto, la partita era tutta interna alle due can-didate del Partito Democratico. Di straordinario in realtà c'é solo il distaccoche Marco Doria, candidato indipendente, haimposto alle due contendenti. Già perchébastava raccogliere un po' di umori e di sen-sazioni - ad esempio tra i circoli Arci - percapire come sarebbe andata. Di elezioni primarie vere si è trattato, stavol-ta. Non hanno contato gli apparati, non si ètrattato di imporre alla propria coscienza ilvoto utile, si è trattato solo di votare analiz-zando ciò che è stato fatto per la città e pen-sando al domani. Meno votanti rispetto al 2007 - e questoanche era nell'aria - hanno determinato la vit-toria del professore che ha interpretato allaperfezione il sentimento di cambiamento che

emergeva in tanti settori della comunitàgenovese. Addossare tutta la colpa all'attua-le giunta comunale è stato un errore che inparticolare, con un crescendo, ha caratteriz-zato la campagna di Roberta Pinotti non acaso sostenuta dall'ex sindaco Beppe Pericusul quale si erano riversate le critiche, maivelate, da parte di Marta Vincenzi.Marco Doria è invece andato dritto al cuoredei cittadini del centro sinistra, parlando alloro disagio e alla difficoltà di far emergereuna nuova idea di sinistra per la città con alcentro, in particolare, i temi del lavoro e delwelfare. Non sarà facile il suo compito - e il post pri-marie incandescente lo testimonia - ma ilprofessore ha dimostrato di intercettaremolto più di altri i giusti sentimenti del popo-lo genovese della sinistra, ribaltando un pro-nostico che lo voleva come terzo incomodo. E l'Arci in tutto questo? I circoli Arci hannofatto la loro parte fino in fondo con una par-tecipazione determinata e convinta. Numerosi sono stati i circoli che hanno orga-nizzato incontri con i candidati per un con-fronto sui temi cari all'associazionismo e/oospitato i seggi in cui c'è stata, come sempre,un'alta partecipazione. Significativo il fattoche dei due soli seggi che hanno superato lasoglia dei mille votanti, uno è il circolo PrimoMaggio di Castelletto: 1062 votanti, di cui il67,4% per Marco Doria. Anche nell'altro,

ospitato dal Ghett-Up, la maggioranza dei1013 votanti è stata per il presunto 'outsider'che ha ricevuto il 70,3% dei consensi.Un trend che viene confermato dal fatto cheil vincitore si è aggiudicato la maggioranza inben 51 seggi, in 16 dei quali ha superatoquota 50%.Purtroppo anche il seggio col minor numerodi votanti, 56, era situato in un circolo Arci, ilVarenna di Pegli dove Marco Doria ha avuto8,9% dei consensi contro il 66,1% di MartaVincenzi. Bottino più cospicuo per la sindacouscente al circolo ‘La ciclistica’ dove ha vintocol 35,8% dei voti in un confronto serrato conRoberta Pinotti, 33,8%, e Doria, 29,9%.È stato ancora un circolo Arci - il Pianacci diPrà - l'unico ad attribuire oltre la metà deiconsensi alla Pinotti, 50,4% (17,7% a Doria).Ora ci attende una campagna elettoraleimportante per il futuro della città ed è quindinecessario che l'associazione si prepari allasfida con un'approfondita discussione inter-na su tempi e modalità della propria azione.Come ha opportunamente osservato il presi-dente della Regione Liguria, ClaudioBurlando, è normale che nelle primarie dicoalizione possa vincere un alleato e non ilcandidato del partito di maggioranza. L'importante è che dal giorno successivo alleprimarie il vincitore diventi il candidato di tuttala coalizione.Info: [email protected]

Primarie a Genova. Risultato a sorpresa?Solo per alcuni...

La settimana della legalità per preparare la Giornata dellaMemoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime di mafia

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A rci e Arcs-Arci Cultura e Sviluppoconfermano il proprio impegno afianco della popolazione Saharawi

rifugiata nei campi profughi nei pressi diTindouf (Algeria meridionale). Costrettaall'esilio dall'occupazione militare maroc-china del 1975 e divisa dalla propria terrada un muro lungo più di 2500 km, questapopolazione attende di poter celebrare ilreferendum per l'autodeterminazione, dirit-to riconosciutole dalle Nazioni Unite e tut-tora negato dal regime marocchino. Nonostante le condizioni estremamentedifficili in cui è costretto a vivere da più di35 anni, il popolo Saharawi continua la pro-pria resistenza pacifica nei territori occupa-ti illegalmente dal Marocco e la proprialotta per la sopravvivenza nelle durissimecondizioni imposte dall'esilio nel desertoalgerino. Con lo scopo di contrastare l'iso-lamento politico e mediatico di questopopolo e di sostenere il suo diritto all'auto-determinazione, Arcs organizza due inizia-tive che verranno realizzate dal 31 marzoal 7 aprile 2012. La prima è un workshop fotografico conGiulio di Meo: un percorso per approfondi-

re le tecniche del reportage e della foto-grafia sociale direttamente nei campi pro-fughi. Ospiti presso le famiglie saharawi, ipartecipanti potranno conoscerle da vicinoe documentarne tradizioni e condizioni divita. Al termine del workshop le migliori fotoverranno selezionate per un'esposizioneda realizzare in Italia. La quota di parteci-pazione è di 1500 Euro. La seconda iniziativa è il campo di lavoroSaharawi 2012: un campo per conoscerela realtà dei campi profughi saharawi attra-verso la permanenza nelle famiglie e larealizzazione di incontri con associazionidelle donne, dei giovani, visite a centrisanitari, scuole e progetti realizzatidall'Arci. Verrà realizzato un viaggio neiterritori liberati della Repubblica ArabaSaharawi Democratica per visitare il Murodella Vergogna, barriera erta dal regimemarocchino per separare il popolo Saha-rawi dalla propria terra. L'obiettivo principa-le del campo di lavoro è l'organizzazione diattività non-profit che coinvolgano giovanivolontari italiani e beneficiari locali (giova-ni, bambini, famiglie, comunità). Il campoinoltre ha una natura formativa che inco-

raggia l'educazione sociale, la promozioneculturale e l'arricchimento reciproco. Laquota di partecipazione è di 1050 Euro.Entrambi i viaggi saranno un'opportunitàirripetibile per entrare a contatto con l'ospi-talità e la ricchezza culturale di questosplendido popolo, contrastare il suo isola-mento e sostenere la sua lotta pacificaverso l'autodeterminazione.Per iscriversi è necessario compilare lascheda di iscrizione scaricabile sul sitowww.arciculturaesviluppo.it, inviarla all'in-dirizzo email [email protected] e for-malizzare l'iscrizione con il pagamentodella quota entro il 5 marzo 2012.Info: www.arciculturaesviluppo.it

Arci e Arcs a fianco della lotta pacifica del popolo Saharawi con due iniziative ad aprile

Premiere teatrale a SarajevoIl 2 marzo, alle 20, il Medunarodni Centar diSarajevo aprirà le porte per la premiere inBosnia Erzegovina dello spettacolo teatralerealizzato all'interno del progetto di ArcsNetworking Memories finanziato dall'UnioneEuropea. Lo spettacolo è già stato presen-tato in Kosovo e ha ricevuto commenti moltopositivi: talentuosi attori porteranno in scenale memorie della ex Jugoslavia di un gruppodi giovani serbi, kosovari, bosniaci. Perché igiovani mostrano nostalgia per un passatoche non hanno pienamente vissuto? Le divi-sioni attuali sono davvero insormontabili?Lo scopo dello spettacolo, come del proget-to, non è quello di mitizzare il passato oesprimere giudizi su di esso, ma di far capi-re che la convivenza, la tolleranza, la fratel-lanza e la solidarietà sono ancora possibili.Che senso ha fomentare le divisioni se nelpassato si era tutti uniti? Che senso ha insi-stere sulle divisioni in vista di una comunevita nella famiglia dell'Unione Europea?Dopo lo spettacolo teatrale verrà inauguratoanche il Museo della Memoria, anch'essorealizzato attraverso i ricordi e gli oggetti deiragazzi serbi, bosniaci e kosovari. Info: www.netmem.org

L'assemblea dell'Associazione delleOng italiane ha eletto i nuovi presidentee vicepresidente. Sono, rispettivamente,Gianfranco Cattai (presidente Focsiv) e

Silvia Stilli (direttrice di Arcs). A entrambi gli auguri di buon lavoro

AOI

notizieflash

arci

n.7 21 febbraio 2012

Il 2 marzo presso il salone della Direzionegenerale del Policlinico Umberto I a Romasi terrà un convegno sulla cooperazionesanitaria in Tanzania promosso da Arcs,Azimut onlus e Policlinico Umberto I, con ilsostegno della Provincia di Roma.Il convegno ha l'obiettivo di rendere note alpubblico le attività di solidarietà con laTanzania, promosse dai diversi soggetticoinvolti. Nel 2008, durante il confrontopolitico tra Arci e la Confederazione Cobas,nasce l'esigenza di collaborare ad un pro-gramma più ampio di cooperazione socio-sanitaria con la Tanzania, in particolare conil Distretto di Bunda, nella regione di Mara.Da qualche anno, infatti, Azimut portavaavanti con il Policlinico Umberto I attività diformazione di personale medico e parame-dico presso le strutture ospedaliere romanee di appoggio alla realizzazione di partico-lari operazioni chirurgiche, non effettuate inloco. Con l'ideazione e poi la realizzazionedi un programma più ampio cofinanziatodal Comune di Milano, dalla Provincia diRoma e dalla Tavola Valdese, oggi i 3 part-ner italiani (Arcs, Azimut, PoliclinicoUmberto I) stanno realizzando sia attività di

formazione che di sensibilizzazione inTanzania e si preparano ed implementareun progetto di trasferimento di tecnologie eknow how, cofinanziato dal Ministero degliAffari Esteri italiano. Durante il convegno,al quale parteciperà anche Julius Ru-gambwa, il medico tanzaniano responsabi-le del progetto, saranno ripercorse alcunetappe delle diverse azioni di solidarietà rea-lizzate, ponendo l'attenzione in particolaresulle sinergie che si sono create nel corsodegli ultimi anni: unire le forze per lavorare,ognuno con le specifiche competenze,nella realizzazione di un obiettivo comune:il miglioramento della salute materno-infan-tile nella regione di Mara. Oltre ai tecnici e ai medici coinvolti nelleattività di progetto, saranno presenti al con-vegno il Direttore generale del PoliclinicoUmberto I, il Rettore dell’Università diRoma La Sapienza, il Direttore sanitario dipresidio, il Responsabile della cooperazio-ne internazionale della Provincia di Roma,una funzionaria del Mae-Dgcs, Ufficio VIICooperazione allo sviluppo, esponenti diOng e del volontariato.Info: [email protected]

La salute materno-infantile in Tanzaniaraccontata in un convegno a Roma

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10versorio+20

arcireport

L e Nazioni Unite hanno diffuso il docu-mento che traccia il percorso del dibat-tito per le conclusioni della 2a

Conferenza sullo Sviluppo Sostenibile, ora-mai nota come Rio+20, che si terrà a Rio deJaneiro in giugno, vent'anni dopo la 1a

Conferenza su Ambiente e Sviluppo.Dalla 1a Conferenza nacque l'Agenda 21, coni suoi 28 principi che avrebbero dovuto gui-dare l'azione di stati e governi per la riduzio-ne dei guasti ambientali, la lotta alla povertàe alla disuguaglianza sociale e il governo delpianeta. Dopo vent’anni, la Conferenza sulloSviluppo Sostenibile richiama una primadomanda: cosa è cambiato in questi vent’an-ni; quali impegni sono stati rispettati e qualino? Eludere queste domande toglie credibili-tà all’iniziativa e alla reale volontà di stati egoverni. Il punto di partenza dovrebbe essere propriouna valutazione, più oggettiva possibile, delcompimento o meno dell’Agenda 21, dellasua applicabilità e della sua adeguatezza perla gestione del futuro.Gli impegni, assunti da stati e governi, sonostati in larga parte disattesi, relegando i prin-cipi dell’Agenda 21 e tutti gli altri accordi econvenzioni internazionali sottoscritte a meredichiarazioni di impegni, non vincolanti, di-screzionali.Il draft zero che traccia l’impostazione delleconclusioni della 2° Conferenza di Rio, con-ferma le preoccupazioni. Il documento con-tiene una lista indistinta di temi, senza affron-tare una riflessione sul sistema e sul modellodi sviluppo e i relativi paradigmi fondanti.Temi come crescita, mercato, stili di vita, benicomuni, benessere, rimangono esclusi.Così proseguendo, si riduce ad ordinariaamministrazione la gestione dei problemistrutturali e di fondo che l'intera umanità, nes-suno escluso, deve affrontare con urgenza,senza trarre un bilancio dei piani di sviluppoe di lotta alla povertà lanciati dalle NazioniUnite, dagli anni sessanta ad oggi. Sappiamoche le soluzioni non sono indolori né facili dacostruire e da applicare. Non è più il tempo dirinvii, ma vanno responsabilmente assunte lenecessarie decisioni.Il documento ONU, in pratica, conferma, unaimpostazione abituale, sottovalutando la gra-vità e l’urgenza del momento, in tutti gliaspetti e dimensioni in cui si voglia analizza-re lo stato ed il futuro del Pianeta e, quindi, lastessa idea e concetto di Sviluppo, che deveessere oggetto di profonda analisi e riflessio-ne. Il documento dà per scontato che la dire-zione sia quella giusta.La posizione dei sindacati è critica su quantohanno fino ad ora dimostrato Nazioni Unite,

stati e governi. Per i sindacati il sistema èmalato e se da un lato si chiede un governodel pianeta più forte e più coerente, dall'altrolato si vede la necessità di ripensare l'econo-mia in funzione dei bisogni delle personepiuttosto che della loro capacità di consumo.Una posizione responsabile, di chiara criticaal sistema, denunciando apertamente ilrischio di ‘zero risultati’ ma con l’impegno afarsi carico di elaborare proposte concrete,tanto ambiziose quanto indispensabili percorreggere la direzione attuale del modello edelle politiche economiche ed occupazionali.La Confederazione Internazionale deiSindacati (CSI - ITUC), nel suo documentoper Rio+20, denuncia che non è più il tempodelle dichiarazioni ma che è indispensabileche stati e governi sottoscrivano accordi edimpegni concreti e che poi questi venganoapplicati, diventino obblighi ed azioni concre-te, già a partire dal giorno successivo allaconclusione della Conferenza.Quindi, la CSI avanza tre proposte concreteche dovrebbero tradursi in obiettivi ed impe-gni vincolanti per stati e governi:- la copertura entro il 2020 di condizioni dilavoro dignitoso per la metà dei lavoratori alivello globale; - un investimento medio del 2% del PIL ingreen jobs in ogni stato per un periodo da 5a 10 anni;- il Social Protection Floor, un sistema di pro-tezione sociale a copertura dei bisogni pri-mari (reddito minimo vitale, casa, salute, edu-cazione, vecchiaia...) presente in ogni stato,con le gradualità di ogni singola realtà nazio-nale, che elimini l'esclusione e l'abbandonosociale e la miseria;- l'implementazione della tassa sulle tran-sazioni finanziarie, per sostenere gli investi-menti di ‘cura del pianeta’ e per finanziare iprogrammi di sviluppo (studi indicano checon lo 0,05% di tassazione si potrebbero

recuperare tra 160 e 420 miliardi di Euro peranno).L'Economia Verde è vista dalla CSI comeuna risposta adeguata alla crisi del sistema,a condizione che sia costruita e strutturataseguendo un insieme di principi (10 principi)che riprendendo l’agenda del lavoro dignito-so e dei principi e diritti fondamentali del lavo-ro, elaborano la dimensione sociale dell’eco-nomia verde. Sta qui anche il richiamo all'alleanza tra sog-getti della società civile: ambientalisti, popo-lazioni indigene, movimenti sociali e di gene-re, organizzazioni di consumatori, imprendi-tori responsabili, per costruire una ‘nuovaagenda progressista’ per lo sviluppo sosteni-bile. Dal Forum Sociale tematico di PortoAlegre arrivano anche i contributi e le rifles-sioni di reti, associazioni e movimenti socialiche daranno vita alla Cupula dos Povos, ilsummit dei popoli, dal 15 al 23 giugno, paral-lelamente al summit delle Nazioni Unite.Il percorso dei social forum, reti, associazionie movimenti di contadini, donne, senza terra,popoli indigeni, iniziato proprio a Porto Alegrenel 2001, affronta una riflessione profonda,con la domanda: quale Sviluppo? A cuirisponde, partendo da quattro assi tematici: 1. Diritti Umani e rapporto con la ‘madre-terra’: mettendo al centro la diversità cultura-le e il diverso rapporto costruito dalle diversesocietà con la natura e i suoi elementi;2. una nuova etica dei beni comuni, perrispondere alla crisi della civilizzazione conuna nuova impostazione di ‘bio-civilizzazio-ne’;3. produzione, distribuzione e consumo, benicomuni, economia di transizione, dove l’eco-nomia diventa un’azione funzionale al benes-sere del sistema-mondo e non solamentedegli esseri umani o di una piccola parte diarricchiti;4. soggetti politici e architettura del potere,ossia il governo del pianeta: per la ricerca dinuove regole, nuovi strumenti di governo delpianeta.In questo quadro l’economia verde è vista cri-ticamente: «rifiutiamo tutte le false soluzioni aquesta crisi, come sono gli agro-combustibilitransgenici, la geo-ingegneria e il mercato delcarbone, che non sono altro che nuovi trave-stimenti del vecchio sistema....». Nel corsodegli appuntamenti di preparazione diRio+20 il sindacato internazionale lavoreràda un lato per portare significative modifichealle posizioni dei governi, dall'altro per prose-guire il confronto, nella reciproca autonomia,con potenziali interlocutori sociali, nell'asso-ciazionismo e nei movimenti. Info: www.cgil.it

Rio+20: lo zero draft delle Nazioni Unite lontanodalle posizioni sindacali

n.7 21 febbraio 2012

arci

Proseguiamo

l'approfondimento

su temi cruciali per il futuro,

con il commento della CGIL

alla prima bozza

di documento conclusivo

(zero draft)

delle Nazioni Unite

per la Conferenza di Rio

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Esistono mondi dove i bambini diventa-no lavoratori da quando sono poco piùche infanti. E ne esistono altri in cui,

fino a trent'anni, nessuno sa neanche cosasia un lavoro. Esistono mondi dove questistessi bambini lavoratori sono costretti aorganizzarsi in movimenti sindacali. Perchédiventa necessario capire quanto sia impor-tante rendere più umana la loro condizionelavorativa. Mentre ne esistono altri, di mondi,in cui il problema è la verifica in classe la mat-tina successiva. Ognuna di queste due 'pos-sibilità' ha i suoi pregi e i suoi difetti, le suerisorse e dei problemi da risolvere. Ma grazieal progetto Noi con gli altri, organizzato daUnicoop Firenze insieme ad Arci Toscana, iragazzi di una parte e dell'altra della Terra, si

stanno incontrando, da anni, per un confron-to aperto e un arricchimento reciproco. Imparando, gli uni dagli altri, come si fa aessere ragazzi, giovani migliori, oggi, sia dauna parte che dall'altra del mondo. Proprio inquesti giorni 7 studenti dell'Istituto stataled'arte ‘Piero della Francesca’ di Arezzo,sono partiti alla volta del Perù, cogliendo alvolo la possibilità di incontrare i loro coetaneilavoratori, tanto simili per età, ma tanto diver-si per abitudini di vita, andando a scoprirestorie tanto distanti dalle proprie. Incontreranno i loro coetanei, ragazzini impe-gnati nel Manthoc, un'associazione demo-cratica peruviana che organizza corsi control'analfabetismo, s'impegna per il recuperoscolastico, si batte per la salute del lavoro,costruisce consultori pediatrici, o mense, obiblioteche, crea dei piccoli laboratori artigia-nali autogestiti in cui fare produzione dioggetti da vendere in condizioni eque. Unsindacato, in poche parole. Un modo perdarsi una vera speranza, per dirsi che è pos-sibile cambiare. Francesco Romizi, Presi-dente di Arci Arezzo, ha evidenziato, nellaconferenza stampa di presentazione dell’ini-ziativa, i motivi per cui è stato scelto proprio

questo tipo di esperienza per i 7 giovani stu-denti della sua città: «Quello che ci piace dipiù del Manthoc è che si tratta di un'associa-zione che svolge sul territorio un ruolo politi-co attivo e importante. Non fa mero assisten-zialismo, ma piuttosto tante attività politiche eculturali. Sono ragazzini dagli 8 ai 16 anni,hanno quindi più o meno la stessa età deglistudenti italiani in visita. Ragazzini che siauto-organizzano e decidono come farlo». I sette giovani aretini stanno condividendoinsieme a questi ragazzi peruviani le attivitàquotidiane: il lavoro, prima di tutto, m anche ilaboratori e le attività politiche. Daranno unamano per un'intera settimana, porteranno illoro punto di vista, il loro apporto alla causa.Capiranno come un loro coetaneo vive inPerù, sperimentandolo sulla propria pelle. Epoi torneranno. «E torneranno - come si èaugurato il Preside dell'Istituto dove studianoi ragazzi, il professor Luciano Tagliaferri - conle teste e i cuori contaminati, diventando deiveri e propri 'portatori sani' di valori positivi.Valori che, a loro volta, possano contaminarela nostra vita di tutti i giorni, in una città chesicuramente ne ha bisogno». Info: www.arciarezzo.it

11incircolo

arcireport

Sette studenti aretini in Perù per partecipare a ‘Noicon gli altri’, progetto di solidarietà e cooperazione

Il 26 febbraio alle 21 al circolo Carlo Cafiero andrà in scena La cisterna, spettacolo teatrale di Salvatore Arena con Massimo Zaccaria, finalista Premio Scenario Ustica 2009

BARLETTA (BT)

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arci

n.7 21 febbraio 2012

L’Italia sono anch’ioPADOVA - Il 26 febbraio alle 20.30all’Auditorium San Gaetano l’Arciterritoriale, insieme alle realtà

locali del comitato promotore de‘L’Italia sono anch’io’, promuove l’ini-ziativa Migrazioni. Il racconto canta-to, cento anni di emigrazione e tren-t’anni di immigrazione nel loro impat-to sulla società triveneta e italiana, die con il giornalista e scrittore SergioFrigo, con la partecipazione dei musi-cisti Rachele Colombo e EmanuelaCananzi.Info: [email protected]

Forme d’amoreROMA - Continua Arci PM, la rasse-gna culturale promossa da Arci soli-darietà onlus: appuntamento il 23febbraio con Forme d’amore. Alle 19sarà proiettato Lo schermo velato,documentario sulla censura dell'omo-sessualità a Hollywood. Dai ‘dameri-ni’ del cinema muto alle prime aper-ture degli anni ‘90, passando perstrane amicizie, omosessuali cattivi,malati e pervertiti e le vampiressedegli anni ‘80. Sui muri saranno espo-sti alcuni riferimenti della cultura occi-

dentale all'amore tra ‘simili’, da Freuda Burroughs, passando per Bansky.Info: www.arcisolidarietaonlus.eu

Ma cos’è questa crisi?UDINE - Al Mis(s)kappa il 22 febbraioalle 21 Ma cos’è questa crisi? Aormai quattro anni dall’inizio dellacrisi più violenta dal secondo dopo-guerra non tutte le cause sono stateancora comprese. Ancora più indeci-frabile è il futuro dell’Italia e dei Paesioccidentali. Per comprendere i mec-canismi alla base della crisi e perparlare della complessa situazioneche perdura si discuterà insieme aStefano Comino e Paolo Ermanodell’Università di Udine.Info: [email protected]

Truffe e raggiriSOLIERA (MO) - Truffe e raggiri:suggerimenti su come tutelarsi e pro-teggersi dalle insidie è il titolo dell’in-contro pubblico in programma merco-ledì 22 febbraio alle 14.30 presso laSala Arci di via Grandi 159, a Soliera.L’iniziativa, promossa dal Comune diSoliera insieme a FederConsumatori,il sindacato Spi-Cgil e l’Auser, si pro-

pone di offrire buoni consigli per evi-tare di subire imbrogli, raggiri e furti,focalizzando l’attenzione sulla fasciadi cittadinanza più esposta a questogenere di reati: gli anziani.Info: www.arcimodena.org

Proiezione al Cinema AstraNAPOLI - Quarto appuntamento difebbraio con Astradoc 2012 - Viaggionel cinema del reale, rassegna dicinema documentario organizzata daArci Movie che si svolge presso ilCinema Astra di Napoli. Venerdì 24febbraio alle 21 Love it or leave it diGustav Hofer e Luca Ragazzi, vinci-tore del Milano Film Festival 2011,menzione speciale al Rencontres duCinéma Italien à Toulouse 2011 ePremio della giuria ad AnnecyCinema Italien 2011. Sarà presente ilregista Luca Ragazzi.Info: www.arcimovie.it

Al Malaussène ‘Insonnie’PALERMO - Il 17 febbraio alle 21presso il circolo Malaussène saràpresentato Insonnie di SalvatoreMassimo Fazio, scrittore e filosofocatanese considerato da molti il

discepolo del filosofo Manlio Sga-lambro. L’incontro, a cui sarà presen-te l’autore, sarà aperto e conclusodal musicista Enrico Lanza ‘Mapu-che’. Introduce e modera Luisa In-contrera. Ingresso libero.Info: www.associazionemalaussene.it

Hybris all’Arci AreaCARUGATE (MI) - All’Arci Area il 24febbraio alle 22 appuntamento con lospettacolo teatrale Hybris dellaCompagnia Anànke, regia di RobertoSimonte. Cinquanta minuti giocati suenergia, forza e violenza, in cui siricordano, senza buonismi nè giustifi-cazioni, Gabriele Sandri e FilippoRaciti, le violenze del G8 di Genova,le aggressioni alle caserme degliultras la notte dell’11 novembre 2007.In scena un celerino e un ‘niss’ (sigliadi un noto gruppo ultras: NienteIncontro Solo Scontri) trascorrerannole ultime ore della loro vita nella stes-sa cella. Hybris fa parte di una trilo-gia intitolata Fobia Cieca, interamen-te dedicata alla decadenza dell’uomoe della società, e ne costituisce ilterzo capitolo.Info: www.circolo-area.it

Notizie Brevi

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Giovedì 16 febbraio presso l'openspace del Comune di Lecce si èsvolto un incontro - seminario orga-

nizzato dall'Arci Zei, dalla Cgil - Lecce e dalneonato Spazio Sociale del lavoro, sportellosui diritti del lavoro, dal tema Giovani e lavo-ro: una disuguaglianza che va oltre la crisi.il dibattito arriva proprio durante la trattativagoverno - parti sociali e cerca di entrare nelmerito della questione alla ricerca di solu-zioni e proposte per restituire ai giovani ladignità del lavoro in un momento in cui lacrisi occupazionale manifesta, in particolareal sud, tutta la sua gravità, dal momento cheil 76% delle nuove assunzioni in provincia diLecce nel 2010 è costituita da contratti atipi-ci (dato fornito dalla Cgil). All'incontrohanno partecipato la segretaria della Cgil diLecce Antonella Cazzato, Alessia Bleve peril circolo Arci Zei e Ilaria Lani, responsabilenazionale Politiche giovanili della Cgil ecapofila della Campagna Giovani NON piùdisposti a tutto. L'iniziativa è stata apertadalle testimonianze di giovani precari lecce-si che hanno dato voce e passione ai rac-conti di un precariato subito e quotidiano.

«Sono giovani con le spalle forti - ha sottoli-neato Antonella Cazzato - perché sannoche dovranno sopportare da soli il peso deifallimenti delle generazioni precedenti edelle scelte miopi di chi governa il loroPaese». A offrire soluzioni e strumenti perliberarsi dal giogo della precarietà ci pensala giovane sindacalista Ilaria Lani, secondola quale è necessario «sfrondare le centi-naia di tipologie contrattuali tramite un'ope-razione di ripulitura degli abusi che si cela-no dietro i contratti atipici». Questi ultimi«devono costare di più per incentivare leassunzioni con contratto regolare. È neces-sario infine incentivare gli ammortizzatorisociali istituendo cuscinetti di reddito pergarantire una continuità nelle fasi di trans-izione da un lavoro all'altro, o in mancanzadi un'occupazione». Quello del 16 febbraioè stato il primo di una serie di incontri, semi-nari e approfondimenti a cura dello SpazioSociale del lavoro, un vero e proprio spor-tello sui diritti del lavoro inaugurato il 18gennaio di quest'anno grazie all'opera con-giunta di Arci Zei e Cgil. Un esperimento, ilprimo nel sud italia, volto a promuovere

spazi di aggregazione sindacale. Per Alessia Bleve, presidente del circolo,«in un mondo del lavoro sempre più fram-mentato e diviso, la sfida congiunta di asso-ciazioni che fanno militanza attiva sul terri-torio e del sindacato è quella di ricostruirepercorsi unitari per rilanciare l'utilità di un'a-zione collettiva». Matteo Pagliara, respon-sabile del progetto per Arci Zei, aggiungeche «lo sportello è un luogo dove si farà for-mazione e orientamento per la ricerca di unlavoro e sarà possibile analizzare le esigen-ze dei ragazzi che vi si rivolgeranno. In que-sto modo saremo più consapevoli nel pro-gettare vertenze sociali che partano davve-ro dai lavoratori precari».Info: www.spaziosocialezei.org

12incircolo

arcireport

‘Giovani e lavoro: una disuguaglianza che va oltre la crisi’, l’incontro all’Arci Zei di Lecce

Al Forte Fanfulla il 28 febbraio alle 18viene presentato Diario di un precario(sentimentale) di Maria Antonia Fama,libro nato nel 2009 come radiodramma

in onda su Radio Articolo 1Info: www.fanfulla.org

ROMA

notizieflash

Il volume sulle Scuolenazionali d’arte a CubaIl valore sociale e culturale delle scuolenazionali d’arte di Cuba, avviate negli anni‘60 con il coinvolgimento di tre architetti gio-vanissimi, di cui due italiani, su iniziativa diFidel Castro ed Ernesto Che Guevara, rima-ste incompiute fino al 2000, quando furonoripresi i lavori, e oggi inserite nel patrimoniodell’Unesco come luoghi di grande importan-za storica e architettonica. Tutto questo rivivenel volume Cuba. Scuole nazionali d’artescritto da Claudio Machetti, GianlucaMengozzi e Luca Spitoni, edito da Skira edi-tore, che sarà presentato venerdì 24 febbraioalle 17.30 a Siena nella Sala dei convegni diPalazzo Patrizi. Il volume, accompagnato daldvd con il documentario Un sueño a Mitadrealizzato da Francesco Apolloni, conduce illettore, anche attraverso una ricca documen-tazione fotografica, alla scoperta delle scuolenazionali d’arte de L’Avana e della loro storia.Oggi, quelle scuole fanno parte del WorldMonument Fund, che comprende i centomonumenti da salvare nel mondo. L’appunta-mento è promosso dall’Arci provinciale diSiena, dall’associazione d’arte Didee e daCarretera Central, con il patrocinio del Cesvote del Comune di Siena.

A Milano la mostra fotografica che raccontail viaggio della Carovana Antimafie 2011Fino al 29 febbraio presso la Camera delLavoro di Milano è possibile visionare lamostra fotografica che racconta il viaggiodella Carovana Antimafie Internazionale2011. Trenta foto a firma del fotografoFederico Bernini che raccontano il viaggiofatto dalla Carovana nei mesi tra marzo emaggio 2011 in tutte le regioni d'Italia e inEuropa, attraverso Francia, Svizzera,Albania, Bosnia, Serbia, Bulgaria, Maltaper riapprodare in Italia e concludersi a giu-gno a Corleone. In ognuno dei luoghi rag-giunti dalla Carovana sono state organizza-te iniziative, alcune dal forte valore simboli-

co, con l'obiettivo di coinvolgere e sensibi-lizzare gli abitanti e le istituzioni locali:17.440 chilometri percorsi, 123 tappe e ini-ziative su più di 30 beni confiscati, dibattiti,convegni, testimonianze di familiari di vitti-me di mafia, incontri con la cittadinanza,cene della legalità con i prodotti delle terreconfiscate alla mafia, concerti, spettacoli,animazione nelle piazze e nelle scuole. Laraccolta di foto di Bernini è un pezzo dimemoria di ogni tappa, fissata anche attra-verso il diario di bordo tenuto dai carova-nieri, i racconti, i video, le testimonianzeradiofoniche.

arci

n.7 21 febbraio 2012

Si rinnova la collaborazione tra Cineteca eArci Bologna in occasione di Visioni italiane,18° concorso nazionale per corto e medio-metraggi, in programma dal 22 al 26 feb-braio al Cinema Lumière in via Azzo Gar-dino 65 a Bologna. Saranno due i premi cheArci Bologna assegnerà durante il festival,che dal 1994 dà spazio alle opere realizza-te ogni anno in Italia da giovani autori cherimangono per lo più invisibili al grande pub-

blico: cortometraggi, documentari, film spe-rimentali, opere d’esordio in cerca di unadistribuzione. I premi andranno alle pellico-le, in concorso per Visioni Italiane 2012 eVisioni Doc, capaci di raccontare l'immigra-zione e storie di nuovi cittadini. Inoltre, all’in-terno della sezione ‘Fare cinema a Bolognae in Emilia Romagna’, saranno proiettati icorti premiati a Filmando a Figuralia, festivalpromosso da Circuito 051 e Arci Bologna.

Visioni italiane 2012 con Arci Bologna

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D i fronte alla crisi, l'Europa cede almercato i diritti, la democrazia, lasua unità. Forse il suo stesso futu-

ro. Di sicuro quello dei suoi cittadini. Inveceche agire secondo un principio di solidarie-tà verso i paesi in maggiore difficoltà, listrangola. Arrivando perfino a mettere indiscussione l'esercizio di quel briciolo disovranità rimasta loro grazie all'eserciziodel voto. Il neoliberismo non è solo una dot-trina economica. È nato come ideologiapolitica, e da sempre ha un nemico dichia-rato: la democrazia. Chi la difende, non puònon sentire l'imperativo categorico di fare ilpossibile per mantenere ed allargare lo spa-zio pubblico democratico, il luogo dove pos-sano convergere gli attori sociali che in tuttala loro pluralità condividono la resistenza aquesto progetto devastatore, e laricerca/azione di un altro modo di vivere, diconvivere e di essere Europa. Quasi dieci anni fa, a novembre, Firenzeospitò il più grande spazio pubblico demo-cratico mai realizzato, il primo ForumSociale Europeo. Suore e sindacalisti, cen-tri sociali e volontariato, associazioni emovimenti, in centomila per quattro giorni si

diedero forza a vicenda. Un milione di per-sone manifestò contro la guerra e da lì nac-que la proposta della giornata mondialecontro la guerra in Iraq, centodieci milioni inpiazza in tutto il mondo il 15 febbraio del2003. Il Forum Sociale Europeo non ha retto altempo, alle divisioni politiche, al ripiega-mento nazionale e al cambio di fase. Ma iltema della ricostruzione di uno spazio pub-blico aperto ed includente non è rimpiantodel passato, è esigenza per oggi e per ilfuturo. E per questo, su proposta di un grup-po di attivisti fiorentini, in Italia e in Europasta arrivando una proposta: produrre aFirenze, nel novembre di quest'anno, ungrande incontro europeo di società civile,campagne, reti, sindacati, movimenti perdifendere la democrazia e trovare insiemela forza di affermare un'altra Europa.Il biglietto di ingresso sarà l'adesione allaCarta dei Principi del Forum SocialeMondiale, la più rappresentativa rete socia-le del pianeta, che sancisce fra gli altri ilprincipio della nonviolenza e della autono-mia della società civile organizzata. L'invito è rivolto a chi c'era allora, ma

soprattutto al nuovo, alle nuove generazio-ni, alle nuove tematiche, alle nuove resi-stenze e pratiche che costruiscono ognigiorno laboratori di futuro possibile. La mag-gior parte di questi vivono nella dimensioneterritoriale, e il territorio sarà al centro del-l'incontro europeo. A partire naturalmenteda quello di Firenze e della Toscana, chenon sono chiamati solo ad ospitare l'eventoma a nutrirlo e a gestirlo. A ciascuna organizzazione viene chiesto dicoinvolgersi nel tavolo locale e nazionale, dicontattare i propri alleati in tutta Europa, dicollocare in quei giorni a Firenze proprie ini-ziative, e di costruire insieme le parti di pro-gramma che saranno dedicate alle connes-sioni, alle convergenze e coalizioni.Info: [email protected]

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A dieci anni dal primo FSE, la proposta di un nuovogrande incontro europeo di società civile a Firenze

Hanno collaborato a questo numeroClaudia Carotenuto, Alessia Bleve, Raffaella Bolini, Tatiana Bombardi, Paolo Carsetti, Gemma Ciccone, Silvia De Silvestri, Davide Giove, Walter Massa, Filippo Miraglia, Flavio Mongelli, Gabriele Moroni, Tonino Perna, Marco Picinotti, Franca Puggioni, Paola Scarnati

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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arci

n.7 21 febbraio 2012

Vince il cinema di qualitàL'Ucca festeggia l'Orso d'oro berlinese aPaolo e Vittorio Taviani che premia quelcinema di qualità e d'impegno per cui l'Uccasi batte e si è sempre battuta sin dalla suafondazione.Festeggia anche, con particolare affetto,Daniele Vicari per il suo film Non pulite que-sto sangue che sempre al Festival diBerlino, ha ottenuto il premio del pubblico.

Benvenuti in ItaliaÈ il titolo di un film documentario di AlukAmiri, (afgano), Hamed Dera (burkinabé),Hevi Dilara (curda), Zakaria Mohamed Ali(somalo), Dagmawi Ymer (etiope). Si trattain particolare di cinque cortometraggi scritti,girati e diretti da ragazze e ragazzi immigra-ti in Italia.Un mosaico di piccole storie accumunatedalla ricerca di uno sguardo interno sullacondizione migrante e nello stesso tempoun ritratto composito dell'Italia e del suosistema di accoglienza riflesso negli occhidi chi arriva.Prodotto dall'Archivio delle Memorie Mi-granti, dura 65' ed è distribuito gratuitamen-te, ma ad ogni proiezione dovrà essere invi-

tato (a spese degli organizzatori) almenouno degli autori, per costruire un'occasionereale di scambio e di conoscenza con ilpubblico. Un film semplice e diretto che puòessere benissimo proiettato nel corso dellarassegna cinemtaografica L'Italia che non sivede ed essere occasione di riflessioneseria e meditata sulla condizione migrantein Italia, capace di fare i conti fino in fondocon la memoria della discriminazione e deldispregio razziale e culturale che ha accom-pagnato le politiche migratorie del governoitaliano nell'ultimo ventennio.

Festa del primo compleanno del KinoAd un anno di distanza dall'apertura, il cir-colo del cinema dell'Arci di Roma, il KINOcon lo slogan «Da un anno guardiamo altro-ve», festeggia il primo compleanno invitan-do amici, conoscenti, gli addetti ai lavori, icinematografari, gli avventori da bar, glispettatori del miniplex sotterraneo, chi loconosce e chi lo vorrà conoscere!Dalle ore 23,30 di venerdì 24 febbraio finoalle 6,00 del giorno dopo, in via diPortonaccio 23 E, ingresso gratuito, salvoregistrazione sul sito http://www.animalsocialclub.com/

www.ucca.it / [email protected]

La magnifica ossessione

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Atene non è sola. La solidarietà dell’Arci al popolo greco