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27 settembre 2011 anno IX - n. 33 [email protected] www.arci.it arci report settimanale a cura dell’Arci Ancora in cammino A parte qualche lodevole eccezione, giornali e tv hanno ignorato la Marcia Perugia - Assisi di domenica scorsa. Fra gli aggiornamenti quoti- diani sulla crisi monetaria e quelli sulla guerra in corso fra Tremonti e Berlusconi, restava giu- sto lo spazio per i risultati delle partite di calcio. Evidentemente il fatto che duecentomila per- sone si siano date appuntamento per farsi 25 chilometri a piedi sotto il sole in nome di un'i- deale e di un impegno comune non è ritenuto notizia degna di attenzione. Per noi invece è quella la notizia della settimana: un fatto ecce- zionale e, per chi voglia coglierlo, un'importan- te segnale di vitalità del Paese. Di partecipanti la marcia non ne aveva mai visti così tanti, se si escludono i momenti più caldi della guerra in Iraq e in Afghanistan. E stavolta non c'era il richiamo emotivo delle notizie dal fronte di guerra, non perché di guerre in corso non ce ne siano, ma perché anche quelle non fanno più notizia in quest'Italia ripiegata su se stessa e oppressa dalla crisi. Aveva un significato speciale questa marcia: i cinquant'anni dalla prima volta di Aldo Capitini, la memoria di una bella storia che ha visto generazioni diverse passarsi il testimone del- l'impegno per la pace e i diritti. Ma non era una celebrazione, bensì una manifestazione che guarda all'oggi e che ha molto da dire, denun- ciare, proporre. Esperienze, identità, culture diverse, anche molto diverse fra loro, eppure unite dalla volontà di reagire al degrado eco- nomico, sociale, civile e morale del nostro Paese; e al tempo stesso dire basta alle guer- re, ai totalitarismi, alle colossali ingiustizie, alla negazione dei diritti umani nel mondo. Il popolo della pace l'ha ben chiaro il nesso: non può esserci pace senza giustizia econo- mica e sociale, non c'è vera democrazia senza partecipazione e responsabilità civica. Per cambiare le cose a casa nostra dobbiamo alzare la testa e ritrovare la forza di guardare al mondo, alle sue contraddizioni ma anche alle lotte, alle resistenze, alle proposte di un'u- manità che prova a costruire l'alternativa nel- l'orizzonte della pace e della giustizia. Come i giovani nordafricani che nei mesi scorsi hanno animato le rivoluzioni della primavera araba e che prima della marcia hanno incontrato migliaia di ragazze e ragazzi italiani. Del resto proprio i giovani e giovanissimi erano i più numerosi domenica sulle strade da Perugia ad Assisi. Se queste sono le nuove generazioni, c'e spe- ranza che le cose possano cambiare. MARCIA PERUGIA-ASSISI I PAGINA 3 Il racconto di Michela Faccioli e di un gruppo di giovani di Arci Pesaro-Urbino MIGRANTI I PAGINA 5 Un aggiornamento sulla situazione a Lampedusa di Francesca Materozzi V enerdì sera a Gerusalemme, per la prima volta negli oltre otto anni in cui vivo qui, ho visto ragazzi palestinesi sventolare la loro bandiera. Gesto vietato, a Gerusalemme, gesto di ribellione e dignità. È stato dopo l’intervento di Abbas all'Onu, catartico e inatteso. È stato il discorso di una vita, quello pronunciato da Abu Mazen di fronte a un’Assemblea Generale quasi al completo. Il discorso di una vita, nel vero senso della parola. Un’esistenza - quella di Abu Mazen - da poco iniziata quando venne anche lui travolto dalla Naqba, nel disastro dei palestinesi cacciati dalla loro terra, costretto all’esilio, a fuggire nel 1948 da Safed, un paese che ora è nel nord di Israele. Una vita che ha trovato un punto di non ritorno di fronte all’Onu, quando ha con- fermato la richiesta di ammissione dello Stato di Palestina come 194esimo membro delle Nazioni Unite. È stato un discorso inat- teso, quello di Mahmoud Abbas (Abu Mazen), conosciuto per essere stato - sem- pre - l’alter ego di Yasser Arafat. Pacato, diplomatico, sornione. Tutto il contrario del- l’istrionico Abu Ammar. Eppure ieri, nel suo discorso della vita, Abbas è stato duro, ana- litico, sferzante, e appassionato. È stato, forse per la prima volta in modo così netto e sorprendente, durissimo nei confronti della politica perseguita da Israele negli scorsi decenni. Ha parlato di ‘pulizia etnica’, di ‘politica coloniale’, di ‘repressione’. Ha citato l’occupazione militare usando ter- mini tipici della sinistra palestinese e dell’at- tivismo pacifista per le sanzioni e il boicot- taggio. Ha parlato di legittima resistenza pacifica popolare contro l’occupazione. Ha citato il ‘muro razzista di annessione’, la politica di ‘apartheid’. Il discorso di una vita Immagine del seminario organizzato dall’Arci e da altre organizzazioni all’interno del meeting 1000 Giovani per la Pace - articolo a pagina 2 continua a pagina 4 Pace, lavoro, futuro

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27 settembre 2011anno IX - n. 33

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

Ancora in cammino

A parte qualche lodevole eccezione, giornali etv hanno ignorato la Marcia Perugia - Assisi didomenica scorsa. Fra gli aggiornamenti quoti-diani sulla crisi monetaria e quelli sulla guerrain corso fra Tremonti e Berlusconi, restava giu-sto lo spazio per i risultati delle partite di calcio.Evidentemente il fatto che duecentomila per-sone si siano date appuntamento per farsi 25chilometri a piedi sotto il sole in nome di un'i-deale e di un impegno comune non è ritenutonotizia degna di attenzione. Per noi invece èquella la notizia della settimana: un fatto ecce-zionale e, per chi voglia coglierlo, un'importan-te segnale di vitalità del Paese.Di partecipanti la marcia non ne aveva maivisti così tanti, se si escludono i momenti piùcaldi della guerra in Iraq e in Afghanistan. Estavolta non c'era il richiamo emotivo dellenotizie dal fronte di guerra, non perché diguerre in corso non ce ne siano, ma perchéanche quelle non fanno più notizia inquest'Italia ripiegata su se stessa e oppressadalla crisi.Aveva un significato speciale questa marcia: icinquant'anni dalla prima volta di Aldo Capitini,la memoria di una bella storia che ha vistogenerazioni diverse passarsi il testimone del-l'impegno per la pace e i diritti. Ma non era unacelebrazione, bensì una manifestazione cheguarda all'oggi e che ha molto da dire, denun-ciare, proporre. Esperienze, identità, culturediverse, anche molto diverse fra loro, eppureunite dalla volontà di reagire al degrado eco-nomico, sociale, civile e morale del nostroPaese; e al tempo stesso dire basta alle guer-re, ai totalitarismi, alle colossali ingiustizie, allanegazione dei diritti umani nel mondo.Il popolo della pace l'ha ben chiaro il nesso:non può esserci pace senza giustizia econo-mica e sociale, non c'è vera democrazia senzapartecipazione e responsabilità civica. Percambiare le cose a casa nostra dobbiamoalzare la testa e ritrovare la forza di guardareal mondo, alle sue contraddizioni ma anchealle lotte, alle resistenze, alle proposte di un'u-manità che prova a costruire l'alternativa nel-l'orizzonte della pace e della giustizia. Come igiovani nordafricani che nei mesi scorsi hannoanimato le rivoluzioni della primavera araba eche prima della marcia hanno incontratomigliaia di ragazze e ragazzi italiani. Del restoproprio i giovani e giovanissimi erano i piùnumerosi domenica sulle strade da Perugia adAssisi. Se queste sono le nuove generazioni, c'e spe-ranza che le cose possano cambiare.

MARCIA PERUGIA-ASSISI I PAGINA 3Il racconto di Michela Faccioli e di un gruppo di giovani di Arci Pesaro-Urbino

MIGRANTI I PAGINA 5Un aggiornamento sulla situazione aLampedusa di Francesca Materozzi

V enerdì sera a Gerusalemme, per laprima volta negli oltre otto anni in cuivivo qui, ho visto ragazzi palestinesi

sventolare la loro bandiera. Gesto vietato, aGerusalemme, gesto di ribellione e dignità.È stato dopo l’intervento di Abbas all'Onu,catartico e inatteso. È stato il discorso diuna vita, quello pronunciato da Abu Mazendi fronte a un’Assemblea Generale quasi alcompleto. Il discorso di una vita, nel verosenso della parola. Un’esistenza - quella diAbu Mazen - da poco iniziata quando venneanche lui travolto dalla Naqba, nel disastrodei palestinesi cacciati dalla loro terra,costretto all’esilio, a fuggire nel 1948 daSafed, un paese che ora è nel nord diIsraele. Una vita che ha trovato un punto dinon ritorno di fronte all’Onu, quando ha con-fermato la richiesta di ammissione delloStato di Palestina come 194esimo membrodelle Nazioni Unite. È stato un discorso inat-

teso, quello di Mahmoud Abbas (AbuMazen), conosciuto per essere stato - sem-pre - l’alter ego di Yasser Arafat. Pacato,diplomatico, sornione. Tutto il contrario del-l’istrionico Abu Ammar. Eppure ieri, nel suodiscorso della vita, Abbas è stato duro, ana-litico, sferzante, e appassionato. È stato,forse per la prima volta in modo così netto esorprendente, durissimo nei confronti dellapolitica perseguita da Israele negli scorsidecenni. Ha parlato di ‘pulizia etnica’, di‘politica coloniale’, di ‘repressione’. Ha citato l’occupazione militare usando ter-mini tipici della sinistra palestinese e dell’at-tivismo pacifista per le sanzioni e il boicot-taggio. Ha parlato di legittima resistenzapacifica popolare contro l’occupazione. Hacitato il ‘muro razzista di annessione’, lapolitica di ‘apartheid’.

Il discorso di una vita

Immagine del seminario organizzato dall’Arci e da altre organizzazioni all’interno del meeting 1000 Giovani per la Pace - articolo a pagina 2

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Pace, lavoro, futuro

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A conclusione della Perugia-Assisi, che abbiamo convocato a cinquant'anni dallaprima Marcia organizzata il 24 settembre 1961 da Aldo Capitini, vogliamo lanciareun nuovo appello per la pace e la fratellanza dei popoli.Lo facciamo richiamando il primo articolo della Dichiarazione Universale dei DirittiUmani che proclama: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità ediritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altriin spirito di fratellanza».La fratellanza dei popoli si basa sulla dignità, sugli eguali diritti fondamentali e sullacittadinanza universale delle persone che compongono i popoli. I diritti umani sonoil nome dei bisogni vitali di cui è portatrice ogni persona. Essi interpellano l'agendadella politica la quale deve farsi carico di azioni concrete per assicurare "tutti i dirit-ti umani per tutti" a livello nazionale e internazionale. La sfida è tradurre in pratica ilprincipio dell'interdipendenza e indivisibilità dei diritti umani - civili, politici, econo-mici, sociali e culturali - e ridefinire la cittadinanza nel segno dell'inclusione.L'agenda politica dei diritti umani comporta che nei programmi dei partiti e deigoverni ciascun diritto umano deve costituire il capoverso di un capitolo articolatoconcretamente in politiche pubbliche e misure positive.Il nostro appello per la pace e la fratellanza dei popoli contiene alcuni principi, pro-poste e impegni:

PRINCIPIPrimo. Se vogliamo uscire dalla crisi dobbiamo smettere di fare la guerra e passaredalla sicurezza militare alla sicurezza umana, dalla sicurezza nazionale alla sicurez-za comune.Secondo. Se vogliamo la pace dobbiamo mettere al centro le persone e i popoli conla loro dignità, responsabilità e diritti.Terzo. La nonviolenza è strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia ecostruire persone, società e realtà migliori.Quarto. Se vogliamo la pace dobbiamo investire sulla solidarietà e sulla cooperazio-ne a tutti i livelli, a livello personale, nelle nostre comunità come nelle relazioni tra i

popoli e gli stati. Quinto. Non c'è pace senza una politica di pace e di giustizia. Sesto. Se davvero vogliamo la pace dobbiamo diffondere la cultura che rimetta alcentro della nostra vita i valori della nostra Costituzione e che sappia generare com-portamenti personali e politiche pubbliche coerenti. Per questo, prima di tutto, ènecessario educare alla pace.

PROPOSTE E IMPEGNI1. Garantire a tutti il diritto al cibo e all'acqua2. Promuovere un lavoro dignitoso per tutti3. Investire sui giovani, sull'educazione e la cultura4. Disarmare la finanza e costruire un'economia di giustizia5. Ripudiare la guerra, tagliare le spese militari6. Difendere i beni comuni e il pianeta.7. Promuovere il diritto a un'informazione libera e pluralista8. Fare dell'Onu la casa comune dell'umanità.9. Investire sulla società civile e sullo sviluppo della democrazia partecipativa

10. Costruire società aperte e inclusive.

Queste priorità devono essere portate avanti da ogni persona, a livello locale, nazio-nale e globale, in Europa come nel Mediterraneo.Per realizzarle abbiamo innanzitutto bisogno di agire insieme con una strategiacomune e la consapevolezza di avere un obiettivo comune.Per realizzarle abbiamo bisogno di dare all'Italia un governo di pace e una nuova poli-tica, coerente in ogni ambito, e di investire con grande determinazione sulla costru-zione di un'Europa dei cittadini, federale e democratica, aperta, solidale e nonviolen-ta e di una Comunità del Mediterraneo che, raccogliendo la straordinaria domandadi libertà e di giustizia della primavera araba, trasformi finalmente quest'area di gran-di crisi e tensioni in un mare di pace e benessere per tutti.

Assisi, 25 settembre 2011

S i chiude con un bilancio oltremodopositivo il seminario Terre Nostre:rivoluzioni, lotte e movimenti verso

la costruzione di una comunità mediterra-nea, promosso e realizzato da Arci, Cgil,Associazione per la Pace, Terra del Fuoco,Rete della Conoscenza, Unione degliUniversitari, Rete degli Studenti, Un Ponteper. Inserito nel più vasto e articolato pro-gramma del meeting 1000 giovani per lapace, che ha preceduto il cinquantenariodella Marcia Perugia-Assisi, è stata l'occa-sione per mettere a confronto le esperienzegiovanili provenienti dalla sponda sud delMediterraneo con i partecipanti al meetingin modo interattivo e lontano dalle logichefrontali o della lezione di esperti. L'hannocapito gli oltre 150 giovani da tutta Italia e didiverse organizzazioni della rete dellaTavola della Pace che hanno partecipato ai4 laboratori su forme di protesta e lotta non-violenta, diritti del lavoro e dei migranti, dirit-to allo studio, rappresentanza e partecipa-zione. Il dibattito nei laboratori è stato moltopartecipato e di alta qualità, le esperienzeportate dai rappresentanti di associazioniper i diritti umani, degli studenti, culturali e

del sindacato, provenienti da Tunisia,Israele, Palestina, Egitto, Iraq, Marocco,sono state oggetto di grande interesse e disuccessive domande e curiosità; ma sonostate anche il punto d'avvio di una discus-sione che non vuole essere affatto conclusae che segna un percorso, con impegni pre-cisi da parte di tutti i soggetti coinvolti, versola costruzione dal basso della comunità delmediterraneo. La comprensione di culturedifferenti, la conoscenza delle diversesocietà, la consapevolezza di esser parte diuna storia comune, spinge ineluttabilmenteverso una prospettiva di definizione di unacittadinanza comune nella quale i diritti diciascuno non potranno essere disgiuntidalle responsabilità individuali e collettive.La costruzione di questo spazio pubblicodovrà inevitabilmente poggiare su due pila-stri che dovranno tenersi strettamente econtemporaneamente insieme: i dirittisociali e la democrazia, essendo ormai evi-dente che il venir meno di uno solo di essiporta con sé le premesse di uno svilupponeoliberista della società. Dibattito interes-sante e complesso, dunque, per lo sviluppodel quale nulla dovrà esser dato per sconta-

to, a partire dal significato stesso del con-cetto di democrazia, figlio della rivoluzionefrancese nel vecchio continente, in fase didefinizione e sperimentazione nei Paesirecentemente liberatisi dai rispettivi tiranni.Il percorso fatto sinora con questa coalizio-ne di organizzazioni sarà ancora lungo ecostellato di tappe intermedie, soprattuttosarà aperto a quanti intendano condividernedirezione e contenuti: l'Arci potrà dare unsuo contributo a partire dalla proprie specifi-cità e dalla ricchezza di esperienze cheluogo per luogo hanno caratterizzato l'azio-ne solidaristica e cooperativa dei tantiCircoli impegnati in progetti e campagneinternazionali.Info: [email protected]

Un seminario per costruire dal basso la comunità del Mediterraneo

Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoliMozione finale

Il 28 settembre in piazzadell’Immacolata si tiene l’iniziativa

Biblioteche solidali, con l’esibizionedel coro multietnico Se...sta voce,

la presentazione del Progetto Libanoe un intervento di Franco La Torre

ROMA

notizieflash

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n. 33 27 settembre 2011

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S iamo un gruppo di ragazze eragazzi, studentesse e studenti,che domenica 25 settembre hanno

partecipato alla cinquantesima edizionedella Marcia per la Pace Perugia-Assisi. Siamo partiti in circa 70 dalla provincia diPesaro-Urbino con i pullman organizzatidall'Arci insieme a Cgil, Rete degliStudenti, circolo giovanile Salvador Al-lende e collettivo studentesco Carlo Giu-liani. I nostri compagni e fratelli maggiori hannopercorso più di una volta i 24 chilometriche separano Perugia da Assisi: nel 1999contro la pulizia etnica in Kosovo e controi bombardamenti sulla Serbia, nel 2001contro il terrorismo e la guerra inAfghanistan, nel 2002 per la pace inPalestina, nel 2003 contro la guerra inIraq, nel 2006 contro la guerra inLibano…ma per tante e tanti di noi questaè stata la prima esperienza, la primaMarcia per la Pace. Eppure è stato come tornare su un sentie-

ro già conosciuto e praticato, come rivede-re volti amici e sentire parole e suoni fami-liari, perché in questi anni abbiamo condi-viso con milioni di ragazze e ragazzi ilsogno di un mondo più giusto, in cui ildestino degli uomini non fosse asservito epiegato alla logica brutale del mercato edel profitto, in cui la guerra non fosse l'ori-gine e la condizione permanente di unnuovo disordine mondiale, in cui la demo-crazia non fosse patrimonio e privilegio diuna minoranza dell'umanità, in cui gliuomini e le donne non fossero merce macittadini. Abbiamo sognato un mondo in cui le diffe-renze di genere e di orientamento sessua-le non fossero più condizione di disugua-glianza e di discriminazione, ma le caratte-ristiche di una società laica, libera, plurale.Abbiamo immaginato un'Europa unita chenon fosse solo banche e profitti ma inveceuna parte di mondo senza più frontieremateriali e immateriali, in cui cittadinanza ediritti non fossero solo un pezzo di carta in

fondo a una lunga fila…tutto questo l'ab-biamo ritrovato, respirato e vissuto passodopo passo in quei 24 chilometri, cheabbiamo percorso insieme a scout, mili-tanti sociali e politici, amministratori locali,sindacalisti, religiosi e laici, cittadini di ognietà…dietro il camioncino dell'Arci, tra car-telli, bandiere, musica abbiamo ritrovatoquesta 'grande umanità', la sua passione eil suo calore. Sì, perché questa Perugia-Assisi ci hadimostrato una volta di più che la pace nonpuò realizzarsi senza passione e parteci-pazione di massa, senza il calore e l'animadei sogni e delle speranze di chi prova acostruirla giorno dopo giorno, con la con-sapevolezza che questo impegno serve acostruire una società diversa e migliore daquella in cui viviamo, più giusta e inclusiva,più aperta e democratica.

Veronica, Matteo, Francesca, Andrei,Cecilia, Francesco, Jacopo, Damiano,

Elisa, Filippo - Arci Pesaro-Urbino

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I l 25 settembre 1961, a pochi mesi dalfallimentare tentativo di invasione dellaBaia dei Porci, J.F. Kennedy così si

esprimeva in un messaggio inviato all'Onu:«L'umanità deve porre fine alla guerra, o laguerra porrà fine all'umanità». Il giornoprima, in Italia, due giovani scrittori apriva-no la prima Marcia per la Pace: eranoCalvino e Arpino. Domenica 25 settembre2011, ore 9.30. Si apre, con lo stesso stri-scione di cinquant'anni fa, la XIX MarciaPerugia-Assisi. Pochi giorni sono trascorsidal 10° anniversario dell'attacco alle TorriGemelle e dal diniego statunitense, davan-ti alle Nazioni Unite, alla richiesta palesti-nese di riconoscimento dello Stato.1961, mattina. Capitini, ideatore dellaMarcia, percorre il tratto che dalla laicaPerugia porta a Ponte S. Giovanni. Per

quanto il professore della nonviolenzaavesse avvertito i giornalisti che la suadecisione di interrompere il cammino e diattendere i partecipanti ad Assisi dipendes-se esclusivamente da motivi di salute, igiornali di destra a lungo lo accusarono discarsa serietà. 2011, ore 10.30. Ci si sta allontanando daPerugia e si sta percorrendo la lunga ebella via San Girolamo: alcuni abitanti cisalutano dai balconi di casa su cui sonoesposti cartelloni rivolti al loro sindacopacifista, che secondo loro dovrebbe per-mettere ai suoi concittadini di percorrere inpace tutto l'anno quella strada trafficata.Poco più avanti tre signori ci aspettanoaccanto ad una poltrona che reca la scritta:'Grazie a Dio qui Silvio non c'è'. 1961, lungo il percorso. In un'intervista rila-sciata a Il Messaggero, un Giovanni Arpinoforse poco abituato a macinare chilometri,disse: «Credevo che in vita mia non avreimai sorretto una bandiera, di qualunquetipo: ed ecco che ho retto per chilometri l'u-mile tela dei nonviolenti…mi sono sentito,camminando, fratello di tanti, e solidale, elibero». 2011, ore 13.00. La marcia, dopo chilome-tri a piedi sotto il sole perpendicolare di

un'estate che non se ne vuole andare, ciappare a tratti disumana e ci fa sentire unpo' masochisti. Una ragazza, il lunedì successivo, sul suoprofilo facebook ha scritto: «Ad Assisi sonostata 'reclutata' per portare 46 metri di ban-diera palestinese fino alla Rocca. Al suopassaggio tutti applaudivano, e proprio aun gruppo di palestinesi è venuta l'idea dimettersi a correre sotto. Bambini che primapuntavano i piedi sono arrivati sulla cimaridendo». Dalla Rocca, oggi come allora. Capitinisosteneva che «la pace è troppo importan-te perché possa essere lasciata nelle manidei soli governanti» e del resto Binni ebbea dire: «So bene che la realtà politica, eco-nomica, sociale, è complessa…e perciòsono e resto uomo di un preciso partitopolitico, e penso che l'azione politica nonpossa essere interamente sostituita soloda una posizione, per quanto attivissima,di tipo più morale e religioso. Ma insieme penso che siano cattivi politiciquelli che non comprendono e non valuta-no…un movimento proprio della coscienzae della volontà popolare».

Michela Faccioli - Arci Verona

Ieri come oggi, da Perugia ad Assisi

‘La nostra prima Marcia per condividere il sogno di un mondo più giusto’

I partecipanti al Meeting 1000 giovaniper la pace hanno sottoscritto un appello per il riconoscimentodello Stato di Palestina. Per leggere il testo www.perlapace.it

BASTIA UMBRA

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A mici e amiche palestinesi, critici sullaconduzione della leadership palesti-nese e del Presidente Mahmoud

Abbas, incollati alla tv per ascoltare il suodiscorso alle Nazioni Unite hanno pianto eapplaudito, ritrovandosi nella sue parole,nella chiarezza e nella dignità espressedavanti a tutto il mondo. Ho sentito un lea-der del Fronte Popolare chiamare, per unavolta e senza ironia, Abbas ‘il nostro presi-dente’. Ho visto donne e uomini delle cittàdei villaggi, dei campi profughi piangere dicommozione nel sentirsi raccontare nellaloro vita quotidiana. Ho letto da opinionistipalestinesi e arabi che Mahmoud Abbas, adifferenza degli altri leader arabi della suagenerazione che sono stati cacciati o stan-no per essere cacciati, ha saputo interpreta-re il suo popolo. Non tutti, ovviamente, con-dividono, sono rimaste critiche, dubbi,richiesta di maggior partecipazione dellapopolazione nelle scelte della leadership,timori dei profughi della diaspora di esseretenuti ai margini. «Il popolo palestinese è l'u-nico popolo sotto occupazione autorizzata.Sessantatrè anni di sofferenze. È abbastan-za, abbastanza, abbastanza. È tempo per laPalestina di ottenere la propria primavera». Ed è l'onda lunga della primavera palesti-nese, annunciata dai giovani palestinesi delMovimento 15 marzo che chiedeva alla lea-dership dell' Olp trasparenza, democrazia eunità e che se anche oggi sono dispersi,hanno però avuto un impatto nelle sceltedelle linea politica dell'Olp, ma soprattuttosono state le lotte dei Comitati Popolari per

la resistenza nonviolenta contro il muro e lecolonie che hanno dato forza alla scelta dipresentarsi davanti alle Nazioni Unite nonpiù tenendo in una mano il ramoscello diolivo e nell'altra il fucile, ma con una sceltache non permette più ad Israele di presen-tarsi come l'eterna vittima e nello stessotempo non affidandosi solo ai negoziati ealla diplomazia dei governi, ma ribadendoche: «Il nostro popolo continuerà nella suaresistenza popolare nonviolenta contro l'oc-cupazione israeliana, le sue colonie, le suepolitiche di apartheid e la costruzione di unMuro razzista di annessione. E riceviamoaiuto nella nostra resistenza, l'aiuto dellalegge umanitaria internazionale e quellodegli attivisti israeliani e internazionali, chesono esempio della forza di un popolo di-sarmato, armato solo di sogni, coraggio esperanza di fronte alle pallottole, i carriarmati, i lacrimogeni e i bulldozer».Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniteha iniziato la discussione. Gli Usa, maanche l'UE, stanno ricattando economica-mente perché non votino a favore del rico-noscimento, alcuni paesi dei membri nonpermanenti del CS: Gabon, Nigeria,Colombia, Bosnia-Erzegovina sono messisotto pressione per non raggiungere i 9 votinecessari, così da permettere agli Usa dinon usare il veto. Le pressioni sulla leadership palestinesesono ancora più pesanti. Auguriamoci dav-vero che le proposte ridicole messe in attodal Quartetto (la ripresa dei negoziati entroun mese, e uno stato riconosciuto tra un

anno, nessuna sanzione ad Israele o impo-sizione del blocco delle colonie), venganorespinte al mittente.Vent'anni di negoziati tra poteri asimmetrici,un occupante e un occupato, hanno vistosolo terre palestinesi confiscate, alberi sra-dicati, un muro che annette la grande partedel territorio fertile e delle falde acquifere,case demolite, pozzi d'acqua distrutti, ani-mali avvelenati, migliaia di detenuti politici,Gaza sotto assedio permanente, una puliziaetnica che si intensifica non solo aGerusalemme Est, ma anche nella Cisgior-dania ed in particolare nella Valle delGiordano, ed infine i coloni, triplicati (adoggi più di 500.000) dagli accordi di Oslo,sempre più aggressivi, che attaccano villag-gi palestinesi, uccidono persone, animali ealberi, ma ormai anche attivisti israeliani. «Nessuno Stato con un minimo di coscien-za può rigettare la richiesta di indipendenzadella Palestina. Il mio popolo sta aspettandola risposta del mondo. Autorizzerà Israele aproseguire l'occupazione, l'unica occupazio-ne al mondo? Autorizzerà Israele a rimane-re uno Stato al di sopra della legalità?Autorizzerà Israele a continuare a rigettarele risoluzioni dell'Onu e della CorteInternazionale di Giustizia?».Questo appello lanciato da MahmoudAbbas, chiama in causa anche noi. Impegnamoci, non lasciamo scorrere iltempo, il tempo è adesso.

Luisa Morgantini - già vicepresidente del Parlamento europeo

internazionali

arcireport

E soprattutto si è scagliato con una durez-za verbale continuata contro i coloni, laloro aggressività, la loro violenza:«Aggressività e violenza - ha detto AbuMazen - di cui consideriamo responsabile ilgoverno di Israele. Perché se condannia-mo il terrorismo - ha detto - condanniamotutto il terrorismo, compreso il ‘terrorismo diStato’». Abu Mazen ha anche rigettato al mittentel'accusa di unilateralismo, che il governoisraeliano ha usato più volte, riferendosialla richiesta di riconoscimento dello Statodi Palestina decisa dall'OLP. Unilaterali sono le colonie, l'esproprio deiterreni, la costruzione di migliaia di appar-tamenti sulla terra palestinese: tutte politi-che perseguite da Israele. Ha accusato Tel Aviv, insomma, di nonaver rispettato gli impegni presi a Oslo, e di

aver provocato la richiesta da parte deipalestinesi di uno Stato all'Onu.Tornare ai negoziati sarebbe inutile, se noncambiano i parametri, ha detto in sostanzaAbu Mazen. «La crisi è troppo profonda», e i fatti sul ter-reno stanno rendendo impossibile la crea-zione di uno Stato. Dunque, «è troppo, è troppo, è troppo», hachiosato Abu Mazen. Con un'espressioneche richiama il senso di stanchezza e fru-strazione dei popoli arabi in rivolta. E visto che gli arabi stanno avendo la loroprimavera, «è arrivato il tempo che ancheper i palestinesi vi sia la loro primavera».«C'è uno Stato che manca all'appello, eche ha bisogno di essere creato immedia-tamente». Immediatamente su un compro-messo, dice Abu Mazen. Perché lo Stato -sui confini del 4 giugno 1967 e con

Gerusalemme est sua capitale - lo si chie-de sul 22% della cosiddetta ‘Palestina sto-rica’. Si tratta, dice il presidente dell'OLP edell'ANP, di un ‘compromesso storico’, per-ché c'è bisogno di una ‘giustizia relativa’.‘Una giustizia possibile’.Almeno cinque gli applausi, compresoquello per Yasser Arafat e l'altro perMahmoud Darwish. E alla fine, buona parte di chi era seduto adascoltare il discorso, all'Assemblea Gene-rale, si è alzato in piedi, ha applaudito efesteggiato. Segnando, ancora di più, ildiscrimine tra due pezzi di mondo. Quellooccidentale, imbarazzato alle dure sferzatedi Abu Mazen, e l'altro, ben più vasto, cheha già deciso che la Palestina è uno Stato.

Paola Caridi - giornalista e blogger

Il discorso di una vita

‘È tempo per la Palestina di ottenere la propria primavera’

n. 33 27 settembre 2011

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continua dalla prima

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5migranti

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La giornata di mobilitazione contro il razzi-smo e per i diritti dei migranti, rifugiati esfollati si avvicina. Dopo la ratifica avvenu-ta durante il Forum Sociale Mondiale diDakar nel febbraio 2011, quella del 18dicembre è stata assunta come Giornatamondiale di lotta per i diritti dei migranti.L’obiettivo è che il 18 dicembre del 2011 intutti i paesi del mondo migranti, rifugiati esfollati organizzino iniziative in contempo-ranea, ognuno con i propri contenuti speci-fici e le proprie metodologie, affinchè il 18dicembre, data in cui le Nazioni Unite adot-tarono la Convenzione per i diritti dei lavo-ratori migranti e delle loro famiglie, diventinei fatti e non solo sulla carta una giornatadi lotta per i diritti. Oggi gli stati, le potenzeeconomiche e le strutture politiche, spessoestranei alla vita quotidiana delle donne edegli uomini impongono loro, con la forzadella violenza o di leggi ingiuste, le propriescelte arbitrarie: succede con gli infinitiostacoli frapposti alla migrazione dei lavo-ratori e delle loro famiglie e al loro diritto disoggiorno nei paesi in cui decidono diimmigrare. Ciò che unirà ognuna delle atti-vità sarà la volontà di affermare il diritto a

migrare, il diritto a stabilirsi nel luogo che sisceglie e il diritto a non essere costretti adallontanarsi dal proprio territorio. La giornata del 18 dicembre vuole quindiessere uno spazio a disposizione di tuttequelle organizzazioni e reti che quotidiana-mente lottano per i diritti dei migranti, rifu-giati ed sfollati, ma vuole anche contribuirea diffondere a livello mondiale la Cartamondiale per i diritti dei migranti, la cui ver-sione definitiva è stata approvata a Goréeil 4 febbraio 2011. Molte organizzazioni indiversi paesi stanno già costruendo delleiniziative che saranno realizzate nella gior-nata del 18: dallo sciopero al boicottaggio,dalla carovana alla manifestazione, dallafesta alla commemorazione per ricordare imigranti assassinati alle frontiere. Anche il Coordinamento italiano sta pro-grammando le proprie iniziative, e si riuni-rà sabato 1 ottobre a Roma presso la salariunioni di Porta Futuro, in piazza OrazioGiustiniani.Per avere altre informazioni sulla giornatao per aderire si può scrivere all’indirizzoindicato di seguito.Info: [email protected]

L a sera stessa dell'incendio, Lam-pedusa è deserta. In via Roma, la viaprincipale, non c'è quasi nessuno. I

ristoranti non mettono neanche fuori i tavoli,la gente è rimasta chiusa in casa. In paesec'è un'atmosfera nervosa, lo sgomento èmischiato alla rabbia e alla paura. I migran-ti sono in parte nei centri, in parte al camposportivo e al molo commerciale. Tutto per ilmomento è sospeso. Il giorno dopo il sinda-co De Rubeis non si è calmato. Avevadichiarato guerra agli immigrati, e rincara ladose. Definisce i migranti delinquenti einveisce contro il Governo e le forze dell'or-dine che devono ‘caricare’. Ordina al Capodello Stato, il Presidente Napolitano, di“alzare il culo” e di andare a Lampedusa. Lasenatrice Angela Maraventano eletta con laLega Nord gli fa l'eco e aggiunge che lacolpa è delle associazioni e della stampa.Al molo nel frattempo ci sono i tunisini, leforze di polizia, giornalisti e un gruppo dilampedusani inferociti assieme al Sindaco. Le testimonianze e i video che vedremo inseguito sono terribili. Si vede il sindaco cheparla e alcuni uomini del posto che minac-ciano i migranti. Poi la fuga dei tunisini verso

la pompa di benzina. Inizia una sassaiola eda lì la carica della polizia a cui vanno a darman forte gli isolani e gli operatori dellaLampedusa Accoglienza, armati di bastonie spranghe. Molti migranti sono feriti. Ad unragazzo spaccano la testa. Verrà trasporta-to a Palermo in Elisoccorso, in coma. La rabbia popolare si allarga a macchia d'o-lio. La troupe di Sky viene aggredita duevolte, così come altri giornalisti vengonominacciati. Stessa sorte anche per gli attivi-sti delle associazioni. Un attivista franco-canadese era stato aggredito già il giornoprima. Vengono minacciate più persone.Un'associazione leva in fretta e furia gli ade-sivi identificativi dalle proprie macchine. Viene dato fuoco alla macchina del direttoredel centro. Nella notte vengono organizzatedelle ronde. In stridente contraddizione congli eventi di cui siamo testimoni, si celebraproprio in quei giorni la Madonna di PortoSalvo. Il Vescovo di Agrigento e il parrocorichiamano durante l'omelia i propri fedeli aivalori dell'accoglienza e criticano aspra-mente le violenze di quei giorni. Nel frattempo il Ministero degli Interni riescea fare in pochi giorni quello che non aveva

fatto per mesi. In tre giorni porta via tutti imigranti adulti. La maggior parte viene trat-tenuta su tre traghetti che poi verranno par-cheggiati al porto di Palermo. Si parla di rim-patri di 50 tunisini a volta. Iniziano i presidial porto degli attivisti dei diritti umani. Alcunideputati entrano nelle navi e raccontanoche i migranti sono messi in saloni dovepassano anche la notte. Gli sono stati tolti icellulari. Tra di loro c'è una donna e settedichiarano di essere minorenni. Intanto èstato depositato un esposto al tribunale diPalermo dove verrà chiesto di indagare sututta la vicenda e in particolare sulla deten-zione che, non essendo stata convalidatada nessun giudice, è pertanto illegale. Info: [email protected]

Lampedusa-Palermo-Tunisi solo andata

Si preparano le iniziative per il 18 dicembre,giornata di lotta per i diritti dei migranti

L'Italia sono anch'io:il 1 ottobre si firmaSono stati centinaia i cittadini e le cittadineche in poche ore, al gazebo allestito in piaz-za del Pantheon a Roma il 22 settembre,hanno sottoscritto le due proposte di legge diiniziativa popolare promosse dalla campa-gna L'Italia sono anch'io. Molte anche le per-sonalità del mondo della politica e dello spet-tacolo che sono venute a firmare: PierluigiBersani, Fausto Bertinotti, Nichi Vendola,Livia Turco, Paolo Ferrero, Pancho Pardi emolti altri, tra cui l'artista Ascanio Celestinigià protagonista dello spettacolo teatralerealizzato lo scorso anno per l'Arci Il razzi-smo è una brutta storia. La raccolta prose-guirà nei prossimi giorni con tanti appunta-menti locali e nazionali: l'obiettivo è raggiun-gere nei prossimi sei mesi le 50mila firmenecessarie per ciascuna delle due propostedi legge. Banchetti sono stati allestiti lo scor-so 25 settembre alla partenza dei pullmanche portavano i manifestanti alla Marcia Pe-rugia-Assisi. Sabato 1 ottobre i promotorihanno previsto una giornata nazionale diraccolta firme. Banchetti verranno allestiti indecine di città. L'elenco degli appuntamentisarà pubblicato sul sito della Campagna.Info: www.litaliasonoanchio.org

In programma il 1 ottobre al circoloBelleville una cena tunisina con

i migranti arrivati da Lampedusa cheracconteranno la loro esperienza.

Dalle 19 video, testimonianze, cena e a seguire musica

GENOVA

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VENERDÌ 30 SETTEMBREApertura del secondo seminario interregionale di FQTS 2Il Terzo settore nell’agire sociale: Beni comuni e Mezzogiorno

ore 16.00 Saluti istituzionali

Apertura dei lavori: Emma Cavallaro

ore 16.30 contributi di: Francesca ColetiGiuseppe Cotturri

ore 17.30 interventi dei partecipanti

Coordina il dibattito Andrea Volterrani

ore 19.10 Conclude il dibattito Fausto Casini

Il percorso formativo regionale esperienze a confronto: le criticità e le positività

ore 21.00 I Coordinatori Regionali promuovono il dibattito

SABATO 1 OTTOBRELe proposte per il futuroore 8.30 apertura dei lavori: Mauro Giannelli

contributo di: Piero Fantozzi

ore 10.15 Lavori in gruppi interregionali(5 aree di approfondimento)

ore 12.30 termine lavori

Cinque anni con il Sudore 16.00/17.30 Incontro istituzionale per il quinto anniversariodella Fondazione con il Sud.Prevista la presenza del Presidente della Repubblica

DOMENICA 2 OTTOBREBeni comuni, corpi intermedi e cittadinanza attiva

ore 9.00 Apertura dei lavori - Marco Granelli: Il lavoro comune per un rinnovato impegno

ore 9.20 Report dei lavori di Gruppo

ore 10.00 Ne discutono:Giuseppe Guzzetti, Presidente ACRICarlo Borgomeo, Presidente della Fondazione con il Sud Andrea Olivero, Portavoce del Forum del Terzo Settore

Facilitatore: Ugo Ascoli

ore 11.40 Conclusioni di Andrea Olivero

terzosettore

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S i chiude a Napoli il prossimo fine set-timana la seconda edizione del per-corso di formazione del Terzo Settore

meridionale, promosso dal Forum Nazionaledel Terzo Settore insieme alla ConVol eCsvNet e finanziato dalla Fondazione con ilSud. Oltre un anno di seminari, conferenze,dibattiti e sperimentazioni progettuali hannocostituito un'azione comune del terzo settoredel Mezzogiorno per la diffusione di un nuovospirito pubblico e civico, all'insegna di modi disviluppo e convivenza sociale più giusti esostenibili. Le azioni hanno teso a superarela frantumazione e la separazione quotidianadi ciascuna organizzazione nonprofit, stimo-lare reciproci riconoscimenti e una comuneanalisi dei problemi, rafforzando le reti, stabi-

lendo obiettivi intermedi comuni. Sei gruppidi formazione in altrettante Regioni, sotto laresponsabilità di gruppi di pilotaggio e di staffregionali, in maniera originale in ciascunaregione hanno articolato le aree didatticheindicate nel progetto: principio di sussidiarie-tà e missione del terzo settore: caratteristi-che e ruolo dei diversi soggetti, forme di rap-presentanza, strategie di cooperazione e col-laborazione in rete per la governance del ter-ritorio; rendicontazione sociale, responsabili-tà collettive e rapporto con le comunità loca-li: costruzione e manutenzione di relazioni difiducia e reti di solidarietà; strumenti di svi-luppo per il nonprofit e capacità di drenaggiodelle risorse del territorio; bisogni sociali, crisieconomica, nuove povertà (anche culturali)nel meridione d'Italia. In questo contesto si èparlato di sussidiarietà orizzontale, benicomuni, comunicazione tra terzo settore ecomunità, economia solidale e forme di auto-finanziamento. Sullo sfondo l'analisi dellacrisi economica, ma anche la crisi istituzio-nale che continua ad attraversare il Paese. L'esperienza formativa lancia una diversaconsapevolezza 'meridionalista'. Usciti defi-nitivamente tanto dalla stagione del meridio-

nalismo rivendicativo, di denuncia dei tortisubiti dal Meridione nella formazionedell'Unità nazionale, quanto dal secondomeridionalismo, sorretto nel dopoguerra dal-l'intervento pubblico della Cassa del Mez-zogiorno e dei grandi complessi dell'industriadi base pubblica, il 'terzo meridionalismo' diFQTS è consapevole che il Sud deve innan-zitutto puntare su se stesso.Il Terzo settore del Mezzogiorno ha iniziatoad esplorare una possibilità di essere prota-gonista, fronte comune di un nuovo patto disussidiarietà con le istituzioni regionali elocali, massa critica capace di indirizzarepratiche di intervento e cura della comunitàpiù incisive ed efficaci.Così mentre a Napoli si chiude il secondoanno di formazione, già si pensa al prosie-guo: la formazione come leva strategica chemetta a confronto insieme dirigenti del terzosettore, i quadri direttivi degli enti locali, ilmondo produttivo, le organizzazioni degliinteressi, i movimenti che animano le comu-nità locali. La sfida è riprogettare i sistemivolti a tutelare, difendere e promuovere benicomuni e diritti sociali.Info: [email protected]

Si chiude con una sfida il percorso FQTS2: riprogettare i sistemi volti a tutelare i diritti sociali

Per un patto di sussidiarietà tra Terzo settore e istituzioni locali:i beni comuni del Mezzogiorno da salvare, curare e riprodurre

Formazione dei quadri del Terzo settore meridionale (FQTS 2)

Riparte anche quest’anno il Trenodella Memoria, ma senza studentiprovenienti dal Piemonte. Per farpartire un treno da Torino firma supiemontesenzamemoria.net

PIEMONTE

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2° SEMINARIO INTERREGIONALE30 settembre, 1 e 2 ottobre 2011 - Holiday Inn - Centro Direzionale, isola E6 - Napoli

BENI COMUNI, POLITICHE PUBBLICHE E PROTAGONISMO SOCIALE

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7legalitàdemocratica

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La mafia non è un fenomeno che riguardasolamente le regioni del sud d'Italia: oggi lamafia è sempre più un problema nazionalee sovranazionale. Nemmeno la Toscana neè esente, e bisogna avere il coraggio di dis-cutere e denunciare le infiltrazioni mafiosein questo territorio. Da questa premessanasce a Pisa il circolo tematico Legalità egiustizia sociale - Placido Rizzotto, formatoda ragazzi di ritorno dai campi della legalitàe aperto a tutti coloro che, sensibili a questalotta, vogliano partecipare. Il 18 settembrealle 18 si è svolta la prima iniziativa orga-nizzata dal gruppo presso il circolo Arci diVillamagna -Volterra a cui - nonostante unterribile nubifragio - molti 'coraggiosi' hannopartecipato. Tema dell'incontro è stato Il pro-tagonismo dei giovani nella lotta alle mafie eha visto gli interventi dell’eurodeputatoRosario Crocetta, di Maurizio Pascucci,responsabile Legalità Arci Toscana, diCesare Bartaloni di Libera Volterra e diStefania Bozzi del comitato Arci di Pisa. Daun dibattito vivace e intenso sono emersenumerose considerazioni, spunti e riflessio-ni, coronati dalla cena finale preparata daigiovani del circolo di Villamagna con i pro-

dotti delle cooperative corleonesi. StefaniaBozzi ed il presidente del neonato circoloLuca D'Onofrio hanno aperto il pomeriggioricordando i tanti giovani volontari che ognianno spendono qualche giorno della propriaestate nelle cooperative nate in terre dimafia. Una marea sempre più giovane esempre più al femminile, come ha ricordatoStefania Bozzi con una punta d'orgoglio digenere, una marea che non è stagionalema che, al ritorno a casa, incanala le proprieenergie in attività di sostegno e sensibilizza-zione che prende varie forme. Accanto aquello del sindacalista e partigiano corleo-nese, un altro nome - quasi sconosciuto -accompagnerà in questa esperienza il cir-colo dedicato al binomio legalità e giustiziasociale: quello di Giuseppe Letizia, pasto-rello tredicenne testimone dell'omicidio diRizzotto e per questo avvelenato ed uccisoda Michele Navarra, medico e capomafia,mentre si trovava ricoverato all'Ospedaledei Bianchi di Corleone su richiesta delpadre, preoccupatosi per il delirio del figlioche favoleggiava di un assassinio nellanotte…Info: [email protected]

«Settembre, andiamo è tempo dimigrare», il poeta, che tantosimpatico non è, questa volta

ci viene in aiuto per iniziare il racconto diuna nuova tappa (la penultima) del lungoviaggio della Carovana Europea per laLegalità (ECL), il progetto finanziatodall'Unione europea e condotto dall'Arci incollaborazione con numerosi partner italia-ni e stranieri. I carovanieri internazionali, siritrovano, dopo la sosta estiva, a Malta, perun primo bilancio del progetto e per pianifi-care la tappa conclusiva di Bruxelles. I seminari in Italia, i 94 giorni attraversol'Europa occidentale ed i Balcani hannofavorito la costituzione di un gruppo che haimparato a conoscersi, apprezzarsi e, sispera, confondersi nelle reciproche diffe-renze. Il partner maltese, l'associazioneInizjamed di Valletta, è una realtà profon-damente diversa dall'Arci, sicuramentenella sua struttura organizzativa. Si trattadi una piccola realtà che vive (questa èl'impressione epidermica, confermata dairacconti dei suoi membri) un rapporto dialterità rispetto al territorio in cui agisce. L'urbanistica di Valletta, l'affascinante città

fortezza costruita dai Cavalieri di Malta, fapandant con il suo contesto sociopolitico,conservatore e per molti versi chiuso allenovità. Il seminario pomeridiano svoltosipresso l'Università della capitale confermale prime impressioni. Fra gli argomentiaffrontati, quello della criminalità - organiz-zata e non - si staglia sul fondo, quasi sicela a discapito del rapporto fra legalità egiustizia, uno dei temi cari alla Carovanaitaliana. I relatori parlano di differenze digenere, di politiche sociali, di accoglienzaai migranti (Malta è strategica nelle rottedel Mediterraneo). Il seminario è statoarricchito dalla scelta (molto 'Arci', si direb-be) degli intermezzi musicali, che fanno dacorollario alla discussione. La giornata, che nella sessione mattutina èstata aperta dal confronto sulle prospettivefuture di questa rete, conferma l'opportuni-tà di far tappa, l'anno venturo con i furgonidi Carovana, in questa bellissima, e percerti versi, ancora inesplorata isola. Un ulteriore dato positivo si è colto nellascelta, fatta da alcuni componenti dell'as-sociazione maltese, di partecipare nonsolo a diverse tappe della Carovana inter-

nazionale e al campo antimafia di Cor-leone, previsto all'interno del progetto, ma- in un caso addirittura - a coordinare unodei campi italiani dell'Arci. In tutti questi mesi - grazie al progettoeuropeo - le buone pratiche italiane si sonoconfrontate con modelli diversi; bisognaora fare sintesi e provare a 'svecchiare' lalettura delle mafie che spesso viene fattaall'estero, per sperimentare le nostrebuone pratiche. La conclusione, a cui il progetto ECL siavvia con le giornate di Bruxelles, è unabuona occasione per rilanciare l'obiettivo dicostruire l'antimafia sociale europea conta-minando linguaggi e bisogni. Info: [email protected]

A Malta la penultima tappa di ECL. Il confrontocon l’associazione locale Inizjamed

A Pisa nasce il circolo ‘Legalità e giustiziasociale’ dedicato a Rizzotto e Letizia

A Bologna si formanoi volontari dei campiPer il secondo anno si è svolta in EmiliaRomagna una due giorni dedicata ai campidella legalità 2011. Obiettivo: valutare l'espe-rienza e pensare a cosa si può fare durantetutto l'anno nel territorio dove l’Arci vive insie-me a Libera e allo Spi/Cgil.Mentre nel 2010 ci si è incontrati a MilanoMarittima in campeggio, questa volta l'ap-puntamento del 17 e 18 settembre è statoospitato dal comitato di Bologna. L'incontro èun punto di arrivo e di partenza allo stessotempo. Infatti Arci Emilia Romagna lo ha pro-mosso da una parte per rendere l'esperien-za dei campi il primo passo per un impegnoduraturo e soddisfacente (e possibilmenteassociativo) dei partecipanti; dall'altra permigliorare l'esperienza in sé. La conduzionedella due giorni a cura di MariagiovannaItalia, Presidente Arci Catania e componentedell'area nazionale Legalità, è parte inte-grante del progetto stesso. Il metodo parteci-pativo permette ai giovani volontari, ai coor-dinatori (volontari Arci) e ai volontari dello Spidi sentirsi pienamente inseriti in un processoe quindi spronati a proseguire un camminoinsieme: uniti c'è più senso.Info: [email protected]

Il 30 settembre scade il bandoGiovani reporter contro l’usura.

Parole, immagini, legalità. I vincitorisaranno premiati durante il No usura

day 2011 a Palazzo Valentini

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Il 22 e 23 settembre si è svolta a Roma laConferenza nazionale degli Assessori allacultura e al turismo promossa, come ognianno, da Federculture, Anci (AssociazioneNazionale Comuni Italiani), Upi (Unionedelle Province Italiane), Conferenza delleRegioni e Lega Autonomie. Un appunta-mento molto importante per fare il puntosulla gravità della crisi che sta mettendo inginocchio anche le amministrazioni locali. Il titolo dell'incontro Le città della culturarimanda subito alla tesi principale che fa dasfondo ai lavori della conferenza: la culturaè volano di sviluppo e di coesione socialedelle città. Centinaia di amministratori loca-li hanno ascoltato la relazioni di AndreaRanieri, responsabile cultura dell'Anci eAssessore alla cultura del Comune diGenova, e di Roberto Grossi, Presidente diFederculture, che hanno messo in eviden-za l'estrema difficoltà di tutto il settore delleattività e dei beni culturali, così come dellascuola e dell'università. Oltre a chiedere diinvestire maggiormente per sostenere que-sti settori, i promotori dell'incontro sollecita-no riforme concrete. La prima: togliere allaPresidenza del Consiglio la gestione dell'8

per mille che riguarda la tutela dei beni cul-turali e affidare i fondi al Ministero dei BeniCulturali che con accordi con le Regionipotrà sostenere le politiche culturali territo-riali. La seconda: utilizzare l'attivo del fondoindiviso dell'Enpals per costituire un siste-ma di welfare per i lavoratori precari dellospettacolo. Terzo: aumentare la possibilitàche i privati sostengano i beni e le attivitàculturali attraverso un rafforzamento dellededuzioni fiscali. Quarto: trovare gli stru-menti per modificare la riforma federalistaaggiungendo tra le ‘prestazioni essenziali’che devono essere garantite ai cittadinianche l'accesso alla cultura e al sapere.Nella mattinata del 24 settembre si sonosvolti incontri tematici di confronto tra politi-che territoriali e di proposta di nuovi stru-menti per rafforzare il settore culturale.Si è parlato di partnership tra pubblico e pri-vato, di qualità dell'offerta turistica, di valo-rizzazione del patrimonio culturale per ilrilancio dei territori, del welfare della cultu-ra. Assordante l'assenza del Ministro e deisottosegretari competenti. Neppure un tele-gramma.Info: [email protected]

cultura

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P arole come gioco, come ponte traculture, come confronto. Questi gliingredienti dei tre giorni di Leggimi

forte! Incontri seminariali e di sperimenta-zione sulla lettura e la letteratura che sisvolgerà a Lecco dal 3 al 5 ottobre all'inter-no del festival Immagimondo. Sei giovaniscrittori e autori sono stati selezionati perpartecipare gratuitamente ai momenti for-mativi che saranno condotti, tra gli altri,dalla scrittrice somala Kaha MohamedAden e da Barbara Pumhoesel della rivistaEl Ghibli. Non mancheranno gli appunta-menti aperti al pubblico come gli aperitiviletterari, il 4 ottobre alle 18 al circolo ArciBellavista di Civate o l'E-book dj set, il 4ottobre alle 20 sempre al circolo Arci

Bellavista di Civate. Si inizia il 3 ottobre alle10 nel centro cittadino di Lecco con la libe-razione di libri in diverse zone della città. Ipassanti saranno invitati a prendere con séun libro, a leggerlo e poi a liberarlo a lorovolta. Tutte le pubblicazioni saranno sceltein base al tema del dialogo interculturale. Siprosegue alle 18 nel circolo Arci Promessisposi di Lecco con la presentazione deilavori selezionati dalla giuria della Biennaledei Giovani Artisti del Mediterraneo (Bjcem)all'interno della sezione letteratura. Alle 20,sempre al circolo Arci Promessi sposi, ini-zierà il workshop letterario Frammenti dicittà con la partecipazione di GessicaFrancocarlevero scrittrice della ScuolaHolden e Barbara Pumhoesel, scrittrice ecollaboratrice della rivista letteraria ElGhibli. Il 4 ottobre l'appuntamento è alle 10al circolo Arci Bellavista di Civate con l'in-contro dal titolo Dialogo tra culture chevedrà la partecipazione della scrittricesomala Kaha Mohamed Aden che alle 18,sempre al Bellavista, presenterà il suo ulti-mo libro dal titolo Fra-intendimenti. Nelpomeriggio un altro incontro del workshopFrammenti di città con Barbara Pumhoesel

e Vladimir Mastrogiacomo dell'associazio-ne Altera di Torino. Alle 20 il circolo ArciBellavista ospiterà un aperitivo allietato daun E-book dj set, una sperimentazione tramusica e letteratura. Il 5 ottobre dalle 10alle 13 l'ultima parte del workshopFrammenti di città al circolo Arci La loco-motiva di Osnago, in cui i sei selezionatipartecipanti si cimenteranno nella descri-zione poetica di una città che non c'è. Iltesto così composto sarà presentato inoccasione della Biennale dei Giovani Artistidell'Europa e del Mediterraneo. L'iniziativa,che si svolgerà in diversi luoghi della citta-dina sul lago di Como, è promossa da ArciNazionale, Arci Roma, Arci Forte Fanfulla,Arci Lecco, Arci Torino, Arci Bellavista, ArciLa locomotiva, Arci Promessi Sposi, con ilsostegno di Cepell (Centro per il libro e lalettura) e in collaborazione con BJCEM,Casamemoire, El Ghibli, Ligue deL'Enseignement, Lire et faire Lire, Associa-zione Altera, Associazione Les Culturesonlus. Per informazioni su Leggimi forte esul progetto Arci Book - Babylon è possibi-le consultare il sito riportato di seguito.Info: www.arcibook.it

A Lecco ‘Leggimi forte!’, incontri seminariali di sperimentazione sulla lettura e la letteratura

A Roma ‘Le città della cultura’, appuntamentosui temi dello sviluppo economico e sociale

Ddl intercettazionisit-in di protestaGiovedì 29 settembre, dalle 15 alle 18, tuttia piazza del Pantheon a Roma. La manife-stazione, promossa dal Comitato per lalibertà e il diritto all'informazione, alla cultu-ra e allo spettacolo, si propone di respinge-re il nuovo tentativo del governo di imbava-gliare l'informazione con una legge sulleintercettazioni. Il 29, infatti, il governo siappresterebbe a ripresentare il testo deldisegno di legge in aula. Decine di associa-zioni, movimenti, sindacati e la Fnsi saran-no di nuovo in piazza per fermare questoennesimo attacco alla democrazia e allaCostituzione. Dopo piazza del Pantheon, ilComitato è deciso a riempire molte altrepiazze italiane per sconfiggere ancora unavolta il tentativo di impedire una correttainformazione. Infatti, puntualmente collega-ta ad un nuovo scandalo che investe la vitapubblica, e in particolare il Presidente delConsiglio, torna in primo piano la presuntanecessità di una stretta sull'informazione.L'Italia dei referendum che ha bocciato illegittimo impedimento, l'Italia che si è mobi-litata per la difesa dei diritti, della dignitàdelle donne, dei beni comuni, non permet-terà questo nuovo furto di democrazia.

Il 25 settembre é scomparso a RomaItalo Natale, papà di Roberto Natale,presidente della Federazione nazionale della stampa italiana. L’Arci si stringe a Roberto e ai suoifamiliari in questo momento di dolore

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I n Italia da molti anni a questa parte si èassistito al notevole ridimensionamentodelle notizie di politica internazionale nei

telegiornali e sulla carta stampata. Le ragio-ni sono diverse, ed afferiscono a problemati-che di organizzazione interna dei tg e deiquotidiani nazionali, che hanno ridotto sem-pre più il numero dei loro inviati sul campo,ed all'idea diffusa che al pubblico interessinodi più le questioni interne al paese piuttostoche ciò che accade all'estero. L'impressionegenerale è, in ogni caso, quella che occu-parsi di politica estera non sia importante,che non ci riguardi e non influisca su ciò cheaccade a casa nostra. La mancanza di noti-zie dal mondo, salvo quelle provenienti dagliStati Uniti o da qualche guerra in cui i nostrisoldati sono impegnati, oltre a generare econsolidare un certo livello di ignoranza dif-fusa, contribuisce ad alimentare, in un'ampiafascia della popolazione italiana, la convin-zione che là fuori ci siano i barbari invasori eche il proprio orto, grande o piccolo che sia,vada difeso a spada tratta, anche a costo dicalpestare diritti umani e civili altrui.L'assenza di una visione complessiva in unmondo globalizzato è un paradosso, ma lanostra politica non perde l'occasione di ricor-darci che ‘l'invasione è alle porte’, alimen-tando così le paure di ciascuno di noi, spe-cie in momento di crisi economica comequello attuale. Eppure, il panorama appenadescritto, su cui rimane concentrata l'atten-

zione dei media, non è l'unico. Parallelamente, e in maniera sempre più evi-dente, il nostro paese si sta risvegliando. Unmoto d'orgoglio sta spingendo molti giovani,ma non solo loro, a muoversi, organizzarsi,discutere e rivendicare un paese migliore.Così, nonostante continui ad esserci uncono d'ombra nella diffusione delle informa-zioni di carattere internazionale nei quotidia-ni e nei tg più seguiti, chi sceglie di conosce-re e comprendere cosa accade oltremaretrova strumenti diversi, la rete, i giornali stra-nieri (per chi conosce altre lingue) e la rivistaInternazionale. Quest'ultima in grado di rac-chiudere in sé una buona scelta dei primidue. Oggi è innegabile che Internazionalesia e rappresenti anche una community dipersone che ogni settimana si dannoappuntamento in edicola o sul web per sco-prire cosa c'è di nuovo, dalla copertina agliapprofondimenti, dall'oroscopo alle pagineculturali. È la 'Generazione Internazionale',fatta di donne e uomini, di cui moltissimi gio-vani, che all'omologazione contrappongonoforti anticorpi culturali e che, anche quest'an-no, per il quinto anno, si incontreranno alFestival di Internazionale per dimostrare cheun'altra Italia esiste e che il clima di emer-genza culturale ed etica che stiamo vivendopuò essere affrontato.Sentiamo tutti il bisogno di contribuire a farcrescere una consapevolezza comuneverso ciò che ci circonda, come paese e

come persone, che produca responsabilitàcollettiva e oltrepassi i campanilismi e l'e-stremismo identitario.Dal 30 settembre al 2 ottobre, il Festivalospiterà giornalisti e bloggers, rappresentan-ti di numerose testate giornalistiche, concer-ti e spettacoli teatrali, presentazioni lettera-rie, proiezioni di documentari inediti, mostre,workshop e molto altro ancora. Così tutto è pronto per l'arrivo di migliaia dipersone che potranno partecipare alle inizia-tive, anche grazie all'allestimento di grandischermi ed alle trasmissioni e traduzioni indiretta degli incontri programmati nelle quat-tro piazze, nelle sette sale e naturalmentenella libreria e presso la caffetteria delFestival. Come nelle precedenti edizioni glispazi saranno completamente accessibili el'ingresso gratuito, ci saranno iniziative colla-terali per offrire una finestra su numerosiprogetti culturali e la vivacità di Ferrara cittàPatrimonio Unesco dell'Umanità.Info: [email protected]

Generazione Internazionale

Dal 30 settembre al 2 ottobre si svolgeil Festival Teatroltre, rassegna

di teatro dedicata a bambini, ragazzi e famiglie organizzata da Teatrop

di Lamezia Terme in collaborazioneanche con l’Arci territoriale

LAMEZIA TERME

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Banca Popolare Etica e Arci al Festival di Internazionale a Ferrara

L a crisi finanziaria esplosa nel 2008 eriacutizzatasi nelle ultime settimaneha messo sotto gli occhi di tutti le con-

seguenze concrete provocate da una finan-za che sempre meno serve a reperire risorseper l'economia reale ed è sempre più deditaad attività altamente speculative che hanno ilsolo obiettivo di assicurare profitti elevati apochissime persone nel minor tempo possi-bile. A tre anni da questa presa di coscienza col-lettiva, però, poco è cambiato sul piano delleregole internazionali e le ‘cattive abitudini’degli speculatori sono tornate routine.Eppure, lentamente, lontano dai riflettori, sisviluppano modelli di finanza alternativa eattenta al bene comune. Sempre più cittadiniguardano alla finanza etica come a una solu-zione per le proprie esigenze finanziarie nelrispetto della sostenibilità sociale e ambien-tale. Tredici ‘banche etiche’ di diversi Paesiaderenti al network Global Alliance forBanking on Values (tra cui per l'Italia, Banca

Popolare Etica) gestiscono assets che supe-rano i 10 miliardi di dollari; nell'insieme que-sti 13 istituti di credito dediti alla sostenibilitàservono oltre 7 milioni di clienti in più di 20Paesi. Una ricerca recentemente pubblicatadall'associazione dei forum europei per lafinanza sostenibile, Eurosif, ha evidenziatoun +87% negli ultimi due anni per i patrimoniinvestiti nel Vecchio Continente secondo cri-teri di responsabilità sociale e ambientale. Dunque, la finanza etica in tutto il mondo e inparticolare in Europa sembra destinata adiventare qualche cosa di più che una sem-plice utopia. I consumatori che sempre piùspesso scelgono prodotti del commercioequo e solidale o selezionano le aziende piùattente alla responsabilità sociale e ambien-tale, iniziano a cercare etica e trasparenzaanche nei prodotti finanziari. La finanza eticanon potrà sostituire integralmente la finanzatradizionale, ma quanto è in grado di conta-giarla nelle buone pratiche? Qual è l'impattodella finanza speculativa sul benessere glo-

bale del pianeta e delle persone? E qualisono le risposte alternative proposte dallafinanza etica? Dalla giustizia fiscale (no aiparadisi fiscali, si alla tassa sulle speculazio-ni finanziarie) alla valutazione sociale deiprogetti da finanziare. Quale il ruolo deimedia? Se il potere oggi è gestito da lobbiesfinanziarie più che della politica la stampadeve diventare ‘watchdog’ della finanza? Epuò contribuire a far crescere il grado di edu-cazione finanziaria dei cittadini, solitamentepiuttosto basso? Sono queste alcune delledomande a cui l'incontro cercherà di dareuna risposta.Relatori: Susan George, politologa e attivistafranco-americana. È tra i massimi esperti digiustizia sociale; Ugo Biggeri, PresidenteBanca popolare Etica ed Etica sgr; PeruSasia, Direttore di Fiare- Fondazione spa-gnola per l'investimento e il risparmio respon-sabile; James Nieven, Global Alliance forBanking on Values and Triodos Bank CEO.Modera: Alessandro Lubello - Internazionale.

Oltre la crisi internazionale: le proposte della finanza eticaDomenica 2 ottobre 2011, ore 12 - Castello Estense, Sala dei Comuni

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S ono stati proclamati domenica 25settembre a Padova, in occasionedella Festa provinciale del volonta-

riato e della solidarietà, i vincitori delPremio Impatto Zero!, promosso da ArciPadova insieme all’Assessorato all'am-biente del Comune di Padova, all'internodel progetto AmbientAzioni, per valorizza-re le buone pratiche amiche dell'ambienteesistenti sul territorio padovano e insiemeper diffondere la cultura della sostenibilità.Tre le categorie premiate: va a FaberLibertatis il premio Associazioni, cooperati-ve e terzo settore per un progetto cherecupera e riutilizza materiale informaticoallo scopo di ridurre il gap tecnologico alivello locale e internazionale. Ad aggiudi-

carsi il premio Cittadini è AlessandroValmachino, che ha ideato un portale gra-tuito (terredascavo.it) per incentivare ilrecupero e il riutilizzo delle terre e rocce dascavo prodotte nei cantieri. Infine il premioEco-originalità è assegnato a La MenteComune per l'organizzazione di laboratoriin cui si insegna a realizzare oggetti diarredo utilizzando materiali e colori di recu-pero. Numerose le menzioni speciali, tra leassociazioni e le realtà del terzo settore treper esperienze di agricoltura sostenibile:gli orti sociali e l'orto antico, realizzati inun'area dismessa della zona industriale dalcircolo di campagna Il presidio; l'orto diAlba della cooperativa Alba SolidarietàSociale che ha come obiettivo l'inserimen-to lavorativo di persone in difficoltà; il pro-getto Fuori di campo del gruppo Polis, checoniuga agricoltura biologica e inserimentolavorativo di persone svantaggiate alla dif-fusione di un’ ’AgriCultura’, per valorizzarei prodotti territorio, il mangiare sano e ilrispetto dell'ambiente. Ben 28 le candidature per questa primaedizione del concorso, giunte addirittura daTorino, Napoli, Trieste e Brescia, e perciò

escluse per regolamento (erano ammessisolo cittadini e realtà della provincia pado-vana): un'attenzione e un consenso chepreludono, per la prossima edizione, aun'apertura del premio al livello nazionale.A valutare le candidature una commissionecostituita ad hoc, che ha considerato inparticolar modo l'impatto ambientale e lasostenibilità delle azioni e delle prassi pro-poste; la loro efficacia in termini di promo-zione di una cultura della sostenibilità, dimiglioramento della qualità della vita socia-le, di attenzione alle pari opportunità e aiprincipi della solidarietà; l'impegno com-plessivamente necessario per mettere inpratica le prassi; la potenziale loro 'espor-tabilità' ad altre realtà del territorio; infine,l'originalità e la creatività della propostacandidata.In linea con gli obiettivi, il Premio ImpattoZero! è davvero a ‘impatto zero’: ArciPadova ha aderito al progetto di LifeGate(partner dell'iniziativa) calcolando, riducen-do e compensando le emissioni di CO2generate dalle attività legate all'iniziativatramite la creazione e tutela di 2475 metriquadri di foresta in crescita in Costa Rica.

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Proclamati i vincitori del Premio Impatto Zero!concorso di Arci Padova sulle buone pratiche

Per la rassegna di teatro, musica earte Adotta la cultura, in programmaal circolo Mis(s)kappa il 28 settembrealle 19 Così mangiò Zarathustra, alteriflessioni sulla piccola gastronomia

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n. 33 27 settembre 2011

Proiezioni all’Arci MovieNAPOLI - Per la prima volta ilFestival di Venezia sbarca a Napolicon alcuni dei migliori film e degli

autori protagonisti della recenteMostra Internazionale del Cinema.All'interno della rassegna Il cinemaesteso, promossa dall'Assessoratoalla cultura e al turismo del Comune diNapoli, si inseriscono due appunta-menti in programma al circolo ArciMovie di Ponticelli. Il 2 ottobre alle 19sarà proiettato Terraferma di Ema-nuele Crialese, il 6 ottobre alle 21Cose dell’altro mondo di FrancescoPatierno. Ingresso gratuito.Info: www.arcimovie.it

Presentazione di Svastica verdeVARESE - In programma il 30 settem-bre alle 21 il primo dei due incontriLibri per pensare, che vedrà protago-nisti Walter Peruzzi e GianlucaPaciucci, autori di Svastica verde: Illato oscuro del Va' pensiero leghista,edito da Editori Riuniti. L'iniziativa sisvolgerà al Salone Claudio Macchi divia De Cristoforis 5 ed è organizzatadall'Arci con i circoli varesini Albatrose Albero di Antonia, dalla cooperativa

Coopuf e dalla Cgil. Modera AndreaGiacometti di Varese Report. Ingressolibero.Info: [email protected]

Serata di poesiaMILANO - Primo appuntamento dellarassegna I giovedì di Turro con laserata di poesia con Paul Polansky,organizzata dall'associazione La Con-ta in collaborazione con Mahalla Rome Sinti da tutto il mondo e con il circoloArci Martiri di Turro. L’incontro si terrà il29 settembre alle 21 presso il circoloMartiri; Paul Polansky presenteràalcune delle sue poesie tratte dalleraccolte Living through it twice, TheRiver killed my brother, Not a refugee,che descrivono le persecuzioni dallepopolazioni Rom in Europa. Ingressogratuito con tessera Arci.Info: www.arcimilano.it

L’arte in rosa in cittàLA SPEZIA - L’arte in rosa invade lacittà: in programma dal 29 settembreal 2 ottobre mostre, performance,installazioni, dj set, concerti, proiezio-ni di corto e lungometraggi… tuttorigorosamente declinato al femminile.

Un piccolo festival ricco di eventi idea-to da Cristiana Suriani aka MissKitschcon la collaborazione dei circoli ArciBtomic, La Skaletta, Origami, Shake ealtre associazioni territoriali. Scopo delfestival è invitare ad interrogarsi sullequestioni legate all'identità femminilee al ruolo della donna nella nostrasocietà. L'esaltazione della creativitàcome aspetto caratterizzante dellafemminilità vuole essere punto di par-tenza per una riflessione sulla possibi-lità di contrastare la logica delle discri-minazioni di genere partendo innanzi-tutto dall'individuazione della propriaspecificità.Info: [email protected]

Villanova in cortoRAVENNA - Si svolge dal 30 settem-bre al 2 ottobre la quinta edizione diVillanova in corto, festival di cortome-traggi promosso dal circolo Casa-blanca di Villanova di Bagnacavallo.Nelle serate di venerdì e sabatosaranno proiettati i 28 cortometraggifinalisti che gareggeranno per le tresezioni del Festival: Alta tensione (hor-ror, thriller, giallo e azione), Correntealternativa (comico, trash e demenzia-

le) e Ricezione libera (sperimentale).Nel pomeriggio di domenica si terran-no, al Teatro Goldoni di Bagnacavallo,le premiazioni, alla presenzadell’Assessore alle politiche culturaliNello Ferrieri.Info: www.casablanca.altervista.org

7 anni in Tressett!GIOVINAZZO (BA) - 7 anni inTressett! Il 1 ottobre si festeggiano isette anni di vita del circolo Tressett,sette anni di musica, arte, cinema, cul-tura, impegno, socialità e aggregazio-ne da celebrare, ricordare e prenderecome punto di partenza per i prossimianni di vita del circolo. In programmala musica di K-Ant Mc & The last boh,Zio Felp, Uncle George & friends e illive painting a cura di Magentart insie-me a Mario Red, Mk, Vent, Phaber.Info: [email protected]

Cineforum a LegnagoLEGNAGO - Continua il cineforumlegnaghese con la proiezione de Il di-scorso del re di Tom Hooper, in pro-gramma dal 27 al 29 settembre pres-so il Cinecentrum. Ingresso 5.50 euro.Info: [email protected]

Notizie Brevi

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C anzone d'autore, divertimento,ritmo e teatro per la nuova stagio-ne del Fuori orario di Taneto di

Gattatico (Reggio Emilia), che inaugura il 1ottobre con un calendario di appuntamentiricchissimo e ospiti del calibro di FrancescoDe Gregori, Marco Travaglio e IsabellaFerrari. Ogni venerdì e sabato, aperturaalle 20 per gli aperitivi gratuiti fino alle 21 einizio degli spettacoli alle 22. Ogni mercole-dì alle 20.30 le cene-incontri dedicate aimportanti temi e ospiti, come quella in pro-gramma il 5 ottobre Ma a Parma cosa suc-cede?, che vede tra gli altri gli interventidello scrittore Paolo Nori, del giornalistaMaurizio Chierici, del regista Gigi Dall'Aglio.Si comincia con gli Asilo Republic e il lorotributo a Vasco Rossi, sabato 1 ottobre;venerdì 7 doppio concerto all'insegna delrap: in apertura il giovanissimo Fedez e aseguire Guè Pequeno, membro dei ClubDogo, che porta sul palco il suo freschissi-mo disco Il ragazzo d'oro. Sabato 8 va inscena lo show di Francesco De Gregori,terza data (su 11 in tutta Italia) del suonuovo tour nei maggiori club italiani, con il

meglio del repertorio. Un graditissimo ritor-no al Fuori Orario, stavolta reduce dal con-senso ottenuto con la tournée Work in pro-gress assieme a Lucio Dalla, per oltre unanno su e giù per l'Italia. Venerdì 14 toccaal tributo a Ligabue delle Schegge sparse,sabato 15 si balla con i DiscoInferno, spe-cializzati in hit discomusic anni ‘70 e ‘80 eforti di due recenti 'acquisti' nel loro organi-co, Corinne Marchini alla voce e StefanoLori alla batteria. Venerdì 21 è la serata diuna novità assoluta che farà parlare di sé: ilconcerto della band spagnola La Pegatina,fautrice di una patchanka irresistibile, riferi-mento per la musica mestiza di Barcellona. Sabato 22 l'attrice Isabella Ferrari e il gior-nalista Marco Travaglio presentano lo spet-tacolo teatrale Anestesia totale. Il primospettacolo (poco spettacolare) del dopo-B.,che mette a nudo il conformismo e l'incapa-cità degli italiani di indignarsi ancora di fron-te ai fatti politici del nostro Paese. Travaglioe Isabella Ferrari, impegnata a leggerealcune riflessioni di Indro Montanelli, offro-no un valido antidoto contro i sintomi diquesta anestesia pervasiva e un energico

input per risvegliare la coscienza deglispettatori. E ancora, Achtung Babies,Hura Khan & Tueich Band che introduconoGrido, rapper dei Gemelli DiVersi, ThePsychedelic Furs per la Festa diHalloween. Tra gli ospiti delle cene del mer-coledì, Claudio Fava, giornalista e coordi-natore nazionale di Sinistra Ecologia eLibertà, che il 19 ottobre presenta il suo ulti-mo libro Teresa, mentre il 26 AntonioIngroia, procuratore aggiunto a Palermo,parla del suo libro Nel labirinto degli dèi.Storie di mafia e di antimafia, da Falcone aoggi. E già tanti nomi in programma per ilmese di novembre: Massimo Bubola,Casino Royale e Dente.Info: www.arcifuori.it

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Tutto pronto per la nuova stagione del Fuori OrarioDe Gregori, Travaglio e Isabella Ferrari tra gli ospiti

Ultimo appuntamento con Costituzione tour, presentazione

del volume Le parole dellaCostituzione promosso dall’Arci di

Treviso. Appuntamento il 30 settembrealle 21 presso il cinema teatro Aurora

TREVISO

notizieflash

La bellezza salverà il mondoIn occasione del compleanno, il 2 ottobre1950, di Charlie Brown e di Linus, perso-naggi dei fumetti inventati da CharlesSchultz, l’Arci Puglia lancia l’iniziativa Labellezza salverà il mondo. In un momento in cui il tempo attuale è tra-volto da cattiveria, abuso e vergogna, in cuiregna la volgarità nelle stanze del potere ela televisione è madrina di ‘battesimo delleviltà’ per milioni di menti, esiste ancoraqualcosa dinanzi a cui inebriarsi: l’arte. Da qui, l’invito a compiere un atto ‘rivoluzio-nario’: distribuire poesia. I soci dei circolisono invitati a incontrarsi per leggere e sce-gliere una poesia che, il 2 e 3 ottobre, dovràessere distribuita e diffusa nelle piazzedella propria città. In questo modo, ogni cir-colo racconterà la sua idea di bellezzaattraverso la poesia. Chi lavora può portarecon sè copie della poesia e lasciarle ascuola, in ufficio, sulla scrivania dei colleghio attaccarle in ascensore. La testimonianza con foto o video delle‘azioni di bellezza’ possono essere inviatevia email all’indirizzo di seguito con oggetto‘charlie brown’. Info: [email protected]

Arci Solidarietà a Strasburgo per azioni concrete per l’inclusione sociale dei romNel 2010 il Segretario Generale del Consigliod'Europa ha convocato un meeting internazio-nale per discutere e predisporre azioni con-crete per l'inclusione delle comunità rom pre-senti in Europa, al termine del quale è stata re-datta la Dichiarazione di Strasburgo in cuiviene sancito che la responsabilità di promuo-vere l'inclusione dei rom non è solo dei gover-ni degli Stati Membri del Consiglio d'Europa,ma soprattutto delle autorità locali e regionalidi ogni Stato. Con questo presupposto, ilCongresso delle autorità locali e regionali delConsiglio d'Europa ha organizzato il Summitdei sindaci, a cui ha partecipato una delega-

zione di Arci Solidarietà onlus, con l'obiettivo diricalibrare azioni concrete a livello locale perl'inclusione sociale dei rom. Risultato è laDichiarazione finale di Strasburgo, approvatadall'assemblea dei partecipanti il 22 settembre2011, in cui i rappresentati regionali e localieuropei, le organizzazioni rom, i rappresen-tanti della società civile e le istituzioni europeeriaffermano la necessità di politiche locali diinclusione e partecipazione alla vita civile epolitica dei rom in Europa. La Dichiarazioneribadisce l'importanza della figura del mediato-re interculturale come figura chiave per l'attua-zione dei processi di inclusione.

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n. 33 27 settembre 2011

C’è tempo fino al 30 settembre per iscri-versi ai corsi formativi proposti dal circoloL’isola che c’è di Verona. Al consueto progetto di cultura enogastro-nomica Presi per la gola e al corso praticodi cucina base Tra memoria, tradizione ecreatività si affianca il corso base diDegustazione ed avvicinamento al vino, acui si aggiungono due serate di approfon-dimento dedicate a Vini, profumi e sapori

della nostra terra...i vini bianchi. Ancora, siripropone il tradizionale appuntamento conil Taglio e cucito e si aggiunge un brevecorso di Piccole riparazioni. E per conclu-dere, è possibile sperimentarsi con l’artedella fotografia e quella più ‘naturalistica’del giardinaggio. Programmi e dettagli diogni corso sono sul sito del circolo riporta-to di seguito. Info: www.arci-lisolachece.it

Corsi per tutti i gusti a L’isola che c’è

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«A nche la Breda faceva rumorema la Breda produceva» è unadelle tante obiezioni fatte dal

cittadino di Sesto San Giovanni nostalgicodella Società italiana Breda per costruzionimeccaniche, sulle cui ceneri oggi si 'costrui-sce' la stagione estiva del Carroponte.Siamo nel cuore del parco archeologicoindustriale di Sesto e l'incontro virtuoso traComune e Arci Milano ha portato alla valo-rizzazione di quel parco attraverso la messaa punto di un progetto di intrattenimento cul-turale e sociale che a piccoli passi staentrando nell'immaginario dei cittadini dell'a-rea metropolitana. «Anche voi producete»concludeva il cittadino alludendo alla capa-cità di far gravitare intorno ad un polo di pro-duzione culturale anche forze creative eorganizzative, dinamiche e capacità impren-ditoriali, in una parola economia. In effetti èvero, in Italia ci fa un po' 'schifo' legare ilconcetto di cultura a quello di economia. Lodicono bene Silvia Tarassi, dottoranda inculture della comunicazione e il consiglierecomunale di Milano Luca Gibillini. Due degliintervenuti all'assemblea pubblica organiz-zata il 25 settembre scorso al Carroponte

per tirare le somme sulla stagione e torna-re a discutere di spazi destinati o meno allacultura, all'aggregazione, alla socialità. AMilano se ne parla da tempo ma neanche laspinta propulsiva della scorsa campagnaelettorale è riuscita a scompaginare vecchischemi e stereotipi e aprire ad una fasenuova di riflessione su spazi e cultura, sumusica e rumore, su chi la notte dorme e suchi si diverte. Domenica scorsa si sono ritro-vati a un tavolo attori istituzionali di Sesto edi Milano, attori della promozione culturaledella città, partner del progetto e ‘vicini dicasa’. Perché la riuscita del progetto è statail frutto di un lavoro meticoloso e faticosofatto sul e con il territorio: mediazioni con gliabitanti di zona, collaborazioni con i sogget-ti economici e i promotori culturali del luogo.Non sono mancate le raccolte di firme, leproteste, o le apprensioni sul proprio futuroda parte di chi stava nelle immediate vici-nanze dell'arena Carroponte, come chigestisce lo Spazio Mil e il ristorante Il Maglio.Il lavoro della politica lo inquadra beneMonica Chittò, Assessore alla cultura diSesto: «mettere a disposizione gli spazi ecederli a chi fa cultura e può farli vivere».

Non manca la contraddizione insita nel set-tore della musica dal vivo in particolare,«risorsa di coesione sociale ma ancheambito da regolamentare» dice la Tarassiche cita alcuni esempi di come all'estero si èsciolta questa contraddizione. Qui nonbastano le disposizioni emergenzialiassunte fino ad oggi come ricorda Gibillini,ma riflessioni strutturali che superino ladistinzione troppo spesso lesiva tra produ-zione culturale e aggregazione. Le possibi-li soluzioni devono trovare ragion d'esserenel territorio in cui sono pensate. E in meri-to a questo la Chittò lancia l'invito, cheTommaso Sacchi dell'Assessorato alla cul-tura di Milano coglie, a essere sinergicilavorando nella direzione di una politicache non si sostituisce e non ostruisce mafa da 'subsidium' a quelle realtà seppurframmentate che propongono offerte cultu-rali e aggregative. Info: [email protected]

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Assemblea al Carroponte per discutere degli spazidestinati a cultura, aggregazione, socialità

Hanno collaborato a questo numeroRoberta Cappelli, Paola Caridi, AlessandroCobianchi, Francesca Coleti, Mariangela De Blasi,Enzo Di Rienzo, Michela Faccioli, MartaGiacometti, Manuela Longo, Paolo Marcolini,Francesca Materozzi, Luisa Morgantini, Franco Uda

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - RomaCristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n. 33 27 settembre 2011

Cultura... scontatai tanti vantaggi di avere in tasca la tessera Arci

Cities of New YorkROMA - Centrale Montemarini, via Ostiense106, fino al 9 ottobre. Per il decimo anniver-sario dell’attacco alle Twin Towers, il progettoprevede l’esposizione di fotografie e video-installazioni di artisti che hanno lavorato negliultimi anni a New York cogliendo gli aspetti piùoriginali della vita quotidiana nella grandemetropoli. Foto storiche e due pilastri in legnosimboleggianti le torri gemelle saranno espo-sti negli ambienti della sala Macchine.Info: 06.0608

Meet DesignROMA - Mercati di Traiano, fino al 14 otto-bre. Il gruppo RCS lancia Meet Design, unainnovativa piattaforma multicanale che hacome obiettivo primario la divulgazione deldesign italiano attraverso iniziative di ampiorespiro rivolte al consumatore finale. Nascecosì un contenitore di idee e di attività ingrado di veicolare tutti i valori concettuali,progettuali, creativi e produttivi del settoreper mostrare, a un pubblico allargato, i prota-gonisti della cultura italiana dell'abitare.Info: www.meetdesign.it

Lungo i fiumi di BabiloniaROMA - Museo di Scultura Antica GiovanniBarracco, fino al 9 ottobre. L’opera Lungo ifiumi di Babilonia, installazione dell’artistaChiara Castria, trae ispirazione da un rilievoassiro del VII secolo a.C. proveniente dalPalazzo di Assurbanipal a Ninive. Lo spiritodei luoghi e dei tempi che evoca reminiscenzeda favola è riproposto nelle sue note dolentirappresentate dalla deportazione di un grup-po di prigioniere babilonesi.Info: www.chiaracastria.it

Panini 1961-2011. Una storia italianaROMA - Palazzo Incontro, fino al 23 ottobre.La mostra, nata in occasione del 50esimoanniversario di fondazione della casa editricemodenese, offre la possibilità di scoprire alcu-ni degli aspetti meno noti di una vicenda fami-liare, imprenditoriale e culturale estremamen-te ricca e variegata. Il binomio Panini e figuri-ne, infatti, non è legato solamente agli albumdei calciatori ma a tante altre realtà che hannoaccompagnato giochi e passioni sportive digenerazioni di bambini in Italia e all'estero.Info: www.fandangoincontro.it

www.arci.it/associarsi - [email protected]

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Per un'alternativa nel segno della giustizia sociale,della dignità, della democrazia

IL 15 ottobre, raccogliendo l'appellodegli indignad@s spagnoli, in tanti e

tante riempiremo le piazze delle capitalieuropee. Sarà il giorno dell'indignazione edella protesta di chi si oppone a questostato di cose, alla distruzione dei dirittisociali e democratici causata dalle sceltecon cui i governi europei stanno affrontan-do la crisi economica.

Sarà una mobilitazione animata da espe-rienze, identità e culture diverse, perchénessuno può farcela da solo. Per fermare ildeclino e costruire un'Europa diversa c'èbisogno anzitutto di ricostruire lo spaziopubblico dei cittadini europei, mettere incampo la forza della partecipazione demo-cratica di donne e uomini, giovani e anzia-ni, lavoratori, studenti e comunità cherivendicano il diritto di decidere sulle scelteche li riguardano.

L'Arci parteciperà alla manifestazione diRoma, con la propria identità e con le pro-prie proposte, insieme a tanti altri soggettidiversi, organizzazioni sociali, reti, allean-ze, gruppi informali, singoli cittadini. È unfatto importante, perché in Italia c'è ancorpiù bisogno di spazi di convergenza e diazione comune fra le forze che cercano dicontrastare la deriva in cui sta scivolando ilPaese.

Un governo ormai screditato a livello euro-peo e internazionale e preoccupato solo dimantenersi al potere sta rovesciando suicittadini tutto il peso del suo fallimento. Haimposto una manovra economica inutile,sbagliata e profondamente iniqua, coeren-te solo nella volontà di dividere il Paese ele forze sociali. Un provvedimento chedenota l'assenza di strategie per il futuro,non risolve il problema del debito pubblico,non libera risorse per rilanciare gli investi-menti, l'occupazione e lo sviluppo ma avràal contrario effetti recessivi. Soprattutto,una manovra scandalosamente ingiustasul piano sociale.

Di fronte all'incalzare della crisi, ci si preoc-cupa solo di far cassa tagliando la spesapubblica, non tanto quella improduttiva deifinti Enti di natura clientelare, ma partico-larmente quella sociale. La conseguenzasarà un massacro ai danni di lavoratori,pensionati, famiglie. I tagli a Regioni eComuni ridurranno l'accessibilità e la qua-lità dei servizi pubblici e aumenteranno itributi a carico dei cittadini; l'annunciatariforma dell'assistenza si trasformerà nella

demolizione del sistema pubblico di welfa-re. Per molti si annuncia un presente piùduro, per tanti giovani svanisce ogni pro-spettiva di futuro.

Hanno scelto di far pagare i più deboli pernon toccare gli interessi dei più forti.Logica e buon senso avrebbero imposto dicercare le risorse necessarie col recuperodell'evasione fiscale, di istituire una tassasulle grandi ricchezze e sui grandi patrimo-ni immobiliari, di tagliare le spese militari.Non l'hanno voluto fare per non dispiacereal blocco sociale in cui ancora sperano ditrovare consensi.

La cricca che ha governato le scelte diquesti anni e si è arricchita a danno deglionesti non intende restituire il mal tolto némettere in discussione le proprie scelte.Impone la totale liberalizzazione delle atti-vità economiche, pretende di reintrodurreper legge l'obbligo di privatizzare i servizipubblici locali sfidando spudoratamente lavolontà popolare espressa col referendume le regole della democrazia.

C'è poi, nel contesto italiano, l'aggravantedella natura antidemocratica di un governoche impedisce la dialettica fra le partisociali e considera la Carta costituzionaleuna variabile a sua disposizione. Da tuttala manovra traspare disprezzo per i cetipopolari e volontà di scontro con le rappre-sentanze sociali. L'articolo 8, che cancellai contratti nazionali e scardina le tuteledello Statuto dei lavoratori, è la prova chesi intende usare la crisi come pretesto perattaccare i diritti, dividere e punire i sinda-cati. Questo governo è un pericolo per lademocrazia, per il bene del paese è urgen-te che se ne vada quanto prima.

La situazione è grave, è a rischio la tenutadel tessuto sociale del paese. Siamo vicinial punto di rottura, a un vero e proprio cortocircuito fra sviluppo economico, dirittisociali e democrazia. È il frutto delle scel-lerate politiche liberiste di questi anni, del-

l'effetto distruttivo della finanziarizzazionedell'economia. La finanza non è più stru-mento dell'economia produttiva ma unpotere occulto in balia di speculatori chedecidono quali economie salvare e qualiaffondare, che attaccano la stessa sovrani-tà degli stati e la democrazia.

I governi non hanno la forza di opporsi aipoteri finanziari o non vogliono farlo, e pre-feriscono scaricare i costi della crisi sui piùdeboli. Vorrebbero farci credere che non cisono altre scelte possibili e fanno appelloalla coesione nazionale indicando nellacrisi il nemico comune da cui difendersi.

Noi non ci stiamo, perché sappiamo chequesta crisi non è un maleficio del destinoma il frutto di precise scelte politiche. Epensiamo che non se ne possa uscireaccettando come dogmi indiscutibili lecompatibilità imposte proprio dai poterifinanziari che l'hanno provocata. Nem-meno il patto di stabilità può essere unvangelo. Quelle regole non sono intoccabi-li, vanno discusse e subordinate ad altrivincoli di natura sociale e alle esigenzedello sviluppo economico, sociale e cultu-rale dei territori e delle comunità.

È il momento di cambiare strada, con scel-te nette e rigorose verso un sistema eco-nomico e sociale diverso da quello che ciha portato dentro questo disastro, nell'oriz-zonte di uno sviluppo mirato alla riconver-sione ecologica dell'economia, alla qualitàe alla sostenibilità delle attività produttive,ai beni pubblici e sociali.

Non è vero che il risanamento dei contipubblici e lo sviluppo economico sianoincompatibili con l'equità, la giustizia socia-le, la partecipazione democratica. È que-stione di scelte. È possibile rimettere alcentro del modello economico e sociale illavoro, i beni comuni, i servizi pubblici diwelfare, la sostenibilità ambientale, la cul-tura e l'istruzione, una vera democrazia alservizio delle persone e delle comunità.

È possibile costruire l'alternativa di un'altraeconomia, di un'altra società, di un'altrademocrazia. La condizione per farlo è chele scelte sul nostro futuro non siano seque-strate nelle mani di governi subalterni aipoteri economici; che in Italia come inEuropa siano le società a farsi protagoni-ste del cambiamento. Per questo saremoin piazza il 15 ottobre.Info: www.arci.it

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n. 33 27 settembre 2011

L'appello dell'Arci per la giornata

di mobilitazione internazionale del 15 ottobre