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22 gennaio 2013 anno XI - n. 3 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci H Giustizia fiscale e bene comune Buon senso vorrebbe che il dibattito elettorale consentisse ai cittadini di confrontarsi sui veri problemi del paese, sulle possibili soluzioni e sulle diverse opzioni in campo a partire da ele- menti di verità. Ma purtroppo in campagna elet- torale pare non esserci l'onere della prova. Tutto è lecito, promesse impossibili e bugie comprese. Così Berlusconi, maestro nel gio- care con le parole, può occupare le tv e negare l'evidenza dei fatti di fronte a giornalisti indul- genti, interessati solo all'audience di cui il grande illusionista è garanzia. Comincia male questa campagna tutta televisiva, in cui il botta e risposta a distanza a suon di slogan generici fra i leader politici non lascia spazio a un con- fronto più approfondito nel merito delle ques- tioni e alla necessaria articolazione delle pro- poste. Prendiamo la questione fiscale, che in questi giorni è il principale terreno di scontro. Il pre- sidente del Consiglio smentisce se stesso pro- ponendo l'esatto opposto di quelle che fino a ieri ha definito scelte imprescindibili. Il confron- to fra sostenitori e contrari all'ipotesi di un'im- posta patrimoniale assume il sapore di una contesa ideologica. I toni propagandistici si mescolano ad argomentazioni tecnicistiche incomprensibili ai più. Eppure basterebbe un po' di onestà intellettuale per dire con chiarez- za alcune semplici cose. La prima: in un paese giusto le tasse sono ne- cessarie, perché sono lo strumento con cui ogni componente della comunità sociale assolve al dovere di contribuire, in misura diversa a seconda delle proprie possibilità, al bene comune e all'interesse generale. La se- conda: se in Italia il peso del prelievo fiscale ha raggiunto livelli davvero eccessivi è perché una parte consistente del paese si è finora sottratta a tale dovere. La terza: il nostro sistema fiscale è iniquo perché penalizza i redditi da lavoro e i ceti produttivi a vantaggio delle rendite parassi- tarie. Metà della ricchezza privata italiana, immobiliare e finanziaria, si concentra nelle mani del 10% delle famiglie: uno squilibrio che impedisce lo sviluppo del paese e va corretto con un'azione redistributiva. Nella leva fiscale c'è buona parte della soluzione del problema: far pagare le tasse agli evasori; spostare il maggior peso del prelievo dal lavoro e dall'im- presa produttiva alle rendite e ai grandi patri- moni immobiliari; applicare quella progressività che in parole povere significa che chi ha di più deve dare di più. È semplicemente un dovere civico. Paolo Beni INTERNAZIONALI I PAGINA 3 Un articolo di Flavio Mongelli sull’intervento militare in Mali INFANZIA E ADOLESCENZA I PAGINA 6 Un commento di Francesco Camuffo sui dati del Rapporto Eurispes 2012 «D ove viene meno l’interesse, vien meno anche la memo- ria» annotava Goethe. Se rovesciamo la frase essa non perde, ma acquista di significato. Infatti solo la memo- ria, meglio se collettiva, di ciò che ci ha preceduto alimenta la passione per la giu- stizia e l’affermazione dei diritti, prima di tutto quello alla vita in tutti i suoi aspetti. Così vorremmo che si celebrasse la tradizionale Giornata della Memoria del 27 gennaio, per non dimenticare mai cosa fu l’Olocausto. Non come uno stanco rituale, ma come un modo per vivere il presente come storia. Non possiamo scordare nulla, proprio nel momento in cui varie sigle e formazioni naziste, fasciste e razziste, come l’esordie- nte ‘Alba dorata’, cercano di prendere nuo- vamente piede nel nostro paese; mentre nel Medio Oriente e in Africa la repressione più feroce e le guerre distruggono vite e territori; quando la stessa crisi economica rispolvera i peggiori populismi di destra, con il loro carico di fanatismo e di odio che scarica la propria impotenza nella caccia e la distruzione del diverso. Solo la conservazione e la diffusione della memoria può formare nuove coscienze, può evitare che l’inconsapevolezza di ciò che successe in questa Europa, crogiolo a un tempo di civiltà e dei più grandi orrori dell’umanità, possa diffondersi come un’impenetrabile coltre grigia che impe- disce di leggere le contraddizioni dell’at- tuale società. Come diceva un grande filosofo del nove- cento, Gunther Anders «L’inadeguatezza del nostro sentire non è un semplice difet- to fra i tanti, ma è ciò che rende possibile la ripetizione di tutte le cose più terribili che la storia ci ha fatto conoscere».

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22 gennaio 2013anno XI - n. 3

[email protected]

arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

H

Giustizia fiscale e bene comune

Buon senso vorrebbe che il dibattito elettoraleconsentisse ai cittadini di confrontarsi sui veriproblemi del paese, sulle possibili soluzioni esulle diverse opzioni in campo a partire da ele-menti di verità. Ma purtroppo in campagna elet-torale pare non esserci l'onere della prova.Tutto è lecito, promesse impossibili e bugiecomprese. Così Berlusconi, maestro nel gio-care con le parole, può occupare le tv e negarel'evidenza dei fatti di fronte a giornalisti indul-genti, interessati solo all'audience di cui ilgrande illusionista è garanzia. Comincia malequesta campagna tutta televisiva, in cui il bottae risposta a distanza a suon di slogan genericifra i leader politici non la scia spazio a un con-fronto più approfondito nel merito delle ques-tioni e alla necessaria articolazione delle pro-poste.Prendiamo la questione fiscale, che in questigiorni è il principale terreno di scontro. Il pre -sidente del Consiglio smentisce se stesso pro-ponendo l'esatto opposto di quelle che fino aieri ha definito scelte imprescindibili. Il confron-to fra sostenitori e contrari all'ipotesi di un'im-posta patrimoniale assume il sapore di unacontesa ideologica. I toni propagandistici simescolano ad argomentazioni tecnicisticheincomprensibili ai più. Eppure basterebbe unpo' di onestà intellettuale per dire con chiarez-za alcune semplici cose. La prima: in un paese giusto le tasse sono ne -cessarie, perché sono lo strumento con cuiogni componente della comunità socialeassolve al dovere di contribuire, in misuradiversa a seconda delle proprie possibilità, albene comune e all'interesse generale. La se -conda: se in Italia il peso del prelievo fiscale haraggiunto livelli davvero eccessivi è perché unaparte consistente del paese si è finora sottrattaa tale dovere. La terza: il nostro si stema fiscaleè iniquo perché penalizza i redditi da lavoro e iceti produttivi a vantaggio delle rendite parassi-tarie. Metà della ricchezza privata italiana,immobi liare e finanziaria, si concentra nellemani del 10% delle famiglie: uno squilibrio cheimpedisce lo sviluppo del paese e va correttocon un'azione redistributiva. Nella leva fiscalec'è buona parte della soluzione del problema:far pagare le tasse agli evasori; spostare ilmaggior peso del prelievo dal lavoro e dall'im-presa produttiva alle rendite e ai grandi patri-moni immobiliari; applicare quella progressi vitàche in parole povere significa che chi ha di piùdeve dare di più. È semplicemente un doverecivico.

Paolo Beni

INTERNAZIONALI I PAGINA 3Un articolo di Flavio Mongelli sull’intervento militare in Mali

INFANZIA E ADOLESCENZA I PAGINA 6Un commento di Francesco Camuffo sui datidel Rapporto Eurispes 2012

«Dove viene meno l’interesse,vien meno anche la memo-ria» annotava Goethe. Se

rovesciamo la frase essa non perde, maacquista di significato. Infatti solo la memo-ria, meglio se collettiva, di ciò che ci hapreceduto alimenta la passione per la giu -stizia e l’affermazione dei diritti, prima ditutto quello alla vita in tutti i suoi aspetti. Così vorremmo che si celebrasse latradizionale Giornata della Memoria del 27gennaio, per non dimenticare mai cosa ful’Olocausto. Non come uno stanco rituale, ma come unmodo per vivere il presente come storia.Non possiamo scordare nulla, proprio nelmomento in cui varie sigle e formazioninaziste, fasciste e razziste, come l’esordie -nte ‘Alba dorata’, cercano di prendere nuo-vamente piede nel nostro paese; mentrenel Medio Oriente e in Africa la repressione

più feroce e le guerre distruggono vite eterritori; quando la stessa crisi economicarispolvera i peggiori populismi di destra,con il loro carico di fanatismo e di odio chescarica la propria impotenza nella caccia ela distruzione del diverso. Solo la conservazione e la diffusione dellamemoria può formare nuove coscienze,può evitare che l’inconsapevolezza di ciòche successe in questa Europa, crogiolo aun tempo di civiltà e dei più grandi orroridell’umanità, possa diffondersi comeun’impenetrabile coltre grigia che impe -disce di leggere le contraddizioni dell’at-tuale società. Come diceva un grande filosofo del nove-cento, Gunther Anders «L’inadeguatezzadel nostro sentire non è un semplice difet-to fra i tanti, ma è ciò che rende possibilela ripetizione di tutte le cose più terribili chela storia ci ha fatto conoscere».

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2legalitàdemocratica

arcireport

Un seminario per stare insieme raccontandosi,confrontandosi, progettando

Si è concluso il seminario dal titolorischioso e accattivante Discorsosul metodo. Linguaggi possibili

d’antimafia sociale. Arduo raccontare ilclima che ha fatto da sfondo alle tre gior-nate e trasmettere la potenza politica datadallo stare insieme raccontandosi, confron-tandosi, progettando. Più di trenta persone- provenienti da comitati Arci di Calabria,Sicilia, Puglia, Campania, Abruzzo,Lombardia, Pie monte, Toscana, Emilia-Romagna e dalla Ligue de l’enseignement,partner francese dell’Arci - hanno provatodapprima a ricostruire e aggiornare lamappa nazionale dei progetti, delle iniziati-ve e dei percorsi nati intorno al tema dellalegalità democratica e dell’antimafia socia-le, attraverso la metodologia semplice delracconto e dell’ascolto, permeata però dapoche regole semplici e non scontate: ilcerchio, interventi brevi e di tutti, le anno-tazioni su cartelloni in grado non soltanto difissare, ma di restituire ogni momento estabilmente la sintesi di quanto detto, i tele-foni spenti, pause sigaretta condivise enon lasciate all’arbitrio individuale. Il risul-tato è stato un pomeriggio di lavoro dove ipartecipanti avevano la sensazione chetutte le esperienze venissero narrate nonsoltanto per affidarle alla memoria, ma per

scambiarle realmente in quanto fondamen-tali alla crescita complessiva dell’associa-zione. La fine del primo giorno di lavoro èavvenuta in un circolo Arci di Bari vecchia,fondato dai genitori di un ragazzo innocen-te ucciso dalla mafia. Un luogo denso doveil sincretismo di modelli culturali diversi hastupito e commosso, incuriosito e postodomande. La seconda giornata si è apertaa prima vista nel più classico dei modi:dieci relatori, dieci esperienze, dieci lin-guaggi possibili - il fumetto, il teatro, lamusica, il video, il cinema, la fotografia, ilmuseo, la comunicazione - nulla di straor-dinario per un’associazione come la nostrache si occupa di cultura e che è abituata aveicolare il proprio lavoro di promozionesociale e difesa dei diritti attraverso lin-guaggi differenti. Eppure in quella mattina-ta si è provato a fare qualcosa in più. Èstato messa in discussione una modalitàretorica di utilizzo dei linguaggi della cultu-ra che va a discapito del lavoro dell’anti-mafia sociale e della cultura stessa. Lequestioni poste da quasi tutti i relatori ave-vano il pregio di far interrogare i parteci-panti sulla valenza dell’agire e del comuni-care, partendo dalla convinzione politicache non basta fare nel lavoro sociale e cul-turale, ma è necessario e urgente dare

direzionalità al fare e verificarne l’ef-ficacia. È stato questo spirito e lamessa in discussione dei saperi diciascuno che ha permesso nella ses-sione operativa del seminario di lavo-rare in piccoli gruppi, provando adimmaginare come le questioni solle-vate precedentemente potesserodare linfa progettuale agli strumentidell’area di lavoro della legalitàdemocratica: la Carovana antimafie, icampi di lavoro e di conoscenza, ipercorsi laboratoriali nelle scuole, leattività nei circoli. Le proposte pro-gettuali sono state nella sessionefinale condivise e affidate al gruppodi lavoro nazionale, secondo unamodalità di costruzione partecipata diun percorso. Verrebbe poi da raccon-tare lo sfondo di queste attività semi-nariali, e però appare riduttivo chia-marlo sfondo. Perché svolgere alcu-ne di queste attività nel bene confi-scato in cui Arci Bari quotidianamen-te ingaggia una lotta per diffondere iprincipi della cittadinanza attiva oascoltare la presentazione di unagraphic novel incentrata sulla vita diuna vittima di mafia; ascoltare uncantautore impegnato che beve vino

raccontandosi o chiacchierare e ballarefino alle tre di notte senza alterare l’ora d’i-nizio dei lavori dell’indomani, tutto ciò nonsi può definire sfondo, è semmai il sostratoche ci rende ancora compagni e compa-gne che credono in un lavoro comune dilotta. Anche in tempi difficili come questi.Info: [email protected]

arci

Le mafie non sono solo violenza e condotta cri-minale, sono la holding più prolifica del nostropaese, che ha acquisito capacità imprendito-riali ed abilità finanziare. Ma un modo per com-battere le mafie cÊè: il lavoro. Ricostruire le con-dizioni per la legalità economica è dunque unadelle prime risposte necessarie per uscire dallacrisi, ridando dignità al lavoro e redistribuendoin modo più equo la ricchezza.Occorre ridare vita alle aziende sequestrate econfiscate, valorizzando lo straordinario poten-ziale che hanno in dotazione. Per questo ènecessario costituire una banca dati nazionaleche ne tuteli la posizione di mercato, sostene-re il percorso di reinserimento dei lavoratori,favorire la riconversione e la ristrutturazioneaziendale e agevolare lÊemersione dei rapportidi lavoro irregolari. ˚ importante, inoltre, incentivare la costituzio-ne di cooperative dei lavoratori disposti a rile-vare lÊazienda oggetto della confisca e favorire,per gli stessi, un adeguato percorso di forma-zione e aggiornamento. Queste sono le motivazioni che hanno spintoun cartello di forze sindacali e associazioni(Cgil, Anm, Libera, Arci, Acli, Confesercenti,LegaCoop, Avviso Pubblico, Centro Studi PioLa Torre, Sos Impresa) a lanciare la CampagnaIo riattivo il lavoro e la raccolta firme per pre-sentare delle proposte di intervento per favori-re lÊemersione alla legalità delle aziendesequestrate e confiscate e tutelare i lavoratori ele lavoratrici di questo importante settore.Tutti i cittadini maggiorenni, provvisti di undocumento di riconoscimento, potranno firma-re presso le Camere del Lavoro e le sedi delleassociazioni promotrici. Una volta raggiunta la quota necessaria di50.000 firme, la proposta sarà depositata alprossimo Parlamento, con lÊobiettivo di solleci-tare le forze politiche per una rapida approva-zione. Info: www.ioriattivoillavoro.it

Io riattivoil lavoro

La Campagna‘Riparte il futuro’Cinque impegni di trasparenza, integrità e responsabi-lità per sconfiggere la corruzione che blocca il futurodell'Italia. Li chiedono ai candidati al Parlamento i citta-dini che aderiscono a Riparte il futuro, campagna dimobilitazione digitale contro la corruzione, prima inEuropa di questa portata. Promossa da Libera eGruppo Abele, ha l'obiettivo di impegnare i candidati ditutti i partiti politici a quella trasparenza che in altriPaesi dell'Unione è prevista dalla legge. Riparte il futu-ro chiede ai candidati di mettere in rete il curriculumvitae, la propria condizione reddituale e patrimoniale,l'eventuale presenza di conflitti d'interesse, la propriasituazione giudiziaria. E li impegna a riformare nei primi100 giorni della nuova legislatura l'art. 416 ter delCodice Penale, la norma che riguarda lo scambio elet-torale politico-mafioso. Oltre ad essere una battaglia diciviltà, la campagna è uno strumento diverso, apertoalla partecipazione di tutti, senza colore né partito.Grazie alla forza del web e dei social network, ogni cit-tadino potrà contare su sistemi di monitoraggio e infor-mazione civica, finora poco utilizzati in Italia, per com-battere la corruzione. Info: www.riparteilfuturo.it

n.3 22 gennaio 2013

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Nel sahel africano, l'Azawad, laregione più povera di uno dei paesipiù poveri del mondo, il Mali, è una

terra negletta. Qui vive soprattutto una partedella ‘nazione’ tuareg che il colonialismofrancese ha diviso nei territori del Mali,dell'Algeria e del Niger, che periodicamenteha rivendicato e lottato per la propria auto-determinazione. Trascurati e marginalizzatidal colonialismo francese e poi dal governomaliano, i suoi abitanti, che non hannosuscitato interesse e attenzione neanchecon la scoperta e lo sfruttamento dei giaci-menti minerali della loro terra, ricca di petro-lio, gas e uranio, oggi sono vittime di una piùgrande sciagura: il loro territorio è diventatoil teatro di una guerra condotta dal cielo edalla terra, di un ulteriore episodio della‘guerra al terrorismo’.Chi ha preparato questa guerra - che è statapreparata da tempo - e chi è disposto asostenerla hanno previsto e tenuto contodelle sue ricadute, dei suoi tragici cosiddettieffetti collaterali su una popolazione giàpovera, che sarà costretta a centinaia dimigliaia a vivere la condizione di profuga?Testimoniano l'abbandono di queste terre ilfatto che le piste delle carovane dell'Aza -

wad sono percorse dai traffici illeciti delladroga di provenienza latino-americana,delle armi, degli uomini. Nelle sue città hanno trovato rifugio e basemilizie armate jihadiste che da questi trafficie dai sequestri di persone traggono risorseper le loro armi. Molti degli abitanti di queste terre da pasto-ri poveri si son trasformati in esattori deldiritto di transito di queste merci illegali, osono coinvolti nel contrabbando. Altri, mer-cenari al servizio di Gheddafi, sono tornatinelle loro terre contribuendo con la compli-cità di molti paesi a proclamare l'indipen-denza della regione tuareg sotto la guidadel Movimento nazionale per l'indipendenzadell'Azawad, costretto poi a lasciare il pote-re a chi lo aveva aiutato, agli jihadisti diAqim (Al Qaeda nel maghreb islamico) e dialtri gruppi terroristici.In questo spazio ex-coloniale valgono anco-ra gli obiettivi del colonialismo, salvaguarda-re cioè gli interessi della madrepatria, dellesue élites economiche e politiche, sparten-do le risorse delle materie prime con le éli-tes locali o coi dittatori locali. I diritti dellepopolazioni, ivi compresi quelli all'autono-mia non valgono nulla.

L'obiettivo principale della Francia èriprendere il controllo di quei territori,riaffermarsi come potenza regionale,operando per sconfiggere in questocaso le poche migliaia di armati dellemilizie jihadiste, che troveranno rifugioaltrove e che altrove come in Siria,come parte dell'esercito libero, sonosostenute da varie potenze. Lo può fare in complicità più o menoesplicita con i governi della regione,con la ex-colonia Algeria e con gli StatiUniti.Lo fa senza rispettare la risoluzione2085 del Consiglio di sicurezzadell'Onu, che chiede una presenzamultidisciplinare non solo militare,quest'ultima da affidare a una missio-ne africana, chiedendo all'Europa uncontributo per ridare efficienza all'e-sercito regolare maliano.Lo fa col sostegno politico e materialedell'Unione Europea, nobel per lapace, dell'Italia, che ripudia la guerra,che partecipano con il sostegno logi-stico e non con l'intervento diretto, percercare di rispettare nella forma, e conpo' di ipocrisia, il mandato dell'Onu.Ancora una volta si è data voce allasola opzione militare, che è sempreuna sconfitta, sapendo bene per espe-rienza che il terrorismo si combatte su

diversi fronti, non solo su quello repressivo.Ancora una volta la politica estera dei paesieuropei dimostra la sua miopia e la sua ina-deguatezza, concependosi come sola dife-sa e affermazione dei propri interessi, omeglio di quelli delle proprie élites economi-che e finanziarie, e non come partecipazio-ne attiva a costruire convivenza civile, pace,benessere, promozione dei diritti, ridistribu-zione delle ricchezze, giustizia sociale.Info: [email protected]

3internazionali

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Il ÿMuosŸ (Mobile User Objective System), ilsistema satellitare della marina militare statuni-tense da installare a Niscemi, in Sicilia, ÿè unasset strategico per la Nato, non solo per gliStati Uniti. Perciò è una presenza importanteche va portata avantiŸ. Al termine di un vertice con il capo delPentagono Leon Panetta, il nostro ministrodella Difesa ammiraglio Giampaolo Di Paola hacriticato lo stop ai lavori nella mega base deci-so dal governatore siciliano Rosario Crocettaed escluso ripercussioni militari: ÿL'instal -lazione del sistema - ha aggiunto Di Paola -dovrà avvenire salvaguardando la sicurezza ela salute della popolazioneŸ. Una posizioneconcordata al millimetro con quella del segreta-rio alla Difesa statunitense uscente (al suoposto, a fine gennaio, dovrebbe arrivare l'exsenatore repubblicano Hagel): ÿIl Muos nonpresenta rischi per la salute ma capisco lepreoccupazioni dei cittadini siciliani, lavoreremoinsieme al ministero della Difesa italiano pervenire incontro alle preoccupazioni sollevate. Sono stati fatti degli studi che indicano che nonci sono rischi per la salute, ma voglio assicu-rarmi che sarà fatto tutto il possibile per rispon-dere alle preoccupazioni della popolazioneŸ,ha detto Panetta. Intanto il movimento No Muos ha raccoltoanche lÊadesione dellÊassociazione Rita Atria,che invita i giovani a partecipare al presidio diNiscemi perché ÿCome trentÊanni fa contro imissili nucleari cruise a Comiso, il popolo sici-liano deve continuare a lottare per fermare latragica alleanza tra mafie e militarizzazione delterritorioŸ. E lÊampiezza della mobilitazioneconferma la vocazione antimilitarista dei sicilia-ni, che vogliono la loro terra ponte di pace tra ipopoli del Mediterraneo.

Una guerra neocoloniale

Il Muoss’ha da fare

Sugli F-35 scettico persino il PentagonoLo scetticismo sull'operatività del costosissimo cacciaF-35 dilaga ormai anche al Pentagono, dove secondo ilprogramma tra due anni i nuovi aerei saranno già indotazione ai Marines. Punto spinosissimo soprattutto il software. Il capo dei collaudatori del Pentagono scrive nel rap-porto annuale 2012 che „Riguardo alle sue possibilitàoperative, l'F-35 dimostra mancanza di maturità sianella fase di sviluppo che in quella di addestramento‰.E a proposito del software, che è il cervello di questicaccia ultramoderni, lamenta il notevole ritardo nellosviluppo a più di due anni dai test. Ma è tutto il sistema, scrive sempre il Pentagono, adessere falsato: perché ha sovrapposto la fase dei test aquella di produzione, complicando il tutto mano a manoche il programma va avanti e rendendolo sempre piùcostoso, inefficiente e difficilmente ÂoperativoÊ nei cielidel mondo in tempi brevi. Mancano aspetti essenziali per il funzionamento comequello Alis (un sistema informativo e di controllo inter-no all'aereo). E però il Segretario alla Difesa Usa ha ribadito chelÊItalia deve confermare la partecipazione al program-ma, ricevendo ampie rassicurazioni dal ministro DiPaola.

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n.3 22 gennaio 2013

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«Le politiche commerciali e diinvestimento create dai vecchiregimi devono essere riviste per

essere messe al servizio di una visione disviluppo, e non della concentrazione dipotere nelle mani di pochi. Negoziati perqualunque nuovo accordo su commercio einvestimenti non devono essere intrapresiprima dell’entrata in vigore delle nuoveCostituzioni che nei paesi arabi testimonia-no la transizione, e prima che siano definiti imodelli di sviluppo per questi paesi, conpriorità ai diritti economici e sociali dei popo-li». Il mittente sono le ong dell’area euro-mediterranea, in prima fila l’Arab NgoNetwork. Il destinatario è la Commissioneeuropea, che sta spingendo, sulle ali di unanuova politica di partenariato euro-mediter-ranea a sostegno delle richieste dei movi-menti della Primavera araba, un ciclo diDeep and Comprehensive Free TradeAgreements (DCFTA) con Marocco,Giordania, Tunisia ed Egitto, che estende-rebbero le correnti parziali aree di liberoscambio riguardanti i prodotti agricoli e dellapesca ereditate dalla vecchia Politica diprossimità, per includere servizi, appaltipubblici e un’armonizzazione regolatoria piùampia a partire dalla proprietà intellettuale edai requisiti per i servizi. Non esiste momento migliore per discuteredi quale modello di convivenza e di condivi-sione delle risorse economiche, sociali eambientali, in considerazione del fatto chedal 26 al 30 marzo prossimi proprio laTunisia, protagonista dei nuovi negoziati,ospiterà il Forum Sociale Mondiale, il primoin un Paese arabo e, più in generale, ilprimo a porre il proprio baricentro nell’areaMediterranea. Per Fairwatch, nell’ambitodella rete europea sulla giustizia nel com-mercio Seattle to Brussels, insieme a Cgil,Arci e Legambiente, nessuna occasione èmigliore per rilanciare una riflessione comu-ne a organizzazioni e sindacati della spon-da Sud e Nord del Mediterraneo, nell’ambi-to del movimento altermondialista nel suocomplesso, su come utilizzare il commercionon come volano di liberalizzazione a bene-ficio di pochi, ma come risorsa di ripresa edi transizione verso un modello di conviven-za più giusto a livello sociale, economico eambientale.Come al solito le parole d’ordine utilizzatedalla Commissione europea per imporre gliaccordi di liberalizzazione commercialesono «pace, stabilità e prosperità condivisanell’area euro-mediterranea». In realtà il succo è una progressiva espan-

sione degli affari dei grandi gruppi europei aSud, senza alcuna valutazione effettivadegli impatti sul tessuto economico, produt-tivo e commerciale locali provocati inaggiunta a quanto già in essere in base agliaccordi di associazione preesistenti e pro-tetto, prima della variegata Primaveraaraba, dai regimi sostenuti con determina-zione dal nostro stesso Paese. La vecchia regola, contenuta anche neidocumenti fondativi della Wto, secondo cui«più libero commercio = più sviluppo pertutti» sembra essere stata trasferita di pesonel contesto della primavera araba e ispira-re, anche in alcune menti lucide, l’idea chesi possano conciliare i DCFTA - cioè la poli-tica estera e gli interessi commercialidell’Europa - con valori fondativi come ilrispetto per i diritti umani in una società libe-ra e democratica. La democrazia, comesempre in passato, arriverebbe dunquesulle ali di un mercato ‘libero e giusto’ traEuropa e sponda Sud.«Per i popoli dei paesi arabi e per i gruppi disocietà civile attivi nella regione araba -

rispondono alla Commissione le associazio-ni che saranno protagoniste al Forum - lerivoluzioni continueranno fino a quandonuovi modelli sociali ed economici mette-ranno in priorità il diritto dei popoli allo svi-luppo e alla giustizia. In questo contesto, igruppi di società civile della regione arabahanno già altre volte sottolineato, mentre lasituazione economica in paesi come l’Egittoe la Tunisia peggiora, che una transizioneeconomica e di sviluppo di lungo terminenecessita di una visione per ricostruire unmodello sociale ed economico, non di rico-struire un modello disegnato dai vecchi regi-mi, che chiaramente non serviva ai diritti allosviluppo e ai bisogni delle persone, e pereffetto del quale la povertà, la disoccupazio-ne e l’ingiustizia sono proseguiti e si sonoapprofonditi in tante aree». Ed è con questospirito che, come organizzazioni continenta-li, dialogheremo con loro per rilanciare unastagione di mobilitazione e pressione neiconfronti della politica, nazionale ed euro-pea, che saremo chiamati molto presto arinnovare.

4solidarietàinternazionale

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Verso un’altra Europa nel Mediterraneo

arci

n.3 22 gennaio 2013

A Milano,il 14 gennaio scorso, il ConsiglioComunale ha approvato una mozione che«impegna il Sindaco e la Giunta a soste-nere il percorso del Comitato Expo deiPopoli e la realizzazione dell’assembleaExpo dei Popoli che - in concomitanza o aridosso dell’Assemblea delle Nazioni Uniteche dovrà valutare i risultati dellaCampagna del Millennio e definire le suc-cessive strategie - si svolgerà a Milano nel2015 con l’obiettivo di discutere le politichedi sviluppo e di lotta alla povertà e far giun-gere a tutti i governi riuniti alle NazioniUnite le proposte della società civile e deipopoli del mondo». Un passo ritenutoimportante dalle associazioni che fannoparte del Comitato, più di 25, perchè si trat-ta dell'avvio di un possibile percorso con-creto di collaborazione fra istituzioni esocietà civile non solo per la città, ma peril Paese e in ottica internazionale. IlComitato si è costituito allo scopo di realiz-zare un Forum in concomitanza o a ridos-so dell’As semblea delle Nazioni Unite (chedovra valutare i risultati degli Obiettivi delMillennio e definire le successive strategie)per discutere delle politiche di sviluppo e di

lotta alla poverta dalla parte delle comuni-tà sociali del mondo. Per questo l'impegno del Comitato da quial 2015 è nella costruzione di partenariaticon reti nazionali e internazionali attive intema di diritto al cibo, all’energia e allo svi-luppo sostenibile: così si intende dare con-cretezza,con proposte sostenibili e condi-vise a livello della società civile globale, aitemi dell'Expo istituzionale, racchiusi nelmotto «nutrire il pianeta; energia per lavita». Una prima tappa internazionaleimportante da qui al 2015 è il prossimo set-tembre 2013, con l’Assemblea Generaledelle Nazioni Unite, che dovrà ancherimettere insieme i percorsi e le contraddi-zioni emerse con Rio+20: il Comitato Expodei Popoli l'ha segnata nella propria agen-da di occasioni di confronto e propostadella società civile a Milano, nella costru-zione del partenariato globale verso ilForum. E altre tappe importanti da inserirenel calendario di lavoro del Comitato sonoquelle collegate alla Presi denza italianadell'Unione Europea (se condo semestre2014).Info: [email protected]

Nel 2015 l’assemblea dell’Expo dei Popoli

di Monica Di Sisto, vicepresidente di FairWatch

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5elezioni

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Intervista a Paolo Beni, presidente naziona-le dell’Arci, candidato nelle liste del PartitoDemo cratico per la Camera dei Deputati inToscana.Come è nata la candidatura nel Pd?Ho ricevuto una proposta dal Pd nella quotache era riservata alla direzione nazionale.Sarò quindi un candidato indipendente. L'hotrovata interessante e l'ho accettata. Proprioperchè non è in discussione questa mia indi-pendenza. È un momento difficile per il Paesee non ci si può sottrarre a questo impegno.

Non ha avuto dubbi sulla sua scelta?Certo questo significa che dovrò occuparmidella politica. Trasferire il mio impegno dalTerzo Settore alle istituzione. La mia militanzaè sempre stata nell'associazionismo e nonposso dire che non mi dispiaccia allontanar-mi da quel mondo. Ma vorrei continuare lostesso impegno sugli stessi temi in un ruolodiverso.

Non vede rischi di fallimento?Rischi ce ne sono sempre. Ma bisogna avere

il coraggio di correrli. Non sono l'unico prove-niente dal Terzo Settore a cimentarsi in politi-ca in queste elezioni. Non penso si tratti dicambiare pelle ma di trasferire l'impegno della

società civile organizzata anche a livello istitu-zionale. Abbiamo un grande problema di rico-noscimento del ruolo e della soggettività chel'associazionismo può esprimere. È ora chequesto cambi. È una sfida che sarebbe statosbagliato non accogliere.

Quali sono i primi due obbiettivi che si dà?Gli obbiettivi sono molti. I principali sono l'e-mergenza sociale causata dalla povertà e lanecessità di innovare il sistema di welfare.L’emergenza riguarda anche le politiche cul-turali. Scuola e formazione sono state pena-lizzate e hanno urgente bisogno di investi-menti.

Per quel che riguarda il Terzo Settore?Ovviamente la voce prioritaria è la stabilizza-zione del 5 x mille e in generale una manu-tenzione straordinaria della legislazione suvolontariato e associazionismo. Tutte vocipiuttosto assenti dall'agenda politica. In que-st'ottica sottoscrivo la piattaforma di Vita, necondivido le proposte e m'impegno a soste-nerla.

Portare l’impegno della società civile organizzataanche nelle istituzioni

n.3 22 gennaio 2013

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Ho deciso di presentarmi alle primarie che sceglievano i candida-ti in Parlamento di Sinistra Ecologia e Libertà. E adesso mi ritro-vo candidata al Senato della Repubblica.Sono presidente dell'Arci della mia città, La Spezia, un mondo incui ho imparato a conoscere e rispettare le diverse anime checompongono la sinistra, attraverso la ricchezza dei circoli, deglioperatori della cultura e della solidarietà sociale e internazionale.Faccio l’avvocato ed è una professione che amo moltissimo.Penso che a molti bravi e sconosciuti avvocati in questi anni siatoccato il compito sempre più difficile di difendere i diritti non deisoli clienti ma di tutti cittadini.Per quanto riguarda questa candidatura, devo riconoscere che èsenza dubbio un riconoscimento gratificante e questo mi emozio-na. Dalla presidente di Arci le persone si aspettano soluzioni con-crete ai loro problemi; da candidata tutti si aspettano un sorriso evaghi ragionamenti sul futuro. Io credo che i candidati provenien-ti dal nostro concreto mondo - e siamo numerosi - passano cam-biare questa percezione nelle persone e contribuire a ricostruirefiducia nelle istituzioni. Siamo qui per questo.Provengo dal socialismo libertario, che voleva un nuovo modellosociale, più dinamico e più aperto, e uno Stato laico capace diriconoscere le libertà di tutte e di tutti. Quell'esperienza socialistaa me pare viva anche in SEL.Per questo, vorrei portare in Parlamento l'esperienza che homaturato nell’associazionismo, perché l’Italia torni ad avere un’i-dentità coesa e un’anima solidale. Dentro l’Arci ho imparato chela partecipazione alla vita politica del maggior numero di cittadiniè condizione necessaria perché la politica si riconnetta alla vitareale delle persone, capisca e dia risposte ai loro bisogni. Saràquesto il mio quotidiano impegno.Antonella Franciosi, candidata di Sel al Senato in Ligura

La sinistra può tornare al governo del paese, interrompendo il ciclovizioso dei governi Berlusconi prima e dell’epilogo montiano poi. E puòfarlo anche grazie ad un rinnovato protagonismo dell’associazionismo. Negli ultimi 15 anni, le grandi battaglie politiche che hanno coinvoltotutto il popolo di centrosinistra sono state quelle promosse dall’asso-ciazionismo diffuso e dalla partecipazione attiva dei cittadini. L’ultima, inordine di tempo, è quella del referendum contro la privatizzazione delsistema idrico. Un successo arrivato dopo anni di impegno di movi-menti e associazioni, a partire dall’Arci. Solo qualche anno prima,siamo stati il perno del no alla brutta riforma Costituzionale del centro-destra. Ancora: la Tobin Tax. Nel 2002, durante il Social ForumEuropeo capimmo (con altri) che la futura crisi del liberismo selvaggiosarebbe stata quella della finanza. Fummo sbeffeggiati: ora anche imoderati europei puntano alla tassa sulle transazioni finanziarie. Persino le recenti primarie - strumento per avvicinare i cittadini alla poli-tica - non sarebbero state così partecipate senza il nostro tessuto asso-ciativo. Nella prossima legislatura saranno tante le cose da fare: daidiritti di cittadinanza a quelli civili, da un nuovo e rafforzato welfare pub-blico alla battaglia per il lavoro e la sua dignità. L’impegno di noi candi-dati legati all’Arci dovrà essere anche quello di mettere all’ordine delgiorno dell’agenda parlamentare una riforma del Terzo Settore. Unalegge quadro che ne rappresenti la complessità, superando la divisio-ne tra volontariato e associazionismo di promozione sociale, punto dipartenza per affrontare i nodi fiscali (Imu tra tutti), amministrativi e giu-ridici per tutelare e promuovere il lavoro e l’impegno di coloro che quo-tidianamente si dedicano alle attività nei nostri circoli e case del popo-lo. La mia presenza nelle liste di SEL, arrivata attraverso la vittoria alleprimarie in Toscana, insieme ad altri candidati legati all’ Arci, vuol esse-re un contributo concreto per la vittoria del centrosinistra e per la(ri)costruzione dell’Italia.Alessia Petraglia, candidata di Sel al Senato in Toscana

Alessia Petraglia e Antonella Franciosi, dirigenti dell’Arci,spiegano le ragioni del loro impegno elettorale

Alcuni dirigenti dell’Arci, oltre al Presidente nazionale,

saranno candidati alle prossimeelezioni politiche.

Arcireport ha chiesto a ognuno/a di loro di raccontare le ragioni

dell’impegno elettorale. Su questo numero,

ospitiamo un’intervista che ilPresidente Paolo Beni ha rilasciato a Vita.it

Pubblichiamo inoltre gli interventi di Alessia Petraglia, dirigente di Arci Firenze, e di Antonella

Franciosi, presidente di Arci La Spezia.

Nei prossimi numeri daremo la parola agli altri candidati.

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6infanzia&adolescenza

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Se il web diventa l'amico del cuore, oaddirittura la tata, i danni sono incal-colabili. È quanto emerge, in buona

sostanza, dall'Indagine conoscitiva sullacondizione dell'infanzia e dell'adolescenzain Italia 2012, realizzata da Eurispes insie-me a Telefono Azzurro. La disponibilità illi-mitata di ‘contenuti culturali’ senza l'assun-zione di pari passo di strumenti critici dicomprensione è la vera voragine sociale eculturale che si propone alle nuove genera-zioni: dilaga il sexting, aumenta in manieraesponenziale il tempo passato in solitudinedavanti ad uno schermo (sempre di piùquello del computer rispetto alla tv), dilagal'uso/a buso di alcool di pari passo con l'au-mento della depressione, cresce il cyberbul-lismo come il gioco d'azzardo, le fughe dacasa. Al web si chiede soprattutto quel cheè mito e tabù: immagini di erotismo e dicorpi palestrati, informazioni su anoressia esuicidio, sponde giustificative dell'odio raz-ziale e della delinquenza. Ma se il rapporto indica una relazione intrin-seca fortissima tra crisi e aumento del di -sagio non vanno sottovalutati due elementistrutturali che vanno oltre: la distruzione delsistema scolastico anche in funzione socia-le ed extra-scolastica e l'abbandono di poli-

tiche di sistema sull'associazionismo.Laddove scuola e associazionismo sonoriusciti a mantenere i propri presidi secondoforti principi di promozione sociale del terri-torio e delle comunità, i dati sono in assolu-ta controtendenza. Fare vita associazionisti-ca, dentro i circoli Arci e in generale impe-gnarsi nel Terzo Settore, è uno degli antido-ti più efficaci a questa deriva. Non si tratta di enunciati generici ma deirisultati che ogni anno Arciragazzi desumedal rapporto FTP (Forme in Trasforma zionedella Partecipazione). Lo smantellamentoda parte dei governi di centrodestra dellepolitiche di sostegno alla scuola e all’asso-ciazionismo, due pilastri fondamentali nelcostruire comunità, sono tra le cause princi-pali della situazione fotografata dalRapporto. Invertire questa tendenza signifi-ca iniziare una vera e propria ricostruzionepost-bellica nel campo delle politiche socia-li e, in particolare, nel mondo dell’infanzia edell’adolescenza.In questo senso la nuova stagione che stavivendo Arci insieme ad Arciragazzi, il ritro-vato lavoro comune che sta generando pro-spettive di riunificazione basate su nuovimodelli organizzativi, nasce esattamentedall'aver assunto come priorità il tema del-

l'emergenza educativa da alcuni anni a que-sta parte. Il monitoraggio permanente eragionato di tutto quel che accade nel cir-cuito dei circoli Arci tradizionali e tematici(cosa mai più avvenuta negli ultimi quindicianni), la progettualità comune con Arci -ragazzi sui bandi nazionali ed europei, gliappuntamenti sempre più frequenti di scam-bio tra gruppi dirigenti, rappresentano unfronte importante su cui ricostruire un nuovomovimento educativo laico che sappia trac-ciare scenari futuri. Stiamo parlando, perintenderci, di oltre 6.000 soci di Arciragazzidistribuiti in 70 basi associative, e di unnumero indefinibile di soci e circoli Arciimpegnati costantemente sui temi del -l'Infanzia e dell'adolescenza. È proprio l'in-definitezza dei numeri Arci a dare il senso diquanto il tema sia entrato nel profondo deltessuto associativo. Non si tratta più di unaspecializzazione di settore ma di un temache attraversa migliaia di attività e progettiche insistono sugli insediamenti associativipiù diversi, dalle case del popolo alle gio-cherie, dai nidi famiglia ai micronidi, daidoposcuola ai circoli degli adolescenti, dalleassociazioni di genitori a quelle di inse-gnanti e mediatori.Info: [email protected]

L’uso di bevande alcolicheSono più della metà, il 64 per cento, iragazzi italiani tra i 12 e i 18 anni che bevo-no alcolici. Un'abitudine per il 10,6 percento, un fatto quotidiano per il 2,5 percento e occasionale per il 50,9 per cento.Iniziano a bere soprattutto nel periodo dellascuola media: è così per il 65,7 per centodei ragazzi più giovani (12-15 anni) e per il44,1 per cento dei più grandi, il 46,2 percento dei quali ha dichiarato di aver bevu-to alcolici la prima volta dopo i 15 anni. Unpreoccupante 21,1 per cento aveva addirit-tura meno di 11 anni quando ha bevuto laprima bevanda alcolica. Il 60 per cento deiragazzi tra i 16 e i 18 anni preferisconococktail e aperitivi, seguiti dalla birra (58,9per cento), dai superalcolici (46,4 percento), dagli 'shottini' (41,3 per cento) einfine dal vino (31,7 per cento). I più picco-li preferiscono invece la birra nel 42,4 percento dei casi, amano i cocktail e gli aperi-tivi alcolici nel 36,3 per cento, scelgono ilvino nel 22,2 per cento, i superalcolici nel19,2 per cento e gli 'shottini' nel 17,4 percento dei casi. Più della metà dei 12-15enni dichiara di bere alcolici alle feste(59,7 per cento).

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n.3 22 gennaio 2013

Il gioco d’azzardoIl gioco a soldi on line coinvolge il 12%degli adolescenti (il 2,5% gioca spesso).Percentuale che sale al 27% nel caso delgioco non online. Uno su cinque dei giocatori online e' attrat-to dalle scommesse sportive che stimolanoi ragazzi a giocare piu' frequentemente persoldi. Se si somma il dato di chi scommette sullosport qualche volta o raramente si sfiora il44,6% dei giocatori off line. Altrettantoamato il Gratta e vinci: compra i tagliandi il49,6% dei giovani giocatori che non ricor-rono all'on line. Gettonato anche il poker (32,3% dei casi).Le slot machines ottengono ill 21,5% dellepreferenze. Uno degli inconvenienti che capita pù difrequente ai ragazzi è quello di perderemolti soldi: succede infatti al 24,9% diquanti giocano. Di questi sente sempre piùspesso l'esigenza di giocare il 25,2%. Il16,4% dei ragazzi tende a giocare tutti isoldi che ha a disposizione e il 15,1% hal'abitudine di sottrarre soldi in casa o dovecapita. Il 13,7% chiede soldi in prestito adamici o parenti.

Il disagio psicosocialeIl 24,7 per cento dei bambini di età com-presa tra i 7 e gli 11 anni dichiara di viverestati di depressione qualche volta (19,1 percento) o spesso (5,6 per cento); se a que-sti si aggiungono i bambini che sentono unsenso di depressione anche se solo rara-mente (17,7 per cento) emerge un disagioche tocca il 42,4 per cento dei bambini, 4su 10. Allo stesso tempo, si legge nello studio, anon sentirsi mai felice è il 2,9 per cento deibambini, il 13,8 per cento dice di esserloqualche volta e il 6,9 per cento raramente(23,6 per cento in totale). Si dichiara inve-ce spesso divertito il 65,5 per cento deibambini e il 64,8 per cento felice.Il disagio talvolta prende la via della fugada casa: sono scappati quasi il 30% degliadolescenti nel 2012, un dato triplicatorispetto al 2011. Tra i motivi principali dellafuga c'è il rapporto con i genitori, con cui«non si va d’accordo, o limitano troppo lalibertà, o non sono comprensivi». La fuga in genere dura un giorno o qualcheora, spesso sono gli stessi ragazzi a pren-dere la decisione di tornare a casa dopoessere scappati.

Se il web diventa la tata

Alcuni dati dell’indagine Eurispes

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La scorsa settimana Nicola Zingaretti, can-didato presidente alle prossime elezioniregionali del Lazio, ha incontrato gli opera-tori culturali, gli artisti, le associazioni alBiancovolta, spazio Arci di Viterbo.L’incontro, incentrato sulle politiche cultu-rali, ha visto la presenza di moltissimi ope-ratori provenienti da tutta la provincia. Zingaretti ha ascoltato le esigenze e lenecessità del territorio.Molti gli interventi degli operatori culturalipresenti, che hanno esposto le proprie esi-genze e problematiche: Gian Maria Cervo,direttore artistico di Quartieri dell’Arte;Manuela Cannone e Emanuela Moroni peril Comitato Spazi aperti alla cultura;Marcella Brancaforte del FestivalPaesaggi di suoni e del progettoLibrimmaginari, Silvana Barbarini dellaCompagnia di danza ‘Vera Stasi’ diTuscania, Manuel Anselmi, sociologo,Alessio Vitali di MarteLive, Mauro Moruccidel Tuscia Film Fest, Daniele Mattei del-l’associazione Tana libera tutti di Montaltodi Castro. Ha introdotto Marco Trulli, presi-dente del Comitato Arci di Viterbo.Tra i numerosi temi messi sul tavolo dagli

operatori culturali, la poca chiarezzarispetto all’accessibilità delle risorse, lamancata partecipazione attiva dei cittadiniai processi decisionali, la mancanza dispazi pubblici per attività sociali e culturali,la mancanza di pianificazione delle attivitàculturali, l’incertezza dei tempi di eventualifinanziamenti.Di Zingaretti ha colpito l’attenzione e laprofondità dimostrata nel trattare il temacultura, non più considerato come meravoce di spesa bensì come elemento deci-sivo e imprescindibile per una diversa cre-scita dei territori e delle comunità, oltre allaserietà del candidato che non ha volutonascondere le difficoltà che comunquepermarranno in regione data la drammati-ca situazione di cassa in cui versa l’ente.L’appuntamento è stato un primo importan-te passo per ricucire il legame dell’Enteregione con il territorio e le sue esigenzeche con l’ultima amministrazione è statocompletamente reciso. Un inizio all’insegna della partecipazione alcambiamento delle politiche culturali dellaregione Lazio.Info: arciviterbo.blogspot.it

cultura

arcireport

Il 31 dicembre 2012, dopo due anni, si èconcluso il progetto europeo eScouts -Intergenerational Learning Circle for

Community Service. Il 14 dicembre a Sofia,in Bulgaria, si è tenuta la conferenza finaledel progetto alla quale hanno preso partenumerosi stakeholders locali ed internazio-nali. eScouts ha contributo a svilupparecontesti di istruzione non formale comebiblioteche e librerie, centri educativi e cul-turali, così come altri spazi pubblici in cuisono integrati servizi digitali, in luoghi in cuiè possibile usufruire liberamente ed acce-dere alle TIC (Tecno logie dell’Infor mazionee della Comunicazione). eScouts ha dimo-strato che la tecnologia può essere unpotentissimo strumento collaborativo di

inclusione sociale.Il progetto è stato supportato dal Pro -gramma di apprendimento permanentedella direzione generale Istruzione eCultura della Commissione europea. Il cir-colo di apprendimento intergenerazionalesviluppato dal progetto ha avvicinato 124giovani facilitatori e istruttori di competenzedigitali e un gruppo di 355 senior, i qualinella seconda metà del ciclo di formazione,hanno svolto la funzione di mentoring peraiutare i giovani a superare le difficoltà diaccesso al mercato del lavoro e le sfidedell'età adulta. Si è venuto quindi a creare un circolo diapprendimento, scambio e convivialità.Questo approccio è rivolto ad una serie ditematiche correlate di tipo sociale, civico,lavorativo ed educativo interrelate e siavvale delle TIC come catalizzatore delleazioni volte sia all'apprendimento cheall'empowering della comunità. Il progetto,allo stesso tempo, promuove i valori chiavedell'Europa e le competenze di apprendi-mento permanente, che includono compe-tenze civiche, sociali e digitali, la capacitàdi imparare ad imparare, la consapevolez-

za e l'espressione culturale e la capacitàimprenditoriale, nel senso di spirito di ini-ziativa. In termini generali, il progetto èstato altamente innovativo e necessario,considerati gli specifici problemi che sia igiovani, sia i senior stanno vivendo nellasocietà di oggi. In base all'analisi del contesto transnazio-nale, i partner del progetto eScouts hannocercato di sviluppare una soluzione di for-mazione innovativa, in grado di sostenere iPaesi europei partecipanti nella sfida con-divisa dell’inclusione digitale. La sfida dieScouts era quella di creare un percorsomisto di apprendimento/mentoring chefosse multi-target e intergenerazionale, peragevolare il dialogo tra due gruppi sociali arischio di esclusione, pur se per motividiversi: i giovani e i senior. Di fatto, la fram-mentazione delle società e delle comunitàmoderne rende troppo spesso difficile undialogo intergenerazionale soddisfacente ecrea separazione e alienazione dalla storiae dalla memoria dei luoghi in cui le perso-ne vivono e dalle più ampie società diappartenenza. Info: [email protected]

Si conclude il progetto eScouts, percorso di apprendimento all’inclusione digitale

Nicola Zingaretti al Biancovolta a Viterboper confrontarsi con gli operatori culturali

Più culturaper lo sviluppoPerché Pompei e Venezia, emblemi del patri-monio culturale italiano, si sbriciolano?Perché l’Italia non raggiunge gli obiettivi mini-mi di spesa del programma ‘attrattori cultura-li’ e deve restituire 33 milioni di euroall'Unione Europea? Perché i talenti artistici eprofessionali del nostro Paese non riesconoad avere un’occupazione che permetta disopravvivere? Perché cinema, teatri, bibliote-che ogni anno vengono chiusi per mancanzadi personale e di risorse? La coalizioneAbbracciamo la cultura, nata per risponderealle difficoltà dei settori che riguardano la for-mazione, la ricerca, la tutela, la promozione,la valorizzazione dei beni e delle attività cul-turali, lancia un appello rivolto alle forze poli-tiche, affinché si impegnino ad adottare unastrategia sulla cultura, quale elemento inde-rogabile per lo sviluppo. La proposta verràpresentata il 24 gennaio alle 11.30 presso laCgil a Roma. Intervengono FrancescaDuimich di Federagit-Confesercenti GuideTuristiche, Simone Ombuen dell’INU-IstitutoNazionale Urbanistica, Nicola Nicolosi dellaCgil, Carlo Testini dell’Arci e VanessaPallucchi di Legambiente.Info: www.abbracciamolacultura.it

Il 30 gennaio alle 19 alla Casa del Cinema sarà proiettato il filmLuciana Castellina, comunista di Daniele Segre. Saranno presenti Ettore Scola, LucianaCastellina e il regista

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8terzosettore

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In Basilicata, 24 dirigenti provenientidall’associazionismo, dal volontariato,dalle cooperative sociali, dalle fonda-

zioni hanno partecipato al percorso FQTS2012. Il gruppo si è dato obiettivi importan-ti da raggiungere, partendo dall’impegno diripensare le comunità, l'economia e lademocrazia. Mai come in questo periodotanto delicato è infatti necessario riesami-nare le comunità e il modo in cui viverle erianimarle, così come ripensare l'econo-mia. La Basilicata sta soffrendo intensa-mente le ripercussioni della crisi; l'emorra-gia di posti di lavoro nei settori chiave del-l'economia lucana fa capire che, molto pro-babilmente, attivare processi di economiacivica e ritornare a valorizzare il carattererurale di questa regione è una delle stradeda seguire per sopravvivere alla crisi. Tuttoquesto favorendo i processi democratici dipartecipazione attiva dei cittadini alle scel-te e alla realizzazione di questi processi.L'idea progettuale del gruppo lucano indi-vidua in Hub-Basilicata un contenitore fisi-co, all'interno del quale imprenditori agri-

coli e terzo settore abbiano la possibilità dicostruire insieme processi in grado diimplementare pratiche di Altra economia.Non si ha certo la presunzione di dare l'en-nesima ricetta per uscire dalla crisi, ma èviva la speranza e la consapevolezza chedalle crisi si esce e, se questa ha un meri-to, è quello di costringerci a riflettere e atrovare forme diverse e sostenibili per farripartire il circuito economico e mantenerelo stato sociale.Dalle ricerche e dalla statistiche emergeun dato importante: in questo duromomento, le imprese della social economysono le uniche in crescita. Tutto ciò dimo-stra che è possibile creare valore econo-mico in modo sostenibile per l’ambiente ela società, si può agire al di là di una logi-ca di puro profitto e iniziare a considerare‘altri elementi’ come indicatori di benesse-re di una comunità. Il progetto, dunque, vuole coniugare ilmodello dell’economia sociale con i sog-getti del mondo profit disponibili a ragiona-re e costruire insieme un percorso di usci-

ta dalla crisi. In Basilicata infatti, se è vero che il princi-pale settore in termini di persone coinvoltee di ricchezza prodotta è quello primario(non è possibile immaginare un percorsodi crescita e di sviluppo della Basilicatatenendo fuori il mondo agricolo), è altret-tanto vero che il Terzo Settore occupa unruolo fondamentale per tutela degli interes-si, per numero di iscritti e perché espres-sione reale dei ‘bisogni’. Vincolare pratiche di consumo consapevo-le all’interno delle organizzazioni no profit,spingere il mondo agricolo a un modellovirtuoso di produzione e restituire all’agri-coltura la sua naturale funzione socialemettendola ‘a disposizione’ dei soggetti delTerzo settore come strumento di inclusionesociale : questo è il cuore dell'idea proget-tuale e la sintesi dei percorsi fatti dai trelaboratori, presentati all’interno dell’incon-tro Coltiviamo una nuova idea di welfare,che si è tenuto a Potenza, in Parco delSeminario, il 19 gennaio.Info: [email protected]

Si conclude con sei tappe regionali,che si svolgono in questi giorni, l’edi-zione 2012 di FQTS, percorso di

Formazione per Quadri del Terzo Settorepromosso da Forum Terzo Settore, ConVol eCSVnet. Il progetto, che intende investiresulla formazione e sull’aggiornamento dellecompetenze organizzative, gestionali e rela-zionali di manager e di quadri dirigenziali delmondo del Terzo Settore, ma anche di sog-getti sociali ed economici del territorio non-ché delle istituzioni locali, coinvolge circa160 partecipanti nelle sei regioni delMeridione, a cui si rivolge con attività labora-toriali e formazione continua, articolandosisu tre linee formative: le Agorà, i laboratori diricerca, la progettazione partecipata.La prima tappa si è svolta a Palermo, dove il18 e 19 gennaio si è tenuto, presso la sededella Galleria d'Arte Moderna, il seminarioregionale conclusivo Agorà dal titolo Il welfa-re siciliano tra crisi economica e innovazio-ne, in cui si è discusso di welfare, crisi eco-nomica e prospettive di sviluppo, cercandodi individuare proposte ed elementi di inno-vazione per un nuovo modello di welfare.Il 18 gennaio, anche Bari ha ospitato l'Agoràregionale dedicata al tema dei nuovi distrettidell'economia sociale e delle fondazioni di

comunità. Lamezia Terme ha ospitato l'in-contro dedicato ai Nuovi percorsi di demo-crazia in Calabria. Green Economy e Ri-uso dei beni: buonepratiche di ricerca, di progettazione e dicomunicazione è il titolo del seminario che siè svolto ad Oristano. Durante l'incontro i relatori hanno affrontato iltema delle nuove economie e del ri-uso deibeni, mentre le formatrici e i partecipantihanno raccontato i percorsi laboratoriali,descrivendo le attività, gli strumenti e i pro-dotti realizzati. In Basilicata, l’incontroRipensiamo la comunità, l’economia e lademocrazia si è svolto a Potenza il 19 gen-naio. Sono stati presentati i risultati dei labo-ratori formativi di ricerca-azione, progettazio-ne partecipata, comunicazione sociale all’in-terno del convegno Coltiviamo una nuovaidea di welfare. In Campania l'annualità 2012di FQTS si chiuderà a Napoli, venerdì 25gennaio. L'ultima Agorà in programma siterrà presso l'Holiday Inn e affronterà il temadell'impegno del Terzo Settore per il cambia-mento, con una riflessione sulle sperimenta-zioni messe in atto con questo percorso diformazione per i quadri del Terzo Settore. Inoccasione della conclusione del percorso diformazione dei quadri del terzo settore, gli

organizzatori hanno deciso di realizzare unamostra che raccoglie tutti i prodotti multime-diali elaborati dai corsisti nei laboratori dicomunicazione sociale realizzati nelle seiregioni meridionali (Basilicata, Calabria,Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia). Sitratta di spot, documentari, reportage foto-grafici, interviste, dedicati a quei BeniComuni che, se salvaguardati e valorizzati,potrebbero rappresentare le risorse fonda-mentali su cui impostare uno sviluppo soste-nibile del territorio.La mostra è stata inaugurata presso la sta-zione di Bari, in due vagoni ferroviari messi adisposizione dalla Regione Puglia. Attra -verso dei monitor video, vengono proiettati aciclo continuo gli spot, i documentari e i pro-dotti audio video realizzati nelle varie regioni. Info: www.fqts.org

Si conclude l’edizione 2012 di FQTS, percorso diformazione per quadri del terzo settore

Hub-Basilicata per costruire pratiche di altraeconomia

Il 23 gennaio alle 18 al Rialto, in via S.Ambrogio 4, l’incontro

In nome del popolo sovrano? Chidecide su beni comuni e democrazia!

promosso dal Coordinamento romano Acqua Pubblica

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notizieflash

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9ambiente

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Con il documento Orientamenti inmateria di buone pratiche per limi-tare, mitigare e compensare l’im-

permeabilizzazione del suolo la Commis -sio ne Europea ha di recente posto l’atten-zione sull’eccessivo consumo di suolo nelVecchio Continente. La sfida è quella per cui ogni Stato mem-bro dovrà tener conto delle conseguenzederivanti dall’uso dei terreni entro il 2020,con il traguardo di un incremento dell’oc-cupazione di terreno pari a zero da rag-giungere entro il 2050. Prima di addentrarsi a spiegare quali pos-sono essere gli approcci tesi a limitare,mitigare e compensare l’impermeabilizza-zione del suolo, la Commissione Europeaindica un elemento di base necessario perraggiungere l’obiettivo ‘consumo di suolo =zero’: la piena collaborazione tra tutte leautorità pubbliche competenti, non solo deidipartimenti preposti alla pianificazione ealle questioni ambientali ma anche, e inparticolare, quegli enti governativi (Co -muni, Province e Regioni) che gestisconoun territorio. È quindi ora che il consumo disuolo diventi un’aspirazione condivisa.

Dalla metà degli anni ’50 la superficie tota-le delle aree urbane nell’UE è aumentatodel 78% mentre la crescita demografica èstata di appena il 33%. Questo significa che in tutta Europa la ten-denza a ‘prevedere’ piani di espansioneurbanistica senza un’equilibrata correlazio-ne con le effettive esigenze demograficheè prassi comune. Attualmente, le zone periurbane presenta-no la stessa estensione di superficie edifi-cata delle aree urbane, tuttavia solo lametà di esse registrano la stessa densità dipopolazione. Lo sprawl è un fenomeno pericoloso: la dif-fusione di nuclei caratterizzati da bassadensità demografica costituiscono unagrande minaccia per uno sviluppo urbanosostenibile. Inoltre l’espansione della cittàeleva i prezzi dei suoli liberi entro i confiniurbani incoraggiando così il consumoverso l’esterno, consumo che a sua voltagenera nuove domande di infrastrutture ditrasporto e pendolari che si spostano perraggiungere il proprio posto di lavoro.Riguardo all’impermeabilizzazione, oltre aridurre gli effetti benefici che un terreno ha

sull’ecosistema, applicarla a un ettaro disuolo significa far evaporare una quantitàd’acqua tale da richiedere l’energia prodot-ta da 9000 congelatori. Un ettaro di suolo impermeabilizzato faquindi perdere circa 500mila euro a causadel maggior fabbisogno energetico.Limitare l’impermeabilizzazione del suolo èsempre prioritario rispetto alle misure dimitigazione, ma, laddove questo nonavviene, verde pubblico e uso di materialipermeabili sono i due principali elementiper tendere verso il risparmio energetico.Tale risparmio è un vantaggio per le eco-nomie europee: ad esempio un tetto verderiduce i costi energetici di un edificio dal10% al 15%. Per non parlare dell’inquinamento: unalbero calato all’interno di un contestourbano può catturare 100 grammi netti dipolveri sottili l’anno. Queste sono alcune delle buone prassiche l’Europa caldeggia in fatto di limitazio-ne del consumo di suolo e indica come ulti-ma spiaggia la ‘compensazione’, sempreche questa non si trasformi in mero greenwashing.

Entro il 2050 consumo di suolo pari a zero:parola d’Europa

arci

n.3 22 gennaio 2013

Il 2013 è stato denominato Anno europeodell’aria. Forse, però, sarebbe stato piùindicato definirlo ‘Anno europeo dellosmog’, almeno secondo i dati del dossierMal’aria di Legambiente presentato lascorsa settimana. Sono 51 le città italiane, tra le 95 monito-rate nell’ambito della classifica PM10 titengo d’occhio, che hanno oltrepassato ilbonus di 35 giorni di superamento del valo-re medio giornaliero di 50 microgram -mi/metro cubo stabilito dalla legge.Alessandria, Frosinone, Cremona e Torinosono le prime classificate, rispettivamentecon 123, 120 e 118 giorni di superamento.Tra le prime dieci città anche Milano, con106 giorni di superamento. In generale èl’area della Pianura Padana a confermarsicome la zona più critica con 18 città tra leprime 20 posizioni. Ma non è solo il nord asoffrire di elevati livelli di inquinamento. Alventesimo posto troviamo infatti Napolicon 85 giorni di superamento e a seguireCagliari (64), Pescara (62), Ancona (61),Roma (57) e Palermo (55). «A chiedere all’Italia misure risolutive perridurre l’inquinamento atmosferico a fine

anno è stata pure l’Europa con una sen-tenza della Corte di Giustizia nei confrontidel nostro Paese - ha dichiarato la direttri-ce generale di Legambiente RossellaMuroni. Evidentemente, il problema dell’in-quinamento e delle città invase dal trafficonon può più essere affrontato in manieraparziale e limitata».A preoccupare la Comunità europea e i cit-tadini italiani non è solo l'inquinamentoatmosferico, ma anche gli elevati livelli dirumore a cui siamo quotidianamente espo-sti nelle città. Uno studio commissionato dal Ministerodell'Ambiente olandese all'istituto di ricercaindipendente TNO mette in risalto che l'in-quinamento acustico prodotto dal trafficocausa danni al 44% della popolazione UEe costa 326 miliardi alla sanità comunita-ria. In testa alla classifica delle città piùrumorose c'è Bari. I danni provocati vanno dall'aumento dellapressione fino ai problemi cardiaci, dall'i-pertensione all'insonnia. In Italia le città piùrumorose sono Bari, Napoli, Roma,Bologna, Genova e Torino. Info: www.legambiente.it

Smog, l’allarme di Legambiente: in mezza Italia valori fuori dal limite

Acqua pubblica a ParigiPassare a una gestione totalmente pubbli-ca dell’acqua conviene, secondo i conti diEau de Paris, ente di diritto pubblico, chedal 1 gennaio 2010 ha rilevato dalle duemultinazionali Veolià e Suez la gestionedella rete idrica di Parigi, risparmiando 35milioni di euro l’anno e abbassando dell’8%la bolletta dell’acqua.Il successo di Eau de Paris fa riflettere sullavalidità delle politiche di libero mercatolegate all’acqua. Infatti, un ente di dirittopubblico come Eau de Paris può andareincontro al libero mercato anche meglio diun gestore privato. I lavori di manutenzioneo le opere di canalizzazione, ad esempio,vengono affidate da Eau de Paris a ditteprivate tramite appalti pubblici, cosa che difatto favorisce la concorrenza e il risparmio.Veolià e Suez invece affidavano quasi sem-pre questi lavori a delle società controllate,senza concorrenza e con fatture più salate.Il paradosso è che, mentre il comune diParigi mette da parte i due colossi mondia-li dell’acqua per tornare alla gestione pub-blica, in Italia le stesse Suez e Veolià si divi-dono da Nord a Sud fette cospicue del mer-cato idrico del nostro Paese.

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Ritorna a Padova IncontrArci. Circoliaperti ai popoli, progetto promossoda Arci Padova con il sostegno e la

collaborazione del Comune di Padova-Unità di Progetto Accoglienza eImmigrazione. Cultura, musica, convivialità e socializza-zione per offrire possibilità concrete espazi condivisi di dialogo, aggregazione ecoesione sociale. Nuovi spazi d’incontro per generare ‘conta-minazioni’, non solo fra italiani e nuovi cit-tadini, ma anche fra componenti di comu-nità diverse; luoghi alternativi dove cono-scersi, scambiarsi esperienze ed intreccia-re le proprie radici culturali. Questo il filo

conduttore del progetto, in cui ricreare unacomunità da costruire con la ricchezzadelle diversità. Quest’anno, alla terza edizione, l’iniziativaconta su una importante novità: quattrodegli appuntamenti in calendario da gen-naio a maggio si terranno nei punti venditaCoop della provincia (Cadoneghe, Torre,Vigonza, Selvazzano), in virtù della signifi-cativa partnership nata dal fatto che il pro-getto è il vincitore padovano del bandoC’entro anch’io di Coop Adriatica.All’insegna della cultura musicale, gastro-nomica e letteraria, IncontrArci favorisce lasocializzazione, il dialogo interculturale ela coesione sociale e vuole essere un con-tributo a sconfiggere i fenomeni della mar-ginalità e dell’esclusione sociale. Anche le Coop diventano, insieme ai circo-li Arci, luoghi dove incontrarsi e conoscer-si, condividere esperienze comuni e intrec-ciare le proprie diverse radici culturali. Perquesto il progetto vede il coinvolgimento dinumerose associazioni padovane rappre-sentanti diverse nazionalità: filippina,camerunense, senegalese, ucraina, alba-nese, marocchina, rumena.

Il calendario di iniziative si è aperto sabato19 gennaio (in occasione della Giornatamondiale del migrante e del rifugiato, cele-brata il 16 gennaio) con il concerto di per-cussioni Drum circle, una finestrasull’Africa! presso la Coop di Cadoneghe(strada statale del Santo, 88/A). Un viaggioritmico collettivo per adulti e bambini, gui-dato da Paolo Agosti del circolo ArciRitmolandia, che per i partecipanti è statal’occasione per cimentarsi in prima perso-na con le percussioni di vari Paesi delmondo e per ballare.Fino al prossimo maggio altri tre gli appun-tamenti previsti presso i punti vendita Coopdella provincia: sabato 23 febbraio allacoop di Torre con Fiabe dal mondo con ilcantastorie musicale, sabato 23 marzoall’Ipercoop di Vigonza con La prova delcuoco…internazionale e sabato 18 maggioalla coop di Selvazzano con Danze deipopoli. Il calendario completo, comprensivo delleiniziative nei circoli Arci, sarà a breve pub-blicato nel sito www.arcipadova.org.Tutte le iniziative di IncontrArci - circoliaperti ai popoli sono ad ingresso gratuito.

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A Padova al via ‘IncontrArci. Circoli aperti ai popoli’.Quattro appuntamenti nei punti vendita Coop

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n.3 22 gennaio 2013

Serata per il ManthocCATANIA - Arci Catania promuove,venerdì 25 gennaio, dalle ore 21 inpiazza Carlo Alberto 47, una

serata a sostegno del Manthoc,primo movimento sociale costituito egestito da bambini, bambine e adole-scenti lavoratori, nato in un sobborgopopolare di Lima nel 1976. La mostradi fotografie che sarà esposta è statainteramente realizzata da bambini eragazzi che hanno frequentato unlaboratorio di fotografia sociale aLima. Il ricavato della cena socialeservirà a sostenere il progetto Daiforma all'infanzia che sarà realizzatoin tre diversi centri del Manthoc aPiura, nel nord del Perù, a Pucallpa,nella Selva Amazzonica e nella CasaÂFranco Macedo CuencaÊ di Lima.Info: [email protected]

Incontro sulla ShoahVALENZANO (BA) - Domenica 27gennaio alle 21 il circolo ArciPelagodi Valenzano onorerà la giornatadella memoria con un dibattito sullaShoah coordinato da Vito CarloMancino, collaboratore del ProgettoMemoria della Fondazione Centro di

documentazione ebraica contempo-ranea di Roma. Ingresso libero.Info: www.arcivalenzano.it

Nuovo circolo a PesciaPESCIA (PT) - Il 16 gennaio alle 16presso la Fabbrica dellÊOssi, centro diÂri_creazioni musicali e visiveÊ, saràinaugurato un nuovo circolo Arci.Durante lÊinaugurazione, Accidenteplastico, performance di e con Ro -berto Castello, in scena con Ales -sandra Moretti e Mariano Nieddu,intrattenimento musicale, spettacolodi giocoleria a cura di Epicentro.Info: www.losnodo.net

Improvvisamente d’estateIMOLA (BO) - In occasione dellaGior nata della memoria, sabato 26gennaio alle ore 18 presso il TeatroLolli di Imola, Tilt presenta Improvvi -sa mente, dÊestate, un percorso diazioni teatrali e letture, intessuto disuggestioni e stralci tratti dai romanziIl giardino dei Finzi-Contini e Gliocchiali dÊoro di Giorgio Bassani,testimone del sacrificio patito dallacomunità ebraica di Ferrara. LÊeventoè a cura di Cristina Gallingani e

Giuliana Zanelli. Ingresso gratuito.Info: www.tiltonline.org

Presentazione al BiancovoltaVITERBO - Venerdì 25 gennaio alleore 18.30 lo Spazio Arci - Biancovoltaospiterà la presentazione del libro diDario Pontuale Nessuno ha mai vistodecadere l'atomo di idrogeno, editoda Bordeaux Edizioni. Per un capric-cio del caso o uno scherzo del desti-no, tra rimandi letterari e continui dia-loghi tra sogno e realtà, verità e fin-zione, si dipana un'avventura dairisvolti tragicomici, ricca di sorprese einaspettati colpi di scena, alla finedella quale sarà lecito chiedersi se laverità non sia la più immaginaria dellesoluzioni. Relatore Silvio Scorsi. Info: fb Arci Viterbo

Accordo tra Arci e AnpiSIENA - Arci e Anpi provinciali uni-scono le forze per diffondere i valorifondanti della Costituzione, con lafirma di un protocollo con cui si impe-gnano a diffondere in tutta la comuni-tà - e in particolare nelle scuole, neicircoli ricreativi e nelle Case delpopolo - i valori della Costituzione ita-

liana e i principi di uguaglianza, giu-stizia sociale e lotta contro ogniforma di discriminazione. ÿInsieme -dichiarano Serenella Pallecchi, presi-dente di Arci Siena, e RiccardoMargheriti, vicepresidente dellÊAnpiprovinciale - saremo anche più fortiper cogliere nuove opportunità chepotrebbero presentarsi nei nostri set-tori di interesse e per promuovere iltesseramento nelle nostre associa-zioni, inteso come senso di apparte-nenza a valori e a impegni quotidianicivili e culturali condivisiŸ.Info: www.arcisiena.it

Aperitivo letterarioGENOVA - Ottantasei storie di resi-stenza e passione eno-gastronomicadi agricoltori, ristoratori e osterie ditradizione e territorio sparse perl'Italia, che hanno scelto di difenderela propria storia e il proprio legamecon la terra, attraverso la produzionedi cibi e vini eccellenti. ˚ il tema del-lÊaperitivo letterario al Belleville conMichele Marziani, che si terrà vener-dì 25 gennaio alle 19.Info: www.arcibelleville.org

Notizie Brevi

All’Arci Xanadù il 26 gennaio

alle 21.30 Dai diamanti non nasceniente, tributo a De Andrè. La serata

sarà registrata per riprodurre l’album

di Faber Storia di un impiegatoInfo: www.spaziogloria.it

COMO

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Arnesano è un paese di 4mila animealle porte di Lecce. Terra delicata,Arnesano. Pieno e profondo

Salento. A poca distanza c’è Monteroni cheè da sempre uno dei feudi della SacraCorona Unita. Appena fuori del paese, suuna strada fiancheggiata di ulivi, delimitatada muretti a secco e mega strutture sanita-rie, il circolo Arci più grande di Puglia. Sichiama Guernica, come la più bella e spie-tata delle tele di Pablo Picasso. Un circolo, il Guernica, che da anni animala vita culturale del Salento. Un luogo dicostruzione sociale, di scambio e di incon-tro di esperienze, di arte. Un luogo dovel’antimafia sociale si fabbrica con i mattonidella cultura: attraverso spettacoli teatrali,attraverso i concerti, attraverso l’arte. IlGuernica è una macchia di colore affogatanel basso Tavoliere salentino.Nella notte tra il 15 ed il 16 gennaio, comeatto finale di tutta una serie di ripetute epressanti minacce nei confronti dei dirigen-ti, qualcuno ha fatto irruzione nel circolo.Un blitz tanto inquietante quanto strano,sul quale stanno indagando i Carabinieri di

Lecce. E non solo per la gran mole dimateriale asportato e per i danneggiamen-ti mirati alle spillatrici della birra, ai serviziigienici dello staff e ai rubinetti. Soprattuttoperché, chi è entrato nel Guernica, haverosimilmente agito in tranquillità: nessunsegno di effrazione alle porte (che, anzi,

erano anche state chiuse a chiave), nes-sun danneggiamento di pareti, sedie (sol-tanto un divano è stato letteralmente sven-trato) o vetri. «Un’azione gravissima» come l’hannodefinita, in una nota stampa congiunta dif-fusa a strettissimo giro, Alessandro Co -bianchi, presidente dell’Arci Puglia e AnnaCaputo, omologa del Comitato territorialeleccese. Un’azione finalizzata «a zittire ilGuernica» e che invece ha prodotto il risul-tato di rafforzare le spalle dell’Arci. Giàsabato scorso, infatti, il circolo ha riaperto ibattenti ai soci, accogliendo l’appello lan-ciato dal Comitato regionale e da quelloprovinciale all’indomani dell’accaduto, inuna serata che ha visto la partecipazionedi decine di artisti. Dalla Puglia, intanto, l’Arci ha fatto partireuna racconta fondi straordinaria di solida-rietà per il Guernica. È possibile effettuaredonazioni, per chi lo voglia, sul conto cor-rente dell’Arci Lecce (IBAN: IT 76 N 03359016 0010 000000 7591; causale: ProGuernica).Info: [email protected]

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Raccolta fondi straordinaria e tanta solidarietàper il circolo Arci Guernica devastato

Nuovi sguardi,bando per artistiL'associazione Arci Il Laboratorio, con ilcontributo della Città di Torino e in collabo-razione con Arci Piemonte, presenta laprima edizione di Nuovi sguardi, bando diconcorso per giovani artisti italiani e stra-nieri, fino ai 35 anni di età e residenti sulterritorio nazionale, per la realizzazione diun progetto site specific, articolato in dueazioni: un intervento murale e una campa-gna di affissione manifesti. Il bando Nuovisguardi si pone l’obiettivo della ricerca diuna narrazione comune che faccia diMirafiori Sud un luogo dove siano possibilinuovi futuri; l'artista vincitore dovrà interve-nire in questa area attraverso un percorsodi confronto con la comunità locale.Una commissione artistica di esperti valute-rà la qualità e la fattibilità dei progetti pre-sentati e premierà il migliore attraverso laproduzione e l'allestimento negli spazi indi-cati dal bando per un valore totale di 2000euro. Per partecipare alla selezione occorreinviare il materiale all’indirizzo [email protected] a partire dal10 gennaio 2013 entro e non oltre le ore 24del 10 febbraio 2013.Info: nuovisguarditorino.blogspot.it

A Nocera Inferiore la rassegna ‘Oltre il tempo’, in ricordo di Shlomo VeneziaL’Arci Uisp Antonello Simeon di NoceraInferiore (Sa), in collaborazione con il circoloArci Liberalamente e la cooperativa socialeGiovanile di Nocera Inferiore, presenta Oltreil tempo, oltre le generazioni in ricordo diShlomo Venezia. Un’iniziativa di studio,riflessione ed impegno, per costruire e dif-fondere una cultura della legalità, dei diritti edella pace, promossa in occasione dellaGiornata della memoria per sviluppare unpercorso di aggregazione, riflessione e sti-molo all’impegno civile. L’edizione di que-st’anno è dedicata a Shlomo Venezia, super-stite di Auschwitz, recentemente scomparso,

simbolo della testimonianza che racconta lamemoria per accorciare la distanza col pas-sato ed alimentare, soprattutto nelle nuovegenerazioni, il desiderio di conoscere ciò cheallora successe. I temi trattati nelle proiezio-ni di quest’anno vogliono evidenziare le con-seguenze che l’orrore e l’intolleranza dellapersecuzione hanno prodotto sui superstiti esulle generazioni successive. Le proiezioni siterranno presso la Biblioteca comunale aNocera Inferiore, con inizio alle 19. Si comin-cia giovedì 24 gennaio con La chiave diSara di Gilles Paquet.Info: [email protected]

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n.3 22 gennaio 2013

Il 30 gennaio alle 21.30 Arci Rubik diGuagnano (LE) presenta Kosovo versusKosovo di Andrea Legni e Valerio Bassan,resoconto di un viaggio attraverso l’ultimostato nato in Europa. Il documentario nascedalla necessità di testimoniare la realtàdella enclave serba in Kosovo e le condi-zioni di vita dei suoi abitanti, attraversointerviste, sia a personalità politiche sia apersone comuni, e seguendo gli abitanti

nella loro quotidianità. Realizzato da duegiovani giornalisti con la consapevolezzache la dura realtà di questi territori chiamain causa non solo i due Stati direttamenteinteressati alla questione (Kosovo eSerbia), ma anche tutta la comunità inter-nazionale, ancora oggi presente all’internodel Paese. Andrea Legni sarà presente allaproiezione, al termine della quale ci sarà undibattito. Ingresso gratuito per i soci Arci.

‘Kosovo versus Kosovo’ all’Arci Rubik

UnÊimmagine delle devastazioni al Guernica

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Proseguiamo la pubblicazione dellevalutazioni di Walter Massa, respon-sabile nazionale Arci dell'organizza-

zione della rete territoriale, sulla messa apunto della filiera organizzativa. La primaparte, dedicata all'analisi, è stata pubblicatanel numero precedente.È necessario riprendere in mano la ricogni-zione del territorio e dello stato dei comitatiregionali sin qui effettuata che conferma unoscenario complessivamente non omogeneodell’Associazione sotto molti aspetti. Bastipensare che ad oggi sono formalmentecostituiti solo 17 comitati regionali su 20, purrappresentando, in una filiera organizzativacome la nostra, il punto nodale del rapportotra nazionale e territorio. Per la loro specifici-tà, il rafforzamento e l’omogeneità funziona-le dei comitati regionali rimane uno degliaspetti politici ed organizzativi centrali aiquali, in questi anni, non siamo riusciti a dareuna linea d’indirizzo generale. Debolezzastrutturale e politica dei comitati regionali,mancanza di un parametro omogeneo edaggiornato per la definizione dei ‘doveri mini-mi’, doppi e tripli incarichi dei presidenti,sono alcuni degli aspetti evidenti di questadisomogeneità, per non parlare dei servizi

e/o delle partite economiche e gestionali. Contestualmente bisogna rivedere e, laddo-ve necessario, rimettere mano all'articolazio-ne della rete ipotizzando proposte di razio-nalizzazione del nostro insediamento territo-riale, attraverso, ad esempio, la definizionedi ‘livelli minimi’ in termini di operatività e ser-vizi anche dei comitati territoriali. A un pro-gressivo aumento delle incombenze buro-cratiche in questi ultimi dieci anni e della dif-ficoltà di un reale ricambio dei gruppi diri-genti di base e territoriali, non sempre è cor-risposta altrettanta funzionalità (quantomeno in termini di servizi resi) da parte deicomitati territoriali. Se a questo aggiungiamoun aumento dei costi complessivi e lo sdop-piamento di servizi spesso in comitati geo-graficamente vicini, ecco che diventa ‘sen-sato’ immaginare un nuovo modo di staresul territorio, con strutture realmente di tute-la, servizio e, soprattutto, rappresentanza.Non si tratta di immaginare un taglio delnostro insediamento; si tratta invece di stabi-lire che un comitato territoriale per esseretale deve ‘garantire' una serie di parametri intermini di servizi, dimensione e rappresen-tanza. Il presidio del territorio più diffusopotrebbe essere svolto (oltre che dalle basi

associative) da uffici zonali decentrati capa-ci di assicurare quella vicinanza politica edorganizzativa di primo livello di cui il nostroinsediamento ha bisogno. Questo sta giàaccadendo in alcune aree del territorio,come la Sardegna e il Piemonte.Ecco delineate le priorità del nostro lavoro.Non affrontarle significa non garantire allanostra Associazione la capacità di fare svi-luppo e tutela - in modo coordinato e con lacapacità di individuare priorità e strumentiadeguati - a maggior ragione in aree delPaese dove l’insediamento storico non èmai stato particolarmente stabile. Ma signifi-ca anche impedire agli organismi nazionalidi proporre soluzioni condivise e strumentiutili alla complessità del territorio tanto chespesso negli ultimi tempi, a causa di questasituazione, abbiamo preferito semplificare.Occorre, urgentemente, prendere atto di ciòproprio in chiave nazionale, con un coinvol-gimento diretto dei dirigenti del territorio inprimis. [continua...] Info: [email protected]

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Hanno collaborato a questo numeroFrancesco Camuffo, Martina Castagnini, MonicaDi Sisto, Piero Ferrante, Antonella Franciosi,Maria Giovanna Italia, Walter Massa, FlavioMongelli, Alessia Petraglia, Alessia Rogai, SilviaStilli, Francesco Verdolino

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - Roma, Cristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

Chiuso in redazione il 22 gennaio alle 19.30

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/

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n.3 22 gennaio 2013

ARCS al FSMNellÊambito del Forum Sociale Mondiale chesi terrà a Tunisi, Arcs sta organizzando, incollaborazione con Itinerari Paralleli, uncampo di lavoro che verrà lanciato ufficial-mente a brevissimo e che prevede la parte-cipazione alle prime due giornate delForum, e poi la partenza per la regione diTataouine, per unÊesperienza di scambiointerculturale con la popolazione berberacoinvolta in un progetto di sviluppo ruralegestito dalla Fondazione Alma Mater edallÊUniversità di Bologna con una serie diassociazioni locali di piccoli produttori e arti-giani. Verrà proposto un percorso che per-metta ai campisti di conoscere gli aspetticulturali e sociali tipici di questa zona, non-ché di collaborare, seppur per un breveperiodo, alla realizzazione di attività checontribuiscano alla valorizzazione dellerisorse di questo territorio. Per [email protected]

Chiusura forzata SVE RwandaIl nostro progetto Sve in Rwanda, si avviapurtroppo alla conclusione anticipata. Le due ragazze che sono state inviate inRwanda, Bruna Serio e Manuela Gallo, non

hanno ottenuto il visto per rimanere nelpaese come volontarie. Inutili sono stati glisforzi dellÊAmbasciata Italiana in Uganda(referente anche per il Rwanda) che nellapersona dellÊAmbasciatore Stefano A.Dajekha tentato in tutti i modi di convincere leautorità ruandesi a rilasciare il visto allevolontarie. Inviamo allÊAmbasciatore i nostrisentiti ringraziamenti. Sul sito di Arcs trova-te la lettera che le due ragazze hanno scrit-to a seguito di quanto accaduto. Il nostroabbraccio più grande va a Bruna e Manuelae alle donne della nostra organizzazionepartner ruandese Sevota.

Violenza nei campi haitianiUn nutrito gruppo di organizzazioni dellasocietà civile haitiane, impegnate nella dife-sa dei diritti umani, tra cui DOP e FRAKKA,due partner di Arcs, lanciano un appello perdenunciare lÊindifferenza del governo riguar-do ai numerosi atti di violenza, soprattuttonei confronti delle donne, che si stanno veri-ficando negli accampamenti allestiti dopo ilterremoto che lÊanno scorso ha stravolto lavita della regione. Sul sito di Arcs lÊappello completo delleorganizzazioni.

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Azioni solidali / Le notizie di Arcs

‘Immaginare un nuovo modo di stare sul territorio’