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ANNO 151. NUMERO 23. www.larena.it DOMENICA 24 GENNAIO 2016 ¤1,30 A ppresa la noti- zia che Pietro Maso era stato iscritto dalla Procura di Verona nel regi- stro degli indagati per tentata estorsione, su denuncia presentata dalle sorelle ai ca- rabinieri l’8 gennaio, sono andato a veder- mi il servizio del settimanale Chi dal tito- lo «Ero il male ma il Papa mi ha chiama- to», anticipato martedì scorso con quat- tro lanci dall’agenzia Ansa e ripreso l’indo- mani da tutti gli organi d’informazione. Ben sette pagine. La foto d’apertura ne oc- cupa due. Maso indossa una camicia blu notte aperta sul petto fino al terzo botto- ne, così da lasciar intravedere una corona del rosario appesa al collo. Le maniche so- no rimboccate affinché si notino due brac- cialetti al polso destro e uno al sinistro. A un dito fa bella mostra un anello. Accanto c’è una foto d’archivio. Il ragaz- zo di Montecchia di Crosara che nel 1991 massacrò padre e madre, aiutato da tre coetanei, è nella gabbia degli imputati du- rante il processo, avvolto in un giubbino rosso sgargiante. Sfoggia (...) > PAG25 STUDENTI. Sballo e fuga da scuola. I vigili avvertono istituti e genitori CONTRO CRONACA Pietro Maso in posa all’hotel Meliá di STEFANOLORENZETTO L’INTERVENTO Se la mente è predisposta alla verità Un incubo. Che non finiva mai, schianto dopo schianto. È quan- to accaduto l’altra notte sulla Transpolesana. Il primo inci- dente è avvenuto alle 23 e sull’asfalto è rimasto il corpo senza vita di un ragazzo di 22 anni che era in auto con un ami- co. Due ore dopo la vettura dei carabinieri, che aveva bloccato la strada, viene travolta da un ubriaco. E alle 2 un furgone non si accorge dei segnali lumi- nosi e delle deviazioni e investe prima un’altra gazzella e poi un volontario della protezione civi- le, riducendolo in fin di vi- ta. > VERZÈ PAG12 Oppeano:lascenasulla434dopol’incidentecostatolavitaadungiovane INCIDENTISTRADALI. Infernodurantelanotte.Muoreunragazzodi22anni Incubo sulla Transpolesana: una vittima e soccorsi travolti «Un milione di sveglie» sono state fatte suonare ieri da citta- dini e militanti legati al mondo gay e Famiglie Arcobaleno. I manifestanti hanno riempito quasi cento piazze in Italia per chiedere l’approvazione della legge Cirinnà sulle unioni civili. La battaglia procede verso l’arri- vo del testo in Senato, giovedì, e verso quel Family Day che, fra una settimana, vedrà confluire il popolo dei contrari. E a Vero- na? In centinaia hanno manife- stato davanti a Palazzo Barbie- ri. Il sindaco Flavio Tosi boccia le adozioni a coppie gay. Men- tre sulle unioni arriva un alt da Curia e vescovi del Triveneto. > PAG3e SANTI PAG15 INODI. Manifestazioni in quasi cento città a favore della legge Cirinnà. E adesso arrivail Family Day Unioni civili, sfida nelle piazze Incentinaia a Verona.Alt da Curiae vescovi delTriveneto. Adozioni, no diTosi di FEDERICO GUIGLIA UnPaese allospecchio Q uando le piazze si riempiono di gente e di colori, e per ragioni diametralmente opposte, non ha molto senso fare classifiche su torti e ragioni. Stabilire, per esempio, se siano stati più convincenti i moltissimi italiani che ieri hanno manifestato ovunque per chiedere non la Luna né posti di lavoro, ma diritti civili, semplicemente. Oppure se saranno più ragionevoli gli altri e moltissimi italiani che, fra sette giorni, a loro volta si mobiliteranno non per andare su Marte o pretendere privilegi, ma per difendere i principi della Costituzione sulla famiglia e il matrimonio. Ma fra un sabato e l’altro, fra la «sveglia, Italia!» appena suonata da cittadini miti anche se arrabbiati, e l’«attenzione, Italia!» che presto risuonerà per conto di cittadini moderati anche se preoccupati, è cambiato il mondo. L’ormai celebre testo Cirinnà che giovedì comincerà la sua ardua navigazione al Senato per introdurre, prima volta in Italia, le unioni civili comunque saranno denominate, segna uno spartiacque simile a quello del referendum sul divorzio nel 1974. Anche allora, come oggi, la gente si divise e contrappose con focosa onestà, le piazze si riempirono, i partiti furono costretti a prendere posizione. Quel che i nostri nonni mai avevano conosciuto è così diventato pratica da decenni: chi non si ama più, può, se lo desidera, separarsi e rifarsi una nuova vita. Il che non significa che per molti italiani il matrimonio sia e resti uno solo per sempre. I diritti degli uni non hanno scalfito quelli degli altri. Ciascuno ha potuto beneficiare della tutela che lo Stato ha il dovere d’assicurare. L’approccio sulle unioni civili non è troppo diverso: come salvaguardare il matrimonio fra uomo e donna e l’importanza dei figli ad avere un padre e una madre con il diritto a vivere insieme e a esercitare i doveri dell’essere genitori di due donne o due uomini che si vogliono bene. Non astrazione futura, ma storie di vita quotidiana. Rinunciando al reciproco pregiudizio, non sarà difficile trovare un’intesa sensata in Parlamento, visto che nella società è stata trovata da tempo. Le coppie convivono già, spesso con la responsabilità di bambini, a prescindere da come siano formate. Usando le parole giuste e affrontando la priorità della contesa, che è sul come assicurare la crescita amorevole dei bambini, anche questa divisione alla fine avrà aiutato l’Italia a voltare pagina e tutti gli italiani a sentirsi figli della stessa patria. www.federicoguiglia.com LA«BERNA»DIMASSA. Hanno15o16anni,alcuni13.Tralorocisonoragazzinechedovrebberofrequentarela scuoladell’obbligo,altrevannoallesuperiori.Sonodecineecertemattineanchecento.Si trovanotraviaRoma,i fastfooddicorsoPortaNuova,laGranGuardia. Fanno«berna»:nonvannoinclassemasidannoappuntamento congliamici.Perfarecosa?Ibulli.Molestanoi passanti,cercanodiattaccarebriga.Spinelli.Cosìl’altramattinala poliziamunicipalehaavviatocontrolli.Decinedigiovanissimisegnalatiallescuoleeaigenitori. > PAG11 Piccolibulli,molestieincentro > NICOLI PAG39 CRIMINALITÀ Banditi arrestati dopolarapina adunaanziana > ZAMBALDO PAG27 LESSINIA Garenazionali, corsaperinnevare lapistaperilfondo > COSTANTINO PAG18 LAMANIFESTAZIONE MotorBike, assaltoinfiera Expoaltraguardo > PAG13 FORZEDELL’ORDINE LaPolstrada: «Nonsolofatalità, bisognareprimere» CALCIO.PARTITADECISIVA Hellas,duellocolGenoa ChievoincasaLazio > PAG46a49 VITTORIAAZZURRANELLOSCI Impresa:Filldomina unaStreifdapaura > PAG45 Ogni essere umano è dotato di tre facoltà che lo contraddistin- guono rispetto ad ogni altro es- sere: la mente, la volontà e la li- bertà. Un trittico carico di una riserva di potenzialità di incal- colabile valore. A patto che nes- suna delle tre facoltà si compor- ti in modo autonomo. > PAG24 Giuseppe Zenti Vescovo di Verona IB11201 P.zza Nogara, 6 - Tel. 045.8009234 FIERA DEL BIANCO IB11201 P.zza Nogara, 6 - Tel. 045.8009234 FIERA DEL BIANCO Nuova Apertura VALIDO DAL 2 FEBBRAIO AL 2 MARZO Via Antonio Locatelli, 16 - VERONA - Cell. 380 4974811 BUONO 5,00 euro SU TUTTI I TRATTAMENTI spesa minima 20,00 euro Poste Italiane S.p.A. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Verona y(7HB5J1*LQRKKR( +]!"!=!$!&

[ARE F1 - 1] NAZ/PPN/PAG/PPN01 24/01/16 · •> NICOLI PAG39 CRIMINALITÀ Banditi arrestati dopolarapina adunaanziana •> ZAMBALDO PAG27 LESSINIA Garenazionali,

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ANNO 151. NUMERO 23. www.larena.it DOMENICA 24 GENNAIO 2016 ¤ 1,30

A ppresa la noti-zia che PietroMaso era stato

iscritto dalla Procura di Verona nel regi-stro degli indagati per tentata estorsione,su denuncia presentata dalle sorelle ai ca-rabinieri l’8 gennaio, sono andato a veder-mi il servizio del settimanale Chi dal tito-lo «Ero il male ma il Papa mi ha chiama-to», anticipato martedì scorso con quat-tro lanci dall’agenzia Ansae ripreso l’indo-

mani da tutti gli organi d’informazione.Ben sette pagine. La foto d’apertura ne oc-cupa due. Maso indossa una camicia blunotte aperta sul petto fino al terzo botto-ne, così da lasciar intravedere una coronadel rosario appesa al collo. Le maniche so-no rimboccate affinché si notino due brac-cialetti al polso destro e uno al sinistro. Aun dito fa bella mostra un anello.

Accanto c’è una foto d’archivio. Il ragaz-zo di Montecchia di Crosara che nel 1991massacrò padre e madre, aiutato da trecoetanei, è nella gabbia degli imputati du-rante il processo, avvolto in un giubbinorosso sgargiante. Sfoggia (...)•> PAG25

STUDENTI. Sballo e fuga da scuola. I vigili avvertono istituti e genitori

CONTROCRONACA

Pietro Maso in posa all’hotel Meliádi STEFANO LORENZETTO

L’INTERVENTO

Selamenteèpredispostaallaverità

Un incubo. Che non finiva mai,schianto dopo schianto. È quan-to accaduto l’altra notte sullaTranspolesana. Il primo inci-dente è avvenuto alle 23 esull’asfalto è rimasto il corposenza vita di un ragazzo di 22anni che era in auto con un ami-co. Due ore dopo la vettura dei

carabinieri, che aveva bloccatola strada, viene travolta da unubriaco. E alle 2 un furgonenon si accorge dei segnali lumi-nosi e delle deviazioni e investeprima un’altra gazzella e poi unvolontario della protezione civi-le, riducendolo in fin di vi-ta.•> VERZÈ PAG12 Oppeano:lascena sulla 434dopol’incidente costatola vitaad ungiovane

INCIDENTISTRADALI. Infernodurantelanotte. Muore un ragazzo di22 anni

IncubosullaTranspolesana:unavittimaesoccorsitravolti

«Un milione di sveglie» sonostate fatte suonare ieri da citta-dini e militanti legati al mondogay e Famiglie Arcobaleno. Imanifestanti hanno riempitoquasi cento piazze in Italia perchiedere l’approvazione dellalegge Cirinnà sulle unioni civili.La battaglia procede verso l’arri-vo del testo in Senato, giovedì, e

verso quel Family Day che, frauna settimana, vedrà confluireil popolo dei contrari. E a Vero-na? In centinaia hanno manife-stato davanti a Palazzo Barbie-ri. Il sindaco Flavio Tosi bocciale adozioni a coppie gay. Men-tre sulle unioni arriva un alt daCuria e vescovi del Triveneto.

•> PAG3 eSANTI PAG15

I NODI. Manifestazioni in quasi cento città a favore della legge Cirinnà. E adesso arriva il Family Day

Unionicivili,sfidanellepiazzeIncentinaiaaVerona.AltdaCuriaevescovidelTriveneto.Adozioni,nodiTosi

di FEDERICO GUIGLIA

UnPaeseallospecchio

Q uando le piazze si riempiono digente e di colori, e per ragionidiametralmente opposte, non hamolto senso fare classifiche su torti eragioni. Stabilire, per esempio, se

siano stati più convincenti i moltissimi italianiche ieri hanno manifestato ovunque perchiedere non la Luna né posti di lavoro, madiritti civili, semplicemente. Oppure se sarannopiù ragionevoli gli altri e moltissimi italiani che,fra sette giorni, a loro volta si mobiliterannonon per andare su Marte o pretendere privilegi,ma per difendere i principi della Costituzionesulla famiglia e il matrimonio.

Ma fra un sabato e l’altro, fra la «sveglia,Italia!» appena suonata da cittadini miti anchese arrabbiati, e l’«attenzione, Italia!» che prestorisuonerà per conto di cittadini moderati anchese preoccupati, è cambiato il mondo.

L’ormai celebre testo Cirinnà che giovedìcomincerà la sua ardua navigazione al Senatoper introdurre, prima volta in Italia, le unionicivili comunque saranno denominate, segnauno spartiacque simile a quello del referendumsul divorzio nel 1974. Anche allora, come oggi,la gente si divise e contrappose con focosaonestà, le piazze si riempirono, i partiti furonocostretti a prendere posizione.

Quel che i nostri nonni mai avevanoconosciuto è così diventato pratica da decenni:chi non si ama più, può, se lo desidera, separarsie rifarsi una nuova vita. Il che non significa cheper molti italiani il matrimonio sia e resti unosolo per sempre. I diritti degli uni non hannoscalfito quelli degli altri. Ciascuno ha potutobeneficiare della tutela che lo Stato ha il dovered’assicurare. L’approccio sulle unioni civili nonè troppo diverso: come salvaguardare ilmatrimonio fra uomo e donna e l’importanzadei figli ad avere un padre e una madre con ildiritto a vivere insieme e a esercitare i doveridell’essere genitori di due donne o due uominiche si vogliono bene. Non astrazione futura, mastorie di vita quotidiana.

Rinunciando al reciproco pregiudizio, nonsarà difficile trovare un’intesa sensata inParlamento, visto che nella società è statatrovata da tempo. Le coppie convivono già,spesso con la responsabilità di bambini, aprescindere da come siano formate. Usando leparole giuste e affrontando la priorità dellacontesa, che è sul come assicurare la crescitaamorevole dei bambini, anche questa divisionealla fine avrà aiutato l’Italia a voltare pagina etutti gli italiani a sentirsi figli della stessa patria.

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LA«BERNA» DIMASSA. Hanno 15o 16anni, alcuni 13.Tra loroci sonoragazzineche dovrebberofrequentare lascuoladell’obbligo, altrevanno alle superiori.Sonodecine e certemattineanche cento.Si trovanotravia Roma,ifastfooddi corsoPorta Nuova,laGran Guardia. Fanno«berna»:non vanno inclasse masi danno appuntamentocongliamici. Perfare cosa?I bulli. Molestanoi passanti,cercanodi attaccarebriga. Spinelli.Così l’altra mattinalapoliziamunicipale ha avviatocontrolli. Decinedi giovanissimisegnalati alle scuole eaigenitori.•> PAG11

Piccolibulli,molestieincentro•> NICOLI PAG39

CRIMINALITÀBanditiarrestatidopolarapinaadunaanziana

•> ZAMBALDO PAG27

LESSINIAGarenazionali,corsaperinnevarelapistaperilfondo

•> COSTANTINO PAG18

LA MANIFESTAZIONE

MotorBike,assaltoinfieraExpoaltraguardo

•> PAG13

FORZEDELL’ORDINELaPolstrada:«Nonsolofatalità,bisognareprimere»

CALCIO.PARTITADECISIVA

Hellas,duellocolGenoaChievoincasaLazio•> PAG46 a 49

VITTORIAAZZURRANELLOSCI

Impresa:FilldominaunaStreifdapaura•> PAG45

Ogni essere umano è dotato ditre facoltà che lo contraddistin-guono rispetto ad ogni altro es-sere: la mente, la volontà e la li-bertà. Un trittico carico di unariserva di potenzialità di incal-colabile valore. A patto che nes-suna delle tre facoltà si compor-ti in modo autonomo.•> PAG24

Giuseppe ZentiVescovo di Verona

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SATIRA

Anch’io«nonsonoCharlie»

Per inviare una letteraCorso Porta Nuova, 67 - 37122 - Verona

[email protected]

In merito alla lettera del si-gnor Giovanni Perlini relativaalla vergognosa vignetta pub-blicata sulla rivista satiricafrancese Charlie Hebdo, cheprendedi mira la tragica mor-te di un innocente bambinodavanti le coste turche, ag-giungo quanto segue: qual-che anno fa un collaboratoredisuddettogiornalespazzatu-ra osòprendere dimira la reli-gione ebraica e la politicad’Israele con una vignetta. Ilrisultato di tanta impertinen-za fu il licenziamento imme-

diato.Oramichiedoqualesia-no le regole ed il codice eticodi questo giornale inutile.

L’islam si può offendere adoltranza e l’ebraismo non sipuò sfiorare con un dito?

Inogni casoquestavolta i re-dattori della rivista transalpi-na, che personalmente consi-dero dei mascalzoni, nascon-dendosi dietro il diritto di li-bertà d’espressione per offen-dere un bambino naufrago,hannosuperatoogni limite ac-cettabile per le persone mini-mamente civilizzate e di buonsenso. Mi associo, pertanto, alsignor Giovanni Perlini: Je nesuis pas Charlie- Non sonoCharlie!Ulrich MillerVERONA

LE GRANDI INIZIATIVE. Il volume sarà in edicola con L’Arena mercoledì 27 gennaio a 8,90 euro più il prezzo del quotidiano

Parlal’ultimobambinodiAuschwitzLatestimonianza diOlegMandic, sopravvissutoalcampodi sterminio:pagine per non dimenticare

PietroMasoinposaall’hotelMeliáNeppureilPapariesceasalvarlodaisuoidemoni:soldienarcisismo(...) un anello, un braccialettoe un orologio. Trascorso unquarto di secolo, è sparito soloil cronografo, segno che a 44anni è calato l’interesse per iltempo che passa.

Non possiedo le competenzecosmetologiche di Diego Dal-la Palma, però giurerei cheMaso si sia fatto modellare lesopracciglia con la pinzetta,primadiposareperChi.Quan-to all’abbronzatura tinta cuo-io, sembrerebbe frutto di unaprolungata esposizione ai rag-gi ultravioletti sul lettinodell’estetista più che del lavo-ro nei campi. Del resto ram-mento l’omelia del vescovo diVicenza,Pietro Nonis,ai fune-rali di Antonio e Mariarosa, igenitori trucidati: «È bassa laterra, è dura la terra».

Nella doppia pagina seguen-te, Maso s’è tolto la camicia.Avrà avuto caldo. Torso nudoperfettamenteglabro: losotto-porrà adepilazione periodica?Insieme con tre tatuaggi, orapuòmeglioostentare lacoron-cina di madreperla, che peròrisulta innaturalmente posi-zionatadisbieco,quasiancora-ta a un capezzolo, dimodochéil braccio nasconda il crocifis-so ma non la medaglietta dellaMadonna con Bambino. An-che qui c’è un significativo raf-fronto con un’immagine di re-pertorio: Maso sorridente inCorte d’assise, blazer, camiciabianca e foularino blu a poisbianchi.

Senza interruzioni pubblici-tarie, si arriva alle due paginesuccessive. Qui Maso s’è rive-stito. Avrà avuto freddo. Peròha dismesso la camicia blu.Adesso ne porta una candida,forse per lasciar trasparire ladefinitivaconversionenell’ani-maoltrechenell’abbigliamen-to. L’ex detenuto si fa ritrarre,chissà perché, con gli occhichiusi. Dopo la telefonata dipapa Francesco avrà anche levisioni celesti? Nell’estasi so-prannaturale,non rinunciaal-la cura di dettagli terreni: susettebottoni, netiene allaccia-to solo uno, quello in corri-spondenza dell’ombelico, ciòche gli consente di esibire perla terza volta il rosario e purela fibbia di una cintura griffa-ta. Anche l’acconciatura nelfrattempo è cambiata: ora ilciuffo alla Tintin, tenuto sudalla gommina, punta dritto

verso l’empireo. Sulla foto mi-stica compare un credit in cor-po 5: «Location: hotel Me Mi-lan». Sapevo che la Madonnaappare in grotte circondate daossi di animali e frequentateda stracciaiole (Lourdes), suilecci (Fatima), nelle pietraie(Medjugorje),manonneglial-berghi5 stelledellacatenaMe-liá, e in particolare in quello diMilano ubicato «a 800 metridal quadrilatero della moda edalla new town di Porta Gari-baldi, con la sua frizzante vitanotturna», dove per una suitesispendono3.500euroalgior-no.

Chi era in edicola da appena24oreegiàcominciavoanutri-reseridubbisull’ineditarivela-zione contenuta nell’intervi-sta: «Adesso che ho scontatola mia pena lo posso dire: iononhouccisoigenitoripersol-di». E per quale motivo li haammazzati,allora?«Eromala-to». Mah. A me par di ricorda-re, avendo seguito il caso dacronista,cheainsospettire ica-rabinieri fosse stato un prelie-voda25milioni di lire dalcon-todellamadre, mediante asse-gnorecante unafirmacontraf-fatta.A ognimodo nonsi capi-sce come mai una simile con-fessione dovesse farla a ungiornalista, e solo dopo aversaldato il debito con la giusti-zia, invece che al pm MarioGiulio Schinaia nel corso delleindagini oppure in sede pro-cessuale. Resta da stabilire seanche la tentata estorsione siaavvenuta per infermità anzi-ché per denaro.

Ilsoggiorno nellepatrie gale-re non pare aver riabilitatoMaso granché sul fronte dellacredibilità. Nel 2013, appenauscitodal carcere, nel libro au-tobiografico Il male ero io pro-metteva: «La verità voglio dir-latutta, fino in fondo».A pagi-na 19 si legge di quella sera incui al bar John di Montecchiaconvinse gli amici a trasfor-marsi in suoicomplici:«Se vo-gliamo più soldi, abbiamo unasola possibilità: uccidere imiei. Sì... uccidiamo i miei eanche le mie sorelle, vendia-mo i terreni, la casa, tutto. Cene andiamo. Ce ne andiamovia da questo paese di mer-da». Quattro pagine più avan-ti, racconta dicomenonpotes-se bastargli la Vespa biancache il padre gli aveva compra-

to nel giorno del suo 14° com-pleanno: «C’era solo un tele-film che animava i nostri so-gni: Miami Vice.E c’era un so-lo uomo da imitare: il detecti-ve della squadra antidrogaSonny Crockett coni suoi abitidi Valentino e la Ferrari bian-ca.Ecco dovevolevamo arriva-re. Il mio idolo era lui, DonJohnson». Sarà stato anchemalato, però si dà il caso chesognasse «un mondo di belledonne,bellemacchine,bei tra-monti» e «una vita di succes-so», avendo scoperto «che ol-tre oceano gli uomini avevanobicipiti abbronzati e scolpiti, enonanonimebracciavotateal-la fatica».

Deve decidersi, signor Maso:o lei uccise perché era depres-so o uccise per darsi alla bellavita. Su Chi rivela che tutti isuoiguaideriverebberodalfat-to che appena nato soffrì di«una grave forma di meningi-te», ciò che la costrinse a vive-re l’infanzia sotto una campa-na di vetro. Guardi, nessunoquantomepuòcapirla.Fuicol-pito dal medesimo morbo su-bito dopo essere stato partori-to, mi battezzarono in tuttafretta perché stavo morendo,me la cavai grazie a un santomedicocheseppediagnostica-re l’infezione e curarmi perquasitre mesi in ospedale.Do-

podiché,esattamentecomeca-pitò a lei, i miei evitarono dimandarmi all’asilo e mi fecerovivere in libertà vigilata finoall’adolescenza.Eppureleassi-curo che mai m’è passato perla testa di uccidere papà emamma. Certo veder moriredi vecchiaia i propri cari puòdiventare talvolta un’immeri-tata benedizione.

AlgiornalistaValerioPalmie-ri che gli chiede contodell’eventuale disponibilità acomparire in un reality show,Maso risponde: «Uno che hauccisoigenitorinonpuòanda-re in tv». Però può andare suigiornali, scrivere memoriali,spifferare urbi et orbi che gliha fatto uno squillo nienteme-no che il Vicario di Cristo interra. Non è la prima volta cheaccade, non sarà l’ultima. Melo ricordo durante il regime disemilibertà fotografato inesclusiva su Novella 2000 conFabrizio Corona (il destino liavrebbe riuniti dietro le sbar-re). Poi fidanzato con StefaniaOcchipinti (che ora l’ha lascia-to)suChiesuVisto.Poiprossi-mo alle nozze con la predettasempre su Chi. Poi sposo ingran segreto (ma solo religio-samente) di nuovo su Chi.

Ha una lunga consuetudinecon i mass media, il pentito.Era l’8 dicembre 1991 quando

pubblicai sull’Arena una lette-ra aperta indirizzatagli da donGuido Todeschini. È lui, il di-rettore di Telepace, ad aver ri-condotto sulla retta via il killerche da ragazzino frequentò ilseminario; è lui che andava atrovarlo tutti i sabati in prigio-ne; è lui che lo ha assunto co-me contabile nell’emittente diCerna una volta scarcerato; èlui che ha propiziato la telefo-nata di papa Francesco.

In quella missiva don Tode-schini spiegava d’aver vistopiangere il giovane detenutoper la prima volta a sette mesidall’atroce delitto. Portandouna pianta di gelsomini sullatomba dei genitori, gli era par-so di udire una loro supplica:«Stagli vicino! È giovane, aiu-talo! L’ha combinata grossa,ma non è cattivo». Alla qualeaveva risposto: «Un giornoverrà a trovarvi». Così è anda-ta e ce ne siamo tutti rallegra-ti. Debbo però riconoscere chefupiù profeticoGiuseppe Bru-gnoli, all’epoca direttore diquesto giornale, il quale, a pa-gina già chiusa, m’ingiunse diriaprirla per infilarci un suocorsivo nel quale rivendicavailmerito«dinonaverminima-mente partecipato a un diffu-so pietismo nei confronti deigiovani omicidi».

Non so quanto quel pietismoabbia contribuito a restituirciil Maso di oggi, ancora in bili-co fra verità e menzogna, fraravvedimento e narcisismo.Mi mancano i parametri diconfronto: ho avuto una solaoccasione di avvicinare un as-sassino, Carmelo Musumeci,che fu redento da don OresteBenzi ma resta condannato aun ergastolo ostativo che glinega permessi premio e altribenefici. Tuttavia ho visto dipersona come vive MarioDùmini, che di un sicario è fi-glio. Suo padre Amerigo nel1924 guidava la squadracciafascista che rapì e uccise il de-putato socialista GiacomoMatteotti.Quasisentissedido-ver espiare le colpe del genito-re, Mario Dùmini si nascondein una grotta scavata nel tufo,priva di porte e di stufa, ri-schiarata solo dalle candele.Lamattinasi lava in unruscel-lo a fondo valle e poi va a fare ilvolontario in un ex manico-mio a Roma.

Pensi a lui, Maso, la prossi-ma volta che le propongono diposare, magari a pagamento,per un periodico patinato.Stefano Lorenzettowww.stefanolorenzetto.it

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PietroMasohaposatoper «Chi»all’hotelMeMilan Meliá diMilano

dallaprima - Controcronaca

Il 27 gennaio del 1945 l'Arma-ta Rossa liberò gli ultimi pri-gionieri del campo di concen-tramento nazista di Auschwi-tz. Tra loro c'era anche la fa-migliaMandic : nonna, mam-ma e Oleg, un ragazzino di 12anni. I tre lasciarono il lagerpolacco poco dopo un mesedalla liberazione, a mezzo-giorno del 2 marzo. Oleg ful'ultimo ad uscire. Quel giova-ne internato di origini istria-

no-croate, oggi 82enne, è ilprotagonista del libro scrittodal giornalista friulano Ro-berto Covaz: «Oleg Mandicl'ultimo bambino di Auschwi-tz», in edicola in abbinamen-to con L'Arena a 8,90 europiù il costo del quotidiano.

Il volume, in uscita in occa-sione del Giorno della Memo-ria - ricorrenza internaziona-le celebrata proprio il 27 gen-naio di ogni anno come gior-nata di commemorazionedelle vittime dell'Olocausto-, è una sorta di lunga ed ap-profondita intervista conMandic , che ha dedicato lapropria vita per raccontare e

far emergere la verità su Au-schwitz, attraverso la qualelo scrittore racconta la tre-menda esperienza di quel do-dicenne e contemporanea-mente fa respirare al lettorel'atmosfera che regnava inquel luogo di terrore e morte.

Una testimonianza toccan-te e diretta di uno dei simbolipiù tristemente famosi delleefferatezze perpetrate dal na-zismo sugli ebrei e non solo.Nel libro, all’interno del qua-le ci sono anche numerose fo-tografie dell'epoca che im-mortalano la vita nel campodi concentramento, si raccon-tano così i diversi tragici mo-

menti di quella storia: dai pri-mi anni dell'infanzia fino almomento dell'arresto e delsuccessivo internamento nelcampo nazista, e poi alla so-spirata liberazione e alla finedell'incubo.

Bellissimo, diretto, l’attaccodel primo capitolo: «Da quel-la volta non ho più mangiatocavoli e verze. Il loro sapore,come quello dell’orzo, mi faschifo. Ci sono cose difficilida spiegare, ma lo devi fare lostesso. Quando parlo di Au-schwitz le persone che miascoltano capiscono che è sta-to orrendo ed è questo, allafine, ciò che per me conta.

L’importante è che quelli co-me me, scampati al lager, rac-contino la loro esperienza fi-no all’ultimo filo di fiato».

Nel mezzo vengono descrit-ti in maniera dettagliata gliepisodi e le sensazioni che re-gnavano in quell'ambientecosì spettrale, tra cui l'incon-tro con il «dottor Morte»,quel Josef Mengele noto per iterrificanti esperimenti medi-ci e di eugenetica che svolsead Auschwitz, usando i de-portati, compresi i bambini,come cavie umane.

Un libro per ricordare, tene-re viva la memoria e non di-menticare.•EM.ZAN.

L'ARENADomenica 24 Gennaio 2016 Lettere 25